natural mind n 2 2014

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Anno 2014 • N. 2

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

ITINERARI DI

Istanbul, ponte fra Europa ed Asia RECEPTION

Turismo italiano, si può fare di più e meglio

SFIDE E SPORT

La ribalta di Olimpia

natural-mind.it

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Magazine prodotto con energia certificata

in collaborazione con FAITA



Nuovo giro, nuovo regalo Cari lettori, ci eravamo addormentati con il governo Letta e ci svegliamo con il “Veni, vidi, vici” di Renzi, dopo Monti, dopo Berlusconi, dopo, dopo… Ma il problema rimane sempre lo stesso: far quadrare i conti e rimettere in piedi un paese troppo avvilito dall’immobilismo, dalla burocrazia, dal malgoverno, dai veti incrociati. Riusciranno i nostri eroi renziani a ritrovare finalmente il paese misteriosamente scomparso? Ancora una volta non ci resta che sperare. Nel frattempo, però, la stagione del turismo, l’argomento che ci interessa, continua a rimanere un’incognita e nemmeno la nuova compagine governativa sembra aver capito che lì è il nostro oro nero e che lì ci sono tanti e veri posti di lavoro. È quello che cerchiamo di indicare nel nostro articolo sul turismo italiano, al quale si affiancano altri su Istanbul, crocevia di mondi e di religioni, sul valore (perduto) di un saluto, sullo spirito di Olimpia, sulla storia della favolosa Maserati, sul nuovo portale Camping Cloud®, ormai alle porte, insieme alla storia per i bambini, che stavolta è una poesia vincitrice di un concorso. Buona lettura. La redazione

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natural mind®

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Periodico online del Club natural mind

Anno 2014 • N. 2

REDAZIONE, COORDINAMENTO E PUBBLICITÀ

Dall esperienza ultraventennale di marketing, comunicazione ed edizione di Make Tailored Advertising Srl info@maketa.it

FOTOGRAFIE

iStockphoto, Fotolia, archivi privati

ITINERARI DI ISTANBUL Ponte fra Europa ed Asia

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RECEPTION • IL TURISMO ITALIANO

Si può fare di più e meglio

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• CAMPING CLOUD

Tutto il mondo del camping in una nuvola

• V4A

Il marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile

PASSIONI PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio Maserati

JUNIOR CLUB CONCORSO DI POESIA Er futuro

E-SHOPPING L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro

IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI

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STILI DI VITA

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IL VALORE DI UN GESTO Quanti oggi salutano?

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SALUTE & BENESSERE

ALLERGICO ALLE INTOLLERANZE Differenze tra allergie e intolleranze alimentari

A GUSTO MIO

RICETTE TURCHE Il Baklava

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SFIDE & SPORT

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LA RIBALTA DI OLIMPIA Guerra e pace nella storia delle Olimpiadi

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ITINERARI DI

Istanbul

Ponte fra Europa ed Asia “Se il mondo fosse un solo stato, la capitale sarebbe Istanbul� Napoleone Bonaparte

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ITINERARI DI

L

a considerazione di Napoleone era, forse, più riferibile alla sua epoca che a quella di oggi, quando la città era ancora relativamente fresca di quell’appellativo “Roma nova“ coniato dall’imperatore Costantino nel 330, dopo il trasferimento della capitale dell’impero romano sul Bosforo e dopo la lunga conquista ottomana durata dal 1453 al 1922. Nella sua storia secolare la città, chiamata Bisanzio fino al 330, Costan-

tinopoli sino al 1453, Istanbul o Costantinopoli sino al 1930 e, da allora in poi, solo Istanbul, ha sempre avuto una vocazione imperiale ed universale. È stata la capitale dell’Impero romano (330-395), di quello bizantino (3951204 e 1261-1453), di quello latino (1204-1261) ed, infine, di quello ottomano (1453-1922). Ma, oltre che s u

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ITINERARI DI questa importante circostanza storica, l’attenzione di Napoleone si appuntò certamente anche sul crocevia di religioni che Istanbul ha sempre rappresentato, allo stesso tempo una tra le più grandi città della proto cristianità, leader della cultura ottomana ed islamica per quasi cinquecento anni, riferimento permanente per la cultura ebraica. Insomma, una città globale che la mano dell’uomo e la geografia, altro particolare favorevole all’intuizione del grande còrso, hanno posto a cavallo fra Europa ed Asia, oggi fisicamente ed idealmente unite dai due ponti spettacolari che attraversano d’un sol balzo lo stretto del Bosforo.

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In questa sua universalità storica, la Istanbul di oggi conserva molto della egemone cultura islamica, mentre quella cristiana è stata quasi completamente assorbita. A testimoniarlo, il confronto fra le moschee esistenti al censimento del 2000 (2691), le chiese cristiane ortodosse (123) e le sinagoghe (26). Ed anche la chiesa cristiana ortodossa più famosa, Hagia Sophia (Divina Sapienza), fondata da Costantino e ricostruita nel 537 da Giustiniano, mostra i segni di un largo rimaneggiamento che ha ridotto


ITINERARI DI

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ITINERARI DI al minimo i magnifici mosaici bizantini, sostituendoli con disegni e decorazioni coranici. Istanbul, con i suoi oltre 12 milioni di abitanti, rimane la più grande metropoli islamica e la quarta in Europa per dimensione, esprimendo più di Ankara, la capitale amministrativa, l’odierna cultura turca. A differenza di quanto diceva Napoleone duecento anni fa, ciò marca una grande differenza con il resto del continente e del mondo occidentale rendendo, almeno al momento, problematica l’adesione della Turchia alla comunità europea, peraltro non vista di buon occhio da una parte importante degli stessi turchi. Nel visitatore occidentale, a fianco di questa idea generale di diversità dalle grandi metropoli nostrane, permane comunque l’im-

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pressione che Istanbul abbia mantenuto quella apertura alle altre culture tipica dei mercati di frontiera. E ciò attrae il turista che, seppur con qualche riserva ed attenzio-

ne, supera il timore d’infilarsi nella calca d e l M e rcato delle Spezie o del Gran Bazar, i luoghi che più disegnano il fascinoso mistero di Istanbul.


ITINERARI DI Lo stesso mistero da mille e una notte che avvolge altri palazzi tipici di Istanbul come il famoso Topkapi (Porta del Cannone), una serie di edifici, giardini e chioschi edificati nel 1459 sul sito dell’antica acropoli greca e bizantina, residenza dei sultani fino alla metà dell’ottocento ed oggi famosissimo museo.

sotterraneo di circa 140 metri per 70, con volte sorrette da dodici file di 28 colonne alte 9 metri e distanziate l’una dall’altra di 4,90 m, nel quale nuotano migliaia di pesci.

Ma oggi sono le moschee ed i loro minareti a tracciare la declinante skyline di Istanbul, a cominciare dalla celeberrima Moschea Blu, voluta dal sultano Ahmed I nel 1616 a pochi passi da Santa Sofia. Quindi, la Moschea di Fatih (Moschea del Conquistatore, epiteto di Maometto II), uno dei maggiori esempi di architettura turco-islamica, ricostruita nel 1700. Infine, fra tutte, la straordinaria Yerebatan Sarayı (Cisterna-Basilica), una grande cisterna sotterranea per la raccolta delle acque ad uso della città, costruita da Giustiniano I nel 532. Oggi si presenta come un enorme spazio

Ulisse

In questo panorama tipicamente orientale, si stacca la Torre di Galata del 1348, ultimo resto delle mura che proteggevano il quartiere genovese omonimo, frammento di quella che fu l’universalità napoleonica di Istanbul.

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STILI DI VITA

Il valore di un GESTO Quanti oggi salutano?

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n un pomeriggio di tarda primavera sto lavorando al portoncino della mia casa al mare dell’isola d’Elba. La rigidità dell’inverno ha inaridito e screpolato il legno che ora ha bisogno di un po’ di restauro e di una nuova mano d’impregnante. Mi piace il “do it yourself“ di stampo anglosassone. Lo trovo creativo e, allo stesso tempo, rilassante. Così mi accingo volentieri al lavoro. La giornata è soleggiata e si sente nell’aria quell’anticipo d’estate che nelle isole si manifesta più precocemente che sulla terra ferma. In giro ci sono già degli sparuti turisti stranieri di mezza età, più di noi avvezzi alle ferie fuori stagione. Hanno tempo e si soffermano anche sulle piccole cose. Mi guardano mentre stendo un’altra pennellata, mi salutano con cordialità e commentano: “Nice”. Poco lontano, seduti su una panchina, un gruppo di cinque –

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sei pensionati paesani osserva il mio lavoro. Li conosco e mi conoscono da sempre perché sono nato lì e ci ritorno appena posso. Nell’immota tranquillità di un luogo che dopo l’estate va in letargo, il mio restauro del portoncino diventa un motivo d’interesse vitale. “È meglio più scuro!”. “Ma no, sei guercio. Prima era così. Caso mai, più chiaro“. Mi presto al gioco e faccio delle tacche di colore differenti perché possano scegliere loro la tonalità definitiva. Alla fine arriviamo ad un compromesso, non senza un residuo di borbottii. La casa è piuttosto centrale e, nelle more del mio lavoro, passano anche dei giovani. Conosco bene anche loro e anche loro mi conoscono, ma tirano via, assorti da altri pensieri e diretti in fretta ad altre mete facilmente raggiungibili in un paese così piccolo. Quasi nessuno saluta e, se lo fa, è più per abitudine


STILI DI VITA che per desiderio. Mi vengono in mente i miei ritorni all’Elba da piccolo per le vacanze estive. Il primo giorno era dedicato alla visita dei parenti, a piedi da un paese all’altro. Non era propriamente ciò che si aspettava la mia voglia di giocare, ma l’accettavo per rispetto e per affetto. Più tardi avrei scoperto che quel rituale, a tratti noioso quando gli adulti cominciavano a parlare delle loro cose, aveva comunque cementato il mio senso di appartenenza a quella comunità, a quei parenti, alle mie origini. Naturalmente il rituale comprendeva anche il saluto di tutti quelli che incontravi per strada, grandi e piccoli. Li abbracciavi e loro ti domandavano. “Quanto stai?“. Voleva dire: “Mi fa piacere che tu sia ritornato. Raccontami cosa hai fatto, poi ti racconto cosa ho fatto io”. Con questo si saldava il blackout fra un anno e l’altro e si ricominciava come se ci fossimo sempre visti. Oggi, quando arrivi, ti salutano chiedendoti: “Quando te ne vai?”. Una frase vicina a “Quanto stai” sul piano del linguaggio, ma sideralmente lontana su quello del rapporto umano. Tiffany

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RECEPTION

Il turismo

italiano

si può fare di più e

L

a crescita globale del turismo italiano negli ultimi due anni è stata praticamente zero, con grossi scompensi fra regione e regione e fra comparto e comparto. Infatti, a fronte di una maggiore richiesta globale nelle regioni

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meglio

meglio organizzate e più vicine fisicamente ai pricipali mercati esteri (Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio) come Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, c’è stata una flessione, talvolta notevole, nelle regioni più difficili da


RECEPTION

raggiungere e meno organizzate sul piano delle strutture e dell’offerta. In questo senso hanno giocato un ruolo negativo sia la recessione economica, che ha costretto (o consigliato) a casa milioni di italiani, sia l’aumento dei costi del trasporto (benzina, treni, traghetti e quant’altro) e della

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RECEPTION permanenza. Poche le località e gli imprenditori turistici entrati nell’ottica e nella capacità di aumentare la clientela attraverso promozioni ormai in voga (last minute, sconti per famiglie, ecc.). Molti, invece, coloro che hanno adottato il sistema italico di ribaltare i problemi: mi si dimezzano i clienti, raddoppio i prezzi e così raggiungo lo stesso il mio obiettivo di guadagno. Un sistema che può riuscire a tappare qualche buco nel breve termine ma che, alla lunga, produce falle irreparabili. E questo spiega perché una parte di questi esercizi turistici ha dovuto poi chiudere i battenti. Ma, al di là della recessione economica che affligge tutto il mondo occidentale, il turismo italiano soffre della mancanza pressoché totale di un grande disegno di marketing indirizzato a valorizzarlo. Da sempre, qualsiasi studio fatto su ciò che motiva la scelta del luogo di vacanza dimostra come la miglior combinazione natura + arte + buon vivere (parte integrante del quale è la cucina) + value for money (rapporto qualità/prezzo) sia quella vincente. Ed è l’Italia il pa-

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ese che possiede il mix di gran lunga migliore, inarrivabile nel mondo, di questi ingredienti. Una natura dove il mare cristallino s’incontra in pochi chilometri con le montagne più alte e spettacolari d’Europa. Una quantità di bellezze artistiche uniche che non si riesce nemmeno a censire. Un clima mite, ideale per prolungare la stagione turistica fino a 6 – 8 mesi. La cucina più sana e, allo stesso tempo, più saporitamente creativa che si conosca, accompagnata da vini celebratissimi. Un calore latino, purtroppo in declino ma, pur sempre, capace di aggregare subito chiunque venga da fuori. Una combinazione, insomma, assolutamente unica ed irriproducibile di motivazioni per scegliere l’Italia come la destinazione n. 1 per le proprie vacanze. Per contro, non sempre il prezzo richiesto corrisponde al servizio offerto e non sempre la nostra arte e la nostra natura sono adeguatamente valorizzati. Cos’è che manca all’Italia per riconquistare quella leadership mondiale che fu già sua negli anni settanta? Come nella maggioranza degli altri settori fondamentali per la vita di un


RECEPTION Paese moderno, l’Italia ha dormito profondamente sui suoi allori turistici ed è stata scavalcata da concorrenti più aggressivi e preparati. Rispetto ad essi, oggi l’Italia si trova indietro per infrastrutture generali, qualità della reception, sia in termini di accoglienza che di servizi offerti, ammodernamento della mentalità degli imprenditori, professionalità del personale addetto, tassazione penalizzante, scadente rapporto qualità/prezzo, incapacità di vendita. E molto altro. Manca, insomma, un piano globale che riesca a riconoscere, ricostruire e cucire modernamente insieme tutte le varie componenti necessarie per ripresentare il turismo italiano al mondo dei Tour Operator e dei vacanzieri come un sistema affidabile, veramente in grado di offrire il miglior prodotto turistico al mondo. Chaperon

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RECEPTION

Camping Cloud Tutto il mondo del camping in una

S

ta per arrivare online il nuovo portale Camping Cloud (www. campingcloud.it) con l’obiettivo di raccogliere le informazioni e le dinamiche di tutto ciò che riguar-

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nuvola

da il camping, oggi definito turismo all’aria aperta per significare la forma di vacanza più vicina alla natura. Destinatario principale del portale è chi già fa camping, ma anche chi ne ha


RECEPTION un’immagine scomoda, legata al vecchio stereotipo dello sfigato che parte con la famiglia, pacco della tenda e picchetti sul tetto della macchina, pasta al forno già cotta, all’interno. Oggi quel tipo di campeggiatore naive non esiste più, se non nella minima misura del tradizionalista amante del rude contatto con la terra. Oggi il campeggio viene effettuato in comodissime ed attrezzatissime case mobili, dette così per il fatto di dover essere per legge trasportabili, fornite di tutti i comfort per una famiglia di 4 o 5 componenti. O in bungalow e maxi roulotte ugualmente attrezzate, o in lussuosi camper, dal design raffinato. Oggi si può addirittura campeggiare andando in treno. Tutto quel che serve è già lì. Le moderne strutture offrono gli stessi servizi dei villaggi turistici: intrattenimento serale, sport di ogni tipo, babysitting e molto altro, ad un costo inferiore a quello di un buon hotel a tre stelle. Aggiungono un plus che nessun altro tipo di vacanza offre così estensivamente: il contatto diretto con la natura. 10 milioni di turisti, un terzo dei quali stranieri, gode ogni anno di questa formula in Italia, il secondo mercato europeo dell’aria aperta dopo

la Francia. Il nuovo portale Camping Cloud (www.campingcloud.it) si pone come il mezzo di comunicazione moderno a disposizione di tutto il mondo interessato al camping: i 10 milioni di campeggiatori attuali, gli altri milioni di turisti in attesa di avvicinarcisi, gli imprenditori delle 2.500 strutture italiane di camping, le aziende produttrici di beni e servizi a vario titolo, interessate ad entrare in contatto con un business da oltre 2 miliardi di euro. La struttura del portale Camping Cloud (www.campingcloud.it) offre spazio a tutto questo mondo, illustrandolo a chi lo conosce già ed a chi non, con forum per scambiare opinioni, offerte per risparmiare, possibilità di conoscere meglio i singoli campeggi e di prenotarli. E, in una sezione riservata, un impianto di comunicazione dei titolari di campeggio fra di loro e con i loro potenziali clienti. Last but not least, uno shop virtuale di e-commerce che consentirà sia ai campeggiatori che alle strutture di acquistare online a prezzi convenienti una nutrita serie di prodotti e servizi dedicati al camping. Chaperon

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HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di piÚ per ragioni etiche ma anche economiche. 2,76 m

8,64 m

ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE

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RECEPTION

Village for all – V4A® Il Marchio Qualità Internazionale dell’Ospitalità Accessibile

La nostra Mission è di garantire “A ciascuno la sua vacanza”.

Q

uesto è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto difficile per turisti con bisogni specifici o disabilità, trovare informazioni affidabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze. V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel, un Agriturismo, un Campeggio, uno Stabilimento Balneare, un Museo, ecc… dove troveranno una Ospitalità Accessibile, una Ospitalità per tutti! Le strutture che si fregiano del Marchio V4A® sono state visitate

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dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®. Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili. Ulteriori informazioni www.villageforall.net

sul

sito


RECEPTION

I campeggi preferiti di Trento Aosta

CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)

Trieste

Milano

Venezia

VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)

Torino Genova

PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)

Bologna

VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)

Firenze Ancona

VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)

VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)

VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)

Perugia

CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)

CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)

Roma

VILLAGE HOTEL GREEN ASSISI Assisi (PG)

Campobasso

CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)

CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIA Tuoro sul Trasimeno (PG)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)

Bari

Napoli

CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)

Potenza

CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma

CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)

L’Aquila

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)

Catanzaro

CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)

Palermo

VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)

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A GUSTO MIO

Il baklava

È

un dessert molto popolare nella cucina mediterranea, tanto popolare da essere incredibilmente conteso. Del baklava infatti, esistono versioni greche, albanesi, bulgare, arabe, israeliane, persiane, armene, bosniache e turche. Le sue origini sono difficili da stabilire con certezza. Tuttavia, sembra ormai certo che gli Assiri, intorno all’VIII secolo a.C., siano stati il primo popolo nel Mediterraneo orientale a mettere un miscuglio di noci tritate e miele entro sottili strati di una pa-

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RICETTE sta di pane e a cuocerlo in un forno, creando così il predecessore del baklava. Le origini di questo dolce sono dunque il risultato di commistioni di popoli e tradizioni di tutta l’area mediorientale e ciò ne ha prodotto una quantità infinita di varianti: gli armeni aggiunsero per la prima volta la cannella e i chiodi di garofano; gli arabi il cardamomo e l’acqua di rose; l’introduzione della pasta phyllo, di origine greca, in questo ricco dessert non è facilmente collocabile nel tempo. La tradizionale forma a triangolo o rombo è addirittura di derivazione francese. Sembra più sensato pensare al baklava come un dolce che va oltre i semplici confini del singolo paese, della singola nazione o del singolo popolo: è un dolce ricco che abbraccia tutto il mediterraneo orientale e che arricchisce tutto il mondo… Epicuro


A GUSTO MIO

TURCHE Ingredienti: • 10 fogli di pasta phyllo grandi quanto la pirofila da utilizzare • 2 tazze e mezzo di noci tritate • 1 tazza di pistacchi • 200 g di burro fuso • 3 cucchiai di miele • 3 cucchiai di zucchero • 1 cucchiaio di cannella in polvere

Per lo sciroppo: • • • •

1 tazza di acqua 2 tazze di zucchero 2 chiodi di garofano una stecca di cannella

Preparazione: In una ciotola mescolate le noci, i pistacchi, lo zucchero, il miele e la cannella. In una pirofila rettangolare, dai bordi alti e ben imburrata, adagiate 5 fogli di pasta phyllo, spennellando di volta in volta ognuno con del burro fuso. Versateci sopra il trito di noci e pistacchi. Ricoprite con altri 5 fogli, ognuno spennellato con il burro, compresa la superficie dell’ultimo. Con un coltello unto, incidete la pasta in modo da formare dei rombi (o dei quadrati). Infornate a 160°-180°C per circa 30 minuti (fate molta attenzione perché la pasta phyllo scurisce facilmente). Preparate lo sciroppo versando tutti gli ingredienti in un pentolino e facendo sobbollire per circa 15-20 minuti a fuoco basso. Versate lo sciroppo sul baklava freddo e lasciate ancora raffreddare.

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PASSIONI

Piccola storia dell’auto

Il marchio MASERATI

S

iamo alla tredicesima puntata della nostra piccola storia dell’automobile, una innovazione tecnologica che ha cambiato il mondo. Nelle precedenti abbiamo trattato dell’introduzione generale al mondo dell’auto e poi, via via in ordine alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroen, DAF, Fiat, Ford, Honda, Jaguar, Lada.

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Il marchio del quale trattiamo oggi è Maserati, uno dei marchi più glamour dell’automobile sportiva. Nata nel 1914 a Bologna dalla passione di Alfieri Maserati e dei suoi fratelli Ettore ed Ernesto, la piccola fabbrica all’inizio costruiva soltanto auto da gara dall’esotico nome “Isotta Fraschini”. Fu a bordo di quel marchio che Alfieri Maserati iniziò a correre nel primo dopoguerra,


PASSIONI

ottenendo subito importanti vittorie in gare classiche dell’epoca come il circuito del Mugello, l’Aosta-Gran San Bernardo e la Susa-Moncenisio. Finché fu tradito dalla sua voglia di primeggiare. In un Gran Premio sostituì di notte il motore da 2000 cm³ della sua macchina con uno da 3000 cm³. Lo pizzicarono e fu squalificato per cinque anni. L’impossibilità di correre lo portò a concentrarsi sulla costruzione delle auto e così, nel 1926, nacque la prima autovettura interamente Maserati, che chiamò “Tipo 26”. Su questa vettura apparve per la prima volta il classico tridente ispirato alla fontana del Nettuno di Bologna, disegnato da un altro Maserati, il pittore Mario. La Tipo 26 esordì alla guida di Alfieri Maserati nella Targa Florio del 1926 dove, nonostante un

non esaltante nono posto, ebbe grande successo d’immagine. I successi arrivarono negli anni seguenti, ma Alfieri ebbe poco tempo per goderseli. Nel 1932 morì per i postumi di un intervento chirurgico all’unico rene rimastogli dopo un incidente automobilistico. Nel 1937 la Maserati fu ceduta all’allora famoso industriale modenese Adolfo Orsi e la sede fu trasferita da Bologna a Modena. I fratelli del fondatore accettarono di rimanere nell’azienda in qualità di consulenti. Ci rimasero fino al 1947, quando ritornarono a Bologna per fondare una nuova società, la OSCA. Durante la seconda guerra mondiale l’attività Maserati si concentrò sulla produzione specifica di accessori automobilistici, candele di accensione e batterie.

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PASSIONI

Ma il cuore da corsa dell’azienda continuò a battere forte e, finito il conflitto, riprese a costruire auto intere. Nacque, così, una vettura Gran Turismo, la A6 1500 che, nella versione da corsa, vinse all’esordio sul circuito di casa, con Alberto Ascari al volante. I successi si susseguirono fino al 1957, quando Juan Manuel Fangio si laureò per la quinta volta campione del mondo alla guida di una Maserati 250F. Ma erano alle porte grosse dif-

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ficoltà finanziarie che costrinsero la Maserati al ritiro ufficiale dalle corse, dove ritornò soltanto quasi cinquanta anni dopo, nel 2004. Nonostante ciò, si susseguirono modelli di successo, come la mitica Tipo 60, nota con il soprannome di Birdcage (gabbia d’uccello), che non partecipò ufficialmente alle gare, ma venne utilizzata dalle scuderie più prestigiose, riportando importanti vittorie. Mentre la produzione continuava a crescere ed a diffondere nel mondo il tridente Maserati, la famiglia Orsi decise nel 1968 di vendere le proprie azioni al gruppo francese Citroën, peraltro già in forte crisi. La situazione precipitò rapidamente, fino alla messa in liquidazione della Citroën, a maggio 1973. Per evitare la chiusura anche della Maserati, il


PASSIONI marchio venne scorporato e venduto in larga quota all’industriale italo-argentino Alejandro De Tomaso, già proprietario dell’omonima casa automobilistica modenese. Grazie a questa operazione la Maserati riuscì lentamente a riprendersi dalla crisi, immettendo sul mercato modelli di successo, come la Biturbo. Finché l’azienda passò alla Fiat nel 1993 e, quattro anni dopo, alla Ferrari per ritornare, nel 2005, al Fiat Group. L’operazione fu decisiva per il rilancio della Maserati che, da allora, poté contare sulle risorse

per produrre con costanza nuovi modelli e sull’apertura verso mercati importanti, in particolare quello americano. Storia di oggi. La Maserati ha presentato al Salone di Ginevra 2014 un concept coupé 2+2 chiamato Alfieri, in onore del suo fondatore ed in celebrazione dei 100 anni del marchio. Leonardo

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SALUTE & BENESSERE

Allergico alle

intolleranze

M

i sveglio la mattina e mi sento gonfio, poi mi viene un mal di testa tremendo. Non capisco cosa possa essere, mi sa che sono intollerante a qualcosa… Chi di voi si è mai trovato in una situazione del genere e si è detto la stessa cosa? Forse è il caso di chiedersi altro. A cosa sono intollerante? E soprattutto, cosa sono le intolleranze? Sono parenti delle allergie? Certo che la vostra sete di sapere sia grande quanto la mia, vado a rimettere la chiesa al centro del villaggio. L’allergia è una reazione esagerata del sistema immunitario che si scatena in risposta ad una sostanza che viene percepita come elemento estraneo dall’organismo e, nel caso delle allergie alimentari, questo allergene è una molecola specifica di un alimen-

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to. Gli anticorpi (o immunoglobuline), cioè quelle proteine che si occupano delle nostre difese, quando vengono a contatto con queste sostanze “estranee” possono provocare una risposta immunitaria. Nel caso delle allergie questa risposta è sproporzionata e causata da sostanze che non sono necessariamente dannose. Questa reazione può sfociare anche in conseguenze molto gravi. I metodi più usati per diagnosticare le allergie alimentari sono i test cutanei (skin prick test) e la ricerca nel sangue degli anticorpi IgE mediante prove immunochimiche (RAST, ELISA, CAP, FEIA).


SALUTE & BENESSERE Le intolleranze alimentari sono state definite dall’allergologo Kaplan che nel 1991 parlò per primo di “allergie non allergiche”. Descriveva l’esistenza di stati allergici che non era possibile correlare alle IgE. Quindi, il primo punto da comprendere è che allergie tradizionali e intolleranze alimentari non sono la stessa cosa. Le intolleranze accertate Attualmente la medicina convenzionale ha evidenziato intolleranze solo nei casi del lattosio e del glutine (sia in casi di celiachia che di gluten sensitivity). A questo punto pare ragionevole fare il punto sulla situazione attuale delle intolleranze alimentari. I fatti a oggi certi sono: • nessuno sa cosa sono; • sono note scientificamente l’intolleranza enzimatica al lattosio, l’intolleranza al glutine (celiachia), alcune allergie vengono scambiate per intolleranze

(come quella per il nichel); • i test anti-intolleranze non funzionano. Credo sia ormai chiaro quale sia la differenza fra casi di allergie, intolleranze alimentari “generiche” e intolleranze specifiche. Intorno al mondo dell’alimentazione gira un grande interesse economico e forse questo è la causa di una cattiva informazione scientifica. Come sempre, la soluzione migliore è quella di rivolgersi ad un medico o a persone competenti che ci possano aiutare a seguire il percorso più corretto.

Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale 328 3769181 - www.nutriblog.it luca.dirusso@nutriblog.it nutriblog su Facebook

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SFIDE & SPORT

La ribalta di

Olimpia Guerra e pace nella storia delle Olimpiadi “L’Olimpiade è un’esperienza incredibile perché proietta su una ribalta totale e perché fa apprezzare il senso del gruppo”. MAGIC JOHNSON, CAMPIONE DI BASKET, SU CORRIERE DELLA SERA - 1992

S

e si dimentica la viuzza con pochi e piccoli negozi di chiara impronta turistica, lo sbarco al porto di Ka-

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takolon per andare a visitare il sito archeologico di Olimpia ci riporta ad un villaggio di pescatori non molto dissimile da quel-


SFIDE & SPORT

li che dovevano popolare l’antica Grecia. Stesse casette, stesse facce un po’ trasognate, stessa quiete, stesso mare blu, stessa distanza metafisica da quella ribalta totale richiamata da Magic Johnson che doveva caratterizzare l’antica Olimpia al momento dei giochi che hanno preso il suo nome. Che Olimpia

dovesse rappresentare il centro di quel mondo greco progredito che la storia ci ha tramandato come un mito, te ne accorgi appena ti affacci sulle sue rovine. Niente di così evidentemente monumentale da fermarti il cuore come quando, dal basso, ti si profila il Partenone. Anzi, le rovine sono disperse in un sito nemmeno tanto grande, racchiuso

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fra due fiumiciattoli, com’era per necessità alimentare e difensiva nell’antichità. Quello che ti colpisce, se ami la storia e la ricostruzione della vicenda umana, è la possibilità di riunire in un solo posto ed in un solo istante i concetti antitetici di guerra e di pace, di vittoria e di sconfitta, di gloria e di miseria. Olimpia, un’antica città non potente, non gloriosa, circondata da due piccoli fiumi in una timida campagna collinosa, ha saputo ritagliarsi il merito di

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essere stata la prima al mondo, nel 776 a.C., a comporre il bene ed il male, seppur per un limitato periodo ogni quattro anni. È questa favola che ne ha creato e ne alimenta la fama. L’idea che, per un momento, l’uomo possa indirizzare la propria energia fisica, la propria intelligenza, il proprio tempo non ad abbattere brutalmente un nemico, ma a battere lealmente un avversario. E che la vittoria incruenta in una gara sportiva vada onorata e fe-


SFIDE & SPORT steggiata con lo stesso alloro che spetta al conquistatore di terre e popoli. Un’equivalenza che non piacque ai cesari romani, i quali presero a pretesto il progressivo innesto di religione nel tessuto della festa olimpica per decretarne la fine. Ciò avveniva nel 393 d.C. ad opera dell’imperatore Teodosio e fino al 1896 la fiaccola olimpica rimase spenta. Fu il progredire degli scavi che riportarono alla luce il sito di Olimpia a cavallo della metà del 1800 a riaccendere l’antica aspirazione verso la pace. Campione dell’idea fu il barone francese Pierre de Coubertin, che riuscì a condurla in porto celebrando proprio in Grecia la prima olimpiade dell’era moderna. Ma i Giochi Olimpici dell’era moderna non riuscirono ad innescare la pace agognata. Due guerre mondiali, la guerra fredda fra America e Russia, altre decine di guerre minori, addirittura eventi luttuosi durante le stesse Olimpiadi. Evidentemente, l’antica Tregua

Olimpica non è compatibile con i cinque cerchi odierni, una ribalta troppo grande e complicata rispetto a quella offerta dalla piccola Olimpia. Olimpia

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JUNIOR CLUB In questo numero pubblichiamo la poesia in romanesco che ci ha inviato Lorenzo Ubaldi - 2a media alla “Bruno Buozzi” di Roma. Con questa poesia Lorenzo ha ricevuto una menzione speciale al Concorso Nazionale “Non rubateci la luna” 2014. Un Bravissimo a Lorenzo ed un invito a tutti i piccoli poeti e scrittori ad inviarci le loro composizioni.

ER FUTURO C

hissa' come sara' er futuro che verra'. Speriamo che sia lesto ma anche giusto e onesto.

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Me piace pensa' a un futuro dove 'r male nun esistera', dove la gente pur de abbracciasse anche l'anima donasse.


JUNIOR CLUB

Spero in un futuro dove er panettone verra' fatto cor core, no senza amore in poche ore. Vorrei tornare agli anni d'oro, quando nun se pensava solo a "io" ma a loro! Ma soprattutto vojo n'Italia compatta,

senza 'sta crisi che c'ha reso tristi 'sti visi, n'Italia sorridente e sorprendente! Lorenzo Ubaldi 2째C Scuola Media Statale Bruno Buozzi, Roma

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E-SHOPPING

L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro

L

’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,

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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly


E-SHOPPING NE HANNO PARLATO

“Ciao Lorenzo”, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle.

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TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.

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IL CLUB NATURAL MIND

LA POSTA DEI LETTORI Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo survey@natural-mind.it; ci aiuteranno a migliorare il magazine.

zione

lla reda Grazie a da Pedro

Ormai la v ostra rivist a è un appuntam ento costa nte. ciao Manlio

Ma avete anche la pagina faceboo k?

Credo proprio che approfitterò del vostro consiglio e visiterò San Pietroburgo. Marco A.

Carolina

Bello!!!! :)) :D :D Chicca

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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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