N. 15 - Luglio / July 2014
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Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia
Giorgio Tesi Editrice
Pistoia ,
avventura e relax nel cuore della Toscana adventures and relax in the heart of Tuscany Consorzio Turistico Città di Pistoia, insieme per realizzare i sogni di Toscana dei nostri ospiti: la città d’arte, gli uliveti, i borghi medievali, la campagna incontaminata, l’accoglienza… Un’esperienza entusiasmante ed autentica! Il Consorzio unisce le forze degli operatori turistici per esprimere al meglio le eccellenze di una terra dal fascino inaspettato. Consorzio Turistico Città di Pistoia, together to make your Tuscan dream come true: the city of art, the olive groves, the medieval villages, the unspoiled countryside, the hospitality… A stirring and authentic experience! The Consorzio combines the strengths of the local tourism operators to bring out the best of our surprisingly charming land.
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EDITORIALE
Lettera d’amore I
Giovanni Capecchi
Direttore Editoriale - Managing Editor direttore@naturartpistoia.it
n occasione della presentazione del precedente numero di NATURART mi è capitato di adoperare un’immagine per dare una definizione di questa rivista: “Ogni numero di NATURART – ho detto – equivale a una lettera d’amore”. Le copie di ogni fascicolo che vengono stampate sono lettere d’amore perché, ciascuna di loro, arriva nelle mani di un lettoredestinatario con il suo messaggio, che racconta la bellezza di un territorio e quindi l’amore per questa area della Toscana del Nord che accomuna tutti coloro che contribuiscono alla realizzazione del nostro periodico. Si tratta di moltissime lettere d’amore in viaggio (verso città italiane e straniere), ma anche di lettere d’amore ricercate on line dalle migliaia di visitatori che, numero dopo numero, si collegano al nostro sito web per leggere la rivista. La lettera d’amore numero 15, quella che avete appena aperto e che inizia il suo viaggio estivo, tenta – secondo il consueto – di rappresentare al meglio Pistoia. C’è innanzi tutto la montagna, con lo straordinario scenario del Lago Nero e con l’Abetone, che invita – con le sue risorse – ad essere vissuta dodici mesi all’anno, quando è imbiancata dalla neve ma anche ora, in estate, e nelle profumate primavere. C’è il Castello di Montecatini Alto, che ha sempre impressionato i visitatori antichi e moderni, per la sua bellezza e il fascino del panorama circostante; c’è Pistoia, con una manifestazione internazionale come il Festival Blues, che compie trentacinque anni e che viene accolta nello scenario di Piazza del Duomo, e il suo dolcetto tipico, i confetti, la cui storia è legata ai festeggiamenti in onore del patrono San Jacopo; c’è il paesaggio collinare di Quarrata, con Colle di Tizzana e la chiesa ripensata dall’architetto mago Giovanni Michelucci. Ma ci sono, in queste pagine, anche molte altre cose, storie curiose e interessanti (come quella di Atto Melani, cantore pistoiese alla corte di Re Sole), angoli segreti e dimenticati (come il Teatro degli Armonici), sapori e colori: le tonalità delle tele di Alfiero Cappellini o il verde delle piante dei nostri vivai. Buona lettura e buona estate.
A love letter
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n the occasion of the presentation of the previous issue of NATURART I happened to use an image to define this magazine: “Every issue of NATURART”, I said, “equals a love letter”. Every issue in every bundle is a love letter because each copy arrives at the doorstep of each reader/addressee with a message telling of the beauty of the area and thus our love for this area of northern Tuscany which is shared by everyone who contributes to creating this magazine. A multitude of love letters travel in the direction of Italian and foreign cities and a great many love letters are also found on line by the thousands of visitors who link to our site to read the magazine, issue after issue. Love letter number 15, the issue which you have just opened and which begins with a summer holiday, attempts, as is our custom, to represent the best of Pistoia. First of all there is everything on its mountains with the extraordinary backdrop of Lago Nero and Abetone which invites you to visit it and its facilities twelve months a year when it is white with snow but also in summer and in its fragrant spring seasons. There is Montecatini Alto castle, which has long amazed both ancient and modern visitors with its beauties and the attractions of the landscape around it. There is Pistoia with its international Festival Blues event celebrating its 35th birthday with the backdrop of Piazza Duomo. And its characteristic sugared sweet, confetti, whose history is tied to celebrations in honour of patron saint St Jacob. There is also the Quarrata hill landscape with Colle di Tizzana and the church redesigned by magical architect Giovanni Michelucci. But there are a great many other elements in these pages - curious and interesting stories (like that of Atto Melani, Pistoia singer at the court of the Sun King), forgotten and secret corners (like Theatre degli Armonici) and flavours and colours in the paintings of Alfiero Cappellini and the green of our plant nurseries. Happy reading and have a good summer.
www.naturartpistoia.it 5
Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sul territorio di Pistoia e oltre Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 15 - Luglio / July 2014
Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia
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Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.
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Giorgio Tesi Editrice
Copertina: veduta aerea di Montecatini Alto. Cover: aerial view of Montecatini Alto.
Giorgio Tesi Group The Future is Green Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it
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Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it
www.sidadistributoriautomatici.com
Direttore Editoriale Giovanni Capecchi - direttore@naturartpistoia.it
Direttore Responsabile Carlo Vezzosi - info@naturartpistoia.it
Art Director Nicolò Begliomini - grafica@giorgiotesigroup.it
Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - f.fondatori@giorgiotesigroup.it
Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it
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Lago Nero
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Mirtillo Blueberries
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I love Blues
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Il confetto di Pistoia The sugar coated sweet by Pistoia
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Il Castello di Montecatini Alto Montecatini Alto castle
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Alfiero Cappellini Raccontare per immagini Telling a story with images
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Giardino Zoologico di Pistoia Zoological Gardens of Pistoia
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Giorgio Tesi Group Ricerca e sviluppo Nuove varietĂ di Ginkgo biloba Research and development New Ginkgo biloba varieties
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www.maraborchi.com
Via Cavour, 45 - Pistoia - Mob. +39 335 6247499 - info@maraborchi.com
Comitato di redazione: Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri.
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Giorgio Tesi Group The Future is Green “Un altro parco in città”
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Fondazione Giorgio Tesi Onlus L’arte della tolleranza The art of tollerance
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Eventi in Toscana Tuscany Events
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Accademia degli Armonici Luoghi nascosti Hidden places
Hanno collaborato a questo numero: Eleonora Angelini, Claudia Bacarelli, Emanuele Begliomini, Fabrizio Berti, Tommaso Braccini, Filomena Cafaro, Giovanni Capecchi, Massimo Carradori, Emanuel Carfora, Chiara Corsini, Lorenzo Cipriani, FAI Giovani Pistoia, Rolando Galli, Eleonora Maestripieri, Martina Meloni, Pier Angelo Mazzei, Maria Camilla Pagnini, Carlo Vezzosi.
Traduzioni: Studio Blitz - Pistoia
Fotografie: Abetone Sport, Archivio Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, Archivio Galleria Vannucci, Archivio Giardino Zoologico, Archivio Pistoia Blues, Carolina Begliomini, Nicolò Begliomini, Carpediem, Marta Colombo, Fabrizio Sichi, woola.it Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.
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Stampa Grafica Metelliana S.p.A. Cava de’ Tirreni (Sa)
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Atto Melani Pistoia nel Mondo Pistoia in the world
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La Chiesa di Santa Maria della Spina The Santa Maria della Spina church
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Pistoia, le emozioni delle immagini Pistoia, photo emotions
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La poesia del basket The poetry of basketball
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Eventi Events
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Incontro virtuoso È
Davide De Crescenzo
Direttore Responsabile - Managing Editor www.intoscana.it
un vero piacere poter inaugurare, con questo numero, la collaborazione tra www.intoscana.it – il portale ufficiale della Toscana – e la rivista NATURART. Di fatto, incontrandoci, abbiamo scoperto di avere una mission editoriale comune: raccontare le bellezze artistiche, culturali, turistiche e paesaggistiche dei nostri territori di riferimento. Noi di intoscana l’intera regione ovviamente con le sue mille sfaccettature. NATURART, con il lavoro della sua redazione, la realtà pistoiese nei suoi tratti più forti e distintivi. È una sinergia, per usare un termine tecnico, “crossmediale”, dal web alla carta. Ad intoscana, come i lettori potranno vedere sfogliando queste pagine dal grande impatto visivo e sempre curatissime, è riservata all’interno di NATURART una sezione dedicata ad alcuni dei principali eventi che caratterizzano il ricco calendario degli appuntamenti regionali. Segnalazioni e indicazioni per suggerire ulteriori spunti di interesse e motivazioni di viaggio per chi vuole conoscere la Toscana e la sua ricca offerta in termini di festival, manifestazioni, rassegne o mostre. Allo stesso tempo i contenuti di NATURART saranno riproposti all’interno del nostro ecosistema digitale, sul canale dedicato alla comunicazione turistica – turismo.intoscana.it – e sui social network correlati. Una partnership editoriale, quindi, nel segno della promozione culturale di Pistoia e di una terra unica come la Toscana. Un incontro virtuoso che non potrà che arricchire reciprocamente la proposta informativa delle due testate. Come intoscana proveremo a dare un respiro ancora più ampio ad una rivista che si candida già da ora ad essere un vero e proprio punto di riferimento non solo per la provincia pistoiese ma per tutta la regione. Noi, di contro, non potremo che trovare in NATURART un compagno di viaggio capace di guidarci e supportarci, anche nel nostro lavoro, nella valorizzazione delle specificità di un territorio in cui si integrano armoniosamente, da sempre, cura per il paesaggio, rispetto per la natura e amore per la cultura.
Virtuous encounter
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t is a pleasure to mark the beginning, with this issue, of the collaboration between www.intoscana.it - Tuscany’s official website – and the magazine NATURART. By working together we have discovered a common editorial mission: to present the myriad artistic, cultural, tourist and scenic beauties of our respective areas: the intoscana team covers the whole of the region of Tuscany with its multitude of facets, while NATURART, through the work of its editorial staff, presents the Pistoia area in its most distinctive and strongest features. This is a crossmedia (to coin a technical term) synergy, from web to paper. As readers can see by browsing these visually striking and carefully compiled pages, in NATURART intoscana has a section dedicated to some of the main events on the busy calendar throughout the region. Suggestions and recommendations offering ideas and travel tips for all those wishing to discover Tuscany and its wealth of festivals, events, exhibitions and showcases. At the same time, the content of NATURART will also be made available in our digital ecosystem, on the dedicated tourism channel of communication – turismo. intoscana.it – and on related social networks. This is a publishing partnership that aims to promote the unique cultural excellence of Pistoia and Tuscany; a pure collaboration that mutually enriches the information offered by the two publications. As intoscana, we will strive to broaden the content of a magazine that already leads the way not only for the province of Pistoia but for the entire region. We, on the other hand, view NATURART as a travel companion that guides us, holding our hand, in our work, in promoting the specific traits of a land, where respect for nature, love of culture and care for the landscape have always lived side by side in perfect harmony.
www.intoscana.it 9
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Lago Nero
Un tesoro tra i monti Vie suggestive per raggiungere il lago, camminando o con gli impianti di risalita
TESTO Rolando Galli
FOTO Carpe Diem Abetonesport
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Pagine di apertura: il Lago Nero ed il rifugio del Club Alpino Italiano; In questa pagina a sinistra: camminando dalla cima del Monte Gomito si può scorgere il rifugio del Lago Nero giù nella valle; a sinistra in basso: un punto di sosta a metà della camminata; a destra: l’Alpe delle Tre Potenze, punto di confine tra il granducato di Toscana ed i ducati di Lucca e Modena; in basso: camminando verso il lago.
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ono tante le occasioni di refrigerio che la montagna pistoiese ci offre nelle calde giornate d’estate e spaziando tra le foreste dell’Abetone e le alte vette delle sue montagne possiamo trovare mille occasioni per godere appieno tutte le meraviglie di un paesaggio che, pur appenninico in senso geografico, diventa decisamente alpino nel momento in cui gli alberi di alto fusto lasciano spazio alle praterie di mirtilli. E allora, man mano che saliamo verso i crinali, la nostra vista si allarga verso l’orizzonte andando ad incrociare il mare, con le isole dell’arcipelago toscano ad ovest, la catena delle Alpi a nord e la città di Firenze a sud. Ma non è solo in lontananza che i nostri occhi possono trovare appagamento. Infatti, dalla cima del Monte Gomito così come da quella dell’Alpe delle Tre Potenze, possiamo ammirare i numerosi laghi che giacciono alle loro pendici, relitti di un’era glaciale distante milioni di anni, custodi di segreti che si perdono nella notte dei tempi. Il Lago Piatto, il Lago Turchino ed il Lago
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Nero, il più grande e più famoso dei tre. Ed il trekking che unisce questi tre laghi è una delle escursioni più classiche ed ambite dai frequentatori delle nostre montagne.
La storia, i segreti e le risorse del lago dalle acque scure Gli itinerari per raggiungere i laghi sono vari ed adatti a tutti, indipendentemente dall’allenamento, perché è possibile raggiungerli sia partendo dalla Valle del Sestaione, sia dalla Val di Luce, che dall’Abetone. E questi sono gli itinerari più impegnativi poiché il dislivello in salita viene percorso completamente a piedi, ma, come dicevo
Opening pages: Lago Nero and the Club Alpino Italiano refuge; On this page on the left: walking from the summit of Monte Gomito you can see the Lago Nero refuge below you in the valley; below left: a rest point halfway along the walk; right: Alpe delle Tre Potenze, the border between the Tuscan Granduchy and the duchies of Lucca and Modena; below: walking towards the lake.
fibia primitiva dai colori molto sgargianti (giallo ed arancio) che si può ammirare nelle acque dei nostri laghi, rendendo così il nostro itinerario una sorta di viaggio attraverso il tempo. Viaggio che, se affrontato nel periodo estivo, può diventare anche gastronomico grazie alla gran quantità di mirtilli che si trovano tutto attorno al lago. E per coloro che volessero fermarsi ad ammirare un cielo assolutamente libero da ogni inquinamento luminoso, magari per ammirare le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo, è possibile anche pernottare nel rifugio gestito dal Club Alpino Italiano di Pistoia che si trova a pochi metri dalle rive del lago.
Coloro che volessero avere una precisa informazione sugli itinerari che si possono percorrere per arrivare al Lago Nero troveranno la cartina e tutte le informazioni a questo indirizzo: Anyone looking for more detailed information on the routes to Lago Nero can find maps and information on this site: www.abetoneapm.it/pdf/ trek10_LAGO_NERO.pdf
sopra, anche i meno allenati possono godere della bellezza di questi luoghi grazie alla possibilità di andare in quota con gli impianti di risalita. Ed ecco che il mezzo più comodo e veloce per arrivare verso i nostri laghi diventa l’ovovia dell’Abetone, che in soli 8 minuti ci porta fino ai 1.890 metri della cima del Monte Gomito, da cui, attraverso un meraviglioso sentiero, potremo iniziare il periplo dei laghi che ci porterà appunto fino al Lago Nero che deve il suo nome al colore scuro delle sue acque dato dai particolari riflessi derivanti dalle rocce che lo sovrastano. Un gioiello, incastonato a 1.730 metri tra il Monte Gomito e l’Alpe delle Tre Potenze, vero e proprio balcone al culmine della Valle del Sestaione, che con la sua foresta di abeti bianchi e rossi, costituisce la zona più meridionale d’Europa ove si possono trovare entrambe le specie, testimonianza di una particolarità climatica unica nell’Appennino, ma talvolta difficile da trovare anche sulle Alpi. Una unicità testimoniata anche dalla presenza del Tritone Alpino, una specie an13
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Nelle pagine: un esemplare di tritone alpino, incontro molto comune sulle rive del Lago Nero. On these pages: an Alpine newt, a very common sight on the banks of Lage Nero 15
A sinistra: ci si riposa tra le piante di mirtilli sulla riva del Lago Nero; sotto: alcune piante tipiche della zona lacustre; sotto a sinistra: l’Alpe delle Tre Potenze vista dal lago; pagina a fianco: il rifugio del CAI di Pistoia visto dalle rive del lago. Left: a rest in the midst of blueberry bushes on the banks of Lago Nero; below: Some typical lake plants; below left: Alpe delle Tre Potenze seen from the lake; facing page: The CAI Pistoia refuge seen from the banks of the lake.
Lago Nero
A mountain gem Beautiful routes to the lake on foot or by ski lift
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he mountains of Pistoia offer many opportunities for a little cool air in the hot summer months and a wander around the forests of the Abetone and its high peaks to enjoy to the full the wonders of a landscape which, whilst Apennine geographically speaking, is decidedly Alpine from the point at which its tall trees give way to blueberry pastures. And then, as you gradually climb up to the peaks, the panorama opens up towards the horizon taking
in the sea and the islands of the Tuscan archipelago to the west, the Alps to the north and Florence to the south. But it is not only the far off vistas that are such a joy. From the peak of Mt. Gomito, in fact, or from Alpe delle Tre Potenze, you get a wonderful view of the numerous lakes at the foot of the mountains, the leftovers of a glacial age stretching back millions of years, custodians of secrets which are lost in the mists of time - Lago Piatto, Lago Turchino and Lago Nero, the largest and most famous of the three. The trekking route which links these three lakes is one of the most famous and popular walks with those who visit our mountains. There are many different routes to the lakes and they are suitable for everyone however fit because you can get to the lakes from the Sestaione, Val di Luce and Abetone valleys. And these are the most challenging routes because the altitude gain is all to be done on foot but, as I said above, the ski lifts mean that even the less fit can enjoy the beauty of these places. Thus the easiest and quickest way to the lakes is the
Abetone cable car which takes you up to the summit of Mt. Gomito at 1890 metres in only 8 minutes. From here, a wonderful footpath takes you to the circumnavigation of the lakes ending up at Lago Nero which owes its name to the dark colour of its waters resulting from the way they reflect the rocks overlooking the lake. It is a gem, set between Mt. Gomito and Alpe della Tre Potenze at 1730 metres, a veritable panoramic terrace at the apex of the Sestaione valley whose Norway spruce and silver fir forests make it the southern most part of Europe where both species can be found bearing witness to the unusual climate unique to the Apennines but often difficult to find even in the Alps. An animal which highlights this unique climate is the Alpine newt, a very brightly coloured (yellow and orange) primordial amphibian which is present in our lakes and makes our route a sort of journey through time. It is a journey which can be gastronomic too if you do it in the summer in particular thanks to the large quantities of blueberries to be found around the lake which can be picked with a little patience. And if you like the idea of stopping a while to admire a sky which is completely free of light pollution, perhaps for the night of the falling stars - you can also stay at the Pistoia CAI (Italian Mountaineering Club) refuge which is just a few metres away from the lake.
www.abetoneapm.it 16
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Mirtillo
Straordinaria ricchezza della montagna Anche un Festival annuale, per celebrare questo frutto
TESTO Martina Meloni
FOTO Carpe Diem Abetonesport
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l mirtillo è un arbusto spontaneo che si trova nei boschi e lungo i sentieri della montagna pistoiese e ne rappresenta una delle piante locali di maggior pregio. La tradizione della lavorazione di questo polivalente frutto fu incrementata dai visitatori inglesi che, tra la fine del 1800 e gli inizi del secolo successivo, svelarono agli abitanti i segreti della marmellata. Da quel momento la lavorazione del mirtillo subì una vera svolta, se ne scoprirono le proprietà benefiche e curative, oltre alle ottime possibilità gastronomiche offerte dal suo succo. Crebbe la produzione di sciroppi, liquori, tinture e decotti, tutte le botteghe cominciarono a vendere prodotti al mirtillo, gli alberghi ne offrivano assaggi agli ospiti, sperimentando ricette sempre nuove, come le famose tagliatelle. Aumentarono anche i mirtilleti e nacquero le prime vere aziende di produzione, ancora attive sul territorio. La grande diffusione di questa pianta, unitamente alle sue varie possibilità di utilizzo ed alle note proprietà benefiche del suo frutto, ne ha fatto un vanto per il territorio, che negli anni ha visto nascere una importante produzione locale, che va dalla coltivazione alla lavorazione. L’importanza della presenza del mirtillo per la montagna pistoiese è ormai nota, tanto che è stato dedicato un festival al prezioso frutto. La manifestazione, giunta quest’anno alla sua quarta edizione, ha riscosso da subito un successo enorme con un ricco calendario di iniziative e di eventi dedicati al prezioso frutto. Laboratori di degustazione, visite guidate ai mirtilleti, convegni tematici, intrattenimenti per bambini ed adulti e menù dedicati presso i locali e i ristoranti fanno, ormai da anni, da splendida cornice agostana all’Abetone. Una ricchezza grandissima quella del mirtillo per la montagna pistoiese, da preservare e valorizzare, per continuare a far vivere tradizioni e produzioni di un territorio ricchissimo e tutto da scoprire.
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Blueberries
Extraordinary mountain products There’s a yearly festival to celebrate this fruit
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Pagine di apertura: Nelle pagine precedenti, un momento della raccolta dei mirtilli con il caratteristico pettine in primo piano. In questa pagina, sopra: i raccoglitori camminano verso i mirtilleti; sotto: la pianta ed il frutto del mirtillo; A destra in alto: La raccolta del mirtillo si fa praticamente in ginocchio; A destra in basso: un raccoglitore con la caratteristica gerla sulle spalle. Opening pages: On the previous pages, picking blueberries with the characteristic comb in the foreground. On this page, above: pickers move towards the blueberry groves; below: blueberry bushes and fruit; right, top: Blueberry picking has be done practically on your knees; right, below: a picker with his characteristic pannier on his shoulders.
lueBlueberries grow on a very common shrub in the forests and along the footpaths of the Pistoia mountains and are one of the most valuable local species. The working of this versatile fruit was further encouraged by English visitors who revealed the secrets of jam making to local people at the end of the 1800s and the beginning of the 1900s. From that moment onwards blueberry working took off and its beneficial and medicinal properties were discovered as well as the gastronomic potential of its juice. The production of syrups, liqueurs, tinctures and fruit brews grew and the shops all started selling blueberry products, hotels offered them to their guests and experimented with new recipes such as the famous tagliatelle. The blueberry groves increased in number and the first true production companies were set up and are still active.
The widespread diffusion of this plant together with the various ways it can be used and its well known beneficial properties has made it one of the area’s strengths and led to the development of an important local industry over the years in blueberry cultivation and working. The importance of the presence of blueberries in the mountains of the Pistoia area is now so well known that a festival has been dedicated to this valuable fruit which is now on its fourth year and has been a great success. Tasting workshops, guided visits to the blueberry groves, themed conferences, entertainment for children and adults and special menus at bars and restaurants – all this is a wonderful August event in the Abetone area. Blueberries are a great resource for the Pistoia mountains and must be preserved and enhanced in order for the traditions and products of a very varied area to survive and continue to be discovered.
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Città della musica
I love Blues
Il Festival pistoiese festeggia i suoi 35 anni e ricorda i grandi artisti passati sul suo palco
TESTO Fabrizio Berti
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FOTO Archivio Pistoia Blues
l 1980 segna la nascita del Pistoia blues festival. Nel torpore di una tranquilla città di provincia avvolta dalla calura estiva, si abbatte un vero e proprio ciclone. Il 14 e 15 Luglio Piazza del Duomo è teatro di una manifestazione che a posteriori e senza enfasi possiamo definire epocale. Inaspettatamente, in un periodo generale di difficoltà organizzative, in città piombano i più bei nomi della scena internazionale del blues. Muddy Waters, B,B, King, Fats Domino, Dizzy Gillespie, Joe Williams, Alexis Korner che insieme ad una nutrita pattuglia italiana animano per due giorni, dal pomeriggio a notte inoltrata, il palco allestito sotto palazzo di Giano. Il risultato è sorprendente. Migliaia di persone si catapultano in città, suoni e colori invadono le strade del centro ed innescano la miccia che darà la stura ad una realtà che negli anni si confermerà fra le più importanti a livello nazionale. In pochi anni Pistoia diverrà una delle capitali della musica italiana. Pur destreggiandosi fra mille peripezie, in un susseguirsi di edizioni arrivano John Mayall, Frank Zappa, Jackson Browne, Buddy Guy, James Cotton, Albert Collins, Rory Gallagher, Jimmy Page. Dal 1986 la rassegna si consolida su un programma di lunga durata che vede impegnata la piazza continuativamente per più giorni. Si segnalano delle accelerazioni positive e la kermesse si contorna di attività collaterali che si diramano nei luoghi di ritrovo conosciuti dai pistoiesi. Mettere ordine alla memoria è alquanto difficile, a turno entrano in gioco il vecchio centro di quartiere, la fortezza Santa Barbara, la saletta Napoleonica, i giardini comunali e i locali che fanno riferimento al centro.
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Con occhio ed orecchio attento si scandagliano le aree geografiche legate alla scena afroamericana. Chicago, Texas, Louisiana e Mississippi. Una carrellata entusiasmante che vede come attori Lonnie Brooks, Magic Slim, Hubert Sumlin, Koko Taylor, la nutrita rappresentanza di Woodstock capitanata da Alvin Lee e Richie Evans, Otis Rush, Albert King, Chuck Berry, Bo Diddley, Ron Wood, Charlie Watts orchestra, John Lee Hooker, Jerry Lee Lewis, a più riprese Buddy Guy & Junior Wells. Fra le istantanee più belle vale la pena citare la grande attesa che suscitò l’arrivo del chitarrista Steve Ray Vaughan. Il suo concerto verrà ricordato come uno degli appuntamenti più intensi dell’estate 1988. Il musicista texano, al quale per inciso va il grande merito di aver rinvigorito la scena blues di metà anni ottanta, in compagnia dei fidi Double Trouble, ipnotizza la platea e regala un concerto a dir poco strepitoso. Purtroppo di lì a poco il destino presenterà il conto e quella rimarrà la sua unica presenza sui legni del Pistoia blues.
B.B. King re incontrastato della piazza
Nelle pagine: immagini storiche che raccontano l’atmosfera suggestiva del festival. On these pages: historic images evoking the festival’s wonderful atmosphere
L’anno dopo si festeggia in grande stile la saga Blues brothers. La reunion della celebre house band capitanata da Steve Cropper e Matt Guitar Murphy, si completa con l’arrivo di Solomon Burke e dal maestro Cab Calloway, celebre direttore dell’orchestra del Cotton club. Di poco inferiore l’edizione del luglio 1992 con una nutrita rappresentanza proveniente da New Orleans. La scena della crescent city in tutte le sue sfaccettature. Dal blues scarno di Willy De Ville agli accenti cajun di Zachary Richard passando dai maestri Dr John e Johnny Adams per affidare la chiusura ai magnifici costumi dei nativi Wild Magnolias, depositari dei caratteri più folcloristici del carnevale creolo. Gli anni novanta segnano di fatto i primi vagiti della globalizzazione. Il blues allarga i suoi confini. In uno spazio temporale di oltre venti anni, in ordine sparso marcano la presenza Robert Cray, Jerry Lee Lewis, Van Morrison, Johnny Winter, Bob Dylan David Byrne, John Mayall, Robert Plant, Steve Winwood Jeff Beck, Canned Heat Patti Smith, Jethro Tull, Deep Purple, Taj Mahal, Ry Cooder, Bill Wyman, Santana, Lou Reed, Robby Krieger e Ray Manzarek, Joe Cocker, Greg Allman, Ben Harper, Lenny Kravitz, Black Crowes. Questo esercizio potrebbe durare giorni e giorni tanti sono gli artisti invitati. Chiudiamo idealmente la carrellata con il re incontrastato della piazza. Sua maestà B.B. King. Presente fin dalla prima edizione, il cantante chitarrista di Memphis ha passato in rassegna tutte le stagioni più belle della musica afroamericana. Non a caso, le sue numerose visite pistoiesi risultano un valore aggiunto ad una delle rassegne musicali più longeve e prestigiose del panorama nostrano e internazionale. Buon viaggio.
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In queste pagine: B.B. King in una delle sue esibizioni a Pistoia. On these pages: B.B. King in one of his performances in Pistoia 25
City of Music
I love Blues The Pistoia festival is celebrating its 35th birthday this year and remembering the great musicians who have appeared in it
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Nel cuore della cittĂ di Pistoia In the heart of Pistoia
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Voto Eccellente Excellent rating
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is the year the Pistoia Blues Festival was born. And it hit the lethargy of a provincial town enveloped by summer heat like a veritable cyclone. On the 14th and 15th of July Piazza del Duomo was the stage for an event which, in retrospect and without exaggeration, we can call epoch making. Unexpectedly, in a period of general organisational difficulty, some of the greatest names in the international blues scene descended on the town. Muddy Waters, B.B King, Fats Domino, Dizzy Gillespie, Joe Williams and Alexis Korner set the town alight for two days with a large band of Italians too from the afternoon into late at night on a stage set up below the Giano building. The result was a surprise. Thousands of people invaded the town, sounds and colours suffused the streets of the town centre and opened the floodgates to an event which emerged as one of the most important in Italy over the years. In just a few years Pistoia became one of the capitals of Italian music. Through a number of vicissitudes, a series of editions saw appearances by John Mayall, Frank Zappa, Jackson Browne, Buddy Guy, James Cotton, Albert Collins, Rory Gallagher and Jimmy Page. In 1986 the event was extended with a longer programme which kept the square busy for a number of days. The event then picked up speed and side events joined the fray which branched out into the most popular meeting places in Pistoia. Putting some order to our memories is not easy - one at a time the old neighbourhood centre, the Santa Barbara fortress, the Napoleonica hall, the public gardens and the town centre’s bars were brought into the event. Careful eyes and ears scanned the geographical areas linked to the Afro-American scene. Chicago, Texas, Louisiana and Mississippi. It
was a fascinating scene which featured Lonnie Brooks, Magic Slim, Hubert Sumlin, Koko Taylor, a large party from Woodstock led by Alvin Lee and Richie Evans, Otis Rush, Albert King, Chuck Berry, Bo Diddley, Ron Wood, the Charlie Watts orchestra, John Lee Hooker, Jerry Lee Lewis and also Buddy Guy & Junior Wells more than once. One of the most exciting moments worthy of special mention have included the arrival of guitarist Steve Ray Vaughan. His concert will be remembered as one of the most intense moments of the summer of 1988. This Texan musician who, in the company of his trusted Double Trouble, has been given credit for reinvigorating the blues scene in the mid eighties, kept the audience spellbound and gave an absolutely magnificent concert. Unfortunately, as fate would have it, this was to remain his only appearance on the Pistoia Blues boards. The following year saw the Blues Brothers saga celebrated in great style. The reunion of this celebrated house band captained by Steve Cropper and Matt ‘Guitar’ Murphy was completed by the arrival of Solomon Burke and maestro Cab Calloway, celebrated director of the Cotton Club. The July 1992 edition was only marginally less exciting with a large party from New Orleans showing off the crescent city’s scene in all its many facets.
From Willy De Ville’s minimalist blues to Zachary Richard’s Cajun nuances via masters such as Dr John and Johnny Adams before the festival’s closing concert entrusted to the indigenous Wild Magnolias, custodians of the most colourful features of the Creole carnival. The 1990s, in fact, saw the first stirrings of globalisation. Blues widened its borders. Over a time frame of twenty years, in random order, the following made their appearance: Robert Cray, Jerry Lee Lewis, Van Morrison, Johnny Winter, Bob Dylan, David Byrne, John Mayall, Robert Plant, Steve Winwood, Jeff Beck, Canned Heat, Patti Smith, Jethro Tull, Deep Purple, Taj Mahal, Ry Cooder, Bill Wyman, Santana, Lou Reed, Robby Krieger and Ray Manzarek, Joe Cocker, Greg Allman, Ben Harper, Lenny Kravitz and Black Crowes. This year’s edition could well last days and days with the number of musicians who have been invited. I’ll finish this overview of the event with the undisputed king of the squares. His Majesty B.B. King. Present right from the festival’s first year, this Memphis singer and guitarist has lived through all the best periods in Afro-American music. Clearly his many visits to Pistoia are an added value for one of the longest lasting and most prestigious musical events in the Italian and international calendars. Happy travelling.
www.pistoiablues.com 27
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L’antica tradizione del confetto di Pistoia
Bianco, tondo e “birignoccoluto” Un dolce piccolo che mette d’accordo le lingue di tutto il mondo
TESTO Filomena Cafaro FOTO Nicolò Begliomini
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Pagine di apertura: varie forme e misure dei confetti di Pistoia; pagina a fianco: la lavorazione nella bassina, con lo zucchero disciolto nell’acqua che cade dall’alambicco formando i “birignoccoli”; a destra: materie prime per le anime dei confetti; sotto: donne a lavoro nella ditta Corsini nel 1922. Opening pages: the various shapes and sizes of Pistoia confetti; facing page: working in the pan with sugar dissolved in water dropping from the still making ‘birignoccoli’; right: raw materials for the heart of the confetti: below: women at work at Corsini’s in 1922.
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embra di tornare bambini entrando nel negozio-laboratorio di piazza S. Francesco, dove la famiglia Corsini produce da anni il tipico confetto pistoiese: una porta a vetri da cui curiosare all’interno, sulla mostra eleganti vasi di vetro con confetti di ogni tipo e un profumo di cioccolata e zucchero che si spande dal laboratorio. È qui che Giorgia Corsini ci racconta una storia che ha inizio 96 anni fa: “Il mio bisnonno, il Cavaliere Umberto Corsini, era un importatore di prodotti coloniali e birra ed aveva quindi una certa contiguità con il mondo del cacao. Dopo la fine della prima guerra mondiale, rilevò dei macchinari per la lavorazione del cioccolato da un’attività veneta interrotta per motivi bellici. Ebbe alcune esperienze lavorative in Svizzera, poi fece ritorno in città con il mio nonno ancora piccolo. Cominciò a produrre cioccolato, biscotteria secca e decise inoltre di dedicarsi alla produzione artigianale dei tipici confetti di Pistoia, secondo le ricette della tradizione medievale”. È documentata infatti dalla seconda metà del Trecento l’usanza, in occasione dei festeggiamenti del 25 luglio in onore del santo patrono Jacopo, di servire una “colazione zuccherina” al vescovo, ai chierici, ai magistrati e ai nobili, in cui non mancava mai il confetto. Bianco, tondo e “birignoccoluto”, come dicono i pistoiesi, ovvero bitorzoluto, detto infatti proprio per queste increspature anche “confetto a riccio”. Le anime dei confetti, semi di anice o di coriandolo nel caso delle ricette più antiche, subiscono una prima “incamiciatura”, ovvero vengono ricoperte di zucchero nelle bassine, recipienti ruotanti di rame, riscaldati da fiammelle a gas. Successivamente da un alambicco cade, prima a filo e poi a goccia, dello zucchero disciolto in acqua, che fa così aumentare il volume del confetto, conferendogli la forma caratteristica. È per questo che il confetto va lasciato sciogliere in bocca, fino a scoprirne il cuore gustoso. La lavorazione nella bassina dura circa dieci ore e richiede occhi e mani esperte; infatti il processo risente delle condizioni climatiche, in particolare è
necessario prestare attenzione alla temperatura e al tasso di umidità e si deve controllare che, girando, il confetto non perda l’arricciatura.
Una lavorazione al femminile, dalle origini fino ad oggi È una sapienza artigianale ormai centenaria, tramandata di generazione in generazione, come mostrano le foto dell’archivio di famiglia. Alcuni scatti del 1922 ritraggono lo stabilimento che si trovava nei pressi della stazione ferroviaria e sono delle importanti testimonianze fotografiche di archeologia industriale. Una particolarità che richiama l’attenzione è la costante presenza di manodopera femminile già da allora; ancora oggi l’attività è por-
tata avanti dalla signora Nicla e dalle figlie Giorgia e Ilaria, insieme a diverse collaboratrici: un’attività artigianale tutta al femminile, vegliata – potremmo dire – dalle “vestali “ dello zucchero, che si occupano di rendere dolci gli eventi più lieti dei pistoiesi: nascite, matrimoni, ricevimenti. La fama del confetto di Pistoia è andata ben oltre i confini delle mura della città per intrecciarsi con la storia del cinema. Federico Fellini cercava dei confetti per girare la scena del Carnevale di Venezia per il film “Casanova” del 1976. Durante le sue ricerche, aveva infatti scoperto che confetti increspati venivano lanciati sulla folla festante proprio in occasione del Carnevale, ma non sapeva dove trovarli. Fu il regista pistoiese Mauro Bolognini, che allora lavorava presso la medesima casa di produzione, la DEAR Film, a dirgli che li avrebbe trovati proprio dai Corsini. Solo in questa speciale circostanza i confetti si truccarono come dei veri attori e furono colorati di azzurro, rosa e verde menta. In effetti la tradizione di lanciare confetti in particolari occasioni è attestata anche a Pistoia. Nella cronaca dell’ingresso in città del vescovo Fulvio Passerini del 1599 si legge che “fu fatta una gran salve di coriandoli”; tali coriandoli non sono altro che confetti, chiamati così perché la loro anima era costituita da un seme di coriandolo: da qui deriverebbe il nome dei coriandoli di carta che si lanciano a Carnevale. Ecco perché ancora oggi in molte lingue straniere il sostantivo “coriandolo” viene tradotto al singolare con il nome botanico, mentre al plurale diviene “confetti” con vari adattamenti ortografici: “confetti” in inglese, “Konfetti” in tedesco o “confeti” in spagnolo.
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The ancient sugar coated sweet tradition in Pistoia
Round, white and ‘birignoccoluto’ A small sweet which unites all the languages of the world
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ou feel like a child again when you go to the Piazza S. Francesco workshop where the Corsini family have been making characteristic Pistoia sugar covered sweets for years. A glass door lets you peep inside onto elegant glass containers with every sort of sugar covered sweet in them and chocolate and sugar aromas waft across the workshop. And this is where Giorgia Corsini tells us a story which began 96 years ago: “My great grandfather Umberto Corsini imported colonial products and beer and had a certain familiarity with the world of cocoa. After the end of World War One he acquired machinery for chocolate working from a Veneto business which had had to shut up shop during the war. He gained some work experience in Switzerland and then returned to the city with my still little grandfather. He started making chocolate and biscuits and decided to dedicate himself to craft production of the characteristic Pistoia sugar covered sweets according to medieval era recipes”. The tradition of serving a ‘sweet meal’ to the bishop, the clergy, magistrates and nobles on the occasion of 25th July celebrations in honour of the town’s patron saint, St. Jacob, dates back to the second half of the fourteenth century and this always included sugar covered sweets. Round, white and ‘birignoccoluto’, as the people of Pistoia say, or rather lumpy with ridges which mean that they are sometimes also called ‘curly sugared almonds’. The soul of these sweets, aniseed or coriander seeds in the oldest recipes, underwent their first ‘coating’ or rather they were covered with sugar in pans, rotating copper recipients which were heated by gas flames. Later alambic stills were used for sugar dissolved in water first in a trickle and
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then in drops which increased the volume of the sweets and gave them their characteristic shape. It is for this reason that they should be left to melt in the mouth until you get to their delicious heart. Working in the pans lasted around ten hours and required expert eyes and hands. The process is influenced by weather conditions and care must be taken that temperature and humidity levels are correct and to check that the sweets do not lose their curly appearance when they are turned. It is a craft skill which is now more than a hundred years old and has been passed on from generation to generation as the photos in the family collection show. A few snaps from 1922 show the family factory near the railway station and are important photographic industrial archi-
tecture. One detail which draws the eye is the constant presence of female employees even at the time. The business is still managed by Signora Nicla and her daughters Giorgia and Ilaria together with a number of female employees. It is an all woman craft company watched over, we might say, by the ‘vestal virgins’ of sugar who make sure they sweeten the happiest Pistoia events births, marriages and receptions. The fame of the Pistoia sugared sweet goes well beyond the walls of the town and has woven itself into cinema history. Federico Fellini was looking for sugared sweets for the Venice Carnival scene in his 1976 film “Casanova”. His research had brought to light the fact that curly sugared sweets were once thrown on partying crowds
precisely on the occasion of the Carneval but he didn’t know where to find such sweets. It was the director Mauro Bolognini who was then working at the same production house, DEAR Film, who told him to try Corsini’s. And on this special occasion these sugar covered sweets were turned into authentic actors and coloured with blue, pink and mint green. There is evidence of the tradition of throwing sugar covered sweets on special occasions in Pistoia too. The chronicles recount that when Bishop Fulvio Passerini entered the town in 1599 he was “greeted with a great volley of coriandoli” and these ‘coriandoli’ were no other than sugar covered sweets which were called this because they had a coriander seed inside. This is the origin of the name used for paper coriandoli thrown at Carneval time. This is why the singular of the noun ‘coriandolo’ is still formed with its botanical name in many languages while it becomes ‘confetti’ in the plural with a range of spelling differences (e.g. confetti in English, konfetti in German and confeti in Spanish, etc.).
Pagina a fianco, in basso: varie tipologie di confetti esposte nel negozio; in alto: tre fasi della lavorazione; sopra: la ditta Corsini nel 1922. Facing page, below: various types of confetti shown in the shop; above: three stages in working; above: Corsini’s in 1922.
RIVISTA TRIMESTRALE DEDICATA A IL PROGETTO DEL PAESAGGIO CONTEMPORANEO CONTEMPORARY LANDSCAPE PROJECT
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Il castello di Montecatini Alto
I più bei paesaggi Storia di un complesso monumentale attraverso i secoli e i visitatori più illustri
TESTO Emanuel Carfora
FOTO Nicolò Begliomini FOTO AEREE Woola.it
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a leggenda racconta che ad inizio Trecento Dante Alighieri si fosse rifugiato a Montecatini Alto, durante le sanguinose lotte fra guelfi e ghibellini. Poco fuori le mura del castello, il Sommo Poeta fu avvicinato da alcuni sconosciuti che gli rivolsero una domanda: “Stiamo cercando un certo Dante Alighieri, lo avete mai incontrato in questo castello?”. Sembra che Dante abbia risposto con queste parole: “C’era quando c’ero”. La vicenda di Montecatini Alto, in effetti, è strettamente legata a fatti storici e grandi personaggi del passato. In questo castello nacque il celebre medico e idrologo Ugolino Caccini, detto Ugolino da Montecatini (1345-1425). Le architetture militari rimandano ad un trascorso bellicoso, che ha visto la totale distruzione del castello nel 1554, per ordine di Cosimo I de’ Medici. Delle 25 imponenti torri che costituivano il sofisticato sistema difensivo, ben poche si possono riconoscere nell’attuale impianto abitativo. La particolare forma del colle ha determinato la presenza di due rocche, quella vecchia e quella nuova, detta anche del “Carmine”, oggi scomparsa. Qui si ammirano ruderi e torri medievali, come quella del famoso orologio, con quadrante a sei ore, indicate con numeri romani. Il verde delle foglie avvolge la sommità di queste impor-
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tanti testimonianze del passato, ancora presenti nei pressi della Chiesa del Carmine (sec. XIII) e dell’ex chiesa di Santo Stefano. L’originale orologio, simile a quello presente nel castello di Montevettolini, è in contatto visivo con il nucleo più antico dell’insediamento medievale: la rocca vecchia. La poderosa torre campana-
Giuseppe Verdi amava particolarmente lo splendido panorama che si può contemplare dal castello ria, già struttura difensiva, domina sull’ingresso della chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. All’interno dell’edificio religioso sono ancora presenti elementi architettonici romanici (capitelli delle colonne), nonostante il più tardo aggiornamento barocco del secolo XVIII. Oltre alle numerose opere d’arte presenti, negli ambienti
di questo antico luogo di culto sono conservati reperti artistici degni di nota, custoditi nel Museo di Arte Sacra. Fra tutti il reliquiario di Santa Barbara, patrona di Montecatini (sec. XV). Poco distante dalla chiesa si trova la suggestiva rocca pentagonale, realizzata dopo la conquista del castello per mano fiorentina (sec XIV). All’interno della struttura difensiva si trova ancora una delle antiche torri, mentre scavi archeologici hanno indicato la presenza di private abitazioni databili ai secoli XI-XII. Proprio in uno spazio delle mura della rocca è stato ricavato il sedile in pietra di Giuseppe Giusti, noto poeta del Risorgimento italiano che amava trascorrere lunghi periodi nel castello, presso l’abitazione del padre situata nei pressi della chiesa di San Pietro Apostolo. La meritata fama di Montecatini Alto, tuttavia, non è legata solo alla presenza – più o meno documentata – di poeti come Dante e Giusti, bensì alla sua forte vocazione turistica. L’ospite più illustre del castello fu Giuseppe Verdi, che considerava quelli di Montecatini Alto i più splendidi panorami che avesse mai visto. Fra Otto e Novecento, grazie anche ai facili collegamenti garantiti dalla storica funicolare, inaugurata nel 1898, il castello beneficia di lungimiranti investimenti nell’ambito della ricezione alberghiera e della ristorazione. Il castello medievale riesce a rinnovare la sua immagine senza snaturare l’originaria identità, diventando stazione climatica e calamita turistica in grado di offrire un valido
Pagine di apertura: veduta aerea di Montecatini Alto; a sinistra: ingresso alla funicolare e vetture in corsa; in basso da sinistra: la torre dell’orologio con quadrante a sei ore, ingresso Chiesa del Carmine, ingresso della Chiesa e Monastero di S. Maria a Ripa, nei pressi di Porta al Borgo e epigrafe dedicata a Giuseppe Verdi. Opening page: aerial view of Montecatini Alto; left: entrance to the funicular railway and trains during the journey; bottom left: the clock tower with six hour quadrants, the entrance to Chiesa del Carmine, entrance to the S. Maria a Ripa Church and Monastery near Porta al Borgo and epigraph dedicated to Giuseppe Verdi.
diversivo ai frequentatori delle terme di Montecatini. Sulla centrale Piazza Giusti si attestano edifici antichissimi riadattati con gusto e attenzione a luoghi di accoglienza. Come nel caso dell’antico Parlascio, luogo dove si tenevano le pubbliche assemblee e poi diventato Teatro dei Risorti. L’eclettismo del linguaggio architettonico è dovuto ad un rifacimento di inizio Novecento, ancora oggi apprezzabile per i colori e l’originalità della facciata. La piazza, con i suoi numerosi ristoranti e caffè, testimonia il felice dialogo fra tradizione e modernità, rendendo Montecatini Alto uno dei più suggestivi borghi medievali della Toscana… e quindi del mondo.
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Nelle pagine: una visione della Valdinievole con sullo sfondo Monsummano Alto. On these pages: a view of Valdinievole with Monsummano Alto in the background. 42
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Montecatini Alto castle
The most beautiful landscapes The history of an ancient site through the centuries and a series of illustrious visitors
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egends recount that Dante Alighieri took refuge in Montecatini Alto in the early fourteenth century during the bloody Guelph-Ghibelline wars. Just outside the castle, the great poet was approached by a few strangers who asked him a question: “We’re looking for a certain Dante Alighieri. Have you ever met him in this castle?”. It seemed that this was the answer Dante gave: “He was there when I was”. The Montecatini Alto story is effectively closely bound to historic events and great figures from the past. Celebrated doctor and hydrologist Ugolino Caccini, called Ugolino da Montecatini (1345-1425) was born in the castle. Its military architecture reverberates with a warlike past which saw the total destruction of the castle in 1554 on the orders of Cosimo I of the Medici family. Of the 25 imposing towers which made up the castle’s sophisticated defensive system, very little is recognisable in the current settlement plan. The unusual shape of the hill led to
the development of two forts, the old and new fortresses, the latter of which is also called Carmine and has now disappeared. You can admire medieval ruins and towers here such as the famous clock tower with six hour quadrants and Roman numerals. Verdant leaves have now cloaked these important traces of the past right to the top and much has survived in the vicinity of the Carmine Church (XIIIth century) and the former church of Santo Stefano.
The original clock, similar to the one in the castle in Montevettolini, is in visual contact with the oldest nucleus of the medieval settlement - the old fortress. Its imposing bell tower, once defensive in purpose, dominates the entrance to the San Pietro Apostolo parish church. Romanesque architectural elements have survived inside the church - the column capitals - despite later Baroque additions in the eighteenth century. In addition to the many works of art present the-
re are many notable artistic finds in the Sacred Art Museum the most important of which is the Santa Barbara reliquary, Montecatini’s patron saint (XVth century). The evocative pentagonal fortress is just a short distance from the church and was built after the castle was taken by Florence (XIVth century). One of the the oldest towers is to be found inside this defensive building and archaeological excavations have brought to light traces of private homes dating to the eleventh and twelfth centuries. The stone seat used by Giuseppe Giusti - well-known Italian Risorgimento poet who loved to spend long periods of time in the castle at his father’s house in the vicinity of the San Pietro Apostolo church - is set into a niche in the fortress walls.
Montecatini Alto’s well deserved fame, however, is not bound solely to the visits - variously documented - of poets such as Dante and Giusti but also to its important tourist status. The castle’s most illustrious guest was Giuseppe Verdi who considered Montecatini Alto’s panoramas to be some of the most magnificent he had ever seen. The castle benefited from far-sighted hotel and restaurant investments in the nineteenth and twentieth centuries linked to convenient accessibility guaranteed by its funicular railway which was opened in 1898. The medieval castle managed to modernise its image without damaging its original identity and became a summer health resort and tourist magnet capable of offering a valid alternative to the spa baths’ many visitors. Central Piazza Giusti is home to very old buildings modernised with taste and style into tourist facilities. The historic Parlascio building - once public assembly hall and now Teatro dei Risorti - is a case in point. The eclecticism of its architectural language dates to modernisation work in the early twentieth century whose colours and original façade are still worthy of note today. The many restaurants and cafés on the square highlight Montecatini Alto’s happy dialogue between tradition and modernity which makes it one of the most beautiful medieval towns in Tuscany and thus in the world.
A sinistra: antico Parlascio, poi Teatro dei Risorti, nella centrale Piazza Giusti; sopra: i caffè presenti nella piazza centrale e un’immagine antica di inizio Novecento; sotto: veduta panoramica della piazza e suggestivi vicoli del castello. Left: the historic Parlascio, later Teatro dei Risorti in central Piazza Giusti; above: cafés in the central square and a historic image from the beginning of the twentieth century; below: a panoramic view of the square and evocative alleyways in the castle.
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Cicloturismo
Scoprire il territorio pedalando Un percorso nella valdinievole fino a Montecatini Alto TESTO Pier Angelo Mazzei
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i parte dalla stazione di Montecatini Terme e pedalando in fila indiana su via Pistoiese ci dirigiamo a Pieve a Nievole arrivando a piazza XXVII aprile, la principale del paese; un tempo era soprannominata dai maldicenti “piazza de’ pèori”, in omaggio ad una categoria maritale che si diceva diffusa in quella zona: la categoria dei mariti cornuti. Oggi nella piazza troneggia un monumento marmoreo collocato nel 1995, di sicuro interesse perché potrebbe essere interpretato come l’ultimo monumento realizzato in omaggio ad una ideologia ormai passata alla storia dopo la caduta del muro di Berlino. Si riparte svoltando a destra e, attraversato il passaggio a livello, scendiamo sulla via Francesca verso il centro di Monsummano. Nella grande e bella piazza la statua del poeta monsummanese Giuseppe Giusti, alta sul suo piedistallo, ci accoglie e ci invita ad ammirare gli edifici che la circondano: si fronteggiano da lontano il cinquecentesco Santuario della Fonte Nuova eretto in ricordo di alcuni miracoli mariani tra i quali quello della apparizione di una nuova sorgente di acqua freschissima, tuttora esistente sotto la chiesa, e l’austera Osteria dei pellegrini, oggi museo etnografico; entrambi gli edifici sono ornati da ampi porticati destinati un tempo a riparo dei pellegrini poveri che si recavano in visita al Santuario. Ci inoltriamo sulla strada che porta a Grotta Parlanti, centro termale in attesa di riapertura, dove voltiamo a destra in via Tre Fontane, ignorando
l’erta che conduce all’antico silenzioso castello di Monsummano Alto che, dalla sua torre e dalle sue mura e porte, domina la Valdinievole; poi, con un percorso ondulato in mezzo alla campagna, raggiungiamo il Ponte di Serravalle. Attraversata la strada regionale imbocchiamo via della Nievole che costeggia il fiume fiancheggiato da antichi opifici che testimoniano l’importanza dell’acqua come fonte di energia fino a pochi decenni fa. Si passa il ponte che attraversa il
fiume e risaliamo l’impegnativa via delle Vigne, attraversando oliveti e boschi di querce, fino a raggiungere Vico. A questo punto, voltando a sinistra, si impone una sosta e visita a Montecatini Alto. Il rientro, in veloce discesa, è breve: si passa davanti alla grotta Maona, che deve il nome all’antica famiglia longobarda dei Conti di Maona; si raggiunge infine l’area termale e la grande pineta di Montecatini.
Cycling tourism
Discover the area by bike A route from Valdinievole to Montecatini Alto
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tarting from Montecatini Terme station and cycling in single file along Via Pistoiese our route takes us to Pieve a Nievole to Piazza XXVII Aprile, the main square of the town and once called ‘piazza de’ pèori’ by gossips in reference to a category of husbands which were said to be common in the area, those who are cheated on. The square is now home to a marble monument placed there in 1995 and of certain interest because it could be interpreted as the last monument to be made in homage to an ideology which passed into history with the fall of the Berlin Wall. Our route continues to the right crossing a level crossing and continuing on Via Francesca towards Monsummano town centre. A statue of Monsummano poet Giuseppe Giusti atop his pedestal welcomes us to the town’s large and attractive square and invites us to admire the buildings around us. We’re facing at a distance the sixteenth century Santuario della Fonte Nuova which was built in memory of some Marian miracles including the appearance of a new fresh water spring which is still present under the church and the severe Osteria dei Pellegrini which is now the ethnographic museum. Both buildings have large porticoes which once served to shelter the poor pilgrims who visited the sanctuary. We set off on the road which leads to Grotta Parlanti, a soon to be reopened spa bath centre where we turn right into Via Tre Fontane ignoring the sharp climb to the ancient and silent castle of Monsummano Alto which dominates the Valdinievole with its tower and gates. Then, after winding our way through the countryside we reach the Serravalle bridge. After a section of regional road we take Via della Nievole and follow it along the river through historic workshops which bears witness to the importance of water as a source of energy until a few decades ago. We cross the bridge across the river and climb up challenging Via delle Vigne through olive groves and oak forests as far as Vico. At this point, a left turn takes us to a break to visit Montecatini Alto. Returning rapidly in descent takes us past Grotta Maona which owes its name to the ancient Longobard family of the Maona Counts to the spa bath area and the large Montecatini pine forest.
Km 20, Dislivello - Altitude gain 200 m Per info - For info: FIAB Amici della Bicicletta della Valdinievole Tel. +39 0572-73888 - Mob. +39 329 4510384
Conad, energia verde
Il colosso italiano dei supermercati insieme a Officinae Verdi e WWF in “Energia a Km 0 Project” Con l’energia del sole Conad del Tirreno è sempre più amica dell’ambiente. Forte di 216 soci imprenditori, con oltre 9mila occupati, 332 punti vendita tra Toscana, La Spezia, Sardegna e Lazio e un fatturato 2013 di 2,2 miliardi di euro, Conad del Tirreno scommette sull’energia verde e su un nuovo modello di generazione energetica distribuita, la cosiddetta centrale diffusa. Cinque impianti fotovoltaici per 4,9 Mwp complessivi, attraverso i quali Conad produrrà un risparmio di 3.600 tonnellate all’anno di anidride carbonica, equivalenti a 600 ettari di bosco. Obiettivo: riduzione delle emissioni di CO2 del 40% al 2020. Tutto parte dall’adesione a “Energia a km 0 Project”, la piattaforma di Officinae Verdi basata sulla visione
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energetica del WWF per la diffusione di efficienza e fonti rinnovabili nelle imprese del territorio. Conad del Tirreno presenta un Piano di sostenibilità energetica e ambientale in linea con i nuovi obiettivi comunitari proposti dalla Commissione UE e diventa la prima azienda del settore ad aver recepito l’importanza di un’inversione di rotta nel ciclo dei consumi energetici e ad aver accolto l’appello degli esperti su un tema di cruciale importanza. L’emergenza riscaldamento globale, causata dalla massiccia emissione di gas serra nell’ambiente, non è più sostenibile e occorre porvi rimedio con urgenza e senso di responsabilità. E’ proprio l’ultimo rapporto del Gruppo Intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici a lanciare l’allarme: abbiamo solo 17 anni per invertire la tendenza e l’obiettivo è quello di ridurre di almeno il 40% le emissioni da qui al 2050, in modo da contenere l’aumento della temperatura globale entro i due gradi, il massimo ritenuto sostenibile. Per ottenere questo, gli esperti raccomandano una drastica riduzione dell’utilizzo di fonti fossili a favore dell’impiego di fonti rinnovabili. E Conad ha avviato un piano di sostenibilità energetica e ambientale finora senza precedenti nella GDO, volto proprio al raggiungimento di tale obiettivo. L’efficientamento energetico promosso dall’azienda coinvolge tutta la rete di vendita. Gli indici di risparmio in termini di CO2 e petrolio sono monitorati h24 grazie agli energy mirror, display che saranno in grado di mostrare i dati in tempo reale anche all’interno dei singoli punti vendita. In tutto questo la tecnologia si rivela alleato importante: l’ultimo dei cinque impianti fotovoltaici realizzati da Conad del Tirreno tra Toscana, Sardegna e Lazio, quello del Centro Direzionale di Montopoli in Val d’Arno, è talmente all’avanguardia che, oltre a ridurre le perdite e a massimizzare la produzione di ogni
modulo del 25% grazie a inverter efficientissimi e a ottimizzatori di potenza, riesce addirittura a rilevare automaticamente eventuali guasti, permettendo l’immediata risoluzione dei problemi. L’impegno di Conad per i prossimi cinque anni è notevole e passerà anche per una serie di interventi volti al miglioramento dell’efficienza energetica direttamente sui punti vendita, che coinvolgeranno il sistema di illuminazione, quello di climatizzazione e la catena del freddo, con l’installazione di impianti full led e attrezzature a freddo. “L’attenzione all’ambiente – dice Ugo Baldi, amministratore delegato di Cona del Tirreno - fa parte della nostra visione di responsabilità sociale e la scelta di destinare a questo progetto investimenti importanti, nasce dalla convinzione che genererà benefici in termini di risparmio energetico e impatto ambientale, con ricadute positive sul territorio”. L’esempio di Conad è lampante: abitare un territorio, viverlo e produrre nel rispetto della natura e delle persone, senza però rinunciare all’efficienza, è, adesso, possibile. Basta solo l’impegno per far sì che questo si realizzi, diffondendo l’etica del consumo consapevole ed estendendola alle realtà più diverse. Ciò che Conad sintetizza nel suo slogan pare quindi una promessa ben mantenuta. V. F.
In alto uno degli impianti fotovoltaici installati. In basso a sinistra Ugo Baldi AD Conad del Tirreno. A desta negozio Sapori & Dintorni dove viene proposto il meglio dei prodotti tipici italiani. The top: photovoltaic systems installed; below on the left Ugo Baldi General Manager of the Conad Tirreno: On the right a “Sapori & Dintorni” store where the top quality italian food is sold; in the following page some Conad everyday life moments.
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Conad, Green energy The Italian supermarket colossus together with Officinae Verdi and WWF in the 0 Km Energy Project With solar energy Conad del Tirreno is an even greater friend of the environment. With its 216 business partners, more than 9000 employees, 332 sales points in Tuscany, La Spezia, Sardinia and Lazio and a turnover in 2013 of 2.2 billion Euro, Conad del Tirreno is gambling on green energy and a new energy distribution model, the so-called diffused energy plant. Five photovoltaic plants for an overall total of 4.9 Mwp with which Conad will save 3600 tons per year of carbon dioxide equivalent to 600 hectares of forest. Objective: reducing CO2 emissions by 40% by 2020. All this began with our commitment to the 0 km Energy Project, the Officinae Verdi platform based on the WWF’s energy vision for the diffusion of energy efficiency and renewable energy sources in the businesses of the area. Conad del Tirreno has presented an Energy and Environmental Sustainability Plan in line with the new European Community objectives drawn up by the EU commission and has become the foremost company in the sector to take on board the importance of a turnaround in energy consumption cycles and to have listened to the appeal of the experts on this crucially important theme. The global warming emergency caused by the massive emission of greenhouse gases into the atmosphere can no longer be sustained and urgent and responsible re-
medies must be sought. It is precisely the last intergovernmental group expert report on climate change which has raised the alarm. We have only 17 years to invert current tendencies and the objective is to reduce emissions by at least 40% by 2050 in order to limit increases in temperature to 2 degrees Celsius, the maximum considered sustainable. To achieve this, the experts recommend a drastic reduction in the use of fossil fuels in favour of renewable sources. And Conad has launched an energy and environmental sustainability plan with no precedents to date in the large scale retail chain aimed at reaching these objectives. The energy efficiency process sponsored by the company involves its whole sales network. Savings indexes in terms of CO2 and petrol are monitored 24 hours a day with an energy mirror, a display which is capable of showing data in real time even within each single sales point.
Technology has been revealed to be an important ally in all this: the latest of the five photovoltaic plants built by Conad del Tirreno in Tuscany, Sardinia and Lazio, the Montopoli in Val d’Arno Management Centre, is so avantgarde that, as well as reducing losses and maximising the production of each module by 25% thanks to highly efficient inverters and power optimisers, it can even detect automatically any faults in the system enabling these to be resolved immediately. Conad’s commitment for the next five years is considerable and will pass through a sequence of actions aimed at improving energy efficiency directly at sales points involving the whole lighting system, air conditioning and the cold chain with the installation of full led equipment and cold plants. “This care for the environment”, said Ugo Baldi, the Conad del Tirreno managing director, “is part of our social responsibility vision and our decision to invest considerable amounts of money in this project was born from a belief that it will bring benefits in terms of energy saving and environmental impact which will impact positively on the area”. Conad’s example is striking: living in an area, experiencing it and producing in a way which respects nature and people without giving up efficiency is now possible. All it takes is commitment to bring this to fruition, disseminating a responsible consumption ethic and extending it to the most diverse contexts. It would seem that what Conad summarises in its slogan is a promise well kept. V. F.
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Alfiero Cappellini
Raccontare per immagini I lavori tradizionali e i paesaggi della campagna pistoiese nelle tele dell’artista nato nel 1905 TESTO Lorenzo Cipriani
FOTO Archivio Galleria Vannucci Archivio Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia
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i conosce un territorio anche attraverso le rappresentazioni artistiche che ne sono state fatte durante i vari periodi storici. I paesaggi delle campagne pistoiesi, delle colline verdi con i loro piccoli borghi, dei fiumi che scendono alla pianura, delle case coloniche, dei covoni di paglia, così come la rappresentazione dei lavori campestri che un tempo scandivano i mesi e la vita quotidiana, sono stati negli anni fonte di ispirazione per numerosi artisti che attraverso i loro dipinti hanno raccontato la vita e il carattere di questi luoghi. Questo è il caso di Alfiero Cappellini, artista pistoiese nato nel 1905, che per tutta la vita si è cimentato nell’arte del raccontare per immagini. Nel vedere oggi i suoi dipinti si riconoscono i luoghi della campagna pistoiese. Si riconoscono, appunto, cioè si conoscono di nuovo, come in un continuo processo di analisi introspettiva che riguarda chi questi luoghi li ha vissuti e conserva memorie personali legate alle proprie origini e al proprio passato. Per chi oggi veda per la prima volta le opere di Cappellini, forse una chiave di lettura preliminare potrebbe essere questa: cer-
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care di comprendere un territorio attraverso quei paesaggi pervasi dalla luce, quei colori accesi accostati con la cura di chi compie un lavoro paziente e necessario, come quello dei campi, quelle figure umane colte nella loro attività di un tempo. Il vangatore, il funaio, i cavatori di pietra, il contadino che arrota la falce: sono tutte rappresentazioni del carattere del territorio pistoiese, così come lo sono i paesaggi o gli elementi colti dall’ambiente naturale come gli alberi, i fiori o le nature morte.
“Penso che l’arte debba essere felicità” Anche se oggi non esistono più queste figure di lavoratori e i paesaggi sono stati modificati dalle costruzioni e dall’opera dell’uomo, se ne percepisce ancora la presenza, così come si percepisce tutto il passato che attraverso i secoli ha plasmato questi luoghi. Ecco che allora di fronte ad un dipinto di Cappellini ci si trova a riflettere su tutto questo portato di memorie e di culture che sono l’essenza del territorio pistoiese. Una pittura che fu aggiornata rispetto alle correnti artistiche del primo Novecento e che già tendeva ad intuire quella grande rivoluzione astratta dell’arte informale, che decretò la vera cesura tra rappresentazione figurata e azione rivolta al processo creativo. Figlio di un imbianchino, che inizialmente osteggiò la sua vocazione artistica, Cappellini non ebbe una vita facile, ma non abbandonò mai l’attività pittorica, che lui stesso definiva una “necessità”. Rispetto agli altri pittori pistoiesi, amici e sodali riuniti sotto il nome di “Cenacolo di Pistoia”, Cappellini si distinse per un carattere più originale, più aspro e meno lirico, forse più vicino alle esperienze innovative che in quegli anni stavano maturando al di fuori della pittura postimpressionistica e della lezione di Soffici alla quale gran parte dell’arte toscana si era conformata. Rimangono alcuni scritti autobiografici che furono pubblicati sulle riviste culturali del tempo
fino al 1969, anno in cui Alfiero Cappellini morì a Pistoia, la sua città; scritti che oggi sono stati ampiamente ripubblicati su varie edizioni critiche dell’opera dell’artista. In uno di questi, datato 1939, si legge: “So che il resto dei miei anni li dedicherò ancora alla pittura, ed in ultima analisi, al raggiungimento di un ideale di felicità,
perché ancora penso che l’arte, cioè il credere in qualcosa che va oltre i limiti della nostra conoscenza, inserendosi nell’ordine spirituale delle cose, debba essere felicità”. Ci piace credere che anche questo pensiero sia parte del carattere del territorio pistoiese e di tutti i suoi abitanti.
Nelle pagine precedenti: Paesaggio, olio su tela, 1953 circa cm 70x80; Paesaggio – disegno a penna su carta, 1954 cm25,5x38; in questa pagina: in alto a destra, Autoritratto, olio su tela, 1954 cm40x50; qui a fianco: Funai a Pistoia, 1937, olio su carta intelata cm150x100; nella pagina a destra: Cavallo sulla spiaggia, olio su tela cm 50x70. On the previous pages: Paesaggio, oil on canvas, 1953 approx. cm 70x80; Paesaggio – pen drawing on paper, 1954 cm 25.5x38; on this page: top right, Autoritratto, oil on canvas, 1954 cm 40x50; facing page, Rope-makers in Pistoia, 1937, oil on canvas backed paper cm 150x100; on right hand page: Cavallo sulla spiaggia, oil on canvas cm 50x70. 52
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Nelle pagine: Alfiero Cappellini, paesaggio, 1960 circa. On the pages: Alfiero Cappellini, landscape, 1960 approx.
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Alfiero Cappellini
Telling a story with images The traditional work and landscapes of the Pistoia countryside in the paintings of this 1905 born artist
Da quattro generazioni per la QualitĂ Four generations of quality products
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e can get to know an area by means of the art depicting it over its various historic periods. The Pistoia countryside with its green hills and small hamlets, rivers flowing across the plains, farm houses, bales of hay, just like images of work in the fields which once marked out the months and daily life, have been a source of inspiration for the many artists who have depicted the life and character of these places in their art. This is the case with Alfiero Cappellini, a Pistoia artist born in 1905 who threw himself into the art of storytelling by images for his whole life. The places of the Pistoia countryside are recognisable in his paintings today. We recognise them and thus get to know them once again in a continual process of introspective analysis relating to those who have lived through and have personal memories of these places in their origins and past. Those who are seeing Cappellini’s work for the first time should perhaps approach them in this way initially: try to come to an understanding of this land by means of these landscapes pervaded with light, these bright colours put together with the care and attention of those who are taking on a meticulous but necessary task like that in the fields, those human figures caught in their activities of yesteryear. Diggers, ropemakers,
stone quarry workers, peasants sharpening their scythes: these all represent the character of the Pistoia area in the same way as its landscapes or cultivated areas in the natural environment such as trees, flowers or still life. Even if such figures no longer exist today and the landscapes have been modified by building and the work of man we still feel their presence just as we understand the past which has shaped these places over the centuries. So faced with a painting by Cappellini we find ourselves reflecting on all this baggage of memory and culture which is the essence of the Pistoia area. These are paintings which were up-to-date as compared to the artistic currents of the early twentieth century and which tended to pick up the great abstract revolution of informal art marking figurative art out from action focusing on the creative process. The son of a painter and decorator who initially opposed his artistic vocation, Cappellini’s life was not an easy one but he never abandoned his painting which he himself called a ‘necessity’. As compared to the other Pistoia painters and their friends and associates who were united under the name ‘Cenacolo di Pistoia’ Cappellini marked himself out for his more original personality, harsher and less lyrical and perhaps closer to the innovative experiences which were coming to fruition outside the scope of post-impressionist painting and the lessons by Soffici to which the majority of Tuscan artists conformed. Some autobiographical writings have survived and these were published in the cultural reviews of the day until 1969 the year in which Alfiero Cappellini died in Pistoia, his town. These writings have now been widely republished in various critical editions of the artist’s work. In one of these, dated 1939, we read: “I know that I’ll dedicate my remaining years to painting once
again and in the last analysis, to reaching an ideal of happiness because I still think that art, that is believing in something which goes beyond the limits of our knowledge and which are part of the spiritual order of things, must be happiness”. We like to believe that this thinking is part of the Pistoia area and all its inhabitants.
Nella pagina precedente: Figura in giallo, olio su tela, cm50x60; in questa pagina, a sinistra: senza titolo, disegno a pennarello su carta, 1955 cm25x37; a destra: senza titolo, olio su cartone telato, cm50x70. On the previous page: Figura in giallo, oil on canvas, cm 50x60; on this page, left: untitled, felt tip pen on paper, 1955 cm 25x37; right: untitled, oil on canvasbacked cardboard, cm 50x70. 57
Vai all’estero? Stai attento ai souvenir che riporti a casa! In viaggio all’estero capita di voler acquistare un souvenir senza soffermarsi a pensare ai materiali con cui è fatto e a chiedersi: sarà legale? Spesso questo comportamento alimenta inconsapevolmente il traffico di animali e piante protetti e dei loro derivati: anche una statuina di legno, se proviene da una pianta protetta, diventa oggetto di bracconaggio. Il commercio illegale di animali e piante protette è ancora una delle principali cause di diminuzione delle specie in natura e costituisce un importante illecito, secondo solo a quello delle armi e della droga. Nel 1973 è stato siglato un accordo internazionale, “CITES”, per regolamentare il commercio di fauna e flora; vi aderiscono ben 175 Paesi tra cui l’Italia. Tale accordo include sia le specie da tenere sotto controllo e per le quali il commercio è permesso entro alcuni limiti, sia quelle minacciate di estinzione, per le quali il commercio è vietato. Poche persone però conoscono queste limitazioni e durante il viaggio nei Paesi esotici acquistano souvenir vietati. In questo modo non solo causano un danno alle specie a rischio di estinzione ma, una volta arrivati alla dogana, incorrono nel sequestro degli oggetti ed in multe molto salate. Il Giardino Zoologico di Pistoia collabora da anni con l’Ufficio CITES del Corpo Forestale dello Stato organizzando mostre a tema, convegni e attività didattiche per informare i visitatori e condividere 58
il valore del turismo sostenibile. Dalle valigie dei turisti “distratti” il Corpo Forestale dello Stato sequestra sopratutto: esemplari vivi di pappagalli, rapaci, scorpioni, scimmie e rettili, prodotti ricavati da zanne e pelle di elefante, pellicce di leopardo o di tigre, scialli di shahtoosh (lana ricavata da una rara antilope tibetana), stivali, valige, cinture, scarpe, cinturini di orologio in pelle di serpente, lucertola, coccodrillo ed alligatore, articoli in tartaruga e carapaci di testuggine, conchiglie di strombi giganti, caviale, corallo (sia vivo, che sotto forma di gioielli, come collane, orecchini e soprammobili), prodotti della Medicina Tradizionale Cinese contenenti ossa di tigre, di leopardo, corna di rinoceronte, bile d’orso e secreto di mosco (musk), oggetti in legno intagliato ricavati da specie rare, orchidee e cactus. Cosa fare? La ricetta è molto semplice: di fronte ad un oggetto fatto con parti di animali o piante è sempre importante chiedersi: conosco il materiale con cui è fatto? Sarà legale acquistarlo? Se è un animale vivo, posso detenerlo legalmente nel mio Paese? Nel dubbio è bene orientare la nostra scelta su altri oggetti magari scegliendo manufatti di artigianato locale realizzati con stoffe, ceramiche, materiale riciclato o spezie per raccontare i colori e i profumi del Paese che ho visitato senza rischiare di danneggiare la natura.
Testo di Eleonora Angelini* Foto Archivio Giardino Zoologico
Per saperne di più consulta prima di partire il sito: www.cites.org For more information consult the www.cites.org before you leave.
In alto a sinistra attività di divulgazione allo zoo, in alto a destra i principali souvenir vietati Top left: educational activities at the zoo; top right: the main banned souvenirs
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Going abroad? Careful what souvenirs you bring home with you! When you’re travelling abroad it may happen that you buy a souvenir without pausing to think about what materials it is made of or asking yourself whether it is legal. It is often behaviour such as this which unintentionally supports traffic in protected animals and plants and their derivatives. Even a little wooden statue, if it was made from a protected tree species, may be illegal. Illegal trade in protected animals and plants is still one of the main causes of reductions in species numbers in the natural world and is a serious crime. second only to the arms and drug trades. In 1973 an international agreement called CITES to regulate trade in flora and fauna was signed by 175 countries including Italy. This agreement encompasses both species requiring monitoring - for which trading is allowed within certain limits - and endangered species in which trading is illegal. Very few people know about these regulations, however, and many buy banned souvenirs in their travels in exotic countries thus causing damage to endangered species but also risking such objects being impounded at customs and paying considerable fines. The Pistoia Giardino Zoologico has been working together with the CITES office of the State Forestry Service for years, organising themed exhibitions, con-
ferences and educational activities to raise awareness of sustainable tourism amongst visitors. From the suitcases of ‘absent-minded’ tourists, the State Forestry Service impounds in particular: live parrots, birds of prey, scorpions, monkeys and reptiles, products made from elephant tusks and hide leopard or tiger fur, shahtoosh shawls (wool from a rare Tibetan antelope), boots, suitcases, belts, shoes and watch straps in snake, lizard, crocodile and alligator skin, articles in turtle and tortoise shell, giant conch shells, caviare, coral (both living and in the form of jewellery such as necklaces, earrings and ornaments), products from traditional Chinese medicine which contain tiger and leopard bones, rhinoceros horn, bear bile and musk secretions, objects in carved wood taken from rare species, orchids and cactuses. What should we do? It’s very simple: faced with an object made with animal or plant parts you should always ask yourself: do I know what it is made of? Is it legal to buy it? If it is a live animal, can I legally keep it at home? If you are in any doubt it would be better to choose other objects such as local craft items made with cloth, ceramic, recycled material or spices which are great souvenirs of the colours and aromas of the country visited and do not risk damaging nature.
*Responsabile della didattica del Giardino Zoologico di Pistoia *Head of Education Department Zoological Gardens of Pistoia
Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it
www.zoodipistoia.it 59
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Giorgio Tesi Group - Ricerca e sviluppo
Fossile vivente nei giardini di oggi Selezionate quattro nuove varietĂ di Ginkgo biloba, battezzate con nomi della mitologia etrusca
TESTO Carlo Vezzosi
FOTO Nicolò Begliomini
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a Giorgio Tesi Group, attraverso collaborazioni con esperti e vivaisti pistoiesi, ha sviluppato programmi di miglioramento varietale allo scopo di ottenere nuove selezioni di piante con caratteristiche ornamentali e paesaggistiche di pregio. Nel 2014 presenta quattro nuove varietà esclusive di piante. Dopo un lungo lavoro selettivo e di coltivazione a cura del vivaista Danilo Bonacchi sono state ottenute e sono pronte alla consegna quattro varietà di Gingko biloba veramente interessanti per il loro portamento: tre a forma fastigiato-colonnare e una a forma globosa. Il Gingko biloba ‘Fastigiata Selvans’ (Rami assurgenti al tronco, molto robusti, ramificazione compatta, germoglio apicale leader, lamina fogliare molto incisa), il Gingko biloba ‘Colonnare Maris’ (Rami con portamento verticale, molto
addossati, elevata ramificazione, foglie con laciniatura leggera), il Gingko biloba ‘Feronia’ (Portamento molto ramificato fin dalla base con i rami che si dipartono alternati a formare un cono compatto; foglie verde chiaro incise) e il Gingko biloba “Globosa Tinia” (Pianta a forma globosa, molto ramificata e compatta, reagisce bene alla potatura, si possono ottenere chiome a sfera di varie dimensioni). Nel ricercare i nomi per identificare queste novità vegetali si è pensato di collegarsi alla storia antica dell’Etruria, l’attuale Toscana e, facendo riferimento alla mitologia etrusca, tra l’ottavo ed il sesto secolo avanti Cristo: Selvans dio della Foresta, Maris dea delle messi e dell’agricoltura, Tinia sovrano del cielo, dio della luce e Feronia dea protettrice dei boschi. Abbiamo scelto la storia antica anche perché il
Ginkgo biloba è un fossile vivente. E’ un albero che risale al periodo geologico del Giurassico, centinaia di milioni di anni fa, ed è arrivato fino ai giorni nostri abbastanza simile all’originario. Scoperto in Cina e introdotto in Europa nella seconda metà del settecento, Ginkgo deriverebbe dal cinese yinxing, “albicocca d’argento”e biloba con riferimento alla divisione in due lobi delle foglie che hanno una particolare e originale forma a ventaglio.
Resistente alle malattie e all’inquinamento, perfetta per aree urbane e industriali Questa specie arborea può raggiungere anche i 30 metri di altezza, con chioma ampia fino a 10 m e più, con forma variabile da piramidale ad ovale. Una caratteristica fortemente decorativa e la loro colorazione autunnale intensamente di color giallo che persiste per qualche settimana. A parte l’interesse medicinale e culinario nei paesi d’origine, quest’albero è molto importante per scopi ornamentali nei viali, parchi pubblici e giardini. Si adatta a molteplici tipi di terreno, pur con risultati migliori nei suoli acidi e ben aerati. In relazione al clima si adatta bene alle basse temperature, non subisce danni fino a – 30 °C. Un fattore di rilievo che valorizza questa pianta è la sua resistenza alle malattie, agli agenti fungini patogeni e ai fitofagi , ma soprattutto resistente all’inquinamento atmosferico. Per queste qualità il Ginkgo è da valorizzare e diffondere negli ambienti “difficili” dal punto di vista pedo-climatico delle aree urbane ed industriali. Sono disponibili tra l’altro a livello vivaistico varietà a portamento fastigiato che non richiedono particolari interventi di manutenzione per la potatura, molto onerosa per le amministrazioni pubbliche.
Ginkgo biloba ‘Fastigiata Selvans’ 62
Ginkgo biloba ‘Fastigiata Feronia’
Giorgio Tesi Group research and development
A living fossil in today’s gardens Four new Ginkgo biloba varieties have been selected and given names from Etruscan mythology
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hrough collaboration with Pistoia experts and plant nursery owners Giorgio Tesi Group has developed variety improvement programmes in order to obtain new plant selections with top quality ornamental and landscape characteristics. In 2014, four exclusive new plant varieties have been introduced. After long selection and cultivation work by the nurseryman Danilo Bonacchi, four varieties of Ginkgo biloba have been obtained and are now ready to be delivered, all of which present interesting shapes - three are fastigiated columnar and one is globular. Ginkgo biloba ‘Fastigiata Selvans’ (branches vertical to the trunk, compact branching, apical leader shoot, highly indented leaves), Gingko biloba ‘Colonnare Maris’ (very close vertical branches high branch density, lightly fringed leaves), Ginkgo biloba ‘Feronia (very thick branches starting from the base forming a compact cone; lobed light green leaves), and Ginkgo biloba ‘Globosa Tinia’ (globular shaped plant, high and compact branch density, reacts well to pruning, spherical shapes of various sizes can be obtained).
In searching for names for these new varieties, the idea was to link them with ancient Etruscan history, that of modern day Tuscany, and references to Etruscan mythology in the eighth and seventh century BC, we obtained Selvans, the God of the forest, Maris, the goddess of harvest and agriculture, Tinia, the king of the skies, god of light, and Feronia is the Goddess of wildlife. We chose ancient history also because Ginkgo biloba is a living fossil. It is a tree which dates back to the Jurassic geological era, hundreds of millions of years ago and it has reached our own
times without significant modifications. Discovered in China and introduced into Europe in the second half of the eighteenth century, the word Ginkgo derives from Chinese yinxing, ‘silver apricot’ and biloba is a reference to the shape of the leaves which are divided into two and have an unusual and original fan shape. This tree species can reach 30 metres in height and branch widely up to 10 metres or more with shapes which vary from pyramid to oval, a strongly decorative feature which increases in autumn when it turns intensely yellow in colour for several weeks. As well as medicinal and culinary interest in its region of origin, this tree is much appreciated for ornamental purposes in avenues and public parks and gardens. It adapts to a range of soils though its best results are to be obtained on acid, well aerated soils. Climate-wise, it adapts well to low temperatures and survives at temperatures as low as -30. An important feature of these plants is their resistance to disease, fungal pathogens and pests and above all to environmental pollution. It is for these qualities that Ginkgo is ideal in ‘difficult’ environments from a pedoclimatic point of view in urban and industrial areas. Moreover, there are fastigiate varieties in plant nurseries which do not require particular pruning action which can be very expensive for town councils.
www.giorgiotesigroup.it Nelle pagine: le quattro nuove selezioni di Ginkgo biloba. On the pages: the four new Ginkgo Biloba selections
Ginkgo biloba ‘Globosa Tinia’
Ginkgo biloba ‘Colonnare Maris’ 63
Giorgio Tesi Group - The Future is Green
La città vestita di verde Intervista a Federico Quaranta, conduttore di “Linea Verde Orizzonti”, a Pistoia anche per “Un altro parco in città”
TESTO Emanuele Begliomini FOTO Fabrizio Sichi
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i può guardare il paesaggio con diversi tipi di occhi. Siano essi attenti, distratti, intuitivi e persino analitici, la prima idea di quello che ci circonda dipende da loro. Quelli di Federico Quaranta, conduttore radiofonico e televisivo specializzato su temi agricoli e alimentari, sono allenati a riconoscere il bello. La sua visita al vivaismo pistoiese, nell’ambito della trasmissione “Linea Verde Orizzonti”, è valsa un ritorno durante la manifestazione “Un altro parco in città”, con cui due piazze del centro storico di Pistoia si sono vestite di un bel tappeto erboso. L’amore verso il nostro territorio, così, ha avuto modo di rafforzarsi. Federico, lei è un esperto conoscitore di tutta l’agricoltura italiana e dei suoi modi di fare così diversi nella penisola. Qual è stato il suo primo impatto con il vivaismo pistoiese? L’effetto è stato clamoroso, di una bellezza inattesa, comprensibile solo entrando dentro a un vivaio. Passando dall’autostrada si percepisce qualcosa, ma c’è bisogno di attenzione e tranquillità per apprezzare a fondo quello che viene preparato qua. Ci vuole un contatto non filtrato: superando la superficialità si comprende che gli alberi sono il prodotto di una storia lunga, appassionante e coinvolgente. Ho avuto la fortuna di essere accompagnato da Fabrizio Tesi, un
uomo che trasuda esperienza e amore per quel che fa. Camminare tra le piante assieme a lui è stato un onore: mi ha battezzato sulle nozioni del vivaismo, con una straordinaria passione e conoscenza di tutto il settore. Quale significato assume il vivaismo nel panorama generale dell’agricoltura? Come per tutte le produzioni agricole, l’importante è far capire il lavoro che sta dietro alla terra. È sempre difficile farlo comprendere e così è anche per il vivaismo. La pianta ornamentale è il frutto di conoscenze e fatiche non di poco conto, che meritano rispetto. Questo vale, in generale, per tutta l’agricoltura italiana, migliore delle altre perché si porta dietro tradizioni e capacità storiche che si tramandano di generazione in generazione. Questo è il vero valore aggiunto del nostro prodotto. Mi viene in mente una frase dei nativi americani: “Non ereditiamo la terra dai nostri avi; la prendiamo a prestito dai nostri figli. Nostro è il dovere di restituirgliela”. Ecco, senza il rispetto che gli agricoltori hanno per il territorio, questo non sarebbe possibile. L’evento “Un altro parco in città”, invece, come lo ha vissuto? Sono rimasto sbalordito e sconvolto da questa idea di vestire due piazze storiche con un tappeto erboso. È come se la gente si fosse ri-
appropriata di quei luoghi. Basta un prato, e le persone si riavvicinano al substrato cittadino e la popolazione riprende contatto con la piazza. La concezione di adattare spazi per la popolazione, di farli vivere e non renderli semplici zone di passaggio: ecco cosa manca, spesso, nella gestione delle città. Le piazze esaltano il concetto di vita italiana, al contrario dei “non luoghi”, come i centri commerciali, dove tutto è piatto e privo di identità. “Un altro parco in città” ha creato un’opportunità per pensare ma, allo stesso tempo, mi sono stupito che sia durato così poco. Propongo delle migliorie per il prossimo anno: mantenerlo per cinque giorni almeno e creare degli eventi collaterali in primis. Il vivaismo, poi, può fare di più: Pistoia ha un’opportunità unica con le sue tante aziende del settore. Perché, allora, limitarsi a due piazze e non vestire di verde l’intera città? Vedo tante prospettive dietro a questa iniziativa, anche di comunicazione, perché l’idea è notevole e altri centri storici potrebbero gemellarsi all’evento. L’idea è grandiosa, ora non resta che migliorarla e comunicarla al mondo intero.
www.giorgiotesigroup.it 66
Pagine di apertura: Piazzetta dell’Ortaggio coperta di verde per la manifestazione; in alto a sinistra: Federico Quaranta con il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli. Con loro (il primo a destra) Fabrizio Tesi; le altre immagini: fotografie scattate durante “Un altro parco in città”. Opening pages: Piazzetta dell’Ortaggio covered with green for the event; top left: Federico Quaranta with Pistoia’s mayor Samuele Bertinelli. With them (first on the right) Fabrizio Tesi; the other photos: were taken during the Un Altro Parco in Città event.
Giorgio Tesi Group The Future is Green
The town dresses up in green Interview with Federico Quaranta, presenter of Linea Verde Orizzonti, in Pistoia also for “Un Altro Parco in Città”
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ou can look at the landscape with various eyes. Whether they are careful, preoccupied, intuitive or even analytical the first idea we get on what is around us comes from them. Federico Quaranta’s eyes are trained to recognise the beautiful as a radio and television presenter specialising in everything to do with agriculture and food. His visit of the Pistoia plant nurseries, in the context of broadcasting
“Linea Verde Orizzonti”, induced him to come back during the “Un Altro Parco in Città” event in which two of Pistoia historic centre’s squares dressed up in an attractive green carpet. His love for our area was thus further reinforced. Federico, you are an expert in all things to do with Italian agriculture and its ways of doing things which vary so much over the country. What was your first impact with Pistoia plant nurseries? The effect was startling with its unexpected beauty, something you can only understand by going into a plant nursery. If you drive past on the motorway you sense something but you need attention and serenity to appreciate what is produced here fully. You need an unfiltered contact. It is only by going beyond the superficial that you understand that trees are the product of a long, fascinating and engaging history. I was lucky enough to be accompanied by Fabrizio Tesi, a man who exudes experience and passion for what he does. Strolling around in the midst of the plants with him was an honour. He gave me my plant nursery concept baptism with an extraordinary passion and knowledge of the sector. What is the importance of plant nurseries in the overall agricultural panorama? Just as with all agricultural products, the impor-
tant thing is raising awareness of everything that lies behind the soil. It is always difficult to get this understood and the same goes for plant nurseries. Ornamental plants are the product of great expertise and labour which deserve our respect. This is true in general terms for the whole of Italian agriculture which is better than the others because it brings with it traditions and historic abilities which have been passed on from generation to generation. This is the true added value of our products. It reminds me of a Native American phrase: “We don’t inherit the land from our ancestors, we borrow it from our sons. Our duty is to give it back to them”. Without the respect that farmers have for their land this would not be possible. And what was your experience of the “Un Altro Parco in Città” event? I was astonished and taken aback by the idea of dressing two historic squares with a grassy carpet. It was as if people had taken those places back. All you need is a lawn and people move closer to the town underlayer immediately and make fresh contact with the square. The notion of adapting space for residents, bringing them to life and stopping them simply becoming transit areas: this is what is often lacking in the management of our towns. Squares exalt the Italian life concept and are the opposite of ‘non places’ such as shopping malls where everything is flat and identity-less. “Un Altro Parco in Città” created an opportunity to think but I’m also amazed that it lasted such a short time. I propose improvements next year - keeping it for at least five days and creating side events around it. And plant nurseries can do more too: Pistoia has a unique opportunity with all its many sector companies. So why limit yourselves to just two squares? Why not dress the whole city in green? I can see many prospects behind this initiative some of which are advertising ones because the idea is a great one and other historic centres could twin up with the event. The idea is wonderful. Now it just needs improving and communicating to the whole world. 67
Il premio alle eccellenze delle arti grafiche in Italia
Industria Grafica dell’Anno
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Traduzione - Translation
Giorgio Tesi Group The Future is Green
Via di Badia, 14 - 51100 - Bottegone - Pistoia - Italy - Tel. + 39 0573 530051 - Fax + 39 0573 530486 - marketing@giorgiotesigroup.it
Fondazione Giorgio Tesi Onlus
L’arte della tolleranza
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Mus-e Pistoia: un progetto dedicato alle scuole, per educare al rispetto delle diverse culture
ENOTECA GIOVANNI
GOURMET CUISINE & FINE WINE VIA GARIBALDI, 25/27 51016 MONTECATINI TERME (PISTOIA) TEL. +39 0572 71.695 - FAX +39 0572 73.080 INFO@ENOTECAGIOVANNI.IT
WWW.ENOTECAGIOVANNI.IT
TESTO Carlo Vezzosi
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FOTO Carolina Begliomini
us-e, Musique Europe, è un progetto multiculturale europeo dedicato alle scuole, con presenza di bambini immigrati, disabili o in grave disagio socio economico. Lo scopo è quello di contrastare, attraverso percorsi artistici, le disuguaglianze e l’intolleranza, cogliendo le differenze culturali presenti tra gli alunni come una ricchezza e un’occasione preziosa, per educare al rispetto delle differenti culture, promuovendo la relazione, la socializzazione e lo scambio di esperienze, utilizzando come mezzo l’arte. Presso la fondazione i bambini della scuola primaria di Valenzatico dell’Istituto Comprensivo Nannnini di Quarrata, Pistoia, hanno presentato la lezione aperta, conclusiva, di due progetti: nel 2013 “Dalle radici … al mondo”, nel 2014 “Il circo a crepapelle – Ritmo, melodia ed improvvisazione …. In viaggio”. Nel primo progetto i bambini hanno avuto la possibilità di comprendere la natura attraverso il passaggio dal seme alla pianta e quindi ai fiori e ai frutti e di scoprire, per similitudine, le proprie radici ed il proprio ambiente geografico, sociale e culturale. Sono stati predisposti elaborati artistici utilizzando le arti visive, il movimento espressivo e la musica. Nel secondo i bambini partono a formare un treno con i suoi rumori, il treno si ferma e i passeggeri scendono e si dispongono a semicerchio con accanto la propria valigia: si forma così il circo ambulante. Ogni bambino e gruppo di bambini presenta un numero del circo: maghi, giocolieri, lottatori, comici e così via. Ogni numero nasce da una attività svolta durante l’anno scolastico con incontri di laboratorio artistico e musicale. Massiccia è stata la presenza dei genitori e delle insegnanti coinvolte nei progetti. In entrambi le rappresentazioni, ben riuscite, i bambini hanno dimostrato interesse, passione e soprattutto una grande gioia.
Fondazione Giorgio Tesi Onlus
The art of tolerance Pistoia’s Mus-e: a project for the schools to educate them to respect for cultural diversity
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us-e, Musique Europe, is a European multicultural project dedicated to the schools involving immigrant and disabled children and those in situations of serious socio-economic difficulty. The goal is to combat inequality and intolerance via art using the cultural differences between pupils as an opportunity and advantage, to educate children to respect other cultures and promote relationships, socialisation and exchange of experiences using art as an means. The children of primary school Valenzatico in the Istituto Comprensivo Nannnini in Quarrata, Pistoia presented the concluding open lesson of two projects: the 2013 project “Dalle radici... al mondo” and the 2014 project “Il circo a crepapelle – Ritmo, melodia ed improvvisazione …. In viaggio”. The first project gave children the opportunity to gain an understanding of nature via the process leading from seeds to plants and then to flowers and fruits and used it as a metaphor for their own geographical, social and cultural roots and environment. Artistic designs were set up using the visual arts, expressive movement and music. In the second project children started by making a train with its noises. The train stopped and the passengers got off and stood in a semicircle with their suitcases next to them making a travelling circus. Each child and group of children presented a circus
act: magicians, jugglers, wrestlers, comedians and so on. Each act grew out of an activity carried out during the school year with art and music workshops. Large numbers of parents and the teachers involved in the projects came to see it. Both performances went very well and the children involved showed interest and passion and above all had fun.
In queste pagine: momenti della lezione aperta “Il circo a crepapelle”.
www.giorgiotesigroup.it
On these pages: moments from the open “Il Circo a Crepapelle” lesson. 71
Eventi in Toscna - Tuscany Events
18 - 21/9/2014
Firenze,
www.palazzoblu.it
3/10/2014 - 15/2/2015
Mostra Amedeo Modigliani, Palazzo Blu – Pisa Palazzo Blu a Pisa ospiterà dal 3 ottobre 2014 al 15 febbraio 2015 una delle mostre più attese dell’autunno. Si tratta dell’esposizione dedicata al genio di Amedeo Modigliani, ad una delle personalità più affascinanti e controverse dell’arte pittorica italiana, all’artista maledetto dalla vita dissoluta, il bellissimo dandy dai tanti amori, il genio incompreso che si rifugiava nel vino e nell’assenzio. Così gli amanti della sua arte potranno respirare oggi vita e passioni dell’artista formatosi a Livorno, attraverso le opere provenienti dal Centre Pompidou di Parigi, oltre che da collezioni pubbliche e private, italiane e straniere. Insieme ai capolavori di Modì, saranno presenti anche quelli di artisti dell’epoca, suoi contemporanei e compagni di avventure a Montparnasse. Tra loro Chaim Soutine, Pablo Picasso, Marc Chagall e Fernand. A completare il percorso espositivo curato da Jean Michel Bouhours, non mancherà una significativa selezione di sculture di Modigliani e di altri grandi artisti dell’epoca come il celebre Constantin Brancusi.
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Pisa’s Palazzo Blu will host of the one most awaited exhibitions this autumn and winter from October 3, 2014, to February 15, 2015. The show focuses on the genius of Amedeo Modigliani, one of the most fascinating and controversial figures of Italian pictorial art, a cursed artist who led a dissolute life, a handsome dandy with many loves, a misunderstood genius who sought refuge in wine and absinth. Now, lovers of his art will be able to see and experience the life and passion of this Livorno-trained artist through works hailing from Paris’ Pompidou Centre, in addition to public and private, Italian and foreign collections. As well as Modì’s masterpieces, works will also be on show by artists of his time, his contemporaries and friends in Montparnasse: among them Chaim Soutine, Pablo Picasso, Marc Chagall and Fernand. To finish the exhibition curated by Jean Michel Bouhours, there will also be a sizeable selection of sculptures by Modigliani and other great artists of the time such as the famous Constantin Brancusi.
Cerealicoltura, florovivaismo, viticoltura e olivicoltura, zootecnia, pesca e caccia saranno le protagoniste di Expo Rurale Toscana, la manifestazione promossa dalla Regione che si terrà a Firenze dal 18 al 21 settembre 2014. Cornice dell’evento saranno Le Cascine, il più grande parco pubblico della città, immenso polmone verde costeggiato dal fiume Arno, meta di chi ama la tranquillità, delle famiglie e degli sportivi che qui corrono all’ombra di alberi secolari. Per tutti è il Parco dei Medici, che lo utilizzavano come tenuta di caccia e di allevamento. Un ambiente ancor oggi ideale quindi per discutere del mondo rurale toscano, di produzioni, sostenibilità e degustare le tipicità toscane, dall’olio al vino fino a miele, formaggi, salumi e pane. Tra gli eventi di Expo Rurale ci saranno anche laboratori per famiglie. Grandi e piccini potranno ammirare da vicino gli animali, come in una vera e propria fattoria, gustare le merende di una volta e godere della bellezza dell’oasi verde di Firenze che è storia, memoria e futuro.
Eventi in Toscna - Tuscany Events
www.exporurale.it
Expo Rurale Grain farming, horticulture, viticulture and olive growing, animal husbandry, fishing and hunting will be at the centre of Expo Rurale Toscana, an event promoted by Regione Toscana, taking place in Florence from September 18-21. The principal location of the event will be the Cascine, the largest public park in the city and a giant green space running along the Arno. It’s an ideal destination for those seeking a tranquil getaway from the city, for families and for athletic types that enjoy running in the shade. The Parco dei Medici will also play a part in the event: it is used as grounds for hunting and breeding. This background makes it the perfect environment for discussing rural Tuscany, including its products, sustainability issues and typical tastes, from oil to wine to honey, cheese, meat and bread. The Expo will also host events and workshops for families. Visitors of all ages will be able to enjoy many activities, including seeing animals, just as on a real farm; sampling the snacks of years past; and taking in the beauty of the Florence’s green oasis that encompasses history, memory and the future.
www.livorno-effettovenezia.it
25/7 - 3/8/2014
Livorno, Effetto Venezia Livorno festeggia la propria originalità, creatività e bellezza con Effetto Venezia, la manifestazione estiva che apre i battenti dal 25 luglio al 3 agosto con un ricco programma di concerti, spettacoli teatrali ed eventi enogastronomici. Nel caratteristico quartiere labronico settecentesco, fatto di ponticelli, canali e piazzette, disseminato di ristorantini, non mancheranno iniziative come giri in battello, cabaret, presentazioni di libri e celebrazioni dedicate ai grandi livornesi come Pietro Mascagni, Amedeo Modigliani e Armando Picchi. Musica, arte, calcio. E, ciliegina sulla torta, un uno spettacolo incentrato sul grande cantautore livornese Piero Ciampi, con la partecipazione di un ospite d’eccezione, Roberto Vecchioni. Per la lirica spazio a “La Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni che verrà rappresentata nella suggestiva cornice della Fortezza Vecchia. A fare da sfondo alla festa livornese sarà poi l’animazione di strada, con artisti scelti in collaborazione con il festival Mercantia di Certaldo.
Livorno expresses its originality, creativity and beauty with Effetto Venezia, the summer festival that runs from July 25 until August 3 offering a rich programme of concerts, theatrical productions and food events. The characteristic area has a somewhat eighteenthcentury feel to it, with its little bridges, canals and tucked-away squares dotted with restaurants. Highlights will include boat tours, cabaret, book presentations and parties dedicated to great people from Livorno such as Pietro Mascagni, Amedeo Modigliani and Armando Picchi. Music, art and football. The cherry on the cake is a show all about the great singersongwriter from Livorno, Piero Ciampi, alongside special guest Roberto Vecchioni. Pietro Mascagni’s masterpiece, ‘La Cavalleria Rusticana’ will be performed in the beautiful surroundings of the Fortezza Vecchia. As a backdrop to the party in Livorno, street shows and entertainment will be in full swing, with artists also selected by the Certaldo street festival.
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PubbliNATURART
Family flavours Where conviviality meets good Tuscan cooking
Sapori di famiglia Quando la cordialità sposa la buona cucina toscana Non importa cercare troppo lontano. La carta vincente per il successo di un ottimo ristorante a volte sta semplicemente nella qualità delle materie prime utilizzate, acquistate direttamente nei luoghi di produzione, nella genuinità dei piatti proposti e nel calore dell’accoglienza. Dettagli semplici che fanno sentire il cliente come a casa. E’ questa la forza del Ristorante Il Signorino. E lo è da sempre. Forse perché il locale è sempre stato punto di accoglienza e ospitalità, fin dal Settecento, quando offriva ristoro ai viandanti che percorrevano la via Francigena, per arrivare agli anni Cinquanta, quando divenne una locanda con camere e osteria. Certo è che dal 1963, anno in cui è diventato un ristorante moderno, Il Signorino non ha mai perso quella dimensione ospitale e semplice di un tempo. Oggi la tradizione si mantiene nelle tipiche ricette pistoiesi, proposte in menù nel rispetto della stagionalità e della freschezza delle materie prime, e nella cucina, in cui la pasta fresca si lavora a mano, le carni e le verdure vengono arrostite ancora nella vecchia griglia a carbone e i deliziosi dessert si producono
internamente. Ma alla continuità del passato, l’attuale gestione ha saputo abbinare una concezione contemporanea di accoglienza, che prevede una saletta attrezzata dedicata ai bambini e un utilissimo servizio di babysitting per il sabato sera. Ai più piccoli sono riservati addirittura due gustosi menù, uno per il pranzo e l’altro per la cena. E per non privare le neomamme di una piacevole giornata al ristorante, esiste un’area fasciatoio per sistemare comodamente i propri bebé. Le due sale del locale, di cui una con area fumatori, sono a disposizione per cene e pranzi di famiglia o di lavoro e appuntamenti più intimi. Inoltre, l’ampia terrazza panoramica esterna, capace di accogliere fino a 120 coperti, è l’ideale per l’allestimento di banchetti, per festeggiare ricorrenze e occasioni importanti godendo del fresco dei boschi limitrofi. Ristorante -Pizzeria, Il Signorino è anche Vineria, con una notevole scelta di etichette da abbinare a ogni tipo di pietanza e distillati e rum da gustare insieme a una vasta selezione di sigari cubani e toscani, per coccolarsi con un vizietto sul finale. V. F.
You don’t need to look too far afield. The trump card for an excellent restaurant is sometimes simply a matter of the raw materials used, bought directly where they are produced, the authenticity of the dishes on the menu and a warm welcome. These are the straightforward details which make clients feel at home. This is the strength of Ristorante il Signorino. And it always has been. Perhaps because the restaurant has been a welcoming, hospitable place since the eighteenth century when it offered food to wayfarers on the Via Francigena right up to the 1950s when it was turned into an inn with rooms and a restaurant. It is certain that since 1963, the year it became a modern restaurant, Il Signorino has never lost its timeless hospitable and straightforward touch. Today this tradition is kept alive in its characteristic Pistoia recipes - which appear on the menu in line with the seasons and the availability of fresh raw materials - and cuisine with fresh handmade pasta, meat and vegetables still roasted in the original carbon grill and delicious desserts produced entirely in the restaurant. And without breaking with the past, the restaurant’s current owners have managed to combine it with a contemporary concept of welcome - with a room set up for children and a very useful babysitting service on Saturday evenings. Two tasty menus are reserved especially for children, one for lunch and one for dinner. And so that new mothers will not feel excluded from a pleasant restaurant day out, there is also a convenient baby changing area. Our two rooms, one of which has a smoking area, are available for family or work lunches and dinners and for more romantic meals. There is also a large outdoor panoramic terrace which seats up to 120, the ideal place for banquets, birthday and anniversary parties and celebrating important events in the fresh air of the surrounding forests. Restaurant and pizzeria, Il Signorino is also a wine bar with an extensive wine list to match with any sort of dish as well as spirits and rum to sip with a vast selection of Cuban and Tuscan cigars, for a final treat to spoil yourself with. V. F.
Restaurant - Pizzeria - Winery
Via Bolognese, 207, loc. Il Signorino, Pistoia Per prenotazioni - For reservations: +39 0573 475293 – info@ilsignorino.it Aperto in estate tutti i giorni a pranzo e a cena, anche nel giorno di Ferragosto Open every day in summer at lunch and dinner including on the August 15th bank holiday
www.ilsignorino.it 75
Luoghi nascosti
Tra pesci e conchiglie L’Accademia degli Armonici fondata nel 1785 e il suo teatro, la “Sala dei pesci” TESTO Chiara Corsini Eleonora Maestripieri FAI Giovani Pistoia
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FOTO Nicolò Begliomini
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ungo Via Curtatone e Montanara, tra Vicolo degli Armonici e Piazzetta Mergugliese, sorge la sede dell’Accademia degli Armonici, circolo ricreativo per nobili e intellettuali, fondato nel 1785. Il primo nucleo, l’ex chiesa di Sant’Anna, conosciuta come S. Niccolao (già S. Maria in Torre), viene acquistato nel 1789 per 1200 scudi e poi ampliato tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo con alcuni vani del Palazzo delle Potesterie, prospiciente Piazza dello Spirito Santo e appartenuto alla soppressa Opera di S. Jacopo. Il nome con cui viene spesso citata, “Le Stanze”, deriva dalla sua organizzazione interna: una serie di vani tra loro comunicanti, ove veniva organizzato il gioco da tavolo o il biliardo e la lettura, sviluppati attorno ad un unico salone centrale, sede delle serate danzanti o dei saggi della Scuola di musica Mabellini, che qui ebbe la sede per alcuni anni dopo il 1850. L’aspetto attuale dell’edificio (oggi proprietà pri-
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vata e quindi non visitabile) è frutto di un restauro completo voluto dagli Accademici, secondo stilemi di gusto neoclassico.
Un palazzo restaurato secondo il gusto neoclassico, nel cuore di Pistoia L’antico prospetto, opera del Canonico Francesco Maria Gatteschi, era arretrato rispetto al filo stradale e aveva una scala a doppia rampa di accesso alla chiesa, posta in dislivello. Il nuovo progetto avanza il fronte, inglobando le antiche scale, e propone una facciata scandita da
due livelli, il primo con alte aperture quadrate e paraste, ed il superiore con lesene ioniche che sorreggono un timpano spezzato. Conclusa nel 1842, la facciata non piace ai contemporanei ai quali “sembrava di entrare in una scuderia”. L’anno dopo viene apposto lo stemma granducale dipinto dal pittore Aurelio Machol, non più visibile. All’interno si perde ogni traccia della presenza della chiesa e vi si ricava il salone, aperto e chiuso da colonne ioniche decorate a marmorino, quattro per ogni lato corto, sormontate da una trabeazione praticabile, che porta alla zona orchestrale. Non è più presente il dipinto del “Parnasso” di Luigi Catani coronato dallo scritto virgiliano “Sic itur ad astra” (“così si sale alle stelle”), ma permangono gli stucchi, le dorature, i grandi specchi e le lumière. All’ingresso, sulla pavimentazione, e nel salone, è posto il motto dell’Accademia “Dispar et unum”, riferimento pitagorico all’equilibrio tra arte e scienza. Il trasformato accesso su via Curtatone e Montanara, il cui soffitto è opera del pittore veneziano Fabio Casanova, diventa un ambiente di raccordo tra le sale al primo livello, attraverso doppie scalinate ellittiche in marmo, e il teatro seminterrato, raggiungibile tramite lo scalone centrale. Il teatro, denominato “Sala dei pesci”, fu costruito tra il 1920 e il 1930 con pianta a platea e palco rialzato e costituisce la prima opera di decorazione e allestimento dell’artista pistoiese Luigi Mazzei che, su incarico dell’Accademia, nel 1928 ne cura l’arredo e decora a tempera pareti, soffitto e arcoscenico con motivi ittici. Del suo lavoro rimangono solo il soffitto, i lampadari a forma di polipo, il boccascena a conchiglia e le porte laterali con bassorilievi in metallo, mentre sono andate distrutte le decorazioni alle pareti. Il teatrino rimane attivo fino all’epoca della seconda guerra mondiale. Tra gli anni ’60 e gli anni ’80 il locale passa nelle mani di vari gestori, diventando anche discoteca e locale di musica live. Secondo testimonianze orali, proprio in questo teatro, da semplici serate blues che videro il passaggio di personalità quali Jaco Pastorius, nacque l’idea di una rassegna che poi trovò la sua attuazione nel “Blues’in”, oggi noto come “Pistoia Blues”.
Hidden places
From fish to shells The Accademia degli Armonici founded in 1785 and its theatre the “Sala dei pesci”
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he headquarters of the Accademia degli Armonici - a social club for aristocrats and intellectuals founded in 1785 - is on Via Curtatone e Montanara between Vicolo degli Armonici and Piazetta Mergugliese. The first nucleus of the building, the former church of Sant’Anna known as S. Niccolao (previously S. Maria in Torre) was bought in 1789 for 1200 scudi and then enlarged at the end of the eighteenth and the beginning of the nineteenth centuries with a number of rooms from the Palazzo delle Potesterie facing Piazza dello Spirito Santo belonging to the former Opera di S. Jacopo. The name which was often used for it, ‘Le Stanze’ (the rooms) derived from its internal structure. A series of communicating rooms where table games, billiards and readings were set up laid out around a single central hall where dance evenings and performances by the Mabellini music school, which was based here for several years after 1850, took place. The building is now private property and cannot be visited. Its current appearance is the outcome of complete restoration work by its members according to neoclassical canons. The ancient façade, designed by Canon Francesco Maria Gatteschi, was set back from the road and had a double stairway access to the church positioned higher up. This new project moved the
Pagine di apertura: particolare del soffitto con decorazioni a tema acquatico e lampadario a forma di polipo; in queste due pagine; a sinistra: l’attuale prospetto dell’Accademia degli Armonici, le doppie scalinate ellittiche in marmo, situate all’ingresso del palazzo, vista del salone principale, sede delle serate danzanti e delle rappresentazioni di musica classica; a destra: porte laterali del teatrino, dettaglio della vetrage, vista del boccascena ellittico a forma di conchiglia e di un suo dettaglio, in legno decorato.
façade forward, encompassed the old staircase and created a new two level façade, the lower one with high square windows and pilasters and the upper part with ionic pilasters supporting a broken pediment. Completed in 1842, the façade was not appreciated by contemporaries who felt “it was like going into a stables”. The coat of arms of the Granduchy was painted on by Aurelio Machol a year later and is no longer visible. Every trace of the interior of the church is lost inside and the hall opens up with marmorino plaster decorated ionic columns, four per short side surmounted by a practicable entablature leading to the orchestra area. Luigi Catani’s Parnasso painting crowned by the Virgil motto “Sic itur ad astra” (“this way takes us up to the stars”) is no longer in situ but its stucco work, gilding, great mirrors and lumière have survived. The motto of the academy “Dispar et unum” appears in the entrance, on the floor and in the hall as a Pythagorean reference to the equilibrium between art and science. The modified entranceway on Via Curtatone e Montanara whose ceiling is the work of Venetian painter Fabio Casanova became a corridor between the first floor rooms by means of a double elliptical stairway in marble and the lower ground floor theatre accessed through a central monumental staircase. The theatre called Sala
Opening pages: detail of the ceiling with aquatic decorations and octopus shaped lamps; on these two pages; left: the modern day façade of Accademia degli Armonici, the marble double elliptical stairway at the entrance to the palace, view from the main hall where the dance and classical music evenings take place; right: the theatre’s side doors, details of the curtains, view of the shell-shaped elliptical proscenium and a detail in decorated wood.
dei Pesci was built from 1920 and 1930 with auditorium and raised stage plan and was the first decoration and interior work by Pistoia artist Luigi Mazzei who was entrusted with the furniture and the fish motif tempera ceiling, wall and proscenium arch decorations by the Academy. Of his work, only the ceiling, the octopus shaped lamps, the shell-shaped proscenium and the side doors with metal bas-relief work have survived and all the wall decorations have been lost. The theatre remained active until World War Two and passed into the hands of a range of managers from the 1960s to the 1980s to be used as a night club and a live music venue. Oral accounts recount that from straightforward blues evenings involving personalities such as Jaco Pastorius, it was precisely in the theatre that the idea of creating a review which then became the Blues In event and then Pistoia Blues was born.
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Giorgio Tesi Group The Future is Green
www.igrandiviaggi.it
Pistoia nel mondo
Un cantore alla corte di Re Sole Atto Melani: successi e intrighi di una star pistoiese del Seicento TESTO Tommaso Braccini
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uando nel 1644 il cardinale Giulio Mazzarino decise di impressionare la corte francese facendo venire a Parigi alcuni dei più bravi cantanti italiani dell’epoca, la sua scelta si orientò su un diciottenne pistoiese che, nonostante la giovane età, era già piuttosto famoso e prometteva bene. Il suo nome era Atto Melani: figlio del campanaro della cattedrale, fin da bambino aveva dato mostra di una bellissima voce. Per questo motivo il padre aveva pensato bene di farlo castrare (una sorte che toccò almeno a tre dei suoi sette fratelli) per garantirgli così una carriera nel canto, in particolare in quello operistico. Per quanto spietati, i calcoli paterni si erano rivelati esatti, come dimostrava proprio l’invito in Francia che giungeva dal potente cardinale Mazzarino. La tournée parigina di Atto fu un successo: soprattutto la regina Anna d’Austria era entusiasta di lui, come rivela nelle lettere inviate alla corte dei Medici. Negli anni successivi il cantante fu conteso dalle varie corti italiane ed europee: sono documentati suoi successi a Firenze, Roma, Mantova, Piacenza, Torino, Innsbruck, e soprattutto nuovamente a Parigi, dove l’artista pistoiese tornava appena possibile. Fu in questi anni che Atto intraprese una carriera parallela a quella musicale. La familiarità con i potenti e la facilità di spostamento del celebre cantante lo rendevano un soggetto ideale per svolgere attività diplomatiche e soprattutto di spionaggio, che gli venivano commissionate per conto del Re Sole. Luigi XIV del resto non gli lesinò ricompense e riconoscimenti, tra i quali la nomina ad abate della ricca abbazia di Beaubec, in Normandia. Atto finì inevitabilmente per essere
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coinvolto in una serie di intrighi, anche amorosi: ebbe una relazione con il duca di Mantova, Carlo II, e soprattutto finì per infatuarsi di una nipote di Mazzarino, Ortensia Mancini. Questa liaison dangereuse, unita forse ad un coinvolgimento nello scandalo finanziario che travolse Fouquet, Ministro delle finanze del Re Sole, lo fece cadere momentaneamente in disgrazia. Tuttavia nel 1667, Atto, trasferitosi a Roma, fu molto abile a propiziare l’elezione al papato del
Dalla provincia all’Europa: «Senza la Musica, sarei a Pistoia a guardare il Leoncino» pistoiese Clemente IX, al secolo Giulio Rospigliosi, assai gradito alla corte francese. Il cantante e “agente segreto” pistoiese fu dunque pienamente riabilitato e tornò nelle grazie di Luigi XIV, che lo richiamò alla sua corte. In vecchiaia Atto, ormai stabilmente insediato a Parigi nella sua casa vicino alla chiesa di Saint-Eustache (nell’attuale Rue Hérold), dichiarava che «senza la Musica, sarei tuttavia a Pistoia a guardare il Leoncino», con un riferimento alla celebre scultura che decora il pozzo in piazza della Sala. La musica, dunque, gli aveva permesso di spiccare il volo dalla sua città natale, alla quale d’altro canto rimase sempre legato. Si preoccupò sempre di inviare alla famiglia (in particolare ai nipoti Luigi e Domenico) denari e gioielli, permettendo
l’ascesa sociale dei Melani che, partiti dal nulla, poterono permettersi un sontuoso palazzo sul Corso, nonché poderi e ville (come quella di Castelnuovo, presso Cantagrillo), e infine l’ingresso nella nobiltà cittadina. I due nipoti, alla morte dello “zio abate” (così lo chiamavano, sorvolando sui suoi trascorsi operistici e spionistici) avvenuta nel 1714, gli fecero costruire un ricco monumento nella cappella di famiglia ubicata nella chiesa di San Domenico a Pistoia. Il ritratto marmoreo di Atto, realizzato da Vittorio Barbieri, fa ancora bella mostra di sé nella cappella. Al di sotto, compare lo stemma di famiglia: un cinghiale “fasciato d’argento” e sovrastato dal giglio di Francia, a ricordare il paese che più di tutti seppe riconoscere ed apprezzare le molteplici abilità del castrato pistoiese.
La corte di Luigi XIV in un dipinto del 1600. The court of Louis XIV in a painting dated 1600
Pistoia in the world
A singer at the court of the Sun King Atto Melani: the successes and intrigues of a seventeenth century Pistoia star
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hen Cardinal Giulio Mazzarino decided in 1644 to make an impression on his court by bringing some of the best Italian singers of the day to Paris, his choice fell on an eighteen year old from Pistoia who was already famous despite his tender age and extremely promising. His name was Atto Melani, he was the son of the cathedral bell-ringer and he had been demonstrating the beauty of his voice since he was a child. It was for this reason that his father decided to castrate him (a fate which befell at least three of his seven brothers) in order to ensure him a career in singing and in opera in particular. Cruel as they might seem, his father’s calculations were spot on as was shown by the invitation to France he received from Car-
dinal Mazzarino. Atto’s Parisian tournée was a success and Queen Anne of Austria was very enthusiastic as her letters to the Medici court show. In the years that followed the singer was competed over by the various Italian and European courts and there is evidence of his success in Florence, Rome, Mantua, Piacenza, Turin, Innsbruck and above all once again in Paris where he returned as soon as he could. It was in these years that Atto embarked on a parallel career to his musical one. His familiarity with the rich and powerful and the ease with which he could move around made him the ideal person for diplomatic activities and spying above all which the Sun King charged him with. Louis XIV was generous with rewards and acknowledgements including his nomination as abbot of the wealthy abbey of Beaubec in Normandy. Atto inevitably ended up involved in a series of intrigues including amorous ones. He had a relationship with the Duke of Mantua, Charles II, and above all, fell in love with one of Mazzarino’s nieces, Ortensia Mancini. This liaison dangereuse, perhaps together with his involvement in the financial scandal which ruined Fouquet, the Sun King’s Finance Minister, led to him falling into momentary disgrace. In 1667, however, Atto moved to Rome and turned his talents to bringing about the election as Pope of Pistoia-born Clement IX - Giulio Rospigliosi - who was much appreciated in the French court. This Pistoia singer and ‘secret agent’ thus returned to the favour of Louis XIV who recalled him to court. In old age and now settled in Paris in a house near the church of Saint Eustache (in modern day Rue Hérold), Atto declared that “without Music, I would now be in Pistoia gazing at its Lion” in a reference to the famous lion on the well in Piazza della Sala. Music, then, had allowed him to spread his wings and move away from his home town to which, however, he remained strongly bound. He never forgot to send money and jewels to his family (particularly to his nephews Luigi and Domenico) and this allowed the Melani family to rise up the social ranks and acquire, from nothing, a sumptuous palace on the Corso as well as farms and villas (such as that in Castelnuovo near Cantagrillo) and finally a place in the town’s aristocracy. On the death of their ‘uncle abbot’ - as they liked to call him ignoring his working and spying past - in 1714 his two nephews built a great monument to him in the family chapel at the San Domenico church in Pistoia. The marble bust of Atto made by Vittorio Barbieri is still on display in the chapel. Above it is the family coat of arms: a wild boar ‘bound with silver’ and a French lily over the top of it in memory of a town which knew more than anyone else how to recognise and appreciate the many talents of his Pistoia eunuch.
San Pier Maggiore, un luogo del cuore E’ partita la VII edizione de “I Luoghi del Cuore”, il Censimento dei luoghi italiani promosso dal FAI sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, che chiede a tutti i cittadini di segnalare i piccoli e grandi tesori che amano e che vorrebbero salvare. Il Gruppo FAI Giovani Pistoia e la Delegazione FAI Prato-Pistoia sostengono la candidatura della Chiesa di San Pier Maggiore, come elemento da proteggere del patrimonio artistico e culturale della città di Pistoia, anche in virtù dell’interesse dimostrato durante le Giornate FAI di Primavera 2014. Dal 13 Maggio al 30 Novembre 2014 sarà dunque possibile votare il tuo luogo del cuore tramite: - cartoline e raccolta firme a cura delle Delegazioni - sito - www.iluoghidelcuore.it - app dedicata - http://iluoghidelcuore.it/app In particolare, nel Comune di Pistoia, sarà possibile votare anche presso PistoiaInforma (piazza Duomo 13), il Museo Civico (piazza Duomo 1), il Museo Marini (corso Silvano Fedi 30), l’APT (piazza Duomo 4), le biblioteche San Giorgio e Forteguerriana e l’ufficio cultura (via Sant’Andrea 16).
San Pier Maggiore, a place of the heart The seventh edition of the I Luoghi del Cuore (Places of the Heart) event involving censuses of the Italian locations sponsored by FAI under the High Patronage of the President of the Republic which asks all citizens to report the treasures they love and would like to protect both large and small. The Giovani Pistoia FAI Group and the Prato-Pistoia FAI Delegation are supporting the candidacy of the San Pier Maggiore church as an element to be protected in Pistoia’s artistic and cultural heritage particularly in the light of the interest shown in it during the spring 2014 FAI days. It will thus be possible to vote for the place of your heart from the 13th of May to the 30th of November 2014 with: - postcards and signatures collected by the delegations - on the site - www.iluoghidelcuore.it - on the dedicated app - http://iluoghidelcuore.it/app Specifically in Pistoia town you can also vote at PistoiaInforma (Piazza Duomo, 13), the Civic Museum (Piazza Duomo, 1), the Marini Museum (Corso Silvano Fedi ,30), the tourist office (Piazza Duomo, 4), the San Giorgio and Forteguerriana libraries and the culture office (Via Sant’Andrea, 16).
www.iluoghidelcuore.it
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La chiesa di Santa Maria della Spina
Una chiesa tra le case Ampliata su progetto dell’architetto Giovanni Michelucci
TESTO Maria Camilla Pagnini
FOTO Nicolò Begliomini
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a chiesa michelucciana di santa Maria della Spina presso Colle di Tizzana costituisce un felice esempio di introduzione del linguaggio dell’architettura contemporanea in un paesaggio stratificato storicamente e splendidamente modellato dal lavoro degli uomini attraverso i secoli: la struttura della chiesa cresce dalla ripidissima strada che conduce al minuscolo abitato di Colle e che fu trascritta dalla devozione degli abitanti in un paesaggistico percorso di Via crucis. Il progetto di ampliamento affidato a Giovanni Michelucci modifica la trecentesca chiesa preesistente costituita da una semplicissima aula con tre altari a mensa. L’architetto pistoiese nel 1954 realizza l’innesto di un nuovo spazio, più grande, costituito da una nuova aula illuminata da una serie di aperture a feritoia, collocata in posizione ortogonale rispetto all’antica chiesa. Tutto il complesso è fasciato da un nuovo loggiato perimetrale È grazie all’impegno del parroco di allora Egisto Ulivi e all’intervento determinante di Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi, proprietari della vicina tenuta di Capezzana che già da tempo hanno legami di “familiarità” e consuetudine professionale con Giovanni Michelucci, che la possibilità di realizzare il progetto di ampliamento della piccola chiesetta trovò “immediata accoglienza”. In questa zona del Montalbano si devono alla committenza dei Contini Bonacossi anche altre opere di Giovanni Michelucci: la scuola elementare di Seano (1936-38) e la tinaia (1937-39) con portale monumentale annessa alla medesima villa di Capezzana. Michelucci traccia un primo progetto d’ampliamento, poi modificato, nell’agosto 1950; con il secondo progetto il nuovo loggiato-endonartece è messo in relazione con il piazzale d’accesso disposto sul lato ovest della chiesa. La parte a est del loggiato è conclusa con l’area del battistero e costituisce un suggestivo affaccio verso la vallata, verso le colline circostanti e sul pae86
saggio caratterizzato dalla presenza degli oliveti, dei vigneti e dei filari dei cipressi. La muraglia che contiene il terreno e fa da basamento alla chiesa fu realizzata grazie al lavoro volontario e appassionato della popolazione di Colle. L’apparecchio murario presenta una tessitura che ripropone l’uso tradizionale della muratura a secco, che caratterizza gli stessi terrazzamenti nella campagna circostante e che è stata modellata e ridisegnata dal lavoro dei contadini che adattavano lentamente il territorio alle esigenze delle coltivazioni, segnando così i bordi dei percorsi tra i campi e le case e anche lo spazio intorno alla chiesa. La chiesa della Sacra Spina è una chiesa parrocchiale, ma anche la meta del pellegrinaggio che si rinnovava ogni tre anni per accogliere, nel giorno dell’Esaltazione della Croce, i devoti della reliquia “preziosa e rarissima” della Sacra Spina, appunto custodita un tempo nell’oratorio del-
la vicina villa di Capezzana e successivamente concessa in custodia alla parrocchia nel 1920 da Sara Luisa Rothschild Franchetti, allora proprietaria di Capezzana. La rinnovata chiesa di Santa Maria della Spina è conformata alla “semplicità primigenia, misurata e morale”, come ha notato Claudia Conforti, che si specchia nelle costruzioni tradizionali della campagna circostante, nelle case coloniche che sono costruite con materiali poveri, modellate dalle scarne esigenze della vita dei contadini. L’interno dell’aula è illuminato da una luce mite, quasi domestica ribadita dall’aspetto “quotidiano” della copertura con l’orditura di legno e gli elementi in laterizio a vista, come si trattasse di una casa qualunque. Nel 1978 furono modificati per l’adeguamento liturgico l’altare e la recinzione presbiteriale; la mensa dell’altare maggiore fu smontata per permettere al sacerdote di celebrare rivolto verso
i fedeli. Il recinto marmoreo che segnava l’area del presbiterio fu rimosso: resta traccia di questa struttura nei due gradini che segnano il luogo in cui sorgeva la parete abbattuta per realizzare il varco che mise in comunicazione l’antica navata con il nuovo spazio. Pagine di apertura: una immagine della chiesa immersa tra gli olivi; in alto a sinistra: una delle stazioni della Via crucis; sopra: la chiesa di Santa Maria e l’abitato di Colle; sotto: la muraglia di sostegno alla chiesa di Santa Maria realizzata grazie al lavoro volontario degli abitanti di Colle. Opening page: a photo of the church set in olive groves; top left: one of the stations on the Via Crucis; above: the Chiesa di Santa Maria and the Colle nucleus; below: the Chiesa di Santa Maria supporting wall built thanks to the voluntary work of the residents of Colle. 87
I vostri Consulenti Doganali La Carlo Righetti s.r.l. è una Società di Spedizionieri Doganali, guidata da Carlo Righetti coadiuvato dalle figlie Elena e Chiara, entrambe doganaliste, operante nel settore dei servizi connessi agli scambi internazionali, ed accreditata presso le Dogane di Prato e Pistoia, Firenze, Lucca e Pisa. Perchè sceglierci come il vostro consulente doganale? Perché la nostra professionalità ed efficienza ci contraddistingue. Perché la nostra conoscenza delle norme vi permetterà di raggiungere i vostri obiettivi. Perché dal confronto con Voi riusciremo a trovare la strada migliore per ottimizzare la vostra operatività. Modelli Intrastat e Black list Operazioni doganali • Procedure domiciliate e semplificate. • Operazioni doganali di importazione ed esportazione. • Operazioni doganali di temporanea importazione e esportazione. • Traffico di perfezionamento passivo e attivo. • Gestione magazzini doganali e depositi iva. • Autorizzazioni Ministeriali. Consulenza e formazione in: • Normativa doganale • Origine preferenziale e Made in • Normativa Iva • Corsi di formazione per aziende e associazioni di categoria
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The Santa Maria della Spina church
A church surrounded by houses Enlarged on designs by architect Giovanni Michelucci
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he Michelucci designed church of Santa Maria della Spina at Colle di Tizzana is a successful example of introducing contemporary architectural language into a historically layered landscape magnificently shaped by man over the centuries. The structure of the church emerges from the extremely steep road which takes you to the tiny village of Colle and was made by its inhabitants into a panoramic Via Crucis. Enlargement work entrusted to Giovanni Michelucci modified the extant fourteenth century church made up of a simple hall with three stone altars. This Pistoia architect added a new larger space to the church in 1954 consisting of a new altar lit by a series of slit windows in an orthogonal position in relation to the historic church. A new loggia was built along the whole perimeter of the church. It was thanks to the work of the parish priest of the day, Egisto Ulivi and the crucial involvement of Alessandro and Vittoria Contini Bonacossi, owners of the nearby Capezzana estate who had known Giovanni Michelucci both personally and professionally for years, that the enlargement work on the little church was taken up immediately. Commissions by the Contini Bonacossi family also led to other work by Giovanni Michelucci in the Montalbano area: the Seano primary school (1936-38) and the wine cellar (1937-39) with its monumental portal adjoining the Capezzana villa. Michelucci’s first enlargement plans were modified in August 1950 and these second designs placed the arcade-endonarthex in relation to the
A sinistra: Il loggiato esterno della chiesa aperto verso le colline del Montalbano; sopra: il reliquiario che custodisce la Sacra Spina che la devozione vuole sia stata prelevata dalla corona di Spine di Cristo; a destra: L’organo Agati-Tronci appartenuto all’antica chiesa e oggi collocato sulla cantoria progettata da Michelucci; sotto: L’interno dell’aula illuminata dalle finestrelle perimetrali e caratterizzata dalla copertura a capanna. Left: The church’s outer loggia with views of the Montalbano hills; top: the reliquary containing the Holy Thorn which tradition recounts was taken from Christ’s crown; right: The Agati-Tronci organ which belonged to the ancient church and is now in the Michelucci designed choir; below: The interior of the hall lit by small perimeter windows and with a gabled roof.
access square on the west façade of the church. The east side of the loggia is completed with the baptistery area and looks out evocatively onto the valley, towards the hills around it and onto the landscape with its olive groves, vines and rows of cypresses. The wall holding the earth and acting as foundation for the church was made with enthusiastic volunteer work by the residents of Colle. The fa-
bric of the wall structure uses the same traditional dry stone walling techniques used in the agricultural terraces in the surrounding area and was modelled and redesigned by farmers who slowly adapted the area to their agricultural requirements and marked out the boundaries between fields and houses and also the space around the church. The Chiesa della Sacra Spina is a parish church
but also the destination of a pilgrimage which takes place every three years on Holy Cross day in which devotees visit the ‘precious and very rare’ reliquary of the Holy Thorn, once held in the oratory of the nearby villa of Capezzana and later ceded to the parish in 1920 by Sara Luisa Rothschild Franchetti, then the owner of the Capazzana estate. The modernised church of Santa Maria della Spina fits into the “primordial, measured and moral simplicity” which, as Claudia Conforti has noted, is a feature of the traditional buildings in the surrounding countryside, the farmhouses which were built with straightforward materials and shaped by the austere lives of the peasants who lived in them. A mild, quasi domestic light, emphasised by the workaday aspect of the roof frame and the visible brickwork, suffuses the interior giving it the feel of an ordinary house. The altar and presbytery enclosure were modified in 1978 and the stone slab on the great altar was dismantled to allow the priest to celebrate mass facing his flock. The stone enclosure which marked the presbytery area was removed. Traces of this structure remain in the two steps where the wall was removed in order to build the open area which provided access between the historic nave and the new space.
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Pistoia, le emozioni delle immagini TESTO Massimo Carradori
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a rubrica “Pistoia le emozioni delle immagini” è nata dal desiderio di scoprire una città diversa, attraverso gli occhi appassionati e innamorati di tanti “amici”. La fotografia è uno strumento capace di cristallizzare magicamente e per sempre un’emozione. Oggi, grazie all’evoluzione della tecnologia digitale, sempre più sofisticata e alla portata di tutti, scattare una foto è un gesto abituale, forse fin troppo abusato. Tutti ci sentiamo capaci di realizzare una bella foto, ma esiste un segno di confine che distingue e fa emergere fra tutti il “fo90
tografo di emozioni”. Il confine che lo separa dagli altri è la sua capacità di intuire, di saper cogliere la bellezza di un attimo, per inciderla così negli occhi di chi l’ammira. E’ come saper catturare una splendida farfalla senza arrecarle danno, per poi lasciarla libera di volare, conservando la sua elegante bellezza negli spazi infiniti della nostra fantasia. Oggi è questa capacità di saper interpretare, cogliere, raccontare la bellezza senza alterarla, che appassiona e rende sempre più intrigante l’arte della fotografia. Il 30 di giugno si è concluso il nostro primo contest fotografico “Pistoia, le emozioni delle immagini”. Sono tante le immagini che gli appassionati amici della nostra pagina ci hanno regalato: scatti estremamente piacevoli ed “emozionanti” che,
come abbiamo promesso, pubblicheremo un poco per volta, sulle pagine della nostra rivista “Naturart - Pistoia nel mondo il mondo a Pistoia”, già da questo numero. Così, come decide la classifica, tre fotografi hanno ottenuto il maggior numero di consensi. In ordine, Sandro Nerucci con “Riflessioni Lago Parco Puccini”, Giulia Baglini con “Veduta da Pontenuovo” e Rudargia Foto con “Riflessioni-architettoniche”. Questo nostro primo contest fotografico, visto l’alto numero delle foto pervenute, ha riscosso successo e, soprattutto, possiamo affermare che questa iniziativa abbia raggiunto l’obiettivo che si era prefisso: ammirare e far ammirare Pistoia, magari da angolature insolite, attraverso gli occhi e le emozioni fotografiche di tanti amici innamorati della nostra città!
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A sinistra: “Riflessioni-architettoniche” di Rudargia Foto; sopra: “Veduta da Pontenuovo” di Giulia Baglini; sotto: “Riflessioni Lago Puccini” di Sandro Nerucci. Left: “Riflessioni-architettoniche” by Rudargia Foto; above: “Veduta da Pontenuovo” by Giulia Baglini; below: “Riflessioni Lago Puccini” by Sandro Nerucci.
Pistoia, photo emotions
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he “Pistoia, le emozioni delle immagini” event grew out of a desire to discover an alternative city by means of the passion and love of our many friends. Photography is capable of magically freezing emotions in time. Today the evolution of ever more sophisticated and accessible digital technology means that taking a photo is an everyday gesture which can sometimes be overused. We all think we can take a good photo but there
is a dividing line which marks out the ‘emotion photographer’. This dividing line is intuition, the ability to capture a moment and etch it into the minds of the beholder. It is like capturing a splendid butterfly without harming it and then leaving it free to fly once more, preserving its elegant beauty in the infinite space of our imaginations. Today it is this ability to interpret, capture and recount beauty without altering it which is the most intriguing and fascinating aspect of photography. Our first photographic competition, “Pistoia, le emozioni delle immagini”, concluded on the 30th of June. Lots of photos were taken by photography lovers and friends of our page. They are extremely pleasant and ‘thrilling’ shots which, as promised, we will publish a few at a
time on the pages of our magazine Naturart Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia (Pistoia in the World the World at Pistoia) starting with this issue. Three photographers got the largest number of votes and are at the top of the classifications. In order, Sandro Nerucci with “Riflessioni Lago Parco Puccini”, Giulia Baglini with “Veduta da Pontenuovo” and Rudargia Foto with “Riflessioni-architettoniche”. This first photo contest was a great success and a large number of photos were sent in. There is no doubt that our goals have been reached: to admire Pistoia and show it to others if possible from unusual angles, through the eyes and photographic emotions of our many friends who love this town! 91
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Giorgio Tesi Group Pistoia Basket
La poesia del basket Bellezza e emozioni di una annata eccezionale, tra campionato e play off TESTO Giovanni Capecchi
FOTO Marta Colombo
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anlio Cancogni, veterano della letteratura e del giornalismo italiano, novantotto anni compiuti proprio in questi giorni, si è sempre occupato, con enorme passione, di sport. In qualità di giornalista (sull’“Espresso”, sul “Corriere della Sera”, sul “Giornale”) ha scritto centinaia di articoli sportivi, seguendo anche, come inviato speciale, Mondiali e Olimpiadi; come narratore, ha pubblicato un romanzo che ha per protagonista un cavallo da corsa (La carriera di Pimlico) e una storia dedicata al ruolo sociale e culturale dello sport, Il Mister. È Cancogni (che vive sul mare più vicino a Pistoia, quello della Versilia, per l’esattezza a Marina di Pietrasanta) che in un recentissimo libro-intervista, Il racconto più lungo. Storia della mia vita, ha utilizzato un’espressione destinata a rimanere impressa nella memoria: “Lo sport – ha detto – è l’arte del XX° secolo”. Lo sport, sostiene, ha un valore estetico e poetico, il bel gesto tecnico deve essere considerato come un’opera d’arte, anzi l’opera d’arte che viene ammirata dal pubblico più numeroso. L’annata sportiva della Giorgio Tesi Group sembra tradurre in pratica ciò che Cancogni sostiene a livello teorico. Ripensiamo ad alcuni momenti che resteranno indelebili nella nostra memoria, senza la pretesa di ripercorrere il film dell’intero campionato: il canestro da due punti di J.J. Johnson contro Bologna, allo scadere del tempo, per regalare a Pistoia la vittoria; il tiro di Riccardo Cortese quasi dalla parte opposta del campo, che ha impiegato un paio di secondi – due lunghissimi secondi, durante i quali il tempo sembrava essersi fermato – prima di insaccarsi; i ‘ruggiti’ di Gek Galanda dopo le triple che non ha smesso di confezionare; la costanza di un katerpillar leggero come Bradley Wanamaker; la concentrazione di Kyle Gibson, che ha riaperto partite che sembravano perdute con i suoi tiri da tre; le elevazioni al cielo dell’angelo nero Ed Daniel e l’agilità di Deron Washington, con quelle tre dita ruotanti nell’aria dopo una ‘bomba’. Ma non basta. Pensiamo a
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quello che è stato incoronato come miglior allenatore dell’anno, Paolo Moretti, tra grinta e nobiltà, al suo battere le mani all’intero Palazzetto che lo vorrebbe “a vita” a Pistoia, al suo lungo abbraccio a Galanda prima dell’ultima partita di campionato, alla chiamata del time out a pochi secondi dalla conclusione, quando la quinta partita dei play off è ormai finita a vantaggio di Milano, per un saluto di gruppo (e un ringraziamento al gruppo) di fronte al pubblico numeroso anche in trasferta. E, infine, pensiamo proprio al pubblico: che ha riempito di canti il Palazzetto, ha allestito coreografie di lusso (resterà negli album quella contro Siena) e ha applaudito giocatori che hanno vestito i colori pistoiesi e che sono tornati a salutare la squadra (Fiorello Toppo o Michael Hicks). Tutto questo – e molto altro – rappresenta la quintessenza dello sport: lo sport che fa provare emozioni, che – in certi momenti – commuove, che fa esaltare e disperare, che lascia a bocca
aperta come un capolavoro artistico, che riunisce attorno a sé una comunità. E che sa creare nuovi seguaci.
Comprensorio del basket: va in scena a Cutigliano il “Galanda Camp” La Giorgio Tesi Group ha avuto infatti questo ulteriore ruolo: riaccendere l’attenzione e la passione intorno al basket, avvicinare a questo sport nuovo pubblico e nuove generazioni. Il PalaCarrara sempre al completo parla da solo; ma parlano anche le decine e decine di bambini che hanno seguito il campionato, che hanno raccolto i “cinque” dei propri disponibilissimi beniamini, che giocano a basket nei campetti e nelle palestre attribuendosi i nomi dei giocatori della squadra del cuore, che – in numero sempre crescente – scelgono questo sport, come esercizio fisico e (certo inconsapevolmente) come educazione alla vita, fatta di responsabilità che devono essere assunte individualmente e di collaborazione con gli altri (di gioco di squadra, appunto), di momenti più difficili e di fasi esaltanti, di vittorie ma anche di sconfitte. Per molti di questi bambini e ragazzi il sipario sul basket pistoiese non è ancora calato. Si apre infatti proprio in questi giorni il campo estivo di Cutigliano. Il basket, a Pistoia, non è più solo PalaCarrara: è diventato un comprensorio. E ha per protagonisti tanti giocatori in erba, che imparano a stare insieme, che si divertono a crescere in mezzo alla cortina delle nostre belle montagne e anche a fare qualche canestro in più. La guida è di quelle sicure: l’eterno capitano, Gek Galanda.
Giorgio Tesi Group Pistoia Basket
The poetry of basketball The beauty and thrills of an exceptional year both championship and play off
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anlio Cancogni, Italian literature and journalism veteran - ninety eight birthday recently celebrated - has always dedicated his attention to sport with great passion. As a journalist with “Espresso”, “Corriere della Sera” and “Giornale”, Cancogni has written hundreds of sports articles and been World Cup and Olympic special envoy. He is also a novelist whose novel “La Carriera di Pimlico” features a race horse as its central character and a story dedicated to the social and cultural role in sport of Il Mister. It was Cancogni (who lives on the coast near Pistoia, in Versilia, at Marina di Pietrasanta to be exact) who used an expression which has gone down in history in a recent book interview “Il racconto più lungo. Storia della mia vita”: “Sport”, he said, “is the art of the twentieth century”. He argues that sport has aesthetic and poetic value and a great feat of technique should be considered a work of art - the work of art - which is admired by the largest public. The sporting year of the Giorgio Tesi Group seems to have given Cancogni’s words practical expression. Let’s just think of a few moments which will remain emblazoned on our memories for ever without running through the whole championship in our minds: the two point basket scored by J.J Johnson against Bologna just as time was about to run out which won Pistoia its victory; Riccardo Cortese’s shot almost from the opposite side of the court which took a couple of seconds - two interminable seconds du-
ring which time seemed to stand still - to reach the basket; Gek Galanda’s ‘roars’ after the triple which never stopped coming; the constancy of that light katerpillar Bradley Wanamaker; Kyle Gibson’s concentration which re-opened games which seemed lost with his triple shots; that black angel Ed Daniel reaching up into the skies and the agility of Deron Washington with those three fingers circulating in the air after a ‘bomb’. But that’s not all. Just think of the determination and nobility of the man who was acclaimed as the best trainer of the year, Paolo Moretti, and the applause he gave the whole stadium who wanted him in Pistoia ‘for life’ and his long embrace with Galanda before the last match in the championship, when time out had been called a few seconds before the end of the match and the fifth play off match had been won by Milan, and his group salute (thanking the group) in front of a large audience even for away games. And lastly, think of the public: the people whose songs filled the stadium, put on top class dance routines (that for the match against Siena in particular), applauded the players wearing the Pistoia colours
and returned to salute the team (Fiorello Toppo and Michael Hicks). All this - and much more - represents the essence of sport. Sport which thrills and sometimes moves to tears, brings excitement and despair, leaves us open-mouthed as if it were an artistic masterpiece and unites the community around it. And which makes new recruits. The Giorgio Tesi Group’s role was also to reignite interest and passion for basketball and bring new audiences and generations to it. A packed PalaCarrara speaks for itself but so do the dozens and dozens of children who followed the championship, who collected the ‘fives’ of their friendly heroes, played basketball on the courts and in the gyms and gave themselves the nicknames of their favourite players. Children who are choosing this sport in growing numbers as a way to keep fit and (certainly unconsciously) as education for life involving taking responsibility individually and jointly with others - team game values par excellence - difficult moments and moments of triumph, victory and defeat. For many of these children, the curtain has not yet fallen on the Pistoia basketball season. The summer court in Cutligliano has, in fact, opened over the last few days. Basketball in Pistoia is not simply PalaCarrara anymore - it is now a circuit. And many of its players are on grass where they learn to play together, have fun and grow up in the midst of our beautiful mountains and also shoot a few more baskets. The helm is as safe as it could be: the eternal captain Gek Galanda. Pagine di apertura: una schiacciata di Deron Washington; pagina a fianco, in alto: sequanza di schiacciata; sotto: Bradley Wanamaker in azione conto Milano; a financo: coreografia al PalaCarrara; sopra: Gek Galanda Camp a Cutigliano. Opening pages: a slam dunk by Deron Washington; facing page, top: sequence of slam dunks; below: Bradley Wanamaker in action against Milan; facing: choreography at PalaCarrara; above: Gek Galanda Camp in Cutigliano.
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Libri - Books
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Castelli, torri, borghi murati del Montalbano TESTO - Maria Camilla Pagnini
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SOLUZIONI DI STAMPA PER L’UFFICIO Tel. 055 311741 assistenzaclienti@tecnosistampaitalia.it www.tecnosistampaitalia.it
e un libro si potesse descrivere in cifre Castelli torri, borghi murati del Montalbano potrebbe essere così recensito: due saggi d’indirizzo, 14 strutture fortificate schedate tra cui alcuni dei più antichi castelli di questa parte della Toscana oltre a un corredo iconografico appositamente realizzato di oltre 150 immagini che integrano i testi con pari intensità grazie a un corposo accompagnamento di didascalie esplicative. Non mancano i documenti e le fotografie d’archivio che propongono in alcuni casi, come in un gioco di specchi, il raffronto dell’architettura nella versione storica e nelle attuali condizioni di conservazione. Le pagine scorrono attraverso un itinerario che si snoda tra possenti mura urbiche, muraglie fortificate e torri imponenti che costituiscono la facies inedita di un territorio, il Montalbano, fino ad oggi forse più noto per le sue ville piuttosto che per le opere difensive del periodo medioevale. I centri urbani, racchiusi e un tempo protetti da mura, ancor oggi visibili tra gli olivi, nel volume sono analizzati singolarmente, tenendo sempre presente il recupero di un disegno complessivo: la ricostruzione del sistema difensivo che protesse i confini contesi della Toscana medioevale. I presidi muniti, i mercatali murati ci restituiscono la logica di un tessuto di insediamenti la cui fondazione fu ragione e vita di itinerari da proteggere. Le autrici raccontano una storia di terre contese attraverso l’analisi puntuale dei nuclei fortificati: una storia economica e di scambi, la storia di molte comunità che costruirono i loro castelli.
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f a book could be described in numbers Castelli, Torri, Borghi Murati del Montalbano (Castles, Towers, Walled Towns in the Montalbano) it could be reviewed as follows: two overview articles, 14 fortified buildings described including some of the oldest castles in this part of Tuscany and a collection of more than 150 photos taken specially for the book to illustrate the texts together with a large number of explanatory captions. Documents and archive photographs are there too in some cases, comparing, like mirror images, the historic architecture with the current condition of the buildings. The pages follow a route which winds through powerful town walls, fortified bastions and imposing towers making up the unknown face of an area - the Montalbano area - which is perhaps better known to date for its villas than for its medieval defensive buildings. Its town centres, encompassed and once protected by walls which are still visible today in the olive groves, have been analysed individually in the book taking account of the recovery of an overall plan - the defensive system which protected the disputed borders of medieval Tuscany. These well supplied fortresses and walled market towns give us a feel for the fabric of settlements whose raison d’être was protecting life and business. The authors of the book tell us the story of contested lands by detailed analysis of these fortified centres, a story of trade and business, the story of many communities which built their castles.
curatore G.C.Romby; testi C.Barni, G.C.Romby; fotografie Serge Domingie Gli ORI Pistoia, 2013, ill. col. pp. 208, ISBN 978-88-7336-526-6 edited by G.C.Romby; texts C.Barni, G.C.Romby; photographs Serge Domingie Gli ORI Pistoia, 2013, ill. col. pp. 208, ISBN 978-88-7336-526-6
FIRENZE | PISTOIA | MONTECATINI | SESTO FIORENTINO | BORGO S. LORENZO | PONTASSIEVE
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La bugia è servita Lies served up at the dining table
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Agosto August
38° Edizione del Campionato della Bugia The 38th Lying Championship
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La cucina il tema dell’edizione 2014 del Campionato della Bugia delle Piastre che quest’anno mette letteralmente in tavola frottole e fandonie di ogni genere sul cibo e l’alimentazione. Dal 16 aprile l’Accademia della Bugia ha aperto le iscrizioni alla nuova edizione, che prevede tre categorie: narrativa, grafica e letteraria. Per i disegnatori sarà possibile presentare dei lavori anche su due temi aggiuntivi: l’Expò milanese del 2015 ed i mondiali di calcio 2014. Presidente della giuria della 38° edizione sarà lo scrittore Sandro Veronesi. Tra le novità di quest’anno gli abitanti del paese apriranno le porte delle loro case ai partecipanti al concorso, offrendo ospitalità gratuita a chi abita a più di 200 chilometri da Le Piastre. Per maggiori informazioni e per scaricare il programma completo della manifestazione consultare il sito internet.
Cooking is the theme of the 2014 edition of the La Piastre Lying Championship which is quite literally serving up balderdash and humbug of every sort relating to food and nutrition at the dining table. On the16th of April the Accademia della Bugia - the lying academy - opened up registration for the new edition’s three categories fiction, graphics and literature. Designers will be able to present work on two additional themes too: the 2015 Milan Expo and the 2014 Football World Cup. President of the Jury for the 38th edition of this event is writer Sandro Veronesi. A new feature of this year’s event is that the inhabitants of the town will be opening up their homes to those taking part in the event and offering free accommodation to anyone who lives more than 200 kilometres from Le Piastre. For further information and to download the full event programme visit the website.
www.labugia.it
EVENTI - EVENTS A CURA DI Martina Meloni
Montagna in musica Mountains in music 3-9-10 Itinerari musicali Agosto August
20-23 Agosto August
Music itineraries Sentieri acustici Acoustic pathways
Montagna Pistoiese Il lago Nero, la pieve di Furfalo, il lago Scaffaiolo: queste alcune delle location della montagna pistoiese che anche quest’anno faranno da palcoscenico naturale al percorso sonoro Itinerari musicali. Non solo concerti, ma anche danza, visite guidate, trekking e degustazioni di prodotti tipici caratterizzeranno l’edizione 2014 della manifestazione. Fin dalla prima edizione del 1986 la World music e la musica folk contraddistinguono la rassegna che, sotto la direzione del musicista pistoiese Riccardo Tesi, si è fatta conoscere ben oltre i confini della Provincia, dando vita, nel 2001, al festival Sentieri acustici. Nel ricco calendario 2014 ricordiamo tra gli altri Kuasar String Kuartet (domenica 27 luglio alla pieve di Furfalo), Antonio Stragapede (sabato 9 agosto al lago Scaffaiolo) e Simone Cristicchi (venerdì 22 agosto a Bardalone). Molti altri gli appuntamenti che nei mesi di luglio e agosto animeranno i borghi e le vallate della montagna pistoiese. Per scaricare il programma completo della manifestazione consultare il sito.
Lago Nero, Furfalo Pieve church and Lago Scaffaiolo: these are a few of the locations in the Pistoia mountains which will act as natural backdrop to the “Itinerari Musicali” (sound itineraries). There will be much more than concerts going on with dance, guided visits, trekking and local product tastings in the 2014 edition. World and folk music have featured in the review since the first edition in 1986 and, under the direction of Pistoia musician Riccardo Tesi, the event is now well known well beyond the confines of the province and the “Sentieri Acustici” festival was set up in 2001. The varied 2014 calendar includes Kuasar String Kuartet (Sunday 27th July at Furfalo Pieve), Antonio Stragapede (Saturday 9th August at Lago Scaffaiolo) and Simone Cristicchi (Friday 22nd August at Bardalone). Many other appointments will bring the towns and valleys of the Pistoia mountains to life in July and August. To download the full event programme go to web site.
Fino al Up to
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Agosto August Pistoia
Mostra di Lando Landini Lando Landini exhibit
Presso il Museo Marino Marini di Pistoia è aperta dal 4 luglio al 23 agosto 2014 la Mostra “Lando Landini i disegni di Parigi”, a cura di Domenico Asmone, Paolo Gestri e Maurizio Tuci. Lando Landini, nato a Pistoia nel 1925, tuttora vivente ed attivo, è considerato uno dei più grandi artisti del disegno del novecento. Le opere esposte si riferiscono al periodo dei primi anni cinquanta quando Landini abitava a Parigi. From the 4th of July to the 23rd of August at Museo Marino Marini in Pistoia, the Lando Landini, the Paris Drawings exhibition curated by Domenico Asmone, Paolo Gestri and Maurizio Tuci. Lando Landini was born in Pistoia in 1925 and still lives and works here. He is regarded as one of the greatest drawing artists of the twentieth century. The work shown dates to the early 1950s when Landini lived in Paris.
www.museomarinomarini.it
www.cultura.pistoia.it/sentieri-acustici 103
17 Agosto August Serravalle Pistoiese
Ambienti confinati
Video ispezione
La tradizionale festa alla Macchia Antonini giunge quest’anno alla sua 187° edizione. Fin dal 1827, per volontà di Pellegrino Antonini, nella domenica più prossima al Ferragosto ha luogo nel Comune di Piteglio una delle più antiche feste campestri toscane. Il facoltoso proprietario terriero Antonini donò alla popolazione più di 200 ettari di terreno, con l’unico obbligo di organizzare annualmente una festa in suo onore. In centinaia scelgono ogni anno di trascorrere la giornata alla Macchia Antonini, approfittandone per una passeggiata o un pic nic in famiglia. La festa, oltre alla celebrazione della Messa mattutina, prevede il consueto concerto delle bande musicali pistoiesi ed il mercato, in aggiunta a numerose attrazioni per grandi e piccini, tutto questo incorniciato dal verde e dalla frescura della montagna pistoiese.
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Agosto August Brevettato
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Domenica alla Macchia Antonini Sunday at the Macchia Antonini
Festa di San Bartolomeo San Bartolomeo Festival
Pistoia Amatissima dai pistoiesi, la festa di San Bartolomeo del 24 agosto anima ogni anno la piccola piazza antistante la chiesa dedicata al Santo, nel centro della città. La festa di San Bartolomeo, protettore dei bimbi dai malanni di stagione e dagli incidenti, è celebrata fin dal 1400 con l’unzione della fronte. Ancora oggi grandi e piccini partecipano numerosi alla festa, che prevede celebrazioni liturgiche, benedizioni ed unzioni che si protraggono per l’intera giornata. Nell’occasione è tradizione regalare ai più piccoli un giocattolo nuovo (acquistabile sulle numerose bancarelle appositamente allestite), mentre per i golosi penzolano dai banchi della piazza le famose “corone” di San Bartolomeo, collane di biscotti in pastafrolla, caramelle, cioccolatini e confetti pistoiesi.
24-26 Agosto August
Serravalle Jazz
Serravalle Pistoiese l borgo medievale di Serravalle Pistoiese offre una tre giorni di jazz agli amanti di questo straordinario genere musicale con la ormai famosissima manifestazione Serravalle Jazz, giunta quest’anno alla 13° edizione. Il festival, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia in collaborazione con il Comune di Serravalle Pistoiese e con la direzione artistica di Maurizio Tuci, prevede anche quest’anno molti appuntamenti, raggiungendo il suo culmine con i concerti serali ad ingresso libero alla Rocca di Castruccio. Il titolo della nuova edizione è “In a sentimental mood”. Tra gli attori principali delle tre serate ci saranno Barga big band diretta da Mario Raja
EVENTI - EVENTS
The traditional Macchia Antonini festival is on its 187th edition this year. Set up in 1827 by Pellegrino Antonini, on the Sunday closest to mid-August, Piteglio plays host every year to one of the oldest open air festivals in Tuscany. A wealthy landowner, Antonini donated 200 hectares of land to the town’s residents on the sole condition that a festival should be organised there every year in his name. Hundreds of people choose to spend the day in Macchia Antonini every year for a walk or a family picnic. After celebrating morning mass, the festival continues with the customary Pistoia band concerts and a market as well as many attractions for both adults and children and all in the midst of the cool natural environment of the Pistoia mountains.
Beloved of the people of Pistoia, the San Bartolomeo festival on the 24th of August brings the small square behind the church dedicated to the saint in the centre of the town to life. The festival of San Bartolomeo, the saint who protects children from seasonal ills and accidents, has been celebrated since 1400 and involves anointing children on the forehead. Lots of adults and children still take part in the event with church services, blessings and anointings which go on for the whole day. It is customary to give children a new toy on the day and these can be bought at the many stands set up for this purpose. Gourmets can also try the famous San Bartolomeo ‘corone’ (crowns) dangling from the stalls, biscuit necklaces in short crust pastry, sweets, chocolates and Pistoia sugar-covered sweets.
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con ospite Paolo Fresu, Rubber Band e, nella terza serata, il duo Fabio Morgera / Renato Sellani e Alessandro Fabbri con Maurizio Giammarco. Per maggiori informazioni e per scaricare il programma completo del festival http://www.fondazionecrpt.it/serravallejazz.html The medieval town of Serravalle Pistoiese offers three days of jazz to those who love this extraordinary music genre with the super famous event Serravalle Jazz, now on its 13th year. The festival is organised by Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia together with Serravalle Pistoiese town under the artistic direction of Maurizio Tuci with a great many events this year too culminating in evening concerts and free entry to the Rocca di Castruccio. This year’s edition has been entitled “In a sentimental mood”. Some of the main players in these three evenings will be Barga Big Band directed by Mario Raja with Paolo Fresu and Rubber Band as guests and, on the third evening, duo Fabio Morgera / Renato Sellani and Alessandro Fabbri with Maurizio Giammarco. For further information and to download the full festival programme: http://www.fondazionecrpt.it/serravallejazz.html
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6-14 Settembre September
Badia a Pacciana Pistoia
XXXIX Festa storica di Badia a Pacciana XXXIX Historic Badia a Pacciana Festival Cultura, ottima cucina, musica, sport. Ogni sera i piatti famosi della cucina di Badia, accompagnati da Chianti classico e Vernaccia di S.Gimignano. Domenica 14 settembre, ore 17.00, Grande Sfilata Storica che rievoca “la presa di Pistoia”. Culture, excellent cuisine, music and sport. The dishes of the famous Badia cuisine will be served up every evening together with Chianti and Vernaccia wines. Sunday 14th September Grande Sfilata Storica - a procession in period dress - re-enacts the capture of Pistoia.
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Settembre September Badia a Pacciana Pistoia
Concerto lirico nel chiostro della Badia benedettina Opera concert in the Benedictine Abbey
Intervista a Paolo Paolieri Il prossimo 11 settembre si svolgerà il trentaduesimo Concerto Lirico di Badia a Pacciana, nella stupenda cornice dell’antico chiostro dell’abbazia costruita, prima del Mille, dai monaci benedettini. In vista di questo appuntamento “Naturart” rivolge alcune domande a Paolo Paolieri,
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ideatore, direttore artistico della manifestazione e autore di due libri che ne ricostruiscono la storia (“Lirica nella festa. La storia di un concerto”, del 2006, e “Il concerto della gente”, del 2012). Come è nata l’idea di questa manifestazione? Nel 1983 ho pensato di proporre ad un paese che non era legato ad alcuna tradizione melodrammatica, ma che dal 1976 organizzava nel mese di settembre una festa storica, l’inseri-
mento nel programma di un concerto lirico. Questa idea nasceva, oltre che dalla mia personale passione per il canto e l’opera lirica, dal desiderio di dare alla festa storica del mio paese un maggior spessore culturale e dalla consapevolezza delle radici popolari del Melodramma. L’importanza del concerto è cresciuta negli anni… Sì, i primi concerti si svolsero in chiesa, senza molte pretese, ma i risultati furono più che incoraggianti. Successivamente, dal 1985, apparve naturale usare il bellissimo chiostro del monastero. I progressi fatti sono sotto gli occhi di tutti. La manifestazione, che si tiene sempre di giovedì nel corso della Festa storica, attira ormai diverse centinaia di spettatori dalla provincia di Pistoia e dalle altre province della Toscana. Quali sono gli artisti che hanno partecipato ai vostri concerti? Vi hanno partecipato cantanti che si sono esibiti nei più grandi teatri italiani, dalla Scala di Milano all’Arena di Verona, dal Regio di Parma e di Torino al San Carlo di Napoli, per non parlare dei grandi teatri esteri. Mi limito a fare qualche nome: i soprani Paola Romanò, Patrizia Zanardi, Susanna Branchini; i mezzosoprani Silvia Mazzoni, Anna Maria Chiuri, Sarah M’Punga; i tenori Rubens Pelizzari, Giorgio Casciarri, Simone Mugnaini; i baritoni Luca Salsi, Ivan Inverardi, Alberto Gazale, Devid Cecconi; i bassi Paolo Massei, Luca Gallo, Enrico Giuseppe Iori. Artisti come Rolando Panerai e Lando Bartolini sono stati ospiti d’onore. Tra i pianisti accompagnatori Paola Molinari, Nicola Luisotti, Maurizio Agostini, Gianni Fabbrini e, dal 2009, l’Orchestra Nuova Europa. Nomi di rilievo internazionale. Nicola Luisotti, ad esempio, è oggi uno dei più grandi direttori d’orchestra a livello mondiale. Nel 1992 accompagnava i cantanti a Badia. Che cosa riserva il programma della prossima edizione? Il programma, come al solito, avrà un carattere molto popolare e si baserà su celebri romanze di Rossini, Verdi, Puccini ed altri grandi musicisti.
EVENTI - EVENTS A CURA DI Martina Meloni
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Settembre September San Marcello Pistoiese
Il “Pallone” di Santa Celestina The Santa Celestina ‘Balloon’
Ogni anno il paese di San Marcello pistoiese festeggia la sua patrona Santa Celestina con il famoso lancio della mongolfiera, meglio conosciuta come il “pallone”, che, fin dal 1854, caratterizza il giorno dell’8 settembre, colorando e rallegrando il cielo della montagna. La singolare storia della mongolfiera di Santa Celestina risale alla fine del 1700, quando i fratelli Montgolfier lasciarono in dono ad una famiglia del luogo il progetto per la realizzazione di un aerostato; solo molti anni più tardi ha avuto inizio la tradizione del lancio della mongolfiera, che è ormai diventata un irrinunciabile appuntamento nel calendario estivo della montagna.
Interview with Paolo Paolieri The thirty-second Opera Concert at Badia a Pacciana will take place on the 11th of September in the magnificent setting of the ancient cloister of this abbey built before the year 1000 by Benedictine monks. During our visit to this concert, Naturart asked Paolo Paolieri - the designer and artistic director of the event and author of two books tracing its history - a few questions (Lirica nella Festa. La storia di un concerto” in 2006 and “Il concerto della gente” in 2012). How did the idea for this concert come to you? In 1983 I had the idea of proposing the addition of an opera concert to a town without a tradition in melodrama but which had been organising a popular festival since 1976 every September. The idea emerged from my personal passion for singing and opera music, a desire to add a touch of culture to my home town’s historic festival and from an awareness of the popular roots of melodrama.
Every year San Marcello Pistoiese celebrates its patron saint Santa Celestina with the famous hot air balloon - best known as the ‘balloon’ - launch which has been a feature of the 8th of September since 1854 adding a colourful and cheerful touch to the mountain skies. The singular story of the Santa Celestina balloon dates back to late 1700 when the Montgolfier brothers left a project for the creation of a balloon to one of the town’s families. The balloon launch tradition began only many years later and has now become one of the must see events in the area’s summer calendar.
The concert’s importance has grown over the years... Yes, the first concerts were in church and were pretty unassuming but the results were extremely encouraging. Then from 1985 onwards it seemed natural to use the monastery’s very beautiful cloister. Our progress is visible for all to see. Always on the Thursday before the second Sunday in September during the town’s historic festival, the event now attracts several hundred spectators from Pistoia province and the other provinces of Tuscany. Which musicians have performed in your concerts? We’ve had artists who have performed in some of the greatest opera houses in the world including Milan’s La Scala, the Arena in Verona, the Regios in Parma and Turin and the Naples San Carlo opera house without mentioning the great foreign opera houses. I’ll just give a few examples: Paola Romanò, Patrizia Zanardi, Susanna Branchini, Silvia Mazzoni, Anna Maria Chiuri, Sa-
rah M’Punga, Rubens Pelizzari, Giorgio Casciarri, Simone Mugnaini, Luca Salsi, Ivan Inverardi, Alberto Gazale, Devid Cecconi, Paolo Massei, Luca Gallo and Enrico Giuseppe Iori. Guests of honour have included Rolando Panerai and Lando Bartolini. Accompanying pianists have numbered Paola Molinari, Nicola Luisotti, Maurizio Agostini, Gianni Fabbrini and, since 2009, the New Europe Orchestra. Internationally important names. Nicola Luisotti, for example, is one of the greatest orchestra directors in the world today. In 1992 he accompanied the abbey’s singers. What will this year’s programme consist of? As usual the programme will be popular in style and based on famous operas by Rossini, Verdi, Puccini and so on.
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