Naturart N.9

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N. 9 - Gennaio / January 2013

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

Copia Omaggio - Free Copy

Tri mest r ale di Nat ur a, Tu ri sm o e A rt e su l l a provi n c i a d i Pis t o ia

Giorgio Tesi Editrice



Sappiamo come lasciare il segno Qualità delle produzioni, sostenibilità, innovazione, eccellenza dei servizi, cultura e tradizione sono, per noi, un modo di essere. Un’identità che lascia il segno, impressa in ogni prodotto ed in ogni servizio. Per questo nasce “Pistoia Original Tuscan”, la marca di un territorio unico, con un valore in più.

We know how to leave our mark Quality of productions, sustainability, innovation, excellence in services, culture and tradition are, for us, a way of being. An identity that leaves its mark and is impressed in every product and service. That’s why we created “Pistoia Original Tuscan”, the brand of a unique territory, with an extra value.





Urgenza creativa e benessere diffuso L

Luciano Corsini

Direttore Responsabile - Managing Editor

EDITORIALE

info@naturartpistoia.it

’individualismo mostra pregi a lungo termine. Noi italiani siamo maestri in questo, nel bene e nel male, purtroppo. «La vita è troppo breve per realizzare i sogni degli altri» affermò Oscar Wilde, ma basta spenderla al meglio e si può allungare, per poi condividere e fare bene insieme, aggiungo io. L’individualismo crea urgenze creative straordinarie, è indubbio. Quando, però, il pensiero è condiviso da alcuni o molti individui? Beh, allora, ci si ritrova, facilmente, uniti e contenti, privi del senso di fatica, e, soprattutto, di timori. Si è inarrestabili quando il lavoro è rappresentativo del «costruire, sapere, lavorare nella pace», questo si legge in un pregevole affresco, del toscano Galileo Chini, che operò nella Bella Epoque anche a Montecatini. È nella pace che i pregi dell’individualismo possono creare forme di straordinaria, collaborativa costruzione. Ne è testimonianza l’impegno costante della Giorgio Tesi Group sul territorio pistoiese (e non solo), di cui NATURART è, ormai indiscutibilmente, l’espressione comunicativa e legante ideale, di un sentire, produrre e progettare della gente che sta nella provincia, che ci sia nata, oppure ci sia arrivata da altri luoghi e voglia metter radici. Chi, come me, vanta esperienza, a causa del trascorrere degli anni, conosce molto bene i pregi della pace e quanto sia indispensabile per riuscire a vedere anche oltre il proprio vessillo. L’economia verde o “green economy”, che racchiude in un nome tante speranze, della possibile evoluzione lavorativa e progettuale di buona parte dell’Europa e del mondo, era già una realtà per Pistoia, molti anni prima che le si attribuisse una definizione precisa e subito comprensibile. E far di esperienza virtù non è sempre di tutti. Aiutare gli altri davvero, con onestà per il bene comune, è furbizia rara. Si sta meglio dove il benessere è diffuso, dove si agevola la creatività, si rispettano e onorano gli artisti, non si esclude nessuno. E straordinari sono i ritorni: vantiamo campioni sportivi con ogni tipo di abilità. Vantiamo azioni imprenditoriali di recupero del patrimonio artistico. Manteniamo il pregio di ciò che va rispettato e proposto per quello che realmente vale. Che siano le piante, l’olio “bono” oppure Pinocchio, con il suo profondo immutato valore educativo, qui non si svende nulla. Anzi gli si rende merito. Volentieri, confesso, mi dilungherei nell’ammirazione personale che nutro per l’arte pistoiese, che in questo nono numero della rivista si offre quasi palpabile e in molteplici sfaccettature: da quella teatrale alle produzioni di pregio. Lascio al lettore il piacere della scoperta, pagina dopo pagina, da Jorio Vivarelli che gettò semi di conoscenza, instillando la passione in eccellenti, allora, allievi e, oggi, straordinari maestri, ai rappresentanti della pistoiesità pittorica nella pop art e non solo, fino alle più giovani promesse. Nessuna parola, anche la più dotta e pensata, però, ha l’assoluta capacità di descrivere al meglio l’emozione individuale percepita e sarà, come sempre, NATURART a dialogare direttamente con voi.

Creative urgency and widespread well-being

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ver the long term, individualism shows advantages. For better or for worse, we Italians are masters at this, unfortunately. Oscar Wilde said, “Life is too short to fulfill the dreams of others”. To this, I would add to “simply live life to the fullest and make it longer by then sharing and doing good together”. It is clear that individualism results in extraordinary creative urgency. But, what about when the thought is shared by some or many individuals? Well, then, you easily find yourself united, happy, untiring, and, above all, fearless. One is unstoppable when work is representative of the “building, learning, working in peace” motto that is seen in the exquisite fresco by the Tuscan Galileo Chini who worked even in Montecatini during the Belle Époque. It is in peace that the virtues of individualism can create forms of extraordinary, collaborative construction. Proof of this is the Giorgio Tesi Group’s continued commitment to the Pistoia area (and beyond), with NATURART certainly now being its communicative expression and the ideal union of the thought, production, and planning by the people who are in the province and were born there or arrived from other places and want to put down roots. Those who, like me, can boast of experience due the passing of the years are very familiar with the virtues of peace and how it is essential to be able to see beyond one’s own flag. The green economy, whose name contains the many hopes for a possible work and design evolution in much of Europe and the world, was already a reality for Pistoia many years before it was given this precise, immediately understandable definition. Experiencing virtue is not always for everyone. Indeed, helping others honestly and for the common good is uncommonly shrewd. One is better off where there is widespread well-being, creativity is aided, artists are respected and honored, and no one is excluded. The returns are extraordinary: we boast of sports champions with all kinds of abilities. We pride ourselves on business actions that rescue our artistic heritage. We maintain the value of what must be respected and offered for its true price. Whether plants, good olive oil, or Pinocchio, with his profound, immutable educational value, we are not selling off anything here. Rather we are rewarding them. I gladly confess, I would digress because of the personal admiration I have for the art of Pistoia and which, in this ninth issue of the magazine, is almost tangible and multifaceted: from the theatrical to prestigious productions. I will leave to the reader the pleasure of discovery offered by each page: from Jorio Vivarelli – who sowed the seeds of knowledge, instilling a passion in his excellent students, at that time, and today, extraordinary teachers– to Pistoia’s pictorial representatives of pop art and more, and up to the most promising young talents. Not even the most learned and considered word however, has the absolute ability to best describe the individual emotion perceived”. As always, it will be NATURART that communicates with you directly. 5


Trimestrale di Natura, Turismo e Arte sulla Provincia di Pistoia Registrazione Tribunale di Pistoia N°2/2010 del 28-05-2010 N. 9 - Gennaio / January 2013

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World at Pistoia

Tri m e s t ra l e d i N a t u ra , Tu ri s m o e A rt e s u l l a p ro v i n c i a d i P i s t o i a

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Copia Omaggio - Free Copy

Da oltre 20 anni S.i.D.A. opera nel Vending a PISTOIA con un intento specifico: offrire ad aziende, uffici, scuole, piccole e grandi comunità, o comunque dove ci siano persone che lavorano, studiano e non hanno il tempo o la possibilità di potersi regalare una pausa al bar più vicino, una zona ristoro ben organizzata e funzionale per soddisfare i piccoli bisogni alimentari; contribuendo a creare un clima di lavoro sereno e produttivo, una situazione di tranquillità e benessere che semplifica l’attività lavorativa quotidiana.

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Giorgio Tesi Editrice

Copertina - Particolare dell’affresco di Galileo Chini “La Madre pastora”. Cover - The detail of the fresco by Galileo Chini “La Madre pastora”.

Giorgio Tesi Group The Future is Green Giorgio Tesi Editrice S.r.l. Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 info@naturartpistoia.it - www.naturartpistoia.it Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a grafica@giorgiotesivivai.it Di questo numero sono state diffuse 10.000 copie in 45 Paesi esteri. 10,000 copies of this issue have been distributed to 45 countries abroad. via Zanzotto, 162 51100 Pistoia sidapt@tin.it

www.sidadistributoriautomatici.com

Direttore Responsabile Luciano Corsini - info@naturartpistoia.it

Coordinamento Redazione Raethia Levi Enza Pirrera Carlo Vezzosi

Art Director Nicolò Begliomini - grafica@giorgiotesivivai.it

Comunicazione e Marketing Fabio Fondatori - marketing@giorgiotesivivai.it

Segreteria Carolina Begliomini, Maria Grazia Taddeo info@naturartpistoia.it

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Le montagne di Serra Pistoiese The Mountains of Serra Pistoiese

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Montecatini: Palazzo Comunale e MO.C.A Montecatini: Town Hall and MO.C.A.

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Chilometro zero: l’olio del Pistoiese Pistoia’s Olive Oil Used Locally

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Piteglio e il mito dei Templari Piteglio and the Templar Myth

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I Francescani di Giaccherino The Franciscans of Giaccherino

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L’arte simbolica di Jorio Vivarelli The Symbolic Art of Jorio Vivarelli

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Natura e artificio Nature and Artifice

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La Gloria e la Grazia The Glory and The Grace

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Nel cuore della città di Pistoia In the heart of Pistoia

46 Via Crispi, 8 - 51100 Pistoia - Italy Phone: +39 0573 358800 Fax: +39 0573 977236

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Voto Eccellente Excellent rating

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La Toscana più vera A more authentic Tuscany

Hanno collaborato a questo numero: Eleonora Angelini, Gianluca Barni, Claudia Becarelli, Emanuele Begliomini, Leonardo Begliomini, Manlio Cafiero, Emanuel Carfora, Perla Cappellini, Leonardo Cecconi, Aldo Colonetti, Lorenzo Cristofani, Fabio Fondatori, Graziella Ilario, Francesca Joppolo, Maria Camilla Pagnini, Luca Parenti, Francesca Rafanelli, Leonardo Soldati, Carlo Vezzosi.

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Verde in città a Firenze Green in the City

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Obiettivo Natura Objective: Nature

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Cedri millenari Millennial Cedars

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Le piante di Pinocchio Pinocchio’s Plants

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Don Luigi Ciotti e la Fondazione Giorgio Tesi Father Luigi Ciotti and the Giorgio Tesi Foundation

Traduzioni: Studio Blitz - Pistoia

Fotografie: Lorenzo Amerighi, Fabrizio Antonelli, Francesco Bacci, Nicolò Begliomini, Serena Buzzi, Maurizio Carraresi, Leonardo Cecconi, Carlo Chiavacci, Tommaso Frasca, Marco Innocenti, Xenia Kulikova, Daria Pastina, Barbel Reinhard, Foto Rosellini, Rachele Salvoli, Archivio Giardino Zoologico, Archivio Fondazione Vivarelli.

FATTORIA

il Ca ero Casalguidi - PT

Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire.

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Stampando con Menegazzo e Grafiche Antiga spa, NATURART ogni anno contribuisce a risparmiare: circa 460.000 Kg di CO2 , 750.000 Kwh di energia elettrica, 40.000 Kg di inchiostri tossici.

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Sognare a teatro Dreaming Together

By working with Menegazzo and Grafiche Antiga spa, NATURART each year helps to save: approximately 460,000 kg of CO2, 750,000 kWh of electricity, and 40,000 kg of toxic inks.

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Via Forra di Castelnuovo,86 51034 Casalguidi (PT) - Serravalle P.se Tel/Fax+39 0573 527180 - Cell.+39 335 7225632/3

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Aleandro Roncarà e il suo Pop The Pop Art of Aleandro Roncarà

Il cuore Jazz di Pistoia The Jazz Heart of Pistoia

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Il costumi della Satoria Monaco The Costumes of Sartoria Monaco

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Francesco Tonini: campione sui pattini Roller-skating Champion

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Fuoriclasse sugli sci Ski Champions Extraordinaire

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Mondiali di Clismo 2013 2013 World Cycling Championships


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Impegno sincero e grande passione per Pistoia N ATURART lo scorso gennaio ha festeggiato il secondo compleanno e, come succede alle piccole creature di quell’età, cammina già spedita. In questi due anni sono successe molte cose. Una su tutte: il perdurare della crisi economica che ha colpito il nostro paese. Pur dovendo affrontare un contesto difficile, NATURART è riuscita a crescere. Lo ha fatto grazie a tutte le persone e le aziende che hanno creduto in questo progetto culturale ed editoriale che valorizza le eccellenze di Pistoia nel mondo. NATURART oggi è una realtà riconosciuta ed apprezzata unanimemente. Un livello che si è potuto raggiungere grazie alla sensibilità e alla lungimiranza di tutti i nostri partner, professionisti, istituzioni e aziende, che hanno dimostrato di avere a cuore la ricchezza culturale e turistica della nostra provincia, di amare Pistoia e di volerla ricca di eventi e di proposte. Vorrei prima di tutto ringraziare chi ebbe con noi l’idea di realizzare questo tipo di rivista, l’art director Nicolò Begliomini. Poi il direttore, Luciano Corsini, che ha saputo guidarla con stile ed equilibrio. Ma vorrei ricordare anche tutti coloro che hanno collaborato, scrivendo articoli, fornendo foto, proponendo temi e dimostrandoci interesse e vicinanza. NATURART è diventato uno strumento riconosciuto dalle istituzioni e dalle associazioni di categoria, come veicolo di promozione del turismo e della cultura della provincia: è questo Il risultato più importante ottenuto in questi anni. NATURART è diventato così uno degli ambasciatori delle bellezze e della cultura di Pistoia e della Toscana nel mondo, fornendo un valore aggiunto alle iniziative di marketing territoriale e turismo intraprese dal territorio. Un ringraziamento speciale va a tutto lo staff della Giorgio Tesi Group, che ha contribuito in modo determinante al successo, anche organizzativo, di NATURART: dal direttore generale, Marco Cappellini, al direttore della Fondazione Giorgio Tesi onlus, Carlo Vezzosi, al responsabile dell’amministrazione Emanuele Bianchi, alla ragioniera Monica Giuntoli, alla giornalista Enza Pirrera, fino al professionista che da qualche mese si è unito a noi, il responsabile marketing e comunicazione dell’azienda, Fabio Fondatori. Infine, il grazie più sincero lo voglio dedicare ai lettori. I loro apprezzamenti ci scaldano il cuore, ci confortano e ci gratificano in questa esperienza. Nei loro elogi si rivela tutto l’amore che hanno verso questa terra. E noi siamo orgogliosi di rappresentarlo. Continueremo a farlo. Con sempre più passione e affetto, per NATURART e per Pistoia.

Fabrizio Tesi Giorgio Tesi Group www.giorgiotesigroup.it

Sincere engagement and great passion for Pistoia

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ATURART is about to turn two years old. Next January, in fact, the magazine will celebrate its second birthday and, as with young creatures that age, it is already moving briskly ahead. A lot has happened in these last two years, above all, the continuing economic crisis that has hit our country. Although facing a challenging situation, NATURART has managed to grow and has done so thanks to all the people and companies who have believed in this cultural and publishing initiative to make Pistoia’s outstanding qualities known around the world. NATURART is recognized and appreciated far and wide today at a level that has been achieved because of the insight and vision of all our professional, institutional, and business partners. They have demonstrated their love by having at heart the cultural and tourist wealth of the province of Pistoia and wishing it to be filled with happenings and ideas. I would like to thank, first of all, those who shared with us the idea of creating this type of magazine: the art director Nicolò Begliomini and then the manager Luciano Corsini, who has led with style and aplomb. However, I would also like to remember all those who have contributed by writing articles, providing photos, suggesting stories, and demonstrating their interest and support. The most important outcome in recent years is that NATURART has become recognized by institutions and associations as a vehicle for promoting tourism and culture in the province. NATURART has thus become a worldwide ambassador for the beauty and culture of Pistoia and of Tuscany, adding value to the local marketing initiatives and tourism undertaken by the area. A special thanks goes to all the staff of Giorgio Tesi Group who have contributed to NATURART’s success, including its organization: Marco Cappellini, president; Carlo Vezzosi, director of the non-profit Fondazione Giorgio Tesi; Emanuele Bianchi, administrative manager; Monica Giuntoli, accountant; Enza Pirrera, journalist; and Fabio Fondatori, who joined us a few months ago as the company‘s head of marketing and communications. Finally, I want to give my most sincere thanks to our readers whose appreciation warms our heart, gives us encouragement, and rewards us in this endeavor. Their praise reveals all the love they have for this land. We are proud to be its representative and will continue to do so, with ever more passion and affection for NATURART and Pistoia.

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Serra Pistoiese

La riscoperta della montagna morbida Il borgo medievale arroccato su una costa dell’Appennino tosco-emiliano a 850 metri sul mare, è la meta ideale per un’autentica vacanza “lenta”

TESTO Luca Parenti FOTO Marco Innocenti Lorenzo Amerighi 10


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iaggiare con lentezza è stato definitivamente consacrato come una delle tendenze più in voga nel turismo degli ultimi anni, tanto che alcune aree hanno cercato di re-inventarsi per inserirsi in questa traiettoria. Atri territori, invece, non hanno fatto altro che (far) riscoprire la loro naturale vocazione al turismo “slow”. Serra Pistoiese detiene appieno questo primato, da quando, negli anni Sessanta, veniva scelta come meta di villeggiatura da tante famiglie delle città circostanti. Oggi, come allora, non è difficile capire i motivi di questa predilezione. Il tempo qui sembra essersi davvero fermato: le giornate sono scandite dai ritmi della natura e la piazza ha saputo conservare la sua identità di luogo deputato alla socialità, offrendo una dimensione idilliaca tra

natura e cultura. Serra Pistoiese incarna davvero la meta turistica ideale dei nostri tempi, perchè, se il suo “isolamento” territoriale assicura relax autentico, un buon collegamento con le città vicine e l’installazione della WiFi ne fanno un borgo che non vuole perdere il contatto con il mondo esterno. Vivissimo centro estivo, Serra Pistoiese, grazie all’amore di paesani e villeggianti, offre innumerevoli eventi e percorsi di arte e natura da non perdere. Piccolo scrigno pieno di tesori, Serra Pistoiese è un borgo di grande fascino, che lascia i suoi visitatori a bocca aperta. I grandi spazi che la caratterizzano, infatti, permettono d’intravedere, da una parte il mare (Capo Corso e la Gorgona) e, dall’altra, le vette più alte dell’Appennino toscoemiliano (Monte Cimone, Rondinaio, Corno alle

Scale e Alpe Tre Potenze). Molte le tracce di un glorioso passato, che si ritrovano tra le viuzze del borgo antico: stemmi medicei, inusuali effigi capovolte, gigli fiorentini e monumenti ai caduti. Serra offre un percorso storico-artistico che trasuda orgoglio e vita di paese, tra guerre, lotte e cambi al potere. Di notevole interesse la Pieve di Sant’Andrea di Furfalo che si trova completamente isolata, in mezzo ad un castagneto, lungo la strada medioevale, che dal paese di Panicagliora conduce fino al castello di Serra Pistoiese. Nel 1327, il Console a vita di Lucca, Castruccio Castracani degli Antelminelli, pose sotto assedio con le sue soldatesche il castello di Serra e distrusse l’antica Pieve. Della struttura sono rimasti oggi solo imponenti ruderi. Ideale, invece, per riscoprire i sapori della cucina contadina, è l’evento “Piazzette in Festa”. Ogni anno il primo sabato dopo Ferragosto, Serra Pistoiese propone assaggi di piatti tipici: dai classici necci di farina di castagne, alla farinata di cavolo nero. E poi, corteo storico con sbandieratori, musica e intrattenimento.

a sinistra: Chiesa di San Leonardo: divisa in tre navate, conserva capitelli romanici e altari Settecenteschi. in alto: a sinistra la Rocca vista da Piazza Trieste; a destra suggestiva veduta di Via Piana. nella pagina accanto: in alto, Scorcio di una delle tante passeggiate verdi; in basso, Uno dei momenti dell’evento annuale “Piazzette in festa”. nella pagina precedente: panorama del piccolo borgo di Serra Pistoiese. Left: Church of San Leonardo: divided in three aisles, it retains the Romanesque capitals and the 17th century altars; Above: on the left, the Citadel seen from Piazza Trieste; on the right, a view of Via Piana. On the next page: above, one of the many natural trails; below, A scene from the annual “Piazzette in festa”. On the previous page: panoramic view of the small village of Serra Pistoiese. 12


Serra pistoiese

Rediscovering the gentle mountains This medieval village, perched at 850 feet above the sea on a rib of the Tuscan-Emilian Apennines, is the ideal destination for a genuinely slow vacation.

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low travel has been definitively ordained one of the hottest trends in tourism in recent years, so much so that some areas have tried to re-invent themselves so as to fit on to this track. Other areas, however, have rediscovered their natural vocation for “slow” tourism. Serra Pistoiese has shown leadership in this arena since the 1960s as many families from the nearby cities have chosen it as their holiday destination. Now, as then, it is not difficult to understand the reasons for this preference. Time seems to have truly stood still here: the days are marked by the rhythms of nature and the square has retained its character as a place for socializing, offering an idyllic realm set between nature and culture. Serra Pistoiese truly embodies the ideal tourist destination of our times because, if its “isolation” ensures true relaxation, its easy access to nearby towns and WiFi availability make it a village that has not lost contact with the outside world. A lively summer holiday resort, thanks to the villagers and the holidaymakers, Serra Pistoiese offers many not-to-be-missed events as well as tours of art and nature. A small chest filled with treasures, Serra Pistoiese is a village of great charm that leaves visitors speechless. The wide open spaces that characterize it, in fact, offer a glimpse, on one hand, of the sea (Cap Corse and the island of Gorgona) and, on the other, the highest peaks of the Tuscan-Emilian Apennines (Monte Cimone, Rondinaio, Corno alle Scale, and Alpe Tre

Potenze). Many traces of a glorious past can be found along the narrow streets of the old town: Medici coats-of-arms, unusual upsidedown images, Florentine lilies, and war memorials. Serra offers an artistic-historical tour that reveals the village’s pride and history, including wars, struggles, and changes in power. Of particular interest is the Church of Sant’Andrea di Furfalo that is completely isolated in the middle of a chestnut grove, set along the medieval road that leads from the village of Panicagliora to the castle of Serra Pistoiese. In 1327, Castruccio Castracani Antelminelli, the lifelong consul of Lucca, and his followers laid siege to the Serra castle and destroyed the ancient parish church. Today only its imposing ruins remain. Ideal, however, for rediscovering the flavors of country cooking is the event Piazzette in Festa. On the first Saturday after Ferragosto on August 15th, Serra Pistoiese offers tastings of typical dishes, from the classic necci made with chestnut flour to the farinata di cavolo nero, a type of soup. Later, there is a historical procession with flag-waving, music, and entertainment.

Istruzioni per l’uso COME ARRIVARE IN AUTO: Serra Pistoiese si trova a circa 25 chilometri (20 minuti di auto) da Montecatini Terme, da Pistoia e da Pescia, capitale toscana dei fiori. A meno di un’ora dall’Abetone e da Firenze, può essere indicata sia come meta per vacanze nel verde, sia come punto di partenza da cui visitare il nord della Toscana. IN AUTOBUS: Serra Pistoiese è facilmente raggiungibile anche con i comodi autobus di linea da Pistoia (BluBus Copit) e da Montecatini Terme (BluBus Lazzi). Orari e informazioni: www.blubus.it

Instructions for use HOW TO ARRIVE BY CAR: Serra Pistoiese is located about 25 km (a 20-minute drive) from Montecatini Terme, Pistoia, or Pescia, Tuscany’s capital city of flowers. Less than an hour from Abetone and Florence, it is both a holiday destination in the country or as a starting point from which to explore the north of Tuscany. BY BUS: Serra Pistoiese is easily accessible by the regular bus service from Pistoia (BluBus Copit) and Montecatini Terme (BluBus Lazzi). Hours and information: www.blubus.it

Per conoscere tutti gli eventi del borgo medievale: Pagina Facebook SERRA PISTOIESE To learn about all the events in this medieval village: Follow us on Facebook at SERRA PISTOIESE

www.serrapistoiese.it 13


Gioia di forme TESTO Claudia Becarelli FOTO Foto Rosellini

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Arte “antica” e moderna al Palazzo Comunale di Montecatini Terme

tripudio di colori Costruire, sapere, lavorare nella pace. Dall’opera del fiorentino Galileo Chini agli artisti del MO.C.A 15


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asseggiando lungo il viale Verdi ci si imbatte nella mole del municipio, che, situato su un’altura artificiale, pare competere per monumentalità coi prestigiosi stabilimenti termali e ricettivi costruiti a partire dal tardo Settecento. I “‘Regi Bagni di Montecatini” erano infatti un comune giovane, istituito solo nel 1905 per distacco dall’avito castello (oggi Montecatini Alto), quando, a seguito dello sviluppo ottocentesco e del clima mondano della Belle Epoque, la città d’acque era divenuta meta di una clientela internazionale. Proprio agli inizi del Novecento lungo lo storico “stradone dei Bagni” sorgevano nuove strutture termali, ricreative e commerciali, ad opera dell’imprenditore Pietro Baragiola e del suo architetto di fiducia Giulio Bernardini. Quando nel 1911 fu affidata la progettazione del palazzo in stile storico eclettico al montecatinese Raffaello Brizzi, era chiaro l’intento di arricchire la scena urbana con un’opera degna della prosperità e gaiezza del luogo. La costruzione, iniziata nel 1912, fu solo rallentata dagli eventi bellici, tantoché nel 1918 si lavorava di buona lena alle decorazioni dell’interno: un tripudio di stucchi, affreschi, vetrate, sculture dove nulla è lasciato al caso. Sul pianerottolo dello scalone, vera e propria cascata di pietra, il busto del Bararagiola (morto nel 1914) e l’iscrizione dedicatoria a Luigi Righetti, l’ingegnere comunale che diresse i lavori, introducono alla galleria di uomini benemeriti per la ville d’eaux (fra cui lo stesso Bernardini), effigiati nei busti sopraporta del piano nobile. Ma 16

soffermandosi al piano terra i due cortili interni coperti da lucernario, perfettamente simmetrici rispetto al vano scale, rivelano un’inaspettata gioia di forme e di colori. Tanto i vetri dei velari al soffitto tanto quelli degli sportelli –tutti opera della rinomata manifattura “Fornaci di San Lorenzo” di Galileo Chini- rimandano alla originaria funzione dei due saloni. In quello di sinistra, in origine esattoria, la luce cala attraverso lo stemma comunale, mentre in quello delle Regie

Poste, a destra, esalta la croce dei Savoia. Gli emblemi del lavoro (come la vanga con spighe di grano) impressi “a gran fuoco” negli sportelli vetrati del primo e quelli della comunicazione postale (come la busta e il telegrafo) in quelli del secondo sono replicati nei soprastanti affreschi dei rispettivi ballatoi. Qui, fra candelabre color rosso vivo su fondo verde, si scorge la firma del celebre pittore fiorentino che nel 1920, anno dell’inaugurazione del palazzo, eseguì anche il ciclo ‘a fresco’ della volta che sostiene il


lucernario dello scalone. Dal velario centrale (posto in opera come gli altri due sino dal 1918) il putto neorinascimentale, tipico del repertorio chiniano, pare dialogare con le otto figure allegoriche dei pennacchi, che, due per lato, incarnano i motti delle rispettive lunette: “Costruire, sapere, lavorare nella pace”. Ossia i valori alla base di una società prospera e armoniosa, nella quale Chini credeva e della quale la Flora-Pace, che leggiadra reca fiori, pare essere la più accattivante interprete.

pagina di apertura: volta dello scalone e velario con putto centrale. Sopra: volta affrescata da Chini con decori classicheggianti nelle lunette e nelle unghie, nei pennacchi con le allegorie del “Sapere”, del “Costruire”, “Lavorare”, “Nella pace”. In dettaglio a fianco la Flora-Pace e sopra la madre pastora. Pagina a canto: facciata del Palazzo comunale.

Previous page: vault above the staircase and the glass ceiling with a putto in the center. Above: vault frescoed by Chini with a mock-classical decoration in the lunette and the sides of the pendentives depicting the allegories of “Learning, “Building”, “Working”, and “Peace”. A detail of Flora-Pace and a caring mother. Previous page: façade of the town hall. 17


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ENOTECA GIOVANNI

GOURMET CUISINE & FINE WINE VIA GARIBALDI, 25/27 51016 MONTECATINI TERME (PISTOIA) TEL. +39 0572 71.695 - FAX +39 0572 73.080 INFO@ENOTECAGIOVANNI.IT

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Ancient and modern art of the Montecatini Terme Town Hall

A delight of shapes, a riot of colors To build, to learn, to work in peace, the great work of the Florentine Galileo Chini

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alking along Viale Verdi, we find situated on an artificial elevation the town hall whose mass seems to compete for monumentality with the prestigious spas and hotels that were built beginning in the late eighteenth century. The “‘Regi Bagni di Montecatini”, or the Royal Baths of Montecatini, was in fact a new town, having been established only in 1905 upon separating from the ancestral castle (today Montecatini Alto). At that time, following its growth in the nineteenth century and the mondain atmosphere of the Belle Époque, this city of the waters was the destination of an international clientele. At the beginning of the twentieth century, new recreational commercial, and spa facilities arose on the historic “stradone dei Bagni”, or Spa Row, the work of entrepreneur Pietro Baragiola and his trusted architect Giulio Bernardini. In 1911, the design of a building in the historical eclectic style was entrusted to Montecatini resident Raffaello Brizzi; the intention was clearly to enrich the urban scene with a work worthy of the town’s prosperity and vitality. Begun in 1912, construction was slowed by the war; until 1918, work on the interior decorations proceeded at a good pace: a triumph of stuccoes, frescoes, stained glass, and sculptures where nothing was left to chance. A bust of Bararagiola (who died in 1914) and a dedicatory inscription to Luigi Righetti, the town engineer who directed the work, are found on the staircase landing, a veritable stone waterfall. They introduce this gallery of praiseworthy men (which also includes Bernardini) of this ville d’eaux, which is depicted in the busts above the doors on the piano nobile. Yet stopping on the ground floor, the two internal courtyards, covered by a skylight, perfectly symmetrical with respect to the stairwell, reveal an unexpected joy of shapes and colors. Both the glass ceiling and the doors, all produced by the Fornaci di San Lorenzo, Galileo Chini’s renowned manufactory, refer to the original functions of the two halls. In the one to the left, originally the tax collector’s office, light enters


Pagina a canto: affreschi del ballatoio della sala delle Regie Poste con candelabre rosse, la busta e il corno del postiglione. A canto: vetri con emblemi postali negli sportelli della sala delle Regie Poste. Le vetrate della sala della ex esattoria con gli emblemi del lavoro e del risparmio (la botte, il trasporto navale, le monete). Previous page: gallery frescoes from the hall of the Royal Mail with red candelabra, envelope, and posthorn. To the side: Windows with postal emblems of the doors of the hall of the Royal Mail. The windows in the hall of the tax collector with emblems of work and savings (a cask, a ship, and coins).

through the municipal coat of arms, while, to the right, the hall of the Royal Mail glorifies the cross of Savoy. There are “high-fire” imprints of work emblems (e.g., a spade with ears of wheat) on the glass doors of the first hall and postal communication emblems (e.g., an envelope and a telegraph) on those of the second hall. These emblems are replicated in the frescoes above the respective galleries. Here, amidst the bright red candelabra on a green background, the signature of the renowned Florentine painter can be seen. In 1920, the year of the palace’s inauguration, he also carried out the fresco cycle on the vault that supports the skylight over the stairs. From the central glass ceiling, (installed in 1918, like the other two), the neo-Renaissance putto, typical of Chini’s repertoire, seems to converse with the eight allegorical figures on the pendentives that, two to a side, embody the mottos of their lunettes: “Costruire, sapere, lavorare nella pace” “To build, to learn, to work in peace” – namely, the fundamental values ​​ of the prosperous and harmonious society in which Chini believed and of which the Flora-Pace, gracefully scattering flowers, seems to be the most captivating exponent.

Galileo Chini (1873-1956)

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ato a Firenze, fu pittore di gran voga e fama internazionale per decorazioni a fresco, in ceramica o vetro di edifici pubblici e privati, attivissimo a Firenze, Pistoia, Montecatini, Viareggio. Ai ‘Regi Bagni’ era noto anche per il punto vendita della “Fornaci di San Lorenzo” – la manifattura ceramica fondata nel 1906 col cugino Chino Chini - situato nel padiglione dei sali delle Terme Tamerici sul viale Verdi. Sulla sua facciata Galileo è effigiato in veste di artigiano rinascimentale in un bassorilievo di Domenico Trentacoste (1902).

B

orn in Florence, Chini was a very fashionable painter of fresco, ceramic, and glass decorations for public and private buildings and was very active in Florence, Pistoia, Montecatini, and Viareggio. At the Regi Terme, he was also known for the eaves of the sales pavilion of salts at the Tamerici Spa, located within walking distance on Viale Verdi. The “Fornaci di San Lorenzo” - the ceramic manufactory he founded in 1906 with his cousin Chino Chini - had a shop in the small, Liberty building. On its façade, Galileo Chini is portrayed as a Renaissance craftsman in a bas-relief by Domenico Trentacoste (1902 ). 19


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I talenti del nostro tempo hanno una nuova casa

MO.C.A. Montecatini Terme Conteporary Art Nell’antico Municipio, artisti di fama internazionale TESTO Emanuel Carfora

A

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Montecatini Terme il 4 dicembre 2012 è stato inaugurato un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea: MO.C.A. Una galleria civica dove finalmente è raccolta una inedita biografia culturale della città, presentata al visitatore attraverso 37 opere d’arte - 32 dipinti e cinque sculture - che testimoniano il legame fra Montecatini Terme e il circuito artistico internazionale. La sede scelta per il MO.C.A., baricentrica rispetto alle principali attrattive della città, non poteva essere più adatta: al piano terreno del Palazzo Comunale, un tempo sede delle Regie Poste. I lavori di ristrutturazione degli ambienti e il restauro delle decorazioni e vetrerie di manifattura Chini hanno restituito decoro a uno dei gioielli del liberty toscano, oggi scenografia ideale per l’itinerario di visita. Nell’ingresso del MO.C.A. domina il grande dipinto “Vita di Pietro Annigoni”, emblema del contrasto tra il bene e il male, opera esemplificativa della critica che l’artista muoveva nei confronti di una società proiettata verso il consumismo e il conformismo. Nelle prime sale sono esposte opere di grandi artisti come Antoine Claraz,

Salvatore Fiume, Umberto Buscioni. Di assoluto interesse sono le rappresentazioni della città di Montecatini Terme, restituite dall’estro di numerosi pittori, fra questi Walter Piacesi, Mino Maccari, Antonio Possenti, Sigfrido Bartolini, Alberto Manfredi, Orfeo Tamburi. È la città raffigurata dagli artisti che hanno unito le loro biografie a quella di Montecatini. Nella grande sala centrale trovano spazio anche le recenti acquisizioni, in particolare le opere donate da Fabio De Poli, Zeb, Sossio, Marco Lodola, Enrico Visani, Massimo Biagi. Questa originale operazione culturale trova il suo definitivo compimento nell’ultima sala, che sarà dedicata a Carlos Franqui, dove è rievocato un grande evento-omaggio culturale: il Mayo Mirò di Montecatini Terme (1980). Sono presenti, infatti, le opere di tre artisti che parteciparono a quella manifestazione (Edouard Pignon, Antoni Tapies, Luis Cuevas), ma soprattutto il celebre capolavoro di Joan Mirò, a chiusura del percorso espositivo: “Dona Voltada d’un Vol d’Ocells” (1980). Fra i cinque dipinti più grandi realizzati dal maestro catalano, la tela fu dipinta appositamente per essere donata alla città di Montecatini Terme (sul retro della tela è presente la dedica). Un quadro che forse più di altri rappresenta l’energia e la vitalità di Mirò, oggi opportunamente restituito allo sguardo di un pubblico internazionale.

n alto: MO.C.A, particolare delle finestre; nella pagina accanto: in alto, la grande opera Dona Voltada d’un Vol d’Ocells di Joan Mirò; in basso: Bruno Ialuna, assessore alla cultura di Montecatini Terme. Above: MO.C.A., detail of the windows. Following page: above: Joan Mirò’s large work, Woman Wrapped in a Flight of Birds. Below: Bruno Ialuna, Councilor for Cultural Affairs, Montecatini Terme


Il progetto “linea rossa” pensato dall’assessore alla cultura Bruno Ialuna

A

ssessore Ialuna, perché la Città di Montecatini Terme ha deciso di investire sull’arte? E’ sicuramente un modo per rilanciare l’immagine della città e per rinnovare l’offerta turistica. Stiamo realizzando un percorso culturale che da Montecatini Alto incontra le sculture mobili della pineta, passa dal MO.C.A. e arriva alla galleria MCTerme, anche questa aperta recentemente: dall’arte sacra all’arte urbana. Verrà presentata, infatti, una linea metropolitana pedonale: la linea n.1, rossa, sarà quella della cultura. Quale è la collocazione del nuovo Moca in questo progetto culturale? Con il restauro dello spazio espositivo abbiamo restituito alla città un’ala del palazzo civico con le decorazioni di Galileo Chini. Il gioiello è il quadro di Mirò, ma il MO.C.A. raccoglie opere di proprietà del Comune che hanno un significato importante per la storia culturale della città: testimoniano il passaggio di grandi artisti. Abbiamo dato la giusta collocazione al dipinto di Annigoni e, attraverso l’aula didattica, vogliamo promuovere questo patrimonio, coinvolgendo i bambini e le scuole. Il solo Mirò vale una visita a Montecatini Teme. Come avete ottenuto questo dipinto? Merito di Carlos Franqui, caro amico di Mirò. Franqui, dopo aver lasciato Cuba, visse per alcuni anni a Montecatini e nel 1980 propose di realizzare il Mayo Mirò: un evento straordinario. In quella occasione Franqui donò alla città il celebre “Donna avvolta in un volo d’uccelli”. Dopo questa mostra il quadro fu posto nella sala consiliare senza essere valorizzato. Oggi nel MO.C.A ha finalmente la sua collocazione ideale.

The Red Line Project of the City Councilor for Cultural Affairs, Bruno Ialuna

M

r. Ialuna, why has the City of Montecatini Terme decided to invest in art? It’s definitely a way to boost the city’s image and to revitalize what we offer to tourists. We are building a cultural rout that goes from Monteca-

tini Alto, past the mobile sculptures of the pine forest and passes by MO.C.A. to arrive at the also recently opened MCTerme Gallery, from sacred art to urban art. In fact, a pedestrian line for culture will be introduced: the red Line 1. What is the new MO.C.A.’s position in this cultural venture? With the exhibition space restored, we given back to the city a wing of the town hall with decorations by Galileo Chini. The jewel in the crown is Miró’s painting but the MO.C.A. has gathered city-owned works that have great meaning to the city’s cultural history, bearing witness to a progression of great artists. We have given Annigoni’s painting a proper setting and, through the classroom, we would like to promote this heritage by involving children and schools. The Mirò alone is worth a visit to Montecatini Terme. How did you come to have this picture? The credit goes to Carlos Franqui, a close friend of Miró’s. After leaving Cuba, he lived for some years in Montecatini. In 1980, he offered to produce the extraordinary Mayo Mirò event. On that occasion, Miró donated to the city his famous Woman Wrapped in a Flight of Birds. After the exhibition, the painting was placed in the council chamber without being shown to its advantage. Today, in MO.C.A., it finally has its ideal setting. 21


Talents of modern times have a new home

MO.C.A. Montecatini Terme Conteporary Art Internationally renowned artists in the town hall

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n 4 December 2012, a new space opened in Montecatini Terme that is dedicated to contemporary art: MO.C.A.. The unpublished cultural biography of the city has at long last been gathered in this municipal gallery where the visitor is introduced to 37 works of art - 32 paintings and 5 sculptures - that illustrate Montecatini Terme’s ties to the international art circuit. The site chosen for the MO.C.A., the focal point of the city’s main attractions, could not be more fitting: the ground floor of the town hall, formerly the seat of the Regie Poste, or the Royal Post. The work to renovate the rooms and to restore the Manifattura Chini decorations and glass fixtures has restored the dignity of a jewel of Tuscan Liberty and is now the ideal backdrop for the visit’s itinerary. Pietro Annigoni’s large painting Life dominates the MO.C.A. lobby, emblem of the conflict between good and evil, a work illustrative of the criticism that the artist was moving towards a society thrown in the direction of consumerism and conformism. In the first rooms,


works are exhibited by such great artists as Antoine Claraz, Salvatore Fiume, and Umberto Buscioni. Of particular interest are the representations of the city of Montecatini Terme, reinstated by the talent of many artists, including Walter Piacesi, Mino Maccari, Antonio Possenti, Sigfrido Bartolini, Alberto Manfredi, and Orfeo Tamburi. It is the city as depicted by the artists whose life stories have been bound to that of Montecatini. In the large central hall, space has also been set aside for recent acquisitions, particularly the works donated by Fabio De Poli, Zeb, Sossio, Marco Lodola, Enrico Visani, and Massimo Biagi. This unique cultural act has found its perfect conclusion in the last room, which will be dedi-

cated to Carlos Franqui, where a great cultural tribute-event is evoked: the Mayo Mirò of Montecatini Terme (1980). In fact, there are works by the three artists who participated in that event (Edouard Pignon, Antoni Tapies, and Luis Cuevas) but, above all, Joan Mirò’s famous masterpiece at the end of the exhibition: Woman Wrapped in a Flight of Birds (1980). One of the Catalan master’s five largest paintings, it was made expressly as a donation to the town of Montecatini Terme (the dedication is on the back of the canvas). It is a picture that, perhaps, more than any other represents Miró’s energy and vitality, which today has rightly returned to the gaze of an international audience.

asopra: la sala centrale del percorso espositivo. sotto in senso orario: Messicani, 1986 di Luis Cuevas; Figure, 1986 di Tapies Antoni; Vita di Pietro Annigoni. Above: main exhibition room. Below (clockwise): Mexicans, 1986, Luis Cuevas; Figures, 1986, Tapies Antoni; Life, Pietro Annigoni

MO.C.A.

Viale Verdi, n. 46, Montecatini Terme Orari apertura: Venerdì: 15.30-18.30 Sabato e Domenica: 9.30-12.30 e 15.30-18.30 Opening hours: Friday: 3:30 p.m. to 6:30 p.m. Saturday and Sunday: 9.30 a.m.-12.30 p.m. and 3.30 p.m.-6.30 p.m.

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L’olio del Pistoiese consumato a chilometro zero

Scia dorata Prodotto da 7 mila aziende su altrettanti ettari coperti dagli olivi. Riconoscimenti di ottima qualitĂ

TESTO Raethia Levi FOTO Fabrizio Antonelli

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sinistra e sotto: alcuni momenti della brucatura. sotto, da sinistra a destra: le diverse fasi della lavorazione delle olive nella pagina accanto: dettaglio della brucatura Below and to the left: harvesting olives; Below, from left to right: the various steps in olive oil production; On the previous page: close-up of harvesting olives

L

a scia dorata dell’olio pistoiese vale molto, anche sotto l’aspetto sociale. È, forse, questa la peculiarità di un movimento in grado di impegnare oltre 7 mila aziende, per lo più piccole e in maggior parte composte da amatori e pensionati. Se si aggiungono, poi, le caratteristiche qualitative dell’olio prodotto nel Pistoiese, si intuisce quante persone ci siano dietro ogni singolo chilogrammo. Tanti i tecnici esperti che lavorano in campo e in frantoio; molti i frantoi fra professionali e aziendali: se ne contano più di cento, e numerosa è la processione di cittadini che si servono dal proprio produttore di fiducia per accaparrarsi “l’olio del contadino”. Tutto l’olio pistoiese è inserito dell’ “indicazione geografica protetta Toscana” che garantisce la sua rispondenza alle caratteristiche di qualità e tipicità, attestata da specifiche commissioni di assaggiatori esperti. C’è anche una sottozona territoriale, quella del Montalbano, dove l’olio è stato riconosciuto unico per le proprie caratteristiche.

Le olive locali vengono spremute per l’auto consumo e non molto esce dalla provincia, anche se alcune aziende imbottigliano il prodotto per la vendita nella regione. È, senza dubbio, un bene per la qualità perché protegge i consumatori dall’acquistare prodotti senza provenienza certa. Questione, pure, di quantità e di abitudini: da una parte c’è una provincia che dedica quasi 7 mila ettari all’olivicoltura, dall’altra c’è la pratica dei pistoiesi di reperire subito quanto prodotto in zona. La tradizione ha dato radici solide a tutto il movimento di appassionati. Se Pescia è diventata, col tempo, la patria della produzione di olivi, non è certo un caso. Come non lo sono l’oltre un milione di alberi sottoposti a raccolta ogni anno che hanno un ruolo fondamentale nel paesaggio rurale, ormai divenuto classico delle colline attorno alla provincia di Pistoia. Moraiolo, Frantoio, Leccino, così si chiamano le “cultivar” storicamente più utilizzate: sono diventate parole riconosciute da tutti. Perché qua si parla come si mangia.

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Pistoia’s Olive Oil Used Locally

Golden trail 7 thousand producers with an equal number of hectares covered by olive trees. Recognitions of excellent quality

T

he golden trail of Pistoia’s olive oil is worth much, also from a social point of view. This is, perhaps, the peculiarity of a movement that involves more than 7,000 producers who are mostly small and mostly made up of amateurs and retirees. If you then add the quality of the olive oil made in the Pistoia area, you realize how many people are behind each kilogram produced. There are many technical experts who work the fields and the oil mills; many of the latter are for commercial or strictly personal use. There are more than one hundred oil mills, and the stream

is unending of citizens who use their own trusted producer to get “olive oil from the farmer”. All of Pistoia olive oil falls under the designation of “indicazione geografica protetta Toscana”, or “protected geographical indication Tuscany”, which guarantees that it meets requirements for its quality and unique characteristics as demonstrated by specific committees of expert tasters. There is also the sub-regional Montalbano olive oil that has been recognized for its unique features. The local olives are pressed for personal use and so, not much oil leaves the province, although there are producers with the capacity to bottle it for sale in the region. Owing to its quality, the oil is certainly an asset because it protects consumers from buying products of uncertain origin. It is also a question, of quantity and habits. On one hand, there is a province with almost 7,000 hectares dedicated to olive trees; on the other is the Pistoian practice of immediately finding what has been produced in the area. The tradition has deep roots to the entire movement of enthusiasts. If, over time, Pescia has become the home of olive-tree production, it is not by chance. Nor is it chance that the more than one million trees harvested each year play a vital role in the, by now, classic rural landscape of the hills surrounding the province of Pistoia. Moraiolo, Frantoio, and Leccino are the names of the cultivars most widely used historically: words that are now recognized by everyone. Because here, we talk about what we eat.

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Bacco sta qui Bacchus is here Carlo Lavuri

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Via Provinciale 154/G 51031 Agliana (PT) - ITALIA Tel. +39 0574 751125 / 0574 751366 Fax 0574 677777

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All’Enoteca di Agliana entrando non si vede, ma da qualche parte, invisibile sta li, il dio Bacco e osserva compiaciuto lo staff Lavuri, che si muove, competente, con naturale compostezza fra i molti vini di alta qualità. La filosofia dell’enoteca è quella di favorire gli acquisti consapevoli, qui si dedica grande attenzione alla conoscenza sia dei pregi, sia della storia, sia delle ragioni per cui i vini vanno degustati, abbinati e amati. Perchè di vero amore si tratta quello che c’è tra Carlo Lavuri e il prodotto che sceglie e propone, tenendo sempre in grande considerazione il gusto personale di chi a lui si rivolge. Parliamo di un raffinato conoscitore anche del territorio e del mercato che, accoglie la clientela in un vero crocevia di appassionati, produttori, collezionisti. Questo luogo offre anche la consultazione di testi attinenti, degustazioni e cultura. Molti altri prodotti alimentari, presenti sugli scaffali, selezionati con meticolosa cura, sono di eccelsa qualità. Scoperte gastronomiche che fanno matrimoni perfetti con i migliori vini.

At the Enoteca Carlo Lavuri of Agliana you don’t notice as you enter, but somewhere, invisible, is the God Bacchus; he observes, delighted, as the competent and naturally composed Lavuri staff moves around among the many high quality wines. The philosophy of the wine room is threefold: to favor carefully chosen products, an emphasis on the knowledge of the quality and history of the wines, whether for tasting or for combining with certain foods, and love, because it is with true love that Carlo Lavuri chooses and proposes his products, always taking into consideration the personal taste of the customer. This involves a refined export of the market’s territory, attracting its clientele in a true crossroads of wine lovers, producers, and collectors. Here one can also experience consultations of related texts, tasting and culture. Many other food products meticulously selected and of exceptional quality, are present on the shelves here: gastronomic discoveries that blend perfectly with the best wines.



Piteglio

Il mito templare tra storia e leggenda A spasso in un borgo incantato, perso nella magia del tempo e nella forza dell’allegoria

TESTI Francesca Rafanelli FOTO Nicolò Begliomini 30


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a sinistra: una veduta del borgo. sotto, da sinistra a destra: reliquia del “Latte della Madonna”; simboli ritrovati nell’Antica Pieve. nella pagina accanto: “un templare” all’altare della Compagnia” nella pagina d’apertura: corte della Pieve di Santa Maria Assunta. Left: a view of the village. Below, from left to right: relic of the “Milk of the Madonna”, rediscovered symbols of the old parish church. Following page: a “templar” knight at the company’s altar. Opening page: courtyard of the Parish Church of Santa Maria Assunta.

I

l legame di Piteglio con la storia templare fa riferimento ad indizi presenti nel territorio e nella tradizione popolare e devozionale, ancora oggetto di studio e d’indagine storica. Il primo segno si manifesta con l’arrivo in paese della reliquia del “Latte della Madonna” che una memoria popolare racconta esser stata portata da un cavaliere crociato, forse proprio un templare, che nel 1266 si era fermato nel castello dei conti Guidi, nel luogo dove oggi sorge la pieve di Santa Maria Assunta. La reliquia, oggetto di culto nel periodo tardo medievale e nei secoli successivi, fu collocata nella cappella del “Latte della Madonna”, al centro dell’altare entro una struttura lignea, descritta dalle cronache del tempo in forma del Tempio di Salomone. Una tela settecentesca, con la particolare iconografia, unica nel suo genere, della Madonna con il Bambino che mostra la sacra ampolla, copriva durante l’anno la reliquia. Alla cappella si accede ancora oggi attraversando un arco percorso

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da elementi simbolici quali fleur de lis, conchiglie iacopee, fichi, che culminano al centro nel dualismo di un volto femminile e di uno maschile. Un culto al femminile, quello della reliquia del Latte, che sembra collegarsi alle antiche tradizioni pagane, quando forse anche Piteglio celebrava il culto della grande Madre Terra, coadiuvato da una polla galattofora, o fonte lattaia, che la tradizione collocava sotto il campanile. A questo potrebbe riferirsi la particolare iscrizione Abissus Gratiae dell’altare della Compagnia, contigua alla torre campanaria. Altri elementi dal carattere simbolico sono i sinistri volti posti ad ornamenti di stemmi o sacri arredi che hanno l’aspetto di Bafometto o Baphomet, l’idolo pagano venerato dai templari. Anche la vicina pieve della Santissima Annunziata o Pieve Vecchia presenta alcuni particolari indizi. Fino alla seconda metà del secolo XX, ed in parte ancora oggi, ogni lunedì dell’Angelo il sacerdote, dal pulpito esterno, benediva la Val di Lima

mostrando la reliquia del Latte ed intonando per tre volte, insieme al popolo, il “Monstra te esse Matrem”, l’inno che San Bernardo, il compilatore delle regole dell’ordine, rivolse alla Vergine. Sulla parete esterna si notano un nodo di Salomone e più in basso una vecchina che fila, con simboli e criptiche lettere. All’interno le pareti sono percorse da sedute in pietra, ciascuna indicata da una rosa a cinque petali. La devozione verso San Bernardo vide il culmine all’inizio del secolo XVIII quando il prelato piteglino Taddeo Giovannini fece costruire, nell’attuale piazza Guermani, un oratorio dedicato all’Abate di Chiravalle al cui interno collocò una reliquia del santo. L’oratorio, non più esistente, è ricordato dal 2007 da una scultura dell’artista Dorando Baldi. Qualunque sia oggi il modo di porsi di fronte ad un simbolo, una data, una tradizione popolare e devozionale, di fatto Piteglio ci consegna un’affascinante e talvolta misteriosa lettura di un luogo. Un posto dove perdersi nella storia.


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Una Montagna di divertimento A Mountain of fun

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Piteglio

The Templar myth Between history and legend Strolling in an enchanted village, lost in the magic of time and in the depths of allegory

P

iteglio’s link with Templar history refers to evidence in the area and in the folk and devotional tradition, still the subject study and historical inquiry. The first sign was revealed with the arrival in town of the relic of the Milk of the Madonna that a folk memory tells of its being brought by a crusader, perhaps a Templar, who, in 1266, had stopped at the castle of the Guidi Counts, on the site where the parish church of Santa Maria Assunta now stands. The relic, an object of worship in the late Middle Ages and in the successive centuries, was placed in the chapel of the Milk of the Madonna, in the center of the altar, inside a wooden structure described in chronicles of the times as being in the form of the Temple of Solomon.

A unique eighteenth-century painting, with the particular iconography of the Madonna and the Child, who displays the holy cruet, covers the relic throughout the year. Still today the chapel is entered through an arch covered with such symbolic elements as fleur-de-lis, Jacobean shells, and figs, which culminate at the center in the dualism of a female and a male face. The relic of the milk is a feminine cult that seems to be linked to ancient pagan traditions, from perhaps when Piteglio celebrated the cult of the Great Mother Earth, assisted by a galactophorous spring or milk source that tradition has placed under the bell tower. The unusual inscription Abissus Gratiae on the Company’s altar, immediately adjacent to the bell tower, may refer to this. Other symbolic elements are the sinister faces ornamenting the coats-of-arms or sacred vessels that look like Baphomet, the pagan idol worshiped by the Knights Templar. The nearby church of the Santissima Annunziata, or the old parish church, also has some unusual signs. Until the second half of the twentieth century, and to some extent still today, every Monday of the Angelus, the priest blessed the Lima Valley from the exterior pulpit, showing the relic of the milk and chanting three times, along with the people, the Monstra te esse Matrem, the hymn dedicated to the Virgin by St. Bernard, the compiler of the order’s rules. On the outside wall, we find a Solomon’s knot and, below, an old woman spinning, with cryptic symbols and letters. Inside, the walls are lined with stone seats, each indicated by a five-petaled rose. The devotion to St. Bernard reached its height in the early eighteenth century when Piteglio’s prelate Taddeo Giovannini had an oratory built in the modern-day Piazza Guermani and dedicated it to the Abbot of Clairvaux; a relic of the saint was placed inside. In 2007, the oratory, no longer extant, was remembered in a sculpture by the artist Dorando Baldi. Whatever is today’s way of standing before a symbol, a date, or a popular and devotional tradition, Piteglio has indeed given us a fascinating and sometimes mysterious interpretation of a place where one can get lost in history.

a sinistra: “Madonna con bambino”, tela del ‘700 sita nella Pieve di Santa Maria dell’Assunta. Left: “Madonna with Child”, 18th-century painting from the Parish Church of Santa Maria Assunta. 35


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Il gioco delle coincidenze

È

suggestivo immaginare un sottile fil rouge, che attraversa la storia templare giocando con alcune date e simboli legati a Piteglio. Per fare solo alcuni esempi: la fondazione dell’oratorio di San Bernardo da Chiaravalle risale al 1703, quarto centenario dello Schiaffo di Anagni, l’inizio della fine dell’ordine; la sua consacrazione al 1707, quarto centenario dell’arresto dei Templari a Parigi; la lapide commemorativa al 1710, quarto centenario della fine dei cavalieri di Cristo. La “Vecchina che Fila alla Pieve Vecchia”, è stata da alcuni studiosi interpretata alla luce di un simbolismo templare. Le lettere WGN tradotte come W (o così come) Gesù Nazareno e le successive MJB come (de) Molay Jaques Bartolomeus, ultimo Maestro dell’ordine considerato dai suoi seguaci un secondo Messia. Il cuore centrale rimanderebbe ai Rosacroce, quale rappresentazione della conoscenza colpita da un dardo che la riporta verso il basso alla dimensione materica. La “Vecchina che fila la rocca” potrebbe allora essere un armato che brandisce una spada, nell’atto di puntarla verso l’alto, come se volesse rielevarsi dalla caduta.

A game of coincidence

P

laying with some dates and symbols related to Piteglio, it is interesting to imagine and trace the subtle common thread that runs through a history marked by a recollection of the Templar story. To give just a few examples. The foundation of the Oratory of San Bernardo da Chiaravalle dates back to 1703, the quadricentenary of the Schiaffo di Anagni, or the Slap of Anagni, which marked the beginning of the order’s end. The oratory was consecrated in 1707, the fourth centenary of the Templars’ arrest in Paris. There is a commemorative plaque from 1710, the 400th anniversary of the end of the Knights of Christ. Some scholars have interpreted the figure in the old parish church of the old woman spinning in the light of Templar symbolism.The letters WGN have been translated as W (or like) Jesus of Nazareth and the subsequent MJB as (de) Molay Jaques Bartolomeus, the last master of the Order and considered a second Messiah by his followers. The central heart could refer to the Rosicrucians whose representation of knowledge struck by a dart that returns it to a material plane. The old woman spinning the distaff could thus be an armed man wielding a sword, in the act of pointing it upward, as if rising again after the Fall.

in alto: simboli incisi sulle mura dell’Antica Pieve. sopra: ritratto di templare. a sinistra: particolari della reliquia del “Latte della Madonna”. Top of the page: symbols engraved in the walls of the old parish church. Above: a portrait of a Templar knight. Left: details of the relic of the “Milk of the Madonna”. 37


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Giaccherino, ex Convento del XV secolo

Privilegiato monastero

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degli Osservanti Francescani Restaurato e recuperato diventerà luogo d’accoglienza e d’importanti eventi

TESTI Lorenzo Cristofani FOTO Fabrizio Antonelli

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N

ell’ex convento di Giaccherino si lavora con notevole impegno e con l’apporto tecnico e altamente scientifico degli esperti del ministero dei Beni Culturali e della Sovrintendenza. Si pensa che le varie ristrutturazioni possano essere terminate entro il 2013, dopo di che, l’antico edificio potrà diventare una struttura prestigiosa per organizzare in città eventi pubblici e privati, ospitare esposizioni e convegni. L’antico convento di Giaccherino sorge sull’omonimo colle, in una privilegiata posizione da cui si domina tutta la piana della Toscana centrale racchiusa dai profili sinuosi degli Appennini e del Montalbano. Ai piedi del colle passava un’antica via consolare romana. Il panorama arriva, nelle giornate terse, fino a Firenze e tutto l’ambiente è caratterizzato da una raffinata cornice di oliveti, vigneti, cipressi imponenti e immerso in un silenzio suggestivo. Quasi la stessa atmosfera delle epoche passate, quando la struttura era, di fatto, un’azienda agricola integrata, autonoma nell’approvvigionamento del cibo, dell’acqua e dei medicinali . L’eremo, inizialmente piccolo e umile, è stato edificato agli inizi del ‘400 per volontà di un nobile pistoiese della famiglia Panciatichi che decise, come segno di devozione e pentimento per l’attività di usuraio, di fare un dono alla Chiesa. Il complesso è stato una delle principali sedi degli Osservanti Francescani, un faro per la cultura religiosa e la fede. Vi sono usciti predicatori apostolici di fama, tra cui anche un padre autore del primo dizionario mai composto di arabo-italiano. Oratori che hanno consolidato il consenso della chiesa, e quindi anche la sua struttura di potere 42

ancora presente in Italia, con la zelante retorica e la santità della vita. O anche con l’umiltà, come testimoniò frate Marcellino rifiutando addirittura la dignità cardinalizia. Nel corso del ‘400, inoltre, il padre guardiano del convento, proprio per la saggezza e la condotta esemplare riconosciuta dalla città ai religiosi, venne scelto come arbitro per dirimere una contesa sul pagamento delle gabelle, dalle quali, fino a quel tempo, il clero era stato esente. Il padre guardiano di Giaccherino sentenziò che anche il clero venisse sottoposto al pagamento delle gabelle, fatto sorprendente se si pensa ai privilegi che ancora hanno le strutture religiose.

Durante il corso della sua storia, il convento si è ampliato e ingrandito, con aggiunte e prolungamenti, fino ad acquisire, con il fabbricato del collegio serafico di fine ‘800 - il seminario francescano - l’imponenza tutt’oggi ammirabile. Migliaia di volumi della ricca biblioteca e numerose opere d’arte sono andate perdute nel corso delle due soppressioni, quella napoleonica del 1810 e quella dello stato italiano del 1866. Oggi, è comunque possibile apprezzare le pregevoli forme dei due chiostri con loggiato, la sala nobile, il refettorio e gli interni. Di notevole interesse sono le illustrazioni delle lunette del chiostro grande, con scene della vita


di san Francesco. Proprio questo chiostro è diventato, a fine ‘800 e per decreto governativo, Sepolcreto Municipale privilegiato e si è così arricchito di interessanti monumenti funebri. Spicca tra gli altri quello della poetessa Louisa Grace-Bartolini, irlandese d’origine, inglese di nascita e italiana d’elezione, amante della letteratura e dei paesaggi toscani, che aveva costituito a Pistoia un cenacolo culturale. Definitivamente abbandonato dai frati francescani negli anni Ottanta del ‘900, diventa, come abbiamo detto, luogo d’accoglienza, utilizzato per cerimonie ed eventi particolari. E’ ancora percorribile l’antico sentiero che dalla riva del torrente Vincio sale al convento. Si tratta di un percorso processionale, molto frequentato nei secoli da pellegrini e penitenti, affiancato da quattordici tabernacoli che rappresentano le tappe della Via Crucis, a ricordo di quelle di Cristo in cammino sul monte Calvario.

Giaccherino, at one time a 15th century convent

A famous church of the Franciscan order The newly restored building will become a welcoming centre for local events

T

in alto a destra: il giardino d’ingresso del monastero; sopra: uno dei numerosi affreschi conservati nell’abbazia; nella pagina accanto: in alto, chiostro interno del convento; in basso: accesso a una sala di preghiera. Top of the page, right: garden at the entrance to the monastery. Above: one of the many frescoes in the abbey. Previous page: above, the convent’s interior cloister, below: entrance to a prayer room.

he efforts of the scientific work going on in the ex-convent of Giaccherino by the experts of the minister of cultural heritage and the superintendence are evident at first sight. It is believed that the various restorations will be completed by 2013, after which the ancient building will be able to become a prestigious centre for organizing public and private events in the city, as well as host exhibits and conventions. The ancient convent of Giaccherino soars above the hill town with the same name in a privileged position from which it dominates over the entire planes of central Tuscany enclosed by its sinuous profiles of the Apennine Mountains and the Montalbano Mountain. At the foot of the hill an ancient Roman road passes through. On clear days, the panorama extends all the way to Florence, and all of the area is characterized by a refined frame of olive groves, vineyards, imposing cypresses all immersed in a suggestive silence: the same atmosphere, more or less, of times past when the structure was an integrated agricultural businesses, autonomous in its supplying of food, water and medicines. The hermitage, initially small and modest, was built at the beginning of the 15th century at the request of a Pistoiese nobleman who decided, as a sign of devotion and penitence for the activity of usury, to make a donation to the Church. The complex was one of the principle headquarters of the observant Franciscans, a lighthouse for religious culture and faith. Famous apostolic preachers had their beginnings here; among them was a friar who became the author of the first dictionary to ever be

written in Arabic and Italian. From the oratories came zealous rhetoric that represented the power that was still present in Italy. Over the course of the 15th century, therefore, the friar/guardian of the convent, Friar Marcellino, precisely for his knowledge and his exemplary conduct recognized by the city’s religious community, was chosen as to settle a dispute over the payment of the “tallage,” land tax, from which, until that time, the clergy was absent. The friar/guardian of Giaccherino ruled also that the clergy be subject to the payment of the “tallage,” a surprising fact if one considers the privileges that still today religious structures have. During the course of its history the convent was amplified and enlarged, with additions and elongations, until finally acquiring, with the production of the seraphic school of the end of the 19th century – the Franciscan seminary – the imposing structure that is still admirable today. Thousands of volumes of the rich library and numerous works of art were lost during the course of the two suppressions; the first, being in the Napoleonic suppression of 1810, and the second being the Italian state suppression of 1866. Today, however, it is possible to appreciate the striking cloisters with the open gallery, the grand hall of the refectory and the interior. Of noteworthy interest are the illustrations of the lunettes in the large cloister with scenes from the life of Saint Francis of Assisi. For this reason the cloister became, at the end of the 19th century, and by government decrees, a city burial enriched by interesting funerary monuments. Standing out among the others is that of the poetess, Louisa Grace-Bartolini, who had Irish origins, but was English by birth and claimed Italy as her adoptive homeland, a lover of literature and Tuscan landscapes, that constituted Pistoia a cultural “Cenacolo.” Finally abandoned by the Franciscan friars in the 1980’s, its current use will become - as we have mentioned above - a welcoming centre, used for ceremonies and special events. The ancient footpath can still be travelled on today from the shore of the Vincio torrent goes up to the convent. This is a processional itinerary that has been very heavily frequented over the centuries by pilgrims and penitents, and placed next to the fourteen tabernacles that represent the stopovers of the Via Crucis, evoking Christ and the sacred Mount Calvario. 43


Restaurant - Pizzeria - Winery

Bastano poche, semplici parole per descrivere ciò che ci accomuna nel lavoro e nella vita... Amore, passione, dedizione e voglia di crescere insieme. Questi sono gli ingredienti che usiamo per cercare di rendere il nostro locale il punto d’incontro tra professionalità e familiarità. Se a tutto questo aggiungiamo materie prime selezionate come le carni provenienti dai migliori allevamenti del Piemonte, l’olio, il vino e il pecorino delle nostre colline, le patate di Montese o il riso artigianale delle cascine del novarese, ecco che avrete scoperto la ricetta che rende il nostro ristorante così accogliente. Vi aspettiamo per farvi conoscere insieme a noi tutto quello che in queste poche righe non siamo riusciti s descrivere. Leonardo e Elisa

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Just a few simple words are enough to describe what happens to us in our jobs and in life…Love, passion, dedication and desire to grow together. These are the ingredients that we use to create and render our locality a meeting point between professionalism and familiarity. If to all of this we add the primary materials such as the meets that come from the best farms of the Piemonte region, the oil, the wine and the pecorino cheese of our hills, the potatoes of Montese or the artisan rice of the farms of Novarese, this is what you will have discovered, the recipe that makes our restaurant so welcoming. We look forward to your visit to show you what in these few lines we were not able to describe. Leonardo e Elisa


Manterrà intatti sacralità, valori storici e religiosi

Nuova vita e ospitalità nell’antica abbazia L’attuale proprietà garantisce per il convento l’antico prestigio e i legami col territorio. Intervento di Alessandro Fabbrini

A

bbiamo saputo della messa in vendita, da parte dei frati, di questo bene che rischiava il decadimento e come famiglie pistoiesi ci siamo presi l’onere e l’onore, forse anche per soddisfazione personale, di renderlo alla cittadinanza. C’erano state manifestazioni di buona volontà da parte degli enti locali e del Vaticano, ma di fatto non si sono mai concretizzate. Lo spirito con cui abbiamo iniziato i lavori è stato dunque altamente conservativo, vogliamo cioè che il luogo mantenga la sacralità e i valori storici e religiosi che riassume. Intendiamo per esempio che la chiesa rimanga consacrata e sarebbe una soddisfazione se la domenica un prete potesse celebrare la funzione religiosa, proprio perché il luogo dovrebbe mantenere lo spirito con cui è nato e vissuto nei secoli. Ci sono stati infatti importanti interventi di consolidamento e manutenzione straordinaria. Alcuni di questi i lavori, eseguiti dagli esperti del ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza, altamente scientifici, termineranno nel giro di pochi mesi. Nel 2013 speriamo dunque di poter restituire una parte dell’immobile alle necessità più svariate della città, a partire dagli eventi privati e pubblici, fino a dibattiti ed esposizioni. Ci preme che il luogo possa esprimere a pieno tutto il suo prestigio, mantenendo il legame con la città. Chiederemo perciò l’aiuto alle istituzioni e a tutti gli operatori economici, ma anche alle parti politiche e religiose affinché tutto l’ambiente costituisca autenticamente uno spazio di incontro per la cittadinanza. In altre parole lavoreremo, coinvolgendo i vari portatori di interesse, a capire

quali siano le attività sostenibili rispetto agli inevitabili costi di gestione della struttura. Ovviamente serviranno attività, dall’apertura di un bar a quelle di accoglienza turistica e ristorazione, che diano la possibilità di sostenere le spese e la fruizione collettiva. Naturalmente non ci saranno attività esclusive, proprio perché le potenzialità di Giaccherino derivano dalla polifunzionalità, dalla possibilità di iniziative molteplici e contemporanee.In particolare riteniamo opportuno, noi che siamo imprenditori legati ai settori della moda, abbigliamento e confezioni, coinvolgere anche e soprattutto le imprese che operano nel verde, con cui vorremmo studiare formule e prospettive, senza escludere alcuna soluzione : il convento possiede infatti dieci ettari comprensivi di pineta, oliveto e vigneto. Si tratta di un patrimonio naturalistico tutelato che potrebbe avere anche usi produttivi, legati alla filiera corta alla qualità biologica. Non c’è in definitiva uno schema definitivo, un progetto assoluto: il complesso è grande e le ipotesi sono quasi infinite : vedremo come il tutto verrà recepito dal mondo istituzionale e privato. L’auspicio è che non ci siano reticenze ma che il dibattito e la comunicazione su ciò che diventerà questo patrimonio di tutta la città siano approfonditi.

Sacredness to be maintained along with historical and religious values

A new life and hospitality into the acent abbey The current owner guarantees the convent’s ancient prestige and links with the territory. Statement by Alessandro Fabbrini

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e found out about the mass for sale, by the friars, of this historical site that risked decay, and, like the Pistoiese families, we took the burden and the honour perhaps also for personal satisfaction - to give it back to the citizens. There had been events of good will on the part of the local authorities and of the Vatican, but they were never made concrete. The spirit with which we began the works was, for this matter, highly conservative. We would like this space to maintain its sacredness and the historical and its religious values. In 2013, therefore, we hope to be able to restore a part of the building for the various necessities of the city, from public and private events, to debates and expositions. It is fundamental for us that it be able to express its prestige to the fullest, maintaining its links with the city. There is no definitive scheme or absolute project; the possibilities are almost infinite. We will see how everything will be perceived by the institutional and private sectors, and our hope is that there are not reservations, but that the debate and the discussions regarding this patrimony of the entire city will be deepened.

in alto: sala biblioteca; a sinistra: uno dei numerosi affreschi in via di restauro. Above: library. To the left: one of the many frescoes being restored. 45


TESTO Leonardo Begliomini FOTO Archivo Fondazione Jorio Vivarelli

Jorio Vivarelli

Orchestrazioni simboliche Artista internazionale di vero mestiere

A

lla scuola d’arte di Pistoia, quando vi arrivai, oltre alla perizia tecnica, mi appassionarono le capacità che avevano gli insegnanti nel coltivare e sviluppare i talenti d’ogni allievo. Fra loro trovai Jorio Vivarelli. L’incontro con lui ebbe subito per me un significato importante: era “l’artista” per l’atteggiamento e la personalità carismatica. Incarnava, per un ragazzo di montagna quale io ero, l’ideale dello scultore: imponente, barba e capelli lunghi, come un personaggio della Scapigliatura. Jorio è nato a Fognano (1922) in una famiglia di scalpellini e dal padre Diego ha imparato a lavorare la pietra. Dopo aver frequentato la Scuola artigiana di Pistoia si iscrive all’Istituto d’arte di Firenze. E’ richiamato in guerra e dopo aver passato alcuni anni di prigionia in Bulgaria, Ungheria e Austria periodo che lo segnerà e che rimarrà sempre nei suoi ricordi, si stabilirà a Firenze dove realizzerà opere in ceramica. Successivamente, dal 1951, collaborerà con la famosa Fonderia Michelucci di Pistoia, dove avrà l’occasione di conoscere l’architetto Giovanni Michelucci, con il quale collaborerà realizzando crocefissi sia per la chiesa della Vergine a Pistoia, che per la chiesa di S. Giovanni a Firenze. 46

Molto proficuo sarà l’incontro con l’architetto Oskar Storonov, con il quale potrà affrontare le problematiche riguardanti la scultura inserita nell’urbanistica. In sua collaborazione, realizza sculture per le piazze di Filadelfia e Detroit, opere che gli daranno fama internazionale e l’opportunità di avere contatti e collaborazioni con Rafael Alberto, Miguel Asturias, Rodriguez Aguileira e Le Corbuisier. Da queste esperienze e dalla conoscenza di letterati, pittori e scultori internazionali, dal 1963 farà parte del Gruppo intrarealista. Nel 1967 torna ad abitare a Pistoia, città che di fatto non ha mai lasciato (dal1959 infatti insegna nel locale Istituto d’Arte) e dove si farà costruire la casa-studio su progetto di Storonov, che donerà alla città toscana. Dopo questa premessa, mi sembra doveroso parlare della qualità artistico-creativa dello scultore che ne giustifica il suo valore e la nostra attenzione. Al suo ritorno dalla guerra corrisponde un periodo artistico nel quale appaiono tante suggestioni. Si potrebbero citare talenti dai quali prende spunto, come Boncinelli, il primo Marino ed anche alcuni ritratti di Zanzotto e di Emilio Greco. Jorio, affrontando la commissione per realizzare


un grande crocefisso destinato alla Chiesa della Vergine a Pistoia, rinnova la tradizione dei grandi scultori del “400 fiorentino. In essa Ragghianti vede anche uno spontaneo avvicinamento allo “sguardo” di Giovani Pisano di S. Andrea, che mostra la sofferenza come puro dilaniamento umano avvicinando chi guarda alle sofferenze che lo scultore ha vissuto in guerra. In altre opere come il “Prigioniero“ si trovano anologie con la scultura di Pericle Fazzini, del quale Jorio vede, negli anni 60 nella fonderia Michelucci, la “Resurrezione “ della sala delle udienze in Vaticano. Personalmente ammiro la sua arte, in particolare nelle sculture di pietra, nelle quali mi sembra si condensino maggiormente i suoi valori, per la necessità che ha la pietra, rispetto alla creta, di essere lavorata a lungo e di essere oggetto di una lenta sedimentazione del progetto artistico. E forse anche perché, per lui figlio di scalpellini, la pietra è sempre stata la materia preferita. In tutta la sua opera ci sono poi, dimostrazioni di vero mestiere, orchestrazioni simboliche ed anche momenti di astrazione, che non sono tra loro incoerenti, ma che servono a dare forza drammatica e a giustificare quell’apporto di originalità preziosa e sapiente che ha introdotto nella scultura del secondo Novecento.

www.fondazionevivarelli.it

La Fondazione

The Foundation

Voluta dal maestro, promuove mostre nel mondo

Desired from the artist, promotes exhibitions in the world

L

a fondazione Jorio Vivarelli nasce dalla volontà di Jorio Vivarelli e della moglie Giannetta Pini , che nel 1999 decisero di fare dono alla città di Pistoia dell’intero patrimonio del Maestro. Con lo scopo di promuovere e patrocinare mostre, pubblicazioni d’arte, iniziative culturali di studio e ricerca, capaci di valorizzare l’opera di Jorio in Italia e all’estero, si impegnarono in questo compito il Comune e la provincia di Pistoia, la fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, il Comune di Montale e l’Ansaldo Breda. La fondazione fu inaugurata nel 2002 e nel 2009 fu dislocata, in mostra permanente, una selezione interessantissima delle opere del Maestro presso il castello Villa la Smilea di Montale. Tra le iniziative prese negli ultimi anni sono da segnalare: nel 2012 la Mostra nel Comune di Stoccarda nel periodo maggio-giugno, a cui sono state affiancate manifestazioni collaterali per promuovere il territorio pistoiese, ottenendo un grande successo. Nel 2013 sono in programma alcune iniziative quali: da giugno a settembre, una mostra a Colonia in collaborazione con l’Istituto della Cultura, in cui è previsto anche il gemellaggio fra il comune di Montale e quello di Wassenburg (LangenfeldWiescheid). È anche in progetto nel periodo maggio giugno una mostra a Berlino e un’altra a Zichtau, parco Altmark a 200 chilometri dalla capitale tedesca. Infine nel 2014/15 è prevista una mostra alla Biennale del Verde di Reutingen, con il Comune di Pistoia.

T

he Jorio Vivarelli Foundation arose from the 1999 decision of Jorio Vivarelli and his wife Giannetta Pini to donate the artist’s entire holdings to the city of Pistoia. With the goal of promoting and sponsoring exhibitions, art publications, and cultural studies and research that would increase appreciation of Jorio’s work in Italy and abroad, the municipality and province of Pistoia, the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, the Municipality of Montale and Ansaldo Breda committed themselves to this task. The Vivarelli Foundation was established in 2002. In 2009, a most interesting selection of the artist’s works was moved to a permanent exhibition at Villa la Smilea, the castle in Montale. Among the noteworthy events of recent years was the May-June 2012 exhibition in the City of Stuttgart as well as the collateral events to promote the Pistoia area, which enjoyed great success. In 2013, a number of events have been planned, such as an exhibition in Cologne from June to September in collaboration with the Institute of Culture, which will include the towns of Montale and Wassenburg (Langenfeld-Wiescheid) becoming sister cities. A planned exhibition in Berlin will run from May to June as well as another 200 km from Berlin, in Altmark Park, Zichtau. Finally, in 2014-15, an exhibition, with the town of Pistoia, will be held at the Reutingen Green Biennial.

sopra: Jorio Vivarelli nella sua casa-studio di Villa Storonov; sotto: “Ragazze toscane” fontana in Hotel Plaza a Filadelfia; nella pagina accanto: in alto, l’artista al lavoro nel suo studio; in basso: un ritratto di popolana del periodo giovanile dello scultore Above: Jorio Vivarelli in his home-studio of Villa Storonov. Below: “Tuscan Girls” fountain at the Plaza Hotel, Philadelphia. Previous page: above, the artist at work in his studio. Below: a portrait of a peasant woman from the sculptor’s early period.

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Jorio Vivarelli

Symbolic Orchestrations Sculptor of International Fame

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hen I arrived at the art school in Pistoia, I was truly excited by the abilities that teachers had, over and above their technical expertise, to cultivate and develop each student’s talents. I found Jorio Vivarelli to be among those teachers and my meeting him immediately meant a lot to me. He was an “artist” by reason of his attitude and his charismatic personality. For a boy from the mountains like me, he was the ideal embodiment of an artist, with his impressive beard and long hair, like a character from the Scapigliatura movement. Jorio was born in Fognano (1922), to a family of stonemasons and he learned to work stone from his father Diego. After attending Pistoia’s Crafts School, he enrolled at the Art Institute of Florence. He was called to war and, after spending some years in captivity in Bulgaria, Hungary, and Austria – a period that marked him forever and that he would never forget – he moved to Florence where he created works in ceramics. Subsequently, from 1951 on, he worked at the famous Michelucci foundry in Pistoia where he had the opportunity to meet the architect Giovanni Michelucci with whom he worked to make crucifixes both for the Church of the Virgin in Pistoia and for the Church of S. Giovanni (Church of the Autostrada) in Florence His meeting with the architect Oskar Storonov was very successful and with whom he tackled the issues surrounding sculpture introduced into an urban context. From this partnership, he created sculptures for the streets of Philadelphia and Detroit, works that brought him international recognition and an opportunity to meet and work with Rafael Alberto, Miguel Asturias,

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I admire his art, particularly the stone sculptures that seem to condense his values because of the fact that stone, unlike clay, must be worked over a long period and be the subject of the slow sedimentation of the artistic design, and also perhaps because, as the son of a stonemason, it was always his material of choice. Throughout his work, there were manifestations of his true calling –symbolic orchestrations and even moments of abstraction that were not inconsistent between themselves but were used to give dramatic force and to justify his contribution of the priceless and sage originality that he introduced into late twentieth-century sculpture.

Rodriguez Aguileira, and Le Corbusier. From these experiences and his acquaintance with international men of letters, painters, and sculptors, he became part of the Gruppo Intrarealista beginning in 1963. In 1967, he returned to live in Pistoia, the city that however he had never left. (In fact, he taught at the local art school beginning in 1959). In that city, he built his home and studio, based on a design by Storonov, and later he donated them to the city of Pistoia. After this introduction, I feel obliged to mention the artistic-creative quality justifies this sculptor’s importance and our attention. After an initial period following his return from the war which influenced him greatly, one could list those artists who inspired him, artists such as Boncinelli, the early Marino Marini, and also some portraits by Zanzotto and by Emilio Greco. Tackling the commission of a large crucifix for the Church of the Virgin in Pistoia, Jorio renewed the tradition of the great sculptors of the Florentine Quattrocento, in which Ragghianti saw also an effortless similarity to Giovanni Pisano’s work in S. Andrea in which suffering is pure human torment and compared it to the suffering the sculptor endured during the war. In other sculptures, such as Vivarelli’s “Prisoner”, analogies are found with Pericle Fazzini’s work; his “Resurrection”, located in the Vatican audience hall, was at the Michelucci foundry in the 1960s. Personally,

dall’alto: “Adamo ed Eva” con Jorio Vivarelli e Oskar Storonov al lavoro; al centro: litografica di donna con bambino; sopra: al centro della serie una copia in bronzo della “Crocifissione”, l’originale ligneo è custodito nella Chiesa della Vergine di Pistoia; a sinistra: “L’idiota”, dalla collezione dell’artista. Top of the page: “Adam and Eve” with Oskar Storonov and Jorio Vivarelli at work. Center: Woodcut of a woman and child. Below: in the center of the series is a bronze copy of the “Crucifixion” ; the original in wood is found in the Church of the Vergine in Pistoia. Left: “The Idiot”, from the artist’s collection.



Nel segno della complementarietĂ

Natura e artificio Il futuro presente è un progetto integrato tra ambiente, design e architettura

TESTO Aldo Colonetti* FOTO Nicolò Begliomini

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L

a natura e il territorio fanno parte del progetto. E’ fondamentale partire da queste considerazioni per realizzare oggetti e architetture, capaci di andare al di là della cronaca. Il nostro Paese è una realtà straordinata, da questo punto di vista: moda, design, cibo sono parte integrante del saper fare bene il nostro mestiere. E’ necessario lavorare insieme, fare sistema, senza pensare che ciascuno di noi sia più importante di tutti gli altri. Così è nato e si è sviluppato il design italiano, da qui è necessario ripartire, soprattutto là dove abbiamo avuto, nel passato, esperienze straordinarie. Sto parlando, in questo caso, della Toscana e di quel particolare territorio che ha in Quarrata un riferimento unico: basti pensare a Poltronova e al ruolo che ha avuto nella ricerca e nella progettazione internazionale. Quindi, in primo luogo rimettere al centro questa cultura,dove sono protagonisti uomini e donne che hanno sempre guardato al proprio mestiere con intelligenza e tenacia. E, insieme a questa particolare competenza, perché non dialogare con l’altra grande realtà produttiva, costituita dal vivaismo, che, intorno a Pistoia, costituisce un caso unico per qualità e soprattutto capacità di interpretare i mercati internazionali. Soltanto insieme è possibile progettare sistemi di interventi che siano in grado di parlare il linguaggio naturale e artificiale, senza

predominio dell’uno sull’altro, ma attraverso un atteggiamento disciplinare aperto, capace d’integrarsi nel segno di una complementarietà, che supera gli specialismi: penso alla città, ai grandi interventi architettonici, ma anche a veri e propri sistemi di arredo, idonei sia ai grandi spazi sia a singole unità abitative. Per fare tutto questo, bisogna cambiare anche la cultura e la comunicazione di chi parla al mercato internazionale, perché non siamo né i primi né i più bravi, almeno per ora. Basti pensare alla grande tradizione del nord Europa, o anche alla vicina Francia e Germania, dove esistono da anni scuole, istituzioni e quindi una mentalità diffusa che riconosce alla natura, da un lato, e alla qualità degli spazi aperti, dall’altro, un ruolo e una funzione estetica e civile determinanti. Quarrata, Pistoia, la Toscana insieme con le nuove esperienze, come l’Istituto Europeo di Design di Firenze, ma non solo, possono, devono parlarsi perché soltanto così è possibile fare concretamente sistema, esercitando ciascuno il proprio mestiere. Da qui potrebbe ripartire una nuova domanda di “forniture”, nella quale la natura non è soltanto uno sfondo paesaggistico, ma appartiene completamente alla cultura del progetto: design, architettura, urbanistica.

*Direttore di Ottagono, direttore scientifico di IED

Sign of a complementary relationship

Nature and Artifice A future plan combining the environment, design, and architecture today

N

ature and the Pistoia area are part of the plan. It is important to start from these considerations in order to create objects and buildings capable of going beyond commentary. Our country is extraordinary: from this point of view, fashion, design, and food are an integral part of our being able to do the job. It is necessary to work together to create a system, without thinking that any one of us is more important than all the others. Thus, Italian design was born and has developed. From here, it is necessary to start again, especially where we have had extraordinary experiences in the past. In this case, I am talking about Tuscany and particularly that area in Quarrata that has a unique reference: one need think of Poltronova and the role it has played in research and international design. So, the first thing is to put this culture once again at center stage, where the protagonists are the men and women who have always done their job with intelligence and resolve. And, with this particular expertise, why not talk about that other major area of production, the nursery industry that, around Pistoia, is unique because of its variety, quality, and, above all, its ability to understand international markets. Only together can systems for intervention be planned that speak a natural and artificial language, without one dominating the other, but through

an open disciplinary attitude, capable of being incorporated into the sign of a complementary relationship that goes beyond specialisms: I am thinking of the city and of major architectural projects, but also of real furniture systems, suitable for both large spaces and individual housing units. To do this, the culture and the message of whoever speaks to the international market must change because, at least for now, we are neither the first nor the best. Just think of northern Europe’s great tradition or even of nearby France and Germany where schools and institutions have existed for years and consequently there is a widespread mentality that recognizes, on the one hand, the composition and, on the other hand, the quality of open spaces, a role and an aesthetic and civil function with this kind of expertise and professionalism. Together with such new endeavors as the European Institute of Design in Florence and others, Quarrata, Pistoia, and Tuscany can talk, must talk to each other because only then can a system actually be made, with each doing their own job. From here, a new demand for “goods” could start, in which nature is not merely a landscape backdrop but belongs wholly to the culture of the plan: design, architecture, urban planning.

*Director of Ottagono, director of IED Florence

Punto di riferimento per l’alta tecnologia Nasce nel 1966 ed è oggi un’eccellenza internazionale di matrice completamente italiana: lo IED (Istituto Europeo di Design) opera nel campo della formazione e della ricerca, nelle discipline del Design, della Moda, delle Arti Visive e della Comunicazione. A Firenze vuole essere scuola di riferimento per l’alta tecnologia e l’alto artigianato, offrendo percorsi formativi rivolti all’integrazione dei saperi artigianali con le nuove tecnologie: un mix tra “hand made” e innovazione. Info: www.ied.it/firenze/home.

A beacon for high technology Founded in 1966, today IED is a completely Italian-style center of international excellence in the fields of education and research in design, fashion, the visual arts, and communication. IED Florence wishes to be the school of reference for high technology and superior craftsmanship by offering training courses that combine artisanal know-how with new technologies: a blend of handmade and innovation. 51


La cucina del ristorante Sciatò affonda le sue radici nell’esperienza e nella sostanza culinaria del territorio ma che al contempo accoglie selettivamente e con sobria fantasia i sapori e le tecniche di altre tradizioni. Il tutto in un libero dialogo a distanza con le costanti esposizioni di artisti contemporanei di punta che fanno dello Sciatò un’importante luogo d’arte.

The kitchen of the restaurant Sciatò is rooted in the territory long experience and substance culinary, but at the same time can selectively host the taste and the traditions techniques with sober fantasy. All this is surrounded by a free dialogue between the contemporary artists’ exhibitions that gives Sciatò the relevance of the place for the Art

T. +39 0573 51301 / www.sciato.it / info@sciato.it


La parola al Sindaco di Quarrata Marco Mazzanti

A word from the Mayor of Quarrata, Marco Mazzanti

Verso le sfide del futuro

Towards the Challenges of the Future

Valorizzare le ricchezze del territorio, dall’arte all’agricoltura

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ino a pochi anni fa la nostra città, Quarrata, ha basato la sua economia locale sul distretto industriale del mobile imbottito. Le competenze specialistiche dei nostri artigiani hanno creato prodotti esportati in tutto il mondo, contribuendo alla crescita economica e sociale del nostro territorio. Oggi, l’ingegno e le capacità dei produttori sono messi alla prova dalle sfide quotidiane della globalizzazione. La crisi economica degli ultimi anni ha duramente colpito anche la rete delle piccole e medie imprese dell’indotto quarratino, che hanno dovuto ripensare il loro posizionamento sul mercato in senso qualitativo. Il ruolo dell’Amministrazione locale deve essere quello di promuovere azioni e concentrare risorse per la difesa dell’occupazione e per il sostegno alle imprese, rendendo nuovamente fertile il contesto produttivo della città. E’ necessario allargare gli orizzonti per dare un nuovo slancio all’economia locale, attraverso la promozione e la valorizzazione del territorio e delle sue ricchezze. In questa fase, lo sviluppo turistico può essere il volano della ripresa economica e Quarrata si sta muovendo in questa direzione. Come? Per esempio è stata avviata da poco la procedura per il riconoscimento delle Ville Medicee, tra cui Villa La Magia, come patrimonio dell’Unesco. Inoltre, stiamo assistendo allo sviluppo del turismo rurale, soprattutto nella zona del Montalbano, grazie alla presenza di numerose strutture agrituristiche. La sfida che la crisi oggi ci lancia deve essere raccolta dall’Amministrazione, di concerto con le imprese e le associazioni, con un lavoro di rete, per riconquistare gli spazi di mercato, puntando sempre di più sulla qualità dei nostri prodotti e sull’offerta turistica del territorio.

Promoting the area’s riches, from art to agriculture

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ntil a few years ago our city, Quarrata, based its local economy on the industrial sector of home furnishings. The specialist competencies of our artisans have created products exported all over the world, contributing to the economic and social growth of our territory. Today, the intelligence and capacity of our producers are put to the test by the daily challenges of globalization. The economic crisis of the recent years has hit hard the network of small and medium scale businesses of the area of Quarrata, which had to reconsider their position on the market in a qualitative sense. The role of the local administration must be that of promoting actions and concentrating resources for the defence of the occupation and sustaining of initiatives, rendering newly fertile the productive context of the city. It is necessary to widen our horizons in order to give a new take to the local economy through the promotion and valorisation of the territory and its wealth of offerings. In this phase, the tourist development can be influenced by the economic recovery, and Quarrata is moving in this direction. How? For example, the procedure to recognize the Medici Villas was recently acti-

vated, and this includes the local, Villa La Magia, as part of the patrimony of Unesco. Furthermore, we are witnessing a development in rural tourism, most of all in the area of Montalbano, thanks to the presence of numerous agricultural tourist structures, “agriturismi”. The challenge that this crisis today sends us has to be faced by the Administration in accordance with the businesses and the associations, and dealt with through the supportive work of networks in order to reclaim areas of the market while focusing strongly on the quality of our products and on the tourist offerings of the territory.

Intervista a Beatrice Bini, presidente PMI Quarrata

Interview with Beatrice Bini, President, PMI Quarrata

Arredo e piante: intreccio perfetto

Decor and plants a perfect combination

ria di novità nel Pmi, l’agenzia quarratina di promozione del mobile imbottito. Il Consorzio di piccole e medie imprese, di cui fa parte anche il Comune di Quarrata, si è riorganizzato e rilancia la sua azione con nuove parole d’ordine: diversificazione e alleanza con i settori vicini all’arredamento. Primo obiettivo: includere nel pacchetto anche aziende che con il mobile hanno affinità come le imprese vivaistiche. «In tempi di crisi l’unione fa la forza», dice Beatrice Bini, presidente del Consorzio. «Abbiamo registrato sempre più interesse verso proposte di arredamento complete. Mobile e piante sono due mondi che si intrecciano nelle soluzioni d’interior design. Fare squadra ci rende tutti più forti sui mercati internazionali. Le sinergie che possiamo attivare non sono solo nella progettazione, ma anche dal punto di vista commerciale. I due settori, infatti, possono dialogare bene presentandosi insieme alle fiere e scambiandosi i potenziali clienti».

here is an air of innovation at PMI, the Quarrata bureau for the promotion of upholstered furniture. The consortium of small and medium-sized enterprises, which includes the municipality of Quarrata, has reorganized and re-launched its operation with new watchwords: diversification and partnership with those sectors related to furniture and furnishings. Its first goal is to include in the package companies, like nurseries, that are also connected to décor. “In times of crisis, there is strength in union,” says Beatrice Bini, president of the consortium. “We have noted an ever increasing interest in requests for complete décors. Furniture and plants are two worlds that come together in decorating solutions. Working as a team makes all of us stronger in the international markets. We can set synergies in motion not only in planning and design, but also from a business point of view. The two sectors, in fact, can team up by attending trade shows and exchanging potential customers.”

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T

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Cappella del Santissimo Crocifisso

La Gloria e la Grazia Scrigno di arte e significati teologici nel cortile del liceo Forteguerri

TESTO Maria Camilla Pagnini FOTO Carlo Chiavacci 55


in questa pagina: la Cappella del Santissimo Crocifisso con lo stemma familiare dei Rutati; nella pagina accanto in senso orario: altare dedicato alla “Gloria della Resurrezione”; le pale d’altare “La natività” e “La resurrezione”, entrambe di Vincenzo Meucci; la foto di apertura: particolare dell’altare This page: the Chapel of the Santissimo Crocifisso with the Rutati family coat-of-arms. Next page (clockwise): altar dedicated to the Glory of the Resurrection; the altarpieces “The Nativity” and “The Resurrection”, both by Vincenzo Meucci. Opening photo: altar detail. 56 56


L

a cappella è collocata all’interno di uno spazio pubblico un po’ defilato, anche se qualificato: a nord-ovest si trova la chiesa di san Francesco, a est gli alberi del giardino di Palazzo Marchetti, con la sua torrettaosservatorio e a sud l’ex-monastero benedettino da Sala, oggi sede del liceo Forteguerri. La piccola cappella dedicata al culto del Crocifisso è ciò che resta del percorso devozionale della Via Crucis, che si svolgeva nel monastero benedettino già dal XVII secolo. Si tratta di un edificio piccolo, ma molto ricco al suo interno, sia dal punto di vista artistico sia teologico. All’esterno la cappella presenta caratteri simili alla chiesa di Santa Maria del Carmine a Pistoia, rinnovata in periodo tardo-barocco. Il prospetto dell’edificio sacro è qualificato con cornici, fregi

e da una finestra ornata con lo stemma familiare dei committenti: i Rutati. All’interno della cappella è celebrata la “Gloria della Resurrezione” attraverso il “Sacrifico della Croce”, con un altare che ospita il Crocifisso inserito in una incorniciatura decorata con preziosi stucchi, che rappresentano gli strumenti della Passione di Cristo. Sopra al fastigio dell’altare si trova un gruppo, anch’esso in stucco, che rappresenta Dio Padre in Gloria attorniato da angioletti e cherubini. Furono dipinte -nelle pareti laterali- dal pittore fiorentino Vincenzo Meucci, la Natività e la Resurrezione di Cristo. Nei cartigli, che ornano la cappella, furono inseriti versetti tratti dalle sacre scritture. L’uso sapiente dell’ordine architettonico, le aggraziate decorazioni e i delicati accordi cromatici contribuiscono

a un effetto di dilatazione dello spazio interno alla cappella, inaspettato per chi vi entra per la prima volta. I pistoiesi sono affezionati al luogo, tanto da averlo segnalato, prima del suo restauro, per il censimento F.A.I. “I luoghi del cuore”. La cappella è stata da poco restaurata grazie alla sinergia tra la Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia e la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che in questo modo ha inteso celebrare il 180° anno della fondazione. Attualmente è allo studio un progetto condiviso tra la Soprintendenza alle belle arti e il Comune di Pistoia, che intende affidare accessibilità e valorizzazione della cappella agli studenti del vicino Liceo Fortegueri. L’edificio è visitabile su richiestaall’ufficio Patrimonio del Comune di Pistoia. 57



a sinistra: volta interna della Cappella; sotto: la Cappella prima del restauro ultimato nel 2012; in basso da sinistra a destra: vista della Cappella; particolare del frontale sopra il portone d’ingresso. Left: vault inside the chapel. Below: the chapel before its 2012 restoration. Bottom of page, from left to right: view of the chapel; detail from the façade above the main door.

Chapel of the Santissimo Crocifisso

The Glory and the Grace Treasure chest of art and theological meaning in the courtyard of the Forteguerri High School

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he chapel is located somewhat out of sight in an area designated as public space. To the north-west is the church of San Francesco; to the east, the trees in the garden of Palazzo Marchetti, with its tower and observatory; and to the south, the former da Sala Benedictine monastery, now the Forteguerri High School. The small chapel dedicated to the worship of the Crucified is all that remains of the devotional Way of the Cross (Via Crucis) that had taken place in the Benedictine monastery since the seventeenth century. Although a small building,

it has a very rich interior, both from an artistic and a theological point of view. Outside, the chapel displays features similar to the church of Santa Maria del Carmine in Pistoia, renovated in the late Baroque period. The façade of the sacred building is characterized by cornices and friezes and by a window decorated with the coat of arms of the Rutati family who had commissioned it. Inside the chapel the Glory of the Resurrection is celebrated through the sacrifice of the Cross, with an altar that houses the crucifix, placed in a gilded frame decorated with fine stuccoes that depict the instruments of the Passion of Christ. Above the altar pediment, there is a group, also in stucco, that represents God the Father in Glory surrounded by angels and cherubs. The Nativity and the Resurrection of Christ were painted – on the side walls – by the Florentine painter Vincenzo Meucci. Verses from the Holy Scriptures are set in the cartouches that decorate the chapel. The wise use of classical orders, graceful decorations, and delicate chromatic effects contribute to an expansion effect of the chapel’s interior space, which surprises those entering for the first time. The people of Pistoia are so fond of the place that, before its restoration, they had reported it

to the F.A.I. census “I luoghi del cuore” (“Places of the heart”). The chapel was recently restored thanks to a partnership between the Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia and the Fondazione Cassa di Pistoia and Pescia, that aimed at celebrating the foundation’s 180th anniversary in this way. Currently, a joint project between the Superintendency of Fine Arts and the City of Pistoia is being studied, which plans to entrust the chapel’s opening and promotion to the students of the nearby Forteguerri High School. The building is open to visitors upon request to the Heritage Office of the City of Pistoia.

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Iniziativa dell’Associazione Vivaisti Pistoiesi

Verde in cittĂ Un giardino in Piazza San Giovanni a Firenze con 72 ulivi secolari TESTO Emanuele Begliomini FOTO Fabrizio Antonelli

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erde e città in un concetto unico, teso al miglioramento dello stile di vita delle persone. Questa è l’idea ripetuta da più parti e con diverse credenziali, ma difficile da concretizzare per oggettivi problemi pratici e, ahinoi, burocratici. Si può migliorare e, forse, c’è bisogno di esempi eclatanti. Da tale considerazione, probabilmente, si è partiti per realizzare un giardino con 72 olivi secolari nella celeberrima piazza S.Giovanni di Firenze, durante la manifestazione “Florens 2012”. Le piante, trasportate con ben 8 autotreni, sono state reperite con il tramite dell’Associazione Vivaisti Pistoiesi e hanno fatto bella mostra di sé per gli undici giorni della kermesse, nel mese di novembre. Florens è un evento biennale, organizzato dalla omonima fondazione nata per lo sviluppo dei beni culturali e ambientali. Così, dentro al battistero di S.Giovanni, sono stati collocati i tre crocefissi lignei di Donatello, Michelangelo e Brunelleschi esposti, per la prima volta nella storia, l’uno a fianco dell’altro. Fuori, appunto, gli olivi arrivati da Pistoia, disposti in modo da riprodurre l’orto dei Getsemani, il luogo nel quale, secondo i Vangeli, Gesù Cristo si ritirò dopo l’ultima cena, prima di essere arrestato. Esemplari come simbolo religioso, culturale e artistico. Non solo: il giardino ha assunto anche un ruolo di ricreazione in una piazza dove è insolito trovare verde. Il messaggio più forte deve essere questo: le piante possono dare tanto al senso civile e sociale della vita quotidiana. Meglio se con impianti stabili e realizzati ad arte.

Event sponsored by Associazione Vivaisti Pistoiesi

Green in the city A garden in Florence’s Piazza San Giovanni with 72 secular olive trees

ry. Outside, in fact, the olive trees from Pistoia were arranged so as to reproduce the Garden of Gethsemane, the place where, according to the Gospels, Jesus withdrew after the Last Supper, before being arrested. Exemplars as religious, cultural, and artistic symbols. In addition, the garden took on a recreational role in a place where it is unusual to find green. The strongest message must be this: plants can offer a lot to the civic and social meanings of daily life, preferably with stable systems and when done ​​with art.

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in alto: installazioni verdi in primo piano davanti al Duomo di Firenze; a destra e sopra: alcuni particolari del “giardino in vaso” nella foto di apertura: Piazza San Giovanni a Firenze con le installazioni di ulivi. Above: olive trees set in front of Florence’s Duomo. To the right and above: some details of the container garden. Opening photo: Piazza San Giovanni in Florence with olive trees

reen and the city, a unique concept aimed at improving people’s daily lives. This concept has been repeated by several parties with various credentials yet it is difficult to carry out due to independent practical and, unfortunately, bureaucratic problems. It may improve; perhaps there is a need for some striking examples. The idea started of ​​creating a garden with 72 secular olive trees in Florence’s famous Piazza San Giovanni during “Florens 2012” probably arose from this thought. Transported by eight trucks, the plants were found through the Associazione Vivaisti Pistoiesi and made a fine show for the eleven days of the fair during the month of November. Florens is a biennial event organized by the foundation of the same name and was established to develop the cultural and environmental heritage. Thus, three wooden crucifixes by Donatello, Michelangelo, and Brunelleschi were placed inside the Baptistery of San Giovanni, exhibited side-by-side for the first time in histo63


Obiettivo Natura

Workshop fotografici al Giardino Zoologico di Pistoia. Occasioni uniche, incontri inaspettati, prospettive speciali Passeggiando per il Giardino Zoologico, è sempre più frequente incontrare visitatori che fotografano con ogni mezzo messo oggi a disposizione dalla tecnologia: smartphone, fotocamere digitali, tablet. Negli scatti i ricordi della giornata che spesso finiscono sul web o spedite in diretta ai famigliari e agli amici a casa per voglia di condivisione o ancora restano nel pc a colorare i desktop. Sfogliandoli si vedono i visi emozionati dei bambini e i momenti più buffi della giornata, ma ci sono sempre anche i protagonisti degli incontri: gli animali, presi da lontano, come sfondo della foto ricordo della famiglia, oppure raccontati da un particolare. La motivazione che sottende è sempre la stessa: portare a casa un po’ dell’incanto e della magia di quell’incontro. C’è poi chi della fotografia fa una vera e propria passione e investe tempo e risorse: fotografi con attrezzature importanti si appostano dietro le grandi barriere di vetro per cogliere l’orso Okila mentre gioca con la sua femmina, oppure la tigre Rajà mentre nuota o passeggia in mezzo al bambù. Non è sempre facile però cogliere tutti i momenti di attività degli animali: le tigri appena sveglie amano muoversi e giocare nella parte alta del loro territorio, i lemuri dalla coda ad anelli sono un po’ più dormiglioni ed escono dai loro rifugi notturni solo a metà mattina, quando possono fare “i bagni di sole”. Bellissimi i suricati soprattutto quando giocano con le scatole riempite di camole, il loro cibo preferito, uno dei tanti arricchimenti ambientali

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con il cibo che fanno parte dell’agenda giornaliera dello zoo. Ma a che ora? Chi lavora in uno zoo e per passione fotografa ha la meravigliosa opportunità di poter cristallizzare i momenti più importanti con il proprio obiettivo, conoscendo abitudini e caratteristiche dei protagonisti degli scatti. Non solo...la possibilità di farlo in modo esclusivo, durante i tempi di minor affluenza di pubblico o creando incontri ravvicinati con alcune specie, regala emozioni fortissime. La volontà di condivisione ha fatto nascere il progetto “Obiettivo Natura” che si snoderà con due tipologie di workshop fotografici, uno base e uno avanzato, rivolti a tutti coloro che desiderano avvicinarsi al mondo degli animali attraverso la fotografia. Sono previste due sessioni, una a marzo e l’altra a ottobre, organizzate ad appuntamenti differenziati per specie coinvolte (Grandi Carnivori e Rapaci e successivamente Rettili e Uccelli) e si svolgeranno con un breve momento introduttivo sulle tecniche fotografiche e sulle caratteristiche biologiche delle specie protagoniste della giornata. A seguire, e per tutta la mattina, i partecipanti saranno guidati attraverso il parco per cogliere, con il supporto dei docenti, i momenti più entusiasmanti e fotograficamente stimolanti. Il workshop di livello avanzato vedrà la collaborazione di Luca Bracali, un grande fotografo e viaggiatore pistoiese, appassionato di Natura e capace di raccontarla attraverso le immagini.

Testo di Eleonora Angelini* Foto Archivio Giardino Zoologico *Responsabile del Dipartimento Didattica del Giardino Zoologico *Head of the Didactics Department of the Zoological gardens

Giardino Zoologico Via Pieve a Celle, 160/A Pistoia Tel. +39 0573 911219 info@zoodipistoia.it

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PubbliNATURART

Objective Nature Photographic workshop at the Pistoia Zoo. Unique opportunities, unexpected encounters, special perspectives Walking through the zoo, it is increasingly common to see visitors today who take photographs using whatever technological means is available: Smartphones, digital cameras, or tablets. Shots of the day’s memories often end up on the web or sent directly to family and friends at home so as to share, or even remain to liven up a computer’s desktop. Leafing through the photos, one sees the excited faces of children and the funniest moments of the day, but the animals are always the stars of these encounters, shot from a distance, as background to a family’s photographic memories, or related with a detail. The unspoken reason is always the same: to bring home a little of the enchantment and magic of that meeting. There are also those for whom photography is a real passion and who invest time and resources: photographers with serious equipment lurking behind the large glass barriers to catch Okila the bear as he plays with the female, or Raja the tiger swimming or walking in the middle of the bamboo. It is not always easy, however, to capture every moment of the animals’ activity. Upon waking up, tigers like to move and play in the upper part of their area. The ring-tailed lemurs are somewhat late risers and come out of their nocturnal shelters only in mid-morning when they can “sunbathe”. The meerkats are especially charming when playing with the boxes filled with moths, their favorite food, one of the many environmental enrichment with food that are part of the zoo’s daily program. But now what? Those who work in a zoo and are keen on photogra-

phy have the wonderful opportunity to capture the most important moments with their own lens, getting to know the habits and characteristics of the animals starring in each shot. Plus, there is the possibility of being able to do so in an exclusive way during periods with fewer visitors or by getting up close and personal to some species. This willingness to share has given rise to the Objective Nature project, which will offer two types of photographic workshops, one basic and one advanced, directed at all those who wish to explore the world of animals through photography. There will be two sessions, one in March and one in October, with the dates organized according to the different species involved (first, large carnivores and birds of prey and then, reptiles and birds). They will begin with a short introduction on photographic techniques and on the biological characteristics of the key species for that day. Afterwards, and throughout the morning, participants will be guided through the park to take, with the support of teachers, the most exciting and the most photographically challenging shots. The advanced level workshops will have the assistance of Luca Bracali, a great photographer and traveler from Pistoia, who is passionate about nature and capable of telling its story through images.

Luca Bracali, fotografo, regista ed eploratore pistoiese, di fama internazionale. Grande viaggiatore racconta con immagini incontri con popoli e animali. Metterà a disposizione la sua esperienza e conoscenza per partecipare a questo progetto che unisce amore per la fotografia e per la natura. Luca Bracali. The internationally famous photographer, filmmaker, and explorer from Pistoia. This grand traveler tells through images of his encounters with people and animals. He is making his experience and knowledge available through his participation in this project which combines a love of photography and of nature.

www.lucabracali.it http://it.wikipedia.org/wiki/Luca_Bracali

Dove: al Giardino Zoologico di Pistoia Quando: sabato dalle 8,00 alle 13,00 2 marzo “Grandi Carnivori e Rapaci” (livello base) 9 marzo “Grandi Carnivori e Rapaci” (livello avanzato) 16 marzo “Rettili e Primati” (livello avanzato) 23 marzo “Rettili e Primati” (livello base) Docenti: Tommaso Burchietti Laboratorio della Biodiversità - immagini e video Eleonora Angelini Responsabile del Laboratorio della biodiversità Luca Bracali Fotografo, regista ed esploratore pistoiese Where: at the Zoo of Pistoia When: Saturday from 8.00 a.m. to 1.00 p.m. 2 March “Large Carnivores and Birds of Prey” (basic) 9 March “Large Carnivores and Birds of Prey” (advanced level) 16 March “Reptiles and Primates” (advanced level) 23 March “Reptiles and Primates” (basic) Instructors: Tommaso Burchietti Biodiversity Laboratory - pictures and video Eleonora Angelini Head of the Biodiversity Laboratory Luke Bracali Photographer, filmmaker, and explorer from Pistoia Costi e Info/Costs and Info: Tel. +39 347 1080481 - didattica@zoodipistoia.it

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Vite millenarie

Le maestose chiome Monumenti vegetali che suscitano ammirazione

TESTO Carlo Vezzosi FOTO Nicolò Begliomini

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dei cedri

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I

Cedri sono alberi sempreverdi ben identificabili rispetto a tutti gli altri per la forma imponente della loro chioma, che è, tendenzialmente, piramidale espansa, allargata, in alcuni casi diviene appiattita, tabulare, di notevoli dimensioni, su un unico tronco, a volte su più tronchi, policormico, portamento a candelabro, come definiscono i botanici. Sono piante longeve e raggiungono altezze dell’ordine di 60 metri, soprattutto nei loro habitat naturali, ovvero dove sono spontanei. Il legno è molto durevole e profumato. Queste conifere formano soprassuoli forestali di notevole importanza nelle aree geografiche di origine, sia per il valore ambientale sia economico per la produzione del legname, molto pregiato, indistruttibile, e rinomato sin dall’antichità, anche per la costruzione di templi ed edifici religiosi. Le foglie sono aghiformi, disposte su due tipi di rami: i primi lunghi, a volte penduli con le foglie disposte lungo il ramo a spirale; i secondi corti con gli aghi riuniti insieme a rosetta, a ciuffetto come si dice in vivaio; sono rigide e pungenti, più o meno lunghe, dell’ordine di alcuni centimetri. Negli alberi adulti compaiono gli organi riproduttivi, che sono distinti e separati sullo stesso individuo, quelli maschili sono coni eretti lunghi circa 4-5 centimetri, inseriti all’estremità dei rami corti, quelli femminili sono in minor numero, più piccoli di forma sub globosa, che appaiono in estate. La piena fioritura avviene in settembre-ottobre, tipica dei Cedri, uniche piante a fiorire in questo periodo. Con l’avvenuta impollinazione, il cono femminile inizia a crescere, nella primavera dell’anno successivo appare ben visibile e solo l’anno seguente raggiunge le sue dimensioni definitive, di forma ovoidale, resinoso, eretto, costituito da numerose squame, strettamente appressate. I semi sono maturi e pronti, per avviare un nuovo ciclo di vita. In sostanza, tra l’inizio della formazione dei “fiori” e la produzione del seme trascorrono ben oltre due anni. Ecco perché sullo stesso albero si possono osservare vari tipi di coni, di diverse dimensioni.

Nell’ambito delle vaste popolazioni del genere Cedrus gli esperti di sistematica hanno individuato quattro specie: tre indigene nel Mediterraneo e una asiatica. Al primo gruppo appartengono il Cedrus libani A.Rich delle montagne del Libano e dell’Anatolia meridionale, Cedrus brevifolia Henry endemico dell’Isola di Cipro e Cedrus atlantica Carr delle montagne del Marocco e dell’Algeria. Al secondo gruppo appartiene la specie Cedrus deodara G. Don, spontanea nell’Himalaya occidentale. Sono comparsi per la prima volta in Europa a metà del Seicento i cedri del Libano, gli altri, invece, a metà dell’Ottocento. Anche in Italia sono presenti magnifici esemplari secolari in diversi parchi e giardini privati e pubblici. I primi vivaisti della fine dell’Ottocento hanno avviato la propagazione e la selezione di nuove varietà, grazie anche al fatto che, essendo interfecondabili, la progenie da seme manifesta un’apprezzabile variabilità genetica che può essere utilizzata per selezionare cloni con particolari caratteri ornamentali. Infatti, in Europa, salvo qualche tentativo sperimentale, queste specie non hanno per ora interesse forestale produttivo, ma sono impiegate per parchi e giardini. A oggi, numerose sono le cultivar prodotte nei vivai: a forma nana, pendula, colonnare , piramidale stretta, con aghi di color verde, glauco, aureo, variegato e così varie altre tonalità. La maggior parte delle varietà coltivate sono con chioma tipica della specie a forma piramidale, seguono le forme pendule allevate in vivaio con tecniche colturali appropriate, messe a punto dai vivaisti, tali da ottenere forme molto curiose e bizzarre. Si prestano bene anche alla coltivazione di forme tipo bonsai e tipo “a nuvole”, in quanto reagiscono bene alle potature. Così si contengono le dimensioni della pianta e si adatta a piccoli spazi. L’offerta vivaistica, in questo modo, è completa ovvero sono disponibili piante per grandi parchi e spazi verdi e piante anche per piccoli giardini, sia in terra sia in vaso.

pagina di apertura: particolare di chiaoma vista dall’interno; pagina precedente: Cedrus atlantica: esemplare monumentale vicino alla Chiesa di Sant’Andrea a Pistoia. a sinistra: particolare di rami penduli con gli organi riproduttivi maschili. in alto: in senso orario coltivazione di cedri in vivaio Cedrus atlantica ‘Glauca pendula’, Cedrus deodara ‘Aurea’ e Cedrus atlantica ‘Glauca’. Opening page: detail of crown seen from the inside. Previous page: monumental Cedrus atlantica specimen, next to the Church of Sant’Andrea in Pistoia. Left: detail of hanging branches with male reproductive organs. Above: clockwise, propagation of cedars at the nursery Cedrus atlantica ‘Glauca pendula:, Cedrus deodara ‘Aurea’ and Cedrus deodara, glauca selection 71


Nicolò Begliomini artworks

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Millenary lives

Majestic Crowns of Cedars Botanical monuments that inspire admiration

C

edars are more easily identifiable than other evergreen trees because of the imposing shape of the crown, which is basically a broad, spacious cone. In some cases, it becomes flattened, tabular. Of considerable size, it can have a single trunk or, sometimes, several trunks – polycormic, as defined by botanists – which give it a candelabra-like habit. The plants are long-lived and can reach heights of about 60 meters, especially in their natural habitats, i.e., where they are spontaneous. The wood is very durable and fragrant. These conifers establish very important forest stands in their geographical areas of origin, for both their environmental and the economic value of the timber produced. It is a very valuable, indestructible wood. Renowned since ancient times, it has even been used in the construction of temples and religious buildings. The needle-like leaves are arranged on two types of branches. The leaves spiral along the long, low, sometimes droopy

Grandi alberi per piccoli giardini I vivaisti hanno messo a punto svariate forme di Cedri adatte ai piccoli spazi: avere un “grande”cedro in un “piccolo”giardino. Questa novità produttiva è rappresentata dalle miniforme. Sono coltivate in vaso, hanno un’altezza intorno 1,50 m e anche meno, richiedono poco spazio e si mantengono bene nel tempo adottando le ordinarie cure delle piante in vaso.

C. deodara ‘Feeling Blue’ C. deodara ‘Aurea’

branches. The needles are gathered together in rosettes – or tufts, as they say in the nursery business – on the higher, short branches. They are stiff and pungent, rather long, roughly a few centimeters. In adult trees, separate and distinct reproductive organs appear on the same specimen. About 4-5 centimeters long, the male cones are straight and found at the ends of the short branches. Fewer in number, the smaller female ones have a sub-globular shape and appear in summer. Full flowering occurs in September-October and is typical of cedars, the only plants to bloom in this period. With successful pollination, the female cone begins to grow until, in the spring of the following year, it is clearly visible and only in the successive year does it reach its final size. It has a straight, ovoid form and is resinous, with numerous and tightly packed squamae. The seeds are mature and ready for dissemination and to start a new life cycle. In essence, well over two years pass between when the “flowers” first begins to form and seed production. That is why various types of cones of different sizes can be observed on the same tree. Among the vast populations of the genus Cedrus, experts have systematically identified four species, three indigenous to the Mediterranean and one to Asia. The first group includes the Cedrus libani A.Rich from the mountains of Lebanon and southern Anatolia. Cedrus brevifolia Henry is endemic to the island of Cyprus and Cedrus atlantica Carr, to the mountains of Morocco and Algeria. The species Cedrus deodara G. Don belongs

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www.giorgiotesivivai.it

C. deodara ‘Feeling Blue’

to the second group and is spontaneous in the western Himalayas. The cedar of Lebanon appeared in Europe for the first time in the middle of the seventeenth century; the others, in the middle of the nineteenth century. There are also magnificent secular specimens in Italy, in various parks as well as in private and public gardens. At the end of the nineteenth century, the first nurserymen initiated the propagation and selection of new varieties, thanks also to the fact that, being interfecundable, the progeny seed manifests an appreciable genetic variability that can be used to select clones with special ornamental characteristics. In fact, except for some experimental efforts, there has not been much interest so far in forestry production of the species in Europe; rather, they are used in parks and gardens. To date, nurseries have produced many narrow cone-shaped, dwarf cultivars that are columnar and whose needles are green, glaucous, blue, variegated, or various other shades. Most cultivated varieties have the cone-shaped crown that is typical of the species. They are followed by the pendulous forms grown in nurseries using suitable cultivation techniques developed by nurseries, which take on very strange and bizarre forms. They lend themselves well to bonsai and “cloud-tree” cultivation in that they respond well to pruning. Thus, as the size of the plant can be contained, it is suitable for small spaces. Thus, nursery offerings may range from plants available for large parks and green spaces to plants for small gardens, either in the ground or in pots.

Big trees for little gardens Nurseries have developed various forms of cedar suitable for small spaces: to permit having a “large” cedar in a “small” garden. This production innovation, represented by the mini-forms grown in pots, which reach a height around 1.50 m or less, require little space, and are maintained over time like ordinary potted plants.

C. deodara ‘Pendula’

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Giorgio Tesi Group The Future is Green

Le piante di Pinocchio per i bambini della Dynamo Camp Il burattino di Collodi diventa testimonial del verde e della solidarietà. E non è una bugia Testo Fabio Fondatori

D

a quest’anno chi compra le piante con il simbolo originale di Pinocchio, parteciperà a un’opera benefica. Una parte dei proventi, infatti, andrà a sostenere un campo di terapia riabilitativa dedicato a bambini e ragazzi dai 7 ai 17 anni affetti da patologie gravi e croniche. È la nuova iniziativa della Giorgio Tesi Group. L’azienda vivaistica ha, infatti, messo a segno due accordi straordinari: l’uso esclusivo del simbolo originale del Pinocchio di collodiana memoria, e un patto con obiettivo benefico con la Dynamo Camp. Un’operazione che unisce aspetto commerciale e finalità sociali, entrambi parte del Dna dell’azienda, come dimostrano le decine di iniziative di solidarietà e sostegno ai più deboli realizzate dalla Fondazione Giorgio tesi Onlus. Così, la Giorgio Tesi Group di Pistoia - leader in Europa per dimensioni, varietà coltivate, logistica e certificazioni ambientali - lancia in tutto il mondo la nuova linea commerciale “Pinocchio for a green future”, diretta a clienti, garden e aziende che potranno così acquistare le piante connotate da un simbolo forte della letteratura toscana, ita74

liana e internazionale, che diviene anche marchio di utilità sociale. Chi acquisterà le piante Pinocchio - Giorgio Tesi Group potrà così contare sul valore aggiunto di un testimonial universale e sull’attrazione che questo personaggio esercita su bambini e famiglie. Le aziende e i garden interessati ad acquistare le piante dalla Giorgio Tesi Group con il marchio di Pinocchio, potranno personalizzare l’etichetta con il loro logo sul retro; avere carrelli ed espositori dedicati alla linea “Pinocchio for green”; realizzare spazi nelle loro strutture con stendardi e cartelli con l’immagine del burattino di Collodi riservati ai bambini e alle famiglie. Pinocchio abbraccia la filosofia “The future is green” della Giorgio Tesi Group di Pistoia, unica azienda a livello europeo ad avere la certificazione EMAS, per lanciare ai bambini e alle famiglie un messaggio affascinante e universale per l’abbattimento delle emissioni Co2, promuovendo scelte green. La Giorgio Tesi Group destinerà il 2% dei ricavi dai contratti di vendita delle piante col marchio Pinocchio al finanziamento di progetti concordati con la Dynamo Camp.

Per informazioni - For information:

Giorgio Tesi Group

via di Badia, 14 - 51100 - Pistoia Tel. +39 0573 530051 - info@giorgiotesivivai.it www.giorgiotesivivai.it


Pinocchio’s plants for the Dynamo Camp Children The Collodi’s puppet becomes the testimonial of green and solidarity. And it’s not a lie

B

eginning this year, whoever buys plants bearing the original symbol of Pinocchio will be carrying out an act of charity. In fact, a portion of the proceeds will go to support a rehabilitation therapy camp dedicated to children and teens from 7 to 17 years of age who suffer from serious or chronic illnesses. This is the Giorgio Tesi Group’s latest initiative. Indeed, the nursery company has scored two extraordinary agreements: the exclusive use of the original symbol of Pinocchio by Collodi and a charitable agreement that targets Dynamo Camp. It is a campaign that combines business and social objectives, both part of the company’s DNA, as evidenced by the dozens of projects with shared aims and support for the most vulnerable carried out by the non-profit Fondazione Giorgio Tesi. Thus, the Giorgio Tesi Group Pistoia – European leader in surface hectares, varieties cultivated, and logistics and environmental certifications – has launched the new “Pinocchio for a green future” worldwide business line, direct to customers, garden centers, and companies that will be able to buy plants bearing this important symbol of Tuscan, Italian, and world literature, which has also become a socially beneficial brand.

Whoever buys the Pinocchio - Giorgio Tesi Group plants can count on the added value of a universal product endorsement and the attraction that this character has for children and families. Companies and garden centers interested in buying the Pinocchio-brand plants from Giorgio Tesi Group will be able customize the back of the label with their logo. They will have carts and displays dedicated to the “Pinocchio for a green future” line and will be able to create spaces in their structures reserved for children and families with banners and posters bearing the image of the puppet from Collodi. Pinocchio embraces the “The future is green” philosophy of Pistoia’s Giorgio Tesi Group, the only company in Europe to have EMAS certification, delivering to children and their families a fascinating and universal message on how to reduce CO2 emissions by promoting green choices. The Giorgio Tesi Group will earmark 2% of the revenues from the sales contracts for Pinocchio brand plants to fund projects made in agreement with Dynamo Camp.

Campo delle meraviglie La Dynamo Camp è un’associazione non-profit. Fa parte del Network SeriousFun Children’s, che promuove in tutto il mondo i campi vacanza stutturati per ospitare gratuitamente bambini affetti da malattie croniche gravi. Ideatore del progetto fu l’attore Paul Newman, che nel 1988 fondò il primo campo negli Stati Uniti. Dynamo Camp è un luogo magico, che rappresenta per bambini provenienti da tutto il mondo affetti da patologie gravi e croniche, l’opportunità di trascorrere un periodo di divertimento e svago, aiutandoli a ritrovare serenità, spensieratezza e fiducia in sé stessi, in un ambiente sicuro e protetto. Il Camp, un’oasi affiliata al WWF, garantisce assistenza medica e infermieristica specializzata e prevede programmi specifici rivolti ai genitori e ai fratellini o sorelline sane di questi bambini, coinvolgendo così tutta la famiglia che si trova ad affrontare la delicata situazione della malattia.

A camp of wonders Dynamo Camp is a non-profit organization and is part of the SeriousFun Children’s Network that promotes worldwide vacation camps set up to host children with serious chronic illnesses free of charge. The project was conceived by the actor Paul Newman who founded the first camp in 1988 in the United States. Dynamo Camp is a magical place, offering children from all over the world who suffer from serious and chronic diseases an opportunity to spend some time having fun and being entertained. This safe and protected environment helps them to find within themselves a sense of serenity, freedom, and self-confidence. The camp, a WWF-affiliated oasis, provides specialist medical and nursing care as well as specific programs for the parents and healthy siblings of these children, thus involving the whole family that finds itself facing the delicate situation of illness.

www.dynamocamp.org 75


Alleanza tra Fondazione Nazionale Carlo Collodi e Giorgio Tesi Group

Il futuro è verde Ogni essere umano per respirare ha bisogno di dieci piante al giorno. All’intera umanità ne servono 700 miliardi all’anno

L

a vegetazione è un filtro che ci permette di respirare aria pulita. Le piante producono in media 20-30 litri di ossigeno ciascuna al giorno: sul nostro pianeta sono l’unica specie vivente a produrne. La vita dell’uomo, quindi, è legata a quella di dieci alberi. Ogni uomo, infatti, necessita in media di 300 litri di ossigeno al giorno per vivere sano. La vita di ogni persona è, quindi, intrecciata a quella di 10 piante. La popolazione mondiale conta attualmente circa 7 miliardi di individui ed ha un incremento annuo pari all’1,3% (circa 81 milioni di persone in più ogni anno). Il fabbisogno di ossigeno della popolazione mondiale è quindi pari alla presenza di 700 miliardi di piante e questo valore è in continuo aumento. La crescita demografica, però, non coincide con l’aumento delle piante e della consapevolezza della loro importanza per vivere in un ambiente sano. Vegetazione, ossigeno e vita dell’uomo sono, quindi, uniti in una lotta quotidiana per la sopravvivenza e la qualità della vita. Pinocchio e le piante di Pistoia, due simboli di questo territorio conosciuti in tutto il mondo, si sono alleati per lanciare questo messaggio ecologico: un mondo con più piante è un mondo con più ossigeno, dove si vive meglio e i nostri figli possono crescere al riparo da inquinamento e malattie. Pinocchio abbraccia questa filosofia e sarà testimonial di una cultura green in tutto il pianeta. È que-

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©

Pinocchio

for aGreen

Future

sto il senso dell’alleanza tra Fondazione Nazionale Carlo Collodi e Giorgio Tesi Group. Il burattino di Collodi, già testimonial nella campagna “Pinocchio ripensa il mondo” sull’educazione ambientale, la sostenibilità e le scelte etiche quotidiane di tutte le famiglie, ha condiviso la filosofia “The future is green” della Giorgio Tesi Group di Pistoia, azienda leader nelle certificazioni ambientali e di qualità, unica a livello europeo ad avere la certificazione EMAS, un attestato di grande importanza perché comprova la virtuosità dell’azienda in termini di qualità e rispetto dell’ambiente. Le piante producono ossigeno e un pianeta più verde è più bello e più sano. I lettori delle avventure di Pinocchio vivono oggi in un mondo che deve imparare ad instaurare un nuovo rapporto con l’ambiente, ed i primi testimoni di questo cambiamento di mentalità possono essere proprio i giovanissimi lettori della sua straordinaria storia. La Fondazione Collodi e l’azienda vivaistica Giorgio Tesi Group con lo slogan “The future is green”, vogliono lanciare ai bambini e alle famiglie un messaggio affascinante e universale per l’abbattimento delle emissioni Co2 promuovendo scelte “green”. Questa piacevole presa di coscienza svolgerà poi il suo auspicabile pungolo tra le mura domestiche: la voce dei più piccoli, specialmente sotto forma di genuino richiamo morale, può positivamente influire sulle abitudini degli adulti. La sfida è iniziata: the future must be green!

Giorgio Tesi Group The Future is Green


Partnership between the Fondazione Nazionale Carlo Collodi and Giorgio Tesi Group

The future is green With 81 million more people being each year, it is necessary to increase the world’s green heritage by 700 billion plants

P

lants are the filter that allows us to breathe clean air. Each plant produces an average of 20-30 liters of oxygen per day and only plants produce oxygen. Humankind’s life is intertwined with the lives of ten trees. In fact, every person requires an average of 300 liters of oxygen per day for a healthy life. Thus, the life of each person is interconnected with those of ten plants. Currently, the world’s population is about 7 billion people with an annual increase of 1.3% (about 81 million more people each year). The oxygen needs of the world’s population are thus equal to the presence of 700 billion plants and this number is continuously increasing. An increase in population, however, does not coincide with a rise in the number of plants or an awareness of their importance to living in a healthy environment. Plants, oxygen, and human life are, therefore, united in a daily struggle for survival and quality of life. Pinocchio and the plants of Pistoia, two internationally recognized symbols of this area, have come together to launch this ecological message: a world with more plants is a world with more oxygen, one where we can live better and our children can grow up far from pollution and disease. Pinocchio has embraced this philosophy and will be the ambassador for green culture to the whole planet. This is the meaning of the partnership between the Fondazione Nazionale Carlo Collodi and the Giorgio Tesi Group. Previously used in Pinocchio ripensa il Mondo (Pinocchio Rethinks the World), the campaign on environmental education, sustainability, and a family’s everyday ethical choices, Collodi’s puppet shares “The Future is Green” philosophy of Pistoia’s Giorgio Tesi Group, a company leader in environmental and quality certifications, unique at a European level for its very prestigious EMAS certification as it attests to the company’s expertise in terms of quality and respect for the environment. Plants produce oxygen and a greener planet is a healthier and more beautiful one. The readers of Pinocchio’s adventures today live in a world that must learn to establish a new relationship with the environment. The first to witness this change in attitude will be especially those young people who read his extraordinary story. The Fondazione Collodi and the nursery Giorgio Tesi Group, with the slogan “The future is green” want to introduce children and their families to a fascinating universal message for the reduction of CO2 emissions by promoting green choices. The effort to raise consciousness will take place in their homes: children’s voices, especially in the form of genuinely honest appeal, can positively influence adults’ habits. The challenge has begun. The future must be green!

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Giovani arbusti e cinquemila euro per un progetto di riabilitazione

Per fare un uomo, ci vuole un albero Incontro solidale con Don Ciotti, sacerdote sui generis e la Fondazione Giorgio Tesi TESTO Fabio Fondatori

L

a Fondazione Giorgio Tesi Onlus, nata per sostenere opere di bene per bisognosi, bambini e anziani in situazioni di particolare disagio, e per supportare progetti orientati all’istruzione dei giovani e alla ricerca scientifica, ha promosso in questi anni decine di iniziative a favore dei più deboli. Così, quando alla Fondazione ha fatto visita Don Luigi Ciotti, sacerdote italiano molto attivo nel sociale e ispiratore e fondatore del Gruppo Abele, è nata una scintilla. Sfociata in un accordo. Il Gruppo Abele di Don Ciotti è una Onlus che lavora per “dar voce a chi non ha voce”, nel tentativo di saldare l’accoglienza con la politica e la cultura. Nata come aiuto ai tossicodipendenti, Abele oggi gestisce circa 60 attività in quell’ambito, ma anima anche progetti di cooperazione in Africa e un consorzio di cooperative sociali che dà lavoro a persone con storie difficili alle spalle. Dal Gruppo è nata, nel 1995 l’esperienza di “Libera”: nomi e numeri contro le mafie, circa 1.500 associazioni in tutta Italia che collaborano per la promozione di una cultura della legalità. Apprezzando il Gruppo Abele e Don Luigi Ciotti, la Fondazione Giorgio Tesi Group ha deciso di sostenere il “Progetto della Certosa”, antico Convento in Val di Susa, luogo di riferimento per il Gruppo, impegnandosi nell’erogazione di un contributo di 5 mila euro destinati alla “formazione e integrazione sociale” delle persone disagiate, e nella fornitura di piantine giovani da ricoltivare per avviare attività di orticultura e giardinaggio. La Fondazione inoltre fornirà consulenza tecnica agli operatori del Gruppo Abele aiutandolo a sostenere i tirocini formativi. La Fondazione Giorgio Tesi Group ha già sostenuto progetti analoghi: la collaborazione con la Cooperativa “Il Seminatore”, è un esempio. Programma ideato dalla dottoressa Alessandra Migliorini, responsabile e presidente della cooperativa, per il quale la Fondazione ha messo a disposizione tecnici specializzati per la coltivazione delle piante. Grazie al lavoro dei ragazzi della Cooperativa, la produzione è quasi raddoppiata, i risultati economici sono apprezzabili ed è alto l’orgoglio dei protagonisti alcuni dei quali tossicodipendenti, carcerati e con disagi mentali. Tutte le piante di qualità prodotte dal vivaio della cooperativa, sono state acquistate dall’azienda Tesi. Con i ricavi la cooperativa “Il Seminatore” ha istituto un servizio di pulizie per lo sviluppo dell’occupazione femminile, tra donne in condizioni svantaggiate. L’iniziativa ha riscosso notevole successo, ottenendo collaborazioni anche con enti pubblici.

Young shrubs and euro 5,000 for a rehabilitation project

To make a man, it takes a tree Meeting between an exceptional priest and the Giorgio Tesi Foundation

T

he non-profit Giorgio Tesi Foundation was created to support good works for the needy children, and the elderly in situations of particular hardship and to support projects oriented at educating young people and at scientific research. In recent years, the foundation has sponsored dozens of projects for the least among us. So, when Father Luigi Ciotti, an Italian priest very active in social welfare as well as the moving force and founder of Gruppo Abele (Abel’s Group), was asked to visit the foundation, a spark was ignited that led to an agreement. Father Ciotti’s Gruppo Abele is a non-profit organization that works to “give a voice to the voiceless” in an effort to bring politics and education together. Founded to help drug addicts, Abele currently runs about 60 activities in this field, but it also promotes cooperation projects in Africa and a consortium of social cooperatives that employs people whose lives in the past had been difficult. In 1995, Abele established Libera: “Names and numbers against organized crime”, with about 1,500 associations throughout Italy working together to promote a culture of legality. Being familiar with and appreciating the work of Gruppo Abele and its founder, Father Luigi Ciotti, the Giorgio Tesi Group Foundation decided

to support the Certosa Project, an old convent in the Val di Susa, a landmark for the group, pledging euro 5,000 for the “training and social integration” of disadvantaged people and a supply of young plants to be re-cultivated with the start-up of a horticultural and gardening business. The foundation will also provide technical advice to the Gruppo Abele staff, helping it support the internships. The Giorgio Tesi Group has supported similar projects: their work with the Il Seminatore Cooperative. Ms. Alessandra Migliorini, officer and president of the cooperative, conceived the project for which the foundation has provided technicians specialized in plant propagation. Thanks to the labor provided by the cooperative’s young people, production has almost doubled, resulting in significant profits and increased pride among the participants, some of whom are drug addicts, prisoners, or have mental disorders. All of the quality plants produced by cooperative’s nursery have been purchased by the Tesi company. Using its proceeds, Il Seminatore Cooperative has set up a cleaning service to provide employment for women, including underprivileged women. The initiative has been highly successful, resulting in partnerships with public agencies.

nella foto: la visita di Don Luigi Ciotti alla Tesi Group; dietro di lui Carlo Vezzosi, direttore del comitato di indirizzo della Fondazione Giorgio Tesi; alcuni membri della stessa Fondazione; in primo piano a sinistra, Mauro Lubatti, prefetto di Pistoia; a destra Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group. In the photo: Father Luigi Ciotti visiting the Tesi Group. Behind him, Carlo Vezzosi, director of the foundation’s steering committee; some foundation members. Foreground, left: Mauro Lubatti , prefect of Pistoia; right: Fabrizio Tesi, legal counsel of the Giorgio Tesi Group. 79


Abythos

Insieme per sognare Un gruppo di ragazze pistoiesi ha fondato un collettivo che vede nel teatro uno spazio di sperimentazione artistica ramificata

TESTO Francesca Joppolo TESTO AA. VV. 80


pagina accanto: performance “Il Giardino sulla cenere”, Officina Giovani, Prato (foto Rachele Salvioli); a sinistra: laboratorio “La tenda di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (foto Maurizio Carraresi); sotto: laboratorio “Le tante strade di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (foto Xenia Kulikova); in basso: laboratorio MostriAMO, 4vesta, Pistoia (foto Daria Pastina). Previous page: Performance of “Il Giardino sulla cenere”, Officina Giovani, Prato (photo: Rachele Salvioli). Left: Workshop, “La Tenda di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (photo: Maurizio Carraresi). Below: Workshop, “Le Tante Strade di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (photo: Xenia Kullikova). Bottom of page: MostriAMO Workshop, 4vesta, Pistoia (Photo: Daria Pastina)

N

on si pensi che siano femministe ed escludano i maschi. Capita, semplicemente, che si ritrovino a dialogare e a progettare fra donne. Né si pensi che quando lavorano con i bambini salgano in cattedra: «Siamo un gruppo di artiste, non di educatrici e, soprattutto, non abbiamo niente da insegnare loro». Nel 2009 alcune ragazze trentenni hanno fondato a Pistoia “Abythos”, un’associazione teatrale (e non solo) di stampo indipendente e sognatore “un collettivo che vede nel teatro uno spazio di sperimentazione artistica ramificata”. Il laurenziano “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza”, sembra averle ispirate: «Ci sono voluti incoscienza, entusiasmo e il non pensare troppo al futuro per coltivare il sogno e per soddisfare il bisogno di vivere nell’arte e condividerla con gli altri», spiega Lucia Mazzoncini. Il denaro, infatti, scarseggia, ma le poche forze economiche si sommano per affittare la sede, “4VESTA” di via Puccinelli, dove avviare una sartoria e un laboratorio teatrale. «Un posto per raccogliere le idee, farle vedere al pubblico, poi modificarle. Uno spazio dove incontrare altri artisti». Le giovani signore di Abythos sono: Daria Pastina, scenografa, Agnese Donati, attrice e storica dell’arte, Lucia Mazzoncini, scrittrice e attrice. Nel 2012 sono arrivate Elisa Gavazzi del laboratorio sartoriale Quel Chic! e Francesca Vannucci, che segue la comunicazione. I laboratori teatrali con i bambini sono molto importanti per il gruppo, che ama ricordare e coltivare il proprio lato infantile. Anche con gli adolescenti e i neo-maggiorenni l’intesa è felice. Per il “Giorno della Memoria”, Abythos ha cura-

to insieme con Legambiente, ospitati dal Centro culturale il Funaro, le performance di studenti dai quindici ai diciotto anni, che hanno proposto in scena riflessioni sull’Olocausto. «Non è una generazione disperata - racconta Lucia Mazzoncini - è bellissimo vedere questi ragazzi raccogliere la sfida con tanta energia, affrontare i problemi con la volontà di risolverli con generosità, uscendo allo scoperto». I prossimi “spettacoli” sono al femminile: “La Trilogia della Liberazione” con Agnese Donati, Alessia Castellano al violoncello e la cantante

Serena Altavilla (ricerca fotografica di Baerbel Reihhart e Rachele Salvioli). E un ragionamento sul mito delle sirene “Svar” (radice indoeuropea di sirena). Sirena, figura eternamente attraente ed eternamente fatale. La sua mostruosità è in sé o è la mostruosità di possedere un messaggio di verità inascoltabile dall’uomo? Bene fece Ulisse a legarsi per resistere al canto assassino, senza rinunciare a sentirlo. In scena Agnese Donati e Anna Urderberger, attrice fra la natìa Bolzano e Berlino, conosciuta al Funaro, il luogo fecondo dei grandi incontri.

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L’udito

un bene prezioso di cui spesso non teniamo conto

The hearing

a precious necessity we should reckon with

Abythos

Dreaming together The initiative of some women from Pistoia who founded a group that sees in theater room for multifaceted artistic experimentation

D

Qualità della Vita - Quality of Life Il nostro udito è un bene preziosissimo. Noi ci affidiamo al nostro udito per un infinità di motivi senza rendersene conto. Perdendolo, viene meno il contatto con le persone vicine, con gli altri e con il mondo che ci circonda. Grazie all’udito percepiamo lo spazio intorno a noi, ci percepiamo autonomi e ci possiamo tenere lontano dai pericoli.

Prenditi cura di te, controlla il tuo udito! Our sense of hearing is a very precious necessity. We entrust ourselves to our hearing for infinitive reasons without even realize. If we loose this sense we also might miss the contact with all the people and the world around us. We perceive the space around thanks to the sense of hearing, we feel confident and we keep ourselves free from dangers.

Take care of yourself, check your hearing!

via Panciatichi,16 - 51100 PISTOIA info@uditovivo.com - Tel. +39 0573 30319

o not think that they are feminists and bar males. They just happen to have found themselves among women as they talked and planned. Nor think that when they are working with children, they are getting on their soapbox: “We are a group of artists, not educators, and, for the most part, we have nothing to teach them.” In 2009, some women in their thirties founded Abythos in Pistoia, an independent, visionary theater association (and much more), “an artistic collective that sees in theater room for multifaceted artistic experimentation”. They seem to have been inspired by Lorenzo de’ Medici’s “Let all who wish, be merry – for tomorrow, there is no certainty”. Lucia Mazzoncini explains, “It took enthusiasm, a lack of awareness, and not thinking too much about the future to develop this dream and satisfy this need to live in art and share it with others.” Indeed, money was scarce,

dall’alto in senso orario: “Dentro un corpo selvaggio”, veduta dell’installazione dell’artista “Cuore di Cane”, 4vesta, Pistoia (foto Bärbel Reinhard); laboratorio “La tenda di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (foto Maurizio Carraresi); performance “Il Giardino sulla cenere”, Officina Giovani, Prato (foto Rachele Salvioli); laboratorio “Nuvole a merenda”, 4vesta, Pistoia (foto Serena Buzzi). From the top, clockwise: “Dentro un corpo selvaggio”, view of the artist’s installation “Cuore di Cane”, 4vesta, Pistoia (Photo: Bärbel Reinhard); Workshop, “La Tenda di Oltreme”, Fondazione Jorio Vivarelli, Pistoia (photo: Maurizio Carraresi); Performance of “Il Giardino sulla cenere”, Officina Giovani, Prato (photo: Rachele Salvioli); Workshop, “Nuvole a merenda”, 4vesta, Pistoia (Photo: Serena Buzzi).

www.abythos.blogspot.it


but they combined their limited economic forces to rent 4VESTA, the premises in Via Puccinelli, in which to start a dressmaker’s shop and a theater workshop. “A place to collect ideas, show them to the public, and then modify them, a place to meet other artists.” The women of Abythos are Daria Pastina, set designer; Agnese Donati, actress and art historian; and Lucia Mazzoncini, writer and actress. In 2012, Elisa Gavazzi of Quel Chic!, the tailoring workshop, and Francesca Vannucci, who oversees the group’s communications, came on board. The theater workshops with children are very important to the group, which likes to remem-

ber and nurture their own childish side. Even with adolescents and neo-adults, the relations are happy., Together with Legambiente, Abythos co-produced for the Day of Remembrance a presentation of reflections on the Holocaust performed by students aged fifteen to eighteen, which was hosted by the Funaro Cultural Center. Lucia Mazzoncini says, “It isn’t a hopeless generation. It ‘s great to see these kids take up the challenge with such energy, face problems with a will to solve them with generosity, coming out into the open.” The next “shows” will be female: “The Liberation Trilogy” with Agnese Donati, Alessia Castellano

on cello, and the singer Serena Altavilla (photographic research by Baerbel Reihhart and Rachele Salvioli), and “Svar” (the Indo-European root of siren), a reflection on the myth of the sirens. Forever attractive and eternally fatal, is the siren monstrosity itself or is the monstrosity having a message of truth that man is incapable of hearing? Well, Ulysses had himself bound so he could resist the sirens’ deadly song but he did not forego hearing it. On stage will be Agnese Donati and Anna Urderberger, an actress in her native Bolzano and in Berlin, well-known at Funaro, a rewarding place for special events.

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Far.com

Farmacie amiche di tutti Servizi innovativi offerti ai clienti, con grande professionalitĂ Testo Giada Benesperi

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PubbliNATURART

L

e farmacie comunali di Pistoia sono diventate dei veri e propri punti di riferimento per i cittadini. La Far.com, infatti, l’azienda che unisce i sette presidi presenti sul territorio, ha assunto ancora più prestigio grazie ai particolari ed innovativi servizi offerti ai clienti che possono contare non solo sulla professionalità dei farmacisti ma anche su un aiuto di assistenza e consulenza per ogni problema. Uno dei progetti, fortemente voluto dalla Presidente di Far.com, Simona Laing, è la “Farmacia amica delle mamme”, un servizio di psicologia per le mamme che va ad aggiungersi al già esistente servizio di assistenza sociale per tutta la famiglia. L’iniziativa, completamente gratuita, prevede la presenza di una psicologa (una volta a settimana presso uno dei presidi) e di un assistente sociale (tutti i giorni dalle 16 alle 20). Sono circa 180 le mamme che hanno usufruito del servizio che presto sarà allargato anche ad altri presidi. Altra novità è la tessera speciale “Pronto Serenità” che, al costo di 49 euro, consente fino a 1200 euro di copertura ticket attraverso una mutua integrativa. Far.com, nell’ottica di garantire un’assistenza a 360 gradi, permette al cittadino anche di risparmiare tempo e denaro con le prenotazione gratuite Cup,

per visite ed esami di ogni genere, valorizzando il proprio ruolo di snodo territoriale del sistema, non avendo più solo la semplice funzione di vendita di farmaci ma divenendo anche un luogo di orientamento sociale. Una particolare attenzione viene riservata alla prevenzione del controllo dei nei contro il melanoma: si può fare direttamente in farmacia, senza liste d’attesa e con costi contenuti. Il responso è veloce, e solo dopo solo 72 ore arriverà l’esito realizzato dal Centro di Eccellenza di Dermatologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Tra gli obiettivi futuri, Far.com sta lavorando alla realizzazione di un proprio marco per una linea di prodotti per la salute del viso e della pelle per adulti, oltre ad una cosmesi naturale rivolta ai più piccoli, mettendo in atto nuove strategie sui prezzi. Sviluppare dinamiche più opportune per la riduzione di costi generali è stata la strada percorsa da Far.com che nel 2012 l’ha portata ad ottenere positivi risultati di bilancio. Tutto questo riuscendo comunque a dare all’utente un’ampia scelta e soddisfare al meglio la domanda di salute della collettività attraverso un “dialogo” che deve continuare ad essere sempre più completo, efficiente ed efficace.

Far.com

Pharmacies, everybody’s friend Offering highly professional, innovative services to clients

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istoia’s community pharmacies have become true landmarks for citizens. Uniting its seven locations, Far.com has become even more important thanks to the special and innovative services offered to customers who rely not only on the pharmacists’ professionalism but also on assistance with and advice on any problem. One of the projects, strongly supported by Far.com President Simon Laing is the “mother’s friendly pharmacy”, a psychology service for mothers that is in addition to existing social assistance services available for the whole family. The completely free initiative provides a psychologist (once a week at only one pharmacy) and a social worker (daily from 4 p.m. to 8 p.m.). About 180 mothers have used the service, which will soon be extended to other locations. Another innovation is the special “Pronto Serenità” card that costs €49 and provides supplementary insurance coverage for co-payments up to €1200. In order to provide to all-round assistance, Far.com helps Pistoia’s residents to also save time and money with free CUP bookings for any type of visits or tests. Improving the value of its role as the system’s regional hub, it thus has more than just the simple task of selling drugs, it is also becoming a social guidance center. Particular attention is being paid to cancer prevention by offering mole screenings that are carried out directly at the pharmacy, without waiting lists and at a moderate cost; responses are received from the Dermatology Center, University of Rome Tor Vergata after only 72 hours. Far.com’s future plans include working to develop its own line of skin care products for the face and for

adults as well as natural cosmetics aimed at younger customers and implementing new price strategies. In 2012, Far.com developed more appropriate strategies that reduced overhead costs, resulting in positive financial results. All this while was achieved while managing to give the user a wide choice and to better meet the community’s health demands via a continuing “dialogue” that is ever more comprehensive, efficient, and effective.

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a sinistra: Aleandro Roncarà con “Centomini”, il suo personaggio-simbolo; sotto: l’artista tra due delle sue opere; nella pagina accanto: “Mondo Rondo”, la sua opera-manifesto. Left: ”Aleandro Roncarà with Centomini, his charactersymbol; below: the artist with two of his paintings; previous page: “Mondo Rondo”, his manifesto-work

TESTO Emanuel Carfora

I personaggi di Aleandro Roncarà

FOTO Nicolò Begliomini

Universo Pop a Montecatini Terme Mostra permanente fra tavoli, sedie e banconi nel suo ristorante

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leandro Roncarà, classe 1967, vive e crea le proprie opere nella casa-studioristorante di Montecatini Terme. La sua arte incontra il verde di Pistoia attraverso un’illustrazione grafica realizzata appositamente per le pagine di NATURART. Un grande albero circondato da forme e figure del repertorio di Alenadro: stelle, cuori, frecce, prese della corrente e personaggi che fanno parte del suo Mondo Rondo. «È un pianeta immaginario – racconta Roncarà – nel quale si trovano i personaggi che raffiguro nei miei quadri. Il mio primo dipinto si ispirava a un fumetto degli anni sessanta e decisi di realizzarlo, spinto soprattutto da mia figlia». Quasi certamente il legame con i figli Carlotta, Lupo e Brando è il segreto del successo di Roncarà: «I miei tre figli sono la mia principale fonte di ispirazione, sono sempre i primi a vedere le mie creazioni e mi confronto con loro prima di presentare le opere in pubblico». Diventato artista professionista dopo i quaranta anni, Roncarà ha iniziato a esporre i quadri sulle pareti del suo ristorante di Montecatini Terme: una vetrina inconsueta ma efficace, visto che in pochi anni è riuscito ad acquisire molta visibilità e notorietà. Le sue composizioni colorate, in poco tempo

sono diventate anche stoffe per borse e poltrone. Camminando con lui negli spazi di vita e di lavoro, troviamo opere appese dietro i tavoli del ristorante, sculture sui banconi, decine di quadri pronti o quasi pronti accatastati sulle scale, che portano nell’abitazione al primo piano. Anche qui una rassegna di tele colorate firmate dall’artista con la sigla IHO – I Hate Roundabout – che rimandano alla Pop Art, Street Art, i fumetti e gli Art Toys. Sono soprattutto gli acrilici usati da Roncarà a catturare l’attenzione: le sue opere piacciono moltissimo anche ai bambini, incuriositi dalla creatività delle composizioni e dagli abbinamenti cromatici tipici del suo stile. «In questo periodo – continua Roncarà – mi sto dedicando molto al personaggio Centomini e ho realizzato una scultura in alluminio di piccole dimensioni fusa nella fonderia Salvadori di Pistoia. L’idea è creare una versione di oltre due metri e, magari, una serie di art-toys». Dopo aver esposto a Roma, Londra, Kiev e in molti altri spazi, le opere dell’artista di Montecatini, nel 2013 saranno ospitate in prestigiose mostre nelle città di Spoleto, Firenze, Milano e Mosca. Tuttavia l’esposizione permanente rimarrà quella di sempre: fra tavoli, sedie e banconi del suo ristorante. 87



The characters of Aleandro Roncarà

Pop universe in Montecatini Terme Permanent exhibition among the tables, chairs, and counters of his restaurant

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leandro Roncarà, an artist born in 1967, lives and creates his own works in his house-studio-restaurant in Montecatini Terme. His art meets the green of Pistoia via a graphic illustration created expressly for the pages of Naturart. A large tree surrounded by forms and figures from Aleandro’s repertoire: stars, hearts, arrows, power sockets, and other characters that are part of his Mondo Rondo. “It is an imaginary world,” says Roncarà, “where the characters depicted in my paintings are found. My first painting was inspired by a comic book from the 1960s and I decided to do it, pushed mostly by my daughter.” Almost certainly, the bond with his children Carlotta, Lupo, and Brando is the secret of Roncarà’s success: “My three children are my main source of inspiration. They are always the first to see my creations and

I am always comparing myself to them before presenting my works to the public.” Becoming a professional artist after he was forty years old, Roncarà started to exhibit the paintings on the walls of his restaurant in Montecatini Terme: an unusual but effective showcase because, in a few years, he has managed to acquire a lot of visibility and recognition. In a short time, his colorful compositions have also become fabrics for bags and armchairs. Walking around with him in his living and working areas, we find works hanging behind restaurant tables, sculptures on counters, dozens of ready or nearly ready paintings stacked on the stairs leading to his home on the first floor. Here, too, is an exhibition of colorful canvases signed by the artist with the initials IHO - I Hate Roundabout – which refer to Pop Art, Street Art, the world of comics, and Art Toys. Roncarà primarily uses acrylic paints to capture our attention: children like his works a great deal, intrigued by the creativity of the compositions and the color combinations that are typical of his style. Roncarà continues, “At the moment, I’m throwing myself into the Centomini character and I’ve made a small cast-aluminum sculpture at the Salvadori foundry in Pistoia. The idea is to create a version more than two meters tall and perhaps a series of art-toys. “ After exhibiting in Rome, London, Kiev, and many other places, the Montecatini artist’s works will be hosted in 2013 at prestigious exhibitions in the cities of Spoleto, Florence, Milan, and Moscow. However, the permanent exhibition will be the same as always ... among the tables, chairs, and counters of his restaurant.

in alto: Roncarà con un suo quadro ispirato al fumetto; sopra: particolare di un dipinto dedicato alla città di Pistoia; a sinistra: il pittore posa nel suo ristorante dove le sue opere sono in mostra permanente. Top: Roncarà with a painting inspired by comic books; above: detail of a painting dedicated to the city of Pistoia; left: the painter in his restaurant where his works are on permanent display.

www.odiolerotonde.it 89


Orange jazz club

Cultura in cittĂ Musica, certo, ma anche ritrovo sociale. Con ristorante e bar TESTO e FOTO Leonardo Cecconi 90


Orange Jazz Club

Culture in the city Not just music but also a meeting-place with restaurant and bar

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el cuore della Pistoia medievale, a pochi passi da Piazza del Duomo, nel gennaio del 2011 ha aperto i battenti un locale unico nel suo genere, che unisce eleganza e tradizione, quantità e qualità musicale. Stiamo parlando del circolo Arci La Sapienza, meglio conosciuto come Orange jazz club, inizialmente, costituito da un nutrito gruppo di soci e, da questa stagione, sostenuto dai pochissimi rimasti, i più appassionati sostenitori della promozione culturale in città. Il progetto, infatti, prevede una interessante e mirata programmazione musicale, con tre concerti settimanali dal giovedì al sabato, ma anche la possibilità di promuovere eventi fra i più disparati: presentazione di libri, incontri e dibattiti sull’arte o la poesia, mostre di pittura e fotografia e tutto quanto possa essere di interesse artistico e culturale. Situato in Piazza della Sapienza, di fronte alla Biblioteca Forteguerriana, in un locale nato verso la fine dell’XI secolo come Monte di Pietà, con all’interno affreschi originali del XIV secolo di Giovanni di Bartolomeo Cristiani, il jazz club è un perfetto connubio tra storia e arte. La proposta musicale è indubbiamente varia, di altissima qualità e sul palco si sono succeduti artisti di grandissima rilevanza. Per quanto riguarda il jazz, fra i tantissimi nomi, sono da menzionare tra gli altri, Fabrizio Bosso, Nico Gori, Michele Rabbia, Walter Paoli, Maurizio Giammarco, Giovanni Guidi, Barbara Casini, ma anche musicisti internazionali come Ian Shaw, Kalman Olah, Janos Egri, Dan Kinzelman o Arthur Miles. La proposta è stata talmente varia da annoverare anche artisti del calibro di Alessandro Benvenuti, Federico Fiumani, Karima, i Gatti Mezzi, Susanna Parigi, Marco Parente o Matteo Becucci; senza dimenticare i musicisti di spicco della nostra città come Riccardo Tesi, Maurizio Geri, Tiziano Mazzoni o Nick Becattini.

L’obiettivo dichiarato è di diventare un importante centro di ritrovo per artisti e musicisti della città e non solo, dove è anche possibile gustare un ottimo piatto al ristorante o un fantasioso cocktail servito al bar. Come in ogni circolo Arci, l’ingresso è riservato solamente ai soci, ma nulla di più semplice: il tesseramento può essere fatto direttamente al locale ed ha una valenza annuale, da esibire in tutti i circoli in ambito nazionale.

pagina accanto: Michele Rabbia percussionista in una serata all’Orange club, cuore jazz della città di Pistoia; in alto: la cantante toscana Karima; sopra: il pianista Ian Shaw Previous page: Drummer Michele Rabbia at the Orange Club, jazz heart of the city of Pistoia; top: Tuscan singer Karima; center: pianist Ian Shaw

n the heart of medieval Pistoia, just a few steps from Piazza del Duomo, a one-of-akind venue opened in January 2011 that combines elegance and tradition as well as musical quantity and quality. We are talking about the club of the Arci La Sapienza, better known as Orange Jazz Club. It initially consisted of a large group of members but, beginning this season, it is supported by the few remaining members, the most passionate supporters of efforts to promote culture in the city. The project, in fact, provides an interesting and targeted music program with three concerts weekly, from Thursday to Saturday. However, it is also an opportunity to promote events as diverse as book presentations, meetings and debates on art or poetry, painting and photography exhibitions, or anything that could be of artistic and cultural interest. On Piazza della Sapienza, opposite the Forteguerriana Library, its location was originally used as a pawnshop towards the end of the eleventh century. With the original fourteenth-century frescoes by Giovanni di Bartolomeo Cristiani, the jazz club is a perfect blend of art and history. Its musical offerings are undeniably varied and of the highest quality. Very important musicians have performed on the Orange stage. Among the many names in jazz who have performed in Pistoia, it is worth mentioning Fabrizio Bosso, Nico Gori, Michele Rabbia, Walter Paoli, Maurizio Giammarco, Giovanni Guidi, and Barbara Casini as well as international musicians like Ian Shaw, Kalman Olah, Janos Egri, Dan Kinzelman and Arthur Miles. Its varied roster has even included the likes of Alessandro Benvenuti, Federico Fiumani, Karima, the Gatti Mezzi, Susanna Parigi, Marco Parente, and Matteo Becucci, just to name a few. Let us not forget to mention such leading musicians of our city as Riccardo Tesi, Maurizio Geri, Tiziano Mazzoni, and Nick Becattini. The stated goal is to become an important meeting-place for the city’s artists and musicians and others as well as a place where you can enjoy delicious food in the restaurant or a fancy cocktail at the bar. As with any Arci club, entrance is reserved to members only but nothing could be simpler than enrolling directly at the venue. Memberships are good for one year and are valid at all clubs nationally.

ORANGE JAZZ CLUB Piazza della Sapienza 9 - Pistoia

www.orangejazzclub.it 91


Sartoria Teatrale Monaco

Creatività, sapienza e tecnica

Famosa nel mondo dello spettacolo fornisce, anche a noleggio, costumi e abbigliamento di qualsiasi epoca storica. I titolari hanno una cattedra all’Università

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ilverio Monaco fonda la Sartoria Teatrale Monaco nel 1979 ad Agliana (PT), per la produzione di capi su misura da uomo. Ha già lavorato in varie sartorie, dopo essersi diplomato modellista e tecnico industriale presso l’Istituto “Callegaris” di Firenze. Assieme a lui c’è Rosa Giapponese, artefice dei molti ricami e decorazioni apportate sulle creazioni. Con il trascorrere del tempo, visto anche l’avvento delle confezioni, negli anni ’80 del ‘900 la sartoria si occupa di abiti da ballo da sala, che comportano già una lavorazione artistica e che vengono esibiti in gare danzanti in tutta la Toscana e in competizioni nazionali. Grazie al perfezionamento della tecnica sartoriale, alla passione per la storia del costume e alla propensione al cambiamento, dagli anni ’90 Silverio Monaco si concentra sulla realizzazione di abiti per lo spettacolo. La piccola bottega artigiana si occupa, quindi, del noleggio di capi a piccole compagnie teatrali locali. I costumi per l’opera “Enrico IV” al vicino Teatro Metastasio di Prato e per il teatro Fabbricone sono i primi lavori importanti commissionati nel settore. Premessa per lavorare in famosi teatri nazionali e internazionali, come il Regio di

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Parma, o per importanti manifestazioni quali il Palio di Siena. La lavorazione del costume teatrale richiede impegno tecnico ma è, pure, uno stimolo alla creatività. Si utilizzano diverse tecniche e differenti materiali a seconda dell’abito, calibrato, ogni volta, su uno specifico spettacolo. La cura per i dettagli, la ricercatezza dei particolari adottati in questa sartoria artigianale producono opere d’arte ammirate in sfilate o rievocazioni storiche, in rappresentazioni teatrali di molte città, apprezzate da critici del costume. Altre specializzazioni sono gli abiti da carnevale, per il cinema o da cerimonia: tutti i capi possono essere sia venduti sia noleggiati. L’abbigliamento per il cinema richiede una cura aggiuntiva dei dettagli, mentre per quelli della rievocazione storica, ad esempio per il calcio fiorentino o per la Giostra dell’Orso di Pistoia, viene effettuata una ricerca nell’ambito della cultura del territorio. Dal 2005 la nuova sede è in via Carlo Rosselli 4, sempre ad Agliana. Nel 2010 Silverio Monaco ha lasciato l’azienda ai figli Elisa e Claudio, che insieme hanno fondano la Sartoria Teatrale Monaco snc. Il pensiero di Silverio comunque è sempre all’azienda di famiglia. Da anni si occupa

TESTO Leonardo Soldati FOTO Tommaso Frasca


di un metodo di taglio storico unico e innovativo e, dopo aver insegnato all’Istituto “Niccolò Copernico” di Pisa, dal 2010 è docente del corso di formazione per sarti promosso dall’associazione di categoria Confartigianato e finanziato dalla Provincia di Pistoia, assieme con i figli. Dopo aver frequentato la Scuola professionale Tornabuoni di Firenze, attualmente Claudio Monaco insegna sartoria da uomo presso l’Istituto Polimoda di Firenze. Elisa Monaco è Maestra d’Arte di Moda e Costume, diplomatasi all’Istituto d’Arte di Sesto Fiorentino – sezione di Montemurlo (PO) ed è laureata in Progettazione della Moda presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Tra i riconoscimenti ricevuti dalla Sartoria Monaco, “l’Aglio d’Argento” da parte del Comune di Agliana quale impresa distintasi per qualità e tradizione. Da parte della Provincia di Pistoia, invece, la sartoria è stata premiata per aver contribuito alla promozione dello sviluppo dell’economia del territorio. Alcuni costumi della sartoria aglianese, riferiti alla Commedia dell’Arte, sono esposti, permanentemente, in alcune navi della compagnia Costa Crociere. Oggi, la sartoria ospita anche alcuni apprendisti in formazione professionale.

in alto a destra: particolari della lavorazione sartoriale; sotto: Elisa e Claudio Monaco, figli di Silverio, fondatore dell’omonima sartoria teatrale; nella pagina accanto: costumi della sartoria Monaco indossati in scena. Top right: Tailor at work and design sketches; below: Elisa and Claudio Monaco, children of Silverio, founder of the Sartoria Teatral Monaco; previous page: theater costumes by the Sartoria Monaco

Sartoria Teatrale Monaco

Creativity, knowledge, and technology Famous in the entertainment world, it supplies as well as rents costumes and clothing for any historical era. The owners are university professors

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ilverio Monaco founded Sartoria Teatrale Monaco in 1979 in Agliana (PT), in order to produce men’s made-to-measure clothes. He had previously worked at various fashion houses after receiving his diploma as a pattern maker from the Callegaris Institute in Florence. Joining him was Rosa Giapponese; to a great extent, the embroidery and decorations on their creations are her work. With the passage of time, and also given the introduction of ready-made clothes in the 1980s, the fashion house focused on ballroom dancing costumes that entailed more artistic workmanship. They were seen in dance competitions throughout Tuscany and Italy. With the improvement in tailoring technique, a passion for the history of fashion, and a willingness to change, Silverio Monaco has focused on the production of theatrical and performance costumes since the 1990s. As a result, the small artisanal workshop rents costumes to small, local theater companies. The costumes for the opera “Henry IV” at the nearby Teatro Metastasio in Prato and for the Teatro Fabbricone were the first important works requested by the sector. It is a premise that seems to have worked for such famous national and international theaters as Parma’s Teatro Regio or for such important events as the Palio of Siena. The production of theatrical costumes requires technical commitment yet it also stimulates creativity. Different techniques and materials are

used according to costume, which are adjusted for a specific show each time. An eye for the refined details adopted by this artisanal fashion house has resulted in works of art admired at fashion shows, historical pageants, and plays in many cities as well as being appreciated by costume critics. Other specializations include carnival and movie costumes as well as formal wear, all of them available either to buy or to rent. Film costumes require additional attention to detail, while local historical research is carried out for the costumes used in such historical re-enactments as the Calcio Fiorentino or Pistoia’s Giostra dell’Orso. In 2005, the firm moved to a new headquarters at Via Carlo Rosselli 4, in Agliana. In 2010, Silverio Monaco turned the business over to his children Elisa and Claudio, who together founded Sartoria Teatrale Monaco snc. Silverio however, has always thought about the family business. For years, he has devoted himself to a unique historical and innovative cutting method. After teaching at Pisa’s Niccolò Copernico Institute, since 2010, he, together with his children, has been teaching a training course for tailors promoted by the trade association Confartigianato and funded by the Province of Pistoia. After attending the Tornabuoni Vocational School in Florence, Claudio Monaco currently teaches tailoring for men at the Polimoda Institute in Florence. Elisa Monaco is a teacher of Art, Fashion, and Costume. A graduate of the Art Institute of Sesto Fiorentino-Montemurlo (PO) section, she has a degree in Fashion Design from the Faculty of Architecture in Florence. The awards received by Sartoria Monaco include the “Aglio d’Argento” from the municipality of Agliana in recognition of the company’s outstanding quality and tradition as well as one from the Province of Pistoia for its contribution to promoting the area’s economic development. Some Commedia dell’Arte costumes by this Agliana fashion house are on permanent display on various ships operated by Costa Cruises. Today, the fashion house also offers professional training to apprentices.

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Francesco Tonini, pattinatore

Prove da campione Nelle competizioni giovanili ha già vinto due medaglie d’oro, una d’argento e due di bronzo nelle europee e un secondo posto sul podio internazionale

TESTO Emanuele Begliomini FOTO Nicolò Begliomini 96


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ifficile sapere come iniziano le grandi storie della vita. Può capitare, per esempio, che un ragazzino indossi un paio di pattini a rotelle per puro caso e diventi un campioncino. Insomma, quando vuole, il destino sa essere imprevedibile. Così lo è stato per Francesco Tonini che i pattini se li mise davvero quando aveva 4 anni. Fu un colpo della sorte: accompagnò il padre al proprio garage e lì accanto trovò il vicino di box, che di mestiere accomodava i pattini. Quel giorno fu fondamentale per Francesco oggi diciannovenne, con alle spalle sei anni di militanza nella nazionale italiana di pattinaggio. L’intermezzo temporale si lascia intuire: le rotelle sempre sotto le scarpe e il gioco diventato sport agonistico e passione. Tonini nel curriculum, finora fatto solo di competizioni giovanili, ha due medaglie d’oro (una nel 2012), una d’argento e due di bronzo negli europei e un fresco secondo posto ai mondiali, tenuti a Auckland. Il ragazzo, quindi, promette bene e il salto nella massima categoria scatterà il prossimo anno. Per arrivare a questi livelli occorre esercitazione e qualche sacrificio, perché ogni giorno ha il proprio allenamento, mentre scuola e amici reclamano il proprio spazio. I successi non sono composti solo dalla preparazione, come dimostra l’alloro arrivato dalla Nuova Zelanda in una gara difficile, contro avversari preparati al meglio. Francesco, dopo qualche sbavatura ini98

ziale dovuta all’emozione, ha reagito, regalando al pubblico e alla giuria un’esecuzione perfetta. È arrivato al gradino mediano del podio e salire ancora di posizione significherebbe essere il migliore al mondo. Questo è il suo obiettivo dichiarato sottovoce, quasi come se esistesse un timore reverenziale verso una gara così importante. Mentre di Olimpiade, per ora, non se ne parla: necessario, per provarci, cambiare disciplina e regione per passare al pattinaggio sul ghiaccio. Uno stravolgimento che al momento non è previsto, anche se basta poco per mutare il percorso di uno sportivo. Magari basta mettersi un paio di calzature giuste, a quattro anni come a venti, e tutto cambia.

in questa pagina: Francesco Tonini impegnato in alcuni momenti di gara e con la sua medaglia d’argento vinta ai campionati giovanili europei; nella pagina accanto: Tonini sul podio della competizione giovanile mondiale, dove ha conquistato il secondo posto; foto di apertura: il campione posa per NATURART nella Biblioteca San Giorgio di Pistoia. This page: Francesco Tonini during a competition and with the silver medal won at the European youth championships; Next page: Tonini on the podium at the world youth championships where he came in second; Opening photo: the champion posing for NATURART in Pistoia’s San Giorgio Library.


Ristorante - Pizzeria

Il Cavallino Rosso da “Fischio”

Francesco Tonini, Roller Skater

Aiming for the world championships In youth competitions, he has already won two gold, one silver, and two bronze medals in European competitions

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ifficult to know how the great stories of life begin. It may happen, for example, that a child puts on a pair of roller skates by pure chance and becomes a champion. In short, when it wants, fate can be unpredictable. So it was for Francesco Tonini who in

fact put on the roller skates when he was just barely 4 years old. It was a stroke of luck. He had accompanied his father to their garage and their neighbor in the next garage, a cobbler, was fixing a pair of roller skates. That day was important for the nineteen-year-old Francesco of today, who now has six years of experience at the Italian roller-skating nationals. The time interlude suggests that, with wheels always under his shoes, the game became a competitive sport and passion. So far, only at youth competitions, Tonini’s CV has two gold (one in 2012), one silver, and two bronze medals in the European Championships and a cool second place at the World Championships held in Auckland. The young man is therefore promising and his jump into the highest category will start next year. To reach these levels, he must train and make some sacrifices because he must practice every day, while school and friends demand their own space. The successes are not only the result of preparation, as evidenced by the laurels from New Zealand in a tough competition against opponents prepared as best as possible. After some initial mishaps due to emotion, Francesco responded, giving a perfect performance to the public and the jury. He arrived at the middle step of the podium; climbing one more step would mean he was the best in the world. This is his softly stated goal, almost as if he was in awe of such an important competition. While, for now, the Olympics are not being talked about: to try, he must change discipline and the region so as to move to ice skating. A twist for which he is not currently preparing, even if it would take very little to change the path of this athlete. Maybe it just needs putting on the right pair of shoes at age twenty, like at age four, and everything changes.

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Alessandro Dressadore e Roberto Rocchiccioli

Fuoriclasse sugli sci e nella vita Due ragazzi con sindrome di down, atleti del club Doganaccia, hanno vinto ori allo Special Olimpycs Italiani e il tricolore Fisdir 2011

TESTO Gianluca Barni FOTO Francesco Bacci ilfotografo.it 101


da sinistra a destra: Roberto Rocchioccioli sul podio con l’oro dello Special Olympics; Roberto con l’amico e campione Alessandro Dressadore; nella pagina accanto e nella foto di apertura: i due ragazzi in azione sulle piste. From left to right: Roberto Rocchioccioli on the podium with his gold from the Special Olympics; Roberto with his friend and the champion Alessandro Dressadore; next page and opening photo: the two young men on the slopes.

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edere con il cuore. La nostra storia, toccante nella sua semplicità, ha come comprimari adulti sensibili, intuitivi e protagonisti bambini che hanno trovato una ragione di esistenza tra i fiocchi di neve. Roberto Rocchiccioli, oggi 21enne, e Alessandro Dressadore, 20 anni, entrambi tesserati dello Sci Club Doganaccia 2000, sono diventati campioni di sci alpino per caso. Nati con un cromosoma in più, sono riusciti a imitare le gesta del loro idolo, lo statunitense Ted Ligety. «Una decina d’anni fa - racconta Marco Ceccarelli, allenatore del ‘Doganaccia’ Vincenzo e Alessandra Rocchiccioli, di Lizzano Pistoiese portarono a sciare il figlio Francesco. Ai bordi della pista restò il fratello Roberto, un bimbo affetto da tisomia 21. Chiesi di vederlo all’opera: da allora s’è appassionato alla disci-

plina, conquistando pure eccellenti risultati». Ricorda, invece, il maestro di sci Andrea Dressadore: «Fu lo scomparso Ivo Rastelli a insistere affinché Ale praticasse questo sport. Grazie alla disponibilità e alla sapienza dei tecnici, Alessandro non solo sta brillando sulla neve, ma nuota e gioca a tennis». Spiega ancora Ceccarelli: «Averli fatti allenare con i normodotati ha consentito loro di crescere molto, umanamente e sportivamente». Confermano anche Alessandra Rocchiccioli e papà Dressadore: «Hanno appreso tanto e hanno fatto comprendere anche agli altri, che cosa significa disabilità». Marco Ceccarelli conosce bene i due ragazzi e li descrive cosi: «Roberto, specialista di discesa e gigante, è esuberante; Alessandro, che eccelle in gigante e slalom, è più metodico. Roberto è istinto, Alessandro è migliorato sino a

divenire uno dei più bravi sciatori italiani affetti da sindrome di down», affermazioni con le quali concorda anche Ronny Ceccarelli, fratello di Marco e maestro del “Doganaccia”, società che ha una sessantina di atleti del calibro di Martina Guerri una tra i più promettenti. I due angeli hanno spiccato il volo: Roberto ha vinto due ori e un bronzo agli Special Olympics italiani, Alessandro il titolo tricolore Fisdir 2011. «Osservarli sugli sci è stata una vittoria anche per noi», sostengono i genitori. «Roby si è diplomato all’Istitito Agrario “De Franceschi” di Pistoia - aggiunge la mamma -, e sta collaborando con la Dynamo Camp, e cercando un’occupazione». Anche Ale va bene a scuola: sta specializzandosi al Liceo artistico, come precisa il suo babbo. Da vincere, rimane la gara della vita. Sono preparati: ce la faranno.

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Pistoia - immersa nel verde della campagna toscana, in posizione strategica a pochi km di distanza da Firenze, dalla Versilia e vicino a 4 campi da golf, appartamento in prestigiosa villa del 1700, completamente ristrutturato in chiave conservativa e di ca. 200 mq, al quale fa da cornice il grande parco con alberi secolari ed uno stupendo giardino all’italiana con vasca centrale, alimentata da acqua sorgiva di proprietà della villa, oltre alla Cappella gentilizia ancora consacrata. L’immobile è corredato di giardino privato di circa mq. 1.800, sul quale insiste l’ex limonaia, come ulteriore zona living, oltre a terrazza con gazebo ricoperto di glicine e rose. Pistoia –plunged in the Tuscany’s countryside in a strategic position a few kilometres far from Florence, from Versilia and very close to 4 golf fields, 200 metres squares apartment in a prestigious mansion of 1700, totally restaured with conservation intervention, framed by the centuries-old trees wide park and the wonderful italian garden with central pool, fostered by source’s water, owned by the mansion itself, the Gentilizia Chapel still sanctified. The real estate is equipped by 1800 metres squares private garden with a lemon tree garden still standing , as another living space , furthermore the terrace and gazebo covered in wisterias and roses

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eeing with your heart. Our story, touching in its simplicity, has sensitive, clear-sighted adults as co-stars and children as the heroes who found a reason to live amidst the snowflakes. Roberto Rocchiccioli, today 21 years old, and Alessandro Dressadore, 20 years old, are both members of the Doganaccia 2000 Ski Club and who have become alpine skiing champions by chance. Born with an extra chromosome, they were able to imitate the deeds of their idol, the American Ted Ligety. “A decade ago,” says Marco Ceccarelli, the Doganaccia coach, “Vincenzo and Alessandra Rocchiccioli from Lizzano Pistoiese brought their son Francesco to ski. His brother Roberto, a child with Down’s syndrome, stayed on the side of the track. I asked to see him in action and since then, he has become passionate about the sport, attaining outstanding results. “It was the late Ivo Rastelli who insisted on Ale’s participating in this sport. Thanks to the instructors’ willingness and knowledge, he not only is brilliant on snow but he swims and plays tennis,” recalls Andrea Dressadore, married to Cristina and father of Leonardo, the ski instructor. Ceccarelli says, “Having made them train with the able-bodied allowed them to grow much more, humanwise and sportswise.” Alessandra Rocchiccioli and Dressadore confirm, “They have learned so much but they have helped others to understand what a disability is.” Marco describes him to us, “A specialist in downhill and giant slalom, Roberto is exuberant; Alessandro (slalom and giant slalom) is more methodical.” “Roberto is instinct, Alessandro has improved until he has become one of the best Italian athletes with Down’s,” echoes Ronny Ceccarelli, Marco’s brother and an instructor for the Doganaccia, a club with sixty athletes (with Martina Guerri among the most promising). The two angels have soared: Roberto won two golds and a bronze medal at the Italian Special Olympics and Alessandro, the national title at Fisdir 2011.” “Watching them ski was a victory for us,” say the parents. “Roby is a graduate of the De Franceschi School,” his mom adds. “He is working with the Dynamo Camp and looking for a job.” His father says, “Ale is specializing at the art school.” Life’s race is to be won. They are prepared; they will succeed.

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È pistoiese l’azienda che curerà gli spazi verdi

Corriamo insieme Per la prima volta la Toscana ospita un circuito mondiale di ciclismo. Per l’occasione si fa bella vestendosi di piante TESTO Manlio Cafiero

I

mondiali di ciclismo che sono l’evento sportivo dell’anno in Toscana, si svolgeranno dal 22 al 29 settembre e le gare coinvolgeranno Lucca, Pistoia, Montecatini Terme e Firenze. Non era mai successo che la Toscana ospitasse un circuito mondiale. Con questo evento si attendono 400 mila visitatori, più di duecento televisioni e l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo. In attesa, fervono preparativi e allestimenti, anche degli spazi verdi. Accade cosi che in questi giorni alla Giorgio Tesi Group, azienda vivaistica pistoiese con 500 ettari di superfice coltivata, si sia stipulato un accordo con l’UCI (Union Cycliste Internationale) e con il comitato organizzatore come Italian 106

Partner e Partner ufficiale del verde dei Mondiali di Ciclismo Toscana 2013. La Giorgio Tesi Group si occuperà degli spazi a verde dell’evento, sia lungo il circuito che nei villaggi mondiali che saranno allestiti e fornirà piante e fiori per le premiazioni. L’azienda conferma così l’impegno e la passione nel sostegno allo sport, gia dimostrato con il Pistoia Basket, che milita in serie A2 del campionato nazionale di pallacanestro; con l’AC Milan fornendo il verde per il prestigioso centro sportivo di Milanello e con la sponsorizzazione della squadra di ciclismo, l’Androni Giocattoli, che nel 2010 è stata Campione d’Italia. Chi usa la bicicletta lo fa non solo per sport, per tenere allenato il proprio corpo, ma anche e soprattutto per rispetto dell’ambiente che lo circonda, per vedere il mondo con un occhio diverso, più

attento alla natura, alla riscoperta del territorio e, perché no, al futuro del nostro Pianeta. «La Giorgio Tesi Group, leader nelle certificazioni ambientali, ha sempre condiviso questa filosofia - dice Fabrizio Tesi legale rappresentante della Giorgio Tesi Group - e siamo molto soddisfatti di questo accordo, perché crediamo molto nell’evento. Pistoia e la Toscana sono terre di grandi appassionati di ciclismo e hanno dato alla luce campioni di tutti i tempi come Bartali, Martini, Ballerini, Bettini, Cipollini, Tafi e il fratelli Maggini. Siamo convinti che il Mondiale rilancerà l’immagine e la passione per il ciclismo, promuoverà la Toscana nel mondo e porterà benefici anche alle comunità locali. Ci piace l’idea di “correre insieme”: per noi lo sport è il miglior veicolo per trasmettere valori come l’etica, la lealtà e l’onestà che sono anche i valori delle nostre aziende».


Plants provided by company from Pistoia

Let’s Race Together

sopra in senso orario: Paolo Bettini esulta per una vittoria mondiale; un’immagine storica del campione Alfredo Martini; il ciclista Franco Ballerini vincitore della Roubaix; sotto: a sinistra, Claudio Rossi, direttore generale del Comitato organizzatore dei Mondiali di ciclismo Toscana 2013 e a destra Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group, brindano all’accordo raggiunto.

For the first time, Tuscany hosts a world championship of cycling Spruced up with plants for the event

T

he Giorgio Tesi Group is increasingly at the forefront in sports. The Pistoia nursery group will be the Italian Partner and Official Partner exclusively for its own market sector in furnishing a touch of green at the 2013 World Championships of Cycling in Tuscany. The World Championships will be the sporting event of the year in Tuscany and take place September 22-29, with the races passing through Lucca, Pistoia, Montecatini Terme, and Florence. This is the first time that Tuscany has hosted a world-level racing circuit. This event expects 400,000 visitors and more than two hundred television and will be seen by fans all around the world. The Giorgio Tesi Group will furnish the greenery for the event that will be set up in the towns and along the route as well as provide plants and flowers for the awards ceremonies. In this way, the Giorgio Tesi Group affirms its commitment to and enthusiasm for supporting sports, as it has already demonstrated with its partnership with Pistoia’s basketball team that played in the Series A2 national basketball championship and its agreement with AC Milan to supply plants to the prestigious Milanello sports center. The Giorgio Tesi Group has always supported cycling. Those who use bikes do so not just for sport and to keep themselves in shape but, also and above all, out of respect for the environment that surrounds them, to see the world in a different light, closer to nature, to rediscover the region, and – why not – for the future of our planet. The Giorgio Tesi Group, a certified environmental leader, has always subscribed to this philosophy and has been a sponsor of the An-

droni Giocattoli cycling team, the team Champion of Italy in 2010. “We are very pleased with this agreement,” says Fabrizio Tesi, the Giorgio Tesi Group’s legal representative, “because we strongly believe in this event. Pistoia and Tuscany are home to great fans of cycling and they have given birth to such unsurpassed champions as Bartali, Marti-

Above, clockwise: Paolo Bettini celebrating his world victory; vintage photo of the champion Alfredo Martini; cyclist Franco Ballerini, Winner of the Roubaix; below: on left, Claudio Rossi, general manager, organizing committee, 2013 World Championships of Cycling, Tuscany and, on right, Fabrizio Tesi, legal counsel of the Giorgio Tesi Group, toasting the signed agreement.

www.toscana2013.it

ni, Ballerini, Bettini, Cipollini, Tafi, and the Maggini brothers. We believe that the World Cup will raise the image and enthusiasm for cycling, elevate Tuscany around the world as well as benefit our local communities. For us, sports are the best vehicle for transmitting values like ethics, loyalty, and honesty, which are also the values of our businesses.”

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