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Anno 2013 • N. 3

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

RECEPTION

Le oasi del camping: Friuli Venezia Giulia, forza e coraggio

ITINERARI DI

Arles, oasi di serenità

SALUTE & BENESSERE L industria della dieta

natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata

in collaborazione con FAITA



Cari lettori,

passa il tempo, ma l’orizzonte rimane quello così ben descritto da Salvatore Quasimodo nella sua “Lettera alla madre”. L’Italia, nostra madre, continua ad apparirci confusa nella nebbia, gonfia di tempesta, pressata dalla grande balia Europa. Né le momentanee, apparenti schiarite politiche servono a mitigare il clima di difficoltà e disillusione nei confronti degli incantatori, vecchi e nuovi.

MATER DOLCISSIMA, ORA SCENDONO LE NEBBIE, IL NAVIGLIO URTA CONFUSAMENTE SULLE DIGHE, GLI ALBERI SI GONFIANO D’AC-

Anche l’estate in ritardo sembra QUA, BRUCIApartecipe del clima uggioso. Ma arriverà, almeno questo possiamo NO DI NEVE… sperarlo, allentando un po’ la morsa e portando beneficio al pane del turismo. Noi di natural mind® la vogliamo anticipare proponendovi qualche obiettivo di vacanza, come la splendida Arles o il turismo all’aria aperta, un settore che offre sempre più value for money. Insieme a questo, considerazioni sull’abitudine perduta di ascoltare, su quel buffo gioco con i sassi chiamato curling, una nuova puntata della nostra piccola storia dell’auto, il racconto per i junior di casa e molto altro. Buona lettura. La redazione GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU ® natural mind . PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.

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natural mind®

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Periodico online del Club natural mind Anno 2013 • N. 3

REDAZIONE, COORDINAMENTO E PUBBLICITÀ Dall esperienza ultraventennale di marketing, comunicazione ed edizione di Make Tailored Advertising Srl info@maketa.it

FOTOGRAFIE

iStockphoto, Fotolia, Agenzia Turismo FVG, archivi privati,

ITINERARI DI ARLES Oasi di serenità RECEPTION

PROGETTO GRAFICO

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• SIPAC • • • •

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Il salone dell’open air CAMPING-ELITE.COM Il nuovo sito per gli amanti dell’open air IL GIOCO DELL’ESTATE IRM LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA: Friuli Venezia Giulia, forza e coraggio ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: FVG, piccolo compendio dell’universo

SALUTE & BENESSERE L’INDUSTRIA DELLA DIETA

JUNIOR CLUB IL PIGMEO SEKA Le avventure di Luc, Lazo e Full

E-SHOPPING

L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro

IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI

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STILI DI VITA

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L’ORECCHIO PERDUTO Ritroviamo la capacità di ascoltare

PASSIONI

A GUSTO MIO

RICETTE FRIULANE Scampi alla busara

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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio FIAT

SFIDE & SPORT

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IL CURLING Quel buffo gioco con i sassi

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ITINERARI DI

A r l e s oasi di serenità « Sì come ad Arli, ove Rodano stagna, a sì com’ a Pola, presso del Carnaro, ch’Italia chiude e suoi termini bagna. » (Dante Alighieri: Inferno, canto 9 - versi 112-114)

Musa ispiratrice dai romani a Van Gogh

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ITINERARI DI

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ei nostri possibili itinerari di una giornata, approdiamo oggi alla Camargue e precisamente ad Arles che Dante pone fra i “termini” dell’Italia del suo tempo. Ed in realtà Arles è sufficientemente vicina e raccolta da poter consentire una visita esauriente sia che si arrivi in aereo da Marsiglia, sia che si arrivi in auto o treno, beninteso provenendo da località abbastanza limitrofe. Non così se si ambisce ad allargare la visita ad uno dei paesaggi

Camargue, della quale Arles è in qualche modo la porta. Dall’alto del colle arlesiano, infatti, quello che con i suoi 759 Km quadri è il comune più esteso della Francia metropolitana si affaccia sull’inizio del delta del Rodano e sulla miriade di canali che, da lì, tratteggiano la pianura sottostante, fino al mare. Un susseguirsi di corsi d’acqua, piccoli e grandi, racchiusi fra i due bracci del Grand e del Petit Rhône, una vera e propria isola fluviale completamente circondata dall’acqua, perlopiù salmastra per la vicinanza del

mare. Approssimativamente un terzo della Camargue è formato da laghi o palupiù pit- di, in mezzo ai quali prosperano grandi toreschi e riposanti aree coltivate che forniscono prodotti che si possano immaginare, la da gourmet insieme a selezionata agri-

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ITINERARI DI coltura industriale. E’ l’ambiente ideale per una fauna variegata che conta oltre 400 specie di uccelli selvatici, fra i quali il fenicottero rosa, migliaia di insetti, ivi incluse alcune delle più feroci zanzare di tutta la Francia, ed il vanto della Camargue, una razza particolare di cavalli chiamata con questo nome Un paesaggio così bucolico non poteva non attrarre artisti alla ricerca di serenità, pace ed ispirazione creativa.

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Primo fra tutti, il più tormentato pittore della storia dell’arte, Vincent Van Gogh, che ad Arles soggiornò per alcuni mesi fra il 1888 ed il 1889. Fu attratto qui, lui nordico abituato al grigio, dalla luce e dai colori chiari di quella terra. Come scrisse alla sorella Wilhelmina: “La natura di questo paesaggio meridionale non può essere resa con precisione con la tavolozza di un Mauve, per esempio, che appartiene al Nord e


ITINERARI DI che è un maestro e rimane un maestro del grigio. La tavolozza di oggi è assolutamente colorata: celeste, arancione rosa, vermiglio, giallo vivissimo, verde chiaro, il rosso trasparente del vino, violetto. Ma, pur giocando con tutti questi colori, si finisce con il creare la calma, l’armonia ». Ma, anche in quel posto fantastico, la calma e l’armonia che colpirono Van Gogh al suo arrivo, dovettero ben presto far posto all’angoscia che sempre perseguitò l’artista fino all’estremo gesto del suicidio. E nemmeno la visita tanto agognata dell’amico Gauguin riuscì a rimuoverla, come testimonia uno dei suoi quadri più famosi, “La camera di Arles”, preparata proprio in previsione dell’arrivo di Gauguin e poi dipinta. Come scrive il critico d’arte Venturi ne “Le vie dell’Impressionismo. Da Manet a Cézanne”: “ Nella camera abbandonata regna la calma, ma è una calma senza speranza e senza pietà. È una camera vuota, ma non per caso. Essa è abbandonata per sempre causa la partenza o la morte”. E la stessa atmosfera d’angoscia s’in-

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ITINERARI DI

travede anche negli altri quadri celebri dipinti da Van Gogh ad Arles: “La casa gialla”, “Il vaso con i dodici girasoli” e, soprattutto, il celeberrimo “Autoritratto con orecchio bendato” che segnò il momento, forse, più acuto della sua pazzia prima del suicidio. In quel quadro c’è l’immagine cupa ed assente dell’uomo che si è appena tagliato un orecchio per disperazione dopo l’ennesimo, violento litigio con l’amico

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Gauguin per una questione di prostitute. O, come dicono alcuni, al quale l’amico Gauguin ha tagliato l’orecchio durante il litigio. Ma Van Gogh non fu l’unico artista sensibile all’attrazione di Arles. Lo furono anche poeti e musicisti come Alphonse Daudet, che scrisse un racconto intitolato l’ Arlésienne, poi musicato con successo da Georges Bizet e successivamente da Francesco Cilea.


ITINERARI DI

Il viaggio all’interno di Arles è sostanzialmente breve ma, non per questo, meno sostanzioso. Dopo una storia che risale già al IV secolo a. C., la città si andò man mano consolidando come avamposto romano sulla via della Spagna. Già menzionata da Cesare come Arelate, Arles assunse particolare importanza nel IV secolo d. C con Costantino, che vi stabilì una delle sue residenze preferite tanto che, in suo

onore, nel 328 la città venne chiamata Constantina. Di questa appartenenza italica alla quale, come abbiamo visto, fa cenno anche Dante, Arles mantiene tuttora solide vestigia, a cominciare dallo splendido Anfiteatro conosciuto con il nome di Les Arènes, edificato intorno all’80 d.C. a modello del Colosseo ed oggi inserito nella lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità. Vi si arriva risalendo le stradine che

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portano dal fiume verso la collina c.d. Hauture dove si respira un’aria quieta e raccolta, quasi che la città fosse disabitata. Il traffico delle auto all’interno del borgo è notevolmente limitato dalla minimalità delle distanze, che rendono più gradevole ed efficiente una passeggiata anche per le occupazioni di routine come la spesa. Né questa aria tranquilla è inquinata dai turisti che, salvo i picchi stagionali, si distribuiscono prevalentemente in coppie di appassionati alla ricerca del particolare. La cavea dell’anfiteatro poteva contenere fino a 21.000 spettatori, distribuiti in quattro moeniana (suddivisioni orizzontali) sostenute da due ordini di 60 arcate, sormontate da un attico oggi perduto. L’arena era pavimentata con un tavolato in legno sotto il quale trovavano posto i macchinari per gli spettacoli. Nel Medioevo, l’Anfiteatro divenne una vera e propria cittadella fortificata e vi furono innalzate quattro torri. Finché, nel 1735, il consiglio municipale proibì la ricostruzione delle abitazioni che vi si erano installate e il monumento fu liberato dalle costruzioni successive a partire dal 1822.

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Precedente all’Anfiteatro è il Teatro Romano del 12 a.C. che, insieme al Foro ed all’Arc du Rhone costituisce l’impianto monumentale della colonia in epoca augustea. Anche questo complesso fu fortificato a partire dal V secolo d.C. ed inserito nella cinta della città con la Torre di Rolando tanto che si perse memoria della sua originaria funzione, recuperata solo alla fine del XVII secolo. Altri monumenti meno conservati come il Circo Romano del 149 d. C., le Terme di Costantino del IV secolo d. C., la basilica paleocristiana ed una numerosa serie di conventi e chiese fanno parte del complesso monumentale di Arles iscritto nel 1981 fra i Patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO. Una nota di colore finale per commentare la placida ed ispirata serenità del paesaggio di Arles: qui visse Jeanne Calment, ignota in vita ma celebrata dopo la morte per il suo record di 122 anni di longevità legalmente provato da atti dello stato civile. Ulisse


TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicata al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.

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STILI DI VITA

L'orecchio perduto Ritroviamo la capacita' di ascoltare

L

’uomo, come gli altri animali che popolano il pianeta, si è evoluto soprattutto attraverso l’uso di due sensi: la vista e l’udito. La prima gli ha consentito di studiare l’ambiente, metabolizzarne le dinamiche e adattarlo alle sue esigenze. Il secondo, di integrare questa conoscenza attraverso l’apprendimento dei suoni e del loro significato. Il bambino appena nato non parla, non cammina, vive riferito soltanto a se stesso ed al seno della madre dal quale trae il proprio sostentamento. Non vede nemmeno. Percepisce soltanto delle ombre che, man mano, impara ad associare ai suoni ed agli odori che gli pervengono, prima dalla madre e poi dal resto dell’ambiente che lo circonda. E’ la voce, il suono che guida le sue prime esperienze. Ed è la voce che gli fornirà il primo aiuto morale e materiale ogni

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volta che ne avrà bisogno. La voce di un genitore, di un parente, di un amico, di qualcuno che, semplicemente, gli vuole bene e che ama avere cura di lui. Giova ricordarlo in un periodo in cui l’ascolto del prossimo diventa sempre più labile e sempre più forte lo strillo di se stessi. Questo splendido “Elogio dell’ascolto”, scritto da un anonimo e trovato su internet, ci aiuta nel nostro intento. Tiffany Ascoltami, per favore, ho bisogno di parlarti; concedimi solamente qualche istante.Accetta quello che vivo, quello che sento, senza reticenza, senza giudicare. Ascoltami, per favore, ho bisogno di parlare; non bombardarmi di domande, consigli, idee. Non sentirti obbligato a risolvere le mie difficoltà, mancheresti tu di fiducia nelle mie capacità? Ascoltami, per favore, ho bisogno di parlare; non cercare di distrarmi o


STILI DI VITA prendermi in giro, penserei che tu non comprenda l’importanza di quello che c’è dentro di me. Ascoltami, per favore, ho bisogno di parlare; non sentirti obbligato ad approvare: se ho bisogno di raccontarmi è semplicemente per sfogarmi. Ascoltami, per favore, ho bisogno di parlare; non interpretare e non cercare di analizzare. Mi sentirò incompreso e manipolato.

“C sil hi Ascoltami, per favore, no enz non ho bisogno di parlare; pa n c io, co non interrompere per fare El ro ap pr m be le domande. Non cercare di i o p rt ... rà ba re forzare il mio io nascosto, io so ne bi nd Hu ” bb m lm e i fin dove posso e voglio andare. m en l t ar d en te uo Ascoltami, per favore, ho bisogno o le di parlare; rispetta i silenzi che mi tu fanno camminare. Guardati bene e dal frantumarli: è da essi assai spesso che sono illuminato. Adesso, che mi hai ascoltato per bene, ti prego puoi parlare; con attenzione e disponibilità a mia volta, io ti ascolterò.

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Sipac RECEPTION

il salone dell’open air

Accordo esclusivo con FAITA FederCamping

I

l settore dell’open air (camping, residence, villaggi turistici, spazi verdi) è in costante sviluppo da dieci anni in tutta Italia grazie all’evoluzione delle strutture. Il camping è ormai divenuto una piccola “città”, non di rado con qualche migliaio di abitanti, all’interno della quale troviamo negozi di ge-

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neri alimentari, giocattoli, attrezzature per sport e divertimento, sanitari, ecc. Che vanno ad aggiungersi agli immancabili bar, ristoranti, pizzerie, discoteche, piscine, impianti sportivi e ricreativi di ogni genere. Nel-


RECEPTION le strutture meglio attrezzate, oggi è addirittura possibile trovare centri di bellezza con sauna, bagno turco, idromassaggio. La figura fondamentale e di riferimento per le aziende turistico ricettive all’aria aperta, raggruppando quasi la totalità delle circa 2.500 strutture, è FAITA (Federazione delle Associazioni Italiane Turistico-ricettive dell’Aria aperta) che è attiva ed opera da più di 50 anni. Il compito di FAITA è quello di fornire agli associati servizi utili alla ge-

stione ed allo

sviluppo delle loro imprese. In questa ottica è nato l’accordo con la società francese Code Events per una partnership esclusiva riguardo al SIPAC, il Salone Internazionale e Professionale di Attrezzature per Campeggio. La Code Events è la stessa società che organizza il Salon Sett di Montpellier, il più grande salone europeo interamente ed esclusivamente dedicato al turismo all’aria aperta, giunto alla sua 34a edizione e frequentato da oltre 500 aziende del settore. Dando, ovviamente, tempo al tempo, la nuova partnership esclusiva con FAITA si propone di raggiungere risultati paragonabili in quello che è il secondo merca-

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RECEPTION

to dell’open air dopo la Francia, e cioè l’Italia. Con questo proposito, Il SIPAC

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2013 si duplica per meglio rispondere alle esigenze delle aziende espositrici. Infatti, dopo la seconda edizione di febbraio scorso, il salone anticipa la terza al 20 e 21 novembre di questo stesso anno per allinearsi con una data più idonea ad una rassegna che deve presentare le novità relative alla stagione successiva, dando il tempo necessario alle aziende produttrici per soddisfare le richieste prima del suo inizio. La sede del SIPAC rimarrà quella della Fiera di Padova, una località molto vicina sia al core business del turismo all’aria aperta italiano, che vede nel triangolo Veneto-Laghi-Romagna la sua punta di diamante, sia a paesi limitrofi come Croazia, Slovenia, Svizzera


RECEPTION altamente interessati al comparto. Ma il programma, soprattutto quello professionale dedicato ai professionisti del settore, verrà potenziato per assicurare la loro massima presenza. Ed i buoni motivi per partecipare non mancheranno. Alle aziende produttrici di beni e servizi per l’open air verrà offerta la possibilità di: • Aumentare considerevolmente i clienti e la cifra d’affari. • Incontrare nuovi potenziali clienti italiani e stranieri della zona adriatica. • Guadagnare tempo e denaro incontrando i clienti, nuovi e potenziali, in un periodo di soli 2 giorni. Per avere lo stesso risultato ci vorrebbero mesi. • Mostrare la volontà di investire all’interno del proprio settore. • Presentare le ultime innovazioni e novità. • Lavorare in un ambiente convi-

viale e professionale. • Approfittare della crescita esponenziale del settore. • Ottenere un grande ritorno d’immagine a livello nazionale ed internazionale. Allo stesso tempo, i titolari di campeggio e gli addetti ai lavori avranno l’opportunità di aggiornarsi con un solo colpo d’occhio sulle novità ed i suggerimenti del settore. In aggiunta, il programma professionale offerto da FAITA darà loro un ulteriore spunto per continuare a qualificare le strutture secondo la domanda e per operare sul mercato in linea con gli ultimi trend o, meglio ancora, con quelli futuribili. Chaperon

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RECEPTION

c mping-elite.com Online il nuovo sito per gli amanti dell’open air

È

operativo il nuovo sito w w w . camping-elite.com che aiuta a scegliere la propria vacanza all’aria aperta, facilitando la ricerca della località e del camping attraverso una serie di facili clic. I siti internet che trattano di viaggio o di vacanza in genere sono ormai una quantità e non è facile orientarsi nel ginepraio delle loro pagine ed immagini. La difficoltà riguarda anche chi si orienta verso quella forma di turismo sempre più emergente che è la vacanza all’aria aperta o, detta in termini tradizionali, il campeggio. Sempre più persone si avvicinano a questa formula, sollecitate dalle nuove modalità residenziali che hanno trasformato il camping da vacanza naif a contatto con la rude terra in una forma di turismo confortevole e stimolante come e più di quella offerta da un buon hotel a tre o quattro stelle. E, cosa non trascurabile di questi tempi, ad un prezzo altamente competitivo!

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Ecco, quindi, il nuovo sito Camping Elite® che offre tre vantaggi fondamentali a chi sta cercando un campeggio per la propria vacanza:

1. una selezione facile e comparata di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta; 2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la scheda permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri; 3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.


RECEPTION

PER VISITARE IL SITO, CLICCA SU

www. camping-elite .com

e... buona vacanza! 21


RECEPTION

il

gioco estate

dell'

IRM

Per i bambini in campeggio

I

l camping continua ad arricchirsi di servizi che offrono al cliente tutto ciò che gli serve per la sua vacanza senza uscire dalla struttura: i negozi più disparati (supermarket, empori, ecc.), ampia scelta di ristorazione (ristoranti, pizzerie e bar), divertimento di ogni tipo (sport e animazione), completo relax e benessere (babysittering, beauty centre) e molto altro. Ma il vero motore della crescente popolarità del camping risiede soprattutto nell’aumento delle c. d. case mobili (mobili sta per

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trasportabili), in grado di offrire ad una famiglia media di quattro o cinque persone un livello di comfort ed estetico paragonabile a quello di una camera d’albergo a quattro stelle. In più, la casa mobile offre una efficiente cucina, comodi bagni, salotti e tinelli come quelli di casa. Le ultime e più sofisticate versioni hanno anche un terrazzoroof dove si può prendere il sole o cenare la sera. Campione di questa tecnologia è essenzialmente il francese Gruppo Beneteau, il più grosso costruttore


Dal 6 luglio al 25 agosto 2013

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1 settimana

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rimbOrsata C+arte *

*Fino a 6 persone. **Un sorteggio fra i mini giornalini dei giochi ricevuti eleggerà il vincitore del Gioco dell’estate IRM. Il vincitore e la sua famiglia riceveranno il rimborso di una settimana di locazione in campeggio, nel limite previsto di una locazione per 6 persone.

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E’ molto semplice: richiedi al Punto accoglienza del tuo Camping il giornalino di gioco IRM. Chiedi ai tuoi genitori di compilarlo con le informazioni e restituiscilo al Punto accoglienza del tuo Camping.** Gioco gratuito, riservato ai bambini con meno di 12 anni, residenti in Italia, soggiornanti in uno dei camping partecipanti all’operazione entro il 6 luglio e il 25 agosto 2013. Il presente regolamento è depositato presso lo Studio Notarile del Dr. Magnani (BOLOGNA). Regolamento consultabile al punto di accoglienza del campeggio o sul sito Internet mobil-home.com. Il sorteggio avrà luogo il 19 settembre 2013.

ELUÈRE & ASSOCIÉS - RCS Nantes B 390 652 931 / Fotografie : Studio Garnier.

Come gioCare?

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RECEPTION

mondiale di barche a vela che si è diversificato in questo mercato tecnologicamente complementare, diventando anche il maggior costruttore europeo di case mobili. Nella sua corsa all’espansione, Beneteau è sbarcato anche in Italia, a Bologna, dove ha impiantato una fabbrica per costruire direttamente in Italia, e addirittura esportare, le proprie case mobili sotto il marchio “IRM, une génération d’avance”. Per sottolineare la sua attenzione alla famiglia ed ai bambini, che rappresentano un numero importante di clienti del camping e lo zoccolo futuro del settore, data la provata fedeltà a questo tipo di vacanza, IRM ha studiato per loro il gioco dell’estate in campeggio. I bambini al di sotto dei 12 anni

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presenti dal 5 luglio al 25 agosto 2013 nelle strutture che aderiranno al concorso riceveranno dei giornalini con giochi da colorare in spiaggia. Fra tutti i bambini che riconsegneranno il materiale al punto accoglienza del campeggio o secondo il regolamento indicato sul sito https://www.facebook.com/ mobil.homes.irm il 19 settembre 2013 verranno sorteggiati i vincitori dei seguenti premi: • 1° premio: rimborso della settimana di permanenza al camping di tutta la famiglia (massimo 6 persone) + 150 € in buoni acquisto presso Toys Centers; • 2° premio: 100 € in buoni acquisto presso Toys Centers; • 3° premio: 75 € in buoni acquisto presso Toys Centers. Il 1° premio, dunque, è soprattutto per i genitori. Un motivo in più per scegliere quest’anno una vacanza in campeggio.


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Le oasi del camping in Italia Medaglia d’oro al merito civile

“In occasione di un disastroso terremoto, l’intera popolazione del Friuli Venezia Giulia dava prova collettiva di spirito civico e di forza morale, offrendo determinante contributo ed incondizionato impegno alla rapida ricostruzione morale e materiale dei paesi distrutti. Splendido esempio di grande solida-

ph. Marco Milani

rietà sociale e nobile spirito di abnegazione, meritevole dell’amministrazione e della gratitudine della Nazione tutta.”

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S

e c’è un posto al mondo che meglio rappresenta con la sua storia, la tenacia ed il coraggio dell’uomo, questo è il Friuli. Da sempre via di transito di popoli dalle diverse etnologie e, tuttavia, accomunati dall’istinto predatorio, stretto fra montagne avare di terra e di risorse, il Friuli è caduto mille volte e mille volte è risorto. E quando proprio non ce l’ha fatta, ha disseminato

FRIULI VENEZIA GIULIA

FORZA E CORAGGIO FOTO

AGENZIA TURISMO FGV

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ph. Marco Milani

ph. Fabrice Gallina

ph. Maurizio Valdemarin

RECEPTION

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per il mondo l’operosità, la serietà e l’onestà dei propri figli. Quando, invece, ha potuto, come nel boom economico di fine Novecento, ha accolto senza distinzione coloro che avevano bisogno, fornendo loro l’occorrente per inserirsi dignitosamente nella sua civilissima comunità. Non da meno la Venezia Giulia, la cui ultima, recente storia di diaspora e di tribolazione è simboleggiata dall’ondata di profughi che cercarono scampo alla pulizia


etnica e alle foibe dell’ostile Jugoslavia di Tito quando, divisa per volontà dei vincitori della seconda guerra mondiale, perse tutta la cosiddetta zona B (Istria nordoccidentale). La storia del Friuli Venezia Giulia è, quindi, la storia delle sue genti e del suo territorio, con un continuo andare e venire fra una calamità ed un risorgimento, fra l’abnegazione di una ricostruzione morale e civile e l’ardore di una nuova conquista.

ph. Marco Milani

ph. Gianluca Baronchelli

RECEPTION

Alla quale, in genere, poco contribuisce il turismo, l’oggetto principale dell’interesse del nostro magazine, che rappresenta press’a poco un quinto del PIL della regione, contro il doppio fra industria e servizi. Il motivo, come da premesse, sta nella natura del suolo, per oltre il 60% collinoso o mon-

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32 ph. Maurizio Valdemarin

ph. Marco Milani

ph. Gianluca Baronchelli

ph. Marco Milani

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tagnoso, che lascia all’agricoltura ed alla pesca soltanto l’1,4% del PIL regionale. Ciò ha, ovviamente, una forte influenza anche sul turismo all’aria aperta. La regione, infatti, a fronte di una superficie equivalente al 2,4% del territorio italiano ed al 2% della popolazione, nel suo insieme offre soltanto 32 campeggi, l’1,2% delle strutture nazionali, e circa 31.500 mila posti letto, il 2,3% del totale. Questi numeri testimoniano due cose: la poca adattabilità del turismo all’aria aperta, che è essenzialmente un tipo di vacanza marina, all’ambiente montagnoso del Friuli Venezia Giulia. Ma anche, e

ph. Marco Milani

ph. Marco Milani

ph. Marco Milani

RECEPTION

contemporaneamente, il notorio, forte carattere imprenditoriale dei suoi abitanti che, dove possono, allestiscono campeggi più grandi della media nazionale per dare soprattutto ospitalità alla grande moltitudine di turisti stranieri che, in Austria, Svizzera, Germania, Slovenia, Croazia, sono vicini alla regione. E ciò, attualmente, contribuisce a fare del Friuli Venezia Giulia una delle regioni più ricche d’Italia, sebbene un po’ a macchia di leopardo. Chaperon

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RECEPTION

R

isaliamo la corrente… anzi la penisola! E dal sud torniamo ad occuparci dell’estremo nord est, di una regione attraversata per secoli da Celti, Romani, Unni, Longobardi, Veneziani e Austro-ungarici. Unito nella diversità, il Friuli Venezia Giulia è da sempre crocevia di destini e di genti e abbraccia la cultura italiana, slava e germanica in una sorta di caleidoscopio di tradizioni, lingue e religioni.

FRIULI VG, PICCOLO COMPENDIO DELL’UNIVERSO

Foto Agenzia Turismo FGV - ph. Marco Milani

Incastonato tra i picchi delle Alpi, le onde dell’Adriatico, le cime delle Dolomiti e le colline del Collio, il Friuli Venezia Giulia ha una posizione strategica nel cuore dell’Europa. La sua varietà di paesaggi fa da cornice suggestiva a escursioni, occasioni di svago, percorsi termali, itinerari enogastronomici e culturali. Come di consueto, ne suggeriamo un paio. • GORIZIA: vero “melting pot” dell’area mitteleuropea, a Gorizia si respira l’atmosfera sospesa tipica di una città di confine. Qui, nella piazza Transalpina, nel 2004 è caduto l’ultimo muro tra Europa Occidentale e Orientale. Il castello medievale con il suo incantevole borgo è un vero gioiello, dove convivono in modo armonioso architetture medievali, barocche e ottocentesche. Definita la “Nizza dell’Adriatico” dalla borghesia asburgica che la amava anche per il suo clima mite, offre oggi monumenti, castelli ed eleganti dimore storiche, oltre a musei e Parchi da visitare. • TRIESTE: incastonata in un angolo di mondo inimitabile, tra il bianco del paesaggio carsico e l’azzurro intenso del lembo più alto dell’Adriatico, Trieste è da sempre un punto di incontro fondamentale tra Oriente e Occidente. Quella che fu per secoli città di tutti e di nessuno, conserva ancora oggi un’anima cosmopolita. Fonte di ispirazione di grandi letterati, come James Joyce, Italo Svevo e Umberto Saba, è la città che accoglie il mare in casa. I suoi palazzi parlano con il linguaggio neoclassico, liberty, eclettico e barocco. E convivono armoniosamente con vestigia romane, edifici del Settecento e di stampo asburgico. L’incrocio di religioni è palpabile: in città da secoli trovano ospitalità le confessioni più disparate. Degna di rilievo, infine, la passione antica per il caffè: i triestini hanno tanti riti diversi per assaporarlo nei caratteristici caffè storici, dove echeggiano ancora fermenti letterari d’altri tempi.

3 Info4 su www.turismofriuliveneziagiulia.it


RECEPTION

I campeggi preferiti di Trento Aosta

CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)

Trieste

Milano

Venezia

VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)

Torino Genova

PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)

Bologna

VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)

Firenze Ancona

VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)

VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)

VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)

Perugia

CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)

CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)

Roma

VILLAGE HOTEL GREEN ASSISI Assisi (PG)

Campobasso

CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)

CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIA Tuoro sul Trasimeno (PG)

VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)

Bari

Napoli

CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)

Potenza

CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma

CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)

L’Aquila

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)

Catanzaro

CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)

Palermo

VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)

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w

A GUSTO MIO

Ricette friulane N

el nostro girovagare tra le ricette e i prodotti tipici d’Italia, eccoci di nuovo al nord, in una regione di confine per eccellenza: il Friuli Venezia Giulia. Questa terra, grazie agli influssi e alle contaminazioni di numerose culture, ci tramanda oggi un’arte culinaria molto antica, nata dalla saggezza e dalla semplicità. L’origine del piatto che illustriamo in queste pagine è contesa tra il Veneto e il Friuli. Molto probabilmente nasce a Trieste, ereditando influenze dalmato-istriane. Anche il significato del termine busara o buzara è controverso: secondo alcuni la busara era una pentola in ferro usata per preparare i pasti a bordo dei pescherecci; secondo altri deriva da “busiara” che in dialetto significa bugia o imbroglio e si riferisce al fatto che la ricetta prevede che gli scampi siano “imbrogliati” , cioè coperti, nascosti, con il pomodoro; infine altri ancora segnalano che busara stia a significare zuppa. Epicuro

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Ingredienti per 4 persone • 1 kg di scampi • 1 spicchio di aglio • 1 peperoncino fresco intero • 300 g di pomodori pelati • 50 ml di vino bianco • 20 g di pangrattato • 2 cucchiai di prezzemolo tritato • olio e.v.o. q.b. • sale q.b. Preparazione Lavate bene gli scampi sotto l’acqua fredda corrente. Con un coltello affilato o con le forbici praticate un taglio verticale sul dorso o sulla pancia, per facilitare l’estrazione della polpa a cottura ultimata. In una padella larga fate rosolare l’aglio; poi unite il peperoncino. Quando l’aglio sarà imbiondito, aggiungete il pangratta-


A GUSTO MIO

Scampi alla busara

to, che farà a d d e n s a re la polpa di pomodoro, e mescolate velocemente per non farlo bruciare. Subito dopo, aggiungete gli scampi senza sovrapporli. Sfumate con il vino bianco e lasciate evaporare per un paio di minuti. Quindi salate e unite i pomodori pelati. Mescolate e coprite con un coperchio. Lasciate cuocere così per 15 minuti circa. Intanto tritate finemente il prezzemolo e, a cottura ultimata, spolverizzatelo sugli scampi. Prima di servire, ricordate di eliminare il peperoncino e lo spicchio d’aglio.

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PASSIONI

Piccola storia dell’auto Il marchio FIAT

C

ontinua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo alla settima puntata, avendo trattato nella prima della introduzione generale a questa innovazione che ha cambiato il mondo. Poi, specificamente e via via in ordine alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroen, DAF. Ripetiamo ancora, per chi fosse alla prima lettura, che protagonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più

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che il dettaglio dei suoi elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Il marchio del quale trattiamo oggi, dunque, è quello della FIAT. Parlarne è come ripercorrere la storia degli


PASSIONI

ultimi 114 anni dell’Italia, tanto la FIAT ha impregnato di se la vita, lo sviluppo e, addirittura, il dibattito politico del Paese. Certamente, nessuna scoperta industriale e nessuna industria hanno mai avuto la stessa eco. Nessuna famiglia italiana, probabilmente nemmeno quella dei re Savoia, ha avuto altrettanto potere, notorietà, cronaca, longevità degli Agnelli. La FIAT nasce l’11 luglio 1899 a Torino come azienda produttrici di automobili ma, pur mantenendo nell’auto il proprio core business, si sviluppa al punto di diventare il più importante gruppo finanziario e industriale privato

italiano, con importanti interessi in una galassia di affari comprendenti assicurazioni, stampa, viaggi e molto altro. Per restare nel settore automobilistico, oggi alla FIAT appartengono anche i marchi Alfa Romeo, Lancia, Abarth e FIAT Professional, inquadrati quali diramazioni di FIAT S.p.A. Con il marchio Ducato, FIAT è leader europeo del mercato delle motorizzazioni e chassis per camper, avendo oltre il 55% di quota. Il logo scritto a riga “F I A T” (Fabbrica Italiana Automobili Torino) nacque su ispirazione di Cesare Goria-Gatti, uno dei fondatori del gruppo, che vide nell’adozione di tale acronimo un augurio per la nascente impresa (in latino “fiat” significa “sia fatto”), oltre che una sua chiara identificazione. Negli anni il logo FIAT ha subito

39


PASSIONI

varie declinazioni per adattarsi alle diverse situazioni aziendali ed al trascorrere dei tempi. Quello originario del 1899 era inscritto in una targa dal sottofondo oro. Due anni dopo, nel 1901, divenne

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più elaborato, dando regolarità alla targa, mantenendo la scritta FIAT in oro, ma aggiungendo uno sfondo floreale. Nel 1904 la targa divenne ellittica e la scritta fu in argento, mentre tutti gli anni ’20 videro una targa divenuta rotonda ed ornata di un frame floreale con la scritta FIAT in rosso (1921), ricalibrata poi in negativo argento (1925). Negli anni ’30 la targa cambia ancora, diventando prima un rettangolo (1931) e successivamente una losanga con il marchio FIAT bianco, allungato su sfondo rosso (1932). Dopodiché, una lunga stasi fino al 1968 quando la targa si appiattisce e si allunga di molto a forma di rettangolo, quadrettato all’interno per ospitare ciascuna delle lettere FIAT. Nel 1979 un refreshment separa i quadretti del logo, inclinandoli a forma di


PASSIONI

rombo. Infine, a cavallo del nuovo secolo, il marchio si riporta a quello rotondo degli anni 1820, semplificandone il festone intorno e adottando uno sfondo blu (1999), sostituito poi dall’attuale rosso mattone cromato (2006) con il logo FIAT in avorio.

L’ultima evoluzione FIAT si arricchisce del capitolo Chrysler. Ma quella è una storia che vale la pena di raccontare a parte. Leonardo

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SALUTE & BENESSERE

L’industria della dieta

A

lzi la mano

sia ovvia..

chi

di

Vi siete mai chiesti perché succede que-

noi non ha

sto? Provo a darvi una risposta: In que-

mai letto o fatto

sto periodo storico il benessere delle

una dieta trova-

persone (soprattutto nel campo della

ta sui giornali o

nutrizione) è prerogativa dell’industria

fra

anco-

della dieta che ha come principale sco-

ra presa da

po il profitto e in molti casi anche la filo-

un’amica/o?

sofia del “no matter what” (cioè profitto

E’ una cosa

ad ogni costo). L’industria della dieta è

che

capita

furba, lavora sui sogni, installa desideri,

molto spes-

fa leva sui canoni di bellezza, ma soprat-

so.

Secon-

tutto fa una cosa veramente brutta, ci fa

do voi su un

andare contro le leggi di natura perché ci

campione di

fa credere nel tutto e subito. Parliamoci

100 persone

chiaro, siamo adulti le bacchette magi-

che

voglio-

che NON ESISTONO! Il tutto e subito è

no dimagrire

innaturale. Avete mai visto un albero che

quanti vanno

cresce all’improvviso o un uccello che

da uno spe-

esce dall’uovo sapendo già volare? Qua-

cialista e quanti

lunque tipo di cambiamento ha bisogno

si ingegnano da

di tempo e pazienza e il dimagrimento

soli o con qual-

non è da meno. Cambiare alimentazio-

peggio

metodo

ne, stile di vita e di conseguenza “giro-

bislacco?

vita” prevede due tipi di cambiamento

che

Credo che la risposta

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contemporanei:


SALUTE & BENESSERE • il cambiamento fisico • il cambiamento comportamentale Seguendo coscienziosamente la dieta, possiamo avviare il cambiamento fisico (il dimagrimento). Questo comportamento deve essere costante affinché avvenga il cambiamento comportamentale che ha bisogno di gradualità e tempo (parliamo di almeno 3-6 mesi) perché il cervello deve fisicamente creare nuovi

siamo tristi ed insoddisfatti cosa faccia-

percorsi neuronali.

mo? Ci intristiamo e ci buttiamo sul cibo

Una dieta equilibrata, sana e continua-

perché è la fonte più facile di coccole.

tiva, ci permetterà di perdere in media

E allora che succede? aumentiamo di

dai 2 ai 4 kg al mese. Vi sembra poco?

peso, ingrassiamo e veniamo agganciati

Sapete dopo tre mesi quanti kg potre-

nuovamente dall’industria, ci ributtiamo

ste aver perso? dai 6 ai 12kg. Vi sembra

su una dieta assurda ma che “stavolta

poco? Se vi sembra poco ho una brutta

sarà diversa”, innovativa e ci prometterà

notizia per voi: probabilmente non rag-

risultati miracolosi…

giungerete mai il vostro obiettivo. Per il

…e il cerchio si chiude. E noi spendiamo

semplice fatto che il vostro è un deside-

i nostri soldi…e l’industria della

rio irrealizzabile. La cosa più brutta è che

dieta li guadagna. Riflettiamoci…

questa mentalità è piuttosto radicata in tutti noi. Forse perché ci fa credere di avere il potere di piegare la realtà esterna ai nostri voleri. E’ una mentalità che ci impedirà di essere realmente soddisfatti di noi stessi perché non ci farà mai ottenere quello che desideriamo. E quando

Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale 328 3769181 - www.nutriblog.it dottlucadirusso@nutriblog.it nutriblog.it su Facebook

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SFIDE & SPORT

Il curling Quel buffo gioco con i sassi

S

e volessimo ironizzare, potremmo dire che un gioco così, fatto con i sassi, non potevano che inventarlo gli scozzesi, ben noti per la loro parsimonia. Ma il curling è una cosa molto più seria, almeno per chi lo pratica da secoli, avendo fatto di neces-

sità virtù. Laddove la necessità è quella di trovare comunque degli svaghi in luoghi dove per larga parte dell’anno è difficile stare in piedi a causa del ghiaccio che impedisce tutti i normali giochi con la palla praticati nel resto del mondo. E la virtù sta nel trovare un meccanismo che faccia divertire in un tale ambiente. Gli scozzesi, questo meccanismo, pare l’a-

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SFIDE & SPORT vessero già trovato nel 1541 quando nei registri dell’Abbazia di Paisley, nel Renfrewshire, appare il primo riferimento scritto di una gara con delle pietre (stones) sul ghiaccio. Poco dopo, due dipinti di Pieter Bruegel il Vecchio, entrambi datati 1565 ritraggono dei contadini olandesi che praticano il curling. Sappiamo che, all’epoca, la Scozia ed i Paesi Bassi avevano forti legami commerciali e culturali e, quindi, la coincidenza non ci sorprende. Del resto, anche la storia del golf evidenzia questa vicinanza. Dunque, il curling nasce in Scozia a metà del ‘500 e da lì, già nell’800, gli emigranti scozzesi lo diffondono in America, soprattutto in Canada dove le idonee condizioni cli-

matiche favoriscono la nascita del più antico circolo nordamericano di questo sport, il Royal Montreal Curling Club, fondato nel 1807. Sempre da emigranti scozzesi, il curling viene poi introdotto negli Stati Uniti e successivamente in Svizzera e Svezia. L’ulteriore espansione interessa Europa, Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Cina e Corea. Ma la consacrazione del curling e della sua definitiva, curiosa notorietà avviene al momento in cui, nel 1998, diventa sport ufficiale dei Giochi Olimpici Invernali. Da allora la televisione prende a diffondere le immagini delle manifestazioni più importanti e la gente rimane colpita da questo sport

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SFIDE & SPORT

piuttosto sedentario, a metà fra le bocce e gli scacchi. Ma in cosa consiste il curling? Come in tutti gli sport apparentem e n t e elementari, anche nel curling esistono una serie di mosse e contromosse, attrezzi, strategie che fanno la differenza. La mossa fondamentale è quella di far scivolare le proprie bocce/pietre (stones) fatte dello speciale granito dell’isola di Ailsa Craig, al largo della costa scozzese

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dell’Ayrshire (ma oggi si accettano anche stones meno nobili) e del peso fra 17,2 e 19,9 kg il più possibile vicino ad un anello rosso chiamato four-foot ring (anello dei 4 piedi), il minore dei tre anelli concentrici che si trovano in fondo alla pista da gioco. Insieme a quello bianco un po’ più grande, to eight-foot (anello d i ) , più

detring degli 8 piee quello blu grande ancora, detto twelve-foot ring (anello dei 12 piedi), l’anello rosso rappresenta un aiuto visivo per prendere la mira al momento di lanciare il proprio stone ma, anche e soprattutto, la casa all’interno della quale lo stone si deve fermare per concorrere al punteggio. Vince la squadra dei due giocatori che riesce a mettere più sassi vicino all’anello rosso in otto hands (mani), lanciando ogni volta due


SFIDE & SPORT membri della squadra del lanciatore, Questa azione può avere due effetti sullo stone: aumentarne la velocità, e quindi la lunghezza del tiro, quando esso sta ancora viaggiando rettilineo; aumentarne l’effetto, e quindi la curvatura, quando sta rallentando in prossimità dell’arrivo. Il tutto, mentre l’avversario s’interpone con la sua scopa per non far raggiungere la meta all’avversario. Come negli scacchi.

stone ciascuno. Suppergiù come nelle bocce. Il gioco prende il nome curling (arricciatura) dalla rotazione che viene impressa dal giocatore allo stone per fargli prendere un effetto e, di conseguenza, una traiettoria curvilinea che gli consenta di scavalcare gli stone avversari che si interpongano rispetto all’anello rosso di meta. In questo percorso diventa f o n -

da-

mentale il g e s t o più tipico e curioso del curling, lo sweeping, cioè la spazzolatura del ghiaccio con la scopa da parte dei

Naturalmente è richiesta un’attrezzatura dedicata ed il più possibile tecnica, se si vuole essere competitivi. Dallo stone top, provenìente dall’isola di Ailsa Craig, alle scope cosiddette a pennello, alle scarpe con due tipi di suole, una per pattinare ed una per frenare, a vari altri ammennicoli. De gustibus non est disputandum. Olimpia

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JUNIOR CLUB Le storie che raccontiamo hanno due scopi: divertire i junior di casa e presentare situazioni e località interessanti, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia riguarda i pigmei Baka, un popolo dalla statura molto bassa che vive in Africa centrale, fra il Camerun, il Congo ed il Gabon. La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.

Seka Le avventure di Luc, Lazo e Full

Il

A

pigmeo

nche questo viaggio di Luc, Lazo (il nonno paterno di Luc) e Full (il suo cane) si presentava piuttosto lungo e tribolato. I geni-

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tori di Luc, entrambi scienziati, stavano studiando una popolazione dell’Africa centrale


JUNIOR CLUB nota per la sua minima statura e per la vita ancora primitiva che conduce nella foresta: i pigmei Baka.

perché andasse a raccogliere le informazioni necessarie. E così i no-

I Baka si sono poco evoluti nel tempo, tanto che vivono in villaggi isolati e, per nutrirsi, continuano a cacciare con la lancia e l’arco. I genitori di Luc, da scienziati, volevano studiare questo tipo di vita per ricostruire quella dell’uomo primitivo e, come al solito, si erano rivolti al terzetto Luc, Lazo e Full

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JUNIOR CLUB stri eroi avevano messo insieme tutto il loro speciale armamentario ed erano volati a Brazzaville, la capitale del Congo. Lì avevano noleggiato una jeep per dirigersi verso il centro del paese, nel villaggio Baka di Kuabu. Dopo quattro giorni di viaggio fra savana e foresta erano finalmente arrivati con il timore di una cattiva accoglienza. Sapevano, infatti, che i pigmei sono molto diffidenti. Ma appena arrivati al villaggio dovettero convincersi del contrario. Dalle capanne di fango uscirono decine di piccoli esseri che si mostrarono subito felici per l’incontro. Full cominciò ad abbaiare festoso, seguito dal branco di cani da caccia dei Baka. In breve fu tutto un abbaio che fece ridere e aiutò a familiarizzare. In particolare nacque subito un’amicizia fra Luc e Seka, un ragazzo come lui ma alto poco più della

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metà, con il quale egli riuscì a parlare a mezzo di uno speciale dizionario vocale da lui inventato. Seka portò i nostri amici a visitare il villaggio, mentre Luc diligentemente raccoglieva appunti sulla vita della comunità. Poi li invitò alla tradizionale caccia all’antilope. Partirono a piedi verso la savana e in breve trovarono un grande branco. Seka scelse l’animale più piccolo come vittima e scagliò la sua lanc i a


colpendolo al fianco. La povera antilope si accasciò, ma mentre stavano andando a raccoglierla si sentì un tremendo ruggito. Era un enorme leone maschio che, minaccioso, mostrava di voler prendere lui la preda e, magari, anche qualcuno dei cacciatori. Il momento era grave e Seka, ben conoscendo i leoni, era atterrito. Ma i nostri, abituati alle avventure, non si persero d’animo. Mentre Full distraeva il leone con giravolte e latrati, Luc tirava fuori il suo magico armamentario e con una

lanterna speciale da lui inventata proiettava sul terreno della savana un rinoceronte inferocito che, con tanto di sbuffi e muggiti, si accingeva ad attaccare il leone. Il quale, vista la mala parata, se la dava a gambe proprio mentre nonno Lazo con il suo laccio recuperava l’antilope. Il ritorno al villaggio fu un vero trionfo perché Seka raccontò a tutti della loro straordinaria avventura. E questo moltiplicò i risultati che i nostri riportarono a casa. Un’altra avventura era finita felicemente. Fedro

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E-SHOPPING

L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro

L

’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,

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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly


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LA POSTA DEI LETTORI Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo survey@natural-mind.it; ci aiuteranno a migliorare il magazine.

a

, rivist i t n e lim comp fresca bella e e n Caroli

buoni i temi allegri i color i e le f un po oto ’ ripet i t i v e le ci pierfra tazion ncesc i o

ttuta r p o ce, s :-) Mi pia hé è gratis c to per o

Adrian

Colgo l’occas ione p omagg er ring io e vi raziarv c hiedo i del g amica d i inviar radito Giovan lo anc na. La pas h e alla sione p mia e r la lettu rivista ra ci un trovo s isce e e m pre int sione, nella v e che mi ressan ostra ti moti piacere Maria A v i di rifle bbe co ntoniet sndivide ta re con lei.

. zione, ento felice im Cara reda r e p s e n rnale è u e lo legi r e m u questo gio n i d a un paio d o v e ic r he esiste? Io lo c o lt o m ieri. Ma è go volent i, Cari salut Susanna

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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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