natural mind n.2 2013

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Anno 2013 • N. 2

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

ITINERARI DI

Avignone, città papale RECEPTION

Le oasi del camping in Italia: Calabria, terra di opposti

SALUTE & BENESSERE A dieta da tutta la vita

natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata

in collaborazione con FAITA



Cari lettori, “Nave sanza nocchiere in gran tempesta“. Come già a Dante, tale ci continua ad apparire oggi l’Italia. Un paese in balìa delle onde che il muro contro muro fra le non più due, ma tre forze politiche scaturite dalle urne non riesce a stabilizzare. E non c’è tempo per aspettare che le acque si calmino da sole. Oggi la realtà, soprattutto quella dei mercati, viaggia alla velocità della luce ed ogni minuto perso avvicina la tempesta. Ma tant’è! Dobbiamo, comunque, tirare avanti cercando delle positività. E noi continuiamo a lavorare su natural mind® e sul turismo all’aria aperta, un settore che continua ad essere premiato, malgrado il brutto momento. In questo numero, Avignone, una città ricca di fascino per quella storia papale oggi di stretta attualità, una riflessione sul momento politico, una nuova puntata della nostra piccola storia dell’auto, l’alpinismo come sfida, le oasi del camping, il racconto per i junior di casa e molto altro. Buona lettura. La redazione

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natural mind®

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Periodico online del Club natural mind Anno 2013 • N. 2

REDAZIONE, COORDINAMENTO E PUBBLICITÀ Dall esperienza ultraventennale di marketing, comunicazione ed edizione di Make Tailored Advertising Srl info@maketa.it

FOTOGRAFIE

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ITINERARI DI AVIGNONE, CITTA’ PAPALE Fu sede di nove Papi nel 1300 RECEPTION

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• IL TURISMO ALL’ARIA APERTA • • •

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Una moda che cresce CAMPING-ELITE.COM Il nuovo sito per gli amanti dell’open air LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA: Calabria, terra di opposti ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: Tropea indimenticabile

SALUTE & BENESSERE A DIETA DA TUTTA LA VITA

JUNIOR CLUB

36 40 44 47

IL GHIRO DORMIGLIONE Storia di natura per bambini da 2 a 8 anni

E-SHOPPING

L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro

IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI


STILI DI VITA

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DAI PROFESSORI AI FUORI CORSO Dalla padella alla brace?

PASSIONI

A GUSTO MIO

RICETTE CALABRESI La cipolla rossa di Tropea

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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio DAF

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SFIDE & SPORT ALPINISMO Sete d’avventura

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ITINERARI DI

Avignone “Sur le pont d’Avignon, L’on y danse, l’on y danse, Sur le pont d’Avignon L’on y danse tout en rond...” (Filastrocca popolare francese per bambini)

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ITINERARI DI

cittĂ papale Fu sede di nove Papi nel 1300

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ITINERARI DI

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e dimissioni di Papa Benedetto XVI dal trono di Pietro hanno colto alla sprovvista anche i cattolici più documentati sulla storia della Chiesa. Non tanto per la decisione in sé, accettabilissima in quanto motivata da una stanchezza umana ampiamente giustificata dall’età del Pontefice e dallo stress che la sua carica, oggi più di ieri, comporta. Quanto per aver appreso che un Papa può rinunciare alla propria carica. Questa possibilità si era persa nella notte

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dei tempi da quando, oltre 700 anni fa ed esattamente nel 1294, Celestino V “fece per viltade il gran rifiuto“, secondo la versione di Dante, dopo appena otto mesi di pontificato. In realtà, quello che sarebbe poi divenuto San Celestino non fu nemmeno lui il primo a dimettersi. Lo precedettero altri cinque papi: Clemente I, nel 97, Ponziano, nel 235, Silverio, nel 537, Benedetto IX, che fra un’abdicazione e l’altra fu Papa ben tre volte fino al 1048 e Gregorio VI, che comprò dal figlioccio Benedetto IX per 650 kg d’oro un papato pro-tempore di otto mesi nel 1045. Come si vede, erano tempi quanto meno di confusione, per non chiamarla con il vero nome di corruzione. Lo stesso Celestino V, un monaco eremita che dovette recarsi a groppa d’asino all’Aquila per la propria incoronazione, venne eletto a forza dopo un conclave durato oltre due anni. Il nuovo papa era atteso per dare l’avallo pontificio al trattato che risolveva la lunga disputa fra Carlo II d’Angiò, Re di Napoli, e Giacomo II, Re di Aragona, relativa all’occupazione aragonese della Sicilia dopo i Vespri Si-


ITINERARI DI ciliani. Celestino V fu il primo papa che volle esercitare il proprio ministero fuori dai confini dello Stato Pontificio e finì male, rinchiuso nel castello di proprietà del suo successore, Bonifacio VIII. Il quale riportò sì la Sede Papale a Roma, ma l’intransigenza e la forza con cui cercò di restituire prestigio alla Curia Romana lo misero in contrasto con il re di Francia Filippo il Bello, creando i presupposti per la cosiddetta “Cattività Avignonese” dei papi, un esodo dalla città eterna che sarebbe durato 68 anni. Fu Clemente V, un papa francese, a spostare nel 1313 la sede papale in Francia, nella città di Carpentras, all’interno del Contado Venassino, un feudo papale non soggetto all’autorità

di Filippo il Bello. Tre anni dopo, il suo successore Giovanni XXII la spostò ad Avignone, acquistandone il territorio dai d’Angiò, sovrani di Napoli, per 80 mila fiorini. Di papa in papa, visto che le notizie provenienti da Roma circa l’ordine pubblico sconsigliavano il ritorno del pontefice nella sua sede storica, la “Cattività Avignonese” si protrasse per altri sette papi, compresi due antipapi scismatici. Finché, il 27 gennaio 1377, Gregorio XI fece un trionfale ritorno a Roma che, da lì in poi, sarebbe rimasta la sede del Sommo Pontefice e della curia fino ai nostri giorni. La permanenza dei papi contribuì enormemente ad arricchire la città provenzale di vita e di gioielli d’arte. Primo fra tutti,

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ITINERARI DI

l’imponente “Palazzo dei Papi”, già residenza vescovile prima dell’arrivo dei pontefici e poi progressivamente ampliato ed abbellito per adattarlo a fastosa residenza, luogo di culto, fortezza e sede amministrativa. Giovanni XXII, già vescovo della città, aggiunse sul lato sud una sala per le udienze e trasformò l’antica Chiesa di Santo Stefano in cappella pontificale. Benedetto XII, dal 1334 in poi, fece costruire una grande torre da Pierre Poisson a sud del vecchio palazzo episcopale e una nuova, grande cappella pontificale su due livelli sovrapposti. Successivamente, verso nord, vennero costruite le ali degli appartamenti pri-

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vati e la Torre dello Studio. Nel tempo, vennero man mano distrutte le altre ali del palazzo più antico e sostituite con nuovi corpi di fabbrica, articolati ciascuno intorno ad un cortile che ospitava ad est gli ambienti ufficiali della corte, ad ovest gli alloggi dei familiari, a sud i vasti appartamenti per gli ospiti. Clemente VI ingrandì ancora il palazzo, aggiungendo la Torre del Guardaroba, addossata alla precedente Torre del Papa, la Grande Audience e la Grande Chapelle, opere di Jean de Louvres. A quest’epoca risalgono la maggior parte delle decorazioni del palazzo. Il pittore Matteo Giovannetti e la sua bottega cre-


ITINERARI DI

arono i cicli di affreschi sui temi della grandezza della Chiesa e sui legami tra Roma e Avignone. Negli appartamenti privati del papa, altri pittori non identificati realizzarono una decorazione naturalistica inedita, rappresentante una foresta con attività di caccia e pesca. Sotto Innocenzo VI furono costruite le Torri di San Lorenzo e della Grazia, mentre sotto Urbano V fu edificata la Galerie Roma, nel giardino superiore. Nel periodo papale, furono anche edificati nella città altri palazzi di grandi dignitari ecclesiastici, tra i quali Palazzo Ceccano, datato intorno al 1340, fatto costruire dal cardinale Annibaldo da Ceccano, paese oggi

in provincia di Frosinone. A partire dal 1356, la città ebbe inoltre una nuova cinta fortificata, restaurata nel XIX secolo da Eugène Viollet-le-Duc. Ma fra le bellezze di Avignone ci sono anche monumenti non collegati alla storia del papato. Il più famoso è il Ponte di Saint-Bénezet sul Rodano, secondo la leggenda costruito per ordine divino da un giovane pastore di nome Bénezet. Si narra che inizialmente il re dell’epoca (siamo nel 1185) non volle prendere in considerazione il progetto del pastorello. Poi, per scherno, gli disse che l’avrebbe approvato se lui fosse riuscito a spostare un gigantesco masso. Fantasticamente, Béne-

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zet riuscì nell’impresa e così il ponte venne edificato. Più volte distrutto dalla violenza delle acque del Rodano e più volte ricostruito, oggi ne restano quattro arcate che contengono una caratteristica cappella. Dal ponte prende il nome la tradizionale canzone per bambini “Sur le Pont d’Avignon“. Altri monumenti significativi di Avignone sono la Cattedrale di NotreDame des Doms (XII secolo), unico edificio romanico interamente conservato della città, dove, fra l’altro, si custodisce uno splendido organo dalla cassa dorata dell’organaro italiano Lodovico Piantanida (1820). Poi, l’Abbazia di Saint-Ruf di epoca carolingia, costruita su un edificio di culto più antico. La Chiesa di Saint-Didier, interamente ricostruita tra il 1356 e il 1359 in stile gotico provenzale e a navata unica, che conserva affreschi dell’epoca. Il Petit Palais, oggi Musée du Petit Palais di arte medioevale, fu costruito come residenza cardinalizia e divenne quindi sede arcivescovile. Il suo aspetto attuale è dovuto alla ricostruzione del 1481-1495 voluta dall’arci-

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vescovo-legato Giuliano della Rovere, il futuro papa Giulio II. Non mancano monumenti in stile gotico flamboyant, come la facciata della Chiesa di Saint Pierre, risalente ai primi del XVI secolo con porte in legno scolpito del 1551. Né esempi di architettura barocca, come il Palazzo dei Monnaies del 1619. Tutto ciò fa di Avignone una meta ideale per chi voglia ripercorrere la storia del papato, rinverdita in questi giorni dall’elezione di papa Francesco, ma anche godere di una città e di un paesaggio unici. Ulisse


TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.

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STILI DI VITA

Dai professori ai fuori corso Dalla padella alla brace?

L

e nuove elezioni hanno generato uno sconquasso, aspettato e perseguito da chi non ne poteva e non ne può più di una vecchia politica incapace, corrotta e corruttrice e prima snobbato e poi temuto da chi ha retto la barra della nave Italia negli ultimi venti anni. I quali anni, purtroppo, hanno visto una continua navigazione verso la povertà ed il regresso sociale, mentre sulla tolda della nave si ballava il motivo più gettonato: il Berlusconi sì, Berlusconi no. Pur non essendo compito editoriale della nostra testata l’addentrarsi nella politica con la P maiuscola, come la definiscono i suoi intoccabili sacerdoti allo scopo di erigerci uno steccato intorno a difesa dei loro privilegi, non possiamo fare a meno di rilevare come il post-elezioni non abbia risolto lo stallo che ha in-

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chiodato l’Italia, anzi lo abbia ancor più calcificato. Semmai, si può notare come le novità scaturite dall’urna abbiano decisamente sovvertito i valori culturali della classe politica di governo. Prima avevamo al vertice il gotha dell’intellighentia nostrana, la schiera di professori e grand commis guidati dal rettore dell’università italiana per eccellenza, la Bocconi. Ora la forza emergente, il Movimento 5 Stelle, ha portato improvvisamente alla ribalta 163 sconosciuti quisque de populo. Fra questi abbondano gli studenti, gli impiegati, i disoccupati, le casalinghe ed altre categorie, onorevoli quanto si vuole, ma con il fondato sospetto che si trovino di fronte ad un compito decisamente più arduo del loro indubitabile impegno e capacità. Il compito di raddrizzare un paese ed un conti-


STILI DI VITA nente palesemente alla deriva. E contro questa deriva, nulla ha potuto la sapienza accademica e l’aplomb del Prof. Monti. Anzi, a detta dell’Economist - tanto per citare una fonte – il professore ha addirittura peggiorato la situazione, deprimendo ulteriormente l’economia italiana attraverso il salasso che tutti conosciamo. Ma, del resto, la scuola italiana è da sempre nota per essere la palestra della teoria avulsa dalla pratica. Di conseguenza, il rettore della Bocconi e professore di economia non sì è mai cimentato con materie come il marketing operativo e le vendite, l’abc per chi deve aggredire o sviluppare i mercati, creando così i veri ed indispensabili presupposti per la crescita dei posti di lavoro e dell’economia in generale. Ha pensato che bastassero le formule teoriche dei suoi libri ed i risultati si sono visti. Sapranno i nostri nuovi eroi provvedere alla bisogna? A giudicare da qualche dato, non c’è da stare allegri. Fra i grillini eletti alla camera, per esempio,

ce ne sono 13 qualificati come studenti. La loro età va dai 25 ai 32 anni e ciò li pone fra i fuori corso, fra coloro che qualcuno ha definito “bamboccioni”, visto che uno studente di buona volontà ed in regola con gli esami a 23, massimo 24 anni, dovrebbe essere laureato. Allora vuol dire che hanno già cominciato a mancare il primo obiettivo importante della loro vita… Ma in politica le regole normali non valgono. Tant’è che uno di loro, Luigi Di Maio, studente fuori corso in legge di 27 anni, è stato addirittura eletto Vice Presidente della Camera. Pare che il ritardo nel suo curriculum scolastico sia dovuto al grande impegno che ha profuso nella politica. Proprio come, a suo tempo, hanno fatto Bertinotti, D’Alema, Fini, Gasparri, Rutelli e numerosi altri parlamentari di ogni confessione che sono poi rimasti pervicacemente incollati all’unico mestiere che conoscevano. Tiffany

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RECEPTION

Il turismo all’aria aperta

Una moda che cresce

U

na volta chi faceva vacanza in campeggio lo si riconosceva a vista e anche un po’ all’odore. Il pacco piramidale della tenda sopra il tetto della macchina, fagotti all’interno che trasudavano lasagne al forno già preparate per la sosta durante il viaggio, famiglie stipate negli esigui spazi rimanenti dell’utilitaria. Ed il soggiorno, nel campeggio, non si presentava più comodo. Tende a misura di un paio di persone che ne ospitavano il doppio, teli infuocati dal sole che, per l’afa, impedivano di dormire prima di mezzanotte e ti svegliavano all’alba. Una vacanza, insomma, per un misto fra Robin-

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son Crusoe e Rambo, con relative famiglie. Oggi la musica è cambiata totalmente al punto che ti puoi permettere di andare al campeggio direttamente in treno. E, per questo, un numero sempre più crescente di persone si avvicina al camping. Negli ultimi cinque anni, l’incremento medio di presenze nei 2.500 campeggi italiani ha oscillato intorno al 5% ed ormai sono oltre nove milioni i turisti che ogni anno scelgono l’aria aperta per la loro vacanza, un terzo dei quali stranieri. Tale sviluppo è figlio di molti fattori. Innanzitutto, la disponibilità delle nuove case mobili, vere e proprie residenze con rifiniture di lusso che


RECEPTION offrono il massimo comfort. E per chi vuole stare più sul tradizionale, c’è comunque un’ampia offerta parallela di accommodation stabili nelle maxiroulotte o nei bungalow. Poi, la varietà di negozi e di servizi disponibili all’interno del campeggio: dal supermarket alimentare, al ristorante, al bar, all’emporio, tutto quanto serve, insomma, per minimizzare gli spostamenti e lasciare il massimo tempo al proprio relax. E, ancora, la libertà e la sicurezza con la quale possono muoversi i bambini all’interno di un ambiente chiuso, ben perimetrato e sorvegliato e con servizi di baby sitting. Per non dire dell’attenzione che alcuni campeggi identificati con il logo V4A (Village for All) dedicano ai disabili. In queste strutture si possono ritrovare tutti gli accorgimenti, dai percorsi all’idoneo allestimento delle case mobili. Infine i prezzi. Il soggiorno in campeggio costa sempre meno di una vacanza in albergo. Se, poi, si considerano i servizi offerti gratis,

come lo sport, l’animazione serale e l’ombrellone sulla spiaggia, la differenza è sensibile e può raggiungere il 30%. Un ulteriore, decisivo incentivo che invoglia un crescente numero di persone (oltre 500 mila in più nel 2012) a scegliere la formula dell’aria aperta per le proprie vacanze. E così, il piacere del piede nudo sulla sabbia che rappresentava il premio per i sacrifici dei campeggiatori di una volta, oggi si evolve in una vacanza a diretto contatto con la carezza di una natura sempre più curata e sempre più attenta alle necessità e ai desideri di un cliente moderno e rinnovato. Chaperon

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RECEPTION

Camping-elite.com Il nuovo sito per gli amanti dell’open air

D

iventa sempre più difficile naviga-

nali, il campeggio. Sempre più persone

re sui siti internet che trattano di

si avvicinano a questa formula, solleci-

viaggio o di vacanza, in genere.

tate dalle nuove modalità residenziali

Intanto ce n’è ormai una massa enorme,

che hanno trasformato il camping da va-

un ginepraio all’interno del quale non si

canza naif a contatto con la rude terra in

sa cosa scegliere e da dove cominciare.

una forma di turismo confortevole e sti-

Poi, una volta selezionato il sito, inizia

molante come e più di quella offerta da

il calvario per orientarsi sulla sua home

un buon hotel a tre o quattro stelle. Per

page, zeppa di offerte, località, notizie

questo e per assecondare le necessità

sparse che rendono difficile l’approdo

della grande e crescente massa dei vec-

alla selezione ed alla scelta che uno ha

chi e nuovi fan del turismo all’aria aperta,

in mente. La difficoltà riguarda anche chi

è nato il nuovo sito Camping Elite® che

si orienta verso quella forma di turismo

offre tre vantaggi fondamentali a chi sta

sempre più emergente che è la vacanza

cercando un campeggio per la propria

all’aria aperta o, detta in termini tradizio-

vacanza:


RECEPTION 1. una selezione facile e comparata di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta; 2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la sche-

da permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri; 3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.

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RECEPTION

Le oasi del camping in Italia

Calabria , terra di opposti

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RECEPTION

L

e parole qui in fondo di Jerace, pittore e scultore calabrese, membro di una famiglia di artisti come lui, ben dipingono dall’interno il sentimento di appartenenza e, tuttavia, di rigetto che spesso anima i calabresi. Calabria, una terra mista come il suo spirito che si dipana fra gli opposti: mare e montagna, generosità e rancore, glorioso passato e difficile presente. La storia della Calabria è un po’ come l’onda del

suo mare, un andare e venire fra l’antica gloria della sua ricca origine greca e la sottomissione ai romani. Fra la crescita delle sue antiche polis e la fuga durante le guerre fra arabi e bizantini che seguirono la caduta dell’impero romano d’Occidente. Fra medioevali pestilenze o invasioni piratesche ed il risorgimento normanno. Fra i fasti o nefasti del Regno di Napoli e la battaglia garibaldina di Aspromonte. Fra la moderna fuga del

«Patisco d’amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell’abbandono in cui siamo caduti e tenuti… e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata.» (Francesco Jerace, 1909)

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RECEPTION

lavoro verso il nord ed un ritrovato benessere, comunque precario. Motore di questo contemporaneo, relativo benessere, il turismo. La Calabria, con i suoi 716 km di lunghezza, detiene il 10% dell’intero patrimonio costiero dell’Italia, suddiviso fra i due mari Ionio e Tirreno. Il suo clima è, quindi, particolarmente gradevole, con temperature costiere che quasi mai scendono sotto i 10 gradi o

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superano i 40. In più, basta salire appena sulle colline (49% del territorio) o sulle montagne (42%) a ridosso delle spiagge, per trovare refrigerio d’estate e divertimento sulla neve d’inverno. In forza di queste sue caratteristiche, la Calabria può, quindi, esercitare a buon diritto un’alta vocazione verso il turismo, che si applica egregiamente anche a quello all’aria aperta. La regione, infatti,


RECEPTION a fronte di una dimensione equivalente al 5% del territorio italiano ed al 3,2% della popolazione, nel suo insieme offre 143 campeggi, il 5,5% delle strutture nazionali, e circa 85 mila posti letto, il 6,2% del totale. Un peso del turismo all’aria aperta, come si vede, abbastanza superiore alla consistenza media della superficie e della popolazione calabrese in rapporto al totale Italia. Ed una dimensione dei campeggi anch’essa superiore alla media italiana. Ciò costituisce un apprezzamento per la grande, esclusiva varietà e bellezza delle spiagge della Calabria, formate da rocce particolari, come ad esempio gli scogli granitici della provincia reggina, del Tirreno vibonese e dello Ionio catanzarese. Ulteriormente da apprezzare i numeri del turismo open air in Calabria, se si considerano le distanze che un campeggiatore proveniente dal nord Italia o dal nord Europa deve percorrere in macchina per arrivare sul posto. Ma c’è un’ulte-

riore incentivo per sobbarcarsi la fatica del viaggio: la cucina locale, fatta di saporite specialità esportate in tutto il mondo dall’emigrazione calabrese, ma anche dalla loro obiettiva bontà. Una cucina calda, come la Calabria. Chaperon

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RECEPTION

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l nostro viaggio ci porta nel caldo sud. La Calabria in genere ha tanto da offrire, soprattuto dal punto di vista naturalistico e gastronomico. Italy art & sun oggi vuole parlare di Tropea, una delle mete balneari più stupefacenti della nostra penisola. Fra mare e arte.

TROPEA INDIMENTICABILE Quello che attira principalmente i turisti a Tropea è sicuramente il mare, con gli incantevoli arenili che si alternano lungo la costa e le suggestive scogliere. È uno dei litorali più belli della Regione Calabria, quello che da Parghelia arriva a Tropea e quindi a Capo Vaticano, fino a Nicotera, ricco di natura e tradizioni dove vive ancora una rigogliosa tradizione contadina. Innumerevoli sono le bellezze artistiche che è possibile ammirare nella graziosa cittadina di Tropea. Piazza Ercole è dominata da un palazzo del settecentesco dal prospetto in granito, con nicchie e ringhiere in ferro battuto, un tempo Sedile dei Nobili. La piazza si prolunga nel corso Vittorio Emanuele fino a una balconata a mare, dalla quale a destra si vede lo scoglio di S. Leonardo e a sinistra l’isoletta di S. Maria (oggi unita alla terraferma). Sopra all’isola sorge il Santuario di S. Maria dell’Isola, fondato in età altomedievale come monastero benedettino e trasformato in età gotica e rinascimentale. La Cattedrale venne innalzata in epoca normanna e fu rimaneggiata più volte dopo il terremoto del 1783. La facciata è caratterizzata da un portale archiacuto con sopra un rosone e una statua della Madonna col Bambino. Insomma, una visita a Tropea resta nella memoria.

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RECEPTION

I campeggi preferiti di Trento Aosta

CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)

Trieste

Milano

Venezia

VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)

Torino Genova

PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)

Bologna

VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)

Firenze Ancona

VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)

VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)

VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)

Perugia

CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)

CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)

Roma

VILLAGE HOTEL GREEN ASSISI Assisi (PG)

Campobasso

CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)

CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIA Tuoro sul Trasimeno (PG)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)

Bari

Napoli

CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)

Potenza

CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma

CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)

L’Aquila

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)

Catanzaro

CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)

Palermo

VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)

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A GUSTO MIO

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ipolla rossa di Tropea è il nome dato alla cipolla rossa (Allium cepa) coltivata tra la provincia di Vibo Valentia e quella di Cosenza, e lungo la fascia tirrenica. Le particolari sostanze contenute nei suoli di questa zona la rendono dolce e non amara. Questo tipo di cipolla vanta il mar-

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chio di Indicazione Geografica Tipica (IGT). La sua fama non è dovuta solo al largo uso nella gastronomia che la vede utilizzata per innumerevoli ricette - cruda o bollita, in insalate e fritta, come ingrediente immancabile di zuppe, minestre e sughi - ma è nota anche per la sua valenza medica e la sua ef-


A GUSTO MIO ficacia nel prevenire tantissime patologie. La cipolla, infatti, e in particolare quella di colore rosso violaceo come la cipolla di Tropea, abbasserebbe notevolmente il rischio di cancro al fegato, al colon, alla laringe e alle ovaie grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. L’elevatissimo contenuto di flavonoidi, quercetina, sali minerali e fenoli, in combinazione con altri minerali depurativi quali il potassio ed il ferro, favorirebbe molto l’effetto benefico. Ottimo drenante, è utilizzata in erboristeria per contrastare la ritenzione idrica. È ricca di vitamine (A, quasi tutto il complesso B, C, E) ed oligoelementi (zolfo, ferro, potassio, magnesio, fluoro, calcio, manganese e fosforo). Le proprietà nutrizionali e quelle curative di questo alimento esplicano la loro forza maggiore “a crudo”, in quanto il calore della cottura riduce il potere curativo. Ma non a tutti piace il sapore della cipolla. Per questo motivo vi proponiamo una semplice ricetta casalinga per ottenere uno sciroppo dolce, utile in caso di raffreddori, influenze

e malattie dell’apparato respiratorio come la tosse. È molto apprezzato anche dai bambini (senza esagerare dato il contenuto alcolico). Ovviamente non si intende sostituire con questi consigli il parere del medico.

Sciroppo di

cipolle rosse INGREDIENTI • 200 g di cipolle rosse di Tropea • 70 g di miele liquido • 400 ml di vino bianco fermo

Tritare le cipolle rosse insieme al miele liquido. Coprire tutto con il vino bianco fermo; mescolare e far riposare per 3 giorni. Filtrare e bere 3 cucchiai di sciroppo prima di ogni pasto. Epicuro

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PASSIONI

Piccola storia dell’auto

Il marchio

C

ontinua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo alla sesta puntata, avendo trattato nelle precedenti di Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari e Citroën. Ripetiamo ancora, per chi fosse alla prima lettura, che protagonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più che il dettaglio dei suoi elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione

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grafica che lo racchiude. Il marchio del quale trattiamo oggi, dunque, è quello della DAF, la casa fabbricante di autovetture, delle quali oggi è sospesa la produzione, camion e veicoli militari. L’acronimo DAF nasce da Doorne Automobiel Fabrieken, creata nel 1928 dalla famiglia Van Doorne a Eindhoven, in Olanda. In realtà, la prima attività iniziata dal figlio più anziano di una famiglia di fabbri, riguardava una piccola impresa di ingegneria denominata “Hub Van Doorne,


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Machinefabriek en Reparatie-inrichting” che, come dice il nome, fabbricava e riparava macchine. Più tardi Hub Van Doorne si unì al fratello Wim e così, progressivamente, nacque una grande azienda dedicata alla costruzione di veicoli per trasporto di merci. Ma, con la grande depressione degli anni trenta, gli affari cominciarono ad andare male e la

giovane azienda fu obbligata a cercare fonti di mercato alternative. Si decise, quindi, di costruire rimorchi e semirimorchi finché, nel 1933, approfittando dello sviluppo di un nuovo ed efficace sistema di saldatura, Wim Van Doorne creò una motrice stradale con annesso semirimorchio. In pratica, il prototipo del moderno camion. Più tardi, nel 1936, l’azienda cam-

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biò ancora denominazione prendendo il nome che tuttora esiste: Van Doorne’s AanhangwagenFabriek. La nuova compagine produsse ancora una novità: lo scarrabile DAF, ovvero un trattore capace di scaricare i container dai convogli ferroviari e di trasportarli direttamente a destinazione in tempi minimi. Le crescenti commesse derivanti dalle necessità di ricostruzione dell’Europa

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post bellica, motivarono DAF ad aumentare lo spazio di produzione. Fu allora deciso di costruire una nuova fabbrica a G e l d ro p s e w e g , tuttora sede dell’azienda, dove, nel 1949, DAF costruì il primo veicolo commerciale in tre modelli. Da allora fu tutta una corsa verso lo sviluppo. Dapprima, nel 1956, DAF cominciò a produrre in casa i motori per garantirne una maggiore qualità. Poi fu uno dei primi costruttori ad installare un motore turbodiesel su di un camion. In seguito, anche le cabine vennero prodotte in casa, seguite dagli assali. La linea “Eurotrailer” del 1962, con motrice interamente in


PASSIONI alluminio e con un letto per rendere più confortevole il trasporto a medio-lungo raggio, meritò a DAF l’appellativo di “the mother of road international transport”. Seguì la nuova generazione di cabine tilt cab, tuttora usate, che si alzano per facilitare l’accesso al motore. Ma le cose per l’autotrasporto peggiorarono di nuovo a cavallo degli anni ’90 e l’azienda fu costretta a convergersi in DAF Trucks N.V. con l’obiettivo di mantenere, comunque, una posizione importante sul mercato. Storia molto minore, invece, quella di DAF nel settore degli autoveicoli. Il suo primo modello venne prodotto per il Salone dell’Auto del 1958 con una importante novità: il rivoluzionario cambio automatico “Variomatic”. La mancanza di frizione e le piccole dimensioni delle auto resero

appetibili le DAF a molte persone con problemi di mobilità ed handicap fisici. Finché, nel 1972, la Volvo acquisì il pacchetto di maggioranza di DAF, diventandone di fatto il proprietario. La divisione automobili cessò di esistere nel 1988, avendo prodotto poco meno di 800 mila veicoli complessivamente. Leonardo

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SALUTE & BENESSERE “Cara dieta, le cose non vanno bene fra di noi. Non è colpa di nessuno, nè mia, nè tua. Solo che sei insapore, noiosa e non posso fare a meno di tradirti” (anonimo) natural mind® è un magazine che si occupa di turismo, natura e più in generale di benessere. Per approfondire proprio questo ultimo aspetto, dal 2013 abbiamo deciso di avvalerci della collaborazione di un esperto. Al nostro team si è dunque aggiunto il Dott. Luca Di Russo, Biologo nutrizionista e Life Coach nutrizionale, che, numero dopo numero, ci accompagnerà alla scoperta di un’alimentazione sana.

A

dieta vita da

tutta la

N

ell’immaginario comune, di solito, la parola dieta fa pensare a qualcosa di brutto o co-

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munque di restrittivo. È qualcosa che normalmente non faremmo se non fossimo costretti dai chili in più. Dieta ci ricorda privazione e di certo non la colleghiamo a qualcosa di divertente. Io credo che questo sia il motivo principale per cui molte persone che vengono da me dicono spesso la stessa


SALUTE & BENESSERE cosa, “sto a dieta da tutta la vita“. Credo che il significato sia che durante la vita hanno seguito a tratti un regime alimentare diverso dal solito, spesso drastico e alla lunga deludente. Se ci pensate bene l’errore comune è pensare che “stare a dieta” significhi compiere un’azione che inizia un giorno e finisce, se va bene, dopo qualche mese. Ormai questo è un concetto passato, un luogo comune che dovrebbe essere sostituito da un’idea diversa. il segreto vincente per tornare al peso forma è senza dubbio:

CAMBIARE LO STILE DI VITA Se vogliamo realmente perdere peso, in particolar modo massa grassa e liquidi in eccesso, la “dieta” dovrà diventare la nostra normale abitudine alimentare a lungo termine. Per questo motivo non può prescindere da momenti di appagamento alimentare, da attimi in cui ci concediamo uno sfizio che prima consideravamo proibito mentre oggi invece fanno parte della nostra alimentazione, solo che ne gestiamo attentamente la frequenza

e la quantità con responsabilità. Una vera dieta, efficace, duratura e soddisfacente è per sempre. È importante avere in testa il nostro obbiettivo, sapere cosa ci porta a raggiungerlo e cosa ci fa allontanare, ma soprattutto è fondamentale darci il tempo. L’idea del TUTTO E SUBITO è innaturale, controproducente e comunque irraggiungibile. Diamoci il permesso di essere pazienti di nome e di fatto e di cambiare in modo graduale il nostro comportamento alimentare senza sforzi. Questa è l’unica “dieta” che funzionerà veramente.

Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale Via dell’acqua traversa, 241 00189 Roma 328 3769181 dottlucadirusso@nutriblog.it www.nutriblog.it

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SFIDE & SPORT

Alpinismo sete d'avventura “Per la pietra della cima per i geologi, la conoscenza dei limiti della resistenza per i dottori, ma soprattutto per lo spirito di avventura che tiene vivo l’animo dell’uomo” (George Leigh Mallory: ”Climbing Everest”)

P

erché un uomo dovrebbe andare a sfidare una montagna come l’Everest, che incute timore soltanto a guardarla in fotografia? Pareti a picco, ghiacciate, che toccano il cielo, temperature polari, aria rarefatta, irrespirabile, rischio di crepacci che possono inghiottirti da un momento all’altro! Il perché ce lo spiega la celebre frase di George Mallory, scrittore ed appassionato di montagna inglese vissuto dal 1886 al 1924, a cavallo di un secolo. Mallory sintetizza poeticamente la ragione e lo scopo di tutti i tentativi estremi dell’uomo, in terra, in mare, in cielo: la sete di avventura e di scoperta che animano il suo spirito. La sfida alla montagna è nota sin dalla

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preistoria ed è, verosimilmente, legata alla triplice necessità di procurarsi il cibo, sfuggire al nemico o compiere riti religiosi. Com’è noto, la presenza umana ad alta quota è testimoniata da molti ritrovamenti archeologici. L’ultimo, clamoroso, è la scoperta fortuita dell’ Uomo del Similaun avvenuta nel 1991 ai piedi dell’omonimo ghiacciaio, nella zona di Merano, a 3.213 metri di quota. Otzi, com’è stata affettuosamente chiamata la mummia del Similaun, era un individuo di sesso maschile vissuto fra il 3300 e il 3100 a.C. (età del rame), le cui spoglie intatte sono giunte fino a noi grazie all’ibernazione offerta dal ghiacciaio. Ma già Erodoto, Sallustio e Livio avevano descritto le imprese


SFIDE & SPORT di eroi alpini. Più tardi, anche Petrarca ci cimentò con l’alpinismo, scalando il Mont Ventoux (1909 m. slm) mentre, pochi anni dopo (1358), Bonifacio Rotario d’Asti raggiunse addirittura la vetta del Rocciamelone, a 3538 m. slm. Nel tempo, alcune scalate hanno assunto un vero e proprio valore storico. Come quella di Edward Whymper, alpinista inglese dell’epoca vittoriana, che fu il primo a sedersi sulla vetta del Cervino, nel 1865. La sua impresa ebbe una grande risonanza anche per la morte di quattro suoi compagni durante la discesa e per il dibattimento processuale che ne seguì. Ma l’impresa delle imprese alpine non può che essere la conquista dell’Everest, la montagna più alta del globo: 8.848 m. slm, al confine fra Cina e Nepal. Alla sua vetta arrivarono il 29 maggio 1953 lo scalatore neozelandese Edmund Hillary e lo sherpa nepalese Tenzing Norgay. A detta dello stesso Tenzing, fu Hilllary il primo a toccare la sommità del mondo. I due rimasero in cima alla vetta per un quarto d’ora a contemplare, attoniti e felici, il resto della terra sotto di loro. In segno di ringraziamento per l’aiuto della sorte nella

loro mission impossible, Hillary depose sulla neve una croce, mentre Tenzing vi lasciò biscotti e cioccolato. Ritornati a valle, i due furono travolti da una enorme onda di popolarità che li rese famosi in tutto il mondo. A Edmund Hillary fu addirittura offerto il riconoscimento di Baronetto (Sir) da parte della Corona Britannica, a testimonianza della singolarità e della epicità dell’impresa. Olimpia

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JUNIOR CLUB Le storie di natura che raccontiamo hanno un duplice scopo: divertire i junior di casa e presentare loro, di volta in volta, una situazione che li faccia riflettere. La storia seguente parla della solidarietà fra animali come invito alla solidarietà anche fra gli uomini.

Il ghiro dormiglione Storia di natura per bambini da 2 a 8 anni

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leepy era un ghiro che, per chi non lo conoscesse, è un animaletto simile al castoro, lungo una trentina di centimetri, metà dei quali fatti dalla coda. Come tutti i ghiri, Sleepy amava molto dormire. D’inverno andava in letargo e dormiva per sei mesi tutto d’un fiato. Ma anche quando si risvegliava in primavera, alle volte gli piaceva fare un pisolino

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il pomeriggio. Essendo piccolo e indifeso, come tutti i ghiri andava in giro di notte per cercarsi il cibo. Così, gli capitava che durante il giorno gli ritornasse il sonno. Allora si ritirava nella cavità dell’albero dove si era costruito il suo nido con foglie, ramo-


JUNIOR CLUB scelli e muschio, e si addormentava. Ma la sua pelliccia di colore grigio castano sul dorso e bianca sul ventre era ben visibile dal basso. Inoltre, quando Sleepy dormiva, il suo respiro pesante faceva frusciare i lunghi peli del muso che vibravano, emettendo rumore. E altro rumore faceva il suo nido di foglie e rametti ogni volta che Sleepy sognava e si girava nel sonno. Alla lunga, questo insieme di cose non sfuggÏ ad un pericoloso serpente, sempre alla ricerca di animaletti da mangiare. Il nido di Sleepy era alto sull’albero, ma il serpente aveva

buone capacitĂ e mezzi per arrampicarsi. Il suo corpo liscio aderiva perfettamente al tronco e le

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JUNIOR CLUB sue spire lo aiutavano a salire. Fortunatamente, Sleepy aveva un amico con il quale giocava spesso nel bosco dove vivevano. Era un picchio di nome Pic. Il picchio, anche qui per chi non lo conoscesse, è un uccello variopinto dal becco lungo, robusto ed appuntito. Con questo provvidenziale becco, lui ci fa tutto. Ci scova gli insetti che mangia, ci scava il tronco degli alberi per farsi il nido, ci gioca. Il divertimento preferito fra lui e Sleepy era giocare a nascondino. A turno, uno si nascondeva nel buco di un albero e l’altro doveva trovarlo. Sleepy usava il suo forte odorato per scoprire il nascondiglio dell’amico, mentre Pic picchiettava tutti gli alberi del circondario per trovarlo. Alla fine, lo scopriva perché le vibrazioni prodotte dal suo picchiettio facevano il solletico a Sleepy e lui cominciava a ridere. Durante i pisolini pomeridiani di Sleepy, Pic si appollaiava sul

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ramo più vicino al nido dell’amico e aspettava il suo risveglio. E mentre era lì, sorvegliava che non ci fosse nessun pericolo per lui mentre dormiva. Così, Pic notò subito il serpente che si stava arrampicando per mangiare Sleepy. Immediatamente si buttò in volo verso di lui a tutta velocità e, prima che il serpente se ne accorgesse, gli dette una serie di beccate fortissime sulla testa. Il serpente, sorpreso, mollò la presa sull’albero e cadde per terra. Ma si riprese subito e ricominciò a risalire verso il nido di Sleepy. Pic, allora, lo aggredì con beccate ancora più forti, tanto forti e numerose che il serpente scappò e decise di non ripresentarsi mai più. A quel punto, Pic ritornò sul suo ramo e aspettò che Sleepy si svegliasse per giocare di nuovo a nascondino. Del serpente non disse nulla, per non impaurirlo. Fedro


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L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro

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’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,

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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly


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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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