natural mind n.3 2014

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Anno 2014 • N. 3

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

ITINERARI DI

Torino, capitale di regalità e modernità RECEPTION

Dove si va in vacanza quest anno?

SFIDE E SPORT

Un fenomeno chiamato Garrincha

natural-mind.it

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Magazine prodotto con energia certificata

in collaborazione con FAITA



Cambieremo verso? Cari lettori, in un paese che dovrebbe vivere di turismo, suonano perlomeno contraddittorie le polemiche elettorali su Europa sì - Europa no che hanno attraversato la recente contesa europea. A nostro modesto avviso, più che pensare a come allontanarci dagli altri europei, dovremmo pensare a cosa fare per incentivarli a venire da noi per godere degli immensi beni artistici dei quali altri italiani ci hanno dotato e delle altrettanto immense bellezze naturali che il Creatore ha voluto concentrare sullo stivale. Sarebbe molto utile per un’economia che, ad onta dei proclami, continua ad essere asfittica e per il buon nome dell’Italia compromesso da tante, troppe immagini negative. Speriamo che l’estate imminente aiuti a cambiare verso. In questo numero, un articolo sulla bella e regale Torino, sulla differenza di età nella coppia, oggi, sull’uccellino chiamato “Garrincha”, in tema mondiali di calcio, sul mito Lamborghini, sulla reception nei campeggi, oltre alla consueta rubrica junior ed altro. Buona lettura. La redazione

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natural mind®

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Periodico online del Club natural mind

Anno 2014 • N. 3

REDAZIONE, COORDINAMENTO E PUBBLICITÀ

Dall esperienza ultraventennale di marketing, comunicazione ed edizione di Make Tailored Advertising Srl info@maketa.it

FOTOGRAFIE

iStockphoto, Fotolia, archivi privati

ITINERARI DI

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TORINO Capitale di regalità e modernità

PROGETTO GRAFICO

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RECEPTION

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• DOVE SI VA IN VACANZA QUEST’ANNO? E, soprattutto, come?

• CAMPING CLOUD

Tutto il mondo del camping in una nuvola

• V4A

Il marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile

PASSIONI PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio Lamborghini

JUNIOR CLUB CONCORSO DI SCRITTURA Il piccolo ammiraglio

E-SHOPPING L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro

IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI

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STILI DI VITA

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DILEMMA DEL XXI SECOLO Nipote, figlia o moglie?

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SALUTE & BENESSERE

A TAVOLA NON SI GIOCA! O forse sì?

A GUSTO MIO

RICETTE TORINESI I grissini

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SFIDE & SPORT

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UN FENOMENO CHIAMATO GARRINCHA L’uccellino dalle ali storte

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ITINERARI DI

TORINO “E DA SUPERGA NEL FESTANTE CORO DE LE GRANDI ALPI LA REGAL TORINO INCORONATA DI VITTORIA,…” GIOSUÈ CARDUCCI, PIEMONTE, 1890

capitale di regalità e modernità

“T

orino. Città dignitosa e severa! Niente affatto grande città, niente affatto moderna come avevo temuto: ma una residen-

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za del diciassettesimo secolo, dove su tutto era stato imposto un unico gusto, quello della Corte e della noblesse. Su ogni cosa è rimasta impressa una


ITINERARI DI calma aristocratica: non vi sono meschini sobborghi; un’unità di gusto che si estende fino al colore (tutta la città è gialla o rossobruna). Ed è un luogo classico per i piedi come per gli occhi! …su Torino non c’è niente da ridire: è una città magnifica e singolarmente benefica”. Così descriveva la città Friedrich Nietzsche nel suo “Epistolario” (1849/89). Un secolo e mezzo dopo, Arrigo Levi (La Stampa, 2006) ammodernava la descrizione sottolineando i sopraggiunti contrasti dovuti alla nuova realtà industriale: “Torino ha un’anima complessa. Torino città

operaia. Torino città della Fiat. Torino con la tradizione di città capitale. Torino città italiana, anzi romana, ma anche città alpina, che guarda alla Francia e all’Europa. Torino di Gobetti, di Einaudi, di Bobbio, di Gramsci e dell’«Ordine nuovo», Torino comunista e Torino liberale. Torino col suo carattere, la sua sobrietà, la sua serietà, che non si apre e non si dà tanto facilmente, ma che ti accetta quando si convince che impersoni i suoi stessi valori: l’impegno nel lavoro, una forte cultura civica, un senso del dovere che ti compete, per l a


ITINERARI DI parte che hai nella vita della città“. Dunque, Torino è così, aristocratica e severa, ma accogliente per chi arriva con la voglia di migliorarsi e di migliorare, rispettandone le regole. Lo ha dimostrato nel corso di quella storia d’Italia che l’ha vista sempre in prima linea, per dare al Paese l’unità e la libertà agognate e poi per lanciarne lo sviluppo industriale e commerciale che lo ha portato nel novero delle nazioni più progredite.

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E questa vocazione è impressa nel DNA della città, nei suoi viali e vie maestosi, ma ordinati. Nei suoi monumenti principali che sono rimasti i l


ITINERARI DI luogo di accoglienza e di permanenza dei torinesi. Nei parchi e nei giardini che la distinguono come la città più verde d’Italia. Nella tranquilla maestosità del grande Po, che attra-

versa la città in punta di piedi, per non disturbare. Nel clima deciso che, anche lui, rispetta la natura e le stagioni. “Ci sono giornate di vento, a primavera, in cui Torino pare di vetro. Le distanze allora si abbreviano fino a scomparire e, nella luce trasparente e fredda, tutto sembra confluire in un unico punto: ovunque si sia è ovunque. D’inverno, invece, Torino si fa d’un gri-

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ITINERARI DI gio terrigno, come un blocco di roccia compatta. E i flussi di vita che l’attraversano nelle strade simmetriche si riducono a sorde vibrazioni lungo le venature chiare che l’incrinano“. Così la vede Marco Revelli, piemontese doc, nel suo libro “Lavorare in Fiat“ (1989). Ma è d’estate che Torino mostra la sua verve mondana, aprendo i suoi salotti ai residenti, ai turisti ed ai tanti giovani che frequentano le sue prestigiose universi-

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tà. Attraverso i suoi caratteristici 18 km di portici ed oltre, perlopiù settenteschi, la movida cittadina del sabato e della domenica si muove e si addensa nel- le meravigliose piazze-gioiello, superbamente disegnate da grand i architetti (Filippo Juvarra, fra tutti) e perfettamente conservate. Da Piazza San Carlo, con il monumento a Emanuele


ITINERARI DI Filiberto di Savoia, chiamato affettuosamente dai torinesi “Caval ‘d Brôns” (Cavallo di Bronzo), a Piazza Castello, residenza torinese dei Savoia, all’immensa Piazza Vittorio Veneto, attraverso via Po o i viali, gli appassionati dell’happy hour e delle ore piccole s’intrattengono nei bar all’aperto o nelle vecchie, caratteristiche pasticcerie, altro vanto di Torino. O, i più giovani ed alternativi, bivaccano ai piedi della Mole Antonelliana, il simbolo più getto-

nato di Torino. Ma, come in ogni buona famiglia, anche in quella delle città italiane ci sono amanti e detrattori autolesionisti. Pitigrilli, pseudonimo dello scrittore torinese Dino Segre, ebbe a dire: “Firenze è una città per sposi; Venezia, per amanti; Torino, per i vecchi coniugi che non hanno più nulla da dirsi”. Ulisse

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STILI DI VITA

P

er secoli il rapporto d’amore fra uomo e donna è stato impostato su di una differenza d’età che voleva l’uomo più vecchio nell’ordine di 2 – 4 anni rispetto alla donna. Nella famiglia patriarcale, sulla quale s’incentrava questo rapporto, l’uomo era il capo indiscusso della famiglia e la sua maggiore anzianità contribuiva a conferirgli quell’autorità. Un sito inglese ha recentemente dimostrato che, secondo l’opinione della media delle donne, la regola vale tuttora. Le 2.000 intervistate hanno infatti riferito che la differenza di età ideale tra maschio e femmina in un rapporto d’amore deve essere intorno a 52 mesi, cioè poco più di 4 anni, e che è l’uomo a dover essere più grande. Solo l’1% delle intervistate ha detto di preferire un lui più giovane. In certi ambienti come quello del cinema, dove la capacità di attrazione del ruolo sociale e della notorietà assumono maggiore importanza, ci sono esempi significativi di differenze di età dove il partner maschio è ancor più maturo di quello indicato dall’indagine. Woody Allen, marito-padre sia nella vita che nello schermo, è sposo discusso di

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Soon-Yi Previn, di 35 anni più giovane, e registaattore del film “Manhattan” dove il protagonista, 42 enne, ha una storia con una ragazza di 17 anni. Ed Allen è in buona compagnia. Robert Redford e Sybille Szaggars sono sposi con 19 anni di differenza a (s)favore di lui; nella coppia Nicolas Cage ed Alice Kim, lui ha 20 anni più di lei; l’ex Indiana Jones, Harrison Ford, 71enne, è sposato con Calista Flockhart, 49 anni; il cantante latino Marc Anthony, anche lui ex, ma di Jennifer Lopez, è sposato con Chloe Green, l’ereditiera di Topshop, 22 anni in meno. Per la verità, nel cinema non mancano nemmeno esempi “cougar”, dove è la don-


STILI DI VITA na ad essere più grande dell’uomo. Il testimonial più famoso è l’anglostatunitense star delle star, Elizabeth Ta y l o r . Liz chiuse la propria carriera di moglie all’ottavo matrimonio (due con lo stesso marito, Richard Burton), sposando a 59 anni l’operaio edile Larry Fortensky, di 30 più giovane. Fra i suoi primati nel rapporto inter-familiare, l’esser divenuta suocera per la prima volta a 38 anni, e nonna a 39. Appena più giù, nella speciale classifica, un’altra protagonista dello star system: l’attrice Demi Moore, dapprima sposa del musicista Freddy Moore, poi del compagno di lavoro Bruce Willis ed, infine, dell’attore

Ashton Kutcher, di 15 anni più giovane. Il cinema è il mondo dove l’estetica del corpo espressa dal valore della gioventù rappresenta il massimo. Naturale che in questo ambiente si proietti la ricerca di un/ una compagno/a più giovane quale medicina per ritornare indietro nel tempo o, nella peggiore delle ipotesi, per fermarlo. È pure naturale che il fenomeno tenda ad estendersi nella società intesa in senso lato. In parte, ha contribuito al fenomeno anche il progressivo allungamento dell’aspettativa di vita. Una volta un uomo di sessanta anni appariva come un vecchio cadente, curvo sotto il peso degli anni e delle fatiche di una vita in genere contadina. Oggi la stessa persona ha ancora venti anni da vivere ed un sistema alimentare e farmacologico in grado di farglieli passare dignitosamente. E così è pure per le donne, anche se, secondo lo studio inglese, sono loro stesse a prendere le distanze confessando che, se vedono una collega uscire con un partner molto più vecchio, pensano che lo faccia per denaro e che la relazione non durerà. Tiffany

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RECEPTION

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RECEPTION

Dove si va in

vacanza

quest’anno?

E, soprattutto,

come?

“La crisi pesa sui miei programmi; voglio spendere meno; rinuncerò a qualche giorno di vacanza; sceglierò la bassa stagione; resterò in Italia e forse a casa mia. In ogni caso non cambierò il luogo di soggiorno”.

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uesto è l’atteggiamento low profile degli italiani verso le prossime vacanze estive secondo Eurobarometro, la ricerca condotta dalla Commissione Europea per analizzare le intenzioni di vacanza dei cittadine della Comunità attraverso 27.075 interviste telefoniche, 1506 delle quali in Italia. Il 78% degli italiani intervistati ha dichiarato che la crisi economica ha influito sui loro programmi e che, pertanto, la loro estate non sarà all’insegna dei fuochi d’artificio ma, piuttosto, della brace del barbeque di casa. Così, solo il 31% ha dichiarato (al momento)

che andrà in vacanza, ma spendendo di meno. Un marginale 1% dichiara che spenderà più dell’anno scorso. Non diversamente vanno le cose negli altri paesi europei, anche se con prospettive meno conservative. Il 56% dei cittadini non italiani dell’Unione ha affermato che la crisi economica si è fatta sentire, ma solo il 20% ha dichiarato che contrarrà le proprie spese. Quelli che spenderanno di più rimangono, anche qui, una percentuale irrilevante (2%). La riduzione della spesa influisce anche sulle modalità della vacanza. C’è chi ci andrà per meno gior-

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RECEPTION

ni (il 16% degli italiani ed il 9% degli europei), chi sceglierà la bassa stagione (il 12% dei nostri concittadini ed il 7% degli stranieri), chi, rispetto all’anno scorso, rinuncerà addirittura (13% degli italiani, 11% degli europei). Quanto alla meta, dove saranno diretti i vacanzieri ? Anche in questo caso le risposte sono prevedibilmente in linea con le premesse: il 54% dei vacanzieri italiani resterà nel proprio paese, il 20% andrà in un altro dei 28 paesi

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dell’Unione e il resto in altri paesi. Parimenti, molti europei sceglieranno di restare in patria (42%) e il 29% in Europa. Globalmente, la voglia di cambiare non va oltre la variazione del periodo di vacanza, con la scelta, in alcuni casi, della bassa stagione. Dalle risposte, non appare la voglia di cambiare destinazione, anzi emerge una netta propensione verso le mete usuali. Solo il 5% degli italiani e il 4% degli europei dichiara che probabilmente


RECEPTION cambierà luogo di vacanza rispetto al 2013. Il quale luogo rimane notoriamente il mare. Scontata, quindi, la conferma di bagni di sole e spiaggia per il 51% dei vacanzieri italiani e per il 46% degli europei, sulla scia di quanto successo nel 2013 quando il 27% degli italiani si è mossa per andare a trovare parenti e amici (34% degli europei). L’anno scorso, la montagna ed i laghi hanno interessato il 24% degli italiani e il 30% degli euro-

pei. I viaggi religiosi e/o cultura, arte, gastronomia hanno attratto il 28% degli italiani (25% degli europei), mentre le città d’arte hanno interessato il 29% (23% degli europei). In crescita la scelta legata prioritariamente ad attività sportive (immersioni, ciclismo e simili), con il 7% fra gli italiani e il 14% fra gli europei, mentre le località termali e i trattamenti per la salute hanno attratto il 14% per gli italiani ed il 13% degli europei.

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RECEPTION

Camping Cloud Tutto il mondo del camping in una Sta terminando con successo le prove tecniche per l’inserimento online il nuovo portale Camping Cloud (www.campingcloud.it) con l’obiettivo di raccogliere le informazioni e le

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nuvola

dinamiche di tutto ciò che riguarda il camping, oggi definito turismo all’aria aperta per significare la forma di vacanza più vicina alla natura. Destinatario principale del portale è


RECEPTION chi già fa camping, ma anche chi ne ha un’immagine scomoda, legata al vecchio stereotipo dello sfigato che parte con la famiglia, pacco della tenda e picchetti sul tetto della macchina, pasta al forno già cotta, all’interno. Oggi quel tipo di campeggiatore naive non esiste più, se non nella minima misura del tradizionalista amante del rude contatto con la terra. Oggi il campeggio viene effettuato in comodissime ed attrezzatissime case mobili, dette così per il fatto di dover essere per legge trasportabili, fornite di tutti i comfort per una famiglia di 4 o 5 componenti. O in bungalow e maxi roulotte ugualmente attrezzate, o in lussuosi camper, dal design raffinato. Oggi si può addirittura campeggiare andando in treno. Tutto quel che serve è già lì, sul posto. Le moderne strutture offrono gli stessi servizi dei villaggi turistici: intrattenimento serale, sport di ogni tipo, babysitting e molto altro, ad un costo inferiore a quello di un buon hotel a tre stelle. Aggiungono un plus che nessun altro tipo di vacanza offre così estensivamente: il contatto diretto con la natura. 10 milioni di turisti, un terzo dei quali stranieri, gode ogni anno di questa formula in Italia, il secondo

mercato europeo dell’aria aperta dopo la Francia. Il nuovo portale Camping Cloud (www.campingcloud.it) si pone come il mezzo di comunicazione moderno a disposizione di tutto il mondo interessato al camping: i 10 milioni di campeggiatori attuali, gli altri milioni di turisti in attesa di avvicinarcisi, gli imprenditori delle 2.500 strutture italiane di camping, le aziende produttrici di beni e servizi a vario titolo, interessate ad entrare in contatto con un business da oltre 2 miliardi di euro. La struttura del portale Camping Cloud (www.campingcloud.it) offre spazio a tutto questo mondo, illustrandolo a chi lo conosce già ed a chi non, con blog per scambiare opinioni, offerte per risparmiare, possibilità di conoscere meglio i singoli campeggi e di prenotarli. E, in una sezione riservata, un impianto di comunicazione dei titolari di campeggio fra di loro e con i loro potenziali clienti. Last but not least, uno shop virtuale di e-commerce che consentirà sia ai campeggiatori che alle strutture di acquistare online a prezzi convenienti una nutrita serie di prodotti e servizi dedicati al camping. Chaperon

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HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di piÚ per ragioni etiche ma anche economiche. 2,76 m

8,64 m

ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE

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RECEPTION

Village for all – V4A® Il Marchio Qualità Internazionale dell’Ospitalità Accessibile

La nostra Mission è di garantire “A ciascuno la sua vacanza”.

Q

uesto è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto difficile per turisti con bisogni specifici o disabilità, trovare informazioni affidabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze. V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel, un Agriturismo, un Campeggio, uno Stabilimento Balneare, un Museo, ecc… dove troveranno una Ospitalità Accessibile, una Ospitalità per tutti! Le strutture che si fregiano del Marchio V4A® sono state visitate

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dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®. Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili. Ulteriori informazioni www.villageforall.net

sul

sito


RECEPTION

I campeggi preferiti di Trento Aosta

CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)

Trieste

Milano

Venezia

VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)

Torino Genova

PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)

Bologna

VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)

Firenze Ancona

VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)

VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)

VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)

Perugia

CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)

CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)

Roma

VILLAGE HOTEL GREEN ASSISI Assisi (PG)

Campobasso

CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)

CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIA Tuoro sul Trasimeno (PG)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)

Bari

Napoli Potenza

CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma

CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)

L’Aquila

CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE) CAMPING LA PINETA Campo Marino Lido (CB)

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)

Catanzaro

CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)

Palermo

VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)

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A GUSTO MIO

Ricette torinesi

N

Si narra che siano stati inventati nella prima metà del 1600 dal fornaio torinese Antonio Brunero, al quale venne commissionato, dal medico di corte dei Savoia, un pane lungo, leggero e sottile per alimentare il malato ed inappetente piccolo duca Vittorio Amedeo, che soffriva di disturbi intestinali. I grissini prendono infatti il nome da “gherssa”, un tipico pane piemontese di forma allungata e simile alla baguette francese. Nel dialetto torinese, oggi i grissini si chiamano “rubatà”, che vuol dire rotolato. Epicuro

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I grissini

uovo numero, nuova ricetta. Fa parte dell’immenso patrimonio della cucina regionale nostrana. Ebbene sì, stavolta parliamo dei grissini torinesi, conosciuti e sgranocchiati in tutto il mondo.

Preparazione: Prelevate poca acqua tiepida dai 280 ml indicati e scioglietevi il lievito di bir-


ni:

rissi g 0 4 a

ra e il r circ uro d o e n p a i r t maledien arina 00 semola di g Ingrto. gr di f i farina di 0 0 5 • A hiaio d a cucc o)

•1 cher i acqu i birra c d u z l o m ( • 280 di lievito d lto d’orzo a r llare) • 15 g hiaino di m e n n e cc per sp . • 1 cu i sale b . q d . (e • 8 gr di olio e.v.o r • 50 g

parte, ponete la restante acqua tiepida e scioglietevi il sale. Mettete la farina setacciata in una terrina e aggiungete

A GUSTO MIO prima l’acqua con lievito e malto; cominciate a impastare e aggiungete poi anche l’olio a filo e l’acqua salata. Impastate fino ad ottenere un composto elastico che disporrete su una spianatoia spolverizzata con farina di semola di grano duro. Date all’impasto la forma di un rettangolo, spennellatelo con olio e spolverizzatevi sopra della farina di semola di grano duro. Lasciate quindi lievitare l’impasto fino a che non avrà raddoppiato il suo volume iniziale (circa 1 ora). Poi, con un coltello a lama liscia e lunga, tagliate l’impasto lungo il lato corto, a strisce di circa 1 cm l’una. Disponete i grissini ben distanziati tra loro su di una teglia rivestita di carta da forno, tirandoli fino a raggiungere la lunghezza della teglia. Cuocete a 200°C per circa 20 minuti, fino a quando i grissini inizieranno a dorare. Non vi preoccupate se non sono regolari: le parti più sottili saranno croccanti, quelle più spesse un po’ più morbide. Se volete ottenere dei grissini ancora più sfiziosi, prima di infornarli, spennellateli con dell’olio e cospargeteli di semi di papavero o semi di sesamo. Conservate i grissini a temperatura ambiente, magari in un sacchetto di carta, per 2-3 giorni al massimo.

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PASSIONI

Piccola storia dell’auto

Il marchio LAMBORGHINI

S

iamo alla quattordicesima puntata della nostra piccola storia dell’automobile, una innovazione tecnologica che ha cambiato il mondo. Nelle precedenti abbiamo trattato dell’introduzione generale al mondo dell’auto e poi, via via in ordine al-

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fabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroen, DAF, Fiat, Ford, Honda, Jaguar, Lada, Maserati. Al posto di Lancia, al quale marchio sarebbe spettata la presenza in questo numero per ordine alfabetico, trattiamo invece Lamorghini, vicino per storia e destinazione a Maserati, il marchio illustrato nella pun-


PASSIONI

tata precedente. Come la marca del Tridente e Ferrari, anch’esso già trattato, Lamborghini è, infatti, una delle icone dell’automobile sportiva. Nata nel 1963 da un gruppo industriale italiano con sede a Sant’Agata Bolognese, guarda caso vicino ai luoghi di nascita di Ferrari e Maserati, la Lamborghini s’ispira alla grande tradizione e passione degli emiliani per i motori. Last but not least, ultimo nel tempo ma non minore nell’importanza, anche questo marchio scaturisce da un’altra realtà motoristica, addirittura contrastante nell’immagine, quella della fabbrica di trattori agricoli creata nel 1948 da Ferruccio Lamborghini e poi venduta alla SAME Deutz-Fahr nel 1971. Il simbolo della casa automobilistica è un toro in posizione di

“Veronica”, ispirato dal segno zodiacale del fondatore, e a nomi di tori si ispirano la gran parte dei modelli di successo della casa: Urraco, Espada, Jalpa, Murciélago, Gallardo, Reventón, Aventador, Veneno, Miura. Le Lamborghini, grazie a collaborazioni importanti con il designer Bertone ed il progettista di propulsori Giotto Bizzarrini, spopolano al punto da spingere l’azienda ad entrare nel promettente mercato della nautica sportiva, costruendo motori sempre più

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PASSIONI potenti e barche offshore sempre più veloci. E’ così che la Lamborghini sbanca il campionato del mondo di offshore, vincendo prima le edizioni del 1994, 1997 e 1998 e poi infilando una serie consecutiva di successi dal 2001 al 2008. Ma, nel frattempo, la crisi petrolifera e, di conseguenza, quella dell’automobile mettono in crisi la gestione familiare dell’azienda, che non riesce più a far quadrare i conti. Nel 1987 la Lamborghini viene, quindi, assorbita dal gruppo americano Chrysler. Ma anche la Chrysler non naviga in buone acque e nel 1994 viene

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ceduta ad un gruppo di investitori indonesiani che, tuttavia, non molto tempo dopo (1998) rivendono il marchio e la produzione Lamborghini all’Audi (gruppo tedesco Volkswagen) per 110 milioni di dollari. A quel punto inizia un nuovo corso Lamborghini. Forte della capacità d’investimento e della rete vendita della Volkswagen, il


PASSIONI marchio del Toro crea nuovi modelli e conosce l’espansione su tutto il mercato mondiale. Nel 2001 nasce la Murcielago, vera hypercar con motore V12. Nel 2003 è il momento della Gallardo, entry-level con motore V10, che nei dieci anni fino al 2013 riesce a vendere 14.022 macchine, diventando la Lamborghini più prodotta di sempre. In quell’anno, per festeggiare il proprio cinquantenario, il marchio di Sant’Agata Bolognese si permette di produrre la Lam-

borghini Veneno in soli 9 esemplari, più altri nove in versione aperta. Un must per sceicchi e ricconi alla ricerca dell’esclusività assoluta. Leonardo

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SALUTE & BENESSERE

A tavola

O

non si gioca!

o forse si?

ggi vorrei parlarvi di un argomento che mi sta molto a cuore, l’alimentazione per i più piccoli. Molto spesso mi vengono chiesti consigli su come insegnare ai piccoli di casa a nutrirsi nel modo migliore, ad assumere della abitudini più sane e staccarsi dal divano. La risposta che mi viene in mente per prima è:

GIOCATE!!

Giocate con i vostri figli, inventatevi sempre modi nuovi e divertenti per fargli amare il cibo che siete abituati a mangiare, fategli scoprire i sapori, i colori, gli odori, la consistenza dei diversi alimenti. Coinvolgeteli nella spesa, nella preparazione dei pasti e date il buon esempio. I vostri figli vi guardano come eroi, quindi le loro scoperte dipendono molto da voi e

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si fideranno di quello che mangiate, ma attenzione, lo faranno NEL BENE E NEL MALE! Quindi occhio a quello che fate in loro presenza. Il momento del pasto può diventare un’occasione di unione della famiglia, di dialogo e di scambio ed è importante che sia vissuto con serenità da tutti. Fate in modo che i vostri bambini possano esprimersi liberamente e sperimentare (rispettando sempre le regole decise dai genitori).

Quest’ultimo è un punto importante. I bambini non sono degli adulti in miniatura. Hanno bisogno dei genitori, hanno bisogno di riconoscerli come


SALUTE & BENESSERE

tali anche perché in questo modo si sentono protetti. Quindi in un certo senso hanno bisogno di regole a tavola. Ad esempio, è bene che sia il genitore (o chi per lui) a decidere cosa mangiare, inserendo eventuali alternative se serve, perché dare ad un bambino la responsabilità della propria alimentazione è un peso forse eccessivo per la sua età. Un bambino sano cresce se l’ambiente in cui vive è sano, se i rapporti con i propri genitori sono sani e se il cibo che mangia è sano. Se possibile cercate di far sì che i vostri figli mangino insieme a voi e possibilmente le cose che cucinate per voi (sem-

pre pensando a delle alternative). Renderli partecipi del pasto insieme ai “grandi” sarà un buon allenamento per la loro autostima. E non vi preoccupate troppo se rifiutano un alimento una volta, voi riproponetelo un altro giorno in un altra forma, se lo rifiutano ancora, insistete un altro giorno e così via finché non lo accettano. Questo può essere fatto una decina di volte prima di escludere del tutto quel cibo. Quindi rimbocchiamoci le maniche e occupiamoci di fare la cosa più naturale del mondo. Amare i nostri bambini. Sono certo che ci ringrazieranno e poi non saranno gli unici a divertirsi Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale 328 3769181 - www.nutriblog.it luca.dirusso@nutriblog.it nutriblog su Facebook

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SFIDE & SPORT

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SFIDE & SPORT

Un fenomeno chiamato

GARRINCHA

L’uccellino dalle ali storte “Quando parli di Pelè a un vecchio brasiliano, questo si toglie il cappello in segno di devota gratitudine, se gli parli di Garrincha, il vecchio si mette a piangere”. AFORISMA BRASILIANO

R

icorrono 56 anni e 14 mondiali da quando il Brasile si laureò per la prima volta campione del mondo di calcio. Accadeva il 29 giugno 1958 allo stadio Rasunda di Stoccolma, in Svezia, e quella squadra è rimasta famosa per il trio Vava-Didì-Pelé e per la consacrazione de “o rey”, allora ragazzino di 17 anni, autore di

una doppietta. Quel Brasile aveva anche altri fenomeni che sono rimasti nella storia del calcio, a cominciare dal nostro Altafini e dal duo Nilton Santos e Dyalma Santos. Ma il fenomeno dei fenomeni fu un altro. Leggermente strabico, la spina dorsale deformata, il bacino sbilanciato, sei centimetri di differenza nella lunghezza delle gambe, il ginocchio destro affetto da varismo, il sinistro da valgismo nonostante una correzione chirurgica, era stato dichiarato dai medici invalido e, di conseguenza, inadatto ad un gioco che mette a dura prova quelle parti del corpo.

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SFIDE & SPORT Ma la passione di Manoel Francisco dos Santos, detto Garrincha o Mané Garrincha, trasformò i suoi handicap nella più formidabile macchina da dribbling che la storia del calcio abbia conosciuto. Si spostava ancheggiando di qua e di là in maniera totalmente imprevedibile e le sue finte lasciavano i difensori sbigottiti a pensare da che parte se n’era andato e come fare per fermarlo la volta successiva. Questa sua abilità forzata lo rese il migliore interprete di ogni tempo del ruolo classico di ala destra, contribuendo non poco alla vittoria dei primi due titoli mondiali del Brasile (1958 e 1962). Ottavo nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata da IFFHS e ventesimo in quella pubblicata dalla rivista World Soccer, alcuni, forse suggestionati dal miracolo compiuto nel rimontare il proprio handicap,

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SFIDE & SPORT vedono addirittura Garrincha come il miglior calciatore brasiliano dopo Pelé. Fu la sorella a chiamarlo Garrincha, per quel suo aspetto minuto e saltellante che le ricordava l’omonima specie di uccelli che lui, bambino, amava cacciare nella foresta dove era nato da padre indio e madre mulatta. Fu anche noto come L’angelo dalle gambe storte, il Chaplin del calcio e Alegria do Povo (Gioia del Popolo). Ma il genio di Garrincha fu altrettanta sregolatezza nella vita privata, scandita dalla distruttiva passione per gli alcolici e per le donne. A diciannove anni sposò Nair Marques, una collega di lavoro dalla quale ebbe otto figlie. Nel contempo, ebbe una relazione con un’altra ragazza che gli diede altri due figli. Un altro ancora gli venne d a

una cameriera diciassettenne che conobbe durante una tournée in Svezia del suo Botafogo. Un ultimo, chiamato Garrinchinha e morto a nove anni in un incidente automobilistico, dalla famosa cantante Elza Soares con la quale visse un discusso e movimentatissimo matrimonio. A tale prolificità corrispose altrettanta prodigalità. Garrincha non ebbe mai cura del proprio patrimonio e fu visto pagare venti volte in più del dovuto la corsa di un taxi. Di ritorno dal vittorioso Mondiale del 1958, saldò addirittura i conti arretrati di tutti gli avventori del bar che era solito frequentare. Oppresso dai suoi problemi familiari, dai debiti, dalla crescente solitudine e dal degrado, Garrincha affogò sempre di più i suoi disagi nell’alcool, al quale era abituato sin dall’infanzia. L’uccellino dalle ali storte morì prematuramente a quarantanove anni per le conseguenze di una cirrosi epatica e di un edema polmonare. Olimpia

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JUNIOR CLUB Continuano ad arrivare in redazione i contributi dei giovanissimi scrittori fra i 6 e i 12 anni che vogliono raccontare una loro ďŹ aba. Le bambine o bambini interessati possono inviare i loro scritti all’indirizzo email: magazineonline@natural-mind.it. Pubblicheremo quelli che riterremo piĂš interessanti, comunicandolo prima alla piccola o al piccolo scrittore.

Il piccolo ammiraglio

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JUNIOR CLUB

C

’era una volta un piccolo ammiraglio che non sapeva, non sapeva navigar. E dopo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane, il piccolo ammiraglio era sempre lì. C’era una volta un piccolo ammiraglio che non sapeva, non sapeva navigar. E dopo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane, il piccolo ammiraglio s’addormì. C’era una volta un piccolo ammiraglio che non sapeva, non sapeva navigar. E dopo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane, Si svegliò e gridò sìììì.

C’era una volta un piccolo ammiraglio che non sapeva, non sapeva navigar. E dopo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane, levò l’ancora e partì. C’era una volta un piccolo ammiraglio che aveva imparato a navigar. Ma dopo 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 settimane, di mal di mare soffrì. C’era una volta un piccolo ammiraglio che sapeva ma non voleva navigar.

Lucrezia, II Scuola Primaria

(Rielaborazione da “Il piccolo naviglio”)

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E-SHOPPING

L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro

L

’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,

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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly


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TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.

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LA POSTA DEI LETTORI Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo survey@natural-mind.it; ci aiuteranno a migliorare il magazine.

Bella rivista!!! Grazie Sara

Istanbul è la mia città preferita. E leggere l’articolo mi ha fatto rivivere quei momenti indimenticabili Carlo

ro o il nost m ia m a e empre, s arlo di più! s o ic d Io lo mo visit ia b b o d paese ! W l’Italia e

Giusepp

Grazie. Gradita come sempre Mara

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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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