N. 40 - SETTEMBRE | SEPTEMBER 2021 | COPIA OMAGGIO - FREE COPY
Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World in Pistoia
GIORGIO TESI EDITRICE
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Nurseries Virtual Tour è la piattaforma multimediale lanciata da Giorgio Tesi Group per visitare i vivai e la produzione, un innovativo metodo per dialogare con i nostri clienti in tutto il mondo. Una mappa vi guiderà nella scelta del centro di produzione da esplorare e una volta selezionato potrete navigare al suo interno scegliendo l’area in base alle varietà a cui siete interessati, ottenendo informazioni botaniche e commerciali. Potrete inviare un preventivo oppure una richiesta di informazioni al vostro commerciale di riferimento. Il sistema si basa sulla fotografia panoramica a 360 gradi, con la quale potrete osservare l’ambiente che vi circonda da diversi punti di osservazione permettendovi quindi la visione di spazi e situazioni con realismo e grande qualità.
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EDITORIALE
Giovanni Capecchi Direttore Editoriale Managing Editor —
g.capecchi@discoverpistoia.it
Con Luca
NATURART | SETTEMBRE 2021 | 3
Ora, con una maggiore – ma sempre breve – distanza da quella data, non posso non utilizzare questo spazio per salutare un amico. Questo spazio, però, non è solamente un angolo personale: dell’amico Luca ho la fortuna di avere tanti bellissimi ricordi, anche legati a una parola, a una frase che pronunciava con la sua voce profonda emergendo da un lungo silenzio nel quale sembrava essersi perso. È infatti l’intera rivista NATURART che vuole salutare e ricordare Luca, che al nostro periodico e alle iniziative che abbiamo proposto nel tempo ha sempre guardato con grade attenzione, aiutandoci costantemente: non è un caso che l’idea di questo editoriale sia nata di comune accordo con l’azienda Giorgio Tesi Group, nella sede di NATURART, sfogliando con altri membri della redazione le prime bozze del numero che vi apprestate a leggere. E dirò di più: non credo di esagerare se aggiungo che forse mai come in questo editoriale sento di rappresentare la città di Pistoia, che deve moltissimo a Luca, nelle varie stagioni della sua vita e nell’ultima – veramente notevole – esperienza, quella di Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio.
www.discoverpistoia.it
Ho iniziato a seguire le vicende politiche e culturali della città fin dagli anni liceali, ma il primo luogo che ho frequentato e che aveva il carattere di vero e proprio laboratorio di riflessione capace di mettere insieme locale e globale è stato il convento di San Domenico dove si riuniva l’associazione “La Vigna”. Al grande tavolo dell’associazione, ogni sabato pomeriggio, sedevano padre Armando Verde ed Elettra Giaconi, ma anche Alessio Colomeiciuc e Luca Iozzelli. Io ero uno studente universitario, loro (Alessio e Luca) dei professionisti già noti, che guardavo e ascoltavo con ammirazione, come fanno i ragazzi affamati di “miti”. Era quella la stagione di importanti terremoti politici e ideali, nasceva a Palermo il movimento Città per l’Uomo di padre Ennio Pintacuda e la “Rete” di Leoluca Orlando ai quali Luca guardava con grande interesse, poi venne costruita in città un’alleanza tra mondo ambientalista e verdi da un lato e area “cattolica” che sempre Luca e Alessio rappresentavano. Io continuavo ad essere il “piccolo” del gruppo, ma ascoltavo e osservavo e maturavo una ben precisa idea di “politica”. È poi venuta la stagione della prima Giunta guidata dal Sindaco Renzo Berti. Luca assessore al Personale e Vicesindaco, io assessore alla Cultura. In quel periodo, Luca coniò per me un soprannome che ancora ricordo agli amici e che – almeno in parte – mi identifica: per lui ero (e sono rimasto, visto che adoperava questo soprannome anche in uno degli ultimi messaggi che mi ha inviato) “il Formicolone”, perché riuscivo sempre a ‘raggranellare’ i soldi necessari per le iniziative culturali che mi stavano a cuore e che volevo ad ogni costo realizzare. Quando stava per diventare Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Luca venne a trovarmi, chiedendomi una disponibilità ad entrare nel Consiglio Generale della Fondazione. Accettai, contento di fare un altro pezzetto di strada al suo fianco. Ed è iniziata così, per me, anche questa nuova esperienza, che perdura. Il 27 agosto scorso e per più giorni, sono rimasto ammutolito. Non sarei riuscito a dire una parola sulla scomparsa di Luca.
EDITORIALE
Pistoia, una città da scoprire
Alessandro Sabella Assessore del Comune di Pistoia alle Politiche
giovanili, Politiche della collina e per la montagna,
Partecipazione, Tradizioni e manifestazioni iacopee, Servizi demografici, Statistica, Turismo, Promozione sportiva, Innovazione informatica
Municipality of Pistoia, City Council Member for Youth Policies, Hill and Mountain Policies, PARTICIPATION, Jacobean Traditions and Events, Demographic Services, Statistics, Tourism, Sports Promotion, and IT Innovation
Giacomo Apostolo, è una città assolutamente da scoprire, con una storia tutta da raccontare, un territorio che offre ai suoi visitatori un concentrato di splendidi capolavori e che rappresenta, quindi, un insieme di esperienze artistiche straordinarie. Una città caratterizzata dal verde, da un turismo lento e discreto, da uno stile di vita in linea con i ritmi della natura e quindi a misura d’uomo ed al di fuori degli schemi, dove scoprire prodotti ed eccellenze di altissima qualità, paesaggi unici e straordinari tesori.
A city to discover Thanks to the institution of the Jacobean Holy Year and the municipal administration’s commitment—albeit in a very difficult moment due to the Covid-19 health emergency, our city has resolutely managed, in just over a year, to bolster its tourist offer with the declared goal of becoming an international benchmark for a modern, popular slow tourism through a series of important initiatives developed together with local bodies and associations. For this reason, we decided to focus firmly on three different tourist proposals. The first is linked to traveling on the historical Porrettana Express trains—the project to develop and promote that engineering masterpiece: the historical trans-Apennine railway connecting Pistoia to Porretta Terme that crosses the Tuscan-Emilian Apennines. Another is related to the Jacobean cult and thus to our city’s history and growth since the arrival of the saint’s precious relic housed in the silver altar of St. James. Lastly, the third proposal involves the slow tourism typical of the ways and the historical and contemporary itineraries. Today, they are probably the most popular form of tourism in all of Europe, as it is an environmentally friendly way to thoroughly explore the local landscapes. It was in this very context that Pistoia’s very important role as a crossroads of five religious ways was highlighted. Four arrived from the north towards Rome, and one from the east, the Way of St. James, currently passable from Piazza della Signoria in Florence to San Iacopo in Acquaviva in Livorno, where the pilgrims headed for Santiago once left by ships. Pistoia is a gateway city to pilgrims’ ways and inextricably linked to Santiago de Compostela in the name of St. James the Apostle. As such, it is a city with a story to tell that must be seen. The area offers visitors a concentration of splendid masterpieces, which represent a set of extraordinary artistic experiences. It is a city known for its greenery, slow and unobtrusive tourism, a lifestyle attuned to natural rhythms, and so on a human scale, and extraordinary. Here, products and delicacies of the highest quality, unique landscapes, and unique treasures can be discovered.
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Grazie all’ istituzione dell’Anno Santo Iacobeo e all’impegno profuso dall’amministrazione comunale – pur in un momento molto difficile a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid 19 - la nostra città in poco più di un anno, attraverso una serie di importanti iniziative sviluppate in sinergia con enti e associazioni del territorio è riuscita con determinazione a rafforzare la propria offerta turistica con l’obiettivo dichiarato di diventare un punto di riferimento internazionale per il moderno e tanto in voga turismo slow. Per questo abbiamo deciso di puntare con forza su tre proposte turistiche diverse: una legata ai viaggi sui treni storici di Porrettana Express - il progetto di valorizzazione e promozione di quel capolavoro ingegneristico che è la storica ferrovia transappenninica che collega Pistoia a Porretta Terme attraversando l’Appennino Tosco Emiliano – un’altra legata al culto iacopeo e quindi alla nostra storia e alla crescita della città dall’arrivo della preziosa reliquia del Santo custodita nell’altare Argenteo di San Iacopo e la terza invece proprio quella legata al turismo lento tipico dei cammini e degli itinerari storici e contemporanei, oggi probabilmente la forma di turismo più in voga in tutta Europa, in quanto ci consente, nel pieno rispetto dell’ambiente, di esplorare con grande attenzione i territori attraversati. Proprio in questo contesto è stato valorizzato il ruolo importantissimo ricoperto da Pistoia come crocevia di 5 cammini religiosi: quattro che arrivano da nord con direzione Roma e uno da est, il Cammino di San Iacopo, attualmente percorribile da Piazza della Signoria a Firenze fino a San Iacopo in Acquaviva a Livorno, da dove un tempo partivano con le navi i pellegrini diretti verso Santiago. Pistoia, città crocevia di cammini e legata in maniera indissolubile a Santiago di Compostela nel nome di San
Registrazione Tribunale di Pistoia – N°2/2010 del 28-05-2010
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Copertina: un
Cover: a detail of
particolare di uno degli
one of the enamels
smalti che caratterizzano
that characterize the
il meraviglioso Altare
wonderful Silver Altar of
Argenteo di San Iacopo
St. James in Pistoia.
a Pistoia (Foto di Nicolò
40 | Settembre – September 2021 Pistoia nel Mondo, il Mondo a Pistoia Pistoia in the World, the World in Pistoia
Begliomini).
Giorgio Tesi Group The Future is Green
Giorgio Tesi Editrice srl Via di Badia, 14 – 51100 Bottegone – Pistoia – Italy Tel. +39 0573 530051 – Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Iscrizione al ROC (Registro Operatori della Comunicazione) n° 30847 del 15 Gennaio 2018 Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it
ISSN 2421-2849
9 772421
284000
Direttore Editoriale Giovanni Capecchi g.capecchi@discoverpistoia.it Direttore Responsabile Carlo Vezzosi carlo.vezzosi@legismail.it Art Director Nicolò Begliomini n.begliomini@giorgiotesigroup.it Segreteria Carolina Begliomini, Irene Cinelli, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it Comitato di redazione Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Alessandra Corsini, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Baldi, Francisco Singul, Ugo Feraci, Benedetta Donato, Barbara Gizzi, Adele Tasselli, Andrea Ottanelli, Eleonora Angelini, Fabrizio Da Prato, Francesca Cosi, Alessandra Repossi, Associazione Pro Loco Larciano, Silvia Francalanci, Fai Valdinievole, Claudia Becarelli. Traduzioni Studio Blitz – Pistoia Fotografie Nicolò Begliomini, Lorenzo Gori, Lorenzo Marianeschi, Maurizio Pini, Archivio Giardino Zoologico di Pistoia, Archivio Pistoia Musei, Claudio Minghi, Archivio Fondazione Nazionale Collodi, Stefano Tommasi, Giorgia Madiai, Irene Lazzeri, Luca Roschi, Loretta Doro, Fondazione Mario Tobino, Xaime Cortizo, Collezione Giovanni Innocenti (Pistoia). Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. Progetto grafico e impaginazione Kidstudio – Firenze www.kidstudio.it Stampa Industrie Grafiche Pacini Ospedaletto (Pisa)
www.discoverpistoia.it
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Pistoia nel mondo
Una mostra per un Altare
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An Exhibition for an Altar 18
Arte e teologia
Il grande atlante che racconta la storia della Salvezza
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La memoria al futuro
La fotografia rigenera l’arte
Larciano e la granata Larciano and brooms
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The Glorious Atlas Illustrating the Story of Salvation 24
Eccellenze
Gruppo FAI Pistoia
Stazioni come luoghi di attesa Stations as waiting areas
102
Storia locale
Photography Regenerates Art
La pala di Sebastiano Vini in San Giovanni Battista al Corso
Mostre
The altarpiece by Sebastiano Vini
Pistoia in Cammino
in San Giovanni Battista al Corso
Verde & sport
A Pistoia coltiviamo lo sport We cultivate sports in Pistoia
44
Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Il Labirinto di Pietro Porcinai
Rubriche
Pietro Porcinai’s Maze 50
Pistoia Musei
Monica Preti, dal Louvre a Pistoia Monica Preti, from the Louvre to Pistoia
108
LIBRI Books
110
BOTANICA Botany
56
La Ferrovia Porrettana
Sui binari della storia On the rails of history
66
Fondazione MAiC
L’arte di Rupnik a Pistoia Rupnik’s Art in Pistoia Arte
82
Luoghi letterari
Richiami. Pistoia 2017 I luoghi di Mario Tobino e di “sorella follia” The places of Mario Tobino and “sister madness”
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MOSTRA | EXHIBITION • IACOBEO 2021
Pistoia nel mondo
Lo scenario devozionale di Pistoia per rafforzare sempre più il legame tra la nostra città e Santiago di Compostela, unite nel nome dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
testo Francisco Singul Xunta de Galicia foto Xaime Cortizo
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Una mostra per un Altare —
____ Una delegazione pistoiese guidata dall’Assessore Alessandro Sabella, dall’Arciprete della Cattedrale Don Luca Carlesi e dall’autore delle Foto Nicolò Begliomini ha presenziato, il 9 luglio, all’inaugurazione della mostra a Santiago di Compostela. ____ A delegation from Pistoia, led by City Councilor Alessandro Sabella, the Archpriest of the Cathedral Father Luca Carlesi, and the photographer Nicolò Begliomini, attended the exhibition’s inauguration in Santiago de Compostela on 9 July.
N
otevole successo la mostra sull’altare d’argento di Pistoia inaugurata a Santiago il 9 luglio. La qualità delle fotografie di Nicolò Begliomini e lo spettacolare montaggio nella chiesa dell’Università sono le chiavi di questa popolarità. Non molti compostelani conoscono quest’opera d’arte dell’oreficeria toscana del tardo Medioevo e del primo Rinascimento. Né è molto noto al grande pubblico l’altare di San Giacomo nella cattedrale di Pistoia. Per questo motivo la presenza a Compostela di questa mostra suggestiva ed educativa è fondamentale. Sono migliaia i pellegrini che popolano le vie e le piazze della città e che possono vedere la mostra, così come i compostelani stessi, sempre attenti alle vicende della chiesa universitaria.
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— I rapporti tra Santiago de Compostela e Pistoia si intensificarono a partire dalla metà del XII secolo, dalla reliquia dell’apostolo inviata al vescovo Atto dall’arcivescovo di Compostela
Diego Gelmírez. Un tesoro sacro custodito nella cappella dedicata a San Giacomo nel Duomo di Pistoia, capace di accrescere la pietà cristiana e promuovere il culto dell’apostolo mediante il quale si compie il pellegrinaggio in Galizia. È noto che questa devozione a Giacomo il Maggiore, generatore in Europa di una ricca cultura, ebbe un grande sviluppo nel Medioevo, e che Pistoia è sempre stata la città in Italia dove il culto era più intenso. A tal punto è così, che la cattedrale pistoiese gode di una porta santa aperta negli anni santi compostelani come il 2021-22. Un doppio periodo giubilare, realizzato grazie a una bolla speciale di Papa Francesco, che prolunga l’anno del grande perdono di Santiago de Compostela, in un momento in cui l’intera società globale ha bisogno di stimoli spirituali e culturali per combattere l’incertezza della pandemia. — Nonostante questo problema molto presente, la città di Santiago continua ad essere meta di un crescente pellegrinaggio. Molte centinaia di pellegrini migliaia nei giorni che precedono il 25 luglio e nel giorno stesso del santo - raggiungono ogni giorno la
cattedrale di Compostela, un luogo sacro e spettacolare recentemente restaurato. E dopo aver piamente visitato la tomba dell’apostolo e passato il Giubileo, questi pellegrini e migliaia di altri visitatori compongono un fiume umano alla ricerca della realtà monumentale della città Patrimonio dell’Umanità. Le vie della città portano alle piazze monumentali, ai monasteri, alle chiese e agli antichi palazzi di una città antica, e anche a musei e centri espositivi. — Uno di questi spazi dove si svolgono mostre temporanee è la Chiesa dell’Università. Il tempio gesuita costruito a Compostela nel XVII secolo, con pale d’altare e sculture dalla pienezza del barocco, è da anni una delle sale espositive più illustri alla meta del Cammino di Santiago. Il luogo dove risplende di luce propria l’esposizione dell’altare d’argento di San Giacomo di Pistoia, il più importante gioiello di oreficeria dell’Italia tardomedievale, arricchito dai contributi del primo Rinascimento offerti da artisti come Brunelleschi. I visitatori della mostra possono apprezzare, grazie all’efficacia dei suoi contenuti e dell’allestimento,
MOSTRA | EXHIBITION • IACOBEO 2021 NATURART | SETTEMBRE 2021 | 13
Grande successo di pubblico per la mostra sull’Altare Argenteo di San Iacopo che si è svolta dal 9 luglio al 28 agosto nella prestigiosa sede della Chiesa dell’Università di Santiago di Compostela – situata proprio sul Cammino che conduce alla Cattedrale di San Giacomo - e che dal 1° ottobre al 31 gennaio 2022 sarà a Pistoia nella meravigliosa cornice della Chiesa di San Leone per poi diventare itinerante. Sono stati più di quindicimila i pellegrini provenienti un po’ da tutto il mondo che hanno deciso di visitare la mostra, composta da immagini di grande impatto e dalla riproduzione a dimensione reale dell’Altare - realizzate grazie all’utilizzo di tecniche innovative come light box di grande formato, ideali ad esaltare anche i più piccoli particolari – e da una parte multimediale che racconta al mondo Pistoia e il suo territorio. La mostra è stata realizzata su progetto di Giorgio Tesi Editrice e Associazione The Wall, con il sostegno del Comune di Pistoia, della Fondazione CARIPT, di Giorgio Tesi Group e di CONAD, d’intesa con la Diocesi di Pistoia, il Capitolo della Cattedrale, la Xunta de Galizia e l’Università di Santiago, in collaborazione con il MIBACT e il Centro Italiano di Studi Compostellani. «Oltre a rinvigorire il legame fra la nostra città e quella di Santiago di Compostela – afferma Lorenzo Zogheri, presidente di Fondazione CARIPT – questa mostra mi sembra possa rafforzare anche il legame fra la stessa Pistoia e i suoi cittadini. San Jacopo è infatti un santo apprezzato e popolare, identitario con il suo mantello rosso fra i tetti del centro storico. Crea quindi per la maggior parte dei pistoiesi un senso di comunità e tradizione che dura da secoli, e che con questa particolare esposizione riusciremo a vivere insieme agli abitanti di Santiago». “È per noi una grande emozione – ha detto Fabrizio Tesi Legale rappresentante di Giorgio Tesi Group - vedere realizzato un progetto internazionale così importante per la città. Da ormai più di 10 anni collaboriamo con le Istituzioni e gli Enti del territorio per la valorizzazione e la promozione delle eccellenze espresse della nostra città, non solo sostenendo economicamente alcuni progetti ma lavorando con l’obiettivo di rappresentare un esempio da seguire e un forte punto di riferimento per tutta la comunità, stimolandone la crescita economica e di identità” “Siamo orgogliosi di sostenere questa importantissima mostra, che nasce con l’obiettivo di far conoscere una delle più importanti eccellenze artistiche presenti in città - ha dichiarato Adamo Ascari , Direttore Generale di Conad Nord Ovest – La Cooperativa ed i soci sul territorio, con questa iniziativa confermano l’obiettivo costante e attento di dare un contributo importante alla crescita delle comunità in cui operano. E’ inoltre motivo di grande soddisfazione che sia stato scelto di ospitare la mostra all’interno della Chiesa di San Leone, un gioiello restituito alla città grazie anche al nostro contributo e finalmente riaperta al pubblico dopo aver ospitato “La Visitazione” di Luca della Robbia. Il sostegno alla comunità e al territorio, alla cultura e alle tradizioni , rappresenta una responsabilità intrinseca del nostro percorso di sostenibilità , che portiamo avanti quotidianamente insieme ai nostri soci”.
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Pistoia protagonista a Santiago di Compostela Oltre 15mila visitatori da tutto il mondo
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Pistoia città dei pulpiti — Un racconto storico, artistico, culturale e fotografico dei quattro arredi liturgici a cui Pistoia deve una delle sue più nobili identificazioni “Città dei pulpiti”: il pulpito di Groppoli, attribuito alla scuola di Biduino (1193 circa), quello di San Bartolomeo, riferito a Guido Bigarelli da Como (1239/1250), l’opera del domenicano fra Guglielmo in San Giovanni Fuorcivitas (1270) e quella di Giovanni Pisano, che raccoglie l’eredita del padre Nicola e ne affina l’arte nel pulpito della Chiesa di Sant’Andrea (1301). A questi si aggiunge il pergamo di San Zeno, il più antico, le cui prime tracce risalgono all’anno 1043, riscoperto e in parte ricomposto nella cripta del Duomo di Pistoia.
L’altare argenteo di San Iacopo a Pistoia — Un vero e proprio “libro d’arte” che ripercorre tre “piste” di avvicinamento al tema dell’Altare Argenteo, la prima è dedicata all’istituzione del culto iacopeo a Pistoia ed ai rapporti con il grande centro di pellegrinaggio di Compostela, come origine dello stesso Altare argenteo, la seconda conduce alla comprensione religiosa e sacrale dei temi raffigurati; la terza alla costruzione dello stesso monumentale arredo liturgico, vera e propria opera d’arte collettiva durata 169 anni, dal 1287 al 1456. All’interno due speciali Focus: il primo al “furto” di Vanni Fucci e il secondo ad un’analisi ravvicinata dei numerosi smalti che decorano l’Altare argenteo.
Editore: Giorgio Tesi Editrice srl - ISBN: 9788898888092 Caratteristiche: 2017, 127 pagine, 24X31 - Lingua: testi in italiano e inglese a fronte - Fotografie: Nicolò Begliomini Prezzo di copertina: € 25,00
Editore: Giorgio Tesi Editrice srl - ISBN: 9788898888122 Caratteristiche: 2018, 240 pagine, 24X31 - Lingua: testi in italiano, inglese e spagnolo a fronte - Introduzione a cura di: Giovanni Capecchi e Mons. Fausto Tardelli - Testi di: Lucia Gai – Fotografie: Nicolò Begliomini - Prezzo di copertina: € 25,00
ZOOM
La collana “Avvicinatevi alla Bellezza”
MOSTRA | EXHIBITION • IACOBEO 2021 ____
La bella chiesa
The University
dell’Università di
of Santiago de
Santiago di Compostela
Compostela’s beautiful
ha ospitato dal 9
church hosted, with
luglio al 28 agosto,
great acclaim, this
con grande successo di
exhibition on Pistoia’s
pubblico, questa mostra
Silver Altar of St. James,
sull’Altare Argenteo di
from 9 July to 28
San Iacopo a Pistoia.
August.
la cornice devozionale della reliquia dell’apostolo, custodita in un prezioso reliquiario. In questo senso, oltre ai precisi testi e manifesti che illustrano ogni dettaglio della mostra, le suggestive fotografie di Nicolò Begliomini sono capaci di avvicinarci alla bellezza dell’opera d’arte. L’immagine d’insieme, i dettagli e le fotografie artistiche ispirate a personaggi e scene compongono un tutt’uno, un’armonia visiva capace di evocare l’emozione che il visitatore del Duomo di Pistoia trae da una delle principali opere d’arte italiana di tutti i tempi. — Compostela ringrazia Pistoia per il dono di questa mostra, e soprattutto per l’affetto con cui custodisce la reliquia dell’apostolo, legame capace di unire le due città nello stesso sentimento.
Se collaboreremo pacificamente in un momento significativo della storia dell’Occidente, sarà possibile coordinare sogni condivisi, progetti comuni e attività fruttuose. Attraverso questo collegamento e le vie di pellegrinaggio che legano strettamente questi centri della cultura europea, sarà possibile continuare a progettare future collaborazioni; progetti ispirati dal patrimonio e dalla memoria spirituale lasciati dalla storia comune, e dalla dimensione globale dei valori e delle aspirazioni contenute nel fatto del pellegrinaggio nel XXI secolo. Non abbiamo dubbi che la riuscita esposizione del glorioso altare d’argento nel Duomo di Pistoia sarà una pietra miliare che ispirerà mostre future, nuove ricerche e libri preziosi come quello dedicato a questo capolavoro dell’arte italiana. ☜
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Pistoia in the world
An Exhibition for an Altar
—
Pistoia’s devotional backdrop strengthens the bond between our city and Santiago de Compostela, united in the name of the apostle James the Great.
T
he exhibition on Pistoia’s silver altar, which opened in Santiago on 9 July, has had remarkable success. The quality of Nicolò Begliomini’s photographs and the spectacular installation in the university church have been the keys to its popularity. Few Compostelans are familiar with this masterpiece of Tuscan goldsmithing from the late Middle Ages and early Renaissance. Nor is the altar of St. James in Pistoia’s cathedral well known to the general public. For this reason, the presence in Compostela of this suggestive and educational exhibition is fundamental. The show will be seen by the thousands of pilgrims who fill the city’s streets and squares plus the Compostelans themselves, ever attentive to the events at the university church.
holy door in such Compostelan jubilee years as 2021-22. a special bull was issued by Pope Francis that declared a double jubilee period, extending the year of forgiveness in Santiago de Compostela when society overall has a universal need for spiritual and cultural incentives to fight the pandemic’s uncertainty. — Despite this very difficult issue, the city of Santiago continues growing as a pilgrimage destination. Every day, many hundreds of pilgrims—thousands in the days preceding and including 25 July, the saint’s day—reach the cathedral of Compostela, this sacred and impressive place recently restored. In addition, after having paid a devout visit to the apostle’s tomb and the Jubilee passed, these pilgrims and thousands of other visitors will form a human river seeking the historical truth of this World Heritage city, its streets leading to this ancient town’s imposing squares, monasteries, churches, and historical palaces as well as museums and exhibition centers.
by early Renaissance contributions offered by such artists as Brunelleschi. Furthermore, due to the impact of its content and staging, exhibition visitors can appreciate the devotional backdrop of the apostle’s relic in its precious reliquary. In this sense, besides specific texts and signs that illustrate every detail of the exhibition, Nicolò Begliomini’s eloquent photographs let us approach the beauty of this artwork. The overall image, details, and artistic photographs inspired by the figures and scenes compose a visually harmonious whole, as emotions are evoked in visitors to Pistoia’s cathedral by one of the leading Italian works of art of all time.
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— Compostela thanks Pistoia for the gift of this exhibition, especially for its affection in safeguarding the apostle’s relic, a unifying bond that is reciprocated — between the two cities. If we can agree Relations between Santiago peacefully at this crucial moment in de Compostela and Pistoia were Western history, it will be possible to strengthened in the mid-12th century coordinate shared dreams, joint projects, when the apostle’s relic was sent to and fruitful activities. Through this Bishop Atto by Diego Gelmírez, the connection and the pilgrimage routes archbishop of Compostela. Kept in the closely linking these centers of European chapel dedicated to St. James in the — Cathedral of Pistoia, this sacred treasure One of the temporary exhibition culture, it will be possible to continue planning future alliances, projects increased Christian piety and promoted spaces is the University Church. Built inspired by the heritage and spiritual the apostle’s cult, which was completed in 17th-century Compostela, the Jesuit memory left by a shared history, and the by a pilgrimage to Galicia. It is known temple, with altarpieces and sculptures overall values and aspirations contained that this devotion to James the Great, from the height of the Baroque, has, for in a pilgrimage in the 21st century. We creator of a rich culture in Europe, saw years, been one of the most illustrious do not doubt that the successful display significant development in the Middle exhibition spaces in the middle of the Ages. In addition, Pistoia was always the Camino de Santiago. Here, the exhibition of the glorious silver altar in Pistoia’s Duomo will be a milestone for inspiring Italian city where this cult was strongest, of the silver altar of St. James in Pistoia future exhibitions, new research, and with the Pistoiese cathedral opening a shines with its own light, the most valuable books like the one dedicated to important jewel in the crown of latethis masterpiece of Italian art. ☜ medieval Italian goldsmithery, enriched
This exhibition has
certamente contribuito
certainly contributed
a rafforzare ancora
to reinforcing the
di più l’indissolubile
enduring bond, in
legame, nel nome di
the name of St. James
San Giacomo Apostolo,
the Apostle, between
tra Pistoia e Santiago di
Pistoia and Santiago
Compostela.
de Compostela.
Qui accanto: la
To the side: the
delegazione pistoiese
Pistoiese delegation
in visita al Sindaco
visiting the mayor
di Santiago de
by Santiago de
Compostela.
Compostela.
MOSTRA | EXHIBITION • IACOBEO 2021
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Una mostra che ha
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Arte e teologia
Il grande atlante che racconta la storia della Salvezza — Tra i capolavori identitari della città c’è indubbiamente l’altare argenteo di San Jacopo, custode secolare di un culto che ha plasmato Pistoia.
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Ugo Feraci foto Nicolò Begliomini
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ARTE E TEOLOGIA | ART AND THEOLOGY • IACOBEO 2021
____ Il Professor Antonio Paolucci ha definito l’Altare Argenteo di San Iacopo “quel meraviglioso mastodonte d’argento situato all’interno della Cattedrale di San Zeno a Pistoia a cui hanno lavorato 5 generazioni di orafi - dal ‘200 al ‘400 - ed importantissimo nel Cammino dei pellegrini che lasciavano Pistoia verso Santiago di Compostela…” ____ Professor Antonio Paolucci described the Silver Altar of St. James as “that wonderful silver mastodon in Pistoia’s Cathedral of San Zeno on which five generations of goldsmiths worked— from the 1200s to the 1400s—and which was very important on the pilgrims’ way from Pistoia to Santiago de Compostela.”
U
n’opera complessa, monumentale, ricchissima di dettagli e contenuti costruita pezzo dopo pezzo nel corso di quasi due secoli. Ad oggi questo arredo strepitoso è privato della sua funzione originaria: quella di altare su cui celebrare la messa. Un dato che non aiuta una comprensione immediata e la lettura teologica dell’insieme e delle sue parti. L’altare è poi un’opera composita, pensata in un primo momento come arredo mobile, per accompagnare nella cappella i momenti più solenni e poi custodita nell’adiacente Sagrestia “de’ belli arredi” ricordata da Dante per il furto sacrilego di Vanni Fucci.
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La lettura può prendere il via dalle storie della Genesi collocate sul fianco destro (per chi guarda) dell’altare. Il discorso torna meglio se si ricorda che questo paliotto è stato collocato in un primo momento sull’altro lato dell’altare (fu spostato pochi anni dopo per privilegiare quello con le storie di San Giacomo). Dalla creazione di Adamo ed Eva, attraverso il peccato originale, l’omicidio di Abele e il Diluvio, le pagine della Bibbia scorrono assai rapidamente, ma dopo il peccato e il Diluvio Dio è sempre protagonista nell’avviare la narrazione di ogni formella, preoccupandosi di riallacciare un dialogo con le sue creature. Al centro del secondo registro e di tutto il paliotto sta il sacrificio di Isacco. Episodio emblematico della — vicenda di Abramo, prefigurazione Possiamo tuttavia collegare di quel sacrificio di Cristo che si in una lettura unitaria l’insieme, celebra sull’altare. Dio risparmia specialmente se consideriamo Isacco, ma non farà altrettanto con l’altare d’argento come un grande suo figlio Gesù, ultimo e definitivo atlante illustrato della storia della atto di Dio verso l’umanità per salvezza in cui trova spazio e risalto sancire la nuova ed eterna alleanza. la figura di San Giacomo apostolo. Con la prima formella l’ultimo registro conclude le storie bibliche attraverso l’incoronazione regale di Davide, dalla cui discendenza
nascerà Gesù. Seguono le storie della Vergine Maria che permettono di collegare questo paliotto alle scene cristologiche raccontate sul paliotto frontale. Nella decorazione, che pure precede per data di esecuzione quelli laterali, la storia della salvezza “continua” dispiegandosi su tre registri. Nel primo, più in alto, si va dall’annunciazione fino all’adorazione dei Re Magi; nel secondo, dopo la strage degli innocenti, si descrivono le storie della Passione di Cristo: la cattura nell’orto degli ulivi, al centro la Crocifissione, l’apparizione del risorto agli apostoli e l’incredulità di Tommaso. Nel terzo registro si raffigura l’Ascensione al Cielo e tre storie di Giacomo apostolo. Il racconto presenta però alcune incongruenze. Proprio nell’ultimo registro dopo l’Ascensione è posta la Presentazione al Tempio di Gesù, evidentemente fuori posto. La formella è stata spostata per privilegiare il Cristo apocalittico tra Maria e San Giacomo. Le tre storie di Giacomo (predicazione, processo e testimonianza dinanzi a Erode, Martirio e glorificazione) insistono sull’apostolicità del personaggio, predicatore del Vangelo, primo tra
La più importante opera d’arte di oreficeria medioevale può essere considerata una sorta di grande altare illustrato della storia della salvezza in cui trova grande risalto la figura di San Giacomo Apostolo. ____ This pre-eminent work of medieval goldsmithery may be considered a sort of large altar that illustrates the story
ARTE E TEOLOGIA | ART AND THEOLOGY • IACOBEO 2021
____
of salvation in which the figure of St. James the Apostle plays a
i dodici a morire martire. La scelta delle Scene evangeliche invece, si sofferma sul sacrificio di Cristo. La presentazione al Tempio, che possiamo immaginare al centro nel primo registro, ricorda l’offerta del Figlio primogenito del Padre e si collocava in linea con la scena della Crocifissione, sacrificio che redime l’umanità e che diventa il centro del kerygma, la buona notizia illustrata, in basso al centro, da Giacomo alle folle. Nel paliotto di sinistra, con le storie di Giacomo la narrazione amplia il racconto agiografico, soffermandosi, nelle scene centrali dei tre registri, sul tema della passione (il calice che berranno Giacomo e Giovanni; la cattura dell’apostolo; il suo martirio). — La storia della Salvezza prosegue oltre il tempo nella corte celeste che affianca la figura di Giacomo apostolo in trono al centro del dossale. Alla “scuola” di questa corte è chiamato il fedele e il pellegrino che entrava nell’antica cappella di San Jacopo, come ammonisce tuttora l’iscrizione presente sull’architrave del portale: «Tu che qui vieni, impara ciò che
dice la Corte di Cristo: evita ogni male, fai il bene, vivrai in eterno». Al centro, in posizione d’onore, sta proprio San Giacomo apostolo, patrono della città di Pistoia, qui riprodotto come pellegrino, cifra evidente di un culto giunto da Santiago de Compostela, riferimento esplicito alla vocazione di una città collocata al centro di strade e snodi di fede, cultura e commerci. Giacomo pellegrino accompagna il credente nel cammino della storia cristiana, custodendo chi gli si affida nei pericoli del mondo fino alla patria eterna. La Curia di Cristo è invocata presente anche nella messa, quando il sacrificio celebrato sull’altare unisce cielo e terra, e si inserisce nel canto degli angeli e dei santi che intonano il Sanctus. Il canto dei cori celesti risuona nella sommità dell’altare, affaccio sulla gloria celeste ad anticipazione di quella futura, quando il Signore Gesù tornerà per ricapitolare ogni cosa. Il gesto benedicente e sospeso del Cristo nella Mandorla, ben rende l’idea di quell’attimo finale in cui tutto troverà la sua composizione definitiva. ☜
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prominent role.
Art and theology
The Glorious Atlas Illustrating the Story of Salvation
— ____ L’Altare Argenteo di San Iacopo situato all’interno della Cattedrale di San Zeno a Pistoia, come ci spiega l’autore, ha una lettura religiosa di assoluto rilievo. ____ As the author explains, the Silver Altar of St. James in Pistoia’s Cathedral of San Zeno has an extremely important religious interpretation.
The silver altar of St. James, the secular guardian of a cult that has shaped Pistoia, is undoubtedly among the masterpieces that identity the city—a large illustrated atlas of the story of salvation in which the figure of St. James the Apostle finds its place and prominence.
W
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ith its rich details and content, this complex, monumental work was constructed piece by piece over almost two centuries. To date, this amazing piece has been deprived of its original function as an altar on which to celebrate mass. Unfortunately, this does not help to understand the whole and its parts immediately or interpret it theologically. A composite work, the altar was initially conceived as a movable piece of furniture that was to be present at the chapel’s most solemn occasions. Later, it was kept in the adjacent “sacristy of fair ornaments”, recalled by Dante for Vanni Fucci’s sacrilegious theft. However, we can connect the sum total in a unitary interpretation, especially if we consider the silver altar a large illustrated atlas of the story of salvation in which the figure of St. James the Apostle finds its place and prominence. The interpretation starts with the stories of Genesis (to the viewer’s right) on the altar. The discourse is clearer if we remember that this frontal was initially placed on the other side of the altar (moved a few years later to give preference to the one with the stories of St. James). The pages of the Bible fly by very quickly: from the creation of Adam and Eve through the original sin, Abel’s murder, and the Flood.
However, after sin and the Flood, God is always central to introducing each tile’s narrative and re-establishing a discussion with his creatures. At the center of the second register and the entire frontal is the sacrifice of Isaac, an episode emblematic of the story of Abraham and a prefiguration of Christ’s sacrifice, celebrated on the altar. God spares Isaac, but he will not do likewise for his son Jesus, God’s final, definitive act towards humanity to establish the new and eternal covenant. The first panel of the last register concludes the biblical stories through David’s royal coronation, from whose descendants Jesus was born. The stories of the Virgin Mary follow, thus connecting this frontal to the Christological scenes told on the paliotto. The history of salvation “continues” to unfold in the decoration on three registers whose execution date also precedes the lateral ones. Above, the first register traverses from the Annunciation to the adoration of the Magi. The second has the Massacre of the Innocents, followed by the stories of the Passion of Christ: his arrest in the olive garden, the Crucifixion in the center, and the resurrected Christ’s appearance to his apostles, and the incredulous Thomas. The third register depicts the Ascension into Heaven and three stories about James the Apostle. However, there are some inconsistencies in the story. The Presentation of Jesus in the Temple is evidently out of place as it was placed
in the last register after the Ascension. The tile was moved to spotlight the apocalyptic Christ between Mary and St. James. The three stories of James (preaching, trial, and witness before Herod, martyrdom, and glorification) insist on the figure’s apostolicity, preacher of the Gospel, and the first among the twelve apostles to die a martyr. The choice of the Gospel scenes, on the other hand, focuses on Christ’s sacrifice. The presentation in the Temple, which we can imagine at the center of the first register, recalls the offering of the Son, the Father’s firstborn; it was placed in line with the scene of the Crucifixion, the sacrifice that redeems humanity and which becomes the center of the kerygma, the good news presented by James to the crowds, at the bottom center. The narrative expands in the left frontal, with the stories of James. in the central scenes of the three registers, the hagiographic tale focuses on the theme of the Passion (the chalice from which James and John will drink; the apostle’s arrest; and his martyrdom). The story of salvation continues beyond time in the heavenly court, flanking the figure of James the Apostle enthroned in the center of the dossal. The faithful and the pilgrim who entered San Jacopo’s ancient chapel are called to the “school” of this court, as the inscription on the portal architrave still warns: Tu che qui vieni, impara ciò che dice la Corte di Cristo: evita ogni male, fai il bene, vivrai in eterno (“You who come here, learn what the Court of Christ says: avoid all evil, do good, you will live forever). As Pistoia’s patron saint, St. James the Apostle stands in the center, in a position of honor. Portrayed as a pilgrim, it is an evident manifestation of a cult from Santiago de Compostela, an explicit reference to the vocation of a city where the roads and intersections of faith, culture, and commerce come together. The pilgrim James accompanies the believer on the path of Christian history, guarding those who rely on him against the world’s dangers until Paradise. The Curia Christi is also invoked in the mass when the sacrifice celebrated on the altar joins heaven and earth. It is introduced into the song of the saints and angels who sing the Sanctus. The sound of the celestial choirs resonates at the top of the altar, overlooking the heavenly glory in anticipation of a future when the Lord Jesus will return to summarize everything. The blessing and suspended gesture of Christ in the mandorla conveys the idea of that final moment in which everything will find its final composition. ☜
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La fotografia rigenera l’arte —
FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY • IACOBEO 2021
La memoria al futuro
testo Benedetta Donato foto di backstage Lorenzo Gori
L
a produzione realizzata è un esempio riuscito del binomio tra arte e fotografia, dove quest’ultima, oltre ad essere medium, diviene vettore in qualità di disciplina creativa e mediatrice di simboli universali, che esprimono la sensibilità, la cultura e l’identità di un popolo, rendendole manifeste. Nell’approcciare un’opera d’arte, in questo caso di matrice religiosa, frutto del saper fare tipico di una tradizione artigiana che ha fatto scuola nel mondo, il lavoro svolto da Nicolò Begliomini si articola attraverso una relazione profonda tra l’autore e il soggetto. Certamente, questa è una condizione necessaria della fotografia: essere una pratica di relazione, che obbliga il produttore di immagini a trovarsi di fronte al proprio oggetto da rappresentare. Inoltre, la storia della fotografia contemporanea ci dà indicazione dell’elemento che distingue la fotografia d’autore, rispetto a qualunque altra forma di rappresentazione per immagini. Si tratta dell’intenzione del fotografo, della progettualità e della
destinazione che un corpo di lavoro potrà raggiungere. Se pensiamo all’opera dell’Altare Argenteo di San Iacopo, al processo di realizzazione che l’ha investita e che ha coinvolto numerosi artigiani orafi del e nel tempo, ci rendiamo conto che il rapporto tra questi ultimi e l’opera stessa è avvenuto in assenza del soggetto da riprodurre e con un obiettivo preciso: far giungere l’opera allo sguardo divino. Condizioni e scopi mutano in base ai periodi storici e alle discipline. Osservando il lavoro qui presentato, risulta chiaro come l’autore abbia compiuto una vera e propria performance. In altre parole, egli ha messo in atto una relazione, un dialogo con il soggetto inanimato, per sua stessa natura, al fine di stabilire un rapporto di reciprocità, in grado di conferire a quest’ultimo, una vibrazione, una nuova linfa vitale percettibile dallo spettatore contemporaneo, che ne diviene il destinatario. L’azione non è affatto scontata e presuppone un atteggiamento consapevole, di chi sta lavorando alla produzione di nuova memoria, da profondere nell’immediato presente e nel futuro.
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Curatrice e critica fotografica di fama internazionale, Benedetta Donato analizza con grande attenzione il lavoro di Nicolò Begliomini che diventa dialogo vibrante con lo spettatore.
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Rappresentare un’opera nella sua interezza, scegliere poi di soffermarsi sui dettagli, sui volti dei soggetti scolpiti, sulle mani, sugli oggetti che queste ultime cingono o sulle vesti indossate, vuol dire farli uscire da dove essi sono stati irreversibilmente posizionati, donandogli un’anima, per riconsegnarli alla visione e dunque alla comprensione e alla relazione con il pubblico di questo tempo. Non solo. Le fotografie di Begliomini ci spronano ad un’interazione con un oggetto, di fronte al quale, sentiamo di poter esprimere un pensiero, con il quale riusciamo a connetterci perché riconosciamo ciò che vediamo. La funzione pedagogica, educativa o di promozione della conoscenza di un manufatto di altissimo valore artistico e simbolico, grazie a queste immagini, fa scaturire nuova energia, in quanto viaggia insieme alla presa di coscienza di ciò che quell’opera può rappresentare per la società odierna e per la valorizzazione della sua identità.
Lo si evince dalla resa dei dettagli, che emergono come particolari netti e sconosciuti, cui avvicinarsi con rinnovato stupore o dalla prospettiva di insieme, scelta per riprendere l’oggetto nella sua integrità, donandogli una tridimensionalità, un peso specifico che lo riposiziona nello spazio e nel mondo. Vi è un’impronta sostanziale che attinge dalla tecnica, dalla capacità di creare e di saper vedere, utilizzando un metodo e uno stile molto personali. Il saper fare di Nicolò Begliomini è riportare dei simboli con le immagini, traslare un mondo carico di significati in una serie di fotogrammi, osservando i quali, noi comprendiamo e riusciamo a far nostri i valori sottesi, perchè da quelle fotografie sono stati riletti e reinterpretati, riposizionati e ricollocati. — Tramite questo lungo lavoro, riusciamo a cogliere i codici culturali di cui un manufatto artistico - così complesso per storia e lavorazione, impiego di maestranze e di materiali - come
____
____
In queste immagini
Some shots of Nicolò
alcune fasi del
Begliomini at work
backstage durante la
during the photoshoot
realizzazione – da parte
of the Silver Altar of St.
di Nicolò Begliomini
James, used first for
- delle foto all’Altare
the book and later for
Argento di San Iacopo
the exhibition. After
utilizzate prima per il
it closes in Santiago
libro e poi per la mostra
de Compostela, the
che dopo essere stata
show will be in Pistoia
ospitata a Santiago
from 1 October 2021
di Compostela sarà a
to 31 January 2022.
Pistoia dal 1°ottobre
The photographs in
2021 al 31 gennaio
the book were taken
2022. Le fotografie del
with a FUJIFILM GFX -
libro sono state scattate
MIRRORLESS MEDIUM
con una FUJIFILM GFX
FORMAT, a camera that
- MIRRORLESS MEDIO
brings out maximum
FORMATO, macchina
detail and three-
capace di esaltare al
dimensionality of the
massimo dettagli e
subject.
tridimensionalità del soggetto.
FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY • IACOBEO 2021
— L’operazione di Begliomini ha alcuni precedenti illustri nell’iconografia degli ultimi decenni. Si tratta di produzioni note, realizzate da grandi maestri, per cui vale la pena menzionare: Aurelio Amendola, che si cimentò sullo stesso
soggetto negli anni Ottanta, con un volume considerato punto di riferimento per la rappresentazione e la comprensione dell’opera. Amendola è certamente, insieme a Mimmo Jodice, tra gli esponenti più importanti del rapporto tra fotografia e scultura, tra l’immagine e l’opera d’arte. In entrambi gli autori appena citati, è possibile rintracciare la spinta dello sguardo oltre i limiti dell’umano e del contesto di riferimento e, come già scritto da Nicola Spinosa riferendosi all’opera di Jodice: “di palpitazione di cuore” di fronte ad immagini nitide e di forte impatto emotivo. — Dalle immagini di Begliomini, arriva il tratto di contaminazione tra le caratteristiche proprie della sua ricerca: sensibilità, conoscenza profonda degli ambiti di riferimento dell’opera e visione originale. Ammirando il lavoro e visitando la mostra, attraversando il percorso espositivo che presenta scelte innovative e coraggiose, noi ci riconosciamo nelle rappresentazioni proposte e ci riconnettiamo con l’alto valore
simbolico-materico di un’opera che continua ad essere dotata di inaspettata vitalità, in un eterno presente. Il valore di queste fotografie sta nel rigore compositivo, nel sapiente gioco di luci, nell’armonia dei contrasti che ne discende. Soprattutto risiede nel potere di avvicinare due linguaggi apparentemente antitetici e distanti che, nel lavoro di Nicolò Begliomini, creano un binomio imprescindibile. Grazie alla nuova visione restituita, si ripete un cammino spirituale e umano che dura da secoli. Si rende valore ad un’opera a lungo rimasta silente, che sollecita un discorso relativo all’identità e alla cultura; produce un impulso volto a creare sinergie e unioni, conferendo nuova linfa vitale all’opera artistica e spirituale dell’uomo. ☜
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quello qui proposto è intriso. Dietro le immagini si svela la mano dell’uomo, prestata ad una creazione di devozione inanimata. Essa può finalmente esprimere vitalità, solo mediante la minuziosa e scrupolosa esplorazione compiuta dal fotografo, che la restituisce come oggetto pulsante, dirompente, la cui funzione primigenia e altissima resta immutata, venendo al contempo ricontestualizzata, per essere ulteriormente accessibile e fruibile. Il pubblico, finalmente, può instaurare una singolare relazione con l’opera e con tutte le espressioni in essa contenute. Ed è in grado di farlo, grazie ad un corpus di immagini che rappresentano il percorso di costruzione della ricerca realizzata dall’autore.
Memorial to the future
Photography Regenerates Art
—
Internationally renowned curator and photography critic Benedetta Donato meticulously analyzes Nicolò Begliomini’s work in a vibrant dialogue with the viewer.
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he finished work is a successful example of the link between art and photography. In addition to being a medium, the latter becomes a vehicle as a creative discipline and mediator of universal symbols that express a people’s sensitivity, culture, and identity, making them manifest. In approaching a work of art—in this case, of a religious nature—the result of the distinctive expertise of an artisanal tradition that became popular worldwide, Nicolò Begliomini’s work is articulated through a profound connection between artist and subject.
Certainly, this is a necessary condition of photography: a rapport that obliges the image producer to confront the very subject to be depicted. Moreover, the history of contemporary photography indicates the element that distinguishes signature photography compared to any other form of image. It is about the photographer’s intent, creativity, and purpose that a body of work can achieve. If we consider the masterpiece of the Silver Altar of St. James, and the manufacturing process involved as well as the numerous coeval and subsequent goldsmiths, we realize that the relationship between all of the latter and the work itself took place without a subject to reproduce yet with the specific
objective of bringing the work to the divine gaze. Conditions and purposes change according to historical periods and disciplines. Studying the work presented here, it is clear that the artist has undertaken a true performance. In other words, he implemented a relationship, a dialogue with the inanimate subject, because of its very nature, to establish a relationship of reciprocity, in a position to give the latter a vibrancy, new lifeblood perceptible by the contemporary spectator, who becomes the recipient. By no means is this action taken for granted. On the contrary, it presupposes a conscious attitude of those working on producing new memory to squander in the present and the future. Presenting an artwork in its entirety and, then choosing to dwell on the details—the faces of the sculpted subjects, the hands, and the objects surrounding the latter, or the clothes—means to make them leave from where they were irreversibly positioned, giving it a soul, returning to them the vision and therefore the understanding and relationship with today’s public. Moreover, Begliomini’s photographs encourage us to interact with an object before which we feel we can express a thought in the face of which we can connect as we recognize what we see. Thanks to these images, the pedagogical, educational, or promotional function of
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Benedetta Donato
Benedetta Donato, a
oltre ad essere
well-known curator
un’importante
and photography
curatrice e critica
critic with significant
di fotografia con
international
rilevanti esperienze a
experience, is the
livello internazionale,
Contributing Editor
è “Contributing
for the magazine
Editor” per la rivista
IL FOTOGRAFO, for
IL FOTOGRAFO per la
which she conceived
quale ha ideato la
the Grand Photo Tour
rubrica Grand Photo
column.
Curatrice e critica di fotografia, si occupa di progetti espositivi ed editoriali in ambito di cultura visiva. Dopo aver studiato Sociologia dell’Ambiente e del Territorio presso La Sapienza Università di Roma, perfeziona gli studi alla Université Sorbonne Nouvelle Paris 3. A Parigi approfondisce la storia e la critica della fotografia contemporanea, dedicandosi esclusivamente all’attività curatoriale. Nel 2010 viene inserita all’interno della lista dei Consulenti Esperti dell’ICCD - Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiC - Ministero della Cultura. Dallo stesso anno è presidente di pianoBI. Dal 2012 è membro di Progetto Donne e Futuro, per cui rappresenta la sezione Donne e Arte. Tra le realtà con cui ha collaborato: Giart – società di produzione che ha ideato la serie di film documentario Fotografia Italiana, distribuita da Contrasto; Istituto dell’Enciclopedia Treccani per cui si è occupata della sezione Fotografia Contemporanea Giapponese, destinata all’opera Enciclopedia dell’Arte Contemporanea, 2021. Ha inoltre curato mostre e pubblicazioni fotografiche per diversi autori, tra cui: Maurizio Galimberti Paesaggio Italia (2013) e Portraits (2016), Francesco Faraci Malacarne (2016), Angelo Ferrillo 258MINUTES (2018), Giuseppe Mastromatteo Humanscape (2018), Nicola Tanzini TokyoTzukiji (2018), AA.VV. #18Esplorazioni (2018), Alberto Gandolfo Quello che resta (2019), Romano Cagnoni La Rivelazione Umana (2019), Adriano Nicoletti Approdo (2020) e molte altre. Lettore portfolio, membro di giuria e nominator in manifestazioni di settore nazionali ed internazionali, è stata nominator per il Leica Oskar Barnack Award. É contributing editor per la rivista IL FOTOGRAFO per la quale ha ideato la rubrica Grand Photo Tour. Nel 2021, vince RESET Call for Papers, promossa da Sistema Festival Fotografia, indetta nell’ambito del Bando Strategia Fotografia 2020 della Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC) del Ministero della Cultura (MiC). Benedetta è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Romano Cagnoni e Direttore del Romano Cagnoni Award.
Curator and photography critic Benedetta deals with exhibition and editorial projects in the visual culture. After studying Sociology of the Environment and the Territory at La Sapienza University of Rome, she completed her studies at the Université Sorbonne Nouvelle Paris 3. In Paris, she delved into the history and criticism of contemporary photography, devoting herself exclusively to curating. In 2010, she was included on the experienced consultants’ list of the MiC-Ministry of Culture’s ICCDCentral Institute for Catalog and Documentation. That same year, she became the president of pianoBI. Since 2012, she has been a member of Progetto Donne e Futuro, representing its Women and Art section. In addition, she has worked for the following organizations: Giart, the production company that created the documentary-film series Fotografia Italiana, distributed by Contrasto; and the Treccani Encyclopedia Institute, for which worked on the Japanese Contemporary Photography section, intended for the Encyclopedia of Contemporary Art, 2021. She has also curated exhibitions and edited photographic publications by various artists, including: Maurizio Galimberti, Paesaggio Italia (2013) and Portraits (2016), Francesco Faraci, Malacarne (2016), Angelo Ferrillo, 258MINUTES (2018), Giuseppe Mastromatteo, Humanscape (2018), Nicola Tanzini, Tokyo Tzukiji (2018), Various artists, #18Esplorazioni (2018), Alberto Gandolfo, Quello che resta (2019), Romano Cagnoni, La Rivelazione Umana (2019), Adriano Nicoletti, Approdo (2020), and many others. In addition to being a portfolio reader, jury member, and nominator for national and international industry events, she was a nominator for the Leica Oskar Barnack Award. She is a contributing editor for the magazine IL FOTOGRAFO for which she conceived the Grand Photo Tour column. In 2021, she won the RESET Call for Papers, promoted by Sistema Festival Fotografia, launched as part of the 2020 Photography Strategy Call of the Directorate General for Contemporary Creativity (DGCC) of the Ministry of Culture (MiC). Benedetta is a member of the board of directors of the Romano Cagnoni Foundation and director of the Romano Cagnoni Award.
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Benedetta Donato
ZOOM
Tour.
FOTOGRAFIA | PHOTOGRAPHY • IACOBEO 2021
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____ Conosciuto e apprezzato anche a livello internazionale per lo stile particolare e moderno, che prende spunto dalle atmosfere e dal gioco tra luci ed ombre e che tende
knowledge of an artifact of the highest artistic and symbolic value gives rise to new energy, as it shifts with the awareness of what that work can be for today’s society and an appreciation of its identity. What is evident from the rendering of details that emerge as distinct and unknown particularities approached with renewed amazement or in a broad perspective is that they have chosen to summarize the object in its entirety, giving it a three-dimensionality, a specific weight that repositions it in space and the world. There is a substantial imprint that draws on technique and the ability to create and know how to see, using a very personal method and style. Nicolò Begliomini’s skill is in relating symbols with images, translating a world replete with meanings into a series of shots that, by observing, we understand and succeed in making the underlying values our own because they have been reread, reinterpreted, repositioned, and relocated by these photographs.
inanimate devotion. Then, it expresses a vitality only through the photographer’s meticulous and thorough exploration, who has rendered a vibrant, disruptive object whose primitive and supreme role remains unchanged, recontextualized by being even more accessible and available. Finally, the public can establish a unique relationship with the work and all the expressions contained therein. Moreover, it can do so, thanks to a corpus of images representing the program constructed by the artist for carrying out his art.
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Begliomini’s operation has some illustrious precedents in the iconography of recent decades, with some wellknown works by great masters worth mentioning. In the 1980s, Aurelio Amendola experimented with the same subject in a book considered a benchmark for depicting and understanding this work. Amendola, along with Mimmo Jodice, has certainly been a leading figure vis-à-vis the relationship between photography and sculpture, the image and the artwork. The impulse of a gaze beyond human Through this long process, we can limits and of the reference framework in understand the cultural codes with which both of the artists just mentioned can be an artistic artifact—so complex because traced. Regarding Jodice’s work, Nicola of history and handicraft, the use of Spinosa wrote “of heart palpitations”, artisans and materials—like the one when looking at the crisp, boldly here is imbued. The human hand behind emotional resonant images. the images is revealed, lent to a work of The synergistic characteristics of Begliomini’s study come from his images: sensitivity, profound knowledge
of his work’s areas of interest, and an original vision. Admiring his work, visiting the exhibition as it unwinds that presents innovative and courageous choices, we recognize ourselves in the representations offered and reconnect with the elevated symbolic-material value of a work that continues to be endowed with an unexpected vitality in an eternal present. The value of these photographs lies in their compositional rigor, the skillful interplay of light, and the harmonious contrasts that derive from them. However, it resides above all in the power to bring two seemingly antithetical and distant languages together, creating an essential combination in Nicolò Begliomini’s work. Thanks to this new, restored vision, a centuries-long spiritual and human journey is repeated. Value is given to a work that has long remained silent, soliciting a discourse on identity and culture, producing a need to create synergies and combinations to give new lifeblood to humankind’s artistic and spiritual work. ☜
ad evidenziare, nelle sue foto, dettagli poco visibili ad occhio nudo, Nicolò Begliomini è fotografo ufficiale della rivista Bell’Italia e da oltre 10 anni racconta con i suoi scatti Pistoia e il suo territorio in tutto il mondo. ____ Nicolò Begliomini is well-known and appreciated internationally for his distinctively modern style. Inspired by the ambiance and play of light and shadow, his photos highlight details not very visible to the naked eye. He is an official photographer of the magazine. Bell’Italia. For over ten years, his photographs have told the story of Pistoia and its territory worldwide.
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Mostre
Pistoia in Cammino — Dal 18 settembre 2021 al 17 ottobre 2021, le Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia sono animate da una mostra fotografica sui cammini che attraversano la città, lasciando scoprire il mondo delle antiche vie storiche, religiose, culturali e contemporanee, mediante la riproduzione continua di un video documentario. testo – foto Luca Roschi, Lorenzo Marianeschi Lorenzo Gori, Loretta Doro Maurizio Pini
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Barbara Gizzi
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n occasione della ricorrenza dell’Anno Santo Iacobeo 2021, il tema dei Cammini e del pellegrinaggio diventa centrale per il territorio pistoiese, antico e cruciale snodo viario sin dal Medioevo. L’Associazione “Comunità Toscana il Pellegrino”e il Comune di Pistoia promuovono la Mostra “Pistoia in Cammino”, un’esposizione fotografica e video che vede protagonisti i cammini, le emozioni e le esperienze dei pellegrini in movimento. L’esposizione fotografica del fiorentino Luca Roschi, “Il Sogno di una nuova partenza”, ci guiderà sul Cammino di San Jacopo con la lentezza della camminata che ci lascia immergere nei paesaggi toscani. Partendo da Firenze, il Cammino attraversa Prato, Pistoia, Lucca e Pisa per giungere a Livorno dove gli antichi pellegrini partivano sfidando il mare diretti verso Santiago de Compostela. L’esposizione di Luca ci porta con l’immaginazione alla meta di pellegrinaggio per eccellenza, Santiago, proprio nell’anno di gemellaggio spirituale con la cittadina galiziana. Il fotografo Lorenzo Gori, con il suo progetto “Un Cammino Sotto Bosco fra arte sacra, tradizioni e natura” ci trasporta nell’avventuroso e autentico Cammino di San Bartolomeo. Le sue Fotografie raccontano le sensazioni di un cammino che attraversa la Montagna Pistoiese partendo da Fiumalbo per arrivare a Pistoia. L’incontro con il bosco e la natura nelle sue varie forme,
____ L’istituzione dell’anno Iacobeo ha rappresentato un’occasione unica per tutto il nostro territorio contribuendo alla consacrazione di Pistoia sia come tappa fondamentale del Cammino di San Iacopo che come città “crocevia di cammini”. ____ The institution of the Jacobean year has been a unique opportunity for our entire territory. Moreover, it has contributed to Pistoia’s consecration as an
l’ospitalità e la cura di persone che mantengono i sentieri, il fascino delle opere d’arte sacra e le tradizioni che s’incontrano nei paesi sono solo alcuni dei tesori di questo piacevole percorso. La Via Francesca della Sambuca viene raccontata in un viaggio che è sia fisico che metafisico da Maurizio Pini, “l’osservatore errante”. Attraverso il paesaggio e gli elementi che lo compongono, il fotografo cattura l’impermanenza e, utilizzando lo stile fotografico del bianco e nero, si sofferma sull’elemento “acqua”, sempre presente sulla Via Francesca della Sambuca, essendo bagnata dal fiume Reno e dal torrente Limentra. La fotografa Loretta Doro, con la sua esposizione “3.000 Km di Spiritualità” ci presenta la Via
Romea Strata riflettendo sulla religiosità, una necessità frequente per chi cammina, spesso ritrovata nella solitudine o nei passi dei compagni di viaggio, alla ricerca di un bisogno intimo e profondo. Loretta Doro privilegia il momento vissuto dal pellegrino, con le sue emozioni, considerando i luoghi attraversati solo come stimoli per un’esperienza di spiritualità completa. — Durante il periodo della mostra sarà proiettato ininterrottamente l’inedito documentario di Lorenzo Marianeschi che illustrerà, tramite le esperienze dirette dei pellegrini, le emozioni, le difficoltà e le gioie, provando a trasmettere l’essenza dell’esperienza del cammino. Il fulcro del documentario è
important stop on the Way of St. James and as a gateway city for pilgrims.
Visitors can enjoy
consentirà ai visitatori
an exhibition of four
di ammirare le opere
photographers and
di quattro fotografi e di
a filmmaker whose
un videomaker vivendo
unique and immersive
un’esperienza unica
works reflect on how our
e immersiva sul tema
area has had a bearing
dei pellegrinaggi e dei
on pilgrimages and
cammini religiosi che
religious ways.
interessano il nostro territorio.
rappresentato dall’importanza che Pistoia ha assunto nei secoli, divenendo la “Piccola Santiago”, crocevia di cammini, anche internazionali. Numerosi eventi collaterali animeranno il mese della mostra: escursioni letterarie sui cammini a cura della Biblioteca San Giorgio, dibattiti e convegni, visite turistiche guidate a tema jacopeo, laboratori per bambini, e soprattutto un raduno pellegrino a Pistoia della durata di due giorni. Infine, la mostra ospiterà un’esposizione delle credenziali dei cammini italiani a cura della Rete Nazionale delle Donne in Cammino. ☜ Per il programma consultare: www.pistoiaiacobeo.it/event/ pistoia-in-cammino/
Mostra Fotografica Il Cammino di Santiago La mostra fotografica sarà in programma dal 20 Novembre al 12 Dicembre 2021 nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia. Il Cammino di Santiago è uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo ed ha come mèta la Cattedrale di Santiago di Compostela, intitolata a San Giacomo il Maggiore, attraverso una fitta rete di sentieri e percorsi che partendo da luoghi diversi di Europa, consentono ai pellegrini di ottenere la Compostela, cioè il perdono dei peccati. Viene percorso fin dagli inizi del IX secolo d.C. quando si dice sia stata scoperta la tomba di San Giacomo Maggiore, apostolo di Gesù, ed ogni anno lo percorrono circa 300 mila persone provenienti da tutto il mondo. Arriva a Pistoia (che ospita l’altare Argenteo di San Iacopo contenente una reliquia del Santo) - dal 20 Novembre al 12 Dicembre nella meravigliosa cornice delle Sale Affrescate del Palazzo Comunale - una bella mostra fotografica dedicata a questo percorso religioso che permette ai pellegrini che decidono di percorrerlo, di entrare in contatto con la propria spiritualità, attraversando una parte dell’Europa fino a raggiungere la città galiziana per venerare San Giacomo Apostolo.
Photo exhibition The Way of St. James The photographic exhibition will run from 20 November to 12 December 2021 in the frescoed rooms of Pistoia’s town hall. The Way of St. James is one of the most famous pilgrimages in the world, with the goal being the Cathedral of Santiago de Compostela, named after St. James the Greater. This dense network of paths and routes starting from different places in Europe allow pilgrims to receive a Compostela, i.e., a certificate of all sins being forgiven. It has been traveled since the beginning of the 9th century AD when the tomb of St. James the Greater, apostle of Jesus, was supposedly discovered. Each year it is traveled by about 300,000 people from all over the world. From 20 November to 12 December, the photographic exhibition will be in Pistoia (which houses the Silver Altar of St. James with the saint’s relic) in the wonderful setting of the Frescoed Rooms of the town hall. This brilliant exhibition is dedicated to a religious journey that connects those pilgrims who choose to travel it with their own spirituality, crossing a part of Europe until reaching the Galician city to venerate St. James the Apostle.
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Una mostra che
ZOOM
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Exhibitions
Pistoia in Cammino
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From 18 September 2021 to 17 October 2021, the Frescoed Rooms in Pistoia’s town hall will host a photographic exhibition on the pilgrims’ routes that cross the city, revealing a world of ancient historical, religious, cultural, and contemporary roads through the continuous playing of a video documentary.
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or the 2021 Jacobean Holy Year, the theme of pilgrimages and pilgrims’ ways has become key to the Pistoia area, a fundamental and time-honored junction since the Middle Ages. Accordingly, the Associazione Comunità Toscana il Pellegrino is promoting the exhibition “Pistoia in Cammino”, a photographic and video exhibition featuring the routes, emotions, and experiences of pilgrims on the move. Florentine Luca Roschi’s photographic exhibition “The Dream of a New Departure” will guide us on the Way of St. James at a leisurely pace that lets us become a part of the Tuscan landscapes. Starting from Florence, this pilgrims’ way crosses Prato, Pistoia, Lucca, and Pisa to reach Livorno, from where the ancient pilgrims set off, braving the sea to head for Santiago de Compostela. Luca’s exhibition imaginatively takes us to the quintessential pilgrimage destination of Santiago, in the year of our spiritual twinning with this Galician town. With his project “A Walk in the Woods: Sacred Art, Traditions, and Nature”, photographer Lorenzo Gori transports us to the adventurous and authentic Way of St. Bartholomew. His photographs recount the impressions of a hike across
the Pistoiese Mountains, from Fiumalbo to Pistoia. This pleasant jaunt offers such delights as experiencing the forest and nature in their various forms, the hospitality and attention of the people who maintain these trails, the charming works of sacred art, and the traditions found in the villages. Maurizio Pini, “the wandering observer”, recounts the Francesca della Sambuca Way as a physical and metaphysical journey. Crossing the countryside and its constituent parts, the photographer captures their impermanence, using black-and-white photography to focus on the ever-present aspect of “water” along the Francesca della Sambuca Way, washed by the Reno River and Limentra Stream. Photographer Loretta Doro presents the Romea Strata in her exhibition “3,000 Km of Spirituality”. It considers the sense of faith often needed by those who walk, usually found in solitude or the sound of a traveling companion’s footsteps, searching for a deep and personal need. Loretta Doro has focused on that emotional moment experienced by pilgrims, considering the places visited as mere stimuli for a complete spiritual experience.
— During the exhibition, Lorenzo Marianeschi‘s documentary will be screened non-stop. Pilgrims’ firsthand experiences will illustrate the emotions, difficulties, and joys of a pilgrimage experience to convey its essence. The documentary focuses on Pistoia’s importance over the centuries, becoming “Little Santiago”, a crossroads of national and international pilgrims’ ways. The month-long exhibition will include numerous collateral events: literary excursions on pilgrims’ ways organized by the San Giorgio Library, talks and conferences, Jacobean-themed guided tours, children’s workshops, and above all, a two-day gathering of pilgrims in Pistoia. Lastly, the exhibition will display the credentials for Italian pilgrims’ routes by the Rete Nazionale delle Donne in Cammino. ☜ ____
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Giacomo, 41 anni di
Giacomo, 41 years
Bologna, è partito
old from Bologna, left
il 25 luglio 2019 da
Bologna on 25 July
Bologna per Santiago,
2019 for Santiago,
Fatima, Lisbona e lo
Fatima, and Lisbon. Last
scorso Gennaio dopo un
January, after a year
anno e mezzo e 7000
and a half walking 7000
km percorsi a piedi
km, he and Little John
tornando a casa insieme
passed through Pistoia
a Little John è transitato
on their way home.
da Pistoia.
Verde & sport: il progetto Giorgio Tesi Junior
A Pistoia coltiviamo lo sport — L’azienda vivaistica Giorgio Tesi Group da anni è impegnata nel sostenere, promuovere e valorizzare le eccellenze sportive e lo sport giovanile pistoiese.
testo Lorenzo Baldi foto Nicolò Begliomini
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____ Giorgio Tesi Group è un’azienda che crede fortemente in importanti valori etici, tanto che nel 2016 per stimolare un impegno concreto a svolgere attività sportiva all’insegna di correttezza e rispetto, ha deciso di creare e sostenere il progetto Giorgio Tesi Junior, voluto e sviluppato per promuovere i valori dello sport coinvolgendo i ragazzi e le ragazze dei settori giovanili delle società sportive pistoiesi. ____ As a company, Giorgio Tesi Group believes strongly in the importance of ethical values. So, in 2016, it decided to create and sponsor the Giorgio Tesi Junior project to encourage a real commitment to fairness and respect. The project has developed sports to meet a need to promote sport values with the involvement of youth teams from Pistoiese sports clubs.
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ra le tante iniziative dell’azienda vivaistica pistoiese, soprattutto per il suo duplice ruolo sportivo e sociale, il progetto Giorgio Tesi Junior sintetizza perfettamente gli importanti valori della Famiglia Tesi, legata profondamente con la propria terra e da sempre attenta e sensibile alle necessità della comunità, tanto da essere impegnata da più di 10 anni in importanti progetti di valorizzazione e di sostegno al territorio, al sociale, alla cultura e allo sport. Il progetto Giorgio Tesi Junior è nato nel 2016, con lo scopo di sostenere l’attività sportiva pistoiese premiando le realtà che si distinguono per la promozione dei valori dello sport e nell’organizzazione del settore giovanile, con l’obiettivo di far crescere atleti, ma prima di tutto uomini e donne onesti,
che credono nei valori dello sport come eguaglianza, correttezza, rispetto, solidarietà, partecipazione, efficienza ed efficacia, riconoscendo e sostenendo le realtà sportive che si identificano nella Convenzione dell’ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nella Carta dei Diritti del bambino nello sport dell’Unesco. Attualmente ne fanno parte più di mille giovani sportivi appartenenti a Pistoia Basket Academy, Blue Volley Quarrata, DLF Pattinaggio Pistoia, Rugby Pistoia “Gli Orsi”, ACU Sporting Casini e Nico Basket Femminile, società sportive che con voglia e determinazione investono nella promozione dello sport sul territorio quale valore determinante per la crescita delle generazioni future. “Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto in questi anni – ha detto Giacomo Galanda, medagliato olimpico, Special Project Manager dell’azienda e responsabile del progetto Giorgio Tesi Junior – durante i quali oltre a collaborare
con importanti realtà sportive di alto livello, prima di tutti AC Milan ma poi anche LBA, Pistoia Basket 2000, Nico Basket ed altre ancora, siamo stati davvero molto fieri di quanto siamo riusciti a fare sul territorio, continuando a supportare, davvero con il cuore, un gruppo di società sportive giovanili che lavorano con grande serietà e che nonostante il difficilissimo periodo legato all’emergenza sanitaria da Covid-19 hanno continuato a lavorare proponendo anche idee nuove per costruire il futuro dei nostri ragazzi, sempre nel rispetto dei valori che sono alla base di questo progetto, dove non si cercano campioni ma giovani che hanno voglia di impegnarsi per migliorare e crescere sia come sportivi che come uomini” ☜
Da diversi anni Giorgio Tesi Group, colorando con il verde delle piante pistoiesi tutte le strutture del club lombardo, lavora come Technical Supplier di Ac Milan, una delle eccellenze sportive italiane che tutto il mondo ci invidia, grazie ad una collaborazione che si basa principalmente sulla condivisione di alcuni importanti valori come la lealtà sportiva, l’impegno per il sociale e la salvaguardia dell’ambiente. Per quanto riguarda il basket, che è da sempre lo sport di riferimento della nostra città, dalla scorsa stagione sportiva c’è stato il ritorno del marchio Giorgio Tesi Group in qualità di Title Sponsor sulle maglie del Pistoia Basket 2000; un accordo che oltre a ricordare cinque indimenticabili anni di successi, è stato voluto nell’ottica di dare sostegno alla società per costruire un percorso che guarda al futuro con grande ottimismo, con l’obiettivo di raggiungere importanti risultati sportivi. L’azienda pistoiese è anche title sponsor della Nico Basket Pistoia, compagine che da tre anni milita nel campionato di serie A2 femminile di basket e della Blue Volley di Quarrata, società di serie C1 di pallavolo.
For several years, Giorgio Tesi Group has provided all of the Lombard club’s facilities with the green of Pistoia’s plants as Technical Supplier for AC Milan, one of Italy’s sports phenomena for which the whole world envies us. We have a partnership based mainly on sharing such important values as fair play, social commitment, and environmental protection. As for basketball, our city’s main sport, the Giorgio Tesi Group brand has returned as Title Sponsor on Pistoia Basket 2000’s jerseys since last season. In addition to remembering five unforgettable successful years, the agreement was meant in the spirit of providing support to the team by optimistically building a forward-looking path to a future of significant sporting achievements. The Pistoia company is also the title sponsor of the Nico Basket Pistoia team, which played in the A2 women’s basketball championship for three years, and Blue Volley of Quarrata, a C1 volleyball club.
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A company where sports... feel right at home!
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Un’azienda dove lo sport… è di casa!
Plants & sports: the Giorgio Tesi Junior project
We cultivate sports in Pistoia
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For years, the Giorgio Tesi Group nursery company has been committed to supporting, promoting, and enhancing sporting excellence and Pistoia’s youth sports.
____ Fabrizio Tesi e Giacomo Galanda, rispettivamente Legale Rappresentante e Special Project Manager dell’azienda vivaistica pistoiese, a Milanello con Ivan Gazidis, Amministratore Delegato di Ac Milan. ____ Fabrizio Tesi and Giacomo Galanda, the Pistoiese nursery company’s Legal Representative and Special Project Manager respectively, with Ivan Gazidis, AC Milan’s CEO, at Milanello.
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mong the Pistoia nursery company’s many initiatives, especially for its dual role in sports and society, the Giorgio Tesi Junior project perfectly summarizes the Tesi family’s important values, deeply rooted in its land, always attentive and sensitive to the needs of the community. In fact, it has been involved for more than ten years in important projects to enhance and support the territory, society, culture, and sport. The Giorgio Tesi Junior project was started in 2016 to support sporting activities in Pistoia by rewarding outstanding organizations that promote the value of sports and organize the youth sector to
develop not just athletes, but above all, honest men and women. They believe in such sports values as equality, fairness, respect, solidarity, participation, efficiency, and effectiveness, recognizing and supporting those sporting organizations identified in the UN Convention on the Rights of the Child and the UNESCO Charter on Children’s Rights in Sport. Currently, more than a thousand young athletes belong to Pistoia Basket Academy, Blue Volley Quarrata, DLF Skating Pistoia, Rugby Pistoia “Gli Orsi”, ACU Sporting Casini, and Nico Basket Female, sports clubs that, with desire and determination, invest in promoting sports in the territory as a determining value for the growth of future generations. “We’re quite satisfied with the
work done in recent years,” said Giacomo Galanda, Olympic medalist, the company’s Special Project Manage, and Giorgio Tesi Junior project manager. “We’ve worked with important high-level sports organizations—especially AC Milan but also LBA, Pistoia Basket 2000, Nico Basket, and others. We’re quite proud of what we’ve done in the area. With our wholehearted support, a group of youth sports clubs continues to work tirelessly despite this very difficult period with Covid-19. Moreover, they offer new ideas for building our children’s future that respect the project’s foundational values. Champions need not apply. Rather, we need young people themselves who are committed to improving and growing as both athletes and human beings.” ☜
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Fondazione Nazionale Carlo Collodi
testo Adele Tasselli foto Nicolò Begliomini Irene Lazzeri
Grazie a un importante intervento di restauro e ai lavori eseguiti dalla Giorgio Tesi Group, l’opera del celebre architetto paesaggista fiorentino presente nel Parco Monumentale di Pinocchio a Collodi sta finalmente tornando all’antico splendore.
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Il Labirinto di Pietro Porcinai —
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l Labirinto di Pietro Porcinai nel Parco Monumentale di Pinocchio a Collodi (Pescia – Pistoia) sta tornando al suo primordiale splendore grazie ad un restauro risolutivo delle problematiche di drenaggio del terreno che avevano costretto a sostituire le pareti verdi con del semplice canniccio. Soluzione alla quale si era arrivati dopo il fallimento dei vari tentativi di piantumazione di edera che in breve tempo finiva sempre per seccare. La situazione si è protratta fino a quest’anno quando il bando “Restauro del patrimonio artistico” della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha finalmente creato le premesse per l’avvio di un intervento definitivo. La Fondazione Nazionale Carlo Collodi, proprietaria del Parco di Pinocchio, ha partecipato al bando con un progetto di restauro del valore complessivo di 73.810 euro che la Fondazione CARIPT ha valutato meritevole e che finanzierà per il 50%.
Dopo il nulla osta della Soprintendenza, i lavori sono iniziati la scorsa primavera. Ad eseguirli il team di giardinieri specializzati della Giorgio Tesi Group che hanno smontato la recinzione e tolto il canniccio, scavato e smaltito il terreno argilloso presente, sostituendolo con un sottofondo idrofobico percorso da tubazioni drenanti. Infine gli scavi sono stati riempiti con nuovo terriccio di coltura, rimontata la rete originaria e messe a dimora 600 piante di Hedera helix. Conclusi i lavori, lo scorso 7 luglio il restauro del Labirinto è stato festeggiato con una cerimonia del taglio del nastro alla presenza del presidente della Fondazione Collodi, Pier Francesco Bernacchi, e del presidente della Fondazione CARIPT, Lorenzo Zogheri. Evento programmato in concomitanza delle celebrazioni per il 140° anniversario dalla pubblicazione dei primi capitoli di La Storia di un burattino di Carlo Collodi sul Giornale per i Bambini (capitoli poi raccolti dall’editore Paggi di Firenze in un unico romanzo intitolato Le Avventure di Pinocchio – Storia di un
burattino, pubblicato nel febbraio del 1883). L’area del Parco di Pinocchio dove si trova il Labirinto di Pietro Porcinai fu terminata nel 1972, in seguito ad una serie di interventi di ampliamento che la Fondazione Collodi affidò agli artisti Marco Zanuso, Pietro Consagra e all’architetto Porcinai. Un’estensione di quasi 3 ettari, denominata Paese dei Balocchi, che ha arricchito con un percorso monumentale la parte originaria, risalente al 1956, dove le opere protagoniste sono la statua di Emilio Greco (Pinocchio e la Fata) e la Piazzetta dei Mosaici di Venturino Venturi e degli architetti Renato Baldi e Lionello De Luigi. L’architetto Claudia Maria Bucelli – New York University, Villa La Pietra, Firenze; Associazione Pietro Porcinai ONLUS – scrive: “Il Paese dei Balocchi, dalla stampa più volte paragonato a una ‘Disneyland italiana’ nel tentativo di esprimere quell’estensione inusitata tradotta in un mondo fiabesco costruito sulla potenzialità pedagogica dell’arte, veniva a costituire, nel coinvolgimento di diverse professionalità
analogica dello spirito più che dei luoghi della novella” (C.M. Bucelli, Il Parco di Pinocchio a Collodi fra paesaggio arte e memoria dei luoghi). La fisionomia del “Paese dei Balocchi” è opera di Porcinai che trasforma un terreno piatto e incolto in un percorso tortuoso, fatto di saliscendi, dove i personaggi del racconto di Pietro Consagra appaiono davanti al visitatore all’improvviso, inseriti in ambientazioni evocative: gli Assassini in una radura buia, usciti dalla quale inserisce la statua della Fata bambina, in uno spazio in piena luce. Porcinai ha anche “imposto” la sua idea di labirinto: il labirinto, la Nave Corsara e la Grotta dei Pirati sono i giochi originari del Parco. L’architetto fa mettere da parte la proposta di un labirinto in pietra a favore di un labirinto verde, forse ispirandosi ai tipici labirinti presenti nei parchi di palazzi e ville. Non a caso anche nel confinante Giardino Garzoni ce n’è uno, che si dice porti fortuna agli innamorati. Ma questa è un’altra storia. ☜
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Conclusi i lavori,
Once work was
lo scorso 7 luglio il
completed, the
restauro del Labirinto
maze’s restoration
è stato festeggiato
was celebrated with
con una cerimonia
a ribbon-cutting
del taglio del nastro
ceremony on 7 July
alla presenza del
attended by Fondazione
presidente della
Collodi president Pier
Fondazione Collodi, Pier
Francesco Bernacchi
Francesco Bernacchi,
and Fondazione CARIPT
e del presidente della
president Lorenzo
Fondazione CARIPT,
Zogheri.
Lorenzo Zogheri.
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e sensibilità artistiche, un intervento fortemente connotato in identità locale e di raro spessore culturale e sociale nel panorama italiano dell’epoca. Uno spazio potenzialmente didattico nell’originale avvicendamento di episodi orientati al divertimento, ma soprattutto al favorire riflessione e azione in modalità educative. Un atteggiamento ludico quale modalità dell’essere quindi, propensione alla giocosità vitale di chi diviene per scelta giocatore, potendo così muovere le tessere e le singole immagini del gioco per dar loro una sequenza adatta alle diverse situazioni, in tal modo apprendendo il fondamento del vivere. In successione alla piazzetta e al costruendo percorso-parco, un itinerario in continuità concettuale con l’attiguo spazio mosaicato, punteggiato di specie botaniche ed episodi artistici sulle orme delle avventure vissute dal burattino, la nuova addizione doveva ‘provocare’ la partecipazione attiva dei visitatori e, soprattutto, dei più giovani di essi, alla vicenda che si sarebbe snodata loro innanzi lungo un ‘sentiero magico’, proponendosi come traduzione reale in geografia
Fondazione Nazionale Carlo Collodi
Pietro Porcinai’s Maze
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Thanks to a major restoration and other work carried out by the Giorgio Tesi Group, the creation by the famous Florentine landscape architect located in the Pinocchio Monumental Park in Collodi is finally returning to its former glory.
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ietro Porcinai’s maze in the monumental Pinocchio Park in Collodi (Pescia– Pistoia) is returning to its primordial splendor. Thanks to a restoration project, the soil drainage problems that had necessitated replacing the green walls with simple wattle have been resolved. A solution was found after various failed attempts to plant ivy without it soon drying out. The situation continued until this year when the Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia’s “Restoration of Artistic Heritage” call for bids finally paved the way for definitive action to take place. The Pinocchio Park’s owner, the Fondazione Nazionale Carlo Collodi, prepared a tender offer of €73,810 for the restoration project, which the CARIPT Foundation considered acceptable and provided 50% of the funding. After the green light from the Superintendency, work began last spring, carried out by the Giorgio Tesi Group’s team of specialized gardeners. First, they dismantled the fence, removed the wattle, dug out the clayey soil, and got rid of it. It was then replaced with a hydrophobic substrate crossed by drainage pipes. Lastly, the trenches were filled with new earth, the original netting was reassembled, and 600 Hedera helix plants were bedded. After the work was completed, a ribbon-cutting ceremony on 7 July celebrated the maze’s restoration. in attendance were the presidents of the Fondazione Collodi, Pier Francesco Bernacchi, and Lorenzo Zogheri of the Fondazione CARIPT. The event
was scheduled to coincide with the 140th-anniversary celebrations for the publication of the first chapters of The Story of a Puppet by Carlo Collodi in the Giornale per i Bambini. (Later, the Paggi publishing house in Florence collected them into a novel entitled The Adventures of Pinocchio–Story of a Puppet, published in February 1883.) The Pinocchio Park section where Pietro Porcinai’s maze is located was completed in 1972, following a series of expansions that the Fondazione Collodi entrusted to artists Marco Zanuso and Pietro Consagra, and Porcinai as the architect. Known as the Paese dei Balocchi (Toyland), this almost 3-hectare extension improved the original part by adding a monumental path, dating back to 1956. Along the path are Emilio Greco’s statue of “Pinocchio and the Fairy” and the Mosaic Square by Venturino Venturi and
the architects Renato Baldi and Lionello De Luigi. The architect Claudia Maria Bucelli (New York University, Villa La Pietra, Florence; Associazione Pietro Porcinai ONLUS) wrote: “the press has often compared Toyland to an “Italian Disneyland”, in an attempt to convey this unusual scope translated into a fairy-tale world built on art’s pedagogical potential. However, various professional skills and artistic sensitivities were involved, was an operation strongly characterized by local identity and a rare cultural and social importance in the Italian panorama of that period. Potentially, it is an educational space in the original alternating episodes aimed at entertainment, but above all, at encouraging thought and action through education. Therefore, a playful attitude as a way of being shows a propensity for the active playfulness of those who choose to play, thus moving the game’s tiles and individual images to give them a sequence suitable for various situations, thus learning the foundation of living. After
the small plaza and a new park itinerary, a conceptual tour begins in the adjacent mosaic space dotted with plants and works of art. Visitors, especially children, are “encouraged” to actively participate in the puppet’s adventures, following his footsteps on this “magical path”. It thus translates an analogous geography of the spirit rather than places in the novel“ (CM Bucelli, Il Parco di Pinocchio a Collodi fra paesaggio arte e memoria dei luoghi). This aspect of “Toyland” is Porcinai’s work. He transformed this flat piece of untilled land into a winding path with ups and downs, where Pietro Consagra’s
sculptures of the story’s characters, introduced into vivid settings, suddenly appear before a visitor. The visitor leaves the dark clearing of the Assassins and enters a lightfilled area with the statue of the young fairy. Porcinai also “imposed” his idea of a maze. Together with the Privateer and the Pirates’ Cave, they are the park’s original games. The architect set aside the idea of a green maze instead of a stone maze—perhaps having been inspired by those mazes typical of palace parks and villas. Not surprisingly, there is also one in the neighboring Garzoni Garden, said to bring luck to lovers. That, however, is another story. ☜
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L’area del Parco di
The area in Pinocchio
Pinocchio dove si trova
Park where Pietro
il Labirinto di Pietro
Porcinai’s maze is located
Porcinai fu terminata
was completed in 1972,
nel 1972, in seguito ad
following a series of
una serie di interventi
expansions entrusted by
di ampliamento che
the Fondazione Collodi to
la Fondazione Collodi
the artists Marco Zanuso
affidò agli artisti Marco
and Pietro Consagra, and
Zanuso, Pietro Consagra
the architect Porcinai.
e all’architetto Porcinai.
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Pistoia Musei
Monica Preti, dal Louvre a Pistoia —
Conosciamo meglio la nuova direttrice scientifica di Pistoia Musei, il sistema museale promosso da Fondazione Caript e inaugurato nel 2019 sotto la guida di Philip Rylands, Direttore Emerito della Peggy Guggenheim Collection di Venezia.
testo Lorenzo Baldi foto Nicolò Begliomini
Grazie del benvenuto. Fin dal mio arrivo Pistoia mi ha sedotta con il suo fascino discreto, fatto di tesori e ricchezze poco conosciuti, ma anche della presenza impalpabile di una storia antica stratificata nei suoi sassi e nei suoi spazi, che si mescola alla vita di tutti i giorni di una città a taglia umana, con i suoi ritrovi e i suoi mercati. “Città rocciosa... stella caduta sulla terra”, capisco meglio oggi le parole di Bigongiari e mi rallegro ogni giorno della mia scelta di trasferirmi a vivere qui.
Nei primi tre mesi dopo il mio arrivo a Pistoia mi sono dedicata a conoscere meglio le diverse sedi di Pistoia Musei e a costruire un organigramma funzionale alle attività del museo: solo adesso inizio a proiettarmi verso il futuro. In primo luogo, ci sarà da portare avanti i progetti già avviati e che nonostante tutte le incertezze del periodo attuale trovano la loro ragion d’essere nel fatto di rappresentare investimenti di lunga durata per le nostre sedi: gli ultimi lavori per l’apertura del Museo di San Salvatore che, Per il prossimo triennio dopo tanti anni, dovrebbe poter sarà responsabile della essere inaugurato all’inizio del conduzione, della gestione 2022; la catalogazione e lo studio e della cura del patrimonio delle collezioni dell’Antico Palazzo di Pistoia Musei, sistema dei Vescovi, in vista della sua museale composto da riapertura in veste completamente quattro sedi situate rinnovata. Ci sono poi le mostre. Il nel centro cittadino, prossimo appuntamento espositivo occupandosi anche della è previsto per il 27 novembre, data programmazione delle di apertura della mostra “Medioevo mostre temporanee e delle a Pistoia. Crocevia di artisti tra attività didattico/educative. Romanico e Gotico”, curata da Ada Come vede il futuro di Labriola, Enrica Neri Lusanna e questa importante realtà Angelo Tartuferi, presso i rinnovati sotto la sua gestione? spazi espositivi dell’Antico Palazzo dei Vescovi. In occasione dell’anno
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P
rima di tutto benvenuta a Pistoia e complimenti per questo importante incarico. Ci piacerebbe conoscere le sue prime impressioni sulla nostra città, che nel 2017 ha ottenuto l’importante riconoscimento di Capitale Italiana della Cultura e che è caratterizzata dal verde, da un turismo lento e discreto, da uno stile di vita in linea con i ritmi della natura e quindi a misura d’uomo, dove scoprire straordinari tesori e ricchezze poco conosciuti, prodotti ed eccellenze di altissima qualità e paesaggi unici.
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Attualmente la sede
Currently the exhibition
espositiva di Palazzo
venue of Palazzo de’
de’ Rossi a Pistoia
Rossi in Pistoia hosts
ospita la mostra Pistoia
the exhibition Pistoia
Novecento.
Novecento. Glances on
Sguardi sull’arte dal
art since the Second
secondo dopoguerra.
World War.
Iacobeo, la mostra – che resterà aperta fino all’8 maggio 2022 – si propone di illustrare lo straordinario panorama delle arti a Pistoia dal XII agli inizi del XV secolo. Attraverso una ricca selezione di opere – dipinti, sculture, oreficerie e codici miniati – con prestiti importanti provenienti anche dall’estero, la mostra rivelerà il ruolo di primo piano assunto dalla città nel medioevo nel campo delle arti figurative. Il percorso principale della mostra si svilupperà in alcuni ambienti del piano terra e del primo piano dell’Antico Palazzo dei Vescovi, ai quali si affiancherà una sezione in una sala del Museo Civico d’Arte antica. Ho desiderato inoltre che l’evento espositivo si trasformasse in una mostra diffusa in tutta la città con l’obiettivo di studiare, restaurare e valorizzare il suo patrimonio artistico, creando per tale occasione anche degli itinerari storico-artistici che guideranno il visitatore alla scoperta delle opere e dei monumenti nel contesto urbano. Sto anche definendo il programma espositivo per Palazzo de’ Rossi e Palazzo Buontalenti, che riserverà alcune novità già dal 2022.
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Precedentemente a questo incarico è stata Responsabile della programmazione culturale all’Auditorium del Musée du Louvre a Parigi. Cosa porta con Lei a Pistoia da questa prestigiosa esperienza?
L’esperienza di lavoro al Louvre è stata per me importantissima. Mi ha insegnato prima di tutto a pensare il museo anche in funzione dei suoi diversi pubblici. Il mio ruolo mi ha dato l’opportunità di riflettere sui modi di rendere comunicabili ai visitatori le iniziative di studio e ricerca condotte da un grande museo, che, per quanto basilari, non possono esaurire la sua missione: un museo deve sempre cercare di coinvolgere i propri interlocutori, rendendoli partecipi delle proprie attività. La mia esperienza al Louvre mi ha insegnato anche a pensare all’accessibilità del museo in senso più ampio del mero numero dei visitatori (che per il Louvre non sono un problema, essendo in cima alle statistiche mondiali). Il concetto di accoglienza del pubblico prescinde secondo me dall’aspetto quantitativo e si fonda sulla nozione di inclusione, guardando soprattutto alla qualità dell’esperienza di visita, all’arricchimento personale dei propri interlocutori, che non sono solo i turisti ma anche i cittadini, le scuole, le tante persone che per i motivi più vari non hanno un facile rapporto con la cultura, ma che potrebbero invece averlo se debitamente accompagnate. Pistoia è l’indiscussa Capitale europea del verde, grazie alla qualità delle piante dei suoi vivai, ma è anche è un concentrato di splendidi capolavori e un crocevia di esperienze artistiche straordinarie
grazie ai suoi pulpiti, all’Altare Argenteo di San Iacopo, alle caratteristiche chiese zebrate, ai suoi musei, al Battistero, al Fregio Robbiano e a “La Visitazione” di Luca della Robbia. Come possono incontrarsi per Lei – con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il territorio - queste tipiche eccellenze pistoiesi? I musei devono essere in simbiosi con la città, valorizzare le sue eccellenze e quelle del territorio, non solo a livello di percorso museale, ma anche con mostre temporanee: ho già detto della mostra dedicata al medioevo a Pistoia e per i prossimi anni ho pensato a nuove mostre su temi che interessano la storia cittadina (la grande stagione del cinema degli anni Sessanta, i giardini nella storia della cultura, personaggi leggendari legati alla storia pistoiese, ma anche l’arte del Novecento e le industrie Breda). Queste mostre, destinate alle sedi espositive di Pistoia Musei, saranno arricchite da proposte di itinerari nel territorio oltre che da iniziative culturali e educative. Tutto questo grazie anche a collaborazioni e sinergie con altre istituzioni, con cui spero di avviare proficui scambi. Naturalmente, valorizzare la cultura locale non significa promuovere localismi: al contrario, mio intento sarà quello di mettere in rilievo l’orizzonte europeo della cultura pistoiese, anche tramite collaborazioni internazionali. ☜
MONICA PRETI è storica dell’arte moderna. Laureata a Firenze in Storia dell’arte nel 1986, ha proseguito gli studi presso il Courtauld Institute di Londra, la Fondazione Longhi (di cui è stata borsista nel 1986-1987) e lo European University Institute di Firenze, conseguendo il titolo di PhD in History and Civilization nel 2001. Nel 1989-1990 è stata conservatrice della biblioteca e responsabile delle attività didattiche della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente a Milano. In seguito, a Parigi, è stata ricercatrice presso l’INHA/Institut national d’histoire de l’art (2001-2005), docente di Storia del collezionismo e dei musei presso l’INP/Institut national du Patrimoine (2001-2004) e docente di Storia dell’arte e museografia all’École du Louvre (2000-2006). Dal 2006 al 2021 è stata Responsabile della programmazione culturale all’Auditorium del Musée du Louvre. Autrice di saggi e monografie pubblicati in Italia e all’estero, è stata fra l’altro Visiting scholar presso la Villa I Tatti – The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies (2019); borsista presso la Villa Medici-Académie de France (2014); chercheur associé al CNRS/Centre André Chastel (2018) e all’École pratique des hautes études (EPHE)/ Histara (2020). Dal 2012 è iscritta all’ICOM France e affiliata ai comitati internazionali CECA, per l’educazione e l’azione culturale; COMCOL, per lo sviluppo delle collezioni; DEMHIST, per le Dimore storichemusei; ICOFOM, per la Museologia.
MONICA PRETI is a historian of modern art. After graduating in 1986 from Florence University in Art History, she continued her studies at the Courtauld Institute in London, the Longhi Foundation (where she was a fellow in 1986-1987), and the European University Institute of Florence, where she received a Ph.D. in History and Civilization in 2001. In 1989-1990, she was curator of the library and responsible for Milan’s Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente’s educational activities. Subsequently, in Paris, she was a researcher at the INHA/ National Institute for Art History (2001-2005), professor of the History of Collecting and Museums at the INP/Institut national du Patrimoine (2001-2004), and Professor of Art History and Museography at the École du Louvre (2000-2006). Additionally, she was in charge of cultural programming at the Auditorium of the Louvre Museum from 2006-2021. In addition, she is the author of essays and monographs published in Italy and abroad. Furthermore, she has been a visiting scholar at Villa I Tatti–The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies (2019); fellow at the Villa Medici-Académie de France (2014); and chercheur associé at the CNRS/Center André Chastel (2018) and the École pratique des hautes études (EPHE)/Histara (2020). She has been a member of ICOM France since 2012 and affiliated with the CECA international committees for education and cultural action; COMCOL, collection development; DEMHIST, historic house-museums; and ICOFOM, for Museology.
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ZOOM
Monica Preti
Pistoia Museums
Monica Preti, from the Louvre to Pistoia
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Let’s get to know better the new director of Pistoia Musei, the museum system sponsored by the Caript Foundation. It opened in 2019 under the guidance of Philip Rylands, Director Emeritus of the Peggy Guggenheim Collection in Venice.
F
irstly, welcome to Pistoia, and congratulations on this important position. We’d like to know your first impressions of our city that, as you know, was recognized in 2017 as the Italian Capital of Culture. Life here is characterized by plants, a slow and discreet tourism, and a lifestyle attuned to natural rhythms, therefore on a human scale. Here, you can discover extraordinary and little-known treasures and riches, products, and delicacies of the highest quality, as well as unique landscapes.
exhibitions and teaching/ educational activities. Under your management, what do you see in this significant institution’s future?
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During my first three months in Pistoia, I devoted myself to becoming better acquainted with the Pistoia Musei’s various locations and creating an organizational chart of the museum’s functional activities. Only now am I beginning to look towards the future. Firstly, we will continue the projects already started and which, despite all the existing uncertainties, find their raison d’etre by representing longterm investments for our venues: the Thanks for the welcome. Since my latest works for the opening of the San arrival, Pistoia’s discreet charm and Salvatore Museum, which, after so many its unsung treasures and riches have years, should be inaugurated at the seduced me. However, the intangible beginning of 2022; and the cataloging presence of an ancient history stratified and study of the Ancient Palazzo dei in its stones and spaces is mixed with the Vescovi’s collections, because of its city’s everyday life on a human scale, reopening after a complete renovation. with its haunts and its markets. “Rocky Then, there are the exhibitions. city... star falling to earth” I understand Scheduled to open on 27 November, the Bigongiari’s words better today, and exhibition “Medioevo a Pistoia. Crocevia every day I’m happy for having decided di artisti tra Romanico e Gotico“has been to move here. curated by Ada Labriola, Enrica Neri Lusanna, and Angelo Tartuferi. They For the next three years, you’ll will be held in the Antico Palazzo dei be responsible for the operation, Vescovi’s renovated exhibition spaces management, and care of the until 8 May 2022. The exhibition will Pistoia Musei museum system’s show Pistoia’s extraordinary artistic assets at its four locations in the panorama from the 12th to the early city center. In addition, you’ll 15th century during this Jacobean year. also deal with planning temporary It will reveal the city’s leading role in the figurative arts during the Middle Ages through a wide range of works— paintings, sculptures, goldsmiths, and
illuminated manuscripts—as well as significant loans from abroad. The exhibition will be held on some groundand first-floor rooms in the Antico Palazzo dei Vescovi and part of a room in the Civic Museum of Ancient Art. I also wanted the event to be transformed into a diffuse exhibition spread throughout the city, intending to study, restore, and enhance its artistic heritage. In addition, historical-artistic tours will be created to guide visitors in discovering works and monuments throughout the city. I’m also putting together an exhibition program for Palazzo de’ Rossi and Palazzo Buontalenti, with some new features in store for as early as 2022. Before your current post, you were Head of Cultural Programming at the Louvre Museum’s Auditorium in Paris. What do you bring to Pistoia from this illustrious experience? My work experience at the Louvre is very important for me. It taught me, first of all, to think about a museum in terms of its different audiences. My role was an opportunity for me to think about how to communicate to visitors the study and research initiatives of a large museum, which, however basic, cannot complete its mission. A museum must always involve its public in its activities. My experience at the Louvre also taught me to think about the museum’s accessibility in a broader sense than the mere number of visitors (not a problem for the Louvre, at the top of world statistics). In my opinion, the concept of welcoming the public is independent of the quantitative. It is based on the idea of inclusion, looking especially at the quality of the visitor’s experience, the personal enrichment of their interlocutors. The latter are not only tourists but also citizens, schools, and the many who, for various reasons, do not have an easy relationship with culture, but who could instead have one, if appropriately guided.
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Niccolò di Tommaso,
Niccolò di Tommaso,
Giudizio Universale,
The Last Judgment,
XIV secolo, Galleria
14th century, Salomon
Salomon, Milano
Gallery, Milan
Museums should have a symbiotic relationship with the city, promoting all of the area’s local attractions. This should be done not only in terms of the museum but also of temporary exhibitions. I’ve already talked about the show dedicated to the Middle Ages in Pistoia. For the next few years, I’ve thought about new exhibitions on themes that concern the city’s history (a period of great cinema in the 1960s, a cultural history of gardens, legendary characters linked to Pistoia’s past, along with 20thcentury art, and Breda factories). These exhibitions, meant for Pistoia Musei exhibition venues, will put forward ideas for local tours plus cultural and educational initiatives. All thanks to our partnerships and synergies with other institutions, with which I hope to initiate constructive exchanges. Of course, enhancing local culture doesn’t mean promoting local interests. Instead, my intention is to highlight the European perspective of Pistoia’s culture through international relationships. ☜
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Pistoia is Europe’s undisputed capital of greenery, owing to the quality of plants in its nurseries. However, it’s also a condensation of splendid masterpieces and a crossroads of extraordinary artistic events due to its pulpits, the Silver Altar of St. James, its characteristic zebra-striped churches, museums, and Baptistery, the Robbiano Frieze, and Luca Della Robbia’s “The Visitation”. So how do you see these typical Pistoiese attractions coming together to promote and enhance the territory?
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La Ferrovia Porrettana
Sui binari della storia —
Le rampe di lanciamento e salvamento della stazione di Vaioni, oggi Valdibrana
testo
foto Lorenzo Marianeschi e Collezione Giovanni Innocenti - Pistoia
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Andrea Ottanelli
____ Un’immagine d’epoca mostra i lavori di costruzione del binario di lanciamento destinato ad accogliere i convogli fino al culmine per incrementare artificialmente la loro capacità di affrontare la salita. Il binario fu posto su una rampa sostenuta da otto grandi archi in pietra e mattoni, lunga 279 m, larga cinque e alta ben undici, che terminava con un grande muro in pietra. ____ A period image shows construction work for the launching track meant to accommodate convoys up to the highest point by artificially increasing their ability to handle the incline. Supported 58 | NATURART | SETTEMBRE 2021
by eight large brick and stone arches, the track was placed on a ramp 279 m. long, five m. wide, and eleven m. high. It ended with a large stone wall.
N
el 1864, al momento dell’apertura della Ferrovia Porrettana, le stazioni sul versante pistoiese erano solo due: Piteccio e Pracchia, che costituiva la stazione di valico. Nei primi anni ’80, a causa dell’ampliamento del traffico ferroviario, si resero necessari alcuni importanti interventi sulla linea per abbreviare le tratte a binario unico, agevolare gli incroci e rendere la ferrovia più sicura e funzionale. Inoltre le comunità locali chiedevano spesso l’istituzione di una stazione per incrementare i collegamenti con le città e la pianura. In questo modo furono progettate e realizzate due nuove stazioni: nel 1882 fu aperta all’esercizio la stazione di Corbezzi e nel 1883 quella di Vaioni, oggi Valdibrana, con i relativi tratti a doppio binario, scambi e altre strutture di servizio. In ambedue i casi furono necessari dei grandi lavori per realizzare
sui pendii delle colline gli edifici per i viaggiatori e il personale di servizio, gli impianti tecnologici e i nuovi binari, affiancati a quello di linea, di sicurezza, lanciamento, salvamento e ricovero destinati a un migliore e più sicuro funzionamento della ferrovia. In particolare la stazione di Vaioni fu costruita su un vasto terrapieno artificiale con grandi muraglioni in pietra che sorreggevano tutta la struttura, compreso l’edificio della stazione, fu completata con una nuova strada che la collegava all’antico percorso di fondovalle e vi furono realizzati tre binari di servizio tra i più importanti e complessi dell’intera linea. La stazione, infatti, era posta all’inizio del tratto in salita e quindi era destinata a svolgere alcune importanti funzioni collaterali in un punto nodale della Porrettana. Pertanto sul lato di Bologna fu costruito un binario di ricovero lungo 523 m mentre sul lato di Pistoia furono edificate due imponenti strutture di potenziamento e sicurezza. Infatti, sul lato destro del binario di linea fu innalzato un ripido
binario di lanciamento destinato ad accogliere i convogli fino al culmine per incrementare artificialmente la loro capacità di affrontare la salita. Il binario fu posto su una rampa completamente in rilevato sostenuta da otto grandi archi in pietra e mattoni, lunga 279 m, larga cinque e alta ben undici, che terminava con un grande muro in pietra. — Dall’altro lato fu costruito un binario di salvamento lungo 547 m e largo circa cinque, posto sul fianco della collina e che terminava con una rampa in rilevato, del tutto simile all’altra ma meno ampia, sostenuta da due archi in pietra e mattoni e completata con un grande respingente in muratura. Serviva per deviare dal binario di linea i treni che non riuscivano a rallentare la loro corsa al termine del percorso in discesa, la contropendenza costante e continua serviva a diminuirne progressivamente la velocità in tutta sicurezza per il personale e i passeggeri.
Porrettana Express
Alla scoperta della storica strada ferrata e della sorprendente montagna che la circonda
Discovering the historical railway and the amazing mountains surrounding it
Un libro illustrato, una guida per grandi e piccoli alla scoperta di aneddoti, cultura e ambiente dei luoghi a cavallo di questa storica strada ferrata. Scritto da Martina Colligiani e illustrato dall’artista pistoiese Michele Fabbricatore, la storia vede protagonista l’ingegner Protche, progettista delle ardite discese e delle incredibili gallerie della Porrettana. Il libro – il secondo della Collana NATURART KIDS inaugurata con “Cosimo degli alberi: alla scoperta di una città dal cuore verde” - racconta la storia dell’ingegnere francese Jean Louis Protche, questo straniero illustre che visse il culmine della sua carriera proprio all’interno della solida tradizione ferroviaria pistoiese; un serio signore dal baffo folto che fin da giovane amava costruire ponti e strade per non lasciare soli i borghi più sperduti e che si dimostrò tanto pragmatico nello svolgere calcoli e misure quanto visionario nell’immaginare viadotti altissimi e gallerie a ricciolo, e accettò con una creatività tutta pratica la sfida sorprendente che la Porrettana costituiva. Una ferrovia chiamata a quel tempo a unire Toscana ed Emilia ma anche perfetta allora come oggi, per scoprire e valorizzare la nostra meravigliosa montagna, fatta di storia, natura, splendidi boschi e meravigliosi borghi tutti da scoprire. Il protagonista del libro è senz’altro Jean Louis Protche, ma l’opera è volutamente narrata a due voci: la prima parte, che ripercorre lo sforzo tecnico della progettazione e costruzione ferroviaria, è saldamente in mano al nostro ingegnere; la seconda, attraverso la quale scopriamo finalmente la montagna e i suoi segreti, è invece guidata da Selvaggia. È la fanciulla dalla lunga treccia bionda che con il suo parlare saggio insegna al suo innamorato, troppo chiuso nelle rigide certezze del mestiere, a guardare oltre il piccolo finestrino del suo vagone…. Da Pistoia a Castagno, passando per Valdibrana e Piteccio, dall’albero con gli occhi di Orsigna al ponte sospeso di San Marcello o all’Osservatorio di Gavinana, ricordando il meraviglioso trenino della FAP che collegava Pracchia con Mammiano, presi letteralmente per mano dai due viaggiatori, di stazione in stazione si arriva fino a fino a Porretta Terme…
This illustrated book is a guide for adults and children to discover the anecdotes, culture, and environment of places along this historical railway. Written by Martina Colligiani and illustrated by the Pistoiese artist Michele Fabbricatore, the story’s hero is the engineer Protche, who designed the Porrettana’s daring descents and incredible tunnels. The book is the second in the NATURART KIDS series, launched with “Cosimo degli Alberi: Discovering a city with a heart of green”. It tells the story of the illustrious French engineer Jean Louis Protche, who experienced the peak of his career as part of Pistoia’s robust railway tradition. From a young age, this serious gentleman with a thick mustache loved to build bridges and roads, so villages were less remote. Also, he proved equally pragmatic in carrying out calculations and measurements as he was visionary in imagining very high viaducts and corkscrew tunnels. Thus, with completely practical creativity, Protche accepted the surprising challenge represented by the Porrettana. A railway was needed at that time to unite Tuscany and Emilia—as perfect at that time as it is today—to discover and develop our marvelous mountains, full of history, nature, splendid woods, and beautiful villages waiting to be discovered. Although the book’s main character is Jean Louis Protche, the work is deliberately narrated in two voices. The first part is firmly in our engineer’s hands as it traces the technical endeavor in railway design and construction. The second part is where we finally discover the mountains and their secrets, guided by Selvaggia, a girl with a long, blonde braid, who wisely teaches her sweetheart, too wrapped up in the rigid certainties of his work to look outside of the train’s small windows. The two travelers take us by the hand, going from Pistoia to Castagno, passing through Valdibrana and Piteccio, from the tree with the eyes in Orsigna to San Marcello’s suspension bridge or the Gavinana Observatory, bringing to mind the wonderful FAP train that connected Pracchia and Mammiano, going from station to station until arriving at Porretta Terme…
Editore: Giorgio Tesi Editrice srl - ISBN: 9788898888146 Caratteristiche: 2019, 24 pagine, 24X33 - Lingua: testi in italiano Autori: testi di Martina Colligiani - Illustrazioni di Michele Fabbricatore - Prezzo di copertina: € 15,00. Per acquistarlo: www.discoverpistoia.it/il-catalogo-2/
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Porrettana Express
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Le nuove strutture erano completate da tre gallerie idrauliche in pietra per la raccolta e canalizzazione delle acque meteoriche e di falda, destinate a evitare danni alla linea. Gli impianti sono tuttora in buono stato di conservazione. Il binario di lanciamento dopo anni di incuria è stato oggetto da parte della Fondazione FS di un’opera di valorizzazione, sostenuta anche dall’assessore del Comune di Pistoia Alessandro Sabella, per cui è stato ripulito dalla fitta vegetazione infestante, corredato da strutture di sicurezza e quattro grandi pannelli fotografici con foto storiche tra cui quella che mostra i lavori di
costruzione della rampa, ed è interamente visitabile. L’altro, invece, è tuttora invaso da alberi e arbusti ma conserva ancora tutti i binari e gli archi finali. Dalla loro sommità si gode una visione panoramica delle colline circostanti e della città di Pistoia. I due impianti costituiscono un prezioso e raro esempio di ingegneria ferroviaria dell’Ottocento e un valido esempio del patrimonio archeologico industriale della Ferrovia Porrettana da conservare, valorizzare e studiare. ☜
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La struttura dopo
After years of neglect,
anni di incuria è stata
the structure was
oggetto da parte
upgraded by the
della Fondazione
Fondazione FS and the
FS di un’opera di
support of Pistoia Town
valorizzazione,
Councilor Alessandro
sostenuta anche
Sabella. Now cleared of
dall’assessore del
overgrown vegetation
Comune di Pistoia
and equipped with
Alessandro Sabella. Il
safety structures and
binario, ripulito dalla
four large panels with
fitta vegetazione e
historical photos, the
corredato da strutture
track can now be visited
di sicurezza e quattro
during trips on the
grandi pannelli
Porrettana Express.
fotografici con foto storiche è oggi visitabile durante i viaggi di Porrettana Express.
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La storia della Transappenninica
The history of the Trans-
affonda le radici negli anni tra le
Apennine dates back to the years
guerre che hanno determinato
between the wars that resulted
l’indipendenza e l’Unità d’Italia. Nel
in independence and Italy’s
1845 i fratelli Bartolomeo, Pietro
unification. In 1845, the brothers
e Tommaso Cini di San Marcello
Bartolomeo, Pietro, and Tommaso
ottennero dal Granduca di Toscana
Cini of San Marcello were
Leopoldo II l’autorizzazione a
given authorization to conduct
compiere gli studi necessari per la
the necessary studies for its
sua realizzazione.
construction by the Grand Duke of Tuscany Leopold II.
The Porrettana Railway
On the rails of history The launch and rescue tracks at Vaioni station, today Valdibrana
W
hen the Porrettana Railway opened in 1864, there were only two stations on the Pistoia side of the mountains: at Piteccio and the border station of Pracchia. In the early 1980s, due to the increase in railway traffic, some necessary work was needed on the rail line to shorten the single-track sections, facilitate crossings, and make the railway safer and more functional. In addition, local communities often asked that a station be built to increase connections with cities and the plains. In this way, two new stations were designed and built. The Corbezzi station opened first in 1882, followed by the Vaioni in 1883. The latter station, known today as Valdibrana, had double-track sections, switches, and other service facilities. In both cases, substantial work was needed to construct buildings for travelers and service personnel on the hillsides, the technological systems, and the new tracks, alongside the safety, launch, rescue, and shelter lines to better and more safely operate the railway. The Vaioni station was built on a substantial artificial embankment whose large stone walls supported the
entire structure, including the station building. It was completed with a new road that connected it to the old route along the bottom of the valley. The three new service tracks were among the most important and complex of the entire line. Located at the beginning of the climb, the station performed some essential side functions as a junction on the Porrettana line. Therefore, a 523-m.-long safety track was built on the Bologna side; while, two impressive power and safety facilities were built on the Pistoia side. A steep launch track was raised on the right side of the line to accommodate convoys to the highest point by artificially increasing their ability to handle the incline. The track was placed on an embanked ramp supported by eight large stone and brick arches, 279 m. long, five wide, and eleven high, and ended with a large stone wall. A rescue track—547 meters long and about five meters wide—was built on the hillside. Once completed, the embanked ramp was quite similar to the first but not as wide. Two stone and brick arches supported the track, which ended with a large masonry buffer, used to divert from the line platform any train that could not slow its run at the end of the downhill route. In addition, the constant,
continuous counter-slope gradually decreased the train’s speed in complete safety for the staff and passengers. Lastly, three new water tunnels in stone were built to avoid damage to the line by collecting and channeling rain- and groundwater. The facilities are still in a good state of preservation. After years of neglect, the Fondazione FS and Pistoia town councilor Alessandro Sabella supported improving the launch track by clearing dense weeds from the area. In addition, the safety structures and four large photographic panels with historical photos–including one showing the ramp’s construction–have been put in place and can be visited. On the other hand, the other track is still overgrown with trees and shrubs, while all the tracks and closing arches are still preserved. The nearby hilltops offer visitors a panoramic view of the city of Pistoia and its surrounding hills The two facilities offer rare and valuable examples of 19th-century railway engineering—an excellent example of the Porrettana Railway’s industrial archaeological heritage that must be preserved, enhanced, and studied. ☜
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Sulla Transappenninica sono tornati i treni storici di Porrettana Express
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Dopo un anno di stop dovuto all’emergenza sanitaria legata alla pandemia da covid 19, nell’Anno Europeo del Treno, da luglio a fine ottobre 2021 sono tornati, con un grande successo di pubblico, i viaggi tematici sui binari che hanno fatto la storia d’Italia.
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opo la momentanea sosta dello scorso anno dovuta all’emergenza sanitaria legata alla pandemia da covid – 19, sulla ferrovia transappenninica che collega Pistoia con Porretta Terme sono tornati - con un nuovo ciclo di viaggi e con grande successo di pubblico proveniente da tutta Italia - i viaggi tematici in treno storico di Porrettana Express, il progetto lanciato nel 2019 con un grande successo di pubblico, ripartito domenica 11 Luglio, con una capienza ridotta a causa delle normative di distanziamento vigenti.
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La storia della linea ferroviaria tra Pistoia e Porretta Terme affonda le radici negli anni cruciali del nostro Paese, tra le guerre che hanno determinato l’indipendenza e l’Unità d’Italia. Il primo embrione di “strada a rotaie destinata al transito pubblico” risale al 1845, quando i fratelli Bartolomeo, Pietro e Tommaso Cini di San Marcello ottennero dal Granduca di Toscana Leopoldo II l’autorizzazione a compiere gli studi necessari per la sua realizzazione. La ferrovia
Porrettana venne inaugurata nel 1864 e divenne l’asse portante delle comunicazioni tra nord e centrosud fino agli anni Trenta, quando fu surclassata dalla Direttissima Prato-Bologna. Ogni viaggio parte con la visita guidata al Deposito Officine Rotabili Storici di Pistoia, dove tuttora si fa manutenzione a vetture di epoche diverse, ancora perfettamente funzionanti, per poi partire dalla Stazione Pistoia su vetture d’epoca per esplorare la natura dell’Appennino ToscoEmiliano, i piccoli borghi, le antiche tradizioni e i luoghi della Seconda Guerra Mondiale, tra ex fabbriche di munizioni, tunnel e rifugi, ma anche per conoscere la fauna selvatica e le eccellenze dell’enogastronomia locale. Ogni treno, a seconda del tema scelto per il viaggio, fa sosta nei luoghi percorsi dalla Porrettana, tra cui Valdibrana con la visita alla rampa di lanciamento con la supervisione di una guida o di personale autorizzato, Piteccio con l’esposizione del Ferromodellismo, Castagno con il Museo di Arte contemporanea a cielo aperto, Campotizzoro e il suo Museo S.M.I., Pontepetri, Le Piastre e
Maresca con i poli dell’ecomuseo della Montagna Pistoiese, terminando il viaggio a Pracchia o a Porretta Terme. Capofila del progetto, frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto numerosi soggetti dalle piccole realtà territoriali fino ad enti e istituzioni pubbliche, è Transapp, associazione che riunisce numerose organizzazioni toscane ed emiliane. Il progetto è promosso e sostenuto dai Comuni di Pistoia, di San Marcello Piteglio e Alto Reno Terme, da Regione Toscana, Toscana Promozione Turistica e Fondazione CARIPT, con il determinante contributo della Fondazione FS. A coordinare la comunicazione e la promozione Giorgio Tesi Editrice, mentre visite guidate, laboratori didattici e attività su e giù dai binari sono gestite dalla Cooperativa Pantagruel. ☜
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The Historical Porrettana Express trains are back on the Trans-Apennine Line After a year’s hiatus due to the Covid-19 pandemic health emergency, theme trips on the railway that made Italian history have returned with great success between July and the end of October 2021.
fter last year’s temporary stop due to the Covid-19 pandemic health emergency, the historical Porrettana Express train’s theme journeys on the trans-Apennine railway connecting Pistoia with Porretta Terme are back a new cycle of journeys and with great success with audiences from all over Italy. This project was launched in 2019 with great public success, restarted on Sunday 11 July, with a reduced capacity due to the spacing regulations in force.
The history of this railway line between Pistoia and Porretta Terme dates back to a crucial period in our country, between the wars that led to independence and Italy’s unification. The beginning of this “railroad for public transit” dates back to 1845 when the Cini brothers— Bartolomeo, Pietro, and Tommaso— of San Marcello were given the authorization to carry out the necessary studies for its construction by the Grand Duke of Tuscany, Leopold II. The Porrettana railway was inaugurated in 1864 and became the backbone of north and center-south communications until the 1930s when the direct Prato-Bologna route outpaced it. Each trip starts with a guided tour of the Historical Rolling-Stock Depot-Garage in Pistoia, where cars from different eras, in perfect working order, are still serviced. The tour then departs from the Pistoia station in vintage cars to explore the countryside of the Tuscan-Emilian Apennines, with its small villages, ancient traditions, and such places from the Second World War as former munition factories, tunnels, and shelters, but also to learn about wildlife and the local food and wine delicacies.
Each train, depending on the theme for that trip, stops in places traveled by the Porrettana, including Valdibrana with a supervised visit to the launching ramp with a guide or other authorized personnel; Piteccio with its mode-railroad exhibition; Castagno, with open-air Museum of Contemporary Art; Campotizzoro and the SMI Museum; Pontepetri, Le Piastre, and Maresca with branches of the Pistoiese Mountains ecomuseum. the trip ends in either Pracchia or Porretta Terme. The project leader is Transapp, an association that brings together numerous Tuscan and Emilian organizations. The project is the result of teamwork among multiple subjects, from small local groups to public bodies and institutions; it is promoted and supported by the Municipalities of Pistoia, San Marcello Piteglio, and Alto Reno Terme, the Tuscan Region, Tuscan Tourism Promotion, and the Fondazione CARIPT, with significant contributions from the Fondazione FS. Communication and promotion are handled by Giorgio Tesi Editrice, while guided tours, educational workshops, and activities up and down the tracks are managed by the Cooperativa Pantagruel. ☜
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“sketch dei “Pollinators” di Silvia Baroncelli”
PubbliNATURART
“POLLINATORS”: I MODERNI SUPER EROI
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Eleonora Angelini Responsabile della didattica e comunicazione Giardino Zoologico di Pistoia
— Al Giardino Zoologico di Pistoia una nuova storia è scritta tra le siepi che circondano la storica fontana con i delfini di marmo e i giochi d’acqua. In ogni racconto che si rispetti c’è sempre una situazione, un protagonista che deve vincere una sfida e un “cattivo” che si oppone alla buona riuscita dell’impresa. In alcune storie molto avventurose ci sono anche i supereroi, personaggi con poteri straordinari che nessun altro possiede e che intervengono per far sì che il bene trionfi. Quella che vi raccontiamo è la storia di 4 supereroi, portabandiera di un intero popolo che opera silenziosamente nelle foreste e nei campi, sulle vette delle montagne e lungo i corsi d’acqua, ovunque ci sia vita ci sono loro i “Pollinators” termine rubato alla lingua inglese e che cela, forse nella “esse” finale, una forza eccezionale, necessaria per vincere la sfida che si presenta oggi a queste creature. Speso quando si nominano gli impollinatori nella mente si associa subito l’immagine delle api, ma non sono le sole ad essere alleate di molte piante per il complesso processo della riproduzione. A farfalle, scarabei e sirfidi, solo per rimanere nel mondo degli insetti, si aggiungono colibrì, pipistrelli e alcuni primati tra cui le varecia, delicati lemuri malgasci che, con il muso a punta, si nutrono del nettare dei
fiori e, involontariamente, si fanno da trasportatori del polline che resta attaccato al loro pelo e passa così di fiore in fiore. Possiamo considerarli dei veri e propri giardinieri della foresta! I “Pollinators” agiscono in ogni luogo del mondo per permettere il proseguire della vita e, come accade a tutti i supereroi, la loro azione è spesso all’ombra delle notizie giornalistiche: non appaiono nelle cronache o nei titoli più altisonanti eppure gli dobbiamo moltissimo. Non dovete pensare alla loro azione solo per i fiori selvatici dei campi, ma anche per le piante da cui ricaviamo gli alimenti, le fibre, le medicine, i foraggi per le mucche e le pecore e il legname da costruzione. Senza api e farfalle rischiamo di non mangiare più mele, pere, agrumi e pomodori o di non poterci vestire con il cotone e il lino. Quattro piante con fiori su cinque hanno bisogno degli insetti impollinatori per sopravvivere. Per dirla in numeri l’84% delle coltivazioni europee dipendono dall’impollinazione degli insetti per un valore di circa 15 miliardi di euro all’anno. Per i “Pollinators” però non è un gran momento, poiché lemuri e colibrì sono minacciati dalla distruzione delle foreste e i pipistrelli se la devono vedere con la cattiva reputazione che li perseguita. Molto più subdola e diffusa è poi la minaccia per gli insetti tanto da spingere gli scienziati a lanciare un preoccupante
allarme: circa un terzo di api e farfalle in Europa è in declino, il 10% rischia l’estinzione. Esili creature, subiscono gli effetti negativi dei pesticidi, dei cambiamenti climatici, della distruzione degli habitat naturali, dell’arrivo di specie esotiche (come il calabrone asiatico) e delle malattie. Che cosa possiamo fare per diventare alleati dei “Pollinators” ed essere protagonisti di un processo che vuole scrivere il lieto fine alla storia che avete appena letto? Per prima cosa è possibile rendere i balconi o il giardino della propria casa adatta ad accogliere gli impollinatori: mettere a dimora fiori che nutrono farfalle e api e costruire per loro un “bug hotel”, una casetta speciale dove i piccoli insetti possono trovare riparo. Oppure possiamo collocare le “bat box”, i nidi artificiali per i pipistrelli che hanno sempre maggiore difficoltà a trovare siti adatti dove passare l’inverno. Il Giardino Zoologico è impegnato da molto tempo nelle attività di divulgazione sul tema degli impollinatori con eventi per i visitatori o con attività per le scuole e da qualche settimana la nuova installazione intorno alla “fontana dei delfini” amplifica il messaggio: grazie alla collaborazione con l’illustratrice Silvia Baroncelli i “Pollinators” hanno una immagine che ammicca ai bambini ma che attira anche l’attenzione dei grandi. Le illustrazioni colorate aiutano a raccontare ai visitatori la storia che avete appena letto per coinvolgere sempre più persone ad essere attive nella difesa di questi importanti animali. Alle iniziative individuali è urgente che si affianchi l’opera del Parlamento Europeo chiamato ad emanare norme che intensifichino le azioni a favore dei preziosi insetti: riqualificazione degli ambienti naturali, controllo dei pesticidi, monitoraggio delle specie a maggiore rischio. È necessario tenere a monito ciò che sta accadendo in Cina dove lo scenario è catastrofico poiché la rapida scomparsa degli impollinatori costringe gli agricoltori a tecniche di impollinazione manuale con costi altissimi e perdita di qualità dei prodotti finali. Qualcuno pensa di poter sostituire le farfalle e le api con i micro-droni ma la tecnologia non potrà mai riprodurre i colori degli insetti alati né donarci le diverse sfumature dei sapori del miele e soprattutto l’uomo potrà sempre e solo fare una sbiadita replica della natura, ma mai sostituire l’opera originale. Non è forse il caso di spendere le nostre risorse per proteggere la meraviglia che ci circonda?
PubbliNATURART At Pistoia’s Zoological Garden, a new story has been composed amidst the hedges surrounding the historical fountain, with its marble dolphins and water games. Every self-respecting story always has a situation in which a good guy must overcome a challenge, and a bad guy opposes the enterprise’s success. There are also superheroes, characters with extraordinary powers possessed by no one else, who step in so that good triumphs in some of the more adventurous stories. We are telling you the story of four superheroes, standard-bearers of an entire population that works silently in the forests and fields, on mountain peaks, and along waterways. Wherever there is life, there are pollinators, an English term stolen by the Italian language that perhaps hides in that final “s”, the exceptional strength necessary to win the challenge these creatures face today. Often when speaking about pollinators, the image of bees immediately comes to mind. However, they are not the only allies of many plants because of the complex reproduction process. To the butterflies, beetles, and hoverflies of the insect world can be added hummingbirds, bats, and some primates, including Varecia, the delicate Malagasy lemurs. They feed on flower nectar with their pointed snouts, unintentionally transporting from flower to flower the pollen on their fur. As a result, we can consider them true forest gardeners! Everywhere in the world, pollinators work
to make it possible for life to continue. As with all superheroes, their actions are often covered in the news or given the most highfalutin headlines, yet we owe them a lot. Your thinking should not be limited only to their activities in fields of wildflowers but also include those plants from which we food, fibers, medicines, cow and sheep fodder, and construction timber are derived. Without bees and butterflies, we risk not being able to eat apples, pears, citrus fruits, and tomatoes anymore or to wear cotton and linen clothing. In addition, four out of five flowering plants need pollinating insects to survive. To put it in numbers, 84% of Europe’s crops depend on insect pollination for a value of about €15 billion per year. However, it is not such a great time for pollinators, as the destruction of forests threatens lemurs and hummingbirds, while bats have to deal with the negative reputation that follows them. The threat to insects is much more subtle and widespread, pushing scientists to sound a distressing alarm. About a third of bees and butterflies in Europe are in decline, with 10% at risk of extinction. These tiny creatures are adversely affected by pesticides, climate change, natural habitat destructions, the arrival of exotic species (e.g., the Asian hornet), and disease. What can we do to become the pollinators’ allies and play a leading role in a process with a happy ending to the story you have just read? First of all, your home’s balconies or
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garden can be adapted to welcome pollinators by planting flowers that feed butterflies and bees or building a “bug hotel”, a special little shelter for small insects. Or we can install “bat boxes”, artificial roosts for bats due to the increasing difficulty in finding suitable wintering sites. For a long time, the Zoological Garden has been involved in outreach activities on pollinators by organizing events for visitors and activities for schools. For some weeks, the new installation around the “dolphin fountain” has boosted this message. Thanks to Silvia Baroncelli’s illustrations, the pollinators have an image that winks at children and attracts grown-ups’ attention. Moreover, these colorful pictures help visitors tell the story you have just read so an increasing number of people can defend these important animals. There is an urgent need for the European Parliament to work with these individual initiatives by issuing regulations that increase activities that benefit these invaluable insects by controlling pesticides, rehabilitating natural environments, and monitoring those species at greatest risk. It must be kept in mind that what is happening in China with the rapid disappearance of pollinators is catastrophic. Farmers have been forced to use very expensive manual pollination techniques, resulting in lower quality end products. Some think that microdrones can replace butterflies and bees. Yet, technology can never reproduce the colors of winged insects or give us the differently colored flavors of honey. Above all, humans can create only a pale imitation of nature, never the original work. So shouldn’t we be spending our resources to protect the wonders that surround us?
www.zoodipistoia.it
POLLINATORS: MODERN SUPERHEROES
Fondazione MAiC
L’arte di Rupnik a Pistoia —
C’è un riflesso del Cielo nel nuovo oratorio della Fondazione Maic di Pistoia. È la luce dei mosaici di Marko Ivan Rupnik che accende lo spazio ispirando contemplazione e preghiera, ma anche la fede e i sorrisi dei ragazzi che frequentano il Centro di riabilitazione e il suo oratorio.
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Ugo Feraci foto Nicolò Begliomini
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L
a chiesa è un’aula unica pensata dall’architetto Alessandro Mannelli per accogliere agevolmente gli ospiti del centro di Riabilitazione e della Casa Famiglia in un ambiente privo di barriere architettoniche e impreziosito da una decorazione di grande bellezza e suggestione. Nell’oratorio, inoltre, si svolge l’attività liturgica dell’Associazione Maria Madre Nostra, sorta nel 2004 per volontà di don Renato Gargini, fondatore, animatore e assistente spirituale dell’odierna Fondazione MAiC. L’associazione Maria Madre Nostra ha interamente finanziato la decorazione e gli arredi liturgici, nell’intento di offrire a ragazzi disabili, a familiari, volontari e fedeli un ambiente bello e raccolto, capace di guidare alla preghiera e alla contemplazione. L’associazione, infatti, è sorta all’interno del Centro MAiC come organizzazione di volontariato ed è riconosciuta dal vescovo di Pistoia quale organizzazione privata di fedeli che ha lo scopo di sostenere, in ogni forma, i percorsi di vita delle persone con disabilità, attraverso attività di tipo catechistico, liturgico, assistenziale, formativo di giovani volontari.
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— La decorazione è stata affidata a padre Marko Ivan Rupnik, gesuita e teologo docente alla Pontificia Università Gregoriana, nonché artista di fama internazionale. Sono suoi, ad
esempio, i mosaici con i misteri della Luce realizzati per l’esterno della Basilica del Santuario di Lourdes, ancora suoi quelli che decorano la grande aula liturgica del Santuario di Fatima e, più vicino a noi, il ciclo realizzato per la Basilica di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo. L’arte di Rupnik è ormai una cifra universalmente apprezzata, capace di coniugare riferimenti alla tradizione orientale e medievale, con la modernità di un linguaggio decorativo che richiama l’astrazione. Una teologia per immagini capace di parlare a tutti, nonostante la ricchezza di riferimenti e la profondità di senso delle immagini. A Pistoia Rupnik ha realizzato in mosaico tre scene che accompagnano lo spazio presbiterale: Gesù Crocifisso, raffigurato in veste di sacerdote accompagnato dalla Vergine Maria (che è allo stesso tempo immagine della Chiesa) che raccoglie e offre il calice con il sangue del Figlio; l’Assunzione della Vergine Maria; la discesa agli inferi di Cristo risorto. L’Assunzione segue la versione iconografica orientale e medievale che descrive la dormizione della Vergine: mentre il corpo di Maria è onorato dai Santi Pietro e Paolo, l’anima di Maria, giunta al termine della sua vicenda terrena, è infatti accolta in aspetto di bambina dal Figlio. Recupera la tradizione orientale e medievale anche la scena successiva nella quale Cristo risorto sottrae dalle fauci della morte i progenitori Adamo ed Eva. Lungo la parete destra è raffigurata in pittura a monocromo una
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Le opere di padre
Father Marko Ivan
Marko Ivan Rupnik
Rupnik’s works
rappresentano una
represent a theology
teologia per immagini
through images that
capace di parlare a
can speak to everyone,
tutti, nonostante la
despite the wealth
ricchezza di riferimenti
of references and the
e la profondità di senso
depth of meaning in
delle immagini.
them.
Madonna della tenerezza in piedi, e sulla parete di fondo è raffigurata, sempre a monocromo, la Parusia, cioè il ritorno glorioso di Cristo, alla presenza di santi significativi per la realtà dell’Associazione Maria Madre Nostra, tra cui Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein), San Giovanni Paolo II, i Santi pastorelli di Fatima Giacinta e Francesco e il servo di Dio Giorgio la Pira. — Tutti i lavori, parzialmente realizzati nell’atelier del Centro Aletti di Roma, sono stati diretti da Marko Ivan Rupnik e dalla sua equipe di collaboratori e portati a termine in breve tempo attraverso un sapiente lavoro di squadra nel giugno 2018. Gli artisti, che all’opera ricordano una bottega medievale, condividono con Padre Rupnik un vero e proprio cammino di fede, conducendo vita in comune e sperimentando un originale sodalizio artistico e spirituale. Rupnik e i suoi collaboratori hanno anche realizzato l’altare, l’ambone, le panche e gli altri arredi liturgici, completando un ambiente unitario e coerente, liturgicamente fondato e funzionale. All’inizio di quest’anno la chiesa è stata impreziosita da un nuovo organo donato da Mons. Umberto Pineschi realizzato e progettato appositamente per questo luogo di culto. Un tassello in più per un mosaico di bellezza che continua a stupire e riabilita alla vita. ☜
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L’arte di Rupnik e ormai una cifra universalmente apprezzata, capace di coniugare riferimenti alla tradizione orientale e medievale, con la modernità di un linguaggio decorativo che richiama l’astrazione.
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Rupnik’s art is now universally appreciated, combining references to oriental and medieval traditions, with a modern decorative language that recalls abstraction.
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Fondazione MAiC
Rupnik’s Art in Pistoia
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A reflection of Heaven is found in the Fondazione Maic’s new oratory in Pistoia. Marko Ivan Rupnik’s mosaics illuminate the space, inspiring contemplation and prayer, as well as the faith and smiles of the young people who use the rehabilitation center and its oratory.
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his single-nave church was designed by the architect Alessandro Mannelli to easily accommodate the rehabilitation center and group home’s guests in an attractive and charmingly decorated, barrier-free environment. In addition, the Associazione Maria Madre Nostra’s liturgical activities take place in the oratory, established in 2004 by Father Renato Gargini, the founder, promoter, and spiritual assistant of today’s Fondazione MAiC. The Associazione Maria Madre Nostra has completely financed the liturgical furnishings and decoration to offer differently-abled children, family members, volunteers, and the faithful a beautiful and intimate environment for prayer and contemplation. The association began as a voluntary organization in the MAiC Center. The bishop of Pistoia has also recognized it as a private organization of the faithful whose purpose is to support, in all ways, the lifepaths of differently-abled people through catechetical, liturgical, charitable, and training activities for the young volunteers. The decoration task was given to Father Marko Ivan Rupnik, a Jesuit, theologian, professor at the Pontifical Gregorian University, and an internationally
renowned artist. Thus, his work includes, for example, the Mysteries of Light mosaics made for the exterior of the Basilica of the Sanctuary of Lourdes, as well as those decorating the great liturgical hall of the Sanctuary of Fatima and, closer to home, the cycle created for the Sanctuary of Saint Pio of Pietrelcina in San Giovanni Rotondo. Rupnik’s art is now universally appreciated, combining references to oriental and medieval traditions, with a modern decorative language that recalls abstraction. Nevertheless, this theology of images speaks to everyone regardless of the wealth of references and profound meaning in the representations. For example, Rupnik created three mosaic scenes for the presbytery in Pistoia: the Crucified Jesus, depicted as a priest and accompanied by the Virgin Mary (who, at the same time, is an image of the Church) who raises and offers the chalice with the blood of her Son; the Assumption of the Virgin Mary; and the risen Christ’s descent into hell. The Assumption follows an oriental and medieval iconography that describes the Virgin’s dormition. As Mary’s body is honored by Saints Peter and Paul, her soul, with its childlike appearance, is welcomed by her Son after reaching the end of her earthly life. The next scene has the risen Christ saving Adam and Eve from the jaws of death also reclaims
the oriental and medieval traditions. Along the right wall, a monochrome painting depicts a standing Madonna of Tenderness. On the back wall, the Parousia, the glorious return of Christ, attended by saints important to the association, is also depicted in monochrome. Our Mother Mary, including Saint Teresa Benedicta of the Cross (Edith Stein); Saint John Paul II; Jacinta and Francesco, the holy shepherds from Fatima; and God’s servant Giorgio la Pira. All the works, partly completed in the Centro Aletti’s atelier in Rome, were directed by Marko Ivan Rupnik and his team of assistants. Deftly working together as a team, they were soon completed in June 2018. With Father Rupnik, the artists, whose collaboration is reminiscent of a medieval workshop, shared a real journey of faith, leading a communal life and experiencing a unique artistic and spiritual partnership. Rupnik and his assistants also created the altar, ambo, benches, and other liturgical furnishings, completing a liturgically-grounded, unitary, coherent, and functional environment. At the beginning of this year, the church was graced with a new organ donated by Mons. Umberto Pineschi. It was created and designed specifically for this place of worship—another piece in a mosaic of beauty that continues to amaze and restore life. ☜
____ A Pistoia Rupnik ha realizzato, in mosaico tre scene che accompagnano lo spazio presbiterale: Gesu Crocifisso, raffigurato in veste di sacerdote accompagnato dalla Vergine Maria, l’Assunzione e la discesa agli inferi di Cristo risorto. Completando poi un ambiente unitario e coerente, liturgicamente fondato e funzionale sono stati realizzati l’altare, l’ambone, le panche e gli altri arredi liturgici della Chiesa del centro MAIC. ____ In Pistoia, Rupnik created three mosaic scenes for the presbytery: the Crucified Jesus, depicted as a priest and accompanied by the Virgin Mary; the Assumption; and the risen Christ’s descent into hell. The altar, ambo, benches, and other liturgical furnishings were then completed to form a unitary, coherent, liturgically grounded, and functional environment.
The Fondazione Maria Assunta in Cielo (FMAiC) is a thirdsector institution that operates through the USL Toscana Centro. Besides health care, the FMAiC wants to be a true “bastion of rehabilitation” where full and comprehensive care of a differently-abled individual is available. This not only means using the best professional knowledge and technique in this field but also providing a service that develops the individuality, spirituality, and social skills of those entrusted to it from the first years of their life through the “during” and “after-us” periods. Families are the recipients and stars of the foundation’s mission at its various locations in the province of Pistoia. Also, summer rehabilitation stays are spent in the splendid natural setting of Ronchi (Marina di Massa). Ronchi is the best and most important synthesis of FMAiC’s commitment—the engine that inspires and nourishes activities throughout the year. Annually, about 200 young volunteers work to increase the service’s benefits that, to date, have been extended to over 2000 users.
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La Fondazione Maria Assunta in Cielo è un ente del Terzo Settore che opera in convenzione con l’azienda USL Toscana Centro. La FMAiC vuole essere una vera e propria “cittadella della Riabilitazione” dove, oltre alla presa in carico sanitaria, si ha cura piena e globale della persona disabile. Ciò non significa solo utilizzo della miglior scienza e tecnica professionale e di settore, ma significa messa in atto di un servizio che miri allo sviluppo dell’individualità, della spiritualità e delle competenze sociali di coloro che le vengono affidati.. dai primi anni di vita fino al “durante” ed al dopo- di -noi”. Le famiglie sono destinatarie e protagoniste della mission della Fondazione, in tutte le diverse sedi presenti sul territorio provinciale pistoiese. Inoltre a Ronchi (Marina di Massa), in una splendida cornice naturale ed ambientale, si svolge il soggiorno riabilitativo estivo; Ronchi è la sintesi più alta e significativa dell’ impegno della FMAiC ed è il motore che ispira ed alimenta le attività di tutto l’anno. Circa 200 giovani volontari, ogni anno, si attivano per moltiplicare i benefici del servizio che raggiunge -ad oggi- oltre 2000 utenti.
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Fondazione MAiC
Arte
Richiami. Pistoia 2017 —
Nel luglio 2017 furono affisse a Pistoia, allora Capitale Italiana della Cultura, trentasei opere pittoriche dell’artista Fabrizio Da Prato destinate a restare “sulla strada” per quindici giorni, in spazi delle pubbliche affissioni regolarmente acquistati.
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a cura della redazione
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state 2017. È luglio e Pistoia vive il suo anno da Capitale Italiana della Cultura. In questo contesto, il mattino del 17 luglio 2017, nel tratto di città racchiuso tra piazza San Lorenzo e piazza del Carmine, passando attraverso via del Maglio, via delle Pappe e via del Carmine, il personale adibito alle affissioni si trova di fronte a una insolita richiesta, almeno per quei tempi in cui la pandemia non esisteva ancora e non c’era bisogno di trovare soluzioni alternative alle esposizioni al chiuso, al di là dei circuiti convenzionali dell’arte contemporanea. Al posto dei soliti manifesti pubblicitari, infatti, gli affissori devono attaccare trentasei opere pittoriche destinate a restare “sulla strada” per quindici giorni, in spazi delle pubbliche affissioni regolarmente acquistati.
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— Quelle opere, raccolte nell’operazione artistica “Richiami. Pistoia 2017”, erano di Fabrizio Da Prato, artista poliedrico che vive in Garfagnana e fonda la sua ricerca artistica sulla volontà di
intraprendere un dialogo vivo e costruttivo con il territorio, utilizzando l’estetica come mezzo di riflessione antropologica e sociale. “Erano”, perché quelle trentasei opere - dipinti di grandi dimensioni realizzati in studio dall’artista nei mesi precedenti l’affissione e poi donati agli sguardi dei passanti – oggi non esistono più, almeno fisicamente. “Quelle esposte per le strade di Pistoia – spiega Da Prato – erano opere a tempo, destinate a essere fisicamente oscurate dalla pubblicità una volta terminato il periodo di affissione. Tuttavia, ancora adesso continuano a sopravvivere immaterialmente nel concetto di durata, nel ricordo di chi le ha incontrate e magari osservate, nella memoria di un viaggio. Il fatto che in questo momento ne stiamo parlando è interessante; è come se stessimo prolungando l’operazione, che si nutre della forza del ricordo”. In bilico tra figurazione e linguaggio informale, le opere pistoiesi usavano codici ritmici, geometrie e decorazioni per “richiamare” alla mente dello spettatore dettagli di architetture, colori, paesaggi, segnaletiche stradali, mappe e percorsi immagazzinati dall’artista durante
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Quelle esposte per le
Exhibited along
strade di Pistoia erano
Pistoia’s streets, the
opere a tempo, destinate
works were time-
a essere fisicamente
limited, designed to be
oscurate dalla pubblicità
blotted out physically
una volta terminato il
by advertising once
periodo di affissione
the posting period
ma che ancora adesso
was over. However,
continuano a sopravvivere their spirit endures immaterialmente nel
conceptually through
concetto di durata,
the memories of those
nel ricordo di chi le ha
who saw them.
incontrate e magari osservate…
i suoi sopralluoghi, alla ricerca di un filo rosso in grado di ricucire le varie anime del territorio pistoiese. — “Fabrizio Da Prato – spiega Veronica Carpita, storica dell’arte che ha curato l’operazione artistica pistoiese – si è fatto portavoce e immagine della comunità, riappropriandosi dello spazio pubblico per instaurare un rapporto dialogico ed empatico tra artista e cittadino, senza mediazioni, interferenze o filtri esterni”. Dalle ceneri di questa prima esperienza di Richiami, nata all’interno del progetto “Cromology per l’Arte”, si sono poi susseguite altre operazioni artistiche che hanno seguito in maniera
critici delle ultime installazioni di Palermo e Parma – ma il senso più profondo di queste installazioni si trova nel racconto corale, nelle corrispondenze, nel percorso in progress che l’esperienza di Richiami sta disegnando, tappa dopo tappa”. In questo senso non sorprende che Da Prato stia già pensando al 2022. “Procida è stata nominata Capitale della Cultura Italiana 2022 – anticipa l’artista – il desiderio è quello di proseguire il percorso fino a quando sentirò di avere ancora qualcosa da dire. Quel che è certo è che nel 2022 lo sguardo sarà rinnovato con una visione ancora più ampia, inclusiva e sperimentale, che coinvolgerà altri artisti e nuovi linguaggi”. ☜
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Con “Richiami” Fabrizio
With “Richiami”,
Da Prato si è fatto
Fabrizio Da Prato
portavoce e immagine
became the
della comunità,
community’s
riappropriandosi dello
spokesperson and
spazio pubblico per
image, re-appropriating
instaurare un rapporto
a public space to
dialogico ed empatico
establish an empathic,
tra artista e cittadino,
conversational
senza mediazioni,
relationship between
interferenze o filtri
artist and townspeople,
esterni
without intervention, interference, or external filters
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indipendente le successive nomine a Capitali Italiane della Cultura di altre città, di volta in volta scelte dall’artista per il valore simbolico. Nel 2018, per esempio, è andata in scena “Richiami. Palermo 2019”, ispirata al tema della multietnicità. Poi “Richiami. Parma 2020” sul tema della biodiversità e il prossimo settembre sarà la volta di “Richiami. Parma 2021”, con il patrocinio del Comune di Parma. “Le varie operazioni di Richiami sono per certi versi autonome tra loro, potrebbero vivere di vita propria. Di volta in volta la scoperta di nuovi territori permette all’artista di concentrare la sua attenzione su un tema specifico e circoscritto, suggerito dal contesto e dalla sua sensibilità – spiega Alice Barontini, che ha curato i testi
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Dopo l’esperienza
After the Pistoia
pistoiese, nel 2018
experience, “Richiami.
è andata in scena
Palermo 2019”,
“Richiami. Palermo
inspired by the theme
2019”, ispirata al tema
of multi-ethnicity,
della multietnicità
was staged in 2018.
seguita da “Richiami.
“Richiami. Parma 2020”
Parma 2020” sul tema
followed, focusing on
della biodiversità e la
biodiversity, while
recentissima “Richiami.
the most recent,
Parma 2021”, realizzata
“Richiami. Parma
con il patrocinio del
2021”, was created with
Comune di Parma.
the patronage of the Municipality of Parma.
Art
Richiami. Pistoia 2017
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In July 2017, thirty-six paintings by the artist Fabrizio Da Prato were posted in Pistoia, the Italian Capital of Culture, that year. The intent was to display them for fifteen days on regularly purchased public billboard spaces.
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ummer 2017. July. Pistoia as the Italian Capital of Culture. Thus, on the morning of 17 July 2017, in the area between Piazza San Lorenzo and Piazza del Carmine, passing along Via del Maglio, Via delle Pappe, and Via del Carmine, the billboard installers were faced with an unusual request—unusual because the pandemic did not yet exist, nor was there a need to find alternative solutions
for indoor exhibitions beyond the conventional contemporary-art channels. Indeed, instead of the usual advertising signs, the billboard installers were faced with posting thirty-six pictorial works that were to remain on regularly purchased public billboard spaces for fifteen days.
— Those works, collected for “Richiami. Pistoia 2017”, were by Fabrizio Da Prato, a multi-talented artist who lives in Garfagnana. He bases his art on a desire to engage in a lively, constructive dialogue with the territory, using aesthetics as a means of anthropological and social thought. “Were” because the thirty-six large paintings were created in the artist’s studio in the months before being posted for the enjoyment of passers-by and today no longer exist, at least physically. Da Prato explains, “The works exhibited along the streets of Pistoia were timelimited works, designed to be physically blotted out by advertising once the posting period was over. However, their spirit endures conceptually through the memories of those who came across them, perhaps looked at them, recollecting a journey. So the curious fact of talking about them right now seems to prolong this action that thrives on the power of memory “. Poised between figuration and informal language, the Pistoiese works used rhythmic codes, patterns, and decorations to bring to the viewer’s mind architectural details, colors, landscapes, road signs, maps, and routes collected by the artist during his probes searching for a thread that could mend the various souls in the Pistoia area. — As Veronica Carpita, the art historian who oversaw the work of art in Pistoia, explains, “Fabrizio Da Prato became the community’s spokesperson and image, re-appropriating public space to establish an empathic and conversational relationship between artist and townsperson, without mediation, interference, or external filters”.
SOLUZIONI AVANZATE PER L’UFFICIO
GESTIONE DI DIGITALIZZAZIONE, ARCHIVIAZIONE DOCUMENTALE E SICUREZZA DATI CONSULENZA E ASSISTENZA IT SISTEMI DI COMUNICAZIONE VISIVA DIGITALI
SERVIZI DI NOLEGGIO E VENDITA DI: As part of the project “Cromology per l’Arte”, other works came in succession from the ashes of the first Richiami experience, which independently followed their subsequent designation as Italian Capitals of Culture in other cities, chosen in turn by the artist for their symbolic value. In 2018, for example, “Richiami. Palermo 2019” was staged, inspired by a multi-ethnic theme. “Richiami. Parma 2020” followed, which was based on biodiversity. Finally, next September will be “Richiami. Parma 2021”, with the support of the Municipality of Parma. “Richiami’s various actions are, in some ways, independent of each other; they could have a life of their own. However, sometimes, the discovery of new lands allows the artist’s attention to focus on a specific, limited theme, suggested by the setting and the artist’s sensitivity,” explains Alice Barontini, who edited the critical essays on Da Prato’s latest installations in Palermo and Parma. However, these installations have found their most profound meaning in their collective story, similarities, and ongoing process that the experience of Richiami is designing step by step “. In this sense, it is not surprising that Da Prato is already thinking about 2022. The artist states, “Procida has been named the 2022 Capital of Italian Culture. I hope to continue in this direction until I again feel I have something to say. What is certain is that, in 2022, I will have a new set of eyes with an even broader, more inclusive, and experimental outlook that will involve other artists and new languages”. ☜
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Eventi
Adventure Outdoor Fest 2021 —
Sport e avventura nell’Appennino Tosco Emiliano. L’8^ edizione si è svolta dal 15 al 19 Settembre sulla Montagna Pistoiese.
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Dopo 7 edizioni di successo nel cuore delle Dolomiti, l’Adventure Outdoor Fest è approdato dal 15 al 19 Settembre nel Comune di San Marcello Piteglio e sulla Montagna Pistoiese, proponendo ai partecipanti un turismo sportivo ed esperienziale, lento e sostenibile, puntando con forza i riflettori sull’avventura, sulla natura e sulla scoperta di luoghi autentici. E’ stata un’occasione per vivere nuove avventure sulla Montagna Pistoiese e scoprirne quindi le sue bellezze e peculiarità: cinque giorni in cui scoprire con grande attenzione il territorio, vivere esperienze, praticare sport, mettersi alla prova nelle tante attività in programma, approfondire tematiche legate alla natura e allo stile di vita
outdoor, lasciarsi ispirare dalle storie degli atleti e degli ospiti come Mauro Corona, le performance live, il cinema e la fotografia. L’evento, reso possibile grazie al contributo del Comune di San Marcello Piteglio e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, ha avuto come charity partner Dynamo Camp Onlus. Durante il festival è stato possibile acquistare - a fronte di una donazione a favore dei progetti di Terapia Ricreativa che Dynamo offre a bambini con patologie gravi o croniche - la maglia tecnica ufficiale di Adventure Outdoor Fest realizzata da Luanvi. Per il Comune di San Marcello Piteglio e per tutta la Montagna Pistoiese, questa importante manifestazione sbarcata per la prima volta in Toscana dopo sette edizioni svolte sulle Alpi, ha rappresentato l’ideale trampolino di lancio per proporsi con forza sul mercato del turismo lento, esperienziale, sportivo
e sostenibile durante tutto l’arco dell’anno grazie alle tante possibilità che è in grado di offrire ai turisti che decideranno di soggiornare sul territorio dove ad attenderli troveranno una natura incontaminata, possibilità di praticare ogni tipo di sport compresi i più avventurosi e piccoli borghi e paesi tutti da scoprire, magari anche assaggiando qualche prelibatezza tipica preparata con prodotti a km 0…
PubbliNATURART —
After seven successful events in the heart of the Dolomites, the Adventure Outdoor Fest arrived in the Municipality of San Marcello Piteglio and on the Pistoia Mountains from 15–19 September, offering participants slow and sustainable tourism of sports and experiences, turning the spotlight firmly on adventure, nature, and the discovery of authentic settings. It was an opportunity to experience new adventures in the Pistoiese Mountains and to discover its beauties and particularities: five days in which to discover the area in great detail, have new experiences, participate in sports, test oneself in the many scheduled activities, explore nature- and the outdoor lifestyle-related themes,
be inspired by the stories of athletes and guests like Mauro Corona, live performances, cinema, and photography. The event was made possible thanks to contributions from the Municipality of San Marcello Piteglio and the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, with the non-profit Dynamo Camp as charity partner. During the festival, it was possible to purchase the official Adventure Outdoor Fest technical shirt made by Luanvi through a donation to the Recreational Therapy projects that Dynamo offers to children with serious or chronic diseases. For the Municipality of San Marcello Piteglio and all the Pistoiese Mountains, this important event was held for the
first time in Tuscany after seven events in the Alps. Therefore, it was the ideal springboard for clearly positioning itself on the slow, experiential, sport, and sustainable tourism markets year-round, thanks to the countless possibilities offered to tourists who decide to stay in the area. Here, they will find pristine natural surroundings waiting for them, with the possibility of doing all kinds of sports, including the more adventurous ones, the small villages and towns waiting to be discovered, and perhaps even sampling some typical delicacies prepared with local products.
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Sports and adventure in the Tuscan-Emilian Apennines. The 8th event took place 15–19 September in the Pistoiese Mountains.
Luoghi letterari
I luoghi di Mario Tobino e di “sorella follia” — In visita all’ex ospedale psichiatrico di Maggiano (Lucca), reso celebre dallo psichiatra e scrittore Mario Tobino, che vi lavorò per quasi quarant’anni e gli dedicò quattro libri
A
rrivando a Maggiano, nella campagna lucchese a pochi chilometri da Pistoia, e attraversando i cancelli dell’ex ospedale psichiatrico che sorge appartato in mezzo al verde, si ha l’impressione di vederlo ancora lì, con le mani nelle tasche del suo camice bianco, davanti all’imponente edificio che già nel Settecento ospitava uno “Spedale de’ pazzi”: è Mario Tobino, il celebre psichiatra e scrittore scomparso trent’anni fa, nel 1991. L’ex ospedale psichiatrico di Maggiano è visitabile grazie all’opera incessante della Fondazione Mario Tobino, presieduta dalla nipote dello scrittore, Isabella Tobino, e qui tante cose sono rimaste come quando era vivo lui, anche la scritta “Divisione femminile” che campeggia all’ingresso dell’ala in testo
di Francesca Cosi 82 | NATURART | SETTEMBRE 2021
e Alessandra Repossi —
foto Fondazione Mario Tobino
cui erano ospitate “le libere donne di Magliano”. Così Tobino definì le pazienti che ispirarono il suo primo libro sulla vita nell’ospedale psichiatrico, un diario poetico e toccante uscito nel 1953 e intitolato appunto Le libere donne di Magliano. Nelle sue pagine la Maggiano lucchese cambia nome e diventa “Magliano”, ma le storie raccontate hanno tutto il sapore della verità, così come sono reali il coinvolgimento dello psichiatra e il suo rispetto per i pazienti. Sfogliando il libro si scoprono anche numerosi legami tra Maggiano e Pistoia: Tobino descrive infatti la partenza dal suo ospedale dei primi malati provenienti dalla nostra provincia, “da questa richiesti perché anch’essa ha tentato l’inizio di un suo manicomio”. Si riferisce, senza nominarlo direttamente, all’Ospedale neuropsichiatrico di Pistoia ospitato a Collegigliato presso le Ville Sbertoli, già attivo nell’Ottocento come casa di cura privata, che riaprì nel 1951 come struttura pubblica della provincia e un po’ per volta iniziò a richiamare i pazienti di origine pistoiese, che in precedenza venivano appunto inviati a Lucca oppure a Firenze. Ed è così che
Tobino descrive la partenza dei pistoiesi: “Viaggeranno con i loro nomi cuciti nella parte interna del vestito. […] Va via anche la Berlucchi, quella che s’infisse nel petto, sfiorando la punta del cuore, un intero lungo ago da calza arrugginito”. Partono anche Tono, un uomo simpatico a tutti, che nella malattia si immagina ricco possidente e frequentatore di principi e re, e suor Palazzo, che crede di aver ricevuto da Dio l’incarico di fondare un nuovo ordine religioso e di poter governare il mondo. Per chi resta a Maggiano e li guarda andare via, la perdita è grande: “Sono partiti. Il manicomio da tre giorni è vuoto di 64 malati; c’è una parvenza di lutto. Suor Giacinta ha pianto quando sono partite le sue quindici malate”. E sembra di vederli ancora, il personale e i pazienti dell’ospedale, in questo luogo pieno d’atmosfera: ad esempio nelle gigantesche cucine piastrellate di azzurro e collocate in quello che alla fine dell’Ottocento era un padiglione absidale con un balneario per le terapie in acqua calda e fredda. Oppure “Per le antiche scale” quelle che danno il titolo al secondo libro che Tobino dedicò alle sue esperienze nell’ospedale
____ Tobino diede l’addio a Maggiano con il volume “Gli ultimi giorni di Magliano” – pubblicato nel 1982 - scritto dopo che l’approvazione della legge Basaglia aveva portato alla chiusura di tutte le strutture psichiatriche italiane. ____ With his book “Gli ultimi giorni di Magliano”, written after the Basaglia law had been passed, shuttering all of Italy’s psychiatric facilities, Tobino bade
psichiatrico, pubblicato nel 1972. La presenza dello scrittore si avverte fortissima soprattutto in quelle che chiamava le sue “due stanzette” al primo piano, che furono la sua casa durante i tanti anni di lavoro nell’ospedale e anche in seguito: il salottino dalle pareti che aveva voluto azzurre come il mare della sua Viareggio natale e la camera da letto, con quadri, libri, oggetti personali. Il suo cappello e le scarpe sembrano aspettare solo che lo scrittore torni per indossarle, e c’è anche la scrivania alla quale, ogni sera, annotava i fatti successi durante la giornata, che costituirono poi la materia dei suoi libri dedicati all’ospedale psichiatrico. Tobino diede l’addio a Maggiano con il volume Gli ultimi giorni di Magliano, scritto dopo che l’approvazione della legge Basaglia
aveva portato alla chiusura di tutte le strutture psichiatriche italiane, compresa la sua, e pubblicato nel 1982. A questa trilogia aggiunse poi un altro titolo nel 1990, un anno prima di morire, pubblicando i diari che aveva tenuto quando era stato direttore dell’ospedale psichiatrico nel 1955-56: dopo averli dimenticati per decenni in fondo al suo piccolo armadio con l’anta a specchio, li aveva ritrovati e aveva deciso di darli alle stampe così com’erano, cambiando solo i nomi per rispetto alle persone citate. È in queste pagine che MaggianoMagliano diventa addirittura cinese: il libro si intitola infatti Il manicomio di Pechino. — Ed è sempre qui che si scoprono ulteriori legami con Pistoia, e in particolare con una delle sue attività trainanti, il vivaismo.
“Andai con Giuditti, il giardiniere, a Pistoia, a scegliere le piante. Entrammo in un ben noto ‘vivaio’, corsi per i viottoli gremiti, spiegai al padrone, all’orticultore, cosa volevo. Lui disse, dopo averci indicato più esemplari, che sarebbe venuto al manicomio per giudicare il luogo dove si sarebbero piantati. Lentamente si svolse ogni atto, ogni volta si rifletté. Insistetti. Oggi il giardino c’è, con quella danza che ho voluto io. […] Il giardino è così: per tre parti è in mezzo ad alti muri. Nel centro c’è una vasca tonda, un metro e mezzo il suo diametro; ha il fondo e le pareti di quadratini celesti. Intorno alla vasca, a formare un altro cerchio, ci sono otto piante di Lagerstroemia, già alte un uomo e mezzo, che fra pochissimi giorni (tra pochi minuti è il quattro luglio) scoppieranno il loro fiore purpureo. […] Il giardino
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farewell to Maggiano.
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Lo scrittore fotografato
The writer in one of his
in una delle “due
“two little rooms” on
stanzette” al primo
the first floor—his home
piano, che furono la
during the many years
sua casa sia durante
he worked at the Lucca
i tanti anni di
psychiatric hospital and
lavoro nell’ospedale
afterward.
psichiatrico lucchese
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è rettangolare, lungo una trentina di metri, largo una ventina”. Il giardino creato dallo scrittore si può visitare ancora oggi e le piante da lui descritte con tanta poesia continuano ad accogliere i visitatori come facevano un tempo, dall’“Olea fragrans che getta il suo traforato ombrello sulla vasca, tra le Lagerstroemie, insinuandosi e sovrastandole” ai “puntuti Ilex, appuntapenne, ragazzine stizzose di non avere ancora i seni, spinose nel considerare quanto è insignificante la loro ombra”. E fu tale la dedizione con cui Tobino abbellì questo quadrato di verde all’ingresso degli uffici che tra le sue pagine le piante del vivaio pistoiese si animano e diventano soldati intenti a proteggere un maniero fatto di rose: “le ortensie, il Rhyncospermum, cioè il falso gelsomino, la Thuia, il Pittosporum, il pino, il vasto d’immensità leccio fanno una unica schiera di ombre e le rose […] qui sbocciano quali belle domestiche cenerentole, dall’amatore soltanto individuate. Sono rose che nei precedenti metri si alzano tanto delicate, tanto forti, e coi colori dei petali così squillanti che ogni Ligustrum, Ilex e Cupressus sono guerrieri, soldati della reggia, nobili servitori del loro reame”. E forse non è un caso che proprio alle piante, da lui curate con tanta passione, lo scrittore si ispirasse per descrivere i malati ai quali dedicò la propria vita: “Questi matti” scrisse a mo’ di avvertimento in Le libere donne di Magliano, “sono ombre con le radici al di fuori della realtà, ma hanno la nostra immagine (anche se non precisa), mia e tua, o lettore”. ☜
Informazioni per la visita L’ex ospedale psichiatrico di Maggiano si trova a Lucca, in via di Fregionaia 692, ed è gestito dalla Fondazione Mario Tobino che il sabato e la domenica lo apre alle visite, sia guidate sia in autonomia (con l’ausilio di un’audioguida scaricabile sul cellulare). Per prenotarsi si può scegliere l’orario preferito andando su www.fondazionemariotobino.it oppure telefonare allo 0583 327243 o ancora inviare un’email a info@fondazionemariotobino.it. Il ricavato dei biglietti viene utilizzato per la manutenzione della struttura. Durante la visita si possono vedere vari ambienti dell’ex ospedale psichiatrico: oltre al giardino creato da Mario Tobino, i chiostri della divisione femminile e maschile, la chiesa (in cui vengono organizzati concerti e spettacoli), la camerata, le cucine, la sala pittura e la sala radiologica. Inoltre all’interno del complesso si possono visitare le “due stanzette” in cui visse Mario Tobino e l’itinerario espositivo “Stanze con vista sull’Umanità”, che ripercorre la storia della psichiatria dall’Ottocento fino ai giorni nostri attraverso una ricca collezione di strumenti medico-scientifici in uso a Maggiano.
Visitor information The former psychiatric hospital in Maggiano is located in Lucca on Via di Fregionaia 692. Managed by the Fondazione Mario Tobino, it is open for both guided and independent (with an audio guide downloadable to mobile phones) on Saturdays and Sundays. To make a reservation, choose a specific time by going to www.fondazionemariotobino.it, calling 0583-327243, or sending an email to info@fondazionemariotobino.it. Ticket proceeds are used to maintain the structure. During the visit, in addition to the garden created by Mario Tobino, various rooms in the former psychiatric hospital can be visited: the cloisters of the female and male divisions, the church (where concerts and shows are held), the dormitory, the kitchens, the art room, and the X-ray room. The “two rooms” inside the complex where Mario Tobino lived can also be visited. The exhibition “Rooms with a View on Humanity”, with a valuable collection of medical-scientific instruments used at Maggiano, traces the history of psychiatry from the 19th century until today.
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che anche in seguito.
Literary places
The places of Mario Tobino and “sister madness” A visit to the former psychiatric hospital in Maggiano (Lucca), made famous by the psychiatrist/writer Mario Tobino, who worked there for almost 40 years and dedicating four books to it.
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former psychiatric hospital stands in Maggiano, deep in the green Lucchese countryside, not far from Pistoia. Entering through the gates, one can still see a figure standing in front of this imposing building—once a “Spedale de’ pazzi” in the 18th century—hands in the pockets of his white coat. The figure is Mario Tobino, the famous psychiatrist and writer who died thirty years ago, in 1991. The former psychiatric hospital in Maggiano is visitable thanks to the tireless work of the Fondazione Mario Tobino, headed by the writer’s niece, Isabella Tobino. Many things have remained just as they were when he was alive. Even the words “Divisione femminile” (“Female Division”) appear at the entrance to the wing where “the free women of Magliano” were housed. Thus, Tobino described the patients who inspired his first book on life in the psychiatric hospital Le libere donne di Magliano, a touching and poetic diary released in 1953. In its pages, the name of the Maggiano in Lucca has its name changed, becoming “Magliano”. Nevertheless, the stories told have all the flavor of truth, like a psychiatrist’s genuine involvement with and respect for his patients. Leafing through the book, numerous links between Maggiano and Pistoia are also discovered. Tobino describes the first patients leaving our province and its
title of his second book, “Per le antiche scale”. Published in 1972, it focused on his experiences at the psychiatric hospital. There is a solid sense of the writer’s hospital, “at this, requested because it too presence, especially in what he called his “two little rooms” on the first floor—his had attempted to start its own asylum”. home during his many years working in Without identifying it directly, he was the hospital and afterward: the sitting referring to Pistoia’s neuropsychiatric hospital at Ville Sbertoli in Collegigliato. room whose walls he had painted blue like the sea of his native Viareggio and During the 19th century, it was used as the bedroom, with his paintings, books, a private nursing home; it reopened in and personal belongings. His hat and 1951 as a local public facility. Gradually, shoes seem to be waiting for the writer to patients began to be recalled by Pistoia, return for them. Then, there is his desk, which previously had been sent to where he wrote down the day’s events Lucca or Florence. Tobino describes the each evening, becoming the substance Pistoiesi’s departure. “They will travel of his books dedicated to the psychiatric with their names sewn on the inside hospital. of their clothes. [...] Even Berlucchi— Tobino bade farewell to Maggiano with who had stuck a rusty knitting needle his book “Gli ultimi giorni di Magliano”. completely into her chest that reached Published in 1982, he wrote it after the her heart—was leaving.“ There was Basaglia law had been passed, which also Tono, whom everyone liked. His shuttered all of Italy’s psychiatric illness made him imagine he was a rich facilities, including his own. In 1990, landowner and frequenter of princes a year before he died, Tobino added and kings. Sister Palazzo believed she another title to this trilogy, publishing had received a commission from God to found a new religious order to govern the his diaries from 1955-56 when he had world. for those remaining in Maggiano, been the psychiatric hospital’s director. After decades of having lain forgotten there was a great sense of loss as they in the bottom of his small wardrobe watched them depart. “They have gone. with the mirrored door, he found them For three days, the asylum has had a again and decided to publish them as semblance of mourning, the absence of 64 patients. Sister Jacinta cried when her they were. He changed only the names out of respect for the people mentioned. fifteen charges left”. Maggiano-Magliano also became Chinese Moreover, he seemed to still see the in these pages as the book is entitled Il hospital’s staff and patients in this manicomio di Pechino (The Asylum of evocative setting. For example, at the Beijing). end of the 19th century, a balneal ward used for hot and cold water therapies was located in the giant, blue-tiled kitchens. Tobino used the old staircase in the
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— Further links with Pistoia are also discovered here, particularly with its leading businesses, the production nurseries. “I went with Giuditti, the gardener, to Pistoia to choose plants. We went to a well-known “nursery”, dashing through its crowded lanes. I explained what I wanted to the owner, a horticulturist. After pointing out other specimens, he said he would come to the asylum to decide where they would be planted. Each act slowly unfolded, each time he pondered. I persisted. Today the garden is there, with that dance that I wanted. […] Thus, the garden has three parts set within high walls. There is a round basin, one-and-a-half meters in diameter. In its center, the light blue squares on its bottom and sides form another circle. Eight Lagerstroemia plants are around the basin, already high as a man and a half. In a very few days (in a few minutes as it is the fourth of July), it will explode with purple flowers. […] The garden is rectangular, about thirty meters long, about twenty meters wide ”. The garden created by the writer is still visitable today. The plants he described so poetically continue to welcome visitors as they did in the past, from the “Olea fragrans that casts its lacy shade on the fountain’s basin, between the towering Lagerstroemias spreading” to the “spiky Ilex, young girls sensitive about still being flat-chested, prickly in considering their insignificant shadow”. Moreover, Tobino’s commitment to decorating this green square at the office entrance made his writings about the Pistoia nursery plants come alive, becoming soldiers intent on protecting a manor house of roses: “The hydrangeas; the Rhyncospermum, or false jasmine; the Thuia; the Pittosporum; pines; the vast expanse of holm oaks whose
Luoghi letterari
Literary places
Dopo l’articolo uscito sul numero 39 di NATURART e dedicato a Castello di Cireglio, luogo di nascita e di morte del lessicografo e scrittore Policarpo Petrocchi (1852-1902) , nonché sede del Parco Letterario a lui dedicato, la rubrica “Luoghi letterari”, realizzata in collaborazione con il Parco letterario Petrocchi e con Uniser, la società della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che si occupa di formazione, ricerca e innovazione, si occupa in questo numero dei luoghi di Mario Tobino a Maggiano, Lucca.
After the article published in NATURART number 39, on Castello di Cireglio, where the lexicographer and writer Policarpo Petrocchi (1852-1902) was born and died, besides being the site of a literary park dedicated to him, the column “Literary Places” in this issue discusses Mario Tobino’s places in Maggiano, Lucca. The column was put together with the Petrocchi Literary Park and Uniser, the part of the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia that deals with training, research, and innovation.
shadows form a single line, and the roses [...]blooming here like beautiful domestic Cinderellas, identified only by an amateur. On the front path, the roses rise so delicately, so strong, and with the colors of their petals so bright that every Ligustrum, Ilex, and Cupressus are warriors, palace guards, noble servants in their realm”. It is likely no coincidence that the plants he tended so carefully inspired the writer to describe the sick to whom he dedicated his life: in Le libere donne di Magliano, he cautioned that “These madmen are shadows whose roots are beyond reality, yet they look (although not exactly) like us, you and me, or the reader”. ☜
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Tobino si recò a Pistoia
Tobino went to Pistoia
insieme al giardiniere
with Giuditti, the
Giuditti a scegliere le
gardener, to choose the
piante per realizzare
plants for Maggiano’s
il nuovo giardino di
new garden. It can
Maggiano, che si puo
still be visited today,
visitare ancora oggi
where the plants he so
e dove le piante da
poetically described
lui descritte con tanta
continue to welcome
poesia continuano ad
visitors as they did in
accogliere i visitatori
the past.
come facevano un tempo…
PubbliNATURART
Terme di Montecatini diventano patrimonio dell’Unesco — Montecatini si aggiunge così ai centri storici di Firenze e Siena, a Pienza, San Gimignano, alla Valdorcia, ai giardini e alle ville medicee e a piazza del Duomo di Pisa, e si conferma come una delle regioni più notevoli al mondo”. Una soddisfazione immensa per un sistema termale italiano che meritava questo riconoscimento, come afferma la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, definendo Il riconoscimento termale “il risultato di un impegnativo percorso compiuto dal Ministero della Cultura e dal comune Di Montecatini Terme”. Anche il Presidente della regione Eugenio Giani commenta l’evento con positività e orgoglio, augurando alla cittadina pistoiese un incremento sulle presenze turistiche e un rapido risollevamento economico. Moltissime le iniziative da parte del comune di Montecatini Terme per
la stagione a venire, e che potete consultare sul sito, completamente rinnovato, a questo link: www.termedimontecatini.it Inoltre, le Terme Tettuccio vi informano che sono aperte e vi aspettano tutti i giorni dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle 19:00.
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Il rientro dalle vacanze ha un sapore migliore quest’anno, dopo l’entrata, qualche settimana fa, di Montecatini Terme nella lista del Patrimonio dell’Unesco. Il riconoscimento è arrivato all’interno di un progetto transnazionale che riunisce 11 città termali europee, il “The Great Spas of Europe” a Fuzhou in Cina, ove si è tenuta la 44esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco. Il Comitato ha riconosciuto il sito delle Grandi città termali d’Europa, composto da 11 città in 7 Stati. Per l’Italia, c’è Montecatini Terme. Un momento importante, seguito con emozione da parte del Sindaco Luca Baroncini e dal suo predecessore, Giuseppe Bellandi da Roma nelle sale del ministero dei beni culturali in collegamento diretto con la Cina.
Eccellenze
Larciano e la granata —
All’inizio del 1900, nel territorio larcianese, particolarmente rilevanti furono alcune attività di trasformazione dei prodotti agricoli che passarono da una produzione domiciliare a carattere familiare ad un tipo di organizzazione industriale.
testo Associazione Pro Loco Larciano foto 88 | NATURART | SETTEMBRE 2021
Nicolò Begliomini Neri Geom. Alessandro & C. s.a.s Fass Spa
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A sinistra una
On the left, a new-
punzonatrice manuale
generation ZPARD
di nuova generazione
Zahoransky manual
ZPARD Zahoransky e
punching machine;
sotto una punzonatrice
below a Borghi vertical
manuale verticale
manual punching
Borghi.
machine.
L’
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esempio più significativo è fornito dalla produzione della “GRANATA DI SAGGINA”, ma la granata che hanno conosciuto i nostri nonni e che ha dato tanto benessere e rinomanza al nostro paese, sia in Italia che all’estero, non è quella “ancella” domestica che conosciamo attualmente, fatta con supporti e fibre sintetiche, ma è quella di saggina o “saina”, formata da principio di tre fascetti di peduncoli ricavati dalle infiorescenze con semini chiamati “granuli” da cui il nome di granata (pianta estiva della specie Scrghumme Sacharitum). Quei filamenti dopo essere stati inumiditi ed insolfati per renderli più chiari e delicati, venivano tenuti insieme a mazzetti di tre da corde di salcio con infilato un manico di legno, generalmente di castagno, per agevolarne l’uso. In seguito, quell’utensile per spazzare solai, aie, cortili divenne un manufatto artigianale più elaborato, più decoroso, quasi un oggetto artistico ed ornamentale, necessario ed importante, tanto da suggerire aneddoti, rappresentazioni sceniche, composizioni musicali e poetiche. Esso era costituito da un bastone/ manico di pino o di faggio, a cui veniva legato con filo di ferro (da granate) un mazzo di quei peduncoli che dopo la legatura si allargavano a raggiera per la presenza all’interno di un bustino fatto con i gambi della pianta chiamati “sonali”. Questo mazzo di fibre raccolto in un anello di ferro veniva schiacciato in una morsa
per divaricarlo e per mantenerlo in quella foggia schiacciata (per servire meglio all’uso), venivano fatte delle cuciture a filari successivi con spago rosso, verde e blu. Nei tipi di lusso venivano colorati anche la saggina ed i manici con i colori verde, arancio e giallo di anilina. Nella parte finale del manico venivano applicate guarnizioni di velluto colorato e l’etichetta con l’indicazione della casa produttrice. L’attività produttiva odierna deriva dunque da una vecchia tradizione, anche se oggi la saggina ed il legno sono stati sostituiti dalla plastica, materia che consente di realizzare qualsiasi oggetto con facilità ed economia, grazie alle buone proprietà fisiche e meccaniche che possiede. Prima della macchina, le donne cucivano le scope, una ad una, spingendo, con le mani protette da una striscia di cuoio, un ago in una pressa che sosteneva la saggina. All’inizio degli anni ‘50 si ha la più significativa rottura della lavorazione delle granate con la “Baltimora”, la prima macchina per la cucitura di granate di saggina. Negli anni ‘60, un brevetto ha modificato completamente il
modo di “costruire granate”. Dalla granata di saggina siamo passati alla granata di filamenti di plastica, tenuti insieme da collante in un bustino, anch’esso di plastica: la “Zenith”. Dalla “Zenith” alla scopa punzonata il passo è stato breve. Le nuove tecnologie hanno permesso la costruzione di macchine che foravano il supporto ligneo della scopa e contemporaneamente vi inserivano, per mezzo di “punzoni”, pizzicotti di fibra tenuti insieme da una graffa metallica. Il passo successivo si è avuto quando il supporto ligneo è stato sostituito, per motivi economici ed estetici, da supporti in poliuretano espanso. Con il progresso tecnologico, i produttori di macchine punzonatrici hanno ricercato soluzioni sempre più automatizzate che hanno in seguito perfezionato ed accelerato i processi di lavorazione e la possibilità di adeguamento alle maggiori e sempre più pressanti richieste di mercato: sono nati i “robot” che, accompagnati da “rasatrici” e “piumatrici”, hanno fatto della granata quell’oggetto che è oggi nelle nostre case. ☜
____ In basso il brevetto - datato 1956 concesso ad un’azienda larcianese per la realizzazione di una scopa con fibre incastrate a forza e incollate su busto in legno. Accanto una scopa moderna attualmente in produzione nelle aziende specializzate situate sul territorio larcianese. ____ Below the 1956 patent granted to a Larciano company to produce a broom with fibers joined and glued to a wooden handle. To the side, a modern broom currently in production at specialized
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companies in the Larciano area.
____
____
La granata che hanno conosciuto
The broom our grandparents
i nostri nonni era di saggina
used was made of three bundles
o “saina” (pianta estiva della
of broomcorn, or “saina”
specie Sorghum Saccharatum),
(summer plant of the Sorghum
formata in principio di tre
Saccharatum species). The stalks
fascetti di peduncoli ricavati
with their seed tassels were
dalle infiorescenze con semini
known as “granuli”, from which
chiamati “granuli” da cui deriva
comes “granata”, the Italian noun
anche il nome di granata.
for broom.
Outstanding products
Larciano and brooms
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At the beginning of the 1900s, some particularly pertinent agricultural-product processing activities in the Larciano area were passing from home-based family production to an industrial organization.
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he most significant example was the production of the GRANATA DI SAGGINA or broomcorn broom. However, the broom our grandparents knew, which brought so much wealth and fame to our village, in both Italy and abroad, is not the domestic “helper” we currently know, with its synthetic fibers and handles. Instead, it is made of three bundles of broomcorn, or “saina”, stalks with the seed tassels known as “granuli”, hence the Italian name of “granata” (summer plant of the Sorghum Saccharatum species). After being moistened and sulfured to make them lighter and softer, the stalks were held together in bunches of three using willow cords generally tied to a chestnut handle to make them easier to use. Later, this implement for sweeping lofts, threshing floors, and courtyards became a more elaborate and decorous handmade item, almost an artistic, ornamental object. Both necessary and important, it seemed to suggest anecdotes, scenic representations, musical and poetic compositions. The broom consisted of a pine or beech
stick/handle to which a bunch of stalks was tied using iron broom wire. After binding, the brush was spread radially because of an internal brush cap made from plant stems (“sonali”). The bristles were gathered in a bunch using an iron ring, then pressed in a vice to secure it and maintain its flattened shape (optimizing its use), sewn in successive rows with red, green, and blue twine. The broomcorn and handles of luxury brooms were also colored with green, orange, and yellow aniline colors. Lastly, colored velvet trimmings and a manufacturer’s label were applied at the end of the handle. Today’s production activity comes from an old tradition, even if the broomcorn and wood have been replaced by plastic, a material that can be used easily and economically for any object, thanks to its good physical and mechanical properties. Before broom-making machinery, women sewed brooms, one by one, pushing a needle into a press that supported the broomcorn, their hands protected by a leather strip. The most noteworthy break in broom-making was at the beginning of the 1950s with the “Baltimora”, the first machine for sewing broomcorn brooms. Then, in the 1960s, a patent completely changed the way of “making brooms”. Broomcorn
brooms were replaced by ones with plastic bristles, held together by glue in a plastic brush cap: the “Zenith”. It was then a short hop from the “Zenith” to the punched broom. New technologies enabled machines to be built that made a hole in the broom’s wooden handle. At the same time, “punches” are used to insert small bunches of fiber held together by a metal clip. The next step was when the wooden handle was replaced by expanded polyurethane ones for economic and aesthetic reasons. With technological progress, manufacturers of punching machines have increasingly sought automated solutions that have subsequently perfected and accelerated the manufacturing processes and the possibility of adapting to greater and increasingly pressing market demands. “Robots” have been created that, together with “trimmers” and “flaggers”, make brooms the object that we find today in our homes. ☜
Gruppo FAI Pistoia
Stazioni come luoghi di attesa — L’architettura di Mazzoni a Montecatini Terme come perfetta scenografia del viaggio per diletto di inizio secolo.
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Silvia Francalanci Gruppo FAI Valdinievole foto Claudio Minghi
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____ La bravura e l’attenzione al dettaglio da parte dell’Architetto Mazzoni salta agli occhi grazie all’eleganza dei rivestimenti ceramici, la scelta delle varie essenze lignee e il funzionalissimo disegno degli arredi. Niente è lasciato al caso e all’improvvisazione compresi l’uso dell’ottone, del legno, delle pietre e degli abbinamenti cromatici. ____ The architect Mazzoni’s skill and attention to detail stand out through the elegant ceramic tiles, the choice of various types of wood, and the highly functional design of the furnishings. Nothing was left to chance or expediency, including the use of brass, wood, stones, and color combinations.
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ell’immaginario collettivo la stazione è principalmente un luogo dove sostare in attesa di un treno, per un viaggio o per ricevere una persona che arriva. Il viaggiatore deve avere a disposizione quei servizi legati appunto all’attesa del treno. Per funzionare la stazione deve possedere tutti quei locali necessari alla circolazione dei treni. Questi ultimi sono quelli che conosciamo meno, come l’ufficio del capostazione, il deposito merci, i locali tecnici e di servizio, il locale del telegrafo, gli alloggi per il personale... mentre quelli che più frequentiamo sono quelli destinati ai viaggiatori, quali l’atrio delle partenze, la biglietteria, l’edicola, il deposito bagagli, il ristorante, i bagni e le sale di aspetto. La mobilità fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 non era certamente privata ma fondamentalmente pubblica: ci si spostava in carrozza, in treno o in nave. I mezzi di locomozione privati appartenevano ai soli ceti agiati e comunque coprivano distanze molto brevi. Con il diffondersi del mezzo di trasporto pubblico come la ferrovia, nasce l’esigenza di organizzare gli spostamenti.
La piccola stazione ferroviaria di Montecatini Terme mostrava i suoi limiti ed i suoi locali non avevano l’eleganza e funzionalità necessari ad una Montecatini che stava diventando città. Il progetto di una nuova stazione fu molto travagliato e dopo un lungo tira e molla con il Comune di Montecatini, lo Stato decise di accollarsi l’onere della spesa affidando l’incarico del progetto all’Architetto Angiolo Mazzoni, capo dell’Ufficio Progetti del Ministero delle Comunicazioni. L’iter progettuale del fabbricato della nuova stazione ebbe inizio nel settembre 1933 per concludersi con l’inaugurazione il 4 agosto 1937 alla presenza delle maggiori autorità dell’epoca. — Durante le Giornate FAI di Primavera, organizzate dal Gruppo FAI Valdinievole il 15 e 16 maggio 2021 in stretta collaborazione con Fondazione FS e RFI, sono state eccezionalmente aperte le sale di aspetto di I, II e III classe e la stanza del capostazione recentemente restaurate. La bravura e l’attenzione al dettaglio da parte del progettista salta agli occhi, l’eleganza dei rivestimenti ceramici, la scelta delle varie essenze lignee e il funzionalissimo disegno degli arredi. Per Mazzoni,
l’architetto doveva avere il controllo di tutto il progetto, dalle dimensioni e posizione delle stanze fino alla sede del calamaio in ottone che ogni mattina veniva attentamente riempito con inchiostro. Il progetto degli arredi di un luogo pubblico è molto complesso in quanto occorre garantire allo stesso tempo, oltre alla funzionalità, la qualità e la robustezza, anche, non ultime, durata e estetica. — Per Montecatini Mazzoni riesce ad elaborare con equilibrio una proposta funzionale ed elegante nello stesso tempo. L’uso dell’ottone, del legno e delle pietre è molto curati, come gli abbinamenti cromatici tra i vari materiali, niente è lasciato al caso ed alla improvvisazione. Gli accessi sono ampi e le vetrate ritmate dai ricorsi orizzontali delle specchiature, i servizi quali riscaldamento e illuminazione
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sono integrati rispettivamente nelle pareti e nel soffitto. Anche il disegno delle lampade fu curato da Mazzoni: queste sono costituite da fonti luminose puntuali nella seconda e terza classe mentre nella prima è particolarmente suggestivo il disegno della illuminazione che “a cascata” impegna il soffitto e quindi la parete curva. Qui le fonti luminose sono incassate e protette verso il basso da piccole lastre di vetro stampato con disegno a canne. Anche l’aspetto dell’ufficio del capostazione riflette l’importanza quasi più di rappresentanza che di attività operativa; lo notiamo dalla boiserie a tutta altezza sulle pareti, con poltrone in pelle e la scrivania con inserti di ottone. Negli anni trenta del secolo scorso quindi la stazione era un luogo legato non solo strettamente alla circolazione dei treni, ma pensato e realizzato per l’organizzazione del viaggio e per ricevere, comodamente e decorosamente, i viaggiatori. ☜
Gruppo FAI Pistoia
Stations as waiting areas
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Mazzoni’s building in Montecatini Terme– the perfect setting for pleasure travel at the beginning of the century
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n the collective imagination, a station is mainly where one waits for a train, begins a trip, or meets someone arriving. So, naturally, the traveler must have those services available related to waiting for a train. To function, the station must have all the premises necessary for the train movements, in addition to such lesser-known areas as the stationmaster’s office, goods depot, technical and service rooms, telegraph room, and staff quarters. Meanwhile, the ones we use most frequently are meant for travelers: the departure hall, ticket office, newsstand, left-luggage office, restaurant, bathrooms, and waiting rooms. Transport between the late 1800s and early 1900s was fundamentally public and certainly not private. People moved by carriage, train, or ship. The only private means of transport belonged to the wealthy classes and, in any case, covered very short distances. However, since public transportation like the railway was beginning to
spread, a need arose to organize the movements. Montecatini Terme’s small railway station was showing its limits. Moreover, the premises did not have the elegance and functionality necessary for Montecatini, which was becoming a city. The design of a new station was very troubled. After much backand-forth with Montecatini, the government finally decided to shoulder the project’s costs and entrusted it to the architect Angiolo Mazzoni, head of the Ministry of Communications’ Projects Office. The design process for building the new station began in September 1933 and ended at its inauguration on 4 August 1937, attended by the principal authorities of the time. — During the FAI Spring Days, the Gruppo FAI Valdinievole worked closely with the Fondazione FS and RFI to organize tours for 15-16 May 2021. As a result, the recently restored first-, second-, and third-class waiting rooms
and the station master’s office were opened to the public. The designer’s skill and attention to detail, the elegant ceramic tiles, the selection of various types of wood, and the highly functional design of its furnishings stand out. For Mazzoni, the architect had to have complete control over the entire project, from the size and placement of the rooms to the positioning of the brass inkwell, carefully filled with ink every morning. Designing furnishings for a public place is very complex as it is necessary to guarantee simultaneously quality and sturdiness, in addition to functionality, and last but not least, durability and aesthetics.
Dal 1990 a Pistoia
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— For Montecatini, Mazzoni succeeded in developing a harmonious approach, both functional and elegant. The use of brass, wood, and stone is quite elegant, as are the color combinations among the various materials. Nothing was left to chance or expediency. The entrances are broad, with the windows punctuated by the horizontal repetitions of receded panels with molded frames. Such services as heating and lighting were embedded in the walls and ceiling, respectively. Mazzoni also designed the lighting fixtures. In second- and third-class, these are detailed light sources. The particularly striking lighting
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fixtures in first-class were designed to “drop-down” from the ceiling, so the wall curves. The recessed light sources are protected below by small pressed glass plates with a reed motif. The appearance of the station master’s office also seems to reflect the importance of the position rather than his operational activity. We can see it in the fullheight paneling on the walls, the leather armchairs, and the desk with its brass inserts. In the 1930s, therefore, the station was not only a place closely connected to railway traffic but also designed and built to organize travel and to comfortably and decorously welcome travelers. ☜
Eventi in Toscana - Tuscany Events
Capalbio rende omaggio a Niki de Saint Phalle e al suo Giardino dei Tarocchi —
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A settembre edizione straordinaria del Carnevale di Viareggio
In September, an extraordinary edition of the Viareggio Carnival
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La pandemia non ferma il Carnevale di Viareggio, che per la prima volta nei suoi quasi 150 anni di vita rivoluziona il proprio calendario per programmare un’edizione di inizio autunno. Dal 18 settembre al 9 ottobre tornano i cinque corsi mascherati sui viali a mare. Cinque sfilate dei carri allegorici in programma il 18, 26 settembre, 2, 3 e 9 ottobre, per un “Carnevale Universale”, dedicato a tutte le tradizioni, storie e culture del carnevale nel mondo. Un’edizione unica e straordinaria per la città di Viareggio, voluta dalla Fondazione Carnevale e dagli artisti che stanno lavorando negli hangar della Cittadella per completare le loro gigantesche costruzioni allegoriche. Le sfilate dei carri allegorici e delle mascherate si apriranno sul Lungomare di Viareggio sabato 18 settembre con il primo corso mascherato. Il secondo di domenica 26 settembre sarà l’occasione per celebrare un importante anniversario per il Carnevale di Viareggio: i vent’anni dallo storico trasferimento dei carri dai vecchi hangar di via Marco Polo alla Cittadella, che da quel giorno del 2001 è il luogo dell’arte e della creatività. Super week-end di Carnevale sabato 2 e domenica 3 ottobre con due eccezionali sfilate dei carri allegorici. Gran finale sabato 9 ottobre con il quinto e ultimo corso mascherato. (Info: viareggio.ilcarnevale.com)
The pandemic has not stopped the Viareggio Carnival. For the first time in its nearly 150 years of existence, the calendar has been revolutionized to feature an early autumn edition. From September 18 to October 9, the five masked routes return to the seaside boulevards. Five parades with floats are scheduled for September 18, 26, October 2, 3 and 9, for a “Universal Carnival” dedicated to all the traditions, stories and cultures of the carnival held all over the world. This will be a unique and extraordinary edition for the city of Viareggio, commissioned by the Fondazione Carnivale and the artists who are working in the citadel hangars to complete their gigantic allegorical constructions. The masquerade parades with floats launch on the Lungomare di Viareggio on Saturday September 18 with the first masked route. The second will be held on Sunday September 26 on the occasion of an important anniversary for the Viareggio Carnival: twenty years since the historic transfer of the floats from the old hangars in via Marco Polo to the Cittadella, which since that day in 2001 is a space dedicated to art and creativity. The Super Carnival weekend takes place on October 2 and 3, with two spectacular parades with floats. The grand finale is on Saturday, October 9, with the fifth and last masked route. (Info: viareggio.ilcarnevale.com)
Nel comune di Capalbio in località Garavicchio si trova il Giardino dei Tarocchi uno dei parchi d’arte contemporanea più affascinanti della Toscana e anche una delle attrazioni più originali e divertenti della Maremma. Lo ha ideato a partire dal 1979 l’artista Niki de SaintPhalle che si è ispirata al Parc Guell di Gaudì a Barcellona. Si tratta di un percorso onirico tra le 22 figure del gioco dei Tarocchi. L’artista ci ha lavorato con l’aiuto di Jean Tinguely fino alla morte nel 2002. La realizzazione del Giardino ha richiesto 17 anni di impegno, un enorme lavoro e una spesa di circa 10 miliardi di lire. Il Comune di Capalbio rende oggi omaggio all’opera straordinaria di Niki de Saint Phalle con una grande mostra curata da Lucia Pesapane aperta fino al 3 novembre 2021. Grazie alle testimonianze di amici e collaboratori che con l’artista hanno dato vita al Giardino dei Tarocchi, l’esposizione racconta l’attualità del messaggio femminista, ambientalista, avanguardista e impegnato che Niki de Saint Phalle ha lasciato in dono alla Toscana. La mostra “Il luogo dei sogni: Il Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle” si svolge in due luoghi espositivi che si intersecano e si completano a vicenda: Palazzo Collacchioni e la Galleria Il Frantoio. L’esposizione conta più di 100 opere, tra sculture, disegni, video, fotografie comprese tra gli anni Sessanta e gli anni Novanta, alcune delle quali inedite e mai presentate al pubblico.
The Tarot Garden is located in the municipality of Capalbio, in Garavicchio. It’s one of the most fascinating contemporary art parks in Tuscany and also one of the most original and enjoyable attractions in the Maremma. It was created in 1979 by the artist Niki de Saint-Phalle, who was inspired by Gaudi’s Parc Guell in Barcelona. It’s a dreamlike journey of the 22 Tarot cards figures. The artist was assisted by Jean Tinguely, until his death in 2002. The construction of the garden required 17 years of effort, enormous work and a cost of around 10 billion lire. Today, the Municipality of Capalbio pays tribute to the extraordinary work of Niki de Saint Phalle with a large exhibition curated by Lucia Pesapane, open until November 3, 2021. Thanks to the testimonies of friends and collaborators who gave life to the Tarot Garden alongside the artist, the exhibition reveals the relevance of the feminist, environmentalist, avant-garde and committed message that Niki de Saint Phalle gifted Tuscany. The exhibition titled The place of dreams: The Tarot Garden of Niki de Saint Phalle takes place in two exhibition spaces that intersect and complement each other: Palazzo Collacchioni and the Galleria Il Frantoio. The exhibition contains more than 100 works, including sculptures, drawings, videos, photographs from the sixties through to the nineties, some of which are previously unpublished.
Dal ritrovamento di un baule ‘misterioso’ la mostra “Turandot”
The discovery of a ‘mysterious’ trunk evolved into the exhibition titled Turandot
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Fino al 21 novembre al Museo del tessuto di Prato si tiene la mostra “Turandot e l’Oriente fantastico di Puccini, Chini e Caramba” frutto di un lungo lavoro di ricerca durato ben due anni che è nato dal ritrovamento di un misterioso baule della soprano pratese Iva Pacetti che conteneva costumi e gioielli. Attraverso gli studi si è capito che si trattava degli oggetti di scena della prima assoluta alla Scala della Turandot tenutasi il 25 aprile 1926, diretta da Arturo Toscanini. L’esposizione altamente suggestiva, multidisciplinare e di ampio respiro vuole ricostruire le vicende che hanno portato il grande compositore toscano Giacomo Puccini a scegliere come scenografo il pittore Galileo Chini e come costumista Luigi Sapelli in arte Caramba. Il “sodalizio artistico” tra Puccini e Galileo Chini nacque dalla precisa volontà del compositore di affidare l’ambientazione orientale dell’opera a un artista che l’Oriente lo aveva vissuto veramente da vicino. Galileo Chini, infatti, soggiornò in Siam (attuale Thailandia) per ben tre anni, dal 1911 al 1913, per lavorare alla decorazione del Palazzo del Trono del Re Rama VI. In mostra a Prato dopo decenni di oblio gli straordinari costumi della protagonista dell’opera Rosa Raisa, il primo soprano della storia a interpretare il ruolo della ‘Principessa di gelo’, corredati dalla meravigliosa corona realizzata dalla ditta Corbella di Milano. (Info: www.museodeltessuto.it)
The exhibition titled Turandot and the fantastic East by Puccini, Chini and Caramba is being held at the Museo del Tessuto in Prato until November 21. It’s the result of extensive research lasting two years, initiated by the discovery of a mysterious trunk containing costumes and jewellery belonging to the soprano Iva Pacetti from Prato. Upon further study, it became clear that these were props from the world premiere of Turandot at La Scala held on April 25, 1926, conducted by Arturo Toscanini. The highly evocative, multidisciplinary and wide-ranging exhibition aims to reconstruct the events that led the great Tuscan composer Giacomo Puccini to choose the painter Galileo Chini as set designer and Luigi Sapelli (aka Caramba) as costume designer. The artistic partnership between Puccini and Galileo Chini was formed from the composer’s desire to entrust the oriental setting of the work to an artist who had intimate experience with the East. Galileo Chini lived in Siam (present-day Thailand) for three years, from 1911 to 1913, working on the decoration of King Rama VI’s Palazzo del Trono. The pieces are now on display in Prato after decades of having been forgotten, featuring the extraordinary costumes of the protagonist of the opera, Rosa Raisa, the first soprano in history to interpret the role of the Principessa di gelo, as well as the wonderful crown made by the Milanese Corbella company. (Info: www.museodeltessuto.it)
Eventi in Toscana - Tuscany Events
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Capalbio pays tribute to Niki de Saint Phalle, creator of the Tarot Garden
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Storia locale
La pala di Sebastiano Vini in San Giovanni Battista al Corso — testo Claudia Becarelli foto Archivio Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista
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a ex chiesa rinascimentale di San Giovanni Battista si presenta con una sobria facciata le cui linee, troppo nette, rivelano la ricostruzione post bellica. Ma, entrati, si compie un percorso a ritroso nel tempo, all’indomani del devastante bombardamento del 18 gennaio 1944 che distrusse quasi interamente la chiesa e buona parte dell’adiacente Conservatorio, a destra già monastero francescano di San Giovanni Battista sino al 1783 e a sinistra, sempre sino a tale data, monastero domenicano di Santa Lucia. All’interno cumuli di macerie giacciono ancora lungo i muri perimetrali dalle disadorne
pareti: fra le rovine si scorgono alcuni frammenti del fastoso altare in marmi policromi che le francescane avevano fatto erigere allo scultore carrarese Andrea Vaccà nel 1711, su progetto dell’architetto pistoiese Francesco Maria Gatteschi. Fra i lacerti marmorei il più significativo pare quello della figura della Speranza, mestamente adagiata sul pietrame. Sulla parete di fondo, l’unica rimasta almeno in parte eretta della chiesa, ancora rimangono, seppur danneggiate, le due porte in marmi policromi, mute testimoni dell’antico splendore: erano state eseguite l’anno successivo (sempre su disegno del Gatteschi e affidate alla bottega del Vaccà), quale elegante fondale allo scenografico altare, la cui pala si credeva perduta. Al termine dello spazio espositivo centrale, dal dicembre 2017, rimane
uno dei ‘doni’ permanenti di Pistoia capitale italiana della cultura: la ricomposizione, seppur parziale, dell’Adorazione dei pastori di Sebastiano Vini (1515-1602), allestita all’interno di una sobria cornice in acciaio. I lacerti della tavola sono serrati – in modo reversibile nel caso in cui ne fossero rinvenuti altri – all’interno di due lastre di plexigass trasparenti: su quella frontale è sinteticamente delineata l’originaria composizione a ‘ricucire’ i frammenti, su quella posteriore la struttura della carpenteria lignea. Il suggestivo allestimento, corredato di sussidi didattici touch screen, si staglia contro una parete curvilinea in resina, evocativa di un abside (che in realtà la chiesa francescana non ha mai avuto) e che fa risaltare le cromie accese tipiche del Vini, noto come ‘Bastian veronese’ e dovute appunto alla sua formazione veneta.
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La ex chiesa rinascimentale di San Giovanni Battista, dal dicembre 2017 ospita uno dei ‘doni’ permanenti di Pistoia capitale italiana della cultura: la ricomposizione, seppur parziale, dell’Adorazione dei pastori di Sebastiano Vini (15151602), allestita all’interno di una sobria cornice in acciaio.
____ In queste pagine: particolari di San Giuseppe e del bue da un frammento della tavola; l’interno della chiesa prima della ricomposizione della pala del Vini con frammento di un angelo dell’altar maggiore fra le macerie in primo piano; lacerto marmoreo di figura femminile da una delle statue delle Virtù che coronavano l’altar maggiore. ____ On these pages: details of St. Joseph and the ox from a panel fragment; the church’s interior before the altarpiece by Vini was reconstructed, part of an angel from the high altar in the foreground rubble; a 104 | NATURART | SETTEMBRE 2021
marble piece of a female figure from one of the statues of the Virtues that crowned the high altar.
Per commovente bellezza e intenso naturalismo si distinguono la figura di San Giuseppe appoggiata ad un bastone e la sottostante testa del bue. Quella che era una prima ‘epifania’ del ‘divino’, per le monache ed i fedeli, rivela oggi quanto la sinergia tra ricerca storico artistica e disponibilità ad investire in restauro possa ‘produrre’ in termini di restituzione della memoria. I primi frammenti, provenienti dai depositi della Soprintendenza, furono ricondotti alla pala del Vini da Alessandro Nesi nel 2011; a questa prima individuazione se ne aggiunsero altri contenuti in una cassetta, sempre nei depositi della Soprintendenza,
che apparentemente conservava ‘solo’ i lacerti di un’altra tavola cinquecentesca, documentata all’interno dello stesso Conservatorio, l’Adorazione dei Pastori di Giovan Battista Volponi detto lo Scalabrino (1489-1561), pala che sempre secondo Nesi adornava in origine l’altar maggiore della chiesa francescana. Questa fu sostituita, nel volgere di qualche decennio, da quella del Vini, il pittore più affermato a Pistoia nella seconda metà del Cinquecento, al quale le monache affidarono, probabilmente intorno agli anni Settanta di quel secolo, l’attuazione di un programma iconografico che dal portale d’ingresso – sulle cui
lunette esterna ed interna dipinse a fresco rispettivamente San Giovanni Battista e Dio Padre – conduceva all’altar maggiore dove si adorava l’incarnazione del ‘Verbo’. Nei meritori propositi, anche se non di prossima attuazione, della Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista c’è il restauro dei frammenti della pala dello Scalabrino e si auspica che in futuro possa esservi anche la valorizzazione dei lacerti dell’altare, alcuni dei quali custoditi presso gli uffici dell’ente. ☜
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Local history
The altarpiece by Sebastiano Vini in San Giovanni Battista al Corso
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Since December 2017, the former Renaissance Church of San Giovanni Battista has hosted one of the permanent “gifts” of Pistoia, the Italian capital of culture: the recomposition, albeit partial, of Sebastiano Vini’s Adoration of the Shepherds (1515-1602), housed inside a sober steel frame.
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he sober façade of the former Renaissance church of San Giovanni Battista, with its overly sharp lines, shows its post-war reconstruction. Upon entering, one goes back in time to the aftermath of the devastating bombing on 18 January 1944, which almost entirely destroyed the church as well as a large part of the adjacent conservatory; to the right— the former Franciscan monastery of San Giovanni Battista until 1783—and to the left, up to that time, the Dominican monastery of Santa Lucia. Inside, heaps of rubble still lie along its unadorned perimeter walls. Among the ruins, some fragments of the sumptuous polychrome marble altar can be seen. The Franciscans had the Carrarese sculptor Andrea Vaccà erect it in 1711, based on a design by the Pistoiese architect Francesco Maria Gatteschi. The most significant of these marble chunks seems to be the figure of Hope, lying sadly on the rubble. The two polychrome marble doors on the back wall are the only items in the church left, at least partially standing. Although damaged, the doors are silent witnesses to their former glory. They were made the following year (again on a design by Gatteschi and commissioned to the Vaccà workshop) as an elegant backdrop to the spectacular altar, whose altarpiece was believed lost. Since December 2017, one of the permanent “gifts” of Pistoia, the Italian capital of Culture, has been found at the end of the main exhibition space: the partial recomposition of the Adoration of the Shepherds by Sebastiano Vini (1515-1602). A sober steel frame holds the panel’s fragments, placed between two
transparent plexiglass plates that may be separated if other pieces are found. The original composition is briefly outlined on the front plate to “piece together” the fragments, with the wooden carpentry structure on the rear one. The evocative setting, equipped with touch-screen teaching aids, stands out against a curved resin wall that suggests an apse (something the Franciscan church never had). It brings out the bright colors typical of Vini, known as “Bastian Veronese”, which were the result of his Venetian training. The figure of St. Joseph leaning on a stick and the ox’s head below stand out stands out for its touching beauty and intense naturalism. Today, this early “revelation” of the “divine” for the nuns and faithful has revealed what a synergy between arthistorical research and a readiness to invest in restoration could “produce” in terms of memory restitution. The first fragments from the superintendency’s storerooms were traced to the Vini altarpiece by Alessandro Nesi in 2011. Pieces in another box stored by the superintendency were added to the initial identification; this box contained “only” the fragments of another 16thcentury panel painting documented in the same conservatory. According to Nesi, this altarpiece, the Adoration of the Shepherds by Giovan Battista Volponi, known as Scalabrino (14891561), originally adorned the Franciscan church’s main altar. However, within a few decades, it was replaced by the one by Vini, the most successful painter in Pistoia in the second half of the 16th century. The nuns had probably commissioned an iconographic scheme in the 1670s. The iconographic program implemented led from the entrance portal to the high altar where the incarnation of the “Word” was
worshipped. Frescoes of St. John the Baptist and God the Father were frescoed on the external and internal lunettes, respectively. Although not yet programmed, the Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista plans to restore the fragments of Scalabrinos altarpiece in the hope that the altar fragments—some of which are kept in the institution’s offices—will also be showcased in the future. ☜
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Il Conservatorio
The bomb-devastated
devastato dal
conservatory: the front
bombardamento: il
on Corso Gramsci,
fronte su Corso visto da
seen from different
opposte angolazioni.
perspectives. On the
Nella pagina a fronte
opposite page, the
l’interno della chiesa
church’s interior, with
con cumuli di macerie
rubble piles at the main
in corrispondenza dell’
altar and the dome. On
altar maggiore e della
the bottom wall, the
cupola. Sulla parete
marble sacristy doors
di fondo si notano le
from Andrea Vaccà’s
porte marmoree delle
workshop can be seen.
sagrestie opera della bottega di Andrea Vaccà.
The Pistoia Wine
— LIBRI
San Iacopo e Pistoia Il legame indivisibile con Santiago di Compostela
IL VINSANTO Prodotto da uve tenute ad appassire in fruttaio per alcuni mesi. L’uva viene poi spremuta ed il mosto così ottenuto elabora ed invecchia in caratelli di castagno e rovere per almeno tre anni come da secolare tradizione toscana. Produced from grapes held to fade in particular room for some months. The grapes are are squeezed and the must elaborated and growl old in kegs of chestnut and oak for three years as from secular Tuscan tradition.
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Sarà presentato al pubblico durante il periodo di esposizione a Pistoia della mostra fotografica sull’Altare Argenteo di San Iacopo (Chiesa di San Leone – ottobre 2021 /gennaio 2022) , il nuovo libro per bambini della Giorgio Tesi Editrice – il terzo della collana Naturart Kids dopo quelli su Cosimo degli Alberi e sulla Ferrovia Porrettana – dedicato al culto iacopeo e che grazie al sapiente mix tra le parole di Martina Colligiani, le illustrazioni di Michele Fabbricatore e la consulenza storica di Lucia Gai, racconta alle nuove generazioni, in maniera divertente e con splendide illustrazioni, la storia e le tradizioni della nostra città. Un libro davvero interessante non solo per i più piccoli, ma anche per tutti coloro che desiderano conoscere la storia del nostro patrono, del Vescovo Atto e di Tebaldo e Mediovillano, i due pellegrini che hanno portato a Pistoia da Santiago di Compostela, con un lungo e avventuroso viaggio che da secoli avvicina Galizia e Toscana, legandone con forza le strade e le preghiere, la preziosa reliquia del Santo oggi custodita all’interno di quel capolavoro di arte orafa del rinascimento rappresentato dall’ Altare Argenteo del Duomo di Pistoia. Editore: Giorgio Tesi Editrice srl ISBN: 9788898888214 - Caratteristiche: 2021, 24 pagine, 24X33 - Lingua: testi in italiano - Autori: testi di Martina Colligiani - Illustrazioni di Michele Fabbricatore - Prezzo di copertina: € 15,00. Per acquistarlo: www.discoverpistoia.it/il-catalogo-2/
The new children’s book from Giorgio Tesi Editrice is the third in the Naturart Kids series. It will be presented in Pistoia to the public during the photographic exhibition on the Silver Altar of St. James (Church of San Leone – October 2021-January 2022). After books on Cosimo degli Alberi and the Porrettana railway, this latest book is dedicated to the Jacobean cult. This new, splendidly illustrated book carefully mixes Martina Colligiani’s words, Michele Fabbricatore’s pictures, and Lucia Gai’s historical guidance to humorously tell new generations about our city’s history and traditions. This fascinating book is for children or anyone who wants to learn the story of our patron saint, Bishop Atto, and the two pilgrims Tebaldo and Mediovillano. The latter two delivered the precious relic of the saint to Pistoia from Santiago de Compostela, which, for centuries, has strengthened this relationship between Galicia and Tuscany, firmly linking journeys and prayers. Today the relic is housed in a masterpiece of Renaissance goldsmithery, the Silver Altar in the cathedral of Pistoia.
A cura della redazione
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Nuovo Catalogo Giorgio Tesi Group 2021/2023 ornamentali in oltre 60 Paesi nel mondo che tutto l’universo Giorgio Tesi Group. Un viaggio che parte proprio dalla produzione proseguendo con le certificazioni, il rispetto per l’ambiente e l’ecosostenibilità, la distribuzione, Pronto il nuovo catalogo Giorgio la logistica, le filiali, l’accoglienza, Tesi Group per il biennio 2021/2023, la rete commerciale, il Progetto realizzato nelle versioni Italiano, garden e i distanziatori green, la francese e spagnolo e tedesco, comunicazione e il marketing, inglese e russo, con pagine anche l’impegno nel mondo dello sport in arabo, persiano, turco e cinese. e il progetto “Il Giardino della Un grande lavoro dell’Ufficio Mente” per poi dare spazio ad un Marketing & Comunicazione fornitissimo e dettagliato listino e della Giorgio Tesi Editrice prezzi. La pubblicazione termina in collaborazione con tutti poi con pagine dedicate all’arte i responsabili dei vari rami topiaria, alle condizioni di vendita, aziendali, che porta all’attenzione al sito About Plants, alla Giorgio dei clienti dell’azienda vivaistica Tesi Editrice e alla Fondazione pistoiese sia la produzione e la Giorgio Tesi Onlus. commercializzazione di piante Un viaggio a 360 gradi nel mondo di Giorgio Tesi Group, certamente una delle aziende leader a livello europeo nel settore del vivaismo di piante ornamentali.
The new 2021-2023 Giorgio Tesi Group catalog is ready, produced in the Italian, French, Spanish, German, English, and Russian versions, and also pages in Arabic, Persian, Turkish, and Chinese. Together with the various company branch managers, the Marketing & Communication Office and Giorgio Tesi Editrice have done a great job showing our nursery customers the production and marketing of ornamental plants in over 60 countries worldwide and the entire Giorgio Tesi Group universe. Our journey starts with production and then continues with certifications, respect for the environment and eco-sustainability, distribution, logistics, branch offices, reception, sales network, Garden Project and green spacers, marketing and communication, commitment to the sports world, and the “Garden of the Mind” project, plus making room for a well-stocked and detailed price list. The publication’s final pages are dedicated to topiary art, terms of sale, the “About Plants” website, Giorgio Tesi Editrice, and the nonprofit Fondazione Giorgio Tesi.
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A complete tour of the world of Giorgio Tesi Group, one of Europe’s leading companies in the ornamental-plant nursery sector.
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1 Pag 10 Una Mostra per un altare – Chiesa di San Leone -Pistoia 2 Pag18 Il Grande Atlante che racconta la storia della salvezza – Cattedrale di San Zeno - Pistoia 3 Pag 32 Pistoia in cammino – Sale Affrescate del Comune – Piazza Duomo - Pistoia 4 Pag38 Coltiviamo lo sport – Giorgio Tesi Group – Via di Badia 14 - Pistoia 5 Pag 44 Il Labirinto di Pietro Porcinai – Fondazione Nazionale Carlo Collodi – Collodi (PT) 6 Pag 50 Monica Preti. Dal Louvre a Pistoia – Pistoia Musei – Via de’ Rossi - Pistoia
7 Pag 56 Sui Binari della Storia – Ex Stazione FS di Valdibrana (Pistoia) 8 Pag 64 Giardino Zoologico di Pistoia – Via Pieve a Celle 160 - Pistoia 9 Pag 66 L’Arte di Rupnik – MAIC – Via Don Bosco - Pistoia 10 Pag 88 Larciano e la granata – Pro Loco Larciano – Pistoia 11 Pag 94 Stazioni come luogo di attesa – Stazione FS di Montecatini Terme (Pistoia) 12 Pag 102 La pala di Sebastiano Viti – Fondazione Conservatori San Giovanni Battista (Pistoia)
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