NATURART 39

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N. 39 - APRILE | APRIL 2021 | COPIA OMAGGIO - FREE COPY

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia - Pistoia in the World the World in Pistoia

GIORGIO TESI EDITRICE


JUMP INTO THIS UNIQUE EXPERIENCE TO DISCOVER OUR PRODUCTION ANYWHERE AND ANY TIME. AN INNOVATIVE TOOL TO WORK TOGETHER

NEVER SO CLOSE!

Nurseries Virtual Tour is a multimedia platform designed by Giorgio Tesi Group to visit our nurseries and production, an innovative method for communicating with our customers all over the world. A map guides you in choosing which production center to explore. Once selected, you can browse around to choose the area on the basis of those varieties that interest you, getting botanical and sales information. You can send a quote or an information request to your sales representative. The system is based on 360-degree panoramic photography, with which you can observe the surrounding environment from different points of view, thus giving realistic, high-quality views of spaces and situations.

Nurseries Virtual Tour è la piattaforma multimediale lanciata da Giorgio Tesi Group per visitare i vivai e la produzione, un innovativo metodo per dialogare con i nostri clienti in tutto il mondo. Una mappa vi guiderà nella scelta del centro di produzione da esplorare e una volta selezionato potrete navigare al suo interno scegliendo l’area in base alle varietà a cui siete interessati, ottenendo informazioni botaniche e commerciali. Potrete inviare un preventivo oppure una richiesta di informazioni al vostro commerciale di riferimento. Il sistema si basa sulla fotografia panoramica a 360 gradi, con la quale potrete osservare l’ambiente che vi circonda da diversi punti di osservazione permettendovi quindi la visione di spazi e situazioni con realismo e grande qualità.

Member of the Board of Directors QUALITY MANAGEMENT CERTIFICATION SYSTEM UNI EN ISO 9001:2008

802529 IT-001442

ENVIRONMENTAL MANAGEMENT CERTIFICATION SYSTEM UNI EN ISO 14001:2004


virtualtour.giorgiotesigroup.it


FORATA È GI.METAL

INNOVAZIONE, RIVOLUZIONE, EVOLUZIONE Gi.Metal produce INNOVAZIONE da più di 30 anni: Novità funzionali e di stile dalla sua nascita, nel 1986. RIVOLUZIONE nel 1998 con l’invenzione della pala forata, imitata in tutto il mondo, Progresso oggi con la nuova linea EVOLUZIONE, realizzata per chi non si accontenta mai. Oltre 30 anni di storia, perché la perfezione non si improvvisa.

gimetal.it


EDITORIALE

Il ridente maggio

Giovanni Capecchi Direttore Editoriale Managing Editor —

g.capecchi@discoverpistoia.it

Perhaps there is no more suitable month than May for NATURART to come out and meet our readers again. It is Leopardi’s “fragrant May”, and, with spring bursting out, it is a moment of rebirth for nature and all of us as well. A desire for open air and verdant nature, the urge and need for walks outdoors always accompany spring. However, these have grown over the last year, characterizing the irresistible force of this spring. Publishing an issue of NATURART also speaks about the city while devoting ample space to the environment and the mountains. Readers will find articles on a “diamond” at our doorstep, Lizzano Pistoiese; Castello di Cireglio, now the heart of the literary park named after Policarpo Petrocchi; the WWF Oasis inside Dynamo Camp; the Way of St. James, and, in general, on the pilgrim’s ways that also crossed the mountains. Among other things, our mountains are linked to the ancient Cantar Maggio tradition. There is no better way to greet this month and this rebirth than to bring back the words of a May song welcoming the warm weather at the end of an editorial that has deliberately avoided using any of the new words that entered Italian and international lexicons beginning in March 2020: Here’s merry May that noble month makes our hearts eager with joy; Bursting with flowers, roses, and violets every shore gleams in the sun. Here is spring, that youthful time, its charming return brims with a welcome joy.

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Ecco il ridente maggio ecco quel nobil mese che viene a dare imprese ai nostri cuori; è carico di fiori di rose e di viole risplende con il sole ogni riviera. Ecco la primavera ecco il tempo novello torna grazioso e bello e più giocondo.

Merry May

www.discoverpistoia.it

Forse non c’è mese più adatto di maggio per tornare ad uscire con NATURART e per incontrare di nuovo i nostri lettori. È il “maggio odoroso” di leopardiana memoria, è l’esplosione della primavera, è un momento di rinascita per la natura e – quindi – anche per tutti noi. Il desiderio di aria aperta e di verde, la voglia e il bisogno di passeggiate immersi nella natura, che accompagnano sempre la primavera ma che sono cresciuti nell’ultimo anno e che caratterizzano con maggiore forza questa primavera, vedono l’uscita di un numero di NATURART che parla anche della città ma che dedica ampio spazio all’ambiente e alla montagna. I lettori troveranno articoli su un “diamante” di casa nostra, su Lizzano Pistoiese, su Castello di Cireglio che è divenuto il cuore del Parco Letterario intitolato a Policarpo Petrocchi, sull’Oasi Wwf all’interno di Dynamo Camp, sul Cammino di San Iacopo e in generale sui cammini, che attraversavano anche le alture. Le nostre montagne, tra l’altro, sono legate ad un’antica tradizione che è quella del Cantar Maggio. Non c’è miglior modo per salutare questo mese e questa rinascita che riportare le parole proprio di un Maggio, dando il benvenuto alla buona stagione, a conclusione di un editoriale che, volutamente, ha evitato di utilizzare le nuove parole entrate nel vocabolario italiano e internazionale a partire dal marzo 2020:



EDITORIALE Marco Cappellini Direttore Generale Giorgio Tesi Group General Manager

Un cammino, che nonostante il difficile momento che stiamo ancora attraversando a causa dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19, continua guardando con fiducia al futuro con rinnovato entusiasmo e tanti nuovi progetti tra cui mi preme segnalare il successo ottenuto con Nurseries Virtual Tour, fortemente voluto per consentire a tutti i nostri clienti di visitare virtualmente, sede, vivai e filiali dell’azienda. Un ruolo determinante in questo percorso continua ad averlo NATURART, la nostra rivista bilingue diffusa in ambito locale e spedita gratuitamente in oltre 60 Paesi nel Mondo, ricca di splendide immagini e approfondimenti artistico - culturali, dedicata a Pistoia e al suo territorio che è diventata un punto di riferimento per la cittadinanza, istituzioni e associazioni locali e regionali: un prodotto editoriale diverso dal solito, che nei suoi dieci anni di vita si è saputo evolvere nel tempo, esaltando di volta in volta aspetti poco conosciuti, caratterizzati da grandi tesori artistici, dal verde dei vivai, da un turismo lento e discreto e da uno stile di vita in linea con i ritmi della natura e quindi a misura d’uomo. Un percorso ed una storia lunghi dieci anni che a breve, con l’avvio dei lavori per la realizzazione del NATURART VILLAGE – un importante progetto di riqualificazione green - avranno finalmente anche un luogo fisico dove intorno al verde e alla grande qualità della produzione Giorgio Tesi Group, valori e passioni si potranno unire con l’obiettivo di far diventare questa struttura un hub strategico che guardando al futuro, affonda le sue radici nelle tradizioni locali. Attraverso NATURART, Discover Pistoia e le pagine social collegate, nel tempo continueremo ad aggiornarvi sul procedere dei lavori, facendovi scoprire piano piano un luogo che sarà davvero unico nel suo genere e che, siamo certi, contribuirà a valorizzare sia l’eccellenza del verde pistoiese che il nostro meraviglioso territorio, sempre con l’ambizioso obiettivo di portare Pistoia nel mondo e il mondo a Pistoia.

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Sono ormai più di 10 anni che Giorgio Tesi Group – sia per rafforzare il proprio senso di appartenenza alla comunità che per strategie di comunicazione - ha creato una relazione sinergica con il territorio, andando ad interagire con l’arte, la cultura, lo sport giovanile e professionistico, il paesaggio e il tessuto sociale, con l’ambizioso duplice obiettivo di legare in maniera indissolubile il proprio brand alla città, lavorando allo stesso tempo per la promozione e la valorizzazione a livello internazionale del territorio pistoiese. Una grande azienda, eccellenza nel settore del vivaismo a livello europeo, che continua a impegnarsi, nella moderna logica della Terza Economia, a restituire una parte di quello che ha ottenuto, cercando di svolgere l’importante ruolo di “volano” di iniziative progettuali di valorizzazione delle comunità e delle iniziative che queste realizzano. È proprio seguendo questo percorso che è nata anche l’idea di realizzare il docufilm “Pistoia nel Mondo e il Mondo a Pistoia – 10 anni di NATURART” - che ha visto protagonista Dario Vergassola - con l’obiettivo, attraverso il racconto di questi dieci anni di storia, sia di porre l’attenzione su tutte le iniziative realizzate, che di lasciare agli spettatori un importante messaggio sul ruolo e l’importanza del verde per il futuro del mondo e quindi delle nuove generazioni.

www.giorgiotesigroup.it

Il futuro è verde


The future is green

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More than ten years ago, Giorgio Tesi Group created a synergistic relationship with the territory in terms of communication strategies and strengthening a sense of community. The plan was to engage with art, culture, youth and professional sports, the landscape, and the social fabric. The ambitious double objective was aimed at firmly tying its brand to the city while at the same time working to promote and boost worldwide the Pistoia area. Following the modern logic of the tertiary economy, this large company, a leader in the European nursery sector, continues to be committed to giving back a part of what it has received by being the “engine” for project initiatives that enhance the communities and all our initiatives. Just continuing in this direction led to the idea of creating the docufilm “Pistoia in the World and the World in Pistoia – 10 years of NATURART”. The film, starring Dario Vergassola, tells about all the initiatives from the past ten years, leaving viewers with an important message on the role and importance of green to the world’s future and new generations. Despite the difficult times due to the health emergency linked to the Covid-19 pandemic, our journey continues, looking confidently towards the future with rekindled enthusiasm and many new projects. Specifically, I would like to point out the success of the Nurseries Virtual Tour, which enabled all our customers to pay a virtual visit to the

company’s headquarters, nurseries, and branches NATURART continues to play a decisive role in this process. Our bilingual magazine is distributed locally and sent free of charge to over 60 countries worldwide. Filled with splendid images and artistic-cultural insights, it is dedicated to Pistoia and its territory, becoming a reference point for inhabitants as well as local and regional institutions and associations. This exceptional publishing product has evolved over these past ten years, repeatedly highlighting such relatively known aspects as great art treasures; the green of nurseries; slow, unobtrusive tourism; and a human-scale lifestyle consistent with natural rhythms. This ten-year journey and story will soon have a physical location, with construction work beginning for NATURART VILLAGE, a noteworthy green-space redevelopment project. Values and passions will be combined to make the development a strategic, forward-looking hub rooted in our local traditions around greenery and the high quality of Giorgio Tesi Group’s production Through NATURART, Discover Pistoia, and related social pages, we will continue to bring you updates on how the work is progressing. We will help you to gradually discover a truly unique place that, we are convinced, will contribute to enhancing Pistoia’s excellence in greenery, and our fantastic territory, with the ever-ambitious goal of bringing Pistoia to the world and the world to Pistoia.


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39 | Aprile – April 2021 Pistoia nel Mondo, il Mondo a Pistoia Pistoia in the World, the World in Pistoia

Registrazione Tribunale di Pistoia – N°2/2010 del 28-05-2010

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Copertina: una bella

Cover: a beautiful image

immagine dell’Oasi

of the Dynamo Oasis,

Dynamo, immersa nella

surrounded by nature in

natura della Montagna

the Pistoiese Mountains

Pistoiese (Foto Archivio

(Dynamo Oasis Photo

Oasi Dynamo).

Archives.).

Giorgio Tesi Group The Future is Green

Giorgio Tesi Editrice srl Via di Badia, 14 – 51100 Bottegone – Pistoia – Italy Tel. +39 0573 530051 – Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Iscrizione al ROC (Registro Operatori della Comunicazione) n° 30847 del 15 Gennaio 2018 Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it


ISSN 2421-2849

9 772421

284000

Direttore Editoriale Giovanni Capecchi g.capecchi@discoverpistoia.it Direttore Responsabile Carlo Vezzosi carlo.vezzosi@legismail.it Art Director Nicolò Begliomini n.begliomini@giorgiotesigroup.it Segreteria Carolina Begliomini, Irene Cinelli, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it Comitato di redazione Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Alessandra Corsini, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Baldi, Jacopo Aldighiero Caucci Von Saucken, Antonio Perazzi, Claudia Becarelli, Daniele Vergari, Gianna Dondini, Simone Vergari, Beatrice Landini, Silvia Anzillotti, FAI Pistoia, Adele Tasselli, Daniele Negri, Eleonora Angelini, Alessandro Masetti, Perla Cappellini, Laura Dominici. Traduzioni Studio Blitz – Pistoia Fotografie Nicolò Begliomini, Luca Bracali, Archivio Fondazione Michelucci, Carolina Begliomini, Archivio Giardino Zoologico di Pistoia, Simone Vergari, Lorenzo Marianeschi, Cristiano Coppi, Archivio Oasi Dynamo, Archivio Fondazione Pistoia Musei, Archivio Fondazione Nazionale Collodi. Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. Progetto grafico e impaginazione Kidstudio – Firenze www.kidstudio.it Stampa Industrie Grafiche Pacini Ospedaletto (Pisa)

www.discoverpistoia.it


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Arte

Pistoia, piccola Santiago e non solo

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Pistoia, Little Santiago, and More 20

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Mountains 100

Arte & cultura

Ricordando Giovanni Michelucci e la sua Città Variabile

Eccellenze pistoiesi

Le Edizioni Via del Vento compiono trent’anni Via del Vento Editions

Remembering Giovanni Michelucci and his Variable City 40

OASYHOTEL sulla Montagna Pistoiese OASYHOTEL in the Pistoiese

Nel cuore di Pistoia In the heart of Pistoia

Turismo sostenibile

is thirty years old

Paesaggista e vivaista

Il Giardino delle Alleanze The Garden of the Covenants

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48

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Mostra fotografica

Tuscany - The fascination of landscapes, the nobility of art Montagna Pistoiese

I diamanti di Pistoia

Rubriche 106

LIBRI Books

Pistoia diamonds 62

Luoghi Letterari

Nel paese di Policarpo Petrocchi

110

BOTANICA Bothanica

In Policarpo Petrocchi’s village 68

Fondazione Caript

Natura mirabile Amazing Nature

74

Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Pinocchio, 140 anni e non sentirli Pinocchio, 140 years old and still not showing his age

80

74

Andar per borghi

Lizzano Pistoiese: la memoria e l’eternità

99

Storia locale

San Giorgio e il Drago St. George and the Dragon

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Lizzano Pistoiese: Memory and eternity


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Arte

Pistoia, piccola Santiago e non solo — Pistoia è una città che grazie al suo patrimonio artistico, storico e culturale ambisce a diventare uno snodo fondamentale e una realtà dal respiro internazionale nell’affascinante panorama dei pellegrinaggi. testo Jacopo Aldighiero

foto Luca Roschi

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Caucci Von Saucken


____ Pistoia, con la presenza, all’interno dell’Altare Argenteo, della reliquia dell’apostolo Giacomo si propone con forza come “Piccola Santiago” e grazie alla sua posizione centrale assume il ruolo fondamentale di “città crocevia di cammini” ____ Because of the apostle James’s relic housed in the Silver Altar, Pistoia has effectively presented itself as “Little Santiago”, taking on a central role as a “city of pilgrimage crossroads” because of its central position

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er meglio comprendere il fenomeno del pellegrinaggio di ieri e di oggi è necessario contemplare diversi fattori. L’ambiente culturale, le motivazioni politiche, la composizione della società, il substrato religioso, le tensioni emotive, che hanno spinto lungo i secoli migliaia di uomini e donne a mettersi in cammino verso la tomba dell’Apostolo Giacomo in quella finisbus terrae del mondo fino ad allora conosciuto. L’uomo del medioevo sente la necessità di conoscere, è animato certamente dalla curiositas ma soprattutto dalla fede. Ci si muove per devotionis causa od anche per poenitentiae causa, per espiare una colpa ed ottenere l’indulgenza dai peccati. I pellegrini prima di partire facevano testamento, il viaggio ed il ritorno erano lunghi e pericolosi, ma l’idea della scoperta, dell’incontro e del confronto con paesi, idiomi e tradizioni costituivano un incredibile stimolo. Ma chi era l’homo viator? Ci dobbiamo basare sulle

testimonianze scritte, sui diari di viaggio che determinano le coordinate entro le quali si sviluppa il concetto stesso di pellegrinaggio con un continuo intreccio rispondente alla cultura, agli interessi, alla devozione degli autori. La complessità del genere si evince fin dai primi testi; a scrivere sono perlopiù artigiani o commercianti che hanno interesse per le attività economiche, i cambi ed il commercio. Di seguito emerge una tipologia di pellegrino appartenente ai gusti ed alla mentalità rinascimentali: i testi sono di Bartolomeo Fontana, dei notai perugini Ballarini e Rattabeni, di Gaugello Gaugelli della corte dei Montefeltro, dell’erudito bresciano Pandolfo Nassino e di Lorenzo, rettore della chiesa di San Michele di Fiesole. Nel seicento e settecento emerge la provenienza ecclesiastica di chi si muove verso Santiago, testimoniata da autori quali il sacerdote Laffi, il frate carmelitano Naia, il francescano Buonafede Vanti ed anche Nicola Albani, per quanto lo stile di vita che conduce ed il testo che scrive lo avvicinino al mondo picaresco. Emerge quindi una dimensione

pellegrinesca non riferibile ad un ambiente specifico ma con molte varianti e sfumature: artigianale e commerciale agli inizi, quindi specchio delle tendenze filosofiche e culturali rinascimentali o delle epoche successive, ma in tutti i pellegrini resta una base di forte recupero devozionale. C’è sicuramente un filo conduttore che è il viaggio: un viaggio che varia a seconda delle tendenze, delle mode e degli interessi dei pellegrini ma che ha ineludibilmente Santiago come meta. Si predilige la via più diretta, più breve, più sicura, più strutturata nei luoghi di accoglienza e quasi sempre si ritorna per il medesimo itinerario. L’inizio è Roncisvalle con il suo corredo di leggende carolingie, l’arrivo è Finisterre che non perderà mai quella eco suggestiva di ultimo luogo della terra. E’ necessario considerare l’inevitabile flessione dovuta alle guerre di successione, rivoluzioni, guerre mondiali che di fatto determinarono la chiusura di un’epoca, la fine di una sorta di “età dell’oro” del pellegrinaggio compostellano. Facendo un salto


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Oggi il pellegrinaggio,

Today the pilgrimage

grazie al lavoro

represents a genuinely

congiunto ed alle

universal tourist

sinergie che si

proposal, thanks

sono strette tra le

to the combined

associazioni operanti

efforts and synergies

sul territorio, le

formed between local

istituzioni e i media,

associations, other

rappresenta certamente

institutions, and the

una proposta turistica

media.

spazio temporale, la ripresa del culto jacopeo va fatta ripartire dal 1987, data che sancisce il Cammino di Santiago come Primo Itinerario culturale europeo. — Grazie ad una decisiva sinergia tra le istituzioni, le associazioni operanti sul territorio, la Chiesa, il mondo della comunicazione, l’editoria, la cinematografia, oggi il pellegrinaggio è una proposta universale. I numeri degli arrivi hanno dimostrato nel corso degli anni un interesse sempre più crescente per la via che porta a Compostela. Gli uomini e le donne che ritroviamo in quello stesso percorso di mille anni prima camminano per fede, o per avventura, per fare un’esperienza, per spiritualità, per evasione dal quotidiano, per cercare una dimensione, per ritrovarsi. Si compiono gli stessi gesti, si visitano gli stessi luoghi, si giunge comunque alla stessa meta qualunque sia la motivazione. Ma non lo si fa solo in Spagna; in migliaia ogni anno attraversano l’Italia per raggiungere Roma

percorrendo la via Francigena, oppure per quell’incredibile fascio di vie connotate dalle bellezze artistiche, dalla natura, dalle devozioni locali. Pistoia si inserisce in questo contesto costituendo uno snodo fondamentale, può essere meta intesa come la “piccola Santiago” grazie alla presenza della reliquia dell’apostolo Giacomo, può essere tappa da sud a nord verso Compostela, è baricentro essenziale per la sua posizione strategica di collegamento con la Via di Francesco ed anche per chi giunge dagli appennini Tosco-Emiliani. Oggi che tutti avvertono la fine di un’epoca, le realtà identitarie, quelle tematiche, l’idea di accoglienza, di meta, di scoperta del territorio, di comunità di intenti fanno sì che il cammino di San Jacopo e Pistoia esaltino in chiave moderna un’idea di pellegrinaggio che si basa su pilastri ineludibili e che permettono alla città, al suo patrimonio artistico, storico e culturale di essere una realtà dal respiro internazionale nell’affascinante diorama dei pellegrinaggi. Con la forza delle idee ed il coraggio nelle azioni. ☜

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universale.


Art

Pistoia, Little Santiago, and More

Thanks to Pistoia’s artistic, historical, and cultural heritage, this city seeks to become a focal point and international player in the fascinating world of pilgrimages.

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he pilgrimage phenomenon of yesterday and today can be best understood by contemplating various factors: the cultural environment, political motivations, the societal composition, the religious substrate, and emotional tensions. Over the centuries, all these have impelled thousands of men and women to set out for the Apostle James’s tomb in that finisbus terrae of the known world at that time. People in the Middle Ages felt a need to know, clearly animated by curiositas but above all by faith. We move because of devotionis causa or even poenitentiae causa, to atone for a sin and obtain an indulgence from sins. Before leaving, a pilgrim made a will as both the journey and its return were long and dangerous. Yet, the idea of discovery, encounters, and comparison with other countries, languages, and traditions was an extraordinary incentive. But who was this homo viator? We must rely on written accounts and travel diaries to determine the aspects within which the very concept of pilgrimage has developed, with its continuous intertwining of responses to the authors’ culture, interests, and devotion. The genre’s complexity is seen in the early texts, written chiefly by artisans or

traders interested in business, barter, and trade. Here, a type with Renaissance tastes and mentality emerges. The recounts are by Bartolomeo Fontana, the notaries Ballarini and Rattabeni from Perugia, Gaugello Gaugelli of the Montefeltro court, the Brescia scholar Pandolfo Nassino, and Lorenzo, rector of Fiesole’s Church of San Michele. In the seventeenth and eighteenth centuries, the ecclesiastical origin of those heading towards Santiago appears with authors like the priest Laffi, the Carmelite friar Naia, the Franciscan Buonafede Vanti, and even Nicola Albani-- despite his lifestyle and document itself being more similar to a picaresque world. Therefore, a pilgrim’s viewpoint emerges with many variations and nuances that do not refer to a specific environment. In the beginning, it was artisanal and commercial, mirroring the philosophical and cultural trends of the time, but all with a solid devotional base. Indeed, the common thread running through the journey varies according to the pilgrims’ movements, fashions, and interests, with Santiago is the inevitable destination. The most direct, shortest, safest, most structured route to the places of welcome is preferred, and the return route is almost always the same. It begins at Roncesvalles and its set of Carolingian legends to arrive at Finisterre, whose evocative echo as the end of the earth

will never be lost. One must consider its inevitable decline due to wars of succession, revolutions, and world wars, which determined the end of an era, a sort of “golden age” of Compostellan pilgrimages. Taking a leap into space and time, the Jacobean cult began to flourish again in 1987, the year the Camino de Santiago was named the first European cultural itinerary. — Today’s pilgrimage is a universal proposal thanks to the robust cooperation between local institutions and associations, the Catholic Church, the media, the internet, publishing, and cinema. Over the years, the number of arrivals has revealed a growing interest in the road leading to Compostela. The men and women found on the same path from a thousand years earlier walk there because of their faith, a sense of adventure, a desire to experience something, spirituality, a wish to escape everyday life, a search for something of importance, or merely to find themselves. The same gestures are made, the same places visited, the same journey’s end is still reached whatever the motivation—but not only in Spain. Each year thousands cross Italy to reach Rome along the Via Francigena or follow that incredible network of roads with its artistic beauties, nature,


ZOOM © Lorenzo Marianeschi

Pistoia Iacobeo 2021 Pistoia, Ultreya!

Ultreya, meaning “ further on” or “always beyond”, is the typical ancient greeting of pilgrims who travel the Way of St. James towards Santiago de Compostela. The expression nicely summarizes the spirit our city is feeling, working as a team. The Xacobeo 2021 was inaugurated in January with the opening of the Holy Door of Pistoia’s Cathedral by the Bishop of Pistoia, Monsignor Fausto Tardelli. Despite a difficult period due to the coronavirusrelated emergency, this significant event provides a unique opportunity to our entire territory and Pistoia’s consecration as both a fundamental stop on the Way of St. James and a city of “pilgrimage crossroads”. Giacomo’s arrival is particularly significant. This 41-year-old left his hometown of Bologna on 25 July 2019 for Santiago, Fatima, and Lisbon. Now, after a year and a half, he is on his way home with his dog Little John. He did not know about the memorial stone in Pistoia, but upon seeing it, he burst into tears of liberation when he saw the distance he had traveled written on the stone: 7000 km. The result of a temporary choice of life, he was surprised by the fantastic routes that crisscross us. In the accompanying photos, the pilgrim thanks the city for its welcome, near Signorino, where he was hosted for the night by the Misericordia della Porrettana.

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and local cults. Pistoia is part of this as it is a real crossroads and as the “Little Santiago”, a pilgrimage destination thanks to the relic of the apostle James, or a south-to-north stop on the way towards Compostela. It is a strategically important hub for connecting to the Via di Francesco and anyone coming from the Tuscan-Emilian Apennines. Today, when everyone feels the end of an era, the identitarian and thematic circumstances together with the idea of welcome and intent, discovering the territory, and a community of purpose ensures that the journey of St. James and Pistoia are given a modern twist. This idea of pilgrimage is based on ineluctable foundations as the city’s artistic, historical, and cultural heritage become an international scene in the fascinating diorama of pilgrimages, with the strength of ideas and courage in actions. ☜

Ultreya, cioè “più avanti”, “sempre oltre”. L’antico e caratteristico grido dei pellegrini che percorrono il Cammino di San Jacopo verso Santiago di Compostela, sintetizza molto bene lo spirito con cui la nostra città sta vivendo, lavorando in squadra, l’anno Iacobeo 2021 inaugurato a Gennaio con l’apertura, da parte del vescovo di Pistoia Monsignor Fausto Tardelli, della porta Santa del Duomo di Pistoia. Un appuntamento molto importante che pur in un periodo complicato dall’emergenza legata al coronavirus, rappresenta un’occasione unica per tutto il nostro territorio e per la consacrazione di Pistoia sia come tappa fondamentale del Cammino di San Iacopo che come città “crocevia di cammini”. Particolarmente significativo l’arrivo in città di Giacomo, 41 anni di Bologna, partito il 25 luglio 2019 dalla sua città per Santiago, Fatima, Lisbona e adesso dopo un anno e mezzo sulla via di casa insieme al suo cane Little John. Non sapeva del cippo presente a Pistoia e quando lo ha visto è scoppiato in un pianto liberatorio vedendo scritto il lungo chilometraggio percorso: 7000 km frutto di una scelta temporanea di vita ed è stata per lui una sorpresa questi fantastici cammini che ci attraversano. Nelle foto a corredo, il pellegrino - che ha ringraziato la città per l’accoglienza - nei pressi del Signorino, dove è stato ospitato per la notte dalla Misericordia della Porrettana.


Il cippo del Cammino di Santiago donato dalle autorità galiziane alla città di Pistoia e posizionato all’intersezione tra Piazza del Duomo e Via degli Orafi. ____ The stone marking the Way of St. James was donated by the Galician authorities to the city of Pistoia. It is located at the intersection of Piazza del Duomo and Via degli Orafi.

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Pistoia – ha detto Alessandro Sabella, Assessore al Turismo alle Politiche Giovanili, della collina e della Montagna, e manifestazioni Jacopee - è pronta ad accogliere i pellegrini e visitatori che arriveranno nella nostra città attraverso i cinque cammini oppure spinti dalla curiosità di conoscere una città che nel 2021 offre un calendario culturale e religioso grazie al legame con Santiago de Compostela che ha permesso per la prima volta nella storia della nostra città l’apertura della porta Santa per l’anno giubilare compostellano. Sono molto contento che molte strutture ricettive e attività economiche hanno recepito il messaggio e stanno offrendo servizi rivolti a Pellegrini e turisti. È un anno importante per il nostro territorio la speranza che la pandemia che ci sta colpendo lasci un po’ di spazio agli eventi in programma. Pistoia crocevia dei cammini è senz’altro un’offerta rivolta al turismo lento e outdoor per i prossimi anni. Per informazioni è il calendario eventi www.pistoiaiacobeo.it

Alessandro Sabella, Councilor for Tourism for Youth Policies, Hills and Mountains, and Jacobean Events, stated, “Pistoia is ready to welcome for the pilgrims and visitors arriving in our city along the five pilgrim ways, as well as anyone curious about our city. 2021 offers a cultural and religious calendar because of the link with Santiago de Compostela that, for the first time in our city’s history, has allowed the opening of the Holy Door for the Compostelan jubilee year. I’m delighted that many accommodation facilities and businesses have received the message and are offering services for pilgrims and tourists. We hope that this pandemic will permit holding the events scheduled during this important year for our territory. As a pilgrimage crossroads, Pistoia is undoubtedly an offer focused on slow and outdoor tourism for the coming years. For information, the events calendar can be found at www. pistoiaiacobeo.it

“L’amministrazione comunale di Larciano – ha detto l’Assessore al turismo del Comune di Larciano Rita Squittieri - ha da anni intrapreso un percorso di recupero della sentieristica presente sul territorio. Sono stati recentemente recuperati due sentieri in collaborazione con la sezione Cai di Pistoia e il tratto della Romea Strata che interessa il nostro comune e che coincide con un tratto del sentiero 300. Sebbene il nostro territorio non sia direttamente interessato dai cammini Iacobei, crediamo, in questo periodo storico più che mai, che sia necessario valorizzare la proposta turistica del territorio in un’ottica di turismo slow. Il progetto di valorizzazione della sentieristica proseguirà con il recupero di nuovi sentieri che verranno messi in rete con gli esistenti. Il turista che vorrà visitare il nostro territorio potrà reperire tutte le informazioni sul sito turistico di recente creazione www.visitlarciano.com nella sezione dedicata ai percorsi dove sarà possibile visionare una breve descrizione del tragitto oltre che scaricare il percorso in vari formati. É inoltre possibile consultare la bacheca riportante i sentieri cai installata in piazza Vittorio Veneto dalla quale è si potrà accedere ai vari percorsi scaricando i qr-code. Il nostro è un territorio che offre al turista occasioni per rilassarsi, divertirsi e per immergersi nei nostri paesaggi alla scoperta delle tradizioni. L’anno Iacobeo è senza dubbio un’ottima possibilità di ripartenza e di visibilità per tutti i nostri territori.”

“For years, Larciano’s municipal administration has had a restoration program for the network of trails in the area,” said Rita Squittieri, the Municipality of Larciano’s Councilor for Tourism. “We’ve recently restored two trails working with Pistoia’s CAI section as well as a stretch of the Romea Strata that, in our municipality, overlaps a section of Trail 300. Although the Jacobean routes do not directly affect our territory, we believe that it’s more than ever necessary, at this time in history, for our territory to move towards a slow tourism offer. The trail enhancement project will continue with the rehabilitation of new paths networked with existing ones. Tourists who wish to visit our territory can find all the relevant information on the recently created tourist site, www. visitlarciano.com. The routes section briefly describes the route, which can be viewed and downloaded in various formats. Located in Piazza Vittorio Veneto, the notice board showing the CAI paths can be consulted. From there, various routes can be accessed by downloading the QR code. Our territory offers tourists opportunities to relax, have fun, and lose themselves in our landscapes while discovering our traditions. The Jacobean year is undoubtedly an excellent chance to restart and visibility for all our territories.“

ZOOM

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CATTEDRALE DI PISTOIA

COMUNE DI PISTOIA

REGIONE TOSCANA

CENTRO ITALIANO DI STUDI COMPOSTELLANI

Pistoia in the World the World at Pistoia


Arte

Nel cuore di Pistoia —

La chiesa dei Santi Filippo e Prospero, architettura e decorazione fra XII e XVIII secolo

testo Claudia Becarelli 20 | NATURART | APRILE 2021

foto Cristiano Coppi


NATURART | APRILE 2021 | 21


____ In apertura, Giovan Domenico Ferretti e Lorenzo Del Moro, Gloria con San Filippo Neri, 1731, particolare, Sopra, particolare con data. ____ Opening pages, Giovan Domenico Ferretti and Lorenzo Del Moro, Glory with St. Philip Neri, 1731, detail. Above, detail with date.

C

onosciuta a Pistoia semplicemente come ‘San Filippo’ e nota agli studiosi e cultori d’arte per le pitture settecentesche, la chiesa rivela le sue origini romaniche a chi provenga da via Bozzi, già via San Prospero. La strada si slarga in una piazzetta triangolare dove, dall’imponente facciata settecentesca - realizzata in occasione della costruzione della soprastante Biblioteca Fabroniana - fa ‘capolino’ l’antica chiesa abbaziale di San Prospero, attestata almeno dal 1134. Dall’intonaco emergono l’archetto marmoreo di una bifora (pregevolmente lavorato a fogliami) e un lacerto di paramento murario in alberese a ricorsi bicromi alternati, entrambi databili al XII secolo; poco sopra si scorge quanto resta di un oculo lucifero con cornice a conci bianchi e neri, ugualmente lasciato in evidenza durante i restauri del 1986 e appartenente alla fase di sopraelevazione e allungamento della chiesa risalente al XIII secolo.

22 | NATURART | APRILE 2021

— Girato il ‘canto’, superato il maestoso impaginato di facciata settecentesco del fianco meridionale, procedendo verso via Abbi Pazienza si può notare

una monofora gotica tamponata, recante incisa sul davanzale la data 1313: testimonia un secondo ampliamento che portò l’aula ecclesiale alle attuali dimensioni in pianta, se si eccettua l’espansione seicentesca del coro, ben riconoscibile dal diverso tipo di muratura. Più si guarda l’esterno di questa chiesa più si ha l’impressione di trovarsi dinanzi a un puzzle nel quale diverse epoche e diversi stili hanno posto la propria tessera. Non solo, dobbiamo immaginare il lato sud della chiesa, quello che ora fa da scenografico fondale a via Curtatone e Montanara, molto più basso, e fino a quasi quattrocento anni fa esternamente dipinto con figure di “monaci in abito nero”, come ci attesta il cronista Pandolfo Arferuoli; questi ci informa anche che nel 1622, anno della canonizzazione di San Filippo Neri, Girolamo di Taddeo Rospigliosi - famiglia il cui stemma ricorre nell’aula e nel presbiterio finanziò la ristrutturazione interna della chiesa assai mal ridotta, così anche le tracce esterne del passato medievale sparirono. Ma occorre fare un passo indietro: la chiesa, già abbandonata dai benedettini e nel XVI secolo unita alla pieve di S. Andrea, dal 1600 era stata affidata alla Congregazione del SS. Crocifisso - una piccola comunità

pistoiese di ‘preti di Riforma’ dal 1610 ufficialmente aderente all’ordine filippino, seppur con alterne vicende. Per comprendere le successive trasformazioni dobbiamo entrare, e nella penombra scorgere gli affreschi sulla volta e nella parte alta delle pareti, dipinti a olio in quella più bassa. Ma per un istante occorre immaginarne la chiesa spoglia e leggere l’architettura, tornare al 1623 quando, appena rinnovato, l’interno si presentava nell’austero aspetto bicromo (pietra serena su intonaco bianco) di matrice tardomanierista, conferitogli dal progetto dell’architetto e scultore pistoiese Leonardo Marcacci. Furono eretti anche quattro grandi altari lapidei, di patronato di altrettante nobili famiglie che vi apposero i loro stemmi e che li ornarono di pregevoli dipinti a olio, costituenti un ciclo cristologico che si conclude nel coro con la Crocifissione (di Giovanni Battista Ghidoni). Le tele degli altari furono affidate a maestri fra i più affermati del momento: l’Orazione nell’Orto e l’Andata al Calvario a Jacques Bilivert, la Flagellazione a Giovanni Lanfranco, l’Incoronazione di spine a Rutilio Manetti.


____ Accanto, Giovan Domenico Ferretti e Lorenzo Del Moro, Gloria con San Filippo Neri, 1731, insieme. ____ To the side, Giovan Domenico Ferretti and Lorenzo Del Moro, Glory with St. Philip Neri,

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1731.


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— Presumibilmente fra 1709 e 1715, data quest’ultima ricordata da una cartella di pietra in controfacciata, l’aula della chiesa venne arredata con un ciclo di otto tele ad olio, due per lato, compreso il prospetto del presbiterio, dedicate a miracoli e vari momenti della vita di San Filippo Neri. Fra 1722 e 1727 la chiesa venne sopraelevata per iniziativa del cardinale Carlo Agostino Fabroni che, secondo il modello della sede dei Filippini a Roma, vi fece costruire una prestigiosa ‘Libreria’ atta ad ospitare la sua ricca biblioteca donata inter vivos agli Oratoriani di Pistoia. Contestualmente il generoso porporato acquisì e fece ristrutturare l’adiacente oratorio, già della Compagnia di Sant’Antonio Abate, donandolo ai Padri che iniziarono a tenervi i celebri oratori in musica, tipici del loro ordine e frequentati dalla nobiltà pistoiese. L’esterno, esteso all’oratorio e allo scalone della ‘Libreria’, fu riconfigurato scenograficamente con grandi pilastri e cornici, originariamente

Sopra, Giovan

grigi a simulare la pietra serena. La chiesa ed i Padri avevano acquisito un rinnovato prestigio in città e questo probabilmente li indusse a maturare la decisione di rendere più sfarzoso l’interno dell’aula: nel novembre del 1729 deliberavano di far dipingere la volta della chiesa. La scelta ricadde su uno dei frescanti più rinomati del momento, il fiorentino Giovan Domenico Ferretti, proposto da Sebastiano Cellesi, nel cui palazzo ed in quello di Giovan Tommaso Amati (suo cognato) il pittore aveva dato prova di uno stile brioso e innovativo. Ferretti giunse a Pistoia nel settembre del 1730 insieme al quadraturista Lorenzino Del Moro, completando l’opera - nel frattempo ampliatasi anche agli altri “vòti” dell’aula - sette mesi dopo: gli affreschi suscitarono contrastanti reazioni in città per le mirabolanti architetture prospettiche che ‘dilatano’ lo spazio e per la leggiadrìa tutta rococò dei personaggi, dalle sfuggenti fisionomie. Al centro della volta la figurazione principale è la Gloria di San Filippo Neri, ritratto in

abiti sacerdotali, mentre in estatica visione della Madonna ascende al fulgore del Paradiso. Il Santo è sospinto verso l’alto da angeli, su nubi che - con felice inventiva - ‘trascorrono’ velocemente su due arconi trasversali ad acuire l’illusoria percezione atmosferica di un cielo denso di vapori. L’inganno continua in corrispondenza dell’arco trionfale dove Fede, Speranza e Carità (virtù filippina per eccellenza) scacciano un demone che precipita oltre la vera architettura sullo sfondo di una nube dipinta su supporto ligneo. Nel 1746 il giovane prete Giuseppe Ippoliti, bibliotecario e futuro vescovo di Cortona e di Pistoia, avrebbe finanziato il completamento della decorazione a fresco della chiesa: fu chiamato nuovamente il Ferretti, questa volta insieme al quadraturista Pietro Anderlini, a dipingere la cupola, i parapetti della cantoria e dell’organo e, soprattutto, la volta del coro con la Resurrezione. ☜

Domenico Ferretti e Pietro Anderlini, Resurrezione, 1746, insieme. ____ Above, Giovan Domenico Ferretti and Pietro Anderlini, Resurrection, 1746.


Art

In the heart of Pistoia A destra, Giovan Domenico Ferretti e Pietro Anderlini, Resurrezione, 1746, particolare. ____ On the right, Giovan Domenico Ferretti and Pietro Anderlini, Resurrection, 1746, detail.

K

nown in Pistoia simply as “San Filippo” and to scholars and art lovers for its 18th-century paintings, the church reveals its Romanesque origins to anyone approaching from Via Buozzi, formerly Via San Prospero. The road widens into a triangular square where the ancient abbey church of San Prospero, documented since at least 1134, peeks out. Its imposing 18th-century façade was built during the construction of the Fabroniana library above. Dating back to the 12th century, the marble arch of a mullioned window (with exquisite leaf decoration) and part of a wall surface, with alberese courses in two alternating colors, are seen on the plaster wall. A little above, the remains of an oculus framed with black and white ashlars can be seen. Left visible during the 1986 restoration, it dates back to the 13th century when the church increased its height and size. — After turning the corner, go past the majestic 18th-century façade on the southern side and proceed towards Via Abbi Pazienza. There, an infilled Gothic single-lancet window can be seen, with the date 1313 engraved on the sill. It is evidence of a second enlargement that increased the ecclesial hall to the size of its current footprint, except for the 17th-century expansion of the choir, easily recognizable by the different types of masonry. The more one looks at the outside of this church, the more it gives the impression of being a puzzle, with different eras and different styles placing their own pieces. Now serving as a backdrop to Via Curtatone e Montanara, we must imagine the south

side of the church as being much lower. Until almost four hundred years ago, its exterior was painted with figures of “black-robed monks”, according to the chronicler Pandolfo Arferuoli. He also recorded that, in 1622, the year St. Philip Neri was canonized, the restructuring of the church’s very shabby interior was financed by Girolamo di Taddeo Rospigliosi, whose family’s coat-of-arms appears in the hall and presbytery. Thus did the external traces of its medieval past disappear. Now we must take a step back to when the Benedictines abandoned the church. In the 16th century, it was combined with the parish church of S. Andrea and entrusted to the Congregation of the Holy Crucifix. This small Pistoiese community of “Reformation priests” had officially adhered to the Philippine order since 1610, albeit with changing fortunes. To understand the subsequent transformations, we must enter and

see in the half-light the frescoes on the vault and the oil paintings on the upper part of the walls. For a moment, we must imagine the bare church and read the architecture. Let us go back to 1623, when the recently renovated interior was presented. Its austere two-tone aspect (pietra serena on white plaster) of a late Mannerist mold was designed by Leonardo Marcacci, the Pistoiese architect and sculptor. Four noble families also had four large stone altars erected, adorned with the families’ coatsof-arms and decorated with valuable oil paintings forming a Christological cycle that ends in the choir with the Crucifixion (by Giovanni Battista Ghidoni). The altar paintings were executed by some of the most successful artists of the period. Jacques Bilivert did the Agony in the Garden and the Way to Calvary; Giovanni Lanfranco, the Flagellation; and Rutilio Manetti, the Crowning with Thorns.

NATURART | APRILE 2021 | 25

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The church of Santi Filippo e Prospero, architecture and decoration from the 12th to 18th centuries


26 | NATURART | APRILE 2021

— Sometime between 1709 and 1715—the latter date recalled by a stone cartouche on the counter-façade—the church hall was furnished with a cycle of eight oil paintings, two for each side, including the elevation of the presbytery. They were dedicated to miracles and various moments in the life of St. Philip Neri. At the behest of Cardinal Carlo Agostino Fabroni, the height of the church was raised between 1722 and 1727. The cardinal also had an impressive library built, based on the one at the Philippine headquarters in Rome, to house his rich library donated inter vivos to Pistoia’s Oratorians. Simultaneously, the generous Fabroni acquired and restored the adjacent oratory, formerly the property of the Company of Saint Anthony the Abbot. He donated it to the priests who began to hold the celebrated musical oratories typical of their order and frequented by Pistoia’s nobility. extended to the oratory and the library’s staircase, the exterior was dramatically reconfigured with large pillars and cornices, originally gray to simulate stone. The church and the priests had acquired renewed prestige in the city, which probably led to their decision to make the hall’s interior more sumptuous. In November 1729, they decided to have the vault of the church painted. The choice fell on one of the most famous fresco painters of the time, the Florentine Giovan Domenico Ferretti, suggested by Sebastiano Cellesi. The painter had demonstrated a lively and innovative style Cellesi’s palace and that of his brother-in-law Giovan Tommaso Amati. Ferretti arrived in Pistoia in September 1730 together with the quadraturist Lorenzino Del Moro. They completed the work seven months later—meanwhile expanding also to other empty spaces in the hall. The

frescoes provoked divergent reactions in the city due to the amazing architectural perspective that “expands” the space and its graceful rococo personages, with an indefinable appearance. At the center of the vault is the main representation, the Glory of St. Philip Neri. Portrayed in his priestly robes, he ascends to the splendor of Paradise in an ecstatic vision of the Madonna. The saint is gradually pushed upwards by angels on clouds that—with suitable resourcefulness—“pass” quickly on the two large transversal arches, sharpening the illusory perception of a sky. This impression continues on the

triumphal arch where Faith, Hope, and Charity (the quintessential Philippine virtue) drive out a demon who falls beyond the real building on the backdrop of a painted cloud on a wooden support. In 1746, the young priest Giuseppe Ippoliti, librarian and future bishop of Cortona and of Pistoia, would finance the completion of the church’s fresco decoration. Ferretti was again summoned, this time with the quadraturist Pietro Anderlini, to paint the dome, the choir and organ parapets, and, above all, the choir vault with the Resurrection. ☜



ZOOM

Nuvole barocche. Giovanni Domenico Ferretti a Pistoia

28 | NATURART | APRILE 2021

Nuvole barocche. Giovanni Domenico Ferretti a Pistoia è il terzo titolo della collana Dossier Discover Pistoia che conta al suo attivo un fascicolo dedicato a Marino Marini, ed uno al Museo Clemente Rospigliosi, presentato nel dicembre 2019 in Battistero. Terzogenito della serie tutta pistoiese ideata da MIRABILIA arte e memoria, questo volume è davvero un viaggio rigenerante nei cieli immaginifici di uno dei più grandi pittori tardobarocchi operanti in Toscana: Giovanni Domenico Ferretti, artista prediletto dalla corte fiorentina, ed in particolare dal granduca Cosimo III, attivissimo nella prima metà del Settecento in Toscana e in special modo nel territorio pistoiese, dove lasciò molti dei suoi più straordinari capolavori. Proprio sulla sua produzione pistoiese, ed in particolare sulla decorazione a fresco di chiese, cappelle, palazzi e ville signorili, si concentra lo studio di Laura Dominici e Perla Cappellini, curatrici della pubblicazione ed autrici di gran parte dei testi, per i quali si sono avvalse della collaborazione di Chetti Barni, Claudia Becarelli e Paolo Benassai, studiosi le cui preziose ricerche apportano contributi inediti alla

conoscenza di questo infaticabile artista. Seguendo le indicazioni degli autori e con l’aiuto di piante, di una cronologia comparata e di una aggiornata bibliografia, e soprattutto grazie alle splendide immagini, è possibile perdersi nei cieli luminosi del Ferretti. Un viaggio tra le ninfe e i satiri che popolano la villa La Magia a Quarrata, o tra gli angioletti della chiesa della Santissima Annunziata, fino alle nuvole barocche dei soffitti dei saloni della famiglia Cellesi, nel cuore dell’antico Castello della Sala, e della dimora degli Amati Cellesi sullo spianato di fronte a San Domenico, e poi, accompagnati dagli dei che dimorano sulle volte delle stanze della villa Puccini a Scornio, per stupirsi infine dello straordinario coloratissimo teatrino allestito nell’aula della chiesa dei Santi Prospero e Filippo. Qui Giovan Domenico Ferretti lavorò a lungo, reinventando completamente gli spazi interni della chiesa con le architetture dipinte prima dal quadraturista Lorenzo del Moro, con cui operò negli anni Trenta del Settecento, e in seguito con Pietro Anderlini, concludendo e firmando nel 1746 gli affreschi che rappresentano una delle massime espressioni del rococò in Toscana.


PubbliNATURART

Il Giardino delle Parole Una piccola, grande realtà dove non esistono clienti, ma solo lettori… — “Mollare tutto per aprire una libreria di quartiere in pieno lockdown? Roberta e Barbara vi diranno che è possibile! Perché di questo si tratta quando parliamo del ‘Giardino delle parole’, splendida realtà di Pistoia nata grazie alla determinazione e all’intraprendenza di due sorelle che hanno dimostrato che il Covid non può e non deve essere un ostacolo alle proprie aspirazioni. Hanno così realizzato questo luogo accogliente dove possiamo affidarci ai loro suggerimenti di terapia letteraria, con un occhio particolarmente attento all’editoria indipendente, ma non solo. La loro iniziativa non ha colpito solo me e tanti altri qua a Pistoia, ma si è meritata spazi sui giornali e nel programma radiofonico RAI Che giorno è su Radiouno.” (Davide Gadda) Un progetto che nasce dal sogno di due sorelle piacentine fin da piccole grandi appassionate di libri e che ha preso vita durante il primo lockdown, nel 2020, quando leggendo dei libri e vivendo tante avventure, il lockdown diventava meno pesante. Spegnendo la televisione e mettendo la testa in un libro, il virus faceva meno paura. E così, trovato un negozio, piccino, con un bel dehor, di quartiere, fuori dal centro, di quelli che entri e senti subito che è quello giusto, mattoncino dopo mattoncino, dal primo settembre al 14 novembre, la creatura si è formata, proprio come l’avevano sempre immaginata le due

titolari: piccolina, con un giardino esterno, tutta in legno rigorosamente riciclato e dall’aspetto un po’ fiabesco, con una lunga scala che porta al di là della realtà. All’interno soprattutto piccole case editrici indipendenti, per il patto di rimanere sempre una piccola libreria indipendente e terapeutica, dove non esistono clienti ma solo lettori e dove ognuno ha il diritto di leggere ciò che vuole basta che lo faccia stare meglio. Dove esiste la chiacchierata, il ritrovarsi, il consiglio letterario da parte di ognuno. «Abbiamo una missione – hanno detto all’unisono le sorelle Bravi, titolari della libreria – quella di cercare, tramite la vendita assistita, la lettura migliore da consigliare ad ognuno, in base allo stato d’animo del momento. Siamo prima di tutto lettrici, poi libraie. E quindi parlare con i nostri lettori, fare loro domande sulle loro passioni, o cercare di capire i bisogni del momento, è un modo per avvicinare chiunque alla lettura, anche quelli che non leggono o che hanno magari dovuto affrontare, per esempio a scuola, solo tematiche che non rientrano nelle loro corde. La lettura non è solo cultura. E’ anche un modo per evadere dalla realtà soprattutto ora che è particolarmente pesante e angosciante. Ben vengano quindi anche libri leggeri, tipicamente di evasione, che permettono anche solo momentaneamente di distaccarsi da una realtà piuttosto dura da affrontare. Chi già frequenta la nostra libreria lo sa, ma ci teniamo a far arrivare questo messaggio anche a chi ancora non ci conosce. Perchè il lato umano è fondamentale sempre e ovunque, e non dobbiamo mai dimenticarcene.»


Arte & cultura

Ricordando Giovanni Michelucci e la sua Città Variabile — Un ampio programma di iniziative nel trentennale della scomparsa del grande Architetto

testo a cura di 30 | NATURART | APRILE 2021

Alessandro Masetti Fondazione Giovanni Michelucci


NATURART | APRILE 2021 | 31


____ Natura e paesaggi, 1971 - Archivio Giovanni Michelucci, Serie Disegni ____ Nature and landscapes, 1971 - Giovanni Michelucci Archives, Drawing Series

____ Elementi di città, 1969 - Archivio Giovanni Michelucci, Serie Disegni ____ Urban features, 1969 - Giovanni Michelucci Archives, Drawing Series

32 | NATURART | APRILE 2021


____ Studio per stabilimento termale a Massa Carrara 1981 - Archivio Giovanni Michelucci, Serie Disegni ____ Study for a spa in Massa Carrara, 1981 - Giovanni Michelucci Archives, Drawing Series

— Le attività in programma per le celebrazioni del Trentennale seguono il pensiero-guida de “La Città Variabile”, una sentita riflessione sulla città contemporanea che Michelucci condivise nel dicembre

1953 per l’inaugurazione dell’anno accademico presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, dove dal novembre 1947 ricopriva l’incarico di professore dei corsi di Tecnica urbanistica e di Architettura e composizione architettonica. — In quell’occasione l’architetto attraverso un’analogia afferma che l’urbanistica dovrebbe essere considerata «un impegno spontaneo, naturale e costante di tutti i cittadini: così come avviene per l’abitazione singola alla quale, pur modesta che essa sia, ogni ospite dedica una qualche sua cura». Partendo infatti dall’istinto umano di ordinare uno spazio privato disponendo gli oggetti in base alle esigenze pratiche, intellettuali e sentimentali di chi lo abita, Michelucci amplia la sua scala di riflessione evidenziando il ruolo fondamentale degli abitanti nel modificare la città secondo le proprie esigenze in una società in continuo cambiamento. L’organismo città è democratico e variabile poiché «nato dalle istanze

Oggi vivere la natura non significa necessariamente abbandonare la città, quanto piuttosto abitarla e modellarla in questa direzione della vita quotidiana, dal pensiero degli uomini di cultura, dall’attività pratica di gran parte dei cittadini, dalla capacità di sintesi dei tecnici e degli artisti, e in quanto tale si manifesta come una nuova opera d’arte, comprensibile a tutti, anche agli incolti, per la ricchezza di considerazione umana che in essa sarebbe rispecchiata.» — La serie di webinar “La Città Variabile”, iniziata a Firenze il 20 novembre 2020 e che dopo Prato (dicembre 2020) e Olbia (marzo 2021) toccherà simbolicamente altre città italiane fino all’evento conclusivo del Trentennale, ha permesso di sviscerare la moderna

NATURART | APRILE 2021 | 33

I

l 31 dicembre 2020 si è celebrato il trentennale della scomparsa di Giovanni Michelucci, ma è da settembre 2020 che la Fondazione da lui stesso costituita ha avviato un programma di iniziative culturali in collaborazione con Regione Toscana, Comune di Fiesole, Comune di Firenze, Comune di Pistoia e altri enti e istituzioni, per valorizzare il pensiero dell’architetto pistoiese. A trent’anni di distanza, infatti, l’eredità intellettuale michelucciana è più attuale che mai, rivelandosi una valida chiave di lettura dei nostri tempi, utile a tecnici, professionisti e agli stessi abitanti per progettare e vivere la città contemporanea.


____ Confini della città, 1983 - Archivio Giovanni Michelucci, Serie Disegni ____ City limits, 1983 Giovanni Michelucci Archive, Drawing Series

34 | NATURART | APRILE 2021

visione michelucciana secondo varie prospettive, invitando operatori, studiosi, amministratori e progettisti ad un confronto multidisciplinare sulla necessaria resilienza delle città, proponendo una lettura utile a tracciare ulteriori linee di riflessione orientate al futuro. Nei vari appuntamenti sono emerse inevitabilmente le sollecitazioni imposte dalla pandemia che hanno costretto al completo ripensamento dei rapporti umani a partire dagli spazi del lavoro sino ai luoghi della cultura, ma anche e soprattutto nella relazione tra Città e Natura. Una relazione che Michelucci ha approfondito in più occasioni durante la sua vita e che trova una perfetta sintesi non solo nelle opere architettoniche, ma anche nei suoi scritti come il testo preparato per un incontro al Politecnico di Vienna nell’aprile del 1989.

— A 98 anni di età, e ancora in pieno fervore progettuale, spiega come la natura esista dentro l’uomo e costituisca un orientamento indispensabile per le sue azioni, scoraggiando però un ritorno ad essa attraverso un processo di mimesi, invitando a scoprirne la capacità di favorire relazioni. Prendendo come esempio uno dei suoi ultimi progetti, il Parco dei Renai di Signa, Michelucci rivela la sua visione su questo rapporto: «Ciò che io vorrei proporre vede nella natura e nel progetto due elementi inseparabili di cui l’uno, il progetto, diventa rivelatore dell’altro. Il progetto come punto di riferimento della natura sulla città esistente, ma anche come elaboratore continuo di proposte e di situazioni che nella città sono vissute come momenti separati.

[...] Attraverso il momento progettuale cercheremo di potenziare le infinite implicazioni; sino a fare delle persone che vivranno e gestiranno questo luogo una vera e propria comunità che abbia imparato a muoversi in un ambiente in cui l’elemento naturale non sia costituito solo dal verde o dalla fauna, ma anche dall’unificazione di funzioni vitali, dall’intrecciarsi delle varie attività, alcune attinenti alla stessa manutenzione del luogo. Nascerebbe così un modello urbano non conflittuale con il territorio. In questo senso penso che oggi vivere la natura non significhi necessariamente abbandonare la città quanto piuttosto abitarla e modellarla in questa direzione.» Questa importante eredità continuerà ad essere uno stimolante spunto di riflessione


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Le radici della città,

The roots of the city,

1985 - Archivio

1985 - Giovanni

Giovanni Michelucci,

Michelucci Archive,

Serie Disegni

Drawing Series

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Fondazione Giovanni Michelucci onlus

Teatro, Olbia 1990 - Archivio Giovanni Michelucci, Serie Disegni ____

via Beato Angelico, 15 - 50014 Fiesole (FI) tel +39.055.597149 | fax +39.055. 5979515 C.F. 94007610481 | P.I. 06850570489 PEC fondazione.michelucci@pec.it fondazione@michelucci.it www.michelucci.it

Theater, Olbia, 1990 - Giovanni Michelucci Archive, Drawing Series

fino alla chiusura degli eventi del Trentennale nell’estate 2021, il cui programma in continuo aggiornamento può

essere consultato sul sito web istituzionale della Fondazione Giovanni Michelucci www.michelucci.it/michelucci30 ☜

NATURART | APRILE 2021 | 35

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Art & culture

Remembering Giovanni Michelucci and his Variable City

An extensive program of initiatives on the 30th anniversary of the great architect’s death

O

— At 98 years of age and continuing his work at full tilt, Michelucci explained how nature exists within humans and provides indispensable guidance for their actions. However, he discouraged a return to nature through a mimetic process and invited us to discover its ability to foster relationships. Taking one of his final projects, Renai Park in Signa, as an example, Michelucci revealed his perspective on this relationship. “What I would like to propose two inseparable elements that see in nature and design, with the latter becoming revelatory of the former. The project focuses on nature — in the existing city, and the continuous The webinar series “The Variable development of ideas and situations City” began in Florence on lived as different experiences in the 20 November 2020. After Prato city.[...] Through design, we try to (December 2020) and Olbia (March — increase the infinite connections, even 2021), it will symbolically go to other The activities planned for the to the point of the people who live and Italian cities until the final event of 30th-anniversary celebrations manage this area, turning it into a real community that will have learned to follow the essential idea of “The Variable this thirtieth anniversary. The series will give leave to dissect Michelucci’s move about in a natural environment City”. In December 1953, Michelucci modern vision from various perspectives made up of more than just flora or shared a frank reflection on the together with professionals, scholars, contemporary city at the opening of fauna. Vital societal functions would administrators, and planners invited the academic year at the University of be integrated, connecting various to a multidisciplinary discussion on the Bologna’s Engineering Faculty. he had activities, some related to maintaining received his appointment as professor of necessary resilience of cities, a practical this very place. Thus, In this sense, a urban planning technique, architecture, interpretation to draw further futurenon-confrontational urban model would oriented avenues. and architectural composition in be created with the territory., In my The stresses imposed by the pandemic November 1947. opinion, living in nature today does not have inevitably emerged in the various necessarily mean abandoning the city events, forcing a complete rethinking of — but instead inhabiting it and modeling it On that occasion, the architect human relationships from workspaces up along these lines. “ to cultural sites, but, more importantly, This important legacy will continue used an analogy to state that urban planning should be considered the relationship between City and to stimulate food for thought until the Nature. Michelucci delved into their “a spontaneous, natural, and constant events related to this 30th anniversary commitment by all citizens: as is the case interconnections on several occasions conclude in summer 2021. The for a single yet modest dwelling to which during his life, which found a perfect continuously updated program can be synthesis in his architectural creations each homeowner devotes some of his consulted on the Fondazione Giovanni and writings like the paper prepared for Michelucci’s institutional website attention as it is”. Indeed, starting from the human instinct to organize a private a meeting at the Vienna Polytechnic in www.michelucci.it/michelucci30/ ☜ space by arranging objects that meet the April 1989. practical, intellectual, and sentimental n 31 December 2020, the thirtieth anniversary of the death of Giovanni Michelucci was commemorated. In September 2020, the Foundation he himself established launched a program of cultural initiatives in collaboration with the Tuscany Region, the Municipalities of Fiesole, Florence, and Pistoia, and other bodies and institutions, to highlight the Pistoiese architect’s school of thought. Thirty years later, Michelucci’s intellectual legacy is more current than ever, proving to be a valid key to understanding our times and helpful to specialists, professionals, and even residents in designing and experiencing the contemporary city.

needs of those living there, Michelucci expanded his thinking by highlighting the inhabitants’ fundamental role in modifying the city according to their own needs in an ever-changing society. The city as organism is democratic and variable as it “comes out of the demands of everyday life, the thinking of learned men, the practical activity of most of the citizens, [and] the constructive ability of specialists and artists. As such, it is manifested as a new work of art, that everyone, even the uneducated, can understand because of the wealth of human consideration reflected in it”.

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LE FIORIERE

Le fioriere Ovunque Verde sono costituite da elementi modulari componibili disponibili in diversi formati e dimensioni e realizzati in materiale estremamente leggero. La loro versatilità permette di creare fioriere dalle forme e dimensioni differenti in grado di soddisfare le richieste sia dell’edilizia pubblica che privata, di ingegneri, architetti e paesaggisti. Le piastre possono essere riutilizzate infinite volte e questo rende questo tipo di soluzione ecosostenibile. Ideali per realizzare con estrema semplicità orti su balconi e verde verticale.

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ADOTTA UNA SPECIE, SOSTIENI LA NATURA

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Eleonora Angelini Responsabile della didattica e comunicazione Giardino Zoologico di Pistoia

— Lo scorso anno il Giardino Zoologico di Pistoia ha varato l’iniziativa “Adotta una specie” quando, in pieno lockdown, ha avuto bisogno di raccogliere fondi per affrontare una delle crisi più gravi dei suoi 50 anni di vita: la chiusura in piena primavera e la conseguente perdita dell’unica fonte economica costituita dagli ingressi dei visitatori, ne pregiudicavano infatti l’esistenza stessa. E’ nata così l’idea di permettere ai tanti sostenitori del Parco di contribuire alle spese adottando simbolicamente un animale. Molti hanno aderito e pian piano l’iniziativa è cresciuta. In questo modo abbiamo avuto un aiuto per il mantenimento degli animali: ogni individuo presente al Parco è portatore di un pool genetico importante per il proseguimento della specie stessa. Gli animali non appartengono al Giardino Zoologico ma alla comunità internazionale e grande è la responsabilità della loro gestione. Grazie all’impegno dello staff, ai contributi raccolti e alla presenza dei visitatori durante i pochi mesi di apertura siamo riusciti a superare il 2020 fiduciosi che un cambio di passo nella lotta alla pandemia permetta di riprendere la normale attività del Giardino Zoologico. A distanza di un anno però la situazione resta di emergenza poiché sono tantissimi i progetti che sono stati sospesi in attesa di un miglioramento generale: le attività di didattica e di

ricerca sono congelate, tutto fermo per impossibilità delle scuole di venire allo zoo e dei ricercatori di essere ospitati per le osservazioni degli animali. Il Parco chiuso ha veti invalicabili. Il Giardino Zoologico però opera ben oltre i propri confini finanziando da anni progetti di conservazione degli ambienti naturali per contrastare le cause che determinano la rarefazione delle specie in natura, minacciandole di estinzione. Proteggere gli ambienti naturali e i delicati equilibri che sottendono il loro funzionamento è oggi un imperativo ancora più forte dopo tutto ciò che la pandemia COVID-19 ci ha insegnato. Ormai è certo che l’incipit sia stato innescato da un’eccessiva pressione antropica sulla natura: l’aumento esponenziale degli allevamenti intensivi in Cina negli anni ’90 ha determinato un progressivo impoverimento dei piccoli allevatori e agricoltori che hanno trovato come alternativa economica la caccia per la vendita delle carni di animali selvatici nei wet-market delle metropoli cinesi. Il fenomeno già esistente, ma con numeri modesti, è diventato trainante per una attività che dai margini delle città si è trasferita al centro delle stesse creando un network tra la fauna selvatica (e i suoi virus) con la popolazione urbana. Il resto della storia è scritta nelle tante pagine quotidiane di questo ultimo anno e deve essere da monito per far sì che ogni sforzo sia compiuto per interrompere il processo che ha alterato in modo così profondo il rapporto tra uomo e natura.

È per questo che Il Giardino Zoologico ha deciso di dare continuità al finanziamento delle associazioni che operano negli ambienti naturali, in Asia, in Africa o in Sud America dove sempre più spesso le azioni di deforestazione, caccia illegale e inquinamento minacciano la sopravvivenza delle specie animali. Ma dove trovare la forza economica per portare avanti questa importante missione? Ecco che il progetto “Adotta una specie” ha avuto un respiro più grande diventando collettore di fondi da destinare alla SANCCOB, che opera in Sudafrica a favore dei Pinguini africani oppure alla RED PANDA NETWORK che è capofila di importanti azioni di tutela dei Panda minori in Nepal o alla Associazione che protegge gli ultimi Gibboni di Annam in Vietnam. E’ per questo che aderire ad “Adotta una specie” ha il significato ancora di più di sostenere la natura, un modo per connettersi direttamente con gli ambienti naturali e le popolazioni che li vivono, offrire loro una alternativa per interrompere l’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali. La maggior parte dei progetti infatti vede il coinvolgimento delle popolazioni locali in attività di educazione per far crescere una realtà economica che non sfrutti la foresta ma che ne esalti il valore, che sostituisca la caccia illegale o il taglio degli alberi con attività economiche sostenibili. La costruzione del nostro futuro ha le fondamenta proprio nel rapporto che abbiamo con la natura: le fragilità emerse in modo prepotente in questi ultimi mesi devono essere sanate per far sì che possiamo pensare ad un domani senza ulteriori crisi come quella che stiamo ancora vivendo.


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ADOPT A SPECIES, SUPPORT NATURE

After one year, however, we still find ourselves in an emergency. Many projects have been suspended pending a general improvement. Teaching and research activities are frozen, postponed due to the impossibility of school trips to the zoo and of hosting researchers for animal observations. The closed park has impassable vetoes.

However, the zoo has been operating well beyond its borders for years by financing projects to conserve natural environments and counter the causes determining species depletion in nature, threatening them with extinction. Protecting natural habitats and the delicate balances that underlie their functioning is an even greater imperative today after all that the COVID-19 pandemic has taught us. It is now clear that the beginning was triggered by excessive anthropogenic pressure on nature. The exponential increase in intensive livestock farming in China in the 1990s led to a progressive impoverishment of small breeders and farmers. They found an economic alternative in hunting for wild-animal meat to sell at wet markets in Chinese cities. Previously, a small number of these markets were already in existence. However, with increased demand, the markets moved from the outskirts to city centers, creating a link between wildlife (and its viruses) and the urban population. The rest of the story was written in every newspaper this last year. It must serve as a warning to ensure that every effort is made to stop a process that has so profoundly altered the relationship between humans and nature. For this reason, the zoo has decided to provide ongoing funding to Asian, African, and South American associations that work in natural environments. Deforestation, illegal hunting, and pollution in these places

increasingly threaten the survival of animal species. But where to find the economic strength to carry out this critical mission? The “Adopt a Species” project has taken on a more significant role by becoming a fundraiser for some conservation organizations. The South African SANCCOB works on behalf of African penguins. The RED PANDA NETWORK leads important initiatives to protect the lesser panda in Nepal. Finally, there is the association that protects the last Annam gibbons in Vietnam. For this reason, “Adopt[ing] a Species” offers a more meaningful way to support nature and relates directly to natural environments and the populations living there. It offers them an alternative by interrupting excessive exploitation of natural resources. Most projects involve local populations in educational activities to develop an economic solution that does not exploit the forest but enhances its value by replacing illegal hunting or tree-cutting with sustainable economic activities. The foundations for building our future are found in our very relationship with nature. The vulnerabilities that have emerged overwhelmingly in recent months must be remedied. We need to ensure that we can think of a tomorrow without crises like the one we are still facing.

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Last year, the Pistoia Zoological Garden launched the “Adopt a Species” initiative. In total lockdown, funds needed to be raised to confront one of the most severe crises in the 50 years since it was founded. In truth, its very existence was jeopardized by the mid-spring closure and the consequent loss of the only source of income from visitor entry fees. Thus it led to the idea of allowing the zoo’s many supporters to contribute to the costs by symbolically adopting an animal. Many have joined, and the initiative has slowly grown. In this fashion, we had help in maintaining the animals. Each animal at the zoo is a member of a gene pool vital to the continuation of the species. The animals do not belong to the zoo but to the international community. It is also a great responsibility to manage them. We were able to get through 2020 thanks to the staff’s commitment, contributions collected, and visitors during the few months we were open. We were confident that a change of gears in the fight against the pandemic would let us resume normal activities at the zoo.

www.zoodipistoia.it


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Paesaggista e vivaista

Il Giardino delle Alleanze — testo Antonio Perazzi foto Studio Antonio Perazzi Emanuela Zamponi

M

i sono avvicinato alla progettazione del paesaggio a seguito di una infatuazione infantile che mi anima ancora oggi con la stessa curiosità di quando ero bambino. Mi interessa soprattutto la relazione con le piante, mi piace l’idea di innescare una relazione sincera tra l’uomo e il territorio che lo ospita, attraverso la botanica. Sono convinto che la conoscenza delle piante sia portatrice di cultura e di benessere, tanto più ora che abbiamo scoperto quanto sia importante la qualità dell’ambiente in cui viviamo. Per avere un buon giardino o un paesaggio di qualità bisogna ottenere un buon funzionamento ecologico. Uno spazio deve essere accogliente, bello, seduttivo e deve sapersi integrare col paesaggio che lo circonda. Oppure, in contrapposizione, deve saper stupire e far stare bene.

La progettualità del giardino si sviluppa in tantissimi modi diversi, alle volte addirittura sotto forma di scelta politica: c’è molta etica professionale tra i progettisti di paesaggio. Sono spesso stupito da quanto l’ispirazione passi sempre attraverso la frequentazione dei luoghi, dove si percepiscono messaggi in maniera conscia, ma anche inconscia, sotto forma di sensazioni fisiche che non sempre possono essere decifrate dalla cultura. Ogni giardino ha una sua connotazione geografica naturale, il clima e la natura locale sono importanti. Questo da un punto di vista culturale è anche un modo per mantenere una forte tradizione botanica. Potrà sembrare strano ma, anche se la gente è molto sensibile ai temi ambientali, anche se il giardino sta vivendo una fase di rinascimento culturale, c’è il rischio dell’omologazione. Questo accade anche come conseguenza di un tassello mancante che è la figura

del giardiniere. E questo è un tema fondamentale su cui ragionare. I giardini esistono e sopravvivono perché ci sono i giardinieri: la sola figura dell’ideatore, del paesaggista, non può bastare a rendere funzionale una forma d’arte sempre in bilico tra eternità ed effimero. Tra i giardinieri annovero anche i vivaisti che sono i primi giardinieri poiché seminano le piante e ne seguono la crescita e la necessaria, sottolineo necessaria, buona preparazione per la piantumazione nel giardino o nel paesaggio. Se le piante sono state mal prodotte o mal seguite durante la loro crescita e preparazione si avranno enormi delusioni e sprechi di tempo e risorse, poiché le piante ce la mettono tutta per vivere per quanto menomato sia il loro organismo e quindi all’apparenza sopravvivono, anche per alcuni anni, prima di arrendersi a morire. Intanto si è perso tempo, tempo nel quale invece che restare fermo il giardino si sarebbe sviluppato fino a maturità.

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La conoscenza delle piante è portatrice di cultura e di benessere, tanto più adesso che abbiamo scoperto quanto sia importante la qualità dell’ambiente in cui viviamo.


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I vivaisti sono preziosissimi alleati nella diffusione della biodiversità, della qualità del paesaggio, della cultura botanica poiché, se hanno visioni lungimiranti e ampie, sono i custodi di una enorme ricchezza botanica e depositari di secoli di tradizione che sanno di dover continuare a diffondere. Insieme ai giardini e alle piante ci sono paesaggio, persone e miglioramento ambientale: tutti temi strettamente connessi ma che devono essere compresi come unicum. Nel 2021 è fondamentale essere consapevoli delle responsabilità che abbiamo: le piante sono organismi opportunisti molto testardi, che operano in collettività, e contemporaneamente, per certi versi, sono il sistema immunitario del nostro pianeta. Mentre i paesaggisti sono come i registi: raccontano storie che sono uniche, fanno stare bene, commuovono, alle volte, addirittura, prendono in giro. Le piante, i fiori sono da sempre strettamente collegati al design, all’architettura e all’arte: sono organismi perfetti, semplici, ricercatissimi, funzionali o assurdi. Una inesauribile fonte di ispirazione estetica ma anche etica. Guardando mucche, maiali e polli si può decidere di diventare vegetariani, conoscendo la vita delle piante si è portati ad avere una visione più ampia che ci riporta all’idea di appartenenza a un mondo naturale di cui noi tutti facciamo parte. ☜


Antonio Perazzi È paesaggista e scrittore, abita a Milano e appena può si tuffa in una crepa del marciapiede insieme a Erigeron e Linarie o nei giardini che progetta in giro per l’Italia e all’estero. Se non è in un giardino a progettare ne scrive in una felice sintesi di estetica progettuale, scienza botanica e abilità letteraria. La sua passione è indagare il rapporto tra le piante e l’uomo sia nei grandi progetti di spazi pubblici che nei giardini privati su misura. Convinto che la via per un migliore stile di vita passi attraverso la conoscenza dell’ecosistema e il rapporto ritrovato con il mondo vegetale, progetta spazi ricchi di natura e biodiversità. Ha frequentato il Politecnico di Milano e i Kew Royal Botanical Gardens di Londra, nel 1998 fonda a Milano lo Studio Antonio Perazzi srl col quale ha firmato numerosi progetti paesaggistici in Italia e nel mondo. Tra quelli in corso il progetto di rigenerazione di Manifattura tabacchi a Firenze, il nuovo Headquarter di Snam aMIlano e la nuova Factory di Fendi a Capannuccia (Firenze). Collabora con prestigiosi studi di Architettura milanesi approfondendo le tematiche quanto mai attuali della sostenibilità e della rigenerazione di città e siti industriali. Ha insegnato al Politecnico di Milano e all’Accademia di Arte applicata di Vienna e conduce workshops in facoltà italiane e straniere. Firma la rubrica “Verdissimo” sul domenicale de Il Sole 24Ore oltre alla storica “Bustine di paesaggio” sul mensile Gardenia. Il suo ultimo libro è Il paradiso è un giardino selvatico Utet, 2019. A marzo 2021 è uscita la riedizione di Contro il giardino scritto a quattro mani con Pia Pera per Ponte alle Grazie.

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The landscape painter and writer Antonio Perazzi lives in Milan. Whenever he gets the chance, he throws himself into a cracked sidewalk together with Erigeron and Linaria or into the gardens he designs in Italy and abroad. If he has no garden to plan, he writes about them in a delightful blend of design aesthetics, botanical science, and literary skill. His passion is exploring the relationship between plants and humans in large public-space projects and custommade private gardens. Convinced that the path to a better lifestyle passes through being acquainted with the ecosystem and a rediscovered rapport with the plant world, he designs spaces filled with nature and biodiversity. He studied at Milan’s Polytechnic and the Kew Royal Botanical Gardens in London. In 1998, he founded Studio Antonio Perazzi srl in Milan, working on numerous landscape projects in Italy and worldwide. Projects currently underway include the Manifattura Tabacchi in Florence, Snam’s new Milan headquarters, and the new Fendi Factory in Capannuccia (Florence). He has worked with prestigious Milanese architectural firms, examining such timely issues as sustainability and city/industrial site regeneration. He has taught at the Polytechnic in Milan and the Academy of Applied Art in Vienna and conducted workshops for Italian and foreign faculties. He writes the “Verdissimo” column in the Sunday Il Sole 24Ore and the long-running column “Bustine di paesaggio” in the monthly Gardenia. His latest book is Il paradiso è un giardino selvatico Utet, 2019. In March 2021, a new edition was released of Contro il giardino, written jointly with Pia Pera for Ponte alle Grazie.


L’arte dei giardini invisibili di Antonio Perazzi, “Botanica temporanea” da Vienna a Firenze foto

Andrea Martiradonna

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ZOOM Antonio Perazzi’s exhibition/workshop will be open from 18 June to 19 September 2021 at the Manifattura Tabacchi in Florence. The exhibition brings together twenty years of design research on the theme of temporary botany, the design practice of a relational alternative between man and nature, and its application to the ecological landscape design for the Manifattura Tabacchi project in Florence. Over its years in use, this practice has increased environmental quality in urban and agricultural areas and metropolitan cities, creating a low-cost, low-energy investment to seamlessly put a natural landscape together with humanly-modified areas, compensating for the lack of nature and bringing benefits to the entire ecosystem. During the preview and final days, workshops and talks will be held on themes related to temporary botany and a selected review of landscape films curated by Antonio Perazzi with screenings at the Cinema Stensen in Florence’s Manifattura Tabacchi. The newly created garden can be visited throughout the summer. It is the product of a recent workshop carried out with the support of Professor Anna Lambertini, director of the Landscape Architecture Degree Course at the University of Florence’s School of Architecture; about thirty of her students from the last few years with degrees in various fields; and the Giorgio Tesi Group, which graciously provided the plants for the garden.

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La mostra/laboratorio di Antonio Perazzi sarà visitabile dal fine settimana 18.19.20 giugno a quello del 17.18.19 settembre 2021, negli spazi di Manifattura Tabacchi a Firenze. L’esposizione raccoglie vent’anni di ricerca progettuale sul tema Botanica Temporanea, pratica progettuale di una alternativa relazionale tra uomo e natura e la sua applicazione per la progettazione del verde nel progetto di Manifattura Tabacchi a Firenze. Questa pratica ha confermato, negli anni di applicazione, essere in grado di aumentare la qualità ambientale di zone urbane e agricole o città metropolitane riuscendo a costi e investimento energetico contenuti a mettere in continuità il paesaggio naturale con le aree umanamente-modificate sopperendo la mancanza di natura e portando benefici all’intero ecositema. Nei giorni di vernissage e finissage avranno corso workshops e talks su temi correlati a Botanica Temporanea oltre a una rassegna di una selezione di film sul paesaggio a cura di Antonio Perazzi all’interno delle proiezioni del cinema Stensen di Firenze alla Manifattura Tabacchi. Durante tutta l’estate sarà visitabile anche il giardino realizzato con il workshop appena concluso svolto con il sostegno della Professoressa Anna Lambertini, direttrice del Corso di Laurea in Architettura del Paesaggio della Scuola di Architettura dell’Università di Firenze e con una trentina di suoi studenti degli ultimi anni provenienti da vari indirizzi di laurea e con il sostegno di Giorgio Tesi Group che ha gentilmente fornito le essenze del giardino.


Landscape designer and nurseryman

The Garden of the Covenants

I

I am convinced that plant knowledge is the harbinger of culture and well-being, especially now that we have discovered the importance of the quality of the environment in which we live.

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began designing landscapes after a childhood infatuation, whose same naive curiosity still motivates me today. I am especially interested in our relationship with plants. I like the idea of creating a sincere connection between humans and the land that, through botany, accommodates them. I am convinced that plant knowledge is the harbinger of culture and well-being, especially now that we have discovered the importance of the quality of the environment in which we live. For a good garden or a quality landscape, it is necessary to achieve a wellfunctioning ecology. The space must be welcoming, beautiful, and inviting. It must know how to complement the surrounding landscape. In contrast, it must know how to surprise and make you feel good. Garden design evolves in myriad ways, sometimes even through a political choice. Landscape designers have a high degree of professional ethics. I am often amazed by how much inspiration always comes from visiting places, where messages are perceived consciously and unconsciously as physical sensations that cannot always be deciphered by the culture. Each garden has its own natural geographical connotation; the local climate and nature are essential. From a cultural point of view, it is also a way to maintain a robust botanical tradition. It may seem strange but, even if people

are very sensitive to environmental issues and gardens are experiencing a period of cultural renaissance, there is a risk of standardization. This is also because the figure of the gardener is missing--a crucial issue to consider. Gardens exist and endure because there are gardeners. The creator or the landscape architect alone are not enough to make an art form functional that is always balanced between eternal and ephemeral. I also count nursery-growers as gardeners. They are the first gardeners since they sow the plants, follow their growth, and give the necessary care. I would stress “necessary” as being properly prepared for planting in a garden or a landscape. If the plants are poorly produced or poorly monitored during their growth and preparation, there is dissatisfaction and a waste of time and resources. Plants put everything into living, no matter how blighted. They apparently can survive even for a few years before giving up and dying. Meanwhile, time has been lost, during which a garden could have grown to maturity instead of languishing. Nursery-growers are critical allies for disseminating biodiversity and the quality of the landscape and the botanical culture. If they take a broad, forward-looking view, they are custodians of enormous botanical wealth and of centuries of tradition that they know must continue to spread. Besides gardens and plants, there are landscapes, people, and environmental improvement--closely related themes

that are unique. In 2021, it is critical to be aware of our responsibilities. Plants are very stubborn, opportunistic organisms that operate collectively. At the same time, they are, in some ways, our planet’s immune system. Landscape architects are like directors and tell stories that are unique. They make us feel good, pull our heartstrings, and, at times, even poke fun. Plants and flowers have always been closely linked to design, architecture, and art. As organisms, they are perfect, simple, highly sought-after, functional, or absurd—an inexhaustible source of aesthetic and ethical inspiration. Looking at cows, pigs, and chickens, you can decide to become vegetarian, knowing that plant life leads to a broader vision, bringing us back to the idea of belonging to a natural world of which we are all a part. ☜


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Mostra fotografica

Tuscany The fascination of landscapes, the nobility of art — Luca Bracali, fotografo pistoiese famoso in tutto il mondo, sarà protagonista - con le sue foto su Pistoia, sulla Toscana e sulle piante della Giorgio Tesi Group - sia di una mostra a Zittau, città tedesca gemellata con Pistoia, che di un libro edito dalla nostra casa editrice.

testo —

foto Luca Bracali

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Lorenzo Baldi


____ Seen from above, the countryside around the city is marked by the linear geometric shapes formed by the nurseries’ plants. The photo was taken at the Giorgio Tesi Group, a company with a deep and strong bond to the land where it has always cultivated plants that express the distinctiveness and beauty typical of this corner of Tuscany. On the right, immediately after the wheat harvest, the Sienese hills offer both curious and spectacular geometries and wonderful color combinations on beautiful sunny days. ____ La campagna intorno alla città vista dall’alto è caratterizzata dalle lineari forme geometriche create dalle piante dei vivai. La foto è stata realizzata presso la Giorgio Tesi Group, azienda che ha un legame forte e profondo con la propria terra, dove coltiva da sempre le piante che esprimono unicità e bellezza tipiche di questo angolo di Toscana. A destra, subito dopo la raccolta del grano, nelle belle giornate di sole le colline senesi regalano sia curiose e spettacolari geometrie che meravigliosi accostamenti cromatici.

C

iao Luca e grazie per questa intervista. Da fotografo che ha viaggiato in ben 145 paesi nel mondo, qual è il tuo legame con Pistoia? Tutti dicono che nessuno è profeta in patria ma devo dire che questo detto non vale assolutamente per me, che con la mia città ho un rapporto meraviglioso. Lo dimostrano la scelta che feci tanti anni fa quando rinunciai ad un posto alla Rai per non lasciarla definitivamente e il fatto che pur girando il mondo e lavorando attualmente ancora per Rai, ho deciso di vivere proprio a Pistoia, dove passo con la mia famiglia tutto il poco tempo libero che ho. Qui ho presentato tre dei miei 16 libri, realizzato due mostre - una a Palazzo Sozzifanti e una al Museo Marino Marini - e proprio a Pistoia ho ricevuto due dei miei quattro premi alla carriera. Ho un forte amore per la città, che a dire il vero ha sempre ricambiato, a partire dalle istituzioni e dai media per arrivare ai tanti concittadini che mi contattano su Facebook facendomi i complimenti per il mio lavoro.

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— Sarai Ambasciatore della Toscana e di Pistoia in Germania con una mostra di tue foto a Zittau. Come nasce questa cosa e qual è il tuo intento? E’ stata una vera e propria sorpresa… Sono stato avvicinato da una signora tedesca che viene spesso a Pistoia da Zittau chiedendomi se avessi avuto la possibilità di fare una mostra nella sua città per celebrare il gemellaggio con Pistoia. Abbiamo iniziato a parlarne ed è emersa la necessità di avere una cinquantina di foto da realizzare in grande formato (100 x 150 cm) da posizionare lungo le vie e nella piazza principale di Zittau: 25 su Pistoia e 25 sulla Toscana, a cui ho dedicato molto tempo soprattutto durante il recente lockdown, sia riscoprendo piccoli borghi che fotografando le più importanti città d’arte della nostra regione. Tra l’altro proprio durante il lockdown della scorsa primavera, ho anche realizzato quattro servizi con il drone fotografando e filmando dall’alto Roma, Milano, Firenze e Venezia incredibilmente vuote e senza turisti, da cui sono nati altrettanti volumi fotografici

— Tra gli scatti scelti per la mostra, ci sono anche alcune foto realizzate all’interno dei vivai Giorgio Tesi, vera e propria eccellenza internazionale del settore del vivaismo. Da tutto questo è nato anche un libro fotografico, in collaborazione con la nostra casa editrice, molto importante per la città. Come vedi questa collaborazione e qual è il tuo rapporto con il verde? Con il verde ho sempre avuto un ottimo rapporto essendo anche ambasciatore a vita della Onlus internazionale Save the Planet. Da anni racconto, con le mie foto e con i miei video, le bellezze del nostro mondo che vanno pian piano sgretolandosi a causa dei cambiamenti climatici e dall’inquinamento, spesso causati proprio dall’uomo. La collaborazione con la vostra casa editrice nasce dall’intento comune di portare Pistoia e la Toscana nel mondo e la scintilla è nata da


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____ Una meravigliosa immagine al tramonto di Piazza dei Miracoli a Pisa, inserita dall’UNESCO nella World Heritage List nel 1987, con in evidenza la caratteristica e unica Torre Pendente, il Duomo dedicato a Santa Maria e il Battistero. ____ A wonderful sunset image of Piazza dei Miracoli in Pisa, included on the UNESCO World Heritage List in 1987, highlights the unique Leaning Tower, the Cathedral dedicated to St. Mary, and the Baptistery.

un’intervista con un giornalista, che mi ha indirizzato verso la Giorgio Tesi Editrice, che già conoscevo per precedenti interviste con Naturart e Discover Pistoia. Prima di dedicarmi alle quattro città citate precedentemente, grazie alla collaborazione delle istituzioni avevo ottenuto un permesso per fotografare proprio Pistoia e ne erano uscite immagini davvero spettacolari. Nel confrontarmi con Nicolò Begliomini, responsabile della comunicazione della Giorgio Tesi Group abbiamo pensato che forse un libro con sole foto di Pistoia non sarebbe stato completo, visto che a livello artistico, pur avendo eccellenze davvero significative, sarebbe stato difficilmente paragonabile a quelli dedicati a Venezia, Firenze e Roma. Da qui l’idea di unire nel libro - come peraltro fatto per la mostra - foto di Pistoia a quelle della Toscana utilizzando, al novantanove per cento, immagini realizzate con il drone, in modo da offrire ai lettori qualcosa di unico. Naturalmente, parlando di Pistoia e della Toscana non potevano mancare le piante e il verde: nel libro ci sono immagini

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con i cipressi della Val d’Orcia, che diventano protagonisti del paesaggio e tre sono dedicate invece alla produzione vivaistica pistoiese - vera eccellenza espressa dal nostro territorio – una con una meravigliosa rosa di Rose Barni e due realizzate nei vivai della Giorgio Tesi Group, importantissima realtà imprenditoriale a livello mondiale del vivaismo di piante ornamentali. Per realizzare queste foto ho impiegato ancora una volta il drone, con cui ho cercato di esaltare il più possibile le forme geometriche formate dalle piante nei vivai. ☜

____

____

Piazza San Giovanni

Nella pagina a destra,

e Piazza del Duomo a

fotografo, autore di ben

Firenze incredibilmente

16 libri, regista per RAI 1 e

vuote, fotografate al

documentarista per RAI 2

tramonto utilizzando

e RAI 3, Bracali ha visitato

un drone durante

nella sua carriera ben 145

il lockdown della

Paesi nel Mondo ed è stato

primavera 2020. ____

l’unico reporter che nel

The incredibly empty Piazza San Giovanni and

Nord sugli sci. ____

Piazza del Duomo in

Right page, photographer,

Florence, photographed

author of 16 books, director

at sunset using a drone

for RAI 1, and documentary

during the spring 2020

maker for RAI 2 and RAI

lockdown.

3, Bracali has visited 145

2009 ha raggiunto il Polo

countries during his career. In 2009, he was the only reporter to reach the North Pole on skis.


Photo exhibition

Tuscany The fascination of landscapes, the nobility of art ____ Attraversato dalla via Francigena che ancora oggi lo divide in due parti, il borgo di San Gimignano intorno al 1300 contava ben 70 alte torri. Oggi ne sono rimaste solo 13, la più alta delle quali è la Torre comunale, detta la Rognosa. ____ San Gimignano is crossed by the Via Francigena, which still divides it in two. Around 1300, it had 70 high towers; today, only 13 are left. The highest is the Municipal Tower, known as the Rognosa.

Luca Bracali, the world-famous photographer from Pistoia, and his photos of Pistoia, Tuscany, and the Giorgio Tesi Group’s plants, will be featured in an exhibition in the German city of Zittau, with its sister city of Pistoia, and a book published by our publishing house.

H

i Luca, and thank you for this interview. As a photographer who has traveled to 145 countries worldwide, what ties you to Pistoia? It’s often said that no one’s a prophet in their own land, but I must say that this saying doesn’t apply to me at all. Truly, I’ve a wonderful relationship with my city, as demonstrated by the choice I made many years ago. I gave up my position at RAI so as not to leave permanently. Despite traveling the world and currently still working for RAI, I decided to live in Pistoia, where I spend what little free time I have with my family. Here, I’ve presented three of my 16 books, had two exhibitions - one at Palazzo Sozzifanti and one at the Marino Marini Museum. I also received two of my four lifetime achievement awards in Pistoia. I really love this city. Frankly, it’s always been mutual, from its institutions and the media to the many fellow citizens who contact me on Facebook to congratulate me on my work. — With your photo exhibition in Zittau, you’re going to be Tuscany and Pistoia’s ambassador to Germany. How did this come about, and what’s your intent? tIt was a real surprise! I was approached by a German lady who often comes from Zittau to Pistoia. She asked me if I’d had the possibility of having an exhibition in

her city in celebration of Pistoia’s sister city. So, we started talking about this opportunity. it came out that about fifty large-format photos (100 x 150 cm)—25 on Pistoia and 25 on Tuscany—were needed. They would be placed along Zittau’s streets and in its main square. I dedicated a lot of time to it, especially during the recent lockdown—rediscovering small villages and photographing our region’s most important art cities. Among the things I did during last spring’s lockdown were four drone shoots. I photographed and filmed Rome, Milan, Florence, and Venice from above—incredibly empty and touristless—resulting in photography books on the four cities. — Among the shots also chosen for the exhibition are some photos taken at the Giorgio Tesi nurseries, an outstanding international player in the nursery sector. Out of this, another photography book, very important for the city, came about, produced by our publishing house. How do you view this relationship, and what’s your relationship with the environment? I’ve always been very supportive of the environment, as I’m also a lifetime ambassador of the international nonprofit organization Save the Planet. For years, I’ve conveyed through my photos and videos the beauty of our world, its slow destruction due to climate change and pollution, often due to human activities. The partnership with your

publishing house came out of our shared objective of bringing Pistoia and Tuscany to the world. That spark also resulted from an interview with a journalist, who pointed me toward Giorgio Tesi Editrice, whom I already knew from previous Naturart and Discover Pistoia interviews. Before dedicating myself to the four cities mentioned above, I got a permit to photograph Pistoia, resulting in truly spectacular images, because of the institutions’ cooperation. In working with Nicolò Begliomini, the Giorgio Tesi Group’s communications manager, we thought that perhaps a book just with photos of Pistoia wouldn’t be complete. Despite its considerable merits, it’s not easy, on an artistic level, to compare it to the books dedicated to Venice, Florence, and Rome. Hence, as we did for the exhibition, we decided to have the book include 99% of the drone photos of Pistoia and Tuscany. Thereby, we could offer something truly unique to the readers. Naturally, when speaking of Pistoia and Tuscany, plants and greenery would not be lacking. The book contains images with the cypresses in Val d’Orcia, playing a leading role in the landscape. Another three are dedicated to Pistoia’s nursery production–a true hallmark of our area—along with the beautiful rose created by Rose Barni and another two by the Giorgio Tesi Group’s nurseries, a significant international business enterprise in ornamental plants nurseries. To take these photos, I again used the drone and, to the extent possible, tried to enhance the geometric shapes formed in the nurseries by the plants. ☜

NATURART | APRILE 2021 | 53


ZOOM

Luca Bracali, il fotografo del Mondo

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Ha viaggiato in 145 paesi, è autore di 16 libri e vincitore di 14 premi in concorsi fotografici internazionali. Dal 2008 è membro di APECS (Association of Polar Early Career Scientists) e dal 2015 collabora con IASC (International Arctic Science Commitee) per i suoi contributi mediatici e scientifici legati all’ambiente. Nel 2009 è l’unico reporter a raggiungere il Polo Nord geografico sugli sci. Nel 2010 Bracali debutta nel mondo della fine-art photography e le sue immagini vengono esposte, come personali, in 50 musei e gallerie di Roma, Milano, Bologna, Napoli, Sofia, Kiev, Odessa, Copenaghen, Yangon, Montreal, New York e Bruxelles nella sala espositiva del Parlamento Europeo. Regista Rai 1 dal 2011 e documentarista per Rai 2 e Rai 3, ha firmato 18 servizi su National Geographic e le sue immagini sono state pubblicate da New York Post, USA Today Post, Fox News, Lens Culture, PetaPixel, Daily Express, Daily Star, Daily Telegraph e The Sun. Dal 2017 diviene ambasciatore a vita dell’associazione no-profit “Save the Planet”. Il Minor Planet Center di Cambridge gli ha intitolato a suo nome il 198.616 esimo asteroide scoperto.

He has travelled to 145 countries, is author of 16 books and winner of 14 prizes in International photo contests. Since 2008 he is a member of Apecs (Association of Polar Early Career Scientists) and since 2015 he cooperates with IASC (International Arctic Science Commitee) for his contributions about environment published in the media. In 2009 he was the only reporter to reach the geographic North Pole on skis. In 2010 Bracali debuted in the world of fine-art photography and his pictures have been on show, as solo exhibitions, in 50 museums and galleries in Rome, Milan, Bologna, Naples, Sofia, Kiev, Odessa, Copenaghen, Yangon, Montreal, New York and Bruxelles in the showroom of European Parliament. Tv director of Rai 1 since 2011 and documentary-maker for Rai 2 and Rai 3, Bracali has published 18 reportages on National Geographic and his pictures have been also featured on New York Post, USA Today Post, Fox News, Lens Culture, PetaPixel, Daily Express, Daily Star, Daily Telegraph and The Sun. From 2017 he became ambassador for life of the non-profit organization “Save the Planet”. The Minor Planet Center in Cambridge has entitled in his name the 198.616th asteroid discovered.


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LA SCELTA PERFETTA PER SCATTARE AL CIRCOLO POLARE ARTICO” LUCA BRACALI, X-Photographers COME SI OTTIENE UNO SCATTO DEL GENERE? Fotocamera su cavalletto, tempo di esposizione di 5 secondi, apertura diaframma su f/2.8 e ISO 2500. La difficolta sarà la messa a fuoco visto che dovremmo trovare un punto luminoso distante almeno 30 metri e, una volta certi di avere un fuoco perfetto, posizionare la fotocamera su manuale e togliere lo stabilizzatore dell’ottica. Per ottenere l’effetto “star-trail” si può scegliere un tempo lento di 30 minuti su posa B oppure, come in questo caso dove le basse temperature lo impongono, realizzare 300 scatti consecutivi e sovrapporli con un software. Una fotocamera come la Fujifilm X-T4 con sensore retroilluminato sarà un’ottima scelta come l’ottica Fujinon 8-16 mm. f/2.8 che consente un amplissimo campo di ripresa.

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Montagna Pistoiese

I diamanti di Pistoia —

Non tutti sanno che in alcune zone della nostra montagna sono presenti queste preziose gemme dell’Appennino, oramai quasi introvabili ma ben conosciute soprattutto fra il 1500 e il 1800.

testo Simone Vergari Gianna Dondini Daniele Vergari

L

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a mineralogia è una scienza che ancora oggi appassiona migliaia di persone, dallo scienziato al semplice curioso, che raccolgono e conservano rari esempi di rocce e cristalli dagli infiniti colori e dalle varie forme. Ancora oggi alcuni di questi si spingono nelle montagne sopra Pistoia a cercare alcune pietre orami quasi introvabili ma ben conosciute soprattutto fra il 1500 e il 1800, i Diamanti di Pistoia. Queste pietre erano molto apprezzate un tempo da artigiani

e scultori che le avevano utilizzate per lavori spesso di elevato valore artistico alcuni delle quali ancora oggi sono visibili in alcuni musei. L’area pistoiese peraltro non era nuova alla presenza di alcuni cristalli che potevano essere facilmente utilizzati per il loro valore artistico — La qualità delle pietre quarzose infatti era tale che se ben lavorate, e levigate, avrebbero potuto essere utilizzate per realizzare monili per le signore, evitando così l’acquisto di gemme false soprattutto dalla Francia o da Venezia come propone il Matani

(1730-1779) che ai diamanti della montagna dedicò addirittura un capitolo del suo libro “Delle produzioni naturali del territorio pistoiese” edito nel 1762. Le gemme erano talmente trasparenti e così simili a diamanti che addirittura nella collezione medicea c’è un anello realizzato (forse su commissione dello stesso granduca Francesco I) alla fine del’500 con questi minerali della montagna pistoiese.


— Tuttavia il principale utilizzo era per “tagliare i vetri” e “Il paese non ne fa uso, ne’ smercio, se non in caso che la curiosità di taluno ne facesse ricerca”. Più recentemente l’attenzione scientifica di questi trasparenti cristalli ha portato illustri ricercatori ad una analisi più approfondita. È il caso del prof. Edoardo Billows (1871-1944), mineralogista dell’Università di Cagliari, che pubblicò nel 1904 una nota dal titolo “Studio cristallografico sul quarzo di San Marcello P.se” (Rivista di Mineralogia e Cristallografia Italiana n° 31). Il suo studio era basato su una raccolta di circa 2000 quarzi del pistoiese raccolti dal prof. Ruggero Panebianco, docente di mineralogia nell’ateneo padovano e del quale Edoardo Billows era assistente, che passava parte delle sue vacanze su queste montagne. Nel suo studio evidenzia forme a tramoggia e corrosioni simili a quelli del bolognese (Porretta Terme) benché diversamente da quest’ultimi, non presentino tracce di inclusioni di acqua. In effetti molti di questi quarzi sono di una trasparenza unica tanto da giustificare il nome di “diamanti di Pistoia o luci come comunemente vengono designati dagli abitanti del sito”. Esemplari spesso perfetti che non presentano sulle facce dei vari cristalli neppure le striature orizzontali tipiche dei quarzi. La maggior parte di questi campioni viene riferito essere stata trovata in località monte Crocicchio (1366 m s.l.m.), che si trova poco sopra l’abitato di Gavinana (San Marcello Piteglio). — Il quarzo (SiO2) è uno dei minerali più diffusi nella crosta terrestre e, per questo motivo, in natura si presenta con un gran numero di varietà. Normalmente viene suddiviso in quarzo macrocristallino, con cristalli ben visibili ad occhio nudo, microcristallino con cristalli

visibili solo al microscopio e criptocristallino, ovvero con aggregati cristallini non visibili neppure al microscopio. I nostri diamanti di Pistoia rientrano chiaramente nella prima categoria, benché di dimensioni non particolarmente grandi, ma con una trasparenza eccezionale, tanto da poter essere paragonati ai ben più noti “diamanti di Herkimer”. Questi ultimi furono scoperti all’inizio del ventesimo secolo in gran quantità nella Contea omonima, a New York, e furono denominati diamanti per la limpidezza, il lustro, la biterminazione e la naturale sfaccettatura. — Peraltro nella valle della Lima non era raro trovare altri cristalli simili ma colorati, (famose erano le colorate “iridi cristalline” che si trovavano nelle varie wunderkammer dei collezionisti di cose naturali ) molto ricercati per la loro bellezza e rarità. Ma l’uso dei cristalli di monte o diamanti di Pistoia non sembra essersi mai sviluppato ne’ incrementato. Forse oggetti troppo piccoli, forse di difficile lavorazione, i diamanti di Pistoia sono stati consegnati alla curiosità mineralogica. La storia tuttavia ci può far riflettere su quante risorse del nostro territorio sono poco considerate o non vengano prese in considerazione. ☜

Ringraziamo l’amico Giovanni Gargini per il prezioso materiale bibliografico che ci ha fornito. Per coloro che fossero interessati a vedere alcuni campioni di “diamanti di Pistoia” è possibile visitare il Museo Naturalistico Archeologico Appennino Pistoiese (Ecomuseo Montagna Pistoiese) presso Palazzo Achilli, Gavinana (San Marcello Piteglio).

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— Queste pietre note anche come cristalli di monte, erano dei quarzi, molto compatti e trasparenti che emergevano dal terreno o erano facilmente reperibili negli strati di arenaria di tutta la montagna pistoiese, dal Lago Scaffaiolo, alle montagne di San Marcello, Lizzano, Spignana, Gavinana, ed ancora al Monte Crocicchio, a Sambuca, a Badia a Taona, a Pracchia e Uzzo. Per quanto apprezzati erano sicuramente sottovalutati anche se l’uso principale, secondo Matani, consisteva nell’intagliarli e farne gemme false, monili da portare “al collo, alle orecchie, e nelle dita dalle Donne per accrescimento della bellezza, di cui quel Sesso debole fa molta pompa” (a dire il vero questo commento si attirò le critiche di misoginia nella Frusta letteraria diretta da Giuseppe Baretti, noto letterato del secolo dei Lumi) e anelli come quelli ancora oggi presenti nelle collezioni mineralogiche fiorentine. Ma una descrizione meno nota è quella che presenta Giovanni Targioni Tozzetti nei suoi manoscritti dove “Le Montagne di Pistoia, ci somministrano in copia grandi iridi cipolline bellissime, le quali mercé la loro chiarezza, ed il gran spirito, sono comunemente chiamate Diamanti di Pistoia [Viag. Ed. II. T. 6, p. 379]”. A dire il vero anche Giovanni Targioni Tozzetti, allora uno degli scienziati più famosi del granducato, pose delle critiche al Matani, soprattutto sulle sue teorie sulla costituzione di questi cristalli. Nei suoi manoscritti le chiama “iridi cipolline bellissime” e grazie ad una lettera di Jacopo Lori, parroco di San Marcello, possiamo aggiungere che “vi si trovano in quantità. Ne ha S. Marcello, Cutigliano e più di tutti la Sambuca” e che “si sperimenta di una durezza che ha di gran resistenza: […] ed acquista figura di una buona gioia, come molti ci hanno fatto vedere”.


The Pistoiese Mountains

Pistoia diamonds

Most people don’t know that precious Apennine gems are present in some of our mountain areas. Although almost impossible to find today, they were especially well-known between 1500 and 1800.

M

— Also known as mountain crystals, these very compact and transparent quartzes were found loose on the ground or easily in the sandstone layers throughout the Pistoiese mountains. They were found from Lake Scaffaiolo to the San Marcello, Lizzano, Spignana, and Gavinana mountains, and again at Monte Crocicchio, in Sambuca, Badia a Taona, Pracchia, and Uzzo. Although highly regarded, they were also undervalued. Nonetheless, according to Matani, they were mainly carved and used to make faux gems, jewels, which women wore “around their neck, in their ears, and on their fingers […] to increase their beauty, of which that weak sex boasts”. (In truth, this comment drew criticism for its misogyny in the Frusta letteraria edited — by Giuseppe Baretti, a well-known man The quality of these quartz of letters during the Enlightenment). In stones was so high that if finely worked addition, they made rings like those still and well-polished, they were used for seen today in Florence’s mineralogical ladies’ jewelry, thereby avoiding the collections. A lesser-known description purchase of faux gems from France, is found in a book by Giovanni Targioni or Venice in particular, as Matani Tozzetti, where he states that “The (1730-1779) had suggested. He even Pistoia Mountains offer us an dedicated a chapter of his 1762 book abundance of large, beautiful “Delle produzioni naturali del onion-shaped iris quartzes, which, territorio pistoiese” to the mountain’s owing to their clarity, and great diamonds. The gems were so transparent spirit, are commonly called the and so like a diamond that the Medici Pistoia diamonds” [ Viag. Ed. II. T. collection also has a ring made with these 6, p. 379]. To tell the truth, Giovanni minerals from the Pistoia mountains, Targioni Tozzetti, one of the Grand commissioned by Grand Duke Francesco Duchy’s most famous scientists, also criticized Matani, especially for his I himself at the end of the 16th century. theories on how these crystals were formed. In his manuscripts, he calls them “beautiful onion-shaped iris quartzes”. ineralogy is a science that still today fascinates thousands of people. From scientists to the simply curious, they collect and preserve rare examples of variously shaped rocks and crystals in an infinity of colors. Still today, some people go into the mountains above Pistoia in search of these very hard-to-find stones known as Pistoia diamonds, which were particularly renowned between 1500 and 1800. Artisans and sculptors greatly appreciated these stones, often using them in works of great artistic value, some of which may be seen in museums today. However, the Pistoia area was not unfamiliar with these crystals that could be easily used for their artistic value.

Thanks to a letter from Jacopo Lori, parish priest in San Marcello, we can add that “they are found in abundance there. S. Marcello, Cutigliano, and especially Sambuca have them” and “tests show a highly resistant hardness: [...] and it acquires the figure of good cheer, as many made us see”. — However, its primary use was for “cutting glass” “The town neither uses nor sells it unless someone’s curiosity goes looking for it”. More recently, distinguished scientific researchers had focused attention on these transparent crystals, leading to more in-depth analyses. As was the case of Cagliari University professor and mineralogist, Edoardo Billows (1871-1944), who, in 1904, published a study in the “Rivista di Mineralogia e Cristallografia Italiana, n° 31. His paper was based on a collection of about 2000 Pistoiese quartzes that Prof. Ruggero Panebianco, mineralogy professor at Padua University—whose assistant was Edoardo Billows—had collected during his holidays in the Pistoiese mountains. In his research paper, Billows highlighted their hopper

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FARMHOUSE

shapes and corrosion similar to the Bolognese (Porretta Terme) quartzes. Unlike the latter, they showed no traces of water inclusions. Many of these quartzes had a unique transparency that justified the name of “Pistoia diamonds or lights as local inhabitants commonly called them”. Perfect specimens often do not even have the horizontal streaks typical of quartz on the facets of the various crystals. Most of these samples were reported to have been found in the Monte Crocicchio area (1366 m a.s.l.), located just above the town of Gavinana (San Marcello Piteglio). — Quartz (SiO2) is one of the most common minerals in the earth’s crust. Consequently, there are a large number of varieties found in nature. Quartz is usually divided into three varieties: macrocrystalline, whose crystals are visible to the naked eye; microcrystalline with crystals visible only under a microscope; and cryptocrystalline, i.e., with crystalline aggregates not even visible under a microscope. Our Pistoia diamonds fall into the first category. Although not particularly large, they are exceptionally transparent—comparable to the much better known “Herkimer diamonds”. The latter were discovered in New York’s Herkimer County in the early 20th century; they were called diamonds because of their clarity, luster, bitermination, and natural faceting.

— Moreover, it was not uncommon to find other similar but colored crystals in the Lima Valley. Greatly sought after for their beauty and rarity, these famous colored “crystalline irises” were often placed by collectors of natural objects in various wunderkammer. Yet, the use of mountain crystals or Pistoia diamonds does not seem to have ever developed or increased. Perhaps they were too small or too difficult to work; Pistoia diamonds were considered a mineralogical curiosity. Nevertheless, history can make us think about how many of our territory’s resources have been overlooked or not even considered. ☜

We want to thank our friend Giovanni Gargini for the valuable bibliographic material he provided us. For those interested in seeing some examples of “Pistoia diamonds” a visit to the Naturalistic Archaeological Museum of the Pistoia Apennines (Ecomuseo Montagna Pistoiese) at Palazzo Achilli in Gavinana (San Marcello Piteglio).

L’agriturismo A Casa Nostra è immerso nel verde delle colline pistoiesi a 5 minuti dall’uscita dell’autostrada di Pistoia ed a metà strada t ra Firenze e Montecatini Terme e quindi ideale per poter effettuare visite alle vicine città d’arte, escursioni in Mountan Bike ed a piedi. L’ampio terrazzo esterno, dal quale si può vedere a occhio nudo il Campanile e il Duomo di Firenze, è il mix perfetto per pranzi e cene a lume di candela nelle stagioni più calde, mentre con l’arrivo del freddo diventa un magnifico salotto esterno con angolo fumatori dove poter rilassarsi.

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Luoghi Letterari

Nel paese di Policarpo Petrocchi — Castello di Cireglio, paese di nascita dello scrittore e lessicografo, diventa un Parco Letterario

testo Giovanni Capecchi 62 | NATURART | APRILE 2021

foto Maurizio Pini


____ figlio di un calzolaio che aveva la bottega in una delle piccole strade del borgo, nacque a Castello di Cireglio il 16 marzo 1852. ____ Policarpo Petrocchi, a shoemaker’s son whose shop was on one of the village’s narrow streets, was born in Castello di Cireglio on 16 March 1852.

C

astello di Cireglio è un piccolo paese alle porte della montagna pistoiese. 650 metri sul livello del mare, 70 abitanti nei mesi invernali (che triplicano nel periodo estivo), un patrimonio di boschi tutto attorno, Castello si presenta oggi come un paese che ha saputo conservare la sua autenticità. Le sue strade (in parte ancora acciottolate), le sue piazzette, le sue case, appaiono per lo più quelle di un tempo. Grazie allo spirito di iniziativa dei suoi abitanti e di due associazioni, la Società Onore e Lavoro e Amo la montagna, è ben curato e sono stati realizzati nel corso degli anni, anche con il sostegno di finanziamenti pubblici e privati, recuperi significativi, come quello della chiesa e quello del circolo. — Ma Castello di Cireglio, a 12 chilometri da Pistoia, a poche centinaia di metri da Cireglio, ha qualcosa che altri paesi simili a lui, delle stesse dimensioni e con caratteristiche analoghe, non hanno la fortuna di possedere: è il

paese natale di Policarpo Petrocchi, lessicografo e scrittore, autore di uno dei vocabolari della nostra lingua sui quali alcune generazioni hanno studiato l’italiano. Petrocchi nasceva a Castello il 16 marzo 1852, figlio di un calzolaio che aveva la bottega in una delle piccole strade del borgo. Ma Castello non è stato semplicemente il suo luogo di nascita: Petrocchi ci è cresciuto e, quando ha iniziato la vita da insegnante, tra Torino Milano e Roma, è tornato regolarmente, soprattutto d’estate, nella sua casa di montagna, fino all’agosto del 1902, quando la morte lo raggiungeva proprio nel suo borgo. Di Castello si è occupato con costanti cure e attenzioni e con un fortissimo senso pratico: ha fondato la Società di mutua assistenza Onore e Lavoro nel 1880, si è impegnato per dotarlo di una scuola, per realizzare la strada che lo collegasse alla Via Modenese, per realizzare due fontane che portassero acqua potabile tra le case. Ma forse l’opera più importante per Castello l’ha fatta scrivendo un libro, “Il mio paese”, composto intorno al 1880, non concluso e pubblicato postumo nel 1972, in una edizione limitata accompagnata dalle tavole

di Sigfrido Bartolini. Il libro, per molti aspetti autobiografico, racconta il paese nel quale Policarpo è cresciuto, i giochi che facevano i bambini, la comunità (con pochi soldi ma con uno straordinario capitale umano), i lavori stagionali (come quelli legati alla raccolta e all’essiccazione delle castagne), l’emigrazione degli uomini che, subito dopo la festa dei Morti, andavano lontani a fare il carbone. Castello è dunque un paese ben conservato e con un patrimonio immateriale: uno scrittore importante e un libro che racconta le sue strade, le sue case, i suoi boschi e i suoi abitanti. — Nel 1992 Stanislao Nievo, pronipote dello scrittore risorgimentale Ippolito Nievo, ideava i Parchi Letterari: uno strumento di conservazione, tutela e valorizzazione dei luoghi partendo dalla letteratura. I Parchi Letterari, a partire dal 2009, sotto la direzione di Stanislao De Marsanich, hanno conosciuto una nuova vita ed hanno accentuato la loro funzione di valorizzazione dell’intero territorio, anche dal punto di vista economico,

NATURART | APRILE 2021 | 63

Policarpo Petrocchi,


____ Nel corso della sua vita Petrocchi si è occupato di Castello con costanti cure e attenzioni e con un fortissimo senso pratico: ha fondato la Società di mutua assistenza Onore e Lavoro nel 1880, si è impegnato per dotarlo di una scuola, per realizzare la strada che lo collegasse alla Via Modenese e per realizzare due fontane che portassero acqua potabile tra le case. ____ Throughout his life, Petrocchi Petrocchi gave Castello his constant care, attention, and

partendo da un autore che in quel luogo è vissuto e che quel luogo ha raccontato. Castello ha tutto ciò che serve per la nascita di un Parco Letterario. E infatti il Parco Letterario Policarpo Petrocchi è appena nato, grazie alla firma della convenzione tra Comune di Pistoia e Paesaggio Culturale Italiano, la società che gestisce il marchio dei Parchi. È il ventiduesimo Parco letterario italiano (due sono nati all’estero) e entra in una rete alla quale appartengono, solo per fare pochi esempi, il Parco Carlo Levi di Aliano (Basilicata), il Parco Gabriele d’Annunzio di Anversa degli Abruzzi, il Parco Eugenio Montale alle Cinque Terre e – per guardare alla Toscana – il Parco Emma Perodi legato alle Foreste del Casentino.

solid common sense. He founded the Onore e Lavoro mutual assistance society in 1880. He provided the village with a school, had a road built connecting it to the Via Modenese and two fountains constructed 64 | NATURART | APRILE 2021

that make drinking water readily accessible to the houses.

— La nascita del Parco ha avuto una gestazione di un anno e mezzo: il tempo per realizzare un progetto, guidato dalle associazioni del luogo, per presentarlo all’Amministrazione comunale e, alla fine, per farlo partire, grazie anche ad un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che si aggiunge a quello del Comune di Pistoia. Il progetto prevede attività nel breve, nel medio e nel

lungo periodo. Quello che conta, per ora, è che il Parco sia nato e che sia nato con l’obiettivo che anima questo genere di iniziative: quello di partire dalla letteratura per portare avanti un lavoro che abbia un impatto in termini culturali, di salvaguardia del territorio ed economici. Il Parco valorizzerà Petrocchi e cercherà di farlo conoscere meglio a chi oggi lo ignora; ma promuoverà anche un turismo legato alla lentezza, al verde e alla sostenibilità (per Castello e per l’intera montagna pistoiese), valorizzerà le attività economiche e le produzioni tipiche che già esistono, promuoverà il recupero di sentieri e di aree boschive. — Un Parco letterario non è una sovrastruttura e non prevede vincoli. È uno strumento a disposizione del territorio. Non ha l’obiettivo di fare miracoli e non ha l’ambizione di creare trasformazioni in tempi rapidi. Potrebbe essere paragonato ad un piccolo motore che, se funzionerà, andrà contro

la tendenza all’abbandono dei campi e dei boschi e allo spopolamento dei borghi, per creare in montagna opportunità di lavoro e favorire nuove forme di microimprenditorialità. Il Parco di Castello, rispetto agli altri già esistenti, farà tutto questo con un ulteriore e particolarissimo stimolo: Policarpo Petrocchi, vera e propria anima del progetto, piccolo tesoro da custodire e valorizzare, ha vissuto legando insieme cultura ed economia, riflessione intellettuale e lavoro manuale, scrittura e concretezza. ☜


ZOOM

Luoghi letterari Parchi Letterari e Uniser, due collaborazioni per un progetto Con questo numero di NATURART iniziamo una rubrica dedicata ai “Luoghi letterari”. Questa rubrica prevede la collaborazione del Parco Letterario Petrocchi e di Uniser, la società di formazione sperimentazione e di ricerca della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia che è stata ridefinita con la nomina, nel febbraio scorso, di un nuovo Consiglio d’Amministrazione, formato da Giovanni Tarli Barberi (Presidente), Ezio Menchi (Vicepresidente), Giovanni Capecchi, Francesco Mati e Giacomo Poggi. Tra le linea di intervento di Uniser c’è anche quella che riguarda l’ambito “Letteratura, territorio ed economia”. La nascita del Parco Petrocchi consente il collegamento di Castello di Cireglio e della montagna alla rete dei Parchi Letterari italiani (www.parchiletterari.com) e la possibilità di utilizzare il logo dei Parchi, che rappresenta una pianta del Madagascar chiamata Ravenala. Il Ravenala è detta “la pianta del viaggiatore” perché, nelle sue grandi foglie, conserva gocce d’acqua che dissetano chi è in cammino. Stanislao Nievo la scelse come emblema dei Parchi proprio perché rimanda al viaggio, alla sete (di conoscenza), alla natura, alla poesia (le foglie del logo sono nove e ciascuna porta il nome di una Musa). With this issue of NATURART, we are starting a column dedicated to “literary places”. This column will work together with the Petrocchi Literary Park and Uniser, the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia’s training, experimentation, and research company. The group was redefined last February when the new board of directors was appointed: Giovanni Tarli Barberi (president), Ezio Menchi (vice president), Giovanni Capecchi, Francesco Mati, and Giacomo Poggi. One of Uniser’s plans also relates to the “Literature, Territory and Economy”. Petrocchi Park’s opening connects Castello di Cireglio and the Pistoiese mountains to the Italian Literary Parks network (www.parchiletterari.com). It also entitles it to use the network’s logo bearing the image of a plant from Madagascar, the Ravenala. It is called the “traveler’s plant” because its large leaves retain water to quench the thirst of travelers. Stanislao Nievo chose it as the emblem of the parks because of its references to travel, a thirst (for knowledge), nature, and poetry (the logo has nine leaves, each bearing the name of a Muse). CLIENTE E PROGETTO: CONAD VERSO NATURA LOGO SOLO LABEL QUADRICROMIA DATA: 16/03/2016

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Literary places

In Policarpo Petrocchi’s village

Castello di Cireglio, the writer and lexicographer’s birthplace, becomes a literary park

C

66 | NATURART | APRILE 2021

astello di Cireglio is a small village on the edge of the Pistoiese mountains. Located at 650 meters asl, it has 70 inhabitants in the winter months (and triple that number in the summer). Surrounded by dense woods, Castello today is a village that has preserved its authenticity, with its quaint (and still partly cobbled) streets, piazzettas, and houses. It is well-tended thanks to its inhabitants’ enterprising spirit and the two associations Società Onore e Lavoro and Amo la Montagna. Over the years, major restorations (e.g., the church and the circolo) have also been carried out using public and private funds. Castello di Cireglio is located 12 kilometers from Pistoia and a few hundred meters from Cireglio. Although similar in size and characteristics to other villages, it has something they do not. It is the birthplace of Policarpo Petrocchi, lexicographer and writer, author of one of the most-used Italian dictionaries by various generations to study Italian. Petrocchi was born in Castello on 16 March 1852, the son of a shoemaker whose shop was on one of the village’s narrow streets. But Castello was not simply Petrocchi’s birthplace; he also grew up there. After he began his life as a teacher in Turin, Milan, and Rome, he returned regularly to his house in the mountains, especially in summer. He continued until August 1902, when death caught up with him in his village.

Petrocchi gave Castello his constant care, attention, and solid common sense. He founded the Onore e Lavoro mutual assistance society in 1880. He provided the village with a school, had a road built connecting it to the Via Modenese, and two fountains constructed that made drinking water readily accessible to the houses. But perhaps his most important work for Castello was his book, “Il mio paese” (“My Village”). Although begun around 1880, he left the book unfinished at his death. A limited edition, with illustrations by Siegfried Bartolini, was published posthumously in 1972. The largely autobiographical book tells about the village where Policarpo grew up. He described the games children play, the community (with little money but extraordinary people), and the seasonal jobs (e.g., related to harvesting and drying chestnuts). Lastly, he told of the annual emigration when the men left immediately after the Day of the Dead to make charcoal in distant parts. The village of Castello is beautifully preserved and offers the intangible asset of a notable writer and a book that describes its streets, houses, woods, and inhabitants. In 1992, Stanislao Nievo, great-grandson of Risorgimento writer Ippolito Nievo, had the idea of a literary park, which could be a tool to conserve, protect, and capitalize on places whose starting point is literature. Under Stanislao De Marsanich’s direction, literary parks have enjoyed a new life since 2009, with an increased role in adding, also economically, value to the entire territory, starting with an author

who told the story of the place where he had lived. Castello has everything needed for a literary park. The recently opened Policarpo Petrocchi Literary Park is owed to the agreement signed between the Municipality of Pistoia and the Paesaggio Culturale Italiano, the company managing the parks’ brand. It is the twenty-second literary park in Italy (two were opened abroad). The network includes the Carlo Levi Park in Aliano (Basilicata), the Gabriele d’Annunzio Park in Anversa degli Abruzzi, the Eugenio Montale Park in the Cinque Terre, and, in Tuscany, the Emma Perodi Park linked to the Casentino Forests. It took a year and a half to prepare for the park’s opening. This was the time needed to create a design, led by local associations, and presented to the municipal administration, and, finally, to launch it. Thanks are also due to the Cassa Foundation di Risparmio di Pistoia and Pescia’s contribution and the Municipality of Pistoia’s. The project envisages short-, medium-, and long-term activities. For now, what matters is that the park is open. The


Dal 1990 a Pistoia underlying drive of this initiative begins with literature for continuing a job with a cultural and economic impact and safeguarding the territory. The park will highlight Petrocchi to make him better known by those who today ignore him. It will promote slow tourism, the environment, and sustainability (for Castello and all of the Pistoiese Mountains) by increasing the value of existing businesses and typical products and promoting the restoration of trails and wooded areas. A literary park is not merely for beautification, nor are any restrictions envisaged. It is simply a tool to serve the territory, whose purpose is not to work miracles. Nor does It aspire to any rapid transformations. It can be compared to a small engine whose job is to counter the drift toward abandoning fields, woods, and villages. Job opportunities will be created in the mountains, and new forms of micro-entrepreneurship encouraged. Compared to the ones already present, the Parco di Castello will do all this with

bimbe

bimbe

bimbe

____

____

Il Parco Letterario

The Policarpo Petrocchi

Policarpo Petrocchi è

Literary Park has

appena nato, grazie alla

just opened, thanks

firma della convenzione

to the agreement

tra Comune di Pistoia

signed between the

e Paesaggio Culturale

Municipality of Pistoia

Italiano, la società che

and the Paesaggio

gestisce il marchio

Culturale Italiano, the

dei Parchi, ed è il

company managing

ventiduesimo Parco

the arks’ brand. It is the

letterario italiano.

twenty-second literary

bimbe

park in Italy

an additional, very special motivation: Policarpo Petrocchi, the project’s true soul, a small treasure to be kept and valued, who merge culture and economy, intellectual thought and manual labor, writing and practicality.☜


Fondazione Caript

Natura mirabile —

testo a cura della Redazione 68 | NATURART | APRILE 2021

foto Cristiano Coppi

Gelso bianco (Morus alba)

Una visita guidata in pillole attraverso una selezione di 30 specie arboree descritte dal prof. Francesco Ferrini – ordinario di Arboricoltura dell’Università di Firenze, accademico dei Georgofili, scrittore e divulgatore scientifico – e accompagnate da fotografie suggestive che rivelano i particolari nascosti delle gemme.


NATURART | APRILE 2021 | 69

Magnolia soulangiana (Magnolia × soulangeana)


____

____

Appena sarà consentito

As soon as the Covid-

nel rispetto delle

related restrictions

normative anti Covid,

permit, the park and

sarà possibile per tutti

its collections, with our

i cittadini sia visitare

guides, will again be

questo splendido parco

open to visitors and

e le sue collezioni

to learn more about

accompagnati dalle

natural topics.

guide che partecipare a occasioni di approfondimento su argomenti naturalistici.

Per informazioni

70 | NATURART | APRILE 2021

www.gea.green

G

EA Green Economy and Agriculture, parco scientifico e biotecnologico situato a Pistoia che vanta un ‘patrimonio verde’ straordinario, con circa 25 ettari di cui la metà destinati a collezioni di piante ornamentali, e oltre 1.500 esemplari appartenenti a più di 400 diverse specie, ha aperto virtualmente le sue porte in uno dei periodi dell’anno più spettacolari e suggestivi, quello della schiusura delle gemme. E lo fa presentando NATURA MIRABILE. 30 gemme x 30 giorni: un progetto digitale da seguire sui canali social (Facebook, Instagram) e sul sito di GEA: una ‘visita guidata in pillole’ attraverso una selezione di 30 specie arboree descritte dal prof. Francesco Ferrini – ordinario di Arboricoltura dell’Università di Firenze, accademico dei Georgofili, scrittore e divulgatore scientifico – e accompagnate da fotografie suggestive che rivelano i particolari nascosti delle gemme. Ogni giorno, per 30 giorni, un nuovo appuntamento per conoscere una diversa specie arborea, le sue caratteristiche scientifiche ma anche credenze popolari e usi comuni, in un viaggio alla scoperta del patrimonio arboreo di Gea, spazio verde alle porte della città di Pistoia. Con questa iniziativa GEA prosegue la sua attività di promozione della cultura del ‘verde’ attraverso le specie arboree del proprio Parco Scientifico e Biotecnologico situato a Pistoia, di fronte all’Ospedale San Jacopo.


Acero rosso, (Acer rubrum ‘October glory’)

Tiglio canadese (Tilia ×flavescens ‘Glenleven’)

____

____

Iniziative come Natura

Even during a full-

Mirabile, consentono

fledged health crisis,

a GEA, anche in piena

initiatives like Natura

emergenza sanitaria,

Mirabile enable GEA to

di continuare nella

continue its outreach

propria attività

activities to better

di divulgazione e

understand plants and

conoscenza delle piante

their importance to the

e della loro importanza

entire ecosystem.

Acero saccarino (Acer saccharinum)

per tutto l’ecosistema.

— Giovanni Palchetti, presidente GEA, dichiara: “A GEA stiamo lavorando perché, appena termineranno gli impedimenti correlati al Covid, sia possibile per tutti i cittadini visitare il parco e le collezioni con le nostre guide, e partecipare a occasioni di approfondimento su argomenti naturalistici con i nostri esperti. Nel frattempo vogliamo comunque aprire, almeno virtualmente, le porte del nostro parco grazie agli strumenti di comunicazione che ci fornisce il web. Attraverso le fotografie che saranno via via messe in rete, si potrà osservare la straordinaria bellezza degli alberi e degli arbusti nella loro evoluzione al trascorrere delle stagioni (dalle gemme ai fiori, alle foglie e ai frutti). Pensiamo che questa anteprima indurrà molti a venire di persona appena possibile”. È proprio questo, l’inizio della primavera, il periodo in cui le gemme degli alberi iniziano a schiudersi: GEA si riempie di vita e una passeggiata nel parco può diventare un’esperienza indimenticabile, dove la natura si rivela con tutta la sua forza e la sua bellezza. A causa delle restrizioni legate alla pandemia da Covid-19, le collezioni botaniche non

possono essere visitate ma, grazie a iniziative come Natura Mirabile e altre che sono in programma, GEA prosegue la sua attività. GEA ha, fra o suoi scopi, anche quello di fare divulgazione per stimolare la conoscenza delle piante che, non dimentichiamocelo, piante producono l’ossigeno atmosferico necessario per la nostra respirazione attraverso la fotosintesi –ha detto il Prof. Francesco Ferrini – tutto ciò che mangiamo proviene direttamente o indirettamente dalle piante. Un quarto dei farmaci da prescrizione proviene direttamente dalle piante o sono derivati vegetali. Le piante fossili forniscono energia sotto forma di combustibili fossili come petrolio e carbone. Data l’importanza delle piante in ogni aspetto della nostra vita, i ricercatori studiano le piante per comprendere i processi che sono fondamentali per la nostra sopravvivenza e per la salute del pianeta. Al di là della loro ovvia importanza, le piante hanno svolto un ruolo chiave in un’ampia gamma di scoperte biologiche che ci hanno aiutato a comprendere alcuni dei misteri più affascinanti della vita. Ecco perché sono felice e anche orgoglioso di partecipare ai progetti attuali e futuri che GEA porterà avanti.” ☜

Dal progetto Natura Mirabile è “sbocciata” una pubblicazione! Sul nostro sito web potete scaricare gratuitamente il primo numero de “I Quaderni di GEA” dedicato a Natura Mirabile. Al suo interno sono raccolte tutte le gemme del progetto con le relative descrizioni, oltre ai testi introduttivi di Giovanni Palchetti, Presidente di GEA, e del Professor Francesco Ferrini che ha curato i testi di Natura Mirabile. La pubblicazione è scaricabile on line sul sito di GEA.


Fondazione Caript

Amazing Nature

A brief guided tour will present a selection of 30 tree species described by Francesco Ferrini, a full professor of arboriculture at the University of Florence, Georgofili academician, and science writer/communicator. The tour will be accompanied by beautiful photographs that reveal the hidden details of the buds.

T

he GEA Green Economy and Agriculture scientific and biotech park in Pistoia boasts an extraordinary “green heritage”. Covering approximately 25 hectares, half are dedicated to ornamental plant collections, with over 1,500 specimens belonging to more than 400 different species. It has opened its virtual “doors” during one of the most spectacular and redolent times of the year when the buds are opening. AMAZING NATURE. 30 buds in 30 days is a digital project that can be followed on social channels (Facebook, Instagram) and the GEA website. A brief guided tour will present a selection of 30 tree species described by Francesco Ferrini, a full professor of arboriculture at the University of Florence, Georgofili academician, and science writer/communicator. The tour will be accompanied by beautiful photographs that reveal the hidden details of the buds. Every day, for 30 days, a new date to learn about a different tree species, its scientific characteristics, and popular beliefs and common uses, on a journey to discover GEA’s arboreal heritage, this green space on the outskirts of the city of Pistoia. This initiative promotes “green” culture through the tree species of the Scientific and Biotechnological Park located in Pistoia, opposite the San Jacopo Hospital.

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— Giovanni Palchetti, president of GEA, states, “At GEA, we’re working so that, as soon as the Covidrelated restrictions have ended, everyone will be able to visit the park and its collections with our guides and have the chance to learn more on natural topics with our experts. In the meantime, we want to at least open up our park virtually via the communication tools provided by the web. The photographs gradually put online will show us the extraordinary transitory beauty of the trees and shrubs with the passing of the seasons (from buds to flowers, leaves, and fruits). We think this preview will encourage many inperson visits as soon as possible”. Now is the very beginning of spring, the time when tree buds begin to open, and GEA is filled with life. A walk in the park can become an unforgettable experience, where nature reveals itself in all its strength and beauty. Due to the Covid-19 pandemic restrictions, the botanical collections cannot be visited, but GEA continues its work thanks to such initiatives as Natura Mirabile and others to be announced. “GEA’s goals also include outreach to increase the knowledge of plants. Let’s not forget that, through photosynthesis, plants produce the atmospheric oxygen we need for breathing,” Prof. Francesco Ferrini said. “Everything we eat comes directly or indirectly from plants. A quarter of prescription drugs come directly from plants or indirectly through plant derivatives. Fossil plants provide energy in the form of fossil fuels like oil and coal. Given

____

____

Grazie a queste

The photographs posted

foto messe in rete è

online will show the

possibile osservare

extraordinary transitory

la straordinaria

beauty of trees and

bellezza degli alberi

shrubs as they evolve

e degli arbusti nella

from buds to flowers

loro evoluzione al

to leaves and fruits

trascorrere delle

with the passing of the

stagioni, dalle gemme

seasons.

ai fiori, alle foglie e ai frutti.

____

____

Le piante ci aiutano

Plants help us fight

a combattere il

climate change due to

cambiamento climatico

their ability to absorb

grazie al loro potere

carbon dioxide from the

assorbente nei

atmosphere, moderate

confronti dell’anidride

the local climate, filter

carbonica presente

air pollutants, and

nell’atmosfera,

create new natural

moderare il clima

ecosystems

locale, filtrare inquinanti atmosferici e creare nuovi ecosistemi naturali

the importance of plants in every aspect of our lives, researchers study plants to understand the processes fundamental to our survival and the planet’s health. Beyond their obvious importance, plants have played a key role in a wide range of biological discoveries that have helped us understand some of life’s most fascinating mysteries. That is why I’m happy and also proud to participate in GEA’s current and future projects.” ☜


Frassino maggiore (Fraxinus excelsior)

Liriodendro (Liriodendron tulipifera)

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Ontano napoletano (Alnus cordata)

Platano orientale (Platanus orientalis)


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Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Pinocchio, 140 anni e non sentirli —

testo Adele Tasselli

— foto Archivio Fondazione Nazionale Carlo Collodi

I

l 7 luglio 1881 inizia la pubblicazione a puntate di Storia di un Burattino sul Giornale per Bambini, uno dei primi periodici per l’infanzia usciti in Italia. L’autore del racconto è Carlo Collodi che terminerà la storia nel gennaio del 1883. Già nel febbraio di quell’anno il racconto a puntate diventa un romanzo intitolato: Le Avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, stampato dalla Libreria Editrice Felice Paggi di Firenze. Quest’anno ricorrono dunque il 140 anni dalla “nascita” di Pinocchio, personaggio letterario protagonista del libro non religioso più tradotto al mondo: di edizioni note de Le Avventure di Pinocchio se contano circa 280 versioni in lingue, idiomi e dialetti diversi. L’autore Carlo Lorenzini decise di firmarsi con lo pseudonimo Carlo Collodi per non

confondere l’attività di pubblicista e scrittore - che probabilmente riteneva più seria - con quella di autore di libri e racconti per l’infanzia. Scelse il nome del paese di origine della madre Angiolina e i nonni Orzali: Collodi. In questo piccolo paese aveva trascorso parte dell’infanzia ed era meta di svago delle vacanze estive con la fine dell’anno scolastico. A raccogliere e conservare opere, scritti, video, materiali e le centinaia di edizioni italiane e straniere de Le Avventure di Pinocchio è la Biblioteca Collodiana. L’attività di raccolta è iniziata nella seconda metà del Novecento, con l’istituzione della Fondazione Nazionale Carlo Collodi con decreto del Presidente della Repubblica. La raccolta di volumi e documenti si è arricchita con acquisizioni e con donazioni di libri e materiali da parte di editori e privati. Visitare la Collodiana è un viaggio alla scoperta dell’autore, delle

sue opere e del suo capolavoro e anche di storie e aneddoti poco noti ai più. Qui si trovano i vari numeri del Giornale per i bambini dove furono pubblicati gli episodi di Storia di un burattino. Sulle molteplici pause nella pubblicazione sul settimanale, è degna di nota quella legata primo al finale immaginato da Carlo Collodi. Un epilogo drammatico, l’impiccagione di Pinocchio per mano degli Assassini, ovvero del Gatto e della Volpe camuffati. Un finale che non piacque ai lettori, al quale seguirono lettere di protesta e appelli che convinsero lo scrittore a riprendere in mano la penna, salvare Pinocchio grazie all’intervento della Fata dai capelli turchini, fino alla nota conclusione del racconto, quando il burattino diventa un bambino. Nella biblioteca è conservata anche una rarissima prima edizione de Le Avventure del 1883 che permette di individuare interessanti differenze rispetto ai capitoli pubblicati sul Giornale.

NATURART | APRILE 2021 | 75

Quest’anno ricorrono dunque i 140 anni dalla “nascita” di Pinocchio, personaggio letterario protagonista del libro più tradotto al mondo di cui si contano circa 280 versioni in lingue, idiomi e dialetti diversi. A raccogliere e conservare opere, scritti, video, materiali e le centinaia di edizioni italiane e straniere de Le Avventure di Pinocchio è la Biblioteca Collodiana.


____ Its early medieval origins characterize the small and charming village of Pontito, overlooking the Valleriana, which, over time, has truly become a “lost paradise”.

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____ La Biblioteca Collodiana

esseri umani, poi indossano abiti, casacche, cappelli o occhiali. La Collodiana conserva anche numerose edizioni straniere: francesi, cinesi, tedesche, giapponesi, greche, spagnole, brasiliane, quelle in lingua araba o di paesi dell’Africa. Ci sono la prima edizione inglese del 1892 e quella statunitense del 1898. Proprio la traduzione nella lingua inglese, che già stava soppiantando il francese e lingua madre della grande potenza coloniale d’oltremanica, ebbe un peso notevole nella diffusione mondiale di Pinocchio. — Altre edizioni di particolare interesse sono la versione rivista nel 1936 da Aleksej Tolstoj (un lontano parente di Lev) per la Russia sovietica dal titolo: La chiavina d’oro. Oppure quelle del Pinocchio di Disney. Caduti i

diritti d’autore nel 1940 - anno del coinvolgimento dell’Italia nello sforzo bellico della Seconda Guerra Mondiale - Disney riprese la storia stravolgendola per ragioni cinematografiche. Ne uscì un racconto edulcorato, con una bionda pin-up come Fata, Pinocchio in versione tirolese, personaggi che diventano principali come il gatto Figaro mentre il Grillo Parlante gode per tutto il film di ottima salute. Non viene ucciso con una martellata da Pinocchio come nel racconto. La Biblioteca Collodiana si trova a Collodi (Pescia) e la si può visitare su appuntamento (0572 429316). Attualmente occupa alcuni spazi di Villa Arcangeli, sede italiana della Fondazione Nazionale Carlo Collodi, in attesa di essere trasferita in un edificio già acquisito nel centro del paese dove potrà offrire una migliore fruizione. ☜

conserva anche numerose edizioni straniere: francesi, cinesi, tedesche, giapponesi, greche, spagnole, brasiliane, quelle in lingua araba o di paesi dell’Africa. ____ The Collodian Library also holds numerous foreign editions in French, Chinese, German, Japanese, Greek, Spanish, Brazilian, and Arabic, plus from African countries.

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Ad esempio scompaiono tutti i raccordi che servivano al lettore del periodico per ricordare gli avvenimenti precedenti. In secondo luogo, mentre un anonimo illustratore disegnò qualche effige a margine dei testi usciti sul Giornale, la prima edizione del romanzo fu illustrata da Enrico Mazzanti. Fu lui a delineare i tipici tratti che il burattino ha sempre conservato. Tuttavia lasciando aperti ampi margini di espressione per i successivi artisti come Attilio Mussino, Leo Mattioli, Benito Jacovitti, Sigfrido Bartolini. Anche l’analisi iconografica degli altri personaggi è interessante da analizzare. Prendiamo il Gatto e la Volpe. Nelle tavole di Mazzanti i due sono mammiferi quadrupedi come nella realtà. Scorrendo le immagini delle edizioni successive ad un certo punto si vedono i due manigoldi che prima assumono una postura eretta, tipica degli


____ Il gatto e la volpe, nelle illustrazioni a

Fondazione Nazionale Carlo Collodi

Pinocchio, 140 years old and still not showing his age

This year marks the 140th anniversary of the “birth” of Pinocchio, the title character of the most translated book in the world, with about 280 versions in different languages, idioms, and dialects. The Collodian Library collects and preserves works, writings, videos, materials, and the hundreds of Italian and foreign editions of The Adventures of Pinocchio.

O

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n 7 July 1881, the serialization of Story of a Puppet began in the Giornale per Bambini, one of the first periodicals for children published in Italy. Its author Carlo Collodi ended the story in January 1883. However, by February that same year, the installments became a novel entitled The Adventures of Pinocchio. Story of a puppet, printed by the Felice Paggi publishing house in Florence. This year marks the 140th anniversary of Pinocchio’s “birth”, the main character of the most translated non-religious book in the world, with about 280 known versions of The Adventures of Pinocchio in different languages, idioms, and dialects. The author Carlo Lorenzini decided to use the pseudonym Carlo Collodi so as to not confuse his work as the author of children’s books and short stories with that as a publicist and writer, which he probably considered more serious. He chose the name of his mother Angiolina and his grandparents Orzali’s hometown of Collodi. He had spent part of his childhood in this small village, as well as his summer holidays after the school year ended. The Collodian Library collects and preserves works, essays, videos, and other materials, in addition to hundreds of Italian and foreign editions of “The Adventures of Pinocchio”. The collection was inaugurated in the second half of the 20th century when the President of the

Italian Republic decreed the Fondazione Nazionale Carlo Collodi be established. The book and document collection has increased with the acquisition and donation of books and materials by publishers and individuals. Visiting the Collodian is a journey to discover the author, his works, and his masterpiece, as well as little-known stories and anecdotes. Here, the issues of Giornale per i bambini in which the episodes of the puppet’s story were published can be found. Among the many episodes the weekly published, the one that ended as originally imagined by Carlo Collodi is noteworthy. The dramatic epilogue had Pinocchio hanged by the Assassins, i.e., the disguised Cat and Fox, but readers did not like this ending. Their letters of protest and appeal convinced the writer to pick up his pen again, and make changes ranging from Pinocchio being saved thanks to the Blue Fairy’s intervention to the story’s well-known conclusion when the puppet becomes a child. The library also has a very rare first edition from 1883, showing striking differences from the chapters published by the Giornale. For example, all the reminders the periodical’s readers used to remember earlier events have disappeared. Secondly, although the installments published in the Giornale contained some figures in the margins by an anonymous illustrator, the first edition of the novel was illustrated by Enrico Mazzanti, who defined the typical traits that the puppet has always

corredo delle varie edizioni, piano piano iniziano ad assumere la posizione eretta tipica degli uomini e poi ad indossare occhiali, casacche e cappelli. ____ The illustrations accompanying the various editions show how the Cat and the Fox slowly begin to assume an upright position, typical of humans, and to wear glasses, jackets, and hats.

maintained. However, l ample room was left for such subsequent artists as Attilio Mussino, Leo Mattioli, Benito Jacovitti, and Sigfrido Bartolini. The iconography of the other characters is also interesting to analyze. Let’s take the Cat and the Fox. In Mazzanti’s illustrations, the two are four-footed mammals like in real life. Scrolling through the images in subsequent editions, at a certain point, we see the two rogues begin to assume the standing posture typical of human beings. Later, they are given clothes, vests, hats, and glasses. The Collodian also has numerous foreign editions in French, Chinese, German, Japanese, Greek, Spanish, Brazilian, Arabic, or various African languages. There is the first British edition from 1892 and the first US one from 1898. As English was beginning to supplant French, the mother tongue of the great colonial power across the Channel played a significant role in Pinocchio’s dissemination worldwide.


____

____

La prima edizione

The first edition of Carlo

del romanzo di Carlo

Collodi’s novel was

Collodi fu illustrata

illustrated by Enrico

da Enrico Mazzanti. Fu

Mazzanti, who defined

lui a delineare i tipici

the puppet’s archetypal

tratti che il burattino ha

characteristics that

sempre conservato fino

remain to this day.

ai giorni nostri.

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— Other editions of particular interest are The Golden Key, the 1936 Soviet Russian revised version by Alexei Tolstoy (a distant relative of Leo). Or Disney’s Pinocchio, the company picked up the book when its copyright expired in 1940—the year of Italy entered the Second World War. The original story was sugarcoated for cinematic reasons, now with a blonde pin-up Blue Fairy and a Tyrolean version of Pinocchio. Other characters, e.g., Figaro the cat became a main character. Jiminy Cricket enjoys excellent health throughout the film and is not killed by a hammer blow from Pinocchio, as in the tale. Located in Collodi (Pescia), the Collodian Library can be visited by appointment (0572 429316). It currently occupies part of Villa Arcangeli, the Italian headquarters of the Fondazione Nazionale Carlo Collodi. It is waiting to move into an already acquired building in the village center that will offer visitors a better experience. ☜


Andar per borghi

Lizzano Pistoiese: la memoria e l’eternità — Un borgo della montagna, dall’età dei Romani e dei Galli ad oggi

testo Beatrice Landini e Silvia Anzilotti - Gruppo FAI Pistoia — 80 | NATURART | APRILE 2021

foto Nicolò Begliomini


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____ Ad ogni passo e curva si rivelano opere e colori che ci parlano di memoria, vita della montagna, vocazioni, guerra e pace: sono i murales fatti dagli artisti del Gruppo Donatello di Firenze che dal 1988 hanno aperto un nuovo capitolo della vita del paese. ____ Every footstep and curve reveals works and colors that speak of memory, mountain life, callings, war, and peace. Since 1988, artists

A

Lizzano Pistoiese si dovrebbe arrivare a piedi. In un anno dove il tema del pellegrinaggio è così centrale per il territorio pistoiese, scendiamo dalla macchina e saliamo per la strada che si inerpica fra le case di Lizzano: un nome che evoca un tempo che fu, la lotta fiera dei Galli Boi contro l’avanzata della conquista romana. Passaggio strategico fra nord e sud, in quanti hanno valicato gli Appennini nei secoli attraverso questi passi: eserciti, pellegrini, mercanti, viaggiatori.

from Florence’s Gruppo Donatello have made these murals, opening a new chapter in the village’s life.

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— Ma come si presentava in antichità? “Sylva erat vasta, Litanam Galli vocant”, così Tito Livio ci tramanda il nome con cui i Galli chiamavano questa zona e ci dà un’immagine chiara: una profonda e ampia selva, denominata Litana, Lizzana. Tante le ipotesi sull’etimologia ma la più affascinante è quella di B.H Jon, riportata da G. Filippi, che rimanda alla radice del nome del bastone dell’augure, il lituo. Litanus indicherebbe, quindi, un luogo dove si fanno sacrifici, una selva sacra. Teatro di sanguinose battaglie, la più bruciante sconfitta dei Romani è chiamata il massacro della Selva Litana, un evento degno delle

migliori serie televisive odierne. La vicenda è cruenta: il Console romano Postumio cadde in un’imboscata e venne decapitato, la sua testa tenuta come cimelio di guerra dai Galli, svuotata, rivestita d’oro e adoperata come vaso per i sacrifici al Tempio. Momento drammatico per Roma che già tremava per la presenza di Annibale nella penisola. — La fama del territorio dovuta alla sopra citata importanza strategica e alle insidie che vi si celavano continuò anche dopo la caduta dell’Impero Romano, in periodo longobardo, quando assunse il toponimo di Massalizanum, come indicato dal re Astolfo nel VIII sec, perpetuando il nome antico. A Lizzano si dovrebbe arrivare a piedi. Salire fino alla pieve di Santa Maria Assunta, la più antica della montagna pistoiese, già citata nel 998, ma ricostruita e rilocata dopo la terribile frana del 1814, che distrusse gran parte del paese. La pieve cela al suo interno piccoli, grandi tesori come il crocifisso attribuito a Baccio da Montelupo, ed opere di scuola dei della Robbia. Il piccolo paese di montagna ha avuto anche figli “illustri”. Tra questi Vincenzo Lazzi (1864-1962).

Alla fine dell’Ottocento aveva una fiorente azienda agricola, ma nel 1919 ebbe l’intuizione che lo ha reso famoso: creò infatti un’impresa di trasporto pubblico e di merci su gomma, inizialmente trasformando camion residuati bellici in veicoli per passeggeri. La sua impresa, passata poi in mano ai figli e ai nipoti, è cresciuta fino alla fine del secolo scorso e ha avuto una storia lunga e gloriosa, che pochi riconducono al suo luogo d’origine: Lizzano Pistoiese, appunto. — A Lizzano si dovrebbe arrivare a piedi. Ad ogni passo e curva attraverso gli abitati sparsi si rivelano opere e colori che ci parlano di memoria, vita della montagna, vocazioni, guerra e pace: sono i murales fatti dagli artisti del Gruppo Donatello di Firenze che dal 1988 hanno aperto un nuovo capitolo della vita del paese. In quell’anno venne organizzata la manifestazione in cui il paese accolse Mons. Murphy con i combattenti della Xa divisione da Montagna americana e una compagnia di Marines. In realtà dovremmo dire ri-accolse, poiché


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Passaggio strategico fra nord e

Over the centuries, armies,

sud, Lizzano nei secoli ha visto

pilgrims, merchants, and

transitare eserciti, pellegrini,

travelers have crossed the

mercanti e viaggiatori che

Apennines through this

hanno valicato gli Appennini

strategic north-south pass.

attraverso questi passi…

____ Lizzano Pistoiese (730 m. s. l. m.) è un piccolo e caratteristico borgo appenninico dell’alta Val di Lima nel Comune di San Marcello – Piteglio. ____ Lizzano Pistoiese (730 m. a.s.l.) is a typical Apennine village in the upper Val di Lima in the municipality of San Marcello-Piteglio.

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Parrocchia proprio nell’occasione della manifestazione del 1988. A Lizzano si dovrebbe arrivare a piedi. Alla fine del paese svoltare a sinistra, dopo gli antichi lavatoi, nella strada intitolata a Melo, Giacomo Melani, inaugurata proprio lo scorso Agosto. Un sentiero lastricato che si snoda fino alla casa di famiglia, segnato dalle pietre scolpite dall’artista Mauro Vaccai. Troviamo su queste simboli importanti per Giacomo, impronte del suo passaggio e delle sue passioni: la ruota di una motocicletta, le scarpe e il pallone da basket, i passi del bambino e dell’adulto, che si uniscono proprio dove si apre la vista sulla vallata.

— Conclude il percorso dei nostri passi e delle opere del paese, la meridiana realizzata da Simone Bartolini sulla parete di casa Melani, che declinante ad ovest raccoglie la luce solare fino al tramonto dietro le montagne dell’Appennino pistoiese. In questa luce, vediamo il territorio. Sentieri che raccontano storie di boschi sacri, battaglie, incontri, conversioni, ma ancora arte, memoria, comunità, tutto immerso nella quiete del verde: tutto questo è Lizzano. E come recita la meridiana: “Il tempo passa ma l’Eternità rimane”. ☜

L’attuale dislocazione del Paese è stata determinata da una calamità che incise per sempre sul borgo e sulla comunità: il 10 febbraio 1814 una parte del paese di Lizzano Pistoiese venne spazzata via da un’enorme frana che provocò il crollo di parte del monte ____ Its current location was determined by a calamity that changed the village and the community forever. On 10 February 1814, the town of Lizzano Pistoiese swept away by a massive landslide, causing a part of the mountain to collapse

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la storia di Monsignore è legata a Lizzano e alla linea gotica. John Murphy, al tempo sergente, nell’inverno del 1945 con la sua compagnia trovò rifugio nella Chiesa di Santa Maria Assunta e rimase colpito dal citato crocifisso sopra l’altare maggiore. Murphy e la sua compagnia si integrarono con la popolazione e operarono con Don Mario per il bene del paese. Alla loro partenza Don Mario suggerì, all’ormai amico John, di considerare la via del sacerdozio, parole che lasciarono il segno e ispirarono il sergente che tornato in patria si laureò ad Harvard in Teologia e Filosofia. Si aprì così il capitolo della sua vita in cui divenne Mons. Murphy, amico di Giovanni Paolo II e del presidente americano Reagan. L’opera più esemplificativa della vocazione di Mons. Murphy è la Conversione di Saulo, toccante e intensa scultura in bronzo di Marcello Tommasi donata dalla Cassa di Risparmio alla


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Passeggiando per le vie

Walking through the

del paese è possibile

town’s streets, the

ammirare, un po’

distinctive murals that

ovunque, i caratteristici

make Lizzano truly

murales che rendono

unique can be seen

Lizzano davvero

almost everywhere.

inconfondibile

Touring ancient villages

Lizzano Pistoiese: Memory and eternity

A mountain village, from the age of the Romans and Gauls until today.

L

izzano Pistoiese should be approached on foot. With this year’s pilgrimage theme so important to the Pistoia area, we get out of the car and climb up the road that runs among the houses of Lizzano. Its name evokes a time when the Gauls’ were fighting fiercely against the advancing Roman conquest. Over the centuries, armies, pilgrims, merchants, and travelers have crossed the Apennines through this strategic north-south pass.

story, the Roman Consul Postumius was ambushed and beheaded. The Gauls kept his head as a war relic, emptying it and covering it with gold for use as a vessel for sacrifices at the temple—a dramatic moment for Rome, which was already dreading Hannibal’s presence on the peninsula.

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— Due to its strategic importance and the lurking dangers, the territory’s fame continued even after — the Roman Empire’s fall. It took on the What did it look like in place-name of Massalizanum during the antiquity? Titus Livius handed down Lombard period, as mentioned by King “Sylva erat vast, Litanam Galli vocant”, Aistulf in the 8th century, perpetuating the Gauls name for this area. It clearly its ancient name. gives us an image of a vast, deep forest Lizzano Pistoiese should be approached called Litana or Lizzana. Among the on foot. Climb up to the Parish Church many etymological hypotheses, the most of Santa Maria Assunta. This is the oldest fascinating is B.H Jon’s, cited by G. church in the Pistoiese mountains, first Filippi. It refers to the root of the noun cited in 998. after the terrible landslide for an augur’s staff, a lituus. Litanus that destroyed a large part of the town, it would therefore indicate a place where was rebuilt and relocated in 1814. Inside sacrifices are made, a sacred forest. the parish church are treasures large The scene of bloody battles, the Romans’ and small, like the crucifix attributed to most crushing defeat was the massacre at Baccio da Montelupo and works from the Selva Litana, an event worthy of today’s Della Robbia school. best television series. In the bloody The small mountain town has also had such “illustrious” offspring as Vincenzo Lazzi (1864-1962). At the end of the 1800s, he had a thriving farm. However,

in 1919 he had an idea that made him famous: creating a public transport and road freight company. Initially, he made passenger vehicles from trucks left over from the war. His business passed into his children and grandchildren’s hands and continued until the end of the 20th century. The company had a long and glorious history, with few aware that it originated in Lizzano Pistoiese. — Lizzano Pistoiese should be approached on foot. Each step and curve through the scattered hamlets reveal works and colors that speak of memory, mountain life, vocations, war and peace. By artists of the Gruppo Donatello in Florence, these murals opened a new chapter in the village’s life that began in 1988. That year, an event was organized in which the community welcomed Msgr. Murphy with fighters from the American 10th Mountain Division and a company of Marines. In reality, we should say “re-welcomed” since the monsignor’s story is linked to Lizzano and the Gothic Line. In the winter of 1945, John Murphy, a sergeant at the time, and his company found refuge in the Church of Santa Maria Assunta. He was struck by the crucifix above the main altar. Murphy and his


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A destra gli antichi

On the right, the

lavatoi del paese,

village’s ancient

anch’essi caratterizzati

wash houses, with

da un significativo

a significant mural,

murales, passati i quali

after which is the road

si accede alla strada

dedicated to Giacomo

dedicata a Giacomo

Melani, marked with

Melani, segnata

stones carved by the

dalle pietre scolpite

artist Mauro Vaccai.

dall’artista Mauro Vaccai.

Mauro Vaccai marking the way. We find symbols important to Giacomo, of his journey and passions on them: a motorcycle wheel, a basketball and basketball shoes, a child’s and an adult’s footsteps, which come together right where the view opens onto the valley. — Our walking tour concludes at the sundial created by Simone Bartolini, on the wall of the Melani house. The town’s artworks capture the waning light of the western sun as it sets behind the Pistoiese Apennine mountains. We see this golden light illuminating the territory whose trails communicate stories of sacred woods, battles, encounters, and conversions. Still, art, memory, and community are all immersed in the quiet of the green. This is Lizzano. As the sundial says, “Time passes, but Eternity remains”.☜

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Lizzano Pistoiese,

Set in verdant

un borgo davvero da

tranquility, Lizzano

riscoprire, immerso

Pistoiese is a village

nella quiete del verde,

waiting to be

dove i sentieri che

rediscovered, where

raccontano storie di

the trails tell stories of

boschi sacri, battaglie,

sacred woods, battles,

incontri, conversioni,

encounters, conversions,

ma anche arte, memoria

but also of art, memory,

e comunità.

and community.

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company became acquainted with the townspeople and worked with Father Mario for the good of the village. Upon their departure, Farther Mario suggested to his new friend John that he consider the priesthood. These words left their mark and inspired the sergeant who, after returning home, graduated from Harvard with a degree in Theology and Philosophy. Thus began the chapter in his life when he became Msgr. Murphy, a friend of John Paul II and the American President Reagan. The work that best reflects Msgr. Murphy’s vocation is the Conversion of Saul, a touching and powerful bronze sculpture by Marcello Tommasi donated to the parish by the Cassa di Risparmio at the 1988 event. Lizzano Pistoiese should be approached on foot. After the old-fashioned wash houses at the edge of the village, turn left into Via Melo, named for Giacomo Melani, just last August. A paved footpath meanders to the family home, with stones carved by the artist


Valorizzazione territoriale

Territorial development

SEGNAVIE, growth crescita e sviluppo and development SEGNAVIE è l’ambizioso progetto nato lo scorso anno sulle orme delle celebri “Norme di Maresca”, un linguaggio universale, che da 70 anni segna i percorsi dei sentieri CAI di tutta Italia - e che si collega alla sentieristica della Montagna Pistoiese proponendo una serie di nuovi itinerari a carattere storico e culturale che puntano alla valorizzazione degli ambiti urbani e forestali mantenendo una ricca tradizione orale e intangibile attraverso la creazione di nuovi linguaggi artistici in grado di raccontare l’immagine del territorio in maniera omogenea creando un’identità precisa. Un Polmone Creativo per la nostra montagna, che diventa centro di sperimentazione quotidiana, dove facendo leva sulla cultura e il valore della comunità nascono e prendono forma idee per il bene comune e il rafforzamento di valori condivisi e quindi in grado di diffondere ottimismo per creare sviluppo e affrontare il futuro del territorio attraverso la sua riqualificazione. La sentieristica e la sua fruibilità in tutte le stagioni è alla base del successo dell’intero progetto che vede questa infrastruttura come collante fra più vallate unendo la sentieristica CAI di crinale già presente sul territorio con quella della media montagna e quella del CAI Pescia e Valdinievole. Proprio per questo, quest’anno sarà sistemata tutta la segnaletica sui sentieri e verrà posizionata una apposita cartellonistica coordinata in prossimità di tutti gli hot spot, rappresentati dalle grandi lettere rosse che compongono la parola SEGNAVIE. Il sito internet sarà aggiornato e incrementato con il nuovo sistema con il quale l’utente scelti un punto di partenza, un punto di arrivo e eventualmente un solo punto intermedio, potrà calcolare il percorso più breve con relativa distanza, difficoltà e dislivello, che verrà disegnato sulla mappa e potrà essere visualizzato dall’utente. Per quanto riguarda invece il progetto artistico, continua sulla strada intrapresa la scorso anno con le prime opere e prevede percorsi partecipativi che coinvolgono le realtà del territorio come pro loco, associazioni socio culturali e ricreative, scuole e società sportive, con l’obiettivo di diventare importanti tappe lungo i vari percorsi e quindi contribuire a rilanciare l’immagine della Montagna Pistoiese a livello nazionale e internazionale, creando un’ offerta turistica che si rinnova attraverso l’arte e che si rivolge a famiglie, giovani, scuole, appassionati di trekking.

SEGNAVIE is the ambitious project set up last year in the footsteps of the famous “Maresca Rules”. For 70 years, this universal language has marked CAI trail routes throughout Italy and connects to the signage in the Pistoiese Mountains. A series of new historical and cultural itineraries has been proposed to promote urban and forest areas while maintaining a rich and intangible oral tradition by creating new artistic languages to describe the territory’s image and created a distinct identity. This creative heart for our mountains becomes a hub for daily experimentation where ideas for the common good and strengthening shared values originate and are shaped by leveraging the community’s culture and values. Accordingly, optimism will be spread through its redevelopment as a result of creating growth and facing the territory’s future. The hiking trails and their year-round availability are at the heart of the entire project’s success. This infrastructure will link several valleys, combining the area’s existing CAI ridge trails with that of the mid-mountain and of CAI Pescia and Valdinievole. Consequently, all the signage along the routes will be taken care of this year, with specially coordinated signposts placed near all the hot spots, identified by the large red letters of the word SEGNAVIE. The updated and improved website will include a new system to help users choose a starting and an arrival point with possibly a single intermediate point. The system will calculate the shortest route with its distance, difficulty, and elevation gain and draw it on a map for consultation. The artistic project continues along similar lines as last year with the first artworks. Included are participatory routes involving local organizations, e.g., tourism offices; social, cultural, and recreational associations; schools; and sports clubs that will become important stops along the various trails. Each one will contribute to restoring nationally and internationally the image of Pistoia’s Mountains, creating a renewed tourist offer through art aimed at families, youth, schools, and hiking enthusiasts.

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ZOOM


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Storia locale

San Giorgio e il Drago —

Fino ad oggi Guglielmo Gemignani è stato poco più che un nome, uno dei tanti artisti che negli anni Venti del Novecento, sull’onda emotiva dell’immane strage della Grande Guerra, dettero forma plastica al ricordo corale delle vittime del conflitto. foto

Daniele Negri

Nicolò Begliomini

U

n artista sensibile, colto, oggetto di fama, ma rimasto in un cono d’ombra dopo la scomparsa precoce, ben poco conosciuto nella complessità del suo profilo umano e professionale. E questo proprio a Pistoia, dove è pressoché ignoto malgrado i monumenti ai caduti di Valdibrana (1924), e di Casalguidi (1927), quest’ultimo fuso per esigenze belliche nel 1942. Nato nel 1888 a Posola di Sambuca, nel 1915, già scultore per l’anagrafe, scende a Pistoia. Qui tornerà nel 1919, dopo gli anni di guerra passati a Cornigliano Ligure, per sposarsi con Giulia Nocchi. Con lei, salvo una parentesi fiorentina, abiterà al n. 5 di via Bracciolini, lavorando per tutti gli anni Venti: arte sacra, celebrativa e monumenti importanti, anche a Foiano della Chiana e Sampierdarena, lodato dalla stampa locale che lo cita come sig. Gemignani prof. Guglielmo. Ha seri problemi di salute e il 10 novembre 1930, “col diretto del mattino” lascia Pistoia per

raggiungere Genova, dove la moglie l’ha preceduto e lavora da infermiera, e lì morire il 22 dicembre, dopo una vita e una carriera artistica brevi, segnate da eventi avversi e continui spostamenti, alla ricerca di committenze e del successo che sentiva di meritare. Risale al 1927 un bassorilievo in bronzo a tema San Giorgio e il Drago, dedicato alle Officine San Giorgio di Pistoia, tanto notevo le per tecnica e valore artistico quanto incerto come motivazione celebrativa. — La lastra è piccola (37 x 33 cm.) e realizzata con la fusione a terra – che permette anche serie di pochi esemplari – e il risultato è di pregio, per lo spessore del metallo che non supera i 3 millimetri e il sapiente stiacciato rinascimentale. Gremita di figure, ha una fascia inferiore dedicata alla “SAN GIORGIO SOC. ANONIMA INDUSTRIALE - OFFICINE DI PISTOIA” sormontata dalla scritta “Ibunt in splendore fulgurantis hastae tuae” cioè “Si metteranno in cammino nello splendore della tua lancia sfolgorante”, citazione biblica del profeta Habacuc, ed è firmata “G. Gemignani Pistoia 1927”. In realtà dietro le figure del

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testo


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Il bassorilievo in

The bronze bas-relief by

bronzo di Guglielmo

Guglielmo Gemignani

Gemignani a tema San

on a theme of St. George

Giorgio e il Drago, risale

and the Dragon, dates

al 1927 ed è dedicato

back to 1927 and is

alle Officine San Giorgio

dedicated to the Officine

di Pistoia.

San Giorgio in Pistoia.

cavaliere e del pestifero mostro che divorava i giovani, c’è tutt’altro. Ad essere riproposte sono le idee trionfali del Ballo Excelsior (1881), il progresso tecnico e quello spirituale dell’umanità vittoriosi sull’Oscurità preindustriale nemica di pace e scienza, con un San Giorgio – d’obbligo come protettore di Genova, sede della casa madre delle Officine – protagonista di un sorprendente testimonial allegorico-aziendale. case, dove è facile individuare le tracce di porte o finestre chiuse nel tempo, oppure elementi lapidei di recupero, utilizzati a volte con libera interpretazione della loro funzione originaria.

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— Non senza qualche libertà. L’iconografia tradizionale esige oltre al Santo e al Drago una regale fanciulla da salvare. Ma lei non c’è. Il terribile scontro è già finito, il mostro, beccuto e spiriforme, è relegato in basso e il vincitore incoronato d’alloro punta la lancia al cielo e impenna il cavallo scortato da due figure femminili nude, volanti. Una terza gli cavalca a fianco e lo guida con la fiaccola. Un Genio della Luce vittoriosa, simbolo di Progresso e al Futuro, che tende la fiamma all’aereo e alla gru – in fondo le ciminiere fumano operose – e riverbera luce mistica su tre figure larvali in perizoma. Testimoni residuali d’un mondo arcaico – l’incudine è in contrappunto alla grande macchina incombente sul Drago – che si affacciano (attoniti) alla modernità... e alla conversione! Gemignani qui definisce bene, ma in ritardo storico, il valore

Naturart & Storia Locale Continuiamo il rapporto tra le due riviste con il contributo di Daniele Negri, architetto e già docente di storia dell’arte, pubblicato sul n. 33 di Storia Locale col titolo “ Gugliemo Gemignani, scultore pistoiese”. In particolare Negri esamina un’opera inedita di questo artista, attivo nei primi decenni del ‘900 e sulla cui produzione per quasi un secolo, e proprio nella sua terra, è sceso un oblio profondo e immeritato. Un raffinato bassorilievo dove per sorprendente metamorfosi San Giorgio e il Drago, icone del Bene e del Male amate da pittori e Ordini cavallereschi, sono ridotti ad altro: a silhouette testimoniale moderna il protomartire della chiesa d’Oriente, e a relitto malconcio la bestia, schiacciata più dalla potenza dei nuovi simboli del Presente che dal santo ausiliatore. Una riflessione iconografica, ma anche un’occasione per riscoprire, e far conoscere, le vicende del Gemignani e della sua produzione monumentale.

Naturart & Local History We are continuing the relationship between the two magazines with the contribution of Daniele Negri, architect and former professor of art history, published in Local History, no. 33, entitled “Gugliemo Gemignani, scultore pistoiese”, Specifically, Negri examines an unknown work by this artist active in the early 1900s. His production fell into deep and undeserved oblivion for almost a century and right in his own town. Because of the surprising metamorphosis of St. George and the Dragon, icons of Good and Evil, beloved by painters and chivalric orders, this sophisticated bas-relief was reduced to something else. This protomartyr of the Eastern church became a modern testimonial shadow and the battered wreck of the beast, crushed more by the power of the new symbols of the present than by the holy helper. This iconographic reflection is also an opportunity to rediscover and describe Gemignani’s vicissitudes and monumental production. Driving Out the Devil, dated to the early 16th century, and the Adoration of the Shepherds attributed to Sebastiano Vini’s influence, also from the 16th century.

massimo della sua arte, in equilibrio tra il passato – non solo il proprio – e l’esaltazione di un futuro fatto di macchine-divinità benefiche, lui stesso calato nelle spoglie di un iconico cavaliere medievale messo al centro di una Modernità invasiva, che sembra ghermirlo con la gru e col bimotore biplano, forse un Caproni 600 hp uscito dalla San Giorgio a fine guerra.

— Una lastra ambiziosa, che usa un linguaggio naïf per risarcire la cesura tra i mondi pre e post (seconda) rivoluzione industriale, forte già dall’età giolittiana (1903-1914) e accelerata dalla guerra, e ottimista, piena del fervore per la macchina dei Futuristi oltre che del suo entusiasmo sincero, magari legato proprio al 1927, con Pistoia ormai Provincia e la ferrovia Porrettana passata dal vapore all’elettricità. Un anno di Progresso, no? ☜

ZOOM

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Local history

St. George and the Dragon

A

Until today, Guglielmo Gemignani has been little more than a name. He was one of many artists who, in the 1920s, in the emotional tide of the terrible carnage of the Great War, gave shape to the choral memory of the conflict’s victims.

lthough a sensitive, cultured artist and an object of fame, Gemignani’s complex human and professional description has remained in the shadows and largely undiscovered because of his early death. He is practically unknown, even in Pistoia, despite his war memorials in Valdibrana (1924) and Casalguidi (1927), with the latter melted down during the war in 1942. Gemignani was born in 1888 in Posola di Sambuca. Already listed as a sculptor with the registry office, he went down to Pistoia in 1915. After spending the war years in Cornigliano Ligure, he returned to Pistoia in 1919 and married Giulia Nocchi. Except for a short period in Florence, they lived together at 5 Via Bracciolini. Throughout the 1920s, he produced works of sacred and celebratory art, plus important monuments in Foiano della Chiana and Sampierdarena, where he was praised by the local press that mentioned him as sig. Gemignani prof. Guglielmo. Gemignani had serious health problems. So, on 10 November 1930, he took the “morning express train”, leaving Pistoia for Genoa, where his wife had preceded him and was working as a nurse. Gemignani died in Genoa on 22 December. His short life and artistic career had been marked by unfortunate events and his constant travel in search of clients and the success he felt he deserved. Dedicated to the Officine San Giorgio in Pistoia, a bronze bas-relief of St. George and the Dragon dates back to 1927. It is equally remarkable for a technique and artistic value as uncertain as a celebratory purpose

— The small plaque (37 x 33 cm.) was a sand-casting, which permits creating a small series with few copies. The result is extraordinary because of the metal’s thickness not exceeding 3 millimeters and the skillful Renaissance stiacciato. With its many figures, the plaque has a lower band dedicated to “SAN GIORGIO SOC. ANONIMA INDUSTRIALE OFFICINE DI PISTOIA”. Above it is a quotation from the bible of the prophet Habakkuk, “Ibunt in splendore fulgurantis hastae tuae “ (…they went, at the shining of your glittering spear”). It is signed “G. Gemignani Pistoia 1927”. In reality, there is something else behind the figures of the knight and the pestiferous monster that devoured young people. The triumphal ideas of the Excelsior ballet (1881) were revived: humanity’s technical and spiritual progress victorious over the pre-industrial darkness, enemy of peace and science. The Officine’s parent company was located in Genoa, whose patron saint is St. George, so the obligatory protagonist of a surprising allegorical/corporate testimonial. — Gemignani took some artistic license as the traditional iconography requires that there be a royal maiden to be saved in addition to the saint and the dragon. But she is not there. The terrible battle is already over. The beaked and coiled monster is relegated below. The laurelcrowned winner points his spear at the sky and rears his horse, escorted by two unclothed, flying female figures. A third figure rides alongside him, guiding him with a torch. Symbol of Progress and the Future, a victorious Genius of Light

extends fire to a plane and a crane. Below, chimneys belch smoke while mystical light dazzles three embryonic figures dressed in loincloths, vestigial witnesses of an ancient world. The anvil serves as a counterpoint to the great machine looming over the Dragon - who looks out (astonished) at modernity and conversion! — This ambitious plaque uses a naïf language to compensate for the gap between the worlds of the pre- and post-(second) industrial revolution. Already powerful during the Giolitti era (1903-1914), it had accelerated with the war. The plaque was optimistic, full of fervor for the Futurists’ machine and his genuine enthusiasm, perhaps linked to 1927, as Pistoia was now a Province and the railway converted from steam to electricity. A year of progress, right? ☜

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PubbliNATURART

La riapertura del Tettuccio: metafora della ripartenza? —

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La riapertura delle Terme Tettuccio, simbolo storico della città, è un segno positivo di una ripartenza che tardava ad arrivare. Si è parlato molto in questi giorni dell’impegno sul fronte salute da parte delle Terme di Montecatini; basti pensare alla postazione tamponi presso la tenda della croce rossa italiana, esempio tangibile di una forte realtà cittadina che in quanto tale, ha voluto dare il suo contributo. In un periodo in cui, forzatamente, si è stati messi a dura prova sia fisicamente che psicologicamente, le Terme di Montecatini sono intervenute nuovamente con il progetto post covid. Grazie a questa iniziativa, chi ha subito gli effetti di tale malattia a lungo termine e in particolare ha messo sotto forte stress il sistema immunitario, ha la possibilità di recuperare la salute tramite percorsi

specifici di riabilitazione e di cura con le acque termali di Montecatini. Le acque termali infatti, grazie alle loro proprietà, possono ripristinare il microbiota intestinale, vero e proprio “personal trainer” delle nostre difese immunitarie. Inoltre, con la sinergia delle sostanze in esse disciolte, non solo usate come bibita, ma anche come balneoterapia, nella fangoterapia e nelle terapie inalatorie, hanno effetto di modulazione del sistema immunitario, come testimoniato oltre che da studi scientifici anche da chi da anni ne trae giovamento. A questo proposito, le Terme di Montecatini informano che sono stati studiati dei pacchetti sanitari di benessere e cura della persona che vi invitiamo a consultare sul nuovo sito www.montecatiniterme.it per scegliere la soluzione più adatta a voi.



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Turismo sostenibile

OASYHOTEL sulla Montagna Pistoiese —

Oasy Hotel è una nuova realtà nel mondo del turismo all’interno delle Oasi del WWF. La prima struttura è stata aperta all’interno di Oasi Dynamo: prestigiosi eco lodges con i più alti standard di comfort, perfettamente integrati nell’ambiente.

testo

foto Oasi Dynamo

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Lorenzo Baldi


____ Oasy Hotel è anche il luogo ideale per lo Yoga e la meditazione. All’interno dell’Oasi Dynamo si può davvero respirare l’aria migliore in un ambiente meraviglioso e in perfetta armonia con la natura che ci circonda. ____ Oasy Hotel is also an ideal place for yoga and meditation. Inside the Dynamo Oasis, you can breathe the best air in a perfectly harmonious and beautiful setting surrounded by nature.

O

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asy Hotel – la nuova realtà del mondo del turismo green e sostenibile all’interno delle Oasi naturalistiche basata sui valori di sostenibilità ambientale e sociale - ha in programma di aprire diverse strutture in Italia, all’interno di parchi naturali affiliati al WWF, luoghi con atmosfere esclusive e autentiche, dove l’ospite può godere di tutti i benefici della Natura. La prima struttura ad aprire in Italia si trova proprio sulla montagna pistoiese, all’interno dell’Oasi Dynamo, una riserva naturale a 1.100 metri di altezza e che rappresenta un virtuoso modello di sostenibilità ambientale e di responsabilità sociale a livello nazionale. L’Oasi, un vasto territorio prevalentemente boschivo, che ospita una flora e una fauna incontaminata e protegge specie di piante rare e una grande varietà di animali tra cui lupi e cervi, rappresenta oggi una delle poche aree Appenniniche dove sono ancora attuate forme tradizionali di gestione agricola del territorio e qui coltivazioni di cereali, fragole, mirtilli, lamponi, patate e castagne sono svolte nel pieno rispetto delle

procedure di agricoltura biologica. Conoscere Oasi Dynamo significa farsi portatori della storia di Dynamo e delle realtà che fanno parte della Fondazione. La mission della Fondazione Dynamo, infatti, è sostenere la progettazione e lo sviluppo di organizzazioni imprenditoriali che affrontano problematiche sociali quali istruzione, sanità, servizi sociali e ambiente, promuovendo anche nuova occupazione. Tra i principali progetti, oltre a Oasi Dynamo, c’è Dynamo Camp, il primo campo di Terapia Ricreativa in Italia, che ospita gratuitamente bambini e ragazzi affetti da malattie gravi o croniche e le loro famiglie, per vacanze e divertimento con assistenza qualificata. — La struttura ricettiva Immersi in una splendida ed unica cornice naturale, gli ospiti di Oasyhotel potranno soggiornare in 16 esclusivi lodge da 65 mq ciascuno, immersi nella natura, splendidamente costruiti e dotati di tutti gli accessori e i comfort di un hotel di lusso. Oasy offre due ristoranti di alta cucina, Le Felci e Casa Luigi, suggestive aree ricreative, centri relax e benessere, un piccolo cinema e sala giochi e soprattutto un’atmosfera in cui gli ospiti si sentono veramente a

casa, in un ambiente semplice ma ricercato, autentico e confortevole, caratterizzato dalla possibilità di praticare tante attività outdoor come wildlife tours, equitazione, biking, trekking, nordic walking, orienteering, kayak e Sup all’interno di una natura incontaminata. Oasy Hotel è anche il luogo ideale per dei retreat di Yoga e meditazione, in quanto luogo ideale dove fare il ‘saluto al sole’ e dove respirare l’aria migliore per centrarsi e sentire il ‘qui e ora’. Una struttura davvero interessante e unica del suo genere ideale per long week end per celebrare un anniversario importante o una bella riunione di famiglia, magari festeggiando consumando una torta con frutti di bosco locali appena raccolti, con un picnic nella foresta o magari con una serata di barbecue all’aria aperta intorno a un grande fuoco…


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cornice naturale, gli ospiti di Oasy Hotel potranno soggiornare in 16 esclusivi lodge da 65 mq ciascuno, immersi nella natura, splendidamente costruiti e dotati di tutti gli accessori e i comfort di un hotel di lusso. ____ Situated in a unique and splendid natural setting, Oasy Hotel guests can stay in one of 16 exclusive lodges, each 65 meters square. Surrounded by nature, these beautifully built structures are equipped with all the accessories and comforts of a luxury hotel.

— Arrivando nella Riserva Naturale, il cliente lascia la propria auto e si sposta unicamente con le e-bike o mezzi messi a disposizione, addentrandosi così in una vera e propria ‘oasi’, fuori dal frastuono delle città e di una società frenetica che, oggi più che mai, ha bisogno di armonia con la natura. Inoltre, attraverso il suo soggiorno, l’ospite contribuisce attivamente a progetti di conservazione e attività di protezione della flora e della fauna selvatica. Qui, ogni esperienza è un racconto e tutte le attività che vengono organizzate garantiscono di vivere esperienze autentiche, ricche di ricordi e ispirazioni per il futuro e tutti i programmi sono personalizzati per soddisfare gli interessi e i livelli di abilità di ogni ospite, perché la mission di Oasyhotel è proprio quella di soddisfare tutte le preferenze e i desideri dei propri ospiti. ☜

Notizie utili Oasy Hotel si trova nel cuore della Toscana, a Limestre, provincia di Pistoia. L’oasi è facilmente raggiungibile dalle stazioni ferroviarie locali e dagli aeroporti della regione. In auto è a circa un’ora da Firenze e da Pisa e mezz’ora da Pistoia. Apertura: 2021 - Altezza: 1,100 metri - Ettari: 1,000 - Capacità: 46 ospiti - Luogo: San Marcello Piteglio, Toscana - Aperto: Primavera - Estate – Autunno - 11 Eco-Lodge per Coppie: 2 + 1 child - 5 Eco-Lodge per Famiglie e amici: 4 ospiti - 1 Loft: 4 ospiti - 2 Ristoranti – Pet Friendly – WiFi – Bio piscina Farming – Tennis - Fitness Center - Sala cinema - Sala giochi. Per info e prenotazioni OASYHOTEL Via Privata San Vito 1 Località Piteglio 51020 San Marcello Piteglio (PT) Toscana - Italia www.oasyhotel.com Per prenotazioni: +39 0573 621813 info@oasyhotel.com

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splendida ed unica

ZOOM

Immersi in una


____ All’interno dell’Oasi si possono praticare wildlife tours, equitazione, biking, trekking, nordic walking, orienteering e kayak e tutte le attività che

Sustainable tourism

vengono organizzate garantiscono di vivere

OASYHOTEL in the Pistoiese Mountains

Oasy Hotel is an innovation in the world of tourism within WWF Oases. The first structure was opened in the Dynamo Oasis. Their luxury eco-lodges offer the highest standards of comfort, perfectly integrated into the environment.

O

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asy Hotel is an innovation in the world of eco- and sustainable tourism. Set within WWF Oases, they are based on environmental and social sustainability values. There are plans to open several structures in Italy, in natural parks affiliated with the WWF, places with exclusive, natural settings, where guests can enjoy nature’s benefits. The first structure to open in Italy is located right here in the Pistoiese mountains, inside the Dynamo Oasis, a natural reserve at 1,100 meters a.s.l. Once a hunting reserve, today, it is a virtuous model of environmental sustainability and social responsibility on a national level. A vast, mainly wooded area, the Oasis is home to unspoiled flora and fauna. It protects rare plant species and a great variety of animals, including wolves and deer. Today, it is one of the few Apennine areas where the territory’s traditional forms of agricultural management are still applied. Cereals, strawberries, blueberries, raspberries, potatoes, and chestnuts are cultivated, fully observing organic farming procedures. Getting to know the Dynamo Oasis means carrying the message of Dynamo’s history and the realities that are part of the foundation. The Dynamo Foundation’s mission supports business organizations designing and developing programs that address social problems

like education, health, social services, the environment, and stimulating job creation. Besides the Dynamo Oasis, one of the foundation’s other main projects is Dynamo Camp, Italy’s first recreationaltherapy camp. The camp hosts, free of charge, children and teenagers suffering from serious illnesses or chronic diseases and their families for holidays and fun with qualified assistance. — The accommodation facility Tucked away in a unique and splendid natural setting, Oasy Hotel guests can stay in 16 exclusive lodges, each 65 sq.m. Surrounded by nature, each one is beautifully built and equipped with all the accessories and comforts of a luxury hotel. Besides its two haute cuisine restaurants, Le Felci and Casa Luigi, Oasy offers inviting recreational areas, relaxation and wellness centers, a small cinema, and a games room. Above all, it has an atmosphere where guests feel genuinely at home, in a simple yet sophisticated, authentic, and comfortable environment. It provides the opportunity to do many outdoor activities: wildlife tours, horse riding, biking, hiking, Nordic walking, orienteering, kayaking, and stand-up paddleboarding in pristine natural surroundings. Oasy Hotel is also the ideal place for yoga and meditation retreats, and “Salute to the Sun” as you breathe in the perfect air for centering yourself and sensing the “here and now”. Our

esperienze autentiche, ricche di ricordi e ispirazioni per il futuro. Tutti i programmi sono personalizzati per soddisfare gli interessi e i livelli di abilità di ogni ospite. ____ The Oasis offers the opportunity for many outdoor activities: wildlife tours, horseback riding, biking, trekking, Nordic walking, orienteering, and kayaking. The activities are organized to ensure that your experience is inspirational and memorable. All programs are tailored to suit each guest’s interests and skill level.

fascinating, one-of-a-kind structure is ideal for many occasions: long weekends to celebrate an important anniversary, a lovely family reunion, enjoying a cake with freshly-picked local berries, a picnic in the forest, or an evening of barbecue outdoors around a large fire. — Arriving at the nature reserve, guests leave their cars and move about using only the e-bikes or other vehicles made available. You are truly entering an “oasis”, far from noisy cities and fast-paced lifestyles that, today more than ever, need to have a connection with nature. In addition, during their stay, guests can actively contribute to conservation projects and activities to protect flora and wildlife. Here, each experience is a story. All the activities are organized to ensure your enjoyment of inspiring, memorable experiences. All programs are customized to meet each guest’s interests and skill levels because Oasyhotel’s mission is to satisfy its guests’ preferences and desires. ☜


ZOOM

Useful information Oasy Hotel is located in the heart of Tuscany, in Limestre, in the province of Pistoia. The Oasis is easily accessible from local railway stations and the region’s airports. By car, it is about an hour from Florence and Pisa and a half-hour from Pistoia. Opening: 2021 - Altitude: 1,100 meters - Hectares: 1,000 - Capacity: 46 guests - Location: San Marcello Piteglio, Tuscany - Open: Spring - Summer Autumn - 11 Eco-Lodges for couples: 2 + 1 child - 5 Eco-Lodges for families and friends: 4 guests - 1 Loft: 4 guests - 2 Restaurants - Pet Friendly - WiFi - Bio pool Farming - Tennis - Fitness Center - Cinema room - Games room.

www.oasyhotel.com For reservations: +39 0573 621813 info@oasyhotel.com

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For info and reservations OASYHOTEL Via Privata San Vito 1 Località Piteglio 51020 San Marcello Piteglio (PT) Toscana - Italia


Le Edizioni Via del Vento compiono trent’anni —


Eccellenze pistoiesi Al numero 14 della pistoiese via Vitoni presero vita nel 1991 le Edizioni Via del Vento, (www.viadelvento.it) che pubblicano testi inediti e rari di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento. A cura della Redazione


I

n occasione del trentennio di attività abbiamo rivolto al suo fondatore, Fabrizio Zollo, alcune domande per conoscere meglio questa piccola, grande realtà editoriale che da tre decenni rappresenta una bella eccellenza espressa dalla nostra città.

____ Fabrizio Zollo, fondatore

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— Cosa ti ha spinto a fondare le Edizioni Via del Vento? E perché questo nome particolare che rispecchia anche un progetto editoriale non comune? Quando fondai nel 1991 le Edizioni Via del Vento, avevo l’atelier per coltivare le mie passioni artistiche in Via Vitoni a Pistoia, dove tutt’ora le esercito. La via, sino alla fine dell’Ottocento, si chiamava Via del Vento, in quanto vi spira sempre vento, anche nell’estate più torrida. Qui nella prima metà del Novecento hanno vissuto i maggiori letterati pistoiesi, Gianna Manzini, Piero Bigongiari e Sergio Civinini, senza mai incontrarsi fra di loro, perché vi hanno abitato in periodi diversi e nell’ordine in cui li ho citati. In questa stessa via all’inizio del Novecento si stampava inoltre la rivista letteraria «La Tempra», che ospitò anche una prosa lirica di Dino Campana. È per cercare di onorare questa tradizione letteraria della via che ho ritenuto di pubblicare i volumetti contenenti racconti inediti in Italia di grandi letterati italiani e stranieri del Novecento, oggi conosciuti un po’ da tutti.

— Cosa facevi prima di diventare editore? Quale è stata la tua formazione? I miei studi, mio malgrado, sono stati quelli commerciali (sono laureato in Scienze Economiche), ma la mia inclinazione è sempre stata quella verso le arti e la letteratura. Mi dedico alla pittura, alla scultura, alla fotografia. Ho tenuto mostre in Italia e in Francia. Scrivo, e leggo preferibilmente letteratura del Novecento.

— Come si arriva alla pubblicazione di un’opera inedita di un grande autore della letteratura? È più un lavoro di ricerca o di selezione? Io parto quasi sempre da un ventaglio di autori che sono di mio personale interesse e che mi piacerebbe pubblicare. Il punto fondamentale è capire se esistono testi inediti di un determinato autore, che nessuna casa editrice ha mai pubblicato in Italia. Di solito — mi rivolgo ai miei collaboratori, Immaginiamo che alla base esperti di letterature straniere, del tuo progetto editoriale per sapere se è possibile ricercare ci sia una grande ricerca opere inedite di un certo autore. bibliografica… Il processo di ricerca, lungo, Il maggior lavoro di ricerca laborioso e improntato alla bibliografia viene svolto di volta in massima precisione, avviene volta dal curatore del volumetto, attraverso il reperimento dell’opera esperto di quel determinato autore omnia dell’autore in questione che vado a pubblicare. Ogni anno e la collazione di tutte le sue esprimo in genere la mia preferenza opere già pubblicate in Italia, per su un determinato numero di vedere se esiste qualcosa che è grandi autori italiani e stranieri “sfuggito” ai grandi editori. Per già antologizzati nella storia della esempio, nell’opera di Thomas letteratura e li sottopongo ai vari Mann abbiamo trovato un testo in possibili curatori, che sono anche prosa, dal titolo “Sedute spiritiche”, i traduttori dei testi nelle varie rivelatosi inedito in Italia, che lingue, i quali hanno il compito abbiamo pubblicato dopo una non indifferente di verificare se in scrupolosa verifica, necessaria per tutto quello che è stato tradotto e evitare future contestazioni da pubblicato in Italia di quegli autori parte di filologi e studiosi. vi fosse rimasto ancora qualche racconto per noi inedito.

delle Edizioni Via del Vento, fotografato durante l’evento “La Pistoia addosso” promosso alcuni anni fa dalla Giorgio Tesi Editrice. ____ Fabrizio Zollo, the founder of Edizioni Via del Vento, photographed during “La Pistoia Addosso”, an event promoted a few years ago by Giorgio Tesi Editrice.


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Ecco la centralissima

Found in the city’s heart,

Via Ventura Vitoni, già

the publishing house is

Via del Vento, dove ha

located on Via Ventura

sede la Casa editrice e

Vitoni, formerly Via del

dove nella prima metà

Vento. In the first half of

del Novecento hanno

the 20th century, some

vissuto - senza mai

of Pistoia’s greatest

incontrarsi fra di loro

writers—Gianna Manzini,

perché vi hanno abitato

Piero Bigongiari, and

in periodi diversi –

Sergio Civinini—lived

alcuni tra i maggiori

here without ever

letterati pistoiesi come

meeting each other

Gianna Manzini, Piero

as they lived there at

Bigongiari e Sergio

different times.

— Cosa ci dici degli autori pistoiesi? Nella cessata collana “Le streghe” ho pubblicato i grandi letterati pistoiesi del Novecento, a cominciare da Gianna Manzini e Piero Bigongiari, che ritengo due figure centrali nella storia letteraria della nostra città: la Manzini è stata interprete di una “prosa d’arte” che l’ha fatta definire la “Virginia Woolf italiana”, mentre Bigongiari è stato un esponente di spicco dell’ermetismo fiorentino. Ho pubblicato anche scritti, memorie e saggi inediti di artisti pistoiesi come Melani, Frosini, Cappellini, Marini e Michelucci, riscoprendo anche figure in apparenza “minori” come il pittore Antonio Puccinelli, attivo a Firenze e Pistoia nella seconda metà dell’Ottocento, importante anticipatore della corrente dei Macchiaioli, e ricordato da una via a lui intitolata nel centro storico della nostra città.

Nessuno è profeta in patria, e il proverbio vale anche per le edizioni di Via del Vento. Basti pensare che della casa editrice non è stata fatta menzione nel lungo fascicolo per la candidatura di Pistoia come Capitale italiana della Cultura. Via del Vento è più — conosciuta fuori città, non solo La tua è una piccola negli ambienti letterari di nicchia, casa editrice, di respiro ma anche presso gli appassionati internazionale ma di letteratura italiana e straniera profondamente legata a del secolo scorso, a giudicare Pistoia. Com’è il rapporto con dalle recensioni e dalle citazioni la realtà culturale della pubblicate sui grandi quotidiani nostra città? nazionali.

— Quali sono i tuoi progetti futuri? Resistere. Di questi tempi non mi pare un impegno di poco conto. Continuare a proporre testi di grandi autori italiani e stranieri del Novecento inediti in Italia. Si usa dire che la poesia ci salverà, io aggiungerei che la letteratura in generale ci salverà e la sua diffusione – alimentando e arricchendo il nostro spirito – potrà rappresentare un argine al dilagare dell’ignoranza massificatrice, al qualunquismo, al populismo, alle sempre in agguato derive autoritarie. ☜

NATURART | APRILE 2021 | 103

Civinini.


Pistoia’s Excellences

Via del Vento Editions is thirty years old

Located at 14, Via Vitoni, in Pistoia, Edizioni Via del Vento (www.viadelvento.it ) was founded in 1991. Its goal has been to issue unpublished and rare texts by great 20th-century Italian and foreign writers.

T

o celebrate thirty years in business, we interviewed its founder Fabrizio Zollo. We wanted to become acquainted with this big little publishing house that has been an outstanding facet of our city for three decades.

— What prompted you to found Edizioni Via del Vento? And why this particular name that also indicates an unusual publishing concept? When I founded Edizioni Via del Vento in 1991, I had an art studio on Via Vitoni in Pistoia, where I still work. Until the late 19th century, the street was called Via del Vento, as the wind is always blowing, even on the hottest summer day. In the first half of the 20th century, Pistoia’s greatest writers Gianna Manzini, Piero Bigongiari, and Sergio Civinini, lived on this street. They never met each other since they lived there in different periods and in the order I mentioned them. On this same street, at the beginning of the 20th century, the literary magazine “La Tempra” was also printed, which also contained some of Dino Campana’s lyrical prose. In honor of this street’s literary tradition, I decided to publish books with stories by great 20th-century Italian and foreign writers, which had not been published in Italy. Today everyone knows about it to some extent.

— What did you do before you became a publisher? What was your educational background? Regretfully, my studies were in business (I have a degree in economics). However, I’ve always been inclined towards arts and literature. I’ve done painting, sculpture, and photography, and had exhibitions in Italy and France. I write, and prefer reading 20th-century literature. — We assume that extensive bibliographical research is at the heart of your publishing venture. The booklet’s editor, an expert on the particular author I’m going to publish, carried out the bulk of the bibliographical research. Each year I generally express my preference for a certain number of great Italian and foreign authors already anthologized in the history of literature. I present them to several possible editors, who are also book translators in various languages. They have the not insignificant job of verifying if there are still some unpublished stories for us among everything by those authors that’s been translated and published in Italy.

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— How do you go about publishing an unpublished work by a great literary figure? Is it more of a research or a selection job? I almost always start with an assortment of authors who interest me personally and who I’d like to publish. The fundamental point to understand is if there are any unpublished texts by a particular author, which no publishing house has ever published in Italy. I usually turn to my collaborators and foreign literature experts to find

out if it’s possible to search for any unpublished works by a particular author. This long, laborious research process requires the utmost accuracy. It involves retrieving the complete works of the author in question and collating all their works published in Italy to see if something “escaped” the big publishers. For example, we found a prose piece entitled “Seances” among Thomas Mann’s works, which turned out to be unpublished in Italy. It was then published after carrying out the meticulous verification process necessary to avoid future disputes by philologists and scholars. — What about authors from Pistoia? In the discontinued “Le streghe” series, I published great 20thcentury Pistoiese intellectuals, starting with Gianna Manzini and Piero Bigongiari—two key figures in our city’s literary history, in my opinion. Manzini was the interpreter of “art prose”, earning the nickname of the “Italian Virginia Woolf”, whereas Bigongiari was a leading exponent of Florentine hermeticism. I’ve also published essays, memoirs, and unpublished technical essays by such Pistoiese artists as Melani, Frosini, Cappellini, Marini, and Michelucci. I’ve also rediscovered such apparently “minor” figures as the painter Antonio Puccinelli, who was active in Florence and Pistoia in the second half of the 19th century. An important forerunner of the Macchiaioli movement, a street was named after him in our city’s historic center.


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— As a small international publishing house with deep roots in Pistoia, what’s your relationship with our city’s cultural milieu? No one’s a prophet in their own land—a proverb that also applies to Via del Vento’s publications. Suffice it to say that there was no mention of the publishing house in the lengthy dossier for Pistoia’s candidacy as the Italian Capital of Culture. Via del Vento is better known outside the city, and not just in niche literary circles, but also among lovers of Italian and foreign literature from the last century—judging by the reviews and quotes published in the major national newspapers.

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— What are your plans? To hang on—which doesn’t seem such a trivial commitment these days—and continue to offer works by great 20th-century Italian and foreign authors unpublished in Italy. It’s said that we’ll be saved by poetry. I’d add that literature, in general, will save us. Moreover, its dissemination— so nourishing and enriching to our spirit—could hold us back from transmitting standardized ignorance, indifference, populism, and the ever-present drift towards authoritarianism. ☜

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The Pistoia Wine

— LIBRI

Aurelio Amendola – Un’antologia TRECCANI EDITORE

IL VINSANTO Prodotto da uve tenute ad appassire in fruttaio per alcuni mesi. L’uva viene poi spremuta ed il mosto così ottenuto elabora ed invecchia in caratelli di castagno e rovere per almeno tre anni come da secolare tradizione toscana. Produced from grapes held to fade in particular room for some months. The grapes are are squeezed and the must elaborated and growl old in kegs of chestnut and oak for three years as from secular Tuscan tradition.

Via Tacinaia 75 - 51039 Quarrata (PT) www.tacinaia.it

Un volume meraviglioso, quello edito da Treccani come catalogo della mostra AURELIO AMENDOLA | Un’antologia. Michelangelo, Burri, Warhol e gli altri, in programma a Pistoia presso le sedi di Fondazione Pistoia Musei e visitabile su prenotazione fino al 25 luglio 2021. Il libro, dedicato al grande maestro della fotografia italiana, racconta in quasi trecento immagini – l’interpretazione personale della storia dell’arte e della sua incidenza nel reale quotidiano - che si articola in due parti: Antico e Contemporaneo, che ripercorrono oltre 60 anni di attività e tutti i generi nei quali l’autore si è sperimentato, approfonditi da specifiche sezioni della mostra. Amendola, grandissimo interprete dell’opera di Michelangelo e sublime testimone sia dell’antico, con i suoi scatti dedicati a Canova, Bernini, Jacopo della Quercia, Donatello e Giovanni Pisano, che del contemporaneo con i ritratti di Burri, de Chirico, Warhol, Manzù e molti altri, è stato capace di dialogare con lo spirito degli artisti, restituendone stile e intensità. Si tratta della prima esposizione che raccoglie la quasi totalità della produzione del Maestro Pistoiese, offrendo al pubblico l’opportunità di ammirarne la coerenza figurativa, il legame con la tradizione classica, con la storia dell’Arte e della Fotografia e con i grandi maestri contemporanei This wonderful book has been published by Treccani as the catalog of the exhibition AURELIO AMENDOLA | An anthology. Michelangelo, Burri, Warhol, and the others. To be held in Pistoia at the Fondazione Pistoia Musei’s headquarters, it may be visited by appointment until 25 July 2021. With almost 300 wonderful photographs dedicated to this great Italian photography, it offers a personal interpretation of the history of art and its impact on everyday life. The show is divided into Ancient and Contemporary, retracing the photographer’s work over more than 60 years and through all the genres with which he experimented. Specific sections of the exhibition provide a more in-depth discussion. As a remarkable interpreter of Michelangelo’s work and a sublime witness of both the ancient, with his photos dedicated to Canova, Bernini, Jacopo della Quercia, Donatello, and Giovanni Pisano, and of the contemporary with his portraits of Burri, de Chirico, Warhol, Manzù, and many others, Amendola was adept at interacting with the spirit of these artists, restoring their style and intensity. This exhibition is the first to gather almost all of this Pistoiese master photographer’s work. It offers the public an opportunity to appreciate his figurative coherence, connection to the classical tradition, the history of art and photography, and the great contemporary masters.


A cura della redazione

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PubbliNATURART

DOMUS Sistemi il futuro OGGI —

La domotica può dare un forte contributo al miglioramento della qualità di vita delle persone, nelle loro abitazioni e luoghi di lavoro, aumentandone il comfort abitativo con l’adozione di dispositivi di comando e controllo, facili ed intuitivi nel loro uso quotidiano. Immaginate una casa o un luogo di lavoro dove, per accendere tutte le luci di un ambiente, regolarne la temperatura, aprire e chiudere le tapparelle e controllare tutto quello di elettrico che c’è, basta toccare lo schermo di un touch screen o ancora più semplicemente del proprio smartphone ed ecco che improvvisamente invece che nel futuro vi accorgerete di essere stati catapultati… nel presente!!! Tutto questo è possibile grazie ad un’altra delle eccellenze pistoiesi che ci piace raccontare sulle pagine di NATURART, la DOMUS Sistemi di Santomato, un’azienda che in breve tempo si è affermata sia sul mercato nazionale che internazionale e che è riuscita a portare la tecnologia pistoiese nelle case di tutta Italia e d’Europa.

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Ho iniziato la mia attività in questo settore nel 2007 – ha detto Paolo Capecchi, fondatore e titolare della DOMUS Sistemi - e dopo un’esperienza professionale durata 15 anni come promotore tecnico e commerciale per una multinazionale della componentistica elettronica di Bologna, ho

intuito come la domotica potesse diventare elemento essenziale per realizzare case e luoghi di lavoro moderni e confortevoli per i loro utenti. Convinto del futuro di questo settore e avendo un diploma di perito tecnico in elettronica industriale e automazione, ho ripreso in mano le nozioni di impiantistica elettrica studiando con grande attenzione i prodotti domotici reperibili sul mercato, cercando di capire quali fossero i migliori e i maggiormente compatibili, visto che i prodotti domotici devono sempre “comunicare” tra di loro. La DOMUS Sistemi è un’ azienda che ha curato la domotica di ville e appartamenti a Pistoia, Firenze, Pisa, Viareggio, Lucca, Pescia, Modena, Grosseto, Volterra, Rapallo e Londra, dove nel prestigioso quartiere di Chelsea ha progettato l’impianto domotico di una villa di sei piani con soluzioni all’avanguardia in grado di ottimizzare la gestione dell’intero immobile. Oggi la tecnologia – continua Capecchi – grazie al progresso inarrestabile offre una grande varietà di soluzioni, in grado praticamente di risolvere qualsiasi problema. In questo campo dell’elettronica applicata al controllo dei dispositivi, si spazia da impianti semplici che gestiscono luci e tapparelle ad altri decisamente più complessi. Per una villa della Riviera ligure ne ho progettato e realizzato uno in grado,

oltre che di gestire illuminazione e tutti gli elettrodomestici, di scegliere se attingere dalla fornitura elettrica di rete o dall’energia auto prodotta dall’impianto fotovoltaico, gestendo quindi il fabbisogno energetico. Naturalmente tutte le abitazioni o i luoghi di lavoro di nuova concezione devono essere dotati di efficaci impianti di antifurto in grado di inviare immediatamente, se il sistema nota una violazione, sia una notifica sullo smartphone del proprietario che un breve filmato, accendendo immediatamente una serie di luci interne con l’obiettivo di allarmare e confondere gli intrusi. Alla luce di tutto questo, potete comprendere quanto oggi andare a realizzare un impianto elettrico tradizionale sia a dir poco anacronistico e controproducente. Per info e contatti www.domussistemi.it info@domussistemi.it tel:+393807924742


PubbliNATURART

DOMUS Sistemi the future TODAY —

Imagine a home or a workplace where you merely touch the screen or, even simpler, your smartphone to turn on all the lights in a room, adjust the temperature, open and close the shutters, and control everything electrical. Suddenly you will realize that you have been catapulted, not into the future, but the present!!! All this is made possible by DOMUS Sistemi, another of Pistoia’s excellences—something we like to talk about in the pages of NATURART. The Santomato-based company has quickly established itself both on the national and international markets. Thus, it has managed to bring Pistoia technology into homes throughout Italy and Europe. DOMUS Sistemi’s founder and owner, Paolo Capecchi states, “I started my business in this sector in 2007 after 15 years of professional experience as a technical/sales agent for a multinational electronic components company in Bologna. I realized how home automation could become an essential element to create modern and comfortable homes and workplaces for their users. I was convinced of this sector’s future. So, with my technical diploma in industrial electronics and automation, I reviewed the fundamentals of electrical systems by studying the home automation products available on the market. I was trying to understand which were the best and most compatible since home automation products must always “communicate” with each other.

DOMUS Sistemi has installed home automation systems in villas and apartments in Pistoia, Florence, Pisa, Viareggio, Lucca, Pescia, Modena, Grosseto, Volterra, Rapallo, and London. A system was designed to turn a six-story mansion in the prestigious Chelsea neighborhood in London into a smart home, using cutting-edge solutions to optimize the management of the entire property. Capecchi continues, “Today, thanks to its unstoppable progress, technology offers a great variety of solutions that can solve practically any problem. In this particular field of electronics, device control applications range from simple systems for managing lights and shutters to much more complex ones. I designed and built a system for a villa on the Ligurian Riviera that can choose whether to draw from the mains electricity supply or energy produced by the photovoltaic system, thereby addressing the villa’s energy needs. In addition, it manages the lighting and all the appliances. Naturally, all new-concept homes or workplaces must be immediately equipped with effective anti-theft systems. If the system notices a violation, it sends a notification to the owner’s smartphone with a short video and immediately turns on a series of lights to frighten and confuse the intruders. Without exaggerating, it’s obvious that installing a traditional electrical system today is anachronistic and counterproductive.

For info and contacts: www.domussistemi.it info@domussistemi.it tel:+393807924742

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Home automation can significantly improve people’s quality of life in their homes and workplaces. Their standard of living can be increased by adopting easy and intuitive command-and-control devices for daily use.



BOTANICA

www.giorgiotesigroup.it

Le rose Giorgio Tesi Group distribuisce le rose dei costitutori e ibridatori più importanti a livello internazionale ed ha avviato internamente un importante processo di selezione in modo da avere al più presto una propria linea esclusiva. L’azienda pistoiese offre ai propri clienti sia rose in forme tradizionali (vaso, radice nuda, arbusto, rampicante) che in contenitore oppure assemblate in forme e strutture come gazebo, colonna, spalliere, piramidi, ombrelli e campane. A ciascuna forma viene abbinata una varietà di rose selezionate in base alla rifiorenza, al profumo e al portamento; con un colore unico o colorazioni miste, a piccoli e grandi fiori, di piccole, medie e grandi dimensioni. Dopo la realizzazione della esclusiva varietà

Ursula, continua incessante il lavoro di selezione e di ibridazione e presto sarà possibile anche uscire sul mercato con una esclusiva collezione. Giorgio Tesi Group distribuisce le rose David Austin English Roses (solo in alcune aree geografiche), produttore storico di Rose Inglesi famose per il loro profumo, Meilland, l’ibridatore più longevo a livello europeo che vanta nella propria produzione alcune varietà più note al mondo fra cui la Rosa Pierre De Ronsard ®, Rosen Tantau, uno dei primari ibridatori di rose a livello mondiale e in possesso di materiale genetico da più di 100 anni e Kordes, leader nella creazione di nuove varietà adatte per la coltivazione di rose da giardino.

Giorgio Tesi Group distributes roses from the leading international breeders and hybridizers. The company has started the critical selection process internally to produce its own exclusive line as soon as possible. The Pistoia company offers its customers both roses in traditional forms (potted, bare-root, shrub, climbing) and containers or formed into shapes and structures like gazebos, columns, espaliers, pyramids, umbrellas, and bells. Each shape is combined with various roses selected according to remontancy, perfume, and habit; with single or mixed colors; small and large flowers; and small, medium, and large sizes. After creating the exclusive Ursula variety, selection and hybridization continue, with an exclusive collection soon to also be released on the market. Giorgio Tesi Group distributes roses from David Austin English Roses (in limited geographical areas), the renowned producer of English roses famous for their perfume; Meilland, Europe’s oldest hybridizer boasting in its production some of the world’s most famous varieties, like the Pierre De Ronsard® rose; Rosen Tantau, one of the leading international rose breeders and possessors of genetic material for more than 100 years; and Kordes, a trailblazer in creating new varieties suitable for garden-rose cultivation.

NATURART | APRILE 2021 | 111

Roses


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1 Pag 12 Pistoia – Piccola Santiago e non solo Piazza Duomo, Pistoia 2 Pag 20 Nel cuore di Pistoia Chiesa di San Filippo e Prospero - Pistoia 3 Pag 38 Giardino Zoologico di Pistoia Via Pieve a Celle 160 - Pistoia 4 Pag 52 Tuscany, the fascination of landscapes, the nobility of art – Piazza Duomo, Pistoia 5 Pag 60 I Diamanti di Pistoia – Montagna Pistoiese

6 Pag 64 Nel Paese di Policarpo Petrocchi Castello di Cireglio - Pistoia 7 Pag 70 Natura Mirabile – GEA Via Ciliegiole - Pistoia 8 Pag 76 Pinocchio, 140 anni e non sentirli Fondazione Nazionale Carlo Collodi – Collodi - Pistoia 9 Pag 82 Lizzano Pistoiese, la memoria e l’eternità Lizzano Pistoiese (San Marcello -Piteglio) 10 Pag 96 OASY Hotel sulla Montagna Pistoiese Oasi Dynamo – Limestre (San Marcello – Piteglio)


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