Naturart N.12

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Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

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Tri mes t r ale di Nat ur a, Tu ri sm o e A rt e su l l a provi n c ia d i Pis t o ia

Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla provincia di Pistoia

Quarterly magazine about Nature, Tourism and Art on Pistoia area

N. 12 - Ottobre / October 2013

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Giorgio Tesi Editrice



Sappiamo come lasciare il segno Qualità delle produzioni, sostenibilità, innovazione, eccellenza dei servizi, cultura e tradizione sono, per noi, un modo di essere. Un’identità che lascia il segno, impressa in ogni prodotto ed in ogni servizio. Per questo nasce “Pistoia Original Tuscan”, la marca di un territorio unico, con un valore in più.

We know how to leave our mark Quality of productions, sustainability, innovation, excellence in services, culture and tradition are, for us, a way of being. An identity that leaves its mark and is impressed in every product and service. That’s why we created “Pistoia Original Tuscan”, the brand of a unique territory, with an extra value.


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Il possibile nasce dalla volontà

Luciano Corsini

Direttore Responsabile - Managing Editor info@naturartpistoia.it

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uardiamoci negli occhi e poi reggiamo lo sguardo, perché il «percepire il senso di condivisione e comunione d’intenti», che consente di affrontare ogni evento difficile è diventato una priorità. E’ indispensabile qui nel Bel Paese e nel Mondo, così come capitava un tempo nelle famiglie (e in certe famiglie capita ancora), se c’era una stagione dura da affrontare, quello che era disponibile serviva per tutti. Questo sentimento sollecito, in Italia, spesso si estendeva in intere aree, o paesi, che sopperivano così alle carenze dei vari governi, alle carestie, alle solitudini di vedovanze per le troppe guerre. Ho spesso pensato che da noi manchi un monumento al «bottegaio generoso», etico finanziatore per la sopravvivenza di gente alla porta di casa. Perché, si sappia, l’economia postbellica si è potuta avvalere del preziosissimo finanziamento, totalmente privo di garanzie, di chi, commerciante, dava cibo, per il sostentamento, e segnava su un libretto smunto conti infiniti, che, per buona parte, sapeva bene, non sarebbero mai stati saldati. D’altronde che mondo potremmo mai vantare, oggi come ieri, se non ci fossero mecenati, generosi, buoni a prescindere. La Giorgio Tesi Group, che parte dal concetto di nucleo familiare forte e coeso, è una realtà ratificata anche dall’essere stata inserita, a buon merito, nella rosa di tre aziende familiari di eccellenza, insieme con quelle dei Marchesi Antinori e di Baraclit. Aziende scelte perché capaci di portare nel mondo i loro prodotti, ma, soprattutto, valori , “imprescindibili” al rispetto del loro buon nome, dando lustro di conseguenza all’Italia intera.

Ci sarebbe di che vantarsi in azienda, ma.. c’è troppo lavoro da fare e progetti e sogni da realizzare. E stando uniti non si vacilla se idee buone riguardano tante persone. Pistoia, la città dalle bellezze a lungo sottaciute, ne è consapevole. Da quando NATURART, per 12 volte, lancia in resta, ha iniziato a colpire la fantasia di chi lontano, anche lontanissimo, ignorava le sue infinite grazie. Anche in questo numero scoprirete meraviglie d’arte, natura e di territorio. Pistoia e la sua provincia hanno da esser grate di tanto sentimento d’amore che unisce e coinvolge. La comunicazione viaggia veloce, con vento in poppa, sia con NATURART, sia su www.AboutPlants.eu, web rivista vivaistica, e poi c’è molto, molto altro: c’è lo sport con la vittoriosa Pistoia Basket, di cui Giorgio Tesi Group è main sponsor, rinforzata dall’arrivo di straordinari nuovi elementi; il verde che, con la sua poderosa presenza, al Campionato Ciclistico del Mondo in Toscana, ha caratterizzato i percorsi battuti, oltre che dai ciclisti in gara, da gente proveniente da 41 nazioni e da ben 700 giornalisti accreditati, provenienti da 5 continenti. Una entusiasmante miscellanea di culture diverse, confuse. Magicamente propedeutiche alla comprensione dell’unicità dei valori irrinunciabili dell’accoglienza, della conoscenza e dell’amicizia. E’ all’Abetone, nei suoi boschi secolari, luogo di scavallamento fra due regioni, Toscana e Emilia Romagna, l’espressione artistica più attinente, il nuovo <<sentiero dell’amicizia>> allinea 6 opere scultoree, tanto avvinte alla natura da essere volute e pensate, da sensibili artisti, quasi per struggersi nel tempo fra muschi e licheni. Opere d’arte generose come l’amicizia.

Where there’s a will, there’s a way

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et’s look ourselves in the eye and then hold that gaze because “recognizing a sense of sharing and a commonality of intention” that allows us to tackle any difficult event has become a priority. It is essential here in this beautiful country of ours and around the world, as it used to be within families (and in some families, still happens) that if a tough road was ahead, everyone shared whatever was available. This thoughtful reminder, in Italy, often extended over entire areas, or towns, thus compensating for the short-

EDITORIALE comings of the various governments, for famine, and for the loneliness of widowhood as a result of too many wars. I have often thought that we need to erect a monument to the “bighearted shopkeeper”, ethical lender for the survival of the people at his doorstep. Because, you know, the postwar economy was able to avail itself of the invaluable financing, without any collateral, of those like the shopkeeper who gave food for sustenance, marking in a small tattered book the infinite accounts that he well knew would never, for the most part, be settled. On the other hand, what kind of world could we ever boast of, today as yesterday, if there were no good and generous patrons to begin with? The Giorgio Tesi Group, starting from the concept of a strong and cohesive family, a world also confirmed of which they are a part, have been given a well-deserved place, together with the Marchesi Antinori and the Baraclits, on the short list of three outstanding family-owned companies. These companies were chosen because they are able to bring their products to the world, but, above all, because of those values that cannot be separated from their good name, consequently honoring the whole of Italy. There are some in the company who would boast, but...there is too much work to do as well as plans to carry out and dreams to realize. And by remaining united, one does not hesitate if good ideas relate to so many people. Pistoia, the city with its oft unmentioned beauty, is aware of this. Going full tilt for 12 issues, NATURART has begun to catch the eye of those who are far away, even very far away, and were unaware of our city’s infinite graces. Again in this issue you will discover wonders of art, of nature, and of the area. Pistoia and its province have to be grateful for this unifying and engrossing feeling of love. With fair winds, news travels fast, via both NATURART and the nursery webzine at www.AboutPlants.eu. But then there is much, much more. There are sports with the victorious Pistoia basketball team, of which Giorgio Tesi Group is the main sponsor, supported by the arrival of extraordinary new members. Greenery had a powerful presence at the World Cycling Championship in Tuscany, characterizing the beaten paths. Beside the cyclists in the race, there were people from 41 countries and more than 700 accredited journalists from 5 continents—an exciting, chaotic mix of different cultures—magically prepared by understanding the uniqueness of the essential values​​ of hospitality, social contacts, and friendship. A more important artistic expression is found in the ancient woods of Abetone, a playground between Tuscany and Emilia Romagna, with the new “friendship path” along which six sculptural works are found, tied to nature by the desire and design of the artists’ sensitivity, almost by dissolving over time among the moss and the lichen Works of art as generous as friendship.

www.naturartpistoia.it 5


18 Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla Provincia di Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 12 - Ottobre / October 2013

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

Tr i m es t r al e d i Nat ur a, Tur i s m o e Ar t e s ul l a p rov i nci a d i Pi s t oi a

Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.

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Copertina: particolare dell’affresco “Martirio dei Diecimila” di Sebastiano Vini. Cover: a detail from the fresco by Sebastiano Vini “Martyrdom of the Ten Thousand”

Giorgio Tesi Group The Future is Green Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a grafica@giorgiotesigroup.it Di questo numero sono state diffuse 10.000 copie in 45 Paesi esteri. 10,000 copies of this issue have been distributed to 45 countries abroad. via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it

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Direttore Responsabile Luciano Corsini - info@naturartpistoia.it

Coordinamento Redazione Enza Pirrera Carlo Vezzosi

Art Director Nicolò Begliomini - grafica@giorgiotesigroup.it

Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - f.fondatori@giorgiotesigroup.it

Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it

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Il Martirio dei Diecimila The Martyrdom of the Ten Thousand

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Messaggi amichevoli dialogano col bosco Friendly conversations with the forest

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Pistoia Original Tuscan

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La Cattedrale di Pescia The Cathedral of Pescia

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Una passeggiata in Fortezza A stroll through inside the fortress

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Intelligent Tourism

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Freddo e acqua creavano ricchezza Wealth created from cold and water

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Giardino Zoologico di Pistoia Zoological Gardens of Pistoia

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La Toscana più vera A more authentic Tuscany

Hanno collaborato a questo numero: Eleonora Angelini, Emanuele Begliomini, Virginia Frivoli, Emanuel Carfora, Pier Luigi Gaspa, Giulia Gonfiantini, Fabio Fondatori, Maria Cristina Masdea, Martina Meloni, Andrea Ottanelli, Elisa Pacini, Daniela Ponticelli, Edoardo Salvi, Siliano Simoncini, Carlo Vezzosi .

Traduzioni: Studio Blitz - Pistoia

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Radici nel passato, sguardo al futuro Roots in the past, a glance at the future

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Giorgio Tesi Group compie 40 anni The Giorgio Tesi Group celebrates 40 Years

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Giorgio Tesi Group & Dynamo Camp

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I manifesti dei Bagni di Montecatini Posters of the baths of Montecatini

Fotografie: Nicolò Begliomini, Stefano Cantini, Marta Colombo, Tommaso Frasca, Archivio Famiglia Cini, Archivio Fondazione Caripit, Archivio Comitato Organizzatore Mondiali di Ciclismo Toscana2013, Archivio Giardino Zoologico, Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

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Coordinamento stampa Daniele Agostini. Stampato presso Grafiche Antiga spa, NATURART ogni anno contribuisce a risparmiare: circa 460.000 Kg di CO2 , 750.000 Kwh di energia elettrica, 40.000 Kg di inchiostri tossici. Printing co-ordinator Daniele Agostini. Printing with Grafiche Antiga spa, NATURART each year helps to save: approximately 460,000 kg of CO2, 750,000 kWh of electricity, and 40,000 kg of toxic inks.

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San Jacopo moderna accoglienza San Jacopo, a modern welcome

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Pistoia ridens Pistoia laughs

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Pietro Bugiani Solenne semplicità Solemn simplicity

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Il Comprensorio del Basket Basketball District

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Giorgio Tesi Group Pistoia basket in A1

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Campionati del Mondo di Ciclismo World Championships of Cycling


Arte e paesaggio bellezze da conservare N

Valerio Tesi Soprintendenza di Firenze Architetto ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) Superintendency of Florence Architect, ICOMOS (International Council on Monuments and Sites)

atura, paesaggio, arte. Parole spesso accostate, ma con quale significato e in che termini? Appare quasi scontato riferirsi a Emilio Sereni, che poneva a prefazione della sua storia del paesaggio agrario italiano un passo delle Operette morali di Giacomo Leopardi: “una grandissima parte di quello che noi chiamiamo naturale, non è; anzi è piuttosto artificiale; come a dire che i campi lavorati, gli alberi e le altre piante educate e disposte in ordine… non hanno quello stato né quella sembianza che avrebbero naturalmente. In modo che la vista di ogni paese abitato da qualunque generazione di uomini civili… è cosa artificiata, e diversa molto da quella che sarebbe in natura”. Il paesaggio pistoiese, lo sappiamo bene, è un paesaggio in cui l’elemento naturale è stato piegato e ricondotto dall’opera di ‘uomini civili’ in un disegno di altissima qualità, cesellato a tratti quasi come un’opera d’arte, che costituisce la cornice naturale per la bellezza diffusa dei tanti monumenti che popolano le campagne e i paesi, le piazze e le strade delle città. E’ proprio questa la specificità della Toscana come pure del territorio pistoiese, l’equilibrio tra le forme dell’arte e il contesto paesaggistico. Arte e paesaggio, qui più che altrove, sono un binomio inscindibile, prezioso ma anche fragile, che dobbiamo proteggere e conservare, ma al tempo stesso promuovere e sviluppare. Come ha detto Antonio Paolucci, il futuro del nostro paese ha un cuore antico, il progresso ha il suo fondamento nella tradizione e salvare i valori del passato non è un onere aggiuntivo ma un’opportunità in più, e decisiva, per riuscire vittoriosi nelle competizioni del tempo presente. Questa è la sfida che ci si presenta oggi e che possiamo affrontare solo in un’ampia condivisione di intenti, costruire il nostro futuro conservando e proteggendo le nostre radici. Le belle pagine di Naturart ci presentano, con la suadente efficacia delle immagini, la diffusa bellezza del territorio pistoiese e la fanno conoscere ai suoi abitanti, perché siano cittadini consapevoli delle proprie radici e quindi della propria identità, e in tutto il mondo. Chi si occupa istituzionalmente della conservazione del patrimonio culturale e del paesaggio identitario ha trovato un alleato efficace e prezioso.

Art and Landscape: Preserving Beauty

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ature, landscape, art. Words often put together, but in what way and in what terms? It seems almost trite to refer to Emilio Sereni, who put in the preface to his history of the Italian agricultural landscape an extract from Giacomo Leopardi’s Operette morali, “a huge part of what we call natural, is not, and indeed is rather artificial, as if to say that the plowed fields, trees and other plants trained and arranged in order ... are not in that state nor the guise that they would naturally have. Hence that the view of any country inhabited by every generation of civilized men ... is artificial, and very different from what they would be in nature. “ As we well know, Pistoia’s landscape is one in which the natural element has been bent and extended by the work of “civilized men” into a design of the highest quality, in places almost as refined as a work of art, which serves as the natural frame for the widespread beauty of the many monuments that populate the countryside and its villages as well as the city’s squares and streets. This is precisely Tuscany’s as well as the Pistoia area’s distinctiveness, a balance between art forms and the landscape. Here, more than elsewhere, art and landscape are an inseparable combination, precious yet also fragile—something that we must protect and preserve as well as simultaneously support and develop. As Antonio Paolucci has said, our country’s future has an ancient heart, its progress is founded in tradition, and saving these values ​​of the past is not an additional burden but another and decisive opportunity to be victorious in the contests of the present. This is the challenge facing us today and we can only deal with it by broadly sharing objectives, building our future while preserving and protecting our roots. With the persuasive power of pictures, Naturart’s beautiful pages present us with the sweeping beauty of the Pistoia area, making this beauty known to its inhabitants, as citizens aware of their roots and thus their identity, and the world. Those involved institutionally in preserving our cultural heritage and landscape identity have found an effective and valuable ally. 9


L’affresco di Sebastiano Vini nella ex chiesa di San Desiderio

Il Martirio dei Diecimila Realizzato intorno al 1570, l’autore descrive la storia del contingente romano torturato e ucciso per la propria fede 10


TESTO Maria Cristina Masdea Funzionario di territorio della Soprintendenza BAPSAE di Firenze, Pistoia e Prato

FOTO Nicolò Begliomini 11


Pagina d’apertura: I martiri sul monte Ararat. A sinistra: Veduta generale di San Desiderio. Sotto: Alcuni soldati flagellati. Pagina successiva: Gli imperatori con il loro seguito. Opening page: The martyrs on Mount Ararat. Left: General view of San Desiderio. Below: Some soldiers being whipped. Following page: The emperors with their entourage.

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l Martirio dei Diecimila conservato nell’ex chiesa di San Desiderio di Pistoia è considerata l’opera più importante di Sebastiano Vini, l’artista più rappresentativo della pittura pistoiese della seconda metà del ‘500. Il grande affresco fu realizzato intorno al 1570 su commissione di Domenico Amati per decorare la parete retrostante l’altare maggiore della chiesa, annessa a un convento di monache francescane. Il soggetto raffigurato si ispira a quanto narrato nel Catalogus Sanctorum et gestorum eorum del vescovo Pietro de’ Natali (Venezia 1330-1406), una enciclopedia agiografica composta di dodici volumi, pubblicata per la prima volta a Vicenza nel 1493. Tra le varie vite dei Santi viene narrata la storia del centurione Acacio inviato con un contingente di novemila soldati dagli imperatori Adriano e Antonino Pio in Armenia, dove si trovò a fronteggiare centomila ribelli. Nonostante la sproporzione di forze Acacio e i novemila, dopo l’apparizione di un angelo che preannunciò loro la vittoria se avessero combattuto in nome di Cristo, riuscirono a sconfiggere i nemici. Successivamente l’angelo li condusse sul monte Ararat, dove furono battezzati. Gli imperatori, saputo della conversione, cercarono di far loro abiurare la nuova fede e, non riuscendo nell’intento, li sottoposero a varie torture. Furono lapidati ma miracolosamente le pietre tornavano indietro contro chi le aveva lanciate, furono flagellati ma i flagelli cadevano a terra. Alla vista di tali prodigi, altri mille uomini si convertirono, portando il numero complessivo dei martiri a diecimila. Tra gli altri supplizi ai cristiani venne ordinato di camminare a piedi nudi su punte acuminate, ma angeli le raccolsero prima del loro passaggio. Incoronati di spine, percossi con lance e scherniti come Cristo, furono infine condotti sul monte Ararat e crocifissi. Sebastiano Vini descrive questa storia distribuendo i vari episodi in diverse parti dell’affresco, senza un preciso ordine cronologico, ma soffermandosi con maggiore enfasi su alcune 12

scene, ricche di dettagli e collocate in primo piano, mentre altre sono appena accennate, relegate in lontananza. Al centro spicca il monte Ararat con alcuni martiri crocifissi ed altri inchiodati o legati a tronchi secchi, raffigurati in varie pose e atteggiamenti di sofferenza. Angeli li soccorrono, consolandoli, sorreggendo i corpi dei moribondi e portando in cielo le anime dei defunti. Sopra di loro Dio Padre li benedice tra due angeli in volo. In primo piano, sulla sinistra sotto un baldacchino siedono gli imperatori Adriano e Antonino Pio, riconoscibili dalla corona di alloro sul capo, circondati da soldati e dignitari. Di fronte a loro sono i cristiani che proclamano la loro fede, mentre assistono alla scena i mille soldati, che si uniranno nel martirio.

Al centro e sulla destra sono descritte le torture inflitte agli innocenti. Alcuni sgherri lanciano sassi contro i prigionieri nudi e con le mani legate, mentre altri li colpiscono con flagelli. In secondo piano, si vede un uomo che sta gettando a terra da un cesto delle punte acuminate che alcuni angeli si affrettano a raccogliere prima che possano ferire i piedi dei cristiani. Sullo sfondo in lontananza e in dimensioni ridotte sono raffigurati gli episodi iniziali del racconto: l’angelo che appare ad Acacio e ai novemila annunciando la loro vittoria sul nemico e il futuro martirio; il battesimo dei soldati sul monte Ararat; la concitata battaglia che li vede miracolosamente vittoriosi. Il dipinto è firmato sulla pietra accanto al cane in basso a sinistra “B V inventor”.


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Fresco by Sebastiano Vini in the former church of San Desiderio

The Martyrdom of the Ten Thousand Created around 1570, the artist describes the story of the Roman contingent tortured and killed for their faith.

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he Martyrdom of the Ten Thousand in the former church of San Desiderio in Pistoia is considered the most important work of Sebastiano Vini, the artist most representative of Pistoian painting in the second half of the 1500s. Painted around 1570, the great fresco was commissioned by Domenico Amati to decorate the wall behind the main altar of the church, annexed to a convent of Franciscan nuns. The inspiration for the subject depicted was taken from the Catalogus Sanctorum et gestorum eorum by Bishop Pietro de’ Natali (Venice 13301406), a twelve-volume hagiographic encyclopedia published for the first time in Vicenza in 1493. Among the stories told of the lives of various saints is that of the centurion Acacius who, with a contingent of nine thousand soldiers, was sent by the emperors Hadrian and Antoninus Pius to Armenia. There, they found themselves facing 16

a hundred thousand rebels. Yet, despite being greatly outnumbered, Acacius and the nine thousand managed to defeat the enemy after an angel appeared who foretold their victory if they fought in the name of Christ. The angel then took them afterwards to Mount Ararat, where they were baptized. Learning of these conversions, the emperors tried to force them to renounce their new faith. Failing in their attempt to do so, the emperors had them subjected to various tortures. The Christians were stoned but the stones were miraculously turned against those who had thrown them; they were whipped but the whips fell to the ground. At the sight of these miracles, another thousand men were converted, bringing the total number of martyrs to ten thousand. Among other tortures, the Christians were ordered to walk barefoot on sharp points, but the angels gathered up the points before the martyrs passed. Crowned with thorns, beaten with spears, and ridiculed as Christ had been, they were finally conducted to Mount Ararat where they were crucified. Sebastiano Vini described this story by distributing the various episodes in different parts of the fresco. While not following a precise chronological order, it does place more emphasis on some richly detailed scenes set in the foreground, whi-

le other scenes are merely hinted at and relegated to the distance. At the center stands Mount Ararat, with some of the martyrs crucified and others nailed or tied to dry logs, depicted in various poses and attitudes of suffering. Angels succor them, consoling them, supporting the bodies of the dying, and bringing the souls of the dead to heaven. Above, between two angels in flight, God the Father blesses them. In the left foreground, sitting under a canopy are the emperors Hadrian and Antoninus Pius, recognizable by the laurel wreaths on their heads and surrounded by soldiers and dignitaries. In front of them are the Christians proclaiming their faith as the scene is observed by the thousand soldiers who would join them in their martyrdom. The tortures inflicted on the innocents are described in the center and on the right. Some mercenaries throw rocks at naked prisoners with tied hands, while others prisoners are scourged. In the background, a man is seen scattering a basket of sharp points on the ground that some angels quickly collect before the points can injure the Christians’ feet. The initial episodes of the tale are depicted in the far background in a reduced size: the angel appears to Acacius and the nine thousand announcing their victory over the enemy and their future martyrdom, the soldiers’ baptism on Mount Ararat, and the frenzied battle in which they miraculously triumph. The painting is signed “B V inventor” on the stone next to the dog in the lower left.


Pagina precedente: Soldati e scene di martirio. A sinistra: Un carnefice in atto di scagliare una pietra. Sotto: La sigla del pittore. Previous page: Soldiers and scenes of their martyrdom. Left: An executioner about to hurl a stone. Below: The painter’s initials

Sebastiano Vini, numerous works around town

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Sebastiano Vini, numerose opere in Città

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asce a Verona intorno al 1528, ma poco si conosce della sua formazione artistica, avvenuta probabilmente presso il pittore Domenico Brusasorci. Trasferitosi a Pistoia, nel 1548 sposa Alessandra Grandoni, legando da allora indissolubilmente la sua vita e la sua carriera alla città, dove in più occasioni riveste cariche pubbliche e acquisisce la cittadinanza nel 1578. I colori luminosi della sua formazione veneta uniti a composizioni articolate che risentono l’influenza di vari ambiti culturali - tra cui la vicina Firenze dove nel 1565 lavora accanto a Giorgio Vasari- fanno sì che la sua pittura risulti particolarmente gradita in città. La bottega del Vini diventa ben presto la più attiva e ricercata dalla committenza locale, con una produzione

assai varia che spazia dagli affreschi, ai dipinti su tavola, alle tele, agli oggetti d’arte minore. Il Vini muore a Pistoia nel 1602 e viene sepolto nella chiesa di S.Francesco. Sebbene molte sue opere siano andate perdute, tante ancora sono presenti a Pistoia e in provincia. Per un primo e facile incontro con l’artista si possono visitare la chiesa di San Vitale, dove si conserva una bella Natività della Vergine ricca di particolari domestici, la chiesa di S.Giovanni Fuorcivitas, dove si trova un’Annunciazione che è interessante confrontare con l’altra di S.Maria delle Grazie. In questa chiesa, è dell’artista anche una Madonna col Bambino e i Santi Michele Arcangelo, Leonardo, Agostino e Jacopo. Secondo la tradizione nelle figure sacre il pittore, abile ritrattista, raffigurò personaggi dell’epoca e in particolare, nel demonio ai piedi di S.Michele, la bella Cecchina Cellesi colpevole di avergli fatto una burla. Altre opere del Vini si possono trovare alla Santissima Annunziata, in S.Domenico, nel Duomo, nel Palazzo dei Priori e in Palazzo Rospigliosi.

ebastiano Vini was born in Verona around 1528. However, little is known of his artistic training, which probably took place with the painter Domenico Brusasorci. He moved to Pistoia in 1548 and wed Alessandra Grandoni. From then on, his life and his career were forever bound to this city where, on several occasions, he held public office and acquired citizenship in 1578. The bright colors of his Venetian training combined with his eloquent compositions display the influence of various cultural milieus, including that of nearby Florence where, in 1565, he worked alongside Giorgio Vasari, ensuring that his painting was particularly welcomed in the city. Vini’s workshop soon became the most active and sought after by local patrons, with a rather varied production that included frescoes, canvas paintings, wooden panel paintings, and minor objets d’art. Vini died in Pistoia in 1602 and is buried in the church of S. Francesco. Although many of his works have been lost, others can still be found in Pistoia and its province. For a preliminary and easy introduction to the artist, visit the church of San Vitale, with a beautiful Nativity of the Virgin, full of domestic details, and the church of S. Giovanni Fuorcivitas, whose Annunciation is interesting to compare with the other in S. Maria delle Grazie. Anther work in this church by the artist is a Madonna and Child with Saints Michael the Archangel, Leonard, Augustine, and James. According to tradition, figures from his era are to be found among the sacred figures portrayed by the painter, a skilled portraitist. Specifically, there is the beautiful Cecchina Cellesi, guilty of having made a mockery of Vini, who is seen in the demon at St. Michael’s foot. Other works by Vini can be found at the Santissima Annunziata, S. Domenico, in the cathedral, the Palazzo dei Priori, and Palazzo Rospigliosi. 17


Abetone

Messaggi amichevoli TESTO Siliano Simoncini 18

FOTO Nicolò Begliomini


dialogano col bosco Le opere di sei importanti artisti pistoiesi esposte tra faggi e abeti: composte di materiali appartenenti a quella stessa natura 19


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l viale Regina Margherita all’Abetone, un percorso nel bosco tra faggi e abeti secolari, da luglio di quest’anno può offrire, alla vista di chi passeggi in quel luogo straordinario, sei installazioni realizzate da artisti qualificati. Tutto questo si deve all’impegno e alla sensibilità per le cose dell’arte di quattro donne, alle prime tre: Manuela Tonarelli, Clarissa Tonarelli ed Enrica Zanni, si deve l’idea di far allestire Il sentiero dell’amicizia, mentre a Raffaella Pettinà, capo ufficio territoriale per la biodiversità di Pistoia del Corpo Forestale dello Stato, va il merito di aver consentito la realizzazione delle opere. Il personale della Forestale abetonese, infatti, ha predisposto i semilavorati e collaborato con gli artisti. Simone Azzurrini, Leonardo Begliomini, Andrea Dami, Luigi Russo Papotto, Edoardo Salvi e Silvio Viola, sono gli autori dei sei interventi eseguiti interamente con materiali del bosco perché, secondo il presupposto di chi ha pensato il progetto, deteriorandosi naturalmente nel tempo, al bosco dovranno ritornare.

Abetone

Friendly conversations with the forest Exhibited amidst beech and fir trees are works by six important Pistoia artists, using materials from this same natural world

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n July of this year, six talented artists created installations along Abetone’s extraordinary Viale Regina Margherita. These works may be seen by strollers on this tree-lined path 20

Viandanti, è il titolo dell’installazione di Silvio Viola. Una “famiglia” di tronchi antropizzati: capofila, madre, padre, figlio, chiudifila procede, nel segno dell’amicizia, verso una terra da colonizzare. Scultura simbolica dalla forte espressività plastica e semantica, il cui inserimento nel percorso è “vivo” come lo sono gli alberi intorno. Cinque presenze arcane immobili e, al contempo, perennemente in cammino. The title of Silvio Viola’s installation is Viandanti, or Travelers. This “family” of humanized logs – leader, mother, father, child, follower – proceeds towards colonizing a land in the name of friendship. This symbolic sculpture has a strong plastic and semantic expressivity, whose inclusion in the path is as “alive” as the trees around it. Five mysterious figures, stationary yet, at the same time, always on the road.

through the beech and fir woods because of four women’s commitment to and affection for the world of art. The three artists Manuela Tonarelli, Clarissa Tonarelli, and Enrica Zanni had the idea of setting up The Path of Friendship. A fourth woman, Raffaella Pettena, head of the State Forestry Corps’ regional office for biodiversity in Pistoia, must be credited with having made it possible for the works to be created. As a matter of fact, the Abetone forest-ranger staff set up the semi-finished pieces and worked together with the six artists who created works made entirely with materials from the forest: Simone Azzurrini, Leonardo Begliomini, Andrea Dami, Luigi Russo Papotto, Edoardo Salvi, and Silvio Viola, according to those who conceived project, the exhibit is based on the premise that the works would return to the forest over time, through a natural process of deterioration.


Dea Madre 3, opera di Luigi Russo Papotto, è un intervento di stupefacente vigoria, apparentemente informe, che dà luogo a una matrice/tempio di natura ancestrale. La Grande Madre primordiale, i cui attributi sessuali: femminile, maschile, androgino, sono resi dall’artista con coinvolgente efficacia. Un’opera ricca di spunti per la riflessione. Luigi Russo Papotto’s work Dea Madre 3 (Mother Goddess 3) has an astonishing vigor. Ostensibly formless, it creates a sort of ancestral womb/temple in which the sexual attributes–feminine, masculine, androgynous–of this primordial Earth Mother are rendered with engaging effectiveness by the artist. the work is overflowing with ideas for reflection.

Il Dono è una quinta scenica sul percorso, che Edoardo Salvi ha realizzato magistralmente con la tecnica della xilografia. Sono rappresentate la figura di Pan e della Satiressa mentre offrono un caprone e un coniglio alla Ninfa, la custode/sacerdotessa della natura. I trattamenti “grafici” incisi dall’artista efficacemente risaltano sul fondo blu e rosso facendo emergere, come per magia, la caratteristica formale delle figure. Edoardo Salvi has masterfully created Il Dono (The Gift), using a woodcut technique to create a scenic backdrop along the path. The figures of Pan and the Satyress are depicted as they offer a goat and a rabbit to a Nymph, caretaker/priestess of nature. The “graphic” strokes cut by the artist stand out against a blue and red background that, as if by magic, makes the formal characteristics of the figures emerge. 21


A Leonardo Begliomini si deve Incontro con le muse, una scultura composta di figure femminili dalla duplice funzione: estetico/espressiva e pratica. La zona centrale dell’opera, infatti, è costituita da una seduta sulla quale, secondo le intenzioni dell’artista, si può sostare in attesa che le muse “contraccambino” i doni offerti dalle donne, con il dono dell’ispirazione. Leonardo Begliomini has contributed Incontro con le muse (Encounter with the Muses), a sculpture of female figures with two functions: aesthetic/expressive and practical. Indeed, the center area of the work contains a seat where – following the artist’s intentions – one can pause and wait, as the muses “exchange” the gift of “inspiration” for the women’s offerings.

Luogo per l’Abetone 2013 di Simone Azzurrini è un’installazione concepita come una bussola alchemica. Un enorme “totem” nero e rosso, individua il luogo secondo le direttrici est/ovest (Nigredo e Rubedo passaggi dell’opus alchemico) che rappresenta il giorno; mentre l’asse nord/sud, indicando il cielo Boreale, raffigura la notte. Un’opera dal significato complesso che, plasticamente, esemplifica al meglio il senso della nostra esistenza e il fare, per renderla migliore. Simone Azzurrini’s installation Luogo per l’Abetone 2013 (A Place for Abetone 2013) has been conceived as an alchemic compass. A huge red and black “totem” – whose colors represent the nigredo and rubedo stages of the alchemical opus – marks a spot in line with the east/west directrices that represents the day; the north/south axis, pointing towards the northern sky, depicts the night. A work with the complex meaning that best exemplifies, sculpturally, the meaning of our existence and how to make it better. 22


Quadrifoglio di Andrea Dami è un’opera interattiva; di fatto “esige” che chi entri nel quadrilatero di bastoni (archetipo della città) trovandosi alla presenza di quattro cubotamburi, prenda a percuoterli dando vita a un ritmo in grado di entrare in sintonia con i suoni della natura. Un luogo, dunque, dove i “messaggi” amichevoli si propagano nel bosco e con il bosco dialogano.

Andrea Dami’s Quadrifoglio (Quatrefoil) is an interactive work that, in fact, “requires” whoever enters the quadrangle of poles (archetype of the city) to beat the four cube drums found there, creating a rhythm in tune with the sounds of nature. Thus, it is a place where friendly “conversations” are held in and with the forest.

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L’arte per l’educazione ambientale Dichiarazione di Raffaella Pettinà, responsabile dell’Ufficio territoriale per la Biodiversità. Il parere di altri esperti TESTO Giulia Gonfiantini

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anti soggetti coinvolti nel progetto, promosso dall’ufficio territoriale per la biodiversità del Corpo forestale dello Stato di Pistoia in collaborazione con Provincia, Comune di Abetone ed Ecomuseo, con il contributo di Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia. Importante è stata la partecipazione di Confcommercio, Nuova associazione albergatori e Centro Commerciale Naturale di Abetone. «Tra le nostre competenze specifiche – spiega Raffaella Pettinà, responsabile dell’ufficio territoriale per la biodiversità – c’è, oltre alla conservazione, anche l’educazione ambientale, intesa come impegno per la sensibilizzazione della popolazione sulle componenti ambientali delle nostre riserve. Il percorso creato ad Abetone permette alle persone non solo di ammirare le opere esposte, ma anche di fare esperienza del bosco. L’idea era di creare, attraverso l’unione di arte e natura, una magia tale da modificare nei fruitori la percezione dell’ambiente circostante, nella convinzione che l’educazione più efficace sia quella che consente di fare esperienza delle cose». A ideare il progetto sono state Enrica Zanni, Clarissa Tonarelli e Manuela Tonarelli: «Le installazioni – racconta quest’ultima – sono realizzate con materiali provenienti dal bosco, in modo che questo possa, con il tempo, riprenderseli: una mostra, dunque, a impatto ambientale zero. 24

Alla base c’era la volontà di spingere le persone a immergersi nella natura, ammirando al contempo opere d’arte di qualità». «Ottimi i riscontri sul piano della valorizzazione del territorio – aggiunge il presidente del CCN Abetone, Federico Politi – e devo dire che sono rimasto sorpreso dalla quantità di gente presente all’inaugurazione. Siamo felici di appoggiare questa iniziativa e mi auguro che prosegua nei tempi e nei modi già stabiliti».

In alto: Raffaella Pettinà illustra un’opera del percorso durante l’inaugurazione. In basso a sinistra: uno degli operai del Corpo Forestale che hanno collaborato alla realizzazione delle opere. Basso: Siliano Simoncini commenta un’installazione di fronte a un pubblico attento. Above: Raffaella Pettinà shows a work along the tour during the opening. Below left: one of the State Forestry Corps workers who worked on the installation. Below: Siliano Simoncini comments on the installation before an attentive audience.


Art for environmental education Announcement by Raffaella Pettinà, head of the territorial office for biodiversity. The opinion of other experts

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any people were involved in this project, sponsored by the territorial office for biodiversity of the State Forestry Corps in Pistoia and in collaboration with the Province of Pistoia, the town of Abetone and Eco-museum, with the contribution of the Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia. The participation of Confcommercio, the Nuova Associazione Albergatori, and Abetone’s natural business center was also important. Raffaella Pettinà, head of the territorial office for biodiversity, says “As part of our expertise, in addition to conservation, there is also environmental education, which is understood as a commitment to raising people’s awareness of the environmental aspects of our natural reserves.The path created in Abetone has allowed people not only to admire the works on display, but also to experience the forest itself. The idea was to create, through a union of art and nature, a spell that could change a user’s perception of the surrounding environment, in the belief that education is most effective one when it allows one to experience things.” Enrica Zanni, Clarissa Tonarelli and Manuela Tonarelli conceived the project. Manuela Tonarelli says, “The installations are made with materials from the forest, which can, over time, take them back, and so, an exhibition with zero environmental impact. At heart, there was a willingness to push people to plunge into nature, while enjoying quality works of art.” Federico Politi, CCN Abetone President, adds, “There has been excellent feedback on the level of the area’s development and, I must say, I was surprised by the number of people at the inauguration. We are happy to support this initiative and I hope that it will continue in the future and in the manner already established.”

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Pistoia Original Tuscan Pistoia capitale dei binari

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Diciamoci la verità. Se si pensa a Pistoia, alla Toscana, il nostro immaginario di riferimento rimanda a colline, piccoli borghi, artigianalità, cibo, olio, vino… Paesaggi e produzioni che sono un tutt’uno con il territorio toscano. Una cartolina che vi giungesse da Pistoia, però, potrebbe proporre un altro spaccato, completamente diverso, eppure egualmente legato in maniera così forte al nostro territorio: l’industria ferroviaria. Quanti di voi lo sapevano? (pistoiesi a parte…) Questa storia inizia nel 1906, rendendo Pistoia un centro di riparazione e poi di produzione di treni (il c.d. “materiale rotabile”). Negli anni, la realtà si è sviluppata, fino a generare attorno a sé un grandissimo numero di piccole e medie imprese che hanno saputo contribuire, con i propri sistemi e componenti, alla crescita della grande azienda di riferimento.

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Ma come è facile capire, non si fa trasporto ferroviario con i soli treni; quella è solo una parte della storia. Ci sono i binari, ovviamente, ma soprattutto ci sono quei sistemi (molto) intelligenti che consentono ai treni di viaggiare in sicurezza, anche e soprattutto alle alte velocità che oggi vengono raggiunte. È il mondo del c.d. “segnalamento”, di cui il territorio di Pistoia è un riferimento di ricerca e produzione a livello nazionale con una importante azienda ed altre piccole e medie imprese che collaborano con essa. Una realtà di eccellenze produttive, design, ricerca e innovazione, capacità di trovare soluzioni a singoli problemi ogni qualvolta si presentano… Questo è il modo in cui il ferroviario a Pistoia è cresciuto. Oggi per questa realtà è giunto il riconoscimento della Regione Toscana, che qui ha costituito nel marzo 2011 il “Distretto per le Tecnologie Fer-

roviarie, l’Alta Velocità e la Sicurezza delle Reti”. Una realtà che comprende l’intero territorio regionale, ma che vede in Pistoia il maggior numero di competenze imprenditoriali, oltre a laboratori di ricerca come “MDM-Lab” per la Modellazione Dinamica e Meccatronica, realizzato con la collaborazione dell’Università di Firenze e della Provincia di Pistoia. L’avreste detto che è qui che viene costruito il treno più veloce d’Europa (il c.d. “Frecciarossa 1000”) o che qui vengono sviluppati sistemi di protezione della marcia di treni che sfrecciano a giro per il mondo? Volete maggiori dettagli? Allora visitate questo sito: www.ditecfer.eu


Pistoia Original Tuscan Pistoia, capital of rails Let’s be honest. When thinking to Pistoia and Tuscany, our stereotypes are about gentle hills, small charming villages, craftsmanship, food, olive oil, wine… Landscapes and productions that are all in one with the Tuscan land. A postcard sent you from Pistoia, however, could provide one more slice of life, completely different but strongly connected with our territory: the rail industry. How many of you knew it? (people from Pistoia apart…) This story begins in 1906, initially making Pistoia a centre for repairing trains, and later a production site for the so called “rolling stock”. Throughout the years this reality developed further, generating a huge number of small and medium enterprises on our territory. With their systems and components, they contributed to making the local train manufacturer even more important. But the rail transport is not only made of trains. That is only part of the story. There are the rails tracks, of course, but there are even those (very) intelligent systems making possible for trains to run safely, above all for high speed ones. This rail sector is called “signalling”, and Pistoia is a leading territory even in such area, making important research activities and producing solutions for the national market and further.

So, this is a reality made of high level competencies, design, research and innovation, problem-solving approach able to find any kind of solution… This is the way the rail industry in Pistoia developed. Nowadays this reality has been awarded the Tuscany Region’s acknowledgement. In fact, in March 2011, the Regional Administration created the “Tuscan District for Rail Technologies, High Speed, Safety&Security”. It is a reality involving the entire regional territory, but finding in Pistoia the wider number of entrepreneurial competences, just as laboratories like “MDM-Lab” for Dynamic Modelling and Mechatronics, promoted by the University of Florence and the Province of Pistoia. The fastest train in Europe (the so called “Frecciarossa 1000”) is currently being produced in Pistoia. Also, train control systems working in Europe and Africa are produced in Pistoia. Who would have thought it, wouldn’it? Would like further info? Then visit this site: www.ditecfer.eu

In apertura: Rendering del Frecciarossa 1000 prodotto da AnsaldoBreda. A sinistra in alto: Sistemi di segnalamento installati sulla rete ferroviaria. A sinistra in basso (da sx a dx): Interni dello stabilimento ECM. Processo produttivo di componenti per treni nelle PMI pistoiesi. In questa pagina (da sx a dx): Sottosistema di Bordo di un Sistema di Protezione Automatica del Treno. Processo produttivo di componenti per treni nelle PMI pistoiesi. Opening page: Rendering of Frecciarossa 1000 produced by AnsaldoBreda. Top left page: Signalling systems installed on the Railway Network. Below (from left to right): ECM factory. Production of train components by Pistoia SMEs. This page (from left to right): Automatic Train Protection system-Onboard sub-system. Production of train components by Pistoia SMEs.

www.originaltuscan.eu 31


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La Cattedrale di Pescia

Grande cantiere barocco del Seicento Importante committenza artistica granducale in Valdinievole

TESTO Emanuel Carfora

FOTO Nicolò Begliomini 33


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a città di Pescia, antico centro sviluppatosi sulle rive del torrente Pescia, si è estesa fisicamente e storicamente attorno a due importanti poli insediativi. Sulla riva destra il luogo del potere politico e delle attività commerciali, attorno all’odierna Piazza Mazzini; sulla riva sinistra, invece, il nucleo insediativo medievale aveva come punto di riferimento la Pieve di S. Maria Assunta, divenuta poi cattedrale della città. Il robusto campanile della cattedrale si pone come puntuale riferimento lungo l’asse viario percorso arrivando a Pescia da Pistoia o Firenze, proprio dopo aver attraversato la sontuosa Porta Fiorentina, costruita nel 1732 su disegno

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di Bernardo Sgrilli. L’epigrafe posta nel 1306 sulla facciata ricorda la costruzione del campanile, sostenuto probabilmente dalle fondamenta di una torre del circuito murario medievale (XI sec.). La compattezza della torre campanaria, in stile romanico-gotico, è mitigata attraverso un accorgimento architettonico: proseguendo in altezza, infatti, sono presenti delle monofore, bifore e trifore sovrapposte. Il cupolino presente sulla sommità fu disegnato dal Vescovo Donato Maria Arcangeli, architetto dilettante, per sostituire la preesistente guglia pericolante (XVIII sec.). A differenza del campanile, l’edificio della cattedrale, nel corso dei secoli, ha subito notevoli modifiche e ampliamenti. La facciata in stile neorinascimentale, rimasta incompiuta dopo la grande stagione di lavori effettuati nella seconda metà del Seicento, fu terminata a inizio Novecento, su progetto dell’architetto Giuseppe Castellucci. L’attuale aspetto è riconducibile solo agli anni ’30 del Novecento, quando il portale d’ingresso fu nobilitato da una cornice in marmo bianco, dove si trova una nicchia con un bassorilievo raffigurante un Cristo benedicente. L’architetto fiorentino Antonio Ferri si occupò del parziale rifacimento dell’antica pieve (168496), introducendo, negli spazi interni, elementi della cultura architettonica barocca. Gli ambienti della cattedrale presentano numerose opere d’arte degne di nota, come il famoso gruppo marmoreo a uso di leggìo realizzato con i frammenti dell’antico ambone della chiesa (XII sec.). Nell’abside è presente la seicentesca ‘Assunzione della Vergine’, dipinta dal pistoiese Luigi Garzi. Le cappelle laterali, ornate da decorazioni in marmo e stucco di gusto prettamente barocco, racchiudono altre importanti tele seicentesche di Antonio Franchi (‘Vergine del Rosario’), Anton Domenico Gabbiani (‘Vergine Assunta con Angeli’). Sul lato destro l’architetto Ferdinando Fuga realizzò la Cappella Forti, dove è ospitata una ‘Natività della Vergine’ di Giuseppe Bottani (sec. VIII). Ferri decise di mantenere la pianta a croce latina, prevedendo tre cappelle per ogni

lato e una cupola a pianta circolare all’incrocio con il transetto. Nel braccio destro di quest’ultimo, si trova la famosa Cappella Turini, fatta erigere da Monsignor Baldassarre Turini, stretto collaboratore dei Pontefici Leone X e Clemente VII, entrambi appartenenti alla famiglia Medici. La cappella, disegnata da Giuliano Baglioni da Baccio d’Agnolo, conserva il cinquecentesco monumento funebre del Turini, realizzato dalle sapienti mani di Raffaello da Montelupo (allievo di Michelangelo) e Pierino da Vinci (nipote di Leonardo). Per lunghi decenni, qui è stata ospitata la famosa ‘Madonna del Baldacchino’ di Raffaello, acquistata nel 1697 dal Granduca Ferdinando III de’ Medici, il quale commissionò una copia al pittore Pier Dandini, ancora oggi presente sull’altare della cappella. Questa, senza dubbio, rappresenta il legame fra Pescia e Firenze in età moderna, nell’affascinante ambito della grande committenza artistica granducale.

Pagina di apertura: Cappella Flori, bassorilievo in stucco rappresentante S. Carlo Borromeo. In alto: Porta Fiorentina e interno della cattedrale. A sinistra: facciata della cattedrale. Pagina seguente: veduta panoramica della facciata e del campanile della cattedrale. Opening page: Flori Chapel, bas-relief in stucco depicting St. Carlo Borromeo. Above: Porta Fiorentina and inside the cathedral. Left: the cathedral’s façade. Following page: Panoramic view of the cathedral’s façade and the bell tower.


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The Cathedral of Pescia

Great Baroque gem of the seventeenth century Important grand ducal artistic commission in Valdinievole

Una Montagna di divertimento

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he town of Pescia, an ancient center on the banks of the Pescia River, arose physically and historically around two important settlements. On the right bank was the hub of political power and commercial activities centered around present-day Piazza Mazzini; on the left bank, however, the heart of the medieval settlement had as its point of reference the Parish Church of S. Maria Assunta that later became the city’s cathedral. The cathedral’s sturdy bell tower stands as a clear landmark along the road arriving in Pescia from Pistoia and Florence, just after passing through the sumptuous Florentine Gate, designed by Bernardo Sgrilli and built in 1732. The 1306 epigraph on the façade recalls the construction of the tower, probably over the foundations of a tower along the medieval city wall (XI cent.). The compactness of the bell tower, in a Romanesque-Gothic style, is mitigated using an architectural trick: proceeding upward, in fact, there are some overlapping windows with one, two, or three lights. The small dome at the top was designed by Bishop Donato Maria Arcangeli, an amateur architect, to replace the earlier and perilous spire (XVIII cent.). Unlike the bell tower, the cathedral building has undergone significant changes and additions over the centuries. Left unfinished after an impressive period of works carried out in the second half of the seventeenth century, the neo-Renaissance style façade was completed at the beginning of the twentieth century, on a design by the architect Giuseppe Castellucci. Its current appearance dates back only to the 1930s, when the entrance was dignified by a white marble frame in which there is a niche with a bas-relief depicting a Christ Blessing. The Florentine architect Antonio Ferri took charge of the partial reconstruction of the ancient parish church (1684-96), introducing baroque architectural elements into the interior. The cathedral’s rooms hold many works of art worthy of note, such as the famous marble group used as a lectern made ​​from fragments from the church’s ancient pulpit (XII century.). In the apse is the seventeenth-century Assumption of the Virgin painted by Luigi Garzi of


A sinistra: gruppo marmoreo a uso di leggìo realizzato con i frammenti dell’antico ambone della chiesa (XII sec.). In basso: Luigi Garzi, “Assunzione della Vergine”, collocata nell’abside della cattedrale. Left: Marble group used as a lectern and made from pieces of the church’s ancient ambo (XII c.) Below: Luigi Garzi, “Assumption of the Virgin”, located in the cathedral’s apse

Pistoia. The side chapels are adorned with marble and stucco decorations in a Baroque-style taste and contain other important seventeenthcentury paintings by Antonio Franchi (‘Virgin of the Rosary’) and Anton Domenico Gabbiani (‘Assumption of the Virgin with Angels’). On the right side, the architect Ferdinando Fuga built the Forti chapel, where a Nativity of the Virgin by Giuseppe Bottani (VIII) is located. Ferri decided to keep the Latin-cross plan, with three chapels on each side and a circular-plan dome at the intersection with the transept. In the right arm of the latter, there is the famous Turini Chapel, built by Monsignor Baldassarre Turini, a close associate of Popes Leo X and

Clement VII, both members of the Medici family. Designed by Giuliano Baglioni da Baccio d’Agnolo, the chapel contains Turini’s sixteenthcentury tomb, made by the expert hands of Raffaello da Montelupo (a student of Michelangelo) and Pierino da Vinci (Leonardo’s nephew). For many decades, it has hosted the famous Madonna del Baldacchino by Raphael, acquired in 1697 by Grand Duke Ferdinando III de’ Medici. He commissioned a copy to the painter Pier Dandini, which is still present on the altar of the chapel. Without a doubt, this represents the link between Pescia and Florence in the modern age, in the fascinating milieu of the​​ grand duchy’s great artistic patronage.

A sinistra: Cappella Turini, braccio destro del transetto. Al centro: la “Madonna del Baldacchino”, sulla sinistra il monumento funebre a mons. Baldassare Turini, realizzato da Raffaello da Montelupo, allievo di Michelangelo. La figura in marmo di Turini, rappresentata semisdraiata, è attribuita a Pierino da Vinci. Pagine precedente in basso: Cappella Turini, “Madonna del Baldacchino” di Pier Dandini su originale di Raffaello (1697). Left: Turini Chapel, right wing of the transept. In the center: the “Madonna del Baldacchino”, on the left, the tomb of Mons. Baldassare Turini, created by Raffaello da Montelupo, Michelangelo’s pupil. The marble figure of Turini, depicted semi-recumbent, is attributed to Pierino da Vinci. Previous page, below: Turini Chapel, “Madonna del Baldacchino” by Pier Dandini from the original by Raphael. 37


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Santa Barbara di Pistoia

Una passeggiata in Fortezza tra storia e natura Prezioso luogo d’arte, cultura e verde in città TESTO Martina Meloni

FOTO Nicolò Begliomini 39


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a sensazione che si prova oltrepassando l’imponente fossato della fortezza Santa Barbara di Pistoia è quella di tornare indietro nel tempo: il caos, i rumori, i suoni della città scompaiono, le possenti mura abbracciano il visitatore, i verdi prati e gli alberi centenari con i loro profumi lo accompagnano in una lunga e rilassante passeggiata tra storia e natura. La fortezza, nel suo aspetto attuale, rappresenta un mirabile esempio dell’architettura militare cinquecentesca nella nostra città, anche se le sue origini sono precedenti. La struttura si presenta infatti come una commistione tra due fortezze di epoche diverse, il nucleo originario di forma trapezoidale risale ai primi decenni del Trecento, periodo del dominio della Repubblica fiorentina in città. Di questa prima fortezza rimane poco più dell’imponente torre mastio che svetta dal centro dell’edificio, successivamente inglobata nella struttura cinquecentesca, voluta da Cosimo I ed iniziata nel 1543. La seconda fortezza ha forma di quadrilatero con possenti mura e parapetti inclinati ed è circondata da un ampio fossato. I bastioni sono pentagonali e la superficie esterna delle mura, ricoperta da mattoni rossi, presenta un susseguirsi di piani inclinati, studiati per rendere la struttura più resistente agli impatti dei bombardamenti nemici. L’edificio non presenta alcun tipo di elemento decorativo ed è interamente costruito secondo rigidi criteri geometrico-matematici, che si ripetono nelle singole parti della struttura. L’attuale ingresso, sul quale campeggia imponente lo stemma mediceo, fu aperto durante la costruzione del secondo nucleo del fortilizio. L’originario ponte levatoio in legno, di cui si mantengono tracce nella muratura, fu sostituito dall’attuale ponte in pietra. Davvero suggestiva la discesa ai sotterranei voltati a botte 40

e messi in comunicazione con il fossato esterno da due piccole porte; interessante il sistema di aerazione che, attraverso le aperture sul soffitto, permette un’ottimale ventilazione degli ambienti sotterranei. Ancora oggi risulta incerta l’origine del nome, inizialmente le fonti la ricordano come fortezza di San Barnaba, essendo il trecentesco fortilizio edificato proprio in prossimità di una cappella oggi scomparsa dedicata al Santo; poco si sa della successiva intitolazione a Santa Barbara, patrona di bombardieri, torri e fortezze. Dagli ultimi decenni del 1600 la fortezza subì un forte degrado diventando caserma e carcere militare; disarmata nel 1734, è ricordata nella storia cittadina per i tristi eventi a cui fece da cornice durante il secondo conflitto mondiale, quando al suo interno furono fucilati quattro giovani pistoiesi.

La maestosa fortezza Santa Barbara, che in tutta la sua storia è stata protagonista di una sola battaglia nel 1643 durante l’assedio dei Barberini, a seguito dei restauri degli ultimi decenni del secolo scorso, è oggi un prezioso luogo di storia, arte, cultura e natura restituito alla nostra città.

In alto a sinistra: Veduta interna della fortezza, a fianco ponte d’accesso, scorcio suggestivo. In basso: parco interno. A destra in basso: passaggio per accesso al Mastio, con affaccio nella corte centrale. Upper left: View inside the fortress. To the side, the entry bridge. An evocative glimpse. Below: Internal park. Lower right: walkway to the keep, overlooking the central courtyard.


Pistoia’s Santa Barbara

A stroll through history and nature inside the fortress Important place of art, culture, and greenery in the city

outer surface of the red brick-faced walls presents a series of inclined planes, designed to make the structure more resistant to the impact of enemy bombardments. The building does not have any kind of decorative element. It was completely built in accordance with strict geometric and mathematical criteria, repeated in the structure’s individual parts. The current entrance, on which stands the imposing Medici coat-of-arms, was opened when the core of the second fortress was constructed. The original wooden drawbridge – traces of which remain in the brickwork – was replaced by the current stone bridge. The descent into the barrel-vaulted basements, connected to the external moat by two small doors, is truly remarkable. The system used to provide ventilation for the underground rooms is interesting with ceiling openings that allow the air to pass through. Even today, the origin of its name is uncertain,

with sources initially citing it as the fortress of Saint Barnabas. It was a small fourteenth-century fort built right next to a chapel, dedicated to the saint, which is no longer extant. Little is known of its later dedication to Saint Barbara, the patron saint of artillerymen, towers, and fortresses. In the late 1600s, the fortress began to enter into a sharp decline, becoming a barracks and military prison and was unarmed in 1734. Today it is recalled in the town’s history that as the backdrop for a tragic event from the Second World War, the execution by firing squad of four young men from Pistoia. The majestic Santa Barbara Fortress has participated only in one battle throughout its entire history, which took place in 1643 during the Barberini siege. Today, after a decades-long restoration at the end of the last century, it has been returned to our city as a site of historical, artistic, cultural, and natural importance.

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he feeling you get as you cross over the imposing moat of Pistoia’s Santa Barbara Fortress is that of going back in time. The chaos, noise, and sounds of the city disappear as the mighty walls embrace the visitor. The fragrant green lawns and old trees provide a pleasant escort on a long, relaxing stroll through history and nature. In its present form, this fortress is a fine example of sixteenth-century military architecture in our city, though its origins are older. The structure is in fact a mixture that unifies two fortresses from different ages, with the original trapezoidal-shaped core from the early decades of the fourteenth century, a period when the Florentine Republic dominated the city. Not much remains of this early fortress other than the imposing tower that soars from the structure’s center. The tower was later incorporated into the sixteenth-century edifice built for Cosimo I, which was begun in 1543. The second fortress is quadrilateral with mighty walls and sloping parapets, surrounded by a wide moat. The bastions are pentagonal and the 41


Intervista a Valerio Tesi

Un museo di se stessa TESTO Giulia Gonfiantini

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ggi la Fortezza Santa Barbara si presenta, dopo gli interventi di restauro compiuti negli anni Settanta e Ottanta, come un’importante testimonianza di architettura militare cinquecentesca. A quarant’anni fa risale la definitiva smilitarizzazione dell’edificio, legato ad alcuni episodi drammatici della storia risorgimentale e partigiana della città. Con il passaggio al demanio artistico prese il via una serie di operazioni, condotte da Francesco Gurrieri e Paola Grifoni, culminate con il ripristino della facciata e dello stemma mediceo. Ma le potenzialità della struttura non si esauriscono qui: a ricordarne altre ipotesi d’uso è l’architetto Valerio Tesi della Soprintendenza di Firenze, Pistoia e Prato. «La Fortezza – spiega - è innanzitutto un museo di se stessa, capace di raccontare la storia dell’architettura militare, nonché di evocare gli avvenimenti storici a cui ha fatto da scenario. Qualche anno fa, però, si era cercato di valorizzarla ulteriormente, proponendola come sede di manifestazioni ed esposizioni d’arte contemporanea». Il progetto, elaborato nel 2006, prevedeva la creazione di una fondazione mista a cui avrebbero dovuto concorrere Soprintendenza, Comune, Provincia, Camera di commercio e Fondazione Cassa di risparmio di Pistoia e Pescia. «Si era giunti a uno studio di fattibilità – continua Tesi – accompagnato da una quantificazione delle spese da sostenere: tra queste vi era la realizzazione di sale espositive e per convegni, così come servizi accessori quali bookshop e ristorazione. Particolare attenzione venne posta alla definizione di un percorso accessibile comprensivo di elevatori meccanici per consentire a chiunque la visita ai bastioni “buontalentiani”». Il progetto non andò in porto per alcune difficoltà burocratiche; proprio dal 2006 altre zone della città hanno conosciuto significativi interventi urbanistici, che hanno richiesto grande impegno da parte degli enti locali. «Certo, le risorse individuate 7 anni fa non sono più disponibili – sottolinea Tesi – ma ciò non impedisce di pensare in prospettiva. Oggi, comunque, la Fortezza richiede soprattutto interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria». Come spesso accade alle strutture non utilizzate da tempo, altri monumenti cittadini avrebbero bisogno di cure. «Tra queste – suggerisce Tesi – vi è il complesso monumentale di San Lorenzo, di cui recentemente è stato recuperato il chiostro, oppure quello delle Crocifissine. Per la cupola della basilica dell’Umiltà, di cui stiamo ultimando il restauro, vorremmo predisporre un sistema di monitoraggio, strumento indispensabile anche alla luce dei recenti terremoti nel centro Italia e di cui invece nessun monumento della provincia è provvisto».


Intervista a Valerio Tesi

A museum of itself

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oday, following the restoration carried out ​​in the 1970s and 1980s, the Santa Barbara Fortress is presented as an important exemplar of sixteenth-century military architecture. The structure’s final demilitarization took place forty years ago and is linked to some dramatic historical episodes related to the town’s Risorgimento and partisan past. With its passage to an artistic property of the Italian State, a series of operations, led by Francesco Gurrieri and Paola Grifoni, got underway that culminated in the restoration of the façade and the Medici coat-of-arms. But the structure’s potential does not stop there. The architect Valerio Tesi of the Superintendency of Florence, Pistoia, and Prato, recalls some of its other possible uses, explaining that “The fortress is primarily a museum of itself, recounting the history of military architecture as well as evoking historical events for which it was the setting. A few years ago, however, an attempt was made to develop it further, proposing it as a venue for events and exhibitions of contemporary art.” Elaborated in 2006, the project provided for the establishment of a mixed foundation to which the Superintendency, the town, the province, the Chamber of Commerce, and the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia would have to contribute. Tesi continues, “There was a feasibility study, together with a quantification of the costs to be incurred, which included the creation of exhibition and convention halls as well as such ancillary services as catering and a bookshop. Particular attention was paid to making a visit to the Buontalenti bastions accessible to everyone by providing mechanical lifts.” Due to some bureaucratic difficulties, the project did not proceed. Since 2006, other areas of the city have undergone significant urban development which has required great commitment from local authorities. Tesi points out, “Of course, the resources identified seven years ago are no longer available, but that does not prevent us from thinking about the future. Today, however, the fortress primarily requires ordinary and extraordinary maintenance.” As often happens to structures left unused for some time, other town monuments are in need of care. Tesi states, “These include the San Lorenzo monumental complex with its recently restored cloister as well as that of the Crocifissine. We would like to set up a monitoring system for the dome of the basilica of the Madonna of Humility, whose restoration is being completed. This system is essential in light of the recent earthquakes in central Italy, and is not in place at any monument in the province.”

a sinistra: Il Fossato della Fortezza. a destra: in alto assonometria dell’intera fortezza, in basso pianta e alzato con in evidenza le diverse funzioni Left: The fortress moat. Right: above, axonometric view; below, plan and elevation indicating the various functions.

LEGENDA - LEGEND Vani utili Rooms in use Aree verdi Green areas Vani accessori Ancillary rooms Altri vani Other rooms Aree esterne External areas 43


Intelligent Tourism Cantiere aperto per costruire il futuro del turismo pistoiese

Il turismo è per natura un settore in grado di generare valore aggiunto su un territorio in quanto attrae risorse economiche dall’esterno e le utilizza per autovalorizzarsi. Per le imprese della provincia di Pistoia diviene così strategico il suo rafforzamento in quanto portatore di una grande opportunità di sviluppo. Questi anni sono stati accompagnati da una trasformazione degli stili di vita, dei modi e della cultura del consumo che, unitamente al processo di abilitazione tecnologica, sono stati capaci di generare nuovi modelli relazionali e comunicativi e contribuendo a delineare quella che viene definita service economy. Da una ricerca effettuata su un campione di oltre 300 azienda da Bain & Company si evidenzia che mentre l’80% delle imprese ritiene buoni i propri servizi, solo l’8% dei loro consumatori pensa lo stesso. Su questi presupposti le imprese turistiche pistoiesi, sostenute da Confcommercio Pistoia e aggregate intorno al Consorzio Turistico Città di Pistoia e al Consorzio APM, intendono esplorare nuovi percorsi per condividere un nuovo modo di costruire la propria offerta ponendo il consumatore al centro di questo processo. Si vuole cioè definire e testare un modello di lavoro in grado di sostenere l’adattabilità dell’offerta turistica al cambiamento dei mercati con lo scopo di sostenerne la destagionalizzazione di tutti i prodotti turistici che il nostro territorio è in grado di esprimere: enogastronomico, culturale, naturalistico, sportivo e montano. 44

Intelligent Tourism non è quindi solo uno slogan ma un nuovo approccio strategico grazie al quale sarà possibile perseguire questo obiettivo. Sotto questo nome vanno infatti più azioni sostenute da investimenti pubblici e riferite a più progetti che interverranno in modo integrato su specifici ambiti: un finanziamento della Regione Toscana, rilasciato sulla misura 1.5.d., sosterrà infatti la ricerca e lo

sviluppo sperimentale del nuovo modello; parallelamente grazie ad un altro finanziamento, concesso dalla Provincia di Pistoia con risorse del F.s.e.(Bando Obiettivi Strategici per la competitività, Sostegno all’innovazione delle imprese), sarà possibile intervenire sulle risorse umane del settore fornendogli gli strumenti necessari per adattare le proprie competenze alle necessità operative delle nuove strategie.


PubbliNATURART

A worksite opened to build the future of tourism in Pistoia Tourism is, by nature, a sector able to create added value for an area as it attracts resources from outside which are then used for self-promotion. For businesses in the province of Pistoia, tourism has grown to the point that it offers an opportunity for significant development and thus has become strategic. In recent years, they have been accompanied by a transformation of lifestyles, fashions, and the culture of consumption which, together with the process of technological qualification, have able to generate new relational and communications models that have helped to define what is called the service economy,. From research carried out by Bain & Company on a sample of more than 300 companies, it was noted that while 80% of companies surveyed believed their services were good, only 8% of their consumers had the same opinion. Based on these assumptions and supported by Confcommercio Pistoia and grouped around the City of Pistoia Tourist Consortium and the APM Consortium, the tourism businesses in Pistoia intend to explore new avenues by sharing a new way of putting together their offerings that puts the consumer at the center of this process. Namely, a working model is needed to be defined and tested that supports adapting tourism offerings to changing markets with the aim of underpinning the seasonal adjustment of all the tourism products—gastronomic, cultural, natural, sporting, and alpine—that our district can deliver. Thus, Intelligent Tourism is not just a slogan, but a new strategic approach that will make it possible to pursue this goal.

In fact, more actions are supported under this name through public investment and attributed to multiple projects that will take place jointly on specific areas: a grant from the Region of Tuscany, released on the measure 1.5.d., will foster research and experimental development of the new model. in parallel, it will be possible to mediate human resources in the sector by providing the necessary tools to adapt skills to the operational needs of the new strategies, thanks to other financing, granted by the Province of Pistoia with ESF resources (Call Strategic Objectives for competitiveness, support to business innovation).

Provincia di Pistoia

Consorzio Turistico APM Abetone - Montagna Pistoiese

PROVINCIA DI PISTOIA

Consorzio Turistico CITTĂ€ DI PISTOIA

www.pistoiaturismo.it

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L’epoca delle ghiacciaie nella valle del Reno

Freddo e acqua creavano ricchezza Dalla metà del ‘700, per due secoli, un’attività indispensabile per soddisfare importanti esigenze della vita civile TESTO Luciano Della Lea

FOTO Archivio Famiglia Cini in collaborazione con Andrea Ottanelli 47


Q

Nel cuore della città di Pistoia In the heart of Pistoia

Via Crispi, 8 - 51100 Pistoia - Italy Phone: +39 0573 358800 Fax: +39 0573 977236

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Voto Eccellente Excellent rating

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uel giorno, un freddo “boia”, ingannato dai ciottoli di ghiaccio che affioravano dall’acqua, ma sembravano saldamente compatti, precipitai dentro al “lago”: mi salvò Domizio, un ragazzo come me. Mi tirò sull’argine, e, dopo pochi secondi, i miei vestiti pesanti già cominciavano a gelarsi. Come se fosse un gioco, insieme con gli altri amichetti presenti, cominciammo a correre verso il paese e quando, ormai, ero sulla porta di casa, tutto addosso a me, compresi viso e capelli, si era congelato da farmi sembrare una mummia sotto cristallo: uno strato di ghiaccio mi avvolgeva totalmente. Altro che gioco: Domizio mi aveva salvato la vita. La stessa scena capitava spesso, ma non era un gioco. A monte di queste situazioni, per noi infanti, c’era un lavoro pesante, all’ordine di un solo giovanotto (quello della “palamina”) appena tornato da fare il soldato o in procinto di andarci. Nella seconda metà del’700 e ai primi anni del secolo successivo, si ebbe in Emilia e Toscana, un periodo di relativa stabilità, che favorì un miglioramento delle generali condizioni di vita. Questo mutamento creò e determinò la necessità di trovare come conservare e preservare le derrate alimentari, e ciò si raggiunse utilizzando un semplice sistema: il freddo. Questa risorsa naturale, divenne una primaria necessità per ospedali, macellai e gelatai, poi nella gestione di esercizi alberghieri e bar-caffè. Fu necessario individuare i siti più affidabili per l’approvvigionamento del ghiaccio. E sulla Montagna Pistoiese (700-800 m sul livello del mare, non c’erano ghiacciai) imperversava, per mesi, un grande freddo e il fiume Reno era ricco di acqua sempre (allora) potabile. La vallata, quindi, si dotò rapidamente di “laghi”, bacini dai fondi di terra (circa 50 fra Le Piastre e Pracchia). L’acqua del fiume entrava da un “capo” del bacino, sull’altro si elevava un edificio di grossi sassi messi insieme a secco, in genere circolare, la parte inferiore profondamente scavata nella terra, il tutto coperto da una cupola di paglia dalla forma conica. Un sostanziale frigorifero. Gli arnesi per lavorare il ghiaccio, o diaccio, erano semplici: accetta, palamina, pertica, rampino, palachina, cesta e balzuolo. L’accetta serviva per staccare la grande lastra ghiacciata dai margini e ridurla in “barche”, da trasferire, spingendosi con una pertica, verso l’imboccatura della ghiacciaia, già liberata dal materiale, ridotto in pezzi di circa un metro quadrato e 100 chili, dal giovanotto della palamina. A lavorare, oltre al palaminaro, c’erano 6 o 8 donne, dotate di


rampini col compito di trascinare su uno scivolo di tavole, a coppie, i blocchi di ghiaccio dai margini dell’acqua fin dentro la buca dell’edificio, dove il materiale sarebbe rimasto depositato fino alle stagioni calde. All’interno un uomo anziano aveva il compito di sistemare con la palachina i blocchi secondo un appropriato ordine. Man mano che l’area ghiacciata si allontanava dal deposito, il trasferimento verso l’uomo della palamina avveniva con le “barche”, porzioni gelate di circa 30 m2. La conduzione, spesso, era affidata ai ragazzi che marinavano la scuola, vigilati dalle mamme, le donne del rampino. Il lavoro andava da novembre a marzo, col grande freddo. L’attività era iniziata dopo la costruzione della “via nova” la Ximenes-Giardini (1761), che permetteva di comunicare comodamente con Pistoia, Prato e Firenze, e quindi di poter trasferire il ghiaccio con barrocci cassonati, trainati da cavalli. Il problema del trasporto migliorò quando nacque la Ferrovia Porrettana (1864). I barrocci non dovevano più passare per la salita de Le Piastre, bastava raggiungere Pracchia e scaricare il ghiaccio sui vagoni del treno. Così si aprì anche il mercato emiliano, in particolare quello di Bologna, inoltre permise ai ghiacciaioli Corsini di dotare il loro traffico di barrocci capaci di contenere ben 30 quintali e di coprire il percorso fino a Pracchia con carri trainati da una coppia di buoi. L’attività, già ridotta dalla nuova legge che imponeva la cementificazione dei “laghi”, si protrasse fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale. L’ultima ghiacciaiola fu l’Ermella, robusta

imprenditrice della numerosa famiglia Corsini. Produceva nella ghiacciaia della Madonnina ed ebbe come clienti finali i soldati americani della V armata (1944 – 1946). Con rimessa a Pistoia (accanto alla chiesa di San Giovanni Fuorcivitas dietro l’ex Caffè Valiani). In passato anche i Begliomini, i Pisaneschi e i Vivarelli operarono nel settore. Finiva, così, un’epopea, che aveva prodotto ricchezze, all’insegna del matriarcato: donne e ragazzi erano i veri protagonisti del ghiaccio. I maschi adulti, d’inverno, erano quasi tutti alla “macchia” a far carbone.

Pagina d’apertura: istantanea del momento di levata del ghiaccio. A sinistra: manifesto pubblicitario. In alto: immagine simbolo della donna ghiacciaiola. In basso: foto attuale della Ghiacciaia della Madonnina. Opening page: Ice harvesting. Left: Publicity poster. Above: Symbolic image of a female ice harvester. Below: Current photo of the Ghiacciaia della Madonnina.

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The age of ice houses in the Reno Valley

Wealth created from cold and water Beginning in the mid-1700s, for two centuries, an activity essential to meeting important needs of civil life

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hat day, misled by the seemingly solidly compacted shingles of ice surfacing in the water, a cold “rascal” dashed into the “lake”. Domizio saved me, a boy like me, by hauling me on to the bank. After a few seconds, my warm clothes began to freeze. As if it were a game we and the other boys, began to run along towards the village and when I was at last on my doorstep, everything on me, including my face and hair, had frozen completely over, making me look like a mummy under glass. I was totally enveloped in a layer of ice. It had been more than game; Domizio had saved my life. The same scene often happened, but it was not a game. Upstream, there was hard work for us children, at the orders of one young man only (one with the palamina, or ice spade) just returned from being a soldier or about to go serve. In the second half of the 1700s and the early years of the following century, the period of relative stability in Emilia and Tuscany made a general improvement in living conditions possible. This change created and established the need to find a way to store and preserve food, which was

carried out by means of a simple system: cold. This natural resource became a basic need for hospitals, butchers, and ice men, then in the management of hotels and coffee-bars. It was necessary to identify the most reliable sites for supplying ice. And in the Pistoia mountains— at 700-800 m above sea level, there were no glaciers—a big chill raged for months, and the Reno River was always full of (at that time) potable water. So, “lakes”, dirt-bottomed afterbays were quickly set up in the valley, with about 50 located between Le Piastre and Pracchia. The river water entered from one “head” of the afterbay. Of drystone construction using large stones, an elevated, generally round building was at the other. The lower part went deep into the ground. Everything was covered by a conical, straw dome. In other words, it was a huge refrigerator. The tools for working the ice, or diaccio locally, were simple: an accetta (hatchet), palamina (ice spade), a pertica (pole), a rampino (hook), a palachina (pry bar), a cesto (basket), and a balzuolo. The hatchet was used to detach the large sheet of ice from the edges and reduce it to “boats” that were pushed with a pole to move them toward the mouth of the icehouse, already freed with pieces cut into one-square meter blocks weighing about 100 kilos, by the young man with the ice spade, known as the palaminaro. In addition to the latter, there were six or eight women with hooks. Working in twos, their job was to drag the blocks of ice along a board chute from the water’s edge to the pit inside the building, where it would remain in storage until the warm weather. Inside, an old man was responsible for arranging the blocks in proper order using a pry bar. As the distance from the iced area to the storage area increased, the ice was shifted towards the palamina man using “boats”, frozen sections about 30m2. This job was often entrusted to boys who skipped school, supervised by their

mothers, the women with the hooks. The work was carried out from November to March, during the big freeze. The business began after the “new” XimenesGiardini road (1761), was constructed that permitted conveniently connecting to Pistoia, Prato, and Florence, and thus made it possible to move the ice on horse-drawn boxed drays. The transport problem improved when the Porrettana Railway went into service (1864). The drays no longer had to climb to Le Piastre, they needed only to go as far as Pracchia where the ice was loaded on to train cars. As a result, the market in Emilia, and particularly in Bologna, was also opened. In addition, it permitted the Corsini icemen to supply drays capable of holding up to 30 tons and of traveling to Pracchia with carts pulled by a pair of oxen. The activity, already cut back as the result of a new law requiring the “lakes” be filled in, lasted until the Second World War. The last ghiacciaiola was Ermella, a daring entrepreneur from the large Corsini family. She extracted at the Madonnina icebox. Among her final customers were the American soldiers of the Fifth Army (1944-1946). The depot in Pistoia was next to the church of San Giovanni Forcivitas, behind the former Caffè Valiani. In the past, the Begliominis, the Pisaneschis, and the Vivarellis also worked in the sector. Thus, it was the end of an era that had produced wealth, marked by of a matriarchy, with women and children as the real stars of ice as, in winter, almost all adult males were in the “brush” making charcoal.

A sinistra: schema del sistema produttivo. In alto: rimessa del ghiaccio. Left: Drawing of the ice production system. Above: Transferring ice to the ice house. 51


Testo di Eleonora Angelini* Foto Archivio Giardino Zoologico

Allo zoo laboratori per i grandi Non si finisce mai d’imparare Nasce dalle tante richieste dei genitori che accompagnano i bambini al laboratorio didattico, l’idea di aprire uno spazio dedicato esclusivamente ai grandi. Ognuno di noi conserva una parte “bambina” capace di meravigliarsi e lasciarsi coinvolgere nel gioco e proprio la formula “imparare divertendosi” sottende tutto il progetto. Le attività di laboratorio sono organizzate con incontri cadenzati nel tempo, con cicli di 3 appuntamenti il sabato mattina e affrontano diversi temi: come trasformare i nostri giardini e terrazzi in ambienti che accolgano farfalle e uccellini, oppure come, attraverso gli acquisti, si possa fare la differenza per la tutela dell’ambiente: spesa alimentare a km zero, riduzione degli imballaggi, stagionalità e riscoperta della biodiversità a tavola. Il laboratorio “Entra in azione per la conservazione” è rivolto in particolare alle persone della terza età e permetterà a ogni partecipante di offrire i propri saperi per promuovere azioni concrete per la tutela della biodiversità. Attraverso la realizzazione di piccoli manufatti verrà realizzata una campagna di sostegno dei progetti di conservazione in Madagascar, Brasile e Parco Nazionale d’Abruzzo a favore di specie animali a rischio d’estinzione e delle popolazioni locali. Una grande novità è l’attività “Keeper per un giorno” grazie alla quale si potrà sperimentare il lavoro di accudimento degli animali, preparando per loro gustosi spuntini. Torna, infine, a grande richiesta, anche “Obiettivo Natura” il workshop di fotografia naturalistica, sia 52

di primo sia di secondo livello, per incontrare gli animali, conoscerli e imparare a proteggerli. I progetti sono inseriti nel catalogo EDA della Provincia di Pistoia, catalogo che raccoglie tutte le opportunità offerte dal territorio per l’educazione non formale dedicata agli adulti (www.edapistoia.it) e sono consultabili anche sul sito dello zoo (www. zoodipistoia.it). Momenti formativi altrettanto importanti sono offerti anche il sabato e la domenica attraverso le attività didattiche che intrattengono il pubblico in visita al Giardino Zoologico. Completamente gra-

tuite e presentate in modo divertente e accattivante, affrontano contenuti importanti quali il commercio illegale delle specie a rischio d’estinzione, la storia della domesticazione degli animali o il ruolo ecologico di specie come serpenti, rapaci e insetti poco amati dal pubblico, ma essenziali negli ecosistemi in cui vivono. Sempre di più lo zoo si pone come centro per la tutela della biodiversità e fulcro per condividere con i visitatori il valore della sostenibilità. Per partecipare o avere informazioni, contattaci e diventa anche tu sostenitore dei nostri progetti (didattica@zoodipistoia.it)


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Workshops for Grown-Ups at the Zoo We never stop learning The idea of opening a space dedicated exclusively to adults arose from the many requests by parents accompanying their children to educational workshops. Each of us retains a child-like quality of wonder. It lets us become involved in a game, and it is this idea of “making learning fun” in particular that is behind the entire project. The workshop activities are organized with scheduled encounters spread over 3 Saturday mornings. These courses deal with such various themes as how to transform our gardens and terraces into environments that welcome butterflies and birds, or how our purchases can make a difference for the environment, (e.g., zero km food expenditures, reducing packaging, seasonality, and rediscovering biodiversity at the table). The “Take Action for Conservation” workshop is aimed chiefly at senior citizens and encourages each participant to share their knowledge on how to promote concrete actions for protecting biodiversity. By making small objects, a campaign will be undertaken to support conservation projects in Madagascar and Brazil as well as in the Abruzzo National Park that benefit animal species at risk of extinction and local populations. One notable innovation is the “Keeper for a Day” that offers the experience of participating in taking care of

the animals by preparing delicious snacks for them. Lastly, the two-level nature photography workshop “Objective Nature” is back by popular demand. participants will meet and become acquainted with the animals, as well as learn how to protect them. The projects are listed in the Province of Pistoia’s EDA catalog (www.edapistoia.it), which contains all the opportunities devoted to non-formal education for adults offered in the area. The catalog can also be browsed on the zoo’s website (www.zoodipistoia.it). Equally important training opportunities are also offered on Saturdays and Sundays through the educational activities that entertain the Zoo’s visitors. Completely free and presented in a fun and captivating way, they address such important issues as the illegal trade of species at risk of extinction, a history of domesticated animals, and the ecological role of those species as snakes, birds of prey, and insects. although unloved by the public, these species are essential to the ecosystems in which they live. The zoo is increasingly a center for biodiversity protection and a focal point for sharing the importance of sustainability with visitors. To join or get information, contact us and you too can become a supporter of our projects (didattica@zoodipistoia.it)

Non dimentichiamo i piccoli...

Prossimo appuntamento dedicato ai bambini dai 5 agli 11 anni.

Sulle tracce di Babbo Natale 14 dicembre ore 9,30 Let’s not forget the little ones ...

Upcoming events for children from 5 to 11 years old.

On the Trail of Santa Claus December 14 at 9:30 am

*Responsabile della didattica del Giardino Zoologico di Pistoia *Head of Education Department Zoological Gardens of Pistoia

Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it

www.zoodipistoia.it 53


Impresa familiare è meglio

Radici nel passato TESTO Fabio Fondatori 54

FOTO Nicolò Begliomini


sguardo al futuro L’Università Bocconi sceglie Giorgio Tesi Group come modello 55


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n’azienda che ha saputo coniugare la continuità familiare con l’innovazione”. Così è stata presentata la Giorgio Tesi Group al convegno “Le aziende familiari in Italia” organizzato da UniCredit con l’Università Commerciale Luigi Bocconi e l’AIdAF nella magnifica cornice delle nuove Cantine Antinori a Bargino. Alla presenza di un centinaio d’imprenditori di medie e grandi imprese di vari settori, e di rappresentanti della finanza e delle università, è stato presentato l’Osservatorio sulle Aziende Familiari Italiane a cura della Cattedra AldAF-Alberto Falck di Strategia delle Aziende Familiari dell’Università Bocconi e della Camera di Commercio di Milano. Tre le aziende familiari scelte come casi di eccellenza: i Marchesi Antinori, la Baraclit e la Giorgio Tesi Group. A rappresentare l’azienda vivaistica pistoiese c’era il Direttore Generale Marco Cappellini, mentre per la Marchesi Antinori era presente la Marchesa Albiera Antinori e, per la Baraclit, l’amministratore delegato Franco Bernardini. “La Giorgio Tesi Group è un’azienda imperniata sulla famiglia - ha detto il D. G. Marco Cappellini

al convegno. - Furono due fratelli, Giorgio e Tullio Tesi, a fondarla quarant’anni fa e adesso a guidarla sono i loro figli, che si sono saputi dividere, nel tempo, funzioni e responsabilità, con Fabrizio Tesi a ricoprire il ruolo di leader e legale rappresentante del gruppo. Quando la produzione dell’azienda pistoiese è passata dai pochi ettari di superficie di un tempo ai 500 attuali, la famiglia Tesi ha scelto di avvalersi della collaborazione di figure esterne che accompagnassero, coordinassero e indirizzassero questo processo di crescita. La governance, quindi, è rimasta in mano alla famiglia, ed è stato proprio nel momento di maggiore espansione, quando, cioè, l’impresa è passata da una dimensione familiare a una industriale e internazionale, che i vertici sono stati integrati con professionalità capaci di gestire e organizzare tutti i processi aziendali”. I risultati dell’Osservatorio AUB presentato nel convegno dimostrano che le aziende familiari, pur dovendo affrontare un contesto di crisi e di maggiore concorrenza internazionale, nell’ultimo decennio hanno saputo reagire meglio e hanno

registrato performance migliori rispetto ad altre classi d’imprese, continuando a creare ricchezza e a garantire occupazione (+1,8% nel 2010). Le aziende a conduzione familiare hanno fatto registrare, tra il 2007 e il 2011, una crescita media intorno al +3,3% (+12,5% tra il 2009 e il 2010) e difendono di più l’occupazione (+4,5% nel triennio 2007-2010).

L’azienda in numeri - 500 ettari di superficie coltivata - Oltre 700 varietà di specie prodotte - Oltre 3000 clienti in 50 paesi - 200 dipendenti - 4 filiali in Italia (Piadena, Orbetello, Grosseto e San Benedetto del Tronto) - Polo logistico di distribuzione settimanale per tutta l’Europa con possibilità di carico di oltre 20 tir al giorno - Collabora con università e istituti di ricerca scientifica per la selezione e la salvaguardia delle varietà di piante (cupressus sempervirens) - Possiede varie certificazioni di qualità e di rispetto dell’ambiente ed è l’unica azienda vivaistica in Europa a possedere la certificazione Emas - Partner di AC Milan, Campionati Mondiali di Ciclismo Toscana 2013 e Dynamo Camp - Main Sponsor del Pistoia Basket che milta nel campionato di A1 - Ha dato vita ad una Fondazione Onlus per finalità sociali - Con la Giorgio Tesi Editrice ha creato i magazine NATURART e Aboutplants.eu

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- Esclusiva mondiale per l’uso a fini commerciali, nel settore vivaistico, dell’immagine originale di Pinocchio


Company numbers - 500 hectares of cultivated area - More than 700 varieties of species produced - More than 3000 customers in fifty countries - 200 employees

Pagina d’apertura: il gruppo di dipendenti della sede di Pistoia. In alto a sinistra: foto notturna della sede di Pistoia. In basso a sinistra: la famiglia Tesi al completo. Sotto: Il Direttore Generale Marco Cappellini interviene al convegno “Le aziende familiari in Italia”. Sopra: le quattro filiali, dall’alto a sinistra in senso orario: Piadena (CR), Orbetello (GR), Grosseto e San Benedetto del Tronto (AP).

Opening page: Employees at the Pistoia headquarters. Upper left: night photo of the Pistoia headquarters. Lower left: the entire Tesi family. Below: Managing Director Marco Cappellini speaking at the meeting on family business in Italy. Above: the four branches, clockwise from the upper left, Piadena (CR), Orbetello (GR), Grosseto, and San Benedetto del Tronto (AP).

- Four branches in Italy (Piadena, Orbetello, Grosseto and San Benedetto del Tronto ) - Logistics hub with weekly distribution throughout Europe with the possibility of loading more than 20 trucks for day - Partnerships with universities and scientific research institutes for the selection and protection of plant varieties (Cupressus sempervirens ) - It has various certifications of quality and of respect for the environment. It is the only nursery company in Europe to have EMAS certification - Partners with AC Milan, World Cycling Championships Tuscany 2013, and Dynamo Camp - Main Sponsor of Pistoia Basket playing in the A1 league. - The company established a non-profit foundation for social aims - With Giorgio Tesi Editrice, the magazines NATURART and Aboutplants.eu were created - Exclusive worldwide use for commercial, in the nursery sector, purposes of the original Pinocchio image.

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Consulenti, professionisti innovativi nella gestione dei rischi e delle coperture assicurative aziendali Proteggere il proprio patrimonio vivaistico dai danni delle calamità naturali è possibile La AIB All Insurance Broker Srl, infatti, in collaborazione con alcuni imprenditori agricoli, è riuscita a creare a Pistoia la prima polizza assicurativa multirischio agevolata per l’Italia a tutela dei vivai di piante ornamentali contro i danni da gelo e brina, siccità, grandine, eccesso di neve, eccesso di pioggia, alluvione, vento forte e venti sciroccali e colpo di sole. La polizza, redatta in ottemperanza alle normative vigenti, gode della contribuzione sul pagamento del premio da parte della Comunità Europea e dello Stato Italiano fino ad un massimo dell’80%. Essere riusciti a realizzare questo particolare prodotto è motivo di orgoglio per la nostra società (entrata nel novero delle prime 50 società italiane del settore) che dal 1996 svolge la propria attività di consulenza e brokeraggio assicurativo. Un gruppo di persone altamente qualificate e professionali che riescono a garantire ai propri clienti un servizio di standard elevato grazie anche al proprio sistema di qualità. I nostri servizi prevedono l’analisi preliminare della realtà aziendale e delle relative aree di rischio, con sopralluoghi effettuati da tecnici specializzati, la redazione di un progetto assicurativo personalizzato attraverso il quale il cliente può monitorare l’attività del broker scegliendo insieme le architetture assicurative sempre più snelle ed adeguate tra quelle offerte dal mercato. Tutto questo è svolto con la massima efficacia e tempestività per soddisfare ogni specifica problematica del cliente. Consulenza, professionalità, autonomia, garanzie e trasparenza: sono queste le caratteristiche che distinguono la AIB All Insurance Broker Srl.

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Family businesses are best

Roots in the past, a glance at the future Bocconi University chooses the Giorgio Tesi Group as a model

A

company that has been able to combine family continuity with innovation” is how the Giorgio Tesi Group was introduced at the “Family Businesses in Italy” conference organized by UniCredit with Bocconi University and AIdAF in the magnificent setting of the new Cantine Antinori in Bargino. Organized by the AldAF-Alberto Falck Chair in Family Business Strategy of Bocconi University and the Milan Chamber of Commerce, the Italian Center on Family Business was presented to an audience that included a hundred entrepreneurs from medium and large enterprises in various sectors and representatives of finance and universities.


The three family businesses chosen as examples of excellence were Marchesi Antinori, Baraclit, and the Giorgio Tesi Group. The Pistoia nursery company was represented by its chief executive office Marco Cappellini, while Marchesa Albiera Antinori of Marchesi Antinori and CEO Franco Bernardini of Baraclit were also on hand. “The Giorgio Tesi Group is a company focused on family,” its CEO Marco Cappellini said at the conference. “The company was founded forty years ago by two brothers, Giorgio and Tullio Tesi. Today it is being guided by their sons who, over time, have been able to distribute functions and responsibilities, with Fabrizio Tesi in the role of the group’s leader and legal representative. When the Pistoia company’s production grew from a few hectares in the past to the current 500, the Tesi family made the decision to work with people from outside so as take advantage of their skills in managing, coordinating, and directing this growth. Governance, accordingly, has remained in the family’s hands and it was precisely at the point of greatest ex-

pansion when the company went from being merely a family business to an international industrial concern, and that its management incorporated the skills for managing and organizing all business processes with professionalism.” The AUB Center results presented at the conference show that family firms, despite working in a crisis environment and facing increased international competition over the last decade, have been better able to respond to these challenges and have outperformed other classes of firms while continuing to create wealth and provide employment (+1.8% in 2010). Between 2007 and 2011, family firms showed an average growth of around 3.3% (+12.5% ​​between 2009 and 2010) and ensured more employment (+4.5% in the years 2007-2010).

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In alto a sinistra: logistica di carico con carrelli CC. sopra: immagine aerea di una produzione in pieno campo. i basso a sinistra: istantanea del momento di irrigazione di una produzione in vaso. in basso: il piazzale di carico. Upper left: loading logistics with CC trolleys. Above: Aerial shot of field production. Lower left: irrigating a field under container cultivation. Below: loading area.

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The Giorgio Tesi Group Celebrates 40 Years From the Cecchini family of Badia to a European nursery industry leader, still strongly tied to family values

T 1973-2013 Giorgio Tesi Group compie 40 anni Dai Cecchini di Badia a gruppo vivaistico leader in Europa, ancora fortemente legato ai valori della famiglia TESTO Carlo Vezzosi

L

a famiglia Tesi è presente nel podere di Badia a Pacciana, attualmente sede centrale di Pistoia della Giorgio Tesi Group, sin dall’Ottocento. Come tutte le famiglie contadine dell’epoca era composta da più di dieci persone tra nonni, figli e nipoti. I fratelli Giorgio e Tullio a partire dagli anni Sessanta decidono, seppure contro il parere dei loro genitori e ancor più dei nonni, di intraprendere l’attività vivaistica al posto delle coltivazioni agricole tradizionali, foraggere, vite, cereali ed ortaggi. Alla fine degli anni Sessanta ormai il podere di 4 ettari era completamente coltivato a vivaio di piante ornamentali e da frutto. Nasce l’azienda vivaistica. La prematura scomparsa di Tullio nel 1974 rappresenta un duro colpo per la famiglia e per l’azienda: i suoi figli Tiziano, Fabrizio e Romeo rimangono orfani ancora bambini. Con straordinaria forza e fede, Giorgio riunisce tutti in una famiglia e con slancio e determinazione riprende il cammino di crescita del vivaio. Purtroppo nel 1976 il figlio maggiore di Giorgio, Franco, muore all’età di 24 anni: un’ulteriore grave ferita. Momenti di sofferenza che hanno generato, con il supporto di una grande fede cristiana, l’amore per i nipoti, il figlio Claudio, la moglie Donetta e la vedova Giovanna. Circondato dall’affetto di altri parenti e amici, Giorgio riprende con forza la propria attività agricola che vede una forte espansione, con consistente ampliamento della superficie coltivata e la conquista di nuovi mercati in Italia e soprattutto all’estero. I vivai non solo aumentano di produzione ma anche di nuove tecniche colturali come le piante in vaso, le colture protette e le tecnologie irrigue avanzate. I nipoti di Giorgio cresco-

no a fianco dello zio, lo aiutano e ne apprendono la professionalità che farà vedere i suoi effetti già a partire dagli anni Novanta; nel 1998 l’azienda raggiunge i 120 ettari. L’azienda continua ad ampliarsi con le acquisizioni delle filiali di Piadena e San Benedetto del Tronto, nuovi impianti di vasetteria e nuovi paesi per esportare le piante: la Giorgio Tesi diventa azienda europea. In questi anni il figlio Claudio e i nipoti Fabrizio, Tiziano e Romeo assumono la guida dell’impresa con la supervisione di Giorgio che viene a mancare purtroppo nel 2000. L’entusiasmo, la passione e l’amore per il lavoro ereditati da Giorgio danno una spinta ulteriore ai nipoti per proseguire la crescita dell’azienda. Vengono acquisite due nuove filiali di produzione (Orbetello e Grosseto) e l’azienda si espande su nuovi mercati. Da impresa familiare diventa azienda internazionale, soprattutto per la produzione e la qualità delle piante, garantite da una delle più importanti certificazioni europee di qualità e di rispetto dell’ambiente come l’Emas.

www.giorgiotesigroup.it In alto: foto storica della vecchia casa, oggi ristrutturata e sede della Fondazione Giorgio Tesi Onlus. Above: Period photo of the old homestead, today renovated and the seat of the non-profit Fondazione Giorgio Tesi.

he Tesi family has been in residence on the Badia a Pacciana farm, now the Giorgio Tesi Group’s Pistoia headquarters, since the nineteenth century. Like all peasant families of the time, it was made ​​up of more than ten people including grandparents, children, and grandchildren. Beginning in the 1960s, the brothers Giorgio and Tullio decided to set up a nursery business instead of continuing the traditional agricultural cultivation of forage crops, vines, cereals and vegetables, although it was against the advice of their parents and even more that of their grandparents. By the end of the 1960s, the now 4-hectare farm was completely under nursery cultivation with ornamental plants and fruit trees. Thus the nursery company came into being. Tullio’s untimely death in 1974 was a major blow to the family and the company; his young sons Tiziano, Fabrizio, and Romeo were left orphans. With extraordinary strength and faith, Giorgio made them all one family. With enthusiasm and determination, he then resumed the process of building up the nursery business. Unfortunately, another serious blow came in 1976 with Giorgio’s loss of his eldest son Franco at the age of 24. Those times of suffering however were eased by the support of his strong Christian faith, love for his nephews, his son Claudio, his wife Donetta, and his widowed sisterin-law Giovanna. Surrounded by the love of other friends and relatives, Giorgio vigorously returned to work, expanding his agricultural business both in terms of new nurseries, with a substantial increase in cultivated area, and of new markets in both Italy and abroad. The nurseries not only increased production but also adopted new cultivation techniques such as container plants, sheltered cultivation, and advanced irrigation technologies. Giorgio’s nephews grew up at their uncle’s side. They helped him and learned from him the skills whose effects were began to be seen in the 1990s. By 1998, the company had grown to a total of 120 hectares. The company continued to grow with the acquisition of the Piadena and San Benedetto del Tronto branches, new container stock systems, and new countries for exporting plants. The Giorgio Tesi Group had developed into a European company. During those years, Giorgio’s son Claudio and his nephews Fabrizio, Tiziano, and Romeo took up the company’s reins supervised by Giorgio, who unfortunately passed on in 2000. The enthusiasm, passion, and love for work inherited from Giorgio gave his nephews the extra push needed to carry on the company’s growth. They acquired two new production branches (Orbetello and Grosseto) and the company has expanded into new markets. From a family business, it has become an international company, especially in terms of the production and quality of its plants, guaranteed by one of the most important European certifications for quality and environmental standards like EMAS. 61


Giorgio Tesi Group e Dynamo Camp Insieme per dare un sorriso ai bambini

G

iorgio Tesi Group sostiene Dynamo Camp. Nel 2013 l’azienda vivaistica di Pistoia ha lanciato una nuova linea commerciale dedicata a Pinocchio destinando una parte dei proventi a Dynamo Camp. La nuova linea commerciale “Pinocchio for a green future”, diretta a garden e aziende che hanno così acquistato le piante con il simbolo del burattino di Collodi, ha avuto un buon successo in Italia e all’estero e nei giorni scorsi il Direttore Generale di Giorgio Tesi Group, Marco Cappellini, ha consegnato al direttore generale di Dynamo Camp, Roberto Orlandini, l’assegno con i fondi raccolti dall’operazione. L’accordo fra Giorgio Tesi Group e Dynamo Camp prevede che una percentuale sui contratti di vendita delle piante a marchio “Pinocchio for a green future” vada a sostegno del camp di Terapia Ricreativa rivolto gratuitamente a bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni affetti da patologie gravi e croniche, in terapia e nel periodo di post ospedalizzazione. La scelta di dedicare la linea a Pinocchio deriva dal valore aggiunto di un simbolo conosciuto in tutto il mondo e dall’attrazione che questo personaggio esercita su bambini e famiglie. “Un piccolo aiuto – dice Marco Cappellini – per una

Viale Europa, 91 - 51034 Casalguidi (PT) - ITALY Tel. +39 0573 528456 Fax +39 0573 520956 (amministrazione) +39 0573 520963 (magazzino) info@pazzaglia.it - www.pazzaglia.it

struttura straordinaria. Siamo fieri di essere partner di Dynamo e crediamo che questo sia un valore aggiunto che presentiamo ai nostri clienti. I clienti che hanno acquistato le piante “Pinocchio for a green future” sanno di aver contribuito al sostegno delle attività di un luogo magico che rappresenta per bambini provenienti da tutta Italia e da paesi esteri e affetti da patologie gravi e croniche, l’opportunità di trascorrere un periodo di divertimento e svago, aiutandoli a ritrovare serenità, spensieratezza e fiducia in se stessi, in un ambiente sicuro e protetto”. “Ringraziamo Giorgio Tesi Group per il sostegno a Dynamo Camp – è la dichiarazione di Roberto Orlandini, direttore generale di Dynamo Camp – I fondi che il Gruppo ci ha donato saranno destinati ad ampliare e arricchire l’area verde intorno al nuovo spazio per le attività realizzato a Dynamo Camp, che comprende una palestra per le attività sportive, il laboratorio Art Factory e i Dynamo Studios”. Nella foto, la consegna della donazione da parte del Direttore Generale di Giorgio Tesi Group, Marco Cappellini, a Roberto Orlandini, Direttore Generale di Dynamo Camp.


©

Pinocchio

for a Green

Future

Giorgio Tesi Group and Dynamo Camp Together bringing smiles to children

T

he Giorgio Tesi Group supports Dynamo Camp. In 2013, the Pistoia nursery company launched a new business line dedicated to Pinocchio, allocating a portion of the proceeds to Dynamo Camp. Directed at garden centers and companies that have acquired plants bearing the figure of the puppet from Collodi, the new “Pinocchio for a green future” business line, has been quite successful in Italy and abroad. Recently, Marco Cappellini, the Giorgio Tesi Group’s general manager, gave a check with the funds raised by the venture to Dynamo Camp’s general manager Roberto Orlandini. The agreement between the Giorgio Tesi Group and Dynamo Camp stipulates that a percentage from the sales contracts for plants with the “Pinocchio for a green future” brand goes to support this free therapeutic recreation camp aimed at children from 6 to 17 years of age suffering from serious and chronic diseases and undergoing therapy and in a post-hospitalization period. The decision to dedicate the line to Pinocchio comes from the added value of a symbol known around the world and the attraction this character has for children and families. Marco Cappellini says, “A bit of help for an extraordinary organization. We are proud to be a partner with Dynamo and we believe this is an added value that we offer to our customers. Those who have bought “Pinocchio for a green future” plants know that they are contributing to support the activities of a magical place that, for children from all over Italy and abroad suffering from serious and chronic diseases, is an opportunity for fun and entertainment and a place that helps them to find serenity, joy, and self-confidence in a safe and secure environment. “ “We would like to thank the Giorgio Tesi Group for their support to Dynamo Camp,” Roberto Orlandini, general manager of Dynamo Camp, states. “The funds that the Group has given us will be used to enlarge and develop the green area around the new space for the activities carried out at Dynamo Camp, and which includes a gym for sports activities, the Art Factory workshop, and Dynamo Studios.” In the attached photo: Marco Cappellini, general manager of Giorgio Tesi Group, gives the donation to Roberto Orlandini, Dynamo Camp general manager.

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Arte e pubblicità tra ‘800 e ‘900

I manifesti dei Bagni di Montecatini Il primo fu realizzato a Lipsia, in Germania TESTO Martina Meloni

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iamo alla fine del 1800, con l’avvento della ricca borghesia e la ripresa economica europea si comincia a pubblicizzare ogni tipologia di bene, tra cui la vacanza: località balneari, laghi e stabilimenti termali le mete più ambite. E’ proprio in questo contesto che nasce il fecondo connubio tra arte e grafica pubblicitaria; gli artisti si avvicinano alla cartellonistica, regalandoci veri capolavori a servizio però di un bene di consumo, una novità assoluta per l’epoca, che apre le porte a nuovi e inconsueti orizzonti artistici. Tra le mete turistiche più pubblicizzate spicca Montecatini Terme che, attraverso i manifesti pubblicitari che celebrano i salutari effetti delle sue acque e il ricco stile di vita condotto in città, si fa conoscere in tutto il mondo. Il manifesto di città termale più antico risale al 1884 e fu realizzato a Lipsia proprio per le Regie Terme di Montecatini. Il manifesto, in lingua tedesca, è molto lontano dai canoni pubblicitari moderni. Le immagini sono ancora molto piccole e la maggior parte dello spazio è occupata da informazioni scritte, ma, seppur l’immagine non sia ancora evocativa, è certamente un esempio significativo dell’inizio di un’epoca. Del 1880 è il primo manifesto delle terme di Montecatini stampato in Italia, le immagini cominciano a dominare lo spazio, vengono rappresentati gli scorci più suggestivi della città e le attrattive offerte, mantenendo però sempre in primo piano i benefici delle acque termali. E’ del 1899 il manifesto forse più conosciuto della località termale: “L’Araldo della salute”. Qui si legge un nuovo tipo di arte grafica, la parte scritta è sensibilmente diminuita e dominano le immagini della città e la figura dell’araldo. I manifesti di questa fase sono anche importanti documenti storici che ci restituiscono un’immagine reale della Montecatini del tempo, non ancora trasformata dalla lettura fantastica e idealizzata dei manifesti successivi, più tipicamente liberty. 64

Davvero ironico il bozzetto del manifesto di Marchetti del 1910, intitolato “Sciopero delle acque”: quattro flessuose figure femminili munite di brocca e rappresentanti le sorgenti Torretta, Tettuccio, Regina e Olivo, scioperano allegramente, forse a causa di un’improvvisa interruzione del flusso dell’acqua in città. Un manifesto satirico e di protesta, senza dubbio unico nel suo genere. Moltissimi sono gli esempi di manifesti, cartoline, brochure e opuscoli che, tra la fine del 1800 e gli inizi del secolo successivo, hanno pubblicizzato le salutari acque termali della città della Valdinievole, i suoi viali, gli sfavillanti locali e le attrattive offerte, un inconsueto patrimonio di arte, storia e folklore, spesso sconosciuto, che rappresenta però una pagina fondamentale della storia artistica e culturale della nostra provincia.

In basso: il più antico manifesto risalente al 1884 in lingua tedesca. Pagina a fianco: altro esempio di manifesto che pubblicizza le “Regie Terme”. Bottom of page: the most ancient poster in German language dating back to 1884. Next page: other example of a poster advertising the “Regie Terme” (Royal Spa).


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Art and advertising between 1800 and 1900

Posters of the baths of Montecatini The first poster was created in Leipzig, Germany

W

e are at the end of the 1800s. With the advent of a wealthy middle class and the European economic recovery, all types of products are beginning to be advertised. These products include holidays to the most popular destinations: beach resorts, lakes, and spas. It was in this context that a successful mixture of fine and commercial art came together. Artists began creating commercial art, presenting us with true masterpieces in the service, however, of a commodity – a complete novelty that, at the time, opened the door to new and unusual artistic horizons. Montecatini Terme stands out among the most popular of the tourist destinations advertised. Celebrating the salutary effects of its waters and the town’s rich lifestyle, these advertising posters made it known all over the world.

The oldest poster for this spa town dates back to 1884 and was made in Leipzig for the Regie Terme di Montecatini, or Royal Baths of Montecatini. In German, the poster is very distant from the canons of modern advertising. The images are still very small and most of the space is taken up by written information. Nevertheless, the image is still striking and it is certainly an important example from the beginning of an era. The first poster of the spas of Montecatini printed in Italy is from 1880, with images beginning to dominate the space. It depicts the town’s most charming views and the attractions offered, but the benefits of the thermal waters are always in the foreground. Perhaps the most well-known poster of the spa resort is the 1899 one entitled L’Araldo della salute, or The Herald of Health. Here, a new sort of graphic art is presented, with a significant decrease in the amount of text. It is dominated by images of the town and the figure of the herald. Posters from this period are also important historical documents that give us a true picture of Montecatini at that time, before being transformed by fantastic and idealized interpretations of subsequent and, in general, more typically Liberty-style posters. Marchetti’s 1910 sketch for a poster is truly ironic. Entitled Sciopero delle acque (Striking Waters), it depicts four lissom female figures holding ewers that represent the Torretta, Tettuccio, Regina and Olivo thermal springs. They have gone merrily on strike, perhaps because the town’s waters have unexpectedly stopped

flowing. both satirical and a protest, this poster certainly is one of a kind. From the late l800s to the beginning of the next century, there are numerous examples of posters, postcards, brochures, and booklets touting the healing thermal waters of this town in the Valdinievole, its avenues, showy venues, and the attractions available. They present an unusual, and often unknown, wealth of art, history, and folklore that, nonetheless, represents an important page in the artistic and cultural history of our province.

Pagina a fianco: il manifesto forse più conosciuto della località termale risalente al 1899. Next page: the most popular poster of the Spa town, dating back to 1899.


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Inaugurato il nuovo ospedale

San Jacopo moderna accoglienza Dispone di 400 posti, 12 sale operatorie e una per il parto, 5 sale travaglio di cui una per il parto naturale in acqua.

TESTO Daniela Ponticelli

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FOTO Stefano Cantini


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Restaurant - Pizzeria - Winery

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oderno, funzionale e perfettamente inserito nel paesaggio. Si presenta così il nuovo ospedale San Jacopo di Pistoia, progettato e costruito per migliorare le prestazioni sanitarie ma anche il comfort dei cittadini e degli operatori. Colpisce all’entrata la grande hall dalla quale si raggiungono tutti i servizi: oltre a rappresentare un vero e proprio snodo organizzativo è stata concepita per dare all’ingresso l’idea di ospedale come un luogo aperto: vi sono stati disposti anche comodi divani di pelle dove è possibile attendere il turno per effettuare la prestazione o ricevere parenti ed amici. Particolare attenzione è stata riservata alla privacy dei ricoverati: le camere sono a due letti con bagno e televisore e nell’area materno infantile le mamme possono usufruire di vere e proprie nursery personali dotate di tutto il necessario per accudire i neonati. E’ anche un ospedale ecologico: dai pannelli solari alle centrali di ultima generazione ha una gestione completamente autonoma che permette il riutilizzo e l’eliminazione di sprechi energetici. Tutte le aree, dal pronto soccorso alla diagnostica, usufruiscono di supporti informatici di ultima generazione che garantiscono qualità ed efficienza nelle prestazioni sanitarie. Le sale chirurgiche sono connesse al sistema ris pacs che consente di disporre, in tempo reale, dei referti diagnostici del paziente

via Bolognese, 207 - 51100 Pistoia Tel. +39 0573 475293 - info@ilsignorino.it www.ilsignorino.it

Pagina d’apertura: facciata d’ingresso del nuovo Ospedale. Nelle pagine: immagini dell’interno e dell’esterno della struttura. Opening page: the entrance façade of the new Hospital. In these pages: images of the interiors and the exterior of the building.


The new hospital opens

San Jacopo, a modern welcome e di attivare teleconsulti con altri ospedali durante gli interventi. Anche le comunicazioni sono più veloci: speciali robot e l’utilizzo della posta pneumatica con 42 postazioni movimentano materiali sanitari e referti e garantiscono l’intercomunicabilità tra i servizi. Tra le particolarità costruttive ha sistemi avanzati antisismici e antincendio per la massima sicurezza. Un cambiamento subito percepito dalla maggioranza delle persone e degli operatori è quello relativo ai percorsi: i collegamenti interni sono brevi, distinti per operatori e utenti, i diversi percorsi (ambulatoriale, medico, chirurgico) sono complanari. Il San Jacopo dispone di 400 posti letto di cui 12 per la dialisi, 20 per l’osservazione breve intensiva, ha 12 sale operatorie e una per il parto, 5 sale travaglio di cui una per il parto naturale in acqua, 4 sale post partum, una sala per l’endoscopia digestiva e un’altra per la broncoscopia.

With 400 beds, 12 operating rooms, and one for childbirth, 5 delivery rooms with one for natural waterbirths

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odern, functional and flawlessly situated in the landscape—this is how the new San Jacopo hospital of Pistoia is presented, designed and built to improve healthcare services but also for the comfort of the townspeople and staff. All services can be reached from the attractive large entrance hall. In addition to being the organizational hub, it was designed with the idea presenting the hospital’s entrance as an open area. It has been furnished with comfy leather sofas where one can wait one’s turn to receive the desired service or greet friends and relatives. Particular attention was paid to patient privacy. The rooms have two beds, a bathroom, and a

TV. In the maternity and children’s unit, mothers can take advantage of true personal nurseries equipped with everything needed to care for a newborn. It is also an ecological hospital. Solar panels are used to generate power, providing a completely autonomous management system that allows energy wastage to be reused and eliminated. From emergencies to diagnostics, all areas take advantage of the latest generation of computer support to ensure quality and efficiency in healthcare services. The operating rooms are connected to a RIS/PACS system that provides a patient’s medical reports in real time as well as enables remote consultations with other hospitals during surgery. Even communications are faster. The use of special robots and a 42-station pneumatic tube system handle medical supplies and reports as well as ensuring intercommunicability between services. Advanced seismic and fire safety systems are among the construction details. One change immediately noticed by most people as well as by staff is the pathways. Internal connections are short and clear for staff and users, with the different pathways (outpatient medical, surgical) coplanar. Of the 400 beds at San Jacopo, twelve are for dialysis and twenty are for short-stay observation units. The hospital has twelve operating rooms plus one for childbirth, five labor rooms with one for natural waterbirths, four post partum rooms, a room for gastrointestinal endoscopy, and another for bronchoscopy.

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Innovation and Technology, serving the patient Remarks by Roberto Abati, General Manager, ASL 3 Pistoia

W Innovazione e tecnologia al servizio del Paziente Intervento di Roberto Abati Direttore Generale ASL 3 Pistoia

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on la costruzione dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia è stato realizzato un progetto all’avanguardia: gli innovativi aspetti strutturali e tecnologici si coniugano perfettamente con le esigenze sanitarie e con la centralità dei bisogni e dei diritti del Paziente. Non era, infatti, del tutto scontato ottenere una sintesi equilibrata tra vivere in ambiente rassicurante e confortevole, garantire lo svolgimento delle attività cliniche, dotarlo della più moderna tecnologia sanitaria. L’ospedale è stato quindi progettato come luogo dell’accoglienza nel quale ogni elemento è pensato per facilitare il paziente e per rispondere alle sue esigenze. L’utente dell’ospedale deve avere la possibilità di incontrare liberamente parenti ed amici, di raggiungere autonomamente, se le sue condizioni lo consentono, luoghi di relax, godere

di aria e luce naturali e di entrare in contatto diretto con il verde. Così anche chi lavora in ospedale deve essere facilitato il più possibile nello svolgimento delle attività, deve poter lavorare in condizioni di comfort ambientale e controllare facilmente ciò che accade intorno a lui. Quanti vengono dall’esterno dovranno trovare un luogo accogliente in cui muoversi liberamente, anche in un sistema complesso come quello ospedaliero, senza dipendere da altri, trovandosi a proprio agio in un ambiente che infonde tranquillità e benessere. Nel San Jacopo la luce e il verde sono elementi predominanti: le ampie superfici vetrate consentono di sfruttare al massimo l’illuminazione naturale e tutte le camere si affacciano verso l’esterno. Anche il verde è stato utilizzato come arredo e a breve, intorno all’area, vi sorgerà un parco urbano per una maggiore integrazione dell’ospedale con il territorio e la Città. All’interno sono stati impiegati materiali naturali come il legno e colori rilassanti. Dal punto di vista architettonico ogni spazio, dalle aree operative ai soggiorni, è stato pensato, per creare il massimo relax e accoglienza, per i malati e i visitatori, con una grande attenzione agli aspetti estetici con l’obiettivo di realizzare finalmente “l’umanizzazione dell’ospedale”. La facilità negli spostamenti, assecondati da scale mobili e ascensori, l’attenzione ai temi della disabilità, la grande e spaziosa hall all’ingresso e la corte interna arredata dalle piante dove è possibile sostare e passeggiare, il silenzio, garantito dai pannelli acustici che rivestono interamente la facciata, sono ulteriori elementi qualificanti nell’intento di eliminare il più possibile situazioni di stress; essi dovrebbero contribuire ad un benessere complessivo e a far stabilire una relazione positiva tra il paziente, i suoi familiari, e l’ambiente che lo circonda che oggi sappiamo è parte integrante nel processo di terapia e cura. D.P.

ith the construction of Pistoia’s San Jacopo Hospital, a pioneering project was accomplished that combines innovative structural and technological aspects with healthcare needs and the centrality of a patient’s needs and rights. In fact, it was not entirely obvious how an overall balanced synthesis between living in a comfortable and reassuring environment could be achieved while also ensuring clinical operations, and equipping it with the most modern health care technology. The hospital was therefore designed to be a welcoming place in which every element has been designed to help patients and to respond to their needs. The hospital’s users must be able to meet freely with family and friends and, if the conditions permit, to autonomously reach places where one can relax, enjoy the natural light and air, and come into direct contact with greenery. Even for those who work in the hospital, the course of business must, as much as possible, be facilitated in comfortable environmental conditions and easily control of what is happening around them. Many who come from outside will find a cozy place in which to move about freely, even in a system as complex as the hospital, without having to rely on others and being at their ease in surroundings that inspire tranquility and well-being. In San Jacopo, the predominant elements are light and greenery. The large windows make the most of natural light and all the rooms face outwards. Greenery has been used as a decoration and an urban park will soon arise around the area, bringing the hospital closer to the territory and the city. Soothing colors and such natural materials as wood were used inside. From an architectural point of view, thought was given to every space, from operational areas to hospital stays, to produce the ultimate relaxation and hospitality for patients and visitors, with close attention to aesthetic features with the aim of ultimately “humanizing the hospital”. The ease of movement supported by escalators and lifts, attention to disability issues, the large, spacious entrance hall, the plant-filled courtyard where you can break away for a walk, the silence guaranteed by the acoustic panels covering the entire façade are more key elements in eliminating stressful situations as much as possible. They contribute to the overall sense of well-being and to reinforce a positive relationship between patient, their families, and the environment surrounding them which we now know is an integral part in the process of treatment and care.

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La satira come visione del mondo

Pistoia ridens Un manipolo di concittadini delizia milioni di lettori con l’arte delle vignette e delle satire disegnate. Il rione San Marco, da Vauro e Mannelli a Luca Boschi TESTO Pier Luigi Gaspa

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istoia è patria di numerosi Artisti della vignetta e dell’umorismo; una vera e propria genìa di autori che esalta l’arguzia e la predilezione allo sberleffo tipici della città e in particolare di uno dei suoi rioni più popolari, San Marco (che ha anche dato i natali a diversi di loro). Un manipolo di pistoiesi a denominazione di origine controllata che da decenni delizia i lettori – e vince premi nazionali e internazionali – con le sue vignette e le sue satire disegnate. A cominciare da Vauro Senesi (Vauro), tra i fondatori della storica rivista il Male e, fra le millanta cose, scrittore e caustico cronista politico a vignette di giornali (Il Manifesto, il Fatto Quotidiano) e trasmissioni televisive (Anno Zero, Servizio Pubblico). Per fama e militanza vignettistica, a questi si affianca Riccardo Mannelli, altro cofondatore del Male (rivista satirica che dunque può vantare una notevole ascendenza pistoiese!), la cui attività ha spaziato dalla vignetta al reportage e al fumetto, apparendo, con il suo tratto com74

plesso e graffiante, su pubblicazioni come Linus, Blue e Comic Art, e su svariati quotidiani, da La Repubblica a il Fatto Quotidiano. Se, però, Vauro e Mannelli ne rappresentano, in un certo senso, i capofila, l’umorismo pistoiese annovera anche Stefano Frosini, arcinoto vignettista di Linus e della Gazzetta dello Sport, che fa della satira sportiva uno dei suoi cavalli di battaglia e che, come si legge in una delle recensioni delle sue opere, “con la sua leggerezza e la sua dissacrante ironia, demolisce la presunta serietà del gioco del calcio e la sua organizzazione industriale”. E Fabio Bacci, il decano di tutti loro, con le sue quasi novanta primavere, dal segno classico e dall’arguzia pacata come la sua indole. Senza dimenticare il pistoiese trapiantato in Sardegna Francesco Dotti, già collaboratore del Vernacoliere e del quotidiano L’Unione Sarda, e Carlo Bartolini, per anni uno degli animatori del Campionato Italiano della Bugia che nella località Le Piastre nel mese di agosto coagula battute e vignette da tutta Italia. Dopo aver ricordato Orazio Bartol Bartolozzi e Francesco Why Corrieri, altri vignettisti di lungo corso purtroppo scomparsi, last but not least, chiudiamo questa rassegna con Luca Boschi.

Disegnatore, storico del fumetto e del cinema di animazione, direttore culturale del salone del fumetto Napoli Comicon, ha esordito proprio come vignettista, ed è apparso su una quantità innumerevole di pubblicazioni; ha inoltre curato la parte redazionale della rivista satirica Totem Comic e si occupa del medium fumetto in tutte le sue innumerevoli sfaccettature. Concludendo, una serie di autori che hanno, ciascuno a proprio modo, scelto l’umorismo e la satira come visione del mondo. Per chi già conoscesse le loro opere, le vignette che accompagnano queste righe costituiranno una “arguta” conferma; per chi invece le incontrasse per la prima volta, queste si riveleranno certamente una piacevolissima sorpresa.

In alto: una striscia di Riccardo Mannelli. Nella pagina a fianco: Fabio Bacci con una divertente vignetta. Above: a strip by Riccardo Mannelli. Next page: Fabio Bacci with a funny cartoon.


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Satire as a vision of the world

Pistoia laughs A handful of fellow-citizens have delighted millions of readers with the art of cartoons and satirical drawings. The San Marco district, from Vauro and Mannelli to Luca Boschi

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istoia is home to many cartoon and humorous artists, a true tribe of artists who have extolled the typical wittiness and fondness for mockery of this city’s and particularly of San Marco, one of its most popular districts, (as well the birthplace of several of them). This handful of quintessential Pistoians has delighted readers for decades with their cartoons and satirical drawings, and has won national and international awards. First off is Vauro Senesi (Vauro), one of the founders of the celebrated magazine Il Male and, among umpteen other things, a writer and caustic political cartoonist for newspapers (Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano) and television (Anno Zero, Servizio Pubblico). For fame and cartoony militancy, there is Riccardo Mannelli, another co-founder of Il Male (a satirical magazine that boasts a remarkable Pistoian ancestry!), whose work has ranged from cartoons to reports and comics. His sophisticated, scratchy line has appeared in publications like Linus, Blue, and Comic Art as well as in a variety of newspapers, from La Repubblica to Il Fatto Quotidiano. If, however, the leaders in one sense are Vauro and Mannelli, Pistoian humor also counts Stefano Frosini, a very well-known cartoonist

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for Linus and the Gazzetta dello Sport, whose sports satire is one of his strong points. As one review of his work states, “with his light touch and irreverent humor, he demolishes the supposed seriousness of football and its industrial organization.” Then there is Fabio Bacci, the doyen of them all, nearly ninety years old, whose line is as classic and wit as unflappable as his nature. Let’s not forget Francesco Dotti, a Pistoian transplanted to Sardinia, who has worked for Il Vernacoliere and the newspaper L’Unione Sarda, and Carlo Bartolini, for years one of the moving forces of the Campionato Italiano della Bugia (the Italian Championship of Lies). held each August in Le Piastre. It brings jokes and cartoons together from all over Italy. After recalling other long-running cartoonists like Orazio “Bartol” Bartolozzi and Francesco “Why” Corrieri, who unfortunately have passed on, we close this review with, last but not least, Luca Boschi. Draftsman, historian of comics and animation, and cultural director of the comic fair Napoli Comicon, he began as a cartoonist and his work has appeared in countless publications. In addition, he also edited the satirical magazine Totem Comic and has dealt with comics in all their many facets. In conclusion, this is a string of artists who, each in his own way, has chosen humor and satire as a vision of the world. For those who already familiar with their work, the cartoons that accompany these lines confirm their “wit”; for others who are encountering them for the first time, they will certainly prove to be quite a pleasant surprise.

In basso da sinistra: vignetta di Carlo Bartolini, a fianco il tagliente Vauro In alto: un’opera di Francesco Dotti. sopra: Stefano Frosini con una sua storica battuta. Below, left to right: a cartoon by Carlo Bartolini; the sharp Vauro. Top: one of Francesco Dotti’s works. Above: a memorable sketch by Stefano Frosini. 77



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Pietro Bugiani

Solenne semplicitĂ In gran parte ignorato dalla critica interpretava con raffinata poesia la lezione dei primitivi italiani

TESTO Edoardo Salvi 84

FOTO Archivio Fondazione Caript


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florilegio ancora sottaciuto del ‘900 italiano, in cui l’evocazione lirica si affida alla sapienza tecnica e a un impeccabile rigore formale. Nel corso della sua vita, tra ripensamenti e cambiamenti di rotta, Bugiani non è mai venuto meno a un principio, oggi più che mai singolare, che identifica l’etica con l’estetica, la dirittura morale dell’uomo con un concetto di onestà operativa, incapace di compromessi, nel segno dell’autenticità. Dalla solitudine cercata come condizione per vedere con gli occhi della mente (anche nel tentativo impossibile di sciogliere i nodi della contraddizione), alla solitudine subita ad opera dei militanti della fatuità e dei luoghi comuni, Bugiani continua a pagare un prezzo eccessivo nel corso di un’avventura critica che è ancora agli inizi.

Pagine di apertura: Quiete domenicale (L’omino che pesca),1927.Olio su cartone. Pistoia, Fondazione Caript. Sopra: Composizione con il libro di Picasso, 1928. Olio su tavola. Pistoia, Coll. privata. In basso: Madonna col manto rosso, (1930 - 1931). Tempera su tavola. Pistoia, Fondazione Caript. Pagina seguente: L’appuntapali, (1932). Carboncino su carta da spolvero. Pistoia, Fondazione Caript

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urante un convegno dedicato, anni or sono, al regista Mauro Bolognini, lo storico dell’arte Raffaele Monti, accennando alla straordinaria fioritura di personalità artistiche pistoiesi, indicava Pietro Bugiani (Pistoia 1905-1992) come «uno dei più raffinati pittori del nostro Novecento, naturalmente quasi sconosciuto dalla critica». Nell’ampia Mostra del Novecento Italiano (Milano,1983) fondamentale ricognizione del periodo 1923-1933, tra le numerose presenze di primo, secondo e terzo piano, Bugiani, infatti, era ignorato anche nella rappresentanza toscana, nonostante avesse partecipato con due opere esemplari, nel 1929, alla II Mostra del Novecento a Milano. Un paio di anni dopo a Berlino, ancora per poco «vitalissima e maledetta» capitale culturale europea, Bugiani ottenne il maggior successo tra gli artisti del Toskanische Kunstlergruppe “L’Arco” che esponevano alla galleria Porza. Un singolare destino per un artista che, appena diciannovenne, secondo Giovanni Costetti non aveva uguali tra i coetanei italiani, capace di guadagnarsi la stima di Casorati, Rosai, Bernasconi, fino a quella intenzionalmente taciuta di maestri come Carrà, o non priva di degnazione e preclusioni di un Soffici, intransigente nella propria accezione naturalistica del rappel à l’ordre. 86

Del resto un confronto privo di pregiudizi tra due affreschi coevi, Contadina di Soffici e L’attesa di Bugiani (1932), dimostra come il pittore pistoiese avesse compreso, al pari del più anziano maestro, la lezione di Masaccio e del Quattrocento toscano, traducendole in una forma di solenne semplicità. Ma in quel tempo Bugiani aveva già concluso un ciclo aureo di dipinti iniziato nel 1923 con Il querciolo e Panni al sole, dove l’esempio di Cézanne e di Fattori, come dei pistoiesi Caligiani e Nannini, lo avrebbero portato nel giro di pochi anni a definire una dimensione di serenità, di quiete e di silenzio nella sospensione spaziale del tempo. Lo studio degli antichi maestri - i cosiddetti «primitivi» nell’accezione di Lionello Venturi - da Gherardo Starnina a Paolo Uccello, dall’Angelico ad Andrea del Castagno a Giovanni Bellini, coincide con il riaffiorare alla coscienza di Bugiani della «nostalgia dei luoghi vissuti nell’infanzia», il luogo del sogno ove risiede, per effetto della grazia, l’unione tra bellezza e verità delle cose oltre l’apparenza dei fenomeni. Quiete domenicale (1927), La Natività , Il mulino della Bure, Sera tra i monti (1928), La Sera sull’aia (1929), L’appuntapali e la Madonna col manto rosso (1930), formano insieme ad altre opere un

Opening page: Quiet Sunday (A Man Fishing), 1927, oil on cardboard. Pistoia, Fondazione Caript. Above: Composition with Book by Picasso, 1928. Oil on wooden panel. Pistoia, private collection. Below: Madonna with Red Cloak (1930-31) Tempera on wooden panel. Pistoia, Fondazione Caript. Following page: The Pole Sharpener (1932) Charcoal on pounce paper. Pistoia, Fondazione Caript.


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Pietro Bugiani

Solemn simplicity Largely ignored by critics, he interpreted the lessons of the Italian primitives with refined poetry

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ears ago, during a conference dedicated to the director Mauro Bolognini, the art historian Raffaele Monti drew attention to the extraordinary number of artistic figures from Pistoia, and pointed out Pietro Bugiani (Pistoia 1905-1992) “as one of our finest twentieth-century painters who, naturally, is practically unknown by critics”. Among the numerous artists present on the first, second and third floors of the large “Mostra del Novecento Italiano” [Milan, 1983], a critical survey of the 1923-1933 period, Bugiani was indeed also ignored in the Tuscan representation. Nevertheless, he did participate with two exemplary works in 1929 at Milan’s second Mostra del Novecento. A few years later, in Berlin, still for a short while the “very vivacious and accursed” European cultural capital, Bugiani achieved great success among the L’Arco. Toskanische Kunstlergruppe artists who exhibited at Porza Gallery. It was a singular lot for an artist who was only nineteen and who, according to Giovanni Costetti,

Sopra: L’attesa,1932. Affresco su tavola. Pistoia, Fondazione Caript. A destra: Particolare di un frammento del cartone per l’affresco L’adorazione dei pastori,1933. Pistoia, Fondazione Caript. 88

Above: The Wait, 1932. Fresco on a wooden panel. Pistoia, Fondazione Caript. Right: Detail of a portion of the cartoon for the fresco The Adoration of the Shepherds, 1933. Pistoia, Fondazione Caript.


«Ho sognato di diventare un pittore»

had no equal among his Italian contemporaries, earning the respect of Casorati, Rosai, and Bernasconi, until intentionally silenced by masters like Carrà, not without the condescension and exclusion of am uncompromising Soffici, in the very natural sense of a call to order. Moreover, an unprejudiced comparison between two contemporary frescoes, Peasant Woman by Soffici and The Wait by Bugiani [1932], shows how, like an older master, the Pistoian painter had understood the lessons of Masaccio and the Tuscan Quattrocento, translating them into a form of solemn simplicity. However, at that time, Bugiani had already concluded a brilliant cycle of paintings begun in 1923 with The Oak Sapling and Clothes in the Sun, where the examples of Cézanne and Fattori, like those of the Pistoians Caligiani and Nannini, would lead him, in a few years’ time, to define a dimension of serenity, peace, and silence in the spatial suspension of time. The study of the old masters – the so-called “primitives” in Lionello Venturi’s sense of the word – ranging from Gherardo Starnina and Andrea del Castagno to Paolo Uccello and Fra Giovanni Bellini, coincided with the re-emergence in Bugiani’s consciousness of a “nostalgia for the places experienced in childhood”, a place of dreams where, as a result of grace, the union between beauty and the truth of things lives beyond the appearance of phenomena. Along with others, Quiet Sunday [1927], The Nativity, The Mill of Bure, Evening in the mountains [1928], Evening in the Farmyard [1929], The Pole Sharpener, and the Madonna with Red Cloak [1930], form a still-ignored collection of the Italian 1900s, in which a lyrical evocation relies on technical expertise and impeccable formal rigor. Throughout his life, between thoughts and chan-

ges in course, Bugiani never violated a principle, now more unusual than ever, of identifying ethics with aesthetics, a man’s moral uprightness with a concept of honest work, and an inablilty to compromise as a sign of authenticity. From a solitude sought as a condition for seeing with the mind’s eye (even in an impossible attempt to untie the knots of contradiction) to the loneliness suffered at the hands of militants of fatuousness and clichés, Bugiani continues to pay an excessive price of a critical adventure that is still in its infancy.

“…Fin da ragazzo ho sognato di diventare un pittore; nel 1918 conobbi Giovanni Michelucci col quale mi legai d’amicizia e di stima. Devo a lui le prime scoperte e miei primi studi seri su gli antichi maestri italiani. Più tardi, esponendo per la prima volta il resultato di parecchi anni di intenso lavoro, Achille Lega e Giovanni Costetti lodarono pubblicamente la mia opera incoraggiandomi a proseguire su quella strada. In una mostra susseguente, esponendo alcuni paesi assieme agli artisti che dovevano formare poi il gruppo del Selvaggio, ricevetti l’ambito premio di entrare in relazione con Soffici[…] Vivo molto in campagna dove lavoro lontano da ogni polemica, desideroso soltanto di poter approfondire i miei risultati, con la sola grande ambizione di poter realizzare un’opera che possa resistere al giudizio del Tempo.” Pietro Bugiani, “Il Frontespizio”, giugno 1939

“I dreamed of becoming a painter”

Sopra: Casolare lungo un argine (Il cavallino bianco), (1928). Olio su cartone. Pistoia, Coll. privata. Insieme a Composizione con il libro di Picasso faceva parte della raccolta di Giovanni Michelucci, che conservò per un lungo periodo, tra le opere più care, anche Quiete domenicale. A destra: Pietro Bugiani nel 1970. Above: House on the River Bank (The White Horse), (1928). Oil on cardboard. Pistoia, private collection. Together with Composition with Book by Picasso and Quiet Sunday, it was part of Giovanni Michelucci’s collection and among his favorite works. Right: Pietro Bugiani in 1970

“... As a boy, I dreamed of becoming a painter. In 1918, I met Giovanni Michelucci with whom I shared ties of friendship and admiration. I owe to him my first discoveries and serious studies of the old Italian masters. Later, exhibiting the result of several years of intense work for the first time, Achille Lega and Giovanni Costetti publicly praised my work, encouraging me to continue along that path. In a subsequent show, exhibiting in some countries along with the artists who later were to form the Selvaggio group, I received the coveted prize of connecting with Soffici [...] I live in the countryside where I work very far away from any controversy, wanting only to be able to pursue my efforts, with the sole ambition of creating a work that can stand up to the judgment of Time. “ Pietro Bugiani, “Il Frontespizio”, June 1939 89


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Il Comprensorio del Basket

Pistoia e la sua montagna vanno a canestro Pi첫 di 150 ragazzi hanno vissuto per una settimana insieme con Gek Giacomo Galanda e molti campioni della pallacanestro TESTO Elisa Pacini

FOTO Tommaso Frasca

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on solo agonismo, adrenalina della partita e risultato: lo sport, il basket, è anche gioco e divertimento. Nasce così dall’esperienza rodata di camp estivi che Gek Galanda e il suo BGT staff organizzano da anni in tutta italia, il “Comprensorio del basket: Pistoia e la sua montagna vanno a canestro” che ha visto - nel mese di luglio - più di 150 ragazzi vivere per una settimana come i giocatori professionisti nel verde di Cutigliano e della montagna pistoiese. Sedute di allenamento con coach speciali come i giocatori della Tesi Group, fresca vincitrice del campionato di Legadue che ha riportato Pistoia nell’olimpo del basket italiano dopo 13 anni, ma anche escursioni nei boschi di abeti e faggi dell’Appennino toscano, gite alla scoperta della storia della montagna, dei suoi castelli e dei ponti che difendevano in passato i suggestivi borghi nascosti tra le alture. Per sette giorni quindi, i ragazzi che hanno partecipato al camp e le loro famiglie hanno riscoperto un territorio pieno di risorse a partire dalle possibilità di divertimento che offre anche quando i crinali non sono ornati dal bianco della neve, come le attrazioni dell’emozionante Parco Avventura della Doganaccia e il fascino delle stelle studiate dall’Osservatorio di Pian dei Termini. Fino alla riscoperta della vita piacevolmente “slow” degli allevatori e degli agricoltori della montagna, scandita dai ritmi della natura e “condita” dai sapori unici delle produzioni alimentari artigianali. Per i tantissimi mini cestisti saliti in montagna, il camp è stato poi il prolungamento della festa che nel penultimo ultimo weekend di giugno ha fatto battere all’unisono i cuori dei pistoiesi impazziti per una squadra speciale che ha riportato nel massimo campionato italiano, la passione senza tempo della città per la pallacanestro. Essere a contatto con giocatori e allenatori protagonisti delle massime serie nazionali, che si sono calati perfettamente nei panni di istruttori


Basketball District

Pistoia and its Mountains Play Hoops More than 150 young people who lived for a week with Gek Giacomo Galanda and many basketball champions

M ed educatori, ha amplificato il successo dell’idea già molto interessante portata a Pistoia dallo stesso Giacomo Galanda, ex capitano della Nazionale Italiana e leader della Tesi Group Basket. Ci voleva la determinazione gentile di un ragazzone friulano che ha fatto della promozione del basket la sua “mission”, accanto ai successi del parquet, per far capire ai pistoiesi le tante possibilità che ha la propria Montagna. Così l’elegante “salotto” della regina dell’Appennino, Piazza Europa all’Abetone, è diventata un playground all’americana per la maratona no-stop di gare di tre contro tre. San Marcello e Piteglio si sono prestate ad accogliere i ragazzi, mentre l’area sportiva di Cutigliano è stata il campo base della settimana a cui hanno partecipato anche tanti istruttori della provincia in una vera full immersion formativa. La palla a spicchi, il carisma del Gek Nazionale e il divertimento dell’armata di baby baskettari hanno così unito tutto il territorio montano che si è dimostrato pronto ad accogliere grandi eventi. Insieme a Galanda, al Pistoia Basket, al BGT Company e alla Giorgio Tesi Group che è stata a fianco di tutte le iniziative, hanno contribuito alla buona riuscita dell’evento Confcommercio Pistoia, i Consorzi Turistici APM Abetone Montagna Pistoiese e Città di Pistoia, la Camera di Commercio e la Provincia di Pistoia, i comuni di Pistoia, Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese.

ore than a competitive spirit and the adrenaline of a game and its outcome, basketball as a sport is also fun and entertaining. This is how a tried and tested summer camp experiment came about, one which Gek Galanda and his coaching staff have organized in the alpine valleys of Trentino for years. In July, the “Basketball District: Pistoia and its Mountains Play Hoops” had more than 150 young people who lived like professional players for a week in the green of Cutigliano and the mountains of Pistoia. There were training sessions with special coaches, like the Tesi Group players, fresh from their victory in the Legadue championship that, after 13 years, has carried Pistoia back to the Olympus of Italian basketball. In addition, there were hikes in the beech and fir woods of the Tuscan Apennines, trips to discover the history of these mountains and of the castles and bridges that defended the picturesque villages hidden among the hills in the past. For seven days, the boys attending the camp and their families discovered a land overflowing with resources for fun-filled activities, even when the ridges are not adorned by white snow, and which included the attractions of the exciting Doganaccia Adventure Park, the fascination of studying the stars at the Pian dei Termini observatory, and even the discovery of the pleasantly “slow life” of farmers in the mountains, governed by natural rhythms

and “seasoned” by the unique flavors of artisanal food production. For the many mini-basketball players who came to the mountains, the camp was an extension of the celebration that, in the last two weekends of June, had made the enthusiastic hearts of Pistoia beat in concert for a special team that carried the city’s enduring passion for basketball to the top Italian division. Getting to know with the heroes of the promotion, who dropped effortlessly into the role of coaches, boosted the success of an already very interesting idea brought to Pistoia by the same Giacomo Galanda, former Italian National captain and leader of the Tesi Group basketball team. It needed the helpful determination of a guy from Friuli who made ​​promoting basketball his “mission”, along with his successes on the court, to make clear to Pistoia the many possibilities a available in its own mountains. So Abetone’s Piazza Europa, elegant “living room” of this queen of the Apennines, became an American playground for the non-stop marathon of threeon-three competitions. San Marcello and Piteglio were pressed into service to welcome the boys, while the Cutigliano sports area was the week’s base camp, with many instructors from around the province attending the full-immersion training. Basketball, the charisma of “National” Gek, and the exuberance of the army of the youngest basketball players thus united the whole mountain area which demonstrated it is ready to accommodate large events. Along with Galanda, Pistoia Basketball, the BGT Company, and the Giorgio Tesi Group that were alongside all the initiatives, others who contributed to the success of the event included Confcommercio Pistoia, the Tourist Boards APM Abetone Pistoia mountains and city of Pistoia, the chamber of Commerce and the Province of Pistoia, the municipalities of Pistoia, Abetone, Cutigliano, Piteglio Pistoia and San Marcello.

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Pagina d’apertura: fotografia di gruppo dei ragazzi che hanno partecipato al Camp. In alto e sinistra: momenti di lavoro. a destra: i soggetti che hanno partecipato alla riuscita del progetto, la Provincia di Pistoia, i Comuni di Abetone, Cutigliano, San Marcello, Piteglio, il Pistoia Basket 2000, la Confcommercio e il Consorzio APM. Opening Page: Photo of a group of kids who participated in the camp. Upper left: Playing hard. Right: Representatives of the organizations that supported the project: Giacomo Galanda, the Province of Pistoia; the municipalities of Abetone, Cutigliano, San Marcello, and Piteglio; Confcommercio; and Consorzio APM. 95


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Giorgio Tesi Group Pistoia in A1

Nell’Olimpo del Basket Per la sfida alle più grandi squadre italiane arrivati altri quattro assi americani TESTO Elisa Pacini 98

FOTO Marta Colombo Nicolò Begliomini


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l passato recente è una stagione magica, tanto lunga quanto entusiasmante, che nessuno scorderà. Il presente e il futuro della Giorgio Tesi Group Basket è la serie A1, il massimo campionato di pallacanestro italiana arrivato quest’anno alle 92°edizione, conquistato grazie a quel successo, che riporta Pistoia, dopo 13 anni, nell’Olimpo di uno sport amatissimo in città. Per la squadra allenata da Paolo Moretti, confermato dopo la promozione insieme al nuovo capitano Giacomo Galanda a Riccardo Cortese e Guido Meini, davanti agli occhi, ci sono le grandi sfide ai campioni d’Italia di Siena, a squadre con tanti titoli cuciti sul petto, come Milano, Varese e Cantù, il triangolo lombardo dove il basket italiano è nato ed è diventato importante in Europa. Ci sono piazze dal calore incontenibile come Bologna o Caserta, Avellino, Sassari e Brindisi, nel sud Italia, col cuore a spicchi. Non vanno dimenticate, poi, le sfide alla squadra della capitale, la Virtus Roma, alla bellissima Venezia o all’ambiziosa Reggio Emilia, simbolo di una terra, che ancora oggi lotta a testa alta con la crisi economica grazie a tante piccole e medie imprese della Pianura Padana. Tra nobili decadute come Pesaro, realtà recenti come Cremona e Montegranaro, Pistoia cercherà di mantenere il posto nell’Olimpo che ha faticosamente riconquistato. Un traguardo che dà lustro alla città intera, pronta a seguire la nuova avventura e ad accogliere nell’arena di via Fermi, campioni e pubblico da tutta Italia. Per il ritorno in A1, accanto ai giocatori confermati dall’anno scorso, sono arrivati cinque talenti americani. Deron Washington, Ed Daniel, Klye Gibson e JaJuan Johnson, guidati dal direttore d’orchestra Brad Wanamaker non hanno grande esperienza del campionato italiano ma hanno fatto parlare di sé i tifosi e gli addetti ai lavori per tutto il precampionato, grazie alle grandissime potenzialità atletiche, al gioco spettacolare e al forte agonismo.

Giorgio Tesi Group Pistoia Team in A1

On the Olympus of Basketball Four more American aces arriving for the greatest challenge to the Italian teams

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he recent past has been a magical as well as both long and exciting season, one that will not be forgotten. The present and the future of the Giorgio Tesi Group’s basketball team is the A1 series, Italian basketball’s top division, celebrating its 92nd anniversary this year. As a result of an outcome result, after 13 years, Pistoia is moving up, carried once again to the Olympus of a sport that is much loved by this city. For the team coached by Paolo Moretti, confirmed after the promotion along with the new captain Giacomo Galanda, Riccardo Cortese, and Guido Meini, coming up are such major challenges to Siena, the Italian champions and a team with many titles to its name, from Milan, Varese, and Cantù, the Lombardy triangle where

Italian basketball was born and became important in Europe. There are irrepressibly enthusiastic places with basketball hearts like Bologna or Caserta, Avellino, Sassari, or Brindisi, in southern Italy. The challenges must not be forgotten of teams like Virtus Roma—the capital city’s team, the superb Venice, or the ambitious Reggio Emilia, symbol of a land that still today is fighting the economic crisis head-on owing to the many smalland medium-sized enterprises in the Po Valley. Among the great who have fallen, like Pesaro or the more recent Cremona and Montegranaro, Pistoia will try to keep the place that it has painstakingly regained on Olympus. This objective has brought glory to the whole city, ready to pursue this new adventure, and to welcome champions and spectators from all over Italy to the arena on Via Fermi. For the return to A1, in addition to the players confirmed from last year, five American talents are newly arrived: Deron Washington, Ed Daniel, Klye Gibson, and JaJuan Johnson, led by playmaker Brad Wanamaker. They have not had a lot of Italian league experience but they have been the talk of fans and professionals throughout the preseason, thanks to the enormous athletic potential, spectacular plays, and strong competitive spirit.

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Campionati del Mondo di ciclismo

Nella terra dei fuoriclasse Presenti gli atleti di 41 nazioni e 700 giornalisti di 5 continenti TESTO Emanuele Begliomini FOTO Archivio Comitato Organizzatore Mondiali di Ciclismo Toscana2013

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a vinto il pubblico. L’unica certezza di un mondiale in grande stile, è quello della netta affermazione del territorio toscano e dalla sua gente. Assume poco valore la povertà del medagliere italico, di fronte alla bellezza di un evento mondiale. Non era mai capitato alla Toscana l’onore di ospitare un avvenimento di tale portata. E la risposta è stata entusiasmante. Da queste parti ci si sente padri del ciclismo, sport praticato da migliaia di amatori ogni giorno. Il territorio ha dato tanti campioni alle due ruote, nati qua oppure adottati per farli crescere. Ogni chilometro percorso permetteva di ricordare qualche nome noto, che lì aveva vissuto e transitato. Non è stato un caso il passaggio della gara più attesa, quella di domenica, nel paese di Franco Ballerini, commissario tecnico della nazionale scomparso in un incidente di rally. Ballerini è stato uno degli iniziali fautori del mondiale in Toscana, quando sembrava impossibile renderlo concreto. Non è un dettaglio e fa capire quanta voglia c’era di realizzare un evento di tale portata, seppur in epoca di crisi. E i numeri palesano la riuscita organizzativa: più di 700 i giornalisti accreditati, provenienti da 41 nazioni, per non contare l’ondata di pubblico capitato per l’occasione. Il ritorno economico si è diffuso, così, tra gli operatori: era impossibile trovare una camera libera a Lucca, Firenze, Montecatini e Pistoia, le città toccate dai tracciati. I colori del tifo hanno toccato campagne e città, dando scenari unici e, forse, irripetibili con Olanda, Germania, e Danimarca a farla da padrone. In tanti hanno unito ciclismo, arte e natura sfruttando le corse come spunto turistico. Poi c’è lo sport e anche qua si è resa evidente la crescita del movimento a livello globale. Sul podio sono montati paesi che fino a poco tempo fa erano sconosciuti al ciclismo come Nuova Zelanda, Albania e Slovenia. È semplicemente un dato che aiuta a capire il gettito lungo di una disciplina divenuta mondiale davvero, per la prima volta.


World Championships of Cycling

In the land of champions With athletes from 41 countries and 700 journalists from all 5 continents

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he public was conquered. The only certainty in a world championship on such a grand scale is the one that was clearly affirmed by Tuscany and its people. The lack of any medals for Italy meant little before the glory of such a world event. Tuscany had never before had the honor of hosting an event of this magnitude. And the response was enthusiastic. Around here, one has a feeling for cycling’s forebears, a sport practiced by thousands of amateurs every day. The area has given many champions to cycling who were either born here or adopted to help them develop. Each kilometer recalled the well-known name of someone who had lived and had cycled past there. It was not by chance that the most anticipated race, the one on Sunday, passed through the village of Franco Ballerini, the national coach who died in a rally accident. Ballerini was one of the early supporters for holding the world championships in Tuscany, when it still seemed an impossible dream. It is not a detail, and it helps us to understand how much desire there was to create an event of this magnitude, even in times of crisis. And the numbers reveal its success, with more than 700 accredited journalists from 41 countries, not to mention the wave of spectators who came for the occasion. Thus, the economic return has spread among the various operators. It was impossible to find a room in Lucca, Florence, Montecatini, and Pistoia, the cities found along the routes. The national colors of fans were spread across town and country, creating unique and perhaps unrepeatable scenarios with Holland, Germany, and Denmark leading the way. Many brought together cycling, art, and nature, using the races as a starting point for tourism. Then there was the sport itself and even here its growth on a global level was evident. Until recently, countries like New Zealand, Albania, and Slovenia were unknown to the world of cycling yet they mounted the podium. The simple fact is that it helped to understand the revenue for a sport that, for the first time, has become truly worldwide.

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Il giuoco al tempo di Caravaggio Dipinti, giochi, testimonianze dalla fine del Cinquecento ai primi del Settecento. A cura di Pierluigi Carofano Via Pistoiese, 130, Buggiano Pistoia Ph. +39 0572 770050 - Mob. +39 348.49.34.989 - info@robertabrizzi.com

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l gioco, per definizione, presuppone la regola. È necessario un sistema di regole che definisca le modalità ed i termini del gioco. Prima di giocare bisogna stabilire un inizio ed una fine, indicare uno scopo e circoscriverne il luogo e dell’azione: l’arena, il tavolino, il teatro, la scacchiera, il campo. In questo modo, delimitando spazi e tempi per instaurarvi il proprio ordine, il gioco è in grado di produrre un modo provvisorio entro un mondo ordinario. Per accedervi basta volerlo. Questa mostra nasce proprio dalla consapevolezza di quanto il gioco abbia influito sul comportamento umano nell’età moderna, prendendo spunto dall’iconografia del Baro di Caravaggio, del quale viene esposta una versione realizzata all’interno del “laboratorio” del grande maestro lombardo. La mostra è organizzata intorno a otto nuclei tematici che intendono richiamare vari momenti del gioco. Per questo motivo, a fianco di opere di stretta pertinenza caravaggesca raffiguranti giochi di strada e da osteria (giochi con le carte, con la scacchiera, con i dadi, gioco della morra etc.) sono esposte opere con giochi legati alle feste di paese e da salotto, arrivando a coprire un arco temporale che giunge sino ai primi del Settecento. Una piccola sezione è dedicata a Guido Reni e Bartolomeo Schedoni, due grandi artisti che hanno avuto una vita difficile proprio a causa del vizio del gioco. Il percorso della mostra si chiude con una vera e propria scoperta: a fianco del Baro qui attribuito a Caravaggio e collaboratore vengono esposti per la prima volta due dipinti attribuiti a Nicolas Tournier raffiguranti il Concerto ed i Giocatori di Carte, copie pressoché coeve dagli originali di Bartolomeo Manfredi, distrutti dall’attentato di via dei Georgofili del 1993. Visite guidate a cura dell’Ass. ArteMia Laboratori didattici per bambini a cura dell’Ass. Orecchio Acerbo Programma eventi collaterali e informazioni su www.ilgiuocoaltempodicaravaggio.it

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Montale, Villa Castello Smilea 7 december 2013 6 january 2014

Games in the time of Caravaggio Paintings, games, testimonies from the late sixteenth to the early eighteenth century.

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y definition, games presuppose rules. A system of rules is needed to define the conditions and terms of the game. Before playing, a beginning and an end have to be established, a purpose indicated, and a place and function defined: an arena, a table, a theater, a board, a field. In this way, by delimiting spaces and times to set up a proper order, games are able to provisionally produce an ordinary world. To access it, one just needs to want it. This exhibition arose from the awareness of how games have influenced human behavior in the modern age, taking inspiration from the icono-

graphy of Caravaggio’s Cardsharp, of which a version made in the great Lombard master’s “laboratory” is exhibited. The exhibition is organized around eight thematic groups that are meant to recall various moments of the game. For this reason, alongside works strictly pertinent to Caravaggio depicting street and tavern games (card games, with a checkerboard, dice, the game of mora, etc.) are works with games tied to the town fairs and parlors, now covering a time span which reaches to the early eighteenth century. A small section is dedicated to Guido Reni and Bartolomeo Schedoni, two great artists who had hard lives because of their addiction to gambling. The exhibition closes with a genuine discovery. Next to the Cardsharp here, attributed to Caravaggio and an assistant, two paintings are exhibited for the first time that have been credited to Nicolas Tournier depicting The Concert and The Card Players, copies almost coeval to the originals by Bartolomeo Manfredi that were destroyed in the 1993 Via dei Georgofili attack.

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Il romanzo che ci appartiene. La nuova opera di Lia Tosi Dopo essere arrivata in finale al Premio Viareggio con il suo il “Signor Inane”, Lia Tosi ha dato alle stampe un altro suo romanzo, “Ispida Stella”. Scrittrice dalla cultura internazionale, l’autrice pistoiese ha ancora elaborato una trama di storie minime, capaci di creare un romanzo eccezionale, la cui lettura ha momenti di grande fascino. Spregiudicati acquirenti sono in lizza per appropriarsi di un vecchio palazzo, ma l’affare viene complicato da una intrigata miscela di protagonisti che vanno dai gemelli rancorosi, all’anziana e saggia Assunta, a Francesco il riservato, Miranda, Andrea e il gatto Noè forsennato e intraprendente a comunicare la sua passione alle gatte coinquiline. La sorpresa di base è la grande capacità di tenere ben collegate le alternanze di un’epoca, che possiamo definire “granducale” e la vita attuale della cittadina. Non c’è solo un personaggio da fissarsi nella memoria: tutti sono ben scolpiti in una specie di teatro corale, costruito attraverso un linguaggio estroso da trovare una perfetta collocazione per tutte le circostanze e le personalità. La chiave originale per rendere del tutto simili i destini ottocenteschi a quelli della nostra società. E.P.

Ispida Stella The novel that belongs to us. Lia Tosi’s new work After having reached the Viareggio Prize finals with her “Signor Inane”, Lia Tosi has published another novel, “Ispida Stella”. A writer with an international culture, this author from Pistoia has again woven a web of minimal stories, creating an outstanding novel, whose reading offers moments of great charm. Unscrupulous buyers are vying for possession of an old palace, but the deal is complicated by an intriguing mix of characters: the resentful twins, the elderly and wise Assunta, the reserved Francesco, Miranda, Andrea, and the crazy cat Noè who ingeniously communicates his passion to his she-cat roommates. The fundamental surprise is an ability to stay skillfully on top of the eras alternating between the “grand-ducal” one and that of the town’s current life. Nor is there just one character to remember, each and every one forming together a sort of theater ensemble brought together through a whimsical language that finds the perfect setting for every circumstance and each character. This innovative solution makes those nineteenth-century destinies quite similar to those of our society.



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Protagonista è la pianta Plants are front and center Nuovo webmagazine della Giorgio Tesi Group. L’informazione fornita dai maggiori esperti di vari settori.

The Giorgio Tesi Group’s new webzine. News from leading experts in various fields.

Fare rete diventa necessario quando si discutono argomenti d’interesse comune. Ancor di più se l’oggetto in questione è la pianta e tutti i benefici coniugati a essa. Oggi, il tema appare delicato per quanto sottovalutato e occorre, quindi, fare massa critica nello sviluppare la percezione comune che gli alberi sono indispensabili per la vita dell’uomo. Questo il concetto semplice e basilare, all’origine di “aboutplants.eu”, il nuovo web-magazine edito dalla “Giorgio Tesi Group”. Il giornale si è posto l’obiettivo di divulgare tutto ciò che ruota attorno alla pianta. Per farlo con credibilità serve esperienza, passione e referenza, tutte doti non facili da trovare. Ligi al concetto di multidisciplinarietà, ovvero più teste competenti a scambiarsi idee su ogni singolo argomento, sono stati coinvolti numerosi collaboratori. Ognuno di loro contribuirà a seconda della propria provenienza culturale e professionale, all’interno delle sei voci principali su cui è impostato il giornale.

Networking is necessary when discussing issues of common interest, and even more so when plants and all their related benefits are the subject under discussion. As this subject seems to be both sensitive as well as overlooked, it has become critical to develop the common perception that trees are indispensable to human life. This simple and basic concept is the basis for aboutplants.eu, the new webzine published by the Giorgio Tesi Group. The periodical’s objective is to disseminate everything that revolves around plants. In order to so do in a convincing manner, it requires experience, reliability, enthusiasm, and testimonials—all qualities that are not easy to find. Adhering to a multidisciplinary concept—in other words, more expert texts for exchanging ideas on any and all subjects—numerous contributors have become involved. They will contribute according to their individual professional and academic backgrounds, framed within the six main headings on which the publication is based.

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