NATURART n. 41

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N. 41 - DICEMBRE | DECEMBER 2021 | COPIA OMAGGIO - FREE COPY

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World in Pistoia

GIORGIO TESI EDITRICE


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EDITORIALE Giovanni Capecchi Direttore Editoriale Managing Editor —

g.capecchi@discoverpistoia.it

The reader on the other side of the world I liked the idea of writing a short editorial at the end of 2021 for an issue of NATURART that will be read at the beginning of 2022. I liked knowing that I have worked on a dossier that comes out as the last issue of 2021 but that “crosses over” into the new year. It has given me a feeling of the project’s continuity, having also ended its eleventh year in print, spanning months and, indeed, years, and which—between one year and the next—acts as a “bridge”, with the stories it tells. The years change (the first issue of NATURART was dated 2010), but the magazine continues moving forward with its job of describing a territory, making it known to those who live here and those who live far, even very far away. Perhaps it is someone who has never visited Pistoia and its province but who, sooner or later, will travel to visit the places already seen through NATURART. I try to imagine a reader who has received this issue on the other side of the world but has never leafed through NATURART and does not know Pistoia. Our reader finds himself (I hope—and imagine—with admiration) before a land rich in history and art, as evidenced by the article on the “Middle Ages in Pistoia” exhibition or the one focused on the silver altar. He appreciates our landscape and architecture by entering the Villa di Montebuono and passing through some places in the mountains. He knows the importance of organs in Pistoia and sees the name of a universal poet like Dante linked to the city. Our reader encounters stories that started from here in northern Tuscany but have traveled far: a modern woodworker at the Bahàì World Center or an architect who excelled in 18th-century Palermo. He has come to know this land of plants and greenery. Our thoughts always return to this hypothetical reader of NATURART who lives on the opposite side of the world. It is not because the many thoughtful readers nearby of our magazine are not vital, but because our reader has wanted to look over NATURART since it was founded. So, he continues to peruse it (not exclusively but with due attention). After all, being mindful of he who is so far away does not stop us from being mindful of those closest.

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Mi piace l’idea di scrivere un breve editoriale alla fine del 2021 per un numero di NATURART che sarà letto agli inizi del 2022. Mi piace sapere di aver lavorato ad un fascicolo che esce come ultimo numero del 2021 ma che ‘sconfina’ nell’anno nuovo. Mi dà la sensazione della continuità di un progetto, che ha concluso anche l’undicesimo anno di vita, che attraversa i mesi e, appunto, gli anni, e che – tra un anno e l’altro – fa da ‘ponte’, con le storie che racconta. Cambiano gli anni (il primo numero di NATURART era datato 2010…), ma la rivista prosegue il suo cammino e continua il suo compito, che è quello di raccontare un territorio, per farlo conoscere a chi in questo territorio ci abita e a chi, invece, vive lontano e anche molto lontano, che forse non ha mai visitato Pistoia e la sua provincia ma che, prima o poi, si metterà in viaggio, per raggiungere i luoghi che ha già visto attraverso NATURART. Provo ad immaginare un lettore che, dall’altra parte del mondo, riceva questo numero, non abbia mai sfogliato NATURART e non conosca Pistoia. Si trova di fronte (spero – e immagino – con ammirazione) un territorio ricco di storia e di arte, come dimostra l’articolo sulla mostra “Medioevo a Pistoia” o quello relativo all’esposizione incentrata sull’Altare argenteo; riesce ad osservare alcune caratteristiche del nostro paesaggio e delle sue architetture, sia entrando nella Villa di Montebuono, sia percorrendo alcuni luoghi della montagna; conosce la rilevanza che gli organi hanno avuto e hanno a Pistoia e vede legato alla città il nome di un poeta universale come Dante; viene in contatto con storie che sono partite da quest’area della Toscana del Nord ma che hanno viaggiato lontano: un artigiano che ha lavorato nei luoghi del Centro Mondiale Bahà’ì o un architetto che si è distinto nella Palermo del ‘700; entra in contatto con il territorio delle piante e del verde. A questo ipotetico lettore di NATURART che vive dalla parte opposta del mondo va sempre il nostro pensiero. Non perché non siano importanti i lettori vicini, che sono numerosi e attenti nei confronti della rivista; ma perché è a lui che ha voluto guardare NATURART quando è nata ed è a lui che (non in maniera esclusiva, ma con la dovuta attenzione) continua a guardare. Del resto, guardando a lui, così lontano, non si smette di guardare a chi è più vicino.

www.discoverpistoia.it

Il lettore dall’altra parte del mondo



EDITORIALE A un ipotetico viaggiatore nel tempo che nel proprio zaino non può caricare più di dieci “parole simbolo”, noi contemporanei potremmo consegnarne alcune, per descrivere il tempo che stiamo attraversando: Connessione -Percorso - Interazione - Competenza Riscoperta - Prossimità - Natura - Felicità - Salute - Benessere. Già questi termini, letti in successione, definiscono un percorso contrassegnato dalla necessità di riattivare il rapporto con l’ambiente, la comunità e le persone. Non c’è dubbio, e non siamo certo i primi a scriverlo, che questo nostro tempo sia contrassegnato dalla riscoperta della “Provincia Italiana”: dei “Borghi”, che identificano la storia e lo stile costruttivo della montagna e della campagna del bel paese; dei “Paesi”, il cui concetto si centra sulla dimensione umana e di comunità propria dei piccoli centri. Potremmo aggiungerne ancora un’altra di parole: “Cammini”. Il passo lento è diventato caratterizzante del turismo del XXI secolo e dal nostro Appennino proviamo a sviluppare in positivo il concetto: mentre il “Cammino” classico è transito, noi ricentriamo l’attenzione sul concetto, le cui regole sono state definite a Maresca nel 1950, di “Sentiero”. Il “Sentiero” racchiude un’esperienza diretta, più complessa e meno diffusa, in un ambiente normalmente ad alta intensità di particolarità, qual è la montagna Italiana e l’Appennino. Dai sentieri si generano “Itinerari”, da progettare e vivere, possibilmente in condivisione. Ecco, da questi concetti, in molti vediamo gli elementi per la valorizzazione e la nascita di un autentico turismo di prossimità. E così è nata la sentieristica di vallata e “Segnavie”, a San Marcello Piteglio, un’esperienza che rimette in connessione proprio quelle “parole simbolo” che abbiamo descritto in premessa.

Giacomo Buonomini Assessore del Comune di San Marcello Piteglio City Council Member, Municipality of San Marcello Piteglio

To a hypothetical time-traveler who cannot put more than ten “symbol words” in a backpack, we contemporaries could pass on some words that describe the times we are living through: Connection—Journey— Communication—Ability—Rediscovery—Friendship—Nature—Happiness— Health—Well-being. Read in succession, these terms already define a route marked by a need to restore the relationship between environment, community, and people. There is no doubt—nor are we indeed the first to write about it—that our time has been marked by the rediscovery of “Italian provinces”; of “hamlets” that identify the history and building style in Italy’s mountains and countryside; and of “villages”, whose concept centers on the human and community dimension typical of small towns. We could add yet another word: “journeys”. This slow pace has become a feature of 21st-century tourism. Moreover, in our Apennines, we have worked to develop the concept constructively. While a classic “journey” is a passage, we have refocused attention on the concept of a “path”, whose rules were defined in Maresca in 1950. “Paths” contain immediate experiences, more complex and less common in a thoroughly unique environment, like Italy’s mountains and the Apennines. Paths then generate “itineraries”, planned, met head-on, and possibly shared. Thus, we see the components in these concepts to enhance and launch genuine local tourism. Thus, the trails in the valley and “Segnavie” were established in San Marcello Piteglio as an experience reconnecting those “symbol words” listed at the beginning.

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Un percorso tra le “parole simbolo” di questo tempo A journey through the “symbol words” of our time


41 | Dicembre – December 2021 Pistoia nel Mondo, il Mondo a Pistoia Pistoia in the World, the World in Pistoia

Registrazione Tribunale di Pistoia – N°2/2010 del 28-05-2010

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Copertina: una bella

Cover: a beautiful view

immagine di Piteglio

of Piteglio overlooking

che guarda dall’alto la

the Val di Lima from

Val di Lima con sullo

above with Balzo Nero

sfondo il Balzo Nero e il

and Monte di Limano in

Monte di Limano (Foto

the background (Photo

di Lorenzo Marianeschi)

by Lorenzo Marianeschi)

Giorgio Tesi Group The Future is Green

Giorgio Tesi Editrice srl Via di Badia, 14 – 51100 Bottegone – Pistoia – Italy Tel. +39 0573 530051 – Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Iscrizione al ROC (Registro Operatori della Comunicazione) n° 30847 del 15 Gennaio 2018 Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it


ISSN 2421-2849

9 772421

284000

Direttore Editoriale Giovanni Capecchi g.capecchi@discoverpistoia.it Direttore Responsabile Carlo Vezzosi carlo.vezzosi@legismail.it Art Director Nicolò Begliomini n.begliomini@giorgiotesigroup.it Segreteria Carolina Begliomini, Irene Cinelli, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it Comitato di redazione Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Alessandra Corsini, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Baldi, Chiara Caselli, Paolo Paolieri, Lorenzo Cipriani, Chiara Murru, Eleonora Angelini, Francesca Biagini, Costantino Ceccanti, Marco Bresci, FAI Pistoia, Giacomo Buonomini, Beatrice Landini, Niccolò Maccioni. Traduzioni Studio Blitz – Pistoia Fotografie Nicolò Begliomini, David Dolci – Associazione Convivio odv, Lorenzo Marianeschi, Archivio Giardino Zoologico di Pistoia, Irene Lazzeri, Archivio Coldiretti, Pistoia Musei, Lorenzo Gori. Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. Progetto grafico e impaginazione Kidstudio – Firenze www.kidstudio.it Stampa Industrie Grafiche Pacini Ospedaletto (Pisa)

www.discoverpistoia.it


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Mostre

Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico Middle ages in Pistoia. Artistic crossroads

82

90

Eccellenze Pistoiesi

La collezione dell’Accademia Gherardeschi

52

44

Giuseppe Mariani, un architetto pistoiese nella Sicilia del Settecento in 19th-century Sicily

Love, hopes, and dreams

96

Milanto Expedition

100

Tutto quello che vuoi è al di là della paura

Storia locale

Giuseppe Mariani, a Pistoiese architect

The Gherardeschi Academy Collection 34

Il Codice Ferrucci The Ferrucci Codex

between the Romanesque and Gothic Periods 20

Fumetti

La moda in vivaio

Amanda Beth Krnach Pistoia nel mondo

Dante e Pistoia

Fra Cino e Vanni Fucci

Un artigiano pistoiese nei luoghi del Centro Mondiale Bahá’í

Between Cino and Vanni Fucci

A Pistoian Craftsman at the Bahá’í World Center

52

Progetto Segnavie

Percorsi condivisi sulla Montagna Pistoiese Shared routes in the Pistoiese Mountains

60

64

Land Art sulla Montagna Pistoiese

NADIR di Marina Arienzale Mostre

L’Altare argenteo di San Iacopo a Pistoia

Rubriche 108

LIBRI Books

The Silver Altar of St. James in Pistoia 68

The future is green

Le piante pistoiesi protagoniste per un futuro migliore

110

BOTANICA Botany

Pistoia’s plants, champions for a better future

68

FAI Pistoia

La villa di Montebuono: sogno di fasto settecentesco The villa of Montebuono: dream of 18th-century splendor

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Mostre

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Medioevo a Pistoia Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico — Oltre 60 opere tra dipinti, sculture, capolavori di miniatura e oreficeria, sulle tracce della Pistoia medievale per riscoprire il tessuto artistico e culturale di uno dei centri più vivaci del Medioevo europeo.


Lorenzo Gori Archivio Pistoia Musei

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foto


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n occasione dell’anno Iacobeo 2021-22 e sullo sfondo di un capolavoro identitario come l’Altare d’argento di San Jacopo (a cui è stata dedicata con grande successo una mostra fotografica prima a Santiago di Compostela e poi nella Chiesa di San Leone a Pistoia dove sarà visitabile gratuitamente fino al 31 gennaio 2022), la mostra Medioevo a Pistoia. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico illustra per la prima volta lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo, rivelando il ruolo di primo piano assunto nel Medioevo dalla città nel campo delle arti figurative. Organizzata da Pistoia Musei e curata da Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna e Ada Labriola, dal 27 novembre 2021 all’8 maggio 2022 la mostra si articola negli spazi dell’Antico Palazzo dei Vescovi e del Museo Civico di Pistoia, con un percorso di oltre sessanta opere tra dipinti, sculture, oreficerie e codici miniati. Composta da sei sezioni, Medioevo a Pistoia ha un andamento cronologico che inizia con l’arrivo della reliquia di San Jacopo in città,

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per passare al Duecento quando Pistoia conquista un ruolo da protagonista nel panorama delle arti figurative internazionali, e poi al Trecento con presenze illustri in città e l’avvio di una forte identità figurativa. Anche nella stagione del Tardogotico, nonostante la perdita di autonomia politica e la definitiva sottomissione a Firenze, la città mantiene nel panorama della pittura toscana i suoi caratteri distintivi. Nel periodo medievale Pistoia si confronta con i maggiori centri della Toscana grazie all’importanza dei suoi monumenti, alla cospicua committenza dei loro arredi e a una vocazione culturale di respiro internazionale. Ne fu antesignano il vescovo Atto, che accogliendo nel 1140 la reliquia dell’apostolo Jacopo da Compostela inserisce Pistoia nella rete europea delle rotte di pellegrinaggio. La città gode all’epoca della presenza di committenti illuminati, che attraggono figure come gli scultori Guglielmo, Guido da Como, Nicola e Giovanni Pisano, che a Pistoia lasciano capolavori fondanti della storia dell’arte italiana. Accompagna le opere di questi scultori la più imponente tra le opere di oreficeria, ideale sigillo

della mostra: l’Altare d’argento di San Jacopo, che rende Pistoia uno snodo centrale per la lavorazione dei metalli preziosi. Anche la miniatura – grazie all’attività della bottega del Maestro di Sant’Alessio in Bigiano, e nel Quattrocento dall’eleganza delle illustrazioni del Maestro della Cappella Bracciolini nella Divina Commedia conservata nella Biblioteca Nazionale di Napoli – vive a Pistoia un periodo di grande vivacità. Alla fine del XII secolo sono in città anche due personalità di primo piano della pittura: il Maestro del Crocifisso n. 434 degli Uffizi, sulla cui attività dovette formarsi Coppo di Marcovaldo, e il Maestro di Santa Maria Primerana. Nel Trecento Pistoia offre in campo pittorico un panorama variegato di personalità e tendenze culturali, con artisti del calibro di Lippo di Benivieni, Taddeo Gaddi e Niccolò di Tommaso, che collocano Pistoia in una posizione di primo piano, ribadita dalla Maestà e angeli di Pietro Lorenzetti proveniente dagli Uffizi – uno dei prestiti più prestigiosi della mostra – restaurata per questa occasione.

Maestro della Maestà civica di Pistoia Madonna col Bambino e i santi Francesco d’Assisi, Giovanni Battista, Andrea e Antonio Abate; Mosè, David, Salomone e Geremia - Tempera su tavola, 1330 circa - Empoli, Museo della Collegiata di Sant’Andrea. ____ Master of the Maestà Civica di Pistoia— Madonna and Child with Saints Francis of Assisi, John the Baptist, Andrew, and Anthony the Abbot; Moses, David, Solomon, and Jeremiah—Tempera on a wooden panel, circa 1330—Empoli, Museum of the Collegiate Church of Sant’Andrea.


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Sopra, Giovanni Pisano e

In alto due immagini

collaboratore - Angelo che

dello splendido

ostende la testa di san Giovanni

allestimento

intagliato dipinto e dorato, fine XIII-inizio XIV secolo - Pistoia, Antico Palazzo dei Vescovi (proprietà Chiesa cattedrale) ____ Above, Giovanni Pisano and assistant—Angel Showing the Head of St. John the Baptist— Carved walnut wood, painted

Iniziative collaterali Pistoia Musei amplia ulteriormente la sua offerta per tutta la durata della mostra, estendendo l’orario di visita nella giornata del giovedì fino alle ore 22 e organizzando visite guidate, attività per le scuole, incontri con i curatori, laboratori didattici per bambini e per adulti e accompagnando alla mostra un ciclo di conferenze con studiosi di livello internazionale, oltre a una serie di eventi e attività culturali.

predisposto per la mostra, che si articola negli spazi dell’Antico Palazzo dei Vescovi e del Museo Civico di Pistoia. ____ Above, two images of the splendid staging for the exhibition, divided

and gilded, late 13th-early 14th

between the premises

century—Pistoia, Ancient Bishops’

of the Ancient Bishops’

Palace (property of the Cathedral

Palace and the Civic

Church)

Museum of Pistoia.

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Battista - Legno di noce

ZOOM

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Pistoia gode

In the Middle Ages,

nel Medioevo

Pistoia enjoyed many

della presenza di

enlightened patrons

committenti illuminati,

who attracted such

che attraggono figure

figures as the sculptors

come gli scultori

Guglielmo, Guido da

Guglielmo, Guido da

Como, and Nicola and

Como, Nicola e Giovanni

Giovanni Pisano, who

Pisano, che a Pistoia

left in Pistoia absolute

lasciano capolavori

masterpieces in the

fondanti della storia

history of Italian art.

dell’arte italiana.

Le opere riunite in occasione di Medioevo a Pistoia si rivelano tanto più interessanti per la densa trama di relazioni che le legano ai capolavori conservati nelle chiese e nei musei pistoiesi. La mostra – che ha il suo nucleo nelle sale dell’Antico Palazzo dei Vescovi a cui si affianca una sezione presso il Museo Civico di Arte Antica – diviene così il fulcro di un dialogo a più voci che coinvolge tutti i monumenti medievali della città e del suo vasto territorio. Una mostra che si espande idealmente oltre i confini degli spazi museali che la ospitano attraverso una visione diffusa degli arredi nelle chiese della città proponendo ai suoi visitatori un percorso alla scoperta della Pistoia medievale che attraverso le chiese di Sant’Andrea e di San Giovanni Fuorcivitas (ingresso gratuito con il biglietto della mostra), la cattedrale di San Zeno (in cui si potrà accedere all’Altare Argenteo di San Jacopo), e ancora le chiese San Bartolomeo in Pantano, San Paolo, San Domenico, San Francesco, la chiesa del Tau e il Battistero permette di riscoprire il tessuto figurativo di uno dei centri più importanti del Medioevo italiano, caratterizzato da scelte culturali di respiro europeo. ☜

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di Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, Ada Labriola

Tra le maggiori città toscane ricche di opere d’arte, Pistoia è stata una protagonista di primo piano della cultura figurativa del tardo Medioevo. In un periodo storico come quello attuale in cui imperversano le mostre, nessuna esposizione, dopo quella risalente al 1950, era stata organizzata per riconsiderarne il patrimonio artistico nei suoi vari aspetti, alla luce del bilancio critico di studi fondanti che non si sono mai interrotti. L’esigenza cittadina di confrontare visivamente le sue opere d’arte non è mai scattata forse perché a Pistoia è mancato un artista locale in cui potesse riconoscersi, celebrandolo con uno sguardo al suo passato e uno alla sua eredità. O forse perché la città stessa si è presentata nei secoli, e soprattutto nel Medioevo, come un laboratorio di esperienze artistiche in tutti i campi della storia dell’arte, profondamente motivato da ragioni cultuali e politiche. Tutti i grandi maestri che hanno lavorato a Pistoia tra la fine del XII secolo e gli inizi del XV sono stati artisti d’ importazione, talvolta tra i più eccelsi del loro periodo. Due i motivi che li hanno attirati per lasciare alla città capolavori fondanti della storia dell’arte: onorare il culto della reliquia di san Jacopo, acquisita da Santiago di Compostela nel quinto decennio del secolo XII, e rispondere all’esigenza, dettata dall’orgoglio civico, di affermare con le arti figurative il prestigio della città di fronte ad altri centri, come Firenze, che già alla fine del Duecento rappresentavano una minaccia alla sua autonomia. Nonostante la presenza di grandi personalità della scultura, della pittura, della miniatura e dell’oreficeria, che singolarmente hanno creato capolavori assoluti, paradigmatici nella manualistica storico-artistica, Pistoia si connota per aver valorizzato allo stesso livello ogni espressione artistica. Dal catalogo della mostra e dalla mostra stessa emerge il concerto delle arti che la città ha perseguito, dal momento che ogni manufatto artistico sembra essere nato principalmente per due ragioni: la consapevolezza di acquisire prestigio con l’opera d’arte e la volontà di creare il capolavoro in funzione della celebrazione dei segni tangibili del culto cittadino verso san Jacopo, divenuti un segno distintivo dell’identità di Pistoia. I curatori, avvertita questa peculiarità, si sono proposti come obiettivo quello di far dialogare le arti in maniera paritetica, giungendo a un bilancio storico critico aggiornato sulla base di una ricerca condotta in sincronia tra metodo filologico di puntualizzazione attributiva, per la corretta comprensione delle opere, e metodo storico per il loro inquadramento interpretativo. La mostra presenta sessantotto opere a confronto, attraverso il cui studio aggiornato intende offrire un saggio del concerto delle arti che, sullo sfondo di un capolavoro identitario quale l’Altare d’argento di San Jacopo, ha caratterizzato Pistoia proiettandola nel Medioevo in una dimensione europea. In un simile frangente, che accomuna le sorti di tutti i paesi del mondo, anche la mostra ha fatto le spese dell’odierna congiuntura sanitaria con l’assenza di opere importanti dall’estero o con la loro presenza a tempo ridotto: ci auguriamo, tuttavia, che valga come strumento propositivo per ricerche e studi futuri. L’esposizione che già visivamente attrae nel suo percorso interno esempi di architettura-scultura, come la lunetta del portale del Battistero, si espande idealmente, oltre i confini dell’Antico Palazzo dei Vescovi, nella visione diffusa degli arredi delle chiese e delle collezioni del Museo Civico.

MAIN SPONSOR: Conad Nord Ovest PARTNER: Comune di Pistoia, Diocesi di Pistoia, Musei Civici Giorni e orari: mercoledì-domenica, ore 10-20; giovedì ore 10-22; chiuso lunedì e martedì. Biglietti: intero 10 euro; ridotto 7 euro. Biglietteria online www.pistoiamusei.it

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Curata da Angelo

Curated by Angelo

Tartuferi, Enrica Neri

Tartuferi, Enrica Neri

Lusanna e Ada Labriola

Lusanna, and Ada

e visitabile fino all’8

Labriola, the exhibition

maggio 2022, la mostra

will remain open

si articola negli spazi

until 8 May 2022, on

dell’Antico Palazzo dei

display at the Ancient

Vescovi e del Museo

Bishops’ Palace and

Civico di Pistoia, con

the Civic Museum

un percorso di oltre

of Pistoia, with over

sessanta opere tra

sixty works, including

dipinti, sculture,

paintings, sculptures,

oreficerie e codici

goldsmithery,

miniati.

and illuminated manuscripts.

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MEDIOEVO A PISTOIA. Crocevia di artisti fra Romanico e Gotico a cura di Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, Ada Labriola Antico Palazzo dei Vescovi e Museo Civico 27 novembre 2021 – 8 maggio 2022 Organizzatore: Pistoia Musei, sistema museale promosso da Pistoia Musei & Cultura scrl, società strumentale di Fondazione Caript

ZOOM

Una mostra per Pistoia


Exhibitions

Middle Ages in Pistoia. A crossroad of artists between Romanesque and Gothic Periods

— ____ Pietro Lorenzetti Madonna in trono col Bambino e otto angeli - Tempera su tavola, 1340 - Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture ____ Pietro Lorenzetti— Madonna Enthroned with Child and Eight Angels—Tempera on a wooden panel, 1340 Florence, Uffizi Galleries, Gallery of Statues and Paintings

With over 60 works between paintings, sculptures, illumination masterpieces, and goldsmith in quest of medieval Pistoia to rediscover the artistic and cultural fabric of one of the liveliest European centers in the Middle Ages.

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uring this Jacobean year 2021-22, an identifying masterpiece like the Silver Altar of St. James (with a highly successful photographic exhibition, held first in Santiago de Compostela and then in Pistoia’s Church of San Leone, open for free until 31 January 2022) is the centerpiece of the exhibition Middle Ages in Pistoia. A crossroad of artists between Romanesque and Gothic Periods. This exhibition illustrates for the first time the extraordinary panorama of the arts in Pistoia from the 12th century to the early 15th, revealing the leading role assumed by the city in the Middle Ages in the field of figurative arts. The exhibition has been organized by Pistoia Musei and curated by Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, and Ada Labriola. and will be open from 27 November 2021 to 8 May 2022. It has been set up in both the Antico Palazzo dei Vescovi and Civic Museum of Pistoia, with over sixty works, including paintings, sculptures, goldsmithery, and illuminated manuscripts. The six sections of the Middle Ages in Pistoia are arranged chronologically, beginning with the arrival of the relic of St. James in the city. It then passes to the 13th century, when Pistoia achieved a leading role in the panorama of international figurative arts. In the 14th century, illustrious figures were in the city resulting in a robust, figurative identity. Even in the late Gothic period,


____ A destra, ancora un’immagine della mostra e in basso Maestro della Cappella Bracciolini - Madonna col Bambino tra una santa martire, san Pietro, san Giovanni Evangelista e un santo vescovo - tempera su tavola, 1400 circa - Firenze, Galleria dell’Accademia ____ On the right, another image from the exhibition and below Master of the Bracciolini Chapel—Madonna and Child Among a Martyr Saint, St. Peter, St. John the Evangelist and a Bishop Saint—tempera on a wooden wood, circa 1400 - Florence, Accademia Gallery

workshop of the Master of Sant’Alessio in Bigiano and, in the 15th century, the elegant illustrations of the Divine Comedy by the Master of the Bracciolini Chapel in the National Library of Naples. Finally, at the end of the 12th century, two leading figures in painting were also in the city: the Maestro del Crocifisso 434 of the Uffizi—under whom Coppo di Marcovaldo must have trained—and the Master of Santa Maria Primerana. In the 14th century, Pistoia offered a varied panorama of personalities and cultural trends in painting, with artists of the caliber of Lippo di Benivieni, Taddeo Gaddi, and Niccolò di Tommaso. They placed Pistoia in a prominent position, reaffirmed by the Maestà e Angeli by Pietro Lorenzetti from the Uffizi—one of the most prestigious loans in the exhibition and restored for the occasion. NATURART | DICEMBRE 2021 | 17

the city maintained its distinctive characteristics in the panorama of Tuscan painting, despite the loss of political autonomy and its final submission to Florence. Pistoia compared to the main Tuscan centers in the medieval period due to its significant monuments, numerous commissions for furnishings, and internationally renowned culture. Bishop Atto was the forerunner, accepting the relic of the apostle James from Compostela in 1140 and inserting Pistoia into the European pilgrimage network. At the time, the city enjoyed enlightened patrons, who attracted figures like the sculptors Guglielmo, Guido da Como, and Nicola and Giovanni Pisano, who left in Pistoia absolute masterpieces in the history of Italian art. The works of these sculptors were accompanied by the most impressive goldsmith’s works, the exhibition’s ideal hallmark: the Silver Altar of St. James, which made Pistoia a central hub for the working of precious metals. Miniatures also experienced a period of great vitality in Pistoia with the


Pistoia Musei further expands its offer for the exhibition’s duration by extending Thursday visiting hours until 10 pm and organizing guided tours, activities for schools, meetings with curators, and educational workshops for children and adults. In addition, a series of conferences with international scholars and cultural events and activities will complement the exhibition.

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The works gathered to mark the Middle Ages in Pistoia are all the more interesting because of the dense network of relationships that bind them to the masterpieces preserved in Pistoia’s churches and museums. The nucleus of the exhibition is in the rooms of the Antico Palazzo dei Vescovi, flanked by a section at the Civic Museum of Ancient Art. Thus, the exhibition becomes the fulcrum of a dialogue involving all the medieval monuments in the city and its vast territory. Ideally, an exhibition expands beyond the confines of the museum hosting it. A broad vision of furnishings in the city’s churches offers local visitors a journey to discover medieval Pistoia through its churches: the Churches of Sant’Andrea and San Giovanni Fuorcivitas (free admission with exhibition ticket), the Cathedral of San Zeno (with access

to the Silver Altar of St. James), and the Churches of San Bartolomeo in Pantano, San Paolo, San Domenico, San Francesco, the Church of Tau and the Baptistery have enabled rediscovering the figurative fabric of one of the most important centers of the Italian Middle Ages, characterized by European cultural choices. ☜

ZOOM

Collateral events


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Accanto, Guglielmo -

To the side, Guglielmo—

Visitazione e Annuncio

Visit and Proclamation

a Zaccaria - Marmo e

to Zaccariah - Marble

mastice nero, settimo

and black mastic,

decennio del XII secolo

seventh decade of the

- Pistoia, Cattedrale di

12th century—Pistoia,

San Zeno, cripta

Cathedral of San Zeno,

A Show for Pistoia

by Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, Ada Labriola

ZOOM

crypt

MIDDLE AGES IN PISTOIA. A crossroad of artists between the Romanesque and Gothic Periods curated by Angelo Tartuferi, Enrica Neri Lusanna, and Ada Labriola Ancient Bishop’s Palace and Civic Museum 27 November 2021 - 8 May 2022 Organizer: Pistoia Musei, museum system promoted by Pistoia Musei & Cultura scrl, instrumental company of the Fondazione Caript

MAIN SPONSOR: Conad Nord Ovest PARTNER: Municipality of Pistoia, Diocese of Pistoia, Civic Museums Days and times: Wednesday-Sunday, 10 am-8 pm; Thursday, 10 am-10 pm; closed Monday and Tuesday. Tickets: full-price, 10 euros; reduced-price, 7 euros. Online ticket office www.pistoiamusei.it

NATURART | DICEMBRE 2021 | 19

Among the main Tuscan cities rich in works of art, Pistoia was a leading player in the figurative culture of the late Middle Ages. However, in a historical period like the current one in which there has been an explosion of exhibitions, no other show has been organized since one dating back to 1950 to reconsider the various aspects of Pistoia’s artistic heritage, yet fundamental critical studies have never stopped. The city’s need to visually compare its works of art never took off, perhaps because Pistoia lacked a local artist in whom it could recognize itself, celebrating it with a look to its past and one to its heritage. Alternatively, perhaps because the city itself has been presented over the centuries—and especially in the Middle Ages—as a laboratory of artistic experiments in all fields of art history, deeply motivated by cultural and political reasons. All the great masters who worked in Pistoia between the end of the 12th century and the early 15th century were imported artists, sometimes among the foremost of their period. Two reasons attracted them to leave the city with real masterpieces of art history. First, they wished to honor the cult of the relic of St. James, acquired from Santiago de Compostela in the fifth decade of the 12th century. Secondly, they responded to the need dictated by civic pride to affirm through the figurative arts the city’s prestige before other centers, like Florence, which represented a threat to its autonomy already at the end of the 13th century. Despite the notable figures in sculpture, painting, miniatures, and goldsmithing, who individually created absolute, paradigmatic masterpieces in artistic and historical manuals, Pistoia has valued every artistic expression at the same level. From the exhibition catalog and the exhibition itself emerges the symphony of the arts pursued by the city since every artistic artifact seems to have been created mainly for two reasons. First, the awareness of acquiring prestige with the work of art and then the desire to create the masterpiece to celebrate the tangible signs of the local cult towards St. James have become a distinctive sign of Pistoia’s identity. Having perceived this peculiarity, the curators set themselves the goal of creating an impartial dialogue between the arts, reaching a historical-critical balance revised on the basis of research conducted in synchrony between the philological method of attributive clarification to correctly understand the works and a historical method for their interpretative framework. The exhibition presents sixty-eight works in comparison. Its updated study intends to offer an essay on coordinating the arts that, against the backdrop of an identifying masterpiece such as the Silver Altar of St. James, characterized Pistoia by projecting it into the Middle Ages on a European scale. In a similar situation, which unites the fate of all countries worldwide, even this exhibition has paid the price of today’s health situation with the absence of significant works from abroad or with their presence on a short-term basis. We hope, however, that it counts as a proactive tool for future research and studies. Furthermore, the exhibition has already visually attracted examples of architecture-sculpture in its internal path, such as the lunette in the baptistery’s portal, ideally expanding, beyond the boundaries of the Antico Palazzo dei Vescovi, in the broad vision of the churches’ furnishings and the collections of the Civic Museum.


Eccellenze Pistoiesi

La collezione dell’Accademia Gherardeschi —

Uno sguardo sulla straordinaria collezione di strumenti di don Umberto Pineschi, organista, compositore, a lungo docente di organo e composizione organistica nei conservatori di Pesaro e Bologna e per 36 anni direttore della scuola comunale di musica “Teodulo Mabellini” di Pistoia. Gli strumenti, tutti in perfetto stato di conservazione, sono a disposizione degli studenti dell’Accademia Internazionale Giuseppe Gherardeschi, un’istituzione fondata dal maestro il 17 aprile 1975.

testo Chiara Caselli 20 | NATURART | DICEMBRE 2021

foto Nicolò Begliomini


NATURART | DICEMBRE 2021 | 21


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Il Maestro Pineschi

Maestro Pineschi on

sulla tortuosa scala a

the spiral staircase

chiocciola che conduce

that leads to a balcony

ad un balcone che si

overlooking the

affaccia sull’interno

interior of the Church of

della chiesa di

Sant’Ignazio: a baroque-

Sant’Ignazio: un gioiello

style gem, built in the

di stile barocco, edificato

mid-17th century by

a metà del Seicento per

order of the Rospigliosi

volontà della famiglia

family.

Rospigliosi.

22 | NATURART | DICEMBRE 2021

U

na tortuosa scala a chiocciola ci introduce in un corridoio illuminato da una luce flebile. Raggiungiamo un balcone che si affaccia sull’interno della chiesa di Sant’Ignazio: un gioiello di stile barocco, edificato a metà del Seicento

per volontà della famiglia Rospigliosi. Prima di essere eletto papa col nome di Clemente IX, il cardinale Giulio Rospigliosi si occupò degli arredi interni alla chiesa, commissionando a Gian Lorenzo Bernini il progetto dell’altare maggiore. Davanti a noi, sulla cantoria opposta, sta il prezioso organo costruito dal fiammingo Willem Hermans nel 1664, lo strumento ispiratore della

scuola organaria pistoiese che ha nei Tronci e negli Agati i suoi massimi rappresentanti. Il parroco, don Umberto Pineschi, organista, compositore, a lungo docente di organo e composizione organistica nei conservatori di Pesaro e Bologna e per 36 anni direttore della scuola comunale di musica “Teodulo Mabellini” di Pistoia, quell’organo lo conosce bene e lo ha voluto valorizzare commissionando a proprie spese, il suo “doppio”, uno strumento che l’organaro lucchese Glauco Ghilardi ha costruito nel 2007 ispirandosi all’organo Schnitger di Cappel, una cittadina della Germania del nord, datato 1680. Ma il tesoro musicale che la parrocchia conserva non si ferma qui: la collezione di strumenti a tastiera di don Pineschi è una delle più importanti a livello nazionale. L’ultimo arrivato (don Umberto l’ha acquistato un paio di anni fa da un collezionista di Varese) è un pianoforte Bowitz del 1830, il tipico strumento di quell’epoca, più grande dei predecessori nelle dimensioni e nell’estensione sonora, esattamente quella che richiedono le ultime Sonate di Beethoven e gli Improvvisi di Schubert, ma anche i Notturni di Chopin e di John Field. Ha la martelliera rivestita in pelle di pecora, la tastiera è in avorio e i tasti cromatici sono ricoperti di ebano. E quel che più conta è che questo e tutti gli altri esemplari, tutti in perfetto stato di conservazione, sono a disposizione degli studenti dell’Accademia Internazionale Giuseppe Gherardeschi, un’istituzione fondata il 17 aprile 1975 dal maestro che ne è il presidente. Ottaviano Tenerani, clavicembalista e direttore d’orchestra, la flautista Marica Testi e l’oboista Martino Noferi - membri dell’ensemble “Il Rossignolo” - sono ora i direttori artistici della scuola di alto perfezionamento che ha sede nel complesso della chiesa.


NATURART | DICEMBRE 2021 | 23


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La collezione di

Father Pineschi’s

strumenti a tastiera

collection of keyboard

di don Pineschi è una

instruments is one of

delle più importanti

the most important

a livello nazionale.

nationally. The latest

L’ultimo arrivato (don

addition is a Bowitz

Umberto l’ha acquistato

piano from 1830, which

un paio di anni fa da un

Father Umberto bought

collezionista di Varese)

from a Varese collector a

è un pianoforte Bowitz

few years ago.

del 1830.

“Qui si tengono corsi di strumenti storici, tastiere, flauto dolce e traverso, oboe, violino, canto, musica d’insieme, con i tradizionali corsi di perfezionamento d’organo coordinati dal maestro Pineschi” – spiega Tenerani – “In più, tra gennaio, aprile e luglio, organizziamo masterclass alle quali partecipano allievi provenienti da tutto il mondo, in particolare dal Giappone, con cui il maestro intrattiene fino dal 1978 rapporti di collaborazione e amicizia che lo hanno portato alla frequentazione della Casa Imperiale. Proprio in virtù della grande stima nei suoi confronti, la famiglia imperiale ha visitato Pistoia nel 1993 e pochi anni dopo lo ha insignito dell’onorificenza dell’Ordine del Sol Levante “raggi d’oro con nastro” per aver contribuito al rafforzamento degli scambi culturali tra il Giappone e l’Italia grazie alla musica per organo”.

24 | NATURART | DICEMBRE 2021

— Il repertorio che si studia e si approfondisce va dal tardo Cinquecento alla metà dell’Ottocento e la peculiarità della scuola sta proprio nel fatto che ogni periodo ha il suo strumento di riferimento. Infatti, oltre al pianoforte di Schubert, la collezione comprende una bellissima copia, ad opera del costruttore americano Keith Hill, di un fortepiano del 1790 di Anton Walter, produttore di strumenti ben noto nei circoli aristocratici di Vienna al tempo di Mozart e Beethoven. Ma andando ancora indietro nel tempo possiamo ammirare tanti altri pezzi interessanti: addirittura un unicum, cioè un cembalo

traverso, datato 1731, di Giovanni Ferrini, allievo e collaboratore di Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte alla corte medicea. E poi una originale copia di ColzaniVismara di uno strumento di Andreas Ruckers realizzato nel 1620 e tre clavicembali, anch’essi di Colzani-Vismara: una copia di uno strumento italiano di un anonimo del secolo XVIII, una copia di un Grimaldi del 1697 e una copia di un Johannes Daniel Dulcken del 1750 circa, particolarmente adatto a suonare l’intero repertorio nordeuropeo. E ancora, un clavicordo opera di Gerrit Klop, cui vanno aggiunti altri due organi conservati uno nella chiesa del Carmine e datato 2008 e l’altro recentissimo, nella chiesa Maria madre Nostra del Centro MAiC. “L’Accademia – aggiunge Tenerani – annovera anche una preziosa collezione di strumenti a fiato

risalenti alla prima metà del Settecento: la raccolta è composta da due flauti traversi, del belga J. Hyacinthus Rottenburgh e dell’italiano Carlo Palanca, due flauti d’amore Isotta (due dei tre strumenti Isotta presenti in tutto il mondo), un oboe di Giovanni Maria Anciuti che appartennero a Clemente Rospigliosi, epigono della famosa famiglia pistoiese”. “Nel palazzo Rospigliosi avevo trovato sul pavimento di una stanza, una gran quantità di preziosi manoscritti di musica da camera e li avevo ottenuti in dono per l’archivio della cattedrale, impiegando poi più di due anni per riordinarli e farne un primo catalogo”- ci racconta don Pineschi. “Dopo la morte di Clemente si ritrovarono, dentro una scatola da scarpe custodita in un armadio, questi strumenti smontati, dell’enorme valore dei quali ci si rese subito conto. Del resto, alla


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Il Maestro Pineschi

A few years ago, Maestro

è stato insignito

Pineschi was awarded

alcuni anni or sono

the Order of the Rising

dell’onorificenza

Sun “Gold Rays with

dell’Ordine del Sol

Neck Ribbon” for

Levante “Raggi d’oro

having contributed to

con nastro” per

strengthening cultural

aver contribuito al

exchanges between

rafforzamento degli

Japan and Italy through

scambi culturali tra

organ music.

il Giappone e l’Italia grazie alla musica per organo.

— L’importanza di questi strumenti è straordinaria. Li hanno visti esperti e costruttori giunti da varie parti d’Europa e figurano in molti scritti e saggi specialistici. Il parco strumenti di cui dispone, rende dunque l’Accademia Gherardeschi un’istituzione all’avanguardia in Europa nel campo della musica antica. Recentemente il maestro Pineschi ha voluto donare un organo Tamburini del 1973 alla

Cattedrale di Pescia perché ne era sprovvista ed un organo Tronci del 1793 al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste. “Mi sono reso conto che questi strumenti, qui a Pistoia, sarebbero stati destinati ad essere inutili -– spiega – mentre a Pescia il Tamburini viene usato spessissimo sia nella liturgia che, ovviamente molto meno, per i concerti, e a Trieste il Tronci oggi è l’unico organo settecentesco, attorno al quale si organizza un’intensa attività didattica, concertistica (sono state effettuate anche alcune registrazioni discografiche) e liturgica, dato che il conservatorio, non avendo posto in sede, lo ha collocato nella vicina chiesa luterana. Spero che nessun altro strumento della mia collezione sia costretto ad emigrare, anche se

la situazione attuale lo fa perlomeno temere. Nel mio testamento questo è comunque tuttora previsto”. In ogni caso, grazie anche ai numerosi e sempre nuovi progetti dell’Accademia e alle possibilità già studiate in prospettiva futura, il cammino è potenzialmente tutto in ascesa: questo corpus meraviglioso di strumenti, cui si aggiungono gli organi storici tanto celebrati, può rappresentare il volano per rendere l’Accademia - se adeguatamente supportata a livello economico e logistico - un’eccellenza a livello europeo. ☜ NATURART | DICEMBRE 2021 | 25

metà del ‘700 Pistoia era una delle capitali europee della musica. Sono stati conservati per anni in una teca del Museo Diocesano, finché i musicisti del Rossignolo non li hanno avuti a disposizione e quindi ripristinati, ripuliti e resi nuovamente utilizzabili”.


Pistoiese Glories

The Gherardeschi Academy Collection

A look at the extraordinary collection of instruments of the organist and composer Father Umberto Pineschi. A professor of organ and organ composition at the conservatories of Pesaro and Bologna for many years, and, for 36 years, director of the Teodulo Mabellini Municipal School of Music in Pistoia. The instruments—all in perfect condition—are available to students at the Giuseppe Gherardeschi International Academy, founded by the master on 17 April 1975.

A

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winding spiral staircase leads us into a corridor illuminated by a faint light. We reach a balcony that overlooks the interior of the Church of Sant’Ignazio: a baroque-style jewel built in the mid-17th century at the behest of the Rospigliosi family. Before being elected pope with the name of Clement IX, Cardinal Giulio Rospigliosi oversaw the interior furnishings of the church, commissioning Gian Lorenzo Bernini to design the main altar. Facing us in the opposite choir loft is the valuable organ built by the Flemish Willem Hermans in 1664. this inspiring instrument of the Pistoiese organ school whose greatest exponents were the Tronci and Agati families. The parish priest, Father Umberto Pineschi, organist, composer, professor of organ and organ composition for many years in the Pesaro and Bologna conservatories, and director of Pistoia’s Teodulo Mabellini School of Music for 36 years, knows this organ well. He had also wanted to enhance it by commissioning—at his own expense—its “twin”, which was built in 2007 by the Lucchese organ builder Glauco Ghilardi. It was inspired by the Schnitger organ, dated 1680, in Cappel, a town in northern Germany. The musical treasure that the parish preserves does not stop there: Father Pineschi’s collection of keyboard instruments is one of the most important nationally. The latest addition (Father Umberto bought it a couple of years ago from a collector in Varese) is a Bowitz

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Il parco strumenti di

The range of

cui dispone, rende

instruments at its

l’Accademia Gherardeschi

disposal makes the

un’istituzione

Gherardeschi Academy

all’avanguardia in

an avant-garde

Europa nel campo

institution in Europe

della musica antica.

in the field of early

Recentemente il maestro

music. Recently, Maestro

Pineschi ha voluto

Pineschi wanted

donare un organo

to donate a 1973

Tamburini del 1973

Tamburini organ to the

alla Cattedrale di Pescia

Cathedral of Pescia as

perché ne era sprovvista

it did not have one and

ed un organo Tronci del

a 1793 Tronci organ to

1793 al Conservatorio

the Giuseppe Tartini

“Giuseppe Tartini” di

Conservatory in Trieste.

Trieste.


“Courses in historical instruments, keyboards, recorder and transverse flute, oboe, violin, singing, and ensemble music are held here, along with the traditional specialization courses for

organ coordinated by Maestro Pineschi,” explains Tenerani. “We also organize master-classes in January, April, and July in which students from all over the world, especially Japan, participate. They’re students with whom the maestro has maintained working relationships and friendships that, since 1978, have led to his acquaintance with the Imperial Household. Precisely because of the great esteem the imperial family has for him, they visited Pistoia in 1993. Moreover, a few years late, they honored him with the Order of the Rising Sun, “Gold rays with Neck Ribbon”, for his contribution to strengthening the cultural exchanges between Japan and Italy through organ music”. — The repertoire studied in depth goes from the late 16th- to the mid-19th century. The school’s distinction lies in the very fact that each period has its own reference instrument. In addition to Schubert’s piano, the collection includes the American piano-maker Keith Hill’s beautiful copy of a 1790 fortepiano by

Anton Walter, an instrument-maker well known among the Viennese aristocracy at the time of Mozart and Beethoven. However, going back in time, we can admire many other fascinating pieces: even a unicum, i.e., a transverse harpsichord, dated 1731, by Giovanni Ferrini, pupil and successor of Bartolomeo Cristofori, the inventor of the piano at the Medici court; ColzaniVismara’s copy of a virginal by Andreas Ruckers made in 1620, and three harpsichords, also by Colzani-Vismara: a copy of an Italian instrument by an unknown 18th-century instrumentmaker; a copy of a 1697 Grimaldi and of a Johannes Daniel Dulcken from around 1750, particularly suited to playing the entire Northern European repertoire; a clavichord by Gerrit Klop, to which two other organs must be added, one kept in the Church of the Carmine and dated 2008 and the other very recent, in the MAiC Center’s Church of Maria Madre Nostra.

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piano from 1830. Typical of that era, this instrument is larger than its predecessors, both in size and sound range. It is precisely what is required for Beethoven’s late Sonatas, Schubert’s Improvisations, plus Chopin’s and John Field’s Nocturnes. Its hammer box is covered in sheepskin, the fingerboard in ivory, and the chromatic keys in ebony. Moreover, what matters most is that this and all the other specimens, all in perfect condition, are available to students at the Giuseppe Gherardeschi International Academy, founded on 17 April 1975 by the maestro who is its president. Ottaviano Tenerani, harpsichordist and orchestra conductor, the flutist Marica Testi and the oboist Martino Noferi, members of the Rossignolo ensemble, are now the artistic directors of the advanced high school located in the church complex.


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L’Accademia

The Gherardeschi

Gherardeschi, visto il

Academy, given the

notevole valore del

considerable value

suo parco strumenti

of its instruments—if

- se adeguatamente

adequately supported

supportata a livello

economically and

economico e logistico

logistically—can certainly

– può certamente

aspire to become a

aspirare a diventare

superb European asset.

un’eccellenza a livello

In addition, the academy

europeo.

has a priceless collection

L’Accademia annovera

of wind instruments

anche una preziosa

dating back to the

collezione di strumenti

first half of the 18th

a fiato risalenti alla

century, including two

prima metà del

of the three Isolde

Settecento tra cui due

flutes d’amour known

dei tre Flauti d’amore

worldwide.

Isotta presenti in tutto il mondo.

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Tenerani adds, “The academy also includes a priceless collection of wind instruments dating back to the first half of the 18th century. The collection consists of two transverse flutes by the Belgian J. Hyacinthus Rottenburgh and the Italian Carlo Palanca; two Isotta flûtes d’amour (two of the three Isotta instruments known worldwide); and an oboe by Giovanni Maria Anciuti that belonged to Clemente Rospigliosi, a descendant of the famous Pistoiese family”. “I’d found a considerable number of invaluable chamber music manuscripts on the floor of a room in the Rospigliosi palace. donated as a gift for the cathedral archives, it took more than two years to organize them and make the first catalog,” Father Pineschi tells us. “After Clemente’s death, these disassembled instruments were found in a shoebox in a closet, whose enormous value was immediately realized. Moreover, in the mid-1700s, Pistoia was one of the European capitals of music. For years,

they were kept in a reliquary in the Diocesan Museum, until the Rossignolo musicians had them available to then be cleaned and restored, so they were again usable.” — The importance of these instruments is extraordinary. Experts and builders from various parts of Europe have seen them. In addition, they appear in many specialist writings and papers. The instrument park at its disposal makes the Gherardeschi Academy an avantgarde institution in Europe in the field of early music. Maestro Pineschi wanted recently to donate a 1973 Tamburini organ to the Cathedral of Pescia, as it did not have one, and a 1793 Tronci organ to the Giuseppe Tartini Conservatory in Trieste. He stated, “I realized the instruments in Pistoia wouldn’t be used, whereas the Tamburini in Pescia is used very frequently, for both the liturgy and concerts, although much less

often,. Today the Tronci in Trieste is the only 18th-century organ, around which intensive educational activities—concerts (also making some recordings) and liturgical activity—have been organized. The conservatory has placed the organ in the nearby Lutheran church, as it does not have room on its premises. I hope that no other instrument in my collection will be forced to emigrate, even if the current situation at least is worrying. Nevertheless, the situation has been anticipated in my will”. In any event, thanks to the academy’s numerous, ever-changing projects and the future possibilities already considered, everything is on the rise. This magnificent body of instruments, to which the much-celebrated historical organs have been added, can be the driving force that will make the academy—if adequately supported economically and logistically—a distinction at a European level. ☜


ZOOM

Fondazione Giorgio Tesi Onlus & Accademia Gherardeschi

In ricordo di Franco Tesi

La Fondazione Giorgio Tesi Onlus, nel ricordo di Franco Tesi, grande appassionato di musica e allievo di Don Pineschi, ha deciso di sostenere con un contributo l’attività didattica dell’Accademia Internazionale d’Organo e Musica Antica “Giuseppe Gherardeschi“ di Pistoia rivolta a giovani

studenti provenienti dal territorio e da varie località italiane e straniere. Si tratta di corsi di formazione per docenti nei vari gradi di scuole, concerti dei ragazzi, coro giovanile, borse di studio per giovani musicisti e concorsi internazionali.

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Franco Tesi, figlio di Giorgio, è scomparso prematuramente il 13 marzo 1976, all’età di 24 anni, a seguito di un grave incidente stradale. Un giovane uomo con una profonda fede e una grande passione per la musica.


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Per ricordare questo giovane uomo con una profonda fede e una grande passione per la musica ecco le parole del professor Paolo Paolieri, suo grande amico. “La mia amicizia con Franco Tesi risale ai tempi delle elementari, che abbiamo frequentato nella stessa classe quando la scuola si trovava ancora in piazza a Badia a Pacciana, il nostro paese. Siamo stati insieme anche alle medie, che verso la metà degli anni ‘60 erano a Chiazzano. Già da allora ho avuto modo di apprezzare la sua intelligenza lucida e profonda che, unita a volontà e carattere, lo faceva eccellere in tutte le discipline, specialmente matematica. In seguito abbiamo preso strade diverse; lui si iscrisse all’ITI di Pistoia e poi all’Università di Pisa, dove frequentava i corsi di fisica nucleare. Contemporaneamente studiava, con

ottimi risultati, pianoforte ed organo al Conservatorio. Questa forte passione per la musica l’aveva ereditata dal padre Giorgio che, caso rarissimo per un contadino di quei tempi, sapeva suonare questi strumenti e dirigeva il piccolo coro parrocchiale di Badia. Col passare degli anni, degli studi, delle esperienze di vita, anche la nostra amicizia si è rafforzata in profondità e consapevolezza. Con Franco sono andato a vedere per la prima volta le opere al Teatro Comunale di Firenze, perciò gli debbo anche un po’ di amore per la lirica. Gli ultimi ricordi che ho di lui si riferiscono al nostro viaggio in Inghilterra nell’estate 1975: il residence di Londra dove si alloggiava, le colazioni che non gli piacevano, le lunghe camminate e conversazioni sul manto erboso di Hyde Park che spesso riguardavano il senso della nostra vita. Franco era sorretto da una


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A pagina 29, Franco Tesi

On page 29, Franco Tesi

nel 1968 impegnato

in 1968 playing the

a suonare l’organo

organ in the Church of

Costamagna della

Badia. On the left page,

Chiesa della Vergine.

Giorgio Tesi, Franco’s

Nella pagina a sinistra

father, conducts the

Giorgio Tesi, padre di

parish choir.

Franco, mentre dirige il coro parrocchiale.

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Accanto, Giovanna

To the side, Giovanna

Bargiacchi, moglie di

Bargiacchi, wife of Tullio,

Tullio, con in braccio

holding her son Tiziano,

il figlio Tiziano,

two cousins, and a very

due cuginette e un

young Franco Tesi in the

giovanissimo Franco

Badia farmyard. On the

Tesi nell’aia del podere

wall are tied bundles

di Badia. Sulla parete

of millet hung to dry.

si notano i mazzi di

Below, Franco on his

panico legati e appesi

racing bike, another of

per essiccare. In basso,

his great enthusiasms.

Franco sulla bici da corsa, altra sua grande

fede profonda che lo accompagnava in ogni sua attività, una fede che non aveva niente di convenzionale e rituale, ma era legata al suo altruismo, sempre pronto a correre ad aiutare chiunque ne avesse bisogno. Diceva che senza Dio noi non saremmo niente, solo grani di sabbia perduti in un abisso infinito. Diceva che da noi il Padre vuole solo disponibilità, il resto lo fa da sé. E lui era davvero disponibile con tutti e pieno di iniziative per la comunità, si trattasse del coro della Cattedrale o dell’organo del paese. La sua morte, in quel tremendo incidente stradale del marzo 1976 ad appena ventiquattro anni, è stata una tragica perdita, incolmabile per chi gli voleva bene e per la comunità. Ricordarlo mi riempie ancora di una struggente tristezza.”

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passione.


Giorgio Tesi Foundation Onlus & the Gherardeschi Academy

In memory of Franco Tesi Franco Tesi, Giorgio’s son, died prematurely on 13 March 1976, at the age of 24, following a serious car accident. He was a young man with deep faith and a great passion for music.

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The non-profit Giorgio Tesi Foundation, founded in memory of Franco Tesi, has decided to support educational programs at the Giuseppe Gherardeschi International Organ and Ancient Music Academy in Pistoia with grants to young local students or those from other parts of Italian and abroad. These are training courses for teachers in various schools, children’s concerts, youth choir, scholarships for young musicians, and international competitions. Professor Paolo Paolieri recalls for us, “My friendship with Franco Tesi goes back to elementary school. We were in the same class when the school was still in the square of our hometown Badia a Pacciana. We also went to middle school together in Chiazzano in the mid-1960s. Even then, I appreciated his clear-headed, acute intelligence combined with will and character that made him excel in all subjects, especially mathematics. Later we took different paths. He enrolled at the ITI in Pistoia and then the University of Pisa, where he attended courses in nuclear physics. At the same time, he was studying piano and organ at the conservatory with excellent results. He had inherited this intense passion for music from his father Giorgio, who, very rare for a peasant of those times, knew how to play these instruments and who directed Badia’s

small parish choir. Over the years, after our studies and experiencing life, our friendship also became stronger, more profound, and understanding. I went with Franco to see an opera for the first time at the Teatro Comunale in Florence, so I also owe him a little for my love of opera. My last memories of him relate to our trip to England in the summer of 1975: the London residence where we were staying, the breakfasts he didn’t like, the long walks and conversations, often about the meaning of our lives, across Hyde Park’s lawns. Franco had a deep faith that supported him in all his activities, a faith that had nothing conventional and ritual but was linked to his altruism, always ready to rush to help anyone in need. He said that we would be nothing without God, just grains of sand lost in a bottomless pit. Franco said that the Father only wants us to be willing; the rest does it on its own. And he truly helped everyone with plenty of initiatives for the community, whether it was the cathedral’s choir or the town organ. In that terrible car accident in March 1976, his death at the age of twenty-four was a tragic loss, especially for those who loved him and the community. I still get teary-eyed whenever I think of him.”



testo e foto Lorenzo Cipriani illustrazione Chiara Guidi

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Un’avventura davvero

A truly incredible

incredibile, complicata

adventure, complex and

e resa a tratti molto

challenging at times

difficile dall’avvento

with the arrival of the

della pandemia in ogni

pandemic all over the

angolo del mondo.

world.

S

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ono salpato l’11 gennaio del 2020 dall’isola di Saint Lucia nei Caraibi come first mate di Milanto, uno sloop di 14 metri armato per le tratte oceaniche. Valerio Bardi ed io avevamo previsto di finanziare l’impresa ospitando fino a un massimo di 6 compagni di viaggio nelle diverse tratte del giro del mondo. Così siamo partiti traversando tutto il Mar dei Caraibi fino a Santa Marta, in Columbia, navigando su un mare di onde di 3-4 metri che correvano come cavalli in una grande prateria dai riflessi smeraldini. Abbiamo fatto tappa a Cartagena e alle Isole San Blas degli indigeni Kuna per traversare il canale di Panama ed entrare nel Pacifico. Le isole Galapagos sono apparse all’orizzonte all’alba di un giorno di fine febbraio, maestose e verdi, come un paesaggio primordiale. Man mano che ci avvicinavamo riuscivamo a distinguere i picchi vulcanici e le scogliere scoscese del Leon Dormido di fronte all’isola di San Cristobal. Seguendo le descrizioni di Darwin ho esplorato i crateri vulcanici e i tunnel di lava; ho visto tartarughe centenarie, iguana, leoni marini, pellicani, pinguini. Ho fatto immersioni insieme a un’infinità di pesci fra cui squali martello, mante e barracuda. Siamo partiti di nuovo tenendo la prua verso ovest sospinti dagli

Alisei. La notte Orione indicava la rotta da seguire e la Croce del Sud brillava al traverso insieme a milioni di stelle sopra la nostra piccola barca, che come un guscio di noce avanzava miglio dopo miglio nella vastità dell’oceano. I groppi temporaleschi e il passaggio dei fronti freddi sono molto comuni a queste latitudini: sembra di entrare nella bocca dell’orco, in pochi minuti il cielo si fa nero, il mare s’ingrossa e ti vomita addosso vento, pioggia e fulmini. L’isola di Hiva Oa, nell’arcipelago delle Marchesi, ci è apparsa prima dell’alba, scura nella notte, con i suoi rilievi montuosi a picco sul mare. Siamo entrati nella baia di Atuona al mattino, passando sotto speroni di roccia scura avvolti dalle nuvole come due guardiani dell’isola. Subito dopo aver dato fondo all’ancora ci siamo resi conto che tutto era cambiato. Le autorità locali ci hanno intimato via radio di restare a bordo e attendere in quarantena. Durante le tre settimane che avevamo passato in mare la pandemia aveva raggiunto il mondo intero. Le notizie che ci

arrivavano erano preoccupanti: i porti del Pacifico proibivano ogni accesso, la navigazione interdetta, i voli soppressi. Non scorderò mai la rotta verso Tahiti. Seguivamo lo stesso itinerario compiuto da James Cook nella sua prima esplorazione della Polinesia. Di notte leggevo i suoi diari e mi sembrava di rivivere quei tempi. Nessuno in mare, non una barca, neanche un cargo. Passando attraverso gli atolli delle Tuamotus l’arcipelago sembrava deserto, non un aereo in cielo, le spiagge bianche contornate dalle palme erano come incantate sotto il sole dei tropici. Il tempo si era veramente fermato. Le isole della Società, così senza l’ombra di un turista, erano di straordinaria bellezza: rade incontaminate dalle acque cristalline e pesci dai mille colori all’interno delle barriere coralline. Ricordo che quando siamo entrati nella laguna di Bora Bora la luna sorgeva sopra il vulcano, gli unici suoni percepibili erano quelli degli uccelli e dello sciabordio delle onde sotto il nostro scafo.


____ La navigazione in

difficoltà che avremmo dovuto affrontare: quelle dell’oceano Indiano, il più insidioso. Fin dai primi giorni di navigazione entrambi i motori elettrici del pilota automatico sono saltati e abbiamo dovuto proseguire alternandoci al timone. Eravamo ormai solo in tre e i turni sono diventati molto duri per i continui temporali che ci sorprendevano, per la navigazione sotto spinnaker anche di notte e le onde al traverso che facevano rollare Milanto come dentro una lavatrice. Ricordo ancora la felicità e lo stupore di vedere apparire all’orizzonte i vulcani di Reunion svettare maestosi in mezzo all’oceano nella luce dell’alba. Ci siamo fermati per riparare l’autopilota, riposarci e vivere l’isola. A Reunion è sceso anche l’ultimo nostro ospite. Siamo rimasti soltanto Valerio ed io a proseguire il viaggio. Ci attendeva la tratta forse più impegnativa: scendere di latitudine, passare a sud del Madagascar per raggiungere il Sud Africa attraversando quella che è considerata una delle coste

più pericolose del mondo per le onde altissime della corrente di Agulhas quando si scontra con i venti contrari. Le colline verdi e le dune di sabbia che scendono fino al mare del South Africa sono apparse al decimo giorno di navigazione. Arrivare in Africa per noi è stato come un sogno che si avvera. Nei parchi nazionali dello Zululand eravamo i soli visitatori. Passato il Capo di Buona Speranza, in una notte di luna piena, abbiamo raggiunto Cape Town trovando un’ospitalità che non dimenticherò mai. Il giorno in cui siamo partiti c’erano tanti amici a mollare i nostri ormeggi in banchina per augurarci un ritorno.

Oceano è sempre molto impegnativa e la rottura dei motori elettrici del pilota automatico ha messo a dura prova tutti i membri dell’equipaggio. ____ Ocean navigation is always very demanding. Consequently, the failure of the autopilot’s electric motors weighed heavily on all the crew members.

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— Avessimo dovuto scegliere usando la ragione, sarebbe stato sensato fermarci come hanno fatto tutti gli equipaggi delle altre barche in quel periodo di incertezza; mettere al sicuro Milanto e prendere un volo di rimpatrio per l’Italia. L’anno seguente avremmo continuato il viaggio. Ma sentivamo di non dover abbandonare il nostro sogno. E allora di tratta in tratta siamo andati avanti: il viaggio è diventato una vera e propria Odissea. Abbiamo trascorso circa un mese alle isole Fiji prima di salpare per la navigazione più lunga. Il governo australiano, che avevamo contattato tramite l’ambasciata italiana a Canberra, non concedeva nessun approdo. Siamo stati costretti a passare fra le isole Vanuatu, navigare al largo della Papua Nuova Guinea per raggiungere, attraverso lo Stretto di Torres, l’isola di Lombok in Indonesia. Qui siamo stati accolti dopo un mese di navigazione. Sull’isola vivevo con la comunità dei surfisti locali, aspettando le onde e preparandomi alle prossime


____

____

Nell’arida e sterile

In the arid and barren

distesa ai margini del

expanse on the edge

deserto del Namib,

of the Namib Desert,

a pochi chilometri

a few kilometers from

dalla città portuale di

the port city of Luderitz,

Luderitz, nell’Africa

in southwestern

sud-occidentale, si

Africa, lies the ghost

trova la città fantasma,

town of Kolmanskop,

Kolmanskop, sommersa

submerged in sand.

dalla sabbia.

____

____

Durante questo viaggio,

During this trip,

l’autore ha avuto la

the author had the

possibilità di fare

opportunity to go for

lunghe immersioni

long dives and come

a stretto contatto con

into close contact with

un’infinità di specie

an infinite number of

di pesci tra i quali

fish species, including

carangidi, barracuda,

turrum, barracuda,

squali martello e

hammerhead sharks,

meravigliose mante.

and marvelous manta rays.

— La dune del deserto della Namibia ci sono apparse all’improvviso oltre un banco di nebbia, in un mattino di fine gennaio. La città sommersa dalle sabbie di Kolmanskop sembrava un’allucinazione in questo periodo in cui il mondo si era fermato. Ho visto con i miei occhi fenomeni climatici sempre più estremi: tempeste di straordinaria violenza; l’estinzione di grandi porzioni di barriere coralline a causa dell’acidificazione degli oceani; la pesca indiscriminata; l’enorme quantità di plastica che viene riversata negli oceani; la migrazione di grande praterie di sargassi nel mar dei Caraibi. Sono solo alcune delle risposte del nostro pianeta al consumo cui lo abbiamo sottoposto nell’ultimo secolo.

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____

____

Un giro del mondo

This world tour on a

in barca a vela che

sailboat brought the

ha portato l’autore a

author in close contact

stretto contatto con

with 100-year-old

tartarughe centenarie,

turtles, iguanas, lions,

iguane, leoni, pellicani,

pelicans, penguins, and

pinguini e tanti altri

many other animals.

animali.

E adesso? Adesso sto lavorando per la città dove ho le mie radici, vorrei realizzare progetti di sviluppo del territorio pistoiese. Ma stiamo già progettando un’altra avventura nautica in tutto il Mediterraneo e una prossima spedizione scientifica intorno al mondo passando per Cape Horn. ☜

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— Dopo le difficoltà dell’Indiano la traversata dell’Atlantico del sud è stata la più serena. Siamo approdati in Brasile per passare nuovamente i Doldrums, sulla fascia equatoriale, con poco vento e una fastidiosa onda al traverso. Il vento è arrivato sopra il terzo grado di latitudine nord. Da quel momento in poi abbiamo agganciato un aliseo costante che ci ha permesso di risalire le coste della Guiana Francese, del Suriname e del Venezuela con rotta sulle Windward islands dei Caraibi. Siamo arrivati in vista dell’isola di Saint Lucia il mattino di Pasqua del 2021 concludendo il nostro giro del mondo. Un viaggio che non è stato facile, però è stato possibile. E lo è stato soprattutto per l’aiuto ricevuto dalle tante persone che abbiamo incontrato e da tutti quelli che ci hanno seguito sognando insieme a noi e sollecitandoci a non mollare. Infine se è stato possibile, lo è stato grazie al mare che ci ha consentito di continuare a navigare, donandoci vento e regalandoci ogni giorno lo stupore di paesaggi straordinari, tramonti scenografici e albe commoventi. Perché il mare non ha confini, né frontiere, non appartiene all’uomo, appartiene solo a chi lo ascolta.


Love, hopes, and dreams

Milanto Expedition

Cruising around the world on a sailboat during the pandemic.

I

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set sail on 11 January 2020 from the Caribbean island of Saint Lucia as first mate on the Milanto, a 14-meter ocean-worthy sloop. Valerio Bardi and I had planned to finance the undertaking by hosting up to a maximum of 6 travel companions on the various stretches around the world. First crossing the entire Caribbean Sea to Santa Marta, Columbia, we sailed on an emerald sea with three- to four-meter waves running like horses across a vast prairie. Next, we stopped in Cartagena and the San Blas Islands, home to the indigenous Kuna. We then crossed to the Panama Canal to enter the Pacific. The Galapagos Islands, majestic and green, appeared like a primeval landscape on the horizon at dawn on a day in late February. As we got closer, we could make out the volcanic peaks and craggy cliffs of Kicker Rock (Leon Dormido) facing the island of San Cristobal. Following Darwin’s descriptions, I explored volcanic craters and lava tunnels, and saw iguanas, sea lions, pelicans, penguins, and hundredyear-old turtles. I dived with countless fish such as hammerhead sharks, manta rays, and barracudas. We left again, keeping the bow westward pushed by the trade winds. At night, Orion indicated the route to follow. The Southern Cross shone sideways along with millions of stars above our little boat that, like a nutshell, advanced mile after mile in the vastness of the ocean. Thunderstorms and passing cold fronts are prevalent at these latitudes. It seemed as if we were entering the jaws of Orcus, with the sky turning

black in a few minutes, the sea swelling and spewing wind, rain, and lightning upon you. We saw the island of Hiva Oa, in the Marquesas archipelago, before dawn, dark in the night, with its mountain ranges overlooking the sea. We entered Atuona Bay in the morning, passing under spurs of dark rock wrapped in clouds like the island’s two guardians. Immediately after dropping anchor, we realized that everything had changed. Local authorities radioed us to stay on board and wait in quarantine. During the three weeks we had spent at sea, the pandemic had reached the whole world. The news was worrying: Pacific ports were prohibiting all access, navigation was forbidden, and all flights were canceled. I’ll never forget the route to Tahiti. We followed the same itinerary as James Cook had during his first exploration of Polynesia. At night, I read his diaries and felt like I was reliving those times. Nobody was at sea, not a boat, not even a freighter. Passing through Tuamotus’s atolls, the archipelago seemed deserted, not an airplane in the sky. The white beaches surrounded by palm trees seemed bewitched under the tropical sun. Time had indeed stopped. Thus, The Society Islands, without the shadow of a tourist, were of extraordinary beauty: pristine bays with crystalline waters and multi-colored fish in the coral reefs. I remember that when we entered Bora Bora’s lagoon, the moon was rising above the volcano. The only perceptible sounds were the birds and the lapping of the waves under our hull.

— Had we chosen to use our heads in that uncertain time, the smart choice would have been to stop as all the other boat crews did, secure the Milanto, and take a repatriation flight to Italy. Then, the following year we could continue the journey. But we didn’t feel we should have to give up our dream. Consequently, we went on from one harbor to the next as the voyage became a true odyssey. We spent about a month in the Fiji Islands before setting sail for the longest sail. Unfortunately, the Australian government, which we had contacted through the Italian embassy in Canberra, did not grant us landing permission. So, we were forced to pass among the Vanuatu islands, sail off the coast of Papua New Guinea until reaching the island of Lombok in Indonesia through the Torres Strait. Here, we were welcomed after a month of sailing. I lived on the island with the community of local surfers, waiting for the waves and preparing myself for the difficulties we would have to face on the treacherous crossing of the Indian Ocean. Both of the autopilot’s electric motors had failed from our early days sailing, so we had to continue alternating at the helm. There were only three of us now, so the shifts became very difficult due to the continuous storms that took us by surprise. We were also sailing with the spinnaker at night, so the crosswise waves made the Milanto roll like we were inside a washing machine. I still remember the happiness and amazement of seeing Reunion’s volcanoes appear on the horizon, rising majestically in the middle of the ocean in the early morning light. We stopped to repair the autopilot, rest, and explore the island.


____ Milanto, a causa della pandemia da Covid-19, è stato costretto ad uno stop forzato di circa un mese alle Isole Fiji da dove è poi ripartito per il lungo viaggio che l’ha portato nell’isola indonesiana di Lombok. ____ Due to the Covid-19 pandemic, the Milanto was forced to stop for about a month in the Fiji Islands. From there, she then left for the long journey that took her to the Indonesian island of Lombok.

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Our last guest also disembarked at Reunion. Only Valerio and I remained to continue the journey. Perhaps the most demanding stretch awaited us. We were to descend in latitude and pass south of Madagascar to reach South Africa. We then had to navigate what is considered one of the most dangerous coasts in the world because of the very high waves created by the Agulhas Current when it collides with headwinds. On the tenth day of sailing, the green hills and sand dunes running down to the South African sea appeared. Arriving in Africa was like a dream come true for us. In Zululand’s national parks, we were the only visitors. After the Cape of Good Hope, we reached Cape Town a night with a full moon, finding a hospitality that I will never forget. Many friends were there the day we left to cast off our moorings and wish for our return.


— The dunes of the Namibian desert suddenly appeared beyond a fog bank on a morning in late January. Filling with sand, the city of Kolmanskop seemed like a hallucination at a time when the world had stopped. I have seen with my own eyes increasingly extreme climatic phenomena: extraordinarily violent storms, large portions of extinct coral reefs due to ocean acidification, indiscriminate fishing, the enormous amount of plastic poured into the oceans, and the migration of great sargasso grasslands into the Caribbean Sea. These are just some of our planet’s responses to the consumption to which we have subjected it in the last century.

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— After the difficulties in the Indian Ocean, crossing the South Atlantic was more peaceful. We landed in Brazil and then crossed the Doldrums again, with little wind and an annoying cross wave in the equatorial belt. The wind finally reached us when we were above 3 degrees north latitude. From that moment on, we had a constant trade wind that allowed us to go up the coasts of French Guiana, Suriname, and Venezuela with a route to the Windward Islands in the Caribbean. We arrived within sight of the island of Saint Lucia on Easter morning 2021, concluding our voyage around the world. Although our journey had not been easy,

it had been possible, primarily because of the help from the many people we met and all those who followed us. They had shared our dreams and implored us not to give up. Finally, if it were possible, I would thank the sea for letting us continue to sail, giving us wind, and amazing us with extraordinary landscapes, spectacular sunsets, and inspiring sunrises every day. Because the ocean has no borders, no frontiers, it does not belong to the human race. It belongs only to those who listen to it. And now? Now I’m working for the city where I have my roots. I’d like to carry out development projects in the Pistoia area. Nevertheless, we are already planning another nautical adventure around the Mediterranean and an upcoming scientific expedition around the world via Cape Horn. ☜ ____

____

Un viaggio duro e

This challenging voyage

difficile reso possibile

was also possible thanks

anche grazie al grande

to all the help received

aiuto che l’equipaggio

from the many people

ha ricevuto sia dalle

the crew met along the

tante persone incontrate

way and those who

che da chi, da casa,

followed this dream

ha seguito sognando

of a round-the-world

questo giro del mondo

sailing trip during the

in barca a vela ai tempi

pandemic from their

della pandemia.

homes.


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Dante e Pistoia

Fra Cino e Vanni Fucci — testo Chiara Murru

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Un rapporto, quello tra Dante e la città di Pistoia, lungo secoli, che racconta dell’amicizia del Sommo Poeta con Cino e degli avvenimenti cittadini citati nella Divina Commedia…


____ In apertura Cino in atto di insegnare agli scolari (particolare del rilievo), già nel catalogo della mostra “La città che scrive”. Accanto una bella immagine della Biblioteca Forteguerriana, un vero e proprio scrigno di cultura nel centro di Pistoia. ____ Opening photo. Cino Teaching Disciples (detail of the relief), already in the exhibition catalog for the “La città che scrive”. To the right is a beautiful shot of the Forteguerriana Library, an absolute cultural treasure in the center of Pistoia.

P

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istoia e Dante sono legati da un rapporto lungo secoli, un legame che dai secoli antichi del Due e Trecento arriva fino ai giorni nostri. Oggi sono varie e importanti le iniziative organizzate per celebrare il settecentenario della morte del poeta e numerosi sono gli omaggi e gli studi, realizzati da docenti e ricercatori in vario modo legati a Pistoia, che contribuiscono a diffondere la parola e l’opera dantesca. Quale è stato, invece, il rapporto di Dante con Pistoia? Possiamo indagarlo grazie alle testimonianze che Dante stesso ha lasciato nelle sue opere in relazione alla città, alla sua lingua e, naturalmente, all’amicizia con «il più grande poeta d’amore», Cino de’ Sigibuldi; e in questi campi, anche i silenzi contano. Pistoia e gli avvenimenti dei primi anni del Trecento che la riguardano entrano a pieno titolo nella Commedia col celebre episodio narrato nei canti XXIV e XXV dell’Inferno (Inf. XXIV 97-151 e Inf. XXV 1-15): nella bolgia dei ladri, Dante e Virgilio incontrano Vanni Fucci, figlio illegittimo di Fuccio (Guelfuccio) dei Lazzàri, antica e potente

famiglia magnatizia di Pistoia, che compare nei documenti dell’epoca come uno dei protagonisti delle drammatiche vicende della città durante gli ultimi due decenni del Duecento. La vicenda che si svolge nella settima bolgia è ben nota: i dannati corrono nudi in mezzo a terribili serpenti, di specie diverse; all’improvviso, uno di questi si avventa contro un dannato e lo morde alla nuca, facendolo cadere a terra, incenerito. In un istante, la cenere si riunisce e riprende forma umana e il dannato, interrogato da Virgilio circa la propria identità, si presenta: «vita bestial mi piacque e non umana, / sì come a mul ch’i’ fui; son Vanni Fucci / bestia, e Pistoia mi fu degna tana». Prosegue poi spiegando perché si trova nella bolgia dei ladri: «in giù son messo tanto perch’io fui / ladro a la sagrestia d’i belli arredi / e falsamente già fu apposto altrui» (vv. 137-139). Del furto nella cappella di San Jacopo, un fatto di straordinaria gravità per le sue implicazioni non solo religiose ma anche civili, evocato nell’Inferno dalle parole di Vanni e a lui attribuito con certezza da Dante, resta, oltre alle tracce presenti nei commenti danteschi, il racconto di un manoscritto pistoiese dell’epoca, da cui si ricava che prima fu incolpato un tale Rampino Foresi e poi fu arrestato uno dei veri colpevoli, Vanni della Monna,

il quale rivelò i nomi dei suoi complici, Vanni Mirone e, appunto, Vanni Fucci. L’episodio narrato da Dante, in cui la colpa corrisponde perfettamente alla raffigurazione che si dà di questo personaggio empio e bestiale, si conclude all’inizio del canto XXV, con un’invettiva che allude alla leggenda, accolta anche dal Villani, secondo la quale Pistoia era stata fondata dai superstiti dell’esercito di Catilina dopo la disfatta subìta nel gennaio del 62 a.C: Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi d’incenerarti sì che più non duri, poi che ’n mal fare il seme tuo avanzi? (Inf. XXV. 10-12) La cacciata dei Neri da Pistoia, seguita alla vittoria della parte Bianca appoggiata dai fiorentini nel 1301, quindi l’opposto sopravvento dei Neri dopo la discesa di Carlo di Valois e infine la guerra, condotta dai Lucchesi e dai Neri fiorentini contro Pistoia (nel 1305-1306), intessono il racconto dantesco rievocando lo stesso esilio di Dante: da qui il parallelismo tra «Vanni Fucci, bestia» e la città che gli «fu degna tana». Non solo la Commedia, però, ci racconta di Dante e di Pistoia: stupisce, ad esempio, il silenzio sul volgare pistoiese nel De vulgari eloquentia. Dante infatti è


The “Dante Vivo” exhibition at the Forteguerriana library.

In occasione del settimo centenario della morte di Dante, la Biblioteca Forteguerriana ha organizzato una mostra bibliografico-documentaria dal titolo “Dante vivo”. L’esposizione, curata da Chiara Murru, si è articolata in tre sezioni: le prime due sezioni (Dante vivo: Tra Quattrocento e Cinquecento e Dante vivo: dal Settecento al Novecento) hanno offerto al visitatore preziosi esemplari delle opere di Dante conservati alla Biblioteca Forteguerriana, tra cui un manoscritto risalente alla fine del Trecento, che contiene il Paradiso, e l’editio princeps della Commedia, stampata a Foligno nel 1472; la terza sezione (Su Dante, per Dante: dal Quattrocento a oggi) è stata invece dedicata ai contributi e ai progetti realizzati, in onore del Poeta, da studiosi in vario modo legati a Pistoia e alla Forteguerriana (tra questi un manoscritto quattrocentesco di Tommaso Baldinotti, una lettera autografa di Alessandro Torri a Giuseppe Giusti e alcuni studi di Giancarlo Savino). La mostra è stata inaugurata il 19 luglio ed è rimasta aperta fino al 31 dicembre 2021.

The Forteguerriana Library has put together a bibliographic exhibition entitled “Dante Vivo” (Dante Alive) to mark the seventh centenary of Dante’s death. Curated by Chiara Murru, the exhibition is divided into three sections: the first two sections (The Living Dante: Between the 15th and 19th centuries and The Living Dante: From the 1700s to the 1900s) offer visitors priceless examples of Dante’s works in the Forteguerriana Library. Among these are a manuscript dating back to the end of the 14th century, which contains the Paradiso, and the first printed edition of the Commedia, printed in Foligno in 1472. The third section (About Dante, For Dante: from the 1400s to today) is dedicated to the contributions and projects carried out in the Poet’s honor by scholars linked in various ways to Pistoia and the Forteguerriana (including a 15th-century manuscript by Tommaso Baldinotti, a handwritten letter from Alessandro Torri to Giuseppe Giusti, and some studies by Giancarlo Savino). Inaugurated on 19 July, the exhibition will be open until 31 December 2021.

delineata, che difficilmente può essere sfuggita alla sensibile coscienza linguistica di Dante, nella rassegna dei volgari di Toscana la lingua di Pistoia non c’è. Nel trattato, però, Dante celebra diffusamente una vera e propria gloria pistoiese: «Cynum Pistoriensem», ricordato per la sua raffinata poesia d’amore e posto fra i grandi poeti che nella tradizione provenzale e italiana hanno raggiunto i risultati più elevati: Benché però quasi tutti i Toscani siano intronati da quel loro turpiloquio, qualcuno a nostro avviso ha sperimentato l’eccellenza del volgare, voglio dire Guido, Lapo e un altro, tutti di Firenze, a Cino Pistoiese, che ora mettiamo ingiustamente per ultimo, costretti da una considerazione non ingiusta. Perciò se esaminiamo le parlate toscane e valutiamo come qualmente gli individui più onorati hanno voltato le spalle alla loro, non resta più alcun dubbio che il volgare che cerchiamo è altra cosa da quello a cui può arrivare il popolo di Toscana. Cino, poeta raffinato ed elegante, maestro del diritto, guelfo nero e come Dante esule, è ricordato più volte nell’opera, con giudizi

lusinghieri. Cino e lo stesso Dante sono i soli dei quali si afferma che «dulcius subtiliusque poetati vulgariter sunt» (“sono coloro che hanno poetato in volgare più dolcemente e profondamente”) (I X 4). Cino viene soprattutto indicato come il poeta d’amore per antonomasia (Dve II II 6), l’unico vero grande poeta d’amore della nuova letteratura. Il legame tra Dante e Pistoia è dunque forte e al contempo controverso; esso si riflette, speculare e vivido, nel costante e vivace omaggio che insigni studiosi e scrittori pistoiesi hanno dedicato e continuano a dedicare, anche in questo anno centenario, all’autore della Commedia. ☜

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autore anche del più importante trattato di linguistica dell’Europa medievale, rimasto interrotto al capitolo XIV del II libro e che probabilmente doveva articolarsi in quattro o forse cinque libri. Il De vulgari eloquentia è una vasta riflessione sulla lingua volgare volta all’individuazione di una lingua letteraria comune. Per arrivare a definire i caratteri del volgare letterario, Dante segue la diversificazione geografica delle lingue, concentrando la propria analisi su spazi via via più ristretti, e arrivando infine all’area italiana, di cui analizza le varie parlate locali alla ricerca di un volgare che sia illustre, aulico, curiale e cardinale. Nel quadro generale della situazione linguistica dell’Italia medievale e della Toscana, sappiamo per parte nostra che il pistoiese è ben distinto dai volgari vicini, dal fiorentino, dal pisano e dal lucchese: mostra infatti decisi caratteri propri, individuati dagli studiosi grazie ai testi documentari di carattere pratico (libri di conti, registri, libri di famiglia) che riflettono la vita cittadina e quotidiana, a volgarizzamenti e a testi letterari. Benché il pistoiese avesse una chiara fisionomia autonoma e una identità ben

ZOOM

La mostra “Dante Vivo” alla biblioteca Forteguerriana.


Dante and Pistoia

Between Cino and Vanni Fucci

The centuries-long relationship between Dante and the city of Pistoia tells of the Supreme Poet’s friendship with Cino and the events mentioned in the Divine Comedy that took place in the city.

A

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centuries-long relationship links Pistoia and Dante. This bond goes from the longago 13th and 14th centuries to the present day. Today there are various important initiatives organized to celebrate the 700th anniversary of Dante’s death. In addition, there are numerous tributes and studies by scholars linked to Pistoia in different ways, which contribute to spreading Dante’s words and works. However, what was Dante’s relationship with Pistoia? We explore this through Dante’s own accounts about the city, left in his works, his language, and, of course, his friendship with “the greatest poet of love”, Cino de’ Sigibuldi. Silence also matters in these fields. Pistoia and the early 14th-century events that concern it enter fully into the Commedia with the famous episode narrated in cantos XXIV and XXV of Inferno (Inf. XXIV 97-151 and Inf. XXV 1-15). Dante and Virgilio meet Vanni Fucci in the thieves’ ditch. This illegitimate son of Fuccio (Guelfuccio) dei Lazzàri, an ancient and powerful magnate family of Pistoia, appears in period documents as one of the players in the city’s dramatic events during the last two decades of the 13th century. The story takes place in the seventh ditch is well known. The damned run naked amid terrible snakes of various species. Suddenly, one of these pounces on a damned man and bites him in the back of the head, causing him to fall, incinerated, to the ground. In an instant, the ash gathers and resumes human form. After Virgil asks who he is, this damned soul introduces himself,

“A bestial life, and not a human, pleased me, / Even as the mule I was; I’m Vanni Fucci, / Beast, and Pistoia was my worthy den” *. He then goes on to explain why he is in the thieves’ ditch. “So low am I put down because I robbed / The sacristy of the fair ornaments, / And falsely once ’twas laid upon another” * (Vv. 137-139). The theft in the chapel of San Jacopo remains a fact of extraordinary gravity not only for its religious but also its civil implications, evoked in Hell by Vanni’s words and attributed to him with certainty by Dante. It came from the story in a contemporaneous Pistoiese manuscript, which blamed a certain Rampino Foresi. Later, one of the real culprits, Vanni della Monna, was arrested, who revealed the names of his accomplices: Vanni Mirone and, above all, Vanni Fucci. In this episode narrated by Dante,

guilt corresponds perfectly to the representation given of this impious and beastly character. The episode ends at the beginning of canto XXV. The tirade refers to the legend, also accepted by Villani, that the survivors of Catiline’s army founded Pistoia after their defeat in January 62 BC: Pistoia, ah, Pistoia! why resolve not To burn thyself to ashes and so perish, Since in ill-doing thou thy seed excellest? (Inf. XXV. 10-12) The Blacks were expelled from Pistoia following the 1301 victory by the White faction. Supported by the Florentines, this gave the Blacks the opposing upper hand after Charles of Valois’s descent. Last but not least was the war waged by the Lucchesi and the Florentine Blacks


____

____

____

____

Il dipinto “Dante e le

The painting “Dante e

A destra l’editio

To the right the editio

stelle”, che compare

le stelle” (Dante and the

princeps della

princeps of the Divine

sulla copertina

Stars) is the cover of the

Commedia, stampata a

Comedy printed in

del volume Dante,

book Dante, l’italiano

Foligno nel 1472”.

Foligno in 1472

l’italiano (curato da

(edited by Giovanna

Giovanna Frosini e

Frosini and Giuseppe

Giuseppe Polimeni in

Polimeni for the XXI

occasione della XXI

Week of the Italian

Settimana della Lingua

Language Worldwide). It

Italiana nel mondo),

was created by Federica

realizzato da Federica

Mauro, a young,

Mauro, giovane

differently-abled artist

artista con disabilità

who recently received

che recentemente

the title of Alfiere

ha ricevuto dal

della Repubblica from

Presidente Mattarella

President Mattarella.

il titolo di Alfiere della Repubblica.

After that, we come to the Tuscans who, dazed by their folly, seem to claim the honor of the illustrious vernacular for themselves. But it is not only the common people in this who lose their heads with their claims. On the contrary, we know well that several famous men have had the same opinion: for example, Guittone Aretino, who never even aimed at the solemn vulgar, Bonagiunta Lucchese, Gallo Pisano, or Mino Mocato from Siena, or Brunetto Fiorentino, all of whose poetry, if there were the time and desire to sift through it, would not be found at a courtly level, but only at the municipal level. Moreover, since Tuscans, more than anyone else, are prey to this drunken delirium, it seems right and worthwhile to take Tuscany’s local vernaculars one by one and bring their arrogance down to earth. When the Florentines speak, they say, Manichiamo, introcque che noi non facciamo altro. The Pisans: Bene andonno li fatti de Fiorensa per Pisa. The people of Lucca Fo voto a Dio ke in grassarra eie lo comuno de Lucca. The Sienese: Onche renegata avess’io Siena. Ch’ee chesto? The people of Arezzo: Vuo’ tu venire ovelle? […].

the vernacular, I mean Guido, Lapo, and one other, all from Florence; and Cino from Pistoia, whom we now unjustly put last, forced by a not unjust consideration. Therefore, if we examine the Tuscan dialects and evaluate how the most honored individuals have turned their backs on them, there is no longer any doubt that the vernacular we are looking for is something other than what the people of Tuscany can attain.

Cino, an elegant and refined poet, master of law, a black Guelph, and, like Dante, in exile, is mentioned several times in the work, with flattering judgments. Cino and Dante himself are the only ones of whom it is claimed that “dulcius subtiliusque poetati vulgariter sunt” (“those who have written poetry more gently and deeply in the vernacular”) (I X 4). Cino is, above all, referred to as the love poet par excellence However, Dante fully celebrates Pistoia’s (Dve II II 6), the only true great love poet true pride and joy in the treatise, of the new literature. “Cynum Pistoriensem”. Remembered for The link between Dante and Pistoia, his sophisticated love poetry, he is among therefore, is at once solid and the great poets who achieved the most controversial. It is reflected, inverted, and remarkable results in the Provencal and vivid in the constant and lively homage Italian tradition: that distinguished Pistoiese scholars and writers have continued to dedicate to Although, however, almost all Dante even in this century. ☜ Tuscans are dumbfounded by their profanity, some, in our opinion, * Translator’s Note: Translated by Henry have experienced the excellence of Wadsworth Longfellow.

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against Pistoia (1305-1306). All these events together weave Dante’s story and recall his own exile. Consequently, the parallelism between “Vanni Fucci, beast” and the city that “was a worthy den”. However, the Comedy tells us not just about Dante and Pistoia. For example, his silence regarding the Pistoiese vernacular in De vulgari eloquentia is surprising. In fact, Dante is also the author of the most significant linguistics treatise of medieval Europe, which was interrupted in chapter XIV of the second book and would probably have been divided into four or perhaps five books. De vulgari eloquentia is a vast reflection on the vernacular as a means to identify a common literary language. To define the characteristics of a literary vernacular, Dante follows the geographical diversification of languages, concentrating his analysis on ever narrower spaces. When finally arriving at the Italian area, he analyzes the various local languages in search of an illustrious, refined, courtly, and dignified vernacular. In the general framework of the linguistic situation in medieval Italy and Tuscany, we know on our part that the Pistoiese language is distinct from its Florentine, Pisan, and Lucchese vernacular neighbors. Strong characteristics of its own, identified by scholars through everyday documents (account books, registers, libri di famiglia), are shown. They reflect daily life in the city, vulgarizations, and literary texts. Although Pistoiese had a clear, autonomous linguistic structure and well-defined identity, it could hardly have escaped Dante’s careful linguistic awareness that a review of Tuscan vernaculars shows that Pistoia has no language. (translated quote from the text of De vulgari):


PubbliNATURART Tigre (Panthera tigris)

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Eleonora Angelini Responsabile della didattica e comunicazione Giardino Zoologico di Pistoia

È arrivato il momento di “invertire il rosso”: una sfida (possibile) per la conservazione della Natura

Lemure dalla coda ad anelli (Lemur catta)

fino all’adolescenza o la media di longevità della specie sono informazioni mancanti per il 98% delle specie note di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, come dichiarato in un articolo della rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS). È una lacuna — con implicazioni importanti per gli scienziati che lavorano in tutto il La conservazione della natura è possibile solo con azioni a 360°, con il coinvolgimento mondo per conto della Lista Rossa di differenti attori: governi, Ong, singoli cittadini. Il ruolo dei giardini zoologici è di dell’IUCN, della Commissione per la fondamentale importanza sia per le conoscenze nella gestione della fauna selvatica sopravvivenza delle specie dell’IUCN, sia per la capacità di coinvolgere il pubblico affinché ogni visitatore sia vettore di della Convenzione sul Commercio pratiche di cittadinanza attiva. Internazionale delle Specie di Flora e Fauna in via di estinzione (CITES) o del — TRAFFIC (Trade Records Analysis of Flora and Fauna in Commerce). Dati Ogni giorno possiamo leggere o movimento che coinvolge differenti più completi permettono di prendere ascoltare storie di specie che rischiano attori di tutto il mondo impegnati decisioni informate e fare programmi l’estinzione e spesso ci sentiamo in azioni per la conservazione a lungo termine per la gestione della impotenti di fronte alla distruzione della Natura affinché siano coesi fauna selvatica. delle foreste e all’inquinamento dei e coordinati nelle azioni per la È per questo motivo che i ricercatori mari. La Red List dell’IUCN (Unione sopravvivenza delle specie selvatiche e hanno iniziato ad utilizzare le Internazionale per la Conservazione informazioni raccolte da una fonte degli ecosistemi. precedentemente non sfruttata: il della Natura) ha raccolto fino ad oggi Il Giardino Zoologico di Pistoia informazioni sullo stato in natura di è partner di questo incredibile Sistema di gestione delle Informazioni 138.374 specie e di queste 38.543 movimento in quanto membro Zoologiche (ZIMS). Grazie a questo sono a rischio d’estinzione. dell’EAZA (Associazione Europea programma, curato da professionisti Il trend della scomparsa delle specie si degli Zoo e degli Acquari) e, attraverso della fauna selvatica che lavorano attesta ad un numero di tremila specie l’Unione Italiana Zoo e Acquari, anche in zoo, acquari, rifugi, centri di ogni anno, tre ogni ora, con un tasso della WAZA (Associazione Mondiale ricerca e istruzione in 96 Paesi di di estinzione cento volte più elevato degli Zoo e degli Acquari). tutto il mondo, oggi disponiamo di del normale tanto da poter dichiarare Cosa è possibile fare? Sono molte le informazioni di biologia e di medicina che stiamo vivendo la sesta estinzione azioni messe in campo e tra le prime veterinaria importantissime. di massa, dopo quella che 65 milioni va annoverata la condivisione di ZIMS è gestito da Species360, di anni determinò l’estinzione dei informazioni sulle specie selvatiche. un’organizzazione senza scopo di dinosauri. È arrivato il momento di Dati come l’età riproduttiva delle lucro che facilita la condivisione delle “invertire il rosso” e di stilare una femmine, il numero dei piccoli, il informazioni tra le sue 1.100 Istituzioni “lista verde”: Reverse the Red è un numero dei giovani che sopravvivono associate: è il più grande database


PubbliNATURART NATURART | DICEMBRE 2021 | 51

addirittura estinti in natura. In alcuni casi è stata possibile la reintroduzione come è accaduto per per il Cavallo di Przewalski o per il Piccione rosa delle Panda minore (Ailurus fulgens) Mauritius. È altrettanto importante preservare gli adeguato di individui. sulla fauna selvatica del mondo. habitat naturali affinché l’allevamento Il Giardino Zoologico di Pistoia è I giardini zoologici gestiscono le di panda, tigri e elefanti abbia davvero iscritto a ZIMS dal 2006 e, nel tempo, popolazioni di animali selvatici delle specie a maggior rischio un senso: i giardini zoologici sono ha caricato dati inerenti 200 specie tra i principali finanziatori di progetti d’estinzione assumendosi una grande di uccelli, rettili, anfibi e mammiferi responsabilità; le persone che lavorano di conservazione di foreste e mari contribuendo così in modo attivo al affinché ci siano ancora luoghi grande lavoro di costruzione delle in uno zoo o in un acquario sono professionisti altamente specializzati pronti ad ospitare le specie salvate informazioni necessarie alla gestione che considerano la condivisione dei dall’estinzione. delle popolazioni non solo negli zoo loro risultati e delle loro conoscenze ma anche in natura. Non tutto il lavoro di questi ultimi un passaggio importante del loro Tutte le linee guida di medicina decenni è stato vano: ci sono molte storie veterinaria utilizzate sugli animali impegno quotidiano a favore della a lieto fine, specie che hanno migliorato selvatici sono frutto del lavoro di Natura. il loro status, progetti che hanno dato Un altro tassello insostituibile per condivisione dei medici che lavorano frutti importanti. Spesso sono storie far sì che si concretizzino progetti nei giardini zoologici. Pensate ad sconosciute alla maggior parte delle esempio ai protocolli per l’anestesia di di conservazione sono i programmi persone; è alle sezioni didattiche di zoo animali come elefanti o rinoceronti che internazionali di scambio di individui e acquari che viene affidato il compito di devono essere traslocati da una riserva per la riproduzione di specie in via raccontarle e di coinvolgere ogni persona d’estinzione: i giardini zoologici e gli all’altra, oppure alle informazioni di nell’amore per la natura, trasmettere acquari sono “arche” che trasportano biologia che servono per un progetto passione e conoscenza, far meravigliare verso il futuro patrimoni genetici di reintroduzione. Se conosciamo della moltitudine di colori e forme preziosissimi, e lo scambio coordinato affinché la visita al giardino zoologico il tasso di fertilità di una specie permette di mantenere fuori dagli possiamo valutare il suo pericolo di sia fonte d’ispirazione per diventare estinzione ed intervenire con progetti ambienti naturali popolazioni sane attori dell’importante sfida di “invertire di specie sull’orlo dell’estinzione o di reintroduzione di un numero il rosso”.

www.zoodipistoia.it

Vari bianco e nero (Varecia variegata)


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Progetto Segnavie

Percorsi condivisi sulla Montagna Pistoiese Un progetto realizzato grazie al costante impegno di abitanti della montagna, professionisti, associazioni, pro loco ed enti che lavorando in maniera condivisa e sinergica sono riusciti in breve tempo a raggiungere l’obiettivo di rilanciare l’immagine della Montagna Pistoiese. testo

foto Lorenzo Marianeschi

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Lorenzo Baldi


____ Partendo dalle grandi lettere rosse che compongono la parola SEGNAVIE posizionate sui 35 km di dorsale sono tante le possibilità di percorrere itinerari che vanno dalla semplice camminata al trekking vero e proprio, rivolgendosi anche a chi si interfaccia per la prima volta con l’outdoor. ____ Starting from the large red letters that form the word SEGNAVIE positioned for 35 km along the ridge, there are many possibilities for various itineraries ranging from simple walks to genuine hiking, chatting with others as they enjoy an outdoor activity for the first time.

S

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egnavie è un progetto di sviluppo della sentieristica ideato con l’obiettivo di promuovere il turismo attraverso itinerari di vallata, collegati con i più arditi sentieri di montagna del CAI e in grado di offrire ai turisti tutta la bellezza degli scenari naturali della Montagna Pistoiese insieme alla possibilità di ammirare le opere di street e land art diffuse lungo i percorsi. Le attività di realizzazione e manutenzione della rete di Sentieristica di Vallata sono state svolte dal personale dell’Unione dei Comuni dei Montagna Pistoiese, sul progetto dell’Avamp redatto dall’Architetto Giacomo Pratesi, con la collaborazione per situazioni specifiche di alcune aziende agricole del territorio. Il gruppo di manutenzione dei sentieri costituito in seno alla Croce Rossa Italiana di San Marcello Pistoiese costituisce un elemento determinante anche in ottica futura come anche il lavoro delle pro loco, oltre al contributo di numerosi volontari del territorio. Il progetto Segnavie che arricchisce questi percorsi delle installazioni artistiche è condotto da Social Valley con il contributo di Fondazione Caript e Comune di San Marcello Piteglio e la collaborazione dell’Associazione Maeba e della Giorgio Tesi Editrice incaricata dalle associazioni e dal Comune di seguire il coordinamento delle azioni, lo sviluppo e il lancio di comunicazione del progetto. La sentieristica è composta

da una rete di percorsi che si snoda tra le valenze di carattere storico, ambientale e culturale, collegati dalla dorsale attraverso i caratteristici landmark Segnavie: circa 35 km di sviluppo che connette una settantina di chilometri in totale di sentieri di valle, alla portata di tutti per la loro dolcezza che conduce nei boschi circostanti i borghi e i paesi di questo ricco territorio e che mette in connessione la sentieristica CAI di alta montagna con quella CAI pesciatina. Questa tipologia di sentieri è incentrata sulle emergenze artistiche, paesaggistiche e naturalistiche e sulle attività di ricezione e ristorazione del territorio, grazie alla possibilità di percorrere itinerari ad anello che vanno dalla camminata nel parco al percorso trekking, interfacciandosi

anche con chi pratica per la prima volta il trekking. Nel 2022 è in programma l’espansione della rete sentieristica sia nell’area di San Marcello Mammiano verso La Lima, Lizzano, Spignana e Castel di Mura, sia in quella di Maresca, guardando verso Campo Tizzoro, Pontepetri e Pracchia. – Gli interventi coinvolgono le valli dei Torrenti Liesina e Torbecchia e quello del Pescia di Calamecca nella Val di Forfora, poste nel territorio del Comune di San Marcello Piteglio e marginalmente in quello di Pescia e il progetto tecnico d’intervento per la valorizzazione turisticoambientale della rete sentieristica per un turismo sostenibile è stato elaborato dall’associazione A.Va.M.P


Seguendo gli itinerari SEGNAVIE ci viene spontaneo pensare a quali elementi possano sia identificare un luogo che, allo stesso tempo, stimolare il visitatore a scattare una foto, magari combinando l’aspetto ludico e la cornice ambientale in modo da rendere indimenticabile l’emozione di una giornata vissuta all’aria aperta. Alla scelta di ambienti scenografici di per sé, si accosta l’idea dei landmark – che nasce in seno all’Associazione Social Valley - rappresentati dalle lettere di cui è composta la parola SEGNAVIE, realizzate in grande formato in materiale traslucido, posizionate lungo la dorsale principale che mette in connessione gli itinerari CAI di alta montagna con quelli pesciatini. La loro posizione sottolinea l’innesto alla rete escursionistica e la presenza di belvedere con caratteristiche che si legano sia alla visuale che alla componente socio – culturale – testimoniale, diventando di fatto elementi di coordinamento del viaggio su più percorsi. A queste grandi lettere è possibile affacciarsi, sedersi o affiancarsi in prospettiva, per realizzare uno scatto e poi proseguire il percorso, magari scegliendo di comporre tutta la sequenza del nome come gioco, come esperienza, come viaggio che segna la strada di un bel ricordo sulla montagna toscana.

ZOOM

I Landmark

Following the SEGNAVIE trails, we naturally think about those elements that both identify a place and also inspire a visitor to snap a picture, perhaps combining playfulness with the natural setting, invoking the unforgettable thrill of spending a day outdoors. Hence, the Social Valley Association had the idea of choosing a spectacular setting as a backdrop for a landmark consisting of the individual letters in the word SEGNAVIE. Large-format, translucent letters are now positioned along the main ridge, connecting the CAI high mountain and the Pescia routes. Their position emphasizes the connection to the hiking network and the lookout points whose features link both the view and its social, cultural, and testimonial aspects, effectively becoming a means to coordinate the trip on multiple routes. These large letters offer an opportunity to face, sit or stand alongside them. Then, take a picture and continue along the trail, perhaps to write the full name correctly as a game, an experience, or a hike that marks a beautiful memory in the mountains of Tuscany.

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Landmarks


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____

____

Il successo di questo

The project’s success is

progetto è dovuto

clearly due to the impressive

certamente al grande

and constant commitment

e costante impegno

of mountain residents,

di abitanti della

professionals, associations,

montagna, professionisti,

local tourist offices, and

associazioni, pro loco

organizations. Working

ed enti che lavorando

together synergistically,

in maniera condivisa e

they have managed in

sinergica sono riusciti in

a short time to achieve

breve tempo a raggiungere

the goal of relaunching

l’obiettivo comune di

the image of Pistoia’s

rilanciare l’immagine

mountains nationally and

della Montagna Pistoiese

internationally.

a livello nazionale e internazionale.


____

____

Lungo i percorsi di

Along the Segnavie

Segnavie, il progetto

routes, the art project has

artistico prevede

envisioned works of art

la realizzazione, da

by internationally famous

parte di artisti di fama

artists to be set up along

internazionale di opere

the project’s routes. In

d’arte strettamente

addition, they would be

legate a tematiche

closely related to local

territoriali e ambientali,

and environmental issues

attraverso percorsi

with the participation of

partecipativi che

the local organizations

coinvolgono le realtà

in creating an appealing

del territorio creando

tourist offer for fans of

un’offerta turistica

contemporary art.

interessante anche per gli appassionati di arte

L’arte Lungo i percorsi del progetto, l’iniziativa prevede anche la realizzazione, da parte di artisti di fama internazionale – sull’esempio del murales realizzato da Gio Pistone sulle pareti dell’Ex Maeba di San Marcello Pistoiese, dall’opera di Marina Arienzale al Ponte Sospeso, quella di Bosoletti a La Lima, di Andrea Casciu a Maresca e di Gola Hundun a Prunetta - di opere d’arte strettamente legate a tematiche territoriali e ambientali, attraverso percorsi partecipativi che coinvolgono le realtà del territorio (Pro Loco, associazioni, scuole etc), con l’obiettivo di rilanciare l’immagine della Montagna Pistoiese a livello nazionale e internazionale, creando un’offerta turistica interessante anche per gli appassionati di arte contemporanea.

ZOOM

contemporanea.

sentieri un punto di partenza e uno di arrivo, avere immediatamente sia la lunghezza dell’itinerario scelto che altre informazioni essenziali come la lunghezza e la difficoltà del percorso, cosa è possibile vedere durante lo stesso e il tempo necessario per completare – l’escursione. Per facilitarne l’uso e Sul nuovo sito migliorare l’esperienza dei turisti, www.segnavie.com, Il sistema è poi stato implementato a Google Earth, in modo da recentemente aggiornato, oltre a trovare tutte le informazioni consentire agli utenti, tramite il sul progetto e vedere due proprio smartphone, di visualizzare anche in 3D il territorio e i sentieri emozionanti video, è possibile, selezionando sulla cartina dei scelti per la propria escursione. ☜ (Associazione di valorizzazione montagna pistoiese), mentre l’attuazione ed il coordinamento degli interventi previsti sulla sentieristica è a cura dell’Area Forestazione dell’Unione dei Comuni dell’appennino pistoiese.

According to the initiative’s plan, works of art by internationally famous artists will be set up along the project’s trails. Their works will relate to local and environmental issues, following the example of Gio Pistone’s mural painted on the former Maeba in San Marcello Pistoiese. In addition, artworks by Marina Arienzale at the Ponte Sospeso, Bosoletti’s in La Lima, Andrea Casciu’s in Maresca, and Gola Hundun’s in Prunetta have already been installed. Furthermore, local organizations (e.g., local tourist offices, associations, schools) will work on relaunching the image of the Pistoiese Mountains nationally and internationally, creating an exciting tourist offer for contemporary art lovers.

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Art


Segnavie Project

Shared routes in the Pistoiese Mountains

S

This project was carried out thanks to the ongoing commitment of mountain residents, professionals, associations, local tourist offices, and organizations. working jointly and synergistically; they have managed in a short time to achieve the goal of relaunching the image of the Pistoiese Mountains.

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egnavie is a trail development project to promote tourism along the valley routes connected to the CAI’s most challenging mountain paths. It offers tourists all the scenic natural beauty of the Pistoiese Mountains and the opportunity to view the street and land artworks spread along the routes. Construction and maintenance of the valley trail network were carried out by the Union of Municipalities of the Pistoiese Mountains personnel and based on the Avamp project drawn up by the architect Giacomo Pratesi. Nevertheless, some specific situations required the cooperation of farms in the area. As a result, the trail maintenance group set up in the San Marcello Pistoiese Italian Red Cross has been a determining element for the future, along with the work of the local tourist offices and the numerous contributions by local volunteers. Consequently, the Segnavie project has enriched the trails with artistic installations, led by Social Valley with the contribution of the Fondazione

Caript, the Municipality of San Marcello Piteglio, and the Maeba Association’s cooperation and Giorgio Tesi Editrice. This latter has been appointed by the associations and the town to coordinate the project’s activities, development, and media launch. This trail network promotes historical, environmental, and cultural values. The Segnavie’s distinctive landmarks identify its route along the ridge. Approximately 35 km have been developed and merged with another 60 for a total of 70 kilometers of valley trails. Easily used by everyone, they lead into the woods surrounding this splendid territory’s villages and towns and connect the CAI high-mountain trails with the CAI Pesciatina. This type of trail focuses on artistic, landscape, and natural experiences and the area’s reception and catering businesses, thanks to the possibility of following loop trails that range from walking in the park to the hiking route, encountering those hiking for the first time.


____

____

Sopra, una panoramica di San Marcello Pistoiese

Above, a scenic view of San Marcello Pistoiese;

e sotto, il landmark contrassegnato dalla lettera

below, the letter “A” landmark is located in Piteglio,

A posizionato a Piteglio nei pressi dell’Antica

near the Ancient Parish Church of the Santissima

Pieve della Santissima Annunziata. Una posizione

Annunziata. Its scenic location offers a sweeping

panoramica da dove è possibile spaziare a

180° view over a good portion of our mountains.

180 gradi su una buona porzione della nostra

The work involves the valleys of the Liesina and Torbecchia Streams and of the Pescia di Calamecca in the Val di Forfora, located in the Municipality of San Marcello Piteglio and marginally in Pescia. The Association for the Enhancement of the Pistoia Mountains (A.Va.M.P.) has developed a technical action plan to develop the trail network for sustainable tourism and the environment. Meanwhile, the Forestry Area of the Union of Municipalities of the Pistoia Apennines is responsible for implementing and coordinating the works planned for the trails.

The new, recently posted website, www. segnavie.com, has all the information about the project plus an opportunity to see two exciting videos. In addition, by selecting your starting and arrival points on the trail map, you are immediately furnished with the length of the selected route and other essential information, e.g., route length and difficulty, sights along the way, and the time required to complete the outing. Furthermore, Google Earth has been implemented to facilitate use and improve a tourist’s experience by enabling users, via their smartphones, to view the territory and the paths selected for their 3D excursion. ☜

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montagna.


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Land Art sulla Montagna Pistoiese

NADIR di Marina Arienzale — testo Francesca Biagini foto Marina Arienzale

I

l progetto Segnavie si occupa di sviluppare la sentieristica sia di vallata che di montagna attraverso un’offerta turistica in cui si intersecano interventi relativi alla valorizzazione di aree di importanza storico-ambientaleculturale sia sul piano prettamente ricreativo che su quello artistico. Lungo il percorso tracciato infatti si articolano progetti artistici in stretta connessione con il territorio e con la comunità con cui instaurano un dialogo, realizzati da artisti contemporanei la cui pratica coincide con una ricerca affine all’approfondimento del legame con il luogo specifico. Fa parte del progetto Segnavie l’installazione di Marina Arienzale intitolata NADIR che consiste nel ricreare una costellazione a terra, le cui stelle sono composte da ceppi di legno sagomati, situata sul prato sotto il centro del ponte sospeso di San Marcello Piteglio, realizzata in modo tale che sia quasi impercettibile di giorno, ma visibile di notte grazie all’uso di una vernice fotoluminescente che catturando la luce solare la riflette alla sua massima potenza proprio

sul calare del sole. La costellazione della vela riprodotta nell’installazione dell’artista è la costellazione che si trova esattamente in posizione opposta rispetto a dove ci troviamo (Il Nadir, seguendo il significato astronomico, è la controparte rispetto allo Zenit, il polo che non vediamo mai), e anticamente coadiuvava l‘orientamento dei navigatori nelle loro spedizioni verso terre sconosciute; seguendo questo filo di senso l’installazione NADIR ci spinge oltre a trovare nel familiare, sottolineato dall’uso di materiali autoctoni, qualcosa di sorprendentemente nuovo. L’artista ha infatti utilizzato ceppi di legna provenienti dai boschi circostanti che ha poi dipinto con una tinta fotoluminescente affinché’ la materia non risultasse estranea al contesto e il cui ciclo di vita non interferisse con gli equilibri ecologici del territorio. In antichità quando il cielo era coperto dalle nuvole, gli aruspici non potevano fare divinazioni e profezie, i viaggiatori non potevano orientarsi, quindi l’assenza di stelle accendeva in quegli uomini quel qualcosa che diventa desiderio. Il desiderio tende sempre verso l’altro,

parte da un’esperienza di mancanza per raccogliere una forza che porta al di là di se stessi. L’etimologia della parola desiderio (dal latino de e sidera) significa la mancanza delle stelle. È da una mancanza che si esprime un desiderio. Guardando le stelle ci si sofferma forse per la prima volta a chiedersi cosa si desideri davvero e come sia difficile scorgerlo nel profondo. In un certo qual modo si deve apprendere come desiderare. NADIR in questo senso si pone come guida verso questo viaggio nel desiderio, instaurando un dialogo con il paesaggio: il paesaggio montano di San Marcello Pistoiese e quello psicogeografico, amplificando il potenziale immaginifico del viaggio. Non è forse un viaggio la comprensione stessa del desiderio? Seguendo questo percorso filologico incontriamo un’altra etimologia interessante: la radice di uno dei termini che nella lingua greca designa il “mare”, pontos (cfr. lt. pons, pontis) ha il significatobase di “cammino, sentiero, passaggio”. Come si raggiunge il mare da un ponte sospeso su un monte? Guardando il cielo, come i fenici fautori dell’orientamento astronomico.

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L’importanza dell’arte contemporanea nel fondere paesaggio culturale e naturale, promuovendo un turismo sostenibile ed espandendo le occasioni di fruizione dei cammini e sentieri della montagna pistoiese.


– CAMMINO METAFORICO In questo modo la scoperta dell’identità locale è legata al territorio tramite le qualità geografiche ed eno-etnografiche, ma anche tramite la capacità del territorio stesso di creare consapevolezza e sperimentare con topos stereotipici quali la bellezza e il paesaggio utilizzando le possibilità interrogative e immaginative che l’arte offre.

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Osservando l’installazione, sorprendendo la nostra fantasia, ci ritroviamo a fare un viaggio al cui centro troviamo, tramite le stelle, il cielo, la terra e il mare. L’ausilio dell’immaginazione porta la vertigine a diventare la guida di questo viaggio verso l’impossibile, mostrandoci quello che non vedremmo, quello che si nasconde alla vista, ma non alla mente. L’opera NADIR ci spinge a superare la cultura e la società in cui viviamo e in cui esperiamo il nostro paradigma collettivo, ad andare oltre, a fare un cammino e a guardare in alto e in basso, sospesi, e pronti a porre il nostro pensiero critico di fronte alle mille possibilità dell’immaginario ☜.


____

____

L’installazione NADIR vuole ricreare, nel prato

In the meadow under Mammiano’s Ponte Sospeso,

sotto il Ponte Sospeso di Mammiano, una

the NADIR installation will recreate a constellation

costellazione di stelle composta da ceppi in legno

of stars using appropriately shaped wooden logs,

opportunamente sagomati, visibile di notte grazie

visible at night thanks to a special photoluminescent

ad una speciale vernice fotoluminescente che

paint, which captures the sunlight during the day,

di giorno cattura la luce del sole riflettendola al

reflecting it to the maximum precisely as the sun

massimo proprio sul calare del sole.

is setting.

Land Art in the Pistoiese Mountains

NADIR by Marina Arienzale The importance of contemporary art in blending the cultural and natural landscape, promoting sustainable tourism, and expanding the opportunities for using the paths and trails in the Pistoiese Mountains.

T

he Segnavie Project focuses on developing hiking trails in both the valleys and mountains. Using tourist attractions, the actions related to developing areas of historical, environmental, and cultural importance come together on both a purely recreational and artistic level. The artistic projects marked along the path bring together the territory and the community by establishing a dialogue. These works by contemporary artists are consistent with further explorations of the link with that particular place Marina Arienzale’s installation NADIR is part of the Segnavie Project. A constellation has been recreated on the ground, its stars shaped from wooden logs. Located in the field and centered under San Marcello Piteglio’s suspension bridge, it is almost imperceptible during the day. However, it becomes visible at night because of the photoluminescent paint used to capture the sunlight and reflect it at its maximum power as the sun sets. The sail constellation reproduced in the artist’s installation is the constellation precisely opposite to where we are. (The astronomical meaning of “nadir” is the counterpart to “zenith”, the pole we never see). In ancient times, it assisted navigators in orienting their expeditions to unknown lands. Following this meaning, the NADIR installation pushes

us beyond finding something surprisingly new in the familiar, underscored by the use of local materials. The artist has used logs of wood from the surrounding woods. She then painted them with photoluminescent paint so that the material is not extraneous to the context and its life cycle does not interfere with the area’s ecological balance. In ancient times, when the sky was covered with clouds, haruspices could not make divinations or prophecies, nor could travelers find their way. So the absence of stars lit up in those individuals, whatever it is that becomes desire. Desire always tends towards the other. It starts from an acquaintance with an absence that gathers a strength to go beyond oneself. The etymology of the word desire (from the Latin de e sidera) means a lack of stars. It is from this lack that a desire is expressed. Looking at the stars, we stop, perhaps for the first time, asking ourselves what we truly want and how difficult it is to see it in the depths. In a way, one must learn how to desire. In this sense, NADIR acts as a guide towards this journey of desire. It establishes a dialogue with the landscape: the mountainscape of San Marcello Piteglio and the psycho-geographic one, amplifying the journey’s imaginative potential. Isn’t understanding desire itself a journey? Following this philological path, we encounter another intriguing etymology: the root of one of the Italian words

that, in Greek, designates the “mare”, pontos (cf. lt. Pons, pontis). It has the basic meaning of “cammino, sentiero, passaggio”. How to reach the sea from a suspension bridge on a mountain? By looking at the sky, as the Phoenicians did, preferring the stars as their guide. – THE METAPHORICAL WAY The discovery of local identity thus links the territory through its geographical and ethnographic qualities and the capacity of the territory itself to create awareness and experiment with such stereotypical topos as beauty and landscapes using the interrogative and imaginative possibilities that art offers. Studying the installation our imagination is surprised. We find ourselves on a journey at whose center we find earth and sea through stars and the sky. The help of the imagination leads vertigo to become the guide of this journey towards the impossible, showing us what we would not see, what is hidden from view, but not from the mind. As a work of art, NADIR pushes us to go beyond the culture and society in which we live, and we experience our collective paradigm. It drives us to go further, take a path, and look up and down, floating and ready to use our critical thinking skills to face the thousands of possibilities of the imaginary ☜.

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Mostre

L’Altare argenteo di San Iacopo a Pistoia —

Una mostra fotografica nella quale le immagini riescono a risvegliare il dialogo tra il pubblico, gli artisti e Dio, proiettando Pistoia verso una importante dimensione internazionale.

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Nella foto,

In the photo, taken

scattata durante

during the exhibition’s

l’inaugurazione della

inauguration in Pistoia,

mostra a Pistoia, da

from the left, Father

sinistra Don Ugo Feraci,

Ugo Feraci; Nicolò

Nicolò Begliomini, la

Begliomini; Dr. Barbara

Direttrice dei Musei

Jatta, Director of the

Vaticani Dott.sa Barbara

Vatican Museums;

Jatta, l’Architetto

Simone Martini,

Simone Martini e

architect; and Fabrizio

Fabrizio Tesi, Legale

Tesi, Giorgio Tesi Group’s

rappresentante di

legal representative.

Giorgio Tesi Group.

a cura della Redazione foto Nicolò Begliomini Irene Lazzeri

G

rande successo sia di pubblico, con oltre 10.000 presenze nei primi tre mesi di esposizione, che mediatico, con tante positive recensioni sulle tv, sul web e sulla stampa nazionale – compreso un bell’articolo sulla prestigiosa rivista specializzata “Il Fotografo” – per la mostra fotografica sull’Altare Argenteo di San Iacopo, inaugurata il 1° ottobre 2021 e in programma fino al 31 Gennaio 2022 nella Chiesa di San Leone a Pistoia. L’esposizione che nasce a completamento del libro “L’Altare Argenteo di San Iacopo a Pistoia”, con i testi di Lucia Gai e le foto di Nicolò Begliomini, edito nel 2019 da Giorgio Tesi Editrice per la collana “Avvicinatevi alla Bellezza” – è caratterizzata da immagini di grande impatto realizzate con Light box in formato extralarge in grado di guidare i visitatori alla scoperta dei dettagli di un capolavoro che ha coinvolto alcuni tra i migliori artisti dell’arte orafa tra il ‘200 e il ’400 e in grado di esaltare i più piccoli particolari di un’opera davvero magnifica. – un mostra itinerante verso roma e gerusalemme Per promuovere Pistoia, i suoi tanti tesori nascosti e rafforzare il ruolo della città come importante crocevia di cammini europei, gli organizzatori sono al lavoro con l’obiettivo di portare la mostra verso le città sante della cristianità. Primo passo portarla a Roma nel 2022 grazie alla collaborazione della

Dott.sa Barbara Jatta – Direttrice dei Musei Vaticani e presente all’inaugurazione del 1° ottobre quando ha dichiarato: “Entrando alla mostra uno dei primi pensieri che ho avuto è stato quello che non dobbiamo assolutamente demonizzare la tecnologia. Tutto quello che il mondo di oggi è in grado di offrirci deve diventare uno strumento per migliorarci e la tecnologia impiegata in questa mostra ce lo dimostra ampiamente. Un bellissimo modo di valorizzare, trasmettere e condividere una bellezza artistica in grado di raccontare la storia della tradizione devozionale di una città e di un territorio nei confronti di San Iacopo”. – attivita’ collaterali Durante lo svolgimento della mostra sono state effettuate – grazie all’Associazione Culturale The Wall e alla Giorgio Tesi Editrice, d’intesa con Diocesi di Pistoia, il Capitolo della Cattedrale, il Comune di Pistoia e in collaborazione con il Polo Monumentale Tesoro di San Jacopo – un ciclo di visite guidate alla mostra comprensivo delle audioguide per visita dell’Altare

Argenteo di San Iacopo all’interno della Cattedrale di San Zeno. Contestualmente si sono svolti anche laboratori didattici sia riservati alle scuole cittadine di primo grado (al mattino) che per bambini e famiglie a cura della Cooperativa Sociale Pantagruel, caratterizzati da un percorso di cinque tappe in alcuni siti legati alla figura di San Jacopo e ai simboli dei pellegrini. Partendo dall’Ospedale del Ceppo, dove hanno potuto osservare il fregio, i bambini sono stati accompagnati a visitare il cippo del cammino di Santiago di Compostela fra Piazza del Duomo e Via degli Orafi, la Cattedrale dove sono collocati l’altare argenteo e alcune immagini del Santo, il Cortile del Palazzo Comunale dove scoprire la statua di San Jacopo vestito da pellegrino e infine proprio la Mostra sull’Altare Argenteo in Piazza San Leone, luogo dove si sono svolti materialmente i laboratori didattici partendo dal racconto della storia “San Jacopo. Storia del legame antico fra Pistoia e Compostela” edito da Giorgio Tesi Editrice con illustrazioni di Michele Fabbricatore e testi di Martina Colligiani in collaborazione con la storica pistoiese Lucia Gai. ☜

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testo


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The Silver Altar of St. James in Pistoia

— ____ Una mostra caratterizzata da immagini di grande impatto realizzate con Light Box in formato extralarge e quindi in grado di evidenziare i più piccoli particolari di un’opera straordinaria. ____ An exhibition characterized by highimpact images made with LightBox in extralarge format and thus able to highlight the smallest details in an extraordinary work.

A photographic exhibition in which the images stimulate the dialogue between visitors, artists, and God, projecting Pistoia towards an important international dimension.

T

he photographic exhibition on the silver altar of St. James has been very successful with the public, with over 10,000 admissions in the first three months of the exhibition, and the media, where it has received many positive reviews from TV, the web, and the national press. In addition, an excellent article was published in the prestigious trade magazine “Il Fotografo”. Inaugurated on 1 October 2021, the exhibition will remain open until 31 January 2022 in the Church of San Leone in Pistoia. It was created to serve as a complement to the book “The Silver Altar of St. James in Pistoia”, with essays by Lucia Gai and photos by Nicolò Begliomini. It was published in 2019 by Giorgio Tesi Editrice for the “Approaching Beauty” series. The high-impact images created with Lightbox enhance the smallest details of truly magnificent images in an extra-large format guide letting visitors discover details of a masterpiece on which some of the finest artisans of the goldsmith’s art labored between the 1200s and the 1400s. – a traveling exhibition to rome and jerusalem In order to promote Pistoia, its many hidden treasures, and strengthen the city’s role as an important crossroads

Promoters The initiative, designed by Giorgio Tesi Editrice and Associazione The Wall, was developed with the essential contribution of the Municipality of Pistoia, the Fondazione CARIPT, and the support of Giorgio Tesi Group and CONAD, in conjunction with the Diocese of Pistoia, the Chapter of the Cathedral, the Xunta de Galicia and the University of Santiago, and in collaboration with the MIBACT and the Italian Center of Compostellan Studies.

of European routes, the organizers are working to take the exhibition to the holy cities of Christianity. The first step is to take it to Rome in 2022 with the help of Dr. Barbara Jatta, Director of the Vatican Museums. she declared at the inauguration on 1 October that “one of the first thoughts I had upon entering the exhibition was that we absolutely shouldn’t demonize technology. On the contrary, everything that today’s world can offer us must become a tool to make us better, as amply demonstrated by the technology used in this exhibition. A beautiful way of enhancing, transmitting, and sharing an artistic beauty capable of telling the story of the devotional tradition of a city and a territory towards St. James”. – collateral events During the exhibition, a cycle of guided visits with audio guides was carried out for a tour of featuring the Silver Altar of St. James inside the Cathedral of San Zeno, thanks to the Associazione Culturale The Wall and Giorgio Tesi Editrice, in conjunction with the Diocese of Pistoia, the Cathedral Chapter, the Municipality of Pistoia and in

collaboration with the Monumental Treasury of San Jacopo. At the same time, educational workshops were also held both for the city’s middle schools (in the morning) and children and their families, organized by the Cooperativa Sociale Pantagruel. The workshops featured a five-stage journey to some sites linked to St. James and pilgrim’s symbols. Starting first from the Ospedale del Ceppo, with its view of the frieze, the children visited the stone marker for the Santiago de Compostela pilgrim’s way, located between Piazza del Duomo and Via degli Orafi. Next, they went to the cathedral where the silver altar and some images of the saint are on display, and then the courtyard of the town hall where there is a statue of St. James dressed as a pilgrim. Last was the exhibition on the silver altar in Piazza San Leone, where the educational workshops took place, starting with telling the story of “St. James. History of the Ancient Ties between Pistoia and Compostela” published by Giorgio Tesi Editrice with illustrations by Michele Fabbricato and text by Martina Colligiani in collaboration with the historian Lucia Gai from Pistoia. ☜

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Exhibitions

L’iniziativa, su progetto di Giorgio Tesi Editrice e Associazione The Wall, si è sviluppata con il determinante contributo del Comune di Pistoia, della Fondazione CARIPT ed il sostegno di Giorgio Tesi Group e di CONAD, d’intesa con la Diocesi di Pistoia, il Capitolo della Cattedrale, la Xunta de Galizia e l’Università di Santiago, e in collaborazione con il MIBACT e il Centro Italiano di Studi Compostellani.

ZOOM

Soggetti promotori


The future is green

Le piante pistoiesi protagoniste per un futuro migliore — Giorgio Tesi Group, nella consapevolezza di quanto le piante siano fondamentali per la vita del nostro Pianeta, da anni è attiva in numerose iniziative finalizzate al ripristino, alla tutela ambientale e in generale al rilancio del verde pubblico. testo Lorenzo Baldi foto Nicolò Begliomini

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____ Giorgio Tesi Group, azienda leader a livello europeo nel settore del vivaismo di piante ornamentali, è impegnata da più di 10 anni in importanti progetti di valorizzazione e di sostegno al territorio, alla cultura, allo sport e al sociale, con l’obiettivo di rappresentare un esempio da seguire e un forte punto di riferimento per la città e il suo territorio. ____ For more than ten years, the Giorgio Tesi Group, a leading European company in the ornamental-plant nursery sector, has been committed to significant projects that promote and support the territory, culture, sport, and society, presenting a role model and a solid point of reference for the city and its territory.

O

gni progetto nel quale l’azienda è stata coinvolta l’ha vista collaborare con enti, istituzioni e importanti realtà imprenditoriali regionali e nazionali, con le quali condivide l’assoluta necessità di un futuro più green e quindi il grande valore dell’importanza delle piante per la salute del Mondo, con l’obiettivo comune di far leva su una rinnovata coscienza ambientale globale, con la speranza che sempre più persone si adoperino per un futuro più sostenibile.

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maggio 2020 con l’obiettivo di creare nuovi boschi permanenti Tra le iniziative più recenti in tutto il territorio di Parma e segnaliamo: provincia: un’azione sull’ambiente “Alberi non parole”, il progetto di oggi, che coinvolge quante più organizzato dal Consorzio Vino persone possibile, per realizzare un Nobile di Montepulciano nato nel modello da affidare alle generazioni 2019 con l’obiettivo di realizzare di domani. Numerosi i progetti che entro il 2022 un parco boschivo da hanno coinvolto il verde dell’azienda destinare a fini sociali, adiacente al tra i quali segnaliamo senza dubbio complesso ospedaliero di “Nottola” il Bosco Urbano “Parma Mia” - per il in Val di Chiana, mettendo a dimora quale sono stati messi a disposizione complessivamente 1200 alberi, tutti 200 alberi. Inaugurato nel marzo donati dall’ azienda. 2021 e totalmente finanziato “MayDayEarth.org” un sistema da cittadini e imprese di Parma per condividere campagne di attraverso una raccolta fondi lanciata sensibilizzazione ambientale e pulizia su GoFundMe, questo intervento lanciato in anteprima nazionale dal di forestazione è concepito per Parco Nazionale di Migliarino San portare numerosi benefici all’area del Rossore Massaciuccoli, dove al posto quartiere Parma Mia, dove si colloca: dei rifiuti raccolti sono stati piantati lo stoccaggio di anidride carbonica, la degli alberi contribuendo a fornire lotta all’inquinamento atmosferico, nuovo ossigeno all’ambiente. la mitigazione delle isole di calore, Giorgio Tesi Group è la regimazione delle acque e la socio sostenitore del riduzione del rumore. Consorzio Forestale “KilometroVerdeParma” #unboscopermontepisano è Impresa Sociale, organizzazione invece il progetto promosso da senza scopo di lucro costituita nel Coldiretti e da Regione Toscana per la riforestazione e il recupero ambientale di tutta l’area dei Monti Pisani incendiati nel 2018.

Oltre al recupero ambientale con il rimboschimento – per il quale l’azienda pistoiese ha donato ben 10.000 piantine - l’intesa prevede anche la messa in sicurezza dell’intera area, la stabilità idrogeologica e la messa a punto di metodologie e tecniche di intervento realizzando un “laboratorio a cielo aperto” per l’elaborazione di modelli replicabili in altre aree agricole e forestali percorse dal fuoco in collaborazione con il C.N.R. di Firenze. Da segnalare infine, anche l’allestimento a verde – in collaborazione con Coldiretti - di Piazza Santa Croce a Firenze in occasione del G20 dell’agricoltura dove i tanti visitatori sono stati accolti in una sorta di maxi fattoria del futuro dal verde delle piante prodotte dall’azienda e da una grande quercia secolare “Made in Pistoia” per dare ulteriore risalto all’importanza della presenza degli alberi anche all’interno delle città. ☜


Above, some of the

10.000 piantine

10,000 plants donated

donate per il ripristino

to restore the forest in

forestale dei Monti

the Pisan Mountains

Pisani dopo un grande

after a large fire. On the

incendio. A destra le

right, the photos of the

foto delle iniziative

Alberi non parole” (Trees

“Alberi non parole” e

Not Words) and “May

“May Day Earth”.

Day Earth” initiatives.

Vicini al territorio e alla comunità.

Close to the local area and the community.

Giorgio Tesi Group è anche un’azienda che ha un legame molto forte e profondo con la propria terra, dove coltiva le piante che esprimono unicità e bellezza tipiche di questo angolo di Toscana. Da sempre attenta e sensibile alle necessità della comunità, da più di 10 anni, proprio per cementare questo indissolubile rapporto, si impegna in importanti progetti di valorizzazione e di sostegno al territorio, alla cultura, allo sport e al sociale, con l’obiettivo di rappresentare un forte punto di riferimento. Obiettivi importanti, raggiunti con lavoro, impegno e sacrificio, valori fondamentali di una Famiglia e di un’azienda che grazie anche alla Fondazione Giorgio Tesi Onlus - che ha raggiunto il traguardo degli 11 anni di attività - si impegna anche per cercare di restituire dignità agli ultimi e migliorare le situazioni di maggiore difficoltà, cercando di prendersi cura delle persone più disagiate, dei malati, degli anziani e dei bambini.

Giorgio Tesi Group is also a company with a deep and solid bond to its land, where it grows the plants that express the uniqueness and beauty typical of this corner of Tuscany. Always attentive and sensitive to the community’s needs and bolstering this indissoluble relationship, it has been engaged for more than ten years in essential projects to enhance and support the territory, culture, sport, and society, aiming to be a strong point of reference. These essential goals are achieved through work, commitment, and sacrifice—the fundamental values of a family and a company. Moreover, thanks to the non-profit Giorgio Tesi Foundation, it recently reached a milestone by working for 11 years on its commitment to restore dignity to the least of them and improve more complex situations, trying to care for the neediest, the sick, the elderly, and children.

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Sopra, alcune delle

ZOOM

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The future is green

Pistoia’s plants, champions for a better future

Aware of the degree to which plants are fundamental for life on our planet, Giorgio Tesi Group has been active for years in numerous initiatives aimed at restoring and protecting the environment and in general revitalizing public green spaces.

E

very project in which the company has been involved, it has worked together with organizations, institutions, and important regional and national entrepreneurial organizations. This is because it shares the absolute need for a greener future and, therefore, the great value of the importance of plants for the health of the world, with the common goal of leveraging a renewed global environmental awareness, with the hope that progressively more people will work towards a more sustainable future.

“MayDayEarth.org” is a system for sharing environmental awareness and cleaning campaigns. The Migliarino San Rossore Massaciuccoli National Park was the site of the Italian premiere. Instead of collecting trash, trees were planted to help to provide new oxygen to the environment.

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Giorgio Tesi Group is a supporting member of the Consorzio Forestale “KilometroVerdeParma” Impresa Sociale, a non-profit organization established in May 2020 to take action on today’s environment. It wants to involve as many people as possible, Please note our most recent initiatives to create a model to be entrusted to include the following. tomorrow’s generations. Numerous projects have involved the company’s The project “ Alberi non parole” plants. One of these is “Urban Wood of (Trees not words) was organized Parma”, with 200 trees made available. by the Consorzio Vino Nobile di It was designed for the numerous Montepulciano in 2019 to create by benefits to the area where it will be 2022 a wooded park for social purposes located adjacent to the Nottola hospital carried out, including carbon dioxide complex in Val di Chiana. A total of 1200 storage, the fight against atmospheric pollution, heat island mitigation, water trees were planted, all donated by the regulation, and noise reduction. company.

On the other hand, #unboscopermontepisano is a project promoted by Coldiretti and the Tuscan Region for the reforestation and environmental recovery of the entire area of the Pisan Mountains, which was set on fire in 2018. In addition to environmental recovery through reforestation, for which the Pistoiese company has donated 10,000 seedlings, the agreement also provides for making the entire area safe, hydrogeological stable, and working out action methods and techniques by creating an “openair laboratory” to develop models that can be replicated in other agricultural and forested areas affected by fires in collaboration with Florence’s C.N.R. Lastly, Piazza Santa Croce in Florence was “greened” by Coldiretti and us for the agricultural G20. Accordingly, many people visited a “maxi-farm” of the future with plants and a large old oak tree named “Made in Pistoia” produced by our company, emphasizing the importance of trees in cities. ☜


____ Giorgio Tesi Group is a supporting member of the Consorzio Forestale “KilometroVerdeParma” Impresa

Giorgio Tesi Group è socio sostenitore del Consorzio

Sociale, a non-profit organization established in

Forestale “Kilometro Verde Parma” Impresa

May 2020 to take action on today’s environment

Sociale, organizzazione senza scopo di lucro

by involving as many people as possible, to create

costituita con l’obiettivo di compiere un’azione

a model to be entrusted to the generations of

sull’ambiente di oggi, coinvolgendo quante più

tomorrow.

persone possibile, per realizzare un modello da affidare alle generazioni di domani.

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FAI Pistoia

La villa di Montebuono: sogno di fasto settecentesco —

“Sogno di fasto settecentesco, diademato dal triplice arco della loggia aperta sul lato posteriore della villa, in faccia alle fertili colline di Vinacciano, cariche di verde smagliante”.

testo Beatrice Landini Niccolò Maccioni Gruppo FAI Pistoia foto di 74 | NATURART | DICEMBRE 2021

David Dolci Associazione Convivio OdV


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____ Il territorio intorno a Montebuono fu teatro di un tragico evento, celebre e triste pagina nella storia partigiana pistoiese: l’uccisione di Silvano Fedi avvenuta il

C

on queste parole Milziade Ricci, essendone stata ospite nel 1931, ci descrive l’incanto nel varcare il salone della villa di Montebuono, conosciuta anche come Villa de’ Franceschi.

29 Luglio 1944. Silvano cadde in un’imboscata tesagli dai tedeschi e nel successivo conflitto a fuoco morì insieme al partigiano Giulietti presso la croce di Vinacciano. ____ The area around Montebuono was the scene of a much more tragic event, a well-known and sad page from the history of Pistoiese partisans. On 29 July 1944, Silvano Fedi was ambushed by the Germans. He and fellow partisan Giulietti died in the subsequent firefight near the Vinacciano cross.

— Le origini della villa, che si trova nella piana occidentale di Pistoia, in un’area densa di prestigiose residenze di campagna, risalgono al ‘300 e si legano a uno dei nomi più noti del territorio pistoiese: la famiglia Panciatichi. Più precisamente la fondazione del complesso si lega a Vinciguerra Panciatichi, che avrebbe fatto edificare Montebuono, oltre al famoso palazzo cittadino, a seguito del suo rientro in patria nei primi anni del 1300. Purtroppo, non sono presenti veri e propri documenti che attestino con precisione la data di costruzione, quindi non è possibile ricostruire precisamente come fosse strutturato il nucleo originario.

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— La villa, come la vediamo oggi, è il risultato di varie trasformazioni e stratificazioni, evolvendosi da fortilizio a dimora di campagna

signorile. Le trasformazioni più degne di nota furono volute da Francesco Panciatichi, influente personaggio del suo tempo, che ricoprì la carica di segretario del Granduca Cosimo III dal 1682. La frequentazione della corte medicea lo portò a entrare in contatto con gli ambienti più raffinati del Granducato e ad avere una forte necessità di adeguare i propri possedimenti ai gusti e agli standard cortigiani del tempo. Nello stesso periodo si assiste, infatti, all’edificazione di molte ville nel contado e, proprio sull’onda di questo gusto, anche il possedimento nella zona di Barile viene trasformato in una dimora signorile e casino di caccia. Le contese testamentarie dei Panciatichi portarono una delle ultime eredi della famiglia, donna Tommasa, a vendere la proprietà al generale napoleonico Jean Baptiste de Franceschi nel 1811 per la cifra di 294.000 franchi, riservandosi però, la possibilità di continuare ad abitarvi fino alla sua morte. Tale cessione documentata riporta che al tempo consisteva di 45 stanze totali, più vani e strutture di servizio.

Il Salone che tanto colpì la poetessa Ricci è posto al piano nobile ed è raggiungibile dal grande scalone a doppia rampa, posto sulla facciata principale, dove troneggiano gli stemmi delle due famiglie che hanno posseduto la villa: quello Panciatichi, sulla base della scalinata, e quello dei De Franceschi, sopra il portone. Proprio attraversando questo portone si entra nel salone completamente affrescato in modo illusivo, con sfondati tipici del barocco che creano una macchina prospettica particolarmente riuscita e suggestiva. Questo artificio trasforma la qualità dello spazio, supera i limiti dell’architettura reale e rafforza il rapporto fra architettura e natura, già consolidato con l’asse visivo e prospettico tra il parco a nord e il giardino a sud. Sulle pareti del salone è dipinta una galleria sorretta da colonne di marmo, affiancate da figure allegoriche su — piedistalli che rappresentano le Le varie fasi della costruzione quattro stagioni. sono rappresentate L’opera doveva essere completata emblematicamente da nel 1692, come testimonia una affreschi del 1893 ad opera di lettera fra due fratelli Panciatichi Ghelardo Ghelardini, realizzati al nella quale si ricorda il pagamento piano inferiore della villa, in quella già avvenuto per salone e che in precedenza era la camera loggia, e fu realizzata dal pittore del fattore e che fu adibita dal De’ Giuseppe Tonelli, allievo di Jacopo Franceschi a salottino. Chiavistelli, maestro degli artisti di


____ Prima di lasciare Montebuono è d’obbligo affacciarsi dalla loggetta che dal salone si affaccia sul giardino all’italiana, con la sua fontana centrale, e sulla campagna circostante, in un completo dialogo con la decorazione barocca voluta dai Panciatichi e con i temi bucolici raffiguranti scene di ninfe e satiri. ____ Before leaving Montebuono, one should go out to the loggia with its view from the hall of the Italian garden, its central fountain, and the surrounding countryside, in a perfect dialogue between Baroque decoration and the bucolic themes of scenes of nymphs and satyrs requested by the

Giuliano Gatteschi - Disegno della villa di Montebuono - Fondo Chiappelli

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Panciatichi.


____ Il Salone della villa di Montebuono nel 1941 vide uno degli eventi più noti di quegli anni, le fastose nozze tra il conte senese Rolando Bocchi Bianchi e l’ultima erede della famiglia De Franceschi, la “Baronessina” Maria Clorinda. ____ In 1941, the salon of the Montebuono villa saw one of the most important events in those years, the lavish wedding of the Sienese count Rolando Bocchi Bianchi and the De Franceschi family’s last

corte fiorentini nelle quadrature. Proprio il Salone nel 1941 vide uno degli eventi più noti di quegli anni, le fastose nozze tra il conte senese Rolando Bocchi Bianchi e l’ultima erede della famiglia De Franceschi, la “Baronessina” Maria Clorinda. Per l’occasione furono pubblicate delle cartoline ancora visibili nella biblioteca Forteguerriana, che ci sono ancora oggi testimonianza dell’aspetto del salone con gli arredi che vi erano presenti. La Baronessina si adoperò strenuamente per preservare e salvare il patrimonio di famiglia soprattutto durante il secondo conflitto mondiale, addirittura conservando intatto l’appartamento del Generale napoleonico, così come lui lo aveva lasciato nel 1812.

heir, “Baronessina” Maria Clorinda.

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— Il territorio intorno a Montebuono, qualche anno più tardi, fu teatro di un ben più tragico evento del tempo, celebre e triste pagina nella storia partigiana pistoiese: l’uccisione di Silvano Fedi avvenuta il 29 Luglio 1944. Silvano cadde in un’imboscata tesagli dai tedeschi e nel successivo conflitto a fuoco morì insieme al partigiano Giulietti presso la croce di Vinacciano.


____ Il Salone è posto al piano nobile ed è raggiungibile dal grande scalone a doppia rampa, posto sulla facciata principale, dove troneggiano gli stemmi delle due famiglie che hanno posseduto la villa: quello Panciatichi, sulla base della scalinata, e quello dei De Franceschi, sopra il portone ____ Located on the piano nobile, the salon is reached by the large,

— Oltre al salone vale la pena citare alcuni ambienti della villa in cui è un piacere perdersi, tra elementi prestigiosi come la piccola e nascosta cappella privata, lo scalone interno, le camere, le alcove, i salotti, tutti decorati da affreschi o con carte da parati, ma anche elementi affascinanti come la stanza del guardaroba, con il suo armadio su misura che nasconde porte e scalette, o la cucina con il suo camino sorretto da colonne, che occupa quasi un’intera parete. Prima di lasciare Montebuono è d’obbligo affacciarsi dalla loggetta che dal salone si affaccia sul giardino all’italiana, con la sua fontana centrale, e sulla campagna circostante, in un completo dialogo con la decorazione barocca voluta dai Panciatichi e con i temi bucolici raffiguranti scene di ninfe e satiri; la presenza di elementi come cornucopie, frutta e fiori, e monocromi con putti, rimandano alla funzione produttiva della villa di campagna.

double-flight staircase on the main façade dominated by the coats-of-arms of the two families who owned the villa. The Panciatichi coat-of-arms is on the base of the staircase, with the De Franceschi crest located above the main door.

— E, circondati da arte e natura, possiamo lasciarci di nuovo incantare e concludere la nostra visita alla villa come l’abbiamo iniziata: con le meravigliose parole di Milziade Ricci, che ricorda le vetrate della loggia che si affacciano “sul quieto e colorito giardino, avvivato dal lento chioccolio delle vasche”; e aggiunge: “i polmoni bevono a Iarghi sorsi il profumo che vibra dalle piante balsamiche; mentre lo spirito si esalta, in silenzio, nella contemplazione dei festevoli poggi, nitidi e freschi come ghirlande, nel diafano incanto dell’ora prossima al meriggio”. ☜


FAI Pistoia

The villa of Montebuono: dream of 18th-century splendor

“Dream of 18th-century splendor, diademed by the triple-arched loggia open on the rear side of the villa, facing the fertile, dazzling green hills of Vinacciano”.

W

ith these words, Milziade Ricci, a guest in 1931, describes the enchantment of crossing the hall of the villa in Montebuono, also known as Villa de’ Franceschi. — The villa is located on Pistoia’s western plain, filled with prestigious country residences whose origins date back to the 1300s and are linked to one of the bestknown names in the Pistoia area: the Panciatichi family. More precisely, the complex’s foundation is linked to Vinciguerra Panciatichi. He would have built Montebuono and the famous city palace following his return home in the early 1300s. Unfortunately, no actual documents certify the precise date of construction, so it is impossible to accurately reconstruct how the original nucleus was structured.

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— As we see it today, the villa results from various transformations and layers, evolving from a fortress to a stately country house. The most noteworthy changes were ordered by

Francesco Panciatichi, an influential figure of his time, who held the position of secretary to Grand Duke Cosimo III beginning in 1682. His attendance at the Medici court brought him in contact with the finest milieus in the grand duchy, leaving him with a fervent need to adapt his possessions to the tastes and standards of the courtiers of the time. Moreover, since many villas were built in the countryside in that period, this estate in the Barile area was similarly transformed into a stately home and hunting lodge in the wake of this trend. The Panciatichi family’s disputes over wills led one of the family’s last heirs, Donna Tommasa, to sell the property to the Napoleonic general Jean Baptiste de Franceschi in 1811 for the sum of 294,000 francs. She, however, reserved the possibility of continuing to live there until her death. This documented transfer shows that, at that time, it consisted of 45 rooms, plus service rooms and facilities. — The various construction phases are symbolically represented in the 1893 frescoes by Ghelardo Ghelardini, made on the lower floor of the villa, in what was previously the estate manager’s office, which De’ Franceschi used as a sitting room.

The hall that so impressed the poetess Ricci is located on the piano nobile. Reached by the large, double-flight staircase located on the main facade, it is dominated by the coats-of-arms of the two families who owned the villa. The Panciatichi coat-of-arms is on the base of the staircase, with the De Franceschi crest above the main door. Passing through this door into the hall entirely frescoed using trompe l’oeil, its typical Baroque windows create an exceptionally successful and suggestive perspective machine. This device transforms the quality of the space, overcoming the actual building’s limits. Furthermore, it strengthened the relationship between structure and nature with the visual and perspective axis between the park to the north and the garden to the south. A gallery supported by marble columns is painted on the hall’s walls, flanked by allegorical figures on pedestals representing the four seasons. A letter between two Panciatichi brothers indicates that work for the hall and loggia must have been completed in 1692 as payment was already recorded. The work was executed by the painter Giuseppe Tonelli, a pupil of Jacopo Chiavistelli, master of Florentine court artists in trompe l’oeil. In 1941, the hall hosted one of the most famous events of those years,


the sumptuous wedding between the Sienese count Rolando Bocchi Bianchi and the De Franceschi family’s last heir, “Baronessina” Maria Clorinda. Postcards, now in the Forteguerriana Library collection, were published to mark the occasion showing the hall with the furnishings of that time. The baroness worked hard to preserve and save the family’s patrimony, especially during the Second World War, even preserving the Napoleonic general’s apartment intact as he had left it in 1812. — A few years later, the area around Montebuono was the scene of a much more tragic event, a famous and sad page from Pistoia’s partisan history when, on 29 July 1944, Silvano Fedi was ambushed by the Germans. He and fellow partisan Giulietti died in the subsequent firefight at the roadside cross in Vinacciano.

— Besides the hall, the other rooms in the villa offer the pleasure of getting lost. Among those worth mentioning are the small, hidden private chapel, an internal staircase, the bedrooms, alcoves, and lounges, all decorated with frescoes or wallpaper. There are also such fascinating elements as the dressing room, with its custom-made wardrobe with hidden doors and ladders, or the kitchen with its fireplace supported by columns, which takes up almost an entire wall. Before leaving Montebuono, it is essential to look out from the loggia with its view over the Italian garden, its central fountain, and the surrounding countryside from the hall. The Panciatichi had requested this exchange with Baroque decoration and bucolic themes with scenes of nymphs and satyrs. Moreover, the cornucopias, fruits, flowers, and monochromes with cherubs refer to the country villa’s productive role.

— Moreover, surrounded by art and nature, we can let ourselves be enchanted again, concluding our visit to the villa as we started it, with Miltiade Ricci’s wonderful words. He recalls the windows in the loggia that overlook “the quiet and colorful garden, enlivened by the slow gurgling of the basins”, adding “breathing in lungfuls of the perfume resonating from the balsamic plants; while the spirit silently exalts, contemplating the festive hills, pure and fresh as garlands, in the diaphanous enchantment as midday approaches”. ☜


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Fumetti

Il Codice Ferrucci — a cura della Redazione

NATURART | DICEMBRE 2021 | 83

testo

Nel nome di Francesco Ferrucci - grazie alla fantasia di Moreno Burattini editor della Casa Editrice Sergio Bonelli - Gavinana è protagonista dell’ultimo albo speciale di Dampyr, il cacciatore di vampiri impegnato a indagare su una lettera cifrata scritta dall’eroe fiorentino poco prima di essere ucciso da Maramaldo.


____

____

Moreno Burattini è uno

Moreno Burattini is one

dei più noti sceneggiatori of the best-known Italian di fumetti italiani ed è

comic-book writers

molto legato a Gavinana,

and is very attached to

paese dove ha trascorso

Gavinana, a town where

la propria infanzia con i

he spent his childhood

genitori, originari del bel

with his parents,

borgo della Montagna

natives to the beautiful

Pistoiese famoso proprio

village in the Pistoiese

per le vicende legate al

mountains famous for

condottiero fiorentino

the events linked to

Francesco Ferrucci.

the Florentine leader Francesco Ferrucci.

D 84 | NATURART | DICEMBRE 2021

a anni sei uno dei più importanti sceneggiatori di fumetti italiani e rivesti il prestigioso ruolo di editor nella Casa Editrice Bonelli di Milano per la quale il 21 ottobre scorso è uscito in edicola “Il codice Ferrucci”, il fumetto scritto da te e illustrato da Fabrizio Russo ambientato in gran parte a Gavinana, il tuo paese di origine, dove ancora vive la tua famiglia e dove hai voluto prendere anche la residenza. Come nasce la tua passione per il fumetto e qual è il tuo legame con Gavinana e la Montagna Pistoiese? —

Ho raccontato di come è nato il mio amore verso il fumetto in un libro intitolato “Io e Zagor” (CutUp Publishing), in cui descrivo il mondo com’era negli anni Sessanta e Settanta (ma lo stesso vale per due o tre decenni precedenti), quando i ragazzi leggevano (tutti) i fumetti così come oggi scrollano il telefonino. Le edicole erano la porta verso il mondo della fantasia e gli eroi di carta facevano sognare intere generazioni. L’essere nato a Gavinana e aver trascorso l’infanzia fra i boschi della montagna ha fatto crescere ancora di più la mia passione verso Zagor, un personaggio che vive appunto in una foresta chiamata Darkwood. Il mio legame con il paese di origine è rimasto forte e immutato anche quando gli studi e il lavoro mi hanno trascinato altrove.

Come e perché nasce l’idea di trasformare Gavinana nel luogo misterioso in cui si svolge l’ultimo episodio dell’eroe Dampyr, nato nel 2000 e che è un mezzo vampiro? Ci racconti brevemente la trama del fumetto? — Cresciuto all’ombra del monumento equestre in piazza a Gavinana, dedicato a Francesco Ferrucci, mi sono sempre interessato alla figura del condottiero fiorentino. Approfondendo le vicende che lo riguardano, mi sono parse sempre di più adatte per essere raccontate in un romanzo, o in un film. Ho coltivato per anni il progetto di farne un racconto a fumetti. L’occasione si è presentata con Dampyr, grazie alla richiesta di Mauro Boselli, che ne è il creatore


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dell’albo “Il codice

(San Marcello Pistoiese, 7 settembre 1962) È uno dei più noti sceneggiatori di fumetti italiani. Esordisce professionalmente nel 1990 sulla rivista “Mostri” della ACME. Ha all’attivo numerose storie per Lupo Alberto, Cattivik, il Comandante Mark, Dampyr e Tex, ma il personaggio a cui si è soprattutto dedicato è Zagor, le cui avventure scrive dal 1991. Per la sua attività in campo fumettistico ha vinto molti prestigiosi premi tra cui, nel 2003, il Gran Guinigi di Lucca Comics. Commediografo, umorista, conferenziere, saggista, gestisce due blog e un seguitissimo account Twitter e ha al suo attivo numerosi libri, tra cui le biografie di Gallieno Ferri e di Sergio Bonelli (Coniglio Editore, 2009 e 2011), il romanzo “Le mura di Jericho” (Cartoon Club, 2011), e le raccolte di aforismi “Utili sputi di riflessione” e “Sarò bre” (Allagalla, 2015 e 2017). Con Cut-Up ha pubblicato le antologia di racconti horror “Dall’altra parte” (2016) e “Il negromante e altri incubi” (2018), lo zibaldone di testi comici “Facezie” (2017), la raccolta di saggi sul fumetto “Discorsi sulle nuvole” (2018), la biografia di Max Bunker “Una vita da Numero Uno” (2019), l’autobiografia professionale “Io e Zagor” (2020) e “Mi ritiro per delirare” (2021).

Ferrucci” si riconoscono perfettamente riprodotti alcuni scorci di Gavinana, compresa la piazza principale con al centro il monumento con l’imponente statua a cavallo di Francesco Ferrucci. ____ Some perfectly reproduced glimpses of Gavinana are recognized in many panels of “Il Codice Ferrucci”, including the main square with the monument with the imposing equestrian statue of Francesco Ferrucci in its center.

(insieme a Maurizio Colombo), di scriverne qualche storia del suo cacciatore di vampiri. Per la precisione, Harlan Draka (questo il vero nome del personaggio) è il figlio di un vampiro e, in quanto tale, come insegnano le leggende che si raccontano tra i Balcani e i Carpazi, ha il sangue che rappresenta un pericolo mortale per i non-morti. Le avventure di Dampyr sono sempre molto documentate e molto spesso mescolano la Storia (quella con la S maiuscola) con il fantasy e l’horror. “Il codice Ferrucci” porta Harlan a Gavinana a indagare sul mistero di un’ultima, misteriosa lettera cifrata scritta dall’eroe rinascimentale, quando giaceva ferito prima di essere ucciso da Maramaldo. Con la tua idea di ambientare questo fumetto a Gavinana hai fatto un bel regalo al tuo paese, facendolo conoscere attraverso un linguaggio moderno,

semplice e universale ad un pubblico molto vasto, legandolo ancora una volta, nel nome di Francesco Ferrucci, alla città di Firenze. Come vedi lo sviluppo futuro della Montagna Pistoiese? — Tutto dipende dalla intraprendenza degli abitanti della montagna, dalla coesione fra i componenti della comunità e dalla capacità degli amministratori pubblici. Le bellezze naturali, le testimonianze del passato, la buona cucina, la qualità dell’aria e del clima sono tutti elementi che bisogna saper valorizzare e mettere a frutto. Se non ci si riesce a volte è perché non ci si prova nemmeno. Ognuno nel suo piccolo dovrebbe portare il suo contributo. Io, nel mio piccolissimo, faccio il mio partecipando (come e quando posso) alle iniziative culturali del mio paese. ☜

He is one of the best-known Italian comicbook writers. He made his professional debut in 1990 in ACME’s “Mostri” magazine. Frequently, he has stories for Lupo Alberto, Cattivik, Commander Mark, Dampyr, and Tex. However, Burattini has devoted himself especially to his character Zagor, whose adventures he has written since 1991. He has won many prestigious awards for his work in comics, including the 2003 Gran Guinigi at Lucca Comics. Playwright, humorist, lecturer, essayist, he even manages two blogs and a very popular Twitter account. He has numerous books to his credit, including the biographies of Gallieno Ferri and Sergio Bonelli (Coniglio Editore, 2009 and 2011), the novel “Le mura di Jericho “(Cartoon Club, 2011), and collections of aphorisms “Utili sputi di riflessione” and “Sarò bre” (Allagalla, 2015 and 2017). With Cut-Up, he has published horror-story anthologies “Dall’altra parte” (2016) and “Il negromante e altri incubi” (2018), a miscellany of amusing essays “Facezie” (2017), a collection of pieces on comics “Discorsi sulle nuvole” (2018), Max Bunker’s biography “Una vita da Numero Uno” (2019), his professional autobiography “Io e Zagor” (2020), and “Mi ritiro per delirare” (2021).

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Moreno Burattini

In molte tavole

ZOOM

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Comics

The Ferrucci Codex

In the name of Francesco Ferrucci—thanks to the imagination of Moreno Burattini, editor, Sergio Bonelli Publishing House—the Gavinana protagonist of the latest special issue of Dampyr, the vampire hunter is committed to investigating a letter written in code by the Florentine hero shortly before being killed by Maramaldo.

F

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or years, you’ve been one of the most important Italian comic book writers and hold the position of Editor in the Bonelli Publishing House in Milan. “Il Codice Ferrucci”, the comic you write and Fabrizio Russo illustrates, was released on newsstands on 21 October. It’s set mainly in Gavinana, your hometown, where your family still lives and where you also have wanted to live. How did your enthusiasm for comics develop? And what is it that ties you to Gavinana and the Pistoiese Mountains? — I talked about how my love for comics came from a book called “Io e Zagor” (Cut-Up Publishing), where I described the world as it was in the 1960s and 1970s (but the same goes for two or three decades before). At that time, kids read (all of the) comics the way they scroll through their mobile phones today. Newsstands were the gateway to the world of fantasy, and the comic heroes made entire generations dream. Born in Gavinana and spending my childhood in the mountain woods made my passion for Zagor grow even more, this character who lives in a forest called Darkwood. My ties to my hometown are still solid, unchanged even when my studies and work have taken me elsewhere.

How and why did you come up with this idea of transforming Gavinana into a mysterious place where the last episode of Dampyr, the half-vampire hero created in 2000, takes place? Can you briefly tell us the plot-line? — Growing up around the corner from the square in Gavinana with the equestrian monument dedicated to Francesco Ferrucci, I’ve always been interested in this Florentine leader. Delving into the events surrounding him, I thought they were increasingly appropriate for a novel or film. For years, I’d nursed the idea of making a comic story out of it. Then, with Dampyr, the opportunity arose, thanks to Mauro Boselli, who, with Maurizio Colombo, is its creator. He asked me to write some stories about his vampire hunter. For the record, Harlan Draka (the character’s real name) is the son of a vampire, and, as taught by the legends told between the Balkans and the Carpathians teach, he has blood that represents a mortal danger for the non-dead. Dampyr’s adventures are always well documented, very often mixing history (with a capital H) with fantasy and horror. “The Ferrucci Code” takes Harlan to Gavinana to investigate the mystery of a final, mysterious letter written in code by the Renaissance hero as he lay wounded before being killed by Maramaldo.

Your idea of setting this comic in Gavinana has given your hometown a nice gift. You’ve made it known to a very wide audience using a modern, simple, and universal language by once again tying it, in Francesco Ferrucci’s name, to the city of Florence. How do you see the Pistoiese Mountains developing in the future? — It all depends on the resourcefulness of the mountain’s inhabitants, the sense of unity between members of the community, and the abilities of the public administrators. What needs to be developed and put to good use are its natural beauty, history, good food, air quality, and climate. If you sometimes fail, it’s because you didn’t even try. Everyone should contribute in their own little way. My contribution is to participate (how and when I can) in local cultural events. ☜


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Storia locale

Giuseppe Mariani, un architetto pistoiese nella Sicilia del Settecento — testo Costantino Ceccanti

N

el 1702, a 21 anni, già viveva a Palermo, presso la chiesa di Santa Ninfa in via Maqueda, sede dei Crociferi in quella città. Nel 1704 era presente nel Noviziato dei Crociferi presso la chiesa di San Mattia dei Crociferi, nel quartiere della Kalsa. Poi, nel 1707, per quattro mesi, fu a Roma, nella casa generalizia dell’ordine, presso la chiesa di Santa Maria Maddalena, non lontano dal Pantheon. Poco dopo, fece ritorno in Sicilia e si stabilì a Castellammare del Golfo, una delle città dove, successivamente, prestò la sua opera di architetto. Fu in quell’anno che, probabilmente,

vennero stabiliti i suoi stretti legami con la Sicilia Orientale e con la zona di Alcamo, località nella quale realizzò il suo capolavoro, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano. Il suo ritorno a Palermo, l’anno successivo, coincise con l’inizio della sua carriera professionale: la città, in quegli anni, stava vivendo un vero e proprio boom architettonico che le conferì l’aspetto barocco che ancora oggi la contraddistingue: Mariani fu uno dei principali artefici di questa trasformazione. L’intervento principale che realizzò fu quello inerente il completamento della cupola della chiesa di San Giuseppe dei Teatini, collocata presso i Quattro Canti di Città, nel centro geografico di Palermo. La chiesa era stata realizzata nei primi decenni del Seicento su progetto del teatino savonese Giacomo

Besio, riprendendo, seppur con alcune modifiche, l’aspetto e l’assetto planimetrico della chiesa teatina genovese di San Siro, progettata da Andrea Riccio e nella quale lo stesso Besio aveva svolto il ruolo di collaboratore dell’architetto. L’edificio palermitano era completato quasi nella sua interezza ma la cupola mancava della calotta, essendo stata realizzata soltanto fino al tamburo. Mariani creò un’architettura di sapore piuttosto classico, che si ispirava alla cupola della chiesa madre dei Teatini, Sant’Andrea della Valle a Roma. Ancora in ambito palermitano, l’architetto pistoiese progettò l’interessante campanile della chiesa di Santa Maria di Montevergini, in cui l’uso di elementi architettonici desunti dal lessico borrominiano ci mostra quale fosse l’esuberanza

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In ambito pistoiese, fino a oggi, la figura di Giuseppe Mariani, architetto crocifero, è stata pressoché sconosciuta. Nato a Pistoia il 26 febbraio del 1681, figlio di Giovanni e di Michelangela Vannacci, si avvicinò, per motivi che non conosciamo all’ordine dei Crociferi o Camilliani, fondato da San Camillo de Lellis e dedicato alla cura degli infermi.


____

____

Sopra, un particolare

Above, a detail of the

del registro inferiore

lower register of the

dell’interno della

interior of the Church

chiesa dei Santi Cosma

of Santi Cosma e

e Damiano ad Alcamo

Damiano in Alcamo

(foto Regione Siciliana

(photo, Sicilian Region

Assessorato dei Beni

Department of Cultural

culturali e dell’Identità

Heritage and Sicilian

siciliana, Palermo)

Identity, Palermo)

____ In alto, la firma di Giuseppe Mariani (Archivio dell’Ordine Crocifero, Roma, 1444, 77, carta non numerata); Nella foto a sinistra., il Noviziato di San Mattia ai Crociferi in via Torremuzza a Palermo. A destra il complesso crocifero in via Maqueda a Palermo. ____ Above, Giuseppe Mariani’s signature (Archive of the Crociferi Order, Rome, 1444, 77, unnumbered paper). In the photo on the left, The Novitiate of San Mattia ai Crociferi on Via Torremuzza in Palermo. 92 | NATURART | DICEMBRE 2021

On the right, the Crociferi complex on Via Maqueda, Palermo.

del linguaggio architettonico di Giuseppe Mariani quando poteva operare svincolato dalla presenza delle preesistenze. La realizzazione del palazzo Cutò di Bagheria ci mostra come l’architetto fosse ormai richiesto non solo dagli ordini religiosi ma anche dalla nobiltà. La fabbrica, una delle più grandiose della cittadina, è caratterizzata dal grandioso belvedere, concepito per poter osservare da lontano i fuochi d’artificio che venivano lanciati per le feste che si svolgevano a Palermo. Accanto ad altre realizzazioni di minore interesse, come il santuario del Santissimo Crocifisso di Monreale, la Casa Crocifera e la facciata della Chiesa Madre di Castellammare del Golfo, le architetture più significative di Mariani furono la sua cappella privata, intitolata a San Giuseppe e collocata nella chiesa di Santa Ninfa Palermo, testimonianza dello status raggiunto dall’architetto

e, soprattutto, la chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alcamo. Appartenente all’ordine delle Clarisse, l’edificio è situato lungo la via principale della città ed esternamente ha un assetto estremamente dimesso che non fa percepire minimamente la complessità e la ricchezza dell’interno. Realizzata in un arco di tempo molto breve, tra il 1721 e il 1722, la chiesa è connotata da una pianta centrale che è un’esplicita derivazione da quella della chiesa borrominiana di Sant’Ivo alla Sapienza, a Roma. La figura dell’esagono sta alla base della composizione, dal momento che sei cappelle concave contribuiscono alla formazione della pianta. Accanto all’ ambiente centrale sono collocati una sorta di ambiente di ingresso, a pianta quadrata, e il coro, di uguali forma e dimensione. Fondamentale appare l’utilizzo dello stucco bianco che, come nel precedente romano, assume il

ruolo di protagonista assoluto nella decorazione dell’edificio. Negli angoli, delle paraste scanalate e rudentate sostengono dei capitelli corinzi molto fantasiosi, al di sopra dei quali è collocato un attico dal quale si dipartono dei costoloni che vanno a convergere nel centro della cupola. Si può, certamente, affermare che, con questa piccola e interessantissima architettura, nota quasi soltanto agli specialisti, Giuseppe Mariani realizzò l’edificio più compiutamente borrominiano della Sicilia. Per quanto figura nota nell’ambito delle ricerche di storia dell’architettura sulla Sicilia barocca, Giuseppe Mariani resta un personaggio piuttosto oscuro, poiché non si conoscono alcune tappe fondamentali della sua vita, prima tra tutte quella che sta alla base del suo trasferimento dalla Toscana in Sicilia. Anche nel panorama degli architetti del Barocco Siciliano, pur avendo realizzato opere di grande


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interesse, resta tutto sommato un personaggio assai poco indagato e conosciuto. Ancor più sorprendente è l’oblio in cui è caduto nella sua città natale: se Pistoia può vantare un discreto numero di importanti architetti che hanno operato nei secoli tra le sue mura, certamente, almeno prima del Novecento, è assai raro il caso di un pistoiese che mai ha operato in città e che invece è stato un artista importante altrove. Giuseppe Mariani, invece, è stato uno dei grandi toscani che hanno lavorato in Sicilia, insieme ai più noti, e fiorentini, Giulio Lasso e Francesco Camilliani. ☜

Sopra, il portale del Santuario del Santissimo Crocifisso a Monreale e sopra la la cappella di San Giuseppe in Santa Ninfa dei Crociferi a Palermo

Canon TM-200

(Giuseppe Mariani). ____ Above, the portal to

Partner

the Sanctuary of the Santissimo Crocifisso in Monreale and, above, the Chapel of San Giuseppe in Santa Ninfa dei Crociferi in Palermo (Giuseppe Mariani).

Tosco Data S.r.l. Via Pietro Borgognoni 2/l, 51100 Pistoia

Tel 0573/22160 www.toscodata.it


Local history

Giuseppe Mariani, a Pistoiese architect in 19th-century Sicily

F

The figure of Giuseppe Mariani, crocifero architect, has been practically unknown in the Pistoia area until today. Born in Pistoia on 26 February 1681, he was the son of Giovanni and Michelangela Vannacci.

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or reasons unknown to us, he became involved in the order of the Crociferi, or Camillians, founded by St. Camillus de Lellis and dedicated to caring for the sick. In 1702, at the age of 21, he was already living in Palermo, at the Church of Santa Ninfa in Via Maqueda, the local seat of the Camillians. In 1704, he was in the Camillians’ novitiate at the Church of San Mattia dei Crociferi in the Kalsa district. Then, he was in Rome for four months in 1707 in the order’s general house, in the Church of Santa Maria Maddalena, not far from the Pantheon. Shortly after, he returned to Sicily and settled in Castellammare del Golfo, one of the cities where he subsequently worked as an architect. Probably that was the year he established close ties with Eastern Sicily and the Alcamo area—where he created his masterpiece, the Church of Santi Cosma e Damiano. His return to Palermo the following year coincided with the beginning of his professional career. In those years, the city was undergoing the architectural boom that gave its still clear-cut baroque appearance. His main work was completing the dome of the Church of San Giuseppe dei Teatini, located at the Quattro Canti di Città, in Palermo’s geographical center. The church had been built in the early decades of the 17th century based on a design by Giacomo Besio, a member of Savona’s Theatine order. Albeit with some modifications, he echoed the appearance and planimetric structure of the Theatine Church of San Siro in Genoa, designed by Andrea Riccio. Besio himself had played the role of the architect’s assistant. The Palermo building was completed almost entirely;

however, the dome lacked the spherical cap, having been built only as far as the drum. Mariani created a building with a rather classic flavor, inspired by the dome of the Theatine mother church in Rome, Sant’Andrea della Valle. Still, in the Palermo area, the Pistoiese architect designed the impressive bell tower of the Church of Santa Maria di Montevergini. His use of architectural elements from the Borromini lexicon shows us the exuberance of Giuseppe Mariani’s architectural language when released from the presence of pre-existing buildings. The construction of the Cutò palace in Bagheria shows how religious orders and the nobility frequently requested this architect. The building, one of the largest in the town, is characterized by a grandiose viewpoint. It had been designed to observe from afar the fireworks launched for the festivals in Palermo. Alongside other buildings of lesser interest, such as the sanctuary of the Santissimo Crocifisso di Monreale, La Casa Crocifera, and the façade of the Mother Church of Castellammare del Golfo. Mariani’s most significant architectural works were his private chapel dedicated to St. Joseph and located in the church of Santa Ninfa Palermo— indicative of the architect’s status—and, above all, the Church of Santi Cosma e Damiano in Alcamo. Property of the order of the Poor Clares, the building is located along the city’s main street. It has an extremely modest external structure that does not reveal the least bit of the interior’s complexity and richness. Built in a very short time, between 1721 and 1722, the church features a central plan that derives clearly from Borromini’s Church of Sant’Ivo alla Sapienza in Rome. A hexagon is the basis of its composition since six open chapels contribute to the plan’s formation. A sort of entrance room with a square plan

____ In alto particolare del registro superiore

and the choir, in the same shape and size, sit next to the central room. The use of white stucco appears fundamental, taking center stage in the building’s decoration, as it did in the earlier Roman church. In the corners, fluted and rudenture pilasters support very imaginative Corinthian capitals. Above is a roof from which some ribs branch off to converge in the center of the dome. Unquestionably, Giuseppe Mariani created the most fully Borrominian building in Sicily in this small, very interesting building, known mainly only to specialists. As a well-known figure in the research of the architectural history of Baroque Sicily, Giuseppe Mariani remains a rather obscure character since some fundamental stages in his life are not known, chief among which the underlying reason for his move from Tuscany in Sicily. Even in the panorama of Sicilian Baroque architects, he remains a barely studied character about whom little is known despite having created works of great interest. Even more surprising is the oblivion into which he fell in his hometown. If Pistoia boasts a fair number of important architects who, at least before the 20th century, have worked within its city walls over the centuries. In that case, this is a rare case of a Pistoiese who never worked in this city but was an important artist elsewhere. Then again, Giuseppe Mariani was one of the great Tuscans who worked in Sicily, together with the better known—and Florentine—Giulio Lasso and Francesco Camilliani. ☜

dell’interno della chiesa dei Santi Cosma e Damiano ad Alcamo. (foto Regione Siciliana Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Palermo). Accanto, la cupola della chiesa di San Giuseppe dei Teatini a Palermo. (Giacomo Besio e Giuseppe Mariani) ____ Above, detail of the upper register of the interior of the Church of Santi Cosma e Damiano in Alcamo. (photo Sicilian Region Department of Cultural Heritage and Sicilian Identity, Palermo). Above, the dome of the Church of San Giuseppe dei Teatini in Palermo. (Giacomo Besio and Giuseppe Mariani)


____

Sotto, i meravigliosi

Below, the marvelous

interni della cupola

interior of the dome

della chiesa di San

of the Church of San

Giuseppe dei Teatini a

Giuseppe dei Teatini in

Palermo.

Palermo.

____ Accanto, il prospetto meridionale e settentrionale allo stato attuale del palazzo Cutò di Bagheria. ____ To the side, the southern and northern prospect in its current state at the Cutò palace in Bagheria

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La moda in vivaio

Amanda Beth Krnach — Creare per prolungare la vita dei materiali: il brand Krnach ridefinisce così un pezzo del processo industriale della moda e lo rielabora in chiave sostenibile, recuperando e mantenendo viva, contemporaneamente, una tradizione artigianale oggi sempre più difficile da rintracciare.

testo

a cura della Redazione

R

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idefinire il ruolo degli scarti tessili trasformandoli in accessori dal design originale, che siano, prima di tutto, funzionali. È questa la sfida sostenibile che Amanda Beth Krnach ha lanciato con i propri prodotti al mondo della moda. Il progetto che ha dato vita al marchio Krnach è nato nel 2018 ed è cresciuto negli ultimi tre anni grazie ad un lavoro di continua ricerca. Nel proprio laboratorio di Agliana, attraverso un processo di riciclo creativo, Amanda conferisce nuova vita a scampoli di tessuti tecnici che, secondo la tradizionale filiera produttiva, sarebbero destinati allo smaltimento. Ritagli, listelli, campionari, scarti

non biodegradabili - recuperati direttamente dalle aziende tessili che producono per i marchi più conosciuti della moda italiana diventano borse, pochette, shopper e collane. Accessori ispirati all’ambiente urbano e al paesaggio, frutto di un meccanismo virtuoso che consente non solo di trasformare un rifiuto in risorsa – eliminando tutte le conseguenze economiche ambientali dello smaltimento – ma anche di evitare che vada disperso tutto lo slancio progettuale che c’è a monte della produzione. Spesso, infatti, all’interno delle collezioni, proprio gli articoli più innovativi, sia dal punto di vista tecnico che da quello estetico, faticano ad essere recepiti dal mercato. È anche da qui, dal recupero di un articolo rimasto invenduto, che ha inizio il processo produttivo che caratterizza il

marchio Krnach. Il risultato è una collezione di pezzi unici, realizzati a mano e curati in ogni particolare. La gamma dei tessuti impiegati è infinita: nylon, cotone, pelliccia sintetica, pile, lana e poliestere sono solo alcuni dei materiali che, selezionati e abbinati, danno vita ad un nuovo prodotto continuando a garantire comfort ed alte prestazioni. Tra gli elementi di recupero non ci sono solo tessuti, ma anche cerniere, etichette e complementi in vetro. Perfettamente in linea con l’idea di produrre artigianalmente e commercializzare privilegiando la sostenibilità e la qualità, le confezioni degli accessori sono interamente realizzate in materiale riciclato o riciclabile e diventano parte di una nuova fase di vita del prodotto. ☜


Amanda Beth Krnach è nata in Ohio (USA) nel 1979. Dopo essersi trasferita a Firenze nel 2003 per approfondire i propri studi nell’ambito della moda non ha più lasciato la Toscana, dove ha lavorato come stilista per prestigiosi marchi di moda. Ha vissuto a Firenze e nel Chianti per poi stabilirsi ad Agliana. Negli ultimi anni ha deciso di arricchire la propria esperienza nel campo dei tessuti tecnici e delle loro applicazioni nell’abbigliamento e negli accessori. Un lungo percorso professionale e formativo ha portato Amanda ad immaginare un ritorno ad un modo di produrre artigianale che, mettendo in discussione le prassi della filiera industriale, potesse contribuire a preservare l’ambiente. La svolta è arrivata quando Amanda ha iniziato a raccogliere scampoli di tessuto con l’intento di trovare combinazioni sempre nuove per comporre borse ed altri accessori: prodotti in grado di unire estetica e funzionalità, ma anche punto di arrivo di un percorso produttivo totalmente rispettoso dell’ambiente. Oggi, nel laboratorio di Agliana, Amanda disegna e seleziona gli scampoli, taglia e cuce; combina inserti e cerniere, realizza a mano ogni pezzo delle proprie collezioni. Per info: krnach.com

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La Toscana e Pistoia come fonte di ispirazione e luogo in cui vivere

Amanda Beth Krnach was born in Ohio (USA) in 1979. After moving to Florence in 2003 to further her studies in fashion, she never left Tuscany, working as a designer for prestigious fashion brands. She has lived in Florence and the Chianti area, to then settle in Agliana. In recent years, she decided to supplement her experience with technical fabrics and their applications in apparel and accessories. Her educational background and career path led Amanda to imagine a return to an artisanal production that, by questioning the practices of the industrial chain, could contribute to preserving the environment. The turning point came when Amanda began to collect fabric scraps to find new combinations for making bags and other accessories: products that combine aesthetics and functionality and arrive at a production process respectful of the environment. Today, in her Agliana workshop, Amanda designs and selects the remnants, cuts and sews them, and combines inserts and zippers as she makes each piece of her collections by hand. For info: krnach.com

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Tuscany and Pistoia as a source of inspiration and a place to live.


Fashion in the greenhouse

Amanda Beth Krnach

Creating to extend the life of materials: the Krnach brand redefines a piece of the industrial fashion process and reinterprets it sustainably, salvaging it and keeping it alive, at the same time, an artisan tradition that is now increasingly difficult to trace.

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he challenge of sustainability is to redefine the role of textile waste by transforming it into original accessories that are, first of all, functional. Amanda Beth Krnach launched her products to the fashion world to meet this challenge. The project that gave rise to the Krnach brand was set up in 2018 and has grown over the last three years due to ongoing research. Amanda’s Agliana workshop gives new life to scraps of technical fabrics through a creative recycling process that otherwise would end up in the trash based on the traditional production chain. Instead, cuttings, strips, samples, and non-biodegradable scraps - recovered directly from the textile companies that produce for the most famous Italian fashion brands - become bags,

clutches, shopping bags, and necklaces. Accessories inspired by the urban environment and the countryside. the result of a virtuous mechanism makes it possible not only to transform waste into a resource—eliminating all the environmental, economic consequences of disposal—but also to prevent all of production’s existing design momentum upstream from being lost. Often, within collections, the most innovative items, both technically and aesthetically, struggle to be accepted by the market. It is also from here, from the reclamation of an unsold item, that the Krnach brand’s distinctive production process begins. The result is a collection of unique, handmade pieces with attention to even the smallest detail. The range of fabrics used is infinite: nylon, cotton, fake fur, fleece, wool, and polyester are just some of the materials that, selected and combined, give life to a new product while guaranteeing comfort and high

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Nel proprio laboratorio

Amanda uses a creative

di Agliana, attraverso un

recycling process In her

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Agliana workshop to

Amanda conferisce nuova

give new life to scraps

vita a scampoli di tessuti

of technical fabrics that

tecnici che, secondo

otherwise would be

la tradizionale filiera

sent for waste disposal

produttiva, sarebbero

according to the

destinati allo smaltimento.

traditional production chain.

performance. Not only are fabrics among the recycled elements, but also zippers, labels, and glass accessories. Perfectly aligned with the idea of handcrafted production and marketing focused on sustainability and quality, accessory packaging is entirely made of recycled or recyclable material and becomes part of a new phase in the product’s life. ☜



Pistoia nel mondo

Un artigiano pistoiese nei luoghi del Centro Mondiale Bahá’í — Saiello Saielli, la Tomba di Bahá’u’lláh e i Giardini Bahá’í in Terra Santa

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testo Marco Bresci


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____ Accanto, la porta in legno massiccio realizzata da Saiello Saielli per il mausoleo che custodisce la tomba di Bahá’u’lláh. All’artigiano pistoiese si deve anche la balaustra degli Archivi Internazionali Bahá’í ____ To the side, the solid wooden door made by Saiello Saielli for the temple that houses the tomb of Bahá’u’lláh. This Pistoiese craftsman was also responsible for the balustrade of the Bahá’í International Archives.

A

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circa un’ora di distanza in auto da Haifa si possono raggiungere i giardini a Bahjí, nell’immediato circondario di ‘Akká (San Giovanni d’Acri), con al centro la Magione, dove nel 1892 morì Bahá’u’lláh, e, al suo fianco, la Tomba. Da allora il sito è stato abbellito con splendidi giardini intersecati da un percorso rotondo per la circumambulazione dei fedeli attorno alla Tomba. La Magione ha anche un giardino interno alberato, è attorniata da un’area con alberi pregiati, aiuole e percorsi su ciottoli di residui di mattoni dal caratteristico colore rosso; è uno spazio immerso nel silenzio, rotto soltanto dal fruscio del vento e dal canto degli uccelli. Dopo la morte di Bahá’u’lláh, dal 1892 al 1921 la guida della fede fu nelle mani del Figlio, ‘Abdu’lBahá, e dal 1921 al 1957 di Shoghi Effendi, nominato Custode della Fede e pronipote di Bahá’u’lláh. Fu Shoghi Effendi a pianificare la realizzazione di tutto il complesso di edifici, il Mausoleo del Báb ed i giardini del Centro, nonché l’area attorno alla Tomba di Bahá’u’lláh a Bahjí e le altre aree importanti dal punto di vista storico della fede. Scelse lo stile neoclassico per gli edifici amministrativi. Probabilmente molti pistoiesi non sanno che la nostra città

ha un legame con la Terra Santa ed in particolare con il Centro Mondiale della fede Bahá’í. Nel libro “Shoghi Effendi. Ricordi” di Ugo Giachery, pubblicato a Oxford nel 1977, si legge: «Dopo un’accurata ricerca nel campo degli architetti e degli artisti, trovammo un abile falegname e mobiliere di nome Saiello Saielli che, da diligente e capace artigiano, rispose pienamente alle attese di Shoghi Effendi». Nello stesso volume troviamo anche questa ulteriore riflessione: «Pistoia è da secoli famosa per l’abilità dei suoi artigiani nei lavori in legno e nelle decorazioni in bronzo: si decise quindi di cercare qui la fonderia e l’impresa adatte ad eseguire un elemento così importante per l’erezione degli Archivi, e dopo le ricerche e consultazioni la scelta cadde sulla ditta di Renzo Michelucci per la parte metallica e su quella di Saiello Saielli per il lavoro di falegnameria». Le due citazioni sopra riportate del libro “Shoghi Effendi” fanno onore all’esperienza ed alla professionalità di ditte e artigiani pistoiesi. Saiello Saielli di Pistoia è l’autore del cuore ligneo della porta in bronzo della Tomba di Bahá’u’lláh e della balaustra degli Archivi Internazionali Bahá’í. Il luogo collegato ai nomi e all’arte artigiana delle Fonderie Michelucci e di Saiello Saielli è uno dei due centri fondamentali per la fede Bahá’í a livello mondiale. L’altro si

trova ad Haifa, sempre in Israele. Sulle pendici del Monte Carmelo si estendono infatti in tutta la loro magnificenza giardini e terrazze al di sopra ed al di sotto del Mausoleo del Báb, dove riposano le spoglie del primogenito dell’Araldo Precursore della fede Bahá’í. Tali giardini e terrazze sulla “Montagna di Dio” sono una delle maggiori attrazioni turistiche di Haifa. Le terrazze con i relativi giardini, così bene integrate, sono state disegnate da Fariborz Sahba, architetto di origine iraniana, che iniziò la progettazione nel 1987, su incarico della Casa Universale di Giustizia, l’Istituzione Suprema della fede Bahá’í che ha la sede proprio qui. Il complesso dell’area, con la scalinata, le terrazze ed il completamento degli edifici amministrativi fu inaugurato la sera del 22 maggio 2001. Disegnate a forma di nove cerchi concentrici, le Terrazze sembrano irradiarsi dal Mausoleo verso l’esterno e tutte le loro linee e curve dirigono l’attenzione verso l’edificio che si trova al centro. Armonia, simmetria e ordine sono gli importanti fattori estetici dai quali i giardini prendono la loro forma, come dalle parole di ‘Abdu’l-Bahá: «è naturale per il cuore e lo spirito trovare piacere e diletto in tutte le cose che mostrano simmetria, armonia e perfezione». L’intera area con le 18 terrazze ed i relativi giardini si estende per circa 200.000 m2.


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Per la descrizione delle terrazze, dei giardini

e dell’architettura si è fatto riferimento ai comunicati del Centro Mondiale Bahá’í per l’inaugurazione del 22.05.2001: http://www.bahaimilano.it/ terrazze/data/terraces.it.html

Per le citazioni sull’artigianato pistoiese, Shoghi Effendi, Ricordi, di Ugo Giachery, ed. George Ronald, Oxford, 1977 Per le immagini:

Bahá’í Media Bank e http://bahaipictures.com/ copyright.htm

contrasta drammaticamente con il trattamento che il Báb dovette subire quando fu imprigionato in una remota fortezza nel nord della Persia, dove Gli veniva negata anche una semplice candela per poter vedere di notte. Anche parte della flora sulle Terrazze è profondamente simbolica per i Bahá’í. Sulla Nona Terrazza, proprio sotto il Mausoleo, crescono due giovani aranci nati dai semi di un albero che si trovava nel cortile della casa del Báb a Shiraz in Iran, prima che fosse distrutta dalle autorità rivoluzionarie di quel paese. Nel progettare giardini che mettessero in evidenza la bellezza del Mausoleo, trasmettessero la ricchezza della sua storia e simbolizzassero le sue essenziali verità spirituali, l’architetto ha posto anche particolare attenzione all’ecologia dell’area. Ogni Terrazza ha tre zone di giardino. La zona centrale è di stile classico, con prati erbosi di zoysia, aiuole di fiori annuali, siepi di santolina e duranta, nonché cespugli ed alberi accuratamente potati. La zona laterale è più informale con alberi da fiore e cespugli perenni, tipici del Medio Oriente e comprende piante resistenti alla siccità che necessitano di poca manutenzione,

quali oleandri, rosmarino, lantana, olivo, jacaranda e plumeria. Fiori selvatici e piante da bulbi fioriscono in profusione da dicembre ad aprile, mentre gli alberi da fiore e gli arbusti risaltano durante la primavera e l’estate. La terza zona è stata lasciata libera di svilupparsi in bosco naturale e serve da rifugio agli animali selvatici. Animali tipici della zona quali manguste, ricci, tartarughe terrestri e rettili sono ritornati in questi rifugi naturali, creati appositamente al bordo delle Terrazze. Là hanno trovato rifugio anche uccelli tipici dell’area, quali martin pescatori, corvi, passeri palestinesi, fringuelli, quaglie, upupe, falchi, gufi, tortore, usignoli e ghiandaie. I Giardini Monumentali, collocati sotto la sede della Casa Universale di Giustizia, custodiscono le tombe di alcuni membri della famiglia di Bahá’u’lláh, il Fondatore della fede Bahá’í. Nel 2008 questi giardini e quelli di ‘Akká sono stati riconosciuti patrimonio mondiale dell’UNESCO. La loro storia e il loro significato, insieme alle vicende di Saiello Saielli, ci sembra che siano importanti da conoscere anche a Pistoia, patria del falegname e città del verde e delle piante. ☜

____ I Giardini Monumentali, collocati sotto la sede della Casa Universale di Giustizia, custodiscono le tombe di alcuni membri della famiglia di Bahá’u’lláh, il Fondatore della fede Bahá’í. Nel 2008 questi giardini e quelli di ‘Akká sono stati riconosciuti patrimonio mondiale dell’UNESCO. ____ The Monumental Gardens, located below the headquarters of the Universal House of Justice, house the tombs of some family members of Bahá’u’lláh, the founder of the Bahá’í faith. In 2008, these and the Akká gardens were recognized as a UNESCO World Heritage Site.

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— Lungo tutto il percorso delle Terrazze viene mantenuto un senso di continuità ed il rumore della città è attutito dal gentile suono dell’acqua che fluisce in canaletti laterali lungo le scalinate e in una serie di fontane. La pietra Sajur e Jatt usata per le Terrazze, è stata scelta per richiamare alla memoria l’autentico retaggio architettonico della Terra Santa. Proviene da una cava israeliana ed è stata lavorata a Nazareth. Le balaustre e alcune fontane sono state scolpite in Italia. Gli squisiti particolari, cesellati a mano, e i vari disegni formati dalle pietre della pavimentazione nel centro di ogni Terrazza, aggiungono un tocco particolare in mezzo all’armonioso progetto globale. Anche il piazzale di accesso alle Terrazze della Ben Gurion Avenue è singolare, con le sue cascate in marmo, i canaletti per l’acqua e una fontana, unica nel suo genere a forma di stella, situata al centro di 16 silenziosi e cristallini specchi d’acqua, a forma di diamante, che creano due livelli di superfici scintillanti. Le Terrazze non sono ricche solo di bellezza, ma anche di significati simbolici. Le 19 Terrazze rappresentano il Báb e i Suoi primi diciotto discepoli. La diffusa illuminazione delle Terrazze e del Mausoleo stesso


Pistoia Around the World

A Pistoiese Craftsman at the Bahá’í World Center

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Il luogo collegato

The place is connected

al nome e all’arte

to the name and

artigiana del

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pistoiese Saiello

Pistoiese Saiello Saielli

Saielli ma anche delle

and the Michelucci

Fonderie Michelucci,

Foundries, and it is one

è uno dei due centri

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fondamentali per la

centers for the Bahá’í

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faith worldwide.

mondiale.

Saiello Saielli, the Tomb of Baháʼu’lláh and Bahá’í Gardens in the Holy Land

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he gardens in Bahjí are about an hour’s drive from Haifa. Set in the immediate surroundings of ‘Akká (in Italian, San Giovanni d’Acri). In the center is the Mansion where Bahá’u’lláh died in 1892; his tomb is to its side. Since added to beautify the site is a circular path intersecting the splendid gardens, which permits the faithful to walk around the tomb. The Mansion also has an internal wooded garden surrounded by rare trees, flower beds, and cobblestone paths with red brick residues remnants. Immersed in silence, the space is broken only by the rustling wind and birdsong. Following Bahá’u’lláh’s death, the leadership of the faith was in the hands of the Son, ‘Abdu’l-Bahá from 1892 to 1921. Bahá’u’lláh’s great-grandson Shoghi Effendi was appointed Guardian of the Faith from 1921 to 1957. He planned the construction of the entire complex of buildings, including the Shrine of the Báb, the center’s gardens, the area around the Tomb of Bahá’u’lláh in Bahjí, and other historically significant areas of the faith. He chose a neoclassical style for the administrative buildings. Likely, many Pistoiesi do not know that our city has a link with the Holy Land and, specifically, with the Bahá’í World Center. Ugo Giachery’s book “Shoghi Effendi. Ricordi” (Oxford, 1977) states that “After a careful search for an architect and artists, we found a skilled carpenter and cabinetmaker named

Saiello Saielli. This diligent and capable craftsman completely met Shoghi Effendi’s expectations”. That same book also contains this additional observation: “Pistoia has been famous for centuries for its skillful artisans in woodworking and bronze decoration. Therefore, it was decided to look in that city for a foundry and a company suitable for working on such an important element in constructing the archives. After research and consultations, the companies of Renzo Michelucci for metalworking and Saiello Saielli’s for woodwork were chosen”. The two quotations mentioned above from the book “Shoghi Effendi” honor the experience and professionalism of Pistoia’s companies and artisans. Saiello Saielli of Pistoia created the wooden heart of the bronze door to the Tomb of Bahá’u’lláh and the balustrade of the Bahá’í International Archives. The place connected to the names and craftsmanship of the Michelucci Foundries and Saiello Saielli is one of the two centers fundamental to the Bahá’í faith worldwide. The other is located in Haifa, also in Israel. Magnificent gardens and terraces extend on the slopes of Mount Carmel, above and below the Shrine of the Báb, with the remains of the firstborn of Bahá’í’s Herald Precursor. These gardens and terraces on “God’s Mountain” are one of Haifa’s major tourist attractions. The seamlessly integrated terraces with their related gardens were designed by Iranian architect Fariborz Sahba, who began the design in 1987, on behalf of the Universal House of Justice, the

Supreme Institution of the Bahá’í faith whose headquarters are here. The general area, with staircase, terraces, and the completed administrative buildings, was inaugurated on the evening of 22 May 2001. Designed in nine concentric circles, the terraces seem to radiate outwards from the mausoleum—all lines and curves directing attention to the building in its center. Harmony, symmetry, and order are the important aesthetic factors from which the gardens take their shape. As in the words of ‘Abdu’l-Bahá, “It is natural for the heart and the spirit to find pleasure and delight in all things that display symmetry, harmony, and perfection”. The entire area, including the 18 terraces and related gardens, covers approximately 200,000 m2. — A sense of continuity is maintained along the entire length of the terraces. City noise is muffled by the sound of gently flowing water in channels alongside the stairways plus a series of fountains. The Sajur and Jatt stone used for the terraces was chosen to evoke the Holy Land’s authentic architectural heritage. It came from an Israeli quarry and was worked in Nazareth. The balustrades and some fountains were sculpted in Italy. The exquisite hand-chiseled details and various designs formed by the paving stones in the center of each terrace add a special touch amid the overall harmonious design. The entrance to the terraces on Ben Gurion Avenue is also unique, with its marble cascades,


Dal 1990 a Pistoia water channels, and an impressive starshaped fountain located in the center of 16 diamond-shaped pools of silent, crystalline water, creating two levels of shimmering surfaces. The terraces are filled not only with beauty but also with symbolic meanings. The 19 terraces represent the Báb and His first eighteen disciples. The diffused lighting of the terraces and the mausoleum itself contrasts dramatically with the treatment the Báb underwent when he was imprisoned in a remote northern Persian fortress, where he was denied even a simple candle to be able to see at night. Some of the flora on the terraces is also profoundly symbolic to Bahá’ís. For example, just below the mausoleum, the Ninth Terrace has two young orange trees grown from the seeds of a tree that had stood in the courtyard of the Báb’s house in Shiraz, Iran, before that country’s revolutionary authorities destroyed it. The architect also paid particular attention to the area’s ecology when designing the gardens that highlight the mausoleum’s beauty, convey the richness of its history, and symbolize its essential spiritual truths. Each terrace has three garden areas. The central area has a classical style, with lawns of zoysia grass, beds of annual flowers, Santolina and Duranta hedges, and carefully trimmed bushes and trees. The side area is more informal with flowering trees and perennial bushes typical of the Middle East and includes such drought-tolerant plants that require little maintenance as oleander, rosemary, lantana, olive,

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jacaranda, and plumeria. Wildflowers and bulb plants bloom in profusion from December to April, while flowering trees and shrubs stand out during the spring and summer. The third area has been left free to develop into a natural wood and serves as a refuge for wild animals. Such typical local animals as mongooses, hedgehogs, tortoises, and reptiles have returned to these natural shelters, specially created at the edge of the terraces. Birds typical of the area have also found refuge there, including kingfishers, crows, Palestinian sparrows, finches, quails, hoopoes, hawks, owls, turtledoves, nightingales, and jays. Set below the headquarters of the Universal House of Justice, the monumental gardens contain the tombs of some members of the family of Bahá’u’lláh, the founder of the Bahá’í faith. In addition, the gardens here and in ‘Akká were recognized in 2008 as a UNESCO World Heritage Site. As a result, it is important to know their history and meaning, together with the stories of Saiello Saielli and the cabinetmaker’s hometown of Pistoia, the city of greenery and plants. ☜

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Un MULO per amico — A chi non piacerebbe un compagno di lavoro affidabile, robusto e instancabile? Disposto a lavorare su ogni tipo di terreno, silenzioso e pulito ma anche altamente efficiente? Praticamente un MULO…

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Ci ha pensato Filoni Srl, azienda attiva a San Marcello Piteglio dal 1952 che, dopo aver sviluppato innumerevoli progetti e prototipi per grandi industrie, ha ideato alcune linee di prodotti propri. MULO è una motocarriola a batteria potente e versatile, disponibile in diversi allestimenti per soddisfare le esigenze di differenti utilizzatori. La sua trazione è studiata per affrontare salite e discese con pendenza fino al 12%, a pieno carico e in tutta sicurezza; grazie ai controlli ergonomici sul manico, può spostare con estrema facilità carichi fino a 250 kg. MULO ha due batterie da trazione potenti e affidabili che consentono un’autonomia di lavoro fino a 8 ore

e ruote tassellate con le quali può spostarsi agevolmente sul terreno pavimentato di un centro storico urbano come sul terreno accidentato di uno scavo di cantiere, sulla sabbia e sul prato. Filoni Srl ha messo a frutto i suoi oltre 50 anni di esperienza nello studio e nella costruzione di mezzi di trasporto e veicoli di ogni tipo, applicando soluzioni tecniche ed ergonomiche efficaci, che danno a questa carriola elettrica qualità straordinarie. L’utilizzo delle ruote al posto dei cingoli rende la carriola più maneggevole e l’impiego di un telaio in tubolare leggero permette di risparmiare sul peso per concentrare tutta la potenza possibile sul trasporto dei materiali. Grazie al cassone ribaltabile ampio e capiente, la carriola elettrica MULO può trasportare materiali sfusi o ingombranti di ogni tipo. Le versioni attualmente disponibili sono: vasca per liquidi in materiale plastico o pianale con sponde

in legno, inoltre possono essere studiate flotte personalizzate in base a esigenze specifiche. MULO è amico dell’ambiente, non inquina e va in ogni luogo aperto o chiuso… Cantieri, giardini, serre, stalle, campagna o città, parchi naturali, aree residenziali e zone pedonali dove l’inquinamento ambientale e acustico non è consentito. I settori di attività spaziano dal giardinaggio all’edilizia, dalla cura degli animali (essendo silenzioso non li spaventa) ai mille altri possibili impieghi in campagna, nei vigneti e negli uliveti. Filoni Srl invita a visitare la pagina dedicata al MULO all’interno del proprio sito ww.filoni.eu, per scoprire le caratteristiche tecniche, richiedere informazioni e offerte.


PubbliNATURART

A MULO as a Friend Who would not like a reliable, sturdy, and tireless workmate? Willing to operate on all types of terrain, quiet and clean but also highly efficient? In other words, a MULO... Filoni Srl, a company active in San Marcello Piteglio since 1952, has taken care of it. After developing countless projects and prototypes for large industries, it has created its own product lines. MULO is a powerful and versatile battery-powered wheelbarrow, available in different configurations to meet the needs of various users. Its traction has been designed to safely complete uphill and downhill gradients of up to 12% while fully loaded. In addition, the ergonomic controls on the handle can move loads of up to 250 kg without difficulty. MULO has two powerful and reliable traction batteries that have a working autonomy of up to 8 hours. Its all-terrain

wheels enable easy movement on the streets and sidewalks of a historical city center, the rough ground of an excavated construction site, on sand, or in the garden. Filoni Srl has capitalized on its over 50 years of experience in designing and constructing all kinds of vehicles and using effective technical and ergonomic solutions that make this electric wheelbarrow outstanding. The use of wheels instead of tracks makes the wheelbarrow more manageable. In addition, the lightweight tubular frame makes it possible to save on weight and concentrate all maximum capacity on transporting materials. Thanks to its large and capacious tipper body, the MULO electric wheelbarrow can transport loose or bulky materials of all kinds. The versions currently available are with a plastic tank for liquids or a platform with wooden sides. In addition, customized fleets can be designed based on specific needs.

MULO is environmentally friendly. It does not pollute and goes to any open or enclosed space: construction sites, gardens, countryside or cities, nature reserves, and residential or pedestrian areas where environmental and noise pollution are not allowed. The range of business sectors includes gardening, construction, animal care— as silence does not scare them—and a thousand other possible uses in the country, vineyards, and olive groves. Filoni Srl encourages a visit to the page dedicated to the MULO on its website at www.filoni.eu to learn about its technical features or request information and bids.

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The Pistoia Wine

LIBRI

Agenda Letteraria 2022 Pistoia e il suo territorio Editore: Giorgio Tesi Editrice srl ISBN: 9788898888221 Caratteristiche: 2021, 11,5X19,5 cm Pagine: 184 Lingua: italiano Autori: Giovanni Capecchi – testi – Sara Masiani – illustrazioni Prezzo di copertina: € 12,00 —

Promossa da UNISER, la società strumentale della Fondazione CARIPT che si occupa di ricerca, innovazione e alta formazione, la prima Agenda Letteraria completamente dedicata al nostro territorio è composta da 184 pagine in formato 11,5x18,5 cm che contengono, oltre a tante splendide illustrazioni, nomi, brevi biografie, date e citazioni di decine e decine di letterati pistoiesi o che a Pistoia hanno vissuto, lavorato, viaggiato, o che della provincia pistoiese hanno scritto. Con testi a cura del Professor Giovanni Capecchi, arricchita dalle illustrazioni della giovane illustratrice pistoiese Sara Masiani, è edita da Giorgio Tesi Editrice.

IL VINSANTO Prodotto da uve tenute ad appassire in fruttaio per alcuni mesi. L’uva viene poi spremuta ed il mosto così ottenuto elabora ed invecchia in caratelli di castagno e rovere per almeno tre anni come da secolare tradizione toscana. Produced from grapes held to fade in particular room for some months. The grapes are are squeezed and the must elaborated and growl old in kegs of chestnut and oak for three years as from secular Tuscan tradition.

Via Tacinaia 75 - 51039 Quarrata (PT) www.tacinaia.it

Tuscany The fascination of landscapes, the nobility art Editore: Giorgio Tesi Editrice srl ISBN: 9788898888238 Caratteristiche: 2021, 23,5X31 cm Pagine: 80 Lingua: italiano/inglese Autore: Luca Bracali Prezzo di copertina: € 20,00 —

“Tuscany - The fascination of landscapes, the nobility art” è il titolo del nuovo libro del pistoiese Luca Bracali dedicato a Pistoia e alla Toscana: un libro fotografico, con testi in italiano e inglese, composto da 50 splendidi scatti di uno dei più famosi fotografi naturalisti al mondo, che sono stati esposti nella scorsa primavera nel centro di Zittau per festeggiare i 50 anni di gemellaggio tra la città tedesca e Pistoia. Le foto sia di Pistoia che della Toscana sono state scattate quasi tutte utilizzando il drone, in modo da offrire ai lettori qualcosa di unico. Naturalmente, parlando di Pistoia e della Toscana non potevano mancare le piante e il verde: nel libro ci sono immagini con i cipressi della Val d’Orcia, che diventano protagonisti del paesaggio e della produzione vivaistica pistoiese, vera eccellenza espressa dal nostro territorio.


A cura della redazione

UNISER, Fondazione CARIPT’s ancillary company for research, innovation, and higher education, is promoting the first literary agenda dedicated entirely to our territory. Its 184 pages in an 11.5x18.5 cm format contain many splendid illustrations plus the names, short biographies, dates, and quotations of the many dozens of writers from Pistoia or who have lived, worked, or traveled in Pistoia; or written about its province. Published by Giorgio Tesi Editrice, it was written by Prof. Giovanni Capecchi and illustrated by Sara Masiani, the young Pistoiese illustrator.

“Tuscany - The fascination of landscapes, the nobility art” is the title of Pistoia native Luca Bracali’s new book. Dedicated to Pistoia and Tuscany, this book of photographs with texts in Italian and English has 50 splendid shots by one of the most famous nature photographers in the world. The shots were exhibited last spring in the center of Zittau to celebrate 50 years of twinning between the German city and Pistoia. Almost all the photos of both Pistoia and Tuscany were taken using a drone, offering readers something unique. Of course, speaking of Pistoia and Tuscany, there are a lot of plants and greenery to be seen. The book contains images with the Val d’Orcia cypresses, which become leading players in the landscape and Pistoiese nursery production, expressing our district’s excellence.

SOLUZIONI DI STAMPA PER L’UFFICIO Tel. +39 055 308109 assistenza.clienti@giraldimarcello.it

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VIVAIO 2.0

Follow us on social networks! Giorgio Tesi Group wants to be available for all its customers through the main social channels, an essential tool today for the prompt delivery of a wide range of company information. Today more than ever, the decisive role in our planet’s future of our marvelous plants produced in Pistoia and our branches in Piadena, Orbetello, Grosseto, and San Benedetto del Tronto, is at the heart of our messaging. Nevertheless, there is also room for everyone who Giorgio Tesi Group vuole stare per far visitare i vivai e la nostra works day after day to nurture, grow, vicina a tutti i propri clienti produzione dal proprio pc o anche attraverso i principali canali smartphone: un innovativo metodo and market our plants in over 60 social che oggi rappresentano per dialogare con i nostri clienti in countries around the world. The Nurseries Virtual Tour also un importante strumento per tutto il mondo. Una mappa porta continues to be updated. This veicolare le informazioni aziendali il visitatore a scegliere il centro multimedia platform was created in maniera veloce e diversificata. di produzione da esplorare e una to visit the nurseries and view Al centro della comunicazione le volta selezionato sarà possibile our production using your PC or meravigliose piante prodotte a navigare al suo interno scegliendo smartphone, offering an innovative Pistoia e nelle filiali di Piadena, l’area in base alle varietà a cui si è Orbetello, Grosseto e San interessati, ottenendo informazioni way for communicating with our Benedetto del Tronto, che oggi botaniche e commerciali, richiedere customers internationally. A map più che mai hanno un ruolo un preventivo oppure informazioni helps the visitor choose which production center they wish to determinante per il futuro del all’ Ufficio Commerciale di nostro Pianeta. Accanto a loro riferimento. Il sistema si basa sulla explore. Once selected, the visitor can però spazio anche a tutte le fotografia panoramica a 360 gradi, browse the area, choose appropriate persone che quotidianamente con la quale è possibile osservare varieties, get botanical and commercial information, and request lavorano per coltivarle, crescerle e l’ambiente da diversi punti di a quote or information from the commercializzarle in oltre 60 paesi osservazione permettendo quindi appropriate sales office. Furthermore, nel mondo. la visione di spazi e situazioni con the system uses 360-degree Continua anche l’aggiornamento realismo e grande qualità. di Nurseries Virtual Tour, la Cosa aspetti, accedi e scopri la panoramic photography to view the piattaforma multimediale nata nostra produzione! surroundings from various vantage points, thus making it easier for realistic, high-quality views of the premises and conditions. Se volete approfondire la nostra conoscenza e scoprire la nostra produzione: What are you waiting for? Log on Facebook – giorgiotesigroup and discover our range of products! Instagram – giorgio tesi group Linkedin – www.linkedin.com/company/giorgio-tesi-group Youtube – Giorgio Tesi Group Virtual Tour - www.giorgiotesigroup.it/it/virtual-tour/

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112 | NATURART | DICEMBRE 2021

1 Pag 10 Pistoia Medioevo. Crocevia di artisti tra Romanico e Gotico – Pistoia Musei 2 Pag 20 La Collezione dell’Accademia Gherardeschi – Chiesa di Sant’Ignazio - Pistoia 3 Pag 44 Tra Cino e Vanni Fucci – Piazza Duomo Pistoia 4 Pag 50 Giardino Zoologico di Pistoia – Via Pieve a Celle 160 - Pistoia 5 Pag 52 Sentieri condivisi sulla Montagna Pistoiese – San Marcello - Piteglio 6 Pag 64 Mostra sull’ Altare Argenteo di San Iacopo – Chiesa di San Leone (Pistoia)

7 Pag 68 Le piante pistoiesi protagoniste per un futuro migliore – Giorgio Tesi Group – Via di Badia 14 - Pistoia 8 Pag 74 La villa di Montebuono, sogno di fasto settecentesco – Barile (Pistoia) 9 Pag 82 Il Codice Ferrucci - Gavinana - Pistoia 10 Pag 90 Giuseppe Mariani, un architetto pistoiese nella Sicilia del Settecento - Pistoia 11 Pag 94 La Moda in Vivaio: Amanda Beth Krnach – Agliana (Pistoia) 12 Pag 106Un Mulo… per amico – Filoni Srl (San Marcello Piteglio)


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ISSN 2421-2849

Provincia di Pistoia


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