Anno 2012 • N. 6
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
ITINERARI DI
Death Valley fra miraggio e realtà RECEPTION
La Puglia, terra di primati
STILI DI VITA
Apologia del mare
SFIDE & SPORT Bikando, bikando
natural-mind.it Magazine prodotto con energia certificata
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in collaborazione con FAITA
Se il buon giorno si vede dal mattino… Caro lettore, se il buon giorno si vede dal mattino ed è l’abito a fare il monaco, il caldo torrido con il quale si è preannunciata l’estate lascerebbe presagire una stagione turistica eccezionale. Ma non sempre i proverbi sono la saggezza dei popoli. Ad essi va aggiunto quel tanto di spietata concretezza che rende le situazioni più realistiche. Il sole c’è, il mare anche, pure bello e calmo. Quel che manca, ahimé, sono i soldi per andare loro incontro spensieratamente come si faceva una volta. O, forse, qualche soldo in giro c’è ancora, ma manca l’ardimento di spenderlo. In tempi di carestia, meglio formiche che cicale. E così le vacanze rimangono un’incognita, almeno per quel 50% degli italiani che dichiara di non farle fuori casa. In cambio, si vedono degli stranieri in giro per le nostre città d’arte e per le nostre spiagge. Cara liretta, che permetteva a milioni di tedeschi di fare le vacanze in Italia con 5 marchi al giorno! Ma, per stare ai proverbi, non fasciamoci la testa prima della botta! Noi facciamo del nostro meglio per allietare il vostro inizio estate, anche se rimanete a casa. In questo numero troverete articoli interessanti che riguardano la Death Valley, il turismo in bicicletta, la passione per il mare e quella per le auto, il turismo all’aria aperta, la storiella per i junior di casa e molto altro. Buona lettura. La redazione GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind ®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.
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natural mind®
Econotizie per gli amanti della natura e del bello
Periodico online del Club natural mind Anno 2012 • N. 6
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ITINERARI DI
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DEATH VALLEY FRA MIRAGGIO E REALTÀ Viaggio nel luogo più caldo della terra SALUTE & BELLEZZA
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UNA NUOVA GENERAZIONE DI SOLARI PER GLI AMANTI DELL’ABBRONZATURA
RECEPTION
• FAITA HOME BY IRM
Tecnologia avanzata per un miglior comfort • CAMPING CA’ SAVIO FIAT DUCATO Il campeggio su misura per i camper Ducato • LE OASI DEL CAMPING IN ITALIA: La Puglia, terra di primati • ITALIA, TERRA DEL SOLE E DELL’ARTE: Gargano, un autentico mondo a sé
SFIDE & SPORT BIKANDO, BIKANDO L’etica della mountain bike
JUNIOR CLUB I VARANI DI KOMODO Le avventure di Luc, Lazo e Full
IL CLUB NATURAL MIND LA POSTA DEI LETTORI
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STILI DI VITA
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APOLOGIA DEL MARE Più familiare della montagna
PASSIONI
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PICCOLA STORIA DELL’AUTO Il marchio Audi
A GUSTO MIO
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RICETTE AMERICANE Bison steak al barbecue
E-SHOPPING
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L’ETA’ DEL NONNO Ciao Lorenzo: come nasce un libro
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ITINERARI DI
Death Viaggio nel luogo più caldo della terra “…una terra di illusione, un posto nella mente, un miraggio tremolante di ricchezze, di mistero e di morte” (Richard Lingenfelter, 1893)
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’estate verso la quale siamo largamente avviati è sinonimo di caldo ed il caldo può essere amato od odiato. Ma anche se si ama il caldo alla follia, c’è comunque un posto dal quale, in estate, è meglio tenersi alla larga. Questo posto è la Death Valley, la Valle della Morte, al confine fra vari stati stelle e strisce e, per questo, porta d’ingresso alle due grandi epopee americane ottocentesche: il “Far West”, cioè l’emigrazione dei pionieri verso il West, e la “Gold
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Rush”, la corsa all’oro. La Death Valley è il luogo dove è stata registrata la temperatura più alta che abbia mai afflitto la terra che ha conosciuto l’uomo: +56,7°C all’ombra, misurati il 10 luglio 1913. Per l’imprecisione degli strumenti dell’epoca, questo valore non poté essere ufficialmente omologato come record e fu sostituito da un minore ma pur sempre consistente +54°C registrato nel luglio 2005, sempre e comunque nella Death Valley. Il ché da un idea di questa anticamera
ITINERARI DI
Valley fra miraggio e realtà dell’Inferno, ma solo per il calore che sprigiona - come avremo occasione di dimostrare - dove cadono soltanto da 3 a 6 centimetri di pioggia all’anno e dove, da maggio a settembre, la temperatura media del giorno è sui +4045°C, con punte anche oltre i +50°C. Meglio la notte che, comunque, parla di +30-35°C. E certamente, ancor meglio in autunno/inverno, quando la media delle temperature massime diurne è compresa tra i +24°C di novembre ed i +18°C di gennaio, mentre le notti possono anche risultare molto rigide, con temperature di gennaio intorno ai +2/+3°C o, addirittura, gelide, come nel gennaio 1988 quando la temperatura notturna sprofondò fino a –18°C. Proprio a causa delle eleva-
tissime temperature diurne, durante l’estate è altamente sconsigliabile circolare in pieno giorno nella Death Valley. Lo attestano anche i numerosi serbatoi d’acqua disseminati sulla strada ogni 2-3 chilometri per soccorrere i radiatori infuocati delle pur potenti auto americane. Le ore migliori per arrivarci sono quelle del tardo pomeriggio, dalle 17 in poi, o del primo mattino, dalle 4 alle 10. Gli americani preferiscono andarci fuori stagione, soprattutto in inverno o in primavera, periodo in cui, dopo brevi ma intense fasi piovose, è possibile osservare il meraviglioso fenomeno del deserto fiorito. La situazione climatica della Death Valley nasce dalla sua particolare conformazione, un vallone lungo
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ITINERARI DI
150 km, sprofondato fra le montagne che, nella sua massima depressione al di sotto del livello del mare (–86 metri), prende il significativo nome di Bad Water. Tutto intorno, alte montagne come il Telescope Peak (3.367 metri slm), che rimarcano la profondità di questa fessura della terra e l’asperità, anche fisica, della sua discesa e risalita. La depressione geografica che ha dato origine alla valle è nata alcuni milioni di anni fa per effetto dei movimenti tettonici verso Ovest che hanno causato il sollevamento della catena collinare delle Black Mountains e, di conseguenza, l’abbassamento e l’allargamento della Death Valley. Il fenomeno ha mutato progressivamente ed irrimediabilmente il clima,
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rendendolo più arido e causando il prosciugamento del lago c.d. Mainly (dal nome del suo teorizzatore) e delle sue preesistenti ricche forme di vita animale e vegetale, nonché l’erosione che ha prodotto i calanchi oggi visibili. Ai nostri giorni, la Death Valley fa parte della zona climatica del Deserto del Mojave, arido come tutti i deserti e privo di qualsiasi fiume o bacino imbrifero. L’unica, piccola sorgente perenne locale è Furnace Creek. In cambio di questa attuale penuria d’acqua, nelle ere geologiche la valle ha accumulato una enorme quantità di minerali e sali, in particolare borati oggetto di estrazione e commercio nell’800, lava ed altri detriti vulcanici che le acque termali hanno trascina-
ITINERARI DI
to e depositato sul fondale dei laghi allora esistenti, trasformandoli chimicamente. La successiva evaporazione dell’acqua ha portato completamente in superficie queste formazioni nella forma di piccole colline o grandi spiazzi pianeggianti, come la salina chiamata Devil Golf Course (Campo da Golf del Diavolo) interamente visibile dal punto più panoramico della valle, il Dante’s View. Emerge, così, in tutta la sua evidenza la fantastica e variegata colorazione di questi materiali, cangiante a seconda del tipo e della luce del sole. Un paesaggio a cavallo dell’irreale, oggi noto come Furnace Creek Formation, che costituisce una strabiliante, unica attrazione per le sue forme, i colori, le impronte
degli animali che una volta abitavano il luogo (cammelli, mastodonti, cavalli, carnivori ed uccelli), stampate sulla superficie assieme a vestigia di erbe e giunchiglie fossili. Malgrado la sua inospitalità, invariata nelle ultime migliaia di anni, la Death Valley reca i segni di insediamenti umani, a cominciare da quelli di almeno quattro tribù native che hanno qui vissuto fra il 9.000 a.C. ed oggi: i Nevares, i Mesquites, i Saratoga, gli Shoshones. Ma ancora più fantastiche ed interessanti storicamente sono le testimonianze relative al passaggio dei pionieri durante le epopee del “Far West” e della “Gold Rush”. L’Hell’s Gate (Cancello dell’Inferno), all’altezza di Stovepipe Wells, era lo storico ingresso alla
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ITINERARI DI
Death Valley usato dai convogli dei coloni diretti verso il West in cerca di quell’American Dream che, una volta sbarcati dall’Europa, non avevano trovato nell’East, già saturo di emigranti e di affari. Il tratto più stretto della valle, solo 24 km, cui conduceva l’Hell’s Gate, era il percorso più breve per l’accesso all’altra parte dell’agognata America. Poco contava che fosse il più faticoso ed impervio. Diverso, invece, è il rapporto della valle con i cercatori d’oro provenienti soprattut-
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to dalla California. La sua vera storia nasce dal libro autobiografico di William Lewis Manly (“Death Valley ‘49”) che, oltre a narrare la vita dell’autore, guida e pioniere egli stesso, descrive le peripezie di un gruppo di cercatori d’oro nell’attraversare i deserti del Nevada e della California durante la “Gold Rush” del 1849. Chiamati col soprannome fourtyniners (quarantanovini, da cui il nome della celeberrima squadra di football americano di San Francisco), questi pionieri intraprese-
ITINERARI DI
ro un epico viaggio nel deserto con poca acqua e poco cibo, scegliendo di attraversare per primi quella che allora si chiamava “Deep Valley” (Valle Profonda), nel tentativo di accorciare della metà il percorso rispetto alla via normale. Le peripezie che dovettero affrontare furono così numerose e pericolose che, alla fine, Manly stesso attribuì alla valle il nome di “Death Valley” che oggi la contrassegna ufficialmente. In realtà, durante il viaggio durato un intero inverno, morì una sola donna, per
giunta già malata da tempo. Il “miraggio tremolante di ricchezze, di mistero e di morte” della Death Valley, così descritto nel 1893 dal giornalista Richard Lingenfelter e celebrato dal film “Zabriskie Point” diretto nel 1970 da Michelangelo Antonioni, vale assolutamente la visita di chi ami combinare storia, folclore e stupenda natura nei propri viaggi. Tanto più che è proprio sulla rotta tradizionale di altre meraviglie come il Grand Canyon e lo Yosemite Park. Ulisse
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STILI DI VITA
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STILI DI VITA
Più familiare della montagna
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l gusto degli italiani propende più per l’anonimo autore del tradizionale canto alpino o per Monti, il poeta Vincenzo autore di questa auspicata “Liberazione d’Italia” da parte di Napoleone nel 1800 e non Mario, il professore in cerca spasmodica di un’altra e forse più problematica liberazione dell’Italia nel 2012? Il problema, qui,
è posto in maniera scherzosa, ma rispecchia il dilemma potenziale che si pongono ogni estate milioni di italiani. “Quest’anno andiamo al mare o in montagna?“. Non è facile decidere in un paese fortunato dove le montagne sono sdraiate sull’acqua e la gran parte degli abitanti ha la stessa dimestichezza con le une e con l’altra. In
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STILI DI VITA realtà, la decisione avviene, poi, largamente a favore del mare per una serie di ragioni che, tuttavia, nulla tolgono all’alternativa montagna. La più immediata di queste ragioni è che il caldo da sempre reclama l’acqua come principale refrigerio. Bevuta, spruzzata, tuffata, assaporata attraverso la brezza marina l’acqua, da sola, combatte il caldo senza richiedere alcuna fatica, alcuno sforzo. Anzi, aggiunge quel sottile ma intenso piacere che si prova quando una sofferenza viene lenìta e pian piano scompare. L’altra ragione è che il mare è “easy”, è facile. Se sei già in vacanza e puoi, quindi, evitare lo spasmo del traffico per arrivarci ed il sudore per procurarti un ombrellone, lui è lì, ti viene addirittura incontro con le sue onde. Un brivido quando ti tuffi, e poi ti avvolge nel suo morbido, penetrante refrigerio fino a che non ti senti pronto ad affrontare di nuovo la sofferenza della sabbia e del sole. E ce n’è un’altra di ragione: il mare è familiare, ti fa sentire a casa. Sarà perché la scienza dice che siamo nati nel suo grande ventre, il mare
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STILI DI VITA ti mette di buon umore, ti fa giocare, ti avvicina agli altri, anche fisicamente. È l’ambiente dove i bambini si trovano meglio e fanno più amicizie. E anche gli adulti, che spesso in pochi giorni riescono a conoscere meglio il proprio effimero vicino d’ombrellone del proprio longevo vicino di casa. Infine, l’ultima ragione, ma forse ce ne sono anche altre. Il mare allarga il tuo orizzonte, anche fisicamente. Quella striscia lontana, laggiù in fondo, che a fatica demarca l’acqua dall’aria, ti dà l’impressione dell’infinito, dilata le tue prospettive, i tuoi sogni. Quanti esplo-
ratori, navigatori, disperati in cerca di un’altra vita, sono partiti puntando a bucare quell’orizzonte nella speranza di trovarci, aldilà, ciò che sognavano! Quanti l’hanno trovato e quanti, invece, hanno lasciato oltre quella linea anche il poco che avevano! Ecco, forse la vera ultima ragione per la quale si preferisce il mare è il suo mistero, il mistero della sua profondità, della sua grandezza, della vita che porta in sé, che è una scintilla della vita, ancor più maestosa e misteriosa, dell’universo. Tiffany
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RECEPTION
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RECEPTION
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n un mondo dove tutto cambia rapidamente, il camping sente la necessità di trasformarsi in quello che i francesi, leader di questo tipo di turismo in Europa, chiamano “hôtellerie en plein air”. L’albergo all’aria aperta al quale ci si riferisce è sostanzialmente una struttura reMod. Super Mercure, m. 7,50x4, n. 2 camere cettiva dove il comfort ed i servizi hanno molta più importanza e spazio di quelli che avevano per lo spartano campeggiatore del passato. Oggi il camping è in larga parte turismo familiare, appetibile non solo per il vantaggio di prezzo che offre, ma soprattutto per il rapporto che il prezzo ha con la qualità del servizio e del comfort, ormai indispensabili anche per chi ama il piede nudo nella sabbia. E Mod. Super Titania, m. 8x4, n. 3 camere le case mobili, insieme all’accreraggruppa gran parte dei circa 2.500 sciuta capacità di entertainment del campeggi italiani, ha fatto un accordo camping sul modello dei villaggi turicon il gruppo francese Benéteau per stici, rappresentano la chiave di volta la produzione nel nuovo stabilimento rispetto al passato, essendo in grado di Bologna di quattro modelli di case di offrire a tutta la famiglia spazi momobili studiati apposta per le esidernamente ottimizzati. Per questo genze del mercato italiano e, perciò, FAITA Nazionale, la Federazione che contrassegnati con il marchio “FAITA
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RECEPTION Mod. Titania, m. 8x3, n. 2 camere
case mobili. Le nuove “FAITA Home by IRM” rappresentano l’ultimo grido in fatto di tecnologia specifica, combinando materiali ecologici e duraturi con soluzioni abitative di grande comfort e praticità per la famiglia ospite. Un motivo in più a favore del turismo all’aria aperta, ormai vicino a rappresentare il 20% della formula di vacanza in Italia.
Home by IRM”. Laddove IRM rappresenta il marchio del gruppo francese leader nel mercato europeo delle Mod. Super Mercure Riviera, m. 7,50x4, n. 2 camere
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RECEPTION
RECEPTION
Dal 7 al 9 ottobre, alla Fiera di Rimini SUN e Faita ancora insieme
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ol patrocinio ufficiale di Faita FederCamping, la 30° edizione del Salone internazionale dell’arre-
do e attrezzature per l’esterno presenterà delle novità importanti a favore del comparto turistico all’aria aperta. Non solo, infatti, si svolgerà la 4^ edizione di Camping & Village Show, il più grande appuntamento italiano riservato ai gestori della ricettività all’aperto e organizzato da SUN in collaborazione con l’Associazione Mondo del Campeggio. Agli operatori del turismo open-air, espositori, visitatori professionali e tour operator selezionati, si presenterà uno scenario rinnovato: 5 Padiglioni attigui, praticamente tutta l’ala Ovest della Fiera di Rimini occupata dal SUN, saranno esclusivamente dedicati alle attrezzature per il settore turistico e
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RECEPTION ratori all’anno e che col mondo del camping e dei villaggi ha infinite affinità di prodotti e servizi -, il padiglione riservato ai giochi e allo svago all’aria aperta (gonfiabili, giocattoli, castelli, attrezzature per grandi e piccini), e il percorso espositivo adibito al benessere ‘in e con l’acqua’, dove si trovano mini-Spa, idromassaggi, piscine dentro e fuori terra, sempre più presenti e apprezzati nelle strutture ricettive. Ciò che si presenterà ai professionisti della filiera della vacanza all’aria aperta e in particolare ai gestori della ricettività all’aperto, sarà quindi un polo espositivo dal potenziale unico nel Belpaese, all’interno di una fiera che da 30 anni è il più grande, ricco e completo appuntamento ricettivo open-air. Accanto ai padiglioni dedicati alle case mobili e attrezzature
B2B dedicato ai professionisti dell’arredo e attrezzature da esterno.
per il campeggio nella cornice del Cam-
Informazioni sulla fiera SUN:
ping & Village Show, ci saranno anche i
www.sungiosun.it
padiglioni destinati alle dotazioni per gli
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stabilimenti balneari – un comparto che
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da solo richiama tra i 6 e gli 8 mila ope-
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RECEPTION
Camping Ca’ Savio Fiat Ducato il campeggio su misura per i camper Ducato
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n’iniziativa unica nella storia dell’open air: Fiat Professional e il Camping Ca’ Savio di Cavallino Treporti (VE) hanno siglato una partnership grazie alla quale per tutta l’estate 2012 la struttura diventerà “Ca’ Savio Fiat Ducato” e regalerà ai camperisti di Fiat Ducato vantaggi e servizi esclusivi per godersi una vacanza serena, divertente e senza pensieri. Prima esperienza mai realizzata di campeggio a tema dedicato ai motorhome, l’iniziativa prevede la presenza di una officina mobile all’interno del camping che offrirà check-up gratuiti a tutti i
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veicoli allestiti su base Ducato, ed una serie di servizi rivolti a tutti gli ospiti, come la navetta gratuita per raggiungere l’imbarco per Venezia e la sponsorizzazione delle attività di animazione a premi. Valori condivisi quelli che hanno spinto Fiat Professional e Ca’ Savio a stringere questo accordo, all’insegna dell’economicità, della libertà e dell’ecologia, da sempre i principali asset del campeggio. Non è un caso che di recente Fiat Ducato si sia aggiudicato il 1° e 2° posto del “Green Van 2012”, premio assegnato da due rinomate riviste tedesche rispettivamente al Du-
RECEPTION cato 150 Multijet e al Ducato 115 Multijet. Fiat Ducato, dunque, è sempre più vicino al mondo dei camperisti. Grazie alla totale leadership nel settore, Fiat è l’unico costruttore automotive che ha potuto creare basi motrici, specificamente progettate per la trasformazione, in sinergia con le aziende produttrici di motorhome, oltre ad essere stato tra i primi a realizzare una gamma di servizi e una rete di assistenza dedicate ai camperisti che viaggiano con Ducato. E oggi, Fiat Professional diventa anche il primo costruttore ad “andare in vacanza” con i suoi clienti. È proprio questa la nuova dimensione di servizio che Fiat Professional abbraccia con iniziative come “Ca’ Savio Fiat Ducato”: lasciare al camperista solo il bello della vacanza in
camper, fornendogli un servizio e un’assistenza tecnica “su misura”, in qualunque momento e ovunque si trovi. Oggi la vacanza in camper è sempre più ricercata e mostra prospettive più che positive: solo nel 2011 le vendite di camper, nuovi o usati, in Europa hanno superato le 250.000 unità. Un successo commerciale che trova conferma nelle affluenze straordinarie di pubblico ai saloni di settore come quelli di Dusseldorf e di Birmingham.
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RECEPTION
nuovo fiat ducato CON CAMbIO RObOTIzzATO COMfORT-MATIC.
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RECEPTION
Le oasi del camping in Italia
La Puglia,
terra di primati “Se Parigi avesse lu mére, sarebbe una piccola Beri...”
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anto basta ad esprimere l’orgoglio barese o pugliese, in senso più lato, per la propria terra. Ed in realtà questo orgoglio poggia su
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FOTOTECA PUGLIA PROMOZIONE solide basi, naturali e storiche. Intanto la Puglia, la regione nella quale ci soffermiamo in questo numero della nostra rubrica dedicata alle oasi del camping in Italia, vanta la più longeva e certificata residenza umana. I resti fossili dell’Uomo di Altamura, una forma arcaica di Homo Neanderthalen-
RECEPTION
sis, testimoniano che qui si viveva già almeno 250.000 anni fa. Poi ci sono numerosi altri reperti di epoca preistorica, tra i quali diversi menhir e dolmen, antenati dei più conosciuti trulli (dal greco tardo τρούλος – cupola), le
antiche costruzioni coniche in pietra a secco, di origini proto storiche, tipiche ed esclusive della Puglia centromeridionale ed in particolare di Alberobello. E che dire della storia, passata attraverso secoli nei quali la Puglia è sempre stata in pri-
ma pagina con le sue colonie greche, la dipendenza dai Romani, che le dettero il nome (Apulia) ma che sul suo territorio, a Canne, nel 216 a.C. ricevettero la sconfitta più cocente ad opera di Annibale. E poi, via via, i bizantini, i normanni, gli svevi di Corradino, gli Angioini, i Borboni, fino all’unificazione dell’Italia. Ma la Puglia non detiene soltanto primati storici. È la regione italiana situat a
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RECEPTION
più ad est, con quel che ne consegue in termini di assimilazione della cultura orientale. Inoltre, con il Tavoliere e con altri territori minori possiede la seconda estensione pianeggiante d’Italia, dopo la Pianura Padana, con grandi benefici per la propria economia agricola. Infine, la Puglia possiede uno dei maggiori sviluppi costieri di tutta la
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RECEPTION penisola, con una varietà di situazioni che vanno dalla costa rocciosa del Gargano ai lunghi litorali sabbiosi del golfo di Taranto e che rendono gradevolmente balneabile il 98% del territorio pugliese. Ciò favorisce il turismo all’aria aperta, malgrado le grandi distanze da percorrere per chi arrivi dal nord Italia o, peggio ancora, dall’Europa centrale. La regione, infatti, ospita un numero elevato di campeggi (224, equivalenti all’8,6% del totale nazionale), leggermente più piccoli della media italiana, ma comunque in grado di offrire oltre 101 mila posti letto (7,4% del totale Italia), prevalentemente distribuiti lungo la costiera foggiana. Ad accrescere il fascino della Puglia, c’è poi la tradizionale cucina fatta di sapori ed odori mediterranei e di vini eccellenti, accompagnata da un buon rapporto complessivo qualità-prezzo. Quanto basta per garantire al turista un piacevole soggiorno ed all’economia della regione un valido apporto. Chaperon
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RECEPTION
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empre in rotta verso sud, l’estate ci porta nel tacco dello stivale. La Puglia. Regione incantevole, sospesa tra natura, storia, tradizione, gusto e spiritualità, da visitare dodici mesi l’anno... Con i suoi 800 km di coste, la Puglia offre solo l’imbarazzo della scelta.
GARGANO, UN AUTENTICO MONDO A SÉ Terra di fede, di mare e di natura al limitare della distesa del Tavoliere delle Puglie, il Gargano si presenta come un luogo fuori dal mondo. È uno sperone roccioso caratterizzato dal carsismo, un’area naturale da sempre isolata dagli influssi esterni, tanto da essersi guadagnata il primato della biodiversità tra le subregioni italiane; questo angolo di paradiso costituisce uno scrigno di ricchezze storiche, naturali, artistiche e turistiche capaci di rendere completa qualsiasi esperienza di visita. Tutto questo e molto altro ancora è il Gargano, una terra capace di conciliare la sua storia millenaria con un presente in cui il patrimonio naturale e l’eredità storica e religiosa convivono con una sempre più matura ricettività turistica. • VIESTE, importante centro turistico, è tra le città più antiche della Daunia. Il litorale nei dintorni è ricco di splendide spiagge dalla sabbia dorata e di anfratti rocciosi, interessanti non solo per il fascino naturalistico, ma anche per le testimonianze storiche che conservano gelosamente. • PESCHICI, dall’alto di un promontorio (90 metri s.l.m.) sporge sul mare, dominando la spiaggia sottostante. La visita del centro (che deve essere necessariamente fatta a piedi) consente di ammirare scorci panoramici in un dedalo di viuzze e in un groviglio di casette dal caratteristico tetto a cupola di origine orientale. • LE ISOLE TREMITI sono situate a circa 12 miglia dalla costa del Gargano. Sono conosciute anche come “perle dell’Adriatico” per via della lora incantevole natura e della bellezza del mare. La costa è variegata e alterna alte scogliere a calette di sabbia ed a grotte tutte da esplorare.
Info 3 4su www.viaggiareinpuglia.it
RECEPTION
I campeggi preferiti di Trento Aosta
CAMPING CA’ SAVIO Cavallino Treporti (VE)
Trieste
Milano
Venezia
VILLAGGIO DEL SOLE Marina Romea (RA)
Torino Genova
PARCO VACANZE RIVAVERDE Marina di Ravenna (RA)
Bologna
VILLAGGIO DEI PINI Punta Marina Terme (RA) HOLIDAY VILLAGE FLORENZ Lido degli Scacchi (FE)
Firenze Ancona
VILLAGGIO CAMPING LIDO Maccagno (VA)
VILLAGGIO PINETA Milano Marittima Cervia (RA)
VILLAGGIO CAMPING BOSCO Cannobio (VB)
Perugia
CAMPING VILLE DEGLI ULIVI Marina di Campo (LI)
CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLA Maserno di Montese (MO)
L’Aquila
CAMPING CANAPAI Rio Marina (LI)
Roma
CAMPING EUCALIPTUS Alba Adriatica (TE)
Campobasso
CAMPING RESIDENCE AMIATA Casteldelpiano (GR)
Bari
VILLAGGIO CAMPING LE MARZE Marina di Grosseto (GR)
Napoli Potenza
CAMPEGGIO SUMMERLAND Viterbo HAPPY VILLAGE & CAMPING Roma
CAMPING VILLAGE DON DIEGO Grottammare (AP)
Cagliari
VILLAGGIO CAMPING TESONIS Marina di Tertenia (OG)
Catanzaro
HOTEL PICCADA & APPARTAMENTI LA GALATEA Palau (OT) CAMPING MIRAGE Barano d’Ischia (NA) CAMPEGGIO EUROPA Terracina (LT) LE PALME VILLAGE Terracina (LT)
Palermo
GREEN VILLAGE Marina di Camerota (SA)
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A GUSTO MIO
Ricette AMERICANE Un buon fuoco e delle buone braci sono un ottimo punto di partenza ma non bastano per un barbecue a regola d’arte. Gli Americani, i maestri indiscussi di questo metodo di cottura, lo hanno affinato nel tempo. Importato dai popoli caraibici che lo introdussero con il nome di barbacoa, il barbecue (BBQ in americano) può essere
oggi considerato l’unico stile gastronomico nativo e originale del continente d’oltreoceano. Un’esperienza unica fatta di carne, salse e fumo che si sviluppa nel sud degli Stati Uniti d’America. Ecco appunto una ricetta tipica del sud-ovest della nazione a stelle e strisce: la bistecca di bisonte. Epicuro
Bison steak al Barbecue T
ogliere dal frigo le bistecche di circa 3-4 cm di altezza e lasciarle riposare a temperatura ambiente per circa un’ora in un recipiente ben chiuso.
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Per il condimento usare solo olio di oliva, sale grosso e pepe nero a piacere, ingredienti che consentono di apprezzare al meglio la complessità di sapori della carne di bisonte da pascolo.
A GUSTO MIO Se si dispone di un barbecue a carbone con coperchio, prepararlo disponendo delle mattonelle su un lato in modo da lasciare una zona dove non arrivi il calore diretto della brace. Sarà pronto quando il carboncino sarà coperto da cenere grigia. La temperatura ideale per grigliare la carne di bisonte è di circa 250°C. Una volta raggiunta tale temperatura, preparare le bistecche cospargendole di olio e sale grosso (ed eventualmente di pepe). Ungere un canovaccio con abbondante olio, passarlo rapidamente sulla griglia calda e riporre la griglia nel barbecue. Disporci le bistecche e chiude-
re il coperchio per 2 minuti. Girare e rosolare il secondo lato per altri 2 minuti. A questo punto, spostare la carne nella zona non riscaldata direttamente e lasciarla cuocere per altri 4/5 minuti per lato sempre a coperchio chiuso. Quando le bistecche saranno pronte, lasciarle riposare a temperatura ambiente per 10 minuti prima di tagliarle e servirle. Non preoccupatevi: non si raffredderanno perché, per i primi 5 minuti dopo averle tolte dalla griglia, l’interno continuerà a cuocere e se le taglierete prima dei 10 minuti rischierete che si perdano troppi succhi e che si asciughino. Servitele accompagnate con patate o verdure. Buon appetito!
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PASSIONI
Piccola storia dell’auto Il marchio Audi
“Quando corre Nuvolari mette paura perché il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura...” (Lucio Dalla, Nuvolari)
D
a due numeri abbiamo iniziato su natural mind ® una breve storia dell’automobile, quale doveroso
e di lavoro che ha largamente contribuito a cambiare la storia dell’uomo accelerandone, non senza qualche complicazione,
omaggio al mezzo di trasporto
il percorso. Per chi fosse alla
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PASSIONI
prima lettura, ripetiamo che protagonista della nostra storia è il marchio dell’auto, più che il motore, la linea o altri elementi meccanici. In termini tecnici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafica che lo racchiude. Un po’ come una persona, che s’identifica con un nome e con una propria, particolare ed inimitabile figura corporea. In termini moderni, questa immagine del marchio assume il nome di logo, abbreviazione anglosassone di logotype. Il marchio tende a rimanere identico a se stesso per tutta la vita allo scopo di identificarsi, sempre e con chiarezza, presso il
consumatore al quale si riferisce. Salvo, come nel nostro caso, seguire l’evoluzione societaria e di mercato. Il logo del quale trattiamo oggi, in rigoroso ordine alfabetico, è Audi, creato da August Horch, già fondatore di una sua azienda “Horch” nel 1899. Essendo stato da questa estromesso e volendo proseguire la propria attività nel settore automobilistico si trovò, così, nella condizione di dover cercare un nuovo marchio. Gli sovvenne un nipote seminarista che tradusse il tedesco
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PASSIONI
in latino. “Horch”, che in tedesco significa “ascolta”, divenne quindi “Audi”. Così, nel 1909, nacque a Zwickau, in Sassonia, la “Audi-Werke”. Le cose andarono bene per un po’ ma quando si affacciò la grande crisi, nel 1928, la Audi venne assorbita dalla DKW e, quattro anni dopo, anche la Wanderer e la Horch decisero di unire le proprie forze al sodalizio che si era formato. Nacque così, nel 1932, la “Auto Union AG”, contrassegnata da uno stemma a quattro cerchi, ciascuno dei quali racchiudeva il marchio di una delle aziende consociate. La Auto Union venne poi acquistata dalla DaimlerBenz nel 1958 e, infine, ceduta nel 1964 al Gruppo Volkswagen, che mantenne la denominazione Audi ed il logo con quattro
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cerchi. Alla produzione dell’Auto Union, però, venne affiancato il marchio Audi o DKW, quale identificativo della linea di vetture prodotte. La fortuna più recente del marchio Audi nasce
PASSIONI
con Ferdinand Piëch, nipote di Ferdinand Porsche e geniale interprete dell’auto moderna, che assunse la guida del gruppo Volkswagen e dell’Auto Union nel 1980. Sua l’intuizione delle quattro ruote motrici, che portano
le vetture sportive “Audi quattro” alla vittoria nei più importanti rallies degli anni ottanta, guadagnandosi fama di sportività e robustezza. Sua anche la decisione di eliminare, nel 1985, la primigenia denominazione Auto Union per adottare semplicemente il marchio Audi, sempre accompagnato dai 4 cerchi ma, questa volta, senza più alcuna immagine al loro interno. Infine, il 19 aprile 2012, l’ultimo boato Audi: l’acquisto del marchio motociclistico italiano Ducati per 860 milioni di euro. Con questa acquisizione di prestigio il Gruppo Volkswagen entra anche nel mondo delle due ruote, gratificando un’altra grande intuizione di Piëch realizzata solo in forma di prototipo. Leonardo
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SFIDE & SPORT
Bika ndo , bik and o
C
i
sono dei neologismi, provenienti all’italiano da altre lingue, che attecchiscono più di altri. Alcuni perché sono termini praticamente intraducibili dalla loro lingua originale, invariabilmente l’inglese. Come ad esempio computer, così chiamato in tutto il mondo meno che nella super nazionalista Francia, dove lo chiamano ordinateur. Altri perché, se tradotti letteral-
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mente, non rendono lo stesso concetto. Uno di questi neologismi è mountain bike, che non è solamente una bicicletta da montagna, per scalare pendii ripidi, come vorrebbe la sua traduzione letterale, ma, nella ormai comune accezione, una bicicletta per percorsi difficili in genere, come sterrati e sentieri, in cui il ciclista dilettante ha bisogno di un rapporto ottimale tra le energie da spendere pedalando ed
SFIDE & SPORT
L’etica della mountain bike il percorso da compiere. La mountain bike è il mezzo di trasporto
ampio di soluzioni fra fatica ed ambiente. Così si può decidere di emulare Fausto Coppi scalando lo Stelvio sulla strada statale o, più sommessamente, percorrere un placido e silenzioso sentiero di collina in mezzo ai boschi. C’è, tuttavia, un’etica comune che governa l’uso della mountain bike ed il suo accesso agli appositi percorsi. E’ quella riflessa nelle regole elaborate dall’IMBA ( I n t e r-
ecologico per eccellenza, ormai largamente favorito da chi desidera coniugare esercizio fisico e contatto con la natura. Per questa sua caratteristica, si offre ad un mix molto
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SFIDE & SPORT national Mountain Bicycling Association - Associazione Internazionale di Mountain Bike) e riconosciute in tutto il mondo come il codice di condotta per i mountain bikers, con il compito di promuovere un ciclismo fuoristrada ambientalmente e socialmente responsabile. Ai bikers è raccomandato di: • Percorrere solo sentieri dove è permesso circolare in bicicletta; • Sceglierli in funzione delle proprie capacità fisiche, tecniche ed atletiche; • Rispettarne la traccia, valutando percorsi alternativi in caso di pioggia o altro; • Non lasciare tracce evidenti (rifiuti compresi); • Andare secondo capacità della persona e potenzialità del mezzo; • Moderare la velocità e guidare con prudenza nei tratti difficili; • Dare sempre la precedenza;
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• Notificare agli altri la propria presenza con un tocco di campanello o un saluto; • Non infastidire gli animali; • Richiudere il cancello dopo essere transitati nella proprietà di qualcuno; • Programmare le uscite senza avventurarsi in sentieri ignoti; • Portare con sé un quipaggiamento adeguato (cellulare e kit di emergenza); • Indossare sempre il casco. L’osservanza di queste regole è fondamentale per il rispetto dell’ambiente e degli altri praticanti. Ma i mountain bikers lo sanno molto bene, al punto di costituire sotto tale profilo una pattuglia d’avanguardia che sta conquistando un numero sempre maggiore di nuovi adepti. Tra questi, molti bambini, i destinatari dell’ambiente di domani. E, da quest’anno, c’è una novità: dalle Dolomiti alla Valle d’Aosta, al posto dello skipass invernale c’è il bike pass estivo. Se finora le funivie erano destinate d’estate a portare in quota gli amanti dei panorami dall’alto, guadagnati senza fatica, ora i mountain bikers pas-
SFIDE & SPORT
È di giorni la dell’inaurazione del Sellaronda MTB TOUR, attivo fino al 16 settembre. Il mitico giro dei passi nel comprensorio sciistico di Dolomiti Superski, affrontabile sia in senso orario che antiorario, inanellando il Passo Gardena, il Sel-
sano il “bip, come per lo skipass, e accedono alle cime, per affrontare, impianto dopo impianto, lunghi itinerari. questi notizia gu-
la, il Pordoi e il Campolongo, è la sfida dell’estate per gli appassionati di questo sport. Olimpia
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JUNIOR CLUB Le storie di natura che raccontiamo hanno due scopi: divertire i junior di casa e presentare situazioni e località nuove, così da stimolare la loro curiosità ed apprendimento. In questo caso, la storia raccontata si svolge nell’isola di Komodo, nell’arcipelago indonesiano, dove si trovano degli animali preistorici, i varani. La storia è adatta ai ragazzi dagli 8 ai 10 anni.
I varani di Komodo Le avventure di Luc, Lazo e Full
A
nche questa volta Luc, Lazo e Full erano partiti per una località lontana e per un incarico straordinario e, come al solito, anche un po’ pericoloso. Per conto dei genitori di Luc, tutti e due scienziati che stavano lavorando sulla genesi di alcuni animali in Asia, dovevano prelevare dei campioni di saliva di un animale molto particolare. Quei campioni sarebbero serviti per determinare il DNA dell’animale e l’età della sua specie, che risaliva ad alcuni milioni di anni fa. L’animale in questione era il varano di Komodo, detto anche drago per i l suo
aspetto truce ed alquanto minaccioso. Il varano è la più grossa specie vivente di lucertola, potendo raggiungere in rari casi anche 3 metri di lunghezza e 70 kg circa di peso. Sopravvissuto all’epoca dei grandi rettili, vive nelle isole indonesiane, in particolare in quella di Komodo ed emette una saliva di colore unico, rossastro che gli serve per lubrificare il cibo prima d’inghiottirlo. Con questo sistema può addirittura ingurgitare una capra sana. Il compito di Luc, Lazo e Full si presentava complicato ed anche molto pericoloso perché i varani sono carnivori e sono abituati a cacciare in gruppo, unici della loro specie. Occorrevano, quindi, la massima attenzione e la massima perizia. Consapevoli dei rischi che correvano, i no-
JUNIOR CLUB stri amici si erano attrezzati di conseguenza e dopo un lungo viaggio erano giunti all’isola di Komodo, sistemandosi nell’hotel più decente che avevano trovato. Dovevano fare presto a compiere la missione perché avevano un altro incarico, ugualmente urgente, da svolgere in un altro posto lontano. Il giorno dopo il loro arrivo, quindi, erano già pronti di mattina presto per la prima battuta di caccia. Trovare i varani non sarebbe stato difficile, perché ce n’erano molti. Ed infatti, appena inoltrati in un’ampia radura con l’erba alta alle ginocchia, cominciarono a sentire dei soffi che facevano presagire la loro presenza. Full, il fido cane, li individuò subito e portò il resto della truppa vicino ad un bel maschio. A questo punto, era il nonno Lazo a dover entrare in azione. Come dice il suo nome, Lazo era particolarmente abile a lanciare una corda a cappio e così, al primo tiro, prese per le mascelle il grosso varano. Intrappolato senza via di scampo, il varano ben presto cominciò a schiumare saliva rossa. Era proprio quello che cercavano i nostri amici, i quali non persero tempo a raccoglierla nei loro speciali contenitori. In quattro e quattr’otto avevano già raccolto la saliva di un altro maschio e di due femmine. Man-
cava un ultimo maschio per completare il progetto. Full non tardò ad individuarlo. Ma appena Lazo lo catturò comparvero altri sei-sette esemplari male intenzionati. Quella caccia per loro insensata li aveva molto innervositi ed ora cercavano di farla pagare agli intrusi. La partita si metteva male perché i varani erano grossi ed inferociti ed a nulla serviva la sarabanda di Full per cercare di fermarli. Dovette, allora, intervenire Luc che, nato da quei genitori, aveva un enorme ingegno. Tirò fuori dalla sua sacca un congegno laser di sua invenzione e lo manovrò. Dal congegno scaturì un cerchio di fuoco che tenne a bada i sibilanti varani, mentre nonno Lazo recuperava la saliva di quello catturato. Appena l’operazione fu finita, con lo stesso laser Luc aprì una strada protetta dal fuoco attraverso la quale arrivarono alla loro auto. Anche questa volta i nostri amici avevano assolto il loro compito! Fedro
E-SHOPPING
L’ETA’ DEL NONNO Come nasce un libro
L
’età del nonno, dopo quella del figlio e del padre, è l’età definitiva. Un’età che, molto più delle altre, marca il tempo e che, al suo inizio, può creare sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai lenti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sempre più artificiali dell’età moderna. L’annuncio del primo nipote in arrivo spalanca d’improvviso la prospettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamente far puntare i piedi nel tentativo di fermare il tempo o rallentarlo. Invece, quando ci si accomoda dentro, si scopre che un nipote regala nuovi scopi e traiettorie alla vita,
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offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora essere. Un fil rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lorenzo”, un libro, bello e tenero, ottimamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da nonno a nipote, dall’ultima generazione della terra alla prima delle stelle. Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi importanti diventando, pagina dopo pagina, una sorta di vademecum rigoroso ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo genitori o nonni a fornire risposte concrete ai tanti perché di figli e nipoti. Friendly
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LA POSTA DEI LETTORI Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo survey@natural-mind.it; ci aiuteranno a migliorare il magazine. Bella rivista. Carlo
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Natural mind è u na bella Quest’es scoperta tate sto . p r o prio pen di andar sando e in cam peggio c amici. M on i mie i avete s i v e la to un mo che non ndo conosce vo. Anna
Complimenti, è fatta bene ed i contenuti sono interessanti. Cordiali saluti. Sergio
lentieri i
Nonostante il caldo leggo vo vostri articoli. Mario
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natural mind® è il magazine online che rispetta l’ambiente natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elettrica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certificati con “100% energia pulita Multiutility”. Certificare i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica interamente prodotta da fonte rinnovabile: la certificazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certificati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’emissione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio. Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che appare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutility S.p.A. registrato a livello europeo e che viene concesso solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®. I certificati RECS (Renewable Energy Certificate System) sono titoli che attestano la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economiche per continuare a produrre energia "verde". I certificati RECS sono distinti dall'erogazione fisica dell'elettricità e la loro emissione consente la commercializzazione dei certificati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente finanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimoniando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.