Anno 2013 • N. 4
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
RECEPTION
Il turismo all aria aperta: un settore che tiene
A GUSTO MIO
Ci facciamo un ape?
ITINERARI DI
Le Keys della Florida natural-mind.it
Magazine prodotto con energia certiďŹ cata
in collaborazione con FAITA
Cari lettori,
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è arrivata l’estate, da molti amata, da qualcuno non troppo gradita. Un’estate, comunque, sulla scia delineata dagli anni scorsi: vacanze all’insegna dell’economia. E non potrebbe essere altrimenti, visto il perdurare di una crisi economica senza precedenti e l’incapacità dei nostri amministratori di contrastarla, addirittura di capirne le cause.
CHE BELLA COSA NA JURNATA ʻE SOLE, N’ARIA SERENA DOPPO NA TEMPESTA!
La jurnata ‘e sole deve ancora arrivare, speriamo che arrivi. Per ora continuiamo ad essere nella tempesta. L’estate merita, comunque, un momento di relax. Noi di natural mind® cerchiamo di offrirvelo facendovi viaggiare nelle Keys della Florida o nelle opportunità che offre il turismo all’aria aperta, un settore che, ci piace ripetere, offre sempre più value for money. Insieme a questo, la storia del pallone, la sfera che gira più della terra, quella della Ford, nell’ambito della nostra piccola storia dell’auto, il racconto per i junior di casa e molto altro. Buona lettura e buone vacanze, ovunque le facciate.
GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU ® natural mind . PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.
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natural mind®
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
Periodico online del Club natural mind Anno 2013 • N. 4
REDAZIONE, COORDINAMENTO E PUBBLICITÀ Dall esperienza ultraventennale di marketing, comunicazione ed edizione di Make Tailored Advertising Srl info@maketa.it
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ITINERARI DI LE KEYS DELLA FLORIDA A volo di rondine
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• IL TURISMO ALL’ARIA APERTA • • •
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Un settore che tiene V4A Il marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile SIPAC Il salone dell’open air CAMPING-ELITE.COM Il nuovo sito per gli amanti dell’open air
SALUTE & BENESSERE QUANDO LA DIETA PAGA IL CANONE
JUNIOR CLUB
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IL CARDELLINO COLORATO Storia di natura per bambini da 2 a 8 anni
E-SHOPPING
L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro
IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI
STILI DI VITA
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C’ERA UNA VOLTA ALLA P&G Quando si poteva scegliere il lavoro
PASSIONI
A GUSTO MIO
CI FACCIAMO UN APE? Il rito intramontabile di aperitivi e cocktail
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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio FORD
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SFIDE & SPORT
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QUELLA SFERA CHE FA PIÙ GIRI DELLA TERRA
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ITINERARI DI
Le Keys della
Florida A volo di rondine
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eguiamo un pesce rondine che emerge a tratti e spicca il suo volo per centinaia di metri sopra un’acqua cristallina il cui colore cangia dal giallo, al verde, all’azzurro, al blu, all’insieme di tutti questi colori. Poi si tuffa per irrorare le sue branchie e i suoi muscoli con il benefico ossi-
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geno che estrae dall’acqua marina e riemerge di lì a poco per continuare il suo volo aereo. Si libra ancora veloce nell’aria, spinto dalle lunghe pinne pettorali, mostrando il dorso azzurro mimetico che spicca sui fianchi argentei. E, di nuovo, giù nell’acqua. Il pesce rondine ci viaggia a fianco, a
ITINERARI DI “Personaggio affascinante, le sue pagine - profondamente ispirate a uno stile di vita - sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fisica, dallo sprezzo del pericolo ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.” (da Ernest Hemingway, Verdi Colline d’Africa)
pochi metri, ed abbiamo la sensazione di cavalcare l’acqua come lui. Ma noi siamo sulla terra ferma ed esattamente sulla striscia della Overseas Highway che, nella Florida meridionale, unisce Miami a Key West, saltando da isoletta a isoletta, in un susseguirsi di ponti sbalzati sul mare per 200 chilometri. La striscia è quella delle Florida Keys, un arcipelago di circa 1.700 isole coralline che comincia a sud-est della punta della penisola della Florida, circa 15 miglia sotto Miami, e si estende in un dolce arco declinante verso sudovest fino a Key West. Questa, che è la più occidentale delle isole abitate, accoglie una città fatata, allo stesso
tempo attrazione per semplici turisti e dimora di artisti in cerca d’ispirazione. Le Florida Keys sono la porzione emergente di un’antica barriera corallina, l’unica ancora vivente nel Nord America e, per questa circostanza, protetta come Parco Nazionale Marino. La barriera s’incunea fra l’Oceano Atlantico ed il Golfo del Messico, definendo parte della Baia della Florida per una superficie di 356 km² che ospita circa 80.000 abitanti, un terzo dei quali vive a Key West. 45 delle isole-keys sono collegate fra loro dalle 127 miglia della Overseas Highway, la famosa Route 1 celebrata da tanti film che, partendo proprio da Key West, attraversa tutta la East
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ITINERARI DI
Coast degli Stati Uniti e termina al confine con il Canada. Il tratto delle Keys è percorso ogni anno da migliaia di turisti di tutto il mondo, attratti dalle bellezze naturali delle isole, ma anche delle tantissime attività che vi
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si svolgono, adatte a qualsiasi età. Ogni isola ha la sua particolarità. Key Largo, la prima che s’incontra partendo da Miami verso sud, è famosa per le sensazionali immersioni che offre il suo John Pennekamp Coral Reef State Park. La celebrata Islamorada è nota per la pesca sportiva, ma anche per le sue gallerie d’arte e i negozietti di artigianato tipico. Marathon, a circa metà dell’arcipelago, è più adatta a famiglie con bambini. Ospita, infatti, un motivo di sicuro interesse pedagogico per i più piccoli, il centro di ricerca sulle tartarughe e i delfini, con i quali si può addirittura fare il bagno. Per i genitori, il piacere del jog-
ITINERARI DI ging sul vecchio Seven Miles Bridge, ora sostituito da un nuovo ponte per il traffico automobilistico. Oltre il ponte, le Lower Keys dove si trova il Bahia Honda State Park, la cui spiaggia è considerata tra le prime dieci degli Stati Uniti. In tale novero, anche la spiaggia di Looe Key, teatro del popolare Festival della Musica Sottomarina che ha luogo ogni anno a luglio. Ma la regina di tutte le isole e meta definitiva di chiunque percorra la Overseas Highway è Key West. Ci arrivi e, prima ancora d’inoltrarti fra le sue stradine ed i suoi locali dove, invariabilmente, si fa musica, ti colpisce la pittoresca architettura delle vecchie case in legno, in buona parte costruite con il legno ricavato dal recupero delle navi naufragate nei
dintorni o affondate dai pirati. Prima fra tutte, l’Atocha, un antico galeone spagnolo scoperto in fondo al mare al largo dell’isola. Il suo legno non è stato usato per costruire case, ma ha offerto lo stesso un importante contributo all’economia ed al benessere
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ITINERARI DI
locale, visto che conteneva oltre 400 milioni di dollari in oro e argento. Dal tramonto, Key West ti si presenta nel
Mallory Square, la piazza principale affacciata sul mare, si anima di musica e di gent e che vuole divertirsi,
pieno di quella sfrenata vita mondana per la quale è rinomata da giovani e meno giovani, al punto che le principali linee di crociere nei Caraibi la eleggono come meta indiscutibile.
e così i molti locali e bar del centro. “Sloppy Joe’s”, il bar preferito da Hemingway, è ancora una destinazione molto popolare. Da sempre Key West ospita una ricca
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ITINERARI DI comunità artistica e numerose gallerie d’arte in cui vengono esposte opere e oggetti di artigianato. Molti nomi famosi dell’arte, della cultura e perfino della politica americana hanno soggiornato qui, dal drammaturgo Tennessee Williams, al naturalista John James Audubon, al pittore Winslow Homer, al presidente Harry S. Truman. Ma il cittadino più commemorato dall’isola è certamente Ernest Hemingway, la cui casa, insieme a quella di Truman, la “Little White House”, è addirittura un museo aperto al pubblico. A lui è dedicato ogni anno il 21 luglio, la data del suo compleanno, che si festeggia con un festival culturale. Hemingway visse a Key West a più riprese, a cominciare dal 1927 quando sposò in seconde nozze Pauline Pfeiffer, una redattrice di moda di Vogue, che da quel momento diventerà una presenza costante nella sua vita. Qui cominciò anche a scrivere il suo capolavoro “A Farewell to Arms” (Addio alle Armi), divenuto poi film famoso con Gary Cooper. Dopo vari viaggi, ci ritornò nel 1931
per apprendere che Pauline era incinta ma, insofferente della vita familiare e bisognoso di continue nuove avventure, se ne partì di nuovo alla volta della Spagna, a coltivare la sua passione per le corride e per le belle donne. Lì, infatti, ebbe una lunga relazione con Jane Mason, moglie di un funzionario della Pan American, che terminerà con il tentato suicidio della donna. A Key West Hemingway ci tornerà ancora, alternando quell’isola a Cuba, a rincorrere fino al suicidio l’indole stoica con la quale forgiava anche i suoi protagonisti. Un’indole incline a mostrare grace under pressure (grazia sotto pressione), finché la pressione della vita non avrà il sopravvento sulla grazia e sulla “perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.” Quella grazia che ancor oggi ispira il poetico paesaggio di Key West. Ulisse
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STILI DI VITA
C'era una volta alla P&G Quando si poteva scegliere il lavoro
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uando, cinquanta anni fa esatti, dovetti scegliere un lavoro, mi ritrovai con tre alternative immediatamente disponibili. Avevo tirato negli studi. Sempre promosso a giugno alle medie e al liceo, università di legge in quattro anni, servizio militare nell’aeronautica a seguire. Unica concessione al tempo, la rafferma di tre mesi per specializzarmi in
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controllo della circolazione aerea. La posizione offriva un allettante corso d’inglese a tempo pieno di nove mesi presso l’Istituto Shenker di Roma, per giunta pagato dal mio stipendio di sottotenente. Appena compiuti venticinque anni ed in procinto di lasciare la naia ero, quindi, nella condizione di cercarmi un lavoro, con buone prospettive di trovarlo subito. Una scorsa alle inserzioni sul Corriere
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STILI DI VITA della Sera un mese prima dell’addio alle armi, una decina di CV inviati ed ecco le tre proposte di lavoro. Una della Lever, a Milano, una dell’Alitalia, a Roma, la terza di una misteriosa Procter & Gamble, sempre a Roma. Scartata la prima per motivi logistici imposti dalla mia ragazza, poi moglie. Scartata la seconda, su pressione della stessa ragazza, perché imperniata sul troppo rischioso compito di selezionare le hostess della nostra, all’epoca, glamorous compagnia di bandiera. Rimaneva la proposta P&G ed optai per quella, inorridendo i miei genitori per lo spreco di una laurea che avevano sempre pensato destinata alla magistratura. La quale P&G, come scoprii dopo, era comunemente chiamata la Camay dagli abitanti di Pomezia, dov’era lo stabilimento di produzione, per la difficoltà di pronunciare un nome così insolito al lessico campagnolo del paese. In realtà, la saponetta Camay, venduta allora con successo dall’azienda, non si produceva nemmeno a Pomezia, ma al nord. Fu la particolarità dell’intervista a decidermi da subito per P&G, caso mai avessi superato
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la selezione. Mi misero davanti un book con 400 test, rigorosamente in inglese, ai quali dovevo rispondere al massimo in due ore. Superata con successo l’allora inedita prova, seguì un colloquio personale durante il quale la mia aristocratica pronuncia british acquisita allo Shenker riscontrò qualche incomprensione con quella yankee del mio intervistatore CMF (Conner M. Fay). Per quel complesso d’inferiorità che gli americani hanno per i loro ex colonizzatori quello, forse, fu un elemento decisivo a mio favore. Fatto sta che nell’arco di 24 ore mi ritrovai assunto dalla Procter & Gamble, pardon dalla Camay. Il mio primo giorno di lavoro a Via Chopin 35, zona EUR a Roma, fu lontanissimo dall’idea che mi ero fatto sull’impiego in un ufficio. Dopo un rapido giro di benvenuto, mi ritrovai rapidamente seduto ad una scrivania, faccia al muro per evitare distrazioni. L’open space dove risiedevo era enorme e rumoroso. Ci vociavano una ventina di Assistant Brand Manager come me e ci scoppiettavano altrettante calcolatrici Olivetti Divisumma. Un esercizio di yoga trovare la
STILI DI VITA concentrazione in un tale ambiente. Agli angoli dello stanzone, i box in legno ad altezza toilette militare dove avevano il privilegio di una minima riservatezza i BM (Brand Manager), cioè coloro che gestivano il marketing dei singoli prodotti. Lungo il corridoio che conduceva al nostro stanzone, gli uffici, questa volta in muratura, degli ABPM (Associate Brand Promotion Manager). Loro gestivano un gruppo di prodotti e rispondevano direttamente al capo della struttura, l’AM (Advertising Manager). In una stanza separata, le segretarie, un mestiere oggi scomparso. Impiegavano l’80% del loro tempo a battere e ribattere documenti in inglese che partivano da 4 pagine per essere ridotti a 2, poi a 1, poi a mezza. Obiettivo dell’esercizio: sintesi per risparmiare tempo al lettore, carta, spazio all’archivio. Per sei mesi scelsi i premi da mettere dentro il detersivo per bucato Tide, un’icona dell’epoca. Liste di nanetti in plastica, palline e altri gadget alla Mc Donald’s che l’Uffico Acquisti comprava e lo stabilimento di Pomezia metteva dentro le scatole. Poi otto mesi ad imparare come ragionano i
commercianti, facendo il venditore di zona dell’Exportex, la società allora concessionaria di vendita della P&G. Poi di nuovo in ufficio a studiare campagne pubblicitarie e promozionali con le multinazionali della comunicazione al servizio di P&G. Poi altre esperienze per salire man mano a responsabilità superiori con J&J (Johnson & Johnson), BMS (Bristol Myers Squibb). Infine, con MTA (Make Tailored Advertising), la società di consulenza marketing che mi sentii di creare per arrivare a quel supremo timone che non riesci mai a vedere in una multinazionale, anche se lo cerchi dal vertice. Con un concetto ormai ben saldo in mente: il lavoro mobilita l’uomo. Qualcosa in più di “nobilita”. Qualcosa che ha a che fare con la voglia di sperimentare, d’innovare, di rischiare, di crescere fino alla fine. Qualcosa che mi ha certamente appagato più di quanto avrebbe fatto il cammino lento e garantito in magistratura. Tiffany
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RECEPTION
Il turismo all’aria aperta
Un settore che tiene 16
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e indicazioni che emergono dalle prenotazioni e dalle presenze nei mesi di maggio e di giugno fanno prevedere per l’open air una stagione turistica sostanzialmente stazionaria, con una leggera crescita dal punto di vista degli arrivi, che potrebbero raggiungere i 10 milioni di unità (40% dei quali stranieri), mentre potrebbe registrarsi un leggero calo in ordine alle presenze. Nella stagione scorsa erano stati totalizzati 9.459.000 arrivi, circa 3.800.000 dei quali stranieri, per circa 70 milioni di presenze. Il 2013 dovrebbe confermare queste cifre con una variazione di ±2% non meglio rilevabile allo stato delle cose. FAITA FederCamping attraverso le Associazioni regionali federate ha registrato l’indicazione di una sostanziale tenuta dell’incoming dall’estero e di una flessione contenuta del mercato interno. Va tuttavia considerato che il periodo in osservazione è stato caratterizzato da un diffuso maltempo che ha condizionato l’arrivo di molti degli ospiti nei mesi di inizio stagione. Se si dovesse ripro-
porre lo scenario dell’anno passato si potrebbe sperare in un recupero anche marcato. L’analisi ha, altresì, evidenziato come sia il mercato interno a soffrire maggiormente con un tendenziale –2% di arrivi ed un più contenuto minor numero di presenze. Prezzi in generale invariati e contrazione dei consumi di prodotti e servizi aggiuntivi fanno prevedere un calo dei fatturati nell’ordine del 3%. Circa la scelta della modalità di soggiorno all’interno delle strutture open air si conferma la tendenza consolidata in questi anni, con una prevalenza di soggiorni in bungalow e case mobili (40% delle presenze) e la lieve crescita di ospiti con veicoli ricreazionali (camper e roulotte: 35% delle presenze). Ancora in calo la quota di ospiti in tenda e dei così detti “stanziali”, coloro, cioè, che si stabiliscono in campeggi vicini alle città per più mesi (meno del 25% delle presenze). Naturalmente la situazione differisce regione per regione con una caratterizzazione che vede le regioni del nord in minore difficoltà (in parentesi la percentuale sulle presenze nazionali realizzata lo scorso anno dalla regione):
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RECEPTION Nord • Veneto (25%): si prevede una crescita di arrivi e presenze per lo più dall’estero; • Emilia (9%): situazione stazionaria o in lieve crescita; • Piemonte (3%): in calo nell’ordine del 2%; • Valle d’Aosta: in crescita, ma condizionata dalle condizioni meteo di inizio stagione; • Liguria (3%): in lieve calo la riviera di levante per la flessione di ospiti “stanziali”. Migliore la situazione sulla riviera di ponente per l’incoming dalla Francia.
Centro • Toscana (13%): più o meno 1% con lieve crescita degli arrivi dall’estero; • Lazio (4%): in crescita l’area metropolitana di Roma, in flessione il litorale sud, stazionaria la situazione sui laghi e sul litorale nord; • Marche (5%): situazione stazionaria. In lieve calo l’estero e in legge-
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ro aumento il mercato nazionale; • Abruzzo (2,5%): arrivi e presenze in crescita intorno al 3%.
Sud ed isole • Campania (5,5): in calo arrivi e presenze; • Sardegna (4%): in recupero rispetto al 2012. Nessuna previsione è attualmente disponibile per Puglia (5%), Basilicata, Calabria (2%), Sicilia (2%), Trentino Alto Adige (4%). Il settore dell’open air è particolarmente dinamico, tenta di contrastare la crisi ampliando l’offerta attraverso maggiori servizi e coniugando comfort e contatto con la natura. Chaperon
HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di piÚ per ragioni etiche ma anche economiche. 2,76 m
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ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE
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RECEPTION
Village for all – V4A® Il Marchio Qualità Internazionale dell’Ospitalità Accessibile
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uesto è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto difficile per turisti con bisogni specifici o disabilità, trovare informazioni affidabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze. V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel, un Agriturismo, un Campeggio, uno Stabilimento Balneare, un Museo, ecc… dove troveranno una Ospitalità Accessibile, una Ospitalità per tutti! Le strutture che si fregiano del Marchio V4A®
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sono state visitate dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®. Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili. Ulteriori informazioni sul sito www.villageforall.net
RECEPTION
I campeggi preferiti di Trento Aosta
CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)
Trieste
Milano
Venezia
VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)
Torino Genova
PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)
Bologna
VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)
Firenze Ancona
VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)
VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)
VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)
Perugia
CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)
CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)
CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)
Roma
VILLAGE HOTEL GREEN ASSISI Assisi (PG)
Campobasso
CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)
CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIA Tuoro sul Trasimeno (PG)
VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)
Bari
Napoli
CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)
Potenza
CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma
CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)
L’Aquila
Cagliari
VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)
Catanzaro
CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT) GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)
Palermo
VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITO Caprioli - Pisciotta (SA)
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Sipac RECEPTION
il salone dell’open air
Accordo esclusivo con FAITA FederCamping
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l settore dell’open air (camping, residence, villaggi turistici, spazi verdi) è in costante sviluppo da dieci anni in tutta Italia grazie all’evoluzione delle strutture. Il camping è ormai divenuto una piccola “città”, non di rado con qualche migliaio di abitanti, all’interno della quale troviamo negozi di ge-
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neri alimentari, giocattoli, attrezzature per sport e divertimento, sanitari, ecc. Che vanno ad aggiungersi agli immancabili bar, ristoranti, pizzerie, discoteche, piscine, impianti sportivi e ricreativi di ogni genere. Nel-
RECEPTION le strutture meglio attrezzate, oggi è addirittura possibile trovare centri di bellezza con sauna, bagno turco, idromassaggio. La figura fondamentale e di riferimento per le aziende turistico-ricettive all’aria aperta, raggruppando quasi la totalità delle circa 2.500 strutture, è FAITA (Federazione delle Associazioni Italiane Turistico-ricettive dell’Aria aperta) che è attiva ed opera da più di 50 anni. Il compito di FAITA è quello di fornire agli associati servizi utili alla ge-
stione ed allo
sviluppo delle loro imprese. In questa ottica è nato l’accordo con la società francese Code Events per una partnership esclusiva riguardo al SIPAC, il Salone Internazionale e Professionale di Attrezzature per Campeggio. La Code Events è la stessa società che organizza il Salon Sett di Montpellier, il più grande salone europeo interamente ed esclusivamente dedicato al turismo all’aria aperta, giunto alla sua 34a edizione e frequentato da oltre 500 aziende del settore. Dando, ovviamente, tempo al tempo, la nuova partnership esclusiva con FAITA si propone di raggiungere risultati paragonabili in quello che è il secondo merca-
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RECEPTION
to dell’open air dopo la Francia, e cioè l’Italia. Con questo proposito, il SIPAC
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2013 si duplica per meglio rispondere alle esigenze delle aziende espositrici. Infatti, dopo la seconda edizione di febbraio scorso, il salone anticipa la terza al 20 e 21 novembre di questo stesso anno per allinearsi con una data più idonea ad una rassegna che deve presentare le novità relative alla stagione successiva, dando il tempo necessario alle aziende produttrici per soddisfare le richieste prima del suo inizio. La sede del SIPAC rimarrà quella della Fiera di Padova, una località molto vicina sia al core business del turismo all’aria aperta italiano, che vede nel triangolo Veneto-Laghi-Romagna la sua punta di diamante, sia a paesi limitrofi come Croazia, Slovenia, Svizzera
RECEPTION altamente interessati al comparto. Ma il programma, soprattutto quello professionale dedicato ai professionisti del settore, verrà potenziato per assicurare la loro massima presenza. Ed i buoni motivi per partecipare non mancheranno. Alle aziende produttrici di beni e servizi per l’open air verrà offerta la possibilità di: • Aumentare considerevolmente i clienti e la cifra d’affari. • Incontrare nuovi potenziali clienti italiani e stranieri della zona adriatica. • Guadagnare tempo e denaro incontrando i clienti, nuovi e potenziali, in un periodo di soli 2 giorni. Per avere lo stesso risultato ci vorrebbero mesi. • Mostrare la volontà di investire all’interno del proprio settore. • Presentare le ultime innovazioni e novità. • Lavorare in un ambiente convi-
viale e professionale. • Approfittare della crescita esponenziale del settore. • Ottenere un grande ritorno d’immagine a livello nazionale ed internazionale. Allo stesso tempo, i titolari di campeggio e gli addetti ai lavori avranno l’opportunità di aggiornarsi con un solo colpo d’occhio sulle novità ed i suggerimenti del settore. In aggiunta, il programma professionale offerto da FAITA darà loro un ulteriore spunto per continuare a qualificare le strutture secondo la domanda e per operare sul mercato in linea con gli ultimi trend o, meglio ancora, con quelli futuribili. Chaperon
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RECEPTION
c mping-elite.com
Successo del nuovo sito per gli amanti dell’open air
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’ operativo da tre mesi il nuovo sito www.camping-elite.it il cui obiettivo è quello di aiutare la scelta della propria vacanza all’aria aperta, facilitando la ricerca della località e del camping attraverso una serie di facili clic. I siti internet che trattano di viaggio o di vacanza in genere sono ormai una quantità e non è facile orientarsi nel ginepraio delle loro pagine ed immagini. La difficoltà riguarda anche chi si orienta verso quella forma di turismo sempre più emergente che è la vacanza all’aria aperta o, detta in termini tradizionali, il campeggio. Sempre più persone si avvicinano a questa formula, sollecitate dalle nuove modalità residenziali che hanno trasformato il camping da vacanza naif a contatto con la rude terra in una forma di turismo confortevole e stimolante come e più di quella offerta da un buon hotel a tre o quattro stelle. E, cosa non trascurabile di
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questi tempi, ad un prezzo altamente competitivo! Ecco, quindi, il nuovo sito Camping Elite® che offre tre vantaggi fondamentali a chi sta cercando un campeggio per la propria vacanza: 1. una selezione facile e comparata di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta; 2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la scheda permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri; 3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.
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PER VISITARE IL SITO, CLICCA SU
www. camping-elite .com
e... buona vacanza! 27
A GUSTO MIO
Ci facciamo un Il rito intramontabile di aperitivi e cocktail LA
RITIVO
DELL’APE A R U T L U C
Dal latino “aperire”, cioè aprire, la cultura dell’aperitivo risale all’antichità, quando molti popoli facevano precedere la cena da una bevanda aromatica per stuzzicare l’appetito. Con il tempo, alla bevanda si sono aggiunte svariate forme di “appetizers”, fino a divenire un rito, soprattutto nelle grandi città italiane del Nord. Qui, verso sera, ci si ritrova nei locali alla moda e nelle piazze per sorseggiare cocktail, accompagnati spesso da stuzzichini che sostituiscono la cena. Un’occasione di socialità tra amici o anche per nuovi incontri.
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po a or s picc nar la c olo b e di a lebre ra verd ncia a e tini. tipica Ti naz pich ioni frag d ole
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ape?
LE
OR
A GUSTO MIO IGI
NI In in DE g vari lese L o s CO coc pinta ignifica da ktai “c CK r l pag ine . Già a icordar oda de va c ll’ini ei di u l ga TA z m n o coo cktail giorn io del ix pe llo”, co IL l l sua , infusi una be ale am ’Ottoce r crear sì e e ne, origine di erbe vanda ricano nto, su i p sec robab , dunqu , acqu compo si defi lle i o a n s In alcu lo. In lmente e, pare e zuc ta da iu n que a sso ni g sto britann sia an chero. lno m cockt r a n i g di b L p re, a anca ail rand eriodo ca, e ris losass a d r p e oal n alco boc arom le de erfett lici c ascono e al XIX con atiz cora o ome anc cilie e. Le zare e zion non h i i gina , più l t d M a e artin e a se usa lvolta stin , ma a te i. c a de onda d anche sono a offrir te e s l he d i drink ei mix, e fettin icuram un ONG? L R O e mol s e T ei c egu nte di l t SHOR di f cette i r rutt ocktail o secc iti da u imone i a fr hi c più na o o ee aia d cocktail, i l g e o mi- ne di ELananas,sca e coestivi, leme il Maliva e une overol o c i l z a a a r r e d T a ET melone elorata cocombi- rprep ndividuar ttutto è ng drink. a l per sibile i a sopra t dai lo ocktail, m pes D TR ca. e pos gorie, m gli shor uei c eciso, è A q o e e LL IZ cat tinguer rientran attere d arr s u E Z so di efinizione l e dal ca o e con g D A i ma d i 50-60 m a ghiacc k si EC T i r p Nella me entro rviti senz long drin ktail OR I e c lu r di vo engono s ziale. Pe quei co icchieri, A , Z che v ne essen , invece apienti b succhi ION nizio n- dono erviti in c i mix tra nto I s d inte che, rodotto vari e ta p il ici sono tta, alcol . di fru i a c c i o gh
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PASSIONI
Piccola storia dell’auto
Il marchio FORD “Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece starnazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina”. Henry Ford (1863 – 1947)
C Henry Ford 30
ontinua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo alla ottava puntata, avendo trattato nella prima della introduzione generale a questa innovazione che ha cambiato il mondo. Poi, specificamente e via via in ordine alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroën, DAF, Fiat. Ripetiamo ancora, per chi fosse alla prima lettura, che prota-
PASSIONI
gonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più che il dettaglio dei suoi elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Il marchio del quale trattiamo oggi, dunque, è quello della FORD,
fondata da Henry Ford nel 1903 a Dearborn nel Michigan. L’iniziatore di una delle imprese industriali più grandi, famose e longeve al mondo fu un pioniere attento non soltanto agli aspetti tecnici del suo prodotto, ma anche a quelli del marketing e della comunicazione, indispensabili per il successo commerciale. Fu, anche e necessariamente per il successo che ha avuto, un uomo molto curioso ed attento alle novità, tanto che fra i suoi celebri aforismi ce n’è un altro che dice: “Chiunque smetta d’imparare è vecchio, che abbia 20 o ottanta anni. Chiunque continui ad imparare resterà giovane. La più grande cosa nella vita è mantenere la propria mente giovane”. Tuttavia, in tema di creazione e conferma del marchio, Ford fu estremamente tradizionale e
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PASSIONI
conservatore, conscio che queste qualità sono requisiti fondamentali per la carta d’identità del prodotto. Infatti il marchio FORD, nato nel 1903 come intestazione della carta da lettere di Henry, fu poi trasferito alle prime auto
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prodotte dall’azienda in tutta la sua semplicità: la scritta Ford in bianco sullo sfondo di una ellisse blu, a riecheggiare i colori della bandiera americana. E così è rimasto nel tempo, seppur con piccoli re-styling. A parte il tradizionalismo legato al marchio - da leggere, in questo caso, come nazionalismo - lo spirito innovativo di Henry Ford si manifestò sin dall’inizio della sua intrapresa. La Ford fu la prima azienda automobilistica ad adottare la catena di montaggio ed il nastro trasportatore, innovazioni che cambiarono la filosofia industriale del settore e che furono poi adottate dagli altri produttori automobilistici e tuttora usate. L’innovazione venne addirittura universalmente riconosciuta come “fordismo”. Le autovetture sono il prodotto principale del gruppo ma, nei suoi 110 anni di storia, la Ford ha di-
PASSIONI latato il proprio know-how ad altri settori affini, come quello degli autocarri (dal 1908), autobus (soprattutto negli anni ’80 e ’90), trattori (dal 1907), aerei (dal 1925 al 33 e poi durante il periodo della II guerra mondiale quando, in collaborazione con la Consolidated Aircraft Corporation, costruì i famosi e decisivi Boeing B17, detti Fortezze Volanti). Ad oggi FORD ha prodotto all’incirca 170 modelli di auto, alcuni dei quali hanno attraversato più generazioni, come la Ford Fiesta. Inoltre ha, di volta in volta, rastrellato sul mercato altri marchi automobilistici di grande importanza, come Land Rover, Jaguar, Aston Martin, Volvo, Mazda (per il 33%). Da non dimenticare l’impegno di Ford nelle competizioni automobilistiche più importanti: F1, Indycar, Nascar, Rally, Gran Turismo, Formula Ford, prototipi.
Perché, secondo un altro degli aforismi di Henry Ford: “C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”. Leonardo
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SALUTE & BENESSERE
QUANDO LA DIETA PAGA IL CANONE attaccato un po’ da tutti (non è tutto rose e tofu nel mondo dei nutrizionisti). Iniziamo dicendo che la foto è costruita ad arte. La ragazza di sinistra è bianchiccia, con una postura statica e poco accattivante, quasi da pubblicazione medica. La ragaz-
Q
za di destra sembra J-Lo! Abbronza-
ualche giorno fa ho trovato
ta, capelli al vento. Insomma, la
un’immagine su Facebook in cui
vittoria può sembrare scontata. Il
vengono messi a confronto due
problema è che immagini come
tipi di fisico diversi, ma con lo stesso peso
questa contribuiscono a cristal-
sulla bilancia e ho pensato a quanto il ca-
lizzare un filtro sociale piuttosto
none di bellezza influenzi la vita di tutti i
nocivo, cioè che dobbiamo TUTTI
giorni. Analizziamola da bravi osservatori
tendere ad avere un corpo da co-
del tessuto sociale. A sinistra si vede una
pertina. Va bene incentivare il be-
ragazza dalle curve morbide e a destra,
nessere e una sana attività fisica, ma
invece, ce n’è un’altra con il fisico tonico
essere schiavi dei canoni di bellezza può
(bellezza canonica di questo periodo). Il
portare solo ad essere insoddisfatti di noi
tema dei commenti era che la ragazza di
stessi. E’ risaputo che questi canoni sono
sinistra mangiava male, non era in salute o
transitori e che dipendono molto dal mo-
addirittura non stava bene con se stessa.
mento storico, economico e sociale. Nel
Quando ho provato a commentare, por-
secondo dopoguerra, ad esempio, anda-
tando un punto di vista diverso, sono stato
va di moda il fisico robusto per gli uomi-
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SALUTE & BENESSERE ni e dalle forme generose per le donne. Il
schio cardio-vascolare elevato. Ma, guar-
modello filiforme di oggi, a volte, ha por-
dando l’immagine “incriminata”, è piutto-
tato a forme di anoressia e bulimia secon-
sto chiaro che siamo ben lontani da tutto
darie o ad essere ossessionati dal fisico
questo. Qui non si parla più di salute o di
scolpito (vigoressia). Quando vediamo di
avere uno stile di vita sano. Qui entriamo
aver messo qualche chilo in più non fac-
nel campo minato del narcisismo, della
ciamoci prendere dal panico: esistono dei
schiavitù dell’immagine. Non è che dalla
parametri precisi che ci indicano quando
naturale spinta al benessere abbiamo fat-
dobbiamo occuparci del nostro peso for-
to tutto il giro per arrivare alla ricerca af-
ma e quando invece faremmo bene ad
fannosa della perfezione fisica come mez-
occuparci della nostra autostima. Ve lo
zo per crearci una personalità? “I want a
dico subito: non è detto che la bilancia
perfect body, i want a perfect soul”, di-
sia uno di questi parametri. La bilancia va
cevano i RadioHead. Nonostante siamo
smitizzata, le diamo troppa importanza. In
tutti (me compreso) in ansia per le sfilate
fin dei conti, misura
in costume, voglio chiudere lanciando un
solo il peso, non la
messaggio: è naturale prendersi cura del
nostra avvenenza.
proprio corpo e anche della propria imma-
Tutti quanti ormai sappiamo che l’obesità
gine, ma non facciamolo diventare acca-
è una condizione assolutamente negati-
nimento terapeutico, altrimenti rischiamo
va e che può generare molteplici compli-
l’eutanasia della stima che abbiamo di
cazioni anche molto serie (ipertensione,
noi stessi. Siamo tutti diversi, siamo tutti
diabete, problemi cardiovascolari, dislipi-
uguali.
demie) e, quindi, abbassare notevolmente l’aspettativa di vita. Anche condizioni di sovrappeso possono portare problemi, a seconda della distribuzione del grasso viscerale. Ad esempio, una circonferenza vita superiore a 88 cm per le donne e a 100 cm per gli uomini è un indice di ri-
Dott. Luca Di Russo Biologo nutrizionista Life coach nutrizionale 328 3769181 - www.nutriblog.it dottlucadirusso@nutriblog.it nutriblog su Facebook
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SFIDE & SPORT
Q UE LLA S F E RA che fa più giri della terra
I
l gioco preferito dall’uomo soffre di due divertenti anomalie: è praticato prevalentemente con i piedi, e non con le mani, come sarebbe più naturale e comodo, e con un solido, la sfera, bello da vedere ma scomodo da gestire per via di quella sua tendenza a rotolare da tutte le parti. Ci riferiamo al gioco del calcio inteso nel termine inglese di “football” che, come sappiamo, non è lo stesso usato dagli americani che chiamano “soccer” il calcio. Per loro, infatti, il football è qualcosa di più vicino al rugby, sia per l’uso combinato di mani e piedi, sia per la maschia gagliardia con la quale i giocatori si affrontano. Certo, a pensarci bene, per l’uomo sarebbe stato più facile popolarizzare la pallamano. Si gioca, comunque, con una palla ed ha lo
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stesso obiettivo del calcio: portare l’attrezzo di gioco dentro la porta avversaria. Ma, evidentemente, le cose facili non piacciono all’umanità perché non sono epiche, non creano il mito che, nel calcio, è dato dal campione nel quale la folla si riconosce e si esalta. Senza tema di smentita, il gioco del calcio è lo sport più praticato al mondo. Press’a poco, lo giocano o l’hanno giocato tre miliardi dei maschi oggi viventi. E, sospinto dall’eco dei media, anche un numero crescente di donne. Negli Stati Uniti, ad esempio, nonostante la storia ed il fascino economico dei tre sport maggiori a stelle e strisce (football, baseball e basket), il soccer è attualmente lo sport più frequentato nei college, sia a livello maschile che femminile. La storia ufficiale del pallone da
SFIDE & SPORT calcio comincia nel 1863, quando la inglese Football Association stabilisce le sue prime specifiche. Le revisiona, poi, nel 1872 e, da allora, esse rimangono essenzialmente immutate. È cambiato nel tempo soltanto il materiale con il quale il pallone è fatto, prima il cuoio, ora la plastica, seppure di altissima tecnologia. La Regola 2 del calcio stabilisce che il pallone sia una sfera riempita d’aria, con una circonferenza compresa tra 68 e 70 centimetri (27-28 pollici) ed un peso compreso tra 410 e 450 grammi (14-16 once), gonfiata ad una pressione compresa tra 0,6 e 1,1 atmosfere al livello del mare, e ricoperta da cuoio o, appunto, “altro materiale idoneo”. Chi ha qualche anno più
dei cinquanta ricorda certamente quei palloni di cuoio con la camera d’aria di gomma, che si estraeva dal guscio per ripararla e si rimetteva dentro, rigonfiandola attraverso il bocchettone. Che, poi, veniva legato e ripiegato all’interno dell’apposita fessura, faticosamente ricucita con un laccio, anch’esso di cuoio. Risultato: una sfera bitorzoluta, che ti segnava la fronte se la colpivi
dalla parte
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SFIDE & SPORT del bocchettone e che pesava un quintale quando il campo pesante impregnava il cuoio. Inizialmente il guscio del pallone da calcio era formato da 12 strisce di cuoio cucite fra loro in modo da mantenere inalterata la forma, simile a quella di un moderno pallone da pallavolo. Oggi, la maggior parte dei palloni è composta da 32 pannelli perlopiù di plastica impermeabile, dei quali 12 pentagonali e 20 esagonali. Il ché consente al pallone moderno di mantenere una forma sferica più regolare e stabile. La prima sfera di questo genere fu realizzata negli anni cinquanta da Select, in Danimarca. La configurazione divenne d’uso comune nell’Eu-
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ropa continentale negli anni sessanta e venne poi pubblicizzata a livello mondiale con Telstar, il pallone ufficiale del campionato del mondo 1970 prodotto da Adidas. Successivamente, nel 2004, Adidas produsse Roteiro, il pallone ufficiale del Campionato Europeo di Calcio di quell’anno, il primo pallone al mondo con pannelli saldati termicamente, senza cuciture. Fin dagli anni settanta, Adidas è stato il fornitore ufficiale di tutte le partite organizzate da FIFA e UEFA, compresa la Champions League. Nike, invece, è il fornitore u ff i c i a l e dei palloni della Serie A,
SFIDE & SPORT della B, della Coppa Italia e della Supercoppa italiana, oltre che della Premier League e della Primera División. Nel tempo, il pallone dei grandi eventi si è brandizzato, presentandosi al pubblico con nomi di fantasia che hanno contraddistinto la manifestazione. In particolare, il pallone dei Mondiali, che ha via via portato questi nomi. • • • • • • • • • •
1930 1934 1938 1950 1954 1958 1962 1966 1970 1974
Pelota Argentina Federale 102 E.G.A.S. Allen Allen Super Duplo T Swiss World Champion Top Star Crack Challenge Telstar Telstar Durlast
Un artificio di marketing per vendere più palloni, ma anche un modo di coltivare la fantasia dei bambini, i principali attori di quello che è lo sport più bello al mondo, coloro che da 150 anni fanno girare quella meravigliosa palla molto più di quanto faccia la terra. Olimpia • • • • • • • • •
1978 1982 1986 1990 1994 1998 2002 2006 2010
Tango Tango España Azteca Mexico Etrusco Unico Questra Tricolore Fevernova Teamgeist Jabulani
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JUNIOR CLUB Le storie di natura che raccontiamo hanno un duplice scopo: divertire i junior di casa e presentare loro, di volta in volta, una situazione che li faccia riflettere. La storia seguente parla della bellezza, ma anche dei pericoli che può far correre.
Il cardellino colorato
Storia di natura per bambini da 2 a 8 anni ardy poi, incollato il nido ad un albero, nel era un nostro caso un pino, usando la stessa uccelcolla da lui fornita, la resina. La familino nato da glia di Cardy apparteneva al genere dei poco. Viveva cardellini, uccelli molto colorati che viinsieme a vono nei territori del Mar Mediterraneo. tre fratelliOltre alle loro tinte sgargianti, i cardelni nel nido lini possono vantare un bellissimo canto, costruito dai gefatto di trilli e di gorgheggi. In questo, nitori intrecciando fili nella zona dov’era il nido di Cardy, essi sottili con materiale morbirivaleggiavano con i verdoni, meno codo, come lo sbuffo dei cardi, lorati ma ugualmente melodiosi. Cardy che a primavera si trova non vedeva l’ora di crescere, per in grande quantità. Con tre motivi. Innanzitutto, quello di grande abilità trariuscire a volare accarezzando l’amandata attraria con le sue ali. Poi, rivestirsi dei verso l’istinto, vivaci colori dei genitori. Infine, rii genitori uscire a cantare come loro. Piccolo e avevano, seminudo di penne com’era, non riusciva
C
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JUNIOR CLUB a fare nessuna di queste cose. Ma i giorni passavano e venne il momento di spiccare il primo volo insieme ai suoi fratelli e sorelle. Si misero sul bordo del nido, divenuto ormai troppo piccolo per la piccola tribù, pronti a partire. Ma l’albero era alto e, se fossero mancate le forze, c’era il rischio di fare un tonfo per terra e, magari, di finire in bocca ad un gatto. Alla fine, incitati dai gorgheggi dei genitori, si decisero. Cardy, che era il più grande dei fratelli, lasciò andar via gli altri. Poi, quando nel nido non c’era più nessuno, fece il suo primo volo entusiasmante. Si librò nell’aria battendo forte forte le ali e riuscì a raggiungere un albero lontano, fra gli applausi dei genitori e degli amici che erano venuti ad assistere all’evento. Per vestirsi di piume colorate e per gorgheggiare ci volle più tempo. E mentre i giorni passavano, Cardy fece amicizia con un altro pennuto, il verdone Verdy, anche lui un maschietto. Passavano molto tempo insieme, volando spensierati nel cielo e cercando gustosi semi e dolci frutti da mangiare. In breve, diventarono amici inseparabili. E venne il momento in cui i colori delle piume e la
voce diventarono uguali a quelle dei genitori. Erano finalmente cresciuti. A Cardy era venuta una livrea coloratissima. Verdy invece, secondo le caratteristiche del suo genere, aveva un solo colore predominante, un lucente verde scuro. La loro voce era ugualmente squillante, ma i trilli erano diversi. Nella diversità, erano entrambi bellissimi. Ma ogni “pro” ha il suo “contro”. E, così, un giorno che si stavano rilassando su di un alberello non troppo alto, un gatto notò tanto sfarzo di colori e pensò di approfittare della loro disattenzione. Si avvicinò quatto quatto per mangiarseli ma, quando fu quasi a tiro, mise il piede su un rametto secco che si ruppe. Il rumore del crac svegliò i nostri amici che, col cuore in gola, volarono via in un istante, lasciando il gatto a bocca asciutta. Tanto bastò perché Cardy e Verdy capissero che la bellezza è un dono ma può anche essere un pericolo, quando attrae i malintenzionati. Fedro
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L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro
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’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,
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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly
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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.