Anno 2013 • N. 6
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
ITINERARI DI
Il viaggio di Babbo Natale RECEPTION
sei un piccolo lettore?
mandaci la tua fiaba!
la pubblichiamo su junior club
Momento clou del turismo open air
A GUSTO MIO
Ricette natalizie: il torrone
natural-mind.it
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Magazine prodotto con energia certiďŹ cata
in collaborazione con FAITA
L’usuale gioco delle parti Cari lettori, se non volessimo mantenere un minimo di speranza per il futuro, potremmo definire gioco delle tre carte il comportamento della politica riguardo al tanto, sempre di più, che c’è da fare per il Paese. Ci limitiamo, perciò, a parlare semplicemente di usuale gioco delle parti a proposito dei balletti tipo IMU sì, IMU no, l’aventino di Forza Italia, le facezie di Grillo, la diaspora del PD terminata (o culminata?) con l’elezione del nuovo segretario. “Tutto cambi, affinché niente cambi”, sulla scia del gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Staremo a vedere. In ogni caso, natural mind® continua a lavorare. In questo numero, argomenti natalizi, come il viaggio di Babbo Natale, le comete, la bianca coltre della neve a cornice della storia di un mitico campione dello sci, Zeno Colò. Ed in più, la storia della Jaguar, il consuntivo della passata stagione del turismo open air, la favoletta per i bambini scritta da una bambina ed altro. A tutti, un sereno Natale e, finalmente, un migliore Anno Nuovo. Buona lettura. La redazione
GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU ® natural mind . PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.
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natural mind®
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
Periodico online del Club natural mind Anno 2013 • N. 6
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ITINERARI DI IL VIAGGIO DI BABBO NATALE Da Myra al Polo Nord
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RECEPTION • 10 MILIONI DI ARRIVI NEL 2013
Stabile il mercato dell’open air
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• MOMENTO CLOU DEL TURISMO OPEN AIR Grande successo del Sipac
• IL TURISMO IN CAMPER E IN CARAVAN 2° rapporto nazionale a cura di APC
• V4A
Il marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile
• CAMPING-ELITE.COM
36 44 46 49
Il nuovo sito per gli amanti dell’open air
SALUTE & BENESSERE SE LA DIETA VA IN FUMO
JUNIOR CLUB IL PAPA BUONO
E-SHOPPING
L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro
IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI
STILI DI VITA
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LE COMETE Presagio di morte o di vita?
PASSIONI
A GUSTO MIO
RICETTE NATALIZIE Il torrone
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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio JAGUAR
SFIDE & SPORT
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L’UOVO DI COLÒ Campionissimo dello sci anni ‘50
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ITINERARI DI
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ITINERARI DI
Il viaggio di
Babbo Natale Da Myra al Polo Nord
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’immagine e la storia dI Babbo Natale hanno un’origine lontana nei secoli. Il suo viaggio in slitta intorno al mondo è cominciato fra il 200 ed il 300 a.C. ed è legato ad un personaggio storico, il vescovo San Nicola di Myra, antica città dell’odierna Turchia. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e da
diverse altre confessioni cristiane, San Nicola di Myra è noto anche al di fuori del mondo cristiano come la figura che ha dato origine al mito di
Santa Claus (o Klaus), Babbo Natale in Italia. Questa immagine è stata alimentata dalle peregrinazioni cui sono state sottoposte le reliquie di San Nicola. Da sempre ritenuto protettore dei marinai, i suoi resti umani sono stati oggetto di ricerca minuziosa e di venerazione nel tempo, al punto da essere oggi contemporaneamente conservati a Bari, Venezia, Saint-Ni-
colas-de-Port in Lorena e Bucarest. Dopo la conquista di Myra da parte dei musulmani, una spedizione navale barese organizzata allo scopo
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ITINERARI DI riportò nella città pugliese una metà dello scheletro del santo. Sul punto d’approdo della nave che riportava le reliquie fu costruita una prima chiesa (oggi San Michele Arcangelo), poi sostituita dalla nuova cattedrale, inaugurata da Urbano II nel 1089. Da allora, San Ni-
cola divenne patrono di Bari. Meno noto è il percorso di parte delle reliquie del santo verso Venezia. All’epoca, la Serenissima era grande rivale di Bari nei traffici marittimi con l’oriente e, da signora del mare, mal digerì che le reliquie del patrono dei marinai fossero finite presso il maggior concorrente. Così organizzò a sua volta una spedizione navale e riportò a casa una quantità di frammenti ossei rinvenuti in un ambiente secondario, frammenti che una recente perizia ha confermato come
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autentici, ponendo fine a una secolare contesa fra le due città. Le reliquie furono conservate a San Nicolò del Lido dove, da allora, fu fatto terminare l’annuale rito dello sposalizio del Mare.
N o n meno avventuroso e romantico è l’approdo in Lorena del patrono San Nicola. Un’altra parte del suo corpo, una falange della mano destra, fu riportata da Bari nel 1087 dal signor di Varangéville e, in onore di ciò, il suo villaggio di Port venne ribattezzato Saint-Nicolas-de-Port. Circa un secolo e mezzo dopo, intorno al 1230, il cavaliere di Lorena Cunon de Réchicourt, al seguito dell’imperatore Federico II di Svevia alla Sesta Crociata, fu fatto prigioniero. Il 5 dicembre, vigilia della morte di San Nicola, lo avrebbe pregato di liberarlo dalle catene che lo avvolgevano e la matti-
ITINERARI DI na, svegliandosi, si sarebbe trovato sciolto. Da allora, ogni anno, il sabato più vicino alla festa di San Nicola si celebra una processione
in ricordo del miracolo. Più misterioso l’arrivo a Bucarest di altra parte delle reliquie di San Nicola custodite nella omonima chiesa ortodossa russa. Tutte queste peregrinazioni hanno favorito la diffusione del culto di San Nicola. Ma da dove nasce il suo abbinamento con Babbo Natale, quella figura allegra e paffutella, in abito rosso bordato di bianco, così descritta per la prima volta nel 1821 da Clement C. Moore nella poesia “A Visit from St. Nicholas“? L’iconografia del santo racconta che, per diffondere il cristianesimo presso i bambini che non frequentavano la chiesa, anche a causa del freddo invernale, il vescovo San Nicola esor-
tasse i parroci ad andare a trovarli a casa portando un dono. Quella particolare e gradita attenzione consentiva di evangelizzare i bambini, raccontando loro chi era Cristo e cosa aveva fatto per l’umanità. Per ripararsi dal freddo, i parroci indossavano un pesante soprabito ed un copricapo rosso scuro e viaggiavano su slitte trainate da cani. Questa versione cristiana di Babbo Natale si è fusa nel tempo con le tradizioni del folklore tedesco e nordico, il quale narrava come il dio Odino (Wodan) ogni anno effettuasse una grande battuta di caccia durante il solstizio invernale, in compagnia degli altri dei e dei guerrieri caduti. I bambini lasciavano nel caminetto i propri
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ITINERARI DI stivali pieni di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio, Sleipnir. In cambio, Odino sostituiva il cibo con regali o dolciumi.
Sinterklaas, il personaggio fantastico derivato da San Nicola, chiamato anche Sint Nicolaas. Ciò spiega le diverse varianti inglesi del nome: Santa Claus, Saint Nicholas, St. Nick.
Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi, associata alla figura di San Nicola. I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia per il cavallo (e non per le renne) di Babbo Natale, e lui le riempie di dolci e regali. In Lorena, invece, San Nicola accompagnato dal suo asino visita le case la notte fra il 5 e il 6 dicembre per regalare caramelle ai bambini che cantano il famoso “lamento di San Nicola”. Nella parte di lingua tedesca, Sankt Niklaus è accompagnato tradizionalmente dal suo assistente Rüpelz o Ruprecht (“Spauracchio”).
Ma, da dove viene Babbo Natale o Santa Claus che sia? Dove abita durante tutto il resto dell’anno? Anche qui, si va secondo la tradizione. Per gli americani, abita al Polo Nord, che per loro è l’Alaska. In Canada, il suo laboratorio viene posto nel nord del paese. In Europa, è diffusa la versione finlandese che lo colloca in un paesino vicino alla città lappone di Rovaniemi, sul Circolo Polare Artico. Per i norvegesi, invece, la residenza di Babbo Natale è Drøbak, dove c’è addirittura il suo ufficio postale, mentre altre tradizioni parlano di Dalecarlia, in Svezia, o della Groenlandia. Per i paesi orientali, dove viene identificato con San Basilio, abita a Cesarea, in Cappadocia.
Il nome Santa Claus ha origine dall’olandese
Da secoli, per noi italiani
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ITINERARI DI Babbo Natale scende comunque dal nord, con la sua slitta trainata dalle renne, carica di regali, e si arrampica la notte della vigilia sulle finestre o sui camini per lasciare ai bambini un segno della sua famosa bontà. Lo depone sotto l’albero, altra tradizione proveniente dal nord a significare la potenza e la generosità della natura offerte da Dio. La città di Riga in Estonia è fra quelle che si proclamano sede del primo albero di Natale esibendo una targa in otto lingue, a ricordo del “primo albero di capodanno” addobbato nella città nel lontano 1510.
gante tradizione della notte delle streghe di Halloween, anch’essa di origine nordica. Celebrazioni di quella bontà spontanea e suprema che l’uomo attribuisce a Dio o manifestazioni per esorcizzare il male che affligge l’umanità. Ulisse
Babbo Natale e l’albero di Natale (Weihnachtsbaum, in tedesco) tradizioni che hanno contribuito ad amalgamare il mondo, affiancandosi ad altre simili, come l’Epifania, o diverse, come il presepe, che sopravvive in molti paesi latini. O come la oggi dila-
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STILI DI VITA
Le
comete
Presagio di morte o di vita? “Quasi al centro di quel cielo, circondata da tutte le parti da un fitto polverio di stelle, ma spiccante fra tutte per la vicinanza alla terra, per il biancore della luce, e per la lunga coda girata verso l’alto, stava l’enorme, sfolgorante cometa del 1812, quella cometa, appunto, che preannunziava, secondo le dicerie, ogni sorta di orrori e la fine del mondo“. Lev Nikolàevic Tolstòj: Guerra e Pace, Libro secondo, Parte quinta
L
’immortale prosa di Tolstoj descrive mirabilmente l’effetto e le sensazioni che produceva nelle epoche passate il passaggio di una cometa attraverso l’orizzonte del pianeta Terra. Lo sfavillio di luce,
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spesso imponente, con il quale la cometa contrastava l’immobile calma del cielo stellato, era interpretato come un annuncio funesto, l’arrivo di ogni sorta di orrori, se non addirittura la fine del mondo. E la gente ci credeva. Nel caso specifico della citazione tolstojana, la Grande Cometa, poi definita scientificamente C/1811 F1, fu visibile ad occhio nudo per la durata record di circa 260 giorni, superata solo nel 1997 dalla cometa Hale-Bopp. Una presenza, dunque, così imponente
STILI DI VITA
da convincere l’animus popolare che fosse lì per annunciare eventi nefasti, come l’invasione napoleonica della Russia o la contemporanea guerra anglo-americana fra Regno Unito e Stati Uniti d’America. Eppure, sin dal XVII secolo, Edmond Halley aveva dato una nuova interpretazione scientifica all’arrivo delle comete. Usando la teoria della gravitazione, da poco formulata da Isaac Newton, egli aveva stabilito che in moltissimi casi le comete non avessero apparizioni episodiche ma ricorrenti e si ripresentassero sul cielo della terra a cicli di anni. Sulla base di dati storici, Halley aveva calcolato l’orbita di alcune comete ed aveva trovato che una di queste tornava periodicamente vicino al Sole ogni 76 o 77 anni. Fece, allora, quella che all’epoca apparve una spocchiosa
previsione: la cometa sarebbe tornata dopo altri 75 anni, nel 1758. Ed il giorno di Natale di quell’anno la cometa si ripresentò puntualmente e gli astronomi attribuirono ad Halley la soddisfazione postuma (era già morto da 16 anni) di chiamarla con il suo nome. Ma, nonostante le scoperte scientifiche, anche oggi si continua a credere che l’arrivo di una cometa sia foriero di eventi nefasti. Gli adepti della setta “WW Higher Source” di San Diego, all’arrivo della cometa HaleBopp nel 1997, si suicidarono in 39, 21 donne e 18 uomini. Il loro santone li aveva convinti che la cometa venisse per annunciare la fine del mondo e che l’abbandono del loro corpo fisico fosse la condizione necessaria per ottenere un posto spirituale nell’astronave che si nascondeva nella coda dell’astro.
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STILI DI VITA Ma, se si deve parlare di morte associata alle comete, la realtà scientifica odierna ci insegna che essa riguarda soprattutto le stesse comete. Ad ogni passaggio in prossimità del sole o di altre stelle, il calore sprigionato dall’astro fa lentamente evaporare i gas emessi dal nucleo solido della cometa. Ciò crea la fantastica chioma che l’accompagna, ma anche una progressiva dispersione del gas e, quindi, delle dimensioni della cometa che, infine, viene disintegrata dall’attrazione di un altro corpo celeste o si riduce ad un semplice asteroide. Come la cometa Shoemaker-Levy 9 che, nel 1994, passò troppo vicino a Giove e rimase catturata dalla gravità del pianeta che ne spezzò il nucleo in una ventina di pezzi i quali, cadendo, lo bombardarono offrendo viste spettacolari ai telescopi di mezzo mondo. O come, proprio in questi giorni, la cometa Ison, giunta a noi dagli spazi interstellari dopo un viaggio durato 4,5 miliardi di anni e finita nell’enorme braciere del sole. Ma la cosa più grandiosa delle comete
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è che gli scienziati pensano siano state proprio loro a portare la vita sulla terra. Le varie sonde spedite al loro inseguimento hanno, infatti, catturato molecole organiche di ammine precursori di quelle organiche, come il Dna. Queste molecole si sarebbero attivate nell’acqua, anch’essa trasportata dalle migliaia di comete cadute sulla terra nei primi miliardi di anni dopo la sua formazione, creando la vita. Tutto ciò in parziale contrasto con la storia della cometa più famosa della storia dell’uomo, quella di Betlemme. O, forse, in armonia con essa, visto che le comete come Ison non si sa da dove vengano. Tiffany
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RECEPTION
10 milioni 2013
di arrivi nel
Stabile il mercato dell’open air
I
l consuntivo delle presenze nei campeggi italiani durante il 2013 indica una stagione turistica sostanzialmente stazionaria, con una leggera crescita dal punto di vista degli arrivi che, in attesa dei consuntivi finali in elaborazione, dovrebbero raggiungere i 10 milioni, il 40% dei quali stranieri. La perdurante crisi dovrebbe, invece, aver leggermente ridotto la durata media dei giorni di presenza. Nella stagione scorsa erano stati totalizzati 9.459.000 arrivi, dei quali circa 3,8 milioni stranieri, per circa 70 milioni di presenze. Il 2013 dovrebbe confermare queste cifre con una variazione +/-2% non meglio rilevabile allo
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stato delle cose. FAITA-FederCamping, la federazione che raggruppa 2.000 dei circa 2.500 campeggi italiani, attraverso le Associazioni regionali federate, ha registrato l’indicazione di una sostanziale tenuta dell’incoming dall’estero e di una flessione contenuta del mercato interno. Va, tuttavia, considerato che l’inizio di stagione è stato caratterizzato da un diffuso maltempo che ha condizionato i primi arrivi. Prezzi in generale invariati e contrazione dei consumi di servizi aggiuntivi fanno prevedere un calo dei fatturati nell’ordine del 3%. Circa la scelta della modalità di vacanza all’interno delle strutture open air
RECEPTION
si conferma la tendenza consolidata in questi anni, con una prevalenza di soggiorni in bungalow e case mobili (40% delle presenze), mentre dovrebbe confermarsi stabile il dato di ospiti con veicoli ricreazionali (35% del totale). Ancora in diminuzione la quota di ospiti in tenda e dei c.d. “stanziali” (meno del 25%). Naturalmente la situazione differisce regione per regione, con il nord in minore difficoltà, essendo la meta di riferimento degli stranieri. In particolare, il Veneto (25% delle presenze in Italia), in leggera crescita di arrivi e presenze; l’Emilia Romagna (9%), in situazione stazionaria o in lieve cre-
scita; il Piemonte (3%), in calo nell’ordine del 2%; Valle d’Aosta, in crescita, ma condizionata dal meteo d’inizio stagione; Liguria (3%), in lieve calo la riviera di levante per la flessione di ospiti “stanziali”, mentre è migliore la situazione sulla riviera di ponente per l’incoming dalla Francia. Al centro, la Toscana (13%) +/-1%, con lieve crescita degli arrivi dall’estero; il Lazio (4%), in crescita l’area metropolitana di Roma, in flessione il litorale sud, stazionaria la situazione sui laghi e sul litorale nord; le Marche (5%), situazione stazionaria, con l’estero in lieve calo ed il mercato nazionale in leggero aumento; Abruzzo (2,5%), in
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RECEPTION
crescita di arrivi e presenze +3%. Al sud e nelle isole: la Campania (5,5%), in calo arrivi e presenze; la Sardegna (4%), in recupero rispetto al 2012; Puglia (5%), Basilicata, Calabria (2%), Sicilia (2%), Trentino Alto Adige (4%), difficili da giudicare per mancanza di dati regionali. Comunque, statici od in calo. Malgrado la crisi, il turismo open air si conferma, dunque, come una modalità di vacanza in grado di sostenere
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validamente l’economia italiana, attraendo un numero sempre maggiore di stranieri e confermando, più o meno, le proprie cifre relative al turismo interno. Il maggior comfort fornito dalle case mobili al campeggiatore, la maggiore offerta d’intrattenimento e, last but not least, il prezzo competitivo rispetto alla vacanza in albergo, specie per le famiglie che rappresentano il target prevalente, sono gli asset che fanno prevedere una sempre maggiore affermazione del turismo all’aria aperta. Chaperon
HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di piÚ per ragioni etiche ma anche economiche. 2,76 m
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ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE
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RECEPTION
Momento
clou open air
del turismo
Grande successo del Sipac
S
i è svolta a PadovaFiere il 20 e 21 novembre u.s. la III edizione del SIPAC, il Salone lnternazionale di Attrezzature per Camping che riunisce annualmente tutte le componenti professionali del turismo all’aria aperta: campeggi, tour operator di settore, aziende fornitrici. Al Salone hanno partecipato oltre 400 rappresentanti di campeggi, 64 aziende fornitrici ed una ventina di tour operator che, tutti insieme, hanno dato vita ad un programma altamente innovativo, vivace di interscambi professionali e commerciali. Fra il cocktail di benvenuto, il lunch buffet ed il breakfast offerti dall’organizzazione, i partecipanti sono stati coinvolti per due giorni in una serie di
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eventi, in gran parte inediti, che hanno registrato un altissimo gradimento, fra una visita e l’altra del padiglione fieristico e degli stand degli espositori. Gli obiettivi di questa edizione del SIPAC erano quelli di posizionare l’evento nel calendario di novembre, più consono alla dinamica dell’open air dopo l’esperimento di febbraio, e di aprire l’orizzonte ad incontri che avessero anche un interesse commerciale, oltre a quello istituzionale. Perciò, ai temi professionali del tradizionale Convegno Nazionale FAITA, è stato aggiunto un programma d’incontri con tour operator internazionali, desiderosi di allargare i propri contatti con i campeggi italiani, e con aziende innovative, in grado di presentare novi-
RECEPTION tà in settori d’interesse. I temi professionali si sono incentrati su “La nuova domanda di turismo all’aria aperta” e, con l’introduzione del Dr. Maurizio Vianello, Presidente di FAITA Nazionale, e la conduzione del Dr. Marzio Bartoloni, giornalista del Sole 24 Ore, sono stati dibattuti argomenti relativi agli attuali scenari di mercato ed alla necessità che i campeggi si evolvano secondo le nuove esigenze del consumatore. Che, in sostanza, vuol dire continuare sulla strada che il turismo open air ha intrapreso già da alcuni anni: costante miglioramento del comfort del turista, attraverso l’adozione di comode ed efficienti strutture residenziali, come le case mobili; cura sempre più meticolosa del verde e dell’ambiente, la vera risorsa per questo tipo di offerta di vacanza; il pieno rispetto delle regole a tutela del cliente, come quelle riguardanti la prevenzione degli incendi, un rischio da non sottovalutare per una modalità di turismo che vive in mezzo al verde ed agli alberi. Novità di questa edizione, l’incontro dei titolari di campeggio con una serie di tour operator
internazionali, al fine di migliorare l’offerta e la penetrazione all’estero del turismo open air italiano, e l’incontro con alcune aziende che offrono al settore prodotti e servizi innovativi. Particolare interesse ha suscitato la presentazione da parte dell’agenzia di marketing Make Tailored Advertising del nuovo portale in costruzione www.campingcloud.it, destinato a fare sistema interattivo di tutte le varie componenti del turismo open air, inclusi gli utenti finali, e cioè i campeggiatori. Il portale diverrà operativo a gennaio.
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RECEPTION
Il turismo in camper e in caravan 2° rapporto nazionale a cura di APC
E
’ uscita la seconda edizione del rapporto che si propone l’obiettivo di fotografare l’andamento dell’industria caravanning e del turismo itinerante en plein air in Italia. Lo studio è condotto dall’Associazione Produttori Caravan e Camper (APC), con la collaborazione del
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CISET-Centro Internazionale di Studi sull’Economia Turistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e di Vivilitalia. L’APC rappresenta in Italia e in Europa la filiera produttiva del comparto caravanning (camper, caravan, carrelli/ carrelli tenda, autotelai, rimorchi), con la missione di promuovere nel nostro Paese la cultura del camper style, del turismo itinerante e della ricettività en plein air. Nel 2012 le aziende produttrici associate ad APC con 1.500 dipendenti diretti - ai quali si aggiungono i 4.000 dipendenti della filiera plein air - hanno prodotto 10.000 camper, generando un fatturato totale di circa 500 milioni di euro. Secondo l’indagine 2013, l’Italia si conferma come la meta più ambita dai camperisti per la bellezza dei luo-
RECEPTION ghi, anche rispetto a Germania e Francia, dove il camperismo è uno stile di viaggio maggiormente diffuso. Nonostante questa sua positiva peculiarità l’Italia, tuttavia, continua ad essere vista come carente nell’offerta di aree di sosta camper, nell’accessibilità alle strutture ricettive e nei servizi offerti. La crisi colpisce in Italia anche il settore caravanning. La domanda di nuovi veicoli ricreazionali ha subito nel 2012 una diminuzione del 29,4% rispetto al 2011. Il mercato totale del nuovo e dell’usato, invece, registra una contrazione decisamente inferiore, pari al 16,6%. Nel 2012 sono stati venduti in Italia 6.156 veicoli ricreazionali, di cui 4.731 camper (-32,6%) e 1.425 caravan (-16,1%). In questo scenario, le aziende italiane hanno reagito con una spinta verso le esportazioni. Il made in Italy continua, infatti, a registrare interesse all’estero, come testimonia la quota export delle autocaravan che nel 2012 si attesta al 74,4% della produzione, contro il 62,3% nel 2011 ed il 55,4% nel 2010. In Europa il comparto dei veicoli ricreazionali chiude il 2012 a -6% rispetto al 2011, passando da 156.000 a 146.650 nuove immatricolazioni. Il mercato dei camper segna nel 2012
un -2% rispetto all’anno precedente, mentre le caravan registrano un calo più sensibile, pari al 9,7%. Si registra, così, un ulteriore incremento della quota di mercato camper rispetto alle caravan, sintomatico del cambiamento verso veicoli più confortevoli e stili di viaggio più dinamici. I Paesi con la più alta densità di nuovi camper e caravan sono Germania e Francia, rispettivamente con 29,4 e 27,5 veicoli ogni 100.000 abitanti, mentre in Italia si riscontrano 7,8 autocaravan ogni 100.000 abitanti. Inoltre, l’Italia, rispetto ai mercati di Germania e Francia, registra il minor numero di veicoli venduti: 39 ogni 100.000 abitanti, contro 92 della Germania e 102 della Francia.
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RECEPTION In Italia i volumi del mercato dell’usato sono maggiori rispetto ai volumi del nuovo: per ogni veicolo immatricolato ci sono 4 veicoli usati, rapporto sensibilmente più elevato rispetto alla Francia (2,7) e alla Germania (2,1). A fine 2012, secondo i dati ACI, in Italia circolavano 271.156 camper, il 61,5% dei quali con oltre 10 anni di anzianità ed il 28,6% addirittura con oltre 20. Il turista estero en plein air spende in Italia in media circa 49 euro al giorno e 430 euro pro capite per l’intero soggiorno. Il turista italiano in viaggio all’estero spende più o meno le stesse cifre. In genere, i camperisti mediamente spendono meno dei turisti in caravan. Le principali destinazioni dei camperisti italiani all’estero sono: Croazia, Francia, Spagna, Austria e Grecia. Nel 2012 le aree di sosta camper al di fuori dei campeggi erano circa 2.000, delle quali il 69% aree attrezzate, il 18% camper service ed il 13% punti di sosta non attrezzati. La maggiore concentrazione delle aree totali è dislocata al Nord Italia (45,1%, di cui 21% al Nord Ovest e 24,1% al Nord Est), mentre al Centro (26,5%) e al Sud (28,4%) la presenza è minore. Infine, il dato forse più importante: il
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fatturato generato nel 2012 dal turismo mobile in Italia ammonta a 2,7 miliardi di euro.
TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.
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La nostra Mission è di garantire “A ciascuno la sua vacanza”.
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uesto è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto difficile per turisti con bisogni specifici o disabilità, trovare informazioni affidabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze. V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel, un Agriturismo, un Campeggio, uno Stabilimento Balneare, un Museo, ecc… dove troveranno una Ospitalità Accessibile, una Ospitalità per tutti! Le strutture che si fregiano del Marchio V4A® sono state visitate
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dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®. Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili. Ulteriori informazioni www.villageforall.net
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Torino Genova
PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)
Bologna
VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)
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CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)
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Campobasso
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Napoli
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CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma
CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)
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Catanzaro
CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)
Palermo
VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)
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RECEPTION
c mping-elite.com
Successo del nuovo sito per gli amanti dell’open air
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’ operativo da alcuni mesi www. il nuovo sito
camping-elite.com
il cui obiettivo è quello di aiutare la scelta della propria vacanza all’aria aperta, facilitando la ricerca della località e del camping attraverso una serie di facili clic. I siti internet che trattano di viaggio o di vacanza in genere sono ormai una quantità e non è facile orientarsi nel ginepraio delle loro pagine ed immagini. La difficoltà riguarda anche chi si orienta verso quella forma di turismo sempre più emergente che è la vacanza all’aria aperta o, detta in termini tradizionali, il campeggio. Sempre più persone si avvicinano a questa formula, sollecitate dalle nuove modalità residenziali che hanno trasformato il camping da vacanza naif a contatto con la rude terra in una forma di turismo confortevole e stimolante come e più di quella offerta da un buon hotel a tre o quattro stelle. E,
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cosa non trascurabile di questi tempi, ad un prezzo altamente competitivo! Ecco, quindi, il nuovo sito Camping Elite® che offre tre vantaggi fondamentali a chi sta cercando un campeggio per la propria vacanza: 1. una selezione facile e comparata di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta; 2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la scheda permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri; 3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.
RECEPTION
PER VISITARE IL SITO, CLICCA SU
www. camping-elite .com
e... buona vacanza! 29
A GUSTO MIO
Ricette natalizie
il torrone
Oggi il torrone è uno dei dolci natalizi più diffusi in Italia e sempre più spesso è possibile trovarlo anche all’estero. I principali centri di produzione sono Cremona, dove operano le due principali industrie del settore, Benevento e San Marco dei Cavoti, pure in provincia di Benevento, ove la tradizione è radicata dal 1892 e dove si svolge annualmente la Festa del Torrone.
Ingredienti
per circa 300 gr. di torrone: • 100 gr. di miele di acacia (il miele di acacia è più chiaro e fa venire un torrone più bianco, ma va bene anche un altro tipo di miele) • 100 gr. di zucchero semolato • 50 gr. di nocciole spellate • 150 gr. di mandorle pelate • 1 albume d’uovo • 1 bustina di vanillina • la scorza grattugiatia di un piccolo limone • un foglio di ostia
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PREPARAZIONE
Preparare lo stampo, ritagliando due ostie della stessa grandezza del fondo della teglia e appoggiandone una sul fondo. Mettere a tostare le mandorle e le nocciole in forno già caldo a 180° per circa 10-15 minuti. Se hanno la pellicina, appena tolte dal forno, farle intipiedire, poi strofinarle fra le mani per eliminarla.
A GUSTO MIO
Mettere il miele in una casseruola a bagnomaria e farlo cuocere per circa un'ora e mezza, finchè risulta di colore più scuro e ristretto, mescolando di tanto in tanto per non far attaccare. Quando il miele è quasi pronto, in un’altra casseruola a bagnomaria mettere lo zucchero con l’acqua e far caramellare per 20-30 minuti, o finchè risulta ristretto. Nel frattempo montare a neve fermissima l’albume e unirlo al miele ormai pronto. Continuare a girare, il composto inizierà a diventare bianco e spumoso.
Continuare a mescolare per qualche minuto per far amalgamare bene e far restringere il composto. Rovesciarlo nella teglia, livellarlo, mettere sopra l’altro pezzo di ostia, pressare bene per non far restare vuoti all’interno. Far raffreddare, poi tagliare in due nel senso della lunghezza per ottenere due torroni di circa 150 gr. l’uno. Epicuro
Mescolare per 5 minuti, poi unire lo zucchero, continuando a mescolare. Quando inizierà a restringere, unire le mandorle, la vanillina e il limone grattugiato.
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PASSIONI
Piccola storia dell’auto
Il marchio JAGUAR Born to perform (Nata per adempiere) Il motto Jaguar
S
iamo all’undicesima puntata della nostra piccola storia dell’automobile, una innovazione tecnologica che ha cambiato il mondo. Nelle precedenti abbiamo trattato dell’introduzione generale al mondo dell’auto e poi, via via in ordine alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroën, DAF, Fiat, Ford, Honda. Giova ripetere che protagonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più che il dettaglio dei suoi elementi mec-
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canici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto/ azienda e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Il marchio del quale trattiamo oggi è quello della Jaguar, la casa del giaguaro, nata nel 1945 da una costola della Swallow Sidecar Company, precedentemente fondata (1921) dal giovane ingegnere di Blackpool William Lyons e dall’altrettanto giovane pilota motociclistico William Walmsley per costruire sidecar. In segui-
PASSIONI
to, al gruppo si aggiunse anche l’anima commerciale di Arthur Whittaker, rimasto al fianco di Lyons per circa cinquant’anni. Come intuibile dall’insegna del gruppo, la sua prima produzione riguardò le moto ed in particolare quelle versioni “da trasporto” con la navetta a fianco, dette appunto “sidecar” (letteralmente “auto a fianco”). Ma l’azienda non tardò ad inserirsi nel mercato delle auto vere e proprie e l’attività risultò così redditizia che, già nel 1926, si dovette trasferire in una sede più ampia, aggiornando la propria ragione sociale in Swallow Sidecar Company Coachbuilding, a sottolineare la novità (coach = carrozzeria per auto). La produzione iniziale si caratterizzò soprattutto con la ricarrozzatura della Austin Seven, un’icona dell’epoca. Ma il talento
di William Lyons non si fermò a questa semplice, seppur ingegnosa ed apprezzabile, impresa. Egli prese ben presto a disegnare proprie carrozzerie, esteticamente valide e piacenti, che dettero il nome a ben 3.500 (circa) modelli di Austin Seven, ribattezzati Swallow. Nel 1928, per continuare ad ingrandirsi, la necessità di un nuovo trasferimento presso la sede rimasta storica di Swallow Street a Coventry. E, successivamente, il definitivo passaggio dalla produzione motociclistica a quella automobilistica con il primo modello Jaguar, la SS1 del 1931. Fino a quando, nel 1934, Walmsley diede le dimissioni e
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PASSIONI
Lyons, ormai solo al comando dell’azienda, mutò la ragione sociale in SS Cars Ltd. ed iniziò la produzione di vetture di lusso in proprio. La seconda guerra mondiale ed
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i bombardamenti che colpirono Londra danneggiarono gravemente il polo industriale di Coventry. Così, la produzione riprese utilizzando il solo marchio Jaguar. Per ovvii motivi di opportuntità, dalla ragione sociale fu tolto l’acronimo “SS”, chiaramente non più proponibile. Il 1945 segnò l’esordio di Jaguar Mark IV, con motori a 4 o 6 cilindri da 1,5, 2,5 e 3,5 litri. Il modello Mark IV divenne così celebre da sostituire il nome commerciale Saloon (berlina) con il quale, all’epoca, si contrassegnava quel tipo di vettura. Nel 1947 arrivarono anche le versioni cabriolet (solo a 6 cilindri) Drophead e una
PASSIONI versione ridisegnata Mark V. Successivamente, a seguito della spinta del governo inglese a vendere prodotti finiti nei paesi a moneta forte, soprattutto negli Stati Uniti, la Jaguar sviluppò la XK120, commercializzandola con un discreto successo. Profuse, poi, grande impegno nell’attività sportiva, vincendo negli anni cinquanta tre titoli mondiali sportprototipi, due 24 Ore di Le Mans e due 24 Ore di Daytona. Fu il momento in cui Jaguar passò da realtà artigianale ad industria, acquistando la Daimler e la Coventry Climax. A metà degli anni sessanta, l’apice. Da allora una fase discendente sino alla fallimentare fusione con la Leyland, diventata British Leyland (1968) e nazionalizzata nel corso degli anni settanta con smembramento della Jaguar, poi ceduta alla Ford nel 1990 e da
questa (2008) al gruppo indiano Tata Motors. Con la speranza di un rapido ritorno del marchio Jaguar al prestigio storico che gli compete.
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SALUTE & BENESSERE
Se la
dieta va in
fumo
Breve guida (semi)seria su come smettere di fumare senza ingrassare.
Q
uesto pezzo è dedicato a tutti
acroleina)
danneggiano
la
funzione
coloro che vorrebbero smettere
dell’apparato respiratorio e, nel caso
di fumare ma hanno paura della
dell’acroleina, svolgono anche un ruolo
bilancia. Innanzitutto niente panico!
importante nello sviluppo del cancro ai
Cerchiamo di capire perché sarebbe op-
polmoni.
portuno smettere di fumare.
Il monossido di carbonio presente nel
Nel fumo di sigaretta sono presenti 69
fumo del tabacco esercita un’azione tos-
sostanze cancerogene tra cui 10 specie di idrocarburi, l’acroleina, 10 specie di Nnitrosammine e 11 composti appartenenti al gruppo dei carcinogeni umani (come il polonio-210). Il benzopirene ad esempio ha capacità di modificare il DNA. Sostanze irritanti presenti nel fumo di sigaretta (come acido cianidrico, acetaldeide, formaldeide, ossido di azoto, ammoniaca,
sica legandosi all’emoglobina e riducendo, di conseguenza, l’ossigenazione sanguigna. Comunque il componente più subdolo presente nel tabacco è la nicotina, quella sostanza che porta alla dipendenza e che ci fa ingrassare quando smettiamo di fumare. Conosciamo il nostro nemico: La nicotina è un alcaloide (un composto chimico come la caffeina, la morfina, la stricnina) La nicotina è un alcaloide tossico presente nelle foglie di tabacco con funzione insetticida. La nicotina è un alcaloide tossico ed è uno stupefacente.
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SALUTE & BENESSERE Cioè una sostanza che altera le facoltà mentali producendo fenomeni di dipendenza simili a quella generata da eroina e cocaina. Questa sostanza ha anche diversi effetti che hanno a che fare con la nostra alimentazione: 1. Aumenta la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, aumentando di fatto la spesa calorica. Cioè chi fuma brucia più calorie (oltre che tanto catrame). 2. Aumenta il livello di Dopamina nei circuiti cerebrali del piacere e provoca un aumento della produzione di Beta-endorfine. Tradotto, fumare genera una sensazione di piacere che porta alla dipendenza psicologica e fisica. 3. Ha un effetto anoressizzante dato che si lega a degli specifici recettori del cervello che regolano la fame. Cioè stimola la sazietà. Ragioniamo insieme sulle possibili soluzioni. • Se due degli effetti principali dell’assenza di nicotina sono il ridotto consumo calorico e la ridotta produzione di Dopamina ed Endorfine, il primo rimedio da provare sarà qualcosa che ci porterà a bruciare più calorie e a produrre sostanze antistress, cioè L’ATTIVITA’ FISICA. La cor-
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SALUTE & BENESSERE sa, il nuoto, il fitness, insomma, quel-
• Per finire, una cosa assolutamente da
lo che vi piace di più, ma che sia una
evitare è assumere cibo spazzatura,
buona attività fatta almeno tre volte a
perché, essendo ricco di grassi di bas-
settimana per minimo 45 minuti.
sa qualità o peggio ancora idrogena-
• Seguire un’alimentazione equilibra-
ti, “stimola le dipendenze” portando il
ta a calorie controllate (ma non trop-
nostro cervello a chiedere sempre più
po, altrimenti aumenta lo stimolo della
Dopamina. Evitare caffè, cibi industria-
fame). Deve essere un piano alimen-
li in busta, come patatine, snack, fast
tare che tolga circa 500 kcal al gior-
food ecc...
no utili a contenere l’aumento di peso.
Capirete da soli che l’alimentazione otti-
Può essere un’idea anche introdurre
male quando si smette di fumare è quella
cibi contenenti Tirosina, l’amminoa-
sana, privilegiando alcuni alimenti rispetto
cido precursore della Dopamina. Gli
ad altri, ma in generale basta stare attenti
alimenti più indicati sono la soia, molti
a mangiare bene, con tanta, tanta frutta e
formaggi come il grana, il provolone,
verdura.
qualche alimento proveniente dal mare
Volete un esempio?
come la bottarga o il tonno fresco, le
Pronto in tavola!
uova, la frutta secca come arachidi e pinoli, la carne come il pollo, il tacchino e molti tipi di legumi e semi. • Dato che la Dopamina si ossida (si rovina) facilmente, è utile assumere anche antiossidanti naturali come Betacarotene, Vitamina C e Vitamina E che - come sappiamo - sono presenti in molta frutta e verdura a foglia, vegetali arancioni e rossi (peperoni, arance, fragole ecc..) e frutta secca.
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SALUTE & BENESSERE Colazione: • Una tazza di latte di soia alla vaniglia • Una fetta di pane integrale con marmellata bio alle fragole • Una mela
Cena: • 150 g di tofu saltato con verdure e pinoli • Insalata di spinaci • Una fetta di pane integrale • Frutta di stagione
Spuntino: • Un’arancia
Spuntino dopo cena Se non siete ancora soddisfatti concedetevi una tisana rilassante e un quadraTINO di cioccolato fondente almeno al 70%
Pranzo • 5-6 cucchiai di riso integrale con verdure e una bella spolverata di grana • Una fettina di petto di pollo (100 g) o una fettina di provolone • Contorno di broccoli romaneschi • Frutta di stagione
Questo è un menù generico da prendere solo come esempio. Le quantità vanno tarate sulle singole persone.
Spuntino del pomeriggio: • Un vasetto di yogurt alla pesca • 5-6 mandorle
Capisco che viviamo in una società nichilista e cinica che non apre molto ad uno stile di vita sano, però credo che su alcune cose dobbiamo riflettere profondamente. Il fumo è una sostanza veramente molto nociva per noi e per chi ci sta intorno. È un’abitudine grigia che toglie colore alla vita e impuzzolisce i vestiti (un po’ come il fritto). Non è mia intenzione fare il bacchettone e sono il primo che desidera godersi la vita, ma credo sia meglio poterlo fare esultando e correndo senza sentire il fiatone. A buon intenditor...
Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale 328 3769181 - www.nutriblog.it dottlucadirusso@nutriblog.it nutriblog su Facebook
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SFIDE & SPORT
L ’ uo vo di Co l o’ Campionissimo dello sci anni ‘50
E
’ sempre arduo stabilire quale sportivo, nell’ambito di una disciplina, è o è stato il migliore al mondo. Metodi di allenamento, attrezzi, fisicità, concorrenza rendono quasi sempre le epoche incomparabili. Anche le vittorie ed i primati sono soggetti alle stesse variabili e, quindi, alla stessa incomparabilità. Così è anche per lo sci, dove è arduo stabilire se Tomba sia stato più forte di Thoeni o se, entrambi, debbano cedere la palma del migliore ad un toscano dai capelli radi, piccolo e minuto rispetto ai giganti che competono oggi sulle piste, che correva negli anni ’50,
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insieme all’amica Celina Seghi. L’atleta in questione è Zeno Colò. il “Corriere della Sera” del 13 maggio 1993 ne annunciò, il giorno dopo, la morte titolando: “E’ morto Colò, il Signor Sci”. Un riconoscimento che, se non vale oggi a definirlo più grande dei Thoeni e dei Tomba che vennero dopo, ne stabilisce perlomeno la statura epica, da proto eroe dello sci agonistico. Zeno era nato all’Abetone e sin da bambino aveva maturato un feeling particolare con la neve, che riusciva a dominare anche sui pendii dove gli altri si smarrivano. Vestito di maglione e pantaloni, il suo look standard, ai piedi i mitici sci di le-
SFIDE & SPORT
gno fermati allo scarpone da primordiali attacchi a molla, nel 1948 “Blitz” Zeno Colò riuscì addirittura a toccare i 159,292 km/h, stabilendo il primato mondiale di velocità sugli sci di allora. Un’impresa che qualcuno definì pazzesca. Dopo aver iniziato a gareggiare a quattordici anni e fatto parte della nazionale già a quindici, Zeno fu coinvolto nella II guerra mondiale, subendo anche la prigionia, e poté riprendere l’attività agonistica solo nel 1947, a 27 anni suonati. La velocità, e quindi la discesa libera, era la sua gara. Ma Blitz apparteneva a quella categoria superiore di atleti completi che possono
primeggiare in qualsiasi disciplina. Dopo aver vinto tutto quello che da sempre fa la storia dello sci, Kandahar, Lauberhorn, Sestriere, Sankt Anton, Livrio, a trenta anni, per la prima volta nella sua vita, prese un aereo per Aspen, Colorado, dove si correvano i Mondiali del 1950. Lì, nella terra dei cercatori d’oro, Zeno Colò fece incetta di quel metallo, stupì gli americani sublimando la leggenda del “Signor Sci”. Primo nello slalom gigante, secondo per soli tre decimi nello speciale, primo ancora nella discesa libera. In un percorso che il francese Oreiller definì “un concorso di salto di 3400 metri, 800
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SFIDE & SPORT
di dislivello, costellati di dossi, cunette, gobbe a non finire”, dette due secondi al primo avversario dietro di lui. Fu così che in America, dopo “l’uovo di Colombo”, scoprirono “l’uovo di Colò”. Zeno fu, infatti, il precursore di quella posizione a uovo che, rimpicciolendosi, consente tuttora allo sciatore di adattarsi meglio al terreno e di diminuire l’attrito dell’aria. In un lampo, Zeno Colò divenne un divo e gli americani, intuendone le potenzialità commerciali, gli proposero
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contratti faraonici perché restasse negli States ad insegnare sci. Da gentiluomo, Zeno ringraziò per tanto onore e ritornò all’Abetone, a prepararsi per le Olimpiadi di Oslo del 1952. Vinse la discesa libera a modo suo, tanto che i giornali scrissero: “Ha fatto del coraggio una scienza perfetta”, intrattenendosi con dovizia di particolari sulla sua meticolosa analisi del percorso, risalito a piedi prima della gara per scoprirne in dettaglio i passaggi più difficili. Era all’apice della carriera ed avrebbe voluto chiudere in bellezza vincendo i mondiali di Helsinki del 1954, ma l’ostracismo de coubertiniano dell’epoca contro il professionismo volle che Zeno incorresse in una squalifica, peraltro
SFIDE & SPORT mai sanzionata ufficialmente, per aver dato il proprio nome ad una marca di scarponi e ad una tuta rivoluzionaria. Un laconico comunicato della Federazione Internazionale lo pregò di non partecipare alla gara e lui si vendicò a modo suo, da Grande Orso qual era. Chiese di scendere come apripista e fece il miglior tempo. Quella squalifica gli pesò come un macigno fino al 1989, quando gli venne tolta. Ma ormai un cancro causato dalle troppe sigarette l’aveva ridotto a vivere con un solo polmone ed in miseria, avendo dovuto smettere di fare il maestro di sci, per quel motivo. Nello stesso anno, la legge Bacchelli gli aveva assegnato un vitalizio mensile di 800.000 lire per venirgli incontro. Da toscanaccio indomito, Zeno commentò: “Si dice che sono malato e in miseria. Malato sì, nel senso che non posso lavorare come ho sempre fatto, ma la parola “miseria” mi sembra un po’ forte e non mi piace molto”. Olimpia
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JUNIOR CLUB Da questo numero di natural mind® vogliamo dare spazio a giovanissimi scrittori fra gli 8 e i 12 anni che vogliano raccontare una loro fiaba. Le bambine o bambini interessati possono inviare i loro scritti al seguente indirizzo email: magazineonline@natural-mind.it. Pubblicheremo quelli che riterremo più interessanti, comunicandolo prima alla piccola o al piccolo scrittore.
Il Papa buono
C
’erano una volta nella città di Campobasso, in Molise, un re e un Papa. Il re si chiamava Riccardo ed era un politico importante. Invece il Papa aveva scelto come nome Francesco ed era
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un Papa bravissimo; diceva delle cose bellissime che aiutavano nella vita di tutti i giorni. Il Papa era così bravo che tutti andavano all’udienza per sentire cosa diceva. Re Riccardo cominciò ad ingelosirsi, diventava sempre più furioso. Allora decise di creare un piano per la sua vendetta contro Francesco. Non avendo occasioni per fargli del male, pensò di uccidere molte per-
JUNIOR CLUB sone in Marocco, così il Papa si sarebbe recato nello stato del delitto per consolare le famiglie dei defunti e lui avrebbe avuto l’occasione di ucciderlo senza essere “beccato”. Così accadde: il re fece una strage in Marocco e il Papa, premuroso, si recò sul luogo del delitto, cascando così nella trappola del malefico Riccardo. Quando il Papa si trovava in una stradina con migliaia di persone intorno, il re cominciò a superare la gente e… giunto di fronte a Francesco… gli sparò. Non lo colpì dove voleva, ma lo colpì ad una gamba. Riccardo era furioso. Eppure aveva fatto parecchio male al Papa. Dopo lo sparo, portarono Francesco di corsa all’ospedale più vicino, lo ricovera-
rono subito, ma gli dovettero tagliare la gamba. Continuò a fare il Papa nonostante si trovasse sulla sedia a rotelle. Qualche tempo dopo, l’umile Papa andò al carcere di Campobasso, dove perdonò re Riccardo che, a quanto pare, era stato catturato. Riccardo, da quel momento, divenne sacerdote (come il ragazzo di Santa Maria Goretti) e tutti vissero felici e contenti! Caterina, 9 anni
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E-SHOPPING
L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro
L
’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,
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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly
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o. Bel lavor Grazie Marta
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Marc
mi sono em ozionato n el leggere attente me le morie nella mitica P&G Che grupp . o fantastic o, quanti t Non baste alenti. rebbero gio rni, settim per raccon ane tare quelle esperienze che ed ind uniimenticabil i. Luigi
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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.