N. 10 - Aprile / April 2013
Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia
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Tri mest r ale di Nat ur a, Tu ri sm o e A rt e su l l a provi n c i a d i Pis t o ia
Giorgio Tesi Editrice
Sappiamo come lasciare il segno Qualità delle produzioni, sostenibilità, innovazione, eccellenza dei servizi, cultura e tradizione sono, per noi, un modo di essere. Un’identità che lascia il segno, impressa in ogni prodotto ed in ogni servizio. Per questo nasce “Pistoia Original Tuscan”, la marca di un territorio unico, con un valore in più.
We know how to leave our mark Quality of productions, sustainability, innovation, excellence in services, culture and tradition are, for us, a way of being. An identity that leaves its mark and is impressed in every product and service. That’s why we created “Pistoia Original Tuscan”, the brand of a unique territory, with an extra value.
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Dicono di noi... a buona ragione D
Luciano Corsini
Direttore Responsabile - Managing Editor
EDITORIALE
info@naturartpistoia.it
icono di noi… noi italiani, che abbiamo grandi potenzialità nel mondo, sappiamo creare stupore, spesso, per risultati imprevedibili in ogni settore. E’ che, a prescindere dall’attuale sofferenza, difficilmente negabile di molti, troppi, continua a emergere in tanti settori, qualche cosa d’incomprensibile e magico, assimilabile alla leggenda del volo impossibile del calabrone. Secondo passate conoscenze scientifiche non avrebbe potuto. Parve fosse merito della fiducia in se stesso e la forte volontà. Magari si pensava volasse inebriato da un profumo, o per guizzo di gioia. E’ parecchio simile a questo aneddoto quell’italianissimo (molto pistoiese), darci fiducia, in modo talvolta «scomposto all’apparenza», perché siamo capaci di azioni importanti, basandoci sulla nostra intuizione. Dicono di noi che “c’è del genio” nel quotidiano e che non abbiamo paura a esporci in prima persona, sia per il personale, sia per l’altrui bisogno. Se seguiamo un progetto ambizioso, anche nel labirinto più astruso, ci sappiamo districare alla grande. Credo sia vero. E conferme eclatanti, che giustamente ci inorgogliscono, potrei elencarne molte. Pistoia raccontata da NATURART, giunta al decimo numero, ci continua a emozionare, perché è uno scrigno che svela lentamente il suo pregio. Amarla con fiducia iniziale e, ora, più che mai, continua a dar frutti. Il tentare di mettere su pagine che viaggiano per tutto il mondo quell’intuizione entusiasta sappiamo che è ancora una bella realtà. Già nelle parole di Mauro Bolognini, caro amico, strepitoso regista pistoiese, trovo esatto il pensiero quando afferma che «Io l’attraversavo lentamente, questa piazza, con una certa timidezza. Oggi ho capito perché era così; perché io ero legato a quei monumenti con lo spirito, con il corpo» non l’ha detto a me, ma ne ha lasciato preziosa testimonianza al Centro Culturale a lui dedicato. Trovo esatti pensieri anche in “Pistoiainparole”, guida emozionale, voluta dalla pistoiese Alba Andreini, per condividere il sentire di altri, che l’hanno percorsa questa mia terra, con occhi e cuore aperti. Aperti alla generosità di se stessi, come accade nella Valdinievole, a Larciano: il Museo della Rocca accoglie ben 2000 ospiti l’anno, grazie al volontariato. Una generosità tangibile accompagnerà, anche, il grande evento di settembre, il «Campionato del Mondo di Ciclismo», metterà le ali alle gambe dei nostri atleti e non solo. Sarà sfida vera, sostenuta da aria buona e percorsi indimenticabili, merito anche di vivai e vivaisti, oltre alla nota passionaccia per le due ruote dei pistoiesi, che di tradizione e storia ciclistica e memoria dei luoghi vanno assai fieri. A buona ragione.
What they say about us… with good reason
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hat they say about us is that we Italians – with our great potential in all sectors – know how to surprise the world, often with unpredictable results. Regardless of the current economic difficulties, it is difficult for many, too many of us to deny that something mysterious and magical continues to emerge from many sectors. It is like the myth of the impossibility of bumblebee flight. In the past, science said that a bumblebee could not fly. Perhaps its ability to fly was due to self-confidence or because it really and truly wanted to fly. Or perhaps it was intoxicated by the scent of flowers or a flash of euphoria. It is that typically Italian (very Pistoian) way of being supremely self-confident – because we are capable of achieving great things based on our instincts – which may seem disorganized at times. They say that we have something of genius in everyday life and that we are not afraid to stick our necks out, either for ourselves or for others. If we are pursuing an ambitious plan, even through the most tortuous maze, we know how to exit from it with flying colors. I think this is true. And I would reaffirm the long list of what makes us rightly proud. Now with the publication of its tenth issue, NATURART continues to tell about Pistoia, surprising us with its stories that, like a treasure chest revealing its riches, must be slowly opened. Now more than ever, it has grown from a cherished hope into a flourishing enterprise that seeks to instill keen insight into these pages that travel around the world that we know is still beautiful. I found that exact thought in the words of Mauro Bolognini, a dear friend and the amazing director from Pistoia, who stated, “I walked slowly through this square with a certain shyness. Today I understood why; it was because I was bound body and soul to these monuments”. Although he did not say those words to me, he did leave an invaluable testament at the cultural center dedicated to him. I also found the same idea in “Pistoiainparole”, edited by Alba Andreini, originally from Pistoia. This exciting guide shares the feelings of others who, with an open heart and open eyes, have traveled in this land of mine. Then there is our generosity towards others, as seen in the Valdinievole, and specifically in Larciano where, thanks to its volunteers, more than 2000 visitors are welcomed each year to the museum in the fortress. September’s big event, the World Cycling Championship will also be accompanied by a tangible generosity, giving wing to our athletes and to much more. With clean air and memorable routes, it will be true challenge, thanks also to the nurseries and nurserymen who, besides a well-known mania for two wheels, are very proud of Pistoia’s tradition and history of cycling and its unforgettable places. With good reason.
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Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla Provincia di Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 10 - Aprile / April 2013
Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia
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Tri m e s t ra l e d i N a t u ra , Tu ri s m o e A rt e s u l l a pro v i n c i a d i P i s t o i a
Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.
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Copertina: particolare dell’Arazzo “millefiori” Cover: detail of the tapestry “millefiori”
Giorgio Tesi Group The Future is Green Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a grafica@giorgiotesivivai.it Di questo numero sono state diffuse 10.000 copie in 45 Paesi esteri. 10,000 copies of this issue have been distributed to 45 countries abroad. via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it
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Direttore Responsabile Luciano Corsini - info@naturartpistoia.it
Coordinamento Redazione Enza Pirrera Carlo Vezzosi
Art Director Nicolò Begliomini - grafica@giorgiotesivivai.it
Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - marketing@giorgiotesivivai.it
Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo info@naturartpistoia.it
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L’antico Palazzo dei Vescovi The ancient Bishops’ Palace
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Il borgo medievale di Larciano The medieval town of Larciano
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Palazzo de’Rossi Scrigno di bellezza Wealth of beauty
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L’Arazzo dell’Adorazione The Adoration Tapestry
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Aldo Frosini Un monaco dell’arte An artistic ascetic
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Il genere Cornus The genus Cornus
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Fondazione Giorgio Tesi Onlus The Giorgio Tesi Onlus Foundation
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Aboutplants.eu Protagonista la pianta plant is the main character
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La Toscana più vera A more authentic Tuscany
Hanno collaborato a questo numero: Eleonora Angelini, Emanuele Begliomini, Leonardo Begliomini, Roberto Cadonici, Filomena Cafaro, Emanuel Carfora, Perla Cappellini, Massimo Colombo, Lorenzo Cristofani, Fabio Fondatori, Wolfang Eberts, Alessia Guarracino, André Gayraud, Andrea Ottanelli, Ilaria Siragusa, Fabrizio Zollo.
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Piante al Cubo Plants Cubed
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Giardino Zoologico di Pistoia Zoological Gardens of Pistoia
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Alfredo Martini Due ruote di passione A passion for two wheels
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Pinocchio, Mondiale, Vivaismo Pinocchio, the World Cycling Championship, and Nurseries
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Vellano Il museo Etnografico The Ethnographic Museum
Traduzioni: Studio Blitz - Pistoia
Fotografie: Archivio Alfa Romeo Automobilismo Storico, Centro Documentazione (Arese, Milano), Nicolò Begliomini, Archivio Centro Mauro Bolognini, Gianluca Chelucci, Tommaso Frasca, Archivio Giardino Zoologico, Archivio “Monografia dei Cornus”, Cesare Vannacci, Fabrizio Zollo Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.
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Coordinamento stampa Daniele Agostini. Stampando presso Grafiche Antiga spa, NATURART ogni anno contribuisce a risparmiare: circa 460.000 Kg di CO2 , 750.000 Kwh di energia elettrica, 40.000 Kg di inchiostri tossici. Printing co-ordinator Daniele Agostini. Printing with Grafiche Antiga spa, NATURART each year helps to save: approximately 460,000 kg of CO2, 750,000 kWh of electricity, and 40,000 kg of toxic inks.
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La valle dell’Ombrone The Ombrone Valley
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Mauro Bolognini
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Baugiano: scuola, speranza, sogno a school, an hope, a dream
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Carlo Chiti e i 50 anni dell’Autodelta and Autodelta’s 50 years
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Il comprensorio del basket The District of Basketball
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Pistoiainparole Pistoiainwords
Il rapporto tra verde e città L’esempio di Pistoia N
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Alessandro Capecchi Presidente della Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici del Comune di Pistoia Chairman, Urban Planning and Public Works Commission of the City of Pistoia
el momento in cui le città divorano territorio, le zone industriali costituiscono l’unico collante delle periferie e gli agglomerati urbani divengono sterminati, e pertanto indistinti, Pistoia dimostra come – anche all’interno di un’area metropolitana ampia e fortemente antropizzata come quella che la colloca vicino a Prato e Firenze - una città possa mantenere integra la sua fisionomia, ben salde le proprie radici, intatta la qualità del vivere urbano. Più verde significa infatti più vita, intesa non solo in termini ambientali ma come dimensione comunitaria del rapporto con la natura e con la terra, che in Toscana si sposa necessariamente con un paesaggio unico al mondo, da preservare e valorizzare. Ma il rapporto tra il verde e la città deve tornare anche ad interessare la parte urbanizzata, in cui i vivaisti – insieme ad architetti, ingegneri, agronomi – possano re-inventare non soltanto spazi urbani da oltrepassare (le rotonde, i marciapiedi) ma soprattutto progettare ex novo grandi contenitori pubblici oggi vuoti o sottoutilizzati, i parchi e i giardini, restituendo occasioni di socializzazione e di incontro ai pistoiesi ed ai turisti. Un ruolo attivo quindi, e non soltanto decorativo, deve essere svolto dal “verde”; un impulso continuo a vivere Pistoia (come ogni città) e gli spazi pubblici che essa contiene, restituiti a nuova vita da mani esperte e da idee innovative e di qualità. Pistoia in questo può e deve rappresentare un modello, parzialmente ancora in fieri, che dia occasione al vivaismo di giocare al rialzo la sfida con la modernità, intesa come concentrazione di uomini e strumenti in spazi sempre minori; dimostrando come il verde possa e debba essere inteso come sinonimo di qualità della vita, che crea lavoro e buon lavoro, che distribuisce ricchezza, ma anche capace di caratterizzare l’ambiente urbano, bello da vedere ma soprattutto da godere. In tal senso il Regolamento Urbanistico ed il nuovo Regolamento Edilizio recentemente approvati, frutto di un lavoro intenso della commissione che ho l’onore di presiedere, danno alcuni spunti interessanti, che abbiamo cercato di mediare con il difficile momento economico che l’economia europea sta attraversando; possibilità di affidare ai privati il recupero e la cura di grandi spazi pubblici, necessità di realizzare gli annessi agricoli con specifiche tipologie di costruzione, obbligo di piantumazione nel rifacimento di strade e parcheggi, obbligo per le aziende di grandi dimensioni di realizzare pareti verdi a corredo degli annessi, un più stretto rapporto delle dinamiche urbanistiche con il Distretto Vivaistico. Tutto ciò con la speranza di contribuire a fare di Pistoia un modello positivo ed esportabile nel mondo di un corretto e proficuo rapporto tra verde e città.
The relationship between green and the city. The example of Pistoia
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t a time when cities are devouring land, industrial zones are the only bond of the suburbs, and urban agglomerations have become boundless and thus indistinct, Pistoia demonstrates how a city, even one set within a large, heavily populated metropolitan area close to Prato and Florence, can keep its character whole, its roots firmly planted, and the quality of living in the city intact. More green actually means more life not only in the environmental sense but also as a measure of a community’s relationship with nature and the earth that, in Tuscany, is of necessity wedded to a unique landscape that must be preserved and enhanced. Yet the relationship between green and the city must also concern the urbanized area where nurserymen – together with architects, engineers, and agronomists – can re-invent not only the urban spaces to be transited (roundabouts, sidewalks) but, in particular, can design large public spaces in a new way. Today empty or underused, our parks and gardens can once again provide opportunities for to the people of Pistoia and tourists to socialize and to gather. Thus, green must take an active, not merely a decorative, role as a constant stimulus to make Pistoia (like any city) and its public spaces come alive, restored by expert hands with outstanding and innovative ideas. From this point of view, Pistoia can and should be a model, one still somewhat under development. The nursery industry has been given an opportunity to face the challenge with a modernity understood as the concentration of people and tools in ever smaller spaces. It is a demonstration of how green can and should be understood as a synonym for that quality of life that creates jobs and good work and distributes wealth, yet that also characterizes an urban environment both beautiful to look at but above all to be enjoyed. In this sense, the recently approved town planning regulations and the new building code, the result of hard work by the commission that I have the honor to chair, has provided some interesting ideas. In these difficult economic times through which Europe is passing, we have tried to reconcile these ideas by entrusting to the private sector the reclamation and care of large public spaces, the need to use specific types of construction for outbuildings, the responsibility for plantings in the reconstruction of roads and parking areas, the requirement that large companies create green walls to complement outbuildings, and a closer connection between urban planning trends and the nursery district. All this should be done with the aspiration of making Pistoia a constructive and exportable model of the good and productive relationship between the green and the city.
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Bellezza unica TESTO Martina Meloni FOTO Nicolò Begliomini 10
L’antico Palazzo dei Vescovi
in piazza del Duomo Evoluto nel tempo l’originale nucleo sorto nell’XI secolo
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ossente e poderoso nella sua struttura a pianta rettangolare, l’antico palazzo dei Vescovi di Pistoia occupa, come in un abbraccio architettonico, il lato sud del perimetro della piazza del Duomo. L’attuale facciata, assai composita a causa dei molteplici interventi strutturali subiti durante i secoli, richiama l’originaria idea del palazzo fortificato medievale, al quale l’antico nucleo dell’XI secolo doveva assomigliare molto: imponenti murature e piccole aperture a feritoia caratterizzavano, infatti, la struttura della prima residenza vescovile pistoiese. Fu tra il XII e il XIV secolo che l’edificio subì le modifiche più consistenti, assumendo l’aspetto di una vera residenza signorile. Le strutture furono alleggerite, le aperture aumentate, allargate e impreziosite da elementi decorativi e fu attuata una sopraelevazione e numerosi ampliamenti degli spazi. La facciata originaria risulta arretrata di circa due metri rispetto all’attuale in mattoni e realizzata interamente in ciottoli di fiume, materiale facilmente reperibili nell’area pistoiese. Tra la fine del XII e gli inizi del secolo successivo è da collocare anche la realizzazione del grande scalone interno, addossato alla facciata, impostato su un arco ribassato, rivestito di marmi bianchi e verdi, tipici del gusto cromatico pistoiese dell’epoca: conduce alla grande sala sinodale del primo piano. Nel corso dei secoli, sulla facciata furono apposti gli stemmi vescovili in pietra, in memoria dei vescovi uscenti, ancora oggi chiaramente leggibili dalla piazza. 12
Di notevole interesse sono, anche, gli interni dell’episcopio, che oggi accolgono il museo della Cattedrale di San Zeno e, al piano interrato, il percorso archeologico guidato. Tra gli ambienti ricordiamo, in particolare, la sacrestia di San Jacopo, realizzata con lo scopo di custodire documenti pubblici e oggetti preziosi di proprietà del Comune, in cui, oggi, è conservato il quattrocentesco reliquiario di Lorenzo Ghiberti, molto venerato dai pellegrini in visita alla città e diretti a Santiago di Compostela. Al primo piano si trova la cappella di San Niccolò, in origine oratorio privato del vescovo, poi trasformata, per breve
tempo, in prigione, caratterizzata da un originale abside pensile visibile esternamente sul lato sud del palazzo e da un interno voltato a botte, completamente affrescato. Nel 1786 il palazzo fu venduto dal vescovo giansenista Scipione dè Ricci a privati e ridotto in appartamenti e botteghe. Tale frammentazione portò ad un’ulteriore modificazione della facciata e delle strutture interne, che, solo con l’acquisto da parte della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia nel 1970 ed il successivo restauro, furono riportate all’antico splendore, restituendo alla città una delle sue meraviglie.
Pagine precedenti: visione aerea del Palazzo e dell’ingresso alla cattedrale; pagina a fianco: particolari della facciata; nella pagina: scorcio di Piazza del Duomo dove si vedono Campanile e il Palazzo
Preceeding pages: aerial image of the Palace and the entrance to the Catherdal; following page: detail of the facade; in this page: glimpse of Piazza del Duomo where are the bell tower and the Palace 13
a sinistra: retro del Palazzo dei Vescovi oggi sede anche del punto informativo turistico; sotto: la facciata originale arretrata di circa due metri a quella attuale. On the left: backward the Bishops’ Palace today the tourists’ information headquarters; below: original facade two metres shrinked from the current one
The ancient Bishops’ Palace
The Unique Beauty of the Ancient Bishops’ Palace in Piazza del Duomo First erected in the XI century and changing with time
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he powerful and massive rectangular structure of ancient Bishops’ Palace in Pistoia sits on the southern side of the Piazza del Duomo (Cathedral Square). Despite having undergone multiple structural changes over the centuries, the current, rather complex façade recalls the original idea of a medieval fortified palace to which it bears a strong resemblance, with imposing walls and narrow slit openings characterizing the first episcopal residence in Pistoia. Between the XII and XIV centuries, the building underwent its most significant changes, becoming a true mansion. The buildings were lightened and the windows increased, enlarged, and embellished with decorative elements. An additional floor was added and a number of the rooms were enlarged. Set about two meters further back from the current brick one, the original facade was made entirely of smooth river stones, a material readily available in Pistoia. The grand internal staircase is also thought to have been built between the late XII and the beginning of the next century. Placed against the façade and set on a camber arch, it is covered with the
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white and green marble typical of Pistoia’s taste in color during that era. The staircase leads to the large synodal hall on the first floor. Over the centuries, the stone coats-of-arms of the outgoing bishops were added to the façade in their memory and are still today clearly legible from the square. Of particular interest are also the interiors of the Bishop’s Palace, which today holds the museum of the Cathedral of San Zeno and, in the basement, the guided archaeological tour. One room of particular note is the vestry of San Jacopo (St. James), built specifically to contain public documents and precious objects owned by the town. Today, it houses the fifteenth-century reliquary by Lorenzo Ghiberti, much revered by pilgrims who visited the city on their way to Santiago de Compostela. On the first floor is the Chapel of San Niccolò (St. Nicholas). Originally the bishop’s private chapel, it was later used for a short time as a prison. The chapel is characterized by an original pensile apse, visible on the outside wall along the south side of the building, and its barrel-vaulted interior is completely frescoed.
In 1786, the building was sold by the Jansenist bishop Scipione de’ Ricci to a private party and it was made into apartments and shops. This fragmentation resulted in further modifications to the facade and the internal structures. It was only with its 1970 purchase by the Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia and the subsequent restoration that the palace has been restored to its original splendor, giving back to the city one of its wonders.
Il percorso archeologico
The archaeology tour
Nel piano interrato del palazzo vescovile si sviluppa il percorso archeologico, appena restaurato. Vi sono conservati numerosi reperti della storia della città: tra i più importanti il cippo funerario etrusco del VI/V sec. a.C. rinvenuto all’interno della struttura muraria del palazzo e tratti di pavimentazione romana, ottimamente conservata, risalente al I sec. a.C. Sono inoltre esposte monete, vasellame e utensili di varia natura ed epoca, molti dei quali provenienti dall’antica villa romana, i cui resti sono stati rinvenuti sotto al palazzo. Interessante anche la fornace a calce di 4 metri, appositamente costruita per l’erezione dell’antico nucleo dell’edificio, di cui si conserva pressoché intatta la struttura.
The archaeological tour begins in the recently restored basement of the Bishops’ Palace. There, numerous relics from the city’s history are found, the most important of which are an Etruscan funerary monument from the VI-V century B.C that came to light inside the palace’s wall structure, and some sections of a well-preserved Roman floor dating back to the I century B.C. Also on display are coins as well as various kinds of pottery and utensils from different periods, many of which are from the ancient Roman villa whose remains were found under the palace. Also of interest is the 4-meter lime kiln built expressly for use during the construction of the building’s original nucleus and whose structure has remained almost intact.
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Il borgo medievale di Larciano
Tra discese nell’archeologia e ascese panoramiche Riqualifica del territorio e valorizzazione del patrimonio culturale
TESTO Filomena Cafaro e Emanuel Carfora FOTO Nicolò Begliomini
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al 1975 il visitatore che passeggia nel castello di Larciano, tra i borghi più suggestivi del Montalbano, entrando nella rocca, incontra una ripida scala che conduce ai sotterranei, già deposito di armi, alla scoperta di un piccolo scrigno, dove è raccontata la presenza dell’uomo in Valdinievole, dalla Preistoria fin quasi ai giorni nostri: siamo nel Museo Civico di Larciano. Lo scorso febbraio è stato inaugurato il rinnovato allestimento. Nelle nuove teche i reperti archeologici locali sono affiancati a reperti di provenienza nazionale, favorendo il confronto e una contestualizzazione in un orizzonte più ampio. Non mancano sezioni didattiche che ricostruiscono la cultura materiale delle varie civiltà che si sono susseguite sul territorio, a partire da quelle che hanno prodotto strumenti litici, schegge e nuclei nel Paleolitico e Mesolitico. Il percorso permette di ricostruire uno spaccato degli usi funerari di Etruschi, Liguri e Romani attraverso le sepolture con i relativi corredi: dall’urna cineraria etrusca del VII sec. a. C., alle tombe a incinerazione liguri del III e del II sec. a. C. (una tipicamente coperta con la parte inferiore di un’anfora rovesciata) per finire con la ricostruzione di una tomba alla cappuccina (questa volta a inumazione) di epoca tardoantica (IV-V sec. d.C.). A proposito di pratiche religiose, un posto di rilievo è riservato a una copia dell’Ercole Promachos, bronzetto votivo risalente al III sec. a.C., rinvenuto a Castelmartini e, probabilmente, riferibile a un’area
sacra. Altre teche rendono testimonianza delle attività produttive: per l’epoca romana con reperti dalla fornace di Fabbrichelle di Cerbaia e della villa di Pozzarello (Monsummano Terme), che ha restituito, tra l’altro, un anello sigillo per contrassegnare prodotti alimentari e una bilancia. La Pievaccia di Vaiano con i suoi frammenti di pavimento a mosaico e di fistulae (tubi metallici) offre, invece, una testimonianza sulle tecniche costruttive romane. Esempio di contesto produttivo di epoca tardo medievale è, invece, il frantoio di Cafaggiolo (Lamporecchio). Altro percorso trasversale è costituito dalla produzione ceramica, dall’antichità alle ceramiche medievali e rinascimentali (protomaiolica, maiolica) con pannelli dedicati al laboratorio di Montelupo Fiorentino, fino alle ceramiche di epoca post-industriale del borgo. Molti reperti di epoca medievale provengono proprio dai castelli circostanti e dalla stessa rocca di Larciano, in una suggestiva continuità spaziale che invita il visitatore a percorrere i luoghi più interessanti del castello. Proprio di fianco all’ingresso del Museo si trova
l’accesso alla poderosa torre della rocca (alta oltre 30 metri e sempre visitabile), dove, all’ingresso, è conservata la copia originale del Marzocco di Larciano, simbolo della dominazione fiorentina nel periodo medievale. La suggestiva scala interna porta fino alla sommità della torre: qui si ammira una rara e inconsueta veduta del Montalbano e della Valdinievole. Un punto di osservazione privilegiato per osservare l’impianto urbano del borgo (XI –XII sec.) e il perimetro delle antiche mura, tutt’oggi ancora dotate di tre porte medievali. Nella piazza si distinguono altre due copie del Marzocco, una posta sopra una colonna al centro della piazza, l’altra sul tetto del palazzo Podestarile. Questa antica sede del potere politico ebbe come podestà anche il celebre Francesco Ferrucci, condottiero della Repubblica fiorentina morto nel 1530. Di fianco al palazzo si nota il campanile settecentesco della chiesa romanica di San Silvestro, antico luogo di culto, la cui facciata è rivolta verso le fortunate colline ricoperte da alberi di ulivi.
Pagine di apertura: il castello di Larciano visto dalla torre della rocca in alto da sinistra: il borgo circondato da olivi; ingresso alla rocca; il marzocco e la scala interna alla torre; a fianco: Organo del XVIII secolo opera della famiglia Tronci, panoramica della piazza con la chiesa di San Silvestro. Beginning pages: the Larciano’s Castle view from the rock tower; top left side; the village enclosed by olives;entrance to the citadel; the “mazocco” and interior stairs to the tower; following: 18th century pipe organ due to the Tronci Family, overview of the square and the Saint Silvester Church 19
Intervista al sindaco Antonio Pappalardo
Cultura identità e decoro La suggestiva collocazione del Museo nella rocca del castello
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indaco, perché il Comune di Larciano ha deciso di investire sulla cultura? La cultura rappresenta molti dei valori che costituiscono l’identità di una comunità. Con i lavori effettuati nel Museo Civico, grazie anche al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e il prezioso intervento della Sovrintendenza, abbiamo restituito decoro agli ambienti museali. Dal momento dell’apertura, negli anni Settanta, nel Museo non erano mai stati effettuati interventi significativi. Ora vogliamo valorizzare ancora di più questo spazio culturale. La collocazione del Museo nella rocca del castello è molto suggestiva. Il nostro intento è stato proprio quello di confermare l’importanza di tutto il borgo medievale. Negli ultimi anni sono stati eseguiti molti interventi sul territorio: strade, nuova illuminazione e lavori per la tutela delle architetture medievali, come ad esempio la cinta muraria. Quali sono le attività che promuove il Museo? L’ingresso al Museo è gratuito. Le attività si basano sul fondamentale contributo delle associazioni di volontariato. In media, registriamo circa duemila ingressi ogni anno e il Museo è inserito nella rete di sentieri, che collegano il territorio collinare di Larciano con la riserva naturale del Padule di Fucecchio. Sono previste aperture per le scuole e attività didattiche per far comprendere ai bambini l’importanza del patrimonio archeologico esposto nel Museo.
Interview with Mayor Antonio Pappalardo
Cultural identity and dignity The museum’s picturesque location in the castle fortress
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r. Mayor, why has the town of Larciano decided to invest in culture? Culture represents many of the values that constitute a community’s identity. With the work carried out on the museum, thanks to the Fondazione Cassa di Pistoia e Pescia’s contribution and the Superintendency’s invaluable involvement, we have restored dignity to the museum’s rooms. Since its opening in the 1970s, the museum had never undergone any significant changes. Now we would like to develop this cultural venue even more. The museum’s location inside the castle fortress is very impressive. Our intention was specifically to reinforce the importance of the entire medieval village. In recent years, many projects have been carried out in the district: roads, new lighting, and works to safeguard our medieval architecture, such as the city walls. What activities does the Museum promote? Entrance to the museum is free. Activities are based on the fundamental contribution of volunteer associations. On average, we record some two thousand visitors each year and the museum is included in the network of trails that connects Larciano’s hilly area and the Fucecchio Marsh Nature Reserve. Openings for schools and educational activities are anticipated in order to help children understand the importance of the archaeological heritage on display in the museum.
a fianco: ambienti del museo; copia dell’Ercole Promachos; in basso: particolare della tomba alla cappuccina di epoca tardoantica (IV-V sec. d.C.); urna cineraria di periodo villanoviano (VII sec. a.C). Following: museum location; a copy of the “Ercole Promachos”; below: detail of the ancient-late grave at the capuchin (4th-5th century a.C.); urn of the villanonìvian period (7th century b.C.)
The medieval town of Larciano
From archeological depths to panoramic heights Improved by the district to promote our cultural heritage
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ince 1975, while strolling through the castle of Larciano, one of Montalbano’s most beautiful villages, visitors have encountered a steep staircase upon entering the fortress. This staircase leads to the vaults, formerly a weapons depot, and to the discovery of a jewel box that contains the story of man’s presence in the Valdinievole, from prehistory up to almost today. We are in the Larciano Town Museum. This past February, the renovated museum was opened. In the new showcases, local archaeological finds sit next to finds of national origin, facilitating a broader comparison and contextuali-
zation. The abundance of educational sections reconstructs the material culture of the various civilizations that followed each other in the area, beginning with the stone tools, flakes, and villages in the Paleolithic and the Mesolithic. The tour includes examples that reconstruct Etruscan, Ligurian, and Roman funerary customs through their burial practices and grave goods: an Etruscan cinerary urn from the VII century B.C., the Ligurian cremation graves from the III and the II centuries B.C. (typically covered by the lower part of an upside down amphora) and a reconstruction of a tile-covered tomb (alla cappucina) (this time used for burial) from Late Antiquity (IV-V century A.D. ). As for religious practices, a special place has been reserved for a copy of Hercules Promachos, a small bronze votive from the III century B.C., found in Castelmartini and probably related to a sacred area. Other cases display evidence of productive activities. In the Roman period, there are finds from the kiln in Fabbrichelle di Cerbaia and the Pozzarello villa in Monsummano Terme, where, among other things, a seal ring used to mark food products and a scale have been brought to light. Roman building techniques are illustrated by the fragments of mosaic floor and of fistulae (metal pipes) at the Pievaccia di Vaiano. The Cafaggiolo mill in Lamporecchio is an example of late medievalera productive activities. A related tour is that of ceramics production from antiquity to Medieval
and Renaissance ceramics (proto-maiolica and maiolica), with panels dedicated to a Montelupo Fiorentino workshop, and continuing up to ceramics from the village’s post-industrial era. Many medieval relics hail from the surrounding castles as well as Larciano’s own fortress, in a striking spatial continuity that invites the visitor to visit the most interesting corners of the castle. Right next to the museum entrance is the access to the castle’s mighty tower (more than 30 meters high and always open to the public). At its entrance is the original copy of Larciano’s Marzocco, the heraldic lion symbolizing Florence’s domination in the medieval period. An impressive staircase leads to the top of the tower, with its extraordinary and unusual view of Montalbano and Valdinievole. From this vantage point, the village’s urban plan (XI-XII century) and the perimeter of its ancient walls–with three medieval gates still today –can be seen. Two other copies of the Marzocco stand in the square: one perched atop a pillar in the center of the square and the other on the roof of the Palazzo Podestarile. This ancient seat of political power also had as podestà the famous Francesco Ferrucci, condottiere of the Florentine Republic who died in 1530. Next to the palace is the bell tower of the eighteenth-century Romanesque Church of San Silvestro, an ancient place of worship, whose façade faces the fertile hills covered with olive trees.
Museo Civico - Town Museum Piazza Castello n. 1 - Larciano Castello Orari: Sabato, Domenica, giorni festivi 9.00 12.00 e 16.00 - 19.00. E’ possibile per le scuole di ogni ordine e grado l’apertura su prenotazione. Opening hours: Saturday, Sunday and holidays 9:00 to 12:00 and 16.00-19.00. Open to schools upon reservation. Info: Tel. 0573 837722 biblioteca@comune.larciano.pt.it Ingresso gratuito - Free admission 21
Palazzo de’ Rossi
Scrigno di bellezza
TESTO Perla Cappellini FOTO Nicolò Begliomini 22
Realizzato nel Settecento dall’omonima famiglia. Oggi sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Grandi opere d’arte nella collezione dell’ente. Ospita spesso manifestazioni culturali
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ull’angolo di un antico edificio all’incrocio tra via del Carmine e via de’ Rossi è posta una curiosa testa medievale, scolpita in pietra nera. L’opera si ritiene essere l’effigie di Grandonio, o Grandone, de’ Ghisilieri, uomo d’armi vissuto nel XII secolo, appartenente alla nobile famiglia pistoiese dei de’ Rossi, che, al soldo dei Pisani, uccise re Musetto di Maiorca, contribuendo alla conquista delle Baleari. L’immagine di questo personaggio, collocata in modo così strategico su questo crocicchio conosciuto come “canto de’ Rossi”, ricorda non solo il prestigio di tale famiglia, ma anche i suoi possedimenti in questa parte della città. E’ proprio in via de’ Rossi, infatti, che nel Settecento fu edificato, su preesistenti case e torri, il nuovo palazzo residenziale di questa casata, realizzato su progetto dell’architetto padre Raffaello Ulivi e
ultimato con l’intervento dell’architetto Francesco Maria Beneforti. Il risultato fu quello di una dimora di grandi dimensioni, espressione del prestigio della famiglia, caratterizzata, all’esterno, dalle ampie finestre con eleganti cornici in pietra serena e, all’interno, dallo scalone monumentale che collegava i tre piani dell’edificio, dove si aprivano sale di ricevimento, salotti privati ed alcove, impreziositi da decori in stucco e dipinti ad affresco. L’edificio, che caratterizza con la sua prestigiosa facciata la stretta strada medievale, è oggi di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, la quale, dopo il sapiente lavoro di restauro affidato allo studio di Adolfo Natalini, ne ha fatto la propria sede. Il complesso ha riacquistato la piena leggibilità degli spazi tipici di una dimora nobiliare, in cui hanno trovato la giusta collocazione le opere d’arte antiche e moderne che compongono la prestigiosa collezione della Fondazione. Il percorso all’interno del palazzo si snoda dall’ampio piano terra, che dà accesso alla cosiddetta “terrazza Grandonio”, un tempo giardino e più recentemente cinema all’aperto, in cui, entro un’esedra, si trova fin dal 1802 la statua in terracotta raffigurante l’illustre eroe in abito militare. Dall’atrio, la scala monumentale a quattro rampe conduce al primo e al secondo piano, dove i diversi ambienti conservano le preziose decorazioni realizzate tra Sette e Ottocento da artisti fiorentini e pistoiesi, tra i quali Ippolito Matteini, Vincenzo Meucci, Giuseppe Bezzuoli e Nicola Monti. Il fulcro centrale dell’edificio è il grande salone di rappresentanza al piano nobile, la “sala magnifica”, splendido ambiente a doppio volume, con ballatoio di rigiro, decorato dai dipinti di Luigi Rafanelli e dagli stucchi di Luigi Malfanti. In questa sala si svolge la prestigiosa attività concertistica dell’Associazione pistoiese “Amici della Musica”, sostenuta dalla Fondazione, che ha visto nel tempo la partecipazione di musicisti di fama internazionale.
In alcune sale sono esposte, secondo un percorso cronologico, le opere che compongono la collezione dell’Ente, un vero e proprio museo privato, che si apre al pubblico per illustrare particolari aspetti dell’arte e della cultura pistoiesi nel corso dei secoli. Particolarmente ricca è la raccolta del Novecento, dove sono presenti artisti come Marino Marini, Agenore Fabbri, Mario Nigro, Fernando Melani, fino ad arrivare ai rappresentanti della cosiddetta “scuola pistoiese” della Pop Art, come Umberto Buscioni, Gianni Ruffi, Roberto Barni e Adolfo Natalini.
Pagina precedente: Ingresso del palazzo con al centro e sulle pareti opere di Roberto Barni; in alto: a sinistra la facciata dell’edificio, a destra la scala interna con soffitti decorati; a sinistra: “Terrazza Grandonio” un tempo giardino ora cinema all’aperto; sopra: una delle numerose decorazioni realizzate fra il Settecento e Ottocento da artisti fiorentini e pistoiesi. Preceeding page: entrance to the Palace with works by Roebrto Barni in the centre and on the walls; above: the facade of the building on the left; the interior stairs on the right with garnished ceiling; on the left: “Grandonio Terrace”garden at the time open-air cinema nowadays; above: one of the several decorations since 1700s and 1800s by Florentine and Pistoia’s artists. 23
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Palazzo de’ Rossi
Wealth of beauty Built in the eighteenth century by the family of the same name. Today it is the headquarters of the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia as well as home of the institution’s collection of great works of art. It often hosts cultural events
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n the corner of an old building at the intersection of Via del Carmine and Via de’ Rossi, there is a curious medieval head carved in black stone. The work is thought to be the likeness of Grandonio, or Grandone, de’ Ghisilieri, a man of arms who lived in the twelfth century and belonged to the noble de’ Rossi family of Pistoia. While in the pay of the Pisans, he killed King Musetto of Majorca, contributing to the conquest of the Balearic Islands. The image of this figure, so strategically situated at this intersection known as the Canto de’ Rossi, recalls not only the family’s prestige but also its properties in this part of town. In fact, it was precisely on Via de’ Rossi that, in the eighteenth century, this family’s new residence was built over pre-existing houses and towers. Based on a design by the original architect Raffaello Ulivi, it was completed with the involvement of the architect Francesco Maria Beneforti. The result was a large residence, an expression of the family’s prestige, characterized on the outside by large windows with elegant frames in stone and inside by the monumental staircase that connected the building’s three floors and on to which opened reception rooms, private drawing rooms, and alcoves, adorned with stucco decorations and fresco paintings. With its splendid façade distinguishing the narrow medieval street, the building is now owned by the Fondazione Cassa di Pistoia e Pescia. Following a careful restoration entrusted to the firm of Adolfo Natalini, it has become the foundation’s headquarters. The complex has reclaimed the full visual harmony of rooms typical of a noble dwelling in which an appropriate setting was found for the ancient and modern works of art that make up the foundation’s prestigious collection. Inside the palace, one proceeds from the spacious ground floor from which one reaches the Grandonio Terrace – once the garden and, more recently, an outdoor cinema – where, since 1802, an exedra has held a terracotta statue depicting the famous hero in military dress. From the atrium, a four-ramp monumental staircase leads to the first and second floors where different rooms preserve the glorious decorations carried
out between the eighteenth and nineteenth centuries by such artists from Florence and Pistoia as Ippolito Matteini, Vincenzo Meucci, Giuseppe Bezzuoli, and Nicola Monti. The central focus of the building is the large reception hall on the first floor. This sumptuously beautiful, doubleheight hall, with a gallery that circles the room, is decorated with paintings by Luigi Rafanelli and stuccoes by Luigi Malfanti. Prestigious concerts with performances by internationally renowned musicians are held in this room, organized by the Pistoia association Amici della Musica, supported by the foundation. Several rooms exhibit the works of art that form the Ente’s collection. Displayed in chronological order, this private museum is open to the public. It illustrates noteworthy aspects of Pistoia’s art and culture over the centuries and has a particularly rich collection of twentieth-century art from artists like Marino Marini, Agenore Fabbri, Mario Nigro, and Fernando Melani up to the representatives of the so-called Pistoia School of Pop Art, such as Umberto Buscioni, Gianni Ruffi, Roberto Barni, and Adolfo Natalini.
Pagina a fianco: la “Sala Magnifica” decorato dai dipinti di Luigi Rafanelli e dagli stucchi di Luigi Malfanti; sopra: a sinistra una delle sale adibite a uffici del palazzo, a destra in alto un particolare dell’edificio, sopra ultimo piano con vista panoramica della città; in basso: magnifico affresco a soffitto. Following page: “The magnificent Sala”garnished by Luigi Rafanelli and frescos painted by Luigi Malfanti; above: on the left one of the rooms used as office of the palace; on the right: on the top a detail from the building; top floor with scenario of the city; below: magnificent fresco on the ceiling.
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Pistoia Original Tuscan L’impronta inconfondibile di un territorio da vivere
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Comunicare un territorio, con i suoi valori e le sue peculiarità, è cruciale al giorno d’oggi. Ognuno, infatti, ha le proprie caratteristiche distintive e merita di essere scoperto. Alcuni territori sono ben conosciuti ed hanno una buona reputazione. È il caso della Toscana, per esempio. Ma la Toscana non ha un’unica anima e non possiede soltanto elementi “soft” quali i paesaggi, il vino o la cultura. Ecco perché, come territorio della provincia di Pistoia, abbiamo deciso di seguire una filosofia di “place branding”, per poter sviluppare la nostra immagine e comunicarla, restando fedeli ai valori positivi ed alla percezione che del nostro territorio si ha. Pistoia Original Tuscan è la nostra nuova “marca ombrello”. Parla di Sostenibilità, che abbiamo da sempre perseguito coltivando fiori, piante ornamentali, producendo mezzi di trasporto sostenibili quali i treni, promuovendo un turismo verde. Parla di (R)Innovazione, perché la nostra attenzione non si rivolge soltanto alla creazione di pro-
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dotti o servizi che oggi non esistono, ma anche al rinnovare le modalità con cui si sviluppano o si commercializzano prodotti che hanno fatto la storia economica del nostro territorio. La marca parla anche di Gioventù, Modernità e Dinamismo, perché abbiamo sempre annesso grande importanza a ciò, considerandolo volano di crescita. E, ultimo ma non per importanza, la marca parla anche di Qualità e Know-how, poiché ogni prodotto o servizio che proviene dal nostro territorio è fatto con grande cura e si basa su una consolidata esperienza. Pistoia Original Tuscan parla di tutto questo, all’interno dei valori positivi che la Toscana possiede e che le vengono riconosciuti in tutto il mondo. La marca è un’immagine unificante che le Istituzioni e le imprese utilizzeranno per promuovere ogni tipologia di attività che mira a rafforzare i valori del nostro territorio. Come gli innovativi modelli di Turismo Sostenibile e Competitivo che alcuni nostri Comuni stanno sperimentando, con il supporto della
Regione, dell’Università e di partner stranieri. Perché il Turismo Sostenibile a Pistoia e nei suoi territori non è una scelta recente, ma una vocazione naturale, che oggi intendiamo unire alla competitività, affinchè il Turismo possa produrre maggior valore per il territorio ed i suoi abitanti. Un risultato ottenibile ponendo attenzione non solo allo sviluppo di strutture turistiche di qualità ma anche ad un paniere di elementi di contorno che devono essere gestiti in maniera integrata: dai sistemi di mobilità alla cura del patrimonio culturale e naturale; dai consumi di energia ed acqua ai livelli di occupazione locale; dalla destagionalizzazione dei flussi turistici alla responsabilità sociale ed ambientale. Tutto questo per continuare ad offrirvi un’esperienza vera ogni qualvolta verrete da noi. Che sia per visitare Pistoia Città d’Arte, rilassarvi a Montecatini e Monsummano Terme, sciare all’Abetone o fare trekking in Appennino, avvistare aironi al Padule di Fucecchio, perdervi per i boschi ed i borghi del Montalbano, o tornare ogni volta bambini a casa di Pinocchio…
Pistoia Original Tuscan
A unique footprint for a land to experience Communicating what a territory is and has is crucial, nowadays. Each territory, in fact, has its own characteristics and is worth a visit. Some territories are well known and have a good reputation. This is the case of Tuscany, for instance. But Tuscany has not a single inner soul and is
not only about “soft” elements such as landscapes, wine or culture. That’s why, as Pistoia, we decided to follow a “place branding philosophy”, in order to better develop our image and communicate it based on the positive values and perceptions of our specific territory. Pistoia Original Tuscan is our new “brand umbrella”. It talks about Sustainability, we have been pursuing since time growing flowers, plants, producing green means of transport as trains are, promoting a green tourism. It talks about (Re)Innovation, because our care is not only for creating what today does not exist but also providing new added value to our traditional products. Also it talks about Youth, Modernity and Dynamism, because we have always attached great importance to that, since it is a major growth booster. And last but not the least, it talks about Quality and Know-how, since our products or services are made with great care and are based on a wide experience. Pistoia Original Tuscan talks about all that, in the framework of the renowned positive values Tuscany has. It is a unifying brand Public Institutions and private companies will use for promoting any kind of activity committed in strengthening the values of our territory. Such as the innovative models for a Sustainable and Competitive Tourism our Municipalities are experimenting with the support of the Tuscany Region, the University and foreign partners. Because Sustainable Tourism is not a recent choice in Pistoia and its territories, rather a natural vocation. Nowadays we want to join such a vocation with competitiveness, in order to make Tourism produce added value for our territory and inhabitants. A result we can raise devoting attention not only to developing tourist facilities, rather to a set of surrounding elements due to be managed in an integrated way: from mobility systems to caring for cultural and natural heritage; from water and
energy consumption to local employment rates; from touristic de-seasoning to social and environmental responsibility. We are committed in all that for being able to offer a true experience anytime you will be here. Be it for visiting Pistoia City of Art, relaxing at thermal baths in Montecatini and Monsummano Terme, skiing in Abetone or trekking on the Appennine Mountains, birdwatching at the humid area of Padule di Fucecchio, losing your way through woods and small villages of Montalbano, or being child again at Pinocchio’s house…
Pistoia Original Tuscan. Un territorio da vivere.
Pistoia Original Tuscan. A land to experience.
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L’Arazzo dell’Adorazione
Fiabesco bosco tardogotico Enigma stupendo, dall’origine incerta, fra natura e celo. E’ custodito nella canonica della cattedrale di San Zeno TESTI Lorenzo Cristofani FOTO Nicolò Begliomini
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Pagine precedenti: particolare dell’arazzo “millefiori”; sopra: visione completa del manufatto e particolare raffigurante un falco; pagina a fianco: uno dei numerosi gigli raffigurati. Preceedeing pages: detail of the tapestry “millefiori”; above: general view of the object and detail of a falcon; Opposite page: one of the many lilies depicted. 34
istoia vanta, tra le numerose bellezze artistiche, un arazzo da primato: l’arazzo “millefiori” detto dell’Adorazione, che misura 790x270 cm. E’ stato restaurato nel 2001 e adesso si trova custodito nei locali della canonica della Cattedrale di San Zeno, protetto dalla luce naturale, cui è molto sensibile. Precedentemente era esposto, nel Duomo, nella cappella dell’altare argenteo di San Jacopo – uno dei maggiori esempi dell’oreficeria europea- e storicamente il clero cittadino, durante le celebrazioni più solenni dell’anno liturgico, come la cerimonia del Venerdì Santo, ne faceva un uso devozionale. L’arazzo, parola che identifica i manufatti tessili, inizialmente realizzati nella città fiamminga di Arras, raffigura un delizioso giardino fiorito, abitato da piccoli animali selvatici e rimanda al motivo dell’ hortus conclusus, un microcosmo, cioè, che riunisce tutti i fiori che alludono al Paradiso celeste secondo una simbologia religiosa ancora oggi abbastanza enigmatica. Durante il Rinascimento, tuttavia, oltre all’uso religioso, gli arazzi floreali erano diffusi anche nelle corti e nei palazzi aristocratici come arredo e ostentazione del lusso e del potere. L’opera in questione, anche se non ci sono documenti o informazioni precise, appartiene verosimilmente al genere delle manifatture franco-fiamminghe cinquecentesche e presenta un decoro di indiscutibile fascino e suggestione, con sfumature tenui e degradanti dei numerosissimi fiori e foglie. Le varietà floreali principali : rosa canina, iris o giaggiolo, giglio, cardo, margherita, narciso, viola, papavero, nontiscordar-
dimé, primula, arum e violetta. Lepri, conigli, cane, airone, falco, fagianella e il mitico unicorno rappresentano invece la biodiversità faunistica e anch’essi, come i fiori, sono legati ad allegorie e virtù. Per Pistoia, capitale del florovivaismo, il fiabesco bosco tardo gotico inneggiante alla natura costituisce una delle più pregevoli rappresentazioni artistiche cittadine.
Restauro: opera di famosi specialisti Il restauro dell’arazzo ‘millefiori’ di Pistoia è stato possibile grazie all’impegno economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia che, su interessamento e proposta dell’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti di Pistoia, ha contribuito al recupero del manufatto e alla pubblicazione scientifica di supporto, di autori vari, curata dallo storico dell’arte Paolo Peri. Intorno a questo capolavoro assoluto dell’arte tessile occidentale si è così creata un’inedita sinergia di specialisti di differenti discipline che ha permesso una valorizzazione culturale completa dell’opera . Responsabile del gruppo di restauro scientifico è stata Carla Molin Pradel, titolare di una delle principali ditte per il restauro di arazzi ed allieva del prestigioso Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
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The Adoration Tapestry
A late-gothic fantasic wood A magnificent enigma of uncertain origin, between heaven and nature, housed in the rectory of the cathedral of San Zeno
A
mong the many artistic treasures that Pistoia boasts is a record-breaking tapestry: the mille-fleurs tapestry known as the Adoration, measuring 790x270 cm. It was restored in 2001 and is now kept in the rectory of the Cathedral of San Zeno, protected from the natural light to which it is very sensitive. In the past, it was exhibited in the Cathedral, in the chapel with the silver altar of St. James – one of the greatest examples European goldsmith’s art. In the past, the city’s clergy used it for devotional purposes during the more solemn celebrations of the liturgical calendar, like the ceremony on Good Friday. The tapestry – also known as an arras, from the Flemish city of the same name where rich tapestries were manufactured – depicts a lovely flower garden inhabited by small wild animals. It refers to the hortus conclusus motif, i.e., a microcosm that brings together all the flowers that, according to a still rather enigmatic religious symbology, allude to the Heavenly Paradise. During the Renaissance, however, besides their religious use, floral tapestries were also popular in courts and aristocratic palaces as furnishings and displays of luxury and power. Even if no documents or
precise information exists, the work in question probably belongs to the genre of sixteenth century Franco-Flemish manufactures and is an unquestionably charming and attractive decoration, with its subdued shaded gradations of the numerous flowers and leaves. Among the main varieties of flowers are wild roses, irises or orrises, lilies, thistles, daisies, daffodils, violets,
poppies, forget-me-nots, primroses, and arums. The biodiversity of the fauna is represented by hares, rabbits, a dog, a heron, a hawk, a pheasant, and a mythical unicorn. Like the flowers, they are related to allegories and virtues. For the nursery capital of Pistoia, this late Gothic fairy-tale forest glorifying nature is one of the city’s finest artistic works.
Restoration: work by famous specialists The restoration of Pistoia’s mille-fleurs tapestry was made possible thanks to a financial commitment by the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia that, with the involvement and good offices of the Amici dei Musei e dei Monumenti di Pistoia (Friends of Pistoia’s Museums and Monuments), contributed to the preservation of this tapestry and the supporting scientific publication, with various authors and edited by the art historian Paolo Peri. Thus, an unprecedented synergy of specialists from different disciplines was created around this absolute masterpiece of western textile art, which allowed a complete cultural valorization of the work. The head of the conservative restoration group was Carla Molin Pradel, owner of one of the main companies in the restoration of tapestries and a student of the prestigious Opificio delle Pietre Dure in Florence. 37
www.terranostra.it
Garanzia di qualità Punto di riferimento per le imprese e i consumatori Terranostra è l’associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio di Coldiretti, la più importante associazione agricola nazionale. Nata per promuovere, sostenere e diffondere l’esercizio dell’agriturismo e la valorizzazione dell’ambiente rurale Terranostra è oggi un punto di riferimento per le imprese e per i consumatori. Interprete delle politiche di Coldiretti nel settore agrituristico e in sinergia con Fondazione Campagna Amica, che ha realizzato la più importante rete di vendita diretta degli agricoltori, la rete degli agriturismi che aderisce all’associazione può fregiarsi del titolo di Agriturismo di Campagna Amica: un marchio che, nell’immaginario collettivo, è simbolo di qualità. Esattamente come i punti, i mercati e le botteghe Campagna Amica, dove esiste un rapporto diretto produttore-consumatore, dove si vendono solo prodotti agricoli e di origine certa, garantita da controlli effettuati da ente apposito. Una garanzia in più per l’ospite che, come sempre, nelle aziende agrituristiche associate a Terranostra troverà accoglienza di qualità; recupero corretto e attento dei fabbricati rurali; tutela del paesaggio e dell’ambiente; impiego, a tavola, dei prodotti locali, a chilometri zero, di origine certa; vendita diretta dei prodotti; diffusione di sistemi e metodi produttivi ecocompatibili e a basso impatto ambientale; adozione di uno stile di vita e di consumo più rispettoso dell’ambiente. Nata nel 1973, quando l’attività agrituristica in Italia cominciava a muovere i suoi primi passi, l’associazione si è impegnata a promuovere la nuova forma di turismo, capace di valorizzare il territorio e i suoi prodotti, ma anche a preparare e a formare gli operatori perché potessero offrire servizi adeguati alle attese di coloro che amano la campagna e scelgono di trascorrere una vacanza, consumare un pasto, o svolgere attività ricreative, sportive e culturali in agriturismo. Non solo. Per l’importante ruolo svolto sul fronte della difesa del Territorio, fin dal 1999, Terranostra è stata riconosciuta Associazione di protezione ambientale dal Ministero. Le aziende associate si impegnano ad osservare la carta dell’accoglienza messa a punto da Terranostra e che prevede quanto segue: 1. Ospitalità, accoglienza da parte dell’imprenditore e/o della sua famiglia. 2. Disponibilità a far conoscere l’azienda, le sue attività, le sue produzioni e il circostante territorio. 3. Chiare informazioni su prezzi, servizi offerti, indicazioni stradali e relativa georeferenziazione. 4. Rispetto della normativa vigente in materia di agriturismo, igiene e sanità, sicurezza. 5. Attenzione all’ambiente (uso delle acque, smaltimento rifiuti, energie alternative, manutenzione e tutela del territorio).
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6. Impegno nel garantire la sicurezza alimentare, e nell’evitare la presenza di OGM. 7. Impegno all’uso ed alla vendita di prodotti aziendali, a km0, di aziende agricole aderenti alla rete di Campagna Amica, nel rispetto dell’enogastronomia locale, stagionale e tradizionale, proponendo menù che ne utilizzano i prodotti. 8. Valorizzazione prodotti a marchio IGP, IGT, DOP, BIO, DOC, DOCG.
A guarantee of quality A standard for businesses and consumers Terranostra is a national association for holiday farms and the environment. It was created by Coldiretti, the most important agricultural association nationally, to promote, support, and spread agritourism operations and to maximize the use of rural settings. Today Terranostra is a standard for businesses and consumers. It interprets Coldiretti’s agricultural policy by working hand-in-hand with the Fondazione Campagna Amica that has created the most important directsales network for farmers. Member holiday farms are entitled to the designation Agriturismo di Campagna Amica (Campagna Amica holiday farm), identifying the brand as a symbol of quality in the public’s eye. The Campagna Amica farms, markets, and shops are a direct link from the producer to the consumer, selling only agricultural products of known origin that have been guaranteed by the appropriate authority. Guests at farms associated with Terranostra can be guaranteed a first-rate reception; an appropriate and sensible reuse of rural structures; safeguarding of the landscape and the environment; meals prepared using kilometer-zero and locally-sourced products of known origin; direct sales of products; an awareness of low-impact environmental and eco-compatible production systems and methods; and the adoption of a more environmentally-friendly style of life and of consumption. Created in 1973, when the holiday farm business in Italy was first taking off, the association committed itself to promoting a new kind of tourism, one that benefitted
9. Adesione alla rete delle aziende associate a Terranostra. 10. Garanzia dell’approvvigionamento di tutti i prodotti presso la rete di Campagna Amica, impegnandosi alla conoscenza e alla diffusione dei principi ispiratori. Dal 2012 oltre a rispettare la carta dell’accoglienza di Terranostra, le aziende agrituristiche associate si impegnano ad osservare un disciplinare studiato per unire in un unico marchio il bello dell’agriturismo di Terranostra e il buono dei prodotti di Campagna Amica.
the country and its products. Moreover, the association made the decision to provide preparation and training to its members so that they could offer services tailored to the expectations of those who love the countryside and choose to spend a holiday, have a meal, or engage in recreational, sports, or cultural activities at a holiday farm. In addition, since 1999, Terranostra has been recognized by the Ministry of the Environment as an associazione di protezione ambientale (environmental protection association) because of its national role in safeguarding the countryside. The guidelines that the farms associated with Terranostra make every effort to follow include: 1. Hospitality and welcome by the farm owner and/or the farm owner’s family; 2. A readiness to acquaint guests with the farm, its activities and products from the farm as well as the surrounding area; 3. Provide clear information on prices, services offered, and directions with the corresponding geo-referencing. 4. Complying with current legislation relating to holiday farms, hygiene, and health and safety. 5. Care for the environment (water use, waste disposal, alternative energy, and the maintenance and protection of the land). 6. Commitment to ensuring food safety and avoiding the presence of GMOs. 7. Using and selling products from farms that are part of the Campagna Amica network (kilometer-zero products), by offering menus that use local wines and foods that follow traditions and the seasons. 8. Highlighting products with IGP, IGT, DOP, BIO, DOC, and DOCG designations; 9. Membership in the Terranostra farm network; 10. Guaranteeing the purchase of all products from the Campagna Amica network, committing themselves to an awareness of its guiding principles and to their dissemination. Since 2012, member farms have committed to observing not only the Terranostra hospitality charter but also to bringing the beauty of a farm holiday in our land and the bounty of Campagna Amica products together under a single brand.
Agriturismo “I Pianacci”
L’azienda è situata a 450 m.s.1.m. sul colle de I Pianacci che domina la Valdinievole, nel Comune di Uzzano, antico e suggestivo borgo medievale costituito in comune fin dai primi anni del XII sec. La nostra azienda ha una superficie di circa 7 ha., prevalentemente coltivata a vigneto ed oliveto. Abbiamo ottenuto nel 1995 il premio “Le colline dell’ulivo” per la tutela del paesaggio rurale e del patrimonio ambientale della Valdinievole.
The farmhouse “I Pianacci” is about 7 ha. wide and produces olive oil and red wine. Since 1997 the farm’s activity has extended to rural hospitality, thanks to the restoration of a previously abandoned building on the top of I Pianacci’s hill. The typical rural architecture was totally preserved with particular attention to the wood beams and old “cotto” bricks, so that our guests can feel the ancient atmosphere without giving up the comforts of modern life.
Via Dei Pianacci, 7 - 51010 Uzzano Pistoia Tel./Fax +39 0572 478905 - agripianacci@libero.it - www.agriturismopianacci.com
Podere Agrituristico “Casale dell’Orso”
Il Casale dell’Orso si trova a circa 1 km dal centro di Pistoia, in un territorio ricchissimo dal punto di vista storico, artistico e ambientale, ed è base ideale per visitare le più importanti città d’arte della Toscana; l’ambiente circostante fatto di colline e vallate ricche di boschi invita a rilassanti passeggiate alla scoperta della Toscana minore, quella dei piccoli borghi e delle pievi rurali.
The ‘Casale dell’Orso’ is situated 0,62 miles from the town centre of Pistoia, set in an area extremely rich in culture, history and amazing natural scenery. It is ideally located for visiting several major Tuscan art sites, and, being surrounded by stunningly beautiful countryside, is ideally located for discovering the less famous Tuscany, characterised by quaint villages and picturesque country churches.
Via Nuova di Pieve a Celle, 1- 51100 Pistoia Tel. +39 0573 572359 - info@casaledellorso.it - www.casaledellorso.it
Agriturismo “Il Calesse”
Agriturismo “Tenuta di Pieve a Celle”
L’agriturismo “Il Calesse” nasce dall’azienda agricola “F.lli Giuntini”, esistente già nel 1860, situata sulle verdi colline del Montalbano, in Toscana. Il podere e la casa colonica sono stati completamente ristrutturati, per accogliere ospiti e proporre soggiorni genuini e rilassanti. L’azienda agricola è costituita da vasti boschi, oliveti, vigneti, vivai, per la produzione di olio d’oliva, vino, legname, e piante ornamentali.
Situata in zona collinare a 3 chilometri da Pistoia è vicinissima a Firenze Lucca Pisa e Siena.Tenuta di Pieve a Celle vi invita ad assaporare i piaceri del vivere in Toscana. Dal vecchio cancello alla casa un lungo , suggestivo viale di cipressi. Attorno alla casa tigli querce e antichi cedri d’el Libano in un immenso splendido giardino. La casa è una tipica struttura toscana padronale del 1850, di semplice fattura e tanti dettagli godibili.
The holiday farm “Il Calesse” takes its origin from the farm “F.lli Giuntini”, existing from 1860, and it is located on the green hills of Montalbano region, in Tuscany. The estate and the farmhouse have been totally restructured to be able to accomodate guests and to offer them genuine and relaxing holidays. The farm is composed of vast woods, olive-groves, vineyards, tree nurseries, and it produces olive oil, wine, lumber and ornamental plants.
Via Carraia, 215 - 51039 Quarrata Pistoia Tel. +39 0573 750344 - info@agriturismoilcalesse.it - www.agriturismoilcalesse.it
In a hilly area 3 kilometres from Pistoia, and close to Florence, Lucca, Pisa and Siena. Teh estate of Pievea Celle invites you to savour the pleasures of life in Tuscany. Between the old gateway and the house there is an atmospheric cypress avenue. Around the house are lime trees, oaks and old cedars of Lebanon in a spacious and impressive garden. This is a typical Tuscan estate house of 1850, of simple construction with many delightful details.
Via di Pieve a Celle Nuova, 158 - 51100 Pistoia Tel. +39 0573 913087- info@tenutadipieveacelle.it - www.tenutadipieveacelle.it
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Aldo Frosini
Un monaco dell’arte Dedizione esclusiva, quasi religiosa, alla pittura
TESTO e FOTO Fabrizio Zollo
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ldo, da sempre, ha avuto per unica sposa quella particolare condizione di spirito che ritrovava solo tra le mura spoglie e ovattate del suo studio luminoso, lassù di fronte alla facciata complice della chiesa di San Pier Maggiore la cui vista lo rassicurava ogni giorno di un persistente legame, tra la vera bellezza e l’essenzialità. L’essenzialità, quella cui consapevolmente ha sempre teso, in un rigoroso lavoro di sottrazione, come uno scrittore severo soprattutto nei confronti di se stesso, che cerchi nella scarnificazione della trama il nocciolo della storia. Aldo era una sorta di monaco dell’arte e questo termine lo ha rappresentato in modo pertinente, specie negli ultimi trent’anni della sua vita, quando la sua opera si è mossa esclusivamente nella sublimazione e rarefazione di moduli espressivi coloristici, dove la luce, sempre più, e in ultimo in maniera totalizzante, si è impadronita del campo. Come se il prisma, che l’aveva scomposta nei colori, l’avesse richiamata a sé e ne avesse affidato al solo bianco la responsabilità di rappresentarli tutti e di renderne solo un’idea di luce, appunto, giostrando sull’alternanza del trasparente ‘bianco di zinco’ e del più categorico ‘bianco di titanio’. Era una tramatura paziente quella che il monaco coltivava nel silenzio assoluto del suo atelier. 42
Perché dovremmo accostare la figura di Aldo, lui così ateo, a quella di un monaco? Primo, per la dedizione esclusiva, quasi religiosa, all’arte: Aldo viveva in funzione di questo rapporto giornaliero, totalizzante con l’arte. Secondo, per la responsabilità: come quella di un monaco che apparentemente pare fuggire dalle responsabilità del mondo per rifugiarsi nelle sue preghiere, Aldo sentiva al pari la responsabilità di santificare la sua giornata con la qualità del risultato delle sue meditazioni. Terzo, per il distacco, per la rinuncia a tutto ciò che solitamente la funzione comporta. Rinuncia all’armamentario promozionale, cui gli operatori in questo campo amano dedicarsi. Per lui valeva solo il suo intimo colloquio con la tela. Del resto, dal lontano 1989 non ha tenuto più una mostra e non avrebbe fatto neppure quella se non se ne fossero occupati gli altri. Quarto, per la ritualità: non solo la sua giornata era scandita da tempi quasi cistercensi, tutti finalizzati a quel colloquio intimo che si diceva, ma anche la preparazione di quel supporto dove lui andava a ‘scrivere’ i suoi lirici cromatismi richiedeva una maniacale e artigianale preparazione, alla maniera dei riti antichi d’imprimitura delle tele. Quinto, la sensazione di trascendenza dell’opera stessa, come lo è l’obbiettivo della preghiera: quando Aldo cessava di interloquire, nell’opera tutto risultava scritto e, a
posteriori, sembra leggervi una sorta d’invocazione esaudita. L’arte di Frosini, pur non riconducibile all’elementarizzazione delle linee e dei colori campiturali di Mondrian, in quanto in Aldo questi tendono a sconfinare dalla costrizione delle linee cui il pittore olandese li aveva relegati, tende comunque, anch’essa come quella, alla restaurazione di un’armonia e di una quiete perduta. Monet, Cézanne, Matisse, in varia misura di questi tre pilastri la sua ricerca sentiva di raccoglierne lo spirito, tentando di renderne una sintesi astratta con l’uso di una debordante sensibilità. ‘Sensibilità’, termine che richiama il nome anticipatore, in massimo grado, del modernismo nell’arte pittorica, quello di Malevich e del suo teorizzato ‘suprematismo’, fondato sulla supremazia della sensibilità pura nell’arte. Le opere astratte di Frosini si affrancano totalmente da ogni referente figurale e comportano per l’osservatore l’obbligo di nulla chiedere, ma solo quello di sentire, e ci dicono che non è compito della poetica di questo artista di rappresentare, bensì di evocare, e invocare, ancorché sommessamente, una partecipazione emotiva, una con-passione nella condivisione della visione nel rapporto che si stabilisce tra l’immagine veduta e lo sguardo che vede.
Pagine precedenti: Il pittore Aldo Frosini nell’ottobre 1993 nel suo studio di via San Pietro a Pistoia di fronte al dipinto Città, 1993, olio su tela, cm. 171x171, collezione Comune di Pistoia. in alto da sinistra a destra: Il pittore Aldo Frosini nel suo studio nel 1993; i suoi costosissimi colori tedeschi; la tavolozza delle tempere; il pittore con la stilista pistoiese Deborah Pientini; Preceeding pages: the painter Aldo Frosini in his atelier in Pistoia at Saint Peter street in october 1993i in front of the painting City,1993,oil painting, cm 171x171, Pistoia Municipal Collection; above from the right to the left: the painter Aldo Frosini in his atelier in 1993; his expensive german colours; his temperas’ palette; the painter with the fashion designer Deborah Pientini from Pistoia.
Aldo Frosini
An artistic ascetic Exclusively, almost religiously dedicated to painting
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s his only spouse, Aldo always had that particular state of mind that he found when alone within the bare, silent walls of his bright studio, up there opposite the complicit facade of the Church of San Pier Maggiore whose sight reassured him daily of an enduring connection between true beauty and essentiality. He always knowingly cultivated that essentiality in a rigorous labor of subtraction; like a writer especially severe with himself who seeks the heart of a story while stripping away the plot. Aldo was a sort of artistic ascetic, an appropriate term to describe him, especially in the last thirty years of his life when his work shifted exclusively to the sublimation and rarefaction of expressive coloristic forms, where an increasing and, ultimately, all-encompassing light took possession of the field. It was as if that prism, which had decomposed light into colors, recalled him and entrusted him with the responsibility of representing all colors only with white and rendering only an idea of light. It is no surprise that he played on alternating the translucency of zinc white with the more uncompromising titanium white. It was this patient texturing that the ascetic nurtured in the absolute silence of his studio. Why should we compare the figure of the atheist Aldo to that of an ascetic? First of all, for his exclusive, almost religious dedication to art: Aldo lived according to a daily, all-embracing relationship with art. Secondly, for a sense of responsibility: like the monk who seems to escape from the world’s responsibilities by taking refuge in his prayers, Aldo felt a similar responsibility to sanctify his day with the quality of the results of his meditations. Thirdly, for his detachment, the renunciation of everything that usually involves function. He re-
nounced the promotional bag of tricks in which those in this field take pleasure. For him, only his intimate conversation with the canvas was of value. Moreover, he had no longer exhibited his work since as far back as 1989 and would not have allowed any exhibitions if others had not occupied themselves with the task. Fourth, for his rituality: his day was marked not only by almost Cistercian times, all aimed at the intimate conversations that he held, but also by preparing the support on which he was going to “write” his lyrical colors and which required a manic, artisanal preparation, in the manner of those ancient rites used to prime canvas. Fifth, the transcendent feeling of the work itself, as if its objective was prayer: when Aldo ceased to speak, everything was written in the work and, in retrospect, a sort of answered prayer may be read there. While not traceable to Mondrian’s simplification of lines and background color – Aldo’s lines tended to stray from their constraints, whereas the Dutch painter banished them – Frosini’s art however tends towards a restoration of harmony and a lost tranquility. His artistic quest seems to have found its spirit, in varying degrees, from the three pillars of modernism: Monet, Cézanne, and Matisse. He attempted to render an abstract synthesis of them with the use of an overflowing of feeling. The term “feeling” refers to the name of the preeminent harbinger of modern painting: Malevich, whose theory of Suprematism was based on the supremacy of pure artistic feeling. Frosini’s abstract works are completely free of any figural references, requiring that the observer ask for nothing but simply feel. The works tell us that it is not the responsibility of this artist’s poetics to represent, but rather to evoke and invoke, albeit quietly, an emotional participation, compassion in sharing a vision established by the relationship between the image seen and the act of seeing it.
sopra: dipinto Ciclo ‘tibetano’, 1993, tempera su carta intelata, cm. 197x76, collezione Comune di Pistoia. Above: painting “Tibetan cycle”,1993, tempera on canvas paper, cm 197x76, Pistoia Municipal Collection 43
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Un pittore astratto tendente all’assoluto I riferimenti della sua formazione: Piero della Francesca, Monet, Cézanne, Matisse, Malevich TESTO Leonardo Begliomini
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l bianco, un non colore che diventa vera pittura. Così mi sembrò di sintetizzare qualche anno fa una visita allo studio di Aldo Frosini, pittore schivo ma cosciente del valore della sua pittura tanto da – così ricordava Fabrizio Zollo – essere intimamente convinto che ‘l’arte è solo per pochi’. Aldo Frosini nasce a Pistoia il 14 febbraio del 1924. In giovane età aiuta saltuariamente lo zio decoratore Enea Flori, che pur non incoraggiandolo a intraprendere la strada della pittura, influenzerà comunque la sua formazione. A dodici anni frequenta i corsi serali della scuola d’Arte di Pistoia. Nel 1941 frequenta la scuola d’Arte di Porta Romana a Firenze, dove ha come compagno lo scultore Jorio Vivarelli. Dopo una pausa dovuta al richiamo alle armi, riprende gli studi e, nel ’45’46, consegue il diploma di maestro d’arte. Nel periodo che va dal ’41 al ’45, dipinge nature morte fatte con essenzialità e un colore scuro di fondo dal quale emergono oggetti solidi e ben costruiti, dove appaiono evidenti le conoscenze acquisite nella frequentazione della scuola di Porta Romana e dei musei e chiese fiorentine, dove in particolare studia la pittura di Giotto e Masaccio. Successivamente, il colore si schiarisce e assume un tonalismo luminoso, influenzato dalla pittura di Matisse e dei Fauves, le cui opere aveva approfondito nelle Biennali d’arte veneziane. Nel 1951 apre un atelier a Pistoia, in via Castel Cellesi, frequenta i pittori locali Cappellini, Bugiani, Mariotti, Agostini e si lega in una fruttuosa amicizia con il pittore Fernando Melani. Nello stesso anno è assistente alla cattedra di disegno al Liceo scientifico pistoiese. Nel 1954 inizia l’attività di restauratore con Leonetto Tintori e
Giuseppe Rosi. Successivamente, lavorerà con il pittore Mirando Iacomelli, con cui esporrà insieme nel 1957. La professione del restauratore intensificherà l’attenzione per le tecniche artigianali legate alla pittura, che avrà in massima considerazione per tutta la vita. Negli anni Sessanta terrà alcune mostre personali, tra cui quelle alla Galleria Vannucci di Pistoia, a La Strozzina di Firenze, a Padova. Nel 1970 si trasferisce nello studio di Via San Pietro 5 e ai primi anni Settanta, con la tematica delle ‘reti’, risalgono le prime opere astratte. Nel 1977 fa un viaggio in Russia, dove in particolare resta colpito dalla straordianria modernità e assolutezza dele opere ‘suprematiste’ di Malevich, al quale però contrappone un’astrazione che interpreti in maniera soggettiva la realtà. Il percorso astratto di Frosini continuerà con una produzione notevole quando dal 1982 potrà dedicarsi solo ed esclusivamente alla pittura. Dopo le tematiche delle ‘impalcature’ e ‘romanico’, affronterà il tema delle ‘città’, che lo porterà ad un linguaggio sempre più tendente all’informale. Nel 1989 il Comune e la Provincia di Pistoia gli dedicano una grande mostra antologica. Da quell’anno non esporrà più in mostre personali, continuando però quotidianamente a dipingere e, attraverso la tematica ‘tibetana’, approdando ai ‘bianchi’, opere apparentemente minimaliste che per la loro forza evocativa avvicinano il nome di Aldo a quelli di Fontana, Burri, Manzoni, Castellani. Per concludere, possiamo definire Frosini come un pittore dell’assoluto, se prendiamo alla lettera la definizione di pittura come ‘l’arte di stendere i colori su di una superficie’ e che lo pongono tra i grandi artisti contemporanei di Pistoia, quali Marino Marini e Fernando Melani. L’artista è deceduto il 24 gennaio di questo anno. Ha donato molte delle opere rappresentative del suo intero percorso artistico al Comune di Pistoia e alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
Pagina a fianco: Opera prima del ciclo ‘tibetano’, 1993, olio su tela, cm. 35x24, collezione Fabrizio Zollo; in alto: lo scultore Jorio Vivarelli e Aldo Frosini nel 1945, il pittore Mirando Iacomelli e Aldo Frosini al restauro di affreschi nel convento della chiesa di San Domenico nel 1960 in una foto di Cesare Vannacci; sopra: Romanico astratto, 1986, olio su cartone, cm.26x21, collezione Fabrizio Zollo. Following page: First work of the “Tibetan cycle”, 1993, oil painting, cm 35x24, Fabrizio Zollo’s collection; above: the sculptor Jorio Vivarelli and Aldo Frosini in 1945, the painter Mirando Iacomelli and Aldo Frosini in a Cesare Vannacci’s picture while restoring some frescos into the convent of the Saint Dominck Church in 1960; above: Romanesque abstract, 1986, oil on cardboard, cm 26x21, Fabrizio Zollo’s Collection 45
An abstract painter tending towards the absolute His masters were Piero della Francesca, Monet, Cezanne, Matisse, and Malevich TEXT Leonardo Begliomini
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hite is a non-color that becomes real in painting. This seemed to sum up my visit some years ago to the studio of Aldo Frosini, a shy painter yet one conscious of the value of his painting, such that he was convinced that “art is only for the few”, as Fabrizio Zollo cited in his writings. Aldo Frosini was born in Pistoia on 14 February 1924. At a young age, he occasionally assisted his uncle, the decorator Enea Flori, who did not encourage him to pursue a career in painting yet was clearly an influence in his training. At twelve, he attended evening classes at the Art School of Pistoia. In 1941, he attended the Porta Romana School of Art in Florence, where the sculptor Jorio Vivarelli was one of his classmates. After a break due to the call to arms, he resumed his studies and graduated with an art teacher’s diploma in 1945-46. From 1941-45, he painted still-lifes, painted with an essentiality against a dark-colored background from which the solid and elegant objects emerge. They display the knowledge he acquired over those years when, in addition to attending the Porta Romana school, he visited Florence’s museums and churches in order to study their paintings, in particular those of Giotto and Masaccio. Subsequently, the color became cleaner and took on a luminous tonality, influenced by the painting of Matisse and the Fauvists, whose works he had studied at the Biennale of Venice. In 1951, he opened an atelier on Via Castel Cellesi in Pistoia. He made the acquaintance of local painters like Cappellini, Bugiani, Mariotti, and Agostini, and entered into a fruitful friendship with the painter Fernando Melani. That same year, he was an assistant professor of design at Pistoia’s science high school. In 1954, he began working as a restorer with Leonetto Tintori e Giuseppe Rosi. Frosini subsequently worked with the painter Mirando Jacomelli, and they exhibited together in 1957. His work as a restorer intensified his focus on those artisanal techniques related to painting, which would obsess him for the rest of his life. In the 1960s, he held a number of solo exhibitions at the Vannucci gallery in Pistoia, the Strozzina in Florence, and a gallery in Padua. In 1970, he moved his studio to Via San Pietro, 5, and in the early 1970s, he entered into abstract art with his lattice-like paintings. In 1977, he traveled to Russia where he was particularly struck by the extraordinary modernity and absoluteness of Malevich’s Suprematist works. Frosini’s work, however, contrasted abstraction with a subjectively interpreted reality. His abstract production continued at a noteworthy level when, beginning in 1982, he was able to dedicate himself exclusively to painting. After the “scaffolds” and the “Romanesque” themes, he addressed the theme of “cities” when led him to what we could define as an informal language. In 1989, a major retrospective was dedicated to him by the City and the Province of Pistoia. After that year, although he continued to paint daily, he no longer exhibited in solo shows. The evocative power of his apparently minimalist paintings, with their Tibetan theme and the use of white, have placed Aldo’s name alongside those of Fontana, Burri, Manzoni, and Castellani.
In conclusion, we can describe Frosini as the perfect painter, if we take the definition of painting as literally “the art of spreading colors on a surface” and an activity that places him alongside Marino Marini and Fernando Melani as one of the great artists from Pistoia. The artist passed away this year on 24 January. He generously left many of his recent works to the city, which may be found in important public buildings.
sopra: Impalcatura e teli verdi, 1981, olio su tela, cm. 100x75, collezione Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Above: structure and green cloths, 1981, oil on canvas, cm 100x75, “Cassa di Risparmio” of Pistoia and Pescia Foundation Colllection 47
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Il genere Cornus
Bellezze ancora sconosciute al pubblico Oltre settecento specie in natura, diffuse soprattutto in Europa, Asia e America del Nord. Non sono mai state coltivate. Solitamente presenti nei giardini botanici TESTO André Gayraud FOTO Libro “Monografia dei Cornus” 49
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l riscatto dei Cornus è arrivato con il commercio delle piante a scopo ornamentale, allo scadere del 19° secolo. Prima, in pochi, si erano accorti delle sue belle caratteristiche. Anche il nome la dice lunga sull’utilizzo della pianta in un mondo rurale: Linneo, a metà del ‘700, avrebbe scelto il termine Cornus, ispirato dall’attrezzo agricolo a due denti, chiamato, per l’appunto, “corno”. Nessuna assonanza fisica, solo una più generica convenienza, perché il legno di quegli attrezzi proveniva, nella maggior parte dei casi, dal sanguinello, Cornus Sanguineum, o dal corniolo maschio, Cornus mas. Pure il nome comune dato dagli americani del nord, identifica bene l’utilizzo di queste piante: “Dogwood”, contrazione di “Dagger-wood”, ovvero legna per daghe. In ogni caso, europei e nordamericani hanno fornito un’interpretazione sull’utilizzazione pratica dei Cornus. Adesso, invece, sono in commercio, a scopi ornamentali, molte specie e varietà di queste piante. Sul globo terrestre sono state censite
ben 728 specie del genere Cornus in natura. Senza considerare gli ibridi e le cultivar, che si contano a centinaia. Occorre una precisazione: tra le innumerevoli specie scoperte dai botanici, la maggior parte sono rimaste in natura e non sono mai state coltivate. Resteranno, quindi, sconosciute al grande pubblico, accessibili solo nei giardini botanici o nelle dettagliate nomenclature dei testi scientifici. Si tratta di alberi e arbusti diffusi quasi dappertutto nelle regioni temperate dell’emisfero nord, dei tre continenti, America, Asia, Europa, e molto poco, invece, nell’emisfero sud. Nell’Africa tropicale è stata censita una sola specie, due in Sud America e tre in America Centrale. Adesso vengono utilizzate a scopo ornamentale per le caratteristiche del legno, delle brattee o per il fogliame, in alcune varietà ben variopinto. Nonostante la maggiore diffusione, hanno mantenuto il proprio semplice e rustico valore. Si prestano, infatti, a fornire un tocco di colore mai troppo eccentrico, come nel caso di Cornus alba, dal
legno rosso porpora, con foglie screziate in alcune varietà. La semplicità la si trova tutta nel Cornus mas, o corniolo, alberetto tipico delle nostre latitudine le cui bacche venivano utilizzate fin dai tempi romani. Più imponente la bellezza del C.florida, con fioritura abbondante da mozzare il fiato. Questo, comunque, pare un genere ancora in grado di dare tanto e la cui ibridazione non smetterà di offrire spunti per il gusto dell’uomo.
Pagine precedenti: Fioritura del Cornus florida; in alto: Cornus controversa ‘Variegata’; sopra: Cornus kousa; a sinistra: frutti del Cornus kousa chinensis; pagina a finaco: Cornus kousa ‘Venus®’ In the preceeding pages: flowering of the Cornus Florida; above: Cornus controversa variegata: Cornus kousa; on the left: Cornus kousa chinensis fruits; following pages: Cornus kousa “Venus 50
The genus Cornus
Beauties still unknown by the public Over seven hundred species in the wild, especially widespread in Europe, Asia and North America. The Cornus have never been cultivated and are usually found in botanical gardens
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ornus, or dogwood, is a genus of beautiful flowering trees first introduced as ornamental landscape plants in the late 19th century. The name Cornus itself speaks to the plant’s ornamental value. In the mid-1700’s, Carl Linnaeus, one of history’s most famous botanists and horticulturalists, chose the name Cornus, inspired by the twopronged Italian farm tool, the corno (or horn). Wood from Cornus trees, either C. sanguineum or C. mas, was typically used to create these tools. The name commonly used by North Americans, “Dogwood” also clearly describes the use of these plants. “Dogwood” is a historical contraction of “dagger-wood”, i.e. a wood used for daggers. In both cases, Europeans and North Americans have provided unique interpretations on the many practical uses of Cornus. Nowadays, the primary value of the many species and varieties of this plant family comes from ornamental purposes. There are at least 728 individual species of Cornus in the wild – and this number doesn’t even take into account the hybrids and cultivars that number into the hundreds. Although numerous species have discovered by botanists, we must point out that most have remained in nature and have never been cultivated. Thus, many are unknown to the public and can be found only in botanical gardens or in the detailed nomenclature of scientific texts. These trees and shrubs are typically found almost everywhere in the temperate regions of the northern hemisphere, on three different continents – North America, Asia, and Europe. In the Southern hemisphere, they are found to a much lesser degree, with only one species recorded in tropical Africa, two in South America, and three in Central America. They are now used for ornamental purposes due to the attractiveness of their floral bracts, the color of their bark, and their luscious foliage, which can be quite colorful in some varieties. Despite having been widely spread across the globe, they have maintained their excellent ornamental value. Indeed, they are ideal for adding a touch of color, as in the case of C. alba var. sibirica, with its purple-red wood, C. kousa, with
its white to light-pink bracts, or the striking variegated foliage found in several other species. Even in the early spring, the beauty of Cornus can be admired. Cornus mas, or cornelian cherry, a small tree typical of our latitude whose berries were used as far back as Roman times, and C. florida (Flowering Dogwood), with its abundant and breathtaking floral bracts, both flower impressively early in the season. They are some of the first plants to greet the spring with their gorgeous flowers, and bid adieu to winter. However, even with the impressive existing collection of ornamental species and cultivars, Cornus is a genus that can still offer more. Unexplored hybridizations and breeding efforts will lead to further discoveries in the years to come.
Per informazioni - For information:
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www.giorgiotesigroup.it 51
Cornus kousa ‘Venus’®
Protagonista della primavera Al colmo della fioritura le brattee possono arrivare a 15 centimetri di diametro. Preferisce una posizione soleggiata. Ha ricevuto la medaglia d’oro al Chelsea flolwer show, Oscar della botanica. In Italia, distribuito dalla Giorgio Tesi Group. TESTO Wolfgang Eberts
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Viale Europa, 91 - 51034 Casalguidi (PT) - ITALY Tel. +39 0573 528456 Fax +39 0573 520956 (amministrazione) +39 0573 520963 (magazzino) info@pazzaglia.it - www.pazzaglia.it
a grande famiglia dei Cornus è capace di giocare un ruolo importante in quell’orchestra chiamata primavera. Cespugli considerati modesti e marginali possono avere una parte importante in quella sinfonia, anche da primo violino. L’ultima varietà, il Cornus kousa Venus®, può essere la “Diva” riuscendo a conquistare il cuore di giardinieri e amanti delle piante. Ha una storia che si potrebbe racchiudere in un titolo: “L’est incontra l’ovest”. In generale, i Cornus ornamentali provengono da due regioni degli Stati Uniti: il C.florida a est e il C. nuttalii a ovest; l’Asia è, invece, patria del C. kousa var. chinensis. Da alcuni anni, la specie C.florida è suscettibile all’antracnosi (Discula destructiva) un patogeno molto aggressivo e senza rimedi risolutivi. Cornus kousa chinensis è invece resistente all’antraconsi e questo ne ha aumentato, senza dubbio, il mercato. Il C.kousa “Venus” ®, è un ibrido al contrario di molte varietà selezionate da seme. Al professore Elwin Orton, della “Rutgers University” del New jersey, padre della “Venus” ®, ci sono voluti oltre diciotto anni per ottenere il risultato finale, a lui soddisfacente. Tutto nacque da un incrocio tra C. kousa chinensis e C. nuttallii, e dal successivo nuovo incrocio della progenie migliore con C.kousa. Così facendo, il corniolo cinese ha dato il 75% di DNA alla nuova varietà. È forse questa la causa della sua resistenza all’antracnosi. La sua caratteristica ornamentale principale è la misura sorprendente delle brattee: al culmine delle fioritura, possono anche arrivare a 15 cm di diametro. Inizialmente di colore grigio, a inizio maggio, poi variano fino a diventare bianco-crema con il pieno sviluppo. Un pregio è rappresentato dal periodo di massima e abbondante fioritura, attorno al venti maggio, dopo C. nuttallii e prima di C.kousa. Questo ibrido, dedicato al pianeta più brillante del cielo, ha ricevuto molti riconoscimenti a fiere di settore, in Germania, Svizzera e Olanda. Ma il premio maggiore, comparabile all’Oscar del cinema, è stato la medaglia d’oro al “Chelsea flower show”. Cornus kousa “Venus” ® predilige una posizione soleggiata o parzialmente ombreggiata e, soprattutto, un terreno leggermente acido. Dopo alcuni anni può raggiungere fino a 4 metri di altezza. Il fogliame, in autunno, presenta colori vivaci, dal viola al lilla fino al rosso vivo. Riesce a resistere alle basse temperature, fino a – 25°C, mentre soffre climi troppo secchi e caldi. La licenza generale per l’Europa è stata concessa dalla Rutgers University a Baumschule Eberts di Baden-Baden in Germania e ora può essere distribuito anche dalla Giorgio Tesi Vivai.
in basso: bella fioritura del Cornus kousa ‘Venus®’. a destra: Dr. Elwin Orton Rutgers University e Wolfgang Eberts dei vivai Eberts Baden Baden in Germania; a destra in basso: frutti del C. kousa ‘Venus®’, nella foto a fianco John Capik, André Gayraud e Thomas J. Molnar, PhD Rutgers University. Below: beautiful flowering of the Cornus kousa “venus”; On the right: Doctor Elwin Orton Rutgers University and Wolfgang Eberts from Eberts Nurseries in Germany Baden Baden; below on the right: Cornus kousa “venus” fruits, in the following picture John Capik, Andrè Gayraud and Tomas J.Molnar, Phd Rutgers University
Cornus kousa ‘Venus®’
A springtime star At peak flowering, the bracts can be up to 15 cm in diameter. It prefers sun. The Chelsea Flower Show awarded it a gold medal, the botanical equivalent of an Oscar. It is distributed in Italy by the Giorgio Tesi Group
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he large Cornus family plays an important role in the springtime “orchestra”. Some of its representatives are rather modest and not very showy, but others are truly eye-catching and are worthy of taking centerstage. The latest variety, Cornus kousa Venus®, is a “Diva” who has managed to conquer the hearts of gardeners and plant lovers alike. Its history could be summed up by the title, “East meets West”. The primary ornamental C. species in the United States come from two regions: C. florida from the East, and C. nuttallii from the West (Pacific Dogwood). On the other side of the globe, Asia is the home of C. kousa var. chinensis. For the last few decades, C. florida has suffered greatly from Anthracnose (Discula destructiva), a very aggressive foliar disease without any sure-fire remedies. Since C. kousa chinensis is quite resistant to anthracnose, this has substantially increased its market share. The C. kousa ‘Venus’® is a true hybrid, from a controlled cross, whereas many varieties are seedling selections that are grafted afterwards onto different rootstocks. It took the father of ‘Venus’®, Professor Elwin Orton of New Jersey’s Rutgers University, over eighteen years before he was satisfied with his result. It all began with a cross between C. kousa chinensis and C. nuttallii, and then subsequent back-crosses of the best progeny
with C. kousa. In doing so, 75% of the Chinese dogwood’s DNA was given to the new variety. This is the most likely source of its resistance to anthracnose. Its main ornamental feature is the astounding size of its bracts, which can reach a diameter of 15 cm at peak flowering. ‘Venus’® usually flowers at the start of May. Initially greenish in color, the bracts then change to a creamy-white when fully developed. The peak of its amazing flowering is around May 20, well after C. nuttallii but still before C. kousa chinensis. Named after the brightest planet in the sky, this hybrid has received many awards at trade fairs in Germany, Switzerland, and Holland. Yet the biggest prize, comparable to an Oscar, has been the gold medal at the Chelsea Flower Show in London, England, one of the most prestigious shows in the world. ‘Venus’® prefers a sunny or partially shaded position, and is partial to slightly acidic soil (Ph~5.5). After several years, it can reach a height of up to four meters. The bright colors of its shiny autumn foliage range from purple to lilac to bright red. It can withstand low temperatures down to -25°C, although it will suffer in climates that are hot and dry. The general license for Europe was granted by Rutgers University to Baumschule Eberts Baden-Baden, Germany. Giorgio Tesi Group Nurseries is a partner and distributes this novelty.
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Andre Gayraud, descritte in un libro con passione 600 varietà di Cornus
“Monografia” t’insegna a coltivarlo Il volume edito dalla “Giorgio Tesi Editrice”, sarà distribuito entro quest’anno
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via Bolognese, 207 - 51100 Pistoia Tel. +39 0573 475293 - info@ilsignorino.it www.ilsignorino.it
a passione, se accompagnata alla pratica, può regalare soddisfazioni indescrivibili. Andre Gayraud ne sa qualcosa, data la sua atavica voglia di conoscenza botanica. Lui, giardiniere fin da giovane età, paesaggista, un po’ vivaista, coltivatore e, soprattutto, collezionista di Cornus. Un’attività particolare, nata a seguito di un viaggio giovanile in Italia e alimentata, ogni giorno, nella quotidianità del lavoro, così da riuscire a custodire una gran quantità di specie e varietà di Cornus. Era il 1956, quando tutto nacque, per l’allora diciottenne Andre. La sua voglia di conoscere lo ha portato a girovagare per il mondo, per apprendere ancora di più, conoscendo luoghi e persone capaci di segnargli la vita. Da questo amore, non si può chiamarlo in altro modo, per le piante è nata la sua “Monografia”, in cui vengono descritte più di 600 varietà di Cornus. Ci sono dettagli di coltivazione, e foto provenienti dalle sue avventure a rendere ancora più tangibile un lavoro certosino e costruito nel tempo. Il testo, edito dalla “Giorgio Tesi editrice”, ramo editoriale della “Giorgio Tesi Group” sarà pubblicato in sei lingue (italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo e portoghese) e disponibile entro la fine del 2013.
Andre Gayraud describes with passion 600 varieties of Cornus in a book
The monograph teaches you to cultivate it The book will be published by Giorgio Tesi Editrice for release later this year
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assion – if accompanied by practice – can provide indescribable satisfaction. Andre Gayraud knows something about this, given his atavistic desire for botanical knowledge. He has been a gardener from an early age, a landscaper, a bit of a nurseryman, a grower, and above all, a Cornus collector. This particular love grew out of a youthful trip to Italy, and has been nourished constantly through his everyday work which enables him to look after a large number of Cornus species and varieties. It all began in 1956 for the then eighteen-year-old Andre. His desire to learn led him to wander the world, searching for knowledge and experience, becoming acquainted with the people and places that have since marked his life. His “Monograph” was born from his great love – there is no other word for it – for these plants. In it, he describes more than 600 varieties of Cornus. There are details on cultivation, excellent descriptions of numerous plants, and beautiful photos from his adventures to make the meticulous work he has built even more tangible. The book will be distibuted by Giorgio Tesi Editrice, the Giorgio Tesi Group’s publishing arm, and will be published in six languages (Italian, French, English, German, Spanish and Portuguese).
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Consulenti, professionisti innovativi nella gestione dei rischi e delle coperture assicurative aziendali Proteggere il proprio patrimonio vivaistico dai danni delle calamità naturali è possibile La AIB All Insurance Broker Srl, infatti, in collaborazione con alcuni imprenditori agricoli, è riuscita a creare a Pistoia la prima polizza assicurativa multirischio agevolata per l’Italia a tutela dei vivai di piante ornamentali contro i danni da gelo e brina, siccità, grandine, eccesso di neve, eccesso di pioggia, alluvione, vento forte e venti sciroccali e colpo di sole. La polizza, redatta in ottemperanza alle normative vigenti, gode della contribuzione sul pagamento del premio da parte della Comunità Europea e dello Stato Italiano fino ad un massimo dell’80%. Essere riusciti a realizzare questo particolare prodotto è motivo di orgoglio per la nostra società (entrata nel novero delle prime 50 società italiane del settore) che dal 1996 svolge la propria attività di consulenza e brokeraggio assicurativo. Un gruppo di persone altamente qualificate e professionali che riescono a garantire ai propri clienti un servizio di standard elevato grazie anche al proprio sistema di qualità. I nostri servizi prevedono l’analisi preliminare della realtà aziendale e delle relative aree di rischio, con sopralluoghi effettuati da tecnici specializzati, la redazione di un progetto assicurativo personalizzato attraverso il quale il cliente può monitorare l’attività del broker scegliendo insieme le architetture assicurative sempre più snelle ed adeguate tra quelle offerte dal mercato. Tutto questo è svolto con la massima efficacia e tempestività per soddisfare ogni specifica problematica del cliente. Consulenza, professionalità, autonomia, garanzie e trasparenza: sono queste le caratteristiche che distinguono la AIB All Insurance Broker Srl.
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Fondazione Giorgio Tesi Onlus
Tre anni in aiuto dei più deboli
Iniziative di sostegno rivolte a persone bisognose, giovani, mondo della scuola e della ricerca.
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a famiglia Tesi, la Giorgio Tesi Group, con i suoi dipendenti e collaboratori, nel 2010, hanno scelto di dar vita ad una Fondazione Onlus per aiutare le persone che hanno bisogno e sostenere le iniziative dirette ai giovani, al mondo della scuola e alla ricerca. Obiettivo della Fondazione, oltre a ricordare Giorgio, il fratello Tullio e il figlio Franco, è valorizzare i principi e le virtù che hanno ispirato tutta la loro vita: la solidarietà verso i più deboli e gli emarginati, l’onestà e la correttezza, il rispetto degli altri e l’impegno verso i più deboli. Questi valori, supportati da una forte fede cristiana, sono alla base dell’attività della Fondazione. In questi tre anni questa piccola fondazione, senza dipendenti e senza spese, ha realizzato decine di progetti proposti da istituzioni, associazioni e cittadini, quasi tutti a favore della comunità pistoiese e tutti documentati nel volume, di cui mostriamo la copertina, che riepiloga l’attività svolta nel triennio 2010-2012. Oltre alla donazione della Giorgio Tesi Group la fondazione riceve contributi anche da enti, aziende e cittadini. C’è un Comitato di Indirizzo che verifica le richieste e valuta la concessione di forme di aiuto, composto da professionisti che prestano la loro attività gratuitamente. A loro e al Direttore del Comitato d’indirizzo, Carlo Vezzosi, va il nostro sincero ringraziamento. Abbiamo cercato di accontentare le tante richieste che arrivano e dove non siamo arrivati con i fondi lo abbiamo fatto con la donazione di piante, che sono forme di vita ed hanno il colore della speranza. Piante che, con progetti mirati e con la buona volontà, possono aiutare a raccogliere fondi per sostenere le proprie iniziative. Fare del bene, per noi, è motivo di felicità. Ed è ciò che sentiamo più giusto fare in un momento di grande difficoltà come quello che stiamo vivendo nel nostro paese. Continueremo a farlo, perché la solidarietà è uno dei nostri valori più importanti e perché amiamo Pistoia e questa comunità. F. F.
Fondazione Giorgio Tesi Onlus (The non-profit Foundation)
Three years helping the most vulnerable Initiatives supporting people in need and young people as well as the worlds of education and research
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n 2010, the Tesi family, together with the Giorgio Tesi Group, its employees, and associates, decided to establish a nonprofit foundation to help people in need and to support initiatives aimed at young people and the worlds of education and research. In addition to remembering Giorgio, his brother Tullio, and Tullio’s son Franco, the foundation’s objective is to foster the principles and virtues that inspired these men throughout their lives: compassion towards the weak and the marginalized, honesty and fairness, respect for others, and a commitment to the most vulnerable. Supported by a strong Christian faith, these values are the underpinnings of the foundation’s activities. In the past three years, this small foundation – with no employees and no expenses – has carried out dozens of projects that were suggested by institutions, associations, and citizens, almost all for the benefit of the Pistoia community and all documented in the book whose cover is displayed here and which summarizes the activities carried out in the three-year period 2010-2012. In addition to the Giorgio Tesi Group’s dona-
tions, the foundation has also received contributions from other organizations, companies, and private individuals. Aid grant requests are checked and evaluated by a steering committee of professionals who offer their time and expertise free of charge. Our sincere thanks go to the steering committee’s members and its head, Carlo Vezzosi. We have sought to accommodate the many requests that we have received. Where we could not provide funds, we have donated plants, signifying life and the color of hope, which, with specific projects and goodwill, help raise funds to support the foundation’s initiatives. For us, doing good is a cause for happiness. We feel it is the right thing to do during this extremely difficult period that we are experiencing at this time in our country. We will continue to do good because solidarity is one of our most important values and because we love Pistoia and this community.
Collaborare per sostenere più progetti
Working together to support multiple projects
Per dare il proprio contributo alla Fondazione Giorgio Tesi Onlus è possibile donare il 5X1000 nella denuncia dei redditi. Basta inserire nell’apposito spazio il Codice Fiscale della Fondazione 01704150471, oppure è possibile effettuare versamenti sul C/C Postale 000002051969 o sul C/C Bancario Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia IBAN - IT98U0626013800100000000120. Un ringraziamento sincero a quanti hanno già contribuito negli anni e quanti lo faranno per collaborare con la Fondazione a sostenere e realizzare i progetti e i sogni di persone che hanno bisogno di aiuto.
A contribution to the Fondazione Giorgio Tesi Onlus may be made via the 5X1000 option on your tax return. Simply enter the foundation’s tax code 01704150471 in the appropriate space. Or payments can be made directly to the foundation’s postal bank account, no. 000002051969, or its account at the Cassa di Risparmio di Pistoia and Lucca, IBAN IT98U0626013800100000000120. Sincere thanks to those who have already contributed over the years and to those who will contribute to the foundation’s work to support and realize the plans and dreams of people who need help.
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AboutPlants.eu WebMagazine
Networking
Aboutplants.eu, plant is the main character The new webmagazine of Giorgio Tesi Group. The information given by the experts of diverse areas
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Fare Rete
Aboutplants.eu, protagonista è la pianta Nuovo webmagazine della Giorgio Tesi Group. L’informazione fornita dai maggiori esperti di vari settori
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are rete diventa necessario quando si discutono argomenti d’interesse comune. Ancor di più se l’oggetto in questione è la pianta e tutti i benefici coniugati a essa. Oggi, il tema appare delicato per quanto sottovalutato e occorre, quindi, fare massa critica nello sviluppare la percezione comune che gli alberi sono indispensabili per la vita dell’uomo. Questo il concetto semplice e basilare, all’origine di “aboutplants.eu”, il nuovo web-magazine edito dalla “Giorgio Tesi group”. Un fulcro centrale serve sempre, in tutte le idee. Il giornale si è posto l’obiettivo di divulgare tutto ciò che ruota attorno alla pianta. Per farlo serve esperienza, credibilità, passione e referenza, tutte doti non facili da trovare. Ligi al concetto di multidisciplinarità, ovvero più teste competenti a scambiarsi idee su ogni singolo argomento, sono stati
coinvolti numerosi collaboratori. Ognuno di loro contribuirà a seconda della propria provenienza culturale e professionale, all’interno delle sei voci principali su cui è impostato il giornale. Si va dal paesaggio alla coltivazione, passando per gli aspetti normativi, la ricerca, la botanica e la fitopatologia. Le tematiche, però, avranno modo di ampliarsi, seguendo convegni, intervistando vari esperti , divulgando libri, studi e ricerche. Troveranno spazio, anche, associazioni, ordini professionali e tutti coloro che condivideranno le nostre idee. Occorre fare rete, dicevamo, e il mezzo scelto non è casuale. Il web offre la possibilità di essere visibili in ogni parte del mondo, di accendere dialoghi e di aprire più discussioni in un solo momento. Se lo strumento sarà capito, allora, e noi ce lo auguriamo, sarà un successo.
etworking has become necessary if one wishes to discuss subjects of common interest. Even more so if plants and all their related benefits are the subject in question. Today, this theme is as delicate as it is undervalued. It is, therefore, necessary to reach critical mass in strengthening the common view that trees are indispensable to human life. This is the simple and basic concept behind “aboutplants.eu”, the new webzine to be published by the Giorgio Tesi Group and which will provide a useful central platform for all ideas. The magazine’s goal is to publicize anything that has to do with plants, an enterprise that requires experience, credibility, passion and points of reference – none of which are easy qualities to find. Faithful to a multi-disciplinary concept – or rather, to an exchange of ideas on a given topic by more competent heads – numerous contributors have been involved. Each will contribute according to their own cultural and professional backgrounds on the six main items on which the magazine is built. They will range from landscape to cultivation through regulatory issues, research, botany and plant pathology. The issues, however, will be expanded via following meetings, interviewing various experts, and disseminating books, studies and research. There will even be room for associations, professional bodies, and anyone who shares our ideas. We have said that the networking needs to be done, and the choice of means is not accidental. The web offers the possibility of being all over the world, kindling dialogues, and opening multiple threads at one time. If the tool is understood – and we hope it will be – then it will be a success.
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Verde e design
Piante al Cubo Giorgio Tesi Group, in collaborazione con la rivista Paysage, protagonista al Fuori Salone del Salone del Mobile di Milano 2013
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iorgio Tesi Group e la rivista Paysage protagonisti al Fuori Salone con l’installazione “Piante al Cubo”. In via Tortona, dove la creatività è di casa, Giorgio Tesi Group e Paysage hanno declinato il tema della sostenibilità e allestito l’HOME SPA DESIGN, 1400 mq di mostra con installazioni d’arte e di design, nell’ambito della Milano Design Week. L’idea di Paysage e Giorgio Tesi Group è stata quella di andare oltre il concetto di allestimento ma creare una vera e propria installazione con piante dalle forme geometriche che possano rappresentare un nuovo modo di concepire giardini e spazi a verde. In una tradizione che dall’antica Roma prosegue fino al Barocco e ai giardini fiorentini, Giorgio Tesi Group realizza un nuovo brand basato su una forma scenica delle piante che si avvicina all’idea progettuale dell’architettura contemporanea. Il presupposto è che le piante sono forme. Forme di vita innanzitutto. Ma anche forme di design. Una pianta non solo colora di verde un contesto ma è anche un elemento di arredo. L’uomo ha cercato di plasmarle, di disegnarle e di imbrigliare la loro forza vitale in simboli e forme che vadano oltre il cliché della pianta a forma di albero tradizionale. Qui nasce l’arte topiaria. Trasformare una pianta in un disegno architettonico. Per un concetto di arredamento più che di abbellimento. La Giorgio Tesi Group ha fatto questo. Ha creato le piante al cubo, ovvero ha moltiplicato al cubo il significato di una pianta: vita, verde e design. Perché chi progetta pensi al verde non in modo marginale ma come parte integrante di un disegno. 60
Greenery and design
Plants Cubed The Giorgio Tesi Group, in association with the magazine Paysage, participants at Fuori Salone of the 2013 Salone del Mobile in Milan.
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he Giorgio Tesi Group and the magazine Paysage participated at Fuori Salone with the installation “Plants Cubed” in Via Tortona, where creativity is at home. As part of Milan Design Week, the Giorgio Tesi Group and Paysage addressed the issue of sustainability and set up the HOME SPA DESIGN,
a 1400-sqm exhibition with art and design installations. Paysage and the Giorgio Tesi Group had the idea of going beyond the concept of furnishings by creating a true installation with geometrically-shaped plants that represent a new approach to gardens and green spaces. Following a tradition that stretches from ancient Rome to the Baroque and the gardens of Florence, the Giorgio Tesi Group has created a new brand based on plants as scenic forms, a design concept that approaches contemporary architecture. The fundamental assumption is that plants are forms. Although they are life forms above all, they are also design forms. A plant does not merely add a touch of greenery to a setting; it acts also as a decorative element. Humans have sought to shape and draw plants as well as to harness their life force into symbols and forms that go beyond the clichés of a traditional tree-shaped plant. Hence the art of topiary that transforms a plant into an architectural design, a concept of décor rather than of embellishment. The Giorgio Tesi Group has done accomplished this by creating plants cubed, or, in other words, it has raised the meaning of plants to the power of three: life, greenery, and design. Because for people who design, greenery is not merely an incidental but an integral part of the design.
Per informazioni - For information:
Giorgio Tesi Group via di Badia, 14 - 51100 - Pistoia Tel. +39 0573 530051 - info@giorgiotesigroup.it
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News dal Giardino Zoologico Inaugurato un percorso verde dedicato all’identificazione delle specie botaniche di maggior rilievo che da molti anni abbelliscono il parco Ecco finalmente la primavera e il Giardino Zoologico si risveglia con colori e suoni che nessun altro parco cittadino può riservare per chi ha voglia di lasciarsi cullare dal sole di aprile e passeggiare in tranquillità, lontano dal traffico e dalle corse che la vita quotidiana ci impone. Così sono sempre più numerosi i pistoiesi che, approfittando del nuovo abbonamento valido per 12 mesi, fanno dello zoo il luogo dove portare i bambini a giocare (è stato appena inaugurato un nuovo parco giochi) a correre liberamente e a soffermarsi per dare da mangiare alle caprette, alla bella Futura, la giraffa che ha appena compiuto un anno di età o a Savana e Tamara, le elefantesse per il quale il parco sta preparando un nuovo exhibit dedicato all’India e alla tutela dell’Elefante asiatico. Sono molti in questo periodo dell’anno anche i visitatori che giungono dalle città vicine e dalle Regioni limitrofe. Per i più curiosi è stato appena inaugurato un percorso verde, dedicato alle specie botaniche di maggior rilievo che da molti anni abbelliscono il parco: i cartelli, realizzati con il sostegno della Giorgio Tesi Group, identificano la specie e forniscono curiosità sulla provenienza o sull’utilizzo da parte dell’uomo. Sin dall’inizio la storia del Giardino Zoologico è stata caratterizzata dall’implementazione della pineta, piantata nel dopoguerra, con specie arboree sempre diverse, rispecchiando la passione del fondatore, Raffaello Galardini, per tutto ciò che fosse nuovo ed esotico. Palme, rose e camelie hanno avuto posti d’onore per molti anni. Piano piano la pineta ha 62
lasciato gradualmente il posto alle belle querce che nel frattempo sono cresciute e che in estate offrono un buon riparo ombroso. Quando in città il solleone si fa sentire, il Giardino Zoologico resta un luogo fresco dove i bambini vengono a trascorere intere mattinate frequentando i centri estivi organizzati dalla sezione didattica. Un recente censimento delle principali essenze presenti nel Giardino, ha permesso di individuare anche piante secolari, come un bellissimo Corbezzolo (Arbustus unedus) che fa bella mostra di sè proprio accanto all’uffico del direttore, Dott. Paolo Cavicchio. A lui è dato il compito di traghettare quest’arca attraverso le intemperie dei tempi e la storia, affascinante e piena di sorridenti aneddoti, verrà raccontata sabato 18 maggio presso l’Auditorium Terzani della Biblioteca San Giorgio. Sarà presentata in questa occasione la pubblicazione “Pigmenti” che con immagini uniche testimonia la sfida che costantemente viene affrontata dal Giardino Zoologico impegnato negli ultimi 15 anni a rispondere alla missione di costituire sul territorio un centro per l’educazione all’ambiente e alla conoscenza della biodiversità e condividere con il pubblico il valore della sostenibilità. Una sfida raccolta dai nostri visitatori che sempre più numerosi partecipano, sostenendo i nostri passi. A loro il nostro più grande ringraziamento! A tutti i lettori di NATURART l’invito all’evento del 18 maggio e ad unirsi con noi nel far crescere questa realtà davvero unica del nostro territorio.
Testo di Eleonora Angelini* Foto Archivio Giardino Zoologico *Responsabile della didattica del Giardino Zoologico di Pistoia *Head of Education Department Zoological Gardens of Pistoia
In alto un cartello del percorso verde dedicato alla identificazione delle specie. Nella pagina a fianco in alto una immagine storica del fondatore nel viale dei pini ora diventate pinante esemplari. Sopra e a fianco bambini che giocano all’interno dei nuovi percorsi dello Giardino Zoologico. At the top a billboard of the green itinerary dedicated to the species identification In the following page at the top a memorable image of the founder in the pines boulevard now examples; above and the following page children playing in the Zoo new itineraries
PubbliNATURART
News from the Zoo A new nature path dedicated to the most important botanical species that have beautified the park for some years now It is finally the spring and Pistoia’s Zoo is alive with the colors and sounds that no other city park can offer to those who wish to be lulled by the April sun and to stroll in peace, away from traffic and the daily rat race. A growing number of Pistoia’s inhabitants are taking advantage of the new 12-month subscription that makes the Zoo the place to take the kids to play (a new playground has just opened), run about freely, or linger to feed the goats, the beautiful giraffe Futura who just turned one year old, or the elephants Savannah and Tamara, for whom the park is preparing a new exhibit dedicated to India and to the protection of Asiatic elephants. In addition, many visitors come from nearby cities and neighboring regions at this time of year. For the more curious, a recently inaugurated nature path is dedicated to the most important botanical species that, for some years now, have beautified the park. Carried out with the support of the Giorgio Tesi Group, signs identify the species and satisfy a visitor’s curiosity about their origin or human uses. Since its beginning, the story of the Zoo has been characterized by the pine forest, planted after the Second World War and with many different tree species, reflecting the its founder Raffaello Galardini’s passion for everything new and exotic. Palms, roses, and camellias have held places of honor for many years. Slowly, the pine forest has gradually given way to the
beautiful oak trees that have since grown and now offer a shady retreat in summer. When the dog days are felt in the city, the Zoo is a cool place where children can spend all morning attending the summer camps organized by the educational section. A recent census of the garden’s main species has also identified secular trees like the beautiful strawberry tree (Arbustus unedus) that puts on a nice show right next the office of the Zoo’s director, Dr. Paolo Cavicchio. Dr. Cavicchio has the task of helping this ark weather the storms of the times, and this fascinating story, full of amusing anecdotes, will be told on Saturday, 18 May, in the Terzani Auditorium at the San Giorgio Library. On that occasion, the publication “Pigmenti” will be introduced. With its unique images, it bears witness to the challenges constantly faced by a zoo committed, over the past 15 years, to fulfilling its mission of establishing an educational center for environmental and biodiversity awareness in the Pistoia area and of communicating the importance of sustainability with the public. Taking up this challenge, our visitors have become increasingly involved in supporting our actions. A big thanks goes to them! All of Naturart’s readers are invited to the event on 18 May and to join us in helping this unique undertaking in our area to grow.
Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it
www.zoodipistoia.it 63
Alfredo Martini
Due ruote di passione Plurititolato commissario tecnico della Nazionale Italiana di ciclismo fa il punto sul campionato del mondo mettendone in risalto l’importanza per il territorio TESTO Emanuele Begliomini
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lfredo Martini non ha bisogno di presentazioni. Tutti gli sportivi ne sanno il valore della persona e le capacità professionali; lui, uomo e commissario tecnico con oltre novant’anni di vita vissuti in sella o a pianificare strategie alla guida della nazionale italiana. Così umano da sentire la soddisfazione e la passione per il suo ciclismo, così grande da non far pesare a nessuno le sei vittorie ottenuti nei mondiali. Moser, Saronni, Argentin, Fondriest e due volte Bugno hanno trionfato nella corsa iridata sotto i consigli di questo toscano legato profondamente alla sua terra. Porgli qualche domanda sui prossimi mondiali di settembre, in programma proprio in Toscana, oltre a essere giusto pare oggi sacro, con lo sport alla ricerca di personaggi che lo identifichino. Signor Martini, cosa significano i mondiali per il territorio toscano? È, prima di tutto, un grosso premio alla nostra regione che tanto ha dato al ciclismo. Faccio solo qualche nome: Bartali, Magni, Nencini, Bitossi, Cinelli, Bettini, ma ce ne sarebbero tanti altri. Sono tutti figli di un’area ricca di talento e fantasia. Il mondiale è un riconoscimento per la Toscana, i suoi uomini e la passione. Si tratta
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pure di un evento utile per mostrare le nostre bellezze e per questo è lecito attendersi un grosso riscontro turistico. C’è molta attesa per un percorso atipico, quale giudizio tecnico riesce a darci? Dagli esperti, a ragione, viene considerato come un percorso fra i più impegnativi e in grado di creare selezione. Sicuramente piacerà al pubblico, anche sotto l’aspetto tecnico. Ci sarà selezione, soprattutto nel finale, con la salita di Fiesole e quella di via Salviati posta a 4 km dall’arrivo e con pendenze che vanno dal 13 al 18% : quello potrebbe essere il trampolino di lancio per la vittoria. Pure il lungo rettilineo che porta la traguardo di 1,6 km può essere decisivo, ma questo dipende da chi ci arriverà e come. Cosa significa il mondiale per un commissario tecnico? Chi ha il ruolo di formare la squadra è sottoposto a una grossa responsabilità, soprattutto nei confronti del pubblico. Io ho sempre considerato i tifosi come il patrimonio più grande di tutti. Ma oltre a questo c’è pure il piacere di lavorare a qualcosa di grande. E ciò è un incentivo ulteriore a fare bene.
in alto: Alfredo Martini da giovane; sopra: Alfredo Martini con Angelo Zomegnan, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di Ciclismo; Above: Young Afredo Martini; Alfredo Martini with Angelo Zomegnan, President of the Road World Championships 2013 mana gementi Commettee
Alfredo Martini
A passion for two wheels Multi-prize winning coach of the Italian national cycling takes stock of the world championships, emphasizing their importance for the district
A
lfredo Martini needs no introduction. Every athlete knows the worth of this man whose life has been cycling and of his professional skills as a coach who formulated strategies that have guided the Italian national team. Now more than ninety years old, he is human enough to appreciate the satisfaction and passion of cycling and great enough to not brag about his six world victories to anyone. Moser, Saronni, Argentin, Fondriest, and twice Bugno cycled to world championship triumph under the guidance by this Tuscan, so deeply attached to his land. Looking for figures that personify the sport today, it seems not only right but even hallowed to ask him some questions about the upcoming world championships in September, to be held right here in Tuscany. Mr. Martini, what do the world championships mean for Tuscany?
First of all, they represent a rich reward for our region, which has given so much to cycling. Let me mention just a few names: Bartali, Magni, Nencini, Bitossi, Cinelli, and Bettini. But there are so many others who all have come from an area traditionally rich in talent and imagination. The world championships are a recognition of Tuscany, its people, and its passion. The event is also useful as a way to show off our beauty and so, for that reason, we can rightly expect it to attract a large number of tourists. There is much anticipation regarding the race’s atypical course, what is your professional opinion? Experts rightly consider it to be one of the most challenging courses, one that will screen out riders. Also, from a technical point of view, the public will certainly be pleased. Especially in the finale, a selection will take place with the climb up to Fiesole, and on Via Salviati, 4 km from the
finish line, where the gradients range from 1318%. That could be the springboard to victory. Even the 1.6 km-long stretch to the finish line may be decisive. However, it will depend on who gets there, and how. What do the world championships mean for a coach? Those whose role is to train a team have a lot of responsibility, especially towards the public. I have always considered fans to be our most important asset. But, in addition to that, there is also the pleasure of working on something big, which is an added incentive to do well.
in alto: Tre foto di Alfredo Martini; sotto: Alcuni campioni toscani del ciclismo. Da sinistra a destra: Franco Bitossi, Alfredo Magni, Paolo Bettini e Gino Bartali Above: Three pictures of Alfredo Martini; Below: Some tuscan cycling champions. From the left: Franco Bitossi. Alfredo Magni, Paolo Bettini and Gino Bartali
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Il Bello del Paesaggio il Buono della Cucina The Beauty of the Landscape. The Goodness of the Food
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Pinocchio, Mondiale e Vivaismo
Connubio perfetto per unire eccellenze La mascotte del mondiale di ciclismo, riprodotto in arte topiaria, sarà uno dei premi ai vincitori delle gare
P
inocchio, vivaismo e ciclismo sono tre immagini d’eccellenza nel territorio locale. Spesso si è pensato come unire tutto in un simbolo capace di identificare Pistoia e la sua provincia nel mondo. Cosa non facile, forse perché è sempre mancata la giusta opportunità. È bastato aspettare lo spunto buono, arrivato grazie al prossimo mondiale di ciclismo che si terrà proprio settembre in Toscana. Un evento in cui la Giorgio Tesi Group parteciperà come “Italian sponsor” e “Green partner” con il compito di allestire a verde strade e piazze attraversate dalle biciclette in corsa per l’iride. La scintilla giusta è partita così: visto che Pinocchio è la mascotte della corsa ciclistica, perché non prenderlo come modello per riprodurlo in arte topiaria? Detto e fatto, in pochi giorni è stata creata una miniatura con una pianta viva modellata ad hoc. Insieme al burattino è stato riprodotto un ciclista in un binomio evocativo: lo sport, come il verde, è sinonimo di salute. Ecco perché le “piante del mondiale” sono semplici e allo stesso cariche di significato.
Pinocchio, the World Cycling Championship, and Nurseries
A perfect combination for excellence The topiary version of the World Cycling Championship’s mascot will be the prize for the competition’s winners
P
sopra e in alto: le piante del Mondiale prodotte dalla Giorgio Tesi Group Above and the top: The World Championships plants by Giorgio Tesi Group;
inocchio, nurseries, and cycling are three matchless images of our local area. Much thought has been given on how to combine them into a single symbol to identify the city and province of Pistoia around the world. Not an easy task, perhaps because the right opportunity has not always been available. The right opportunity arrived with the world cycling championships that will be held next September in Tuscany. Participating in the event as “Italian sponsor” and “Green Partner”, the Giorgio Tesi Group will be in charge of “greening” the streets and squares across which will pass the bicycles in the running for the championship. With the right spark provided, why not re-create Pinocchio, the event’s mascot, as a topiary model? No sooner said than done, and, a few days later, a miniature was created with a specially-modeled living plant. Along with the puppet, there is his cyclist companion, forming an inspirational combination. Like plants, sports are synonymous with health. That is the reason why the “world-championship plants” have a simple yet eloquent meaning.
Per informazioni - For information:
Giorgio Tesi Group via di Badia, 14 - 51100 - Pistoia Tel. +39 0573 530051 - info@giorgiotesivivai.it
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Il Museo Etnografico
Vellano, storia del minatore e cavatore Miniera di affetto di Publio Biagini TESTI Emanuel Carfora
N
el castello di Vellano, posto sulle colline della Valleriana a nord di Pescia, Publio Biagini ha allestito il Museo Storico Etnografico del minatore e cavatore. Ancora, in questi territori dove nel Medioevo erano sorte le celebri dieci castella, si percepisce e riconosce l’antico spirito dei luoghi. Sono il paesaggio e le architetture che invitano a ripensare a quel passato, certamente, ma anche il valore di studiosi come Biagini. Il Museo è stato da lui ideato, allestito e aperto nell’estate del 1999: intorno alle 700 presenze nel primo anno di apertura, fino ad arrivare ai circa cinquemila visitatori del 2012. Una continua crescita di turisti, studiosi, studenti e scolaresche, che hanno contribuito alla tutela e valorizzazione culturale dell’intera Svizzera Pesciatina, così definita da Charles Sismondi nel XIX secolo. «Il vero nome di questi luoghi è Valleriana – precisa Biagini – anche se negli ultimi decenni è conosciuta soprattutto con la definizione dell’economista ginevrino». Un legame fortissimo fra uomo e territorio contraddistingue la biografia di Biagini e il percorso espositivo da lui creato. Grande appassionato e collezionista di minerali, Biagini è stato per molti anni responsabile del settore mineralogico e petrografico del Museo di Scienze Naturali e Archeologiche di Pescia. Dopo il pensionamento, acquista gli spazi per il Museo e riorganizza una collezione importantissima per diversi livelli di fruizione: dalla didattica con i bambini fino agli approfondimenti scientifici per le università. 68
«Nel Museo – continua Biagini – sono esposti circa 11mila campioni di archeologia mineraria e cavatoria. Abbiamo una collezione di oltre mille minerali toscani raccolti fra il 1907 e il 1920; 10mila volumi sulle scienze naturali e 2mila supporti visivi fra VHS e DVD». Nelle sale espositive è possibile comprendere il rapporto fra uomo e risorse naturali, dalla preistoria fino a oggi, attraverso reperti litici, punte di freccia, lumi egiziani e cretesi, fino ad arrivare al lavoro del minatore e cavatore. Argomento molto caro al direttore del Museo: «Mio padre – spiega Biagini – era uno scalpellino di Vellano. La lavorazione della pietra serena era fondamentale per le famiglie come la mia e per tutta l’economia del borgo. Fino agli anni Settanta erano attive circa 60 cave, per questo motivo ho deciso di aprire qui il Museo». Autore di decine di volumi sulle scienze naturali e storico-etnografiche, Biagini gestisce il Museo con la sua famiglia e propone percorsi sul territorio di Vellano, attraverso la collaborazione dei volontari del G.A.E.V. (Gruppo Alpinistico Ecologico della Valdinievole). Un modo efficace per legare il territorio al percorso museale: «Effettuiamo visite alla chiesa castellana di San Michele, alla torre con l’orologio, alla pieve romanica dei SS. Sisto e Martino. Inoltre – continua Biagini – abbiamo la possibilità di accompagnare i visitatori alla cava di pietra serena Nardini, l’unica attiva nella Provincia di Pistoia. Proprio in questo momento il Museo ambisce a essere incluso nella rete dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese».
FOTO Tommaso Frasca
Senza dubbio, è il legame con il durissimo lavoro degli “operai della pietra”, di ieri e di oggi, a contraddistinguere e caratterizzare in modo originale, forse unico, l’esperienza del Museo Storico Etnografico del minatore e cavatore di Vellano. E, dunque, pure quella di Publio Biagini.
in alto: Publio Biagini all’interno del museo; sopra: un particolare scorcio di Vellano con la chiesa castellana di San Michele; a destra: esposizione esterna del museo che si affaccia sul borgo di Vellano. The top: Publio Biagini inside the museum; above: detail of Vellano view with the saint Michael castellan Church; on the right: external exhibition on the Vellano Village overlook.
The Historical Ethnographic Museum
Vellano, a history of miners and quarrymen Publio Biagini’s passion for mines
I
n the Valleriana hills north of Pescia, Publio Biagini has set up the Historical Ethnographic Museum of Miners and Quarrymen in the castle of Vellano. Once again, in these villages where ten famous castles arose during the Middle Ages, one is aware of and recognizes the ancient spirit of this place. Indeed, the landscape and buildings invite you to think back to that past, but also of its value to scholars like Biagini. He conceived the idea of a museum, setting it up and opening it in the summer of 1999. There were about 700 visitors that first year after its opening; by 2012, there were about five thousand visitors. This continuous growth of tourists, scholars, students, and schools has contributed to the cultural preservation and development of the Svizzera Pesciatina, christened by Charles Sismondi in the nineteenth century. “The real name of this area is Valleriana,” Biagini says. “Although, in recent decades, it has been known by the name given it by the economist from Geneva.” The story of Biagini’s life and the exhibition he created are marked by a strong bond between man and his land. A great lover and collector of minerals, Biagini was the head of the mineralogical and petrographic section of Pescia’s Museum of Natural Science and Archaeology for many years. After he retired, he acquired space for the museum and organized a very important collection enjoyable at various levels: from educational activities with children up to scientific studies and research for universities. Biagini continued, “The museum has about 11,000 of mining and quarrying archeological specimens on exhibit. We have a collection of over one thousand Tuscan minerals
collected between 1907 and 1920, 10,000 volumes on the natural sciences, and 2,000 VHS/ DVD visual aids.” In the museum, visitors can learn about the relationship between humans and natural resources from prehistory to the present day, through exhibits with stone archeological finds like arrowheads and lamps from Egypt and Crete up to the work of miners and quarrymen. The latter is a subject very dear to the museum’s director: “My father was a stonecutter from Vellano,” Biagini says. “Working the sandstone was crucial to families like mine and to the village’s entire economy. Up until the 1970s, there were about sixty active quarries. That was the reason I decided to open the museum here.” The author of dozens of books on natural science and historical-ethnography, Biagini manages the museum with his family and offers tours in the Vellano area, with the help of volunteers from the Valdinievole Ecological Climbing Group (G.A.E.V.). In order to effectively link the area to the museum, “we conduct visits to the castle church of San Michele, the clock tower, and the Romanesque church of SS. Sisto e Martino. In addition,” Biagini continues, “we can accompany visitors to the Nardini stone quarry, the only one still active in the province of Pistoia. At this time, the Museum is aiming to become part of the Ecomuseum network in Pistoia’s mountains.” Indeed, what distinguishes and sets apart the Historical Ethnographic Museum of Miners and Quarrymen in Vellano and Publio Biagini himself in an original, perhaps unique, way are this connection to the hard labor of the stonecutters of yesterday and today.
in alto: la cava di pietra serena Nardini con dettaglio di scalpellino a lavoro; sopra: angolo del museo dedicato al lavoro della pietra; in basso: Biagini davanti alla collezione di minerali. The top: the Nardini stone mine and chisel worker detail; above: corner of the museum dedicated to the stone; below: Biagini in front of minerals collection.
Orari: 1° Aprile - 27 Ottobre ore 9.00 - 13.00 e 15.00 - 18.00. Domeniche e festivi aperto su appuntamento (min. cinque persone). Info: Tel. +39 0572 609181 - 330 910517 laminieradipublio@libero.it Il museo rimane chiuso per ferie dal 18 Maggio fino al 3 Giugno. Ingresso gratuito. Opening hours: April 1 - October 27 9.00 - 13.00 and 15.00 - 18.00. Sundays and holidays open by appointment (min. five people). Info: Ph. +39 0572 609181 - 330 910517 laminieradipublio@libero.it The museum is closed from May 18 until June 3. Free admission. 69
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La valle dell’Ombrone
Lungo i sentieri d’acqua A piedi o in bicicletta, verso un modo diverso di vivere la piana TESTI Alessia Guarracino 72
FOTO Nicolò Begliomini
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e attività all’aria aperta sono da sempre il metodo più efficace per imparare, divertendosi, a conoscere il paesaggio che ci circonda. Itinerari nascosti all’interno della valle dell’Ombrone consentono di entrare in contatto con la storia e la natura del luogo attraverso la scoperta di antiche pievi, vecchie ferriere e mulini, ma anche di aree naturalistiche di notevole pregio, testimonianze antiche di un paesaggio ricco di storia. Nella parte nord della piana due percorsi promossi dal comune di Pistoia risalgono i versanti dell’affluente Vincio di Brandeglio e consentono di collegare quelli che un tempo erano importanti opifici idraulici del fondovalle. Scendendo verso la città, il paesaggio cambia completamente. L’alveo dell’Ombrone si allarga e alte mura settecentesche, costeggiano entrambi i lati del corso, mentre una grande serra domina la parte destra dell’Ombrone in corrispondenza di un’antica gora (canale artificiale). L’ampia golena rende questo uno dei tratti più caratteristici a livello paesaggistico, per la presenza di una fitta vegetazione “ripariale” e di un’avifauna, in parte, assimilabile a quella tipica delle aree umide a sud della piana. Negli anni, questo tratto del torrente è diventato il luogo privilegiato per gli amanti dello sport e del tempo libero. Un percorso ambientale si snoda all’interno degli argini, sulle golene destra e sinistra, da Pontelungo a Gello, dove si raccorda con il percorso del Vincio di Brandeglio. Il progetto si propone di favorire la conoscenza del paesaggio fluviale, individuando, lungo il corso, punti di osservazione privilegiati e dotati di apposita cartellonistica indicante la flora e la fauna presente. Nella fascia centrale della valle dell’Ombrone, dove le caratteristiche morfologiche dell’alveo non consentono la fruizione degli spazi laterali, gli alti argini, che costeggiano il torrente, sono diventati il luogo per passeggiate a piedi o in bicicletta. In corrispondenza delle diverse risalite al
fiume, strade interpoderali si addentrano all’interno delle colture vivaistiche, fino a raggiungere il corso del torrente Stella. Queste strade, frequentate spesso dalla popolazione locale, formano un sistema di tracciati di natura panoramica trasversali all’Ombrone e regalano splendide visuali sulle colture agrarie ai piedi del Montalbano. La frequentazione delle sponde fluviali e dei tracciati limitrofi, nella campagna peri-urbana, ha evidenziato la necessità di creare un sistema di fruizione adeguato alle attuali esigenze di spazi ricreativi. Per rispondere a queste domande emergenti, gli enti locali hanno avviato progetti di percorsi naturalistici e ricreativi, che dai comuni si spingono verso le zone periferiche, affiancando, in parte, i torrenti e collegando i luoghi di maggior interesse.
In alto, sopra e di fianco: Alcuni tratti dell’itinerario ambientale lungo il fiume Ombrone. Above, the top and following: Some short views of the environmental itineraries alongside the Ombrone river 74
Da quattro generazioni per la Qualità Four generations of quality products I progetti comunali proposti mirano alla promozione di itinerari escursionistici e ciclopedonali, con l’obiettivo di valorizzare le risorse locali attraverso una fruizione dolce e rispettosa dei luoghi. Viene proposta la realizzazione di un percorso ciclabile lungo l’intero corso dell’Ombrone, con una serie di percorsi trasversali, che potranno collegasi con il nucleo di Pistoia da un lato e la fascia pedecollinare dall’altro. All’interno del tessuto urbano verrà completato il percorso ciclopedonale che affianca il torrente Brana, andando a chiudere l’anello ciclopedonale che costeggia le mura di Pistoia. Nella fascia sud della piana, all’interno di un programma di sviluppo locale sostenibile, si prospetta la realizzazione di un sistema di percorsi a carattere ciclabile e pedonale che, in parte, affiancando il corso del torrente Stella, in parte trasversalmente ai corsi d’acqua, andranno a collegare le principali emergenze culturali e naturalistiche del territorio quarratino. La frequentazione degli spazi fluviali, unita alla volontà delle amministrazioni di creare percorsi ricreativi idonei, mostra un nuovo atteggiamento nei confronti del paesaggio della piana e dei suoi torrenti. Nuove sensazioni e motivazioni legate a esigenze di cultura e sport avvicinano a questo paesaggio un numero sempre maggiore di persone. Passeggiare a piedi o in bicicletta nei pressi delle architetture idrauliche, lungo i torrenti o nelle immediate vicinanze dei corsi d’acqua consente di avvicinarsi alla natura, alla storia e di vivere in chiave moderna un paesaggio che conserva ancora una ricchezza di svariata natura.
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Paths along the water Il Ristorante Corradossi nasce nel 1978 come trattoria e nel 1989 subisce una radicale ristrutturazione: pur mantenendo piatti della cucina tipica toscana, il menù si arricchisce di una cucina più creativa basata sul pesce fresco. The Corradossi’s since 1978 was at f irst a “trattoria” and then in 1989 started a radical renovation: in addition to the traditional tuscany cuisine the menu gets higher and creative with fresh f ish
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On foot or by bicycle a different way to experience the plain
O
utdoor activities have always been the most effective way to learn and to have fun getting to know the countryside that surrounds us. Hidden routes in the Ombrone Valley put us in touch with this area’s history and nature via the discovery of ancient churches, old ironworks, and mills as well as of priceless natural areas and the signs of an ageold landscape rich in history. In the northern part of the plain, two routes sponsored by the municipality of Pistoia climb up the Vincio di Brandeglio tributary and lead to what were once important mills in the valley. Going down towards the city, the landsca-
pe changes completely as the Ombrone’s bed widens and high eighteenth-century walls flank both sides of its course. A large greenhouse overlooks the right side of the Ombrone at an old millpond (artificial channel). The broad floodplain makes this one of the most characteristic and scenic stretches due to the dense riparian vegetation and to the birds somewhat similar to those typical of the wetlands to the south of the plain. Over the years, this stretch of river has become a special place for sports and recreation activities. An educational path winds along the banks and over the right and left floodplains, from Pontelungo to Gello where it connects with the Vincio di Brandeglio route. The project’s aim is to promote awareness of the river landscape, using special signs that indicate the flora and fauna present at specific stations along the stream’s course. In the middle of the Ombrone Valley, where the morphological characteristics of the riverbed do not allow its sides to be used, the high banks running along the river have become walking and cycling paths. From different rises at the river, country roads enter the nurseries until arriving at the Stella Torrent. These roads, often frequented by the local population, form a system of scenic nature paths that cross the Ombrone and offer splendid views of the
Di fianco: Area umida in prossimità del torrente Stella; Sotto: L’Ombrone nella zona di Gello e un torrente in località La Querciola Below: The Ombrone river in the Gello area and a creek in Querciola place.
cultivated fields at the base of Montalbano. The use of the river banks and the neighboring paths in the peri-urban countryside has highlighted a need to create a system adequate to the current needs of recreational spaces. To meet these emerging demands, local authorities have launched nature-trail and recreational-facility projects that have spread from the municipalities towards the outlying areas, flanking the streams in part and connecting places of greatest interest. The proposed municipal projects aim to provide walking and biking trails that will develop local resources through a simple and respectful enjoyment of these areas. The creation of a bicycle path along the entire length of the Ombrone has been proposed as well as a series of intersecting paths that, on one hand, will connect to Pistoia’s center and, on the other, to the foothills. Within the city, the cycling track that follows alongside the Brana River will be completed, concluding the biking and pedestrian path that runs along Pistoia’s walls. In the south end of the plain, a program of sustainable local development is proposing a system of bicycle and pedestrian paths that will run partly along the Stella Torrent and partly crosswise to the watercourses to connect the main cultural and natural attractions of the Quarrata area. Combining the use of the river spaces with the local governments’ desire to create suitable recreational trails indicate a new attitude towards the plain’s countryside and its streams. New ideas and motivations related to cultural and sport requirements are bringing an increasing number of people to this landscape. Walking or cycling near the mill structures, along the streams, or near the watercourses bring nature and history closer and enable experiencing this land in a modern way while still retaining its varied wealth.
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ESTRO
Qualità e artigianalità nell’illuminazione
Il “Genius” pistoiese che illumina il mondo Testo di Manuel Cesarini
In alto Hotel Marquis Parigi, progetto Arch. Michele Bonan, sopra Starhotels Savoia Excelsiors Trieste. Pagina a fianco in alto lavorazioni artigianali di rifinitura in basso a sinistra JK Place Capri, progetto Arch. Michele Bonan, a destra una riunione di lavoro negli uffici della sede di Cantagrillo Above Hotel Marquis Paris, project by Michael Bonan Arch, above Starhotels Savoia Excelsiors Trieste. The following page above: finisgìhing artisan manufacturing, below on the left Jk Place Capri, project by Michael Bonan Arch., on the right a meeting in the Cantagrillo Headquarters 78
Esperienza, qualità e lavoro artigianale fanno di Estro una delle aziende più all’avanguardia del settore illuminotecnico a livello nazionale. Ormai da anni la Estro, puntando tutto sul “Genius Loci” pistoiese, è riuscita ad imporsi nel mercato dell’illuminazione collocandosi ai vertici delle aziende nel settore contract, diventando partner delle più famose catene alberghiere, arrivando a collaborare con i più noti studi di architettura ed interiors design . Tutto questo mantenendo un alto profilo qualitativo e di ricerca estetica, riuscendo a soddisfare le varie e particolari richieste dei clienti stessi. Grazie alla forte specializzazione e all’esperienza acquisita dallo studio tecnico interno, l’azienda riesce a realizzare prodotti artigianali e su misura quali, lampade da parete, lampade da tavolo e da terra, lampadari, accessori bagno e complementi d’arredo per hotellerie, tutto nel rispetto delle normative vigenti, cercando di soddisfare le richieste della clientela più esigente. La nostra parola d’ordine è “Su misura” affermano Antonio e Stefano che continuano, “puntiamo sempre alla qualità dei nostri prodotti mantenendo sempre rigorosamente una lavorazione prettamente artigiana e su misura, cosa che ad oggi ci distingue da molte altre realtà presenti nel mondo dell’illuminazione” L’alta qualità ed il rigoroso made in Italy ha portato l’azienda ad un espansione verso il mercato estero,
arrivato ad oggi a coprire oltre il 65% del fatturato, operando attualmente con forniture alberghiere e non, in paesi come la Russia, la Germania, l’Inghilterra, la Francia, l’ America, e i paesi Arabi. Con la cura del design non è stato comunque tralasciato lo studio per l’innovazione e la ricerca nell’applicazione delle nuove fonti luminose come il led; a tal proposito è stata presentata alla fiera “Euroluce” di Milano l’ultima nata in casa Estro; una lampada innovativa e rivoluzionaria a batteria ricaricabile, senza fili, con una elettronica studiata ad hoc per il suo specifico utilizzo e un design rigorosamente in linea con le collezioni dell’azienda. Questo, come dichiarano i quattro soci titolari dell’azienda Antonio e Stefano Tabarin, Simone Silvestri e Giacomo Ballotti, rientra nell’ottica dello sviluppo aziendale che stiamo attuando da quando nel 2010 acquisimmo la Estro, sviluppo ed investimento, che ha visto il suo massimo sforzo, poche settimane fa quando abbiamo rilevato “Luminara”, brand presente ed ampiamente consolidato, sul mercato mondiale dell’illuminazione di design di altissima qualità. La Estro seppur in fase di forte espansione, non perde però la sua maggiore peculiarità, divenuta marchio di fabbrica, ovvero l’artigianalità delle lavorazioni del prodotto che, realizzato nelle varianti Classic Luxury e Contemporary, continua ad essere prodotto “cento per cento made in Tuscany” essendo, la maggior parte della produzione realizzata nello stabilimento di Cantagrillo in provincia di Pistoia e sfruttando un indotto prevalentemente toscano.
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Quality and craftsmanship in lighting Pistoia’s “genius” lights up the world Experience, quality, and craftsmanship have placed Estro among the avant-garde of Italian companies in the lighting sector. Staking everything on Pistoia’s “genius loci”, Estro has worked for some years to establish itself in the lighting market. It ranks among the top companies in the contract sector and has partnered with some of the most famous hotel chains as well as worked with the leading architectural and interior design firms. All this has been done while maintaining a high standard of quality and aesthetics and being able to meet the varied and unique needs of specific customers. Thanks to a high degree of specialization and to our in-house technical staff’s expertise, the company has produced such handcrafted and custom-made products as chandeliers and wall, table, and floor lamps as well as bathroom accessories and furnishings for the hotel industry, complying with all current regulations and working to satisfy the demands of the most exacting customers. As Stefano and Antonio Tabarin state, “Our watchword is “custom-made”. We are focused at all times on the
quality of our products, scrupulously preserving our thoroughly artisanal and custom-made production – a quality that distinguishes us from many other companies in the lighting sector.” The rigorous high-quality of these “made in Italy” products has also led to the company’s expansion into foreign markets, which today account for approximately 65% of sales. The company is currently working with hotel and other suppliers in Russia, Germany, the United Kingdom, France, the United States, and Arab countries. Through careful design, the company has sought to apply the results of innovation and research to such new lighting sources as LEDs. In this regard, the Estro home line introduced its latest product at the Euroluce trade fair in Milan: a revolutionary new cordless lamp with rechargeable battery and specially designed electronics for its use and a design strictly in line with the company’s collections. As the company’s four owners Stefano and Simone Tabarin, Simone Silvestri, and Giacomo Ballotti state, “In line with the development and investment business
plan that we have been following since we acquired Estro in 2010 is the recent take-over, a few weeks ago, of the Illuminations brand, a name well-represented and well-established in the international lighting market for its designs of the highest quality. Although in a phase of strong expansion, Estro however, has not lost sight of its most distinctive feature, its mark in trade, in other words, that craftsmanship used to create lamps in the Classic, Contemporary and Luxury lines, which are “one hundred percent made in Tuscany”, with the majority produced at the Cantagrillo establishment in the province of Pistoia and which take advantage of a network of suppliers completely based in Tuscany.
Estro s.r.l Via IV Novembre, 29/B 51034 Cantagrillo (PT) Italy Tel. +39 0573 929294 Fax +39 0573 929320 Tel. Off. +39 0573 526203 info@estro.it
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Mauro Bolognini
Cinema e teatro nell’anima Pistoiese di Via Dalmazia. Regista dei più grandi attori dell’epoca, fu compagno di scuola e amico di Franco Zeffirelli.
TESTI Roberto Cadonici FOTO Archivio Centro Mauro Bolognini
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L’udito
le Persone, la Comunità, il Territorio
The hearing
The People the Community the Territory
Qualità della Vita - Quality of Life Sostenere la cultura del buon udito, anche grazie al corretto uso della tecnologia e delle conoscenze acquisite e sempre aggiornate, significa attivarsi per migliorare la qualità della Vita delle persone. Prestare attenzione alla capacità di comunicare aiuta a migliorare gli atteggiamenti ed i comportamenti delle persone nel loro vivere quotidiano. Un importante passo in avanti verso la sostenibilità
Prenditi cura di te, controlla il tuo udito! To be “the culture of the good hearing” supporter, by the technology and the learning’s correct use, means to be proactive to enhance the people’ quality of life. Focusing on the ability to comunicate helps to improve the everyday life people habits and behaviours A big step ahead towards the sustainability
Take care of yourself, check your hearing!
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auro Bolognini rappresenta, assieme a Gianna Manzini, Marino Marini e Giovanni Michelucci, l’eccellenza di quella ristretta cerchia di pistoiesi del secolo scorso che hanno fatto risuonare il nome della città oltre la nostra cerchia di mura. Nasce a Pistoia il 28 giugno 1922, compie i suoi studi tra la città natale e Firenze, ma ben presto approda a Roma, che raggiunge con gli amici Piero Tosi e Franco Zeffirelli, di quest’ultimo anche compagno di liceo all’Istituto Fiorentino, fondato da Enrico Corradini. Il distacco dal luogo d’origine è perentorio e senza rimpianti. Solo a successo avvenuto, nell’ultima fase della sua produzione e della vita, avverte l’esigenza di un recupero che è affettivo e perfino estetico. La bellezza di Piazza del Duomo lo avvince: «Anzi è una cosa molto ingiusta che De Chirico non l’abbia messa fra le sue piazze d’Italia. Bene, io l’attraversavo lentamente, questa piazza, con una certa timidezza. Oggi ho capito perché era così; perché io ero legato a quei monumenti con lo spirito, con il corpo». L’esordio nella regìa arriva presto, nel 1953, con Ci troviamo in galleria. La storia ruota attorno ai personaggi interpretati da Nilla Pizzi e da Carlo Dapporto, ma hanno una presenza di rilievo due attori che diverranno
Mauro Bolognini
Cinema and theater in his soul Leaving Pistoia’s Via Dalmazia. Director of the greatest actors of his time, he was a classmate and friend of Franco Zeffirelli
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auro Bolognini represents – together with Gianna Manzini, Marino Marini, and Giovanni Michelucci – the excellence of that small circle of native sons and daughters from the last century who made Pistoia’s name resound beyond our city walls. He was born in Pistoia on 28 June 1922, and completed his studies in his hometown and in Florence. Soon, however, he went to Rome where he met up with his friends Piero Tosi and Franco Zeffirelli, the latter his schoolmate at the Institute Fiorentino founded by Enrico Corradini. The break from his hometown was final and without regrets. Only after success had arrived, in the last chapter of his work and life, did he feel the need for an emotional and even aesthetic homecoming. He was captivated by the beauty of the Piazza del Duomo: “In fact, it’s very unfair that De Chirico didn’t put it with his Italian squares. Well, I walked slowly through this square with a certain shyness. Today I understood why; it was because I was bound body and soul to these monuments.” His directorial debut soon came with Ci troviamo in galleria, in 1953. The story revolves around characters played by Nilla Pizzi and Carlo Dapporto. However, there were also two actors with major parts who would later become very important: Alberto Sordi and Sophia Loren. It was the
grandissimi: Alberto Sordi e Sophia Loren. E’ un momento d’oro per il cinema italiano, e Bolognini diviene in fretta uno dei protagonisti di tale successo. Ci sono le partecipazioni e i premi a Cannes e altrove, c’è soprattutto la stretta collaborazione con Pier Paolo Pasolini, che tocca il suo apice con La notte brava e con Il bell’Antonio. Lavora spesso alla trasposizione cinematografica di romanzi, noti o meno noti (Senilità o La Signora delle camelie, ma anche L’eredità Ferramonti o Un bellissimo novembre, Metello di Vasco Pratolini). Incrocia sul set i nomi più noti tra gli attori italiani e stranieri: da Mastroianni a Claudia Cardinale, da Totò a Silvana Mangano, da Belmondo a Catherine Deneuve, da Antony Quinn a Liv Ullmann. Non si limita al cinema, ma dedica moltissime energie al teatro d’opera, diventando uno dei
più richiesti e rispettati tra i registi lirici. Si cimenta anche nella televisione (ad esempio la serie La famiglia Ricordi o la miniserie La Certosa di Parma) e nel teatro di prosa, in particolare con una trilogia pirandelliana. Nel corso della sua carriera riesce a lanciare giovani di valore, a consacrare divi in ascesa, a recuperare volti dimenticati. Collabora con i migliori musicisti, costumisti, scenografi e autori, eppure raramente incontra il favore della critica. Il pubblico lo segue invece con attenzione, premiandolo in particolare, proprio con Metello, probabilmente il suo film di maggior successo. Nel 2011 il Centro a lui intitolato ha ricordato con una serie di iniziative i dieci anni dalla sua scomparsa. Di recente l’editore pistoiese Via del Vento ha pubblicato una raccolta di suoi scritti, dal titolo Fare cinema.
golden age of Italian cinema and Bolognini quickly became one of the leading lights in its success. He attended and received awards at Cannes and elsewhere. Above all, there was his close collaboration with Pier Paolo Pasolini that reached its climax with La notte brava (Bad Girls Don’t Cry) and Il bell’Antonio. He often worked on film adaptations of famous and less famous novels: Senilità (Careless) and La Signora delle camelie (The Lady of the Camellias) as well as L’eredità Ferramonti (The Inheritance) and Vasco Pratolini’s Un bellissimo novembre (That Splendid November) and Metello. The biggest Italian and foreign names in acting crossed his set, including Mastroianni, Claudia Cardinale, Toto, Silvana Mangano, Belmondo, Catherine Deneuve, Anthony Quinn, and Liv Ullmann. He did not limit himself just to the movies, but devoted much energy to opera, becoming one of the most popular and respected opera directors. He also worked in television, with the series La famiglia Ricordi and the miniseries of La Certosa di Parma (The Charterhouse of Parma), as well as in the theater, in particular with Pirandello’s trilogy. Over the course of his career, he helped to launch young actors, anoint rising stars, and salvage forgotten faces. He worked with the best musicians, costume designers, set designers and authors. Yet he rarely met with critical acclaim. Audiences however followed him conscientiously, rewarding him especially with Metello, probably his most successful film.
In 2011, the center named for him remembered the director with a series of initiatives that celebrated the tenth anniversary of his death. Recently, the Pistoia publisher Via del Vento has brought out a collection of his writings entitled Fare cinema.
Pagine precedenti: Mauro Bolognini sul set di Arabella; Bolognini tra Milena Vukotic e Virna Lisi sul set di Arabella (1967) Catherine Deneuve nel manifesto di Fatti di gente perbene (1974) da sinistra: Francesco Rosi, Bolognini, Vittorio Gasmann, Alberto Lattuada e Ettore Scola La locandina di Metello (1970) from the left: Bolognini between Milena Vukotic and Virna Lisi on the Arabella set ( 1967 ) Catherine Deneuve on the Fatti di gente perbene poster ( 1974 ) From the left: Francesco Rosi, Bolognini, Vittorio Gassman, Alberto Lattuada and Ettore Scola The Metello poster ( 1970 )
Centro Culturale dedicato al regista per valorizzare l’opera
Cultural Center Dedicated to Director to Showcase his work
Il Centro Culturale “Mauro Bolognini” è nato nel Giugno 2001 con l’intento di conservare e valorizzare l’opera del regista pistoiese. A questo fine gestisce un archivio che conserva una ricca documentazione, frequentato in particolare da studenti universitari e da ricercatori, da case di produzione e da studiosi di tutte le parti del mondo. Il Centro organizza un Film Festival di cadenza biennale (nel 2012 ha avuto luogo la 5° edizione), che ha conquistato un suo spazio nel settore. In occasione del decennale della sua scomparsa ha realizzato – con la regia del nipote Andrea e l’organizzazione di Manolo, fratello di Mauro – un importante documentario che ricostruisce, con pezzi di repertorio e con interviste dei più stretti collaboratori, la sua carriera nel campo della regia lirica. I soci sono costituiti dal Comune e dalla Provincia di Pistoia, dalla Brigata del Leoncino e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
The Mauro Bolognini Cultural Centre was founded in June 2001 with a view to preserving and showcasing the work of this director from Pistoia. To this end, it oversees an archive that preserves a wealth of documentation, frequented mainly by university students and researchers, production houses, and scholars from all parts of the world. The Centre organizes a biennial film festival (the 5th was held in 2012), that has carved out a corner in the sector. On the tenth anniversary of his death an important documentary was made – directed by his nephew Andrea and organized by Mauro’s brother Manolo – that reconstructed Bolognini’s career as an opera director using footage and interviews with close associates. The partners are the City and Province of Pistoia, the Brigata del Leoncino, and the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.
www.centromaurobolognini.it
Il Cliente al centro dell’attenzione... The client is at the centre of attention… … questa la peculiarità della nostra squadra, che, ponendosi a fianco dei propri clienti, con la massima professionalità ed attenzione, li guida nel percorso per la stipula di prodotti assicurativi più consoni alle loro esigenze. Altro aspetto, che ci distingue in caso di sinistro, è la cura con scrupolosa sollecitudine di tutti gli adempimenti per una definizione precisa e puntuale del danno. Il sinistro auto, gestito interamente dal nostro ufficio sinistri, affida il cliente alle migliori autocarrozzerie convenzionate con la nostra Agenzia Generale, fornendo se necessario, l’auto sostitutiva. Il nostro prodotto è “l’assicurazione”, a tutela e garanzia della sicurezza personale ed aziendale dei clienti.
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Persone, oltre le cose Questa è Conad. Un’azienda fatta di uomini e donne. La parola a Ugo Baldi, AD Conad del Tirreno
Ugo Baldi, pistoiese, da quasi 50 anni al timone di Conad del Tirreno, si riconosce nel nuovo claim pubblicitario dell’azienda con la margherita gialla. Un colosso della grande distribuzione nazionale con un fatturato di 1 miliardo e 500 milioni di euro, vendite per oltre 2 miliardo e un utile di quasi 14 milioni di euro. Con il cuore pulsante a Pistoia, dove Baldi nel 1968 entrò come ragioniere quando il fatturato era di 150 milioni di lire. Dal 1974 è alla guida dell’azienda prima come direttore generale e poi come amministratore delegato. Oggi Conad del Tirreno ha 9 mila persone occupate tra 86
dipendenti e collaboratori e, a differenza dei competitor, fa registrare un segno più (+1,6% su rete omogenea, +7,5% su rete complessiva) in una delle crisi più difficili dal dopoguerra ad oggi. “Conad è un’azienda fatta di uomini e donne che stanno insieme per fare una politica commerciale comune - spiega Baldi - Ogni società e punto vendita, che lavorano in modo cooperativo con le altre, è autonomo e collegato al territorio, col quale instaura un sistema di relazioni fondamentale per la crescita della comunità. Il valore della cooperazione, oggi più che mai, è fondamentale. Cooperazione è partecipazione. La gente Conad è una squadra e questo è il valore aggiunto che ci fa crescere rispetto alla concorrenza”. Come sono cambiati i consumi nel tempo e con la crisi? “Dai bisogni elementari degli anni 60 siamo passati alla ricerca di soddisfazione e autogratificazione col consumo. Oggi la crisi porta alla ricerca di prodotti a prezzo più basso ma i nostri clienti cercano comunque la qualità. Per questo abbiamo sviluppato sempre più linee di prodotto a marchio Conad. La linea “Sapori e Dintorni” ad esempio aumenta nelle vendite. Così come aumentano i consumi della gastronomia e del già pronto. I prodotti finiti e il take away sono di ottima qualità e il cliente, dopo averli provati una volta, ci torna”. Quali sono le prospettive per l’economia? “Possiamo solo risorgere. Non ci sono vie di mezzo. Abbiamo toccato il fondo ma l’economia si riprenderà. L’Italia ha potenzialità incredibili e le può sfruttare molto meglio se riduce i costi e sprechi e valorizza i settori come l’agroalimentare e il turismo che ne rappresentano i punti di forza dell’identità e dell’economia”.
In alto il reparto gastronomia di uno dei numerosi punti vendita. In basso a sinistra Ugo Baldi AD Conad del Tirreno. Sopra negosio Sapori & Dintorni dove viene proposto il meglio dei prodotti tipici italiani. Nella pagina a fianco momenti di vita all’interno di CONAD. Above: cookery department in one of the several dealers; below on the left Ugo Baldi General Manager of the Conad Tirreno: Above a “Sapori & Dintorni” store where the tp quality italian food is sold; in the following page some Conad everyday life moments.
People,more than things This is Conad. A company made up of men and women. Interview with Ugo Baldi, CEO, Conad del Tirreno. Ugo Baldi, a native of Pistoia, has been at the helm of Conad del Tirreno for almost 50 years. He sees himself in the new advertising slogan of the company with the yellow daisy. This national retail giant has a turnover of €1.5 billion, sales of over €2 billion, and a profit of almost €14 million. Based in Pistoia, Baldi began working as an accountant there in 1968 when the turnover was 150 million lire. He has run the company since 1974, first as general manager and later as CEO. Today, Conad del Tirreno has 9,000 employees and associates.
Unlike its competitors, it is showing a plus sign (+1.6% of a homogeneous network, 7.5% of a total network) in one of the most difficult crises since World War II. “Conad is a company of men and women who work together to build a common commercial policy,” Baldi explains. “Each company and sales point, working together with the others, is autonomous and connected to the territory with which it establishes a system of relationships critical to the growth of the community. Today, more than ever, the value of co-operation is critical. Cooperation is sharing. Conad people are a team and it is this added value that makes us grow in respect to our competition.” How has consumption changed over time and with this crisis? “We have passed from meeting basic needs in the1960s to a search for satisfaction and selfgratification in consumption. the crisis today has led our customers to look for lower-priced products but they still want quality. This is why we have increasing developed Conad-brand product lines. A line like “Sapori e Dintorni” has increased sales as well as delicatessen and ready-made consumption. The finished and the take-away products are of excellent quality and, after having tried them once, the customer returns.” What are the prospects for the economy? “We can only go up. There is no middle. We have bottomed out but the economy is going to recover. Italy has incredible potential and can take much better advantage of it if costs and waste are reduced and sectors such as food and tourism, representing the strengths of our identity and our economy are developed.”
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Articolo Vincitore - The Best Article Premio Laboratorio 2012-2013
Ceppo Ragazzi
Leggere per una recensione animata
Un agriturismo
TESTO Ilaria Siragusa - ITCS Filippo Pacini Pistoia FOTO Nicolò Begliomini 90
Baugiano: scuola, speranza, sogno
immerso nel verde Mangiare, crescere, giocare insieme
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n un giorno d’estate, passeggiando tra il verde dei boschi e degli oliveti, in quel paesaggio unico del Montalbano che identifica spesso la Toscana nel mondo, può capitare d’incontrare un modo diverso di fare impresa. In un comprensorio oggi diviso tra tre province, Firenze, Prato e Pistoia, ma che a cavallo tra XVI e XVII secolo era molto più semplicemente una immensa riserva di caccia della famiglia, de Medici, esiste un agriturismo che non è solo un agriturismo, una struttura didattica che non è solo una struttura didattica, una fattoria che non è solo una fattoria. È difficile trovare una definizione esatta per la realtà di Baugiano, perché offre al visitatore un ventaglio di occasioni da non lasciarsi scappare. Baugiano in primo luogo è una fucine di idee, un luogo di formazione, un ambiente dove si coltivano soprattutto le persone, dove l’essere prevale sull’avere, l’onirico sul materiale. In una bellissima struttura del ‘600 completamente ristrutturata ci dice Stefania Corrocher, la proprietaria, comincia la nostra scoperta: “Baugiano è un esempio a livello nazionale di multifunzionalità dell’azienda agricola. Ho cercato di riassumere nell’oasi tutto quello che si può inserire con multifunzionalità e ho cercato di spostare ulteriormente in alto quel limite. Oggi siamo fattoria
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didattica, siamo un agriturismo, facciamo vendita diretta ai mercati di Campagna Amica.” In questa realtà tutto è fatto a misura d’uomo a cominciare dal cibo genuino. Il pane, la pasta, la marmellata, i biscotti, i bomboloni farciti con una gustosa crema, tutto rigorosamente fatto in casa, da agricoltura biologica. Baugiano parte da una idea singolare: unire l’amore per l’agricoltura a quello per i bambini. La proprietaria vuole valorizzare entrambe le cose, vuole dare una formazione ai ragazzi che dalle scuole non potrebbero apprendere, vuole farli sognare e farli provare emozioni attraverso il rapporto simbiotico con la natura, dall’albero alla patata. Visitando Baugiano si avverte una forte carica etica, Stefania ci aiuta a comprenderla: “Devo dire che stiamo lavorando su due concetti principali: l’etica e la sostenibilità. Noi cerchiamo di non recare danno all’ambiente e quindi migliorare la qualità di quanto mangiamo. La natura viene considerata la nostra maestra per creare armonia nelle relazioni. Ci proponiamo di essere autosufficienti anche del punto di vista energetico infatti noi abbiamo l’impianto solare, quello fotovoltaico e quello idrico da sorgente privata.” In questa azienda tutto quindi fa riferimento al
ciclo naturale delle cose, la campagna si fa la grande metafora per la soddisfazione e la felicità della vita, ed è questo che la proprietaria cerca di trasmettere attraverso le varie metodologie didattiche. Una di queste, pensata per i ragazzi tra i dieci e i diciotto anni, si chiama “La latteria dei ragazzi”. Qui si apprende un particolare senso di cura e di responsabilità verso la natura e verso gli altri lavorando per tutto il fine settimana gestendo lo spazio di vendita aziendale, si cresce insieme ed è per questo che la proprietaria ha deciso di chiamare l’attività proprio “Latteria”. I visitatori possono apprezzare i vari prodotti genuini ma possono anche fare delle passeggiate, delle escursioni in questo paesaggio straordinario passando tra antichi boschi, siti archeologici, imprevedibili testimonianze artistiche e località di indiscutibile suggestione. Stefania, con quale realtà del territorio collaborate? “Collaboriamo con l’Asl e con le cooperative del recupero di disagio mentale, con le associazioni di categoria, con lo zoo di Pistoia, con Collodi, con la Dynamo Camp e con Artemisia per promuovere le realtà della nostra provincia esaltando l’offerta del momento e cercando così di venire incontro alle esigenze delle famiglie rafforzando il potere di acquisto.” Stefania Baugiano ha ricevuto diversi riconoscimenti, ci può dire quali? “I riconoscimenti di Baugiano partono nel 2009 con l’Oscar Green, un premio nazionale dato da Coldiretti alle imprese che si distinguono su tutto il territorio nazionale e noi abbiamo vinto il premio speciale per lo sviluppo locale. Nel 2010 siamo stati inseriti nell’archivio della generatività italiana dell’istituto Sturzo di Roma, un archivio fatto per le cooperative, istituzioni profit e no-profit che sul paese sono d’esempio per buone prassi quindi virtuosità in economia e nei rapporti tra istituzioni privati e imprese, e noi eravamo tra i primi dodici inscritti. Nel 2011 abbiamo vinto un premio europeo del Copa per d’innovazione al femminile in agricoltura.” Prima di lasciarci, se lei dovesse trovare una parola per sintetizzare l’essenza di Baugiano, quale sceglierebbe? “Non posso pensare che a una sola parola: modello; sì, Baugiano rappresenta un modello che mi auguro non rimarrà isolato.”
Baugiano: a school, an hope, a dream
An Agritourism surrounded by greenery Eat, grow, play together
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alking through the green of the woods on the olive grows of the typical Tuscan landscape of the Montalbano hills, you may come across a different way to run a company: the agriturism Baugiano. The area, which was a wide reserve belonging to the Medici family between the 16th and 17th century, is now a great territory (divided into) 3 provinces, Florence, Pistoia and Prato, which offers a range of opportunities that any visitors should not miss. Baugiano is first of all hive of ideas, a place for learning, where it is important to take care of pe-
ople, where being is more important than having, where a dreamlike atmosphere defeats the real. Our discovering has began in a wonderful fully restored building of the 17th century with the ovner, Stefania. She tell us something more of Baubiano : “Baugiano is an international example of a multifunctional farm. I’ve tried to summerise in the oasi everything that con be defined as multifunctional and I’ve always tried to move forword its limits. Today we are a didactic farm, an agriturism, and we sell directly to the market of Campagna Amica.” Baugiano make us plunge in a reality where everything is natural, hand-made and genuine: bread, pasta, kraffen stuffed with cream are just some of the delicious specialities offered to the visitors. The philosophy of Baugiano is based on the connection between agriculture and love for children. The ovner of the agriturism wonts to reevaluate both, contribuiting to the education of children by making them experience the real world of nature, from a potato to a tree, and feel the deep symbiotic relationship that has always bound men to their ancient Mother. Visiting Baugiano we can feel a strong ethical tenction, Stefania helps us to understand it: “I must say that we are working on two main concepts: ethics and environmental systainability. We try not to demage the environment but to improve the quality of what we eat. Nature is considered as a teacher who con add some balance to our lives. We are proud to be independent at an energy level thanks to our solar plant, and our photovoltaic and water system. “ As nature is considered a sort of great teacher, various didactic methods have elaborated by the ovner herself in order to reach her noble aim. One of these is colled “La latteria dei ragazzi” (The Children Lattery) and is dedicated to girls and boys between 10 and 18 years old. Its purpose is to make children take care of and respect nature and the others working all weekend together inside the agriturism, also dealing directly with the seving of the home-made products. Thanks this activity children grow together, that’s why Stefania called it “Latteria” (Lattery). Visitors can appreciate the genuine products but
they can also take long walks, hive around and enjoy the charning landscape of Tuscany, passing through old woods and archeological sities, which are umpredictable artistic testimonies of a striking past. Stefania, What local instituctions do you cooperate with? “We are working with the local ASL, the cooperatives dealing with mental diseases and disability, category associations, the Pistoia Zoo, The Collodi Park, the Dynamo Camp and Artemisia. Our goal is to promote our province, enhancing each offer, and fulfill the needs of the families, thus reinforcing their buying power.” Stefania, Baugiano has received several awords, could you tell us which? In 2009 we were first awarded with the Oscar Green, a national prize given by Coldiretti to the companies which manage to distinguish themselves on the Italian territory: we won the special prize for our contribution to the local development. In 2010 we were wrotten in the “Archivio della Generatività Italiana”, a project launched by the Institute Luigi Sturzo of Rome which rewards cooperatives, profit and no-profit institutions for the virtuous economy and good relationship with others institution, companies and private citizen. We were among the first twelve members. In 2011 we won a European prize conferred by Copa for femmine innovation in agriculture. Before leaving, if you had to choose a word to sum the essence of Baugiano, which one would it be? “I can’t think of a different word: Baugiano is a “model”, a model that I hope won’t be cut off. “
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Lorenzo Chiucchiù, il vincitore del Premio Ceppo Pistoia 2013 Via Pistoiese, 130, Buggiano Pistoia Ph. +39 0572 770050 - Mob. +39 348.49.34.989 - info@robertabrizzi.com
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Lorenzo Chiuchiù, scrittore e filosofo, il vincitore del Premio Ceppo Pistoia 2013, quest’anno interamente dedicato alla poesia. L’attribuzione del riconoscimento è avvenuta, come di consueto, durante la cerimonia finale della manifestazione, tenutasi nella Sala Maggiore di Palazzo Comunale in presenza del direttore artistico dell’Accademia del Ceppo Paolo Fabrizio Iacuzzi, del presidente Giuliano Livi, del sindaco Samuele Bertinelli e delle principali autorità locali. Nel corso dell’evento, che ha concluso un’edizione ricca di novità, sono stati consegnati anche i Premi Selezione, attribuiti a Chiuchiù insieme con gli altri due finalisti, Stefano Dal Bianco e Antonella Anedda, mentre la poetessa angolana Ana Paula Tavares ha ricevuto il premio internazionale Bigongiari. A presentare la serata, in cui i rappresentanti dell’Accademia non hanno mancato di ricordare la figura di Vittorio Brachi, è stata Serena Magnanensi; da sottolineare la presenza dell’assessore alla cultura Elena Becheri nella giuria del Giovani Lettori, che ha decretato il vincitore assoluto.
Lorenzo Chiucchiù The winner of the 2013 Premio Ceppo Pistoia (2013 Pistoia Ceppo Prize)
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edicated this year to poetry, the winner of the 2013 Premio Ceppo Pistoia (2013 Pistoia Ceppo Prize) is the writer and philosopher Lorenzo Chiuchiù. As usual, the prize-giving ceremony at the event’s closing took place in the town hall’s Sala Maggiore. In attendance were the Accademia del Ceppo’s artistic director Paolo Fabrizio Iacuzzi and its president Giuliano Livi as well as Mayor Samuele Bertinelli and other important local dignitaries. During this year’s highly original event, Choice Awards were also presented to Chiuchiù along with the other two finalists, Stefano Dal Bianco and Antonella Anedda. The Angolan poet Ana Paula Tavares received the Bigongiari International Prize. The evening was hosted by Serena Magnanensi and representatives from the Accademia recalled the figure of Vittorio Brachi. Also in attendance was Elena Becheri, Town Councilor for Culture and member of the Young Readers jury, who declared the overall winner.
In alto a sinistra: I vincitori del Premio Il Ceppo con il direttore artistico Paolo Fabrizio Iacuzzi; In basso a sinistra: I ragazzi vincitori del Premio Ceppo Ragazzi; a destra: Ana Paola Tavares, Vincitrice del Premio Internazionale Bigongiari; the top on the left: The winners of Ceppo award with the artistic director Paolo Fabrizio Iacuzzi; Below on the left: The young winners of Ceppo award; On the right: Ana Paola Tavares, Winner of the International Bigongiari award.
FIRENZE | PISTOIA | MONTECATINI | SESTO FIORENTINO | BORGO S. LORENZO | PONTASSIEVE
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Pistoia, non solo artisti e letterati
Carlo Chiti e i 50 anni L’ingegnere aeronautico concittadino fondò la squadra corse Alfaromeo. La più amata al mondo
TESTO Massimo Colombo FOTO Archivio Alfa Romeo Automobilismo Storico, Centro Documentazione (Arese, Milano) 96
dell’Autodelta
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ifficile definire un personaggio geniale come Carlo Chiti. Difficile, perché ogni definizione rischia inevitabilmente di trasformarsi in una gabbia. Chiti da Pistoia, classe 1924, ingegnere aeronautico, non fa eccezioni. Una vita piena di cose, di idee, di progetti. Di fatti. Una vita segnata da straordinari successi e da altrettante, cocenti delusioni. Una cosa è certa: Carlo Chiti ha lasciato un segno indelebile, non solo nel mondo dell’automobilismo sportivo, ma nello sport in assoluto e nella storia industriale italiana. «Io sono un pacifico tecnico finito senza volere nel mondo frenetico, irrazionale e spesso contraddittorio delle competizioni». Così il fondatore dell’Autodelta, insieme con Lodovico Chizzola, amava descriversi. Era il 5 marzo del 1963, quando a Feletto Umberto, frazione di Tavagnacco in provincia di Udine, viene fondata l’Autodelta, diventata in pochissimo tempo la squadra corse Alfa Romeo più amata al mondo. Dalle sue officine, ben presto trasferitesi a Settimo Milanese, prendevano forma le Giulia TZ, le TZ2, le mitiche Giulia GTA, le 33, le GTV da competizione che per un ventennio hanno dominato i campionati assoluti Turismo, i Campionati Sport Prototipi e hanno ottenuto risultati eccellenti nei Rally, fino alla Formula 1. E se non fosse stato per lo zampino maldestro della politica, probabilmente sarebbero arrivati gli sperati successi anche nella massima formula. L’Alfa, infatti, era un’azienda pubblica, fino alla ingloriosa e discussa cessione alla Fiat nel 1986; appartenente allo Stato italiano tramite Finmeccanica, holding finanziaria dell’Iri (Istituto di Ricostruzione Industriale). E proprio con le solite beghe politiche di italico stampo, fatte di mediazioni, interdizioni, veti incrociati, ipocrisie, Carlo Chiti ha avuto quotidianamente a che fare, per difendere il suo quotidiano operato di direttore della squadra corse Alfa Romeo. Un’esistenza indubbiamente difficile, ardua, contrastata da invidie, gelosie e interessi che con lo sport - e il lavoro dei circa cento addetti dell’Autodelta - non c’entravano nulla.
Ecco perché la statura professionale ma anche e soprattutto umana di Chiti acquista una valenza davvero fuori dell’ordinario, non comune, per certi versi unica. Dal quel giorno di fine inverno del 1963 sono passati cinquant’anni, e il ricordo degli appassionati per le vetture e per gli allori del biscione non è mai venuto meno. Al punto che oltre 100 equipaggi italiani e stranieri, su altrettante auto dell’epoca d’oro della Casa milanese del Portello, insieme con decine di ex dipendenti e collaboratori dell’Alfa e di Autodelta e di numerosi piloti dell’epoca, tra cui un altro “toscanaccio”, il prate-
se Nanni Galli, si sono ritrovati il 17 marzo scorso in un “summit” che da Arese, ultima sede dell’Alfa, li ha portati a Settimo Milanese e infine sulla pista di Balocco, nel Vercellese, incuranti della neve che non ha mai smesso di tartassarli. Autodelta è stata un’esperienza indimenticabile, non solo per il valore sportivo ma anche e soprattutto perché la scuderia capitanata dall’Ing Chiti da Pistoia - con l’appoggio del grande presidente dell’Alfa di allora, il milanese Giuseppe Luraghi - ha consentito all’Alfa Romeo, al marchio milanese e al “made in Italy” di qualità di conquistare in tutto il mondo un prestigio che dura ancora oggi.
Pagine precedenti: Zeltweg 1975. La squadra con Chiti; in alto: 1000 km di Monza. Teodoro Zeccoli, Andrea De Adamich e l’ing. Carlo Chiti; a sinistra: Pescarolo e Chiti. from the left: Zeltweg 1975. The team with Chiti; above: 1000 km Monza. Teodoro Zeccoli, Andrea De Adamich and Carlo Chiti ing; to the left Pescaroli and Chiti.
Pistoia, more than just artists and writers
Carlo Chiti and Autodelta’s 50 years This aviation engineer and fellow citizen founded the Alfa Romeo racing team, the most popular in the world
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t is difficult to define a brilliant individual such as Chiti because each definition inevitably risks being turned into a cage, and Chiti is no The life of this aeronautical engineer born in Pistoia in 1924 was full of things, ideas, and projects, but especially of deeds. It was a life marked by extraordinary successes and equally bitter disappointments. The one sure thing is that Carlo Chiti left an indelible mark, not only on the world of motor racing, but on sports overall and on Italian industrial history. “An even-tempered engineer, I accidentally ended up in the fast-paced, often irrational, and contradictory world of competitions.” This is how Chiti liked to describe himself as the founder of Autodelta, together with Lodovico Chizzola. Autodelta was founded on 5 March 1963, in the hamlet of Tavagnacco, near Feletto Umberto, in the province of Udine. In a very short time, it became the most popular Alfa Romeo racing team in the world. From its workshops, which soon moved to Settimo Milanese, the Giulia TZ, the TZ2, the legendary Giulia GTA, the 33, and the racing GTV took shape. For two decades, the latter dominated Tourer and Sports Prototype championships, with great success in rally and even Formula 1 races. If it had not been not for the blundering hand of politics, their hoped-for successes would probably have arrived even higher. In fact, Alfa had been a public company until its inglorious and controversial sale to Fiat in 1986, property of the Italian State through Finmeccanica, a financial holding company of IRI (Institute for Industrial Reconstruction). With the usual Italian-style political wrangling – mediation, interdictions, vetoes, and hypocrisy, Carlo Chiti had to fight every day to defend his job as director of the Alfa Romeo racing team. It was undoubtedly a difficult, arduous existence riven by envy, jealousy, and interests that had nothing to do with either the sport or the jobs of the approximately one hundred Autodelta employees. Here then is the reason that Chiti’s professional but also, and especially, his human stature has acquired a truly extraordinary, uncommon, and, in some ways, unique value. Fifty years have passed since that late winter day in 1963, and the memory of the fans of these cars and of the biscione’s laurels has never receded. Such that last 17 March, a “summit” was held at which gathered more than 100 Italian and foreign crews on an equal number of cars from the golden age of Portello factory in Milan, along with dozens of former employees and associates of Alfa and Autodelta and many drivers of the period, including another toscanaccio, Prato’s Nanni Galli. Oblivious to the snow has constantly harassed them, their journey down memory lane took them from Arese, the site of Alfa’s last factory, to Settimo Milanese and finally to the Balocco track in Vercelli. Autodelta was an unforgettable experience, not only for its sporting value but also because the team led by Chiti, the engineer from Pistoia who, with the support of the Milanese Giuseppe Luraghi Alfa’s great president at that time, allowed Alfa Romeo, the Milanese brand, and “Made in Italy” quality to attain the worldwide prestige that continues today.
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Cresce il territorio
Il comprensorio del Basket Pistoia e la sua Montagna vanno a canestro Giacomo Galanda promotore di sport e valori TESTO Fabio Fondatori
FOTO Nicolò Begliomini
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Una Montagna di divertimento
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istoia e la sua Montagna si rilanciano con il Comprensorio del Basket. Un’idea lanciata da Gek Galanda, medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene e giocatore della Giorgio Tesi Group, diventata subito progetto di comprensorio con il sostegno determinante dell’Apt e di Confcommercio e la collaborazione dei comuni di Pistoia, Cutigliano, Abetone, Piteglio e San Marcello. Il territorio pistoiese diventerà così un grande playground nel quale la BGT Basket Company organizzerà le giornate di basket “Gek a Mission” rivolte ai ragazzi con le lezioni di Giacomo Galanda, il Palio dei Rioni – la Giostra del Basket in Piazza del Duomo a Pistoia, due settimane di Camp a Cutigliano al quale parteciperanno oltre 400 ragazzi e ragazze dagli 8 ai 16 anni, un grande evento cestistico ad Abetone organizzato in collaborazione con la Federazione Italiana Pallacanestro e con NBA ITALIA, il raduno precampionato della GIORGIO TESI GROUP PISTOIA BASKET 2000 fino al coinvolgimento dei bambini meno fortunati del Dynamo Camp di Limestre con iniziative ad hoc. “La nostra intenzione -afferma Gek Galanda - è quella di creare una cornice di eventi di cui il basket locale, così ben radicato e partecipato, possa essere il motore, ma non il fine ultimo”. Il “Comprensorio del basket” può diventare quindi un volano di sviluppo del turismo e dell’attività di Pistoia e della Montagna nei mesi estivi, con l’obiettivo di far vivere la passione verso questo sport e diventare, nel tempo, un punto di riferimento nazionale e internazionale, per le squadre professionistiche di tutta Italia o i settori giovanili di tutta Europa.
The area is growing
The Basketball District Basketball in Pistoia and its mountains. Giacomo Galanda, promoter of sports and values.
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roposed by Gek Galanda, a silver medalist at the Athens Olympics and player for the Giorgio Tesi Group, the idea of a basketball district in Pistoia and its mountains is being launched – an idea that has immediately become a plan with the solid support of the APT and Confcommercio as well as the cooperation of Pistoia, Cutigliano, Abetone, Piteglio, and San Marcello. In this way, the Pistoia area will become a large
playground in which the BGT Basket Company will organizing various initiatives, including the “Gek a Mission” (“Gek on the Court”) basketball days for young people, with Giacomo Galanda instructing; the Palio dei Rioni, a basketball tournament in Pistoia’s Piazza del Duomo; a two-week basketball camp in Cutigliano with more than 400 boys and girls aged 8 to 16 years old in attendance; and a big basketball event in Abetone organized in collaboration with the Italian Basketball Federation and NBA ITALY, the pre-championship gathering of the Giorgio Tesi Group Pistoia Basket 2000 as well as the specific initiatives involving the less fortunate children from Dynamo Camp in Limestre. Gek Galanda states, “Our intention is to create an event framework in which local basketball, with strong support and deep roots, can be not the ultimate goal but the driving force.” The “basketball district” thus becomes a vehicle for the development of tourism and business in Pistoia’s mountains during the summer months, with the goal of stimulating a passion for this sport and of becoming over time a national and international benchmark, for professional teams throughout Italy and young people across Europe.
www.gekgalandacamp.it www.bgtbasket.it
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Un’Opera d’Arte A Work of Art
Pistoiainparole
Con gli scrittori in città e dintorni SUL MERCATO DELLE CARNI DA 40 ANNI Operiamo nel settore commerciale e industriale delle carni bovine, suine e ovine di alta qualità dal 1973. Da alcuni anni realizziamo anche il confezionamento in ATM e la vendita al dettaglio nel settore di generi alimentari vari. La nostra filosofia è la qualità della materia prima e la clerità nel soddisfare le richieste della nostra clientela 40 YEARS ACTIVITY IN THE MEAT MARKET We serve the commercial and industrial sector of the beef, pork and veal prime meat markert A few years ago we started the ATM and the retail for food stores Our philosophy is the prime meat quality as we can quickly satisfy all our customers’ needs, from the provision to the delivery
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Il libro-guida accompagna la descrizione di luoghi, monumenti, edifici e personaggi TESTO Andrea Ottanelli
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FOTO Gianluca Chelucci
arole su Pistoia, parole per Pistoia; parole che nel corso del tempo sono state spese e scritte sulla nostra città e oggi sono contenute nelle quasi duecento pagine della nuova e originale guida pubblicata recentemente con il suggestivo titolo di Pistoiainparole. Il volume ha come sottotitolo passeggiate con gli scrittori in città e dintorni. E di questo effettivamente si tratta, poiché accompagna costantemente la descrizione di luoghi, monumenti, edifici e personaggi con la citazione di testi di scrittori pistoiesi, italiani e stranieri che li hanno vissuti, descritti, commentati e interpretati in varie epoche e in diverse situazioni. La guida fa parte della collana “città firmate” diretta da Alba Andreini, che ha già al suo attivo l’edizione dedicata a Torino, pubblicata nel 2006. Nel caso specifico, Pistoia viene descritta attraverso cinque itinerari. Il primo è racchiuso “entro le antiche mura” cittadine e spazia tra piazza del Duomo e i luoghi più intimi e ricchi di storia, ricordi e citazioni del nucleo centrale di Pistoia. Sono gli spazi del cuore cittadino, della sua storia più intensa e colorata, resi vivi dai mercati e dalle feste, dagli eventi della vita quotidiana, dai musei e dalle botteghe storiche, dalle insegne e dai ricordi di chi li ha vissuti e li ha descritti in pagine intense e cariche anche di ricordi e affetti. Gli altri quattro si dipartono, a raggera, dal centro dirigendosi verso una delle antiche porte e, proseguendo, poi attraverso il territorio circostante. Così, da via della Madonna, per la Porta Lucchese giungiamo fino a Collodi attraversando la Val di Nievole; dalla piazza della Sapienza attraverso Porta San Marco possiamo “leggere” il territorio fino a Pavana; da via Curtatone e Montanara oltrepassata la Porta al Borgo percorriamo la Montagna Pistoiese e raggiungiamo l’Abetone; infine, muovendo dalla chiesa di San Giovanni Fuorcivitas tocchiamo i dintorni del Padule di Fucecchio. Le pagine sono completate da un ricco apparato iconografico, costituito da immagini di monumenti e luoghi, foto di personaggi, epigrafi, riproduzioni di libri che costituisce una vera e propria integrazione del testo.
Pistoiainwords
With writers in and around the city Pistoiainparole
Passeggiate con gli scrittori in città e dintorni Autori / Authors: Claudio Panella e Stefano Tubia Progetto, coordinamento della ricerca e cura Project, research and editing coordination: Alba Andreini Introduzione/ Introduction: Roberto Carifi Coordinamento dei consulenti locali Local consultant coordination: Andrea Ottanelli Ricerca e cura dell’iconografia Image research and editing: Gianluca Chelucci Copertina / Cover: Cristiano Coppi Prezzo / Cover: Euro 24,00 Pubblicazione patrocinata dall’ Accademia dei Ritrovati e dagli Amici di Groppoli con il contributo determinante della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia - Ets editrice, Pisa Publication sponsored by the Accademia dei Ritrovati and the Amici di Groppoli, with a major contribution from the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia - Ets Editrice, Pisa
A guide book accompanied by writers’ descriptions of places, monuments, buildings, and famous figures
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ords on Pistoia, words for Pistoia, words that over time have been devoted to and written about our city and are today contained in the almost two hundred pages of a new and original guide recently published with the evocative title of Pistoiainparole. The book is subtitled Walks with Writers in and around the City. In fact, this is because the description of places, monuments, buildings, and characters are accompanied by quotations from texts by writers from Pistoia, Italy, and abroad who have experienced, described, discussed, and interpreted the city at different times and under different circumstances. The guide is part of the “città firmate” (“signature city”) series piloted by Alba Andreini who, to her credit, has already dedicated an edition to Turin, published in 2006. In this particular case, Pistoia is described through five itineraries.
The first itinerary is “inside the ancient [city] walls” and wanders around Piazza del Duomo and the more intimate spots filled with history, memories, and references to Pistoia’s center. These spaces in the heart of the city and of its rich and colorful history are brought to life by the markets, holidays, everyday events, museums, and historical workshops as well as by the signs and memories of those who experienced them and the put their vivid descriptions down on pages that also abound with fond memories. The other four itineraries head off from the center towards one of the city’s ancient gates, passing through it, and then continuing to the surrounding area. Thus, starting from Via della Madonna and passing Porta Lucchese, we cross the Val di Nievole to reach Collodi. Leaving Piazza della Sapienza and exiting at Porta San Marco, we can “read” the district as far as Pavana. We can start off from Via Curtatone e Montanara to leave from Porta al Borgo and travel to the Pistoia Mountains and arrive in Abetone. Finally, setting out from the Church of San Giovanni Fuorcivitas, we reach the Fucecchio Marsh and its surroundings. The pages are complemented by rich illustrations, with images of monuments and various corners of the city, photos of personages, epigraphs, and reproductions of books that dovetail nicely with the text.
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SOLUZIONI PER IL COMMERCIO CON L’ESTERO La Carlo Righetti s.r.l. è una Società di Spedizionieri Doganali, operante nel settore dei servizi connessi agli scambi internazionali, ed accreditata presso le Dogane di Pistoia, Prato e Firenze. Carlo Righetti ha iniziato ad operare presso la Dogana di Firenze dal 1954 e dal 1973 anno in cui è stata istituita la Dogana di Pistoia, è stato il primo a credere in questa opportunità iniziando a svolgere la propria attività professionale e diventando la figura di riferimento per le aziende del comprensorio della Provincia di Pistoia. Lo studio professionale è cresciuto con il tempo, oggi, l’Azienda guidata da Carlo Righetti, coadiuvato dalle figlie Elena e Chiara, entrambe Doganaliste, può operare presso le principali Dogane Toscane offrendo un’ampia gamma di servizi per gli operatori che intrattengono rapporti commerciali con l’estero. Con la nascita della Comunità Europea, lo studio si è specializzato nella consulenza relativa agli scambi intracomunitari e nella compilazione dei modelli INTRASTAT, affermandosi come il professionista di fiducia di aziende a livello internazionale, dei più noti studi fiscali e delle Associazioni di Categoria, con collaborazioni in tutto il territorio Nazionale. Il nostro obbiettivo è quello di semplificare e soprattutto razionalizzare le procedure degli scambi con l’estero, riducendo tempi e costi.
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