Naturart N.7

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N. 7 - Luglio / July 2012

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia

Copia Omaggio - Free Copy

Tri mest r ale di Nat ur a, Tu ri sm o e A rt e su l l a provi n c i a d i Pis t o ia

Giorgio Tesi Editrice


Official Partner of

Giorgio Tesi Group


w w w. t r a v e l a n d b o o k s . i t

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Nicolò Begliomini artworks

A Pistoia i migliori caffè dal Mondo

TOP SELEC TION

Dal 1999 Espresso Giada produce i migliori caffè, miscela e monorigine in cialda di carta in pura cellulosa, in atmosfera protetta monouso, per mantenere la qualità dei caffè fino al momento del consumo. La linea ristorazione è abbinata a una nuovissima macchina elettronica, a 4 gruppi (a basso consumo d’energia) un’ottima resa in crema, con 30 qualità diverse di caffè, miscele al gusto italiano e monorigini così come raccolte dalle migliori piante di caffè al mondo come Jamaica Blue Montain. Nel 2010 si sono aggiunte le linee “Biologica” ed “Equo e Solidale” (certificate da Impatto Zero®, Fairtrade Italia® e IMC®.). Tutte le proposte sono racchiuse in eleganti “Carte dei Caffè”, che possono essere personalizzate.

The best coffees in the world in Pistoia Since the year 1999 Espresso Giada produces the best coffees, blends and single servings in paper confections made of pure cellulose, in a protected single use binding, in order to maintain the quality of the coffee until it is finally consumed. The line is accompanied by a new electronic machine, in 4 groups (at low levels of energy consumption), resulting in a delicious cream, with 30 different qualities of coffee, Italian blends and singe servings made up of coffee from the best coffee plants in the world such as Jamaica Blue Mountain. In 2010 the “Organic” and “Fair Trade” lines were added (certified by Impatto Zero®, Fairtrade Italia® and IMC®.). All of the products are enclosed within elegant “Coffee cartons” and can be personalized.

Largo Molinuzzo, 9 • 51100 Pistoia Tel. 0573 904596 • Fax 0573 905532 www.espressogiada.it • e-mail: info@espressogiada.it



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Via San Lorenzo, 15/24 - 51017 Pescia - Pistoia - Tel. +39 0572 408340


Volare alto aiuta L

Luciano Corsini

Direttore Responsabile - Managing Editor

EDITORIALE

info@naturartpistoia.it

a giusta visione del tutto si può ottenere volando alto. Il <<volare alto>> è un esercizio dell’esistenza, dai pregi straordinari, quando sa attribuire all’indispensabilità della fantasia i dovuti meriti. Essere italiani, toscani e pistoiesi è sinonimo di disponibilità a librarsi, dotati sia di acuto, realistico, sguardo d’aquila, sia di imprevedibile creatività. NATURART si presenta con il settimo numero, e regala, anche a noi, che modelliamo la rivista con cura, neonate emozioni e sorprese. Con maggiore entusiasmo prosegue il viaggio intrapreso con la nostra rivista, gratificata dall’amicizia e dalla fiducia di molti. L’Italia, che sa far nascere buoni prodotti e anche fiducia, però, ha “certezze”, punta alla sostanza e si evolve con generosità. Perché là dove non c’è generosità, sociale, professionale, umana, territoriale molto può diventar sterile. NATURART è uno degli esempi che la generosità verso un territorio può stimolare il senso di aggregazione e nuovi impulsi positivi. Il filo conduttore di ciò che leggerete qui segue le molte sfaccettature del donare. Certo si sentì felice Nicolò Forteguerri, mentre costruiva la sua più raffinata e preziosa collezione di opere d’arte libraria, affinché i poveri potessero studiare. E si era nel XV° secolo. Per questo la pistoiese Biblioteca Forteguerriana è tanto ricca. Certo è felice chi regala musica, con pervicacia e passione, fra natura e sapori, con il “Festival Sentieri Acustici”, che s’inerpica per tornanti montanini. Così come chi generoso, nella nostra provincia e nel mondo, dona energia ai progetti del Mus-e, che, con l’arte, forma virgulti per nuove civiltà possibili. E allegro è chi, in centro città, osa pennellare con estemporaneo verde vegeto la sua protesta, rivendicando libertà di fruizione dei giardini chiusi, inutilmente “segreti”. Immagino felici anche gli Orlando, imprenditori metallurgici (SMI), quando negli anni trenta, oltre al lavoro, all’intera comunità di Campotizzoro vollero garantire protezione dai pericoli della guerra. Il loro è un rifugio antiaereo capolavoro, oggi visitabile. Lieti sono sempre, soprattutto quelli che s’impegnano per ciò che verrà, senza la certezza d’aver tempo per coglierne i frutti. Lo affermano anche politologi eccelsi, perché in ogni luogo si sta scoprendo o riscoprendo che “La giustizia sociale non è solo una questione di etica, ma di stabilità politica”. Ogni nostra pagina vi svelerà quanto è reale l’arcaica consapevolezza toscana di questo concetto e quanto questo unisca gli animi. Mario Luzi, raffinato grande poeta, scrisse: <<Questa terra toscana brulla e tersa dove corre il pensiero di chi resta o cresciuto da lei se ne allontana>>. E io, con modestia, qui aggiungo: <<E altri, sfioratala appena… s’innamora>>.

Flying high helps

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he correct vision of everything can be achieved by flying high. “Flying high” is an extraordinary exercise of existence that knows how to attribute the indispensability of the imagination to the earned merits. Being Italian, Tuscan and Pistoiese is a synonym for the willingness to free oneself whether one is armed with the strong, realistic gaze of the eagle, or with unexpected creativity. NATURART is in its seventh issue, and provides newborn emotions and surprises even to those of us who create the magazine with care. It provides us with enthusiasm to continue along the path taken with our magazine, gratified by the friendship and faith of many. Italy, which knows how to produce quality products as well as faith has, however, “certainties,” of substance and evolves with generosity. Because where there is not generosity, communal atmosphere or human interaction in the territory much can become sterile. NATURART is one of the examples where the generosity towards a territory can stimulate a sense of aggregation and new positive impulses. The conducive thread of what you read here follows the many different aspects of giving. Of course Nicolò Forteguerri was happy while he made his most refined and precious collection of works of literary art of his library to allow the poor to study - and this was in the 15th century. For this reason the Foreguerriana Library is so abundant. Of course those who make music with stubbornness and passion amidst nature and flavours, are happy, with the “Festival Sentieri Acustici,” after climbing up high and becoming mountain dwellers for that time; just as there is generosity in our province and in the world that gives energy to the projects of Mus-e which, with art, forms the offspring for new civilizations possible. And happy is he who, in the centre of the city, dares to write with extemporaneous greenery his protest, and demands freedom of fruition from the enclosed gardens that are uselessly “secret.” I imagine as happy as well the Orlando family, the metallurgic entrepreneurs (SMI) when, in the 1930’s, wanted to guarantee protection to the entire community of Campotizzoro from the dangers of war even though they had their own hard work to do on top of it all. Theirs was an anti air attack refuge masterpiece that is still visitable today. Always happy, most of all, are those who work hard for what will come, without certainty of having time to reap the benefits. Affirming this are also excellent political scientists, because in every place we are discovering or rediscovering that “Social justice is not only a question of ethics, but of political stability.” Each page of ours will uncover just how real is the archaic knowledge of Tuscany regarding this concept and how much it unites the souls. Refined poet, Mario Luzi, wrote: “This Tuscan land where the thoughts run wild, whether of those who remain or who are born here and then leave.” And I, with modesty, add here: “And others, barely touching it...fall in love with it.” 5


Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla Provincia di Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 7 - Luglio / July 2012

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia

Tri m e stra l e di N a tura , Turi sm o e Arte sul l a pro v i nc i a di Pi sto i a

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Copia Omaggio - Free Copy

Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.

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Giorgio Tesi Editrice

Copertina - Colata di fusione all’interno della Fonderia Artistica Savadori. Cover - Flow of fusion inside the artistic foundery, Savadori.

Giorgio Tesi Group Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a grafica@giorgiotesivivai.it Di questo numero sono state diffuse 11.000 copie in 40 Paesi esteri. 11,000 copies of this issue have been distributed to 40 countries abroad. via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it

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Direttore Responsabile Luciano Corsini - info@naturartpistoia.it

Coordinamento Redazione Enza Pirrera Carlo Vezzosi

Art Director Nicolò Begliomini - grafica@giorgiotesivivai.it

Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - marketing@giorgiotesivivai.it

Segreteria Carolina Begliomini Maria Grazia Taddeo info@naturartpistoia.it

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Tiziano Tempestini Vivaismo, turismo e commercio Plant nurseries, tourism and commerce

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Villa e Giardino Garzoni a Collodi Villa Garzoni and garden in Collodi

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Altare Argentato di San jacopo Silver Altar of San Jacopo

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Palazzo della Cassa di Risparmio Palace of the Cassa di Risparmio

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Biblioteca Forteguerriana Forteguerriana Library

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Pistoia Original Tuscan Territorio da toccare - Territory worth touching

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Serravalle, borgo da scoprire Serravalle, a village worth discovering

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Giardino Zoologico di Pistoia Zoological Garden of Pistoia

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Brigidini - Dorati messaggeri toscani Brigidini - Golden Tuscan messagers

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La Toscana più vera A more authentic Tuscany

Hanno collaborato a questo numero: Eleonora Angelini, Gianluca Barni, Claudia Becarelli, Emanuele Begliomini, Leonardo Begliomini, Filomena Cafaro, Emanel Carfora, Chiara Cavalli, Lorenzo Cipriani, Fabio Fondatori, Giulia Gonfiantini, Francesca Joppolo, Raethia C. Levi Elisa Pacini, Enza Pirrera, Tiziano Tempestini, [UN]altro Studio, Carlo Vezzosi

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Flash Mob verde urbano A”flash mob” of urban greenery

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Verde pistoiese nel rossonero milanello Pistoiese greenery in Milanello’s Red and Black

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Ricerca ottimi risultati Searching for excellent results

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Sui binari del tempo On the tracks of time

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Ex stabilimento SMI Ex SMI Factory

Traduzioni: Molly McIlwrath.

Fotografie: Fabrizio Antonelli, Nicolò Begliomini, Fabrizio Sichi, Carpe Diem – Abetonesport, Archivio fotografico Provincia di Pistoia Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

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FATTORIA

il Ca ero Casalguidi - PT

Grafica Metelliana S.p.A. Cava de’ Tirreni (Sa)

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Via Forra di Castelnuovo,86 51034 Casalguidi (PT) - Serravalle P.se Tel/Fax+39 0573 527180 - Cell.+39 335 7225632/3

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Fonderie artistiche Artistic founderies

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Sentieri Acustici Riccardo Tesi & Banditaliana

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Giorgio Tesi Group basket stagione eccezionale Exceptional season

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Intervista: Luciano Giovannetti Interview: Luciano Giovannetti

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Una Montagna di divertimento A Mountain of fun

Snow tubbing

Avventura Adventure

Sci Skiing

Sport

Downhill

Via dei Cacciatori, 6 Loc. Doganaccia - Cutigliano - Pistoia Tel. e Fax +39 0573 629391 info@doganaccia2000.it

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Vivaismo, turismo e commercio Una nuova connessione per l’economia pistoiese

Tiziano Tempestini Direttore Confcommercio Provincia di Pistoia www.confcommercio.pistoia.it

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ltre 5000 ettari di vivai ricoprono il territorio del comune di Pistoia impiegando quasi 5000 addetti. Se a questo aggiungiamo che il terziario occupa oltre il 50% dei nostri concittadini ben comprendiamo l’importanza vitale di queste attività per l’economia del nostro territorio. Per mezzo secolo i percorsi realizzati da questi settori economici hanno vissuto di autonomia in un clima di crescita complessiva, che non necessitava di centellinare le abbondanti risorse generate dall’intraprendenza dei pistoiesi. Oggi, i venti del cambiamento impongono un nuovo modo di relazionarsi fra i settori economici, che metta in sinergia il valore aggiunto prodotto da ciascuno e da porre al servizio comune per la crescita. Le relazioni commerciali intessute dal comparto vivaistico con i paesi del mondo intero esportano un’immagine forte del nostro territorio, come terra di ambiente, stile e grande professionalità e attraggono a Pistoia migliaia di visitatori, che, con l’obiettivo di conoscere e acquistare piante, possono scoprire quanto di bello e “toscano” l’ambiente pistoiese possa offrire in termini di storia, cultura, enogastronomia, ambiente e commercio. Per anni, questo importante flusso di presenze non veniva intercettato dalla città se non in modo occasionale, con il duplice svantaggio: mancate

opportunità per i comparti economici cittadini e di non valorizzazione dell’ “elemento territorio” per le imprese vivaistiche. I cambiamenti nelle tendenze turistiche, mettendo a valore l’”esperienza” che una data destinazione è in grado di produrre sul visitatore, riposizionano in modo positivo l’attrattività del nostro capoluogo, che in termini di “autenticità” e “normalità”, intese come non preconfezionamento del prodotto offerto al visitatore può recitare un ruolo primario nel panorama delle città d’arte toscane. Il commercio pistoiese saluta, quindi, con favore l’iniziativa promossa dalla rivista NATURART, che ha visto la positiva risposta del Consorzio Turistico Città di Pistoia e del Centro Commerciale Naturale di Pistoia e che potrà ben rappresentare il primo passo verso una compiuta sinergia fra imprese pistoiesi. Le eccellenze della ricettività cittadina e del commercio si organizzeranno e si metteranno in vetrina per offrire a coloro che verranno nel territorio per visitare i vivai, servizi di accoglienza di elevati standard qualitativi, permettendo, così, al turista di affari di ottimizzare le ore di libertà da impegni lavorativi, con una visita turistica piuttosto che con una passeggiata fra i negozi cittadini, accompagnati da un personal shopper. Ricettività, arte, cultura, enogastronomia e, più in generale, accoglienza si abbineranno, quindi, al più generale concetto di ambiente come biglietti da visita qualificanti della nostra città. Si tratta di un primo, ma importante passo verso il futuro: l’auspicio è che se i vivai assumeranno i colori di Pistoia per valorizzare la qualità delle loro produzioni, la città possa acquisire i colori dei vivai per qualificare i propri spazi urbani, in una logica di reciproca e fruttifera compenetrazione.

Plant nurseries, tourism and commerce

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ore than 5,000 hectares of plant nurseries cover the territory of the city of Pistoia employing nearly 5,000 emplo-

yees. If to this we add that the tertiary occupies more than 50%, we citizens understand the vital importance of these activities for the economy of our territory. For half a century the itineraries created by these economic sectors have lived with autonomy in a climate of complex growth that did not need to savor the abundant resources generated by the business climate of Pistoia. The commercial relations woven by the plant nursery sector involves countries all over the world that export a strong image of our territory as a land of environment, style and great professionalism and that attracts to Pistoia millions of visitors who, with the objective of becoming familiar with and acquiring plants, they can also discover how beautiful and “Tuscan” the area of Pistoia is and how much it offers in terms of history, culture, gastronomy, environment and commerce. The changes in the touristic tendencies, valuing the “experience” that a given destination is capable of producing on the visitor in a positive way is the attraction of our capital in terms of “authenticity” and “normality.” The commerce of Pistoia welcomes favorably, therefore, the initiative promoted by the magazine, NATURART, that has received the positive response from the Tourism Consortium of the City of Pistoia and of the Natural Commercial Center of Pistoia, and that will be able to represent the first step towards a synergy among the businesses of Pistoia. This is a first, but important step towards the future: the hope is that the plant nurseries of Pistoia in order to value the quality of their production will be reflected in the city that will acquire the colours of the nurseries for its urban spaces, in logic of a reciprocal and fruitful co-penetration.

Consorzio Turistico CITTÀ DI PISTOIA L’accordo tra NATURART, Centro Commerciale Naturale e Consorzio Turistico Città di Pistoia offrirà ai lettori e alle loro famiglie la possibilità di visitare Pistoia, scoprirne le sue bellezze, apprezzarne la cultura e le tradizioni, passare weekend negli alberghi convenzionati, fare esperienze di gusto e di benessere nei ristoranti e nei negozi partner della rivista. I dettagli dell’accordo saranno illustrati nel prossimo numero di NATURART in uscita ad ottobre.

The agreement between NATURART and the Natural Commercial Centre and Touristic Consortium of the City of Pistoia will offer readers and their families the possibility of visiting Pistoia to discover its beauty, appreciate its culture and traditions, spend weekends in its hotels, and enjoy the gastronomic and shopping experiences in its restaurants and stores that are collaborators of the magazine. There will be details on this initiative in the October issue of NATURART. 11


Prima di Pinocchio

La necessità della bellezza Villa e giardino Garzoni a Collodi Mano dell’uomo e meraviglia della natura TESTI Claudia Becarelli FOTO Fabrizio Antonelli

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rima di divenire famoso per aver fornito, se non i natali, almeno lo pseudonimo a Carlo Lorenzini - il ‘padre’di Pinocchio - il borgo di Collodi fu celebre per la villa e il giardino Garzoni la cui fama aveva valicato i confini del ducato di Lucca già nel XVIII secolo. La villa e giardino costituivano un unitario complesso strutturatosi fra Sei e Settecento, assumendo l’aspetto che, fortunatamente, ancora conserva con poche alterazioni. L’ imponente dimora gentilizia, che torreggia, è proprio il caso di dirlo, sull’alto di una rupe, colpisce l’attenzione di chi risale la valle della Pescia lucchese, mentre ai suoi piedi, sul fianco di un declivio più ampio e dolce, si dispiega il giardino, quasi appartato, con asse di simmetria ruotato rispetto a quello dell’edificio. E dietro l’ampia facciata di quella che pare una reggia, le case del borgo si inerpicano su per il crinale, fino all’antica chiesa di San Bartolomeo, lungo l’unica strada, che un tempo passava proprio dal portone della villa. Già, perché questa sorse sulle rovine di un fortilizio medievale, conservando un rapporto di tipo feudale col borgo, raggiungibile solo dal 1940 con una moderna strada carrabile. Entrati nel cortile della nobile dimora (oggi chiusa al pubblico e in attesa di restauri interni) pare di fare un salto indietro nel tempo. La strada lastricata si snoda con le sue gradonate, passando davanti alla cappella gentilizia, fino alla porta (ora sempre serrata) che immette nella piazzetta di S. Antonio, all’inizio del paese. La vera meraviglia, però, è suscitata nel moderno visitatore, al pari che nell’antico viandante, dalla Palazzina d’estate che si erge dirimpetto all’androne di accesso al cortile. Era una sorta di residenza minore, più appartata e di scala, anche psicologicamente più idonea agli agi della vita domestica: vero gioiello rococò dalle ali concave progettato da Filippo Juvara, vero big del suo tempo. Visitate le sontuose sale affrescate della dimora principale e la pittoresca cucina (qui trascorse alcuni anni della sua fanciullezza Collodi giacché la madre era cameriera dei Garzoni) si esce a malincuore da questo mondo di fiaba per dirigersi a valle verso l’ingresso del giardino. La meraviglia, però, si rinnova, giacché proprio questo era l’obbiettivo dell’arte barocca: in un sontuoso parterre pianeggiante, con aiuole quasi ricamate,

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ci accolgono pietrificati fauni che suonano, Flora, Diana e, immancabili, Apollo e Dafne mentre gli zampilli di due vasche circolari contribuiscono a rallegrare questo luogo di delizie. Da qui il terreno sale, prima con un parterre “all’inglese” in cui si stagliano tre stemmi dei Garzoni a mosaico in pietra e quindi con terrazzamenti, dove il visitatore accaldato può ripararsi nella frescura della grotta di Nettuno. Il giardino, esposto a Ovest, è, infatti, ben soleggiato, tantoché, nel cosiddetto “viale delle palme”, rigogliosissime, un tempo si coltivavano spalliere di agrumi. Lasciata dietro questa natura armoniosa e razionalmente ordinata, lo scenario cambia, diviene più inquietante. La vegetazione ad alto fusto di due boschetti si stringe intorno all’asse centrale. Una doppia ripida gradonata si inerpica ai lati di una “scala” d’acqua dove la mano dell’uomo ha

riprodotto finte rocce, apparentemente naturali. Soprattutto, con un’acuta sensibilità prospettica, l’architetto Ottaviano Diodati seppe suggerire, dal fondo di queste cascatelle, la presenza di un grottesco mascherone a bocca aperta. Salendo, però, l’inganno si svela e la fatica dell’ascesa, quasi un percorso iniziatico, è premiata, oggi, dallo spettacolare panorama del giardino, un tempo dal refrigerio di cui dame e gentiluomini potevano godere dentro ai “bagnetti termali” posti alla sommità del colle. I nobili frequentatori del giardino potevano, spostandosi verso la villa, perdersi e ritrovarsi nel labirinto di siepi di bosso, nel boschetto di bambù, passeggiare su ponticelli che scavalcano il Rio Canalaccio, sotto gli occhi vigili di divinità di pietra o allegri villani che popolano il giardino. A noi, figli della società dell’utile, non resta che convincersi della necessita della bellezza.


Pagina a fianco: in alto palazzina d’estate di Filippo Juvara, in basso a sinistra un particolare scultoreo di una fontana, a destra una visione panoramica della villa. In questa pagina: la scalinata a doppia rampa del giardino edificata nel 1700. Previous page: Above is the summer home of Filippo Juvara, below to the left is a sculptural detail of a fountain, to the right is a panoramic view of the villa; On this page: the double ramp staircase of the garden built in 1700.

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In questa pagina: panoramica della villa e dell’arroccato borgo di Collodi. On this page: panoramic view of the villa and the village perched over Collodi. 16


Before Pinocchio

The necessity of beauty Villa Garzoni and garden in Collodi. The hand of man and the marvel of nature.

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efore becoming famous for having created the pseudonym of Carlo Lorenzini – the ‘father’ of Pinocchio – the village of Collodi was famous for the Villa Garzoni and its garden whose fame spread beyond the borders of the Duchy of Lucca even in the 17th century. The villa and garden constituted a unified complex built between the 17th and 18th centuries in an architectural style that, fortunately, still today remains with very few alterations. The imposing regal home that towers over the village up high on a hill, captures the attention of those who enter the valley of Pescia ‘of Lucca,’ while just at ones feet on the side of a wider declination lies the practically secluded garden with the axis of symmetry rotated with respect to that of the building. Behind the wide facade of what seems like a small kingdom, the homes of the village climb upwards towards the ridge all the way to the ancient church of San Bartolomeo along the only road that at one time passed right in front of the main door of the villa which was built on top of the ruins of a medieval fortress, and thus preserved the ‘feudal’ relations with the village that until 1940 was reachable only by foot and now with a modern road. Entering into the courtyard of the noble residence (today closed to the public and waiting for restoration work on its interior) it seems like one is about to take a step back in time. The paved road curves along with its ledge, passing in front of the noble chapel, all the way to the door (still locked up today) that opens onto the small

piazza of Sant’Antonio at the entrance of the village. The true marvel for the modern day visitor, however - just like the ancient traveler - is the ‘Small summer house,’ that stands opposite the hall of the entrance to the courtyard; serving as a kind of minor residence at one time, it was more secluded and also psychologically more suitable to the needs of the residence villa: a true Rococò gem with the wings of the concave designed by Filippo Juvara, a famous architect of his day. Visit the sumptuously frescoed rooms of the principle residence and the picturesque kitchen (here ‘Collodi’ spent several years of his childhood because his mother worked in the kitchen staff as food server of the Garzoni family). One leaves with a sense of reluctance from this fable-like world to then head towards the valley towards the entrance of the garden. The marvelous effect, however, captures the visitor once again just as the Baroque tradition would have it: in a magnificent flat plateau with flower beds that seem almost ‘embroidered,’ while greeting us are marble fauns with instruments, the goddess Flora, the nymph Diana and the evocative Apollo and Daphne while the water spurting out of the two circular fountains contribute to the delightful atmosphere this place. From here the terrain goes upwards, first with an ‘English style’ plateau where three stems of the Garzoni in a mosaic of stone and terraces stand out, a place where the visitor who needs a break from the heat can take respite in the shade of the grotto of Neptune. The garden, exposed

to the West, receives the direct sun, so much so that in the so-called “Boulevard of the palm trees,” blooming, at one time cultivated the backs of citrus trees. As we leave behind us this harmonious and rationally ordered nature, the scene changes and becomes more unsettling. The vegetation of two small timber tree forests narrows around the central axis. A double steep terrace climbs up on the sides of a “staircase” of water where the hand of man has reproduced artificial rocks that appear natural. Above all, with an acute perspective sensibility, the architect Ottaviano Diodati knew how to suggest, from the bottom of these waterfalls, the presence of a large Grotesque mask with its mouth open. Continuing upwards, however, the deception fades and the fatigue of the ascent, almost an initiation itinerary, is rewarded, today, with the spectacular panorama of the garden, a time of refreshment of which gentle ladies and gentlemen could enjoy inside the “hot springs” inside the summit of the hill. The noble frequenters of the garden could, on their way to the villa, get lost or lose each other among the labyrinth of the woods and find their way or their companions again in the small bamboo forest, while walking over the small bridges that cross over the River Canalaccio, all the while under the vigil watch of mythological divinities in stone or happy villains that ‘populate’ the garden. All we need to do, descendants of a society of the ‘useful,’ as we have become, is simply to convince ourselves of the necessity for beauty such as this.

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Intervista a Pier Francesco Bernacchi, Presidente Società Sviluppo Turistico Collodi

Interview of Pier Francesco Bernacchi, President of the Society for Touristic Development of Collodi

Verso l’alta ospitalità

Striving for high class hospitality

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soddisfare le nostre curiosità è Pier Francesco Bernacchi, presidente della Società Sviluppo Turistico Collodi srl. e Segretario della Fondazione Nazionale Carlo Collodi. Di che cosa si occupano questi enti dott. Bernacchi? La Fondazione – che ha creato il Parco di Pinocchio - si occupa di tutelare e divulgare l’eredità culturale di Carlo Lorenzini detto Collodi. Inoltre, attraverso la Sviluppo Turistico, gestisce anche lo storico Giardino Garzoni. A chi appartengono la Villa e la Palazzina d’Estate, da sempre residenza privata, e quali sono le loro prospettive di recupero? La proprietà del complesso (un monumento nazionale indivisibile che comprende il giardino, la villa e tutti gli altri edifici correlati) è della Società Villa e Giardino Garzoni srl. posseduta al 100% dalla FBH SpA. Quanto al restauro dei due edifici diverse sono le ipotesi formulate: la più probabile, dati gli alti costi di esercizio, è quella di realizzarvi un’ospitalità di qualità, sul tipo dei RelaisChateau. Come è nata l’ idea della Butterfly House? Dall’esigenza di rendere attraente un giardino storico non solo per gli “intenditori”, ma per un pubblico più ampio: sono state scelte le farfalle perché la loro metamorfosi si ricollega a quella di Pinocchio, un’esperienza profonda di cammino verso un sé migliore e armonioso che tocca il cuore di tutti. Abbiamo così riportato i colori e la vita delle farfalle in un luogo che, prima della diffusione dei pesticidi, ne ospitava un’ampia popolazione. (C.B.) 18

Fondazione Nazionale Carlo Collodi Via Pasquinelli,6/8 51014 Collodi Pescia Tel. +39 0572 429613 Fax +39 0572 429614 www.pinocchio.it sopra: particolare del giardino e della villa; in alto a sinistra: la grotta di Nettuno realizzata dall’architetto Ottaviano Diodati in alto a destra: interno della villa. Above: Details of the garden and the villa; above left: Neptune’s grotto created by the architect, Ottaviano Diodati.Above right: interior of the villa.

o satisfy our curiosity is Pier Francesco Bernacchi, President of the Society for Touristic Development of Collodi srl. and Secretary of the National Foundation Carlo Collodi. Good afternoon, Dr. Bernacchi, what do these organizations deal with? The Foundation created the Pinocchio Park in order to safeguard and diffuse the cultural legacy of Carlo Lorenzini known as Collodi. What is more, through the Society forTouristic Development it also oversees the historical Garzoni Garden. Who oversees the Villa and the Summer House, both of which have always been private properties; and how can they be protected in the future? The property of the complex (a national monument that is indivisible and that includes the garden, the villa and all of the other related buildings) is of the Villa Garzoni Society and Garden srl. owned 100% by the FBH Spa. As far as the restoration of the two different buildings is concerned there are various hypothesis: the most probable, given the high cost of maintenance, is to create a space of hospitality similar to the idea of the Relais – Chateau. How did the idea of the Butterfly House begin? From the need to make an attractive historical garden not only for the ‘’experts,’’ but for the wider public as well: butterflies were chosen because their metamorphosis is likened to Pinocchio, a profound experience of voyage towards a better and more harmonious self that touches everyone’s heart; therefore, we brought the colours and the life of the butterflies into a place where, before the diffusion of pesticides, there was an ample population. (C.B.)


La Casa delle Farfalle

Le uova arrivano anche dal Costarica

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ella Collodi Butterfly House, posta sul lato destro del parterre e inaugurata nel 2006, veniamo accolti dalla giovane custode Eleonora Guidone, che, orgogliosamente, ci mostra la sezione didattica, con una ricca collezione di farfalle imbalsamate. Si evidenziano due specie, oltre a numerose varietà esistenti, alcune delle quali vivono anche nella serra. Al suo interno è stato ricostruito l’habitat di un lussureggiante giardino tropicale e, in effetti, il clima è caldo-umido, e le farfalle vi svolazzano indisturbate. Da dove vengono queste farfalle? Ogni settimana le uova giungono qui da una fattoria del Costarica e vengono messe nell’incubatrice per compiere il loro naturale sviluppo in bruco, crisalide e poi “sbocciare” in farfalle. Quando le ali sono asciutte le liberiamo.

La Butterfly House

Nella pagina: in alto ingresso della Butterfly House, in basso l’interno del serra e i pannelli didattici della collezione; On this page: Above, the entrance of the Butterfly House. Below, the inside of the greenhouse and didactic frames of the collection.

The eggs come from Costarica

I

n the Collodi Butterfly House, positioned on the right side of the garden entrance and inaugurated in 2006, we are met by the young guardian, Eleonora Guidone, who proudly demonstrates the didactic section to us with a

rich collection of embalmed butterflies. Two species are to be identified in within the numerous existing varieties, some of which also live in the greenhouse. In its interior a habitat of a luxurious tropical garden was created where these butterflies can indeed fly around undisturbed. Where do these butterflies comes from? Each week the eggs arrive here from a factory in Costa Rica and they are placed in an incubator in order to naturally develop inside the fiery caterpillar and then they ‘”hatch” into butterflies. When their wings are dry we set them free.

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Da quattro generazioni per la Qualità Four generations of quality products dal 1904 Basterebbero le motivazioni dei riconoscimenti ufficiali ricevuti da questo gruppo di famiglia affiatato:”Il patrimonio zootecnico italiano, ricco di razze autoctone adattatesi ai vari territori, vive grazie alla professionalità dei macellai, artisti senza uguali, capaci di trasmettere dall’allevamento alla tavola, una storia di antichi saperi”. Così cita l’assegnazione alla Macelleria Marini del Premio Golosaria “miglior macelleria” del 2009. “Qui i giovani studiano e ritornano a rimboccarsi le maniche, perchè la passione è forte. E le soddisfazioni professionali molte”. I salumi una volta preparati a regola d’arte e stagionati in modo naturale, sotto volte centenarie, prosciutti, salumi di Cinta senese, finocchiona, salami di bufala e altre ghiottonerie, come la mortadella di Prato (presidio Slow Food), si vendono a una esigente clientela nel negozio, mentre le molte spedizioni partono per destinazioni come Villa d’Este di Cernobio e innumerevoli altri estimatori. I Marini sono anche presenti, a Torino, a Eataly, esposizione di 10.000 mq di selezionati alimentari artigianali italiani di pregio.

Degustazione Prodotti Try before you buy Zio Michele 1950 - Uncle Michele 1950

Quoting the reasons why this family group was awarded official appreciation might be enough. The Marini Butchers, who work well together, received the “Best Butcher” Golosaria Award in 2009 for: “Thanks to the butchers’ professional competence, the Italian livestock patrimony, which is rich in native species adapted to the various territories, lives on. They are artists without equal, capable of transmitting a history of ancient knowledge from the farm to the table. ”Four successive generations have managed this cultural heritage based on the territory and ancestors’ expertise in the art of butchering and pork products. “Here young people study and return to roll up their sleeves, because the passion is strong. And there is a lot of professional satisfaction. “At the Marinis’ store, demanding customers buy cured meats that have been prepared to perfection and seasoned in a natural way under age-old vaults, hams, Cinta Senese salami, finocchiona, buffalo salami and other delicacies such as Mortadella di Prato (a Slow Food presidium). Many products are shipped by the Marinis to destinations such as Villa d’Este in Cernobbio and countless other connoisseurs. The Marinis are also present at “Eataly”, the 10,000 square meters display of selected fine Italian food craftsmanship in Turin.

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Altare Argentato

La Sacrestia dei belli arredi CosĂŹ Dante Alighieri definĂŹ la Cappela di San Jacopo, dentro la Cattedrale del capoluogo

TESTI Leonardo Begliomini FOTO Fabrizio Antonelli

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L’

altare di San Jacopo conservato nella cappella del crocefisso della cattedrale di Pistoia, fu realizzato in lamina d’argento fra il 1287 e il 1456 da orafi che in questi due secoli dettero saggio della loro valentia. Questa opera dette l’occasione a Dante di definire, nel XXIV canto dell’inferno, “la sagrestia de’ belli arredi” la cappella di San Jacopo, che in origine lo conteneva. La prima parte dell’altare, probabilmente, era composta da un dossale semplice, costituito da un solo ordine di tredici nicchie con immagini della Madonna e dei dodici apostoli. La cui realizzazione si è soliti attribuire all’orafo senese Pace di Valentino o per alcuni a un’ipotetica esecuzione da parte di Maestro Pace. L’altare nella sua forma attuale, però, è il prodotto di modifiche e accrescimenti, che si sono succeduti nel corso di quei due secoli sopra citati e che ne hanno fatto un capolavoro unico al mondo.

Nel 1316, fu ordinata l’esecuzione del paliotto centrale ad Andrea di Jacopo d’Ognabene con le storie del Nuovo testamento. Nel 1352, Gilio Pisano collocò al centro del dossale la statua di S. Jacopo. Dal 1361 al 1371, furono eseguiti due paliotti laterali: quello sinistro, con le storie del Vecchio testamento, fu sbalzato e cesellato da Francesco di Niccolò e da Leonardo di ser Giovanni, orafi fiorentini; quello destro, con la vita di S. Jacopo, fu eseguita dal solo Leonardo di ser Giovanni. Nel 1381, Piero d’Arrigo Tedesco fece la predella su cui si posa il dossale e, nel 1386, le statuette dei santi nella parte anteriore delle paraste, nel 1390, infine, le figure della Madonna e dell’angelo nella parte superiore del dossale. Quindi gli orafi Nofri di Buto e Atto di Piero Braccini, realizzarono, un paradiso con Cristo benedicente, incorniciato da una mandorla e affiancato da un coro di angeli, su disegno del pistoiese Giovanni di Bartolomeo Cristiani.

Nel 1400-1401, sulla fiancata destra furono realizzati dalla bottega di Lunardo di Mazzeo e Piero di Giovanni, due busti dei profeti Isaia e Geremia, che meritano speciale attenzione perché attribuiti a Filippo Brunelleschi, al quale, da parte della critica più recente, si attribuiscono anche le statuette di S. Gregorio Magno, S. Agostino e S. Luca Evangelista, situate in alto della stessa fiancata. Nel 1409, vi lavorò Niccolò di ser Guglielmo autore dei restanti evangelisti, poi di seguito Piero d’Antonio da Pisa autore delle restanti decorazioni. L’altare era in origine ornato da smalti, gemme di valore e dorature, che per le modifiche successive, le ingiurie del tempo e degli uomini (famoso il furto di alcune gemme da parte di Vanni Fucci di dantesca memoria) sono andati perduti e ne hanno senz’altro sminuito il valore decorativo. Nonostante le varie vicissitudini (non ultima lo smontaggio dell’altare, durante la seconda guerra mondiale, fatto per porlo al riparo dai pericoli di un eventuale bombardamento) rimane un opera di grande pregio pari o superiore a capolavori d’oreficeria del medioevo, come il dossale di S. Giovanni a Firenze, l’altare di Volvino a Milano e la pala d’oro di S. Marco a Venezia. L’altare formato a sbalzo nella quasi totalità delle formelle e delle nicchie, è finito con raffinati smalti, dorature e inserti di pietre preziose, e appare, nel suo fulgore, come testimonianza dell’assoluta perizia degli orafi toscani, che, nel doppio loggiato gotico, palesano di essere a conoscenza delle coeve esperienze artistiche, vedi Giovanni e Andrea Pisano, per quanto riguarda Andrea d’Ognabene (La crocifissione) e dell’Orcagna, per l’opera di Leonardo di ser Giovanni. Le figure, tutte, possiedono una monumentalità così imponente che possono benissimo confrontarsi con la statuaria del periodo. Nelle figure di profeti (Geremia e Isaia), di Brunelleschi, il grande artista crea un effetto di notevole tridimensionalità, con un’esecuzione raffinata, i corpi ben modellati che cercano dialogo con lo spazio circostante, uscendo dalle formelle quadrilobate di chiara matrice gotica. Soluzione che poi riprenderà anche nella formella del sacrificio d’Isacco per il concorso delle porte del battistero fiorentino, e già sembrano aprire a quello che sarà il Rinascimento fiorentino.

Pagine precedenti: rappresentazione Peccato Originale - Cacciata dal paradiso; in quesa pagina: Crocifissione (in alto) e (in basso) Nativita e annuncio ai pastori di Andrea di Jacopo d’Ognabene; a destra: Altare di San Jacopo nella Cattedrale di San Zeno. Preceeding pages: Representations of Original Sin - The Banishment from Paradise; on this page: Crucifix (above) and (below) Nativity and Annunciation to the Shepards by Andrea of Jacopo d’Ognabene; to the right: Altar of San Jacopo in the Cathedral of San Zeno. 24


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Silver Altar

The Sacristy of beautiful furniture This is how Dante Alighieri defined the Chapel of San Jacopo in the Cathedral of Pistoia

T

he altar of San Jacopo conserved inside the Chapel of the Crucifix of the Cathedral of Pistoia, was created in silver foil between the years 1287 and 1456 by goldsmiths who, in these two centuries, became well known for their valuable production. This work gave Dante the occasion to refer to the Chapel of San Jacopo which originally held it, in Canto XXIV of his world literary masterpiece, Inferno, as “the Sacristy of beautiful furniture.” The first part of the altar probably was built with a simple dossal, made of only one order of thirteen niches with images of the Madonna and of twelve Apostles. This realization has usually been attributed to the goldsmith from Siena, Pace di Valentino, or for some a hypothesis is that it was created by Maestro Pace. The altar in its present day form, however, is the product of modifications and enlargements that have been done over the course of the 13th and 14th centuries and that they made it a masterpiece unique of its kind in the world. In 1316 the execution of the central frontal was by Andrea di Jacopo d’Ognabene with stories of the New Testament. In 1352, Gilio Pisano pla-

ced at the centre of the dossal the statue of San Jacopo. From 1361 to 1371, two lateral frontals were created: the left one, with stories from the Old Testament, was embossed and chiseled by Francesco di Niccolò and by Leonardo di ser Giovanni, Florentine goldsmiths; the one on the right, with the life of San Jacopo, was executed only by Leonardo di ser Giovanni. In 1381, Piero d’Arrigo Tedesco made the predella on which he placed the dossal and, in 1386, the figures of the Madonna and angel in the upper part. The goldsmiths, Nofri di Buto and Atto di Piero Braccini then created a Paradise with Christ giving the benediction, framed by a “Mandorla,” an almond shaped aureola, and accompanied on the sides by a chorus of angels based on the design of the Pistoiese artist, Giovanni di Bartolomeo Cristiani. In the years 1400-1401, on the right side, two busts of the prophets Isaiah and Jeremiah were created by the workshop of Leonardo di Mazzeo and Piero di Giovanni and merit special attention because they are attributed to Filippo Brunelleschi by the most recent critics; and the statues of Saint Gregory Magnum, Saint Augustine and Saint Luke the Evangelist, situated high up on the same side are now attributed to Luca Evangelista. In 1409 Niccolò di ser Guglielmo was the creator of the evangelists that remain, and then followed by Piero d’Antonio da Pisa, creator of the remaining evangelists. The altar was originally decorated by enamels, valuable gems and guiding of gold leaf; however, the modifications that would follow were a result of the abuses of time and men (the theft of several gems by Vanni Fucci of Dante’s times is an infamous event), the original decorations having been lost has now diminished the decorative value of the altar. Even considering the various vicissitudes (the last being the dismantling of the altar during World

War II, done to protect and hide it from the dangers of an eventual bombing) it remains a work of great prestige equal to, or even superior to, the masterpieces of the goldsmiths of the Middle Ages, such as the dossal of San Giovanni of Florence, the altar by Volvino in Milan and the “Pala d’oro” of Saint Mark’s in Venice. The altar, formed with its panels and niches, is finished with elegant enamels, gold leaf guiding and precious stones adorning it, and represents a testimony to the absolute expertise of the Tuscan goldsmiths, who, in the Gothic double loggia, reflect the contemporary artistic experience of their day. See Giovanni and Andre Pisano regarding the Crucifixion by Andrea d’Ognabene and Orcagna for the work of Leonardo di ser Giovanni. All of the figures possess such an imposing monumentality that they would very easily be compared to the statues of the period. In the figures of the prophets (Jeremiah and Isaiah) of Brunelleschi, the great artist created an effect of notable three dimensionality with a refined execution. The precisely modeled bodies create a dialogue with the surrounding space, coming out of the quatrefoil panels of the clear gothic style. A solution that would later be seen in the panels of the sacrifice of Isaac for the contest for the creation of the doors of the Florentine Baptistery, and already seem to inaugurate the world of what would be the Florentine Renaissance.

a sinistra: i profeti Geremia e Isaia di Filippo Brunelleschi; a destra: dossale con statua di San Gerolamo. to the left: the prophets, Geremia and Isaia by Filippo Brunelleschi; to the right: dossal with the statue of San Gerolamo. 27


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Banca storica Palazzo neorinascimentale TESTI Lorenzo Cipriani FOTO Fabrizio Antonelli

La sede della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia da oltre un secolo simbolo dell’economia pistoiese 29


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egli ultimi anni dell’Ottocento si pose il problema di dotare la Cassa di Risparmio, la maggior banca locale attiva in Pistoia fin dal 1831, di una prestigiosa sede che qualificasse appunto il ruolo egemone che l’istituto aveva assunto nell’ambito creditizio locale. Furono redatti e scartati diversi progetti. Alla fine, però, prevalse quello di costruire un grande e vistoso palazzo nella principale strada pistoiese: quella che dall’edificio del Balì recava a piazza del Duomo. La strada, ab antiquo, costituente il cardo massimo della cittadella romana, era allora molto stretta e intitolata a un maggiorente pistoiese. Via Francesco Magni, prima ancora dell’Ottocento via San Matteo, costeggiava proprio il popolare quartiere intitolato a questo santo. Un quartiere di “case torri” che inglobava la chiesa di san Matteo, tanto importante per i pistoiesi che nel 1219 vi avevano giurato la pace con Bologna. Se si voleva costruire un palazzo degno della maggior banca cittadina, bisognava sacrificare le case medievali: e così fu fatto. A partire dal 1896 queste furono demolite insieme alla chiesa; e l’archivio della Cassa conserva le foto opportunamente scattate durante i lavori. In tutta l’area sorse un grande palazzo in stile rinascimentale; ancor oggi noto come palazzo Azzolini dal nome dell’architetto che ne siglò il disegno. Costruito secondo i canoni dell’architettura fiorentina della seconda metà del Quattrocento, utilizzando materiali locali come la pietra serena e i laterizi del pistoiese, il palazzo è un capolavoro del gusto eclettico del tempo, per cui gli stili del passato erano reinterpretati e utilizzati a scopo simbolico ed evocativo. 30

In questo caso ci si riferiva a quella stagione che vide sorgere vigorosamente un’economia che oggi non sarebbe azzardato definire precapitalistica. L’apparato decorativo, che doveva seguire un programma didascalico e allegorico sui temi del lavoro e del progresso, fu affidato ad alcuni fra i più noti artisti del momento, quali lo scultore Augusto Rivalta e il pittore Achille Casanova, rispettivamente autori delle “pàtere” di grande formato del piano nobile e del fregio affrescato

dell’ultimo livello, ambedue sulle facciate esterne. Va ricordato, soprattutto, Galileo Chini, che si occupò del rivestimento ornamentale dell’ingresso (collaborando con la Manifattura Cantagalli), delle decorazioni pittoriche del salone, dello scalone monumentale e di altri ambienti interni con delicato gusto liberty. L’inaugurazione avvenne, con una grande e popolata cerimonia ufficiale, nel 1905. Non molto dopo, accanto, sorse la cosiddetta “Loggia dei Mercanti”, cioè uno spazio coperto (sempre in stile rinascimentale) sotto cui dovevano avvenire le contrattazioni di un’economia in buona parte agricola, qual era quella pistoiese. La loggia fu demolita negli anni Trenta del Novecento, per dar spazio all’edificio futurista delle Nuove Poste dell’architetto Mazzoni; ma la Cassa rimase, anzi si accreditò come banca della nuova Provincia, voluta dal governo fascista nel 192728. Il palazzo Azzolini ora domina l’ampia strada che ha assunto il nome di via Roma, e costituisce la sede dell’istituto di credito ormai entrato in una holding di quadro nazionale.

Nelle pagine: l’atrio dl’ingresso del palazzo e particolare; On these pages: the atrium of the entrance to the palace and a detail;



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A Renaissance palace For the most important bank The Headquarters of the Cassa di Risparmio, for over a century a symbol of the economy in Pistoia

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n the last years of the 19th century there was a problem posed to give the Cassa di Risparmio - the major local bank active in Pistoia since 1831 - a prestigious headquarters that qualified the role in hegemony that the institute had acquired in the domain of local credit. Designs were drawn and there were many discarded. different projects. At the end, however, the idea to build a large and luxurious palace in the principle street of Pistoia prevailed and it was set on the cardus maximus road of the Roman city, on a then very narrow road. Via Francesco Magni, even before the 19th century was via San Matteo, and skirted the popular quarter entitled to this saint. A quarter of the “tower houses” that took over the church of San Matteo - that was so important to the citizens of Pistoia that in 1219 they had sworn peace with Bologna. If they wanted to build a palace worthy of the major city bank, they would have to sacrifice the medieval homes - and so they did. Starting in 1896 these were demolished along with the

church, and the archive of the Cassa conserves the photos that were conveniently taken during the work. In the entire area a large palace rose up in the Renaissance style; still today well known as Palazzo Azzolini named after the architect who designed it. Constructed according to the Florentine architectural canons of the second half of the 15th century, utilizing local materials such as “pietra serena” (serene stone) and the “laterizio” (brike) of the Pistoiese, the palace is a masterpiece of the eclectic tastes of the time, therefore the styles of the past were reinterpreted and utilized for the symbolic and evocative scope. In this case they referred to the season that saw the vigorous rise in economy that would not have dared be defined pre-capitalist. The decorative apparatus, that was followed by a didascalic and allegorical program on the themes of the work in progress, was entrusted to several among the most noted artist of the day, such as the sculptor, Augusto Rivalta, and the painter Achille Casanova, respectively the authors of the large “pàtere” of the “piano nobile” (main floor) and of the frescoed frieze of the highest level, both on the external façade. It should be noted, above all, that Galileo Chini, oversaw the decorative design of the entrance (collaborating with the Cantagalli workshop), of the pictorial decorations of the salon, of the monumental staircase and of other interior spaces with delicate taste in the liberty style. The inauguration constituted of a large and populated official ceremony in 1905. Not much time after, next to it, the so called “Loggia dei Mercanti”, that is, is a covered space (again in the Renaissance style) under which they were to make the contracts of an economy that was in large part agricultural in Pistoia. The loggia was demolished in the 1930’s in or-

der to make space for the Futurist building of the New Post office by the architect, Mazzoni; however, the Cassa remained, and became the accreditation as a bank of the new Province, desired by the Fascist government of 1927-28. The Azzolini palace now dominates the wide street that has taken the name Via Roma, and constitutes the headquarters of the credit institute that has now entered into a holding of the national four.

Nella pagina precedente: affreschi di Galileo Chini, scultura fusa nell’antica fonderia Lippi.

In questa pagina: in alto l’ingresso al palazzo, in basso particolari delle sale interne.

On the previous page: frescos by Galileo Chini, bronze created in the ancient foundery, Lippi.

On this page: Above, the entrance to the palace, below, detail of the interior rooms. 33



Intervista alla direttrice Cristina Tuci

Rassegna permanente di preziose collezioni

Fra gli oggetti di oreficeria, la Croce e il Calice di Sant’Atto della fine del XIII secolo, due arredi liturgici di straordinaria importanza; la Casula di Sant’Atto di velluto quattrocentesco fiorentino con lo stolone ricamato con scene tratte dalla vita di Cristo databile alla metà del XIV secolo. Da ammirare , ancora, la famosa Sacrestia dei Belli Arredi di dantesca memoria, quella dove Vanni Fucci operò il suo furto; la scultura lignea dipinta del “Angiolo con la testa del Battista”, ultimamente attribuita alla cerchia di Giovanni Pisano. Il museo dell’antico palazzo dei Vescovi è stato in questi anni promotore di numerose attività didattiche: quali sono le caratteristiche e le metodologie utilizzate? La nostra didattica si sviluppa su vari livelli, da quella dedicata ai più piccoli fino alle università. Il concetto è quello di partire dal museo, come luogo codificato per la raccolta e la conservazione, per aprire finestre sulla realtà della nostra storia attraverso una lettura e un approfondimento delle fonti materiali. I percorsi, supportati dall’associazione Artemisia, si compongono di diversi laboratori tematici, preferendo la metodologia dell’ ”imparo facendo”, per cui realizzare materialmente uno scavo archeologico o calandosi direttamente nell’antico indossando abiti del periodo storico preso in esame. (Lo.Ci.)

Nell’antica dimora dei Vescovi in piazza del Duomo, gestione Caript.

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i pertinenza della Cassa di Risparmio è il Palazzo dei Vescovi, che segna con i suoi volumi in laterizio l’accesso alla piazza del Duomo. L’edificio di origini altomedievali ha subito nei secoli numerose trasformazioni, evidenti nelle sue annessioni architettoniche e nelle diverse tipologie costruttive della facciata. Oggi ospita un percorso espositivo complesso ed articolato, per farcelo raccontare abbiamo incontrato la direttrice dottoressa Cristina Tuci. Un palazzo storico che raccoglie diverse collezioni, di che cosa si tratta? E’ uno straordinario contenitore, che raccoglie quattro entità museali: il percorso archeologico attrezzato, che si sviluppa nelle cantine del palazzo; il museo della cattedrale di Pistoia, con molti fra gli arredi più significativi della stessa, fra cui apparati tessili e oreficerie; le tempere di Giovanni Boldini, strappate dalla Villa della Falconiera e oggi collocate qui all’interno di una stanza interamente ricostruita come quella originale. Si prosegue con la collezione Bigongiari, una straordinaria collezione costituita da quarantacinque dipinti del Seicento fiorentino; infine ultimo arrivato è il percorso del Museo Tattile, ovvero i modelli degli edifici storici pistoiesi che possono essere utilizzati dai non vedenti, ma che noi spesso usiamo, anche, come supporto didattico per i bambini. Quali sono le opere più significative conservate in questo contenitore museale? Cosa consiglierebbe di vedere ad un visitatore frettoloso?

Interview of the director, Cristina Tuci

Permanent review Of a prized art collection In the ancient home of the Bishops in the Duomo Square, run by Caript.

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roperty of the Cassa di Risparmio is the Bishops’s palace, which marks with its large volumes in brick the access to the Duomo square. The building which has late me-

a sinistra: quadri del Seicento fiorentino della “Collezione” Bigongiari; in basso: Calice di Sant’Atto della fine del XII secolo On the left: paintings from 17th century Florence from the Bigongiari Collection; below: chalice of San’Atto from the end of the 12th century.

dieval origins has undergone over the centuries numerous transformations that are evident in its architectural additions and in the different constructive typologies of the facade. Today it houses a complex expository itinerary, and to explain it to us we encountered Dr. Cristina Tuci. What does it mean to have an historical palace that contains different collections? It is an extraordinary container that contains four museum entities: the archeological itinerary that is acquired that is developed in the cantine of the palace; the Museum of the Cathedral of Pistoia; Pistoia, with many are very significant works of textiles and gold-smith activity of the city; the tempera’s by Giovanni Boldini, removed from the Villa della Falconiera and today placed here inside of a room that is entirely restored back to its original splendor. We continue on with the Bigongiari collection, an extraordinary collection constituted by forty-five paintings of the Florentine 17th century; and at the end the itinerary of the Tactile Museum, where models of the historical buildings of Pistoia that can be utilized by the blind, but that we often use, also, as didactic support for children. What are the most significant works conserved in this museum container? What would you advise to see to a visitor with very limited time? Among the objects of gold-smiths, the la Croce and the Calice di Sant’Atto of the end of the 13th century, two liturgical furnishings of extraordinary importance; the Casula di Sant’Atto in 15th century Florentine velour with the stolon embroidered with scenes from the life of Christ datable to the middle of the 14th century. To admire, still, is the famous Sacrestia dei Belli Arredi of Dante’s times, where Vanni Fucci planned his theft; the wood sculpture painted with the “Angel with the head of the Baptist,” recently attributed to the circle of Giovanni Pisano. The museum of the ancient Bishop’s palace was in this years a promoter of numerous didactic activities: which are the most characteristic and what methods are used? Our didactic involvement is developed on various levels, from that which is dedicated to the smallest all the way through to the university. The concept is to begin in a museum, as a codified place for gathering and conservation, to open windows on the reality of our history through a reading and searching into material sources. The itineraries, supported by the association Artemisia, include different thematic laboratories, preferring the “learn as you work” methodology, for which they made an archeological dig or actually directly wearing the ancient clothes of the time period. 35


C’è un mondo dentro There is a world inside

Hidron Pistoia

Hidron Pistoia

Partite ufficialmente The largest wellness le attività del centro centre of the city wellness più has officially opened imponente della città

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el centro wellness Hidron di Pontelungo, sono partite ufficialmente le attività. Operative le due piscine del piano terra e le sale fitness al primo piano. Tanti i corsi in programma per l’intera settimana. Per il mondo acqua, corsi di nuoto per adulti e bambini, fitness in acqua, relax, hidro bike o semplicemente nuoto libero. Nelle sale fitness del primo piano a disposizione dei clienti attrezzature TechnoGym di ultima generazione per corsi individuali e collettivi.

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he doors of the Hidron wellness centre of Pontelungo are finally open to the public. There are two swimming pools on the ground floor and fitness areas on the first floor. Numerous courses are offered weekly for water lovers including swimming courses for adults and children, water fitness classes, and an area for relaxing in a whirlpool in addition to being able to simply swim laps and workout. In the fitness rooms on the first floor there is a cutting edge TechnoGym with individual and group classes.

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Patrimonio per la civiltà

Il sapere è forza e gioia Andrea Dami ci racconta la Biblioteca Forteguerriana, il più antico e importante centro culturale della città

TESTI Francesca Joppolo FOTO Fabrizio Antonelli 38


Nella pagina a fianco e sotto: scorci di sale, negli scaffali complessivamente 220.000 volumi; in questa pagina: a sinistra Palazzo Forteguerri: ingresso e facciata barocca. in basso: dedica autografa di poeta Gabriele d’Annunzio. On the page to the left and below: corners of the rooms, on the bookcases are 220,000 volumes; on this page: to the left, Palazzo Forteguerri: the Baroque entrance and facade. Below: autographed dedication by the poet, Gabriele d’Annunzio.

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l portone è in piazza della Sapienza, gli affacci su via delle scuole normali. Carducci vi salì in cattedra. Dell’Alighieri conserva il Dante di Foligno (1472), la celebre Divina Commedia stampata in Umbria da Johann Numeister ed Evangelista Angelici. Possiede la Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, pubblicata nel 1499 a Venezia da Aldo Manuzio e considerata la più bella opera del mondo. Possiede un prezioso Ottateuco, che fa parte di un nucleo importante di codici etiopici, esposto a Ca’Foscari nel 2009, fra i pezzi forti della mostra “Nigra sum sed formosa”. Possiede la Miscellanea drammatica, una collezione di testi teatrali dal 1500 al 1928, molti dei quali introvabili altrove. Con 220.000 volumi e opuscoli, 1300 manoscritti, 126 incunaboli, 3300 cinquecentine, 2700 stampe, 900 disegni, 3500 fogli volanti e 3600 fra cartoline e fotografie la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia è luogo di una tale ricchezza da stupire il visitatore tardivo. «Pochi conoscono questo posto - spiega Andrea Dami, artista e presidente degli Amici della Forteguerriana, un’associazione appena fondata per conservare e diffondere il patrimonio della biblioteca - Il nostro sogno è che ritorni a essere il centro culturale di Pistoia. La città ha bisogno di questo, per coordinare le iniziative e per un’apertura internazionale». Dami e la moglie Anna sono cresciuti alla Forteguerriana: «Per noi è sacra. E’ stata la nostra casa culturale».

In tempi recenti l’abitudine di studiare nell’edificio voluto dal cardinale Niccolò Forteguerri (14191473), affinché anche i poveri potessero andare a scuola, è passata. Ma ora gli Amici vanno alla riscossa e sono in cerca di mecenati e di ragazzi. Di mecenati che adottino i libri da restaurare: una rilegatura, per esempio, costa mille euro. Di ragazzi perché capiscano che il sapere è una forza e una gioia. Alcuni lo sanno già e lo raccontano. Lorenzo Sartori, del Classico, ha fatto una conferenza sulla filosofia vista da un diciottenne, mostrando letture approfondite e una predilezione per la libertà. «Ha invitato solo le persone interessate e al suo insegnante non ha detto niente fino alla sera prima, per non essere influenzato» dice Anna Dami. Dare la parola ai ragazzi è una delle iniziative degli Amici: Emilio Bartolini, Camilla Buralli e Chiara Chiti, sempre del Classico, hanno trattato di Machiavelli e l’Italia. Nel 2007 la Forteguerriana si è divisa dall’altra biblioteca comunale, la San Giorgio, e quella che per secoli è stata la sala di lettura adesso è uno spazio-conferenze dedicato a Giuliano Gatteschi, l’architetto che ne curò gli ampliamenti nel ‘700. Teresa Dolfi la dirige proprio dal 2007, ma ci lavora dal 1982 e fa da guida di sala in sala con l’orgoglio che spunta piano piano dalla timidezza. Illustra le raccolte: la sozomeniana, la Martini, la Puccini, la Chiappelli. Fra gli scaffali l’aria è profumata e non è il profumo metaforico della conoscenza, ma quello dei libri ordinati, spolverati da mani esperte e,

quando necessario, protetti in speciali contenitori. Non sa di muffa, la Forteguerriana: è fresca e, come tutte le cose antiche, pronta per il futuro. Libri antichi, unici. E nuove tecnologie. Così gli Amici della Forteguerriana immaginano il futuro e sognano di costruire una cittadella della cultura intorno alla biblioteca comunale. L’associazione è nata il 9 marzo del 2011 ed è sostenuta da un socio speciale: l’Accademia del Ceppo, promotrice dell’omonimo e prestigioso premio letterario annuale. «Vogliamo studiare e proporre iniziative e progetti per favorire la conservazione e il potenziamento delle raccolte della biblioteca, con particolare riguardo ai fondi antichi e alla documentazione locale, e diffonderne la conoscenza nel modo più ampio possibile – spiega sempre, Andrea Dami, con vicino sua moglie Anna-. E vogliamo collaborare attivamente agli interventi che la biblioteca mette in atto, periodicamente, per valorizzare il proprio patrimonio». Con i titoli di “Incontriamoci” e “Incontriamoli”, gli Amici hanno già organizzato due cicli di conferenze affidate a storici e professori universitari nel primo caso, e a liceali nel secondo. Tutte molto riuscite. «Quando è stato possibile abbiamo presentato al pubblico anche i volumi inerenti all’argomento trattato - continua Dami che vuole ricordare l’etimologia della parola amico-. Amicus è associabile anche ad amare e mi auguro che molti enti e molte persone per amore del libro ci sostengano contribuendo a mantenere viva l’attenzione su questo luogo che è parte integrante della storia e della cultura di Pistoia». 39


Patrimony for civilization

Knowledge equals vitality and happiness Andrea Dami tells us about the Forteguerriana Library, the oldest and most important cultural centre of the city

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he door in Piazza della Sapienza facing Via delle scuole normali: Carducci went into the cathedral from here. Of Dante Alighieri there is the text by Dante di Foligno (1472), of the celebrated Divine Comedy printed in Umbria by Johann Numeister and Evangelista Angelici. It possesses the Hypnerotomachia Poliphili by Francesco Colonna, published in 1499 in Venice by Aldo Manuzio and considered the most beautiful work in the world. It possesses a precious Ottateuco that is part of an important nucleus of Ethipian codexes, exposed in Ca’Foscari in Venice in 2009, among the main pieces of the exhibit, “Nigra sum sed formosa.” It possesses the Miscellanea Drammatica, a collection of theatrical texts from 1500 to 1928, many of which are not able to be found elsewhere. With 220,000 volumes and brochures, 1,300 manuscripts, 126 incunabula, 3,300 16th century manuscripts, 2,700 prints, 900 designs, 3,500 missing pages and 3,600 among postcards and photographs, the Foreguerriana Library of Pistoia is a place of such a wealth of material that it will amaze the late coming visitor. “Only a few know this place – explains Andrea Dami, artist and president of the Friends of Fortegueriana, an association that has recently been created for the conservation and diffusion of the patrimony of the library – Our dream is that it return to being a cultural center of Pistoia. The city needs this in order to coordinate initiatives and for an international public.” Dami and his wife, Anna, grew up at the Forteguerriana: “For us it is sacred. It was our cultural home.”

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In recent times the custom of studying in a building that the Cardinal, Niccolò Forteguerri (14191473), wanted so that even the poor could go to school, is an idea of the past. But now, the Friends are taking this idea up again and are searching for sponsors and the youth. Sponsors who would adopt the books that need to be restored: a binding, for example, costs one thousand euro. For youth because they understand that knowledge equals vitality and happiness. Some already know this and they tell us about it. Lorenzo Sartori, of the Classical secondary school, had a conference on ‘philosophy seen from the point of view of an eighteen year old’, demonstrating in depth readings and a predilection for freedom. “He invited only people interested and he didn’t tell his teacher anything until the night before, so that he would not be influenced in his thoughts” says Anna Dami. Giving the word to the youth is one of the initiatives of the Friends: Emilio Bartolini, Camilla Buralli and Chiara Chiti, also from the School of Classics, have featured Machiavelli and Italy. In 2007 the Forteguerriana Library was divided into another library, the San Giorgio, and the one that for centuries was the large reading room is now a conference space dedicated to Giuliano Gatteschi, the architect who oversaw the enlargements in the 18th century. Teresa Dolfi has directed it since 2007, but has worked there since 1982 and is a guide of each room. As she illustrates the collection: the Sozomeniana, the Martini, the Puccini, and the Chiappelli, one can sense that the air is perfumed and it is not the metaphorical perfume of knowledge, but that of ordered books on the shelves, dusted by expert hands and, when necessary, protected in special containers. It does not smell like mold this

library. It is fresh and just like all things of the past, it is ready for the future. Old and unique books. And new technologies. In this way the Friends of the Forteguerriana imagine the future and dream of building a small city of culture around the city library. The association was born March 9th, 2011 and is supported by a special member: the Accademia del Ceppo, promoter of the prestigious annual literary prize. “We want to study and propose initiatives and projects to favor the conservation and potential of the collection of the library, with special attention to the old sources and local documentation, and to diffuse the knowledge in the most ample way possible – explains Andrea Dami, with his wife Anna next to him -. And we want to collaborate actively with the interventions that the library

puts into place, periodically, in order to highlight its patrimony.” With the titles of “Let’s meet” and “Let’s meet them,” the Friends have already organized two series of conferences featuring historians and university professors in the first and secondary school professors in the second – all of them very successful figures in their careers. “When it was possible we presented to the public as well the volumes regarding the subject featured – continues Dami who points out the etymology of the world “amico” (fried) -. “Amicus” is associated also with “amare” (to love) and I hope that many agencies and many people, for their love of the book, support us by contributing in maintaining alive the focus on this place that is an integrative part of the history and the culture of Pistoia.”

in alto: uno dei 1300 manoscritti della biblioteca; a sinistra: panoramica dall’alto di scaffalature; sopra: ritratto del Cardinale Niccolò Forteguerri. Above: One of the 1,300 manuscripts of the library; to the left: panoramic view from above of the shelves; above: portrait of Cardinal Niccolò Forteguerri. 41


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Work in progress Promotion of the territory of Pistoia “Pistoia Original Tuscan” a positive identity of a “Territory worth touching”

Lavori in corso T Promozione del Pistoiese “Pistoia Original Tuscan” identità positiva di un “Territorio da toccare” TESTI Veronica Elena Bocci Coordinatore Esecutivo - Pistoia Futura

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a comunicazione visiva, immediata, che consente di identificare con un solo colpo d’occhio un prodotto, riportando alla memoria dell’ipotetico consumatore i suoi pregi, è fondamentale. Ben lo sanno gli addetti ai lavori della comunicazione: “la marca è nella testa dei consumatori”. Il cliente identifica nella marca ciò che gli può dare fiducia. E’ possibile fare questo con un territorio? Sicuramente: si. Nel nostro caso il territorio è il Pistoiese, e lo strumento utilizzato si definisce tecnicamente <marca ombrello>, perché abbraccia non uno ma molti prodotti differenti. Questa è in sintesi, l’operazione della nuova <marca ombrello> della provincia di Pistoia “Pistoia Original Tuscan”. Nuova veste, nuovo approccio. Modalità innovative creeranno, a breve, i presupposti per la promozione del territorio e di tutte le sue risorse, utilizzando lo stesso logo. Particolare, unico e immediatamente identificabile e questo allo scopo di generare incremento lavorativo per tutti.

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a marca ombrello “Pistoia Original Tuscan” è di proprietà dell’Associazione Pistoia Futura – Laboratorio per la Programmazione Strategica della Provincia di Pistoia - e sarà concessa, in licenza gratuita per 3 anni, ai soggetti pubblici e privati della nostra provincia, che, secondo l’iter, definito in un apposito Disciplinare d’Uso, ne faranno regolare domanda. Verrà valutata, poi, da un apposito Comitato, la coerenza dei richiedenti e delle loro attività, con i valori che sono alla base della <marca ombrello>. “Pistoia Original Tuscan” e la sua campagna di comunicazione saranno ufficialmente presentati al territorio in un evento che avrà luogo in autunno. A presto, dunque

Il messaggio che “Pistoia Original Tuscan” intende diffondere, ovunque, ruota attorno a valori insiti nel tessuto territoriale: sostenibilità, (r)innovazione, qualità e know-how, dinamicità-modernità-giovinezza, appartenenza alla Toscana. Ogni attività “made in Pistoia”, coerente con questi valori, potrà dotarsi della <marca ombrello> e utilizzarla per le proprie attività promozionali o istituzionali. Con la marca non s’intende certificare un singolo prodotto, ma attestare la sua provenienza da un territorio avente caratteristiche di distinzione. Un posizionamento distintivo apprezzabile è <ciò che cerca il consumatore attento>. La <marca ombrello> non sostituisce i marchi di promozione esistenti, turistici (“Terme di Montecatini”, ecc.) o aziendali (“Giorgio Tesi Group”, ecc.), ma li affiancherà, creando un “fil rouge” che collega soggetti operanti in settori fra i più disparati, per un utile e importante senso di coesione del territorio che si attiva e si rafforza nel promuovere se stesso. “Pistoia Original Tuscan” si propone, al pari di altre aree territoriali che già, con notevole profitto, si sono dotate di marchi collettivi, di promuovere esclusivamente le produzioni pistoiesi, di incrementare il movimento turistico, oltre che di attrarre nuovi investimenti nella provincia di Pistoia.

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he umbrella brand, “Pistoia Original Tuscan,” is owned by the Association, Pistoia Futura – Laboratory for the Strategic Programing of the Province of Pistoia – and will be open with free licensing for 3 years to the public and private subjects of our province according to the iter, defined in the Instruction Guidelines. The coherence of the applicants and their activity will be judged by the appropriate committee with values that are at the bases of the umbrella brand, “Pistoia Original Tuscan,” and its communication campaign will be officially present in the territory in an event that will take place in the fall. See mou soon!

he visible, immediate communication that allows us to identify with a singular stroke of the eye a product, recalling the thoughts of a hypothetic consumer, is fundamental. The employees of jobs of communication know well: “the brand is in the head of the consumers.” The client identifies in the brand that which he can have faith in. Is it possible to do this with a territory? Surely it is. In our case the territory of Pistoia, and the instrument used is technically called “umbrella brand,” because it embraces not one but many different products. This is a synthesis, the operation of the new “umbrella brand” of the province of Pistoia -“Pistoia Original Tuscan.” A new look; a new approach. An innovative modality will be created soon for the promotion of the territory and of all of its resources, utilizing the same logo - in particular, a unique and immediately identifiable plan that generates work increase for everyone. The message that “Pistoia Original Tuscan” intends to diffuse everywhere revolves around the inherent territorial fabric: sustainability, renewal, quality of know-how, dynamism-modernityyouth, all coming from Tuscany. Every activity “made in Pistoia” consistent with these values can adapt from the “umbrella brand” and utilize it for one’s own business promotion or institution. With the brand one does not intend to certify a single product, but to attest to its origin of a territory that has distinct characteristics. A distinctive appreciable that is valuable is “that which keeps the consumer’s attention.” The “umbrella brand” does not substitute the brands of existing promotions, whether they are touristic (“Baths of Montecatini,” etc…) or business (“Giorgio Tesi Group,” etc…), but is placed next to them, creating a “fil rouge” that connects operating subjects in sectors between the most diverse for a useful and important sense of cohesion of the territory that activates and strengthens its self-promotion. “Pistoia Original Tuscan” proposes itself - just like other areas of the territory which already have notable profits – as the exclusive promotion of Pistoia’s products and the in cremation of the tourist movement, as well as attracting new investments to the province of Pistoia.

www.pistoiafutura.it 43


Serravalle, 44


Domina la Valdinievole

borgo da scoprire Dalla Rocca di Castruccio agli affreschi dell’Oratorio E poi tante importanti manifestazioni culturali TESTI Giulia Gonfiantini FOTO Fabrizio Antonelli Nicolò Begliomini 45


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a bellezza di Serravalle Pistoiese, borgo medievale alle porte di Pistoia, non passa certo inosservata. E’ soprattutto la Rocca di Castruccio a sorprendere gli automobilisti che percorrono l’autostrada o la via Vecchia Lucchese verso il mare o il capoluogo toscano. Edificata nel Trecento durante le lotte tra Pistoia, Firenze e Lucca, la sua posizione doveva allora risultare strategica tanto quanto è affascinante oggi per chi, nelle sere d’estate, decide di avventurarsi sulla torre esagonale che permette di dominare la Valdinievole e la piana pistoiese. «Tutto il borgo – sottolinea il primo cittadino Eugenio Patrizio Mungai - è un piccolo gioiello da scoprire. Oltre alla Torre del Barbarossa e la Rocca, ci sono le chiese di San Michele Arcangelo e Santo Stefano, l’Oratorio della Vergine Assunta con i suoi splendidi affreschi, e nei dintorni, gli scorci paesaggistici tipici del Montalbano. Ecco perché il turista sceglie di far tappa qui, in questo borgo arroccato sulla storica altura, luogo di memorabili battaglie». In questo scenario, così suggestivo, si rinnova ogni anno l’appuntamento con manifestazioni importanti come Cgil Incontri, che propone un fitto calendario di concerti, dibattiti e spettacoli chiamando a partecipare personalità di primo piano del mondo politico e culturale italiano. Tanti i nomi passati da qui: da Gianni Agnelli a Luca Cordero di Montezemolo, ad Alì Rashid, da Paolo Rossi a Francesco Guccini. La rassegna nacque quasi per caso: «Tutto iniziò – racconta Sergio Frosini di Cgil Pistoia, dallo scorso anno presidente di Fondazione Valore Lavoro – nel 1997 con la lettura di un’intervista a Gianni Agnelli, che si rammaricava di non aver ancora conosciuto personalmente Sergio Cofferati, all’epoca neoeletto segretario generale Cgil. Così scrissi ad Agnelli, offrendogli la possibilità di un faccia a faccia pubblico pres-

so la Rocca di Castruccio: accettò, e subito si mise in moto la macchina organizzativa di quello poi che è divenuto Cgil Incontri». Una partenza prestigiosa, che portò Serravalle sulle prime pagine nazionali. Cgil Incontri o Serravalle Jazz riescono, mantenendo standard elevatissimi, ad attirare un gran numero di visitatori. «Si tratta – spiega Mungai – di appuntamenti consolidati, che contribuiscono a far conoscere il nostro borgo, capace di offrire location di rara bellezza. Ad agosto c’è poi la festa del patrono San Lodovico: essa coinvolge la gente del posto e culmina con la sfilata in abiti storici medievali. A fine settembre è probabile che in via sperimentale sia organizzata una tre giorni dedicata alla birra artigianale, sempre con ambientazione medievale». Eppure, nonostante l’indiscussa rilevanza artistica e storica del luogo, Serravalle risulta ancora sconosciuto a molti. «Il paese, come del resto la stessa Pistoia, per molto tempo è stato messo in ombra dalla vicinanza di città d’arte come Lucca e Firenze. Da qualche tempo, però, i turisti ci hanno scoperto, perché, sebbene più piccoli, abbiamo un patrimonio artistico unico, raro e di altissimo valore storico. Ma non siamo stati scoperti per caso, come l’America da Cristoforo Colombo: dietro ci sono anni di lavoro, investimenti in promozione, valorizzazione e restauri conservativi. Le amministrazioni, che si sono succedute negli anni, si sono impegnate per il ripristino e la salvaguardia degli edifici storici. Al momento forse il Castello di Castruccio necessiterebbe di un ulteriore sforzo da parte della Sovrintendenza per recuperare a pieno l’antico splendore. Oltre a ciò, sarebbe utile potenziare la sinergia tra le varie amministrazioni locali per proporre itinerari nel Montalbano e pacchetti turistici ad hoc».


In questa pagina: sopra la Chiesa di San Michele, in basso, all’interno, il trittico Madonna con bambino circondata dai santi, a destra in alto visione del borgo e sotto la Chiesa di Santo Stefano. On this page: above, the Church of San Michele; below, the interior and the tryptich of the Madonna and Child surrounded by Saints; to the right, above, a view of the village, and below, the Church of Santo Stefano.

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Dominating over the Valdinievole

Serravalle, a village worth discovering From the Rock of Castruccio to the affreschi of the Oratory. And many important cultural events.

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he beauty of Serravalle of Pistoia, a medieval village near the city gates of Pistoia, does not pass unnoticed. And above all the Rock of Castruccio catches the eyes of the drivers that pass along the highway or the old Lucca Road towards the sea or the Tuscan capital. Built in the 14th century during the feuds between Pistoia, Florence and Lucca, its position was strategic and is just as fascinating today for those who, in the summer evenings, decide to venture onto the hexagonal tower that allows one to observe the Valdinevole and the Pistoiese plains. “The entire village – emphasizes the Mayor, Eugenzio Patrizio Mungai – is a little jewel to discover. Other than the Barbarossa Tower and the Rock, there are the churches of Saint Michele Arcangelo and Santo Stefano, the Oratory of the Virgin of the Assumption with its beautiful frescos, and in the surroundings, the landscape views that are typical of Montalbano. So this is why the tourist chooses to stop here, in this medieval fortress on

the historic hill, a place of memorable battles.” This evocative place is the host every year of important events with Cgil Encounters that proposes a rich calendar of concerts, debates and performances inviting the participation of well-known figures from the Italian and political worlds. There are so many names from past events here: from Gianni Agnelli to Luca Cordero di Montezemolo, to Alì Rashid, from Paolo Rossi to Francesco Guccini. The event was begun almost by chance: “Everything began – says Sergio Frosini of Cgil Pistoia, President of the Foundation Valore Lavoro since last year – in 1997 with the reading of an interview with Gianni Agnelli, that he regretted of not having yet met Sergio Cofferati personally, during the newly elected times of the general secretary of the Cgil. So Agnelli, offering the possibility of a public face to face encounter through the Rock of Castruccio accepts, and immediately set in motion is the organizing body of what eventually became Cgil Encounters.” It is a prestigious beginning that brought Serravalle to the front pages of national papers. Cgil Encounters and Serravalle Jazz are able each year to maintain very high standards and to attract a large number of visitors. “This involves – explains Mungai – regular events that contribute to knowing our village, capable of promoting its rare beauty. In August there is also the festivity of the patron saint, San Lodovico that unites the locals and culminates in a parade in medieval costume.” Despite the undisputed artistic relevance of the place, Serravalle, however, still remains unknown to many. “The village, like the rest of Pistoia, was for a long time placed in the shadows with its geographic closeness to the art cities such as Lucca and Florence. For some time now, however, tourists have disco-

vered why, even if for many centuries, we have a unique artistic patrimony and historical value. But we were not discovered by chance, like the Americas by Christopher Colombus: behind this there are years of work, investments in promotions, improvements and restorations. The administrations over the years have focused on the restoration and protection of the historical buildings. At the moment it is likely that the Castle of Castruccio needs further support on the part of the Superintendence in order to recover its ancient splendor fully. Other than that, it would be useful to strengthen the synergy between various local administrations for the proposal of itineraries in the Montalbano area and ad hoc tourist packages.”

In alto: la rocca di Castruccio, da dove si domina il panorama della Valdinievole; Above: the fortress of Castruccio from where it dominates over the panorama of the Valdinievole valley; 49


I pinguini che arrivano dal caldo

Giunti dall’Africa, sembra quasi uno scherzo ma è realtà Testo di Eleonora Angelini* In Sud Africa vive una specie di pinguini a forte rischio d’estinzione, il Pinguino del Capo (Spheniscus demersus), oggi inserita nel programma europeo nato per la tutela delle specie minacciate d’estinzione( EEP- European Endangered Program). Questi programmi sono varati nell’ambito della forte collaborazione esistente tra gli zoo europei che aderiscono all’Assocazione Europea degli Zoo e degli Acquari (EAZA). Un coordinatore lavora incessantemente con l’obiettivo di mantenere una popolazione di animali della specie oggetto del programma al di fuori dell’ambiente d’origine, monitorando la loro salute e gli scambi tra gli zoo per avere soggetti in riproduzione che, ad esempio, non siano imparentati tra di loro. Esistono coordinatori per elefanti, giraffe, scimpanzè, orici d’Arabia e per...i pinguini del Capo. Questa specie è diminuita drasticamente in natura negli ultimi dieci anni a causa dei disastri ambientali causati dalle petroliere e della diminuzione di cibo, sia per il cambio di rotta dei pesci, sia per l’aumento della pesca commerciale nel tratto di mare che lambisce le coste regno dei pinguini. Risultato la classificazione da parte dell’IUCN 50

Foto Archivio Giardino Zoologico

(International Union for Conservation of Nature) nella categoria “in pericolo d’estinzione”, appello a creare gruppi in riproduzione negli zoo e progetti di tutela in natura. Abbiamo deciso di aderire al programma sia preparando una nuova area dedicata alla riproduzione della specie, sia partecipando al progetto SANCCOB, per la tutela dei pinguini in Sud Africa. Dopo mesi di attesa sono arrivati 10 pinguini dallo Zoo di Varsavia ma al posto dei 5 maschi e 5 femmine attese, abbiamo ricevuto 9 maschi e 1 femmina. L’errore è stato frutto del difficile sessaggio di questi uccelli che presentano la stessa livrea in entrambi i sessi; solo l’esame del DNA, estratto da una penna, può farci sapere se un soggetto è maschio o femmina! Fatti tutti gli esami, ci siamo resi conto che le possibilità di avere una colonia in riproduzione erano davvero basse e così abbiamo iniziato la procedura per far arrivare altre femmine, attese per i primi di luglio. Nel frattempo però i pinguini si sono prefettamente adattati al clima pistoiese e la femmina Milady ha sottoposto a duro giudizio tutti i maschi, finché si è innamorata di Athos, un pinguino dal carattere deciso. I giovani inna-

morati hanno colonizzato un nido e deposto il loro primo uovo che si è schiuso il 23 marzo. Nei giorni scorsi il giovane pinguino, ormai grande quanto i genitori, ha fatto il suo debutto in società, presentandosi agli altri pinguini e al pubblico. Per lo zoo è un grande successo che premia la dedizione di tutte le persone che si dedicano alla cura della piccola colonia di pinguini con professionalità e competenza; per la specie Spheniscus demersus un tassello per la salvezza dall’estinzione.

*Responsabile del Dipartimento Didattica del Giardino Zoologico *Head of the Didactics Department of the Zoological gardens


PubbliNATURART

Penguins that arrived from the heat of South Africa It almost seems like a joke, but it’s true in South Africa there is a species of penguin that is at strong risk of extinction, the Cape Penguin (Spheniscus demersus), today inserted in the European program created for the safeguarding of the species threatened by extinction (EEP - European Endangered Program). These programs are launched in the context of the strong collaboration that exists between European zoos that adhere to the European Associatiosn of Zoos and Acquariums (EAZA). A coordinator works hard with the objective to maintain a population of animals of the species that is the subject of the program, and outside of its original context, by monitoring their health and the exchanges between the zoos who have species that are reproducing that, for example, are not compatible with each other. Coordinators for elephants, giraffes, chimpanzees, Oryxs of Africa and for… Cape Penguins. This species has diminished drastically in nature in the last ten years as a result of environmental

disasters caused by petroleum and the diminishing of food, whether for change of rout of fish, or the rise in commercial fishing in the part of the sea that takes part in the coastal territories of the penguins. The result is the classification on the part of the IUCN (International Union for Conservation of Nature) in the category “in danger of extinction,” a plea to create groups in reproduction in the zoo and projects for their protection in nature. We have decided to adhere to the program whether by preparing a new area dedicated to the reproduction of the species, or by participating in the project SANCCOB, for the protection of penguins in Africa. After months of waiting, 10 penguins have arrived from the Zoo of Warsaw, but instead of 5 males and 5 pregnant females, we received 9 males and 1 female. The error was caused by the difficult sexing of these birds in that both sexes have the same organs; only a DNA exam, extracted by a feather, can allow us to know if a subject is male or female! Once all the exams were done, we realized that the possibility of having a collony of reproduction was very low, therefore we began the procedures to have other females arrive around the beginning of July. In the meantime, however, the penguins perfectly adapted to the climate of Pistoia and the female, Milady, harshly judged the males until finally falling in love with Athos, a penguin with a very strong attitude. The young lovers colonized a nest and deposited their first egg that hatched

on March 23rd. In the recent days the young penguin, by now as big as his parents, has made his debut into society, mingling with the other penguins and the public. Fort the zoo it is a great success that rewards the hard work of all the people who dedicate their care to the small colonny of penguins with professionalism and competence; for the species Spheniscus demersus it is a hope for the salvation from extinction.

Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it

www.zoodipistoia.it 51


Protagonisti a tutte le feste di paese

Dorati messaggeri toscani Da Lamporecchio dolci “brigidini”, antico, delizioso trastullo

TESTI Enza Pirrera FOTO Nicolò Begliomini 52


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a fama arriva in modo bizzarro, talvolta. Quella, innegabile, di Lamporecchio, località del pistoiese, nata sulle pendici del Monte Albano, ha il pregio d’essere fra le più dolci e profumate che si possano immaginare. Vi si fan “brigidini” a Lamporecchio, e da tempo immemore. Sono sempre stati direttamente i brigidinai, grandi viaggiatori instancabili, a commercializzarli. Perché...non è da tutti maneggiare, come dev’essere fatto, quelle croccanti e friabilissime tipiche cialdine gialle. Evanescenti delizie che, prima scrocchiano allegre e poi docilissime si sciolgono subito sul palato, rilasciando un delicato aroma, che subito t’invita a ripescarne ancora, e ancora, e ancora. Un sapiente connubio fra zucchero, uova, farina e anice, che in Toscana e dintorni hanno attrat-

to, irresistibilmente, i golosi di ogni fiera, mercato o evento che radunasse gente. Un tempo, solo i brigidinai sapevano come non far sbriciolare il loro lieve prodotto, avvolto da una leggera protezione trasparente. Oggi, è diverso, perché le nuove tecniche di packaging, ormai, consentono spedizioni ovunque. Ma i dolci dorati e quasi trasparenti sono sempre gli stessi, così com’è il carattere accogliente e ciarliero dei lamporecchiesi, perché anticamente, oltre ai loro prodotti, portavano sempre notizie fresche là, dove arrivavano. Sapevano trasferire insieme con i dolci sapori anche i “popolari saperi”. Quasi doveroso utilizzare qui le parole dell’esimio Pellegrino Artusi: “E’ un dolce o, meglio, un trastullo speciale alla Toscana, ove trovasi in tutte le fiere e feste di campagna…”.

Abbiamo voluto per NATURART, conoscere da vicino le molte anime che caratterizzano le “moderne” produzioni di brigidini, sapientemente accompagnati con cortesia da Giuseppe Chiaramonte, sindaco di Lamporecchio. Scoprendo, con compiacimento, che la modernità consiste solo nella consistenza delle strutture aziendali. Cambiano forme e misure e decori, ma non la sostanza. Sia in laboratori artigianali, che si avvalgono ancora dell’utilizzo dei vecchi e preziosi strumenti, sia quando si approfitti, in più modi, delle nuove tecnologie, va precisato che «la ricetta è quella». Potremmo anche darvi per quasi certa la sua origine, ma preferiamo lasciare un onesto dubbio sulla nascita di questa fiorente attività. In prevalenza la ricetta viene attribuita alla creatività delle monache, seguaci di Santa Brigida, dette Brigidine. Un manoscritto, risalente al 1795, però, attesta che, per la festa di Santa Chiara, dal Monastero furono inviati ai frati Cappuccini anche brigidini. L’unione dell’impasto per la preparazione delle ostie a ingredienti dolciari, produsse questi “chicchi”, come si usa dire da queste parti, quando si vuol definire qualche cosa di dolce, ambito, desiderato e che riporta all’infanzia.

In queste pagine: fasi di preparazione dei Brigidini in laboratorio artigianale, con attrezzature tradizionali; On this page: Preparatory phases of the artisan laboratory that makes Brigidini with the traditional instruments. 53


Il Cliente al centro dell’attenzione

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a storia della nostra agenzia SAI Pistoia inizia nel lontano 1934, quando Nicola Toccangini nonno degli attuali contitolari Fabio e Alessandro, rappresentava il marchio della Compagnia torinese, allora specializzata prevalentemente nel settore auto, sul territorio che comprendeva le Province di Pistoia e Lucca. Successivamente l’attività proseguiva con il figlio Tommaso, che dal 1954 sceglieva come sede alcuni uffici nel centro storico della nostra Città, per poi stabilirsi dal 1968 negli attuali locali in zona Stadio. Ampliando l’offerta di prodotti assicurativi che, oltre alla tutela del settore automobilistico, proponeva polizze assicurative per famiglie, attività commerciali, artigianali e industriali, avviava così, pionieristicamente, l’attività assicurativa globale. Oggi, i figli Alessandro e Fabio con l’aiuto dei soci Andrea Sabatini e Marco Baldi, continuano lo sviluppo di questa attività, specializzandosi anche nel settore ortovivaistico e con il supporto di un’ottima squadra formata da collaboratori e impiegati è divenuta un punto di riferimento importante nel mercato assicurativo Pistoiese e non solo. E’ importante sottolineare come l’azione operativa, propria di tutti i componenti di questa storica Agenzia, abbia prodotto il miglior risultato sviluppando il concetto: “ Il Cliente al centro dell’attenzione”. Lo staff completo si pone quindi al servizio dei propri Clienti seguendoli dalla stipula del contratto assicurativo fino all’eventuale liquidazione del sinistro direttamente presso il proprio domicilio. L’alta professionalità e la specifica competenza sono a disposizione di chiunque desideri accedere a questi servizi.

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he history of our Pistoia SAI agency begins as far back as 1934 when Nicola Toccangini, the grandfather of the co-owners today, Fabio and Alessandro, represented the name of the Company from Torino, then specializing primarily in the automobile sector, on the territory that comprised of the provinces of Pistoia and Lucca. The company later continued with Toccangini’s son, Tommaso, who from 1954 chose several offices in the historical centre of our city as the company headquarters, and eventually settling into the current location in the area of the Stadium in 1968. Widening the offer of insurance products that - other than the automobile sector - proposed insurance policies for families, commercial, artisan and industrial companies, and eventually global insurance. Today, the sons Alessandro and Fabio, with the help of associates Andrea Sabatini and Marco Baldi, continue the development of the company, specializing as well in the garden nursery sector. With the support of an excellent team comprised of collaborators and employees, it has become an important point of reference in the insurance market of Pistoia and beyond. It is important to underline how the operative action – along with everyone involved in historical agency - has produced the best result developing the concept: “The client comes first.” The complete staff is at the services of the client from the signing of insurance contracts all the way to the eventual liquidation directly at ones own home. The high professionalism and the specific competence will be made available to whoever chooses to access these services.

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Protagonists in all the town festivities

Golden Tuscan messagers The sweet “Brigidini” from Lamporecchio: an ancient and delicious pastime

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ame arrives in bizarre ways sometimes. Lamporecchio, a locality of Pistoia, born on the hills of Monte Albano, has the prestige of being the birthplace of a certain sweet and anise scented cookie. They’ve been making “Brigidini” cookies in Lamporecchio since the beginning of time. The “Brigidinai,” the great indefatigable travelers commercialized them. It is not something that just anyone can manage to make the way they are supposed to be, those typically crispy and crunchy yellow wafers. Evanescent delights that first break apart happily and then sweetly fall onto the plate, leaving a delicate aroma that immediately invites you to grab another one again, and again, and again. A knowing union between sugar, egg, flour and anise that in Tuscany and its surrounding regions have attracted, irresistibly, the gluttons of every fair, market and event that attracts people. At one time, only the “Brigidinai” knew how to not break their product, protected in a light transparent film. Today, it is different because the new techniques of packaging by now have consented shipments everywhere. But the golden and almost transparent sweets are always the same just like the welcoming and chatty character of the people of Lamporecchio, because at one time, other than their products, they would always take fresh news there that they would disperse once they

arrived. They knew how to blend together the sweet flavors also with the “popular news.” To use the words of the famous 19th century cookbook author, Pellegrino Artusi, “It is a sweet or, better, a special past time of Tuscany, where one can find it in all of the fairs and country parties…” We wanted, for NATURART, to get to know firsthand the many souls who characterize the “modern” production of the Brigidini, and discovered, with pleasure, that modernity consists only in the business structures. They change form and size and decorations, but not the substance. Whether in the artisan laboratories that rely still on the utilization of ancient and precious instruments, or if one takes advantage of the new methods and new technologies, it should be emphasized that “the recipe is the same.” We could also tell you almost for certain of its origin, but we prefer to leave an honest doubt surrounding the birth of this budding activity. At one time the recipe was attributed to the creativity of the nuns, followers of Santa Brigida, called the Brigidine. A manuscript, going back to 1795, however, says that for the festivities of Santa Chiara, that they sent Brigidini to the Capuchin monks from the convent. The union of the dough for the preparation of the communion hosts to the sweet ingredients, produced these “chichi,” as they say around here, for a “little sweet something” when one wants to define something that is sweet and a craving whose satisfaction recalls the tastes of childhood.

In questa pagina: fasi produttive all’interno di aziende con procedimenti meccanici e manuali per la preparazione e l’impacchettamento dei Brigini; On this page: Production phases inside the business with mechanical and manual procedures for the preparation and packaging of Brigidini;

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[UN]altro parco in cittĂ

Flash Mob verde urbano Liberiamo i troppi giardini murati e sconosciuti di Pistoia

TESTI [UN]altro Studio FOTO Fabrizio Sichi

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n giardino accoglie tutti. Uno spazio verde, liberamente godibile, rappresenta uno dei pochi e potenti mezzi di “connessione personale” di cui la nostra collettività ancora dispone gratuitamente. Le funzioni aggreganti e attrattive di un giardino sono riconosciute da chiunque: è un aspetto trasversale, omogeneo rispetto alle classi sociali, alle divisioni sempre più nette della collettività odierna. <Pensare in verde> va ben oltre l’estetica gradevole di uno spazio curato e abbellito da piante e fiori, equivale a contribuire alla socialità, all’eguaglianza sociale possibile nella condivisione e fruizione del bello. Un naturale abbattimento dei muri virtuali dell’egoismo. Dalle basi di questa analisi nasce il progetto di “[UN]altro Studio”, che ha ideato la creazione di “[UN]altro parco in città”. Con un allestimento, quasi flash mob, realizzato e smontato, in un giorno, grazie alla collaborazione di “Giorgio Tesi Group” e dei proprietari dei locali di Piazzetta dell’Ortaggio. E’ stato scelto un luogo centralissimo di Pistoia per l’evento di maggio 2012. L’intento è stato quello di restituire al manto verde la sua funzione sociale, con un trasferimento simbolico del giardino urbano, fuori dai muri che imprigionano spazi verdi. “Pistoia città del verde”, si legge sui grandi cartelli che accolgono chi entra nell’area urbana, mentre si scivola sotto il magnifico orizzonte, ancora così ben leggibile dall’arteria autostradale. Ed è verissimo: per la ben nota e meritata fama delle realtà vivaistiche presenti nella provincia, la città assurge al ruolo di “capitale del vivaismo”. Il verde nascosto nel centro storico perchè non si svela? Forse i pistoiesi, abituati alle vaste distese dei vivai, sottostimano un intrigante aspetto urbanistico, della loro città. Perché la patria di Cino, unica

nel suo genere, è anche detta la “Città dei giardini segreti”, appellativo attribuitole per i numerosi e poco conosciuti angoli di verde. Spazi pubblici, semi-pubblici e privati, ma celati dietro le alte mura medievali del centro. Un prezioso patrimonio urbano che potrebbe, con azioni lungimiranti delle amministrazioni comunali, essere rilanciato per diventare uno dei punti cardine di attrattiva pistoiese. Si dipanano, infatti, piccoli gioielli d’architettura del verde, fra ombrose corti privati, negli orti delle curie e dei monasteri presenti nel tessuto urbano, luoghi invisibili e talvolta inaccessibili a molti. Così con l’iniziativa “[UN]altro parco in città” abbiamo innestato, con un effetto dirompente e fra la quotidianità, il verde in un luogo imprevisto. Le esperienze sensoriali che ogni giardino può offrire, con piante, colori aromi con l’attraversamento, quasi obbligato sul manto erboso, in una

situazione anomala e stimolante per i passanti, ha inteso ricordare a tutti, che: una delle caratteristiche peculiari del tessuto urbano di Pistoia, punteggiata com’è da preziosi intimi spazi verdi, non merita l’oblio. Anche se, da tempo immemore, snaturata e imprigionata questa peculiarità potrebbe “ottenere una grazia”. La grazia d’esser liberata, rivalorizzata e presto, per il bene di tutti.

nelle pagine precedenti - visione aerea dell’evento in piazza degli Ortaggi di Pistoia; nelle pagine 58-59-61 - immagini della manifestazione collaterale agli incontri “Dialoghi sull’Uomo” On the preceding page - areal view of the event in Piazza degli Ortaggi of Pistoia; on pages 58-59-61 - images from different moments of the event “Dialogue on Man.” 58


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[An] other park in the city

A “flash mob” of urban greenery Let’s free the many gardens of Pistoia hidden to the public by old medieval walls. A garden welcomes everyone.

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green space that is freely enjoyable represents one of the few and poignant means of “personal connection” in our society. The aggregating functions and attractions of a garden are known by everyone: it is blind when facing social classes and the divisions that are always more representative of today’s collectivity. “To think in green” goes well beyond the enjoyable aesthetic of a well kept space that is adorned with beauty. It is a natural breakdown of virtual walls. From the base of this social analysis begins the project of “[UN]altro Studio” (=“AN] other Studio”), that came up with the idea for “[UN]altro parco in città” (=”[AN] other park in the city”). In a sudden and spontaneous set up in a “flash mob” of workers that created it and took it down from morning to night all in one day thanks to the collaboration of “Giorgio Tesi Group” and the owners of the businesses in the Piazzetta dell’Ortaggio. The urban garden was chosen for a very central place of Pistoia for the event in May 2012 and called “Un [altro] parco in città” (An [other] park in the city”). Here, the intent was to be to give back to the green space a social function, with a symbolic transportation of an urban garden that breaks out of the walls that imprison green spaces. “Pistoia, city of greenery,” can be read on the large signs that welcome those who enter into the urban area of the territory, while it slips under the magnificent horizon that is still well visible from the highway artery. And it is very true: for the well known and merited fame of the plant nurseries present in the province, the city rises to the role of “capital of the plant nursery sector.” Why, then, don’t we reveal the greenery hidden in the historical centre? Maybe the people of Pistoia, by now accustomed to the vast fields of

the plant nurseries, underestimate the intriguing urban aspect of their city. The hometown of Cino da Pistoia, 14th century poet, unique in its kind, is also called the “City of secret gardens,” an appellative attributed to it for the numerous and little known green spaces. These are public spaces, semi-pubic and private, but hidden behind the high medieval walls of the historical centre. A precious urban patrimony that could, with some foresight of the city administrations, be re-launched in order to become one of the cardinal points of the Pistoiese attractions. Small jewels of architecture of greenery unfold between shady private courts in the botanical gardens of the curia and of the monasteries present in the urban fabric - invisible place and sometimes inaccessible to many. Therefore, with the initiative “[UN]altro parco in città” we have created the disruptive effect of the day to day activity that takes place in that space. It is greenery in an unlikely place. The sensorial experiences that every garden can offer, with plants, colours and scents and stimulating for the passer-by’s, had the purpose of reminding everyone of just that. One of the peculiar characteristics of the urban fabric of Pistoia in its precious, intimate, green spaces does not merit being lost to oblivion. There is a sense of grace here; the grace of being free, redeveloped and fast, for the benefit of everyone.

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Verde pistoiese nel rossonero Milanello Giorgio Tesi Group e A.C. Milan nuovi accordi TESTO Fabio Fondatori

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a stagione 2011-2012 sarà da ricordare per la Giorgio Tesi Group. L’ambizioso progetto di sponsorizzazione sportiva dell’azienda, che ha garantito a Pistoia lo strepitoso campionato di “basket di lega A2”, ha regalato momenti straordinari a tutti e nuovo giovanile entusiasmo per questo elettrizzante sport. Fra gli obiettivi aziendali era in preparazione, da tempo, un accordo particolarmente desiderato, che nel mese di giugno, Giorgio Tesi Group e AC Milan hanno ufficializzato. Sarà, infatti, a cura dell’Giorgio Tesi Group la fornitura del verde, sia del centro sportivo di Milanello, sia per tutte le altre iniziative che la società rossonera crederà necessitino di un “tocco” di natura. Il centro sportivo rossonero è esteso su 160 .000 mq, ed è universalmente conosciuto come fiore all’occhiello dei centri sportivi internazionali, per il mix perfetto fra avanguardia, tradizione e profes-

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sionalità. Poter fornire il verde in uno dei luoghi d’eccellenza del calcio mondiale, quindi, rafforza la posizione di leader nel settore vivaistico della Giorgio Tesi Group, che per l’occasione, era rappresentata dal titolare Fabrizio Tesi, il quale, particolarmente soddisfatto, ha detto: «Questo legame è il raggiungimento di un obiettivo tanto sperato e voluto, che unisce l’orgoglio con mio fratello Tiziano, del duro lavoro alla passione che mi lega ai colori rossoneri fin dalla nascita!» L’incontro s’è svolto a Milano, nella sede del Milan, in via Turati 3, all’interno della Sala dei Trofei, che allinea le lucenti testimonianze dei molti successi nazionali e internazionali, coppe che fanno del Milan il club più titolato al mondo. Qui, il vicepresidente vicario e amministratore delegato, Adriano Galliani, ha accolto con familiarità Fabrizio Tesi, dando ufficialità definitiva all’accordo. Al club rossonero è immediatamente percepibile il senso di accoglienza familiare, espresso da tutti i dirigenti, ai quali siamo particolarmente grati. Forse, è anche questo uno dei «segreti propulsivi» di tante indimenticabili vittorie.


The greenery of Pistoia in Milanello’s Red and Black Giorgio Tesi Group and A.C. Milan’s new agreements

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he 2011-2012 season will be something to remember for the Giorgio Tesi Group. The ambitious project of sports sponsoring of the business, that has guaranteed Pistoia the incredible championship of “basketball of The A2 League,” has provided extraordinary moments to everyone and new young enthusiasm for this energizing sport. Among the business objectives for a long time there has been in the preparation an agreement that has been especially awaited, that in the month of June, the Giorgio Tesi Group and AC Milan officiated. It will be the job of the Tesi plant nursery to provide the greenery whether in the Milanello sports center or for all the other intitiatives that the Red and Black society will believe necessary for a “touch” of nature. The sports center of the Red and Black is extensive and spreads throughout 160,000 square meters, and is universally known as the highlight of the international sports centers, for the perfect mix between avantegarde, tradition and professionalism. To be able to provide the greenery in one of the places of excellence of the world soccer, therefore strengthens the position of leader in the plant nursery sector of the Giorgio Tesi Group, that for the ocassion was represented by the owner Fabrizio Tesi, who, especially satisfied, said:“This link is the obtaining of an objective that we have hoped for for a long time and that unites the pride of hard work with the passion that links me to the colours Red and Black since I was born!” The event took place in Milan, in the site of the Milan team on Via Turati 3, inside the Sala dei Trofei, that includes the testimony of the many national and international successes, cups that make Milan the club with the most titles in the world. Here, the vice-president and delegated administrator, Adriano Galliani, welcomed with familiarity Fabrizio Tesi, giving an official confirmation of the agreement. At the Red and Black club ths sense of familiar welcome is immediately sensed, expressed by all the owners, to whom we are particularly grateful. Maybe this is also one of the ‘secrets’ of the many unforgettable victories.

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Protagonista Cipresso e Olmo

Ricerca ottimi risultati CNR e Giorgio Tesi Group insieme raddoppiano verde sano e garantito

TESTI Carlo Vezzosi FOTO Nicolò Begliomini

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e ci lasciassimo influenzare dai timori dei “fallaci sogni che alle foglie sono sospesi” (dell’immenso olmo, citato da Publio Virgilio Marone) non potremmo annunciare, con soddisfazione, che la Giorgio Tesi Group è pronta per una nuova affascinante avventura. Parte per il nostro team aziendale, sempre a fianco del CNR, una nuova sfida, in cui la parte da protagonista, questa volta, spetta all’olmo. Già il gratificante progetto, per l’ottenimento della difesa del Cipresso (con la coltivazione di cloni resistenti al cancro, brevettati), portato a compimento dopo lunghe ricerche, ha consentito alla Giorgio Tesi Group di condividere un successo con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Ottimi i risultati: i cipressi resistenti e garantiti hanno trovato nuovo gradimento da parte del consumatore. E ora stanno tornando a rinverdire aree storicamente caratterizzate da questa particolare e pregevole pianta. Nuove sinergie impegneranno la Giorgio Tesi Group in un’altra sperimentazione, per ottenere anche il ritorno dell’olmo fra il verde sano e garantito. Nel nostro caso l’Ulmus “Morfeo”, rafforzato oggi, da appropriata selezione e reso inattaccabile dalla grafiosi, (che nell’ultimo secolo fece scempio di queste straordinarie piante), che si svilupperà nelle nursery Tesi, sarà di esclusiva propagazione e vendita dell’azienda nell’area europea. Presto anche gli olmi torneranno a riappropriasi di spazi nei giardini e nei centri abitati, garantendo, oltre alla nota funzione estetica, quella di purificatore d’aria e di emozioni umane. L’olmo nei secoli è stato spesso un soggetto amato da poeti di chiara fama, poi purtroppo si ammalò. Fu inarrestabile la strage dagli inizi del

rita particolare attenzione. E’ perfetta: non odora, non sporca, non ha frutti pesanti e maleodoranti, non produce melata e nemmeno abbondante polline, non esige terreni privilegiati, sopporta bene il sale stradale, ha rami solidi, fa fronde folte in alto, che favoriscono l’arieggiamento sottostante mentre proteggono dai raggi solari. Non a caso i Romani consideravano l’olmo sacro a Morfeo, convinti che favorisse il buon riposo e i sogni.

‘900, dovuta a organismi fungini, agenti causali della grafiosi. Ci furono vere pandemie, che negli anni 30, con l’Ophiotoma ulmi, e, negli anni 70, con O. novo-ulmi contribuirono a modificare radicalmente il paesaggio europeo e nord americano. I vecchi olmi, piante di prima grandezza e eccezionalmente belli, furono via via, inevitabilmente, abbattuti. Peccato perché, dalla preistoria, l’olmo ha avuto un posto d’onore fra il verde voluto e curato dall’uomo. Pianta di modeste esigenze, me-

Nella pagina accanto - studiosi del CNR e addetti della Giorgio Tesi Group fra filari di cipressi varieta “Bolgheri”; in alto - Olmi varietà Ulmus “Morfeo”; a sinistra e destra - fasi di produzione delle nuove varietà di cipresso On the previous page - researchers of the CNR and employees of the Giorgio Tesi Group among the rows of “Bolgheri” Cypress trees. Above - Elms of the variety Ulmus ‘Morfeo’; to the left and above - production phases of the new varieties of Cypress trees.

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Poesia di una terra


A sinistra - Le nuove colture del vivaio di Quarrata (PT) dove verranno sperimentate le nuove varietà di cipresso. To the left - The new crop of nursery Quarrata (PT) where they will experiment with new varieties of cypress.

Convegno Cipresso e Olmo Varietà commerciali: ricerca e prospettive

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The Cypress and Elm trees as protagonists

Obtaining excellent results CNR and Giorgio Tesi Group working together to double and guarantee healthy greenery

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f we were to let ourselves be influenced by fear of the gods: “fallacious dreams that are suspended on the leaves” (of the immense Elm tree, cited by Publio Virgilio Marone) we would not be able to announce, with satisfaction, that the Giorgio Tesi Group is ready for a new and fascinating adventure. A new challenge is underway for our business team that is always united with the CNR; it is a challenge where the protagonist this time is the Elm tree. The gratifying project, for the obtaining of the defence of the Cypress (with the cultivation of clones that are resistant to cancer and patented), brought to completion after lengthy research, has allowed our plant nursery business to share a success with the National Centre of Research. The results are excellent: the cypresses that are resistant and guaranteed found new appreciation on the part of the consumer. Now they are returning to make the historical areas of this particular and coveted plant green again. New synergies will involve the Giorgio Tesi Group in an experimentation in order to also obtain the

return of the Elm among the healthy and guaranteed greenery. In our case the Ulmus “Morfeo,” that was today strengthened by an appropriate selection and rendered unacceptable by the “grafiosi” disease (which, in the last century, massacred this extraordinary plant) will develop in the Tesi nursery and will be the exclusive propagation and sale of the business in the European area. Furthermore, the Elms will soon return to re-appropriate the spaces in the gardens and in the inhabited centres, guaranteeing - beyond the noted aesthetic function - the purification of the air as well as human emotions. The Elm over the centuries was often a subject coveted by the famed poets, and unfortunately it became ill. The massacre of the plant at the beginning of the 1900’s was unstoppable and caused by a fungal organism, agents causing the “grafiosi.” There were real pandemics that in the 1930’s, with the Ophiotoma ulmi, and in the 1970’s, with O. novo-ulmi contributed in radically modified the European and North American landscape. The old Elms, plants of prime size and exceptional beauty, were gradually – and inevitably - torn down. It is unfortunate because since pre-history, the Elm held a place of honour among the greenery that was cultivated by man. A plant of modest needs, it merits particular attention. It is perfect: it has no smell, it is not dirty, it does not have heavy and bad smelling fruits, it does not produce nectar or pollen, it does not need privileged terrain, it tolerates well the salt of the roads, it has solid branches, it has an abundant foliage high up that favours the underlying aeration while it provides protection from the solar rays. It is not by coincidence that the Romans considered the Elm as sacred to Morfeo, convinced that it would favour a good night’s sleep and dreams.

a collaborazione Giorgio Tesi Group – Istituto di Protezione delle Piante del CNR è stata al centro di un convegno organizzato nella filiale di Piadena (CR), con la partecipazione di tecnici ed esperti del verde in ambiente urbano. Sono state presentate le novità nelle ricerche su Olmo e Cipresso. Il legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, Fabrizio Tesi, e i ricercatori del CNR, Roberto Danti (cipresso) e Alberto Santini (olmo), hanno esposto le peculiarità della ricerca per la selezione e coltivazione di cloni resistenti. Nell’occasione dell’incontro è stato presentato anche il nuovo impegno nella ricerca della Giorgio Tesi Group – per la selezione di genotipi di cipresso a basso potere allergenico.

Cypress and Elm Convention Commercial variety: research and perspective

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he collaboration of the Giorgio Tesi Group – the Institute of Protection of Plants of the CNR was at the centre of an organized convention in the subsidiary of Piadena, with the participation of technicians and experts of the greenery in an urban setting. New research on the Elm and Cypress was presented. The representative of the Giorgio Tesi Group, Fabrizio Tesi, and the researchers of the CNR, Roberto Danti (cypress) and Alberto Santini (Elm), revealed the peculiarity of the research for the selection and cultivation of the resistant clones. On the occasion of the encounter the new commitment of resistant clones and the new commitment of research of the Giorgio Tesi Group were presented for the selection of genotypes of cypresses of low level allergens.

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Il teatro terapeutico a Grosseto e l’Emilia nel cuore Aiuto da verde, basket, animazione e ospitalità

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er dare un sorriso… Noi per l’Emilia” il 2 e 3 luglio 2012 ci siamo ritrovati in tantissimi in piazza Duomo a Pistoia con lo scopo di raccogliere fondi, utilizzabili per la ricostruzione nelle zone colpite dal sisma che, purtroppo, ha devastato intere aree della regione. La Fondazione Giorgio Tesi onlus ha contribuito all’allestimento, in ambiente inconsueto, la piazza centrale della città, per organizzare vere gare di Basket, dove squadre rappresentative dei rioni, in una vera e propria disputa a fil di canestro, si contendevano la conquista del “Palio” fra Leon D’oro, Cervo Bianco, Drago e Grifone. Anche le squadre giovanili di basket pistoiesi hanno sfidato l’Emilia Team, in arrivo dal comune di Cento (FE). L’accoglienza, particolarmente festosa, è stata per gli aspiranti giovani atleti emiliani e le loro famiglie un momento di distrazione e svago, mentre ai toscani ha dato la possibilità di dimostrare il <radicato forte affetto> che unisce le nostre regioni. Ospiti graditissimi e “coccolati”, nelle case pistoiesi e dall’azienda Tesi, hanno potuto vivere anche da turisti privilegiati il tempo di permanenza. Fondazione Giorgio Tesi onlus, era presente anche al “Pieve for Emilia day”, l’evento organizzato il giorno 20 giugno 2012, a Pieve a Nievole (PT) per la raccolta di fondi necessari alla ricostruzione delle Scuole nel Comune di Camposanto (Modena). In quell’occasione le piante, donate dalla Fondazione Tesi, sorteggiate al “Gioco della Ruota” hanno dato impulso al successo della manifestazione.

The therapeutic theatre of grosseto and emilia romagna in our hearts Help through greenery, basketball, animations and hospitality

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o give a smile...We stand with Emilia” July 2nd and 3rd 2012 numerous people gathered in the Duomo Square of Pistoia with the scope of collecting funds to help with the reconstruction in areas hit by the earthquake that, unfortunately, have devastated entire areas of the region. The Giorgio Tesi onlus Foundation contributed in setting up the central square of the city in order to organize a basketball match where teams representing the city districts competed with the goal of winning the “Palio” between the Golden Lion, the White Dear, the Dragon and the Griffon. Even the youth basketball of Pistoia participated in the Emilia Team which arrived from Cento (FE). The especially festive atmosphere was for the aspiring young athletes of Emilia and their families a moment of distraction and entertainment, while the Tuscans gave the possibility of demonstrating their affection that unites our regions. The guests were given special care and attention in the Pisoia houses of the Tesi Group and they were able to live like priveledged tourists for their stay. The Giorgio Tesi onlus Foundation was presnt also at the “Pieve for Emilia day”, the event organized on June 20th 2012 in Pieve for the collection of funds necessary for the reconstruction of the Schools in the Comune of Camposanto in Modena. On that occasion the plants, donated by the Tesi Foundation participated in the “Gioco della Ruota” gaveIn quell’occasione le piante, donate dalla Fondazione Tesi, highlited the event.

L’allegria di tutti per le comari

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n progetto di teatro terapia, durato un anno, per l’aiuto di giovani con disabilità, ha ricevuto il sostegno della Fondazione Giorgio Tesi onlus. L’Associazione di volontariato “Aurora” onlus di Grosseto, ha infatti potuto far seguire ai suoi assistiti, un percorso formativo e salutare che con l’allestimento dello spettacolo “Le allegre comari” ha ottenuto risultati sorprendenti. Grande passione e interesse, vissuti con impegno, fra musica, parole, movimento, preparazione di scenari e costumi (da parte di tutti), ha consentito il successo dello spettacolo, presentato a fine corso, al Teatro degli Industri di Grosseto. Il lungo lavoro fatto ha anche avuto modo di infondere gioia e acquisizione di nuova personale sicurezza, in chi, di solito, fatica nell’esprimere liberamente se stesso. Abbiamo partecipato a un evento, in una serata stupenda, costruita soprattutto per “gli attori”, ma molto coinvolgente per genitori emozionati, insegnanti, volontari e pubblico.

Happiness for all the friends

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project of theatre therapy that lasted one year in order to help the youth with disabilites has received the support of the Giorgio Tesi onlus Foundation. The Association of volunteers, “Aurora onlus of Grosseto” was able to have their participants receive an educational and health itinerary that, with the set up of the performance “The happy friends” received surprising success. Great passion and interest between music, words, movement and the preparation of scenarios and costumes allowed the success of the performance of the Teatro degli Industri of Grosseto. The hard work also infused a sense of joy and the acquisition of new security of self in those who normally would have a hard time freely expressing themselves. We participated in the event in a wonderful evening that was created mostly for the “actors,” but was very emotional for parents, teachers, volunteers and the public as well. 69


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Inaugurata nel 1898

Sui binari del tempo Viaggio con applausi in funicolare a Montecatini Alto

TESTI Emanuel Carfora FOTO Fabrizio Antonelli

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opo aver percorso il tragitto della funicolare, arrivati alla stazione posta in altura, i turisti giapponesi fanno un applauso al panorama della Valdinievole e all’esperienza di viaggio appena vissuta: qui capita anche di assistere a momenti come questo». A raccontarlo è il proprietario dell’impianto, Lido Cardelli, ardito imprenditore che da tre decenni mantiene in vita le due vetture rosse che, idealmente, dalla fine dell’800, uniscono la città di Montecatini con il suo castello. Oggi, questi antichi vagoni trasportano turisti da tutto il mondo: «Il 90% dei visitatori – spiega Lido Cardelli – sono stranieri, recentemente vediamo arrivare anche norvegesi, russi, cinesi, giapponesi, americani, australiani». La funicolare vanta numeri considerevoli: «Negli ultimi anni – continua Cardelli – abbiamo registrato una media di circa 40 mila passeggeri, quindi mi ritengo orgoglioso dei risultati raggiunti perché ripagano il lavoro di una vita». Aperta con chiare finalità turistiche, la funicolare fu inaugurata nella primavera del 1898, quando gli stabilimenti termali di Montecatini attraevano migliaia di curanti nella emergente “città delle acque” toscana. Fin dagli inizi del Novecento, quindi, la funicolare aveva avuto il merito di creare un corridoio privilegiato, attraverso il quale offrire ai numerosi visitatori la possibilità di respirare aria fresca nel castello, diventato ambita stazione climatica dove trascorrere parte del soggiorno. Questo inedito afflusso investì anche le famiglie umili del borgo, creando un fenomeno molto curioso: i fanciulli più poveri – per racimolare qualche moneta – attendevano gli arrivi nei pressi della stazione per raccontare la Storia di Montecatini, una filastrocca frenetica dove fatti, date, personaggi e curiosità erano raccontati tutto d’un fiato, creando così un’atmosfera meravigliosa. La realizzazione della linea, tuttavia, modificava per sempre il paesaggio della quotidianità. Le stazioni poste a ‘monte’ e a ‘valle’, le rotaie e le veloci vetture introducevano elementi di modernità nell’ambiente agricolo ottocentesco, cambiavano la percezione del tempo e dello spazio nella risalita verso il borgo medievale, il quale si confermava ancor di più simbolo dell’antichità. Originariamente identificate solo con i numeri 1 e 2, oggi queste vetture sono conosciute con i nomi Gigio e Gigia e rappresentano quel moderno ed efficace strumento di un’antica strategia di accoglienza. Il viaggio in funicolare – parallelo alla strada per il castello scandita dalle stazioni della Via Crucis – permette di entrare in una fotografia panoramica unica: i passeggeri seduti sulle vecchie panche di legno, oppure in piedi sul balconcino esterno in attesa che le vetture, una in salita e l’altra in discesa, come nell’Ottocento, si sfiorino allo scambio di metà tragitto.


Since 1898

On the tracks of time A trip on the funicular in Montecatini Alto

A

fter having spent the trip on the funicular, arriving at the station up high, the Japanese tourists make a round of applause at the panorama of the Valdinievole valley, and at the experience of the trip they just took: here it happens that one experiences moments like this.” These are the words of its owner, Lido Cardelli, a daring entrepreneur who for three decades maintains the two red cars that from the end of the 1800’s have united the city of Montecatini with its castle. Today these ancient wagons transport tourists from all over the world: “90% of the visitors – explains Cardelli – are foreign with the most recent visitors being Norwegian, Russian, Chinese, Japanese, American and Australian.” The funicular has considerable numbers: “In the recent years – continues Cardelli – we have registered an average of around 40,000 passen-

gers; therefore, I am proud of the results that I’ve reached because they pay off the work of a lifetime.” Open with clear touristic motives, the funicular was inaugurated in the spring of 1898, when the spa establishments of Montecatini would attract thousands of people who came to bask in the prestigious ville d’eaux of Tuscany. Since the beginning of the 20th century, therefore, the funicular had the merit of creating a privileged touristic corridor, through which numerous tourists would be offered the possibility of breathing fresh air in the castle, becoming a coveted place where one could spend a part of his or her trip. This influx of tourists invested also the humble families of the village, creating a phenomenon that is very intriguing: the poorest children, in order to make some money, would wait for their arrival near the station so that they could tell the “History of Montecatini,” a frenetic rhyme where facts, dates and curiosities were told all in one breath, creating a marvelous atmosphere. The creation of the line, however, altered the daily landscape forever. The stations placed on the ‘mountain’ and the ‘valley,’ the rails and the fast cars introduced elements of modernity in the agricultural environment of the 19th century, changing the perception of time and space in the trip up towards the medieval village, even today

still a symbol of times past. Originally identified only with numbers 1 and 2, today these cars are known by the names “Gigio” and “Gigia” and represent that modern and efficient instrument of a traditional strategy of welcoming. The trip in the funicular – parallel to the road for the castle marked from the station of the Via Crucis – allows one to enter into a unique photographic panorama: the passengers seated on the old wood benches, or on foot on the external balcony waiting for the cars while one goes up and the other goes down, and they meet each other at midway on the journey just as they did in the 19th century.

pagine precedenti: funicolare in movimento verso Montecatini Alto; a sinistra: in alto stazione d’arrivo, in basso i propietari Cardelli padre e figlio; in alto: salita con turisti della carrozza detta “Gigio” Preceding page: Funicular headed towards Montecatini Alto; to the left: above, the station of arrival, below, the owners Cardelli, father and son; above: the car called “Gigio” taking tourists up. 73


G

ENOTECA GIOVANNI

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Intervista a Giuseppe Bellandi sindaco di Montecatini Terme

Nuova immagine della città

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ontecatini Terme negli ultimi anni sta andando incontro a un articolato processo di rinnovamento: rileggere il concetto di ville d’eaux e il modo di vivere gli spazi urbani attorno agli stabilimenti di cura. In questo rilancio turistico le architetture termali, le antiche infrastrutture, come la funicolare, e le virtù naturali del territorio, dovranno dialogare con la modernità dei grandi eventi mediatici ospitati in città. E, soprattutto, sarà necessario rispondere a una richiesta turistica variegata e molto diversa dal passato. La città termale, insomma, cerca di proporre una nuova immagine di sé.

La funicolare come prezioso ‘veicolo’ turistico? La funicolare è una delle eccellenze di Montecatini, legata, questa sì, al passato, ma anche con un grande futuro nell’ottica del trasporto locale, quindi non solo per un utilizzo ricreativo: la città le deve essere grata. Il borgo storico rappresenta un’offerta turistica e culturale fondamentale per la nostra città, appetibile non solo per le terme. Come guardare al passato e pensare al futuro? Dal passato da cui veniamo abbiamo sempre da imparare, ma senza rimpianti, senza nostalgie: da lì veniamo, ma non vi torneremo. Il mondo è cambiato: l’esempio più clamoroso è la mole d’informazioni cui siamo sottoposti e che ci costringe a ripensare tutti i vecchi modelli, con i limiti del cervello umano che rischia una overdose pericolosissima e, come conseguenza, uno stato confusionale diffuso. E.C.

Interview of the mayor, Giuseppe Bellandi

A new image of the spa city

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ontecatini Terme in the last years is facing an elaborate process of renewal: a re-fashioning of the concept of ville d’eaux and the way of living the urban spaces surrounding the spa establishments. In this touristic revival the spa architecture, the ancient infrastructures, just like the funicular, and the natural virtues of the territory, will have to enter into dialogue with the modernity of the great media events that are hosted in the city. And, most of all, it will be necessary to respond to the diverse tourism requests that are now very different from the past. The spa city, in other words, is trying to develop a new image for itself. The funicular as a precious touristic vehicle? The funicular is one of the exceptions of Montecatini being that it is linked to the past, but it also offers a great future in the realm of local transportation, therefore not only useful for recreational use. The city should be grateful for it. The historical village represents a touristic offering that is fundamental for our city, which is desirable not only for the spas. How can you look back to the past and still envision the future? From our past we always have something to learn, but without regrets or nostalgia: we come from it, but we would not go back to it. The world has changed: the most striking example is the mass of information that we are exposed to and that forces us to think about all of the old models with the limits of the human brain that risks a dangerous overdose and, as a consequence, a widespread state of confusion. 75


Ex stabilimento SMI

Rifugio di Guerra Museo da visitare A Campotizzoro, il tunnel scavato nella roccia, a 22 metri di profonditĂ , doveva proteggere migliaia di operai e abitanti della cittĂ -fabbrica da attacchi aerei. I locali si presentano del tutto immutati

TESTI Giulia Gonfiantini FOTO Carpe Diem - Abetonesport

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È

un percorso sotterraneo impressionante quello che si snoda per due chilometri sotto lo stabilimento della ex Smi di Campotizzoro. Qui negli anni Trenta fu realizzato, grazie ad un imponente progetto di architettura militare voluto dagli Orlando, un complesso sistema di gallerie antiaeree per proteggere la popolazione della cittadina industriale da bombardamenti e attacchi chimici. Oggi, finalmente, il sito è tornato accessibile al pubblico grazie allo sforzo dell’Istituto di ricerche storiche e archeologiche di Pistoia: inaugurato il 12 maggio, il museo della ex Smi ha contato un migliaio di presenze in neppure venti giorni. «I rifugi – spiega l’architetto e referente Irsa Gianluca Iori – sono stati scavati nella roccia viva a ventidue metri di profondità per mettere al riparo la forza lavoro dello stabilimento e dunque tutti gli abitanti di Campotizzoro. Quest’ultima era, infatti, una città-fabbrica, nata quasi dalla mattina alla sera grazie alla presenza, dal 1911, della Smi, industria leader nella produzione di munizioni, allora guidata da Luigi Orlando e oggi confluita nella Kme». Al museo si accede da quella che un tempo era la palazzina della presidenza: qui ha sede un percorso espositivo che ricostruisce un secolo di storia del luogo. Molti i reperti acquistati da Irsa e provenienti dalla collezione della Kme: dalle macchine per assemblare i pezzi per le cartucce, risalenti ai primi del Novecento e ancora funzionanti, a calcolatrici, cimeli e arredi originali. Le sale tematiche permettono, poi, di scoprire quali fasi del processo di produzione erano riservate alle donne, e quali siano stati i brevetti originali nati qui. «La fabbrica – continua Iori - era in tutto e per tutto autarchica: vi si producevano stoviglie per la mensa,

Pagine precedenti: ingresso al museo SMI e accesso al rifugio; in alto: antichi macchinari dell’industria sopra: Salvatore Orlando fondatore dell’azienda a desta: immagine storica delle officine. Preceding pages: entrance to the museum SMI and access to the refuge; above: ancient instruments of the industry above: Salvatore Orlando, founder of the company to the right: historical image of the factories.

arredi per le case dei dipendenti, vi erano asili e scuole professionali che hanno diplomato il fior fiore degli operai specializzati. Ha dato lavoro per decenni a un indotto enorme». Oltrepassando nuovamente la biglietteria e il bookshop, che presto saranno affiancati da una caffetteria, si può accedere a una delle nove cupole di cemento armato che conducono ai tunnel sotterranei. «Gli accessi ai rifugi – precisa Iori – erano stati studiati a forma di ogiva al fine di deviare i colpi; la struttura esterna era in grado di proteggere anche dagli attacchi chimici». Dopo un centinaio di scalini, e mentre la temperatura

scende a poco a poco fino a raggiungere i dieci gradi, si arriva alle gallerie: tutto era stato studiato nei minimi dettagli per contenere seimila persone. I locali si presentano ancora immutati: le infermerie con i posti letto, la cappella religiosa, le cucine, i bagni, le docce per la decontaminazione e, alle pareti, un gran numero di panche su cui gli operai si sedevano aspettando il cessato allarme. Un percorso emozionante, dove sono visibili maschere antigas, ricetrasmittenti e materiali bellici di vario genere, oltre a cartelli di divieto, che suggeriscono di non camminare o di non fumare per non consumare ossigeno inutilmente.


in basso: particolari dei sotterranei del tunnel rifugio capace di accogliere 6.000 persone e il presidente IRSA Gianluca Iori circondato dai suoi collaboratori. Below: Detail of the subterranean areas of the tunnel refuge capable of holding 6,000 people and the President of the IRSA, Gianluca Iori surrounded by his collaborators.

Ex SMI factory

War shelters A museum worth visiting In Campotizzoro the tunnel built inside the rock at 22 meters of depth was to protect the thousands of workers and citizens of the city-factory from air strikes. It is a world that seems unchanged by time.

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t is a striking underground itinerary the one that curves around for two kilometers under the headquarters of the ex Smi Campotizzoro. It was built here in the 1930’s thanks to the imposing military architectural project commissioned by Orlando, a complex system of anti-airplane galleries built to protect the population of the industrial city from bombardments and chemical attacks. Today, finally, the site has become accessible to the public thanks to the efforts of the Institute for historical and archeological research of Pistoia: inaugurated May 12th, the museum of the ex Smi receives a thousand visitors in not evens twenty days. “The shelters – explains the architect and reference contact, Irsa Gianluca Iori – were built into the live rock twenty meters of depth in order to protect the work of the factory and therefore of all the inhabitants of Campotizzoro. This latter was, in fact, a city-factory created practically from the morning to evening thanks to the presence, from 1911, of the Smi, industry leader in the production of ammunition that was then headed by Luigi Orlando, and today has merged into the Kme.” At the museum one enters from what was at one time a home of the president: here it is the headquarters of an explosive itine-

rary that reconstructs a century of history of the place. Many of the finds have been acquired by Irsa and originating in the collection of the Kme: from machines for assembling different piece for the cartridges that go back to the beginning of the 20th century and still function, to calculators, memorabilia and original furnishings. The thematic rooms allow us to discover which phases of the process of production were reserved for women, and which ones were the original patents that began here. “The factory – continues Iori – was in everything and for everything autarchic: they produced dishwashers for the cafeteria, furnishings for the houses of the employees, there were pre-schools and professional schools that would train the specialized workers. It provided work for decades while responding to an enormous consumption.” Passing by the ticket office and the bookshop that soon will have a cafeteria next to them, one can enter into one of the nine armed cement domes that lead to the subterranean tunnels. “The access to the shelters – explains Iori – had been created in the oval form in order to divert the strikes; the external structure was able to also protect from the chemical attacks.” After around one hundred steps, and while the temperature descends gradually to ten degrees, you arrive in the galleries: everything was studied in the minimum detail in order to contain six thousand people. The locals present themselves still more unaltered: the nurses with the beds, the religious chapel, the kitchens, the bathrooms, the showers for the decontamination and, on the walls, a large number of benches on which the workers would sit while waiting for the “all-clear.” An emotional itinerary, where the gas masks are still visible, as well as transceivers and war materials of various types, and not to mention the warning signs that inform us not to walk or smoke in order to not waste oxygen.

Museo e rifugi S.M.I. Campotizzoro – San Marcello Pistoiese (Pt) Via Luigi Orlando, 325 Campotizzoro (Pt) Tel./Fax. +39.0573.65724 rifugismi@irsapt.it 79


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Arte centenaria

E se suona la campana? Grazie alle nostre fonderie d’arte Secoli di storia onorati, anche, con la fusione di opere dei piÚ grandi scultori italiani e stranieri

TESTI Chiara Cavalli FOTO Fabrizio Antonelli 81


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a lavorazione dei metalli nel territorio pistoiese è un’attività artigianale raffinata e di antichissima tradizione, fusa con le più alte espressioni artistiche, che ha dato vita a numerose fonderie specializzate. Tutto ebbe inizio nel XVI secolo grazie alle numerose ferriere granducali della Magona, dislocate sulle colline e sulle montagne intorno la città. Dal XIX secolo, però, alcune piccole officine si trasferirono nel centro cittadino. A partire dal 1836 la famiglia Pacini acquistò la filiera di Capostrada per installarvi una ferriera, a seguire si ricorda la fonderia Perseo Rafanelli, specializzata nella produzione di campane. Il settore ebbe un notevole sviluppo solo dopo, con l’Unità di Italia, in particolare negli anni Sessanta del XIX secolo, in cui erano attive le officine Benvenuti e Michelucci per il ferro battuto, Lorenzetti e Pacini per la fusione in ghisa, Bresci e Marradi & Benti noti per la fusione del bronzo; infine lo stesso Rafanelli, già citato, per la produzione campanaria. Nel 1878 si aggiunse anche la “Carradori Rosati e C.” specializzata nella fusione artistica del bronzo, quest’ultima, grazie agli aiuti economici del nobile Segna Conversini, aprì una fonderia artistica nei locali dell’ex convento di San Francesco. Proprio qui, iniziò a lavorare Pietro Lippi, che, successivamente, intorno al 1886, divenne capo officina della “Conversini e C”:si specializzò nelle fusioni artistiche e a fine secolo divenne uno dei principali poli produttivi del settore.

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Nel 1934 nella provincia di Pistoia si contavano 10 fonderie in ghisa, 17 in bronzo, di cui 5 artistiche, 3 di piatti musicali e 1 di campane e campanelli. Merita di essere ricordata, anche, la fonderia d’arte di Renzo Michelucci, che, per oltre 50 anni, assieme alla Lippi, è stata la principale espressione della capacità artigianale pistoiese nel settore della fusione artistica.

nelle pagine precedenti: fase lavorativa colata di una fusione; in alto: ritocco delle cere per la fusione; in basso: operai a lavoro nella fonderia On the preceding pages: working phase of the fusion; above: retouching of the wax for the fusion; below: workers at work in the foundery.


Centinary art

And when the bell rings? Thanks to our artistic metal works Centuries of distinguished history with the fusion of works of the great Italian and international sculptors

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etal work in the Pistoiese territory is a refined artisan activity and an age old tradition, fused with the highest artistic expressions, giving life to numerous specialized metal

works. It all began in the 16th century thanks to the numerous Grand Duchy iron works of the Magona, spread all over the mountains around the city. Since the 19th century, however, several small workshops moved to the city center. From 1836 the Pacini family acquired the chain of Capostrada in order to install an iron works, following which was the metal works of Perseo Rafanelli, who specialized in the production of bells. The sector had a notable development only later with the Unification of Italy, and particularly in the 1860’s, when the workshops of Benvenuti and Michelucci producing wrought iron were active; Lorenzetti and Pacini for the fusion of cast iron; Bresci and Marradi & Benti famous for fusion in bronze; and finally Rafanelli who has already been mentioned, for the production of bells. In 1878 the “Carradori Rosati and C.” were to enter the sector specializing in artistic fusion in bronze, and thanks to the economic help of the nobleman, Segna Conversini, opened an artistic metal works in the space of the ex-convent of San Francesco. It is precisely here where Pietro Lippi began to work and who, soon after, around 1886, became the head of the workshop of “Conversini and C”: he specialized in artistic fusions, and who at the end of the century became one of the principal productive branches of the sector. Arriving in 1934, in the province of Pistoia 10 metal works in cast iron were to be accounted for, 17 in bronze - of which 5 were artistic - 3 of musical plates and 1 of bells and clocks. It is also worth remembering the metal works of Renzo Michelucci, who, along with Lippi, represented the principle expression of the Pistoiese artisan capacity in the sector of artistic fusion.

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nella pagina: visone del laboratorio in attività. On this page: view of the laboratory while at work.

Salvadori mantiene la tradizione

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ggi la tradizione pistoiese della fusione a cera persa è conservata e rinnovata dalla ditta Salvadori Arte, unica superstite fonderia artistica pistoiese, che con la sua alta professionalità tecnologica raggiunta nella fusione e negli investimenti innovativi la rendono l’unico punto di riferimento per realizzare installazioni monumentali sia italiane, sia internazionali. «Rilevammo nel 1963 l’antica fonderia di Fedele Guastini e da allora abbiamo collaborato e lavoriamo per artisti del calibro di Luigi Ontani, Pericle Fazzini, Claudio Parmiggiani, Iorio Vivarelli, Daniel Spoerri, Steven Cox, Ilya Kabakov, Fernando Botero, Leonid Sokov, Grisha Bruskin, ma la lista è troppo lunga per poterli elencare tutti. Vengono qui a lavorare e a controllare il risultato delle loro creazioni assieme a noi, soggiornando per settimane. Ci portano i modelli in materiale povero e poi noi realizziamo la copia in bronzo o d’oro, d’argento, in alluminio, in ferro o addirittura in legno e in plastica, come desiderano». Sorride Enrico Salvadori, proprietario della omonima fonderia, che assieme alla moglie Teresa e ai figli titolari Giacomo e Gianluca mandano avanti l’azienda, con altri quattro dipendenti. La Salvadori Arte restaura sia opere classiche sia d’arte sacra e alcune delle loro fusioni sono esposte nei più importanti musei internazionali e nelle collezioni del mondo o dislocate negli spazi pubblici più importanti d’Italia e all’estero. All’ordine del giorno sono i contatti con il Ministero per i Beni Culturali e con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze. «Con loro abbiamo realizzato la copia della scultura di Donatello “Giuditta e Oloferne” di Piazza della Signoria a Firenze. Nonostante la vicinanza dell’Opificio e della Versilia, senza tralasciare la crisi che ci ha investito, in particolare tra il 2009-2010, Pistoia mantiene alta la tradizione, grazie alla nostra fonderia e interveniamo per le emergenze ovunque siano - commenta Enrico Salvadori - Ci piacerebbe coinvolgere la stessa città per realizzare arredi di spessore per Pistoia. Siamo disponibili a realizzare grandi cose con grandi artisti. Intanto visitateci su www.salvadoriarte.it».

Salvadori maintains tradition

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oday the Pistoiese tradition of the lost wax tradition is conserved by the business, Salvadori Arte, the only surviving artistic metal works of Pistoia, who, with its high level of technical professionalism in the method of lost wax and in innovative investments make it the only reference point for creating monumental installations whether they are Italian or international. “We opened the old metal works of Fedele Guastini in 1963 and since then we work for artists of the caliber of Luigi Ontani, Pericle Fazzini, Claudio Parmiggiani, Iorio Vivarelli, Daniel Spoerri, Steven Cox, Ilya Kabakov, Fernando Botero, Leonid Sokov, Grisha Bruskin, but the list is too long to be able to mention everyone. They come here to work and oversee the result of their creations along with us while staying for several weeks at a time. They bring us the models in ‘poor’ material

and then we create the copy in bronze or gold, silver, aluminum, iron or even in wood and plastic, however they would like it.” Enrico Salvadori smiles; he is the owner of the metal works, along with his wife, Teresa, and their sons, Giacomo and Gianluca, who run the business with four other employees. Salvadori Arte restores classical works whether they are sacred art and several of their fusions are exposed in the most prestigious museums in the world and in art collections throughout the world, just as the fusions, spread among the most important public spaces of Italy and abroad, even as far as Japan. The orders of the day are with the Culture Minister and with the Opificio of Pietre Dure of Florence. “We created the copy of Donatello’s statue, ‘Judith and Holoferness’ in Piazza della Signoria in Florence with them. Even with the closeness of the Opificio to the Versilia coast, the crisis hit us, particularly between 2009 and 2012; Pistoia still, however, maintains a high level of tradition thanks to our metal works, and we intervene for emergencies wherever necessary’’– comments Enrico Salvadori. We would like to include the city in creating important home furnishings for Pistoia. We strive to create great things with great artists. Visit us at: www.salvadoriarte.it.” 85


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Sentieri Acustici

La Montagna è musica Armonie, ballo, folklore valorizzano il fascino delle vallate

TESTI Chiara Innocenti FOTO Archivio Fotografico Provincia di Pistoia

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al 22 al 25 agosto torna sulla montagna pistoiese Sentieri Acustici, la manifestazione organizzata dalla Provincia di Pistoia, con il determinante contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e della Regione Toscana. L’apertura è affidata a Irene Grandi, intervistata da Massimo Cirri, goliardico e irriverente conduttore della trasmissione radiofonica Caterpillar. Seguirà la consueta incursione in ritmi provenienti da altri Paesi, grazie all’esibizione di David Munnelly, musicista irlandese fortemente voluto dal direttore artistico del Festival, l’eclettico Riccardo Tesi, da sempre interessato alla contaminazione fra ritmi e musiche di luoghi diversi.

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Toccherà alla seconda serata con la Alfio Antico Band e Ginevra Di Marco, proporre musiche più legate alle radici locali. Una sorta di anticipazione della serata successiva, che vedrà il “compleanno” di Banditaliana, il gruppo con cui da venti anni Riccardo Tesi, assieme a Maurizio Geri, Claudio Carboni e Gigi Biolcati portano la tradizione musicale toscana in giro per il mondo e per l’Italia. Saranno presenti tanti amici, fra cui Elena Ledda, Ettore Bonafè, Stefano Melone, e il prof. Carlone Jr della Banda Osiris. Un crescendo di musica di qualità che terminerà, nella serata conclusiva, con l’esibizione di Nick Becattini e Sergio Montaleni, due icone del panorama artistico pistoiese. A seguire, sotto la competente guida del giovane musicista Simone Bottasso, si esibiranno i partecipanti agli stages musicali che fanno da cornice al Festival, e che, nella formazione Sentieri Acustici Orchestra, presenteranno la produzione originale ispirata alla musica tradizionale toscana. Un binomio ormai inscindibile, quello fra la montagna e il suo Festival, che come ogni anno sarà preceduto dagli Itinerari Musicali, sei concerti che si terranno fra il 29 luglio e il 19 agosto, con spettacoli spesso realizzati con strumenti acustici in location quasi incontaminate. Particolarmente interessante, sarà il viaggio con l’asina – che poi è l’icona del Festival Sentieri Acustici – previsto per il 5 agosto, e si concluderà con una cena all’ Agriturismo Le Dogane: un’esperienza unica, che consentirà di ripercorrere i vecchi itinerari e riscoprire così i colori, gli odori e i sapori che hanno caratterizzato la vita nella montagna di tanti anni fa. Da segnalare la collaborazione, particolarmente significativa, in questo momento, con il Festival emiliano L’Eco della Musica, nella giornata del 12 agosto al Lago Scaffaiolo. Il Festival Sentieri Acustici, d’altronde, non è nuovo al tema della collaborazione con altre realtà

nelle pagine precedenti: emozioni musicali fra i boschi; in queste pagine: momenti intensi del Festival di edizioni passate. On the preceding pages: musical emotions among the woods; on this page: intense moments from the Festival during past editions.


musicali, anche molto diverse. In tale contesto, si colloca sicuramente il Progetto Sounds of Tuscany, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio, che riunisce sotto un unico marchio, con Sentieri Acustici, il Festival di musica classica Estate Regina, che si tiene a Montecatini durante tutta la stagione, e il Pistoia Blues. Grazie a questa proposta, i tre Festival proporranno, ognuno nel proprio contesto, incontri musicali, all’insegna di quella contaminazione che come abbiamo visto rappresenta in un certo senso il tratto distintivo del direttore artistico del Festival Sentieri Acustici. Come ogni anno, tante le attività collaterali previste. In questa edizione, oltre agli stages di musica, ballo e altre materie collegate alle specificità del territorio pistoiese, sarà possibile usufruire di proposte pensate per i più piccoli, all’insegna di un Festival che guarda a tutta la famiglia, anche per riscoprire quel gusto dell’antica villeggiatura, che tanti anni fa portava sulla montagna intere famiglie. In momenti sempre più difficili per il territorio pistoiese, nel quale la montagna rappresenta una specificità ulteriore, e troppo spesso resta ai margini non solo geografici del proprio territorio, Sentieri Acustici, insieme con Itinerari Musicali, rappresentano un momento fondamentale di promozione di un territorio, delle sue radici, della sua identità culturale, che diviene, almeno in quei giorni d’estate, un vero e proprio richiamo per centinaia e centinaia di turisti, ma anche di cittadini pistoiesi. Tante idee, che arricchiscono la proposta musicale della manifestazione, e che, grazie alla collaborazione con il Progetto Vetrina Toscana, rafforzeranno il legame fra il Festival e le strutture del territorio, impegnate a proporre occasioni enogastronomiche veramente particolari e interessanti. Quest’anno, grazie alla formula Play and Stay, finanziata dalla Camera di Commercio, coloro che trascorreranno alcuni giorni in montagna avranno, anche, diritto a forti riduzioni sull’iscrizione agli stages o ad abbonamenti gratuiti ai concerti.


Sentieri Acustici A Festival of Sounds

Music in the mountains Harmonies, dances and folklore highlight the fascination of the valley

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rom August 22nd to 25th the Sentieri Acustici of the Pistoia Mountains returns, the event organized by the Province of Pistoia with the invaluable contribution of the Foundation Cassa di Risparmio of Pistoia and Pescia and the Region of Tuscany. The opening will be held by Irene Grandi, interviewed by Massimo Cirri, irreverent conductor of the radio show, Caterpillar. It will be followed by the usual foray in rhythms originating in other countries, thanks to the exhibition of Irish musician, David Munnelly, who the artistic director of the Festival, Riccardo Tesi, especially sought out to perform given Tesi’s long time interest in the contamination of rhythms and music from different provenances. The second evening with the Alfio Antico Band and Ginevra Di Marco will highlight music that is rooted in local history. A kind of anticipation of the following evening that will celebrate the “birthday” of Banditaliana, the group with whom for twenty years Riccardo Tesi, along with Maurizio Geri, Claudio Carboni and Gigi Biolcati bring the Tuscan musical tradition

around the world and around Italy. Many friends will be present such as Elena Ledda, Ettore Bonafè, Stefano Melone, and the professor, Carlone Jr. of the Banda Osiris. A crescendo of music of high quality that will end the final evening with the performance of Nick Becattini and Sergio Montaleni, two icons of the Pistoise artistic scene. Following this, under the knowing instruction of the young musician, Simone Bottasso, the participants will be allowed to perform at the musical stages that constitute the frame of the Festival, and who, in the formation of Sentieri Acustici Orchestra, will present the original production inspired by traditional Tuscan music. The mountains of Pistoia and its Festival are a united binomial by now. Each year proposed are the Musical Itineraries, six concerts that will be held between July 29th and August 19th, with performances created with acoustic instruments on location and almost uncontaminated. Especially interesting will be the trip with the mule – the icon of the Sentieri Acustici Festival – planned for August 5th, and will end with a dinner at the Agriturismo Le Dogane: a unique experience that will allow one to experience the old itineraries and rediscover the colours and flavors that have characterized life in the Pistoian Mountains at one time. It is worth noting the collaboration that is particularly significant in this moment with the Festival of Reggio Emilia, L’Eco della Musica, on August 12th at Lago Scaffaiolo. The Sentieri Acustici Festival is not new to the theme of collaboration with other musical realities, even with ones that vary among themselves in style. The Project Sounds of Tuscany, financed by the Foundation Cassa di Risparmio that reunites under a singular brand with Sentieri Acustici, the Festival of Classical Music Estate Regina, which

is held in Montecatini during the entire season, and Pisotia Blues are all unified in the Festival. Thanks to this proposal, the three Festival programs, each with its own unique context and musical encounters, serve to define the musical contamination revealed by the unique traits of the artistic director of the Sentieri Acustici Festival. As in each year, there are many extras in the Festival. In this edition, other than the musical stages, dance and other materials linked to the specific character of the territory of Pistoia, it will be possible to take advantage of a proposal created for children - and characteristic of a Festival that incorporates the entire family - even in order to rediscover the particular taste of the ancient villages that many years ago brought to the mountain entire families. In moments that are more and more difficult for the territory of Pistoia, in which the mountain represents an ulterior aspect - and too often remains at the margins, not only geographically, of its territory - the Sentieri Acustici, together with the Musical Itineraries, represents a fundamental moment and promotion of the territory, of its roots and its cultural identity that becomes, at least those days during the summer, a true attraction for hundreds and hundreds of tourists, but also for the citizens of Pistoia. There are many enticing ideas in the musical proposal of the event, and, thanks to the collaboration with the Vetrina Toscana Project, they strengthen the link between the Festival and other structures of the territory, involved in proposing truly unique and interesting gastronomic and wine excursions. This year, thanks to the formula Play and Stay, financed by the Commerce Chamber of Italy, those who spend several days in the Pistoiese mountains will also have large reductions on the signing up for the stages or free passes to the concerts.

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Talento e ricerca

Con le note dell’Appennino Pistoiese Riccardo Tesi & Banditaliana: una valigia di suoni e canti in giro per il mondo da vent’anni

TESTI Filomena Cafaro Emanuel Carfora FOTO Fabrizio Antonelli

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iccardo Tesi ci accoglie nella sua casa punteggiata da tocchi etnici. Qui la sua pistoiesità incontra il mondo, proprio come accade nelle melodie modulate dal suo organetto. Le pareti dello studio dipinte di azzurro sanno di mare, quel mare che attraversarono i carbonai pistoiesi emigranti, lo stesso mare sulle cui onde si intrecciano culture diverse in fusioni armoniose; perché questo è Riccardo: uno dei maggiori interpreti della musica tradizionale toscana e autorevole voce sulla scena internazionale della world music. La poetica di “Banditaliana” è un’altalena fra tradizione e innovazione: l’una si arricchisce dell’altra in un continuo dialogo, nel quale è accolto il patrimonio della cultura musicale regionale. Una memoria recuperata dalla ricercatrice Caterina Bueno, che ha raccolto i canti della toscana minore di cui erano protagonisti minatori, carbonai, pastori: universo già caro ai letterati toscani dell’800, tra cui Tommaseo, Giusti o Petrocchi. Da venti anni Banditaliana porta questo genere in giro per il mondo, facendola dialogare con il jazz o la canzone d’autore. Riccardo, come ti sei avvicinato alla cultura musicale pistoiese che oggi rappresenti nel mondo? L’incontro con Caterina è stato fondamentale: ci ha insegnato amore e rispetto per la tradizione, senza rinunciare a un atteggiamento creativo. Banditaliana ha proposto una musica innovativa che profuma di Toscana, abbiamo usato ingredienti tradizionali per cucinare la nostra musica; questo ci rende riconoscibili: oggi nel mondo della world music si parla di stile Banditaliana. Quest’anno Banditaliana compie 20 anni: come hai incontrato i tuoi compagni di viaggio? Nel settembre 1992 organizzai un concerto con

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sei musicisti toscani: un ritorno a casa metaforico dopo tante collaborazioni con artisti stranieri. Conoscevo Maurizio Geri, anche lui aveva collaborato con Caterina; Ettore Bonafè, oggi sostituito da Gigi Biolcati, era un percussionista della scena jazz di Firenze; avevo ascoltato e apprezzato Claudio Carboni. Il nome scelto era espressione della mia idea musicale, poi si è formato un pensiero condiviso di Banditaliana, arricchito dai colori di tutti i musicisti e dal loro talento. Un tempo la solidarietà e i legami tra le persone erano fortissimi e ogni occasione costituiva un momento di aggregazione, di balli, di musica. In che modo questo patrimonio di valori può avere una funzione nella società attuale?

La musica tradizionale è espressione di una società che non c’è più; sarebbe antistorico avere un approccio nostalgico. La funzione sociale rimane la stessa, la cultura si evolve: importante è conoscerla, la forma può cambiare. Oggi raccontiamo storie che parlano attraverso i secoli: sono archetipi universali. Basta riflettere su come i bambini delle scuole hanno recepito il disco Acqua, foco e vento: forse in quelle linee melodiche c’è qualcosa che fa parte della naturalità dell’uomo.

In alto - Banditaliana in concerto sopra. copertina dell’ultimo disco “Acqua fuoco e vento” a sinistra Riccardo Tesi fra la sua raccolta di musica a destra il gruppo dei musicisti di Banditaliana. Above - Banditaliana in concert above. Cover of the latest cd “Water, Fire and Wind” to the left: Riccardo Tesi with his musical collection to the right the group of musicians of Banditaliana.


Talent and research

With the notes of the Pistoiese Apennine Mountain Riccardo Tesi & Banditaliana: a suitcase of sounds and songs around the world for twenty years

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iccardo Tesi welcomes us into his home that has ethnic touches all around. Here, his “Pistoiese-ness” mingles with the rest of the world, just as it happens in the modular melodies of his accordion. The walls of his studio are painted in blue and evoke a feeling of the sea; that sea that the immigrant coal miners of Pistoia pass through, the same sea on whose waves different cultures meet in a harmonious fusion. This is Riccardo, one of the major interpreters of traditional Tuscan

music and authoritative voice of the international scene of world music. The poetics of “Banditaliana” is a bridge between tradition and innovation: one enriches the other in a continuous dialogue in which the patrimony of regional music culture is accepted. A memory that has been recovered by the researcher, Caterina Bueno, who has collected the songs of minor Tuscany where minors, coal minors, shepherds, were protagonists: a universe that was already dear to the Tuscan literati of the 19th century such as Tommaseo, Giusti or Petrocchi. For twenty years Banditaliana takes this tradition around the world, allowing it to enter into dialogue with jazz or songwriting. Riccardo, how did you get involved in the traditional music of Pistoia that you represent today throughout the world? The encounter with Caterina was fundamental: she thought us love and respect for tradition, without sacrificing a creative outlook. Banditaliana has proposed an innovative music that evokes Tuscany entirely; we used traditional ingredients “to cook” our music and this is what makes us recognizable. Today, in the world of music, we speak of the Banditaliana style. This year Banditaliana becomes 20 years old: how did you meet your travel companions? In September of 1992 I organized a concert

with six Tuscan musicians: a return to a metaphoric home after much collaboration with foreign artists. I knew Maurizio Geri and he also had collaborated with Caterina; Ettore Bonafè, today replaced by Gigi Biolcati who was a percussionist of the Florence jazz scene and who had listened to and appreciated Claudio Carboni. The name chosen was an expression of my musical idea, and then it was formed into a thought shared by Banditaliana, enriched with the colours of all the musicians and their talent. At one time the solidarity and bonds between the people were very strong and every occasion constituted a moment of coming together, of dances and of music. In what way could this patrimony of values have a function in today’s society? Traditional music is the expression of a society that is not there anymore; it would be anti-historical to have a nostalgic approach. The social function has remained the same and the tradition has evolved: it is important to recognize that the form has changed. Today we tell stories that talk through the centuries. They are universal archetypes. It is enough to reflect on how children of the schools have responded to the album of Acqua, foco e vento: maybe in the melodic lines there is something that is part of the naturalness of man.

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La città dello sport

Giorgio Tesi Group basket, stagione eccezionale E con Gek Galanda la passione continua: mini cestisti e rioni sfide in Piazza del Duomo TESTI Elisa Pacini

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FOTO Nicolò Begliomini

n campetto polveroso, con le retine mezze rotte ridato a nuova vita con più di 100 bambini che giocano a basket con i campioni, che applaudono ogni domenica. Il basket che entra con forza ed entusiasmo nelle manifestazioni estive del “Luglio Pistoiese”, incentrate sulla “Giostra dell’Orso”, sfida tra i cavalieri dei quattro rioni cittadini, che quest’anno sarà anche “Giostra del basket” a suon di canestri. Se la pallacanestro fa da sempre battere i cuori degli sportivi pistoiesi, la Tesi Group (finalista promozione nella Legadue italiana) ha riacceso, anche con queste iniziative, il fuoco vivo della passione cestistica della città, seconda piazza del basket toscano, dopo Siena, per la sesta volta campione d’Italia con la Mens Sana. Sul campo, la squadra allenata da Paolo Moretti ha richiamato tifosi vecchi e nuovi sui gradoni dello storico PalaCarrara, grazie al temperamento combattivo, al talento e alla forza di un gruppo, che ha dato vita ad un campionato esaltante, inchinandosi, solo nella finalissima per il grande salto in A1, alla corazzata Enel Brindisi. Un gruppo, che ha trovato nel giovane play cresciuto

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nelle giovanili pistoiesi, Lorenzo Saccaggi, una guida importante. Un gruppo plasmato sul carisma di americani di primo livello come Bobby Jones e Dwight Hardy (votato miglior giocatore del campionato) e impastato dalla grinta di un capitano come Fiorello Toppo e di lottatori come Donte Mathis, Jonathan Tavernari e Giacomo Gurini. La rifinitura è stata la classe cristallina di Giacomo Galanda che ha portato in città una ventata d’aria nuova. Perché c’è proprio il “Gek Nazionale”, argento olimpico con l’Italbasket ad Atene 2004, tre scudetti con Varese, Siena e Fortitudo Bologna, dietro alle tante iniziative che hanno oliato la simbiosi tra la città e i suoi campioni del parquet. Gek, da diversi anni, organizza il suo “Gek Galanda Camp” nel verde del Trentino per trasmettere ai ragazzi la passione per la palla a canestro e i valori dello sport pulito. Un appuntamento che ha fatto tappa anche a Pistoia, nel campino dell’Arcadia, tirato a lucido per la festa del “Gek on a mission” con un centinaio di mini cestisti arrivati da tutta la provincia. “Il campino è il luogo più democratico dove giocare”. Così Galanda ha lanciato il suo camp “perchè non serve essere un giocatore, né avere scarpe di un certo tipo”. E’ stato lo stesso Galanda a volere fortemente il palio di basket dei rioni, novità assoluta svoltasi quest’anno all’inizio di luglio nei festeggiamenti in

In alto - momento di gioia dopo una delle tante vittorie della squadra di basket in basso: Dwight Hardy vincitore “Miglior Giocatore” del campionato Lega Due Above - Moment of joy after one of the many victories of the basketball team below: Dwight Hardy, winner of “Best Player” in the Lega Due Championship.


onore di San Jacopo, patrono della città. Per due giorni i giallorossi del Leon d’oro, i rossoverdi del Drago, i biancorossi del Grifone e i biancoverdi del Cervo Bianco si sono sfidati nel “playground” d’eccezione di Piazza del Duomo. Un bel modo per ingannare l’attesa verso la prossima stagione sportiva.

Pistoia: the basketball city

Giorgio Tesi Group basket, an exceptional season And with Gek Galanda the passion continues: child basketball players and city districts compete in the Duomo Square

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nella pagina - iniziative di interesse sociale con il basket protagonista. On this page - social interest initiatives with basketball as protagonist.

dusty field, with the nets half broken, is given new life with more than 100 children who play basketball with the champions, who applaud for them every Sunday. Basketball enters with force and enthusiasm in the summer events of “July in Pistoia,” centered on the “Giostra dell’Orso,” a competition among the knights of the four districts, and this year there will be the “Giostra of Basketball” to the sound of the balls hitting the hoops. If basketball has always made the hearts of the sports enthusiasts of Pistoia race, the Tesi Group (finalist for promotion in the Italian Legadue) has re-lit, even with this initiative, the life flame of the basketball playing passion of the city, the second piazza for basketball in Tuscany after Siena for the sixth time champion of Italy with the Mens Sana. On the field, the team that trained under Paolo Moretti called back the return of old fans and new on the benches of the historic PalaCarrara, thanks to the combative temperament, to the talent and force of a group that gave life to an exalting championship, and in the very end making the huge leap into A1, to the Enel Brindisi: a group that found in the young Lorenzo Saccaggi an important guide. A model group with the charisma

of Americans of top level such as Bobby Jones and Dwight (voted the best player of the championships) and combined with the determination of a captain such as Fiorello Toppo and of players like Donte Mathis, Jonathan Tavernari and Giacomo Gurini. The final touch was the crystalline class of Giacomo Galanda whose presence brought to the city a breath of fresh air. There is the “Gek Nazionale,” the Olympic silver with Italbasket in Athenes 2004, three championship wins with Varese, Siena and Fortitudo Bologna, behind many other initiatives that created the symbiosis between the city and its champions of parquet. Gek, for many years now, organizes its “Gek Galanda Camp” in the greenery of Trentino in order to pass on to the children the passion for basketball and the value of a clean sport. An appointment that hit Pistoia as well, in the Campino dell’Arcadia, polished for the party of “Gek on a mission” with one hundred mini basketball players who arrived from all over the province. “The Campino is a more democratic place to play in.” So Galanda launched his camp “because it’s not necessary to be a player or to have a certain type of shoe.” It was Galanda also who wanted the “palio” prize of basketball of the districts, a novelty of this year at the beginning of July in the festivities in honor of San Jacopo, patron saint of the city. For two days the “Yellow Reds” of the Golden Lion, the “Red and Greens” of the Dragon, the “White and Blacks” of the Grifon and the “White and Greens” of the White Dear compete in the unique “playground” of the Duomo Square. A beautiful world to keep us distracted while we wait for the next sports season.

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Campioni si diventa Se il talento c’è Luciano Giovannetti, vincitore di ori olimpici e di titoli mondiali di tiro al piattello

TESTO Gianluca Barni FOTO Nicolò Begliomini

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cchio furbetto, birichino, da conquistatore (narrano le cronache che eserciti gran fascino sul gentil sesso), parlantina facile, il nostro interlocutore ripete in continuazione che il suo l’ha già fatto, e come l’ha fatto, giù il cappello. Impegnatissimo come Tecnico Generale per la Fitav (Federazione italiana tiro a volo), che lo cerca un minuto sì e l’altro pure, facendo del suo cellulare un elettrodomestico caldissimo. Siamo con Luciano Giovannetti da Bottegone (guai a non citare la frazione che gli ha dato i natali), è un “ragazzino” di quasi 67 anni (li compirà il 25 settembre), che sgrana, come un rosario, le vittorie che in tanti anni di carriera è riuscito a ottenere. I successi, già! Basti solo pensare alle due medaglie d’oro olimpiche, nella specialità

Fossa Olimpica, colte a Mosca ’80 e Los Angeles ’84, che l’hanno reso un campionissimo alla Coppi, insignito dall’ISSF (International Shooting Sport Federation) quale atleta del secolo nella sua specialità. Ma Giovannetti è una gloria azzurra nata per caso: ha stravinto da atleta, ha stravinto da commissario tecnico italiano, portando i nostri a primeggiare ovunque, dai giovani ai seniores. Un talento della caccia prestato al tiro. «Non ho fatto tutta la trafila per diventare tiratore», ci racconta da affabulatore (ed è un autentico piacere stare ad ascoltarlo). «Cacciavo nella stagione regolare - continua il nostro campione - poi nel periodo di chiusura sentivo che dovevo inventarmi qualcosa. Mi proposero di partecipare al Gran Premio Industrie di Piombino: avevo 20 anni. Feci due

serie da 15 piattelli ciascuna e realizzai 29 su 30 con un Beretta S03. Vinsi. Da allora, mi suggerirono di andare a gareggiare a Roma, dove mi classificai quarto nella finale nazionale. È stato l’inizio della mia trafila sportiva». Figlio di Silvano e Doriana, una sorella Luciana, Clara la compagna, padre di Federico, 29 anni, musicista, tifosissimo della Pistoiese, nella miriade di affermazioni centrate ha anche un Campionato del Mondo nella Fossa Universale a Montecatini Terme, nel 1980, un Campionato del Mondo nella Fossa Olimpica a Caracas nel 1982, medaglie mondiali ed europee in serie, record prestigiosi (uno su tutti, il 198 su 200 piattelli con cui trionfò ai Giochi Olimpici di Mosca). «Non si vince il giorno di gara - ammonisce . si vince un anno prima della competizione, durante la fase della preparazione». E chiosa regalandoci il segreto del suo successo. «Essere sempre al 100% fisicamente: nei tre giorni di gara ogni minimo inconveniente può pregiudicare la prestazione.Cuore a posto, occhio buono, massima concentrazione, forte reattività e un briciolo di fortuna». Che, come in tutti i settori dell’esistenza, non guasta mai.

pagina a fianco - Luciano Giovannetti in allenamento. in alto vittorie olimpiche a sinistra Mosca ‘80 e a destra Los Angeles ‘84 a sinistra squadra olimpica in partenza per i giochi Olimpici dell’80 Preceding page - Luciano Giovannetti during a training session. Above Olympic victories to the left Moscow ‘80 and to the right Los Angeles ‘84 to the left Olympic team leaving for the Olympic games of 1980.

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In alto - Accoglienza festosa al Bottegone dopo la conquista Olimpica a fianco sul campo di gara di Los Angeles con il compagno Luca Scribani Rossi a destra il podio alle Olimpiadi di Mosca nell’80; in basso medaglia d’oro ai mondiali di Cracas 1982 a fianco il villaggio Olimpico di Los Angeles, Giovannetti in visita alla sede della Giorgio Tesi Group con Romeo Tesi Above - Festive welcoming in Bottegone after the Olympic conquest next to the playing field in Los Angeles with the companion, Luca Scribani Rossi, to the right the podium at the Olympics of Moscow in 1980; below Gold metal at the World Championships of Cracas 1982 to the right the Olympic village of Los Angeles, Giovannetti visiting the headquarters of the Giorgio Tesi Group with Romeo Tesi.

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If the talent is there anyone can be a champion Encounter with Luciano Giovannetti, multiple Olympic and World Champion for Clay Pigeon Shooting

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e has the devious and mischievous look in his eyes, like a conqueror (word has it that women find him particularly fascinating); he is easy to talk to, and our interlocutor repeats in continuation that he has already done his part - and how he did it, – he then takes his hat off. He does not want to deal anymore with

the Fitav (Italian Federation of Shooting), which is constantly after for him, making his cell phone an extremely hot appliance. We are with Luciano Giovanetti from Bottegone (and we’d be in trouble if we didn’t name his birthplace!). He is a “young kid” of 67 years old (that is, on his birthday September 25th), who can count - like one would a rosary - the victories that in the many years of his career he was able to obtain. His successes? He is well-known for the two gold Olympic medals that he won in Moscow in 1980 and Los Angeles in 1984 that made him a famed champion of the “Coppi”, awarded of the ISSF (International Shooting Sport Federation) and became athlete of the century in his specialty. But Giovannetti is an “Azzurro” glory born by chance: he won a lot as an athlete, has won as an Italian technical commissioner taking our youth and elderly to excel all over. His talent in hunting was the formation for his shooting. “I didn’t go through the whole procedure in order to become a shooter” he tells us


La tua casa nel Mondo Your home in the world

like a storyteller of fables (and it is a true pleasure to be here and listen to him). “I would hunt in the regular season – continues our champion – then at the close of the season I would feel like I had to invent something for myself. They proposed that I participate in the Gran Premio Industrie of Piombino: I was 20 years old. I did two series of 15 clay pigeons each and got 29 out of 30 with a Beretta S03. I won. Since then, they suggested that I go play in Rome where I classified as fourth in the National finals. It was the beginning of my sports career.” Son of Silvano and Doriana, a sister, Claire, a father, 29 years old and a musician and huge fan of the Pistoia team, in the myriad of affirmations he also has a World Championship in the “Fossa Universale” Shooting of Montecatini Terme, in 1980, a World Championship in the Olympic Fossa in Caracas in 1982, World and European medals in the series and prestigious records (one of them is the 198 on 200 clay pigeons with which he won the Olympic Games of Moscow). “He does not win the day of the game – he admonishes – one wins a year before the competition, during the phase of preparation. Giovanetti ultimately reveals to us the secret of his success: “Always being 100% there physically - in the three days of competitions every minimal inconvenience can determine the performance. Your heart has to be in place, a good eye, maximum concentration, a strong response and a touch of luck.” This latter, as in all aspects of existence, always helps.

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Mus-e un innesto di pace Mus-e, a connection of peace

TESTO Enza Pirrera

Nella scuola, con la scuola e con artisti, nasce l’arte che affratella futuri uomini

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artiamo raccontando un sogno. Narriamo la storia di un desiderio forte, sostenuto dalla consapevolezza che “quando è per il bene comune si deve e si può realizzare”. Il sogno ha iniziato a concretizzarsi quando, nel 1993, il celebre violinista e maestro d’orchestra Lord Yehudi Menuhin, dopo anni di grande impegno profuso per il sostegno dei più deboli, istituisce, a Bruxelles, un fondazione con l’intento di diffondere per il mondo un ambizioso progetto artistico-educativo. Nato a New York nel 1916 da genitori russi, Menuhin, dedica tutta la sua vita, fino al 1999, alla musica e, sempre, è mosso da un’attenzione sentita e concreta verso gli altri. Il suo grande capolavoro, che corre oltre la sua esistenza, è il Mus-e, “L’arte per l’integrazione a scuola”, un progetto multiculturale europeo, destinato ai bambini delle scuole elementari, gratuito, che, inserito nei programmi scolastici, con il supporto degli insegnati sotto la guida di artisti professionisti, agevola la comunicazione non verbale fra i piccoli, attraverso musica, canto, danza, teatro, arti figurative, mimo. L’istinto prevale, ma l’istinto si può veicolare dolcemente verso <l’accoglienza naturale di chi ha più disagio sociale e rischia l’emarginazione>. Uno scambio interculturale è indispensabile per la formazione dei futuri uomini. Perché è là dove si percepisce fratellanza che può esistere felicità. I bambini scoprono così che l‘arte unisce, impa-

rano a comunicare con un linguaggio universale, che valuta le differenze solo come un’ulteriore ricchezza. Tre anni rappresentano il tempo dedicato a ogni classe (privilegiata) scelta per l’inserimento nel progetto, Mus-e. Una realtà attiva in 15 paesi, sostenuta dall’Unione Europea e dall’Unesco, che in Italia è presente dal 2002. Nata a Milano, con l’Associazione Mus-e Italia onlus, è presto diventata la seconda realtà d’Europa. Pistoia è fra le molte città italiane che con Mus-e Pistoia onlus (coordinata da Riccardo Niccolai e la presidenza dell’avv. Gian Piero Ballotti) ha consentito si avviasse questo eccezionale progetto educativo in quattro strutture scolastiche del territorio, progetto che per la sovvenzione si avvale del supporto economico di partner privati. Da quando nel 93, ispirandosi ai principi educativi dell’etonomusicologo e pedagogo ungherese Zoltan Kodaly, Menuhin fondò “IYMF”, con Werner Schmitt (direttore del conservatorio di Berna) e con Marianne Poncelett (Segretario Generale della International Yehudi Menhuin Foundation) l’energia positiva ha innestato una inarrestabile reazione a catena di sostegno. Essenziale per “rendere liberi dal pregiudizio” numeri inimmaginabili di giovani menti (solo in Italia sono stati ben 14.936 i bimbi coinvolti nell’anno scolastico 2011/12). Menti pronte, a breve, a diffondere ovunque il bene più prezioso del mondo.

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his is a story of a dream that began to materialize when, in 1993, the celebrated violinist and maestro of the orchestra, Lord Yehudi Menuhin, after years of profuse hard work for the support of the weakest, creates in Bruxelles a foundation with the intent of diffusing around the world an ambitious artistic-educative project. Born in New York in 1916 by Russian parents, Menuhin, dedicated his entire life until 1999 to music and always gave special attention to others. His great masterpiece is the Mus-e, “Art for the integration at school,” a European multicultural project, directed for children of the elementary schools, and free of cost, that inserts into scholastic curriculums - with the support of teachers under the guide of professional artists - music, singing, dance, theatre, and figurative arts, and mimes the non verbal communication among the youngest children. The initiative is active in 15 countries, sustained by the European Union and Unesco, in Italy since 2002. Pistoia is among the many Italian cities that with Mus-e Pistoia Onlus (coordinated by Riccardo Niccolai and the President, Lawyer, Gian Piero Ballotti) allowed this exceptional educative project into four scholastic structures of the territory.

www.mus-e.it/pistoia 103


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Pescia’s historic centre and shooting targets At the historic “Palio of the Archery” athletes and noble women of the Renaissance

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Pescia centra più bersagli Allo storico “Palio degli Arcieri” donne e atleti di classe

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arrebbe una sfida simile a molte altre. In varie località toscane l’estate si mira alla conquista di un Palio conteso fra i diversi rioni. Ma l’evento che animerà la Città di Pescia, dal 25 agosto al 2 settembre ed è giunto al suo 35° anno, è particolare. E’ questo un luogo del Pistoiese, che dipana il suo abitato in un fondovalle che è coronato da colline commoventi (per quanto sono verdi, belle e curate, punteggiate di pievi). L’abitudine all’eleganza, proposta dalla natura circostante, forse, ha creato nel Pesciatino un’esigenza in più. Lo storico Palio degli Arcieri a Pescia, fra i centri

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TESTO Enza Pirrera

abitati della Toscana che vantano una tradizione antica, gloriosa e vincente, è difatti anche il momento opportuno per ridare il giusto valore all’eleganza. Quella che un po’ s’è smarrita, purtroppo, nei meandri della modernità. All’interno delle manifestazioni collaterali del Palio, infatti, da ben tredici anni si premia “La bellezza e l’eleganza della Donna nel Medioevo e Rinascimento”. Fra sventolio di bandiere, balestrieri, armigeri, cavalieri e arcieri, si potranno ammirare, provenienti da Gruppi Storici di tutta Italia e dall’estero, le dame prescelte. Gareggerà una sola componente per corteggio, accompagnata da cavaliere e vessillo, per ottenere il riconoscimento del merito d’aver, soprattutto, stile e portamento, che coronano la bellezza. Cortesia ed eleganza, però, caratterizzano l’insieme di altri eventi in programma. Si alterneranno, oltre alla sfida fra gli arcieri, per i rioni di Ferraia, S. Maria, S. Michele e S. Francesco, che si misureranno anche contro sfidanti d’Oltralpe, mercatini medievali, lotterie, sbandieratori, cene propiziatorie, spettacoli in tema, danzatrici e duellanti. Fino alla conclusione, quando, per tradizione, l’imponente corteggio storico, (animato da 600 figuranti, in abiti riferibili al periodo che va tra XIV e XV sec.), si muove compatto per l’ultima finezza a beneficio del rione vincitore. I rappresentanti di tutti i Rioni, infatti, accompagnano chi si è aggiudicato il Palio, rispettosamente fino alla sua sede, e la folla esprime sana e benefica allegria. (E.P.)

t seems like a challenge that is similar to many others. Various Tuscan towns strive for the winning of the Palio contest among different districts; however, the event that animates the City of Pescia from August 25th to September 2nd - and has currently reached its 35th year - is special. It is this place in Pistoia’s province that claims its home in the base of the valley that is crowned by scenic hills (for their greenness, beauty and manicured look, spotted with churches all over its countryside). Elegance and nature meet face to face in this enchanting land. The historic “Palio of the Archery” in Pescia, among the inhabited centers of Tuscany that boasts of an ancient, glorious and triumphant tradition is also an opportune moment to celebrate the value of elegance, something that, unfortunately, tends to get lost in the meanders of modernity. Inside the collateral events of the Palio, for the last thirteen years, there is the award “The Beauty and Elegance of the Woman in the Middle Ages and Renaissance.” Among banners waving throughout the air, crossbowmen, armigers, knights and archers, one can admire them all, all coming from the Historical Groups throughout Italy and abroad. Even the ladies are pre-chosen. Competing in only one component for courting, accompanied by knight and vassal, is the contest in order to obtain the recognition of merit of having, above all, style and comportment that crowns beauty. Courtesy and elegance, however, characterize the whole of other events in the program. They will alternate with the dual between the archers, for the districts of Ferraia, Santa Maria, San Michele, San Francesco – noteworthy are also the contestants from beyond the Alps, medieval merchants, fighters, flag bearers, propitiatory dinners, single themed performances, and Dances and duals. At the very end, following tradition, the imposing historical parade (animated by 600 figures in clothing recalling the period between the 14th and 15th centuries) moves through the town for the final touch honoring the winning district. The contestants of the Palio are then escorted respectfully all the way to their seats and the crowd expresses their healthy and enthusiastic cheer.

Ufficio Turismo Pescia Office of tourism of Pescia Tel. +39 0572 490919 www.paliocittàdipescia.it


Vinca il migliore L’augurio del sindaco Roberta Marchi

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un vero piacere per me presentare il 35° Palio degli Arcieri Città di Pescia”, manifestazione che vede partecipe tutta la città e che ogni anno richiama sempre più turisti e visitatori dall’interland regionale. Dalla fine di Agosto alla prima Domenica di Settembre, la città vestita dei colori dei Rioni cittadini è tutta in fermento,le sedi dei quattro Rioni vengono aperte a tutti coloro che vogliono fare un tuffo nel passato e partecipare alle cene medievali. E che dire del 13° Concorso “La bellezza e l’Eleganza della Donna nel Medioevo e nel Rinascimento”, dove la protagonista è la donna e le partecipanti arrivano da molte città italiane e straniere, facendo si che il nostro Palio venga conosciuto anche fuori dai confini nazionali. Nelle ultime edizioni sono stati coinvolti gli abitanti delle 10 Castella,i quali hanno costituito il Gruppo Storico le Castella della Valleriana. Mi preme ringraziare tutti coloro che, a vari livelli, contribuiscono all’organizzazione e alla realizzazione dell’evento. Alla Lega dei Rioni, ai volontari delle Associazioni e agli uffici comunali coinvolti,perché è a loro che dobbiamo il successo del nostro Palio. Mi congratulo anche con i nostri Arcieri, per l’impegno che dimostrano nel prepararsi durante l’anno e … che anche quest’anno vinca il migliore!

May the best win The well wishes of the Mayor, Roberta Marchi

I

t is a true pleasure for me to present the 35th Palio of the Archers of the City of Pescia, an event that sees the entire city participate and that each year attracts more and more tourists and visitors from the region. From the end of August to the first Sunday of September, the city is dressed in the symbolic colours of the city districts and is in complete ferment. The headquarters of the four districts are open to all those who want to take a leap into times past and participate in the medieval dinners. And what can I say about the 13th Contest of “The Beauty and Elegance of the Woman in the Middle Ages and Renaissance,” where the protagonist is Woman and the participants arrive from many cities throughout Italy and the world, making our Palio recognized even outside of the national boundaries. In the last editions the inhabitants of the 10 Castella, who constituted the Historic Group of Le Castella of the Valleriana, participated in the event. I must thank all those who, on all different levels, contributed to the organization and realization of the event. To the League of the Districts, to the volunteers of the Associations and the city offices involved, because it is to them that we owe the success of our Palio.

Bugia: 36° Campionato Italiano Italian Championship of Lies

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ia essa raccontata, disegnata o scritta, sempre di bugia stiamo parlando. Anche quest’anno si riaccende la competizione più singolare d’Italia (sarà vero?). A Le Piastre, il 5 agosto, si terrà il 36° Campionato Italiano della Bugia, gara che premia chi la racconta più grossa. C’è una storia dietro capace di accarezzare tradizione e cultura, socialità e spirito paesano. Da anni il torneo si sta sempre più emancipando, e guarda oltre i propri confini locali, richiamando tutti i media nazionali e oltre. Da qualche edizione, poi, c’è anche un premio diretto a personaggi famosi: lo hanno preso, in ordine sparso, Luis Sepulveda, Everardo Dalla Noce, Gene Gnocchi, Paolo Ruffini, Narciso Parigi, Bobo Rondelli, Carlo Monni e altri ancora. Da questa stagione, una sezione è dedicata alla “Bugia scritta” e il presidente di giuria sarà lo scrittore Sandro Veronesi. Ma come funziona il tutto nello spirito più tradizionale? Basterà salire sul palco, raccontare la propria bugia e aspettare il giudizio di pubblico e giuria. Per tutto il resto, conviene visitare il sito www.labugia.it

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hether it is told, drawn or written, we are talking about the lie. Even this year the most unique competition in Italy will take place again (is it true?). On August 5th in Le Piastre the 36th Italian Championship of the Lie, is a contest that awards those who tell the biggest lie. There is a story behind this capable of embracing tradition and culture, sociality and town spirit. For years this tournament has been becoming ever more independent, and it looks beyond the local borders, reaching all of the national media and beyond. For several editions now there is also a direct prize to famous people: among those who have won in the past are Luis Sepulvida, Everardo Dalla Noce, Gene Gnocchi, Paolo Ruffini, Narciso Parigi, Bobo Rondelli, Carlo Monni and still others. As of this season, a section is dedicated to the written lie and the president of the jury is Sandro Veronesi. But how does all of this fit into the traditional spirit? All you have to do is go up on stage, tell a lie and wait for the public and the jury to judge it. For the rest it is worth visiting the website: www.labugia.it

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A voyage in search of sensations

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Viaggio alla ricerca di sensazioni TESTO - Francesca Joppolo

uasi Nulla” by Giovanna Fozzer is published by the editing house of Pistoia, ‘’petite plaisance.’’ Page 51, while immersed in the light of an authentic sunset it feels like one is a traveler on the Grand Tour, and immediately the paintings with the Tever River come to mind, then those with the ruins are evoked. This is on page 51, however there are many other pages in ‘’Quasi Nulla’’ where the poetic writings abound in this recent collection of Giovanna Fozzer, illustrated by Sergio Rinaldelli. A voyage into the places and memory that have the essential in their destination. Francesca Giuntini explains this: ‘’That it would be able to remain here, to those who try to cancel the experience of the noise in the background, the insignificant, the useless? Almost nothing responds to Giovanna Fozzer […] that episodes of a voyage searching for images, sounds and sensations, that no one knows is there under the reflectors of the chronicles.’’

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pagina 51, immersi nella luce di un tramonto laziale, pare di essere viaggiatori del Grand Tour e subito vengono in mente i quadri con il Tevere, poi quelli con le rovine. Ma ci sono tante altre pagine nelle quali si dipanano gli scritti poetici e non solo, di “Quasi nulla”, l’ultima raccolta di Giovanna Fozzer, illustrata da Sergio Rinaldelli. Un percorso nei luoghi e nella memoria che ha come destinazione l’essenziale. Lo spiega Francesco Giuntini: «Che potrebbe rimanere, a chi provasse a cancellare dall’esperienza il rumore di fondo, l’insignificante, l’inutile? Quasi nulla risponde Giovanna Fozzer […] che riunisce episodi di un viaggio alla ricerca di immagini, suoni e sensazioni, che non si trovano sotto i riflettori della cronaca». La Fozzer dialoga con la natura, dialoga con persone che ancora non possono rispondere o non potranno rispondere più. Si muove fra gli esseri viventi e le cose ed elimina le gerarchie: «Fra questi e quelle la differenza si fa sottile, perché non dare del tu a una nuvola?» scrive ancora Giuntini. Ed è come se l’autrice scrivesse con una matita, al lume di una candela. Non all’antica, ma per custodire il silenzio. Il libro è pubblicato da “petite plaisance”, associazione pistoiese senza fini di lucro fondata in onore di Marguerite Yourcenar e del suo appello: «Cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti». Petite Plaisance era il nome che la scrittrice dette alla sua casa nel Maine (via di Valdibrana, 311 Pistoia www.petiteplaisance.it).

Titolo/Title: Quasi Nulla Autore/Author: Giovanna Fozzer Editore/Editor: “petite plaisance” Pagine/Pages: 64 Euro: 8,00 Copertina/Cover: Sergio Rinaldelli

Libri - Book consiglia recommends

Fozzer enters into dialogue with nature; she converses with the people who still cannot reply or who cannot respond any longer. We move among the living beings and things and it is nature that obliterates the heirarchy: ‘’Among these and those the difference is subtle; why not speak informally to a cloud?’’ writes Giuntini again. And it is as if the actress wrote with a pencil, holding in the other hand the pigments she would use on her artwork – not in an archaic way, but in order to behold the silence. The book is published by “petite plaisance,” a non-profit association in Pistoia founded in honour of Margueritte Yourcenar and her phrase: ‘’We try to face death with open eyes.’’ Peite Plaisance was the name that the writer gave her house in Maine (via di Valdibrana, 311 Pistoia: www. petiteplaisance.it).

What a story, my friends!

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Che storia ragazzi!

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acconti di cultura popolare, che nascevano durante le veglie tra i muri affumicati del “metato” (il luogo dove si essiccano le castagne). “È questa la vera lezione del libro: istruzione e cultura non vanno di pari passo; si può essere dotti senza aver capito nulla, e ignoranti avendo capito tutto”, conferma questo Aldo Cazzullo nella prefazione del libro “Che storia ragazzi!” che contiene tanti racconti e molta “Storia vera”. Protagonista è il calore del “metato”, per secoli la vera Università dei ragazzi dei paesi dell’Appennino Toscano. Il tempo passava con i vecchi che raccontavano, declamavano poemi a memoria, e i giovani esterrefatti ascoltavano, si divertivano e si ribellavano, ma imparavano. Ed era proprio in quel momento che l’affabulatore si prendeva del “bugiardo”.

tories of popular culture were born during the early hours inside the smoky walls of the “metato” (the place where chestnuts are dried) and would then migrate via words, clubs and schools. The book is entitled “Che storia ragazzi” (in other word in English meaning, “What a story, my friends!”). “This is the true lesson of the book: teaching and culture do not go hand in hand. One can be gifted without having understood anything and ignorant while having understood it all…” says Aldo Cazzullo in the preface of a book that contains many stories and a lot of true History. The protagonist is the heat of the “metato,” for centuries the true university of young kids of the Tuscan Apennines where spontaneous conventions would attract young and old around the hard logs of chestnuts. The time would pass with the old men who would tell stories and memorized poems and the young would sit and listen with marvel; they would have fun and would rebel, but they would learn. It was in that moment that the story teller would be called a “liar.”

Titolo/Title: Che storia ragazzi Autore/Author: Luciano Corsini Emanuele Begliomini Editore/Editor: Sarnus (Pagliai Polistampa) Pagine/Pages: 180 Euro: 10,00 Copertina/Cover: Leonardo Begliomini


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