natural mind n. 4 2012

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Anno 2012 • N. 4

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

RECEPTION

Il secolare Lazio

PASSIONI

Piccola storia dell auto

SFIDE & SPORT

La sirena dei beluga

ITINERARI DI

Pianosa, l isola che non c è natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata

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in collaborazione con FAITA



Attenzione e costanza Caro lettore, viviamo momenti di assoluta incertezza. Quando sembra che il tempo, e non solo quello meteorologico, volga timidamente al bello, subito l’orizzonte si scurisce ed arrivano nuove nuvole. L’impressione è che questa stagione del mondo abbia dei trend così nuovi e particolari che nessuno è in grado di prevederli, né a breve né, tantomeno, a lungo termine. Prendiamola come viene, senza eccessive speranze ma nemmeno con totale rassegnazione. Alla fine, sono gli uomini che fanno le cose e non viceversa. E dove le cose sono più difficili, ci vogliono maggiore attenzione e costanza. Ciò si applica maggiormente al governo della cosa pubblica, dov’è ormai chiarissimo che le scelte fatte in passato sugli uomini sono state quanto meno superficiali e che le prossime dovranno indirizzarsi verso persone più capaci ed oneste. Nel frattempo, un po’ di relax con le letture proposte da questo numero di natural mind©. Una riflessione sulla bellissima isola di Pianosa, un’indagine sulla veneranda età dei nostri politici, tanto per restare in tema, l’inizio di una piccola storia dell’automobile, che proseguirà nei prossimi numeri, la consueta rassegna sul turismo all’aria aperta, la storiella per i più piccini ed altro. Buona lettura. La redazione GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind ®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.

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natural mind®

Econotizie per gli amanti della natura e del bello

Periodico online del Club natural mind Anno 2012 • N. 4

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ITINERARI DI

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PIANOSA, L’ISOLA CHE NON C’È Viaggio nella fantasia SALUTE & BELLEZZA THE NEW LIPSTICK GENERATION

RECEPTION

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• LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA:

Il secolare Lazio • ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: Lazio senza tempo • PORTE APERTE ALLA IRM Il 15 e 16 maggio si inaugura la nuova fabbrica di Bologna • FURGONI A METANO Fiat Professional Natural Power

SFIDE & SPORT LA SIRENA DEI BELUGA Lo sport estremo di Natalia

JUNIOR CLUB LE GROTTE DI KONDOA Le avventure di Luc, Lazo e Full

IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI

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STILI DI VITA

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TUTTI AL BANCO! Dall’aula scolastica a Montecitorio. Con preside Monti

PASSIONI

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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Fedele compagna da più di 100 anni

A GUSTO MIO

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RICETTE DAL LAZIO La tiella di Gaeta

E-SHOPPING

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L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro

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ITINERARI DI

Pianosa,

l’isola che non c’è

Viaggio nella fantasia

A

lla foce del fiume Orinoco, al largo del Venezuela, naufraga la nave dove è imbarcato Robinson Kreutznaer, detto Crusoe, figlio di un mercante tedesco. Il ragazzo, in fuga dalle aspirazioni del padre che lo vorrebbe mercante come lui, è l’unico superstite del naufragio e deve vedersela con la nuova realtà che gli si para davanti. È approdato in un’isola sconosciuta, ma il suo spirito d’avventura, la sua capacità di sopravvivenza e la sua sete d i

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novità gli consentono di colonizzarla. Lì si tratterrà per 28 anni con l’unica compagnia del pappagallo parlante “Poll” e dell’addomesticato cannibale “Venerdì”. E qui deciderà di ritornare per sempre dopo aver avuto di n u o v o


ITINERARI DI

rei a d … n o n “cosa ” … a l o s i ’ n u su per vivere Vasco Rossi

assaggiato un breve contatto con la società evoluta, in Inghilterra. La novella settecentesca di Daniel Defoe è la favola per antonomasia dell’isola intesa come rifugio dalle ansie e dalle corse della vita. Un territorio che il mare protegge naturalmente, isolandolo dalle incursioni di persone e problemi sgraditi, e che offre tutto e soltanto quello che realmente serve per vivere e per dare un senso alla propria vita. Una sorta di paradiso terrestre prima che Eva staccasse dall’albero la fatidica mela e facesse precipitare l’umanità nei guai e nei desideri. Visitando Pianosa, una delle più piccole isole italiane, esattamente la 23sima sulle 53 più grandi di un 1 km quadrato,

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ITINERARI DI ti assale la stessa aspirazione di Robinson Crusoe, quella di stabilirti lì per sempre, in un’isola disegnata a misura per una vita fuori dal giro. Un variegato terrazzo pianeggiante di 10,3 km quadrati, da cui il nome, che galleggia sul mare ad un’altezza massima di 29 metri, con temperatura mite ed il respiro del salmastro sparso ovunque. Lagune verde smeraldo come nemmeno le più rinomate isole tropicali. Boschi rigogliosi che si aprono ad improvvise, fertili radure. Fauna e flora da cartolina. In lontananza, annegato nel Tirreno, il profilo dell’Elba e delle altre isole dell’arcipelago toscano e quello, più imponente, della Corsica. Quel che basta per rassicurarti, caso mai ti assalisse nostalgia, che i confini della vita secolare non sono poi così lontani. Comunque, non così prossimi da poter scorgere ad occhio nudo segnali di altra umanità. Sarà per questo che Pianosa ha avuto negli ultimi due secoli una destinazione a colonia agricola

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penale, un luogo ideale nel quale i detenuti potevano essere avviati al recupero o semplicemente ad un lavoro all’aria aperta senza rischi o problemi. Reclusi sì, ma non rinchiusi, prigionieri del braccio di mare aperto che ne impediva l’evasione, ma abbastanza liberi di circolare all’interno del penitenziario. Un’isola felice nel buio territorio della detenzione. Con questa formula, Pianosa ha servito prima il Granducato di Toscana e poi l’Italia unificata dal 1858 al 1998. 140 anni che, insieme


ITINERARI DI

ad una moltitudine di detenuti comuni, l’hanno vista ospitare nel periodo fascista personaggi politici come Sandro Pertini e successivamente, negli ultimi anni di vita come carcere di massima sicurezza separato dalla colonia agricola penale, pericolosi delinquenti come Francis Turatello e brigatisti come Renato Curcio. Ma la destinazione di Pianosa a luogo d’isolamento è molto più antica. Già i romani, che gli dettero il nome originale di Planasia, nel 6-7 d.C. vi relegarono Agrippa Postumo, un

nipote di Augusto in peccaminoso odore di eredità del prestigioso parente, finché lo fecero giustiziare qualche anno dopo. A testimonianza di questa vicenda, o comunque di una presenza romana nell’isola, rimangono i ruderi conosciuti, appunto, come Villa o Bagni di Agrippa. La villa era edificata sulle rocce della costa orientale, di fronte al mare, in posizione altamente scenografica e le strutture semisommerse della peschiera dove si allevavano varie

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ITINERARI DI specie di pesci testimoniano della vocazione autarchica del proprietario. Più tardi, nel Medioevo, l'isola fu a lungo oggetto di disputa fra Pisa e Genova finché, nel 1399, passò sotto il dominio di Piombino. In questo percorso fu a più riprese popolata e poi completamente abbandonata. Come nei secoli seguenti, quando piccole colonie di elbani ci si rifugiarono temporaneamente nei periodi di pesca. Tutta la sua storia millenaria attribuisce a Pianosa la caratteristica di rifugio temporaneo, per desiderio di fuga da altre situazioni o per necessità o per scelta tattica. Sin dal Paleolitico Superiore, che ha lasciato le più

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antiche tracce di presenza umana nell’isola, o dalla più recente preistoria dell’Eneolitico e dell’età del bronzo, testimoniata da databili sepolture in grotticelle naturali, o dall’epoca romana che, oltre alla citata Villa di Agrippa, esibisce un sistema di catacombe scavato su due livelli. Oggi Pianosa fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed un'associazione ne protegge l'aspetto e la zona marina dove sono vietate la pesca, l’immersione, l'ancoraggio, la sosta, l'accesso e la navigazione se non sotto autorizzazione specifica. Il ché rende abbastanza problematica e comunque rara la visita dell’isola e ne impoverisce sempre di più l’economia e le strutture. L’isola è abitata stabilmente da un’assurda e costosa ventina di addetti ai lavori, fra i quali alcuni detenuti semiliberi, che prevalentemente gestiscono il piccolo ristorante a disposizione dei gitanti, alcuni agenti di


ITINERARI DI polizia penitenziaria coadiuvati dalle motovedette del servizio navale del corpo, una pattuglia dei carabinieri ed un’altra della guardia di finanza. E l’antico e bel paese interamente demaniale che una volta ospitava le famiglie dei dipendenti del carcere è diventato un paese fantasma, ormai in rovina. Muri cadenti, tetti crollati, intonaci che si staccano, preziose reliquie delle catacombe alla mercé di chiunque, la chiesa in completo abbandono. Mancano i soldi per qualsiasi intervento di manutenzione e non c’è più la manodopera gratis che il carcere offriva. Di fronte a tanto sfacelo, tipico della cosa pubblica, un’idea. Perché non restituire a Pianosa la sua vocazione di colonia agricola accettando la presenza di privati che organizzino resort agrituristici o attività analoghe, offrendo idonee garanzie di restauro, mantenimento dell’attuale carattere naturale dell’ambiente, compenso al demanio? A che serve un parco naturale degradato, a portata di pochi

visitatori che ritornano con il magone di aver visto l’isola che non c’è perché oscurata dall’incuria? Ulisse

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STILI DI VITA

Tutti al banco! Dall’aula scolastica a Montecitorio. Con preside Monti

C

hi ha poca voglia di studiare si appiglia da sempre al motto “Primi a scuola, ultimi nella vita”. Che, visto alla rovescia, si può anche leggere “Ultimi a scuola, primi nella vita”. Il motto si applica a pennello a molti dei nostri politici di lunga militanza i quali hanno molto bighellonato nelle aule dell’apprendimento ma sono stati molto attivi in quelle della politica.

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Prendete, ad esempio, Fausto Bertinotti, il più strenuo difensore del lavoro e dei lavoratori. Un articolo del Corriere della Sera del 7 ottobre 1998 titolava così il suo ritratto in imminente pubblicazione su “Sette”: “Il giovane Fausto, un ripetente incallito che stava con i cowboy”. E proseguiva nel testo: “Tifava per Fausto Coppi (e ancora oggi tiene una gigantografia del “Campionissimo” dietro la scri-


STILI DI VITA vania di segretario) ma nell’ambiente del sindacato novarese lo chiamavano “Malabrocca”, come la maglia nera più famosa del Giro d’Italia, perché finiva sempre per ultimo le riunioni… perché Fausto Bertinotti da giovane era così, - raccontano i suoi vecchi colleghi - non sapeva nulla della fabbrica perché non aveva lavorato un solo giorno… Il futuro segretario del PRC all’Istituto tecnico fu bocciato ben tre volte (ripeté la seconda, la terza e la quarta e pure la maturità arrivò con la sessione autunnale), diplomandosi perito solo a 22 anni”.

Oppure, per stare agli antipodi politici, prendete Francesco Storace, il leader de “La Destra”. È nota la sua assiduità laddove ci sia da menare la voce e, perché no, le mani, almeno in passato. È ignoto invece il suo curriculum scolastico, sconosciuto perfino agli atti del Senato della Repubblica nel quale è stato eletto e che pubblica il titolo di studio di quasi tutti i senatori. Tutt’al più se ne ha notizia negli atti ufficiali del Comune di Roma che parlano genericamente di “Titolo di scuola media superiore o equipollente”. Forse per questo, in occasione di una manifestazione di piazza a Savona, è stato sar-

“Il parlamento è il luogo deputato a fare emergere le élite” MAX WEBER, PARLAMENTO E GOVERNO

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STILI DI VITA casticamente accolto dagli avversari con frasi tipo “.. il tuo sapere, i tuoi innumerevoli titoli di studio, pubblicazioni, articoli…”. E per completezza, in onore alla par conditio, non si può tacere di Umberto Bossi, accreditato del titolo di perito tecnico, non si sa in quanti anni conseguito e con quale votazione. Molto più nota è, invece, la vicenda scolastica del figlio “Trota”, bocciato per due volte alla maturità senza essersi mai lamentato di ritorsioni da parte di professori sinistrorsi e quindi reo confesso. Siccome le colpe dei figli non devono ricadere sui padri, ciò non ha impedito al padre Umberto di candidarlo alla regione Lombardia e di farlo eleggere con quella caterva di voti dei quali il “Trota” va giustamente fiero, ostentandoli nelle polemiche di partito. Ugualmente dicasi dell’ex

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STILI DI VITA magistrato Di Pietro, la cui dichiarata laurea in legge è stata oggetto di dubbi e scherno in funzione della sua scarsa dimestichezza con l’italiano. Nondimeno, anche lui ha trascinato un figlio nella sua nuova professione di politico, facendolo eleggere alla regione. Ma la lista dei politici di successo lungodegenti nei banchi della scuola dell’obbligo ed in quel parcheggio dell’università che si chiama fuori corso, non termina qui. Sembra, anzi, che ci sia decisamente un fil rouge con la loro lungodegenza in politica, come se la funzione avesse sviluppato l’organo. Basta guardare la tabelPOLITICO

la riportata qui sotto per rendersene conto. Molti dei politici di spicco non sono andati oltre un diploma e non hanno mai esercitato un mestiere comune. Non che una laurea o un mestiere siano requisiti indispensabili per candidarsi al Parlamento. Ma, allora, vuol dire che lì dentro possono starci proprio tutti, anche chi non ha mai dato prova di capacità per essere eletto. Ed è questo, forse, che provoca la manifesta insofferenza del preside Monti nei confronti dei politici. Tiffany

TITOLO DI STUDIO

ETÀ

PROFESSIONE IN POLITICA ANZIANITÀ DAL POLITICA

Pierluigi BERSANI

Laurea Filosofia

59

Impiegato

1987

25 anni

Umberto BOSSI

Perito Industriale

69

Politico

1982

30 anni

Massimo D’ALEMA

Diploma Maturità

61

Politico

1975

37 anni

Gianfranco FINI

Laurea Pedagogia

58

Politico

1977

35 anni

Francesco STORACE

Diploma Maturità

53

Politico

1980

32 anni

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SALUTE & BELLEZZA

The New lipstick generation

L’Oréal Paris lancia Rouge Caresse, una nuova gamma di rossetti brillanti e young style Dolce & passionale, sexy & innocente, rock & princess! La doppia anima delle giovani d’oggi è tutta qui. E il rossetto di queste young women non può essere quello delle loro madri! Non vogliono un balsamo, un gloss, un colore troppo coprente o difficile da applicare.

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SALUTE & BELLEZZA Rouge Caresse di L’Oréal Paris è la risposta. Colori freschi, luminosi e brillanti, una

texture dall’effetto nudo e una facile applicazione, anche senza specchio. Tonalità corpose, nuance glamour e spensierate che si declinano in una palette di colori accesi, come i poppy brights o i colori pastello. Sfumature di rosa, beige e aranci, facili e alla moda, per essere trasgressive o assolutamente bon ton. Il suo pack dorato dona a Rouge Caresse un look unico e sofisticato, rendendolo un oggetto da collezionare.

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2 Una facile ap-

plicazione, anche senza specchio!

3 Una palette di colori incredibilmente brillanti e sensuali.

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RECEPTION

Le oasi del camping in Italia

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RECEPTION

Il secolare Lazio «Possis nihil Urbe Roma visere maius» «Che tu non possa vedere nulla di più grande della città di Roma» Quinto Orazio Flacco Carmen saeculare, 17 a.C.

Nel nostro percorso lungo l’Italia del camping, in questo numero ci soffermiamo sul Lazio, la regione rappresentata da Roma, la capitale del Paese ma anche la città che copre oltre l’80% della popolazione laziale. In forza di questa caratteristica e delle proprie

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RECEPTION bellezze artistiche e storiche, contrariamente a quanto succede per le altre città, Roma ospita anche alcuni importanti campeggi, come vedremo.

aperto, esteso (in latino Latus, poi divenuto Latium).

Il Lazio è prevalentemente una regione collinare (54% del territorio), con dei sostanziali tratti di vera e propria montagna (26%) e

Questa impressione fu probabilmente dovuta alla lunghezza della costa laziale, un litorale sabbioso che si apre sul Tirreno per circa 300 km fra la Maremma toscana e la Campania, intervallato da promontori rocciosi.

con il restante 20% di pianura. Ciò nonostante, gli antichi Latini che abitavano il basso Tevere ancor prima della nascita di Roma, lo identificarono come un territorio

Alle spalle del mare, gruppi montuosi di modeste dimensioni la cui origine vulcanica ha favorito la formazione di laghi grandi (Bolsena, Bracciano) e piccoli (Nemi, Nepi,

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RECEPTION Vico ed altri minori). La sua geografia e la presenza di Roma hanno reso il Lazio appetibile dal turismo all’aria aperta. La regione ospita, infatti, 129 campeggi equivalenti al 5% del totale nazionale, ed offre oltre 82.000 posti letto (6% del totale Italia). Sensibile è il mercato degli

stagionali, di coloro, cioè, che prenotano il campeggio per alcuni mesi e fanno i pendolari con Roma o con le altre città laziali di residenza.

(104) sono sul mare, ma ce ne sono altre 16 a disposizione di chi preferisce la più quieta acqua dolce alle onde marine e ben 9 nel perimetro del comune di Roma, le cui case mobili ed abitazioni sono frequentate dai visitatori della città eterna in alternativa ai normali hotel e pensioni.

Roma riesce ad essere caput mundi anche in questo. Chaperon

La maggior parte delle strutture

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RECEPTION

N

el nostro girovagare per la penisola, siamo arrivati a parlare della regione dove forse, più che in ogni altra, le tracce di un grandioso passato riemergono in ogni singolare scorcio e i contenuti storici, architettonici, archeologici ed artistici si fondono armoniosamente con l’ambiente circostante.

LAZIO SENZA TEMPO Per la sua natura, storia e conformazione, il Lazio presenta molteplici possibilità di vivere il territorio: dalla montagna al mare, passando per i laghi, si incontrano luoghi affascinanti di grande valore paesaggistico, artistico e spirituale. In ogni dove si respira cultura e arte, un sapore antico di una terra sospesa nel tempo. Senza dimenticare Roma, città senza età dal fascino sempre nuovo, vogliamo proporvi una tappa estiva. • LE SPIAGGE DI GAETA. Lungo la litoranea Via Flacca, tra Gaeta e Sperlonga, si trovano alcune tra le più belle spiagge della costa laziale, dove è approdato il mitico eroe greco Enea ed ha sepolto la sua nutrice Caieta che ha dato, secondo la leggenda, il nome alla città. Si parte dalla baia di S.Agostino, rinomata e conosciuta per il free climbing. La spiaggia di San Vito è attrezzata ed offre un fondale ideale per nuotare, fare immersioni e vela. L’Arenauta resta uno dei tratti più naturali e selvaggi della costa laziale dal mare cristallino, la sabbia fine e dorata. La spiaggia Ariana è piccola e sempre molto affollata, con sabbie sottili, mare trasparente e folta macchia mediterranea. La spiaggia Quaranta Remi si trova in una piccola caletta raggiungibile solo a nuoto dal Pozzo del Diavolo. Sulla piccola spiaggia di Fontania troviamo i resti di un’antica villa romana e molteplici incantevoli grotte. A brevissima distanza lo scoglio della “Nave di Serapo” (per la forma allungata simile ad una nave), un’oasi naturale unica. Infine la spiaggia finissima di Serapo, la principale del comune di Gaeta, poco distante dal centro cittadino e a pochi chilometri dal Parco naturale del Monte Orlando.

Info 2 4su www.ilmiolazio.it


RECEPTION

I campeggi preferiti di Trento Aosta

CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)

Trieste

Milano

Venezia

VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)

Torino Genova

PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)

Bologna

VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)

Firenze Ancona

VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)

VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)

VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)

Perugia

CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)

CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)

L’Aquila

CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)

Roma

CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)

Campobasso

CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)

Bari

VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)

Napoli Potenza

CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma

CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)

Cagliari

VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)

Catanzaro

HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEA Palau (OT) CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT)

Palermo

GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)

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RECEPTION

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RECEPTION

Porte aperte alla IRM Il 15 e 16 maggio si inaugura la nuova fabbrica di case mobili a Bologna

M

entre si allunga la lista delle aziende italiane che vanno ad investire all’estero, a Bologna si svolge un evento in controcorrente che è motivo di orgoglio per il turismo all’aria aperta italiano e per l’industria di settore. Il 15 e 16 maggio 2012 la IRM inaugura con un Porte Aperte per tutti gli addetti ai lavori la sua nuova fabbrica di case mobili a Castello d’Argile, vicino Bologna. IRM fa parte del Gruppo francese Beneteau, leader europeo nel settore delle barche a vela e delle case mobili, due mercati che richiedono analoga capacità di scelta dei materiali e di raffinata lavorazione.

Mod. Su m. 7,5 per Mercu 0x4, n r . 2 ca e, mere

ere

. 3 cam

4, n , m. 8x a i n a t i per T

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Mod. S

Il segmento italiano del turismo all’aria aperta è il secondo in Europa dopo, appunto, quello francese

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RECEPTION ed è quello che mostra la maggiore dinamicità verso il futuro. Ciò spiega il motivo dell’importante decisione del Gruppo Beneteau.

Mod. T

itania,

m. 8x3

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Oggi il camping ere , n. 2 cam è in larga 4 x 0 ,5 7 . m Riviera, r Mercure e p u S . d parte turio M smo familiare, appetibile non solo per il Nel vantaggio suo nuovo di prezzo stabilimento che offre, ma di Bologna, sop ra t t ut t o IRM produrper il rapporrà quattro to che il prezmodelli di case mobili zo ha con la studiati insieme a FAITA FederCamqualità del servizio e del comfort, orping, la Federazione italiana del tumai indispensabili anche per chi ama rismo all’aria aperta, per le esigenze il piede nudo nella sabbia. E le case del mercato italiano e, perciò, conmobili, insieme all’accresciuta capatrassegnati con il marchio “FAITA cità di entertainment del camping sul Home by IRM”. Le nuove case mobili modello dei villaggi turistici, rapprerappresentano l’ultimo grido in fatto sentano la chiave di volta rispetto al di tecnologia specifica, combinando passato, essendo in grado di offrire a materiali ecologici e duraturi con sotutta la famiglia spazi modernamente luzioni abitative di grande comfort e ottimizzati. praticità per la famiglia ospite.

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amere


RECEPTION


RECEPTION

Furgoni a metano Una soluzione professionale al rincaro dei combustibili e alle limitazioni del traffico

I prezzi del carburante in vertiginoso aumento, la crisi economica che ci costringe a rivedere le abitudini di spesa, l’attenzione da parte delle amministrazioni locali e dei governi nazionali alla riduzione del livello di CO2. Sono tutti buoni motivi per spingere i produttori di auto e furgoni a sviluppare prodotti innovativi e, per restare in tema di eco-sostenibilità, dalle basse emissioni inquinanti. Il nostro partner Fiat Group Automobiles è in prima fila in questa ricerca, essendo l’unico costruttore europeo a proporre un’ampia e articolata gamma di vetture e veicoli commerciali a doppia alimentazione GPL/benzina e metano/ benzina. Occupiamoci di questi ultimi.

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RECEPTION Perché scegliere il metano 1) Pulito Dal punto di vista prettamente ecologico il metano è il combustibile più pulito attualmente disponibile, contribuendo così alla riduzione dell’effetto serra e dei cambiamenti climatici e permettendo di circolare nelle “zone a traffico limitato”. 2) Economico Rispetto a gasolio o a benzina, il metano costa circa la metà; questo permette di percorrere con la medesima spesa il doppio dei chilometri. Inoltre, il fatto che i veicoli a metano della gamma Fiat siano bi-fuel, ossia a doppia alimentazione, garantisce una soglia di autonomia record. 3) Sicuro Secondo lo standard EPA, il metano è più sicuro di benzina e GPL, secondo solo al diesel. Inoltre, i veicoli OEM, ossia quelli di primo impianto che vengono assemblati nella fabbrica, sono soggetti alle prove di crash e di emissioni al pari dei veicoli convenzionali e vantano i massimi standard di comfort e sicurezza. E forse non tutti sanno che il metano non è un gas tossico ed ha un ridotto rischio di incendio. 4) Strategico Il metano gioca un ruolo strategico nel settore dei trasporti per la diffusione delle fonti rinnovabili in quanto tecnologia ponte per predisporre le basi per lo sviluppo

di una soluzione ecologicamente ancora più sostenibile: il biometano. Tutti i motori Fiat a metano sono compatibili fin da subito con il biometano. Le soluzioni di Fiat Professional Tutti i veicoli commerciali di Fiat Professional a doppia alimentazione (metano/ benzina) sono di primo impianto (OEM) e quindi garantiscono rispetto delle normative di sicurezza, qualità e affidabilità ai massimi livelli, minori costi di gestione, oltre ad essere omologati Euro 5 per la massima libertà di movimento anche nelle ZTL dei centri urbani e nelle giornate di limitazione del traffico. Pioniere oltre 15 anni fa di questa tecnologia, oggi Fiat è leader europeo nel campo delle vetture di primo impianto a metano (OEM). Inoltre, Fiat è il primo e unico costruttore ad offrire con la linea ecologica “Natural Power” un’ampia gamma di veicoli commerciali, con ben 5 modelli capaci di rispondere alle esigenze di mobilità di una vasta categoria di clienti, compreso il settore professionale del trasporto merci. La gamma Natural Power di Fiat Professional si compone dei veicoli commerciali Doblò Cargo 1.4 Fire T-jet 120 CV, Ducato 3.0 F1C 16v 140 CV, Fiorino 1.4 Fire 70 CV, Panda Van 1.4 Fire 69 CV, Punto Van 1.4 Fire 70 CV.

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RECEPTION

I “green products” di Philips

L

a Philips (Royal Philips Electronics) è sempre più concentrata nell’innovazione verde, allo sviluppo della quale ha destinato 2 miliardi di euro, da spendere entro il 2015 nei processi produttivi dei suoi tre settori strategici: Healthcare, Lighting e Consumer Lifestyle. L’impegno Philips nel proporre soluzioni e prodotti sostenibili ha permesso di raggiungere già un’incidenza del 38% dei “green products” sul fatturato globale (rispetto ad un’incidenza del 31% nel 2009). Nel mercato dei televisori, Econova LED TV1 è il TV LED più verde d’Europa. Con telecomando solare, è in grado di ridurre il consumo energetico fino al 60% – il più basso della

categoria - garantendo immagini di primissima qualità. Inoltre, è costruito con materiali riciclati e facilmente riciclabili mantenendo tuttavia inalterata la sua straordinaria qualità grazie al robusto rivestimento in alluminio. Insignito del premio European Green TV 2010-2011 dall’Associazione European Imaging & Sound (EISA), Econova LED TV riceverà la classificazione A+ in occasione dell’introduzione dell’Etichetta Energetica Europea.

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A GUSTO MIO

P

rosegue l’excursus tra le ricette tipiche della gastronomia regionale italiana. In questo numero andiamo a curiosare tra i paesini del litorale laziale, per scovarne uno in provincia di Latina che offre agli amanti del pesce tutte le delizie che si aspettano di trovare.

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Ăˆ Gaeta, famosa nel mondo per le sue bellezze, il suo fascino e le sue squisite olive. E per la cucina tipica, di origini popolari, con inuenze napoletane e profumi di mare e di campagna. Epicuro


A GUSTO MIO

La tiella di Gaeta Tra i piatti della tradizione gaetana il più famoso è sicuramente la tiella, che deve il suo nome alla speciale ‘teglia’ circolare in cui viene cotta. Un piatto povero, che consentiva ai pescatori e ai contadini di avere un pasto completo, da mangiare con le mani e conservabile per qualche giorno. La tiella è una pizza rustica composta da pasta di pizza al cui interno viene messo un condimento diversificato: polpo, alici, scarola e baccalà, scarola e olive, zucchine e uova, cipolle. Qui proponiamo una farcìa ai polpi, preferibilmente da preparare il giorno precedente.

Ingredienti • • • • • • • • • •

500 g di farina 200 ml di acqua tiepida 20 g di lievito naturale 3 cucchiai di olio e.v.o. 1 polpo verace grosso (circa 1 kg) 400 g di pomodorini o passata aglio prezzemolo peperoncino sale

Preparazione Per il ripieno: mettere il polpo in acqua fredda e portare a ebollizione. Lasciarlo lessare coperto per 40 minuti. Scolare bene, far freddare e tagliare a pezzetti. In un’insalatiera condirlo con i pomodorini o la passata, aglio, prezzemolo, poco sale e peperoncino, olio. Per la pasta: sciogliere il lievito nell’acqua tiepida e usarlo per impastare a lungo la farina con l’olio e un pizzico di sale. Lasciar lievitare l’impasto coperto, in un luogo tiepido, per circa un’ora. Poi prendere poco più di metà della pasta e stenderla (h. poco meno di 1 cm). Ritagliare un disco che debordi un po’ dal fondo della teglia e posarvelo, dopo averla unta. Versare sulla pasta il ripieno, aggiungere un filo d’olio e coprire con un altro disco di pasta. Chiudere i bordi premendo leggermente con le dita, oliare e forare la superficie con una forchetta. Cuocere la tiella in forno caldo a 180°C per 2530 minuti.

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PASSIONI

Piccola storia dell’auto Fedele compagna da più di 100 anni

Arriveremo a costruire macchine capaci di spingere grandi navi a velocità più forti che un’intera schiera di rematori e bisognose soltanto di un pilota che le diriga. Arriveremo a imprimere ai carri incredibili velocità senza l’aiuto di alcun animale. Arriveremo a costruire macchine alate, capaci di sollevarsi nell’aria come gli uccelli. (Roger Bacon, De secretis operibus artis et naturae IV)

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niziamo con questo numero di natural mind® una breve storia dell’automobile, doveroso omaggio al mezzo di trasporto e di lavoro che ha cambiato anche la storia dell’uomo, accelerandone di molto il percorso. Nel presente articolo tratteremo

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della genesi dell’automobile intesa come il mezzo semovente che noi oggi conosciamo. Nei prossimi, affronteremo l’origine e la storia delle singole marche ieri ed oggi sul mercato. Già ottocento anni fa, l’ingegno del “Doctor Mirabilis”, filosofo, letterato


PASSIONI

ed alchimista inglese del XIII secolo, preconizzava l’invenzione di macchine che sollevassero l’uomo e gli animali dal pesante ma indispensabile compito di trasportare cose e persone. Dopo di lui, altri pensatori e scienziati si cimentarono con l’idea e qualcuno,

come il grande Leonardo nel ‘500, costruì delle vere e proprie macchine adatte allo scopo. Molto lontane, tuttavia, dalla meccanica sulla quale sono impostate le auto moderne. Il primo vero progenitore dell’auto può considerarsi il carro che l’ingegnere francese Nicholas-Joseph Cugnot

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PASSIONI

progettò nel 1769 utilizzando una propulsione comune alla locomotiva: il motore a vapore. Questo carro mostruoso, azionato da un motore a due cilindri verticali di 325 mm di alesaggio e 387 mm di corsa, per una cilindrata totale di circa 62.000 cm3, era in grado di portare un carico di oltre 4 tonnellate. Tuttavia, il carro di Cugnot aveva nella sua limitatissima velocità (non più di 10 km/ora) e nella difficoltà di manovra e di stop un grave tallone d’Achille, al punto che il primo esemplare, oggi esposto al Conservatoire National des Arts e Mètiers di Paris, finì per schiantarsi contro un muro. Ciò nonostante, esso può legittimamente attribuirsi la qualifica di primo esemplare di auto mobile. Il secolo successivo, l’800, vide intensificarsi la ricerca. Oltre alla trazione a vapore, nel 1802

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lo svizzero Isaac de Rivaz cominciò a sperimentare il primo motore a combustione interna. Nel 1839, ad opera dell’americano Robert Anderson, comparve addirittura quella prima auto elettrica oggetto delle più moderne ricerche, mentre nel 1860 il belga Etienne Lenoir mise a punto un modello alimentato a gas, anche qui precorrendo i nostri giorni. Infine, nel 1864 l’italiano Innocenzo Manzetti sviluppò la prima auto a vapore in grado di circolare per le strade. Il vapore continuò per molti anni ad essere l’alimentazione prevalente nel settore auto, tanto che nell’Esposizione Universale del 1887 i relativi modelli venivano presentati nella sezione dedicata al materiale ferroviario. Finché non si materializzarono due invenzioni che cambiarono questa dinamica: il primo motore a


PASSIONI

combustione interna a quattro tempi dell’ingegnere t e d e s c o N i k o l a u s Augusto Otto (1876) e la sperimentazione di frizioni (1899) in grado di far partire il veicolo da fermo, senza doverlo spingere manualmente.Queste ed altre decisive innovazioni di fine ottocento consentirono all’automobile di essere sempre più conosciuta ed apprezzata ed in grado di far concorrenza alla carrozza a cavalli, alla quale cominciò a sostituirsi, anche nella sua immagine strutturale. Ciò, unito al crescente

fenomeno dell’industrializzazione, fu di incentivo alla costruzione delle prime fabbriche di auto ed alla vendita di marchi specializzati. Di questo parleremo nei prossimi numeri. Leonardo

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SFIDE & SPORT

La sirena dei beluga Lo sport estremo di Natalia

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’è il sedentario e c’è lo sportivo. E c’è lo sportivo praticante discipline convenzionali e c’è lo sportivo che vuole spingere all’estremo la sua passione per l’acqua. Appartiene a quest’ultima categoria, forse la più estrema, la russa Natalia Avseenko, 36 anni. Non contenta di detenere il primato femminile di apnea e titoli di yoga, Natalia ha voluto cimentarsi con una impresa sensazionale anche per chi ha con il mare una dimestichezza paragonabile a quella dei pesci: nuotare nuda con i beluga

nelle gelide acque del Mar Bianco, a nord ovest della Russia, nella regione di Mourmansk. L’impresa sembrerebbe ordinaria se non occorressero due circostanze che la rendo-

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no assolutamente unica e singolare. La prima è rappresentata dalla temperatura dell’acqua che Natalia ha affrontato nuda: 1,5 gradi sotto zero. La seconda circostanza è rappresentata dall’obiettivo di familiarizzare con i beluga (dal russo “beloye” - bianco), le balene bianche dalla grande testa e dalle curiose espressioni facciali di tipo umano. Infatti, i beluga sono mammiferi molto appartati e timidi, malgrado una mole che può raggiungere la tonnellata. Raramente si prestano al contatto con l’uomo, meno che mai a quello fisico e, se accade, possono anche reagire in maniera violenta. L’estrema difficoltà dell’impresa è stata invece la molla che ha spinto Natalia ad affrontarla. Così, equipaggiata con il minimo occorrente, uno staff medico ed un impianto di riscaldamento che le con-


SFIDE & SPORT sentisse di riprendere gradatamente la normale temperatura corporea dopo l’immersione, e con l’assistenza del fotografo Viktor Lyagushkin, anche lui russo, nell’aprile del

2011 si è portata sul luogo prescelto. Prima una fase di training autogeno per prepararsi all’evento. Poi, un assaggio preliminare con l’acqua indossando la tuta da sub, tanto per conoscere l’ambiente e scoprire dove e come si muovevano i beluga, cercando di stabilire un primo contatto. Infine, il test vero e proprio. Nata-

lia si è spogliata sul ghiaccio e piano piano si è immersa nell’acqua gelida a meno 1,5 gradi per oltre dieci minuti. Un impatto che solo una persona di doti fisiche straordinarie e di coltivato training ed autocontrollo può sostenere. Ma la determinazione e la sete di conoscenza di Natalia hanno avuto il sopravvento, aiutati da una parallela curiosità dei beluga per un corpo apertamente inerme e dal colore bianchiccio come il proprio. Così si è compiuto l’atteso miracolo. I beluga si sono avvicinati e Natalia, piano piano, è riuscita ad accarezzarli e poi addirittura a cavalcarli in una danza simile a quella che si vede fra addestratore e delfini od orche nei grandi acquari di tutto il mondo. Solo che la scena avveniva ai piedi del Polo Nord, in mare aperto, in condizioni estreme, precluse ai normali spettatori. Buon per noi che il fotografo Lyagushkin abbia potuto riprenderle e mostrarcele. Con la speranza che servano a proteggere una specie a rischio d’estinzione come tutte le balene, della quale si calcola che rimangano circa 100.000 esemplari viventi allo stato selvaggio. Leonardo Per vedere il video originale clicca qui

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JUNIOR CLUB Le storie di natura che raccontiamo hanno due scopi: divertire i junior di casa e presentare situazioni e località nuove, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia raccontata si svolge nella profondità delle caverne di Kondoa, in Tanzania. La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.

Le grotte di Kondoa Le avventure di Luc, Lazo e Full

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uesta volta Luc, Lazo e Full avevano avuto un incarico straordinario, quasi incredibile, dai genitori di Luc: dovevano visitare le grotte di Kondoa, in Tanzania, una regione dell’Africa orientale, per fotografare le pitture rupestri disegnate 1500 anni fa al loro interno dagli antichi abitanti del territorio. Le foto servivano ai genitori di Luc per ricostruire le abitudini ed i costumi dei popoli africani che vivevano durante la preistoria nella Rift Valley, una valle del centro Africa dove presumibilmente si svilupparono le prime forme di vita umana. In particolare, in Tanzania sono stati ritrovati alcuni dei più antichi resti fossili umani. Come ormai sappiamo, i genitori di Luc erano degli scienziati e spesso lo mandavano in giro per il mondo a ricercare delle cose per conto loro, in modo che anche Luc si appas-

sionasse alla scienza ed alla ricerca. Invariabilmente, nei suoi viaggi Luc era accompagnato dal nonno materno Lazo, così detto per la sua abilità con il laccio, e dal fido pastore tedesco Full. La comitiva era sbarcata dall’aereo a Dar es Salaam, la capitale della Tanzania, e da lì si era poi trasferita con una grossa Range Rover presso le grotte di Kondoa per svolgere la ricerca commissionata dai genitori di Luc. A bordo dell’auto avevano ciò che occorreva per le riprese fotografiche ma, ad ogni buon conto, avevano portato anche un’attrezzatura d’emergenza studiata da quel genietto di Luc, caso mai si fosse verificato qual-


JUNIOR CLUB che imprevisto. Si erano ormai inoltrati da qualche ora nel dedalo delle oltre 150 grotte che compongono la zona. Il percorso era molto interessante ed avevano già fotografato molte scene di vita incise sulle pareti delle caverne. Decine di figure umane con la testa allungata, animali ed altro che descrivevano bene l’ambiente pastorale nel quale erano vissuti gli antichi abitanti della zona. Ad un tratto, Full si mise a fiutare verso una parete. Sembrava che da lì venisse uno spiffero d’aria, ma era quasi impossibile perché non c’erano tracce di crepe. Nonno Lazo si avvicinò per giudicare meglio e, per sicurezza, batté il suo bastone sulla parete che invece cominciò a sgretolarsi. Prima cadde qualche sassetto, poi sassi più grandi. Infine, si aprì una voragine e Lazo ci sparì dentro con un tonfo. Full si salvò a stento dal cadere dentro anche lui e cominciò ad abbaiare furiosamente. Luc, con il sangue freddo che riusciva a mantenere nei momenti più difficili, cercò di capire cosa era successo e come fare per recuperare il nonno. Alla svelta montò il riflettore che faceva parte del suo corredo d’emergenza e, con cautela, diresse la luce verso il fondo della voragine.

Si vedeva chiaramente che una ventina di metri più giù c’era dell’acqua, un fiume o un lago sotterraneo, del quale si sentiva ora anche il rumore. Ma non si riusciva a vedere nonno Lazo. Luc lo chiamò più volte ed alla fine riuscì a sentirne la voce, molto lontana, dentro la voragine. Meno male, era vivo! Ma non si sapeva dove e come andarlo a prendere. Luc, allora, tirò fuori una delle sue invenzioni: un piccolissimo elicottero telecomandato, munito di visore ai raggi infrarossi, sul quale era montata una telecamerina. Lo mise in moto e lo guidò all’interno della voragine. Poté, così, vedere Nonno Lazo un centinaio di metri più in basso, in mezzo all’acqua ma saldamente aggrappato ad una roccia. Luc, allora, legò una lunga corda al galleggiante che era parte del corredo d’emergenza e lo gettò in fondo, sull’acqua. Poi fece di nuovo girare l’elicottero per illuminare la voragine e con un megafono disse al nonno di recuperare il galleggiante con il suo lazo. E così fu. Poi, con l’aiuto delle potenti mandibole di Full, Luc tirò su il galleggiante e nonno Lazo che ci si era legato come un salame. Alla fine, un grande sospiro di sollievo. Anche questa volta i nostri amici se l’erano cavata! Fedro


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L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro

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’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,

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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly


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LA POSTA DEI LETTORI Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo survey@natural-mind.it; ci aiuteranno a migliorare il magazine.

Ottimo il Mag azine, compli menti per la rivista. Vorrei segnala rvi una perso na che gradirebbe ric everla: Magd a. grazie Pietro

Ehi, amigos, me gusta mucho! Andrés

o Ciao a tutti, i per il bellissim l’inirV ia z ra g n ri o re vogliam ite, e incentiva d e p s i c e h c omaggio te meritevole! n e m ra e v è h mente, vi a ziativa perc im s s ro p a it rVi vis Sperando di fa riamo una Buona Pasqua! gu salutiamo e au A presto

ia

nunzio e patriz

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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.


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