Anno 2013 • N. 1
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
ITINERARI DI
Firenze in un giorno RECEPTION
Sipac, il salone dell open air
SFIDE & SPORT
L immensità del grande, la maestosità del piccolo
natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata
in collaborazione con FAITA
Cari lettori, è iniziato un nuovo anno e le premesse indicano che, purtroppo, poco o nulla cambierà rispetto all’annus horribilis appena trascorso. I politici sono sempre gli stessi e così i loro modi di rapportarsi, nel costante tentativo di abbassare gli altri più che innalzare se stessi ed il pensiero sulla cosa pubblica. E così gli scandali: ogni giorno ne spunta uno più incredibile ed orribile dell’altro. Tutto ciò semina sfiducia e continua a minare anche le volontà più marmoree. Ma non c’è soluzione. Bisogna tirare avanti cercando, ognuno nel proprio orticello, quelle zolle rimaste fertili, sulle quali conviene seminare ancora. E, forti di questa convinzione, noi continuiamo a lavorare su natural mind®, giunta con successo, a giudicare dai commenti positivi dei nostri lettori, al suo quarto anno con una nuova cadenza bimestrale, la periodicità migliore in rapporto al mezzo. In questo numero, Firenze in un giorno, il valore negletto di un centesimo, una riflessione sull’immensità e perfezione dell’universo, una nuova puntata della nostra piccola storia dell’auto, le oasi del camping, una carrellata sulle spa dell’Umbria, il racconto per i junior di casa e molto altro. Buona lettura. La redazione GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU ® natural mind . PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.
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natural mind®
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
Periodico online del Club natural mind Anno 2013 • N. 1
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ITINERARI DI
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FIRENZE IN UN GIORNO L’essenza di una città straordinaria colta al volo RECEPTION • IL TURISMO OPEN AIR • • • •
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Una formula in continua crescita SIPAC, IL SALONE DELL’OPEN AIR Sul modello del Salon Sett di Montpellier FAITA HOME BY IRM LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA: Sicilia, terra calda ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: Ragusa: l’altra Sicilia
SALUTE & BENESSERE
• BENESSERE NEL CUORE
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VERDE D’ITALIA • BORGOBRUFA Il benessere come elemento trainante
JUNIOR CLUB
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I CERCATORI D’ORO DEL KLONDIKE Le avventure di Luc, Lazo e Full
E-SHOPPING
L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro
IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI
STILI DI VITA
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IL VALORE DI 1 CENTESIMO Sull’esempio di Paperon de’ Paperoni
PASSIONI
A GUSTO MIO
RICETTE SICILIANE Le sarde a beccafico
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LA PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio Citroën
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SFIDE & SPORT
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L’IMMENSITA’ DEL GRANDE La maestosità del piccolo
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ITINERARI DI
Firenze in un giorno L’essenza di una città straordinaria colta al volo "I'
“fui nato e cresciuto sovra 'l bel fiume d'Arno a la gran villa” Dante, Inferno, Canto XXIII, 9-94
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ensare di conoscere in un sol giorno una città come Firenze è chiaramente un’eresia. Tuttavia, in così poco tempo si può tentare di arrivare ad assaporarne l’essenza,
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ITINERARI DI perlomeno quella storica. Una sorta di sfida al poco tempo che abbiamo a disposizione ed al molto, moltissimo, troppo, che c’è da conoscere. Per il nostro tentativo, abbiamo scelto di condurre a Firenze delle persone che non la conoscevano. La scelta è stata determinata da tre motivi. Il primo, la centralità di Firenze nello stivale. Che ci si vada in auto, treno o aereo, a Firenze si arriva in tre ore da tutta la penisola. Il ché ne lascia altre cinque o sei per una visita sintetica, ma significativa della città. Il secondo, la dimensione del suo
centro storico. È relativamente piccolo e largamente percorribile a piedi, l’unica maniera per avere il giusto colpo d’occhio della località ed un rapporto immediatamente personale con essa. Nel caso di Firenze, c’è da aggiungere il favore di strade brevi e dirette fra un monumento e l’altro, in gran par-
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ITINERARI DI te pedonali. Il terzo motivo, l’omogeneità storica delle sue bellezze artistiche. Esse sono miracolosamente concentrate nel periodo a cavallo fra il basso medio evo ed il rinascimento, facilitando, così, la ricostruzione del percorso storico di eccellenza della città, dai comuni alla signoria. Naturalmente, nell’ipotesi di un blitz giornaliero, bisogna scartare le visite ai musei (solo per gli Uffizi ci vorrebbe una giornata) ed ai magnifici dintorni della città, rimandandoli a programmi successivi. Ma ciò non impedisce di ambire ugualmente a respirare l’aria che fu dei Medici, di Dante, dei guelfi e ghibellini, di Michelangelo. Un respiro colossale, che ha riempito il mondo. La nostra camminata comincia da Santa Maria Novella, la più bella, forse, fra le chiese fiorentine, edificata dai domenicani (Domini Canes, Segugi del Signore) fra il 1279 ed il 1357. Un equilibrio perfetto
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fra la piazza esterna, racchiusa fra il porticato dello Spedale degli Innocenti, opera di Brunelleschi (1487) e ricco dei tondi in terracotta di Andrea della Robbia, e la meravigliosa dimensione gotica delle sue alte e strette navate. All’interno della chiesa, capolavori unici: la Trinità di Masaccio, la Cappella Strozzi, affrescata da Filippino Lippi, la Cappella Tornabuoni, affrescata dal Ghirlandaio. Risalendo il centro città verso nord, in pochi minuti siamo sulla piazza dove, quasi all’improvviso, ci appare il trittico di monumenti concepito da alcuni dei più grandi geni artistici dell’umanità per rappresentare la cartolina imperitura di Firenze: il Duomo (Santa Maria del Fiore, il “mio bel San Giovanni” di Dante), con la cupola di Brunelleschi (1436), il Campanile di Giotto (1359), ed il Battistero, il più antico dei tre monumenti (XI secolo), arricchito da un capolavoro senza tempo del Ghiberti, quella porta est che Michelangelo definì del Paradiso. Per circa un’ora ammiriamo in dettaglio la quantità
ITINERARI DI indescrivibile di opere interne e l’affascinante colpo d’occhio delle decorazioni marmoree esterne dei tre monumenti, dove prevale il biancoverde. Un tentativo di ricostruirne qui, seppur brevemente, storia e valore artistico appare ingenuo e presuntuoso. Ma la visita lascia il segno. Nel frattempo, si è fatta l’ora di un ricostituente spuntino in uno dei tanti bar su Via dei Calzaiuoli. Mentre mangiamo, ci attrae, per terra, un depliant dei tre monumenti che abbiamo appena visitato. Il testo, in carattere cirillico, e la folla di stranieri che ci accompagna sin dall’inizio della nostra visita confermano l’enorme interesse che c’è nel mondo per l’arte italiana. Peccato che i nostri governi non sappiano cogliere adeguatamente le opportunità d ’ i m m a g i n e ed economiche che esso potrebbe offrire al Paese. Ancora pochi passi, una fermata ad Orsanmichele (1337), originariamente gra-
naio e poi chiesa, che a Firenze passa quasi inosservata e che in altre parti del mondo sarebbe un monumento centrale, e siamo in Piazza della Signoria, la più prestigiosa galleria d'arte al]l'aperto che il mondo conosca. Lì ci accolgono Palazzo Vecchio, fatto costruire dai Medici e ricco di quel Salone dei Cinquecento (1495), decorato dal Vasari, che costituì e costituisce tuttora il cuore della vita politica fiorentina. E la Fontana del Nettuno (1575), detto il Biancone, mai troppo amata dai fiorentini che l’accolsero con la frase: “Ammannato, Ammannato, che bel pezzo di marmo t'hai sciupato!”. E la Loggia della Signoria (1382) o dell’Orcagna, dal nome dell’architetto costruttore, che ospita, fra l’altro, le copie del Perseo di Cellini e del Ratto delle Sabine del Giambologna. Ed il David di Michelangelo, la cui copia presenz i a l’ingresso d i Palazzo Vecchio. Altri
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ITINERARI DI
dieci minuti di strada e siamo a Ponte Vecchio (1345), il ponte più antico della città e l’unico a non essere stato distrutto durante la seconda guerra mondiale per rispetto al suo valore artistico universale. Le originarie botteghe artigianali distribuite sul ponte, sopra le quali corre il Corridoio Vasariano (1565) realizzato dall’architetto fiorentino per facilitare ai Medici il passaggio fra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, sono oggi sostituite da negozi di modesta oreficeria, se non bigiotteria, il cui target sono i turisti. L’atmosfera del ponte rimane, comunque, indelebile. Ultima tirata e siamo a Santa Croce, non senza essere passati sotto quella che si ritiene sia stata la Casa di Dante,
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TPVision rinnova ed estende la gamma di TV dedicate al settore alberghiero • La nuova gamma di TV LED rappresenta l’offerta più diversificata di TV Philips dedicata al settore Hospitality • La gamma di TV Philips per il settore alberghiero include ora tre serie complete di Smart TV • La serie Philips EasySuite+, annunciata recentemente, offre caratteristiche che rispondono alle esigenze di ospedali e di strutture sanitarie • I modelli Signature sono caratterizzati da un design elegante e lineare, e sono dotati di una gamma completa di funzionalità per il settore alberghiero TPVision annuncia la nuova gamma di TV Philips dedicata al settore Hospitality, caratterizzati dal design sottile e dotati di retroilluminazione LED eco-friendly. Questa serie come le precedenti è stata sviluppata attraverso la cooperazione di un team di esperti nel settore. Questa linea di TV Philips è la più diversificata per il settore alberghiero mai realizzata, con cinque modelli differenti per rispondere alle esigenze di albergatori e strutture sanitarie. Tre di loro – la serie PrimeSuite, MediaSuite e Signature – sono Smart TV. Questi TV permettono l’accesso alle applicazioni online, tra cui YouTube e Facebook, e alla funzionalità Secure SimplyShare, che permette lo streaming di contenuti digitali, come film e immagini, dai dispositivi mobile alle TV.
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ricostruita più per dare un museo al più illustre cittadino di Firenze che per certezza storica. Santa Croce è ingiustamente conosciuta più per le tombe dei personaggi celebri lì sepolti, che per la sua veste di magnifica basilica gotica (1294). Alla sua bellezza architettonica, completata nei secoli successivi, si appaia una quantità straordinaria di opere d’arte uniche che, anche qui, potrebbero costituire la fortuna artistica di una intera nazione. Agli affreschi di Giotto si aggiungono il crocifisso del suo maestro Cimabue, un altro crocifisso di Donatello, il chiostro di Arnolfo di Cambio, la Cappella dei Pazzi di Brunelleschi (1430), decorata dai medaglioni di Luca della Robbia. E, tuttavia, San-
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ta Croce continua ad essere principalmente la sede di quelle foscoliane “urne dei forti (che) il forte animo accendono”. Ma anche in questo Firenze è unica. I forti che riposano in Santa Croce si chiamano Galileo, Ghiberti, Machiavelli, Michelangelo, oltre allo stesso Foscolo. Il nostro viaggio è compiuto. Man mano, sempre più profondamente, in sei ore abbiamo respirato la storia e l’anima di Firenze. Ai nostri ospiti rimane ancora moltissimo da aggiungere. Ma, ad ogni buon conto, abbiamo accarezzato insieme il muso del Porcellino al Mercato Nuovo (1551). La leggenda dice che chi lo fa, ritornerà. Ulisse
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STILI DI VITA
IL VALORE DI
1 centesimo
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alt Disney racconta come la fortuna di Uncle Scrooge, alias Paperon de’ Paperoni, sia nata da un centesimo di dollaro trovato o guadagnato per caso e, da allora, gelosamente custodito nel suo forziere come pilastro della sua ricchezza. Questa favola nasce, non a caso, negli Stati Uniti, il Paese più ricco al mondo, ma anche il più attento al valore della moneta. Le fortune milionarie o miliardarie non nascono dall’ultima cifra a sei zeri guadagnata, ma da quel misero cent che ha dato loro origine. L’opinione è talmente radicata che i supermarket a stelle e strisce ne hanno fatto l’icona delle loro vendite per attrarre i clienti. E così, entrando per
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comprare qualcosa, sei immediatamente attratto da un tourbillon di offerte a 99 cent su una quantità di articoli. La differenza per arrivare al dollaro pieno è di un solo cent, ma il valore attribuito a questa differenza è elevatissimo, sia in termini psicologici che in termini reali di risparmio. Si spende meno e si capitalizza quel misero, magico cent. Il cui accumulo, in certi supermarket americani, ti viene simbolicamente cambiato in preziosa carta moneta da una macchina situata dopo le casse. Questa filosofia è stata sempre estranea agli italiani e solo ora, in tempi di carestia, la si sta acquisendo. La colpa fondamentale è dei troppi zeri che
STILI DI VITA ha avuto dietro di sé la nostra moneta del recente passato, la lira. Compravamo e vendevamo a 3,4,5,6 zeri, se non di più. Ed in questa prospettiva, il centesimo era meno di nulla. Poi venne l’euro ed il governo Prodi riuscì a farsi affibbiare dall’Europa un cambio astronomico: 20 lire per un centesimo della nuova moneta. Ancor peggio, non fece nessuna forte campagna di sensibilizza z i o ne dei cittadini sul valore dell’euro e sulle prevedibili conseguenze inflazio-
nistiche del passaggio ad una moneta forte. L’effetto immediato fu un altrettanto astronomico aumento dei prezzi, specie sugli acquisti minuti. Un caffè, che prima costava al massimo mille lire, fu subito arrotondato all’euro, e così via. Oggi sono praticamente scomparse tutte le monete sotto i 10 centesimi, cioè 200 vecchie lire, e stanno scomparendo pian piano anche quel-
li. Un’autentica mazzata sul prezzo dei generi alimentari e, a caduta, su tutto il resto.
Conclusione. Cominciamo a guardare ai cent come Paperon de’ Paperoni. Non lasciamoli scomparire, ma capitalizziamoli. Cioè, stiamo anche noi attenti a come spendere meglio. Tiffany
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RECEPTION
Il turismo open air Una
formula
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in
continua
on il suo fatturato di circa 2,7 miliardi di euro ed i suoi circa 9,5 milioni di turisti per oltre 70 milioni di pernottamenti nel 2012, il mercato dell’open air italiano è oggi il 2° mercato d’Europa ed è l’unico ad essere cresciuto rispetto allo scorso anno (+3%). E’ il fiore all’occhiello dell’intero comparto turistico italiano, del quale rappresenta ormai circa il 20%. Una volta il campeggiatore veniva visto
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crescita
come il turista sfigato che partiva da casa con la tenda sul tetto della macchina e la pasta al forno già cotta all’interno dell’abitacolo per andare a dormire, lui, la moglie e i figli, a diretto contatto con la nuda e scomoda terra. Oggi, per tutta la maggior parte di campeggiatori che non amano fustigarsi, non è più così. Tralasciando chi si muove nei moderni, lussuosi camper, vere e proprie case-boutique, anche chi si avvicina per la prima volta al turismo all’aria aperta può scegliere fra una serie di accommodation in grado di soddisfare tutte le esigenze di comfort. Si va dalle tende tradizionali, rese comode e sofisticate da ingegneristiche combinazioni di
RECEPTION lettini, suppellettili e verande, alle case mobili, così chiamate per l’espediente delle ruote che rimangono attaccate al loro chassis - marchingegno necessario per evitare di chiedere la licenza edilizia – ma che superano la comodità di una buona stanza d’albergo a tre stelle, integrata con cucina e salotto per avere completa autonomia. In realtà oggi si può fare campeggio addirittura andando in treno o aereo, visto che la stragrande maggioranza di chi sceglie questo tipo di vacanza, una volta arrivato, non si muove più per tutta la settimana. Il campeggio, insomma, sta sempre più assimilando la formula del villaggio turistico dove la giornata è completamente riempita dal mare, lo sport, i giochi, l’intrattenimento serale. Con due vantaggi non da poco rispetto agli altri tipi di vacanza: prezzi più bassi ed il piede nudo sulla sabbia, apprezzato soprattutto da chi proviene dalle costrizioni della grande città. Chaperon
I n e v id e n z a Restando in tema di turismo open air in continua crescita vogliamo rendere merito a Gianfranco Vitali dell’Holiday Village Florenz come uno degli otto vincitori del ‘Premio Imprenditore 2.0 - dal Borgo al Mondo’ - La motivazione: idea di turismo accessibile e a basso impatto ambientale, che si estende anche ai fruitori disabili. Holiday Village Florenz è la dimostrazione concreta che qualità, competitività, e rispetto delle persone e dell’ambiente, sono in grado di coniugarsi portando a risultati di eccellenza.
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RECEPTION
il salone dell’oper air Sul modello del Salon Sett di Montpellier
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ppuntamento il 13 e 14 febbraio p.v. alla Fiera di Padova per il Sipac, Salone Internazionale e Professionale di Attrezzature per Campeggio. E’ la seconda edizione di quella che, nelle intenzioni degli organizzatori, ha il compito di divenire l’evento professionale di riferimento per i 2.500 titolari di campeggio italiani. Il salone, che nasce come costola dell’affermato e grandissimo Salon Sett di Montpellier, 34 edizioni con la presenza di oltre 500 aziende di settore, premia la qualità e la quantità del turismo open air
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italiano, il secondo in Europa. Una scommessa, dunque, che gli organizzatori francesi intendono fare malgrado le oscure previsioni che riguardano l’economia, in generale. In occasione del Sipac, FAITA FederCamping, la federazione che raggruppa i 2.500 campeggi italiani, terrà la propria Convention Nazionale di apertura della stagione 2013 svolgendo il tema: “Impresa camping: agenda 2013”. Relatori, il Presidente di FAITA Nazionale Dr. Maurizio Vianello, il Presidente del Sipac Dr. Philippe Quichaud ed importanti esperti delle temati-
RECEPTION
che oggetto della Convention, prima fra tutte la prevenzione incendi. Evidentemente, le agende vanno di moda. Nel caso di FAITA FederCamping, però, costituiscono un riferimento adottato da tempo per seguire il positivo sviluppo del turismo open air e per aiutare le strutture associate a comprendere pienamente l’evoluzione del mercato, adeguandosi con tempestività alle nuove, crescenti esigenze. Malgrado i problemi che comporta un avvio, la prima edizione del Sipac a febbraio 2012 è stata un successo. Circa 100 aziende del settore hanno offerto agli oltre 350 titolari di campeggio presenti una
panoramica aggiornata degli ultimi sviluppi in tema di arredamento di una moderna struttura ricettiva. La parte del leone è spettata alle case mobili, le vere star del Salone per la loro incredibile qualità e quantità d’innovazioni. Da citare soprattutto il listino di IRM, marchio francese leader in Europa che, da un anno, ha cominciato a produrre direttamente in Italia, nella nuova fabbrica di Bologna. Altro incoraggiante segno distintivo del turismo open air italiano. Nel momento in cui le aziende fuggono dall’Italia, ecco un produttore straniero che apre una fabbrica da noi.
Chaperon
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RECEPTION
FAITA Home by IRM
Tecnologia avanzata per un miglior comfort
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RECEPTION
I
n un mondo dove tutto cambia rapidamente, il camping sente la necessità di trasformarsi in quello che i francesi, leader di questo tipo di turismo in Europa, chiamano “hôtellerie en plein air”. L’albergo all’aria aperta al quale ci si riferisce è sostanzialmente una struttura reMod. Super Mercure, m. 7,50x4, n. 2 camere cettiva dove il comfort ed i servizi hanno molta più importanza e spazio di quelli che avevano per lo spartano campeggiatore del passato. Oggi il camping è in larga parte turismo familiare, appetibile non solo per il vantaggio di prezzo che offre, ma soprattutto per il rapporto che il prezzo ha con la qualità del servizio e del comfort, ormai indispensabili anche per chi ama il piede nudo nella sabbia. E Mod. Super Titania, m. 8x4, n. 3 camere le case mobili, insieme all’accreraggruppa gran parte dei circa 2.500 sciuta capacità di entertainment del campeggi italiani, ha fatto un accordo camping sul modello dei villaggi turicon il gruppo francese Benéteau per stici, rappresentano la chiave di volta la produzione nel nuovo stabilimento rispetto al passato, essendo in grado di Bologna di quattro modelli di case di offrire a tutta la famiglia spazi momobili studiati apposta per le esidernamente ottimizzati. Per questo genze del mercato italiano e, perciò, FAITA Nazionale, la Federazione che contrassegnati con il marchio “FAITA
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RECEPTION Mod. Titania, m. 8x3, n. 2 camere
case mobili. Le nuove “FAITA Home by IRM” rappresentano l’ultimo grido in fatto di tecnologia specifica, combinando materiali ecologici e duraturi con soluzioni abitative di grande comfort e praticità per la famiglia ospite. Un motivo in più a favore del turismo all’aria aperta, ormai vicino a rappresentare il 20% della formula di vacanza in Italia.
Home by IRM”. Laddove IRM rappresenta il marchio del gruppo francese leader nel mercato europeo delle Mod. Super Mercure Riviera, m. 7,50x4, n. 2 camere
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RECEPTION
RECEPTION
Le oasi del camping in Italia
Sicilia, terra calda
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RECEPTION «Sciorinarono dal campanile un fazzoletto a tre colori, suonarono le campane a stormo, e cominciarono a gridare in piazza: "Viva la libertà!". Come il mare in tempesta. La folla spumeggiava e ondeggiava davanti al casino dei galantuomini, davanti al Municipio, sugli scalini della chiesa: un mare di berrette bianche, le scuri e le falci che luccicavano» (Dalla novella “Libertà” di Giovanni Verga)
L
e parole di Verga, riferite alle violente sommosse popolari di metà ottocento generate dall’abolizione della tassa sul macinato, sedate poi da Bixio, disegnano meglio di qualsiasi altra l’umore caldo di questa isola, in perenne lotta con se stessa e con gli altri. Prima colonia greca, poi teatro delle guerre greco-puniche e romano-puniche, poi colonia-granaio di Roma, poi, dopo
la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, terra di conquista di Vandali, Ostrogoti, Bizantini, Arabi, Normanni, poi regno subordinato alla corona degli Aragona di Spagna, infine, dal 1860, parte del Regno d’Italia. E, comunque, ancora terra di scontri fra ricchi e poveri, contadini e signori, mafia e stato, nel segno di quel gattopardiano “tutto cambi, affinché niente cambi” che è nelle corde di una
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RECEPTION delle popolazioni più antiche della terra. Tanto fervore di lotta è stato nel tempo incentivato dal valore strategico dell’isola, la più grande del Mediterraneo, ponte naturale fra l’Africa e l’Europa. Ma anche dalla ricchezza alimentare prodotta dal suo clima temperato e dalla bellezza di un territorio dove convivono un vulcano alto 3.346 metri, che Pindaro definì “la colonna del cielo“, declivi e colline ideali per la coltivazione di agrumi ed olivi, un mare trasparente e caldo, ricco di pesci di ogni specie, spiagge incontaminate. Il tutto, condito di bellezze artistiche incomparabili, create ed accumulate attraverso i secoli di storia dell’isola. La Sicilia è la regione più grande d’Italia ed è fra quelle più densamente popolate, annoverando ben nove province, due delle quali, Catania e Palermo, comprese fra le dieci città più popolose d’Italia. Il suo territorio è costituito da una meravigliosa costellazione
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che all’omonima isola principale aggiunge gli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi, delle Pelagie, nonché le isole di Ustica e Pantelleria. Un territorio ad altissima attrazione turistica che, tuttavia, ha nella sua conformazione orografica, nella scarsità di spazi liberi e nella distanza dal continente i suoi limiti. E ciò si applica in particolare al turismo all’aria aperta dove la Sicilia e le isole limitrofe
RECEPTION non riescono ad essere all’altezza dei loro numeri. Infatti, a fronte di una dimensione equivalente all’8,4% del territorio italiano ed all’8,3% della popolazione, la Sicilia nel suo insieme offre soltanto 108 campeggi, il 4,1% delle strutture nazionali, e 38.000 posti letto, il 2,8% del totale. Pochi, ma buoni. Se hanno poco da offrire in termini di dimensione interna, i cam-
peggi siciliani hanno invece moltissimo da presentare in qualità esterna: spiagge bellissime, mare trasparente, folklore locale, in località che si chiamano Giardini Naxos, Agrigento, Siracusa. Per non dire Stromboli, Vulcano, Lipari, Lampedusa. Una terra calda a tutti gli effetti. Per i suoi vulcani, il suo clima, il suo mare, il temperamento dei suoi abitanti. E, non ultimo, per la sua cucina, forse la più saporita del globo. Chaperon
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RECEPTION
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ome sempre, in questa rubrica diamo spazio ai luoghi della nostra bella Italia, agli itinerari e ai percorsi che ci consentono di scoprire a poco a poco i suoi tesori. La destinazione di cui ci occupiamo in questo numero coniuga al meglio gli aspetti culturali e paesaggistici con la ricca offerta di vacanze all’aria aperta.
RAGUSA: L’ALTRA SICILIA Così Ragusa è stata spesso definita da letterati ed artisti, politici ed economisti, perchè ha rappresentato e rappresenta un modello positivo di convivenza civile e di coesione sociale che la rendono diversa, e per molti versi migliore, rispetto agli abusati clichè che connotano l’Isola nella comunicazione prevalente a livello nazionale e internazionale. È questo, forse, il principale motivo di un crescente interesse dell’opinione pubblica e dei nuovi flussi turistici per la “Terra Iblea”, e specialmente per il Capoluogo, che essendo ormai “patrimonio dell’umanità” riconosciuto dall’Unesco e “set” privilegiato da non pochi registi cinematografici contemporanei, costituisce esempio di antiche e vive tradizioni rurali (masserie e paesaggio naturale con i muri a secco, le cave e l’albero di carrubo), di archeologia greca (Museo di Kamarina) e di suggestiva architettura barocca (Chiese dell’Unesco, Palazzi nobiliari e vicoli di Ragusa Ibla) e ottocentesca (Castello di Donnafugata), di sana e diffusa imprenditoria agricola, artigianale e piccolo industriale, di gastronomia tipica (vini e cibi d’eccellenza) e folklore; ma anche di vivacità culturale, artistica e sportiva, di volontariato attivo e di convivenza pacifica e solidale fra i suoi abitanti.
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RECEPTION
I campeggi preferiti di Trento Aosta
CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)
Trieste
Milano
Venezia
VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)
Torino Genova
PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)
Bologna
VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)
Firenze Ancona
VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)
VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)
VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)
Perugia
CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)
CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)
L’Aquila
CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)
Roma
CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)
Campobasso
CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)
Bari
VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)
Napoli Potenza
CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma
CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)
Cagliari
VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)
Catanzaro
HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEA Palau (OT) CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT)
Palermo
GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)
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A GUSTO MIO
RICETTE SICILIANE Le sarde a beccafico Un gustosissimo secondo piatto di origine siciliana: il connubio di sapori che si mescolano ne fa una pietanza particolarmente saporita e ghiotta, sicuramente da provare
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ccendete il forno a 200°C, e cominciate a pulire tutte le sarde desquamandole, svuotandole delle interiora, privandole di testa e lisca, ma lasciando la coda. Lavatele, asciugatele delicatamente ed apritele a libro stando attenti a non dividere le due metà attaccate dal dorso. Mettete in una padella 4 cucchiai di olio con il pangrattato, fatelo dorare a fuoco dolce, stando attenti a non bruciarlo, poi mettetelo in una terrina. Ponete l’uvetta sultanina in ammollo in acqua calda e lasciatela rinvenire. Tritate il prezzemolo e le acciughe dissalate. Unite al pangrattato i pinoli,
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l’uvetta ben strizzata, il prezzemolo, le acciughe dissalate e tritate, lo zucchero, il sale e il pepe secondo i vostri gusti. Con un cucchiaio di legno amalgamate bene tutti gli ingredienti. Disponete questo composto sulle sarde (in modo che la pelle resti all’esterno) e arrotolatele su se stesse cominciando dalla parte della testa, cosicché la coda resti all’esterno. Ungete una teglia con dell’olio e adagiatevi le sarde ben ravvicinate, ponendo tra una e l’altra una (o mezza) foglia di alloro. Quando avrete finito di disporle nella teglia, cospargetele col pangrattato avanzato e irroratele con un composto formato da questi ingre-
A GUSTO MIO dienti rimasti: olio, succo d’arancia e zucchero. Infornate le sarde a beccafico a forno caldo per circa 20-25 minuti. Una
volta pronte lasciatele raffreddare per mezz’ora nella stessa teglia coperta e solo allora servitele in tavola. Epicuro
INGREDIENTI • • • • • • • • •
Sarde fresche 800g Pangrattato 100g Acciughe salate n. 4 Prezzemolo tritato 1 cucchiaio Pinoli 50g Uvetta 50g Arance n.1 Zucchero n. 2 cucchiaini Olio evo 4 cucchiaini (più q.b. per condire le sarde) • Alloro in foglie q.b. • Sale e pepe q.b.
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PASSIONI
Piccola storia dell’auto
Il marchio Citroën
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ontinua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo alla quinta puntata, avendo trattato nelle precedenti di Alfa Romeo, Audi, BMW e Ferrari. Per chi fosse alla prima lettura ripetiamo che protagonista della nostra storia è il marchio dell’auto, più che il motore, la linea o altri elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Un po’ come una persona, che s’identifica con un nome e con una propria, particolare ed inimi-
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tabile figura corporea. In termini moderni, questa immagine del marchio assume il nome di logo, abbreviazione anglosassone di logotype. Il logo del quale trattiamo oggi, dunque, è quello di Citroën, la casa automobilistica francese nata nel 1919 dalla trasformazione dell'industria fondata da André Citroën per produrre materiale meccanico e militare. Da allora, e per buon tratto della propria vita industriale, Citroën si è distinta per creatività ed innovazione nel settore con il proprio marchio, chiamato per la sua forma militare “double chevron”
PASSIONI
(doppio gallone). Infatti, la casa francese fu una delle prime a produrre attraverso la catena di montaggio, un sistema allora innovativo per ridurre i costi. Fu fra le prime a produrre un modello di auto, la 10HP tipo A, a carrozzeria standard, quando ancora i clienti sceglievano il tipo di carrozza da montare. Fu anche fra le prime ad aprire filiali estere per l’assemblaggio, al fine di aggirare i pesantissimi dazi doganali
dell’epoca. E questa vocazione all’innovazione di design e tecnologia, Citroën l’ha mantenuta per decenni, producendo dei veri e propri modelli cult dell’auto, come la Rosalie 8 CV capace nel 1932 di battere ogni primato di durata percorrendo oltre 300 mila chilometri alla velocità media di 93 km/ora. O la Traction Avant del 1934, un'auto assolutamente rivoluzionaria per l’epoca, con trazione anteriore, telaio monoscocca e carrozzeria aerodinamica. O, nel secondo dopoguerra, la 2CV con motore bicilindrico da 375 cc, che contribuì
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PASSIONI
a motorizzare la Francia rurale attraverso la produzione di quasi quattro milioni di esemplari fino al 1990. O la DS, presentata nel 1955, una delle auto più rivoluzionarie di tutti i tempi, con so-
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spensioni idropneumatiche ad assetto costante, servosterzo, volante monorazza, freni a disco servoassistiti, carrozzeria moderna, aerodinamica, a deformabilità programmata e, dal 1968, anche fari allo iodio orientabili. Malgrado questi successi industriali e commerciali, la vita societaria di Citroën non ha avuto uguale felicità. Svanita la propria spinta in avanti con la produzione della DS, il marchio Citroën è andato poi incontro ad un vero e proprio calvario. Sbagliato, nel 1965, l’acquisto della Panhard e della Maserati, il cui effimero scopo era quello di espandersi nel mercato delle piccole cilindrate, con la prima, ed in quello delle vetture di lusso, con la seconda, Citroën precipitò in una crisi di liquidità e di mercato che la videro tentare una fusione con la Peugeot e poi formare una nuo-
PASSIONI va holding, Citroën SA. Michelin, con l’obiettivo di vendere il 49% delle azioni alla Fiat. Ma l’operazione fallì per il nazionalismo di De Gaulle, che mal digeriva la vendita di un pezzo dell’argenteria di famiglia al parvenue italiano. Da lì, ulteriori, ingenti perdite per lo sviluppo del fantomatico motore a rotazione e, finalmente, nel 1975, l’acquisto da parte della Peugeot e la costituzione del Gruppo PSA Peugeot Citroën. E, successivamente, nel 2007, la joint venture con la giapponese Mitsubishi e l’ambizioso progetto di produrre auto completamente elettriche. Alla ricerca, ancora una volta, dell’innovazione. Leonardo
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SALUTE & BENESSERE
BENESSERE NEL CUORE Natura e gusto, i punti forti del
Consorzio Umbria Benessere
E
sploriamo l’Umbria e scopriamo la bellezza. Sì, perché il “cuore verde d’Italia”, così come viene chiamata questa regione, ha una vera e propria vocazione per il bello. Dal paesaggio naturale, prevalentemente collinare e ricco d’acqua, con boschi, pascoli e terre coltivate ad arte; al patrimonio culturale, storico e artistico, risultato degli insediamenti di civiltà antiche, del fervore mistico del Medioevo e del Cristianesimo. In questo ricco e straordinario contesto si inserisce il Consorzio Umbria Benessere – Club Vitae, un consorzio regionale che riunisce strutture ricettive interamente dedicate al benessere, frutto di una rigida selezione. Un valore aggiunto che comple-
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ta l’offerta turistica umbra. 23 perle di benessere - Residenze d’epoca, relais di charme, resort, agriturismo, country house, sporting center, hotel con beauty-farm, centro benessere e SPA. Sono 23 le strutture selezionate, tutte di altissimo livello, in grado di offrire prodotti e servizi di qualità mirati al raggiungimento del benessere a 360°. Mai troppo lontane dalle città d’arte e dai piccoli borghi medioevali che caratterizzano il paesaggio umbro. Ogni località poi esprime la sua identità anche attraverso la gastronomia, le ricette e i prodotti tipici che imbandiscono le tavole. Coccole di bellezza - Massaggi orientali e californiani, indiani e sve-
SALUTE & BENESSERE
VERDE D’ITALIA
desi, arabi e caraibici. Rituali di bellezza per lui e per lei, di coppia, per gli sposi in luna di miele, per teenager, per donne in dolce attesa e per mamme. Trattamenti antistress, anticellulite, antiacne, anti-age, antirughe. Olio e vino, miele e cioccolato, burro di karité e zucchero di canna, alghe e spezie, albicocche e agrumi, avocado, orchidea e caviale. Dai singoli trattamenti a pacchetti per uno o più giorni, le formule sono davvero tante e permettono di soddisfare qualsiasi esigenza. Fuori dalla Spa, silenzio e mondanità - C’è Perugia, adagiata su un colle dall’andamento irregolare, il cui centro storico è delineato dalle mura
etrusche. C’è il fascino ineguagliabile di Orvieto, isolata in cima a uno sperone di tufo. La magica e mistica Assisi, stretta dentro le sue mura, e Gubbio, con i suoi scorci medievali. C’è poi Spoleto incastonata come un gioiello nel verde e Todi, Città di Castello, Foligno, Spello, il Lago Trasimeno e potremmo continuare. Sono le mille facce di questa regione, posta al centro del Bel Paese, che sa offrire a ciascuno la propria vacanza ideale.
Info: Consorzio Umbria Benessere P.zza Moncada, 1 06083 Bastia Umbra (PG) tel. 075 8005434 www.umbriabenessere.eu
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SALUTE & BENESSERE
BORGOBRUFA Il BENESSERE COME ELEMENTO TRAINANTE BORGOBRUFA SPA RESORT è una splendida struttura situata su un poggio che domina a 360° uno scenario di incomparabile bellezza, da
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Perugia ad Assisi, da Spello a Foligno e Spoleto. Il Resort, per la sua posizione, tra le più belle dell’Umbria, è stato pensato e realizzato nell’assoluto rispetto e nella piena coerenza con la natura circostan-
SALUTE & BENESSERE te. Immerso tra gli oliveti ed i vigneti, di cui è ricco il territorio e che ne completano la splendida cornice. Privacy, quiete, armonia, unite a esclusività ed eleganza, sono i tratti salienti di BORGOBRUFA SPA RESORT. Tutte le camere sono state create per il massimo comfort degli ospiti e trovano la loro più alta espressione nell’IMPERIAL SUITE, vero gioiello e trionfo del relax, con piscina interna riscaldata, sauna privata, tre bagni di cui uno con vasca idro-
massaggio. Tutte le stanze sono dotate di Tv satellitare, Mediaset Premium, riscaldamento/climatizzatore autonomi, connessione Internet, minibar e cassaforte. Da non perdere le delizie ed i sapori della tavola presso il Ristorante 4 Sensi che propone una carta settimanale caratterizzata da piatti e prodotti tipici del territorio, leggeri ed equilibrati, preparati con i migliori ingredienti per appagare il gusto e la mente.
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SALUTE & BENESSERE BORGOBRUFA SPA Il Benessere è l’elemento trainante del Resort. La nuovissima BORGOBRUFA SPA è stata realizzata in uno spazio di oltre 1200 mq. Colpisce per l’eleganza degli ambienti e l’atmosfera rilassante. La sensazione è quella di immergersi in un’oasi di benessere che rigenera e riequilibra mente e corpo. ARC-EN-CIEL (Mondo delle Acque) Piscina esterna di 300mq collegata alla piscina interna, entrambe riscaldate con vista mozzafiato su Perugia, dotate di postazioni rilassamento, panche e botti idromassaggio, nuoto contro corrente, lama d'acqua per la cervicale, getti relax e idromassaggi per schiena e gambe. Piscina estiva aperta da giugno a settembre.
SALUTE & BENESSERE IL TEMPIO DELLE VOCI ( Mondo delle Saune ) Un sinuoso percorso alla scoperta del benessere totale, con Vitarium, Sauna finlandese, Fontana del Ghiaccio, Bagno Turco, la rilassante ed unica Stanza delle Stelle, Stanza del Riposo ed un rigenerante spazio Vital.
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SFIDE & SPORT
L’immensità del grande, la maestosità del piccolo “Ci sono dei momenti in cui uno si sente libero dai propri limiti ed umane imperfezioni. In quegli istanti, ci si vede lì, in un piccolo angolo di un piccolo pianeta, lo sguardo fisso di meraviglia sulla fredda bellezza, e tuttavia profonda ed emozionante, di tutto ciò che è eterno, di ciò che è inafferrabile. La vita e la morte si fondono insieme e non c’è più evoluzione, né distinzione. Non c’è che ESSERE” ALBERT EINSTEIN
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ravolti dalla quotidianità e dai problemi, specie in questo periodo, trascuriamo la nostra infinitesimale dimensione al cospetto della maestosità di quell’universo del quale siamo un minuscolo atomo. Forse, seguendo la riflessione di Einstein, in qualche momento della nostra vita è opportuno fermarci a riflettere quanto i nostri problemi possano risultare piccoli, insulsi di fronte a tanta immensità. A ciò vogliamo dedicare questo spazio che, normalmente, attribuiamo allo sport o a sfide tangibili. Al di fuori di ogni
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presuntuoso intento filosofico o morale, vogliamo confrontarci con la sfida che la vita umana svolge nel più maestoso ed ignoto contesto, l’universo e le sue straordinarie dimensioni. Il sole è una stella un milione di volte più grande della terra. Ogni secondo consuma seicento tonnellate d’idrogeno e continuerà a farlo per altri 5 miliar-
SFIDE & SPORT di di anni. Ma il nostro sistema solare è un piccolissimo granello di sabbia nelle indescrivibili dimensioni della spiaggia cosmica, dove alcune nebulose sono milioni di volte più grandi. Le nebulose sono le camere parto dell’universo. È qui che nascono le stelle, a miliardi. La sfera che racchiude l’universo oggi osservabile ha un diametro pari a 28 miliardi di anni luce (un anno luce equivale a 10 mila miliardi di km) e contiene 15 triliardi di stelle, divise in cento milioni di sistemi stellari, ciascuno dei quali, a sua volta, ricco di 150 miliardi di stelle, in media. E questa inimmaginabile dimensione aumenta giorno per giorno, man mano che progredisce la tecnica di osservazione. Dal macro-
scopico al microscopico. Il corpo umano conta 100.000 miliardi di cellule, ciascuna con una propria collocazione, funzione, età, in costante comunicazione fra di loro. Il nostro cervello è composto di 100 miliardi di cellule collegate in un network di miliardi di legami, tanti quanti ne hanno un migliaio di vie lattee. Ciò gli consente 20 milioni di calcoli, con una rapidità milioni di volte superiore a quella di un medio computer. Un fiocco di neve ha una struttura perfettamente simmetrica nella quale si compongono i suoi singoli, minuscoli cristalli di ghiaccio. Ogni pista da sci, ogni valanga riflettono miliardi di queste strutture. Così come la complessità di una foglia s’innerva in una trama di migliaia di canali, o la regolarità matematica di un cavolo produce propaggini strutturalmente omogenee. Parafrasando ancora Einstein, uno degli uomini arrivati più vicino alla comprensione delle leggi che regolano l’universo e, tuttavia, ancora lontanissimo “la sfida più forte che ha condotto l’uomo verso l’arte e la scienza è stata quello di sfuggire alla quotidianità“. Olimpia
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JUNIOR CLUB Le storie che raccontiamo hanno due scopi: divertire i junior di casa e presentare situazioni e località interessanti, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia raccontata si svolge presso il Klondike, il fiume canadese divenuto famoso alla fine del 1800 per la corsa all’oro. La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.
I cercatori d'oro del Klondike
Le avventure di Luc, Lazo e Full
I
l nuovo viaggio di Luc, Lazo (il nonno di Luc) e Full (il suo cane) si prospettava piuttosto lungo e tribolato. I genitori di Luc, entrambi scienziati, avevano analizzato nel loro laboratorio una mappa che era appartenuta a dei cercatori d’oro della fine del 1800 e certe rocce aurifere da loro scoperte. Avevano, così, determinato che in un luogo del Canada c’era una pepita d’oro enorme, del
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JUNIOR CLUB peso di un quintale, più grande della più grande mai trovata. La pepita, un pezzo d’oro quasi puro, era rimasta lì perché i cercatori non erano riusciti a portarla via, proprio a causa del suo peso, e poi non erano più potuti ritornare. Dunque, come erano soliti fare a causa degli impegni che non consentivano loro di spostarsi, i genitori di Luc
avevano incaricato il nostro trio di andare a cercare la pepita. Malgrado la mappa fosse molto dettagliata, non era facile trovarla perché era in mezzo ad un fiume, il Klondike. Partendo da Londra, dove si trovavano, dopo un viaggio interminabile durato un’intera giornata, i nostri amici arrivarono a Dawson City, nell’estremo nord del Canada. Da qui,
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JUNIOR CLUB alla fine del 1800, partivano i cercatori d’oro con il sogno di arricchirsi. E da qui erano partiti quelli che avevano disegnato la mappa, poi finita nelle mani dei genitori di Luc. Al nostro trio non fu difficile trovare un fuoristrada e tutta l’attrezzatura per la ricerca: picconi, pale, setacci ed altro. Ma, mentre caricavano questa merce sull’auto insieme al loro bagaglio ed
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alle attrezzature speciali che si portavano sempre dietro, ebbero l’impressione che un gruppetto di quattro persone li osservasse un po’ troppo attentamente. Comunque, dovevano partire e partirono. Seguendo la mappa, viaggiarono per due giorni lungo le sponde del Klondike, in mezzo a boschi interminabili e ad una meravigliosa natura, intatta e popolata di animali di ogni tipo. Finalmente, arrivarono sul posto dove la map-
JUNIOR CLUB pa indicava la pepita e lì fissarono il loro accampamento. Poi cominciarono a perlustrare il fiume avanti e indietro, finché non si accorsero di un riflesso di luce giallognolo che filtrava attraverso l’acqua, sulla riva. Si misero subito a scavare e, fortuna delle fortune, apparve subito in tutto il suo splendore la pepita. Avevano appena finito di estrarla dalla ghiaia del fiume quando, all’improvviso, dal bosco sbucarono quattro individui armati che intimarono minacciosamente di lasciare la pepita e di andarsene subito. Ma il nostro trio, forte dei sospetti nati alla partenza, si era preparato. Luc tirò una cordicella che aveva in mano e dal terreno partirono razzi e mortaretti che fecero un frastuono infernale e co-
prirono il posto di fumo. Contemporaneamente, Full cominciò un rodeo fulmineo, addentando i polsi degli aggressori storditi da tanto fracasso e fece cadere le loro armi. Infine, Lazo li prese ad uno ad uno con il suo proverbiale laccio e li legò come salami. Così, oltre alla enorme pepita, i nostri eroi caricarono sul fuoristrada anche i quattro malfattori e li consegnarono allo sceriffo di Dawson City. Un’altra avventura era finita felicemente. Fedro
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L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro
L
’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,
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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly
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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.