Naturart N.2

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N. 2 - Marzo / March 2011

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia

Naturart N째 2 marzo 2011 - Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/03 - conv. in L. 46/04, art. 1, comma 1.

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Tri mes trale di Nat ura, Tu ri sm o e A rt e su l l a provi n c i a d i Pis t o ia

Giorgio Tesi Editrice


Pistoia,

cittĂ del medioevo

a medieval town

Arte & Cultura

Sapori & Gusto

Itinerari & Paesaggio

Tradizione & Folklore

Art & Culture

Tastes & Flavours

Itineraries & Landscape

Tradition & Folklore


...scopriamola insieme ...let’s explore it together

w w w. w e e k e n d m e d i o e v o . c o m Informazioni e richieste di soggiorno a Pistoia - Information and requests for accomodation in Pistoia

info@luoghidelmedioevo.com - phone: +39 345 4494106




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EDITORIALE Luciano Corsini

Direttore Responsabile - Managing Editor lcorsini@naturartpistoia.it

Le buone idee volano C

aricati di energia inimmaginabile, come gli attori, pronti a diffonderla tutta, affinché la scena sia pura forza comunicativa inarrestabile, per NATURART abbiamo avuto la gioia di percepire il calore del “pubblico”. Il nostro messaggio è passato. Tanto energico, da esser diventato un modello, ripreso e ripetuto alla lettera in diversi settori. Le buone idee volano, per fortuna. Stampa e comunicazione hanno attinto dalla nostra rivista, riproponendo molte variazioni sul concetto di “Bellezza salvifica”, mentre lo slogan di copertina “Pistoia nel Mondo, il mondo a Pistoia” è stato paro paro utilizzato, adattato allo scopo, per promuovere, in modo significativo, un recente importante evento italiano del turismo. Bene, anzi benissimo, siamo sulla strada giusta e viaggiamo veloci, ben saldi al nostro territorio, sempre. Lo scopriamo con piacere ogni giorno: quando in America viene detto: “sai il Metodo Scuola Pistoia è famoso nel mondo ed esportabile” o quando tanti appassionati di musica affrontano lunghi viaggi per ascoltare nelle chiese della provincia straordinari organi. Già nel 1667 la nostra città ebbe l’onore di vedere un Rospigliosi sullo scranno papale, Papa Clemente IX. Sarebbe bastato: ma vero eclettico pistoiese, è noto come librettista che contribuì alla determinazione dei gusti e dell’orientamento del melodramma romano. Si, storia vecchia, d’accordo, il tempo oggi è più veloce. Ma di Pistoia è pure una “mangaka” di fama, in arte Wish , ha talento e rispetto anche in Giappone. Toscani d’assalto, no. Pistoiesi veri, sempre attaccati alla terra, ma capacissimi di ampi voli. Diffondiamo piante nei cinque continenti, prevalentemente, ma anche coerenza e genio. Comunicatori accorti con il mondo dentro. Far carbone per centinaia d’anni ed emigranti, spinti dalle povertà oggi risparmiate, ha dato a noi basi davvero solide. Abbiamo imparato dai racconti nei metati (costruzioni dove al caldo si seccavano le castagne) più che a scuola: erano la nostra antica inarrestabile, vocale rete multimediale. “Il potere poco poteva”, credevamo a chi tornava e aveva visto. Tirarci fuori da certe aree modaiole, sostenendole con la nostra solida economia, un po’ ci ha impedito d’indossare occhiali deformanti. Firenze, Pisa brillavano orgogliose di luce propria e noi… si lavorava. Eravamo impegnati al concreto, talvolta eccessivamente concentrati, purtroppo. Così abbiamo ceduto spazi istituzionali e consentito che se ne facesse scempio, tradendo l’essenza di una nazione. E’ un Peccato, non veniale, ne siamo consapevoli e facciamo ammenda. NATURART però è il nostro portabandiera, coraggioso e capace di lanci alti e lontani.

Good ideas fly

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harged with unimaginable energy, like actors, ready to diffuse it all until the scene is pure, unstoppable communicative force, at NATURART we’ve had the pleasure of perceiving the warmth of the “pubic.” Our message has passed. So forceful, to have become a model, taken up and repeated in different sectors. Good ideas fly, fortunately. The news and the media have taken inspiration from our magazine, re-proposing many variations on the concept of “Beauty heals” while the cover slogan “Pistoia in the World, the world in Pistoia” has been used in the same way to promote – in a significant way – a recent important Italian tourism event. Good. In fact, very good, we’re on the right path and we’re travelling fast, rooted in our territory, always. We discover this with pleasure every day: when in America it is said: “Did you know that the Pistoian school method is famous throughout the world and exportable?” or when many music lovers have to face long trips in order to listen to the extraordinary organs in the churches of the province. Already in 1667 our city had the honour of seeing a Rospigliosi on the papal seat, Pope Clement IX. It should have been enough: a very eclectic Pistoian is noted as librettist who contributed to the determination of tastes and the orientation of Roman melodrama. Yes, an old story, granted; today time is faster, however in Pistoia there is even a famed “mangaka,” in arte Wish, who is known and respected even in Japan. Tuscans by assault, no. True Pistoians, always grounded to the earth, but capable of flying high. We diffuse plants in five continents, primarily, but also coherence and genius. Careful communicators with the world inside us. Making coal for hundreds of years and emigrants pushed by the poverty that today has been spared - has given us truly solid foundations. We learned from the stories in the “metati” (constructions where chestnuts are dried in the heat) more than at school: they were our ancient unrestrained, vocal multimedia network. “Power couldn’t do much,” we believed in those who had seen with their own eyes and then returned. Taking ourselves out of certain fashionable areas, and sustaining them with our solid economy, has, in a way, made us wear deformed eyeglasses. Florence and Pisa beamed proud with their own light and us…we worked. We were busy with the concrete and this time, unfortunately - excessively concentrated. Therefore, we surrendered institutional spaces and consented to the wreaking of havoc, betraying the essence of a nation. It is an unforgivable shame, we know, and we make amends. NATURART, however, is our standard-bearer, courageous and capable of launches high and far. 5


Da quattro generazioni per la Qualità Four generations of quality products

dal 1904 Basterebbero le motivazioni dei riconoscimenti ufficiali ricevuti da questo gruppo di famiglia affiatato:”Il patrimonio zootecnico italiano, ricco di razze autoctone adattatesi ai vari territori, vive grazie alla professionalità dei macellai, artisti senza uguali, capaci di trasmettere dall’allevamento alla tavola, una storia di antichi saperi”. Così cita l’assegnazione alla Macelleria Marini del Premio Golosaria “miglior macelleria” del 2009. “Qui i giovani studiano e ritornano a rimboccarsi le maniche, perchè la passione è forte. E le soddisfazioni professionali molte”. I salumi una volta preparati a regola d’arte e stagionati in modo naturale, sotto volte centenarie, prosciutti, salumi di Cinta senese, finocchiona, salami di bufala e altre ghiottonerie, come la mortadella di Prato (presidio Slow Food), si vendono a una esigente clientela nel negozio, mentre le molte spedizioni partono per destinazioni come Villa d’Este di Cernobio e innumerevoli altri estimatori. I Marini sono anche presenti, a Torino, a Eataly, esposizione di 10.000 mq di selezionati alimentari artigianali italiani di pregio.

Degustazione Prodotti Try before you buy Zio Michele 1950 - Uncle Michele 1950

Quoting the reasons why this family group was awarded official appreciation might be enough. The Marini Butchers, who work well together, received the “Best Butcher” Golosaria Award in 2009 for: “Thanks to the butchers’ professional competence, the Italian livestock patrimony, which is rich in native species adapted to the various territories, lives on. They are artists without equal, capable of transmitting a history of ancient knowledge from the farm to the table. ”Four successive generations have managed this cultural heritage based on the territory and ancestors’ expertise in the art of butchering and pork products. “Here young people study and return to roll up their sleeves, because the passion is strong. And there is a lot of professional satisfaction. “At the Marinis’ store, demanding customers buy cured meats that have been prepared to perfection and seasoned in a natural way under age-old vaults, hams, Cinta Senese salami, finocchiona, buffalo salami and other delicacies such as Mortadella di Prato (a Slow Food presidium). Many products are shipped by the Marinis to destinations such as Villa d’Este in Cernobbio and countless other connoisseurs. The Marinis are also present at “Eataly”, the 10,000 square meters display of selected fine Italian food craftsmanship in Turin.

Via A. Selva, 313 - 51031 - Agliana - Pistoia Tel.-Fax +39 0574 718119 salumimarini@tin.it www.macelleriamarini.it


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Cultura, valore aggiunto Culture, added value di Cristina Scaletti Assessore alla Cultura della Regione Toscana

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Villa di Groppoli Sculture e suggestioni acustiche Villa Groppoli. Sculpture and acoustic delights

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Berenty chiama, Pistoia risponde Berenty calls, Pistoia responds

Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla Provincia di Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 2 - Marzo / March 2011

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia

Naturart N° 2 marzo 2011 - Poste Italiane SpA - Sped. in a.p. - D.L. 353/03 - conv. in L. 46/04, art. 1, comma 1.

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Tr i m e st r a l e d i N a t u r a , Tu r i s m o e A r t e s u l l a p ro v i n c i a d i P i s t o i a

S Giorgio Tesi Editrice

Copertina: Concrezioni calcaree, particolare del suggestivo e terapeutico itinerario delle Grotte Giusti di Monsummano.

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Civiltà dell’accoglienza e arte immensa The civility of reception and boundless art

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Macchina culturale per 400mila presenze The library of San Giorgio: A culture machine for 400.000 people

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I Giardini Segreti di Buggiano Castello The Secret Gardens of Buggiano Castello

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Il sogno dell’Imperatrice The Empress’s Dream

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L’asilo di qualità Quality Nursery schools

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Musica, Bambini, Solidarietà Music, Children and Solidarity

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Ragazzi vivaisti per un giorno Nursery kids for a day

Cover: Calcium concretions typical of the evocative and therapeutic itinerary of the Grotta Giusti in Monsummano.

Giorgio Tesi Group Giorgio Tesi Editrice S.r.l.

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Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a grafica@giorgiotesivivai.it

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Di questo numero sono state diffuse 11.000 copie in 40 Paesi esteri.

Direttore Responsabile Luciano Corsini lcorsini@naturartpistoia.it

Coordinamento Redazione Enza Pirrera Carlo Vezzosi

Art Director Nicolò Begliomini grafica@giorgiotesivivai.it

Segreteria Carolina Begliomini info@naturartpistoia.it

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Hanno collaborato a quasto numero:

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Carlo Bardini, Emanuele Begliomini, Lorenzo Cipriani, Rebecca Colet, Giulia Gonfiantini, Raethia Levi, Leah Maltese, Gianna Masetti, Saida Mosconi, Romano Noli, Umberto Pineschi, Anna Maria Rasetti, Marinella Sichi.

Traduzioni: Molly Mcllwarth, Rassel Bekins, Francesca Capecchi, Umberto Pineschi, Silvia Rambaldi, Michelle Tarnopolsky.

Fotografie: Fabrizio Antonelli, Nicolò Begliomini, Tommaso Burchietti, Daniele Cavadini, Lorenzo Corsini,Ivan Norscia, Archivio Biblioteca San Giorgio, Archivio Grotte Giusti.

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Euroflora 2011 Giorgio Tesi Group protagonista Giorgio Tesi Group Plays a Leading Role

Grafica Metelliana S.p.A. - Cava de’ Tirreni (Sa)

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Convegno Internazionale Intenational Conference

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Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

Stampa

Artworks Nicolò Begliomini - foto Fabrizio Antonelli

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Piazza Giovanni XXIII – 51100 Pistoia Orari 10 - 19 tutti i giorni - biglietteria chiusa ore 18 Hours: 10:00-19:00 every day – ticket closes at 18:00 Infopoint tel. +39 0573 368023 pistoiasotterranea@irsapt.it

www.irsapt.it

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Purgatorio, Inferno e Paradiso Purgatory, Hell and Paradise

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Valli di Piteglio fra natura e riti della fede The valley of Piteglio between nature and religious rites

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Magnolia: storia di una pianta antica Magnolia: History of an ancient plant

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Quando il ricamo diventa arte When embroidery becomes art

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Via del Vento storia di letterati Via del Vento, the birthplace of literati

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Il romanzo di Lia Tosi Lia Tosi’s novel

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Fumetto Manga “Manga” comics

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Dialoghi sull’uomo 2011 The Dialogue on Man 2011

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Arte Viva a confronto Confronting living art

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Cara Pistoia Dear Pistoia



Nicolò Begliomini artworks

Via S. Pierino Casa al Vescovo 51100 Pistoia - Italy Tel. +39 0573 380239 Fax +39 0573 986070 info@archeoterrecotte.com

www.archeoterrecotte.com

Poesia di una terra


Cultura, valore aggiunto

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‘iniziativa editoriale che ha portato alla nascita di questa rivista è un bell’esempio di come si possa contribuire alla crescita di un territorio dal punto di vista turistico e culturale. Sono, infatti, convinta che mai come oggi questi due fattori, cultura e turismo, si debbano coniugare insieme, e questo vale in particolare per la Toscana. Noi apparteniamo a una terra che ha mantenuto un legame assai forte con le proprie tradizioni e la propria memoria. E non si tratta di fatto formale; al contrario, la ritengo una sedimentazione profonda, che fa continuare a vivere nel quotidiano l’eredità dei nostri padri. Un vissuto non paludato, intendiamoci, fatto di una cultura viva, che spazia da abitudini di solidarietà e volontariato (i toscani litigano volentieri, ma sono un sol uomo in caso di difficoltà) a centri storici preservati con attenzione, all’amore per tradizioni alimentari e culinarie che non ci faremmo scippare da nessuno. Un insieme di fattori che trovano la loro sintesi nella miriade di sagre tradizionali, carnevali, appuntamenti artistici e teatrali che segnano il calendario nelle diverse stagioni. Come si diceva, un’offerta autenticamente culturale; che diventa al contempo motivo forte di richiamo per chi ci guarda da fuori, e rimane affascinato proprio dall’autenticità che ne sente emanare. Borghi, piazze, paesaggi vissuti a fondo, non baracconi per turisti; un valore aggiunto così profondo, da far da richiamo non solo verso i grandi centri, ma ormai da tempo anche verso tutto il territorio. Così da fare davvero di cultura e turismo un unico elemento che alla fine diviene, come sappiamo bene, elemento economico non secondario nel nostro bilancio. Ecco perché mi piace ribadire che può davvero rappresentare un contributo non secondario anche una rivista che si presenta ben cosciente del proprio lavoro di sottolineatura di elementi di cultura e territorio della provincia di Pistoia, per proporli al pubblico come conoscenza e meta del proprio arricchimento.”

Culture, added value

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he editorial initiative that brought the birth of this magazine is a good example of how one can contribute to the growth of a territory from a tourist and cultural point of view. I am, in fact, convinced that never like today these two factors, culture and tourism, have gone together so well - and this applies in particularly to Tuscany. We are from a land that has maintained a very strong relationship with its traditions and its memory. And this does not just mean in terms of formalities; to the contrary, I mean it as a profound sedimentation that continues to live in the daily inheritance of our forefathers. A true and not inflated aspect of a lively culture, that ranges from customs to solidarity and volunteers (Tuscans will happily fight, but I am on my own when difficulty arises) to historical centres preserved with care, to the love for food and culinary traditions that they won’t let us deprive from anyone. A host of factors that find their synthesis in the myriad of traditional festivals, carnivals, artistic and theatrical appointments that mark the calendar in different seasons. As they say, an authentically cultural offering, that becomes at the same time a strong appeal to those who look at us from the outside, and who become fascinated by the authenticity that they hear spread all around. Villages, squares, and landscapes lived in to the fullest, not tourist booths: an added value that is so profound, spread forth not only towards the large centres, but by now also towards the entire territory. In this way, in making culture and tourism the same element that in the end - as we well know – it turns into an important economic element in our budget. This is why I like to reassert that a magazine that presents itself as knowing its job of highlighting elements of culture and the territory of the province of Pistoia well - to present them to the public as knowledge and the destination for one’s self enrichment - can truly represent an important contribution as well.”

Cristina Scaletti

Assessore alla Cultura della Regione Toscana www.regione.toscana.it

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TESTI Giulia Gonfiantini FOTO Fabrizio Antonelli Nicolò Begliomini

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Villa di Groppoli Sculture e suggestioni acustiche Nel parco, opere di Dami, Marrocco e dello spagnolo Plensa dialogano col vento e i visitatori

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zione di Un club per l’Europa, organizzazione volta a costruire rapporti con l’estero e fautrice del Festival OttobrEuropa, e dell’Accademia dei Ritrovati, che intende riallacciare i contatti con i pistoiesi residenti altrove per motivi di carriera o studio. La residenza degli Amici di Groppoli domina uno scenario caratterizzato dalla presenza di boschi, filari di viti e ulivi ed è circondata da un parco impreziosito, a partire dal 2004, da opere d’arte contemporanea. Il risultato finale non è stato, però, quello tipico di un giardino romantico abitato da dèi e fauni, né propriamente un esempio di arte ambientale, ne è scaturita, bensì, una collezione-giardino contenente espressioni artistiche del nostro tempo, sculture, perlopiù composte da materiali metallici che, se accarezzate dal vento o stimolate dalla mano dell’uomo, producono suggestioni acustiche. Appena varcato il cancello della tenuta, sulla destra, è collocata Messaggio a una supernova di Armando Marrocco, struttura d’impatto vagamente teatrale e composta da nove piatti sospesi. L’artista è qui presente anche con Giardino ludens, mentre più avanti, proseguendo la passeggiata, ci si imbatte nella circolare Città sonante del pistoiese Andrea Dami, ideatore dell’intero progetto di giardino sonoro: otto porte di metallo delimitano una piazza dal cui centro il fruitore scorge i passaggi indicanti le direzioni dei venti. A fianco della Villa, invece, spicca Nubile, che lo spagnolo Jaume Plensa volle qui lasciare in ricordo del suo incontro con Luigi Tronci, patron della Ufip (azienda leder nella produzione di eccezionali piatti musicali) e curatore della parte sonora del giardino: nella fonderia pistoiese, del resto, sono stati trattati molti dei materiali esposti. Le installazioni presenti, di cui completano la lista Crocevia e I sei di Groppoli di Dami, sono state, negli anni, teatro di performance e innovativi concerti.

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n museo a cielo aperto, dove le opere d’arte non vivono nel silenzio, ma corteggiate dal vento e dalla gente si fanno sentire. Un sito di vera arte innovativa, alle porte di Pistoia, sulla strada per Montecatini, voluto e realizzato da una delle realtà culturali più attive e rilevanti del territorio pistoiese: gli Amici di Groppoli. Vero fiore all’occhiello di questa associazione, che ha sede, in una elegante architettura ottocentesca, inserita in uno spaccato di campagna toscana, nella valle di Groppoli, che da anche il nome alla bella Villa. Fin dal 1984, la cultura è la vita, la comunicazione il benessere, in questa dimora e nel parco circo14

stante. L’associazione, presieduta dall’avvocato Gian Piero Ballotti, si riunisce nella splendida sede settimanalmente, proponendo a soci e simpatizzanti intensi programmi a base di arte, musica e poesia. Ogni istante di tutti gli incontri è immerso in un clima conviviale e armonioso, che induce a ritenere plausibile l’esistenza di un “genius loci” capace di infondere, come del resto vuole lo statuto associativo, sentimenti di amicizia e solidarietà sociale nei frequentatori. Gli Amici di Groppoli sono promotori di svariati progetti e di proficue collaborazioni con soggetti pubblici e privati della zona. Si deve loro la fonda-


Villa Groppoli Sculpture and acoustic delights Found in the park are works by Dami, Marrocco and the Spanish artist, Plensa, in dialogue with the wind and the visitors.

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Foto Apertura - Concerto di noti percussionisti. Opening photo - Concert of percussionist notes. Sinistra - Messaggio a una supernova - Armando Marrocco. Left - Message to the supernova - Armando Marrocco. In basso - I Sei di Groppoli - Andrea Dami. Below - Groppoli’s six - Andrea Dami Destra - Molle idiofoniche - Armando Marocco. Rigth - Idiophonic springs - Armando Marocco.

n open museum where the works of art do not live in silence, but “captivated” by the wind and people “they make themselves heard.”A place with true innovative art - just outside Pistoia on the road to Montecatini - created by one of the most active and relevant cultural realities of the territory of Pistoia: the Amici di Groppoli (Friends of Groppoli). A true jewel of this association - whose site is found within the elegant 19th century architecture - immersed in a divide of the Tuscan countryside in the valley of Groppoli, hence the name of the beautiful villa. Since 1984 culture is life, communication, and wellbeing in this villa and its surrounding park. The Association, presided over by the lawyer Gian Piero Ballotti, holds weekly meetings here, proposing dynamic programs based on art, music and poetry. These encounters are immersed in a convivial and harmonious climate, which suggests the plausible existence of a “genius loci” capable of inspiring - as it is meant to - the statute of the Association and the sentiments of friendship and social solidarity among its participants. The Amici di Groppoli promotes several programs and profitable collaborations with public and private subjects of the area. It is to their merit the existence

of the foundation of Un club per l’Europa, an organization that seeks to construct relationships abroad; an advocate of the festival, OttobrEuropa, as well as the Accademia dei Ritrovati, which seeks to resume contacts with Pistoian residents outside Pistoia for career or study. The residence of the Amici di Groppoli dominates over a characteristic local scene with the presence of woods, rows of vines and olive trees, and surrounded by a park - enhanced from 2004 - with contemporary art works. The final result was not, however, a typical one of a romantic garden filled with gods and fauns, neither was it exactly an example of environmental art; it became rather a collection-garden containing artistic expressions of our time, sculpture - and for the most part - composed of metallic materials that, if caressed by the wind or stimulated by the hand of man, produce acoustic delights. Just past the gate of the estate, on the right, is Messaggio ad una supernova by Armando Marrocco, a structure with a vaguely theatrical impact and composed of nine suspended plates. The artist is present here as well with Giardino ludens, while futher ahead - proceeding with the walk – one comes upon the circular Città sonante of the Pistoian artist Andrea Dami, creator of the internal project of the sonorous garden: eight metal doors characterize a piazza from whose center the observer can see the passages indicating the directions of the winds. Next to the villa, instead, is the Nubile, which the Spanish artist, Jaume Plensa, plans to leave here in remembrance of his encounter with Luigi Tronci, patron of the Ufip (the leading business in the production of exceptional musical plates) and curator of the sonorous part of the garden; in fact, many of the materials exposed here were treated in the Pistoian foundry. The installations present, among which the Crocevia and the Sei di Groppoli by Dami were - over the years - used for Performance Theater and innovative concerts.

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Dialogo con l’artista

Dialogue with the artist

Andrea Dami dà voce alle sue figure

Andrea Dami gives voice to his sculptures

ndrea Dami ha dedicato buona parte della sua attività di artista alla scultura, e, in particolare, alla scultura sonante. «L’idea di concepire l’opera alla stregua di uno strumento musicale – spiega Dami – è nata proprio dalla natura dei materiali usati per i miei lavori. Mi piace pensare che il suono sia in un certo senso la voce delle opere d’arte». La progettazione del giardino sonoro di Groppoli è nata anche in seguito ai successi riscossi dalle statue sonore realizzate da Dami, le cui opere sono state esposte più volte nel territorio pistoiese e nazionale. Le esposizioni e le pubblicazioni che lo riguardano, comunque, sono innumerevoli. Fondamentale per la sua ricerca si è rivelata la collaborazione e l’amicizia con Luigi Tronci: «La sua sapiente esperienza di artigiano – affermail Dami – è indispensabile per la mia ricerca». Attualmente, è in mostra, insieme con altri artisti pistoiesi e fino al 27 marzo, al Museo d’arte contemporanea e del Novecento di Monsummano Terme, con l’evento Tre Colori Verde-Bianco-Rosso, organizzato in occasione del 150° dell’Unità d’Italia. Sul sito web http://www.liumonamour.net sono visibili opere, bibliografia, contatti.

ndrea Dami has dedicated a good part of his artistic activity to sculpture, and in particular, to sonorous sculpture. “The idea to conceive of a sculptural work of art in the same way as a musical instrument – explains the sculptor – was born from the nature of used materials for my works. I like to think that sound is in a certain sense the voice of sculpture.” The designing of the sonorous garden of Groppoli was also born following the successes of the sonorous statue created by Dami, whose works were often exposed in the territory of Pistoia and nationally as well. The expositions and publications about him, however, are numerous. Fundamental for his research is his collaboration and friendship with Luigi Tronci: “His knowing experience as an artisan – affirms Dami – is indispensable for my research.” Currently it is on display, together with other artists of Pistoia, until March 27th, at the Museo d’arte contemporanea e del Novecento of Monsummano Terme, along with the event Tre Colori Verde-Bianco-Rosso, organized for the occasion of the 150th anniversary of Italy’s unification. Works, biography and contacts are visible on the website http://www.liumonamour.net.

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In Basso - Da sinistra Patrix Duenas - polistrumentista, Luigi Tronci - presidente UFIP, Andrea Dami - scultore, Papi Toiam - percussionista, Gennaro Scarpato - percussionista, Carlo Alberto Perez - percussionista . Below - From the left Patrix Duenas - polistrumentist, Luigi Tronci - president UFIP, Andrea Dami - scultore, Papi Toiam - percussionist, Gennaro Scarpato - percussionist, Carlo Alberto Perez - percussionist.

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Berenty chiama, Pistoia risponde

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erenty è una riserva nel sud del Madagascar, “l’Isola rossa” come la chiamano a causa del colore della sua terra oggi messa a nudo dal continuo taglio delle foreste che una volta la ricoprivano interamente. E’ a Berenty che vivono i Lemuri dalla coda ad anelli, specie endemica del Madagascar e, come tutte le specie di piante e animali malgasci, a forte rischio d’estinzione. Il Giardino Zoologico di Pistoia ha scelto proprio questa specie per caratterizzare il logo e non a caso: da 15 anni infatti sosteniamo un progetto di ricerca condotto dai primatologi dell’Università di Pisa volto a conoscere sempre di più le caratteristiche biologiche e comportamentali dei lemuri: il primo passo per difendere una specie è conoscerla a fondo. Insieme ai lemuri vivono a Berenty molte persone, poverissime e analfabete, che traggono sostentamento dalla pesca e dall’allevamento di bestiame.Molti sono giovani in età scolare e l’unica scuola ospita 500 bambini. Qualche anno fa abbiamo affiancato al progetto di ricerca anche un gemellaggio tra le scuole della nostra città e i bambini di Berenty.

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Pur parlando lingue diverse, gli alunni hanno trovato il modo di comunicare attraverso lo scambio di materiale scolastico: hanno inviato foto, essenze dei nostri boschi, la cartina della nostra città. Da Berenty i bambini hanno risposto usando lo stesso linguaggio e hanno spedito le loro pochissime foto, i semi della foresta, i cucchiai in legno realizzati da loro. Il gemellaggio è stato possibile grazie ai ricercatori di Pisa che hanno portato nel cuore della foresta anche quaderni, matite, libri acquistati con i fondi raccolti dal Giardino Zologico grazie al sostegno dei visitatori. Proprio per i Lemuri dalla coda ad anelli e per i Vari bianchi e neri, altra specie di lemuri malgasci, è stata realizzato al Giardino Zoologico un piccolo angolo di Madagascar. Il nuova area è priva di barriere: i visitatori possono entrare liberamente, accolti da una guida dello staff della sezione didattica che fornisce informazioni sulla biologia e sulle problematiche di conservazione di questi splendidi animali. Visitare il Giardino Zoologico è anche un modo per partecipare direttamente ai nostri progetti di conservazione. Vi aspettiamo insieme ai nostri lemuri!

TESTI Eleonora Angelini* FOTO Tommaso Burchietti Ivan Norscia


Biblioteca nella riserva

Berenty calls, Pistoia responds!

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rossimo obiettivo è la costruzione di una biblioteca nella scuola di Berenty, progetto che sarà varato nelle future settimane, poiché la spedizione dei ricercatori dell’Università di Pisa e di nuovo al lavoro nella riserva. Con loro c’è anche Sara Panichi, della sezione didattica dello zoo. Avrà il compito di coinvolgere i bambini della scuola in un programma di educazione ambientale, volto a far comprendere l’immenso valore della foresta in cui vivono, affinché sia interrotta l’usanza del “Tavy”, (taglia e brucia) per far spazio a nuovi pascoli. La creazione della biblioteca sarà occasione per diffondere cultura, per dare un contributo che duri nel tempo e che offra possibilità di lavoro ai giovani: imparare il francese o l’inglese potrà essere per loro anche motivo d’impiego come guide turistiche-ambientali, visto che anche il turismo è ormai una risorsa economica insostituibile per l’Isola rossa.

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erenty is a reserve in the south of Madagascar, “the Red Island,” as they call it because of the colour of its soil that today is stripped bare from the continuous destruction of forests that at one time entirely covered it. It is in Berenty where the Ring-Tailed Lemurs live - a native species of Madagascar - and like all species of Malagasy plants and animals, they are at high risk for extinction. The Zoological Garden of Pistoia has specifically chosen this species to represent its logo, and not by chance. For the past 15 years, we sustain a research project conducted by the primatologists of the University of Pisa dedicated to learning more about the biological and comportmental characteristics of the lemurs: the first step in defending a species is to know everything about it. Along with the lemurs, many natives are very poor and illiterate and earn money by fishing and raising livestock. Many are young school kids, while the only school houses 500 children. A few years ago we created a sistership between our schools and the children of Berenty during a research project. As they speak different languages, the students found a way to communicate through the exchange of scholastic material: they sent photos, essences of our woods and a map of our city. From Berenty the children responded using the same language and sent the few photos they had, seeds from the forest, and wooden spoons they made. The sistership was made possible as a result of the researchers of Pisa who brought to the heart of the forest notebooks, pencils, and books purchased with the funds received by the Zoologica Garden, thanks to the financial support of visitors.

Library in the reserve

Because of the Ring-Tailed Lemurs and the Black and White Ruffed Lemurs - another species of Malagasy lemurs - the Zoological Garden has built a small corner of Madagascar. The new area has no barriers: the visitors are able to enter freely, greeted by a guide from the staff of the didactic section who provides information on the biology and problems of conservation for these splendid animals. Visiting the Zoological Garden is also a way to participate directly in our conservation projects. Come visit us and the lemurs – we look forward to seeing you! *Responsabile del Dipart. Didat. del Giardino Zoologico *Head of the Didac. Depart. of the Zoological gardens

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ur next objective is the construction of a library in the school in Berenty, a project that will be launched in the next weeks during an expedition of researchers from the University of Pisa there once again working in the reserve. With them is also Sara Panichi, from the didactic section of the zoo. She will have the job of organizing the participation of the children of the school in a program of environmental education focused on teaching them about the immense value of the forest in which they live, in order that there will be a stop in the use of the “Tavy” (cut and burn) to make room for new pastures. The creation of the library will be occasion to defuse the culture and to provide a contribution that lasts in time - one that offers the possibility of work to the young. Learning French or English could provide a possible motivation for them to become tour/environmental guides, considering that tourism is by now an irreplaceable economic resource for the Red Island.

Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it www.zoodipistoia.it

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Civiltà dell’accoglienza e arte immensa Giovanni Della Robbia e Santi Buglioni autori di uno dei simboli più prestigiosi di Pistoia, posto sulla facciata dell’Ospedale del Ceppo

TESTI Giulia Gonfiantini FOTO Fabrizio Antonelli Nicolò Begliomini

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’ uno dei capolavori più significativi del Rinascimento toscano, tanto che, nel corso del tempo, è stato ed è considerato fra i simboli più prestigiosi della città di Pistoia. La storia del fregio dell’ospedale del Ceppo ha inizio nella prima metà del Cinquecento, quando il monaco certosino, Leonardo Buonafede commissionò a Giovanni Della Robbia la raffigurazione delle sette Opere di Misericordia, ammirabili, ancora oggi, da piazza Giovanni XXIII. I Della Robbia, famiglia di scultori fiorentini attiva tra il XV e il XVI secolo, sono celebri in tutto il mondo per le loro terracotte invetriate policrome. Quello pistoiese, però, costituisce, per molti aspetti, un esemplare unico, se non addirittura il culmine di questa particolare tecnica. «Si tratta – sottolinea lo storico dell’arte Gianluca Chelucci – di un racconto per immagini di tipologia inedita, di un’invenzione che non trova eguali. Tra le altre opere della tradizione robbiana non ve ne è, infatti, nessun’altra che possa vantare la stessa completezza ed organicità». L’opera fu realizzata tra il 1526 e il 1528 da Giovanni Della Robbia e dal suo allievo Santi Buglioni, nipote di Benedetto Buglioni, già autore, circa dieci anni prima, dell’Incoronazione della Vergine e del medaglione con lo stemma del Ceppo posto sulla facciata dell’ospedale. A Santi vengono attribuiti i primi sei pannelli del fregio, mentre Giovanni avrebbe modellato i medaglioni con scene di Vita della Vergine e lo stemma dei Medici. Con la sua morte e l’avvento della peste l’opera fu abbandonata, per essere portata a termine cinquant’anni dopo da Filippo di Lorenzo Paladini. La fondazione dell’ospedale del Ceppo viene abitualmente fatta risalire al 1277 e deve il proprio 22

nome ad un’antica leggenda pistoiese. La tradizione vuole, infatti, che la Vergine Maria, apparsa in sogno ai due pii coniugi Antimo e Bendinella, avesse ordinato di fondare un ospedale là dove fosse stato trovato un ceppo fiorito in pieno inverno. All’alba del XVI secolo l’istituzione, divenuta oggetto di aspre lotte tra le nobili famiglie dei Panciatichi e dei Cancellieri, venne infine assoggettata all’Arcispedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Il controllo passò dunque nelle mani dello “spedalingo” fiorentino Bonafede, che volle

ingentilire il luogo, già di per sé teatro di dolore e sofferenza e poi sede di scontri politici, con una grandiosa opera d’arte. «Il valore artistico e storico del fregio è indiscusso – continua Chelucci – ma esso si distingue soprattutto come una testimonianza umanistica universale, individuando nella bellezza e nella solidarietà i valori fondanti del vivere sociale, dell’idea stessa di città». Il fregio consta in una vivace striscia colorata, al cui interno prendono vita otto scene intercalate dalle virtù cardinali e teologali e da due Sfingi.


The civility of reception and boundless art Giovanni Della Robbia and Santi Buglioni - creators of one of the most prestigious symbols of Pistoia, on the façade of the Ospedale del Ceppo

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he frieze on the Ospedale del Ceppo is one of the most important masterpieces of the Tuscan Renaissance and has long been considered one of the most prestigious symbols of the city of Pistoia. Its history begins in the first half of the 16th century when the Carthusian monk Leonardo Buonafede commissioned Giovanni Della Robbia to portray the seven Acts of Mercy, which can still be admired today in Piazza Giovanni XXIII. The Florentine Della Robbia family of sculptors, active in the 15th and 16th centuries, is internationally renowned for multicolored glazed terracotta work. However, in many respects, the work in Pistoia is a unique example, even the culmination, of this particular technique. As art historian Gianluca Chelucci has stated, “We are talking about a narrative for images we have never seen before, unmatched creativity. In fact, no other Della Robbian sculpture is this detailed and organic”. The frieze was created between 1526 and 1528 by Giovanni Della Robbia and his student Santi Buglioni, the nephew of Benedetto Buglioni (who had completed the Coronation of the Virgin and the medallion with the Ceppo coat of arms on the façade of the hospital ten years prior). While the first six panels of the frieze are attributed to Santi, Giovanni would have sculpted the medallions with scenes from the Life of the Virgin and the Medici coat of arms. Upon Giovanni’s death and with the arrival of the plague, work on the frieze was abandoned, only to be completed fifty years later by Filippo di Lorenzo Paladini.

The foundation of the Ospedale del Ceppo is generally dated to 1277. The hospital’s name comes from an old Pistoia legend according to which the Virgin Mary appeared to the pious husband and wife Antimo and Bendinella in their dreams and ordered them to found a hospital at the site where a tree stump (ceppo) was found flowering in the middle of winter. By the beginning of the 16th century, the institution had become the subject of bitter feuds between the noble Panciatichi and Cancellieri families and was finally placed under the jurisdiction of the main Santa Maria Nuova in Florence. Control later passed into the hands of the Florentine spedalingo (hospital prefect) Bonafede, who wished to ennoble the building – formerly a theater of pain and suffering per se, and later the site of political conflicts – with a majestic work of art. “While the artistic and historical value of the frieze is unquestioned,” continues Chelucci, “it is primarily distinguished as a universal testimony to humanism, its beauty and solidarity characterizing the founding values of social life, the idea of the city itself”. The frieze is comprised of a vibrant multicolored band within which eight scenes come to life in between the cardinal and theological virtues and two sphinxes.

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Il primo pannello contiene due soggetti: la prima opera di Misericordia incontrata è, a sinistra, Vestire gli Ignudi, mentre a destra, vi è Assistere le vedove e i pupilli. Tra le due scene spicca la presenza di Leonardo Bonafede, sempre vestito con un abito bianco e una mantella nera e riconoscibile anche nei primi sei pannelli.

Il secondo riquadro è interamente dedicato ad Albergare i pellegrini: qui la tradizione identifica il quinto personaggio da sinistra con S. Iacopo, patrono della città. Il santo viene rappresentato come un pellegrino, appoggiato con la mano destra al “bordone”, il tipico bastone dei viandanti.

La quarta scena rappresentata è Assistere gli infermi, che occupa il terzo pannello del fregio. Da sottolineare l’espressività dei personaggi, ottenuta anche grazie alla scelta di lasciare scoperte dall’invetriatura la pelle ed i capelli.

The first panel portrays two scenes: Clothing the Naked, on the left, (the first Act of Mercy we encounter), and Helping the Widows and the Wards, on the right. The presence of Leonardo Buonafede, who appears regularly in the first six panels and is recognizable for his white suit and black cape, stands out in these two scenes. The second panel is devoted entirely to Sheltering the Pilgrims. Here tradition identifies the fifth figure from the left as St. Jacob, the city’s patron saint. The saint is portrayed as a pilgrim, leaning with his right hand on the staff typically used by pilgrims. 24

The forth scene portrays Visiting the Sick, which occupies the third panel of the frieze. The expressiveness of the figures is especially notable and enhanced by the lack of glazing on their skin and hair. Visiting the Prisoners is the subject of the central panel. It should be noted here that the art of Santi Buglioni, the last great artist to work in the Della Robbian tradition, is marked by its distinctive nature and its chromatic variety. The vivid colors and expressive quality of the physiognomies lend an intense realism to the entire panel.

The fifth and sixth panels are devoted to the scenes of Burying the Dead and Feeding the Hungry. The expressive force of the figures is obtained by a certain theatricality of their poses. The last panel is that completed later by Paladini. His setting for Giving Drink to the Thirsty is crowded with several figures, upon which the shiny Della Robbian glazing is less effective. Protective technique that Della Robbia perfected with a lead and silica based glaze.


Visitare i carcerati è l’oggetto del pannello centrale. Non è superfluo qui ribadire la particolarità e la varietà cromatica che contraddistingue l’opera di Santi Buglioni, ultimo grande interprete della tradizione robbiana. Vivacità di colori ed espressività delle fisionomie conferiscono all’intera opera un intenso realismo.

Il quinto e il sesto riquadro sono dedicati alle scene Seppellire i morti e Dar da mangiare agli affamati. La forza espressiva dei personaggi è ottenuta per una certa teatralità dei loro atteggiamenti.

L’ultimo pannello è quello, più tardo, di Paladini. La sua messa in scena di Dar da bere agli assetati è affollata da un gran numero di personaggi, su cui viene meno la lucente invetriatura robbiana. Tecnica protettiva che Della Robbia perfezionò con una vernice a base di piombo e silicio. 25


Il Bello del Paesaggio il Buono della Cucina

The Beauty of the Landscape. The Goodness of the Food.

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RISTORANTE LA POLVERIERA Prepariamo pesce e delizie toscane proposte come in famiglia

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Rose Barni amore per la tradizione, passione per la ricerca Da cinque generazioni diffonde il fiore consacrato alla dea greca dell’amore Afrodite

I

ncontriamo i Barni, “quelli delle rose” si dice nel pistoiese, eppoi in Italia e nel mondo. Son loro che della diffusione delle rose italiane di qualità hanno fatto la ragione di una vita, di più vite anzi... Era il 1935, in Italia non era consentito importare piante di rose da Belgio e Francia, così i Barni, vivaisti a Pistoia, Pietro e il figlio Vittorio, si dedicarono alla loro produzione. Parliamo delle “Rose Barni” ,un marchio di garanzia e amorevole impegno, che non ha mai conosciuto interruzioni. Né guerre e neppure mode hanno intaccato il lavoro meticoloso e capillare di questa azienda di eccellenza, che impegna più generazioni. Ben oltre cento sono le qualità di rose italiane create e selezionate da Barni per garantire, a tutt’oggi, l’acclimatamento che consenta risultati eccezionali di coltivazione nel tempo. Mentre l’appassionata sperimentazione, perché si affermino nuove produzioni, che non dura meno di 7/10 anni, sostiene la nascita di ibridi, che, vezzeggiati e scelti fra oltre 50.000, diventano poi 6 o 7 varietà prodotte al massimo. Fantascienza? No, amore per le rose. Davanti a uno di questi meravigliosi fiori si può vedere il suo pregio estetico e percepire il suo inebriante profumo, oppure ampliare la percezione e ricevere il suo forte, subliminale, messaggio :”sono capace di creare interessi inimagginabili intorno al mio esistere, so affascinare e, pur nel mio esprime una bellezza effimera, so essere ambita da esseri umani di buon gusto e infinito potere nel mondo. Sono oggetto di desiderio e cure amorevoli di chi mi colleziona e ammira.. ” E’ vanitosa la rosa? Affatto, solo sincera e anche modesta. E la storia di questa tenace e solida azienda ne è testimonianza reale, offerta con garbo. Un orgoglio nazionale, che è ben presente nella consapevolezza di collezionisti e appassionati, italiani e di tutto il mondo.

Rita Levi Montalcini con Vittorio Barni ammira la rosa a lei dedicata Rita Levi Montalcini with Victor Barnes admires rose dedicated to her

50,000 that results in 6 or 7 varieties produced The love for tradition, than to the maximum. Do this sound like something out of science fiction? No, it is simply a love for roses. the passion In front of one of these beautiful flowers one can see its aesthetic value and perceive its inebriating perfume, for innovation or amplify the perception and receive its powerful, su-

For five generations it raises the flower consecrated by the Greek goddess, Aphrodite

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e’re meeting the Barni’s, “of the roses” as they say in Pistoia, as well as in the rest of Italy and the world. They are the ones who spent their lives supplying high quality Italian roses. In 1935 in Italy it was illegal to import rose plants from Belgium and France, so as a result the Pietro and his son Vittorio, plant nurserymen in Pistoia, became involved in their production. We are talking about “Barni roses,” a guaranteed trademark and loving commitment that has been working continuously ever since its beginnings. Neither wars nor trends have hurt the meticulous work of this agency dealing in excellence that has involved many generations. More than one hundred are the different varieties of Italian roses crated and selected by Barni to guarantee, even today, the exceptional results of cultivation seen throughout the decades. The impassioned experimentation in order to provide new products - that lasts at least 7 to 10 years – sustains the birth of hybrids and a selection among more

bliminal message: “I am capable of creating unimaginable interests around myself, I know how to fascinate and in my display of ephemeral beauty I know how to be coveted by human beings of good taste and infinite power in the world. I am an object of desire and loveable cure of those who collect me and admire me….” Is the rose vain? She is really just sincere and even modest. The history of this tenacious and solid agency is a true testimonial and offered with kindness a national pride that is well present in the knowledge of coalitionists and rose lovers, whether Italian or from anywhere in the world.

via del Casello 5 - 51100 Pistoia Tel. +39 0573 380464 info@rosebarni.it www.rosebarni.it


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Biblioteca San Giorgio

Macchina culturale per 400mila presenze Non solo libri, ma anche 150 eventi e altrettanti film proposti in un anno

TESTI Anna Maria Rasetti* FOTO Fabrizio Antonelli Archivio Biblioteca

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istoia e il miracolo della biblioteca»: così lo scrittore Franco Marcoaldi ha intitolato il réportage sulla Biblioteca San Giorgio apparso nel suo recente libro Viaggio al centro della provincia, in cui ha raccolto una selezione di emergenze positive in un Paese fatto non solo di rovine, scempi edilizi e degrado. Un titolo del genere è evocativo e gratificante, ma rischia di non rendere piena ragione alla San Giorgio, perché il termine “miracolo” lascia pensare a qualcosa che è nato all’improvviso, per il portentoso intervento di qualche genio solitario capace di trasformare in un attimo un bel sogno in realtà. Invece la San Giorgio è il risultato di un duro lavoro di squadra, che ha permesso di galvanizzare tante energie: quelle degli amministratori locali, che hanno creduto nel progetto di una grande biblioteca pubblica a Pistoia, destinando investimenti significativi alla sua realizzazione e la sua vita quotidiana (cosa tutt’altro che scontata, in un Paese come l’Italia che ama molto le inaugurazioni e poco le manutenzioni); le energie dei progettisti, che hanno saputo mirabilmente richiamare le atmosfere della vecchia fabbrica meccanica San Giorgio, reinterpretandole in una chiave innovativa e funzionale; le energie dei bibliotecari, che non si sono limitati a trasferire le collezioni librarie dalla sede storica nella nuova struttura, ma hanno interpretato daccapo il proprio ruolo di mediazione culturale, dando vita a nuovi servizi e costruendo un rapporto con i lettori all’insegna dell’ascolto e dell’accoglienza. Ma il vero grande protagonista di questa fabbrica della conoscenza, che troneggia a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Pistoia, è il pubblico, ormai attestato tra le mille e le duemila presenze giornaliere. Ragazzi con lo zaino accanto a signore anziane col cagnolino (sì, i cani possono entrare in biblioteca!), bambini vocianti e studenti universitari, donne velate accanto a ragazzine in pantacollant: il popolo della San Giorgio è colorato, festoso, allegro e variegato. Il vecchio stereotipo della biblioteca silenziosa e austera è stato fatto in mille pezzi: la grande Galleria centrale, con l’albero della conoscenza venuto dall’Olanda, il laghetto, le poltrone imbottite che compongono teatralmente la scritta “San Giorgio”, le opere d’arte disseminate ovunque, assieme agli ultimi arrivi di narrativa, musica e cinema, danno vita ad una grande piazza coperta dall’atmosfera viva e accogliente. E poi c’è il bar sempre affollato, le due salette cinema con una programmazione sempre nuova, le presentazioni di libri, i convegni, le mostre, i giochi, i corsi di lingue, il pronto-soccorso inglese (per chi ha bisogno di farsi tradurre al volo una versione per il giorno dopo); per non parlare degli Amici della San Giorgio, un gruppo affiatato di fan della biblioteca che organizzano spettacoli di burattini, giochi di lettura a premi, incontri con autori, e che dallo scorso dicembre hanno messo in piedi una efficiente squadra di “libropostini”, capace di consegnare a domicilio i libri richiesti dalle persone anziane o non autosufficienti. Qualche numero: circa 170.000 i prestiti registrati nell’anno appena trascorso, circa 400.000 le presenze; 15.000 gli iscritti al prestito; 150

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gli eventi ospitati nell’auditorium, e altrettanti i film programmati: una vera e propria “macchina culturale” sempre in movimento, accesa dalle 9 alle 19, anche al sabato, con qualche incursione notturna: ormai la “notte bianca” del 23 aprile (compleanno della biblioteca) è quasi diventata un appuntamento fisso per i cittadini, pronti a lasciarsi coinvolgere nei tanti eventi offerti fino a notte inoltrata. Le aperture notturne di agosto dell’ultima estate hanno richiamato un buon numero di pistoiesi rimasti in città, ma interessati a trascorrere una bella serata al fresco in compagnia di ottima musica. Tutto perfetto? Certo che no. Molto ancora c’è da fare, per dare corpo ad un progetto culturale che a distanza di tre anni dall’inaugurazione è tutt’altro che concluso: l’ampliamento stabile dell’orario di apertura durante i giorni festivi è un’esigenza sempre più sentita da parte dei cittadini, così come l’incremento delle risorse tecnologiche, il completamento degli arredi, un ampliamento delle testate di quotidiani e riviste, anche straniere, l’attivazione di postazioni di auto-prestito per snellire le code. Tutte operazioni che richiedono un plus di risorse che a oggi risulta difficile poter garantire: ma la San Giorgio, anche se non per un miracolo, non ci sarebbe da meravigliarsi se riuscisse a trovarle.


ferent energies: those of the local administrators who believed in the project of a large public library of Pistoia, contributing significant investments for its realization and its daily life (something that is all but obvious in a country such as Italy that loves inaugurating more than maintaining); the energies of the planners, who knew how to admiringly recall the different atmospheres around the old mechanic factory San Giorgio, re-interpreting them in an innovative and functional way; the energy of the librarians, who don’t limit themselves to transferring the library collections of the historical site into a new structure, but also become transmitters of cultural mediation, giving life to new services and establishing a relationship with the readers through communication and welcoming reception. The true great protagonist of this factory of knowledge that dominates the area just a few blocks away from the train station of Pistoia is the public – by now, between one and two thousand patrons a day. Kids with their backpacks next to elderly women with dogs (yes, dogs are allowed to enter the library!), noisy children and university students, veiled women next to young girls in leggings: the public of the San Giorgio is colourful, cheerful, energetic and diverse. The old stereotype of the quiet and austere library has been cut into a thousand pieces: the large central Gallery, with the tree of knowledge that came from Holland, the small pond, the padded chairs that theatrically display the writing “San Giorgio” the works of art disseminated everywhere - alongside the latest arrivals of narrative, music, and cinema give life to a large piazza characterized by a lively and welcoming atmosphere. And then there is the bar that is always full of people, the two cinema viewing rooms with new programs all the time, the presentation of books, conventions, exhibits, games, language courses, the emergency English (for those who need to quickly translate something for the next day); not to mention the Friends of San Giorgio, a close-knit

group of library fans who organize theatrical performances of puppets, literary contests, encounters with authors, who last December inaugurated an efficient team of “libropostini,” (“book postmen”) able to deliver books ordered by the elderly or handicapped. A few numbers: Around 170,000 library borrowings were registered last year, around 400,000 presences; 15,000 memberships for borrowing; 150 events held in the auditorium, as well as films shown: a true “cultural machine” always in movement, turned on from 9.00 to 19.00, including Saturday, and sometimes even open during evening hours: by now the “notte bianca” (“white night”) of April 23rd (the library’s birthday) has practically become a fixed date for the citizens of Pistoia, eager to participate in the events offered until late in the evening. Last years evening openings in August saw a good number of Pistoians who stayed in town, interested in spending a nice evening in the open enjoying company and great music. Is everything perfect? Certainly not. There is still a lot to do in order to give form to a cultural project that - three years from its opening - is all but finished: there is the need for the extension of opening hours on holidays and weekends, and it is continuously requested by citizens. The increasing of technological resources, the completion of the interior, an enlargement of racks for newspapers and magazines - even foreign ones - and the activation of self check out points in order to minimize lines have yet to be put into place. All are operations that require more resources that, at the moment, are difficult to guarantee; however, even if not through a miracle – it wouldn’t be surprising if the San Giorgio were able to find a way to meet these needs as well.

*Dirigente del Servizio Biblioteche e Attività Culturali del Comune di Pistoia *Director of Library Service and Cultural Activities of the city of Pistoia

The library of San Giorgio: A culture machine for 400.000 people Not only books, but also 150 events and films offered per year.

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istoia and the miracle of the library»: this is how the writer Franco Marcoaldi entitled the réportage on the Library of San Giorgio in his recent book Viaggio al centro della provincia in which he put together a selection of positive discoveries in a country not just made of chaotic buildings and degradation. A title such as this is evocative and gratifying, but risks not capturing the essence of San Giorgio because the term “miracle” makes one think of something that came into being suddenly, through the marvellous intervention of some solitary genius capable of transforming a beautiful dream into reality in a mere instant. The San Giorgio is instead the result of the hard work of a team who promised to inspire many dif31


In rete vicina e lontana

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a San Giorgio non è solo fatta di cemento armato, vetro e mattoni: è anche fatta di byte. Il suo portale web (raggiungibile all’indirizzo http://www.sangiorgio.comune. pistoia.it) si presenta come una vera “versione virtuale” del grande edificio di via Pertini: qui si possono prenotare i libri, prolungare il prestito, fare domande, chiedere aiuto, lasciare commenti, consultare il calendario degli eventi e fare gran parte di ciò che si può fare nella “biblioteca vera”. La San Giorgio è anche su Facebook, con un profilo che raccoglie migliaia di “amici” pronti a seguirla anche su Twitter. Da settembre è attiva una newsletter settimanale che viene inviata per posta elettronica a oltre 10.000 iscritti. Da gennaio 2011 ha introdotto i codici QR nelle sue mostre e pubblicazioni a stampa, per permettere ai patiti degli Smartphone di saperne di più su ciò che succede lì dentro. Nella pentola della San Giorgio bolle anche una Virtual Library che aiuterà gli studenti nelle ricerche e l’apertura di blog riservati agli amanti della lettura.

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Connected near and far

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he Library of San Giorgio is not only made of reinforced concrete, glass and bricks: it is also made of byte. Its web portal (found here: http://www.sangiorgio.comune.pistoia.it) presents itself as a true “virtual version” of the large building of via Pertini: here library patrons can reserve books, prolong a borrowing, ask questions, or help, leave comments, consult a calendar of events and do what can essentially be done in the “actual library”. The San Giorgio is also on Facebook, with its profile that has thousands of “friends” ready to follow it on Twitter. Since September there is an active newsletter sent by email to more than 10,000 members. Since January 2011 the library has introduced QR codes in its exhibits and printed publications, in order to allow users of Smartphones to know more about what is happening inside the library. Boiling in the pot of San Giorgio is also a Virtual Library that helps students with their searches and the opening of blogs reserved for literary lovers.


Innamorati di questo spicchio di Toscana

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hi ha la ventura di frequentare ambienti italiani fuori provincia, ma anche, perché no? Ambienti europei, e superando l’atavico complesso pistoiese di essere un po’ ….Firenze dipendenti, si spinge a raccontare della sua Pistoia, magari così, a ruota libera, sostenuto da un bicchiere di vino, vi garantisco che può attirare attenzione e curiosità. Così potete raccontare che esportiamo piante in tutto il mondo, e che vendiamo palme agli arabi.....fate una pausa subito però. Noterete che i vostri commensali guarderanno il bicchiere di vino tentando di dare giustificazione alla sorpresa. Lasciateli fare. Subito dopo dite, Ufip, piatti musicali....avete visto ieri sera il grande concerto al Madison, a New York? Lasciateli lì, ancora con il fiato sospeso....e poi, sì, li fanno a Pistoia. Il vostro bicchiere di vino continuerà ad essere sempre più l’interlocutore di domande non espresse a voce alta. Voi avanti, come se niente fosse. Dite che siete tornati da Washington, che avete visitato la città in metropolitana, che siete contenti perché avete usato treni fatti a Pistoia......Provate, provate. Vedrete che a questo punto vi toccherà dire che non siete bugiardo, che non avete il naso lungo, e se qualcuno non vi avrà anticipato, il nome ditelo voi.....Come Pinocchio? Già, perlappunto, è pistoiese anche lui.... E potreste continuare, lo sapete no? Potreste parlare di tante altre cose. Allora nasce la riflessione di sempre, incalzante, quasi angosciante: perché tutto questo non ha quella ricaduta economico – turistico che fa fare finalmente quel salto che merita la nostra città e la nostra provincia? Una domanda che interpella tutti i responsabili a qualsiasi livello, e perché no? Anche ciascuno di noi innamorati di questo importante spicchio di Toscana.

Fall in love with this corner of Tuscany

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hose who frequently venture out into Italian areas outside the city and European environments - and overcoming the Pistoian complex of being Florence dependant - are forced to talk about Pistoia accompanied by a glass of wine, and I guarantee you that it would attract attention and curiosity. You can talk about how we export plants all over the world, and how we sell palm trees to Arab countries -but wait a moment, however; you will notice that your companions will see the glass of wine as trying to give justification to the surprise. Just let them be. Immediately after you tell them about Ufip, musical plates…did you see the concert in Madison, in New York? Leave them there, still holding their breath… and then, yes, continue telling them that they have them in Pistoia. Your glass of wine continues to be ever more the interlocutor of non-expressed questions at high volume. And you, there, with a very matter of fact tone. You say that you’ve gone to Washington, that you visited the city by metro, that you’re happy because you used trains made in Pistoia…Try and see. You will see that at this point that you will have to say that you are not lying, that you don’t have a long nose, and if someone doesn’t mention it first, you explain to them….Like Pinocchio, for example? He’s from Pistoia too. And you could continue - you know that, right? You could talk about a lot of other things. So the always pressing, almost shocking reflection arises: why doesn’t all of this have an economic/tourist effect that our city and province finally deserve? It is a question that challenges all those responsible and –why not? -even every one of us who is love with this important corner of Tuscany.

Dott. Luigi Bardelli

Direttore TV Libera Pistoia www.tvl.it

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I Giardini Segreti di Buggiano Castello Concerto d’emozioni Primo e 8 maggio festa tra gli agrumi

TESTI Emanuele Begliomini FOTO Daniele Cavadini

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e c’è un segreto è tutto nella nostra sobrietà». Le parole di Daniele Bettarini, sindaco di Buggiano, sono un inno alla chiarezza. Ma se a dirlo è un primo cittadino, allora dietro ci deve essere un solido perché. Buggiano Castello, borgo medievale di appena centocinquanta abitanti, ha qualcosa da spiegare a chi decide di visitarlo. Le sue mura, scalfite solo da due piccole porte, nascondono una storia ricca e un fascino antico. Strade selciate e ripide guidano i visitatori in un’atmosfera di altri tempi, in cui l’apice della medievale particolarità si trova nella stupenda piazza Pretoria e nelle pievi di S.Nicolao e S.Lorenzo. Il segno naturale della tipicità del luogo, però, è un altro e, forse, più difficile da comprendere. Sono gli agrumi che quasi ti disorientano, perché a queste latitudini è raro trovarne di così importanti. La loro presenza nel borgo è dovuta al respiro delle particolari correnti calde, che creano un singolare microclima. Fanno da guardia all’intimità locale dei giardini, chiamati “segreti” non a caso. Piccoli appezzamenti di terra coltivati con amore dai proprietari, si nascondo racchiusi tra le mura delle case. Si svelano solo ogni due anni, in occasione della loro apertura nella festa chiamata “la campagna dentro le mura” (quest’anno il primo e l’ottavo giorno di maggio). In quei giorni nasce una sorta di gara tra chi coltiva: ogni giardino viene abbellito e gli ospiti accolti con musica dolce e cibarie a tema; ad accompagnarli ci sono il vento caldo, i profumi dei fiori, odori di arance e limoni, suoni di strumenti e parole in chiacchiericcio. Il tutto forma un concerto di emozioni, capace di spiazzare i neofiti dell’occasione. Gli stessi giardini servono a capire meglio la storia del luogo. Erano nati come orti per l’autosostentamento (l’unica eccezione è il giardino barocco di villa Sermolli, residenza signorile fin dal ‘600) e solo dopo, trasformati in pregio ornamentale. Anche gli agrumi hanno avuto lo stesso destino legato in modo stretto alla crescita del benessere: servivano, infatti, per produrre marmellate, ora sono elementi di “unicità”. Adesso, i giardini segreti sono in totale sedici, tutti riuniti in un sistema museale a cielo aperto; ognuno di loro si lascia identificare per nome, carattere, struttura e per una storia propria da svelare.

The Secret Gardens of Buggiano Castello Concert of emotions and festival among the citrus orchards on the 1st and the 8th of May

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f we do have a secret it all lies on our sobriety». The words of Stefano Bettarini are a celebration of clarity. Since he is the Mayor of Buggiano, then there must be something to it. Buggiano Castello, a medieval village of just one hundred and fifty inhabitants, has something to explain to those who decide to visit. Its walls, pierced only by two small doors, hide a rich history and the charm of bygone times. Steep cobbled streets lead visitors into the atmosphere of another era: the crown of this peculiar medieval village lies in the beautiful Piazza Pretoria and the parish churches of St. Nicolao and St. Lorenzo. Even more particular are the citrus fruits, which almost make you feel lost, since they are rarely found at these latitudes. Their presence in the village is due to the breath of particular warm currents of air, which create a unique microclimate. They watch over the intimacy of local gardens, which aren’t called secret by chance. Small plots of land cultivated with love by the owners are hidden in enclosures within the walls of the houses. The gardens are revealed only once every two years, when they are opened to the public during the festival called “the countryside within the walls” (this year on the first and the eighth of May). On those days a sort of competition arises between the owners: each garden is decorated and the guests are greeted with soft music and themed foods, accompanied by the warm wind, the scent of flowers, the smell of oranges and lemons, and the sound of musical instruments and chatter. The whole scene forms a concert of emotions which surprises newcomers. These same gardens help to better understand village history. They were created as vegetable gardens to provide for their owners’ food self-sufficiency (with the sole exception of the Baroque garden of villa Sermolli, a seventeenth century mansion), and only later on they were transformed into ornamental gardens. Even citrus fruits shared a similar fate, closely linked to the growing welfare of the area: while initially they were used to produce jams, they are now elements of “uniqueness.” Now there are a total of sixteen secret gardens, all gathered in an open-air museum system. Each garden has its own name, character and structure, and a history of its own to discover. 37


A spasso nel paese col sindaco Out and about in the Buggiano with Mayor

Daniele Bettarini

Sindaco Comune di Buggiano www.comune.buggiano.pt.it

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’ufficio in cui ci accoglie dà un senso di posticcio come se il tutto fosse precario: il palazzo è in fase di ristrutturazione. È il Sindaco di Buggiano Daniele Bettarini, comunque, a riceverci lì di persona, prestandosi subito a farci da Cicerone ideale attraverso strade e storia di queste parti. Sindaco, cosa consiglierebbe di vedere ad un turista in visita in questa zona? Prima di tutto, oltre a Buggiano Castello, i borghi di Colle e Stignano, entrambi rimasti fermi nel tempo; sono ideali per chi si lascia affascinare dalla storia. Una nostra perla, poi, è la Villa Bellavista di epoca medicea. Infine, meriterà una visita proprio questo nostro palazzo comunale, anche se ora si presenta un po’ in disordine: è l’ex convento di S.Marta, del 1200. Invece, mi indichi quale, secondo lei, è un’originale peculiarità del territorio? C’è una caratteristica legata in modo stretto al nostro passato agricolo. A Buggiano ci sono più macellerie e centri distribuzione di carne di tutti i comuni della Valdinievole messi assieme. Come definisce gli abitanti e la vita nel suo Comune? I buggianesi sono gente a cui piace la semplicità ed è affezionata alla propria terra. Per farla breve, Buggiano è famosa perché qua si vive bene! Potrà essere banale, ma ci scuserete se non ci sembra poco. E.B.

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he office where we meet him gives us a false sense as if everything were precarious: the building is in a phase of restoration. Daniele Bettarini is the Mayor of Buggiano, who receives us in person, immediately offering to be our ideal tour guide through the streets and history of these parts. Mayor, what would you recommend seeing to a tourist visiting this area? First of all, other than Buggiano Castello, the villages of Colle and Stignano, both having remained stuck in time, are ideal for those who are fascinated by history. One of our pearls, then, is the Villa Bellavista of the Medici epoch. Finally, a visit to our city hall, is worth the time, even if now it is a little in disorder. It is the ex convent of Santa Marta, from the year 1200. Instead, could you indicate, in your opinion, an unique peculiarity of the territory? There is a characteristic closely tied to our agricultural past. In Buggiano there are more butchers and meat distribution centers than all of the municipalities in the Valdinievole put together. How would you define the inhabitants of this municipality? The people of Buggiano like simplicity, and they are closely tied to their land. In short, Buggiano is famous because here people live well! It could be a banality, but forgive us because we think it says a lot. E.B.

Associazione anima storica

The spirit of the territory

L’Associazione culturale Buggiano Castello si può definire l’anima storica e folcloristica del suo paese. Nata nel 1972, grazie anche al primo presidente Enrico Coturri (a lui sono intitolate le tradizionali giornate storiche sulla Valdinievole), si è sempre distinta per una originale vitalità. Oltre all’organizzazione degli eventi contribuisce alla cura e il ripristino dei patrimoni artistici del proprio borgo. Tutte le manifestazioni in programma spiccano dall’anonimato per un aspetto diverso dal solito e raffinato. Proprio quest’ultima caratteristica è indice della voglia di emergere dal già visto e ben si confà al valore architettonico di Buggiano Castello. L’attuale presidente è Gionata Giacomelli ex assessore alla cultura del Comune di Buggiano. Per informazioni: www.buggianocastello.it www.borgodegliagrumi.it.

The cultural association Buggiano Castello can be defined as the historical and folkloristic spirit of the territory. Begun in 1972, thanks to the first president Enrico Coturri, known for his unique vitality. Held in his honour are the traditional historical festivities in the Vadinievole. Other than the organization of the events, he dedicates his time to the care and restoration of artistic patrimonies of his village. It is impossible for the scheduled events to go unnoticed as a result of their originality, and even glamorous displays. This last characteristic is an indicator of the desire to break away from what has already been seen, and it adapts well with the beautiful architecture of Buggiano castello. The current president is Gionata Giacomelli, ex Councillor of culture of the city of Buggiano. For information visit www.buggianocastello.it, www.borgodegliagrumi.it.


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Sacre armonie fin dal XVII secolo

Il sogno dell’Imperatrice Dal Giappone per sentire musica d’organo nelle chiese di Pistoia

TESTI Marinella Sichi Don Umberto Pineschi FOTO Fabrizio Antonelli

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e storie in Toscana si intrecciano o, per dire, si avvinghiano l’una all’altra, con variazioni di toni, melodie e registri che, dipanandosi negli anni ed in certi nostri specifici casi nei secoli, divengono cultura peculiare di un contesto. Sempre di attività economiche si parla, in questa terra fertile di ingegni e mastri organari. Di quel substrato tanto caro all’economista Becattini, che per questo in Toscana pensò e teorizzò, negli anni dello sviluppo, i Distretti Industriali, come convergenze di conoscenze e di intuizioni che andavano autoalimentandosi in strati che si sommavano fra loro. L’arte qui non è mai disgiunta dalla fatica manuale e dal tornaconto. L’organo, inventato, seconda la tradizione, da Ctesibio di Alessandria (c. 285–222 AC) si è grandemente sviluppato sia in Italia (specialmente nel XV secolo con Lorenzo Da Prato e nel XVI secolo con gli Antegnati a Brescia, la scuola cortonese di Onofrio Zeffirini e di Cesare Romani e la

scuola lucchese con Domenico di Lorenzo e i Ravani), sia, ancor di più, nel nord Europa (Fiandre, Germania e Francia), trovò a Pistoia un terreno fecondo specialmente nei secoli XVI e XVII, fino ad acquistare una fisionomia personalissima nel XVIII secolo. Nel 1664 il gesuita fiammingo Willem Hermans realizza nella chiesa di S. Ignazio, per volere del Cardinale Giulio Rospigliosi, uno splendido strumento destinato ad influenzare in maniera decisiva lo stile le botteghe delle famiglie Tronci e Agati che, a partire dalla metà del XVIII secolo acquisirono grande importanza, prima disgiunte, poi insieme, nel panorama dell’arte di questa produzione, fino ai primi due decenni del secolo scorso, quando tutti gli organi italiani furono messi da parte. Le candele si spegnevano nelle chiese ed echeggiavano nuovi flatus più consoni al momento. Chi faceva organi, a quel punto, cominciò a creare piatti musicali d’ottone.

Solo nel 1970, quasi per caso, la nostra storia riemerge. L’attenzione su questi grandi oggetti polverosi e silenti si rianima grazie al restauro, avvenuto quali casualmente, dell’organo, un Tronci del 1868, della chiesa di S. Niccolò Agliana. La bellezza ritrovata di questo strumento fa infatti capire la gravità gli errori commessi in passato, in particolare con la distruzione di antichi strumenti come quello della Cattedrale (1953) e della chiesa di S. Andrea (1962). Nasce forte il desiderio di salvare quelli superstiti. Nel 1975 è Don Umberto Pineschi, organista della Cattedrale di Pistoia, a dare inizio, con la fondazione dell’associazione Accademia di musica italiana per Organo, all’attività di interpretazione. L’eco attraversa i confini italiani e sfocia a Oriente. La città di Gifu, in Giappone, per il suo Museo di Belle Arti, fa eseguire nel 1984, su suggerimento di Umberto Pineschi, una copia dell’organo Tronci del 1755 alloggiato nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’attenzione internazionale cresce, studenti stranieri vengono a frequentare l’Accademia pistoiese e alcuni vi rimangono. Nel 1985, sempre per opera di Umberto Pineschi, nasce a Shirakawa, una cittadina della prefettura di Gifu, un’Accademia d’organo. Don Pineschi coltiva le relazioni culturali tra Pistoia e Shirakawa tanto che queste che sfoceranno con il gemellaggio tra le due città. Nel 1988 la futura imperatrice del Giappone, la principessa Michiko, ottima pianista ed arpista, visita l’Accademia d’organo di Shirakawa e promette al maestro Pineschi, in quell’occasione, di accettare l’invito di visitare Pistoia. Nel 1993, ormai imperatrice, adempie questa promessa visitando Pistoia assieme al marito imperatore, fatto importante e ricco di significato. Pistoia, divenuta una delle “città degli organi”, balza, così, agli onori della cronaca. Un riconoscimento del lavoro durato secoli, che ha visto la perseveranza di tante persone di epoche e culture diverse, tutte legate dalla passione per questa musica “divina”. Attualmente, l’Accademia d’Organo “Giuseppe Gherardeschi” è una realtà viva che organizza, ogni anno da ormai 14 anni, Vespri d’Organo e Corsi d’interpretazione nelle varie chiese cittadine. Straordinario il calendario dei Vespri dell’anno 2011 (ben 24 eventi, da gennaio a dicembre, rilevabile dal sito sotto indicato), dove interpreti di rilievo mondiale evidenziano la potenzialità sonora degli strumenti. Echeggiano nelle numerose belle chiese pistoiesi, arricchite da pregevoli pezzi d’epoca attentamente restaurati, vibranti armonie irripetibili altrove. www.accademiagherardeschi.info Foto Apertura - Organo dorato nella chiesa di San Domenico. Opening photo - Golden organ in the Church of San Domenico . Sinistra - Organo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. Left - Organ in the Church the Santa Maria delle Grazie Destra - Don Pineschi e l’Organo nella chiesa di Sant’Ignazio nota come chiesa del Santo Spirito. Right - Don Pineschi and the Organ in Church of Sant’Ignazio, known as Church of Santo Spirito.

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The Empress’s Dream All the way from Japan to hear organ music in the churches of Pistoia

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n Tuscany stories are interwoven - or better yet, they cling to each other - with variations of tones, melodies and registers that, developing themselves throughout the years or, in some cases, over centuries. The discussion is always about economic activities in this country rich in talents and in organ builders, a substrata so dear to the economist Becattini who, as a result, thought about and theorized those Industrial Districts in Tuscany as a confluence of separate self-sustaining knowledge and intuition that eventually came together. The art, in this case, is never separated from manual labor or profit. According to the tradition, the organ, invented in Egypt by Ctesibius of Alexandria (fl. 285–222 BC), was very much improved and diversified through the centuries, both in Italy — especially in the 15th century with Lorenzo da Prato, in the 16th century with the Antegnatis in Brescia, the Cortonese school of Onofrio Zeffirini and Cesare Romani and the Lucchese school of Domenico di Lorenzo and the Ravanis — and, even more, in Northern Europe — Flanders Germany and France. In Pistoia the organ was not only welcome, especially in the 16th and 17th centuries, but becomes a local specialty in the 18th century, achieving a very personalized status. In 1664 the Flemish Jesuit, Willem Hermans, built a magnificent organ in S. Ignazio Church in Pistoia by order of cardinal Giulio Rospigliosi, then secretary

of State of the Pope. This instrument was bound to substantially influence the style of the workshop of two Pistoiese families that played a distinct role in the development of the Italian organ, the Troncis since 1735, the Agatis since 1760 and as a joint firm, Agati-Tronci, since 1883. They built organs not only in Italy, but also in France, in the Middle East and even in Latin America. After World War I almost all the main organ workshops in Italy were forced to shut down not only because of economic reasons, but mainly because the organ lost the importance it previously had in the liturgy. Unfortunately Agati-Tronci was not an exception. Nevertheless the Tronci family, under the UFIP name, continued to create musical instruments; not organs, however, but brass cymbals that are now very well known and appreciated all over the world. It was only in 1970, almost by chance that the organ reemerges. The restoration of the Tronci organ built in 1868 for the church of San Niccolò Agliana focused again attention on these imposing, silent and dusty objects. The revelation of the hidden beauty of the sound of this instrument made it clear that destroying organs had been a tragic mistake, especially in the case of the organ of the Cathedral of Pistoia in 1953 and of the church of Sant’Andrea in 1962; therefore, saving the surviving Pistoiese organs was a necessary effort. In 1975, Umberto Pineschi, organist of the Cathedral of Pistoia, founded an association called the Accademia di Musica Italiana per Organo, with the purpose of exploiting these riches through organ courses on Italian organ literature, with 50-80 participants every year from all over the world, even from the Far East. One of the results was that in 1984 the Japanese city of Gifu decided to have a copy of a Pistoiese organ, the one in the church of Santa Maria delle Grazie alias del Letto, for its Museum of Fine Arts,

under Umberto Pineschi’s suggestion. In 1985, in Shirakawa, a small town of the Gifu prefecture, an organ academy was created, again under Umberto Pineschi’s suggestion. The course was so successful that, as a result, some students decided to visit Pistoia to play its historical organ - occasionally getting married here and not going back to Japan except for vacations. Maestro Pineschi refers to this as one of the organ academy’s side effects! As a result, however, a sistership between Shirakawa and Pistoia was established. In 1988, the Crown princess of Japan, Michiko, a musician herself, visited the organ academy of Shirakawa, promising maestro Pineschi on that occasion to visit Pistoia as well, in the case of a possible State visit to Europe. In 1993, already empress, Michiko realized this dream, visiting Pistoia together with her husband, the emperor Aki-Hito. It was an event that turned out to have a significant importance by highlighting Pistoia as one of the “organ cities” in the world. It is undoubtedly an acknowledgment of the efforts throughout the centuries, due to the determination of the local organists, organ builders and organ lovers, all of them linked together by the common and passionate interest for this “divine” music. Since 2001, the organ association founded in 1975 was given the name Accademia d’Organo “Giuseppe Gherardeschi”. For these last 14 years, it has organized musical events consisting of Organ Vespers and interpretation courses in several churches in Pistoia. The 2011 program, with 24 organ vespers from January to December, provides a good opportunity - or a challenge for some selected performers and quite often world known organists - to display the incredible possibilities of these high quality instruments, not only entirely different one from the other, but also from organs built in other parts of Italy and, even more, from those built in other countries.

Calendario Vespri d’Organo Domenica 3 aprile, ore 17 Cattedrale, Pistoia (Costamagna 1969): Andrea Vannucchi Martedì 26 aprile, ore 17 S. Ignazio (Spirito Santo), Pistoia (Ghilardi 2007): Ludger Lohmann, Germania Giovedì 28 aprile, ore 21 Carmine, Pistoia (Ghilardi 2008): Guy Bovet, Svizzera Domenica 1 maggio, ore 17 Propositura di S. Marcello Pistoiese (Agati 1782): Andrea Vannucchi Giovedì 5 maggio, ore 21: S. Michele Arcangelo a Piuvica, Pistoia (Agati-Tronci inizi sec. XX): Kaori Gotoh, Giappone Venerdì 6 maggio, ore 21 S. Rocco di Larciano (Ghilardi 2005): Kaori Gotoh, Giappone

Organo di Benedetto Tronci 1822 (in attesa di restauro) Chiesa di San Pier Maggiore Pistoia Organ by Benedetto Tronci, 1822 (soon to be restored), Church of San Pier Maggiore Pistoia 46

Domenica 8 maggio, ore 17 Cattedrale, Pistoia (Tronci 1793): Eliseo Sandretti Domenica 29 maggio, ore 17 Sarripoli, Pistoia (Caciolli 1688): Serenella Secchiero


di Don Umberto Pineschi

Nelle nostre chiese L’organo è sgargiante

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’organo è come il vino: ogni territorio ha il suo. E se il vitigno è lo stesso, un Sangiovese, per esempio, se prodotto in Romagna, pur conservando questo nome, sarà un vino notevolmente diverso da quelli che si ottengono, supponiamo, nelle colline del Chianti o a Montalcino. L’organo pistoiese è, indubbiamente, uno strumento italiano, ma ha delle caratteristiche che lo distinguono da quelli prodotti in altre regioni, tanto da farne un caso unico. Sempre ricorrendo a modelli tratti dall’agricoltura, potremmo pensare a una pianta generica, quella dell’organo italiano rinascimentale-barocco.

In our churches the organ is glitzy

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he organ is like wine. Not only does each country, but each region has its own wine. Even if the vine is the same, it will produce types of wine considerably different from each other, depending on the area where it is planted. An example is the Sangiovese vine when planted in the Romagna region, or in the Chianti hills, or in Montalcino. The Pistoiese organ is a truly Italian organ. Nevertheless its special distinctive character makes it different from those built by organbuilders from other Italian regions, rendering it unique. Using examples taken from agriculture, we might imagine the Renaissance-Baroque Italian organ as a generic plant.

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L’asilo di qualità Modello pistoiese esportabile in continua evoluzione TESTO Anna Lia Galardini

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FOTO Fabrizio Antonelli

alorizzare le grandi risorse che i bambini manifestano nei primi anni di vita è il fulcro del progetto educativo dei servizi comunali per l’infanzia di Pistoia. Si è scelto di organizzare spazi e situazioni utili ad agevolare nei bimbi esperienze, apprendimenti, relazioni significative, curiosità e autonomia. Aree da abitare come la casa, che ampliano le opportunità e che danno forza all’immaginazione, creando sicurezza. Accurata la scelta degli arredi e generosa l’offerta dei materiali messi a disposizione dei piccoli, in gran parte recuperati nel mondo della natura o scelti tra gli oggetti della vita quotidiana, ben diversi da quelli che offre il mercato dei giocattoli. Continuo è stato il dialogo con le famiglie e il lavoro in sinergia con le risorse culturali locali. Gli 50

asili nido e le scuole dell’infanzia si sono affermati sia come luoghi di educazione per i bambini, sia di aggregazione e di ascolto, capaci di costruire comportamenti sociali positivi e reti di fiducia tra adulti. Una pedagogia del buon gusto. L’attenzione al gusto del bello in ambienti nei quali l’armonia e la ricchezza percettiva facilitano nei bimbi comportamenti creativi è stata una peculiarità dei servizi pistoiesi. C’è stata negli anni un’educazione estetica degli adulti e dei piccoli, alimentata dalla frequenza non occasionale dei musei cittadini, dall’incontro diretto con le opere degli artisti, con i luoghi della città ricchi di suggestioni estetiche. Inoltre non è stato trascurato il rapporto con la natura, con la bellezza e la varietà degli elementi naturali che possono tro-

vare posto dentro uno spazio educativo. E’ lo sguardo meravigliato sul mondo che deve essere coltivato nei bambini, uno sguardo capace di suscitare stupore ed emozioni. Pistoia città educativa. L’innovazione continua ha consentito di progredire negli anni ed ha sostenuto la volontà comune di non cadere in automatismi educativi routinari. Si è privilegiata una creatività organizzativa in più direzioni: le esperienze proposte ai bambini hanno coinvolto i musei, la biblioteca, il teatro, ma anche le realtà economiche, come il vivaismo, divenute nuovi alleati intorno ai progetti educativi per i più piccoli. Tutte le risorse della città nel tempo sono entrate in dialogo con i nidi e le scuole, diffondendo la cultura del diritto all’educazione fin dai primi anni.


Quality Nursery schools The exportable and constantly evolving Pistoian model

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aloValuing the large resources that children manifest in their first years of life is the essence of the city service’s educative project for childhood in Pistoia. The organization of places and situations useful for facilitating in children’s experiences of learning, establishing significant relationships, curiosities and autonomy has been the main focus. Play spaces modelled on the house, for example, provide opportunities for the children and create a sense of security, allowing free range for their imagination. An accurate selection of furniture and a generous offering of materials for the children to use - much of which is taken from nature or objects from daily life – is a very different approach compared to offering a market of toys. Communication with families and working with local cultural resources has remained continuous as well. The nursery schools - asilo nido (ages 3 months to 3 years) and the scuola di infanzia (from ages 3-6) - have established themselves as places for the education of children, and of association and understanding, capable of forming positive social behaviour, and networks of trust among the adults. A pedagogical approach with good taste: Attention to beauty and tasteful details in play spaces where a harmonious and rich experience can be

perceived - making it easier for children’s creativity to thrive - has been a peculiarity of the services in Pistoia. Over the years, an aesthetic education including adults and small children has been nurtured by the participation of city museums, from direct encounters with artists’ works to visiting places in the city rich in aesthetic charms. On the other hand, the relationship with nature has not been neglected; with the beauty and variety of natural elements that can find a place in an educative space. It is the marvelled gaze on the world that must be cultivated in the children, a gaze capable of evoking emotions and a sense of wonderment. Pistoia, an educational city. The continuous innovation has allowed progress throughout the years and has sustained the common will to not fall into an automatism of educative routines. An organized creativity points in many directions: the experiences proposed to the children have involved museums, libraries, theatre, but also economic realities, like the plant nursery industry -all of which have become new allies in the educative projects for children. All of the resources of the city throughout time have entered into dialogue with the nurseries and the schools, diffusing the culture of the right to education beginning with the first years of life.

Ottimo investimento

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l metodo Scuola Pistoia è conosciuto nel mondo, spesso delegazioni provenienti da realtà scolastiche italiane e da paesi stranieri molto lontani si confrontano per produttivi scambi culturali e percorsi pedagogici imitabili. La creatività organizzativa è diventata un “modello” riproducibile. Secondo i dati emersi da una ricerca, curata da James Heckman, Nobel per l’economia nel 2000, si è evidenziato che: un buon sistema educativo sulla formazione prescolare di qualità è paragonabile a un ottimo investimento borsistico. Lo afferma lo studioso della Chicago University, con rilievi economici precisi. Parteners della ricerca sono la fondazione svizzera Jacobs e Reggio Children, la srl municipale a capitale misto. L’impegno educativo nei primi anni dell’infanzia è tanto remunerativo, nella ricaduta positiva di cui si avvantaggia la collettività, da produrre, nel tempo, un guadagno capace di fruttare fino al 10% annuo (superiore a quello del mercato borsistico a lungo termine, dove il profitto è attestato intorno al 6%). L.C.

A great investiment I The Pistoia school method is recognized throughout the world. Often delegations from Italian schools and from countries very far away meet in the productive exchange of cultures and imitable pedagogical curriculums. Organizational creativity has become a reproducible “model.” According to research statistics, put forth by James Heckman, Nobel for Economy in 2000, there is evidence that a good educative system on the preschool quality education is comparable to an optimal financial stock investment. The University of Chicago scholar confirms this with precise economic emphasis. Partners in research in the Swiss foundation, Jabobs and Reggio Children ( the municipal srl), attest to the positive drop in which the collective whole gains an advantage to produce, in time, an earning capable of yielding up to 10% a year (superior to that of the stock market in the long term, where the profit is attested around 6%). L.C. 51


Musica, Bambini e Solidarietà

Serata di beneficenza organizzata dalla Fondazione Giorgio Tesi Onlus a favore dell’Associazione “Amici di Francesco” Onlus per aiutare l’infanzia bisognosa del Benin

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n occasione del Natale 2010 la Fondazione Giorgio Tesi Onlus ha promosso un concerto di musica dell’Orchestra dei Ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole diretti dal Maestro Edoardo Rosadini presso il Teatro Manzoni di Pistoia. Le offerte ricavate da questa manifestazione sono state devolute all’Associazione “Amici di Francesco” Onlus e finalizzate ad aiutare i bambini bisognosi del Benin. Nel corso della serata è stato presentato il libro “Giorgio Tesi Vivai si apre ai Bambini”. Erano presenti, oltre alla cittadinanza, gli studenti e i loro genitori, le maestre delle scuole partecipanti al progetto.

Music, Children and Solidarity Sopra - Orchestra dei Ragazzi della Scuola di Musica di Fiesole al Teatro Manzoni di Pistoia. Opening photo - Young orchestra from the Fiesole Music Academy at the Manzoni theatre Sotto - Presentazione del Libro “Giorgio Tesi Vivai si apre ai Bambini” durante la serata di beneficenza. Left - Introducing the book “Giorgio Tesi Giorgio Vivai open to children”

Nuova Ludoteca Inaugurata il 24 febbraio 2011 una ludoteca presso il Centro Sant’Anna della diocesi di Pistoia, realizzata grazie al contributo della Fondazione Giorgio Tesi Onlus. A New toy space A toy space for cildren was inaugurated Febrary 24, 2011 in the Sant’Anna Center of the diocese of Pistoia. It was made possible thanks to the contribution of the Fondazione Giorgio Tesi Onlus.

Charity evening to help the needy Benin children, arranged by the Giorgio Tesi Foundation Onlus

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n the occasion of last Christmas, The Giorgio Tesi foundation organized a concert at the Manzoni theatre, performed by the young music academy of Fiesole directed by Maestro Edoardo Rosadini. Donations had been given to the Association “Francesco’s friends” that will provide for the needy Benin children. On the same evening, a new book by Tesi editions had been introduced, “Giorgio Tesi Nurseries Open to the Children”. Among the people who attended this event, citizens, students and their parents together with teachers from the school that joined this charity project.

www.fondazionegiorgiotesi.it 52


Attività della Fondazione Giorgio Tesi Onlus

Ragazzi vivaisti per un giorno Una nuova esperienza didattica

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e nostre tradizioni» è il progetto tra la Giorgio Tesi Group e l’Istituto Comprensivo Statale “Raffaello” di Pistoia. Alcune classi di bambini della Scuola dell’Infanzia di Ciazzano e della Scuola Primaria del Nespolo hanno vissuto per un giorno l’esperienza di lavoro nel vivaio. Hanno invasato e partecipato alla preparazione delle piante per alla spedizione. Da queste loro osservazioni, rielaborate in aula con il supporto delle maestre, è nato il libro “Giorgio Tesi Vivai si apre ai Bambini”. La Fondazione ha organizzato l’iniziativa e sostenuto la pubblicazione ritenendola valida sia dal punto di vista didattico sia culturale.

Nursery kids for a day A new educational experience

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ur traditions» is the name of a project organized by the Giorgio Tesi Group and the “Raffaello” school of Pistoia. Several classes of children from the Nursery School of Ciazzano and the Primary School of Nespolo experienced what it is like to work in a plant nursery for one day. They tried their hands at potting and participated in

plant shipping preparation. From their observations - discussed in the classroom afterwards with their teachers - the book “Giorgio Tesi Vivai Opens to the Children” was born. The foundation organized the initiative and sustained the publication as a valid didactic and cultural testimony.

Sopra - Copertina del libro e pagina interna. Opening photo - Cover page / inside page Sotto - Bambini nel vivaio. Opening photo - Kids in the nursery.

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Giorgio Tesi Group protagonista Piante sul mare di Genova per “salpare” verso parchi e giardini del Mondo

Fiera di Genova - 21 Aprile / 1 Maggio 2011 Esposizione di piante e convegno internazionale, due importanti iniziative del Gruppo per promuovere e valorizzare l’ambiente

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uroflora è la manifestazione florovivaistica Internazionale più prestigiosa del Mediterraneo, che presenta tutte le specificità del settore: dalla ricerca all’ibridazione, dal fiore reciso alle fronde, dalle piante in vaso all’arboricoltura, dal giardinaggio al paesaggismo. Questa decima edizione 2011 si preannuncia uno spettacolo unico e suggestivo con piante provenienti da cinque continenti; è prevista una notevole affluenza di pubblico, quattro milioni e mezzo di visitatori in nove edizioni. Sono riservati agli espositori cinquecento concorsi tecnici ed estetici, ogni competizione sarà 54

valutata da una giuria di esperti di rilievo internazionale. Le novità più eclatanti riguarderanno le composizioni floreali e il verde urbano, di notevole rilevanza per la qualità della vita nei centri abitati. Uno speciale concorso è riservato al tema degli orti e dei giardini. La Giorgio Tesi Group sarà presente a questa attesa manifestazione che ha al centro le piante e i fiori, con forte impegno nella realizzazione di aree espositive con piante della propria produzione, un convegno internazionale e l’organizzazione di prove dimostrative di arte topiaria.

Al termine dell’Euroflora la Giorgio Tesi Group, in accordo con la Fondazione Giorgio Tesi Onlus, donerà le piante fiorite presenti negli stand, a sostegno delle attività dell’Ospedale Gaslini di Genova. After the close of Euroflora, the Giorgio Tesi Group in accordance with the Fondazione Giorgio Tesi Onlus will donate its flowering plants of the stand in support of the activities of the Gaslini Hospital of Genova.


The Giorgio Tesi Group Plays a Leading Role

Giorgio Tesi Group

Fiera di Genova

Plants by the sea in Genoa to “set sail” for the world’s parks and gardens

Genoa Trade Fair 21 April / 1 May 2011 A plant exhibition and an international conference two important Group initiatives to promote and enhance the environment

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uroflora is the most prestigious international indoor nursery-gardening show in the Mediterranean and it spotlights all the main issues of the industry: research, hybridization, cut flowers, fronds, potted plants, arboriculture, gardening and landscape art. This tenth annual edition promises to be a unique and fascinating event that includes plants from five different continents. High visitor turnout is expected based on the four and a half million visitors that have come out for the previous nine editions. Exhibitors will be eligible to enter five hundred contests, each to be judged by a jury of international experts. Some of the most exciting new categories include floral arrangements and urban greenery, which is of vital importance for quality of life in populated areas. A special competition is also reserved for vegetable and flower gardens. The Giorgio Tesi Group will be attending this highly anticipated plant-and-flower-centered fair, making a strong effort by producing exhibition areas with its own plants, an international conference and topiary-art demonstrations.

Immagini dell’edizione precedente anno 2006 Images of the previous year 2006

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Il Verde di Pistoia - The Green of Pistoia


Giorgio Tesi Group

Fiera di Genova

Planimetria Generale General Plan

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a

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La Giorgio Tesi Group vi aspetta presso lo stand di rappresentanza (a) dell’azienda che si trova sulla terrazza del Padiglione B. Personale multilingue sarà a disposizione del pubblico per tutta la durata della manifestazione, per fornire indicazioni sulle tipologie di piante prodotte nei propri vivai e le loro caratteristiche botaniche e di impiego per i parchi e giardini. Altre due aree da visitare realizzate dall’azienda con la collaborazione della Ditta Frullani srl e Romiti e Giusti “Arte topiaria Toscana” di Pistoia, sono il viale a mare (b) e le aiuole all’ingresso della fiera (c), indicate nella soprastante planimetria. Nello spazio del Teatro del Fiore saranno effettuate prove dimostrative dell’arte topiaria.

Sopra - Planimetria generale con gli spazi dove è presente la Giorgio Tesi Group. Immagini dell’edizione precedente anno 2006. Above - General diagram with the areas to be occupied by the Giorgio Tesi Group. Images of the previous year 2006

The Giorgio Tesi Group looks flowerd to seeing you at the company’s stand (a) on the terrace of Pavillon B. Multilingual staff will be available to the public for the duration of the show to provide information on the types of plants produced in our nurseries, their botanical characteristics and their use for parks and gardens. The company produced two other areas to visit, in partnership with Frullani srl, Romiti and Giusti for “Arte Topiaria Toscana” in Pistoia: the seaside boulevard (b) and the flowerbeds at the trade fair’s entrance (c), indicated in the diagram below. Topiary-art demonstrations will also be taking place in the area of the Teatro del Fiore.

Euroflora 2011 Fiera di Genova 22 Aprile - 1 Maggio info@euroflora2011.it www.euroflora2011.it Tel. +39 01053911 Orari di Apertura: - dalle h. 08.00 alle h. 23.00 - chiusura casse: ore 22:00

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Convegno Internazionale

Fiera di Genova

Innovazione e tradizione nel vivaismo a tutela dell’ambiente Esperienze della Giorgio Tesi Group e collaborazione con il CNR a salvaguardia del futuro del Cipresso

Auditorium Polo Espositivo 28 Aprile 2011 International Conference

Innovation and tradition in the nursery industry for the environmental protection Experiences of the Giorgio Tesi Group in partnership with the CNR to safeguard the future of the cypress tree

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uesto convegno internazionale, frutto della collaborazione fra Giorgio Tesi Group e Consiglio Nazionale delle Ricerche, farà il punto sulle loro esperienze in corso per contribuire al miglioramento della qualità delle piante ed alla sostenibilità ambientale. Le relazioni degli esperti sono incentrate su due principali linee di lavoro: la prima riguarda l’impegno della Giorgio Tesi Group per la Certificazione Ambientale e l’applicazione di nuove tecnologie telematiche per l’identificazione e la descrizione delle piante; la seconda esamina gli aspetti scientifici del miglioramento genetico del Cipresso e della tutela giuridica delle nuove varietà vegetali. È prevista la presenza di autorità e amministratori locali, un rappresentante della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo di Strasburgo e le conclusioni del Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Italiano.

Consiglio Nazionale delle Ricerche 58

Giorgio Tesi Group

Per partecipare e info sul convegno: +39 0573 530051 - info@giorgiotesivivai.it adesione entro 15 Aprile 2011

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his international conference, formed out of the partnership between the Giorgio Tesi Group and the National Research Council (CNR), will use their current experience to contribute to the improvement of plant quality and environmental sustainability. The connections between the experts revolve around two main lines of work. The first regards the commitment of the Giorgio Tesi Group towards Environmental Certification and the application of new telecommunication technologies to identify and describe plants. The second examines the scientific aspects of genetically improving the cypress tree and legally protecting new plant varieties. Local authorities and trustees and a representative from the Committee on Agriculture and Rural Development of the European Parliament in Strasbourg are expected to attend, and the conclusions of the Italian Ministry for Agricultural, Food and Forestry Policies will be presented. To participate and info on the conference: +39 0573 530051 - info@giorgiotesivivai.it Register by 15 April 2011



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Purgatorio, Inferno e Paradiso Itinerario della salute nelle Grotte Giusti

TESTO Rebecca Colet FOTO Archivio Grotte Giusti

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utto ebbe inizio per caso, quando, nel 1849, alcuni minatori impegnati nei possedimenti di Domenico Giusti, padre del poeta Giuseppe, notarono alcuni vapori caldi fuoriuscire da una cavità del terreno. Una volta ampliato l’antro di quello che credevano un pozzo naturale, si trovarono di fronte ad una bellissima grotta millenaria, caratterizzata da labirinti sotterranei e cunicoli abbelliti, qua e là, dai giochi di luce creati dalla presenza di stalagmiti e stalattiti. Questo dono della natura, che, con i suoi duecento metri abbondanti di estensione, costituisce la terza grotta più grande d’Europa, è stato, nel corso del tempo, mèta di principi e personaggi storici, come il compositore Giuseppe Verdi, che non esitò a definirla “l’ottava meraviglia del mondo”.

Foto Apertura - Interno delle grotte Opening photo - Interior of the cave Sopra - Trattamenti centro benessere e palestra. Above - Spa treatments and Gym. Sopra a destra - Nuova zona relax . Above right - New relaxation area. Destra - Notturno piscina termale all’aperto. Right - Nightime thermal pool. 62

Ancora oggi il fascino della Grotta Giusti rimane immutato, e costituisce l’attrattiva principale di un importante centro termale, sorto, nel frattempo, nel parco adiacente alla villa ottocentesca. Attualmente è sede di un prestigioso “resort”. I pregi della grotta vanno di pari passo con gli effetti salutari dei suoi vapori caldo-umidi, ideali per bagni curativi e terapie rigeneranti. L’acqua termale che qui sgorga, di tipo bicarbonato-solfatoclorurate-calcico-magnesiaco, crea all’interno dei sotterranei gradevoli laghetti emananti esalazioni dall’indubbio effetto benefico. Al suo interno è, dunque, possibile godere di un bagno turco naturale. Si può scegliere a proprio piacimento la temperatura, visto che le tre caverne componenti la grotta si distinguono per gradazioni differenti. Secondo un percorso che la tradizione ha associato ad echi danteschi, infatti, si può scegliere tra i 24° gradi del Paradiso, il clima intermedio del Purgatorio ed infine i 34° della zona più profonda: l’Inferno. Il centro benessere del Grotta Giusti Natural Spa Resort, attualmente, ha affiancato alle terapie termali tradizionali i trattamenti più all’avanguardia. Spiccano quelli proposti dal reparto di discipline orientali (shiatsu, dhara e massaggio ayurvedico), mentre un’équipe medico-scientifica è a disposizione per programmi di alimentazione personalizzata e check up capaci di attestare i livelli di stress, attraverso la percentuale di radicali liberi presente nell’organismo. Sono, poi, parte integrante del complesso anche una piscina termale esterna, con scenografiche cascate, e idromassaggi. Tutto l’anno sono aperti: una palestra attrezzata, un campo da tennis, un innovativo centro di medicina estetica, un percorso vita e itinerari da trekking per escursioni nella campagna circostante.


Purgatory, Hell and Paradise An itinerary for good health in the Grotta Giusti

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t began by chance, when, in 1849, several minors involved in the estates of Domenico Giusti (father of the poet, Giuseppe) noted some hot vapours spewing from the cavity of the terrain. Once the antrum expanded - of what they thought was a natural well - they found themselves in front of a beautiful thousand-year-old grotto, characterized by subterranean labyrinths and magnificent tunnels, here and there, with special light effects created by the presence of stalagmites and stalactites. This gift of nature, with its profound depth of two hundred meters, constitutes the third largest grotto in Europe, and was - over the course of time - a destination of both princes and historical figures, including the composer Giuseppe Verdi who did not hesitate to define it “the eighth wonder of the world.� Still today the fascination of the Grotta Giusti remains unchanged, and constitutes the principle attraction of an important hot springs in the park next to the 19th century villa. It is currently the site of a prestigious heath resort. The merits of the grotto go hand in hand with the

health benefits of its hot and humid vapours, ideal for curative bathes and regenerative therapies. The water of this hot springs consists of a composition of bicarbonate, sulphate, clorurate, calcium and magnesium, thus producing within the enjoyable subterranean lakes a blissful sensation that derives from its healing properties. Inside, one can enjoy a natural Turkish bath by choosing the most comfortable temperature from the different temperature levels that can be reached in the three caverns of the grotto. According to an itinerary that tradition has associated with Dantesque echoes one can choose between 24 degrees Celsius in Paradise, the intermediate climate of Purgatory, and finally 34 degrees of the deepest level, Hell. The health spa of the Grotta Giusti Natural Spa Resort today offers traditional thermal spa therapies as well as some of the most avant-garde treatments, in particular the ones offered by the section of eastern disciplines (shiatsu, dhara, and ayurvedic massage), while a medical-scientific team is available for personalized nutritional programs and check-ups that are able to measure stress levels through the percentage of free radicals present in the body. Part of the complex as well is the external thermal swimming pool, with its scenic waterfalls and whirlpools. A modern gym, a tennis court, innovative aesthetic medicine, as well as trails and trekking itineraries for excursions in the surrounding countryside, are among the resort’s year round offerings.

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La Toscana più vera A more authentic Tuscany

FATTORIA

il Ca ero Casalguidi - PT

Attraverso un caratteristico viale contornato da cipressi giungiamo all’antica Fattoria Il Cassero, la cui struttura originale, dal nome Villa Vecchia, risale al XVI° secolo, da cui il toponimo della località. Al suo interno la casa padronale con affreschi di fine ‘800, la sala da pranzo con forno a legna e caminetto, le cantine. La famiglia Giovannetti, che coltiva da ormai tre generazioni vite e ulivo nel rispetto della natura e delle tradizioni toscane, sarà pronta ad accogliervi per una degustazione in cantina. La tenuta si estende su 129 ettari: il versante esposto a nord è costituito da bosco ceduo, ricco di varietà di piante e animali selvatici; la collina esposta a sud-est ospita l’oliveta (300 mt. s.l.m.) costituita da ulivi secolari di tre varietà (Leccino, Moraiolo, Frantoio) e le tre vigne, due di Sangiovese - Canaiolo - Malvasia Nera per la produzione del Chianti D.O.C.G. Montalbano e una di Trebbiano, dalla quale si ricava il vino bianco Toscana I.G.T. Il turista che vuole trascorrere un rilassante soggiorno immerso nella campagna toscana può soggiornare in appartamenti con soffitti a travi in legno, mura in pietra, caminetti e finiture di pregio, dotati di tutti i moderni comfort: cucina, TV, telefono, lavanderia. La posizione è strategica per visitare le principali città d’arte: Pisa (50 Km), Firenze (30 Km), Lucca (27 Km), Pistoia (8 Km), Montecatini Terme (6 Km), Viareggio (50 Km), Vinci (18 Km).

Throughout a characteristic promenade surrounded by cypress we get into the old farmhouse Il Cassero, whose original structure called Villa Vecchia, dates back to XVI century, by which the toponym of the locality. Inside the owner’s house with frescoes dating back to the late ’800, the dining room with a wood fireoven and fireplace, the cellars. The Giovannetti family, who cultivates since three generations vineyards and olives in the respect of nature and tuscan traditions will be ready to greet you for a casting in the cellar. The property is extended for 129 hectares: the north side is a wood with a rich variety of plants, wild animals and game; the south side is used for cultivation of olive trees (300 mt. on sea level) made up of age old olives of three different varieties (Leccino, Moraiolo, Frantoio) and the three vineyards, two of Sangiovese – Canaiolo – Black Malvasia for the production of chianti D.O.C.G. Montalbano and one of Trebbiano, by wich the white wine Toscana I.G.T. can be obtained. The tourist who want to spend a relaxing stay plunged in the Tuscan country can live in apartments with wood-beam on ceiling (built in the traditional Tuscan way), walls made of stone, fireplaces and handmade furniture, but he can also find all modern comforts: kitchen, TV, telephone, laundry. All of this in a strategic position to visit the cities of art: Pisa (50Km/31 miles), Firenze (30Km/18miles), Lucca (27Km/16miles), Pistoia (8Km/5miles), Montecatini Terme (6Km/3,5miles), Viareggio (50Km/31miles), Vinci (18Km/11miles).

Via Forra di Castelnuovo,86 - 51034 Casalguidi (PT) - Serravalle P.se - Tel/Fax+39 0573 527180 Cell.+39 335 7225632/3

www.fattoriailcassero.com


GIORGIO TESI

Appuntamento a Euroflora 2011, il 28 aprile, per una dimostrazione dell’arte topiaria durante il Convegno Internazionale

Fiera di Genova

Appointment at Euroflora 2011, April 28th for a demonstration of topiary art during an international convention

per informazioni rivolgersi alla Giorgio Tesi Group For information contact the Giorgio Tesi Group Tel. +39 0573 530051 / Fax +39 0573530486 info@giorgiotesivivai.it - www.giorgiotesivivai.it


Valli di Piteglio fra natura e riti della fede La Madonna del Latte e la devozione delle gestanti. Le feste pasquali TESTI Carlo Bardini FOTO Carpe Diem - Abetonesport 66


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rimavera è il momento più propizio per scoprire luoghi dove tradizioni, di origine antica, s’incrociano con la bellezza del paesaggio e preziosi patrimoni d’arte. A Piteglio, sulla Montagna Pistoiese, e nell’intero suo comune, per esempio, sono vivi stretti legami con la fede, che vedono nelle manifestazioni ricorrenti durante le festività pasquali grande e suggestiva partecipazione. A Calamecca il Venerdì Santo la popolazione passa per le vie del piccolo paese facendo suonare il batturone, particolare strumento di legno, con all’interno un meccanismo capace di produrre un suono utile a sostituire quello delle campane, come da prassi legate dal Giovedì Santo. A Panicagliora, nel comune di Marliana, ma vicinissima al territorio piteglino, il Lunedì dell’Angelo si svolge la “Festa dell’ovo sodo”. Si inizia con la processione e la Messa ai ruderi della Pievaccia, nei pressi della Pieve di S.Andrea, a cui segue la benedizione delle uova e la “merendina”. Nel pomeriggio, per le vie del paese, vi è la sagra dell’uovo sodo. Ma le manifestazioni più importanti sono a Piteglio (toponimo di stampo botanico, Petilium, fiore orientale; più remota l’ipotesi che derivi dal nome di un console dell’antica Roma, Petilus della gens Petilia) durante il giorno di Pasquetta, ricorrenza in cui si può vistare il campanile della chiesa di S.Maria Assunta, le famiglie giocano a “cocceto”, un gioco con le uova sode non ancora sgusciate. Inoltre, si svolge la “Festa della farina dolce”, il cui prodotto, ricavato dalla macinazione delle castagne secche, si utilizza per cucinare necci e castagnaccio. Il momento più coinvolgente è però quello in cui si celebra la funzione religio-

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sa legata alla reliquia, qui conservata, del Latte della Madonna, le cui gocce sono arrivate fino a Piteglio, come vogliono leggenda e storia, già nel sec. XIII. La leggenda narra di un cavaliere crociato, che un giorno giunse qui, recando con sé un’ampolla contenente il latte del seno della Vergine Maria. Il popolo piteglino, da sempre legato al culto mariano, chiese al crociato di lasciare al paese la reliquia. Il cavaliere, rifiutò, così la gente locale decise di non farlo ripartire. Una notte, tuttavia, l’ospite cercò di fuggire con il prezioso oggetto. A un certo punto le campane cominciarono a suonare e il cavaliere, impaurito dal popolo, che gli stava andando contro, lasciò cadere il contenitore da cui fuoriuscì il latte sacro. La gente di Piteglio non poté far altro che raccogliere in un’altra ampolla sassolini ed erbe su cui erano cadute quelle ambite gocce. La storia, invece, vuole che il latte fosse partito da Costantinopoli per arrivare a Piteglio, sempre grazie ad un cavaliere. La reliquia è conservata nella Cappella dedicata alla Madonna del Latte, all’interno della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta in cui è visibile anche la tela raffigurante la Vergine col Bambino Gesù, che tiene nella mano sinistra l’ampolla del latte materno. Nel mattino del Lunedì dell’Angelo, il parroco porta l’ampolla nella Pieve Vecchia dove si celebra la Santa Messa in onore del Latte Sacro. Una singolare funzione che richiama, anche da lontano, numerose donne gravide. Rivolgono, fiduciose, preghiere alla Madonna. Consapevoli che il latte materno è sempre un gran dono. Le vallate che costituiscono il comune si pre-

Foto Apertura - Antica Pieve di Piteglio. Opening photo - Ancient Parish of Piteglio. Sopra - Madonna invetriata di scuola robbiana nel’antica Pieve romanica di Santa Maria Assunta - Popiglio. Above - Glazed Madonna of the Della Robbian school in the ancient romanic Parish of Santa Maria AssuntaPopiglio. In basso - Museo di Arte Sacra di Popiglio. Below - Museum of Sacred Art of Popiglio.


sentano con spettacolari scorci visivi e attrattive storiche. Ripercorrendo alcune delle tappe del percorso che Francesco Ferrucci (valoroso condottiero della Repubblica Fiorentina) compì nel 1530, sul versante pesciatino del comune, troviamo Calamecca (dalla divinità Etrusca Kalanike), che ospita la chiesa di San Miniato. Scendendo ancora su questo versante non possiamo tralasciare Crespole, dove è possibile ammirare la chiesa di origine romanica, trasformata all’interno tra il 600 e il 700, dedicata a Santa Maria. Lanciole, infine, ci introduce con lo stile della sua urbanistica, alla vicina e più nota “Svizzera Pesciatina”. Risalendo sulle orme del Ferrucci verso nord, ci si inoltra in una splendida tenuta boschiva, che il ricco proprietario terriero pistoiese Pellegrino Antonini lasciò in eredità al Comune di Pistoia. Spostandosi verso il vicino comune di San Marcello Pistoiese e seguendo le indicazioni per Lolle, si possono visitare il famoso ponte di Castruccio Castracani, risalente al XIV sec., e le antiche Dogane, ultimamente ripristinate e trasformate in punto di ristoro. Del Comune di Piteglio fa parte anche l’antico borgo di Popiglio. L’origine del toponimo è incerta, si attribuisce a Numa Pompilio ma anche al console romano Popilius. A Popiglio si possono visitare la Pieve di S. Maria Assunta, testimonianza dell’arte romanica, il Museo Diocesano di Arte Sacra e il Teatro Mascagni, unico teatro sulla montagna. A monte del paese sorgeva la Rocca Securana, punto di difesa della quale restano oggi soltanto le due torri, visitabili. Nel trasferimento, s’incrocia il singolare Ponte Sospeso a Mammiano, vale la pena di farci una passeggiata.

Sopra - Interno antica Pieve romanica di Santa Maria Assunta - Popiglio. Above - Interior of the ancient romanic Parish of Santa Maria Assunta - Popiglio. in basso - Reliquiario del Latte della Madonna Chiesa S. M. Assunta - Piteglio. Above right - Reliquary of the Milk of the Madonna in the Church of S.M. Assunta - Piteglio.

The valleys of Piteglio between nature and religious rites The Lactating Madonna and the adoration of pregnant women. Easter festivities.

S

pring is the most favourable time to discover places where ancient traditions come together with the beauty of the landscape and the valuable artistic patrimonies. In the Pistoian mountain town of Piteglio, and in the municipality as a whole, for example, there are close ties with religious faith that appear in the recurring manifestations during Easter festivities and the fascinating participation. On Good Friday in Calamecca people of the community walk down the streets of the small village playing the “Batturone” – a unique wood instrument with an internal mechanism capable of producing useful sounds and substituting the sound of the town bell tower’s bells, as is the ritual beginning with Thursday. In Panicagliora, in the village of Marliana - and very close to the Piteglio territory - for Easter Monday the “Feste dell’ovo sodo” (“Celebration of the boiled egg”) takes place. It begins with a procession and Mass in the ruins of Pievaccia, near the Parish of San’t Andrea, following which is the benediction of the egg and the “snack.” In the

village streets in the afternoon there is the feast of the boiled egg. The most important manifestations, however, are in Piteglio, whose name has botanic origins: Petilium, an oriental flower. More remote is the hypothesis that it derives from the name of an ancient Roman consul, Petilus, of the Gens Petilia family. During an Easter day tradition people can visit the bell tower of the church of Santa Maria Assunta where families play “Cocceto,” a game with boiled eggs not yet peeled. Also to be found is the “Festa della farina dolce” (“Celebration of sweet flour”) in which the product is taken from the grinding of dried chestnuts, and then used for making necci (crepelike deserts) and castagnaccio (a chestnut flat bread flavoured with raisons, rosemary, pine nuts and olive oil). The most captivating moment, however, is the celebration of the religious function tied to the reliquary of the Lactating Madonna conserved here. As legend has it, drops of her breast milk arrived all the way to Piteglio in the 13th century. The legend tells of a crusading knight who arrived here one day, bringing with him an ampoule containing the milk of the Virgin Mary’s breast. The population of Piteglino - having always been tied to the cult of the Virgin Mary - asked the knight to leave the relic in the village. The knight refused, so the local villagers decided not to let him leave. One night, however, he tried to flee with the precious object. At one point the tower bells began to ring and the knight - fearing the villagers who were coming after him - dropped the container, and from it spilled the sacred milk. The villagers of Piteglio could not help but collect in another ampoule the small stones and herbs onto which those desirable drops fell. Historical accounts, instead, tell us that a knight brought the milk from Constantinople to Piteglio. The reliqua69


6-7-8 e 13-14-15

MAGGIO 2011 dalle ore 10 alle 22

MONDONDOLANDIA VILLAGE Area Ludica - Ex Tiro a Volo Montecatini Terme - via Ponte dei Bari, 5 Zona IPERCOOP

w w w. v i v e r e l a p p e n n i n o . i t

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orna a Montecatini (Mondolandia Village, 5-6-7 e 13-14-15 maggio) l’appuntamento con “Vivere l’Appennino”, rassegna del sistema montuoso che congiunge Lucca, Pistoia, Prato e Modena. Ambiente, cultura, tradizioni, sport, gastronomia, economia, turismo bianco e verde sono gli ingredienti dell’esposizione. L’area è facilmente raggiungibile dal casello autostradale di Montecatini e dispone di ampi parcheggi; ed offre un modo per trascorrere una giornata di relax per le famiglie, ed una formidabile occasione di promozione per la montagna ed i suoi operatori.

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eturn to Montecatini (Mondolandia Village, May 5,6,7 and 13,14,15), for the event “Living the Appenines,” about the mountains that connect Lucca, Pistoia, Prato and Modena. Environment, nature, culture, traditions, sports, gastronomy, economy, and white and green tourism are the highlights of the exposition. The area that is easily accessible from the Casello highway of Montecatini and offers ample parking and offers a way to spend a day relaxing with family, and an ideal occasion for promotion of the mountain area and its operators.

Info: Maria Chiti presso Associazione Industriali di Pistoia Tel. +39 0573 99171 E.mail: vap@pistoiaindustria.it


ry is conserved in the Chapel dedicated to the Lactating Madonna inside the parochial church of Santa Maria Assunta, where we find the canvas depicting the Virgin Mary with Baby Jesus - who holds in his left hand the ampoule of breast milk. Easter Monday morning, the parish priest brings the ampoule to the Old Parish where the Mass is celebrated in honour of the Sacred Milk: it is a singular function that attracts numerous pregnant women, travelling even if from afar. They faithfully send prayers to the Madonna, with the appreciation that breast milk is always a great gift. The valleys that constitute the municipality present views and historical attractions for spectators. If we retrace a few stopovers of the journey that Francesco Ferruci (the valorous commander of the Florentine Republic) undertook in 1530, on the Pescian side of the municipality we come upon Calamecca (from the divinity Etruska Kalanike) and the church of San Miniato. Going further down this area we cannot overlook Crespole, where it is possible to admire the church dedicated to Saint Mary with its Romanic origins, whose interior was redone between the 17th and 18th centuries. Finally, Lanciole, with the style of its city layout - introduces us to the nearby and more noted “Svizzera Pesciatina” (“Little Switzerland of Pescia”). Returning up to Ferrucci’s tracks towards the north, we come upon a splendid wooded estate that the wealthy landowner of Pistoia, Pellegrino Antonini, left in inheritance for the city of Pistoia. Moving towards the nearby city of San Marcello Pistoiese, and following the signs for Lolle, it is possible to visit the famous bridge by Castruccio Castracani that dates to the 14th century, and the ancient customs office, recently restored and transformed into a rest stop. The ancient village of Popiglio also constitutes part of this municipality. The origins of its name are uncertain; it is attributed to Numa Pompilio, but also to the Roman consul, Popilius. In Popiglio highlights are the Parish of Santa Maria Assunta - a testimony of Romanic art -and the Diocesan Museum of Sacred Art, as well as the Mascagni Theatre, the only theatre on the mountain. Rising up higher in the territory is the Rocca Securana, a defence point where today only two towers are remaining –and can be visited by the public. Along the way, in Mammiano, we come upon the Ponte Sospeso (“Suspended Bridge”). It is certainly worth a visit to stop and take a look at all of these attractions.

Bob estivo Summer Bobsledding

Sport

Downhill

Avventura Sci Ski

Relax

Sopra - Madonna col bambino in marmo di scuola del Bernini nel’antica Pieve di Santa Maria Assunta - Popiglio. Above - Madonna with child in marble by the Bernini school in the ancient Parish of Santa Maria Assunta - Popiglio.

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Magnolia: storia di una pianta antica Sopravvisse all’Era Glaciale in America e Asia

TESTI Gianna Masetti FOTO Nicolò Begliomini

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C

iò che la Natura ha diviso milioni di anni fa, l’uomo in meno di un secolo è riuscito a riunificare. Con questa semplice

frase si può riassumere la storia della Magnolia, una delle piante più antiche del mondo (resti fossili ne testimoniano la presenza oltre 90 milioni di anni fa). Sembra infatti che in seguito all’era glaciale le uniche Magnolie che sopravvissero furono quelle in America e in Asia e solo grazie agli esploratori britannici fu possibile la loro riunificazione fra la fine del XVII e il XVIII secolo. Fu infatti nel 1688 che sir Bannister portò quella pianta sconosciuta (Magnolia virginiana) dai fiori deliziosamente profumati dall’America in Inghilterra dove poi ricevette il nome botanico di Magnolia nel 1703 in onore a Pierre Magnol, un illustre botanico francese. Mentre, alla fine del 1700 sir Banks introdusse la prima Magnolia dall’oriente, la Magnolia denudata. Strane piante queste per gli europei: grandi fiori colorati e coriacei che si permettevano di apparire sui tronchi spogli in pieno inverno! e che, per garantirsi la fecondazione a carico dei robusti insetti camminatori, poiché le api ancora non erano presenti sul pianeta,dovettero differenziare petali, pistilli e stami forti e coriacei. Nel tempo, poi, assunsero direzioni evolutive diverse che portarono alla nascita di specie sempreverdi (Magnolia grandiflora) soprattutto nel continente americano; e di specie caducifolie in oriente sulle montagne della Cina e del Giappone.

www.giorgiotesivivai.it

Magnolia: History of an ancient plant “What nature divided millions of years ago, man – in less than a century – was able to reunite it.”

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ith this simple phrase it is possible to tell the history of the Magnolia, one of the most ancient plants in the world (the presence of fossil remains have been found from 90 million years ago). It is now known that following the Ice Age the only Magnolias that survived were those in America and Asia, and it was to the merit of British explorers that their reunification was made possible around the end of the 17th and 18th centuries. In 1688 Sir Bannister brought the unknown plant, Mangolia Virginiana - with its exquisitely aromatic flowers - from America and England where they receive their botanical name of Magnolia in 1703 in honour of Pierre Magnol, an illustrious French botanist. At the end of the 1700’s Sir Banks introduced the first Magnolia from the Orient: the Magnolia denudata. These were strange plants for the Europeans: large colourful flowers and coriaceous leaves would appear on their bare trunks in the middle of winter! What is more, in order to guarantee the fertilization dependant upon robust crawling insects - since bees were not yet present on the planet - they had to differentiate petals, pistils, strong stamens and coriaceous leaves. With time, then, they took on different directions of evolution that brought the birth of the evergreen species - the Magnolia grandiflora – primarily on the American continent, as well as deciduous species in the Orient on the mountains of China and Japan.

Curiosità - An interesting fact: Magnolia denudata: Originaria della Cina centrale, i monaci buddisti la coltivano già dai tempi della dinastia T’ang(618-907A.D.) per piantarla intorno ai loro templi come simbolo di purezza e di apertura. Magnolia denudata: Coming originally from central China, the Buddhist monks cultivated it since the times of the T’ang dynasty (618-907 A.D.) for planting around their temples as symbols of purity and openness. 77


Hotel - Ristorante

Il Convento Un Paradiso a Pistoia A Paradise in Pistoia

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TESTI Rebecca Colet FOTO Fabrizio Antonelli

Quando il ricamo diventa arte Fin dal XVIII secolo, sul territorio vere e proprie scuole per giovani fanciulle. Casalguidi, il centro d’eccellenza. L’originale produzione apprezzata in tutto il mondo

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uella al ricamo è una vocazione antica e tutta pistoiese, che affonda le proprie radici in epoche remote. La città di Pistoia costituisce un centro di eccellenza per questa particolare arte, di cui ancora oggi custodisce tradizioni ed esemplari di bellezza incomparabile. Tramandata prima all’interno di conventi e monasteri e poi nei conservatori di istruzione femminile, la pratica della decorazione ad ago divenne prerogativa delle donne a partire dal XVIII secolo. Il ricamo, allora, iniziò a figurare tra le materie d’insegnamento negli istituti riservati alle fanciulle di buona famiglia. E’ soprattutto, però, a cavallo tra Ottocento e Novecento che la città conobbe una straordinaria fioritura di laboratori e scuole private. Nobildonne e famiglie facoltose, infatti, iniziarono a vedere nel ricamo una possibile fonte di guadagno e non più soltanto un lusso dell’alta società. Tali laboratori, per lo più privati, si proponevano, spesso, il benefico scopo di far acquisire alle giovani meno abbienti un mestiere utile al proprio sostentamento. Pistoia divenne, dunque, un centro di eccellenza e conobbe un notevole sviluppo dell’artigianato locale. Pizzi e tessuti pregiati di lavorazione pistoiese, impiegati nella realizzazione di biancheria per la casa o da corredo, non mancarono di farsi notare in Italia e all’estero. «Le donne scoprirono così

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che, con i loro manufatti, potevano sostenere l’economia familiare, un tempo prevalentemente agricola – spiega Anna Maria Michelon Palchetti, direttrice del museo del ricamo di Pistoia – e la pratica del ricamo soppiantò quella delle trecciaiole della paglia». Oggi il museo del ricamo custodisce questa importante tradizione locale. L’istituzione ha sede presso palazzo Rospigliosi, nel centro storico cittadino. Gestita dalla sezione locale del Moica, guidata da Michelon Palchetti, costituisce, dal 2004, un punto di riferimento, sia a livello didattico sia di documentazione, sull’arte del ricamo. Le sue sale raccolgono una vasta collezione di esemplari unici, dai corredi nuziali ai paramenti sacri, capaci di testimoniare il livello di perfezione raggiunto dalle donne pistoiesi nel corso del tempo. «Il percorso espositivo – continua la direttrice – viene rinnovato periodicamente e contempla diversi stili: a Pistoia si adoperavano molti punti e alcuni furono ideati proprio dalle ricamatrici locali». Tante, infatti, sono le tipologie originali della tradizione pistoiese: dal punto Pistoia allo sfilato, dal punto antico fino al punto Casalguidi, che prende il nome dall’omonima località del territorio pistoiese che ancora oggi è sede di importanti produttori di biancheria per la casa.

Sopra - Interno del Museo del Ricamo. Vetrine con preziosi reperti d’epoca. Above - Interior of the Embroidery Museum. Window displacys with precious period pieces. Destra - Capi ecclesiastici: piviale, tonacelle e pianeta. Prestito delle Suore Benedettine di Santa Maria degli Angeli di Pistoia. Left - Ecclesiastical Leaders: Copes, stoles and chasuble. Lendings of the Benedictine Sisters of Santa Maria degli Angeli of Pistoia.


When embroidery becomes art Schools for young girls in the territory of Pistoia since the 18th century. Casalguidi, a centre of excellence. Original production appreciated all over the world.

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mbroidery is an ancient and entirely Pistoian vocation whose roots go back to ancient times. The city of Pistoia constitutes a centre of excellence for this particular art that, still today, houses traditions and models of incomparable beauty. It was passed on through the generations inside convents and monasteries, and then in female conservatories; the practice of decoration through needlework became a prerogative of women at the beginning of the 18th century. Embroidery thus began to be represented among the teaching curriculum in the institutes reserved for young girls of respectable families. Above all, however, it was between the 19th and 20th centuries that the city saw an extraordinary flourishing of laboratories and private schools. Noblewomen and wealthy fami-

lies, in fact, began to see in embroidery a possible means of earning money and no longer merely as a luxury of high society. These laboratories – mostly private – often proposed a charitable purpose of encouraging poorer young women to have a useful, economically productive career. Pistioa, therefore, became a centre of excellence and saw a notable development of the work of local artisans. Lace and precious fabrics made in Pistoia, and workers in the development of home linens or for trousseaus, became well known in Italy and abroad. “Women discovered that their work could sustain the family economy, at one time predominantly agricultural…,” explains Anna Maria Michelon Palchetti, director of the embroidery museum of Pistoia, “…and the practice of embroidery replaced that of the threading of straw.” Today the embroidery museum preserves this important local tradition. The institution has its headquarters in the Palazzo Rospigliosi, in the historical centre of Pistoia. It is run by a local section of the Moica (Italian Housewives Movement), headed by Michelon Palchetti, as of 2004 it constitutes a point of reference – whether on a didactic level or regarding documentation – on the art of embroidery. Its rooms hold a vast collection of unique models: from nuptual trousseaus to sacred vestments, capable of attesting to the level of perfection reached by Pistoian women in the course of time. “The principle exhibition,” continues the director, “is renewed periodically and reveals different styles: in

Pistoia there were several different types of stitching and some were conceived of by local embroidery workers.” Many, in fact, are the original typologies of the Pistoian tradition from the stitching style of Pistoia to filet embroidery, or from the ancient to the Casalguidi stitching styles (Casalguidi, taking its name from the local homonym of the Pistoian territory that is still today the centre of important producers of house linens).

Museo del Ricamo Palazzo Rospigliosi, via Ripa del Sale 3 Info tel. +39 0573 358016 museocivico@comune.pistoia.it Orari: ma/gio 10-13, ven/sab 15-18, Seconda dom. mese 10-13/15-18 81


Ai piedi del Montalbano, appena sotto a Carmignano e vicinissimo a Quarrata, nella frazione di Catena da sempre luogo di confine fra la provincia di Pistoia e Firenze, si trova “LA BUSSOLA DA GINO” ristorante e locanda Aperto nel 1963 dalla famiglia Ianda di tradizioni macellaie, da sempre rinomato per un’ottima carne, la cacciagione, i funghi ed i tartufi freschi. Moreno Ianda con al moglie Franca e il figlio Edoardo offrono oggi oltre alla tradizione una nuova creatività in cucina con i prodotti tipici del territorio. Notevole la carta dei vini: è possibile scegliere fra più di 350 etichette di vino con un occhio di riguardo ai vini d.o.c.g. di Carmignano. L’albergo dispone di 10 camere con tutti i confort di un tre stelle: aria condizionata, TV, pay tv, frigobar, internet, giardino ed un ampio parcheggio privato.

At the foot of Montalbano in the village of Catena and near Quarrata, you will find “LA BUSSOLA DA GINO” hotel-restaurant, founded in 1963 by the Janda family of butchers and with a long tradition of quality, local game, fresh truffle and mushrooms. Now, Moreno and Franca Janda with their son Edoardo offer new culinary creations, in addition to the traditional Tuscan favourites, using typical produce from the kitchen gardens of this area between the foothills and plains of the provinces of Florence and Pistoia. The exceptional wine list offers more than 350 Tuscan labels, including the DOCG wines of Carmignano (the “G” is an extra seal of guarantee for true DOC wines.) The 10-room hotel has all conforts of the tree stars level, with air conditioned, TV, pay-tv, bar frige, internet, garden and a big car park

Via Statale, 910 - Loc. Catena di Quarrata - PISTOIA Tel. +39 0573 743128 - Fax +39 0573 740018 - info@labussoladagino.it

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Il Cliente al centro dell’attenzione

L

a storia della nostra agenzia SAI Pistoia inizia nel lontano 1934, quando Nicola Toccangini nonno degli attuali contitolari Fabio e Alessandro, rappresentava il marchio della Compagnia torinese, allora specializzata prevalentemente nel settore auto, sul territorio che comprendeva le Province di Pistoia e Lucca. Successivamente l’attività proseguiva con il figlio Tommaso, che dal 1954 sceglieva come sede alcuni uffici nel centro storico della nostra Città, per poi stabilirsi dal 1968 negli attuali locali in zona Stadio. Ampliando l’offerta di prodotti assicurativi che, oltre alla tutela del settore automobilistico, proponeva polizze assicurative per famiglie, attività commerciali, artigianali e industriali, avviava così, pionieristicamente, l’attività assicurativa globale. Oggi, i figli Alessandro e Fabio con l’aiuto dei soci Andrea Sabatini e Marco Baldi, continuano lo sviluppo di questa attività, specializzandosi anche nel settore ortovivaistico e con il supporto di un’ottima squadra formata da collaboratori e impiegati è divenuta un punto di riferimento importante nel mercato assicurativo Pistoiese e non solo. E’ importante sottolineare come l’azione operativa, propria di tutti i componenti di questa storica Agenzia, abbia prodotto il miglior risultato sviluppando il concetto: “ Il Cliente al centro dell’attenzione”. Lo staff completo si pone quindi al servizio dei propri Clienti seguendoli dalla stipula del contratto assicurativo fino all’eventuale liquidazione del sinistro direttamente presso il proprio domicilio. L’alta professionalità e la specifica competenza sono a disposizione di chiunque desideri accedere a questi servizi.

T

he history of our Pistoia SAI agency begins as far back as 1934 when Nicola Toccangini, the grandfather of the co-owners today, Fabio and Alessandro, represented the name of the Company from Torino, then specializing primarily in the automobile sector, on the territory that comprised of the provinces of Pistoia and Lucca. The company later continued with Toccangini’s son, Tommaso, who from 1954 chose several offices in the historical centre of our city as the company headquarters, and eventually settling into the current location in the area of the Stadium in 1968. Widening the offer of insurance products that - other than the automobile sector - proposed insurance policies for families, commercial, artisan and industrial companies, and eventually global insurance. Today, the sons Alessandro and Fabio, with the help of associates Andrea Sabatini and Marco Baldi, continue the development of the company, specializing as well in the garden nursery sector. With the support of an excellent team comprised of collaborators and employees, it has become an important point of reference in the insurance market of Pistoia and beyond. It is important to underline how the operative action – along with everyone involved in historical agency - has produced the best result developing the concept: “The client comes first.” The complete staff is at the services of the client from the signing of insurance contracts all the way to the eventual liquidation directly at ones own home. The high professionalism and the specific competence will be made available to whoever chooses to access these services.

divisione SAI

ASSICURAZIONI Toccangini - Sabatini - Baldi Via dello Stadio, 6/a 51100 Pistoia Tel. +39 0573 976138/9

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Via del Vento storia di letterati Al numero 14 la sede della più raffinata casa editrice italiana TESTO Saida Mosconi

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ei pensieri dei pistoiesi, la strada non è solo coperta di leggende. E non è conosciuta per il nome che porta: Via Ventura Vitoni, architetto, sembra uno sgarbo snob. La naturalità popolare l’aveva battezzata Via del Vento, per la singolarissima caratteristica che vi spirano refoli rinfrescanti anche quando la calura estiva pesa sulla città come una cappa di piombo. Portò ufficialmente tale denominazione fino alla fine dell’Ottocento, quando le fu dato il nome attuale. Il vento che muove le cose, spesso le muta, ma non ce la fa con le abitudini popolari e a Pistoia la strada, la si conosce con questo nome. Al vecchio numero 3 di via del Vento, l’attuale numero 13, visse la giovinezza, prima di trasferirsi a Firenze, la scrittrice Gianna Manzini (Pistoia, 1896 – Roma, 1974) che con la sua prosa raffinata ha lasciato opere notevoli. È difficile dire quanto abbia influito sulla vocazione letteraria della Manzini l’odore dell’inchiostro dell’attigua Tipografia di Alighiero Ciattini, che nei primi anni del Novecento stampava in via del Vento riviste letterarie e socio-politiche che sono poi rimaste famose, quali la pistoiese «La Tempra», attiva tra il 1914 e il 1916 e che pubblicò anche inediti di Dino Campana, e la fiorentina «Il Centone» fondata da Primo Conti e nella quale scriveva anche Ottone Rosai. In quella tipografia si recava anche il padre della Manzini per correggere le bozze dei suoi scritti anarchici, come dirà la scrittrice in Ritratto in piedi, struggente tributo all’immagine paterna: «Correggeva in silenzio, come fosse un che di clandestino». Al vecchio numero 5 di via del Vento, oggi numero 21, trascorse l’adolescenza e la prima giovinezza il poeta Piero Bigongiari, prima di trasferirsi nel 1937 a Firenze, dove darà vita al cosiddetto “ermetismo” fiorentino..

www.viadelvento.it

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E ancora, nella stessa via del Vento visse dal 1945 al 1949 parte della sua giovinezza, quella più creativa, Sergio Civinini (Pistoia, 1929 Roma, 1987), tra le due vecchie abitazioni in cui avevano vissuto la Manzini e Bigongiari. Scrittore promettente tanto che Elio Vittorini pubblicò la raccolta di racconti Ecco: Via Del Vento oggi è il marchio della più importante casa editrice cittadina, e fra le più raffinate dell’editoria nazionale. Al numero 14 della stessa via, infatti, sono nate nel 1991, per iniziativa di Fabrizio Zollo, le Edizioni «Via del Vento» allo scopo di far conoscere la tradizione letteraria di questa via e farne rivivere anche la tradizione editoriale. Le Edizioni pubblicano testi inediti e rari del Novecento di grandi autori italiani e stranieri in quattro collane: due di prosa («I quaderni di via del Vento» e «Ocra gialla», entrambe inaugurate con testi di Piero Bigongiari e Gianna Manzini), una di poeti stranieri («Acquamarina») ed una di letterati ed artisti pistoiesi («Le Streghe»). Oggi, nella casa editrice ha assunto un ruolo importante la giovane Amanda Zollo, dando un tocco di intraprendente avanguardia imprenditoriale ai rapporti con i lettori.

Via del Vento, the birthplace of literati No. 14, the address of the most refined Italian publishing house

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n the thoughts of the citizens of Pistoia, the streets are not merely seeped in legends and this one is not known for the name it beholds: Via Ventura Vitoni (a 15th century architect whose name has a snobbish ring to it). Today it is more popularly known as Via del Vento for its unique characteristic of refreshing gusts of wind that blow through when the summer heat weighs on the city like lead. The original denomination was held until the end of the 19th century when the present name was given. The wind that moves things often mutes them, although it is unable to with popular customs - and in Pistoia the street is known by this name. At the once address No. 3 (today No. 13) of Via del Vento, the renowned writer Gianna Manzini (Pistoia, 1896 – Roma, 1974) - known for her elegant prose lived there in her youth, before moving to Florence. It is difficult to say how much influence it may have had on her literary career that smell of ink from the typography building of Alighiero Ciattini, who, at the beginning of the 20th century published literary and social-political magazines on Via del Vento that became famous, such as “La Tempra” of Pistoia - active between 1914 and 1916 – as well as Dino Campana’s unpublished works, and the Florentine “Il Centone,” founded by Primo Conti for which Ottone Rosai wrote as well. Manzini’s father spent time as well in this typography correcting the drafts of his anarchist writings. As Manzini would write in Ritratto in piedi in a moving tribute to her father: “He corrected in silence, as if it were an illicit act.” At the once address No. 5 of Via del Vento (today No. 21) the poet Piero Bigongiari spent his adolescence and some of his youth before moving to Florence in 1937, where he would found the so-called Florentine “Hermeticism.” And still, on this same street from 1945 to 1949, the writer Sergio Civinini (Pistoia, 1929 – Rome, 1987) spent the most creative part of his youth between the two old residences in which Manzini and Bigongiari lived. Civinini’s writings were so prominent that Elio Vittorini published the collection of his short stories. Via Del Vento today is the trademark of the most important publishing house of the city, and among the most refined of the national publishing houses; in fact, at the address No. 14 here in 1991 Via del Vento Edizioni was born – through Fabrizio Zollo’s initiative - with the scope of making the literary tradition of this street known, and to render the editorial tradition alive once again. The Edizioni print unpublished and rare 20th century texts of illustrious Italian and foreign writers in four series: two prose (“I quaderni di via del Vento” and “Ocra gialla,” both inaugurated with writings by Piero Bigongiari and Gianna Manzini), one of foreign poets (“Acquamarina”) and one of Pistoian literati and artists (“Le streghe”). In the publishing house today the young Amanda Zollo has assumed an important role - through enterprise and an entrepreneurial avantgardism - in the relationship with its reading public.


Il romanzo di Lia Tosi nella tradizione delle scrittrici pistoiesi Titolo-Title: Il signor Inane Autore-Author: Lia Tosi Editore-Editor: Mauro Pagliai Prezzo-Pages: Euro 12,00 Pagine-Piece: 210

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’ difficile liberarsi dalla nostalgia sentimentale, sempre ancorata a considerazioni passatistiche, incapaci di individuare la dinamicità dei tempi correnti. Lia Tosi, in questo suo racconto possente c’è riuscita. La scena che Lia propone è quella di una città apparentemente abulica, facilmente riconoscibile, specie quando i percorsi svicolano fra Battistero e La Sala, nel momento in cui certi sapori noti in Dostovskij vengono gustati con la consapevolezza appassionata di una scrittrice che, conoscitrice di storia e cultura russa con meticolosità scientifica, rimane ancorata alla pistoiesità, genuina, vissuta con orgoglio e rabbia. L’uomo visto nella categoria dell’Inane è, infine, un simbolo di un’umanità, il cui destino gioca costantemente con le incognite. Come dice Sandro Melani nella prefazione al libro, con un linguaggio elegante e nello stesso tempo distaccato, l’autrice de “Il signor Inane” ha saputo cogliere e proporre <<il firmamento dei grandi cittadini, dopo essere rimasto immobile per secoli con le sue ben conosciute stelle fisse, ha assistito, tra diffidenza e invidia all’ascesa di nuovi volti, tanto potenti quanto volgari>> mescolatisi dopo il crollo di artificiose barriere. La Tosi non fà prevalere passione sulla ragione o la verità. Tutto nel “Il signor Inane” lo testimonia, ma a noi basta documentarlo con le righe, che il lungo racconto chiudono: <<In quel momento della notte tutt’intorno tutto tace, da vicino e lontano, l’acqua ferita tace nei fiumi e nel mare, l’asfalto tace torturatore della terra, tace l’erba e il suo assassino diserbante tace>>. Con questo libro della Tosi, Pistoia rivive le immagini della propria urbanità oltre la linea di precedenti e famose descrizioni. S.M.

Lia Tosi’s novel goes beyond the traditions of Pistoia’s women writers

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t is difficult to free oneself from sentimental nostalgia, always looking toward the past and incapable of capturing the cutting edge of contemporary times. Lia Tosi, in her powerful story, on the other hand, has succeeded in doing so. The scene that Tosi proposes is that of a city that seems idle and easily recognizable, especially when the paths turn between the Baptistery and the Piazza della Sala at the moment in which certain noted flavours in Dostoevskij have been tasted with the impassioned knowledge of a writer who - familiar with Russian history and culture with scientific meticulousness - remains anchored in “Pistoian-ness”: genuine, living with pride and anger. Man - seen through Inane - is ultimately a symbol of humanity, whose destiny constantly gambles with the unknown. As Sandro Melani says in the preface to the book - with an elegant and at the same time distanced language - the author of Il signor Inane was able to capture and represent “the ferment of the great citizens, after having remained immobile for centuries with his well known fixed stars, he witnessed, between suspicion and envy, the rising of new faces that were so powerful and vulgar. Tosi does not allow the passion of reason or truth to prevail. Everything in “Il signor Inane” testifies to this, but to us it is sufficient to document it with the lines with which the long story ends: “In that moment of the night everything around is silent, from near to far, the wounded water is silent in the rivers and sea, the asphalt is a silent torturer of the earth, the herbs are silent and his murderous weed killer is silent.” With Tosi’s book Pistoia relives the images of its urbanity beyond the boundary of precedents and famous descriptions. S.M.


Azienda a conduzione familiare, dal 1951 produciamo mozzarella, ricotta e altri latticini freschi con latte rigorosamente italiano e seguendo il metodo di lavorazione tipico campano in Toscana. Il caseificio è a Monsummano Terme (Pistoia), dove si trova anche il negozio con la vendita al dettaglio.

Fumetto Manga A Pistoia l’unico negozio on line italiano

Mangiamo Italiano

Family-run agency that since 1951 produces mozzarella, ricotta and other fresh dairy products with strictly Italian milk and following traditional Tuscan methods. The dairy factory is in Monsumman Terme (Pistoia), where the store with a full selection of products for sale can be found.

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a passione la cultura giapponese l’ha portata a girare mezzo mondo per apprendere la tecnica del fumetto manga: ora la pistoiese Mariapia Vannucchi, in arte Wish, è uno dei massimi punti di riferimento in materia. La giovane è titolare dell’unico negozio online italiano (www.mangaeden.eu) che fornisce le attrezzature originali necessarie per esercitare questa particolarissima abilità. Hai viaggiato molto per realizzare il tuo sogno e oggi la tua attività, come artista e insegnante in scuole specializzate e workshop, continua a essere instancabile. Quando hai deciso che saresti diventata un’autrice di fumetti? Mi è sempre piaciuto disegnare, e ricordo che durante gli anni dell’università, mentre mi trovavo in Francia per lavorare alla tesi, venni a contatto con l’universo dei manga, che in Italia nessuno sembrava considerare seriamente. Alcuni amici, per festeggiare la mia laurea in giapponese, mi regalarono un kit professionale. Questo tipo di fumetto, infatti, non è realizzabile senza i pennini e i colori giusti, quasi introvabili sul suolo italiano prima della fondazione di Manga Eden. All’epoca pensavo a un dottorato, ma poi mi resi conto che ero felice solo quando disegnavo. Dove ti sei formata? In Italia non esistevano scuole ad hoc. Ho frequentato la scuola di “comics” a Firenze, ma poi

ho iniziato a progettare un viaggio in Giappone e lì, a Tokyo, ho potuto gettare le basi per quella che poi è diventata una professione. Ho viaggiato molto e studiato per anni al fine di padroneggiare questa tecnica, e ora insegno ai miei allievi a non limitarsi semplicemente a scimmiottare il Giappone, ma ad approfondire ogni aspetto delle loro storie, dalla sceneggiatura alla lingua. I tuoi progetti per il futuro? Mi è sempre piaciuto raccontare storie, e dunque penso che continuerò a farlo e a portare avanti i progetti in corso. Come “Le ruote magiche”, manga a puntate, per cui mi sono avvalsa della

“Manga” comics From Pistoia, the only on line store in Italy

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Showroom Manga Eden Via del Villone, 13 - Pistoia www.mangaeden.eu

t was her passion for the Japanese culture that inspired her to travel halfway around the word to learn the technique of the “manga” comics: now the Pistoian, Mariapia Vannucchi, in arte Wish, is one of the most important reference points for the comics. The young woman is the owner of the only online Italian store (www.mangaeden.eu) that provides the original equipment necessary in order to exercise this very unique ability. You’ve travelled quite a lot in order to fulfil your dream, and today your business – as an artist and teacher in specialized schools and workshops – continues to be indefatigable. When did you decide that you would one day become an author of comics? I’ve always liked to design, and I remember that during my years at university - while I was working on my thesis in France - I came into contact with the “manga” universe, that in Italy no one seemed to pay much attention to. While celebrating my degree in Japanese, a few friends of mine gave me a professional kit. This type of comic, in fact, is not possible to create without the proper pens and co-

collaborazione di Ileni Schofield , visibile sul sito www.leruotemagiche.it , è incentrato sul tema della disabilità vista con gli occhi di un adolescente. Al momento, poi, sto lavorando all’apertura del punto vendita Manga Eden a Pistoia, dove ci sarà spazio anche per dimostrazioni e corsi. Amo insegnare, e alcuni ex allievi sono diventati miei collaboratori nel collettivo Studio Wishes. G.G.

lours, which were almost impossible to find on Italian soil before the foundation of the Manga Eden. At the time I was thinking of pursuing a doctorate, but then I realized that I was happy only when I was designing. Where did you get your experience? In Italy ad hoc schools didn’t exist. I attended the school of “comics” in Florence, but then I began to plan a trip to Japan and there, in Tokyo, I was able to set the foundation for what later became a profession. I travelled a lot and studied for years to mastering this technique, and now I teach my students not to limit themselves in simply mimicking Japan, but rather to go deeper into every aspect of their stories, from the script to the language. What are your future projects? I’ve always liked to tell stories, so I think that I’ll continue to do it and to see through the projects that are currently in progress. Just like “Le Ruote Magiche,” “manga” episodes - in which I collaborated with Ileni Schofield - are viewable on the site www.leruotemagiche. it, and centred on the theme of disability from an adolescent´s point of view. At the moment, I´m working on opening a Manga Eden store in Pistoia, where there will be space for demonstrations and courses as well. I love to teach, and some ex students of mine have become my collaborators in the collective Studio Wishes. G.G. 87


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Dialoghi sull’uomo 2011

Il corpo che siamo Incontri, spettacoli, dibattiti per capire, conoscere e confrontarsi. Il Festival dell’antropologia contemporanea.

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i terrà il 27, 28 e 29 maggio la seconda edizione dei «Dialoghi sull’uomo», il festival di approfondimento culturale intorno a temi di antropologia contemporanea. La manifestazione consiste in una tre giorni di incontri, letture e conferenze volti a promuovere il dibattito e la riflessione critica sulla realtà. Gli eventi saranno distribuiti in diversi luoghi del centro storico pistoiese: da piazza Duomo a piazza dello Spirito Santo, da Palazzo Comunale ai teatri Bolognini e Manzoni. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e dal Comune e ideato da Giulia Cogoli, esperta di comunicazione culturale, il festival nel 2010 ha riscosso un grande successo. Sono state, infatti, ben novemila le presenze contate l’anno passato, senza dubbio attirate da nomi di rilievo del panorama culturale contemporaneo quali Marco Aime, Amartya Sen, Gustavo Zagrebelsky, Moni Ovadia, Luciano Canfora. «Il tema della seconda edizione – ha spiegato Luca Iozzelli, amministratore unico di Pistoia Eventi Culturali, la società della Fondazione che segue i lavori inerenti la manifestazione – sarà come al solito affrontato in modo trasversale e riguarderà il tema del corpo nell’arte, nella società, nella moda». Il titolo scelto per quest’anno è ‘Il corpo che siamo’: il programma completo sarà disponibile soltanto a fine aprile, ma non vi è dubbio che anche stavolta vedremo il centro cittadino riempirsi di gente desiderosa di prendere parte a qualcuno dei circa venti appuntamenti in cartellone: «L’idea – continua Iozzelli – è quella di consolidare il festival come una manifestazione dei pistoiesi, facendo sì che i cittadini possano sentirlo proprio, e di allargare al contempo la platea a un pubblico proveniente sia dall’Italia sia dall’estero. L’iniziativa, infatti, già nella sua prima edizione si è mostrata capace di costituire una significativa attrattiva culturale e turistica per molti visitatori provenienti da fuori». R.C. Informazioni sul sito www.dialoghisulluomo.it

The Body that we are

Encounters, theatrical shows, dialogues for understanding, knowledge and discussion. The Festival of contemporary anthropology.

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he Second edition of “The Dialogue on Man” will take place on May 27th, 28th, and 29.th It is a festival of cultural examination concerning themes of contemporary anthropology. The festival consists of three days of encounters, readings and conferences seeking to promote critical debate and reflection on the realities of today. The events will be distributed in different locations of the historical centre of Pistoia: from the Duomo square to Santo Spirito square, from the Town Hall, to the Bolognini and Manzoni theatres. Promoted by the Foundation of the bank Cassa di Risparmi di Pistoia e Pescia and by the city of Pistoia, and created by the Milanese, Giulia Cogoli, an expert in cultural communication, the festival in 2010 was highly successful. 9,000 people attended the event last year, and without a doubt were drawn by the noted names of the contemporary cultural panorama such as Marco Aime, Amartya Sen, Gustavo Zagrebelsky, Moni Ovadia, and Luciano Canfora.

“The theme of the Second edition – explains Luca Iozzelli, the singular administrator of Cultural Events in Pistoia, part of the Foundation that oversees the works pertaining to the event – will be as usual to confront a wide range of debates that take up the theme of the body in art, society, and in fashion.” The title chosen for this year is “The Body that we are”: the complete program will be available at the end of April, but there’s no doubt that this time as well we’ll see the city centre fill up with people eager to take part in some of the twenty or so events on the calendar: “The idea – continues Iozzelli – is to promote the festival as an event unique to Pistoia, which will allow citizens to feel it as their own, and to widen the stage at the same time to an Italian and international public. Already in its first edition, the initiative demonstrated itself as capable of constituting a significant cultural and tourist attraction for many visitors coming from afar.” R.C. For further information, visit the website: www.dialoghisulluomo.it

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Arte viva a confronto Il pensiero, la parola, il Convivio TESTO Lorenzo Cipriani

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a galleria Vannucci arte contemporanea ha inaugurato il 19 febbraio l’annuale mostra-evento denominata Convivio che si concluderà il 26 marzo. La cena, che solitamente anticipa l’esposizione, svoltasi il 10 febbraio, è una vera fucina di idee progettuali, a cui partecipano esponenti del mondo dell’economia e dell’imprenditoria, filosofi, editori, galleristi ed esperti d’arte. Riuniti intorno a un tavolo, progettato per il 2011 dall’artista ospite Fabio De Poli, curatore dell’allestimento-mostra della galleria, hanno affrontato il tema relativo ai rapporti che intercorrono tra arte ed imprenditoria: come si può creare una complicità con le aziende, in modo da attivare collaborazioni virtuose tra cultura e impresa? Cosa può fare l’arte del nostro tempo per il mondo delle imprese e cosa possono fare queste per l’arte? Fra i vari interventi che si sono intrecciati durante questo “banchetto di sapienza”, si sono resi evidenti alcuni aspetti comuni: i rischi per il grande interesse del mondo della finanza nei confronti del mondo dell’arte contemporanea; la necessità di innovazione delle imprese attraverso la capacità dell’arte di anticipare i fenomeni sociali; l’importanza dell’insegnamento delle discipline umanistiche (oggi ridotto rispetto a quelle tecnico-scientifiche) in funzione di una maggiore capacità creativa e relazionale; la necessità di mettere in contatto persone che abbiano voglia di confrontarsi al fine di sviluppare nuove idee. Utopias!, che cura gli eventi della galleria Vannucci, invita ora tutti coloro che si vogliano cimentare nel confronto, a connettersi al sito, per guardare il video di Convivio ed esprimere un’opinione a proposito. Durante il finissage della mostra, il 26 marzo, tutti i contributi pervenuti saranno la base per un’ultima discussione.

Confronting living art The thought, the word, the Banquet

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n February 19, the Vannucci Contemporary Art Gallery inaugurated Convivio (“Banquet”), an annual exhibition-event that runs until March 26. The dinner that usually precedes the event (held this year on February 10) is a true hothouse of project ideas involving exponents from the worlds of finance and business, philosophers, editors, gallery owners and art experts. The gallery’s curator of installations and exhibitions, Fabio De Poli, was the artist-host who planned this year’s dinner in which guests gathered around the table to discuss the relationship between art and entrepreneurship. Questions included: how can we help companies activate virtuous partnerships between culture and business? What can contemporary art do for the world of business and vice versa? A few common issues arose during this “banquet of knowledge”: the risks involved in the financial world’s interest in contemporary art; the need for businesses to innovate using art’s ability to anticipate social phenomena; the importance of teaching humanistic disciplines (diminished now compared to technical-scientific subjects) to improve creativity and relational awareness; the need to bring people together who desire confrontation with others in order to develop new ideas. Utopias!, which organizes the events of the Vannucci Gallery, is inviting everyone who wishes to engage in such confrontation to go to the gallery’s website, watch the video of Convivio and express their opinion about it. On the last day of the exhibition, March 26, these contributions will form the basis for a final discussion.

Dal 9 aprile al 21 maggio la Vannucci proporrà una mostra del fotografo Mauro Millenotti (immagine in basso). Esponente della scuola di quei fotografi e artisti della Bassa Reggiana – come Luigi Ghirri e Claudio Parmiggiani – cresciuti sulle “terre del fiume”. Attraverso uno sguardo intimo e poetico, le fotografie di Millenotti diventano rappresentazioni metafisiche di paesaggi solitari, di luoghi dimenticati o abbandonati, dal carattere fortemente evocativo. Immagini che sembrano raccogliere le parole del regista Ermanno Olmi, che sulle terre del Po ha girato diversi suoi film e un noto documentario, “Il fiume assomiglia molto allo sviluppo della creazione della vita. È un processo di trasformazione continua. (...) un cammino lento, continuo, inesorabile”. From April 9 to May 21, the Vannucci Gallery will present an exhibition of works by photographer Mauro Millenotti, an exponent of the Bassa Reggiana school of photography, which evolved in “river country” and includes Luigi Ghirri and Claudio Parmiggiani. Through an intimate and poetic eye, Millenotti’s photos become strongly evocative metaphysical representations of solitary landscapes and forgotten or abandoned places. His images seem to pick up on the words of director Ermanno Olmi, who has set several films in the Po River valley, including a renowned documentary: “The river closely resembles the development of life’s creation. It is a process of continual transformation. (...) a slow, continuous, inexorable path”.

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In the heart of the Tuscan hills Un rapporto di amicizia e di passione reciproca per il meglio nella ricerca, quello che mi lega a Guido e Gherardo Betti. Il mio elogio di esperto va alla loro produzione vinicola, olivicola, su terre, amate per nascita e per pregi rari, innegabili. Le coltivazioni si dipanano sulle pendici del Montalbano, dove, sin dagli inizi del 900 l’azienda Betti, impegnando più generazioni, si pregia di crescere viti, uva, olivi e olive per vini e oli di eccellenza, su terreni perfetti, parzialmente erbosi e trattati con concimazioni esclusivamente organiche. Botti di rovere, barriques francesi per assecondare al meglio le potenzialità di uve, ben esposte a sudovest, di sangiovese, cabernet, trebbiano, canaiolo nero, e raccolte solo a mano, attendono nelle cantine modello. Quasi ovvi i risultati: eccellenti. Vendemmie accolte in ambienti belli e storici (ex sede dell’antica Scuola Manifattura di Filet) in un edificio Liberty, fanno qui mosti e poi vini davvero unici, che si affinano con cure, essenze di legno, condizioni climatiche e saggia paziente attesa, per la gioia di intenditori di certa sensibilità gustativa.

A friendly relationship and reciprocal passion for the best is what ties me to Guido and Gherardo Betti. My expert praising goes to their wine and olive production on lands cherished since birth and rare, undeniable merits. The cultivations are found on the slopes of Montalbano, where, since the 1900’s the Betti company - with their many generations – cultivate vineyards, grapes, olives and olive trees for excellent wines and oils on perfect terrains, partially grassy and treated with exclusive organic fertilizers. Oak barrels, French oak barrels are used in order to provide the best environment for the grapes - well exposed to the southwest: Sangiovese, cabernet, trebbiano, canaiolo nero, are picked exclusively by hand and kept in the perfect cellar. Obvious are the results: excellent. Harvests witnessed in beautiful and historical environments (the ex headquarters of the ancient Manufacture School of Filet) in a Liberty style building, here they make musts and then truly unique wines that are refined with wood essences, climactic conditions and a wise patience - for the joy of those with a certain tasting sensibility.

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Posta dalla California

t i d a s o lc a u q ’ e c’ , a i o an t r s i F P n a a r S i Ca d e d a r sulle st

tv?) fiction ate la rd osa o lc ic a he qu glas (r c u n o a D ’ tol 1 hae . C’e da Pis o 201 n e Mic e mozzafiato lle Bre e , Marz e ld o d olo a c u is M s m c an Karl 33 tra r collin l sotto San Fr no solo lia all’ora pe nale. Sono i an. Ne . Ma vuoi r o F s i n c a n ig S e io ade no ters a 150 m ruolo istituz ha ceduto a fortevolissim ostezza ste str s o on mp no c o a , il c e M a Su que uono i gang preso del su i s im d della nito idiss eg m mune o’, luc no con la dig tto e signorile cutr e che ins illo, e direi co io, che il co m a chio con h cedo e dell qu ok vec am. In ttacieli di tran tanto di marc e, le carrozz uesti tr nissimo nel lo toriane, i gra enza dubbio ll q n re i o o d c s i i, n co ies os temp o be le vit fa, son o le loro scino d’altri Si inseriscon sontuose vil 0 anni corron 4 fa ). le . il to re , to n a lt to n o o iv c (e arr lora tame i mettere di mezz’eta’ gno co ci sono appun evitabil se in le no, quando er un ideale ori a n c ig s le ono in o da i s o d a p u il ., tt e c M e c m co can ty. A a e le civ ne tos vo qui, ni liber citta’, ’Arizon a, dell ’obbligo il pa migrato qua corazio uesti. Li ritro d e a d v e e s e N rio E’ d gli i di q del dri), u molt natale. e (una Palan scano a loro fornia, salito s ” s lla Cali e dalla terra to e ie i… e d to n in , a c is n glie p qui il p bambini pic 618 o an Fra sa che vien , S i’ m s i , d e h ’i al lco ti: “E ches trade nti, c’e duta), on qua venue. Luc nziane nipo Sulle s ’ i pare ese, oggi ce , non parla enti c A a ’e s m c le u , ta b o o n n n n m u app ci so Colu mma ome o ‘900 egozio nto? C ta un monsu hio nel prim ’s, sulla c Danilo i ’30. Ora in n ana, ogni ta c ta n re e o v a in amp nn osc negli a rno (l’h va in T ui da L rta del Fo vi vennero q e ci si S ia che po . r e te c s pia am “F” incipale. i cui a 9 l’O tr i 1 n o 5 li ic a o r r T sto ria p Al civic iovanni (un con lo t, l’arte , barcio”). aG quello t Stree tern, saloon ic), mpure o e a tt k r L la Buc u “ a tt e a M s r (s ic e p la d ” o w o a s e c tt mo a tu ei film nces italiano enti, a tera citta’. F gose d io di San Fra celebre nel m n ta fa n u e in i lagg riffe strad er l’ d app lbergh ndo vil i non c’e’ g reda p quelle anto a mitici a rtisti, g rchio B ’oro, una di sa. “Il misera Ma qu i g a u O q m . il o on i a hie l’oro oso a all celebr rezzi. S orgogli a della cors asupole, la c i e’ arrivato Dear pistoia, there is something ivabili p governatori, n Francisco o r c r im , P r a e . p ll in , io li ta r a Era ria, s s dag siona del S identi, merce un mis sue boutique assano pres gia la sede yours on the roads of San Fran biere, g crisse p e s le i n e i u o d u q q lo , tr Hyatt, al 901 come n abbia e che no n o il Grand sion Street, i (anch o d On the San Francisco streets, there are not only Karl n o aghett is to m tr li a M r g i e lt o la h o n e era lo S di m arall Malden and Michael Douglas (do you remember the come azione , start Sulla p ti, ig ia n v i. a e r a c b n to re it o a r ell ng tv fiction?) in pursuit of gangsters through breathtapiu’ divi, sc . mico lu sca e d tempi logy, icle panora roni della pe i. Come, in king hills at 150 miles/hour. There is also something , techno ro h e ig d Chron v d h a a a r rc p ro ume b a r i lo ’ b b u quiet, I would say fully aware of its traditional role: 33 fa, q to le all’Em olo piu . Con tutta la is o s v z ta r z o a ii e o n h p a m : er lo e ” che a a tutt F” mi viarie trolley cars built by Breda Pistoiesi, with their brilliant mafie n seco Il mio “ rotram davanti all’ “F uesta letterin n Giorr U te n fe ). ie z e a N z atr i). trademark, given to San Fran by the Municipality of roz Sa oq ra, per Alc olti i livornes ostruire car fficine sati. O on lui, dedic vano O Milan. Their younger sisters, the cars of the under, pur u ac (m C a i i m v . n m a a a ia r ia tr li a b h a it ic iu’ ab esti . li ground, are running down below. They are fast and so dell ro ragazzo, s stati i p no scelto qu ncisco ano No lumino siamo e an Fra m an o re S o h d i o n d d R n a n a e very comfortable. But how can you compare with r u F .it ad lo sple uelle che, q a San @libero o) le str si apre iq the charm of these trolley cars from the past? They (e sott anol40 a m r p ro ilanesi, lavoratrici d o s m , ride with a sense of dignity of middle aged (and on) ri e ’ di loro lavorato nche un po gentlemen. They fit perfectly in the oldish and refined a ’ gio: c’e look of this city, the pretty wooden-colored houses,

the magnificent victorian mansions, the skyscrapers with funny liberty ornaments. When I moved to Milan from Florence, forty years ago, I certainly used many of these trolley cars. Here I find them again, maybe for an appointment. On the San Francisco’s streets, or on those of California, Nevada, Arizona etc., dates with something originating from the native country are inevitable. The tuscan bread, at Danilo’s, on Columbus Avenue, is obligatory. He came here from Lucca about 1930, with a wife born in Pistoia whose family name was Palandri. Now his two aged grandaughters work in the bakery. “Oh, yes, San Franciscans like Tuscan bread. Do we go back to Tuscany sometimes? Sure, our relatives and even some young cousins still live there”… The Osteria del Forno is located at on Columbus Avenue at the civic number 519. Originally founded by a host from Monsummano, it’s now in different hands. At 618, you can find Buca Giovanni. Mr.Talini is the manager, his ancestors came here from Lamporecchio in the early ‘900. He does not speak Italian, and pronounces “Lampurecio”.

However, while speaking of dates, I especially love the historic trolley “F”, which is proud to carry the trademark Breda throughout the city. It runs on Market, the main San Francisco street. Market Street was one of those muddy streets like the one in western movies until the gold rush: saloons, barbershops, shops selling notions, stables, hovels, and the church. A missionary once described it as “The miserable village of San Francesco”. Then, suddenly, the gold arrived. These days, all famous brand in the world are present here, with their boutiques and unreachable prices. Here mythical hotels like Sheraton or Grand Hyatt have their locations. Here presidents, governors, famous artists, stars, writers spend their precious time. The palace of the San Francisco Chronicle is located on the parallel Mission Street, 901.

My “F” brings me to the Embarcadero, along the bay, from where many ferries start (for Alcatraz also). One and half centuries ago, the Italian immigrants (among them many ones from Livorno) were the bosses of fishing and navigation. It was not anything like mafia: these fishermen and sailors were, simply, the most capable. In the same way, during more recent times, Italians have been the most capable in building rail and tram cars. In spite of its hi-tech tradition, the Municipality of San Fran has chosen these trolleys, even if used. Now, in front of this one which saw the fog of Milan, the shining brightness of the bay is opening. With these thoughts, I dedicate this little letter to all the workmen and working women of the factories that, when I was a boy, were called San Giorgio: there is also something that belongs to them, on (and under) the roads of San Francisco. 99


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