NATURART N.31

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N. 31 – SETTEMBRE | SEPTEMBER 2018 | COPIA OMAGGIO – FREE COPY

Pistoia nel Mondo il Mondo a Pistoia – Pistoia in the World the World in Pistoia

GIORGIO TESI EDITRICE



AVVICINATEVI ALLA BELLEZZA

L’ALTARE ARGENTEO DI SAN IACOPO A PISTOIA

TESTI

Lucia Gai FOTO Nicolò Begliomini

«L’Altare argenteo di San Iacopo, con testi curati dalla mia amica e collega Lucia Gai e foto di Nicolò Begliomini, è davvero un volume molto atteso che mancava nella bibliografia storico-artistica italiana che affronta l’Altare argenteo da più punti di vista, quello storico, archivistico, artistico e degli stili. Il libro è accompagnato da una campagna fotografica eccezionale, tan-

to da avvicinarsi in maniera incredibile al vero. Grazie a questo libro è possibile approfondire la conoscenza con quel mastodonte d’argento situato all’interno della Cattedrale di San Zeno a Pistoia che custodisce la preziosa reliquia della testa di San Giacomo Apostolo, importantissimo simbolo di pellegrinaggio nel Cammino verso Santiago di Compostela».

Prof. Antonio Paolucci

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CENTRO ITALIANO DI STUDI COMPOSTELLANI CATTEDRALE DI PISTOIA

MAIN SPONSOR

COMUNE DI PISTOIA

REGIONE TOSCANA

MEDIA PARTNER

Pistoia in the World the World at Pistoia



EDITORIALE Giovanni Capecchi Direttore Editoriale Managing Editor —

g.capecchi@discoverpistoia.it

30 is done… This issue of NATURART has a special significance for us. Not so much because there are changes in its layout as we typically report on the entire area, with articles that run the gamut from historical centers to villages and the mountains as well as art and the countryside, past and present. It was especially relevant given that this issue, the 31st, marks the beginning of NATURART’s ninth year of publication. That is why we wanted to give (to ourselves and our readers) a festively “framed” issue. The frame is represented in particular by the closing remarks of Luciano Corsini, the magazine’s first editor, who recalls how this all came into being, and by the conversation, in the opening pages, with Antonio Paolucci, former Minister for Cultural and Environmental Heritage as well as Superintendent for the Florentine Museums and director of the Vatican Museums. He discusses the city of Pistoia and the Giorgio Tesi Group’s publishing initiatives, starting with NATURART and the “Approaching Beauty” series, which just issued a book on the silver altar of St. James. Strictly speaking, this festive framework began earlier, on the cover where it pays homage to Umberto Buscioni (for the important exhibition dedicated to him by the city at Palazzo Fabroni). In addition, it was decided, together with the artist, to make this work from 1964 available for us to reproduce that, although less well-known, is perfectly in tune with our project due to its title (“Garden”) and content. With 30 done, we’re now doing 31... Looking ahead as usual, and already thinking about the next issue.

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 3

Questo numero di NATURART ha, per noi, un valore particolare. Non tanto perché presenti delle modifiche nella sua impostazione: come al solito, cerchiamo di raccontare un intero territorio, con articoli che spaziano dai centri storici ai borghi e alla montagna, parlando di arte e di paesaggio, del passato e del presente. Il valore particolare è dato dal fatto che questo numero, il 31, segna l’ingresso di NATURART nel nono anno di vita. E per questo abbiamo voluto regalare (a noi e ai lettori) un fascicolo “incorniciato” a festa. La cornice è rappresentata in particolare dall’intervento, conclusivo, di Luciano Corsini, primo direttore della rivista, che ricorda come è nata questa esperienza, e dal dialogo – posto in apertura – con Antonio Paolucci, già Ministro per i beni culturali e ambientali, oltre che Soprintendente per il Polo museale fiorentino e direttore dei Musei Vaticani, che parla della città di Pistoia e delle iniziative editoriali della Giorgio Tesi Group, a partire da NATURART e dalla collana “Avvicinatevi alla bellezza”, nella quale è appena uscito il volume sull’altare argenteo di San Iacopo. Ma la cornice festosa, a ben guardare, inizia ancora prima: dalla copertina. Che rende omaggio a Umberto Buscioni (in occasione dell’importante mostra che gli viene dedicata dalla città a Palazzo Fabroni) e che è stata pensata insieme a lui, disponibile a farci riprodurre una sua opera del 1964, meno conosciuta ma che, per titolo (“Giardino”) e per contenuto, si sintonizza perfettamente con il nostro progetto. Fatto 30, abbiamo fatto 31… Guardando avanti, come al solito: e già pensando al prossimo numero.

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Fatto 30…



EDITORIALE Serena Becagli

For the cover of NATURART’s 31st issue, we have chosen Umberto Buscioni’s work, Garden, 1964 (oil and enamel on canvas, 140 x 150 cm) to pay tribute to Buscioni and salute the dossier that marks the magazine’s ninth year of publication with an artistic cover. Garden is an important, although lesser known, work by the artist, marking his transition from a still informal language to the Pistoia artist’s “pop”, or metaphysical, season. Upon his return from Morocco in 1964, Buscioni’s work entered a new phase. In 1966, together with Roberto Barni and Gianni Ruffi, he became part of the trio that the critic Cesare Vivaldi called the School of Pistoia. We are at the beginning of Buscioni’s career. Buscioni did only three large canvases in 1964: Garden, Big Tree, and Vegetation. They followed a series of studies, also in enamel but on paper, all painted between 1964 and 1965. The foreground vegetation takes up the painting’s entire surface; the backgrounds are broad, with the oil and enamel paints spread in curvilinear shapes. The introduction of a material like enamel was probably symptomatic of the beginning of a compromise with the culture of the object, giving solidity and strength to the figuration. The uniformity creates reflective patinas that confirm the triumphant surface and prevent the gaze from going too deeply into it. However, there remains in some areas the memory of a layer of informal, more opaque origin, revealing the raw canvas or the subtly dense tangles of pencil marks. Buscioni’s vegetation is again affected by its organic origin, requiring certain expedients, like the introduction of a “picture within a picture” in Garden, undermining its provenance and creating the basis for crafting a new language.

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Per la copertina del numero 31 di NATURART abbiamo scelto un’opera di Umberto Buscioni, Giardino, 1964 (olio e smalto su tela, cm 140 x 150): per rendere omaggio a Buscioni e per salutare con una copertina d’autore il fascicolo che segna l’ingresso della rivista nel nono anno di vita. Giardino è un’opera significativa, seppur meno conosciuta, perché segna il passaggio da un linguaggio ancora informale alla stagione “pop”, o metafisica, dell’artista pistoiese. Al ritorno dal Marocco, nel 1964, si avvia una nuova fase dell’opera di Buscioni: nel 1966 entrerà poi a far parte del terzetto chiamato dal critico Cesare Vivaldi Scuola di Pistoia, accanto a Roberto Barni e Gianni Ruffi. Siamo agli inizi della sua carriera. Buscioni realizza soltanto tre grandi tele nel 1964: Giardino, Grande albero e Vegetazione alle quali seguiranno una serie di studi, sempre in smalto ma su carta, tutti realizzati tra il 1964 e il 1965. La vegetazione si presenta in primo piano occupando l’intera superficie del quadro; le campiture sono larghe e il colore, olio e smalto, si può distendere nelle sagome curvilinee. L’introduzione di un materiale come lo smalto è sintomo probabilmente della nascita di un compromesso con la civiltà dell’oggetto, che conferisce solidità e durezza alla figurazione: il trattamento uniforme crea patine riflettenti che confermano il trionfo della superficie e impediscono allo sguardo di scendere in profondità. In alcune zone resta però il ricordo di una stesura di ascendenza informale, più opaca, che lascia intravedere la tela grezza o comparire leggere e fitte matasse di segni a grafite. Le vegetazioni di Buscioni risentono ancora della loro origine organica e necessitano di certi espedienti, come l’inserimento di un “quadro nel quadro” di Giardino, per mettere in crisi tale provenienza e creare le basi per dare vita a un nuovo linguaggio.

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Buscioni e la copertina di Naturart 31 Buscioni and the Naturart 31 cover


31 | Settembre – September 2018 Pistoia nel Mondo, il Mondo a Pistoia Pistoia in the World, the World in Pistoia

Registrazione Tribunale di Pistoia – N°2/2010 del 28-05-2010

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Copertina: Giardino,

Garden, 1964. By

1964 di Umberto

Umberto Buscioni. Oil

Buscioni. Olio e smalto

and enamel on canvas

su tela (140 x 150 cm)

(140 x 150)

Giorgio Tesi Group The Future is Green

Giorgio Tesi Editrice srl Via di Badia, 14 - 51100 Bottegone - Pistoia -Italy Tel. +39 0573 530051 - Fax +39 0573 530486 www.discoverpistoia.it Iscrizione al ROC (Registro Operatori della Comunicazione) n° 30847 del 15 Gennaio 2018 Per la tua pubblicità sulla rivista contatta la Giorgio Tesi Editrice o invia una e-mail a marketing@giorgiotesigroup.it


ISSN 2421-2849

9 772421

284000

Direttore Editoriale Giovanni Capecchi g.capecchi@discoverpistoia.it Direttore Responsabile Carlo Vezzosi carlo.vezzosi@legismail.it Art Director Nicolò Begliomini n.begliomini@giorgiotesigroup.it Segreteria Carolina Begliomini, Irene Cinelli, Maria Grazia Taddeo contatti@giorgiotesigroup.it Comitato di redazione Leonardo Begliomini, Nicoletta Boccardi, Emanuel Carfora, Lorenzo Cipriani, Alessandra Corsini, Giuliano Livi, Martina Meloni, Maria Camilla Pagnini, Paolo Paolieri Hanno collaborato a questo numero Lorenzo Baldi, Serena Becagli, Saverio Melegari, Sauro Romagnani, Alessandra De Paola, Associazione Spichisi, Maurizio Ferrari, Luca Sposato, Silvia Anzillotti, Beatrice Landini, Luciano Corsini, Emanuele Gelli Traduzioni Studio Blitz – Pistoia Fotografie Nicolò Begliomini, Lorenzo Gori Per le immagini pubblicate restiamo a disposizione degli aventi diritto che non si siano potuti reperire. Progetto grafico e impaginazione Kidstudio – Firenze www.kidstudio.it Stampa Industrie Grafiche Pacini Ospedaletto (Pisa)

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56

82


10

Intervista a Antonio Paolucci

Pistoia, l’Altare argenteo e i suoi tesori

100

AVIS Pistoia

Gocce di vita Drops of life

Pistoia, the Silver Altar, and its treasures 18

Umberto Buscioni

104

L’anima segreta delle cose

Naturart 31

Come fu e come è How it was and is

The secret soul of things 28

Turismo attivo

38

Il Giardino di Millo

Rubriche

Find your fun Prima residenza d’artista al Giardino di Cino The first artist-in-residence at Cino’s Garden

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LIBRI Books

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PISTOIA COM’ERA The way we were

38

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Giorgio Tesi Group

Pistoia nel mondo Pistoia’s Green Around the World

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BOTANICA Bothanica

Montagna pistoiese & fotografia

La voce del bosco The voice of the forest

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Gianfranco Chiavacci

Binario Vivo Live Track

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Borgo di Castelvecchio

Un tesoro fra le colline A treasure amidst the hills

82

Monteoliveto

Lo stadio dimenticato The forgotten stadium

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Conad, economia e valori per il territorio Conad, savings, and value for the territory

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Fondazione Caript

Dialoghi sull’uomo da Pistoia all’Europa Dialogues on Man, from Pistoia to Europe

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 9

70

L’intervista


Intervista a Antonio Paolucci

Pistoia, l’Altare argenteo e i suoi tesori — «Ho passato la mia vita in mezzo al bello e ho avuto la fortuna, che capita a pochi, di non annoiarmi mai…»

testo 10 | NATURART | SETTEMBRE 2018

Lorenzo Baldi —

foto Nicolò Begliomini


NATURART | SETTEMBRE 2018 | 11


12 | NATURART | SETTEMBRE 2018


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____

In apertura il Professor

Il libro è corredato da

Antonio Paolucci nella

fotografie eccezionali

sala di lettura della

che riescono a mostrare

sua splendida casa

perfettamente

fiorentina ____

particolari altrimenti

Opening pages,

quasi invisibili ____

Professor Antonio

The book contains

Paolucci in the reading

exceptional

room of his splendid

photographs that clearly

Florentine home.

show otherwise almost invisible details.

— Professore prima di tutto la ringraziamo per la sua disponibilità sia per l’intervista che per la presentazione del primo dicembre e poi le chiediamo subito cosa ne pensa di questo volume di prossima uscita. L’Altare argenteo di San Iacopo, con testi curati dalla mia amica e collega Lucia Gai e foto di Nicolò Begliomini, è davvero un volume molto atteso che mancava nella bibliografia storico – artistica italiana. Ho visto in anteprima le bozze di questo meraviglioso libro,

Avvicinatevi alla Bellezza

che affronta l’Altare argenteo da più punti di vista, quello storico, archivistico, artistico e degli stili e che è accompagnato da una campagna fotografica eccezionale, tanto da avvicinarsi in maniera incredibile al vero. Lucia Gai individua gli autori, li seleziona nella loro specificità artistica e nella loro evidenza stilistica. Grazie a questo libro sarà possibile approfondire la conoscenza con quel mastodonte d’argento situato all’interno della Cattedrale di San Zeno a Pistoia – che custodisce la preziosa reliquia della testa di San Giacomo Apostolo – a cui hanno lavorato 5 generazioni di orafi, dal ‘300 a Brunelleschi, ed importantissimo nel Cammino dei pellegrini verso Santiago di Compostela. Proprio da qui infatti iniziava il lungo viaggio dei pellegrini verso la tomba dell’apostolo, situata nella città galiziana, “cammino” che ho avuto la possibilità in passato di percorrere, attraverso la Francia, l’Aquitania, le alte terre di Spagna e poi la Galizia e che vi assicuro regala ai pellegrini, alla vista del Santuario e dopo il lungo viaggio, un vero e proprio tuffo al cuore.

L’Altare argenteo di San Jacopo a Pistoia Testi: Lucia Gai Fotografie: Nicolò Begliomini — Editore: Giorgio Tesi Editrice srl ISBN: 9788898888122 Caratteristiche: 2018, 240 pagine, 24x33 Lingua: Testi in italiano, inglese e spagnolo a fronte — Prezzo di copertina: 25,00 Euro La costruzione dell’Altare, iniziata nel 1287, strettamente legata all’adozione di San Giacomo Apostolo come patrono cittadino avvenuta nel XII secolo per volere del vescovo Atto, coinvolse i migliori artisti dell’epoca e passò attraverso numerose peripezie arrivando ad essere completata in circa due secoli, rappresentando una meravigliosa di sintesi dell’arte sacra di autori e periodi storici diversi. L’Altare argenteo rappresenta senza dubbio l’anima di Pistoia perché ne è l’opera più rappresentativa e questo importante volume, incentrato proprio su quest’opera, si rivolge ad un pubblico ampio, perché la valorizzazione di un monumento oggi richiede che la cultura sia messa completamente al servizio della collettività. NATURART | SETTEMBRE 2018 | 13

A

ppena varcata la soglia della casa fiorentina del Professor Antonio Paolucci si percepisce immediatamente di entrare in una sorta di “sancta sanctorum” di arte e cultura. Ci accomodiamo nella sala di lettura, dove una libreria immensa e colma di volumi di ogni tipo rappresenta lo sfondo ideale per la realizzazione di un’intervista e di un video sul nuovo libro della collana “Avvicinatevi alla bellezza” dal titolo “L’altare argenteo di San Iacopo”, frutto dall’incontro tra la particolare tecnica fotografica di Nicolò Begliomini e l’inconfondibile penna di Lucia Gai. Il volume è stato presentato sabato 1° dicembre alle ore 16.00 nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia con una Lectio Magistralis proprio del Professor Paolucci, già Ministro dei Beni Culturali, soprintendente per il Polo Museale Fiorentino e direttore dei Musei Vaticani.


Avvicinatevi alla Bellezza

Pistoia Città dei pulpiti Editore: Giorgio Tesi Editrice srl ISBN: 9788898888085 Caratteristiche: 2017, 127 pagine, 24X31 Lingua: testi in italiano e inglese a fronte Testi a cura del FAI Giovani Fotografie: Nicolò Begliomini Prezzo di copertina: € 25,00

— Questo nuovo libro, il terzo della collana “Avvicinatevi alla Bellezza”, arriva ad un anno esatto dall’uscita del volume “Pistoia Città dei pulpiti”. Ho avuto il piacere di ricevere in dono questo volume e devo dire che mi è piaciuto molto soprattutto per il particolare stile fotografico volto ad esaltare i particolari di queste opere presenti nelle chiese pistoiesi. Tra tutti sono particolarmente affascinato da quello di Giovanni Pisano presente nella Chiesa di Sant’Andrea e che racconta gli episodi salienti della vita di Cristo con uno stile, aristocratico e popolare allo stesso tempo, capace di un’empatia e di una condivisione nelle scene rappresentate che veramente tocca il cuore. E tutto questo, lo ripeto è ben evidenziato nel libro dalle meravigliose fotografie che lo illustrano. — Dopo Pistoia Capitale della Cultura 2017, la nostra città è uscita prepotentemente alla ribalta. Cosa ne pensa e che giudizio ha di Pistoia?

14 | NATURART | SETTEMBRE 2018

In tutta la mia carriera, ho sempre trovato assolutamente singolare che Pistoia, con tutti i suoi grandi tesori e la sua importante storia, sia stata sempre nel cono d’ombra di città come Firenze e Siena, che come luci troppo intense l’hanno resa spesso quasi “invisibile”. Pistoia invece è un concentrato di straordinari capolavori e un

crocevia di esperienze artistiche straordinarie. Pensiamo ai suoi pulpiti, al già citato Altare argenteo, al suo battistero, al Palazzo di Giano ed al museo che custodisce e soprattutto al Campanile del Duomo, che con la Torre di Pisa e il Campanile di Giotto rappresenta una delle tre meridiane della nostra Toscana. Recentemente poi, è stata restituita alla Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas “La Visitazione” di Luca della Robbia, l’eccezionale opera in terracotta invetriata che mostra l’incontro e l’abbraccio tra Maria e sua cugina Elisabetta, vero e proprio capolavoro del rinascimento italiano. E che dire poi del Fregio Robbiano dell’ospedale del Ceppo, unico perché creato per raccontare le opere di misericordia e non per ostentare grandezza, e che rappresenta un omaggio alla fraternità tipica di questa terra. E questi sono solo alcuni tesori di una città che è diventata oggi un luogo imperdibile per chi ama la storia, la cultura e le opere d’arte. L’unicità e la specificità di Pistoia è percepibile infine anche dal fatto che il centro storico non è stato assolutamente toccato dall’avanzare della periferia, grazie soprattutto ai pistoiesi, che nel tempo invece di coltivare i propri spazi con il cemento hanno scelto il verde di olivi, viti, rose e piante varie, mettendo la propria città al centro di una cintura verde ai piedi dell’Appennino. ☜

Un racconto storico, artistico, culturale e fotografico dei quattro arredi liturgici a cui Pistoia deve una delle sue più nobili identificazioni “Città dei pulpiti”: il pulpito di Groppoli, attribuito alla scuola di Biduino (1193 circa), quello di San Bartolomeo, riferito a Guido Bigarelli da Como (1239/1250), l’opera del domenicano fra Guglielmo in San Giovanni Fuorcivitas (1270) e quella di Giovanni Pisano, che raccoglie l’eredita del padre Nicola e ne affina l’arte nel pulpito della Chiesa di Sant’Andrea (1301). A questi si aggiunge il pergamo di San Zeno, il più antico, le cui prime tracce risalgono all’anno 1043, riscoperto e in parte ricomposto nella cripta del Duomo di Pistoia


____ La particolare tecnica fotografica di Nicolò Begliomini permette al lettore quasi di toccare con mano le opere riuscendo ad esaltarne i particolari. ____ Nicolò Begliomini’s striking photographic skills bring out the details so that the reader almost seems to touch the works.

____ Pistoia grazie ai suoi tesori nascosti è diventata una metà imperdibile per chi ama l’arte, la storia e la cultura. ____ Thanks to its hidden treasures, Pistoia has become a must-see destination for anyone who enjoys art, history,

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 15

and culture.


Interview with Antonio Paolucci

Pistoia, the Silver Altar, and its treasures

“I’ve spent my life in the midst of beauty and I’ve had the fortune, like few others, not to ever get bored...”

U

pon crossing the threshold of Professor Antonio Paolucci’s Florentine house, it feels immediately like entering a sort of “sanctum sanctorum” of art and culture. We are sitting in the reading room, where an immense collection of books of all kinds represents the ideal backdrop for this interview and a video on the new book in the “Approaching Beauty” series, entitled “The Silver Altar of St. James”, the result of Nicolò Begliomini’s unique photographic technique and Lucia Gai’s unmistakable writing. The book was presented Saturday, 1 December at 4 pm in Pistoia’s Cathedral of San Zeno with a lecture by Professor Paolucci, formerly Minister of Cultural Heritage, superintendent for the Florentine Museums, and Director of the Vatican Museums.

— First of all, professor, we’d like to thank you for your availability for both this interview and for the presentation on 1st of December. Then, without more ado, we’d like to ask you what you think of this forthcoming book.

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The Silver Altar of St. James, whose texts were edited by my friend and colleague Lucia Gai and with photos by Nicolò Begliomini, is truly a long-awaited book that has been missing from the Italian historical and artistic bibliography. I previewed drafts of this wonderful book, which deals with the silver altar from various points of view – historical,

archival, artistic, and stylistic – and which is accompanied by exceptional photographs, which get incredibly close to being real. Lucia Gai has identified the artists, selected and “scrutinized” them – if I may use that word – in their artistic specificity and stylistic evidence. Thanks to this book, it will be possible to deepen one’s knowledge with that silver giant located in Pistoia’s Cathedral of San Zeno, which houses the precious relic of the head of St. James the Apostle on which five generations of goldsmiths worked, from the 1300s to Brunelleschi, and, very importantly was on the pilgrim’s way to Santiago de Compostela. In fact, the pilgrims’ long journey to the apostle’s tomb in that Galician city began precisely from here. It’s a “walk” that I had the opportunity in the past to do through France, Aquitaine, the Spanish highlands, and then Galicia. I can assure you that, after that long journey, the sight of the sanctuary gives pilgrims a real shock. — The third volume in the “Approaching the Beauty” series, this new book comes out exactly one year after the release of the book, “Pistoia, City of Pulpits”. I had the pleasure of receiving this book as a gift. I must say that I really liked it, especially for the distinct photographic style that works to enhance the details of the works in these Pistoiese churches. Among all of them, I’m particularly fascinated by the one by Giovanni

Pisano in the Church of Sant’Andrea, which tells the salient episodes in the life of Christ with a style, simultaneously refined and popular, capable of empathy and of sharing in the scenes represented that really touches the heart. Moreover, let me repeat that all this has been suitably underscored in the book by the wonderful photographs that illustrate it. — After Pistoia Capital of Culture 2017, our city emerged fully into the limelight. What do you think about that and what is your opinion of Pistoia? Throughout my career, I‘ve always found it absolutely unique that Pistoia, with all its great treasures and important history, has always been in the shadow of cities like Florence and Siena, whose overly bright lights have made often Pistoia almost “invisible”. Instead, Pistoia is a concentration of extraordinary masterpieces and a crossroads of


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VILLA DI CHARME

RELAX IN COLLINA SOGGIORNO DI LAVORO

CUCINA TIPICA

NEL CUORE DELLA TOSCANA

____ L’Altare argenteo di San Iacopo, che custodisce la reliquia di San Giacomo Apostolo, offre particolari davvero interessanti, frutto del lavoro di 5 generazioni di orafi, dal ‘300 a Brunelleschi. ____ Housing a relic of St. James the Apostle, the silver altar of St. James displays the truly fascinating details of work by five generations of goldsmiths, from the 1300s to Brunelleschi.

extraordinary artistic experiences. Think of its pulpits, the previously mentioned silver altar, its baptistery, Palazzo di Giano and the museum it houses, and especially the cathedral’s bell tower that, together with the Tower of Pisa and Giotto’s Bell Tower, is one of the three meridians in our Tuscany. Recently, the “Visitation” by Luca della Robbia returned to the Church of San Giovanni Fuorcivitas. That exceptional glazed-terracotta work shows Mary and her cousin Elizabeth meeting and embracing, a true masterpiece of the Italian Renaissance. And what about the Della Robbia frieze on the Ospedale del Ceppo? It’s unique because it was created to relate the works of mercy and not to show off greatness, a tribute to the typical fellowship of this land. Furthermore, these are just some of the treasures in a city that’s become a place that those who love history, culture, and works of art should not miss. Pistoia’s uniqueness and specificity can also be perceived by the fact that the historical center has remained untouched by the progress of the suburbs, thanks especially to the people of Pistoia who, over time, have chosen not to plant their areas with cement but rather with the green of olive trees, vines, roses, and various other plants, putting their city in the middle of a green belt at the foot of the Apennines. ☜

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RISTORANTE


Umberto Buscioni

L’anima segreta delle cose —

Serena Becagli in dialogo con Umberto Buscioni alla vigilia della mostra dedicata all’artista in Palazzo Fabroni “La pittura è sempre metafisica, nel senso che va oltre”

testo Serena Becagli

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foto di Umberto Semplici Alessandro Niccolai Francesco Ugolini Serena Becagli


NATURART | SETTEMBRE 2018 | 19


E

ra metà agosto e mi trovavo a Palermo in giro per le mostre di Manifesta, la biennale europea di arte contemporanea che ogni due anni si tiene in una città diversa, quando mi chiama Umberto Buscioni. Faceva molto caldo, ma in quel momento ero all’interno dell’Orto Botanico, lontano dalla confusione. Nella sua breve telefonata Umberto mi informava che con molta probabilità, in autunno o in inverno, gli sarebbe stata dedicata una mostra importante a Palazzo Fabroni di Pistoia. Era molto felice, ma al solito un po’ turbato e preoccupato. “Passa a trovarmi quando torni, appena puoi”, concluse così la conversazione. Fissiamo giorno e ora, lo trovo già dietro la porta ad aspettarmi e andiamo subito in studio.

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Le opere di Umberto

Umberto Buscioni’s

Buscioni potranno

works are on display

essere ammirate alla

starting 1 December

mostra che prenderà

at the Palazzo Fabroni

il via il 1° Dicembre a

exhibition.

Palazzo Fabroni.

— Poi ci sediamo, come molti anni fa quando stavo scrivendo la tesi sul suo lavoro, davanti ad alcune tele, in particolare Piange nel mio cuore. Iniziamo a parlare di pittura.

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UB: Sai, la pittura è tutta concettuale, nella pittura è la pelle che conta più del significato, è la pittura che ti eleva verso la spiritualità. Non ho mai dipinto pensando a un momento UB: Sarà una mostra importante, particolare, ho sempre dipinto e vorrei che ci fossero molti degli basta, ma questi lavori che abbiamo ultimi quadri. Vorrei portarne qui davanti, li lego a dei ricordi, almeno venti o trenta, ma come ma prima ho fatto i quadri e poi diceva Serafino Flori (gallerista li ho legati a dei ricordi. In questo quadro, ad esempio, rivedo un illuminato e generoso che tra la metà degli anni Sessanta e la metà momento preciso: mi ricordo un dei Settanta, fu tra gli animatori giorno di malinconia e di lieve pioggia di quando ero ragazzo e c’è dell’arte contemporanea tra Montecatini e Firenze supportando, una poesia di Verlaine che mi fa riaffiorare questo ricordo. tra gli altri, l’opera di Buscioni, NdR) meglio un quadro di meno che uno di più.


«Vivere ogni giorno diverso dall’altro è una straordinaria utopia, anche per l’incapacità di catalogarne le differenze. Forse questa varietà di giorni diversi, questa continua avventura, potrà essere il privilegio di qualche artista, che, guardando a ritroso il proprio lavoro ritroverà, nei battiti eguali dell’apparenza, il miracolo di una continua invenzione». — Umberto Buscioni, Glossario, Passigli Editore, Firenze 1992

____

____

Per Umberto Buscioni

For Umberto Buscioni,

dipingere significa

painting means

cogliere l’anima segreta

grasping the secret soul

delle cose, cercando di

of things, trying in some

avvicinarsi in qualche

way to approach the

modo al Mistero, tanto

“ascensional” mystery,

che Maurizio Calvesi ha

as defined by Maurizio

definito la sua pittura

Calvesi.

Continuiamo a parlare, a spostare tele fino a quando mi chiede di appoggiare al cavalletto Sposalizio fiorito e Il cappotto dei nostri inverni, due opere del 2015. Questi due quadri sembrano veramente una summa del lavoro di Umberto, si ritrovano condensati molti dei suoi elementi, dalla finestra alla camicia, ai cieli azzurri. UB: Vedi questo è il cappotto che uso per stare nello studio in inverno, quando fa freddo. Appena arrivava la fine di settembre mia moglie Bianca me lo preparava e lo tirava fuori dall’armadio. È un cappotto scuro, sembra elegante, ma ci sono questi tocchi di colore, che in realtà sono delle macchie di pittura, è un cappotto da lavoro.

— Le macchie, in effetti, sono di un rosa “buscioni” che si ritrova spesso nelle opere dell’artista. Il cappotto è blu scuro, su sfondo grigio. Si avvicina l’inverno, uno dei tanti inverni del Maestro, ma è come se il quadro racchiudesse quell’istante che in tanti anni si è ripetuto: tirare fuori il cappotto per dipingere, quel cappotto da cui sembra uscire fuori un cielo azzurro, un cielo felice, il cielo della sua pittura. Ecco che da sotto il cappotto sbuca una camicia che sembra issata su una gruccia, che forse è una croce ma potrebbe essere anche una finestra, altro oggetto chiave delle poetica del Maestro, quella finestra attraverso cui Buscioni ha inquadrato i cieli degli anni Sessanta, o che ha poi chiuso con una tenda per farci concentrare sugli oggetti presenti nella stanza.

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 21

come “ascensionale”.


____ Sopra, il Maestro

UB: Questo segno sembra davvero una croce, che è poi un segno che si ritrova anche in diversi quadri che ho dipinto negli anni Settanta. La croce è un simbolo universale, non necessariamente religioso, anche se penso che la pittura abbia sempre qualcosa di religioso. In questo quadro, è vero, ci sono tanti elementi della mia pittura, ma mi fa pensare molto anche alla mia famiglia. SB: Parlavi di “pelle della pittura”. Ricordo che con il professor Renato Barilli avevamo osservato questa tua attenzione all’epidermide delle cose, che ritroviamo affrontata in modo diverso durante i distinti momenti della tua ricerca. In fondo la predilezione per oggetti ed elementi di stoffa ne è la testimonianza. Anche le motociclette che hai dipinto non venivano dalla realtà ma dai dépliant, quindi avevano già subito una prima elaborazione. Come se tu volessi veramente estrarre l’epidermide dalle cose, che non significa restare in superficie. 22 | NATURART | SETTEMBRE 2018

UB: La superficie presuppone una profondità, ma tutto si riversa sulla superficie, la pittura è sempre un po’ metafisica, nel senso che va oltre.

SB: Dicevi che la pittura è sempre stata concettuale. Mi viene da pensare alle tue opere, come Epidermide, degli anni Settanta quando, in un momento di “crisi” per la pittura, periodo in cui molta ricerca artistica esce dalla superficie della tela pittorica per praticare lo spazio con installazioni, performance e arte concettuale, tu rimani fedele alla pittura, sicuramente ne avverti la crisi e l’affronti. I tuoi oggetti “pop” spariscono, rimangono delle superfici, a volte dei particolari ingranditi. Il gesto pittorico si fa minimo e i colori spesso si attenuano. È il tuo modo per difendere la pittura. Anche quando riproduci un materiale come il marmo, lo riduci alla leggerezza di una carta da parati. Come se anche qui ne estraessi una pellicola. Sta proprio in questa “pelle” allora il segreto della pittura? Quale verità, quale mistero riesci a estrarre dipingendo? Hai avuto ragione a difendere la pittura che continua a essere una lingua viva. UB: La pittura va oltre l’intenzione del pittore, lo diceva anche Picasso. Ci sono dei quadri che non mi sembra di aver dipinto, come se la pittura fuggisse da me, come in

un quadro che s’intitola Invito al Viaggio. Allora dipingere diventa come andare oltre se stessi. Maurizio Calvesi ha definito la mia pittura “ascensionale”, per un progressivo allontanarsi dalla terra, forse per avvicinarsi in qualche modo al mistero. Dipingere per me significa cogliere l’anima segreta delle cose.

mentre ammira la sua opera dal titolo “Il Cappotto dei nostri inverni” realizzata nel 2015 e dove si ritrovano condensati molti dei suoi elementi, dalla finestra alla camicia, ai cieli azzurri. A sinistra un altro quadro dal titolo “Piange nel mio

Cambiamo stanza, andiamo nel soggiorno. Sul tavolo ci sono molti cataloghi delle mostre fatte da Buscioni in questi anni, alcune copie della piantina di Palazzo Fabroni e un elenco provvisorio dei quadri che Umberto vorrebbe esporre. Poi intravedo un libro di Verlaine ingiallito e scompaginato dall’uso. Umberto senza dire niente si siede e inizia a leggere: “Piange nel mio cuore come piove sulla città. Qual è questo languore Che penetra il mio cuore? O bruir dolce della pioggia in terra e sopra i tetti! Per un cuor che si annoia oh il canto della pioggia!” ☜

cuore”. ____ Above, the artist admiring his work “Il Cappotto dei nostri inverni” from 2015, in which many of its elements – the window, the shirt, and the blue skies – are condensed. On the left, another picture entitled “Piange nel mio cuore”.


L’anima segreta delle cose

ZOOM

Umberto Buscioni a cura di

Gabi Scardi

Realizzata dal Comune di Pistoia/Palazzo Fabroni con il contributo della Regione Toscana nell’ambito del progetto “Toscanaincontemporanea2018”, la mostra UMBERTO BUSCIONI | L’ANIMA SEGRETA DELLE COSE, a cura di Gabi Scardi, si configura come un excursus dell’ampia attività dell’artista, oltre un quarto di secolo dopo l’importante antologica che si tenne, sempre a Palazzo Fabroni, nel 1992. Riunendo opere realizzate in periodi diversi, afferenti a diverse serie e momenti della sua produzione, dagli inizi legati alla “Scuola di Pistoia” fino alle sperimentazioni più recenti, la rassegna evidenzia il profondo legame di Buscioni con l’espressione pittorica, che egli non abbandonò mai, neanche quando la ricerca artistica internazionale si orientò verso sperimentazioni concettuali e performative. Superando i soggetti, i temi, le influenze e le possibili classificazioni, ciò che rimane lampante e potente nelle opere di Buscioni è il suo essere e sentirsi ‘pittore’ e definirsi tale, con storica e indubitabile coerenza. Catalogo Gli Ori – € 18.00 Informazioni sito web: musei.comune.pistoia.it Facebook: @museicivicipistoia

Produced by the Municipality of Pistoia/Palazzo Fabroni with the Tuscan Region’s contribution as part of the “Toscanaincontemporanea2018” project, the exhibition UMBERTO BUSCIONI | THE SECRET SOUL OF THINGS, curated by Gabi Scardi, appears as a excursion through the artist’s extensive activity, more than a quarter of a century after the important anthological exhibition that was held in 1992, also at Palazzo Fabroni. Gathering works created in different periods, related to different series and times of his career, from his beginnings with the “Pistoia School” up to his most recent experiments, the survey highlights Buscioni’s profound bond with pictorial expression, which he has never abandoned, even when international art oriented itself towards conceptual and performance experiments. Going beyond his subjects, themes, influences, and possible classifications, what remains obvious and powerful in Buscioni’s works is his feeling of being a “painter” and defining himself as such, with well-known, unquestionable coherence. Tuesday to Friday 10 am – 2 pm Saturdays, Sundays and public holidays (December 8, December 26, January 6) 10 am – 6 pm Christmas and New Year’s Day 4 pm – 7 pm Closed Mondays

Catalog Gli Ori – € 18.00 Information website: musei.comune.pistoia.it Facebook: @museicivicipistoia

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 23

Pistoia, Palazzo Fabroni 2 Dicembre 2018 – 27 Gennaio 2019 2 December 2018 – 27 Jenuary 2019

dal martedì al venerdì ore 10.00/14.00 sabato, domenica e festivi (8 dicembre, 26 dicembre, 6 gennaio) ore 10.00/18.00 Natale e Capodanno ore 16.00/19.00 chiuso il lunedì


Umberto Buscioni

The secret soul of things

Serena Becagli’s conversation with Umberto Buscioni on the eve of the exhibition dedicated to the artist at Palazzo Fabroni. “Painting’s always a bit metaphysical, in the sense that it goes beyond”

I

t was mid-August. I was in Palermo, going around the exhibitions at Manifesta, the European contemporary art biennial that is held in a different city every two years, when Umberto Buscioni called me. It was very hot, but at that moment I was inside the Botanical Garden, far from the confusion. In his brief phone call, Umberto informed me that, probably in autumn or winter, he would have an important exhibition dedicated to him at Palazzo Fabroni in Pistoia. He was very happy but, as usual, a little agitated and anxious. “Come see me as soon as you can when you get back,” he said, ending the conversation. We set a date and time. He was already waiting at the door for me and we went immediately to his studio. UB: As it’s an important show, I’d like to have many of my latest paintings there – at least twenty or thirty. However, as Serafino Flori said (a generous, openminded gallery owner who, between the mid-1960s and mid-1970s, was among the moving forces of contemporary art in Montecatini and Florence, and among those who supported Buscioni’s work, Ed.) better one picture less than one more.

— We then sat down – as we had many years before when I was writing my thesis on his work – in front of some canvases, specifically Piange nel mio cuore, and we began to talk about painting. UB: You know, painting’s completely conceptual, whose surface matters more than its meaning. It’s the painting that lifts you towards spirituality. I’ve never painted thinking about a particular moment. I’ve always just painted. But these works here, I linked them to memories. First, I did the paintings and then I connected them to memories. In this painting, for example, I see a particular moment. I remember one sad, rainy day when I was a boy and there is a poem by Verlaine that makes this memory come to mind. We continued to talk and to move canvases until he asked me to put two works from 2015, Sposalizio fiorito and Il cappotto dei nostri inverni, on easels. These two paintings really seemed sum up Umberto’s work, in which many of his elements – a window, a shirt, blue skies – have been boiled down.

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UB: See, this is the coat I wear in the studio during wintertime when it’s cold. As soon as the end of September arrived, my wife Bianca would get it ready, pulling it out of the closet. It’s a dark coat and looks elegant. But there are these touches of color that are actually paint stains because it’s a work coat.


painting. From under the coat, a shirt appears, seemingly hoisted on a hanger, which perhaps is a cross but may also be a window. another key object of the master’s poetics, with it being the window through which Buscioni framed the heavens in the 1960s, or, when the curtain is closed, has made us concentrate on the objects in the room.

____

____

Per il Maestro “La

For the artist, “A surface

superficie presuppone

assumes there’s depth

una profondità, ma

but everything’s poured

tutto si riversa sulla

on to the surface.

superficie, la pittura

Painting’s always a

è sempre un po’

bit metaphysical, in

metafisica, nel senso

the sense that it goes

che va oltre”.

beyond.”

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 25

— In fact, the stains are the “Buscioni” pink often found in the artist’s works. The dark blue coat is set against a gray background. Winter is coming, one of the master’s many winters. Yet it was as if the picture encapsulated that moment repeated over the years of pulling the coat out to paint, a coat from which there seems to emerge a blue sky, a happy sky – the sky of his


26 | NATURART | SETTEMBRE 2018


«Living each day differently from the others is an extraordinary pipe dream, also because of an inability to catalog these differences. Perhaps this assortment of different days, this continuous adventure, may be the privilege of any artist who, looking back at his work, will find, in the equal rhythms of appearance, the miracle of continuous invention». Umberto Buscioni, Glossario, Passigli Editore, Florence 1992.

____ sbuca una camicia che sembra issata su una gruccia, che forse è una croce ma potrebbe essere anche una finestra, altro oggetto chiave delle poetica di Buscioni… ____

UB: This sign really looks like a cross, which is a sign that is also found in several of the paintings I did in the seventies. The cross is a universal, not necessarily religious symbol, even though I think there’s always something religious in painting. It’s true there are many elements of my painting in this picture, but it also makes me think a lot about my family.

From under the coat, a shirt appears, seemingly hoisted on a hanger, which is perhaps a cross but could also be a window, another key object in Buscioni’s poetics.

SB: You were talking about a “painting’s skin”. I remember that Professor Renato Barilli and I had observed your interest in this epidermis of things, which you handled in various ways during different times in your art. After all, a preference for cloth objects and elements is evidence of this. Even the motorcycles you’ve painted are not based on reality but on brochures. They’d already undergone an initial transformation, as if you really wanted to remove the surface layer from things, which means not staying on the surface. UB: A surface assumes there’s depth but everything’s poured on to the surface. Painting’s always a bit metaphysical, in the sense that it goes beyond.

SB: You said that painting has always been conceptual. I think of your works, like Epidermide, from the 1970s, a “crisis” period for painting where much of the art emerged from the painting’s surface to engage space with installations, performances, and conceptual art, when you stayed true to painting. You clearly sensed the crisis and faced it. Your “pop” subjects disappeared, while the surfaces and sometimes enlarged details remained. The pictorial gesture became minimal, the colors often softened. It’s been your way of defending painting. Even when painting a material like marble, you reduce it to the lightness of wallpaper as if even here you had isolated the membrane. Is the secret of painting truly in this “skin”? What truth, what mystery can you draw from painting? You were right to defend a form of painting that continues to be a living language. UB: Painting goes beyond the artist’s idea. Picasso also said this. There are some pictures that I don’t seem to have done, as if the painting escaped from me, like in the one called Invito al Viaggio. Painting then becomes a means of

going beyond oneself. Maurizio Calvesi described my painting as “ascensional”, because of its progressive disassociation from the earth, perhaps by, in some way, moving toward mystery. For me, painting means understanding the secret soul of things. We left the room and went into the living room. On the table were a number of catalogs for exhibitions Buscioni has had in recent years, copies of the Palazzo Fabroni map, and a tentative list of the paintings Umberto would like to exhibit. Then I glimpsed a yellowed, well-used book by Verlaine. Without saying a word, Umberto sat down and began to read: “It weeps in my heart as it rains on the city. What is this languor That penetrates my heart? Or sweet pattering of the rain on the ground and roofs! For a heart that is bored oh the song of the rain!” ☜ NATURART | SETTEMBRE 2018 | 27

Da sotto il cappotto


Turismo attivo

Find your fun —

Montecatini Terme ha ospitato dal 15 al 18 ottobre 2018 l’Adventure Travel World Summit, il più importante evento internazionale dedicato al turismo avventura, con la presenza di circa 750 delegati da 65 paesi da tutto il mondo e di 50 testate internazionali su turismo generalista e di settore

testo 28 | NATURART | SETTEMBRE 2018

Alessandra De Paola foto Nicolò Begliomini


NATURART | SETTEMBRE 2018 | 29


C

30 | NATURART | SETTEMBRE 2018

i sono molti aspetti che definiscono un’esperienza come un’avventura: la difficoltà di realizzazione, gli imprevisti, la riuscita, il tempo impiegato, la fatica fatta. Ma soprattutto quello che definisce un’avventura sono le sensazioni provate, la percezione di sé mentre si sta vivendo quella stessa esperienza, il vedersi vivere e il piacersi, mentre ci si cimenta in quella esperienza. La sensazione di stare facendo qualcosa per sé e per gli altri. Ecco, questo è l’Adventure Travel: significa viaggiare come eroi, come pionieri, non necessariamente esplorando terre sconosciute (non ce ne sono ormai più) ma soprattutto affrontando il viaggio in maniera consapevole, connessa con il mondo, sostenibile, e prendendo dal viaggio tutto il bagaglio di conoscenza, di cultura e di costumi locali, senza rovinare nulla. Il turismo Outdoor, Active e Adventure è infatti prima di tutto una dimensione di approccio culturale al viaggio, che consente di renderlo un’esperienza molto più intima, duratura e di crescita. Molti si sono chiesti perché Montecatini Terme abbia ospitato un salone di turismo attivo o avventura, una cittadina tranquilla, conosciuta per la quiete della sua

verzura, senza comprendere gli aspetti che ho descritto sopra: Montecatini Terme nel mondo è conosciuta per le sue acque termali (Wellsprings), fonte di rigenerazione, e già solo questo aspetto lo rende un luogo ideale. Prima di tutto Montecatini Terme è il luogo della Toscana, scelta come sede del salone, che i Ceo di ATTA hanno selezionato dopo averlo visitato attentamente; in secondo luogo devo ammettere che le potenzialità di quest’area di Toscana, quella che noi chiamiamo Da Leonardo a Pinocchio, sono effettivamente chiare prima e di più a chi non ci abita, a chi si imbatte in questo territorio per la prima volta, che all’abitante medio della stessa. Un punto di partenza, un comprensorio flessibile, variegato, aperto a molte esperienze, connotato da aspetti straordinari e contrastanti, contiguo ad una città storica medievale come Pistoia, e contiguo ad un importante comprensorio sciistico e montano, come l’Abetone. Lo so, è inutile che lo ripeta, “abbiamo tutto” è una frase scontata e spesso vuota di contenuti: non in questo caso. Nella compilazione del progetto FIND YOUR FUN, una sorta di


bimbe

Dal 1990 a Pistoia

bimbe bimbe

____

____

Il territorio

The Pistoia area can

pistoiese propone

offer adventure tourism

agli appassionati

enthusiasts a series

del turismo di

of truly interesting

avventura una serie

possibilities, from

possibilità davvero

trekking to mountain

molto interessanti,

biking, from sport

spaziando dal trekking

fishing to orienteering,

alla mountain bike,

from winter sports to

dalla pesca sportiva

climbing in addition to

all’orienteering,

horseback riding, road

dagli sport invernali

cycling, trail running,

all’arrampicata,

paragliding, and much

passando per

more.

bimbe

l’equitazione, il ciclismo su strada, il trail running, il parapendio e tanto altro ancora.


32 | NATURART | SETTEMBRE 2018

censimento di attività e possibilità per gli amanti del turismo outdoor, ci siamo resi conto di quanto invece ci sia da offrire, semplicemente coordinandosi, e mettendo insieme una serie di possibilità di contatto, di scoperta, di diffusione che mai avevamo intentato prima. Abbiamo potuto parlare di trekking e pesca sportiva, così come delle discipline MTB più hard o delle passeggiate a cavallo: in ognuno di questi campi ci sono realtà della zona in grado di fornire esperienze genuine, da vero “adventure traveller”, e questo è stato ben percepito, è stato chiaro, ed è stato apprezzato e grandemente amato da tutti i partecipanti. Per quel che riguarda me, è stato il culmine di un piano che mi ero prefissa, quello che mi doveva portare alla creazione di un nuovo segmento turistico comprensoriale: un segmento in ascesa, finalmente coordinato e strutturato. Sta al mondo degli imprenditori turistici adesso farne buon uso, lavorare per promuoverlo, formarsi ed essere in grado di rispondere alle esigenze di genuinità del nuovo viaggiatore, che anche quando va a prendere un gelato vuole fare un esperienza, vuole farlo come un “eroe”, scoprendo noi, la nostra città e quel che abbiamo da insegnare. ☜


Per la prima volta

For the first time,

Montecatini Terme,

Montecatini Terme,

Valdinevole, Pistoia e la

Valdinevole, Pistoia

sua Montagna si sono

and its mountains have

presentate insieme,

come together with

con l’obiettivo comune

the common goal of

dello sviluppo turistico

developing tourism

di tutto il territorio

throughout the Pistoia

pistoiese.

area.

ATWS 2018: inizia l’avventura Montecatini Terme ha ospitato dal 15 al 18 ottobre 2018 il più importante evento internazionale dedicato al turismo avventura, con la presenza di circa 750 delegati da 65 Paesi del mondo oltre 700 Days of Adventure vissuti il 15 ottobre in giro per la Toscana e con più di 50 testate internazionali su turismo generalista e di settore accreditate per questo evento. Certamente è stata la giusta occasione per promuovere l’offerta toscana di turismo per gli amanti dell’avventura tra gli oltre 1300 affiliati al network dell’Adventure Travel Trade Association (ATTA) che lo organizza e di cui la Toscana, attraverso Toscana Promozione Turistica, è entrata a far parte nel 2016. Per la prima volta in assoluto e proprio in occasione di ATTA 2018, Montecatini Terme e la Valdinevole e Pistoia e la sua Montagna si presentano, con il progetto “Find your fun”, come un unico soggetto con l’obiettivo comune della valorizzazione e lo sviluppo turistico di tutto il territorio pistoiese. Pur essendo un turismo di nicchia, quello legato all’avventura interessa un pubblico di alta fascia. E quindi si tratta di un settore in grado indubbiamente di avere importanti ricadute sul territorio in cui l’offerta è più strutturata e proprio per questo è nata l’idea di “Find your fun”, un progetto ambizioso che riunisce sotto un unico marchio tutte le innumerevoli offerte di turismo attivo che il nostro territorio è in grado di offrire: dal trekking alla mountain bike, dalla pesca sportiva all’orienteering, dagli sport invernali all’arrampicata, passando per l’equitazione, il ciclismo su strada, il trail running, il parapendio e tanto altro ancora. Il progetto è stato realizzato grazie al lavoro congiunto della Pro Loco di Montecatini Alto, del Comune di Montecatini Terme, Confcommercio Province di Pistoia e Prato con il Consorzio APM, Confesercenti Pistoia con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e la collaborazione della Provincia di Pistoia e del Comune di Pistoia. La realizzazione del materiale promozionale della campagna “Find your fun” è stata curata da Giorgio Tesi Editrice, che con NATURART e Discover Pistoia, ha prodotto il video ufficiale e progettato graficamente il logo e la brochure, mettendo a disposizione del progetto tutto il materiale raccolto nei suoi nove anni di attività.

© Emo Risaliti Graphic Designer

2015

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ZOOM

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PANTONE 021c

via provinciale 154/G 51031 - Agliana (PT) Tel +39 0574 751125 - 751366 info@enotecalavuri.com www.enotecalavuri.com


Active tourism

Find Your Fun

T

From 15 to 18 October 2018, Montecatini Terme hosted the Adventure Travel World Summit, the most important international event dedicated to adventure tourism, with about 750 delegates from 65 countries worldwide plus 50 international publications on general and sector tourism.

here are many aspects that identify an experience as an adventure: its difficulty, the unforeseen, its success, the time spent, and the effort it took. Yet what especially characterizes an adventure are the feelings experienced, one’s self-perception during that experience, feeling, and enjoying a sense of being alive while testing oneself, and the sensation of doing something for others and for one’s self.Adventure Travel is this: traveling like heroes and pioneers, but not necessarily exploring unknown lands (as there are no longer any more). It especially means the conscious undertaking of a sustainable journey relating to the world, to return with a stock of knowledge, culture, and local customs without having damaged anything. As a matter of fact, outdoor, active, and adventure tourism are part of a cultural approach to travel that permits making it a much more familiar, lasting, and enriching experience. Many have wondered why a show on active or adventure tourism was hosted by Montecatini Terme, a calm town known for its peaceful greenery and without understanding the features I described above. Known worldwide for its thermal waters (well springs), a source of regeneration. Consequently, this aspect alone makes the town ideal. Firstly, Montecatini Terme was the place in Tuscany chosen by the ATTA CEOs for the show after a very comprehensive visit. Secondly, I must admit that the potential for this area in Tuscany, which we call Da Leonardo a Pinocchio (From Leonardo da Vinci to Pinocchio), is actually more apparent to those who do not live here

and who stumble across this territory for the first time, rather than to the average local inhabitant. A starting-point is this versatile and varied area, which is open to many experiences and features extraordinary and contrasting characteristics – neighboring a medieval historical city like Pistoia, and located near an important ski and mountain area like Abetone. I know it is useless to repeat but “we have everything” is often an empty, predictable expression, but not in this case. In putting the FIND YOUR FUN project together, a sort of census of activities and possibilities for fans of outdoor tourism, we realized how much there is to offer, by simply coordinating and putting together a series of contact, discovery, and publicity options that we had never before promoted. We could talk about trekking and sport fishing, as well as the harder MTB sports or horse riding. There are local organizations in each of these fields capable of providing authentic experiences, as true “adventure travelers”, and this was clearly recognized, understood, and greatly appreciated by all the participants. As for me, it was the culmination of a project I had set for myself, which led me to creating a new, growing tourism segment for the district, finally be coordinated and structured. At present, tourism entrepreneurs want to put it to good use, work to promote it, train and be in a position to meet the new traveler’s requirements for authenticity.The traveler wants to have an experience even when going to get an ice cream, to do so as a “hero”, discovering us, our city, and what we have to teach. ☜

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Nel nostro territorio ci

Local organizations

sono realtà in grado

in each of these fields

di fornire esperienze

exist that can provide

genuine, da vero

real “adventure

“adventure traveller”, e

travelers” with

questo è stato percepito

genuine experiences,

e apprezzato da tutti

something that was

i partecipanti ad ATTA

clearly recognized and

2018.

understood at ATTA 2018.

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ATWS2018: The adventure begins From 15 to 18 October 2018, Montecatini Terme hosted the most important international event dedicated to adventure tourism, attended by about 750 delegates from 65 countries from the world over, plus 700 Days of Adventure on 15 October around Tuscany and more than 50 international publications on general and sector tourism. It was unquestionably the right opportunity for promoting Tuscany’s tourism offers for adventure lovers among the 1300 plus affiliates of the Adventure Travel Trade Association (ATTA) network that organizes the event and which Tuscany joined in 2016 via Toscana Promozione Turistica. For the first time ever – and especially during ATTA 2018, Montecatini Terme and the Valdinevole together with Pistoia and its mountains were introduced as a separate topic with the project “Find Your Fun”, whose common purpose is the development and enhancement of tourism throughout the entire Pistoia area. Despite being a niche, adventure tourism involves a high-end clientele and thus is a sector that undoubtedly can have important implications for an area where the offer is more structured. This was the reason that the idea came about of “Find Your Fun” as an ambitious project that brings together under a single brand all the countless active-tourism offers that the Pistoia area can offer: from trekking to mountain biking, from sport fishing to orienteering, from winter sports to climbing in addition to horseback riding, road cycling, trail running, paragliding, and much more. The project is a result of the combined efforts of the Montecatini Alto local tourist office, the Municipality of Montecatini Terme, Confcommercio Provinces of Pistoia and Prato with the APM Consortium, Confesercenti Pistoia with the contribution of the Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia and a partnership with the Province and the Municipality of Pistoia. The promotional material for the “Find Your Fun” campaign was overseen by Giorgio Tesi Editrice that, with NATURART and Discover Pistoia, produced the official video and the graphic design for the logo and brochure, making available material collected over its nine years of publication.

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Abbadia San Salvatore città delle fiaccole

36 | NATURART | SETTEMBRE 2018

www.palazzostrozzi.org

Eventi in Toscana - Tuscany Events

Marina Abramović: The Cleaner a Palazzo Strozzi

Marina Abramović: The Cleaner at Palazzo Strozzi

Dal 21 settembre 2018 al 20 gennaio 2019 Palazzo Strozzi ospita una grande mostra dedicata a Marina Abramovic, una delle personalità più celebri e controverse dell’arte contemporanea, che con le sue opere ha rivoluzionato l’idea di performance mettendo alla prova il proprio corpo, i suoi limiti e le sue potenzialità di espressione. Sarà una straordinaria retrospettiva che riunirà oltre 100 opere offrendo una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, dagli anni Settanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e la riesecuzione dal vivo di sue celebri performance attraverso un gruppo di performer specificatamente formati e selezionati in occasione della mostra.

From September 21, 2018 to January 20, 2019, Palazzo Strozzi is hosting a major exhibition dedicated to Marina Abramovic, one of the most celebrated and controversial artists in contemporary art, who with her artworks revolutionized the idea of performance, testing her body, its limits and its capacity of expression. The extraordinary retrospective brings together over 100 artworks, offering an overview of the most famous pieces of her career, which ranges from the 1970s to today, through videos, photographs, paintings, objects, installations and live re-enactments of her most celebrated performances by a group of performers specifically trained and selected for the exhibition.

— Nell’affascinante borgo di Abbadia San Salvatore ogni anno il 24 di dicembre si ripete una delle più belle tradizioni natalizie della Toscana, quella delle fiaccole. La sera della vigilia la città si riempie del canto delle pastorelle e del calore del fuoco che porta abitanti e turisti in un fantastico viaggio indietro nel tempo. Si tratta di una tradizione millenaria che affonda le sue radici prima dell’anno mille, quando gli abitanti dei villaggi vicino all’abbazia e quelli dei borghi lungo la Via Francigena venivano qui per la messa di mezzanotte. I fuochi erano accesi per illuminare la strada e mantenere la popolazione al caldo. Ancora oggi, gigantesche cataste di legno si alzano davanti all’antica abbazia e in altri punti del centro storico in attesa della mezzanotte. L’intero paese si riversa nelle strade cittadine per festeggiare il Natale. Le festività hanno inizio verso le 18 con l’accensione della pira sotto i portici del Comune. Più tardi, verso le 21, avviene la benedizione dei corali che cantano e suonano attraverso le vie dei rioni cittadini, fermandosi di fronte ad ogni fiaccola. I festeggiamenti si concludono con l’apertura delle cantine dopo la messa.


Christmas markets in Tuscany

Sono tante le iniziative che si svolgono in occasione delle festività del Natale. Ecco alcuni mercatini da non perdere. A Firenze uno dei più conosciuti mercatini di Natale è sicuramente il Weihnachtsmarkt, l’appuntamento tradizionale con l’artigianato e i sapori della Germania. Si svolge dal 28 novembre al 20 dicembre in piazza Santa Croce nelle casette di legno addobbate in stile natalizio. Il profumo di wurstel e stinchi di maiale cotti sulla brace, i bretzel, lo strudel e altre prelibatezze pervadono l’aria e invitano i visitatori a cedere alle tentazioni della gola, magari accompagnando il tutto con un bel boccale di birra spillato sul momento. L’8 e il 9 dicembre in Piazza Santissima Annunziata si tiene la Fierucola dell’Immacolata, mentre la Fierucolina di Natale ha luogo in Piazza Santo Spirito il 16 dicembre. Chianciano Terme dal 24 novembre al 6 gennaio, si trasforma nel Paese di Babbo Natale, scenografie fatte di luci, alberi, stelle e proiezioni guidano i visitatori attraverso un mondo incantato, fino ad arrivare alla dimora di Babbo Natale con tante attività per i più piccoli. Dal 10 novembre al 23 dicembre alla Villa la Versiliana a Marina di Pietrasanta si tiene il Mondo di Babbo Natale con il villaggio e il mercatino degli elfi, lo spazio letterina, il laboratorio dei giocattoli di legno e quello della cartapesta, la slitta con le renne e tante altre sorprese. Torna anche il Villaggio Tirolese di Arezzo, dal 17 novembre al 26 dicembre in piazza Grande ci saranno le caratteristiche casette di legno con i prodotti tipici del Tirolo.

There are many events that take place at Christmastime. Here are some markets not to be missed. In Florence, one of the most well-known Christmas market is surely the Weihnachtsmarkt, the traditional market featuring German craftsmanship and food. It takes place between November 28 and December 20 in piazza Santa Croce, which fills with decorated wooden stands in full Christmas style. The aroma of würstel and ham hocks cooked over a fire, pretzels, strudel and other delicacies fill the air and invite visitors to give into gluttonous temptations, perhaps washing everything down with a good glass of beer. On December 8 and 9, in piazza Santissima Annunziata, there’s the Fierucola dell’Immacolata, while the Christmas Fierucolina takes place in piazza Santo Spirito on December 16. From November 25 to January 6, Chianciano Terme transforms into Santa’s Village, a scenic sight made of lights, trees, stars and projections that guide visitors through an enchanted world before arriving to Santa Claus’s house, where children are welcomed with a myriad of activities. From November 10 to December 23, Villa la Versiliana in Marina di Pietrasanta is hosting the World of Santa Claus, with an elf village and market, a place to write your Christmas letters, a toy workshop, reindeer sleigh rides and much more. The Tyrolese Market also returns to Arezzo from November 17 to December 26, in piazza Grande, featuring characteristic wooden huts selling typical products from Tyrol.

Eventi in Toscana - Tuscany Events

Mercatini di Natale in Toscana

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In the fascinating village of Abbadia San Salvatore, every year on December 24, one of the most beautiful Christmas traditions in Tuscany is celebrated: the fiaccole, or bonfires. The evening before Christmas Day, the city fills with shepherdesses singing and the warmth of the fire brings locals and tourists on a fantastic journey back in time. This beloved tradition dates to before the year 1000, when the townsfolk near the abbey and from villages along the via Francigena came here for midnight mass. Fires were lit to illuminate the road and keep the people warm. Still today, large piles of wood are placed in front of the abbey and in other places around the historic centre as the people await midnight. The entire town pours into the streets to celebrate Christmas. The event begins around 6pm, with the lighting of the bonfire under the loggias. Later, towards 9pm, is the blessing of the choir, who sing and play throughout the streets, stopping in front of each bonfire. The festivities conclude with the opening of the cellars after mass ends.

www.visittuscany.com

www.cittadellefiaccole.it

Abbadia San Salvatore, Città delle Fiaccole


Il Giardino di Millo

38 | NATURART | SETTEMBRE 2018

Prima residenza d’artista al Giardino di Cino —

Francesco Camillo Giorgino è Millo, uno street artist di fama internazionale che ha realizzato opere in tutto il mondo e che si è fermato una settimana a Pistoia invitato dall’associazione culturale Spichisi in collaborazione con il progetto Giorgio Tesi eARTh


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realizzato al Giardino

work for Cino’s Garden.

di Cino. Accanto, un

Opposite, a moment

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citizens and tourists.

attenzione da cittadini e turisti.

testo Spichisi —

foto Lorenzo Gori

M

illo ed Eleonora sono arrivati una sera dopo aver attraversato mezza Italia con un treno che aveva più di due ore di ritardo e fino alle 2 di notte hanno girato per il centro con noi di Spichisi, osservando e lasciandosi osservare dalla città. Millo è abituato a lavorare in grandi metropoli e in zone periferiche. Questa sarà la sua prima opera in un centro storico, e sembra elettrizzato all’idea. “Sono arrivato direttamente nel centro storico. I centri storici mi fanno pensare subito all’Italia vera. Spazi come il giardino di Cino

Le opere di Millo sono prevalentemente in bianco e nero con un forte elemento iconico sono architettonicamente complessi, difficili da replicare se uno li volesse progettare oggi. Per questo in questi luoghi possono succedere cose magiche, certo, a volte anche meno “magiche”, ma sono luoghi che lasciano spazio per far succedere qualcosa, e questo è importante.”

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— Millo non ama molto esprimersi con la voce, preferisce parlare attraverso le linee che traccia sui muri bianchi. Quella

sicuramente è la sua intervista più bella. Francesco Camillo Giorgino ha sempre disegnato, fin da quando era bambino e, dopo la facoltà di architettura, questa passione è diventata la sua vita, per fortuna. E da allora ha disegnato in tutto il mondo. “Secondo me quello che faccio non riqualifica niente. Ogni tanto sentiamo sindaci che dicono di aver riqualificato un quartiere perché hanno fatto fare dei murales. Il mio lavoro accende solamente i riflettori su una situazione. Migliorare i servizi per i cittadini, diminuire la criminalità. Quello è riqualificare. Ultimamente si utilizza molto questa parola, c’è un abuso, ma io non credo che sia sempre corretta.” È vero, la riqualificazione è il miglioramento

della qualità della vita, soprattutto di quei cittadini che si trovano in situazioni critiche, di povertà e disagio. Qualsiasi opera d’arte non può essere pensata in termini di riqualificazione se non c’è un’attività che la fa vivere e che fa vivere l’ambiente che la ospita. — Per questo è fondamentale che gli interventi artistici si inseriscano in progetti strutturati che prevedono un lavoro quotidiano sul territorio, composto da molti e diversi aspetti, come quello che Spichisi svolge per il progetto del giardino di Cino. La partecipazione è ciò che supporta questo tipo di iniziative: per un’associazione culturale


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____

Dopo la facoltà di

After studying

architettura, questa

architecture, this

passione è diventata la

passion became his

sua vita e da allora ha

life. Since then, he has

disegnato, con grande

drawn very successfully

successo, in tutto il

all over the world.

senza scopo di lucro è vitale il coinvolgimento della cittadinanza perché si continui ad alimentare l’energia che rende possibile portare avanti questi progetti. La riqualifica si fa tutti i giorni, facendo ognuno la propria parte. Ma i riflettori che si accendono grazie alle opere di Millo possono fare da catalizzatore. L’arte fa riflettere, è uno dei mezzi più immediati per aprire la mente e attivare il pensiero, e noi crediamo che se davvero c’è un abuso nell’uso della parola riqualificazione, non sia proprio il caso di quando viene accostata al lavoro di Millo. Certo, Pistoia non può dirsi degradata. Ma esiste un tipo di degrado che può affliggere anche una città come la nostra.

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 41

mondo.


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NATURART | SETTEMBRE 2018 | 43

Le opere di Millo nascono come una canzone: strumenti, parole e armonie diverse si fondono per creare un’unica immagine finale…

Millo’s works take form like a song: instruments, words, and different harmonies come together to create a single final image.


____ Millo è abituato a lavorare in grandi metropoli e in zone periferiche e questa è la sua prima opera in un centro storico. ____ Millo is used to working in large cities and suburbs. This is his first artwork in a

Un degrado che si chiama dimenticanza e abbandono. Un’opera d’arte che nasce entrando in dialogo con un luogo che è stato dimenticato può raccontare nuovamente la storia di quel luogo e può rimettere in funzione la memoria storica di chi lo abita.

historical center.

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— Le opere di Millo sono prevalentemente in bianco e nero con un forte elemento iconico. Le figure umane sono definite spesso “goffe” dall’autore. “La goffaggine fa parte di ognuno di noi. Io sono goffo. La goffaggine è un aspetto che ci appartiene, nonostante il web ci faccia credere esattamente il contrario.” Mostrare la nostra parte vulnerabile, che di solito si tenta di nascondere, è anche mostrare la nostra parte più vera. Mostrare la nostra parte più vera ci mette tutti su uno stesso piano. Per questo l’arte di Millo è capace di comunicare, perché attinge a qualcosa di profondo che accomuna tutti. I murales di Millo nascono come nasce una

canzone. Strumenti, parole e armonie diverse si fondono per creare un’unica immagine finale. Alcuni suoni si traducono in alcune immagini. Una batteria elettronica per esempio fa lo sfondo di immagini urbane in bianco e nero. I colori sono la chitarra, il personaggio è il testo. L’ispirazione può arrivare da storie vere o nascere a livello inconscio, quando Francesco è davanti al foglio di carta e disegna linee e segni che solo dopo innescano una scintilla e diventano un’idea concreta da realizzare. A Pistoia Millo si è lasciato ispirare dalla storia del giardino di Cino e dallo spirito che muove tutte le iniziative di Spichisi. “È stato meraviglioso essere qui e vedere quanto possiamo fare per i nostri spazi”, scrive Millo sul suo instagram. Il frutto dell’incontro tra Millo e Spichisi è stato “No hesitation”, unico murales in Italia così vicino ad un Duomo. A commento dell’opera Millo dice: “A volte dovremmo semplicemente liberarci delle nostre strutture, lasciare che

qualcuno giri la chiave e apra il nostro cuore”. — Spesso i personaggi di Millo sono protagonisti di azioni molto poetiche, come i due ragazzi di “No hesitation”.“Una signora anziana che guarda un topo disegnato su una parete che rosicchia un osso a forma di Italia, per esempio. Lei lo sa già che è così, ma lo sa già da molto tempo. Il mio messaggio vuole essere positivo. Se lo guarda un bambino che cresce per vent’anni sotto un murales, voglio che veda un messaggio positivo.” — Le residenze d’artista de “Il Giardino di Cino” sono sostenute da Fondazione Caript e Giorgio Tesi Group, col patrocinio di Comune di Pistoia e Regione Toscana. Si ringraziano anche Caparol, Edil Tre B, Brandini e Discover Pistoia. Gli altri partner del giardino sono Mati 1909, Conad del Tirreno, R. Mutt 1917, Agricom. ☜


____ Per l’Associazione Spichisi, vero motore dell’iniziativa, è vitale il coinvolgimento della cittadinanza perché si continui ad alimentare l’energia che rende possibile portare avanti progetti come questo. ____ For the Associazione Spichisi as the real driving force behind the initiative, it has been vital to involve local inhabitants to continue to feed the energy that makes it possible to carry out projects like this.

The first artist-in-residence at Cino’s Garden

Francesco Camillo Giorgino is Millo, an internationally renowned street artist who has created works worldwide. Invited by the Spichisi cultural association, he stopped by Pistoia for a week as the first artist-in-residence at Cino’s Garden

M

illo and Eleonora arrived very late one evening, having crossed half of Italy by train and been delayed for more than two hours. Accompanied by the Spichisi delegation, they wandered around the center until 2 am as they saw and were seen by the city. Millo is accustomed to working in large cities and suburban areas. This is his first work in a historical center, and he seems excited by the idea. “I went immediately to the historical center. Historical centers make me think immediately of the real Italy. Spaces like Cino’s Garden are architecturally complex and, if designed today, would be difficult to repeat. That’s why magical things can happen in places like these that, of course, are sometimes also less “magical”. However, they are places that leave room to make something happen, and this is important.”

— Millo is not much of a talker, preferring to speak through the lines he traces on the white walls, which is surely his best interview. Since he was a child, Francesco Camillo Giorgino has always drawn. After studying architecture, this passion has happily become his life. Since then, he has drawn all over the world. “In my opinion, what I do doesn’t redevelop anything. We sometimes hear mayors say they’ve redeveloped a neighborhood merely because they had some murals painted. My work only puts a spotlight on the situation. Improving services for townspeople and reducing crime – that’s redeveloping. Recently, this word’s been used – or rather misused – a lot and I don’t think it’s always correct. “ It is true that redevelopment improves the quality of life, especially among those townspeople who find themselves in difficult situations, e.g., poverty

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Millo’s Garden



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Millo con Claudio

Millo with Claudio

Galligani, Presidente

Galligani, Spichisi’s

di Spichisi, durante

president, during

l’incontro aperto a

the very successful

tutti che si è svolto il

public encounter held

30 Ottobre nell’area

on 30 October in the

di lettura “Discover

San Giorgio Library’s

Pistoia” della Biblioteca

“Discover Pistoia”

San Giorgio e che

reading area.

ha visto una grande partecipazione di pubblico.

Millo’s works are predominantly in black and white with a strong iconic element. — The artist often describes the human figures as being “awkward”. “We all have some awkwardness in us. I’m awkward. We’re all awkward, although the web makes us believe exactly the opposite. “ Showing our vulnerable side, which we usually try to hide, is also showing our inner self, something which levels the playing field. This is why Millo’s art is capable of communicating as it draws on that something profound which unites us all. — Millo’s murals are created in the same way as a song Different instruments, words, and harmonies come together to form a single final image. Some sounds are translated into some images. For example, an electronic battery creates the black-and-white background of urban images. The colors are the guitar; the figure is the lyrics. Inspiration can come from real-life or unconsciously. When Francesco begins drawing on the sheet of paper before him; he doodles until something sparks, which becomes the concrete idea to be created.

— Millo’s figures are often very poetic action heros, like the two figures in “No hesitation”. “An elderly lady is looking at the mouse drawn on a wall that is gnawing a bone in the shape of Italy, for example. She already knows that things are like that; she’s known it for a long time. I want my message to be positive. If a child who has grown up for twenty years under a mural looks at it, I want the child to see a positive message. “ — The artist residencies for Cino’s Garden are supported by Fondazione Caript and the Giorgio Tesi Group. We would also like to thank Caparol, Edil Tre B, and Brandini. The other partners supporting the garden are Mati 1909, Conad del Tirreno, R. Mutt 1917, and Agricom. ☜

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and hardship. Terms of redevelopment cannot be applied to any work of art if there is not something that makes it – and the host environment – come alive. This is the fundamental reason why art works are introduced into projects structured to include daily tasks in the area. They consist of many and various aspects, like Spichisi’s role carried out for the project in Cino’s Garden. Participation is what supports this type of initiative. For a non-profit cultural association, the contribution of the townspeople is vital as it continues to nurture the energy that makes carrying out these projects possible. Redevelopment is done every day, with each one doing their own part. Yet the flood lights illuminated because of Millo’s works can act as a catalyst. Art makes us think. It is one of the most immediate ways to open up the mind and trigger thoughts. In addition, we believe that if the word “redevelopment” has been misused, it is not really the case when placed next to Millo’s work. In Pistoia, Millo let himself be inspired by the history of Cino’s Garden and by the spirit that moves all of Spichisi’s initiatives. “It’s be wonderful to be here and to see how much we can do for our spaces,” Millo wrote on his Instagram. The result of this meeting between Millo and Spichisi was “No hesitation”, the only murals in Italy in close vicinity to a cathedral. Commenting on the work, Millo said, “Sometimes we should break free from our buildings and let someone turn the key to open our hearts.”


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Giorgio Tesi Group

Pistoia nel mondo —

Giorgio Tesi Group continua con il lavoro di promozione in tutto il mondo della nostra città e del suo verde

Uno dei 4 totem del “Giardino della Mente” realizzati da Michele Fabbricatore e collocati al Villaggio Coldiretti allestito al Circo Massimo a Roma. ____ One of the four “Garden of the Mind” totems made by Michele Fabbricatore and located in the Villaggio Coldiretti at the Circus Maximus in Rome.

foto

Lorenzo Baldi

Carolina Begliomini

P

istoia ed il “suo” verde sono stati grandi protagonisti dal 5 al 7 ottobre scorsi al Villaggio Coldiretti allestito al Circo Massimo a Roma, dove oltre un milione di persone hanno gustato ed apprezzato le eccellenze del Made in Italy. Accanto alle specialità gastronomiche italiane i visitatori hanno potuto ammirare oltre 800 varietà di piante tipiche della produzione pistoiese, e non solo, messe a disposizione dalla Giorgio Tesi Group che ha curato l’allestimento a verde degli 80.000 mq del Villaggio, dando ampia visibilità anche a due importanti progetti culturali promossi quest’anno: Il Giardino della Mente e Cosimo Degli Alberi, entrambi dell’artista pistoiese Michele Fabbricatore. — Quattro totem di 4 metri ciascuno del Giardino della Mente sono stati collocati al Circo Massimo, due all’ingresso del villaggio e due nella zona dei

laboratori didattici dove è stata allestita un’area dedicata a Cosimo Degli Alberi, il personaggio del primo volume per bambini della Giorgio Tesi Editrice, una favola moderna, che invita a riflettere sul dialogo tra natura e realtà urbana, con l’obiettivo di sostenere in grandi e piccoli un pensiero ecologico. — “Sono felice – ha commentato Fabrizio Tesi, legale rappresentante di Giorgio Tesi Group e presidente Coldiretti Pistoia – che con questa iniziativa siamo riusciti a portare a Roma un po’ del cuore verde della nostra città e della nostra terra e soprattutto che le piante di Pistoia, che esprimono unicità e bellezza tipiche del nostro territorio e che sono riconosciute ed apprezzate in tutto il mondo, siano state ammirate ed apprezzate da una folla così numerosa in visita al Villaggio Coldiretti. Venerdì 5 ottobre inoltre, Giorgio Tesi Editrice in collaborazione con la Cooperativa Pantagruel ha tenuto un laboratorio didattico dal titolo “Cosimo degli Alberi e il Giardino della Mente – Alla scoperta di una città dal cuore verde” rivolto alle scuole in visita al Villaggio, con l’obiettivo di sensibilizzare i più piccoli, e di riflesso le loro famiglie, verso scelte di vita più “green”. ☜

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____

testo


____ Alcuni momenti dell’attività di laboratorio rivolta alle scuole in visita al Villaggio – organizzata dalla Giorgio Tesi Editrice in collaborazione con la Cooperativa Pantagruel – con l’obiettivo di sensibilizzare i più piccoli, e di riflesso le loro famiglie, verso scelte di vita più green. ____ Some scenes from the workshop organized by Giorgio Tesi Editrice, together with the Cooperativa Pantagruel, for schools visiting the village to raise awareness among children, and consequently their families, regarding greener lifestyle choices.

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Alla fine di settembre, la Giorgio Tesi Group ha ricevuto la visita dei delegati di AIPH (International Association of Horticultural Producers) provenienti dai 5 continenti che hanno espressamente richiesto di organizzare visite professionali presso aziende rappresentative di Pistoia e Pescia, e constatare le capacità produttive e la tradizione vivaistica del più grande Distretto europeo. La visita è stata inserita nel programma di eventi dei delegati in occasione del 70° Congresso dell’AIPH, un evento unico per l’Italia e di grande valore tecnico ed alto profilo istituzionale, che si è svolto nel mese di settembre al FLORMART di Padova, lo storico salone internazionale del florovivaismo giunto alla 69° edizione. Determinante nell’organizzazione delle visite il contributo dell’Associazione Nazionale Vivaisti Esportatori (ANVE), che da ottobre 2015 è socio AIPH per l’Italia, e di cui Giorgio Tesi Group e tutte le altre aziende coinvolte nella visita sono socie. I delegati sono stati accolti dal Prof. Carlo Vezzosi, agronomo e presidente della Fondazione Giorgio Tesi Onlus, e da alcuni responsabili commerciali dell’Azienda nel vivaio Giorgio Tesi Group di Quarrata per mostrare loro l’Arboreto di Cupressus che raccoglie oltre alle specie di cupressus presenti nel mondo, anche alcune varietà selezionate e resistenti al fungo “Seridium Cardinale”, volgarmente detto “cancro del cipresso e le principali varietà di Cupressus coltivate in Europa. Una collezione unica di specie e varietà di cipressi che è stata realizzata grazie alla collaborazione con l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR di Firenze. Successivamente la delegazione ha visitato il vivaio dell’azienda nel quale

sono coltivate le rose, una specialità dell’Azienda frutto di amore e esperienza pluri – trentennale, per poi essere accolta da Fabrizio Tesi, Legale Rappresentate Giorgio Tesi Group e da Marco Cappellini, Direttore Generale, nella sede in via di Badia dove sono stati accompagnati alla scoperta della produzione tipica pistoiese, del polo logistico – fiore all’occhiello della sede di Pistoia, che garantisce collegamenti giornalieri con le 4 filiali del gruppo nel resto d’Italia – e del “Il Giardino della Mente”, l’installazione pensata dall’artista Michele Fabbricatore. La visita si è conclusa con un cena in azienda, che oltre a rappresentare un momento conviviale è stata anche l’occasione per affrontare con rappresentanti del settore provenienti da tutto il mondo tematiche attuali per il vivaismo.

Durante la loro visita i delegati AIPH hanno potuto vedere e toccare con mano le capacità produttive e la tradizione vivaistica del più grande Distretto Europeo. ____ During their visit, the AIPH delegates saw firsthand the productive capacities and the nursery tradition of the largest European District.

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I delegati AIPH, l’Associazione Internazionale dei Produttori, in visita alla Giorgio Tesi Group

ZOOM

____


____

____

Cosimo degli Alberi “in

“On the road” with

trasferta” durante la

Cosimo degli Alberi

kermesse romana della

at the Coldiretti fair in

Coldiretti.

Rome.

____

____

La Giorgio Tesi Group,

The Giorgio Tesi Group

con 800 varietà di

furnished 800 plant

piante, ha curato

varieties to cover the

l’allestimento a verde

80,000-plus square

degli oltre 80.000 mq

meters of the Villaggio

del Villaggio Coldiretti

Coldiretti at the Circus

del Circo Massimo.

Maximus.

Giorgio Tesi Group

Pistoia’s Green Around the World

GiorgioTesi Group continues its work of promoting worldwide our city and its green around the world

P

istoia and “its” greenery were star attractions from October 5 to 7 at the Villaggio Coldiretti set up at Rome’s Circus Maximus, where over a million people enjoyed the excellences of Made in Italy. Next to Italian gastronomic specialties, visitors could see over 800 varieties of plants typical of the Pistoia area, and then some. They were made available by Giorgio Tesi Group, which oversaw the Villaggio’s 80,000 square meters, giving ample visibility to the two important cultural projects being promoted this year: Il Giardino della Mente (The Garden of the Mind) and Cosimo Degli Alberi, both by the Pistoiese artist Michele Fabbricatore.

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Four 4-meter high totems for the Garden of Mind were placed at the Circus Maximus, with two at the entrance to the village and two in the educational workshop area where a space was set up dedicated to Cosimo Degli Alberi, the title character of the first children’s book published by Giorgio Tesi Editrice. This modern tale is an invitation to contemplate the dialogue between nature and urban environments, with the aim of encouraging adults and children to think ecologically.

Fabrizio Tesi, legal representative of Giorgio Tesi Group and president of Coldiretti Pistoia, commented, “I am happy that we managed with this initiative to bring to Rome a bit of the green heart of our city and our district and, most of all, that Pistoia’s plants, an expression of our district’s uniqueness and its typical beauty recognized worldwide, were admired and enjoyed by the very large crowd visiting Villaggio Coldiretti. In addition, on Friday, 5 October, Giorgio Tesi Editrice, together with the Cooperativa Pantagruel, held an educational workshop entitled “Cosimo degli Alberi and Garden of the Mind – Discovering a city with a green heart” for schools visiting the village. The objective was to raise awareness among children, and consequently their families, of making “greener” lifestyle choices. ☜


____ Fabrizio Tesi, legale rappresentante della Giorgio Tesi Group e Giacomo Galanda, Special Project Manager dell’azienda, insieme ad alcuni dipendenti ed al personale della Cooperativa Pantagruel, davanti ad uno dei totem del “Giardino della Mente”. ____ Fabrizio Tesi, legal representative of the Giorgio Tesi Group, and Giacomo Galanda, its Special Project Manager, together with some employees and staff of the Cooperativa Pantagruel, in front of one of the “Garden

____

____

Il verde pistoiese

The Giorgio Tesi Group’s

della Giorgio Tesi

Pistoiese greenery

Group protagonista

was the centerpiece

sia con l’allestimento

both because of the

dell’area fieristica che

preparation of the

con i laboratori su

fair area and the very

Cosimo degli Alberi,

successful workshops

che hanno avuto un

on Cosimo degli Alberi,

grande successo con i

held for the young

piccoli studenti romani.

Roman students.

Bonucci.

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 53

of Mind” totems.


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ZOOM

AIPH delegates at the Giorgio Tesi Group and Marco Cappellini, the Managing Director, in the headquarters on Via di Badia. The delegation was then shown Pistoia’s typical production as well as the Pistoia office’s showpiece, the logistics hub that guarantees daily connections with the group’s four branches in the rest of Italy, and “The Garden of the Mind”, the installation conceived by the artist Michele Fabbricatore. The visit ended with a dinner at the company that, in addition to being enjoyable, was also an opportunity to deal with current nursery issues with industry representatives from around the world.

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____

Nelle due foto i

In the two photos,

delegati dell’ AIPH,

the AIPH delegates,

acompagnati dal Prof.

accompanied by Prof.

Carlo Vezzosi, durante

Carlo Vezzosi, during

la visita all’Arboreto

their visit to the

di Cupressus situato

Cupressus Arboretum at

all’interno del vivaio di

the Giorgio Tesi Group’s

Quarrata della Giorgio

Quarrata nursery.

Tesi Group.

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At the end of September, the Giorgio Tesi Group, the European nurserycompany leader in ornamental-plant production, received a visit from delegates of the AIPH (International Association of Horticultural Producers). Coming from the five continents, they had expressly requested professional visits be organized at representative companies in Pistoia and Pescia, and to verify the productive capacities and the nursery tradition of Europe’s largest district. The visit was included in the delegates’ program of events for the 70th AIPH Conference, a unique event for Italy and one of great technical value and high-level institutional profile, which took place in September at FLORMART in Padua. The contribution by the National Association of Exporting Nurseries (ANVE) – the AIPH member for Italy since October 2015 – was crucial in organizing the visits. The delegates were welcomed to the Giorgio Tesi Group nursery in Quarrata by Prof. Carlo Vezzosi, agronomist and president of the non-profit Fondazione Giorgio Tesi, in addition to some of the company’s sales managers. They were shown the Cupressus Arboretum that collects not only cupressus species found around the world, but also some selected varieties resistant to the fungus “Seridium Cardinale”, commonly known as “cypress canker”, plus the main varieties of Cupressus grown in Europe. This unique collection of cypress species and varieties was created thanks to a partnership with the CNR’s Institute for Sustainable Plant Protection in Florence. Afterward, the delegation visited the company nursery where roses are grown, a Tesi specialty, a labor of love and of over thirty years experience. It was then welcomed by Fabrizio Tesi, Giorgio Tesi Group’s Legal Representative,


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© Maurizio Pini


Montagna pistoiese & fotografia

La voce del bosco — Una mostra fotografica di Lorenzo Gori, “Fuori stagione”, propone immagini invernali esposte in estate sul luogo dello scatto

testo

foto Lorenzo Gori lorenzogorifotografo.com

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Maurizio Ferrari


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____ La mostra “Fuori Stagione” raccoglie una serie di fotografie di paesaggi invernali, disposte lungo un percorso che dal CEA di Acquerino seguendo il sentiero forestale 02 porta al Rifugio del Faggione delle Valli ____ The “Fuori Stagione” exhibition is a series of photographs of winter landscapes, arranged along a route that leads to the Rifugio del Faggione delle Valli from the Acquerino CEA along Forest Trail 02

Il “Rifugio del Faggione delle Valli” — La montagna, però, è la sua vera passione, nella quale trovano spazio le due “anime” di Lorenzo, quella di anacoreta e quella di educatore, che lo hanno indotto, come Presidente dell’Associazione “La vita nova”, a gestire insieme ad altri il “Rifugio del Faggione delle Valli”, situato all’interno della Foresta demaniale dell’Acquerino, nel Comune di Sambuca pistoiese. L’edificio adibito a rifugio è un piccolo eremo, sobrio ma grazioso, adagiato su una radura, dove, qua e là, si ergono qualche faggio e qualche pero selvatico; dispone di otto posti letto in autogestione ed è aperto nella stagione estiva secondo calendario. Del faggio secolare, da cui il rifugio ha preso il nome, resta solo un minuscolo nuraghe in pietra che, nell’intenzione dell’ideatore, raccoglie lo spirito del grande albero, caduto nel gennaio del 1996. Il nuraghe è al centro di due cerchi delimitati da pietre, a cui Lorenzo ha dato il nome di “giardino delle farfalle”, un luogo popolato da cardi selvatici dove centinaia di farfalle svolazzano fino ad autunno inoltrato e che vuole simboleggiare il ciclo vitale, la rinascita della vita all’avvento di ogni primavera. Ma anche l’idea di “rifugio” che Lorenzo ha, e che vorrebbe

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L’

amore profondo per la montagna non si dimostra saccheggiandone il territorio, seguendo mode indotte o piegandola ad un uso più o meno consumistico, ma vivendola sempre, in carne o in spirito. Anche semplicemente da una finestra di un condominio di città si può amare davvero la montagna, perché essa è un valore morale e spirituale, prima ancora che un luogo fisico: è pace interiore, elevazione, umiltà e forza, sintonia col Creato. Non è un caso, dunque, che la montagna attiri anche cittadini propensi a farsi rapire da quell’universo intimamente poco conosciuto. Uno di loro è Lorenzo Gori, che ha amato i monti fin da piccolo, pur essendo nato alla periferia di Pistoia. Si tratta di un cittadino che ha imparato a carpirne i segreti a poco a poco, assecondandone i ritmi lenti, col cuore più che con la mente. Lorenzo è un giovane di indole mite, ma si indigna quando vede la montagna usata e non percepita nel suo incomparabile ruolo di maestra di vita. Di professione fa il fotografo e si definisce “fotografo dualista”, dato che i suoi interessi muovono dal realismo proprio della più immacolata quotidianità, ma si estendono alla gestione e all’utilizzo della luce artificiale, nell’ambito dell’artigianato di pregio delle più grandi case di moda toscane.


____ Estate e Inverno si propongono non in antagonismo, ma come due aspetti di un medesimo soggetto, tanto che l’inquadratura di ogni foto si sovrappone perfettamente all’ottica del escursionista… ____ Summer and winter are not opposites, but two aspects of the same subject, so that the framing of each photo is superimposed perfectly on the hiker’s perspective...

trasmettere ai turisti, nasconde un risvolto filosofico, cioè quello di riscoprire il valore originario della parola, offrendo ospitalità ma anche un approdo spirituale a chi si sente travolto dai ritmi caotici della vita quotidiana.

La mostra fotografica “Fuori Stagione”

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— L’anacoreta e l’educatore si sono materializzati in una mostra itinerante che Lorenzo Gori ha intitolato “Fuori Stagione” e che raccoglie una serie di fotografie di paesaggi invernali, disposte lungo un percorso che si snoda dal Centro di Educazione Ambientale (CEA) e conduce, per il sentiero forestale 02, al Rifugio del Faggione delle Valli. Il sentiero attraversa scorci più angusti, dove si accalca una straordinaria biodiversità botanica, e allora, in mezzo a fitti cespugli di nocciolo si divincolano ciliegi e qualche sparuto acero alla ricerca della luce solare. Poi, più avanti, la vista si apre a campi e monti lontani, in un’alternanza di prospettive che sconcerta e affascina nello stesso tempo. Le foto di Lorenzo che corredano il percorso sono rade, quasi pudiche, per dar modo al pellegrino di riflettere e cercar di carpire la segreta voce del bosco nella mutevolezza delle stagioni e soprattutto in inverno, quando la neve trasforma i panorami e quando i grandi

guardiani verdi, le alte douglasie, si inchinano pericolosamente sotto il peso della coltre nevosa e abbandonano per qualche tempo la loro eretta maestosità. Questa è la stagione che Lorenzo sembra preferire, la meno “scontata” e anche la meno turistica, ma forse quella più adatta a mostrare il volto della montagna povera, non griffata, che mantiene la sua bellezza rude e intonsa e che è degna di essere amata e protetta così com’è, come una gemma preziosa. Realtà estiva e realtà invernale si propongono al visitatore non in antagonismo, ma come due aspetti di un medesimo soggetto, tanto che l’inquadratura di ogni foto si sovrappone perfettamente all’ottica

del viandante, quasi un messaggio subliminale di tipo pedagogicodidattico che invita ad amare la montagna anche quando sembra ostile all’uomo e non permette picnic o scampagnate della domenica. Non c’è nulla di agiografico o di illustrativo, solo un’estrema semplicità che forse è la lente più adatta ad evidenziare i piccoligrandi tesori che ci elargisce quotidianamente la natura. L’intero progetto è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione con SassiScritti, con CEA Acquerino Rifugio “Il Faggione delle Valli”, con il Corpo dei Carabinieri Forestali e con l’Unione dei Comuni dell’Appennino pistoiese. ☜


Pistoia’s mountains and photography

The voice of the forest

“Off Season”, a photographic exhibition by Lorenzo Gori, offers winter images exhibited during the summer in the place where they were taken

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O

ne does not show a deep love for the mountains by plundering them, following the latest trends, or bending them to basically consumer uses, but by always experiencing them in person or in spirit. It is possible to fall in love with the mountains even from the window of an apartment in town, because they have a moral and spiritual value, even before a physical one. Mountains have an inner peace, loftiness, humility, strength, and harmony with the universe. Not coincidentally, the mountains also attract anyone who is likely to be captivated by this little-known inner universe. One such person is Lorenzo Gori, who has loved the mountains since a child, although born on the outskirts of Pistoia. A city boy, he learned to gradually cajole the mountains out of their secrets, preferring their slow pace with his heart more than with his mind. Lorenzo is an easygoing young man. However, he becomes indignant when he sees the mountains exploited and not recognized for their unique role as a teacher of life. A professional photographer, he defines himself as a “dualist photographer”. His interests swing from the realism of a more pristine everyday life and extend to the use of artificial light in the context of the fine handicraft of Tuscany’s greatest fashion houses.


The Faggione delle Valli Refuge

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— However, the mountains are his true passion. Here is where Lorenzo’s two “souls” are found –one, a hermit; the other, a teacher. They have persuade him, as president of the Associazione “La vita nova”, to manage, together with others, the Faggione delle Valli Refuge, located in the Acquerino State Forest, in the Municipality of Sambuca Pistoiese. The building used as a refuge is a small hermitage. Sober but graceful, it is set in a clearing where some beech and wildpear trees are scattered here and there. Self-managed, it sleeps eight and is open during the summer season according to a schedule. Of the centuries-old beech, which gave the refuge its name, there remains only a tiny stone nuragh whose designer’s intent was for it to receive the spirit of the large tree that fell in January 1996. The nuragh is in the center of two circles bordered by stones. Named the “butterfly garden” by Lorenzo, it is populated by wild thistles where hundreds of butterflies flit until late autumn, symbolizing the cycle of life and its rebirth with the advent of every spring. However, Lorenzo also has an idea of “refuge” he would like to convey to tourists. It conceals a philosophical aspect, i.e., rediscovering the original value of a word, offering hospitality as well as a spiritual haven for those who feel overwhelmed by the chaotic rhythms of everyday life.

The “Off-Season” photo exhibition — The hermit and the teacher have materialized in a traveling exhibition Lorenzo Gori has entitled “Fuori Stagione”, (“Off-Season”). This collection of a photographic series of winter landscapes is arranged along a trail that runs from the Center for Environmental Education (CEA) to the Faggione delle Valli Refuge along Forest Trail 02. The path crosses ever narrower vistas overrun by an extraordinary botanical biodiversity. The cherry trees and some scrubby maples twist in their search for the sun amidst the dense hazel bushes. Further on, the view opens to distant fields and mountains, in alternating perspectives that bewilder and fascinate at the same time. Placed along the path, Lorenzo’s photos are sparse, almost modest. Pilgrims are given the opportunity to contemplate and try to elicit the secret voice of the forest in the changing seasons, but especially in

winter. The snow transforms the vistas; the tall Douglas firs, towering green guardians, bow dangerously under the weight of the snowy blanket to abandon their upright majesty for a time. This seems to be Lorenzo’s favorite season, less “predictable” as well as less touristy. Yet it is perhaps most appropriate for showing the face of these simple, unfashionable mountains, maintaining a rough, untouched beauty worthy of being loved and protected as the precious jewel they are. The worlds of summer and winter are presented to the visitor not as rivals, but as two aspects of the same subject. The framing of each photo is superimposed on the traveler’s perspective. It is almost a subliminal pedagogical-didactic message, an invitation to love the mountains even when they seems hostile to humans and do not allow Sunday picnics or outings. There is nothing hagiographic or


____ In inverno la Foresta dell’Acquerino regala scorci davvero splendidi con panorami mozzafiato ____ Aquerino Forest in winter offers truly splendid views with breathtaking panoramas

illustrative, just an extreme simplicity that is perhaps the most suitable lens for drawing attention to the little big treasures that nature gives us daily. The entire project was made possible thanks to the partnership with SassiScritti, CEA Acquerino Il Faggione delle Valli Refuge, the Forest Carabiniere Corps, and the Pistoiese-Apennines Union of Municipalities. ☜

Villa Agnolaccio Residenza d'Epoca - Historic Building

Via Acciaio e Agnolaccio, 13 Pistoia (PT), Italy info@villaagnolaccio.com www. villaagnolaccio.com


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Le Gelada

Eleonora Angelini Responsabile della didattica e comunicazione Giardino Zoologico di Pistoia

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Ci sono storie che iniziano intorno ad una tazza di thé e quella che vi voglio raccontare ha come ingredienti un’antica amicizia, molta competenza, la smodata passione per gli animali e un pizzico di incoscienza, quella sana che porta a voler vincere sfide fatte di carte, burocrazia e scarsità di fondi. È stato in un momento di pausa di un Convegno dedicato alla Ricerca che Ivan Norscia, Elisabetta Palagi e Marco Zuffi hanno iniziato a raccontarci del loro progetto di studio dedicato alle Gelada, bellissime scimmie che abitano gli altipiani dell’Etiopia. Conosciamo Ivan, Elisabetta e Marco da molti anni: stimati studiosi del comportamento animale hanno più volte intrecciato le loro strade con quelle del GZP. Elisabetta e Ivan sono i primatologi che seguono il progetto dei lemuri in Madagascar grazie al quale è stato possibile non solo accrescere le conoscenze sui Lemuri catta ma anche sostenere la scolarizzazione dei bambini che vivono nella foresta di Berenty (nel sud del Madagascar). Marco, invece, è un punto di riferimento internazionale per lo studio della erpetofauna; un progetto presentato da loro tre era sicuramente motivo di attenzione.

Le Gelada sono scimmie ancora poco conosciute e mancano soprattutto informazioni sul loro comportamento in rapporto all’uomo con cui condividono territori. Gli altipiani dell’Etiopia sono terre di pastori e agricoltori che da sempre convivono con questi grandi primati erbivori: intervistando la popolazione i ricercatori potranno recuperare anche dati storici sulla consistenza numerica della specie sulla quale non sono stati fatti censimenti recenti. Ogni progetto necessita di fondi che l’Università da sola non riesce a provvedere ed è per questo che diventa fondamentale il sostegno economico dei giardini zoologici. Il GZP, insieme ad altri giardini zoologici, ha aderito finanziando, grazie al supporto dei propri visitatori, il percorso appena iniziato. La scorsa primavera il primo viaggio per il sopralluogo e la costruzione dei primi rapporti con tutte le persone coinvolte (università e amministrazioni locali) e ad ottobre la spedizione per iniziare la raccolta dati sul comportamento. Non ospiteremo al GZP le Gelada ma crediamo che l’aiuto a questo progetto possa aiutare la conservazione di questa meravigliosa specie e assicurarla al futuro così condizionato proprio dal rapporto tra uomo e la natura.


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Geladas

highlands are home to shepherds and farmers who have always lived side by side with these great herbivorous primates. By interviewing the local population, researchers will also be able to collect historical data on the numerical consistency of the species for which no recent censuses have been made. Every project needs funds that the university alone cannot provide and this is why the economic support of zoos becomes essential. along with other zoos, the GZP has provided funding, thanks to its visitors’ support, for the journey just begun. The first trip to visit and begin building relationships with all the people involved (universities and local administrations) was last spring. In October, the expedition began to collect data on behavior. Although we will not keep a gelada at GZP, we do believe that this project offers a helping hand to assist with the conservation of this marvelous species and assure it a future conditioned by the relationship between humans and nature.

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Some stories start around a cup of tea and what I want to tell you has as ingredients an old friendship, a lot of expertise, an inexhaustible passion for animals with a pinch of wholesome craziness to win dares made of paperwork, bureaucracy, and a scarcity of funds. During a break at a conference dedicated to research, Ivan Norscia, Elisabetta Palagi, and Marco Zuffi began to tell us about their study project dedicated to geladas, the beautiful monkeys living in the highlands of Ethiopia. We have known Ivan, Elisabetta, and Marco for many years. Esteemed animal behaviorists, their paths have repeatedly crossed those of the GZP. Elisabetta and Ivan are primatologists who follow the lemur project in Madagascar, as a result of which it has been possible not only to increase our knowledge of the ring-tailed lemur but also to support the schooling of children living in the Berenty forest (in southern Madagascar). On the other hand, Marco is an international point of reference for the study of the herpetofauna. Any project they present certainly requires attention be paid to it. Geladas are still little known monkeys. In particular, there is a lack of information on their behavior in relation to the humans with whom they share territories. Ethiopia’s

www.zoodipistoia.it


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Gianfranco Chiavacci

Binario Vivo —

testo Luca Sposato

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Una nuova vita per le opere dell’artista pistoiese (1936-2011), esposte e ammirate nel mondo tra Parigi e New York


____

____

____

In apertura opera su

Sopra e in alto:

A destra: “Elaborazione

carta del 1964. ____

“Prospettive come OP.”,

Binaria”, acrilico su

Opening pages, work on

china su carta, 1966. ____

legno, 1971. ____

paper, 1964.

Above and top:

On the right:

“Prospettive come OP.”,

“Elaborazione Binaria”,

Ink on paper, 1966.

acrylic on wood, 1971.

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____ Sopra: Rete, stampa vintage ai Sali d’argento, 1970. ____ Above: Rete, vintage print with silver nitrate, 1970.

tutto il concentrato di un’epoca, attorno alla quale ancora oggi maturano scoperte e rivelazioni. Una rivoluzione, in tutto e per tutto. — Nato nel pistoiese il 1 dicembre del 1936, scenario dove ha lavorato per tutta la sua esistenza, Chiavacci soddisfa le prime esigenze artistiche negli anni Cinquanta, accogliendo la pittura informale, significativa nelle proposte culturali del Dopoguerra, ingrediente visivo di una ricerca filosofica profonda e insaziabile. Se, innegabile, il corso di formazione all’IBM nel 1962 ha fornito all’artista la struttura del pensiero ribattezzato Binarietà, l’acuta osservazione dell’importanza dei sistemi di

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G

li sconvolgimenti artistici degli anni Sessanta cesellarono quel torpido wellness socio-economico manifestando, a colpi di colore e polemica, tutta la volontà di conquista intellettuale contro ogni anacronismo. Le Biennali d’arte veneziane susseguitesi in quel decennio furono il paradigma di una consapevolezza vitale e partecipata del pubblico nell’universo artistico, sempre più globale e criticamente esigente: dopo la clamorosa consacrazione della Pop-art del 1964, pionieristicamente arroccata a Venezia tramite l’alfiere Peggy Guggenheim, e prima della contestata edizione del 1968, con artisti solidali e arguti che esposero le proprie opere coperte, emblematica resta la scelta del ’66 di consacrare l’arte cinetica e programmata. Fu inaugurata proprio a margine di quell’Esposizione, nel febbraio del 1967, la prima personale dell’artista Gianfranco Chiavacci presso la storica galleria Numero di Fiamma Vigo. Un evento massiccio per la portata intuitiva e la fermezza teorica di un’arte collimante di


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____

“Grande presenza

“Grande presenza

azzurra”, elementi

azzurra”, binary

binari su legno, 1969.

elements on wood,

Collezione Fondazione

1969. Fondazione Cassa

Cassa di Risparmio,

di Risparmio Collection,

Pistoia.

Pistoia.

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____ Introduzione come possibilità bidimensionale, collage su cartone, 1963. ____ Introduction of the composition as a twodimensional possibility, collage on cardboard, 1963.

automazione, della macchina, nello sviluppo di un linguaggio totalmente nuovo e prevalente nella vita quotidiana, non trova paragoni se non con colleghi illustri: da Duchamp, a Munari a Morellet, è nota la creazione di un vocabolario visivo fondante sulla natura meccanica dei media e sulla luce artificiale, i nuovi soli e le nuove stelle cui l’artista contemporaneo trae ispirazione, ma è risolutamente interessante la scelta del Chiavacci di analizzare il mondo da dentro la macchina, rendendo obsoleto qualsiasi estetismo a favore di un poetico concetto. Non stupisca, dunque, l’affermazione cabrante che sta avvenendo a distanza di Cinquant’anni dalle rivoluzioni culturali, non sorprenda il vedere quadri, carte o fotografie binarie tra i meandri di New York e Zurigo o nelle fiere più prestigiose tra Miami, Budapest, Colonia e Londra da qui a maggio (e chissà dove ancora), perché è in questo momento storico che l’umanità inizia a maturar coscienza di essere dentro la macchina, cominciando ad accettarne la dimensione e rileggendo i pionieri di questo idioma.

— La purezza delle opere del Chiavacci verte proprio sulla consapevolezza dell’unicità della propria indagine, coltivata fino all’ultimo respiro nonostante l’appoggio di pochi sostenitori, tra cui il collega Fernando Melani l’”incantatore di atomi” e il suo primo collezionista, Piergiorgio Fornello, ma pienamente sensibile e ricettivo al clima culturale iridescente e sempre più cosmopolita. Tra letture di semiotica e simbologia (soprattutto Eco e Panofsky) la ricerca Binarietà traslittera le forme rigorose e geometriche fino ad approdare nel 1971 all’utilizzo del mezzo fotografico sempre affrontato nella logica del processo-esecuzione risultando eccezionalmente espressivo nell’evoluzione plastica degli scatti di movimenti luminosi, affascinato dal fondamento meccanico e duale dell’otturatore. Con la fotografia Chiavacci conquista una maturità stilistica e raffina la sua teoria, senza tralasciare un percorso pittorico, evoluto in un rapporto più concreto con lo spazio, intrecciando gli elementi fisici delle sue opere in una relazione ideale tra ciascuna di esse e la sua stessa persona (si pensi, per esempio, all’espansione combinatoria dell’autoritratto nel

“Progetto per una grande famiglia”, 1979) imbastendo un tessuto artistico fitto e pregiato e ben cucito anche con le sue primissime produzioni (1957) così fino alle più recenti, fin quando, verso il 2007, non dichiara di essere giunto ad uno stato conclusivo, in coincidenza con l’apparire delle prime manifestazioni di realtà aumentata e dei social network. A pochi anni dalla sua scomparsa, 2011, mentre tra Rotterdam e New York (rispettivamente al Kunsthal e al Whitney Museum) si celebra l’Arte Cinetica e Programmata, la sua opera più concentrata e viva, l’Archivio Gianfranco Chiavacci, viene oggi gestito dal figlio Carlo e da Meri Marini, titolare della galleria Die Mauer, che con sistematica lungimiranza portano avanti il progetto infinito di Gianfranco, profeta fino all’ultimo di una rivoluzione artistica non intesa come rottura, ma come qualcosa di non ordinato o finalizzato, come il tempo scandito e partito proprio da Pistoia, degna tana. ☜ NATURART | SETTEMBRE 2018 | 71

dell’elaborato


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“Lettore di opere”, elaborati binari scorrevoli, materiali vari, 1964.

“Lettore di opere”, binary compositions, various materials, 1964.


Gianfranco Chiavacci

Live Track

T

A new life for the works of the Pistoiese artist (1930-2011), exhibited and admired around the world, in Rotterdam and New York

he artistic upheavals in the 1960s shaped that obtuse socio-economic well-being by demonstrating, with splashes of color and controversy, an overall desire for the intellectual conquest of all anachronisms. The Venetian art biennials during that decade were the paradigm of the public’s vital, participatory awareness of the increasingly global, critically demanding artistic universe. After the ground-breaking consecration of pop art in 1964, cleverly safeguarded in Venice by its standard-bearer Peggy Guggenheim, and before the controversial 1968 biennial, with sharp, like-minded artists exhibiting their works, the choice in 1966 to endorse kinetic art and arte programmata was symbolic. In February 1967, the artist Gianfranco Chiavacci inaugurated his first solo exhibition on the fringes of that exposition, at Fiamma Vigo’s well-known gallery Numero. It was a massive event due to the art’s intuitive potential and theoretical solidity coincident with everything concentrated on an era, around which discoveries and revelations still continue to develop today. A revolution, in all respects.

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— Chiavacci was born on 1 December 1936 in the Pistoia area, where he worked throughout his life. He first expressed himself artistically in the 1950s, adopting the informal painting important in post-war cultural offerings, visual ingredient of profound and insatiable philosophical study. If an IBM training course in 1962 unquestionably provided the artist with the structure for an idea renamed Binarietà (Binarity), a close observation of the importance of automation systems and of machines in developing a totally new common language in everyday life, he could be compared only with such illustrious colleagues as Duchamp, Munari, and Morellet. The artist’s creation of a visual vocabulary based on the mechanical nature of the media and on artificial light, the new suns and stars from which the contemporary artist drew inspiration. However, Chiavacci choice to analyze the world from inside the machine is definitely out of the ordinary, making obsolete any aestheticism supporting a poetic concept. Thus, this sweeping statement that took place fifty years after the cultural revolutions is not surprising. Nor is it unusual to see binary pictures, cards or photographs when strolling through New York and Zurich or at the most prestigious fairs in Miami, Budapest,

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Tracce a consumazione.

“Progetto per una

Tempera su legno,1963. ____

grande famiglia”, libro

Tracce a consumazione.

copia, 1978. ____

Tempera on wood, 1963.

fotografico in unica

“Progetto per una grande famiglia”, photographic book in a sole copy, 1978.


____ Vetro rigato su elemento binario bianco, 1966. Collezione privata. ____ Striped glass on white binary element, 1966. Private collection.

— The purity of Chiavacci’s works focuses on this awareness of the individuality of his own analyses, cultivated until his last breath despite having the support of few allies. Included among these few were his colleague Fernando Melani, the “atom wizard”, and his first collector, Piergiorgio Fornello, yet fully receptive to the iridescent, ever more cosmopolitan cultural climate. Through readings in semiotics and symbology (above all, Eco and Panofsky), his exploration of Binarietà (Binarity) was transliterated into rigorous, geometrical forms until he began to use photography in 1971. Again facing this logic of process-execution, the results were exceptionally expressive in the plastic evolution of pictures of luminous movements, fascinated by the shutter’s dual mechanical foundation. With photography, Chiavacci achieved a stylistic maturity and refined his understanding without neglecting the pictorial path, evolved into a more

tangible relationship with space. He wove the physical elements of his works into an ideal relationship to between each other and his own self – think, for example, of the combinative expansion of the self-portrait in “Progetto per una grande famiglia”, 1979 – by embellishing a dense, valuable, and well-stitched artistic fabric from his very first productions (1957) up to his most recent ones, when, towards 2007, he claimed not to have reached a conclusive state, connecting with the early forms of enhanced reality and social networks. A few years after his death in 2011, Rotterdam and New York (at the Kunsthal and the Whitney Museum, respectively) held exhibitions of Kinetic and Programmed Art that included his strongest and most dazzling works. The Gianfranco Chiavacci Archives are now managed by his son Carlo and by Meri Marini, owner of Die Mauer Gallery, who, with methodical foresight, are continuing Gianfranco’s boundless plan who, until the end, was prophet of an artistic revolution intended not as a rift but as something untidy or purposive, like a time articulated and begun right from Pistoia. ☜ NATURART | SETTEMBRE 2018 | 75

Cologne, and London between now and May (and who knows where else), because it was in this historical moment that humanity began to develop a consciousness of being inside a machine, beginning to accept its size, and reinterpreting the pioneers of this idiom.


Borgo di Castelvecchio

Un tesoro fra le colline —

È uno dei dieci “castella” della Valleriana, nella Svizzera Pesciatina

testo di Gruppo FAI Pistoia 76 | NATURART | SETTEMBRE 2018

Silvia Anzilotti Beatrice Landini foto Nicolò Begliomini


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P

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rocedendo verso nord dalla città di Pescia si percorre una verde vallata, la Valleriana, un paesaggio che per sua natura ha le caratteristiche sia della collina che della montagna e forse è proprio grazie a questo aspetto che fu rinominato dallo scrittore svizzero Simonde de Sismondi, “Svizzera Pesciatina”. Arroccati sulle colline lungo la valle, si affacciano dalla vegetazione piccoli paesi dalle tipiche facciate in pietra e dai tetti di un rosso mattone ormai spento dal sole e dal tempo: sono le dieci castella della Valleriana. Fra queste si trova il borgo medievale di Castelvecchio, paese che conserva ancora oggi la sua fisionomia originale: l’antica porta del Cassero, gli stretti vicoli che si snodano fra le vecchie case ben conservate, la fontana, la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, l’oratorio del Santissimo Rosario e, in posizione defilata rispetto al centro abitato, la Pieve dei Ss. Tommaso e Ansano. Dell’insediamento urbano abbiamo notizie che si riferiscono soprattutto al Basso Medioevo; prima feudo di G. Garzoni, poi borgo conteso dai Guelfi e Ghibellini nelle guerre fra il 1355 e 1364. Castelvecchio era sicuramente un nodo centrale per la viabilità dell’epoca: a sud la valle è chiusa dalla zona paludosa di Fucecchio e quindi è solo risalendo il corso del fiume e spingendosi tra questi borghi e castelli che il viandante e il pellegrino potevano raggiungere gli Appennini, una sorta di “autostrada” per camminare all’asciutto.

____ Nella Pieve di San Tommaso e Ansano

La Pieve, consacrata ai SS Tommaso e Ansano ci offre uno dei più straordinari esempi di edificio romanico della Valdinievole. Ammirando la chiesa dall’esterno e respirandone l’atmosfera all’interno si percepisce come gli elementi di architettura latina si fondino con gli elementi decorativi che rimandano ad influenze lombarde. La tradizione latina e toscanica si specchia nel classico orientamento est-ovest, nell’impianto basilicale con una scansione interna in tre navate terminanti in tre absidi e infine nella facciata. Gli elementi lombardi invece si trovano nella tipologia di arredi decorativi, sia dal punto di vista stilistico che nella tecnica scultorea.

sua singolarità: parte da una base cilindrica e a metà dell’altezza acquista un andamento cubico. Scendendo nella cripta ci si immerge in quello che sembra un bosco irreale: l’ambiente segue la curva architettonica del coro e mostra cinque colonne sottili per parte. La luce entra solo da una piccola apertura monofora e crea un’atmosfera solenne che si sposa con la sacralità del luogo legato tradizionalmente a uno dei Santi cui la chiesa è titolata: S. Ansano. La leggenda vede, infatti, il Santo martire inginocchiarsi in preghiera e penitenza dialogando con il divino al di sotto della moderna grata. Passeggiando intorno all’edificio all’esterno si è rapiti dalla ricchezza ornamentale e dalla partitura — del tessuto murario ad archetti Una volta all’interno, l’edificio pensili, motivo caratterizzante si sviluppa su tre livelli: la navata, delle pievi del territorio ma che il presbiterio rialzato e la cripta. qui a Castelvecchio ne determina Ogni capitello si differenzia dagli marcatamente la fisionomia altri e lo stile mostra una rigida svolgendosi sia in facciata che sui semplificazione degli elementi. La lati in modo plastico. Gli archetti forma dei capitelli in sé ha una poggiano su mensole sagomate e

incuriosiscono molto il bassorilievo sotto il culmine della navata maggiore che raffigura un personaggio centrale a braccia incrociate con altre due figure accanto, e i mascheroni con la bocca semiaperta e gli occhi infossati che come mostri, fissano dall’alto chi li guarda.


The many bas-reliefs under the peak of the main nave of the Parish Church of San Tommaso e Ansano are very interesting. A central figure is depicted with crossed arms, with two other figures next to it. Like monsters, the mascarons with half-open mouths and sunken eyes look from on high at any observers.

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L’Oratorio del SS.

The Oratory of the SS.

Rosario, conosciuto

Rosario is known by

dai paesani come il

the villagers as the

“Sepolcro”, un ambiente

“Sepulcher”, a room

completamente

completely decorated

decorato da un ciclo di

with a cycle of frescoes

affreschi lungo le pareti

along the walls and the

ed il soffitto a volta.

vaulted ceiling.

Il racconto pittorico prende avvio dalla parete di sinistra con i primi cinque Misteri Gaudiosi e prosegue poi con i Misteri Dolorosi. Il culmine della Passione di Cristo, la Crocifissione, è dipinta sopra la mensa dell’altare così da divenire fulcro prima visivo e poi didattico dell’estremo sacrificio. Sulla parete di destra si illustrano i Misteri Gloriosi, gli ultimi cinque del Rosario. La volta è decorata da tre scene principali, mentre lateralmente a queste si trovano riquadri con putti angelici che reggono i simboli della Passione; altri sono invece decorati con motivi a vegetali. Sulla volta, vicino all’entrata, sono raffigurati i Santi di Castelvecchio identificando il Cristo affiancato scolpite con temi iconografici dei in adorazione del calice eucaristico. da Maria e Giovanni o dalle due più svariati: geometrici/astratti, È proprio l’osservazione di questa Marie. Lo stile è sommario ma la vegetali, zoomorfi ed interessanti e della tecnica pittorica calate nel particolarità sta nel significato che mascheroni nella forma di teste la tradizione popolare gli ha sempre periodo storico che suggeriscono la umane o demoniache con la bocca dedica del ciclo anche all’esaltazione semiaperta e gli occhi infossati, attribuito: secondo la leggenda dell’Eucarestia. come mostri che ci fissano dall’alto. questo è in realtà il ricordo di un Il Concilio di Trento tese a “incidente sul lavoro” costato la Si può supporre un significato vita al mastro muratore e ad i suoi riaffermare la presenza del corpo cristologico degli elementi di Cristo nell’ostia; è facile quindi due figli a causa dell’interferenza zoomorfi, ma è stato anche dedurre che le raffigurazioni ipotizzato un probabile legame fra la demoniaca rappresentata dai all’interno siano una risposta attiva scelta iconografica delle mensole e la mascheroni sottostanti. a quelli che erano i nuovi dictat. viabilità medievale della zona. Una L’iconografia è strumento didattico — possibile lettura li vedrebbe come Proseguendo in paese è possibile per il fedele che può comprendere una sorta di “segnaletica stradale”: più facilmente i Misteri del scoprire un altro tesoro: l’Oratorio in questo modo i viandanti Rosario. La bellezza dell’Oratorio potevano sapere cosa trovare nelle del SS. Rosario, conosciuto dai è esaltata dalla luce che, riflessa vicinanze e fare determinate scelte paesani come il “Sepolcro”. dai caldi colori dei dipinti, dona a Varcata la soglia, scendendo alcuni logistiche di viaggio. Potrebbe quest’ambiente un aspetto aureo. scalini, si entra in un ambiente essere affascinante uno studio Con quest’ultima immagine completamente decorato da un per determinare il significato l’osservatore si allontana ciclo di affreschi lungo le pareti iconografico e verificarne o meno portando con se lo stupore e la questo aspetto topografico. ed il soffitto a volta. Il ciclo consapevolezza di aver scoperto un In facciata e sul retro colpisce pittorico è stato dipinto a cavallo tesoro custodito fra le colline di una fra Cinquecento e Seicento da un bassorilievo sotto il culmine valle in cui il tempo sembra essersi un anonimo pittore e riproduce i della navata maggiore. Raffigura fermato. ☜ quindici misteri del Rosario, che un personaggio centrale a braccia incrociate con altre due figure a potevano essere contemplati dal fedele durante la preghiera. cui si può dare una lettura biblica

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____

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____ La Pieve, consacrata ai SS Tommaso e Ansano ci offre uno dei più straordinari esempi di edificio romanico della Valdinievole. Sopra, i putti angelici raffigurati

Borgo di Castelvecchio

A treasure amidst the hills

H

negli affreschi presenti nell’Oratorio, che sorreggono i simboli della passione e seguono con lo sguardo il visitatore.

One of the ten “castella” of Valleriana, in the Pesciatine Switzerland

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eading north from the city of Pescia, you pass through the green Valleriana Valley, a landscape with the natural characteristics of both hills and mountains. Perhaps this was why it was renamed the “Pesciatine Switzerland” by the Swiss writer Simonde de Sismondi. With their typical stone façades and brick-red roofs, now faded by time and the sun, the little villages peeking out from their hill-top perches along the valley are the ten castella, or castles, of the Valleriana Valley. One of these is the medieval village of Castelvecchio, which still maintains its original appearance with the ancient Porta del Cassero, the narrow alleys winding past the well-preserved old houses, the fountain, the Parish Church of San Giovanni Battista, and the oratory of the Santissimo Rosario. Outside the village is the Parish Church of Ss. Tommaso e Ansano. Information on this urban settlement mainly refers to the Late Middle Ages. First a fief of G. Garzoni, the village was then disputed by the Guelphs and the Ghibellines in the wars between 1355 and 1364. Castelvecchio was certainly a central node for the road system at that time since the valley was closed to the south by the swampy Fucecchio area. As a result, only by going up the river and through these villages and castles could travelers and pilgrims reach the Apennines, a sort of “highway” for walking on dry ground. Consecrated to Saints Thomas and Ansanus, the parish church offers one of

the most extraordinary examples of a Romanesque building in the Valdinievole. Looking at the church from outside and taking in the surrounding atmosphere, one can see how the Latin architectural elements were merged with Lombardinfluence decorative elements. — The Latin and Tuscan traditions are reflected in the classic east-west orientation, of the basilica’s layout, divided into three aisles ending in three apses, and finally in the façade. On the other hand, Lombard elements are found in the type of decorative furnishings, both from a stylistic point of view and in the sculptural technique. Once inside, the building has three levels: the nave, the raised presbytery, and the crypt. Each capital is different from the others, whose style shows a rigid simplification of the elements. The shape of the capitals has its own singularity, starting from a cylindrical base and, halfway up its height, continues in a cubic progression. Going down into the crypt is like plunging into a seemingly unreal forest. The space follows the architectural curve of the choir, with five thin columns on each side. Light enters only from a small single-lancet opening. This solemn atmosphere blends with the sacredness of a place traditionally linked to one of the saints for whom the church is named, St. Ansanus. Indeed, legend has it that the saint martyr kneeling in prayer and penance is conversing with the divine below the modern grate.

____ Dedicated to Saints Thomas and Ansano,

Strolling around the building outside, one is struck by its ornamental richness and by the wall divided into hanging arches, a feature characteristic of the area’s parish churches. Here, in Castelvecchio, this element establishes its dramatic appearance, proceeding plastically on both the façade and the sides. The arches rest on carved corbels whose great variety of iconographic themes includes geometric/abstract, plants, and interesting, zoomorphic masks as human or demonic heads with a half-open mouth and sunken eyes, like the monsters staring at us from above. — A Christological meaning can be inferred from the zoomorphic elements.

the parish church offers us one of the most extraordinary examples of a Romanesque building in the Valdinievole. Above, the angelic putti depicted in the oratory’s frescoes hold the symbols of the passion and whose eyes follow visitors.


However, a probable link has also been put forward regarding the iconographic choice of the corbels and the area’s medieval road system. One possible interpretation has them as a sort of “road sign” to let travelers know what to find nearby and which logistical choices to make certain when traveling. A study to determine its iconographic meaning and verify its topographical aspect could be fascinating. A striking bas-relief is on the back façade under the peak of the main aisle. Its central character is depicted with crossed arms in addition to two other figures; a biblical reading of these three would identify them as the Christ flanked by Mary and John or by the two Maries. It has a simplified style but its idiosyncrasy lies in the meaning always attributed to it by popular tradition. According to legend, it is actually a memorial to a “work accident” that cost the lives of the master mason and his two sons as a result of demonic interference, represented by the masks below. Continuing into the village, there is another treasure to discover, the Oratory of the SS. Rosario, known by the villagers as the “Sepolcro” (Sepulcher). — Crossing the threshold and going down some steps, one enters a room completely decorated by a cycle of frescoes along the walls and the vaulted ceiling. The pictorial cycle was carried out between the 16th and 17th centuries by an anonymous painter. It depicts the fifteen mysteries of the Rosary, which could be contemplated by the faithful

during prayer. The pictorial story starts from the left wall with the first five Joyful Mysteries, to then continue with the Sorrowful Mysteries. The climax with the Passion of Christ and the Crucifixion is painted above the altar table, becoming firstly the visual and then the didactic fulcrum of this extreme sacrifice. The Glorious Mysteries, the last five of the Rosary, are illustrated on the right wall. Three main scenes decorate the vault. Panels with angelic putti holding the symbols of the Passion are to the side, while others are decorated with plant motifs. Depicted on the vault, near the entrance, are Castelvecchio’s saints in adoration of the Eucharistic chalice. A close look at this as well as at its pictorial technique fall into a historical period suggesting that the cycle was also dedicated to an exaltation of the Eucharist. The Council of Trent strove to reaffirm the presence of the body of Christ in the host. Hence, it is easy to conclude that these depictions were a vigorous response to the new dictates. Iconography was a didactic tool for helping the faithful more easily understand the Mysteries of the Rosary. The light enhances the oratory’s beauty, reflecting the warm colors of the paintings and giving this setting a golden appearance. With this last image, the onlooker moves on, taking away a sense of amazement and an awareness of having discovered a treasure protected amidst the hills of a valley where time seems to have stopped. ☜


Monteoliveto

Lo stadio dimenticato —

Quello che oggi è un parco un tempo era lo stadio di Pistoia: le imprese più epiche sono state raccolte in un libro

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testo Saverio Melegari


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Accanto un’immagine

In basso, Alberto Barni,

della Pistoiese

giocatore della squadra

impegnata a Monteoliveto nel

arancione negli anni ‘20 ____

1963 (Foto Bar Aurora)

Below, Alberto Barni,

presenti a Pistoia ____

orange team player, in the 1920s

Opposite, a picture of the Pistoia team playing at Monteoliveto in 1963 (Photo Bar Aurora)

C’

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è un luogo che a Pistoia trasuda storia. Quasi quanto un volume da consultare in biblioteca. Un luogo che oggi, per chi lo visita, può non dire niente ma che, fino al 1966, rappresentava una istituzione per la città. Siamo a Monteoliveto e quello che adesso è un giardino un tempo ero lo stadio, in mezzo alla ciAttà. Un impianto che aveva visto la luce nel 1922 e che è passato indenne dalla Seconda Guerra Mondiale: ovviamente ben diverso dagli impianti moderni che si vedono nascere oggi, ma unico. La tribuna in legno che si appoggiava sulla terza cerchia muraria di Pistoia: e lì, vicino al “Bastione Ambrogi”, nella parte ad ovest della città con il velodromo, lo spazio per il pugilato, la palestra “Terzilio Bizzarri” ed un mondo che in quei luoghi ferveva. Fino al 1966, quando l’evolversi dello sport e non solo, portò Pistoia a dotarsi dell’attuale stadio “Comunale” ed a lasciar cadere in rovina il “vecchio” Monteoliveto prima del definitivo smantellamento e della sua trasformazione in giardino pubblico. Un luogo che è tornato a vivere col volume “Monteoliveto – Pistoia e lo stadio dimenticato“ (Giacomo Carobbi, Cristiano Rabuzzi, Geo Edizioni 2016) che già dalla sua introduzione, affidata allo storico capitano della Pistoiese Romolo Tuci, fa capire la magia di quel posto. «Al Monteoliveto c’era un tifo bellissimo, un clima davvero splendido. E noi lo sentivamo in campo, lottavamo alla morte. Ci sono state anche 10 mila persone a

sostenerci. Allora il calcio si poteva vedere solo così, non era tutto in televisione come adesso. O andavi allo stadio o lo leggevi il giorno dopo sul giornale. È un peccato che lo abbiano demolito... Che stadio affascinante! Potrei descriverlo metro per metro...». E guai a dire che Monteoliveto era un campo come gli altri. «Ha visto passare il re ed il fascismo – si legge – la guerra e la sofferta rinascita, la lenta ripresa e il boom economico. Era sempre lì, magari ritoccato o appena rimodernato, con la gloriosa tribuna dalla parte centrale in legno appoggiata alle mura trecentesche, i caratteristici popolari ricostruiti in cemento dopo la guerra, la casa colonica e la stalla trasformate in spogliatoi. […] Irripetibile la location, da pelle d’oca, fra la terza cerchia di mura cittadine, il Seminario Vescovile, la Chiesa di San Francesco, l’ex convento di San Benedetto con sullo sfondo la Cupola vasariana della Basilica della Madonna dell’Umiltà. Un tempio e un ritrovo, un orgoglio e un tuffo nel passato, piazzato a bucare la storia con romanticismo e semplicità». Ed è in quelle 200 pagine del libro che viene fuori, in larga parte, uno spaccato di storia della città di Pistoia attraverso un impianto che, già negli anni Trenta, sapeva che


____ A sinistra la foto di una partita nel 1922 o 1923 (Collezione Guido Tesi) ____ On the left, a photo of a 1922 or 1923 match (Guido Tesi Collection)

____ Artidoro Berti con amici atleti nel 1950 (Collezione Maratona Berti) ____ Artidoro Berti with fellow athletes in 1950 (Maratona Berti Collection)

«Caratteristico, suggestivo, ricco di fascino e di storia, il campo di via Bindi ha difeso e protetto strenuamente la squadra — arancione. Con l’affetto, il calore e Quello che non è piaciuto, l’entusiasmo provenienti dai piccoli però, è il finale. Amaro, triste, spalti, spesso gremiti ben oltre il senza sentimento: di quell’impianto limite della capienza (4500 posti, niente è rimasto se non la palestra ma in certe sfide gli spettatori e, ci mancherebbe altro, la terza erano ben più del doppio). Era cerchia muraria. È per questo che, uno stadio che “parlava” ai nel libro, gli autori mettono in giocatori, sapeva star loro vicino, evidenza come quel “trapasso” li incoraggiava. Così raccontano fu vissuto all’epoca quasi con i tifosi di vecchia data, quelli che indifferenza e rassegnazione. hanno avuto la fortuna di entrare Una storia iniziata nel 1922 quando tra le sue mura». nacque Monteoliveto. Quel E, in chiusura, il velodromo terreno, storicamente di proprietà costruito nel 1947 che riuscì a della chiesa, era passato di mano portare a Pistoia Fausto Coppi e in mano fino ad arrivare a Ciro Gino Bartali, Fiorenzo Magni ed Papini, all’epoca presidente della i padroni di casa Renzo Soldani e Pistoiese, la società sportiva che Loretto Petrucci: Monteoliveto fu aveva visto la luce soltanto l’anno sede d’arrivo della Roma-Pistoia del precedente. Giro d’Italia 1928 vinta da Albino È da lì che tutto partì: le esibizioni Binda, ma dagli anni Cinquanta dei più forti ginnasti d’Italia con l’attività iniziò a scemare fino a il richiamo della Ferrucci Libertas, scomparire del tutto a inizio anni la boxe, le sfide fra rioni, rugby, Sessanta. baseball, corse campestri, wrestling Oggi, però, Monteoliveto è sempre (con partecipante Primo Carnera), lì: ci sono i giardini, le panchine, concerti, opere liriche e, durante i ragazzi che trascorrono il loro il fascismo, perfetta location per tempo libero. Nemmeno un segno parate militari. tangibile di quello che è stato e Ma Monteoliveto è stata, delle imprese scritte in quel pezzo soprattutto, la patria di due sport: il di Pistoia: è per questo che è lo calcio ed il ciclismo. L’Us Pistoiese ci stadio dimenticato. ☜ ha giocato 582 partite ufficiali e, nel libro, si ricordano i primi match.

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sarebbe andato a morire visto che il progetto del nuovo stadio a nord stava già nascendo.


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____

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A sinistra partita di

On the left, a baseball

In basso una storica

baseball a Monteoliveto

game in Monteoliveto

immagine di Giorgio

nel 1951 (Collezione

in 1951 (Athos Frosini

Carobbi e Daniele

Athos Frosini). Sotto

Collection). Below,

Piemontesi del Tempio

la locandina di

a 1923 Pistoiese-

Limonappia (Collezione

Pistoiese-Libertas

Libertas Firenze

Giorgio Carobbi).

Firenze del 1923

poster (Chiappelli-

(Collezione Chiappelli –

Forteguerriana

presenti a Pistoia ____

Forteguerriana)presenti

Collection)

Below, a famous image of Giorgio Carobbi and

a Pistoia

Daniele Piemontesi of Tempio Limonappia

The forgotten stadium

T

What is today a park was once Pistoia’s stadium, whose glories have been collected in a book

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here is a place in Pistoia that radiates history, almost like consulting a book in the library. For those who visit there today, it is a place that says nothing to us but which was a city institution until 1966. We are in Monteoliveto, in what is now a garden but was once a stadium in the middle of the city. It came into being in 1922 and came out unscathed by the Second World War. Obviously, it was very different from the modern facilities seen today, but it was one of a kind. The wooden stands were set against the third circle of Pistoia’s city walls, near the Bastione Ambrogi, in the western part of the city. There was a velodrome, space for boxing, the Terzilio Bizzarri gym, and a world humming with activity. Until 1966, when sport’s evolution resulted in Pistoia building the current municipal stadium and letting the “old” one in Monteoliveto fall into ruin before finally being scrapped and transformed into a public garden. It has come back to life with the book “Monteoliveto - Pistoia e lo stadio dimenticato”, “Monteoliveto - Pistoia and the forgotten stadium”, (Giacomo Carobbi, Cristiano Rabuzzi, Geo Edizioni 2016) that, through its introduction by Romolo Tuci, the famous Pistoiese team captain, makes us understand the magic of this place. “There was a lot of support at Monteoliveto, a really great feeling, and

we felt it on the field. We were fighting to the death. There were also 10 thousand people supporting us. At that time, football could only be seen like that. It wasn’t on television like now. Either you went to the stadium or you read about it in the newspaper the next day. It’s a pity they demolished it. What a fascinating stadium! I could describe it meter by meter”. And woe unto those that say Monteoliveto was just like every other field. The book says, “It saw the downfall of the king and fascism, the war, the painful rebirth, the slow recovery, and the economic boom. It was always there, perhaps remodeled or slightly modernized, with the central part of its glorious wooden stands set against the 14th-century walls. Its public characteristics were rebuilt in concrete after the war, the farmhouse and stables converted into changing rooms. [...] Its location was unique, bound by the third circle of city walls, the episcopal seminary, the Church of San Francesco, and the former convent of San Benedetto, with the Vasari dome of the Basilica of the Madonna d’Umilità in the background. It was a temple and a meeting-place, a pride and a walk down memory lane, with romanticism and simplicity “. Moreover, the 200 pages of the book offer a historical cross-section of the city of Pistoia that comes out in large part through a facility that, already in the 1930s, knew that it would have to pass on as the plan for a new stadium to the north was already underway.


____ Una partita della Pistoiese negli anni ‘50 (Collezione Lomi) ____ The Pistoiese team playing in the 1950s (Lomi Collection)

____

____

Monteoliveto è stata,

Monteoliveto was home

soprattutto, la patria di

primarily to two sports:

due sport: il ciclismo

cycling and football,

e il calcio, con l’US

with the US Pistoiese

Pistoiese che ci ha

playing 582 official

giocato 582 partite

matches there

ufficiali

— However, the sad thing is its bitter, unfeeling finale. Nothing of the facility remains, except the gym and, luckily, the third circle of walls. This is the reason that the authors highlight how, its “demise” was met almost with indifference and resignation at the time. Monteoliveto’s story began in 1922 when the stadium was erected. Historically, the land had been owned by the church, which then passed from hand to hand until it came into those of Ciro Papini who, at the time, was president of the Pistoiese, the sports club that had only been formed the previous year. Everything started here: exhibitions with Italy’s strongest gymnasts lured by Ferrucci Libertas, boxing, intramural challenges, rugby, baseball, cross-country races, wrestling (with Primo Carnera participating), concerts, operas, and, during fascism, the perfect location for military parades. Nevertheless, Monteoliveto was the above all home of two sports: football and cycling. The US Pistoiese played 582 official matches there and the book recalls the first matches.

“Characteristic, evocative, full of charm and history, the orange team vigorously defended and protected the Via Bindi pitch, with loyalty, affection, and enthusiasm coming from the small stands that were often packed far beyond their capacity (although there were 4500 seats, it held well over twice as many spectators for certain competitions). It was a stadium that “talked” to the players, knew how to stick by and encourage them. So say the old fans, the ones lucky enough to enter its walls”. Built in 1947, the velodrome brought Fausto Coppi and Gino Bartali, Fiorenzo Magni and the owners Renzo Soldani and Loretto Petrucci to Pistoia. Monteoliveto was the arrival point for the Rome-Pistoia leg of the 1928 Giro d’Italia that Albino Binda won. However, beginning in the 1950s, activity began to diminish until it completely disappeared at the beginning of the 1960s. Monteoliveto is still there today, now with gardens, benches, and children who spend their free time in the park. No physical sign of what it was or of its activities remains on that piece of Pistoia. That is why it is the forgotten stadium. ☜


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L’intervista

Conad, economia e valori per il territorio — testo a cura della Redazione foto Nicolò Begliomini

C

onad del Tirreno rappresenta certamente una delle eccellenze presenti sul nostro territorio. I numeri dell’azienda sono importantissimi. Una storia fatta di lavoro, crescita continua e tanti successi che merita di essere raccontata... Conad del Tirreno, 213 soci imprenditori, di cui 122 in Toscana, nel 2017 ha sviluppato un fatturato di 2,49 miliardi di euro, con 342 punti di vendita, 10.000 occupati di sistema e oltre 3 mil di € investiti in iniziative di responsabilità sociale in ambito solidale, sportivo e di valorizzazione delle eccellenze culturali e della tradizione. Numeri importantissimi per un’azienda legata al territorio

e alla comunità e che a Pistoia e provincia è presente con 26 soci imprenditori e 21 punti vendita, che nel 2017 hanno sviluppato un fatturato di oltre 130 milioni di euro. Conad del Tirreno ha la sua sede legale in città fin dagli anni ‘60 ed insieme ai soci occupa a Pistoia e provincia, complessivamente, un migliaio di persone; solo nel 2017 sono stati investiti sul territorio circa 645 mila € in attività di solidarietà e responsabilità sociale. Il radicamento di Conad nell’area è forte ed il presidio del territorio resta d’importanza strategica, come dimostra lo stretto rapporto con i tanti piccoli e medi produttori locali con l’obiettivo di valorizzare gli eccellenti prodotti del territorio. Una storia fatta di lavoro, crescita continua e tanti successi.

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Incontriamo per una intervista il Dott. Ugo Baldi, Amministratore Delegato di CONAD del Tirreno, una delle più importanti aziende presenti sul nostro territorio


____ L’Amministratore Delegato di Conad del Tirreno, Dott. Ugo Baldi, davanti alla sede situata nella zona industriale di Pistoia. ____ Conad del Tirreno’s Managing Director, Dr. Ugo Baldi, in front of the headquarters located in Pistoia’s industrial area.

— Il forte legame con Pistoia si evidenzia anche con l’attenzione che Conad mette in campo per la tutela del patrimonio artistico e culturale della città, culminata nell’anno di Pistoia Capitale della Cultura, con l’indispensabile contributo fornito per il restauro della Chiesa di San Leone e della Visitazione di Luca della Robbia. Certamente l’iniziativa più importante dello scorso anno – che lega in maniera indissolubile la vostra Azienda con la città – e che ha contribuito alla valorizzazione, alla crescita ed al successo di Pistoia in Italia e nel Mondo...

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Abbiamo accolto la proposta della Curia Vescovile e della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia facendo nostra la valenza religiosa, artistica e culturale attribuita all’iniziativa. Con orgoglio abbiamo sostenuto un intervento di recupero e restauro di una delle opere più importanti del patrimonio artistico della nostra città, capitale della cultura per il 2017. È il nostro modo di dare attenzione e di essere vicini

alla comunità pistoiese dalla quale riceviamo quotidianamente fiducia e apprezzamento. Economia e sociale sono chiamati a una nuova sintonia per poter favorire uno sviluppo che crei valore e si leghi alle comunità in cui tale valore è generato. Per noi essere una grande azienda, radicata nel territorio in cui opera quotidianamente con i propri soci, non è solo una questione economica; è la capacità di condividere i valori delle nostre stesse comunità, vestendone i panni e contribuendo a dare risposta a bisogni che sono la loro quotidianità, la loro tradizione, i loro usi. Una sensibilità che fornisce risposte ai bisogni della comunità attenta anche ad un bene irrinunciabile: la cultura.

al nostro impegno, confermando il sostegno alla conclusione dei lavori di restauro della Chiesa di San Leone, affinché possa tornare ad essere luogo di incontro per i cittadini. Il nostro concetto di sostenibilità è fare bene il nostro mestiere, crescere e creare valore da condividere con le comunità in cui operiamo. Aver reso accessibile “da vicino” un’opera quale la Visitazione di Luca della Robbia, opera integrante dell’identità nazionale, e aver restituito la Chiesa di San Leone alla città e ai cittadini, ha il valore e lo scopo di contribuire alla crescita culturale e economica del territorio pistoiese. Queste due iniziative danno forza ai nostri valori, al nostro essere comunità in seno alla comunità pistoiese. Diamo risposte concrete — ai bisogni quotidiani dei cittadini, Sulla positiva scia creata da in termini di servizio, qualità e Pistoia Capitale della Cultura convenienza e di valorizzazione 2017, si è alzato unanime un delle eccellenze e delle tradizioni invito a proseguire sulla strada che di questo territorio sono parte della valorizzazione e della integrante e di cui siamo portavoci promozione della nostra città. con i nostri soci e i nostri punti di Quali sono i progetti dell’azienda vendita. per il futuro? Ci siamo resi partecipi di altre Sì, esatto. Abbiamo tenuto fede iniziative durante l’anno: parlo


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Conad del Tirreno ha

Conad del Tirreno played

partecipato in maniera

an important role in

molto importante al

the urban regeneration

progetto

project that has given

di rigenerazione urbana

new life to Piazzetta

per ridare nuova vita

Sant’Atto and Vicolo dei

a Piazzetta Sant’Atto e

Bacchettoni, now known

Vicolo dei Bacchettoni,

as Cino’s Garden.

che ha preso il nome di “Giardino di Cino”.

The interview

Conad, savings, and value for the territory

We interviewed Dr. Ugo Baldi, CEO of CONAD del Tirreno, one of the most important companies in our area

C distintivo della skyline pistoiese, ma la rappresentazione ideale di un ombrello sotto al quale si snodano i percorsi di tutti e si evolve la storia della nostra città. Grazie all’impegno di tutti la Cupola è di nuovo luminosa, come un punto di riferimento importante per cittadini, turisti e per chiunque voglia ispirarsi guardando il cielo. Negli ultimi anni abbiamo lavorato in modo speciale per rafforzare la nostra identità, la distintività e l’efficienza del nostro percorso di crescita. Un impegno costante ad essere persone oltre le cose, nelle comunità dove viviamo ed E ancora, ultima solo in ordine di tempo, la nuova illuminazione della operiamo. ☜ Cupola della Basilica della Madonna dell’Umiltà, opera del Vasari: non solo una delle più importanti in Italia, e non solamente il tratto dell’importante collaborazione tra pubblico e privato nella cura e gestione condivisa di un bene comune rappresentata dal progetto di rigenerazione urbana per ridare nuova vita a Piazzetta Sant’Atto e Vicolo dei Bacchettoni ospitando interventi artistici, site-specific, incontri, laboratori per e con la cittadinanza. Una nuova piazza in città e per la città. Uno spazio vivo, comune, partecipato, per promuovere e diffondere arte, idee, creatività che ha preso il nome di “Giardino di Cino” .

Conad del Tirreno has 213 business partners, of which 122 are in Tuscany. In 2017, the company had a turnover of € 2.49 billion, with 342 sales points, 10,000 employees, and more than € 3 million invested in social responsibility in the areas of fair trade, sport, and increasing the value of cultural splendors and tradition. These are very significant numbers for a company linked to the area and the community and which, in Pistoia and its province, has 26 business partners and 21 sales points. Moreover, in 2017, it had a turnover of over € 130 million. Conad del Tirreno has had its corporate headquarters in the city since the 1960s. Together with its partners, it employs a thousand people in the city and province of Pistoia. In 2017 alone, around € 645 thousand were invested in fair trade and socially responsible activities. Conad has deep roots in the area and our local

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onad del Tirreno undoubtedly represents one of the distinctions of our area. The company’s numbers are very important. Its story of hard work, continuous growth, and many successes deserves to be told.


© Lorenzo Marianeschi

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____ Dopo il sostegno alla conclusione dei lavori di restauro della Chiesa di San Leone, Conad ha contribuito anche alla realizazione della nuova illuminazione della Cupola della Basilica della Madonna dell’Umiltà. ____ After supporting the restoration of the Church of San Leone, Conad also contributed to the new illumination for the dome of the Basilica of the Madonna dell’Umiltà.

— Your solid connection with Pistoia has also been highlighted by Conad interest in working to safeguard the city’s artistic and cultural heritage, culminating in the year of Pistoia Capital of Culture, with the critical contribution provided for the restoration of the Church of San Leone and of Luca della Robbia’s Visitation. It was certainly the most important initiative last year, which formed a lasting link between your company and the city. In addition, it has contributed to Pistoia’s increased importance, growth, and success in Italy and around the world.

large company with local roots in the community and where we work day after day with its business partners, it’s not just a question of economics for us. It’s the ability to share the values of our own communities, being in their shoes, and helping to respond to the needs of their everyday lives, traditions, and customs. This awareness provides answers to the requirements of a community that is also attentive to the vital asset of culture. — Following in the wake of Pistoia Capital of Culture 2017, there’s been a unanimous call to continue along that path to valorize and promote our city. What are the company’s plans for the future?

Yes, exactly. We’ve kept our commitment, confirming our support for completing the restoration of the Church of San Leone. Thus, it can return to being a meeting place for the townspeople. Our concept of sustainability is to do our We welcomed the proposal from the job well, create and increase value to be Bishop’s Curia and the Fondazione Cassa shared with the communities in which di Risparmio Pistoia e Pescia, making we operate, having made an essential the religious, artistic and cultural value work of national identity like Luca attributed to the initiative our own. della Robbia’s Visitation easy to see “up We proudly supported restoring one of close”. in addition the restoration of the the most important works of our city’s Church of San Leone to the city and its artistic heritage, the 2017 capital of inhabitants has the merit and the goal culture. It’s been our way of showing of contributing to the Pistoia area’s support for and championing the Pistoiese cultural and economic growth. These two community that daily gives us their initiatives empower our values and our confidence and approval. Economics role as a community within the Pistoiese and community benefits are being community. We give practical responses invited to form a new accord that will to the daily needs of local people in terms encourage a development that creates of service, quality, and good value as value and is linked to the communities well as to developing this area’s integral in which this value is generated. As a advantages and traditions, for which we

are the representatives for our members and our points of sale. We’ve participated in other initiatives throughout the year. I’m talking about the important public and private partnerships for the shared management of and attention to a common good represented by the urban regeneration project that will inject new life into Piazzetta Sant’Atto and Vicolo dei Bacchettoni, hosting artistic activities, site-specific, meetings, and workshops for and with the townspeople. Named “Cino’s Garden”, this new square in and for the city will be a lively communal and participatory space for supporting and spreading art, ideas and creativity. And last but not least is the new lighting for Vasari’s dome of the Basilica of Madonna dell’Umiltà, one of the most important in Italy, is a key element of Pistoia’s distinctive skyline. It’s the ideal representation of an umbrella under which everyone passes and our city’s history has evolved. Thanks to the townspeople’s commitment, the dome is once again illuminated – an important landmark for locals, tourists, and anyone who wants to be inspired by looking skyward. In recent years, we have worked mainly to strengthen our identity, distinctiveness, and the efficiency of our growth path – a constant commitment to people rather than things, in the communities where we live and work. ☜

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 93

presence remains of strategic importance, as seen by our close relationship with the many small and medium local producers with the aim of promoting the local area’s excellent products. Ours is a story of hard work, continuous growth, and many successes.


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© Ray Banhoff


Fondazione Caript

Dialoghi sull’Uomo da Pistoia all’Europa — Grande successo per il Festival che approda prima a Londra e poi a Parigi

della Redazione

L’

Istituto Italiano di Cultura di Londra e il festival Pistoia – Dialoghi sull’uomo hanno presentato un ciclo di conferenze di antropologia del contemporaneo, tenute a Londra, a cura di Giulia Cogoli e Marco Delogu, Direttore dell’Istituto.

A Londra quattro appuntamenti con il Festival

Cantarella, il semiologo Stefano Bartezzaghi, l’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis, hanno proposto al pubblico londinese, anche attraverso il confronto con colleghi inglesi, una riflessione sul tema del “noi e l’altro”, analizzando alcuni fenomeni che investono tutta Europa con l’intento di fornire strumenti per meglio comprendere la realtà che ci circonda.

— L’iniziativa ha offerto una proposta di confronto e scambio culturale, molto stimolante, a partire dalla prima conferenza di Tutti i mercoledì del mese di Marco Aime che il 3 ottobre, con ottobre, nell’elegante palazzo georgiano sede dell’lstituto Italiano il tema “Confini e frontiere”, si è confrontato con il giornalista e di Cultura di Londra, al 39 di Belgrave Square, quattro importanti saggista Daniel Trilling su una delle questioni di maggiore attualità. Il intellettuali italiani: l’antropologo 10 ottobre è stata la volta di Eva Marco Aime, la classicista Eva

Cantarella con Nicola Gardini sul tema “Il viaggio e l’incontro con gli altri: da Omero alle curiosità di Erodoto, una lezione attuale”. Stefano Bartezzaghi e Robert Gordon sono stati i protagonisti del terzo incontro, il 17 ottobre, con “Homo Ludens 2.0. Dal dado ai social network, a che gioco stiamo giocando?” — A chiudere questo ciclo di incontri londinesi è stato chiamato Salvatore Settis, che il 24 ottobre, in compagnia di Bill Sherman e Marco Delogu ha affrontato il tema Cieli d’Europa. Cultura, creatività uguaglianza. ☜ NATURART | SETTEMBRE 2018 | 95

testi a cura


____ In alto a sinistra: Marengo, dopo la rievocazione storica della battaglia napoleonica, 1994.

Gianni Berengo Gardin in mostra all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi

Sotto: Gubbio, Festa di primavera, 1978. A destra: Gubbio, Festa dei Ceri, 1976. (© Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia) ____ Top left: Marengo, after the historical re-enactment of the Napoleonic battle, 1994. Below: Gubbio, Spring

Terminato il ciclo di incontri londinesi, in occasione della settimana della fotografia “PhotoSaintGermain” martedì 6 novembre alle 18, all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, è stata inaugurata la mostra del maestro della fotografia italiana Gianni Berengo Gardin, curata da Giulia Cogoli e realizzata proprio per il festival Pistoia – Dialoghi sull’uomo.

Festival, 1978. Right: Gubbio, Feast of 96 | NATURART | SETTEMBRE 2018

the Candles, 1976. © Gianni Berengo Gardin/Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia

— L’esposizione – aperta dal 7 novembre fino al 6 dicembre a ingresso libero – riunisce 60 fotografie in bianco e nero realizzate tra il 1957 e il 2009, molte delle quali inedite, dedicate alla cultura popolare italiana. Una

mostra diventata narrazione di un’Italia “in festa”, dove ognuno celebra la propria cultura e la propria storia con riti vecchi e nuovi: un affascinante mondo popolato di bambini, di zingari, di anziane o giovani signore vestite per la festa e di danzatori di ogni età. «Un piccolo e meraviglioso atlante fotografico delle feste popolari in Italia – ha dichiarato Giulia Cogoli – che racconta di costumi e tradizioni antiche e meticce di tutte le regioni d’Italia, con uno sguardo dal taglio etnografico, ma allo stesso tempo di intenerita curiosità». «Sono stato attratto dalle diverse manifestazioni della cultura popolare fino dai miei esordi – ha spiegato Berengo Gardin – e il mio lavoro mi ha portato a viaggiare per

tutta l’Italia venendo in contatto con il ricchissimo patrimonio di tradizioni, riti e costumi che caratterizza il nostro paese. Per me fotografare è stato anche un modo per essere partecipe di questi momenti straordinari, densi di significato. Credo che queste fotografie abbiano oggi un valore di testimonianza, documentando mondi in alcuni casi ormai scomparsi e in altri contaminati da altre forme di partecipazione che li hanno mutati per sempre». — Questo progetto è stato realizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Parigi in collaborazione con Pistoia – Dialoghi sull’uomo, Fondazione Caript, Contrasto, PhotoSaintGermain.☜


ZOOM

© Laura Pietra

____ fotografato a Pistoia nel 2017, quando durante Dialoghi sull’Uomo è stata proposta la mostra “In festa”, attualmente all’Istituto Italiano di Cultura a Parigi. ____ Gianni Berengo Gardin, photographed in Pistoia in 2017, when the exhibition “In festa” was presented during the Dialogues on Man, currently at the Italian Culture Institute in Paris.

Dialoghi sull’uomo ambasciatori di Pistoia e della cultura italiana in Europa In attesa di festeggiare il decennale di Pistoia-Dialoghi sull’uomo nel 2019 – ha dichiarato Luca Iozzelli, Presidente della Fondazione Caript –, quest’autunno è in corso “un’internazionalizzazione” del festival. Si è infatti da poco concluso a Londra, con grande successo, un ciclo di conferenze presso l’Istituto Italiano di Cultura che ha visto quattro volumi della collana Dialoghi – Utet al centro di incontri fra relatori italiani e inglesi. Subito dopo, a partire dal 6 novembre, è stata inaugurata a Parigi la mostra fotografica di Gianni Berengo Gardin, realizzata a Pistoia per i Dialoghi e ora all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi in occasione della settimana della fotografia. Questo è possibile grazie alla costante creazione di contenuti culturali (libri, mostre, incontri, etc.) che il festival promuove da anni grazie all’impegno della Fondazione Caript; impegno ora premiato anche all’estero, dove i Dialoghi sono non solo ambasciatori della cultura italiana, ma anche del “brand Pistoia”.

Dialogues on Man, ambassadors of Pistoia and Italian culture in Europe Awaiting the 10th anniversary celebration in 2019 for Pistoia – Dialogues on Man, the “internationalization” of the festival got under way this fall. Indeed, a series of lectures at the Italian Cultural Institute recently concluded in London, with four books from the Dialoghi–Utet series being the focus of discussions between the Italian and English speakers. Immediately afterward, Gianni Berengo Gardin’s photographic exhibition was inaugurated in Paris on 6 November, featuring shots taken in Pistoia for the Dialogues. It is now at the Italian Cultural Institute in Paris for photography week. This has been made possible by constantly developing the cultural content (books, exhibitions, meetings, etc.) that the festival has promoted for years thanks to the Fondazione Caript’s commitment, which has now also been rewarded abroad, where the Dialogues are not only ambassadors of Italian culture, but also of the “Pistoia brand”.

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Gianni Berengo Gardin,


Fondazione Caript

Dialogues on Man, from Pistoia to Europe

____

____

In attesa di poter

Before celebrating

festeggiare il decimo

its tenth anniversary,

anno di Pistoia –

an interesting

Dialoghi sull’Uomo, è

internationalization

in corso un’interessante

of the festival Pistoia

internazionalizzazione

– Dialogues on Man

del Festival, che con

is underway, with

queste iniziative è

initiatives arriving first

arrivato prima in

in England and then in

Inghilterra e poi in

France.

Francia.

The festival’s great success has now called first at London and then at Paris.

T

he Italian Cultural Institute in London and the Pistoia – Dialogues on Man festival presented in London a series of contemporary anthropological lectures by Giulia Cogoli and Marco Delogu, the institute’s director. The event was held at 7 pm, every Wednesday in October, at the elegant Georgian-style premises of Italian Cultural Institute in London, at 39 Belgrave Square. four notable Italian intellectuals – anthropologist Marco Aime, classicist Eva Cantarella, semiologist Stefano Bartezzaghi, and archaeologist/art historian Salvatore

Four appointments with the Festival in London

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Settis – were joined by English colleagues to offer the London audience their thoughts on the theme of the other and us, analyzing some phenomena that are affecting all of Europe with the intention of providing tools to better understand the world around us. The initiative offered a very stimulating debate and cultural exchange immediately with Marco Aime’s first session on October 3. The subject Borders and Frontiers, one of the more topical issues, was discussed with journalist and essayist Daniel Trilling. On 10 October, it was the turn of Eva Cantarella with Nicola Gardini on The Journey and Meeting with the “Other”: from Homer to Herodotus, an ever valid lesson. Stefano Bartezzaghi and Robert Gordon were center stage at the third meeting on 17 October, with Homo Ludens 2.0. From dice to social networks, what

game are we playing? Salvatore Settis closed this cycle of encounters in London on October 24, where he, Bill Sherman, and Marco Delogu addressed the subject of The Skies of Europe. Culture, Creativity, Equality.

© Laura Pietra

— Gianni Berengo Gardin exhibition at the Italian Cultural Institute in Paris After the round of encounters in London, the exhibition, curated by Giulia Cogoli, of the master of Italian photography Gianni Berengo Gardin was inaugurated on Tuesday, 6 November, at 6 pm, in Paris at the Italian Cultural Institute during “PhotoSaintGermain”. The photos were taken specifically for the Pistoia – Dialogues on Man festival. Open free of charge from 7 November-6 December, this exhibition dedicated to Italian popular culture assembles 60 black-and-white photographs taken between 1957 and 2009, many of them never seen before. The exhibition has become an account of a “festive” Italy in which everyone celebrates their culture and history with old and new rituals. This fascinating world is populated by children, gypsies, old women or young ladies dressed up for a party and by dancers of all ages. “This small and wonderful photographic atlas of folk festivals in Italy,” Giulia Cogoli stated, “tells about the ancient and hybrid customs and traditions in all of Italy’s regions, with an ethnographic point of view, yet also a touching curiosity”. “I’ve been attracted by the various expressions of folk culture since my beginnings,” Berengo Gardin explained, “and my work has taken me throughout Italy, coming in contact with the rich heritage of traditions, rituals, and

customs that characterize our country. For me, photography has also been a way to be a part of these extraordinary, insightful moments. I believe that these photographs have a symbolic importance today, documenting worlds that, in some cases, have now disappeared and, in others, been altered by other forms of participation, changing them forever”. This project was arranged by the Italian Cultural Institute in Paris, together with Pistoia – Dialogues on Man, Fondazione Caript, Contrasto, and PhotoSaintGermain. ☜


© Laura Pietra


Associazione Volontari Italiani Sangue

Gocce di vita — Nata a Milano nel 1927, l’AVIS inizia la propria attività a Pistoia nel 1934, anche se la vera fondazione è quella del 1955

testo Emanuele Gelli

A.

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V.I.S., Associazione Volontari Italiani Sangue, nasce a Milano nel 1927 grazie a Vittorio Formentano, un giovane medico che dovette assistere inerme alla morte di una partoriente a causa di una emorragia. Quella sera, in Ospedale, non c’era sangue a disposizione per la donna. Fu così che, sulle pagine del “Corriere della Sera”, Vittorio Formentano lanciò un appello per costituire un gruppo di volontari per la donazione del sangue. A quell’appello risposero 17 persone che si riunirono il 16 febbraio 1927 dando così vita all’AVIS, Associazione Italiana Volontari del Sangue. Gli obiettivi che la nuova Associazione si poneva erano estremamente ambiziosi:

soddisfare la crescente necessità di sangue contribuendo a salvare vite umane, avere donatori pronti e controllati e lottare per eliminare la compravendita di sangue. Ben presto, in gran parte di Italia, sulla spinta iniziale, iniziarono a nascere le sezioni locali dell’Associazione. A Pistoia, solo pochi anni fa, grazie ad alcune notizie ritrovate nel Bollettino dell’Accademia Medica “Filippo Pacini”, conservato presso la Biblioteca Mario Romagnoli, nell’Antico Ospedale del Ceppo, è stato scoperto che Avis iniziò la propria opera in città nel 1934 grazie al dott. Collatino Cantieri. Probabilmente la guerra ed il regime fascista fecero ben presto perdere le tracce della neonata Associazione. Ed infatti, fino al 1954

i medici dell’Ospedale del Ceppo si procuravano il sangue per curare i pazienti tramite i venditori di sangue che stazionavano fissi sotto le logge di piazza Giovanni XXIII, pronti a sottoporsi al prelievo in ogni momento. Due di questi venditori erano soprannominati “La Bestia” e “Fucilato” e si facevano prelevare il sangue fino a quattro volte al mese dietro il pagamento di somme esorbitanti per l’epoca, fino a cinque mila lire a trasfusione. E così, purtroppo, non tutti avevano la possibilità di farsi curare. Solo chi aveva buone disponibilità economiche poteva ottenere le trasfusioni di sangue. A questa situazione pose fine un giovane medico pistoiese, il dottor Valeriano Belliti, medico di famiglia e, all’epoca,


FOCUS

Un bene per la città 1. Il sangue è un importantissimo tessuto non

riproducibile in laboratorio che può salvare la vita di molte persone.

2. In Italia ogni anno vengono trasfuse oltre 3

milioni di unità di emocomponenti (oltre ottomila al giorno) e più di 800.000 kg di plasma sono utilizzati per la produzione di farmaci plasmaderivati.

3. Per diventare donatori occorre avere un’età compresa tra 18 anni e i 60 anni, un peso non inferiore a 50 Kg e godere di buona salute

Opening pages, the photo

momento della fondazione

shows the moment in

dell’AVIS a Pistoia, nel

1955 when AVIS was

1955. A destra invece, una

founded in Pistoia. On

delle prime feste sociali.

the right, one of the first

Siamo in Piazza Giovanni

social events, in Piazza

XXIII, davanti al vecchio

Giovanni XXIII, in front of

ingresso dell’Ospedale del

the Ospedale del Ceppo’s

Ceppo.

old entrance.

assistente di chirurgia nel nosocomio cittadino. Fu lui che un giorno si rifiutò di prelevare il sangue a quegli uomini che egli definiva dei veri e propri assassini, ricevendo anche dei rimproveri da parte del primario del suo reparto. Ed infatti, un giorno, il dottor Belliti, dopo aver prelavato il sangue al venditore soprannominato Fucilato, udì che questo chiedeva in garanzia il libretto della pensione della moglie del paziente che avrebbe di lì a poco ricevuto il suo sangue. La moglie del paziente non aveva in quel momento soldi in contanti a disposizione. Fu così che il giovane medico, davanti agli occhi impauriti delle suore in servizio nelle corsie dell’Ospedale, colpì con un calcio il venditore di sangue scaraventandolo giù dalle scale. Da quel momento però, all’Ospedale del Ceppo fu difficile reperire il sangue. Allora dott. Belliti iniziò a perorare la causa della donazione volontaria tra i suoi pazienti. Tra questi ve n’era anche uno, Marcello Poli, che aveva già donato ad Ascoli Piceno, città dove aveva esercitato la professione di bancario, per la sezione locale dell’Avis. Grazie a questo suo paziente il dottor Belliti

venne a sapere che molti anni prima, a Milano, era stata fondata una Associazione che aveva lo scopo di garantire il sangue gratuito per tutti coloro che ne avessero bisogno e fu così, quindi, che nel 1955, davanti al Notaio Catalano, alla presenza di tredici soci fondatori, venne fondata ufficialmente Avis Pistoia. Avis Pistoia, con i suoi 63 anni alle spalle di attività, è una Associazione viva e molto attiva in città: conta oggi circa 2800 Donatori periodici che, nel 2017, hanno donato 4581 sacche di sangue, plasma e piastrine. Un vero e proprio bene per la città di Pistoia!

Avis Pistoia: un bene di tutta la città

Dopo 92 anni di attività in Italia e oltre 63 anni di attività di promozione in città, oggi Avis Pistoia continua ad essere una Associazione molto attiva con un trend di donazioni in crescita. Avis ha saputo adeguarsi al cambiamento dei tempi grazie anche ad un gruppo di volontari, giovani e meno giovani, che hanno messo in campo tante attività di promozione. Il consiglio direttivo è guidato da dieci anni da Igli Zannerini, oggi

Avis Pistoia Piazza San Lorenzo 29 Segreteria Donatori presso il Centro Trasfusionale via del Ceppo n. 1 www.avispistoia.it pistoia.comunale@avis.it WhatsApp 3314868703 Telefono 0573 23765

pensionato, che dedica gran parte della sua giornata al volontariato. Ma è il lavoro di squadra che ha permesso ad Avis Pistoia di incrementare negli anni il numero di donatori. Tantissime sono le iniziative di promozione organizzate periodicamente. Tra queste, due delle più importanti sono la “Piazzetta in giallo”, evento organizzato per promuovere la donazione del plasma grazie al coinvolgimento dei locali del centro storico, e la “Notte Rossa”, una grandissima manifestazione, unica in Italia, che coinvolge tutta la città di Pistoia nel periodo estivo. Una serata incentrata sul divertimento e la solidarietà che anche nell’ultima edizione, la sesta, ha permesso di aumentare di ben 154 donatori la grande famiglia Avis. L’impegno, tuttavia, non deve mai venir meno perché se oggi il sangue è disponibile per ogni situazione ciò è grazie ai tanti donatori che periodicamente e volontariamente decidono di donare una parte di sé per gli altri. Chi ha bisogno, infatti, non ha scelta. Chi è sano, sì! ☜

NATURART | SETTEMBRE 2018 | 101

____

In apertura la foto mostra il

www.avispistoia.it

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Association of Italian Blood Donor Volunteers

Drops of life

Founded in Milan in 1927, AVIS began its work in Pistoia in 1934, even if truly founded in 1955

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A.V.I.S., the Association of Italian Volunteer Blood Donors, was founded in Milan in 1927 by Vittorio Formentano, as a young doctor, he had stood by helplessly as a pregnant woman hemorrhaged to death because there was no blood available in the hospital that evening for the woman. So it was that Vittorio Formentano launched an appeal in the “Corriere della Sera” to establish a group of volunteers to donate blood. Seventeen people answered that call and then met on 16 February 1927, thus forming AVIS, the Association of Italian Volunteer Blood Donors. The new association’s objectives were extremely ambitious: meet the growing need for blood, help save lives, have donors screened and ready, and fight to eliminate the blood trade. The initial push soon led to local branches of the association being set up in most of Italy. As a result of some information from a Bulletin of the Filippo Pacini Medical Academy, held in the Mario Romagnoli Library, in the old Ospedale del Ceppo, it was discovered just a few years ago that AVIS started its work in Pistoia in 1934 thanks to Dr. Collatino Cantieri. In all likelihood, it was the war and the fascist regime that soon obscured the newly-formed association. In fact, until 1954, doctors at the Ospedale del Ceppo got blood to treat patients from the blood vendors who stood under the loggia in Piazza Giovanni XXIII, ready to have their blood taken at any time. Two of these sellers, nicknamed La Bestia and Fucilato, sold their blood up to four times a month for the exorbitant sum – for the times – of up to five thousand lire per transaction. Unfortunately, this was the reason that not everyone could

seek treatment. Only those with sufficient financial means could receive blood transfusions. It was Valeriano Belliti, a young family doctor from Pistoia and, once a surgical assistant at the city’s hospital, who ended this situation. One day he refused to take blood from these men he called the real killers. Consequently, he was reprimanded by the head physician of his department. Indeed, one day, after having drawn blood from a seller nicknamed Fucilato, Dr. Belliti heard him asking for the pension book of the wife of the patient who would soon receive the blood. At that time, the patient’s wife had no cash available. So the young doctor kicked the blood seller down the stairs right in front of the frightened nuns working the hospital wards. However, from then on, it was difficult to find blood at the Ospedale del Ceppo. At the time, Dr. Belliti appealed to his patients for voluntary donations. One of them was Marcello Poli, who had already donated to the local AVIS branch in Ascoli Piceno, a city where he had worked in banking. Thanks to this patient, Dr. Belliti learned that, many years before, there had been

an association founded in Milan that was meant to ensure free blood to anyone who needed it. Thus, AVIS Pistoia was officially founded in 1955, witnessed by the notary Catalano, before its thirteen founding members. In operation for 63 years, AVIS Pistoia is a vital, association that is very dynamic in the city. Today, it has about 2800 periodic donors who, in 2017, donated 4581 units of blood, plasma, and platelets. A real resource for the city of Pistoia!


____ L’AVIS Pistoia è presieduta da Igli Zannerini ed è una delle Associazioni più attive sul nostro territorio. Durante il Luglio Pistoiese organizza la “Notte Rossa” una manifestazione, unica in Italia, che coinvolge tutta la città e che anche nell’ultima edizione, la sesta, ha permesso di aumentare di ben 154 donatori la grande famiglia AVIS. ____ AVIS Pistoia is chaired by Igli Zannerini and is one of the most active associations in our area. During Luglio Pistoiese, AVIS organizes the “Red Night” event, the only one of its kind in Italy, which involves the whole city. At the sixth and latest event, the number of AVIS donors increased

Three points for donating 1. Blood is a very important fluid that can save the lives of many people and

FOCUS

by 154.

cannot be reproduced in a laboratory.

2. In Italy, more than 3 million units of blood products are transfused each year (more than eight thousand daily). More than 800,000 kg of plasma are used to produce plasma-derived drugs.

3. To become a donor, you must be between 18 and 60 years of age, weigh no less than 50 kg, and be in good health

AVIS Pistoia: a resource for the whole city After being active in Italy for 92 years and for more than 63 years in this city, AVIS Pistoia today continues to be a very dynamic association with ever-increasing climb in donations. AVIS has been able to adapt to changing times thanks to a group of volunteers, young and old, who have organized many promotional activities. For ten years, the governing

council is guided by Igli Zannerini, who, now retired, devotes much of his day to volunteering. However, teamwork has been the key to AVIS Pistoia’s increased number of donors over the years. Promotional initiatives are organized periodically. The first of the two most important is “Piazzetta in giallo”, an event to encourage plasma donations through the participation of locales in the historical center. The second is “Notte Rossa”, a grand event, unique in Italy,

which engages the entire city of Pistoia during the summer. Focusing on fun and support, the sixth, and most recent, evening event increased the number of AVIS donors by 154. This commitment, nonetheless, must never diminish because blood is available today for any situation, thanks to the many donors who have willingly decided to periodically donate a part of themselves for others. In fact, those in need have no choice. Those who are healthy do! ☜

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Avis Pistoia Piazza San Lorenzo 29 Donors Office, Transfusion Centervia del Ceppo, no. 1 www.avispistoia.it - pistoia.comunale@avis.it - WhatsApp 3314868703 - Telefono 0573 23765


Come fu e come è

Luciano Corsini, il primo Direttore della rivista, ci racconta come è nato il nome di questo trimestrale di promozione turistica, artistica e culturale che ormai da 9 anni racconta Pistoia al mondo intero

Sembrava che ormai ci fosse già tutto. Un importante editore, lo stampatore, il gruppo dei collaboratori, molti espressione della cultura locale, e tutto quanto girava intorno a un giovane ed entusiasta “art director”, ideatore dell’iniziativa. Mancava, però, l’elemento più importante: il nome della testata dell’idea nascente. Quella mattina nel Parco fatto di rigogliose piante secolari e colori di fiori percepivo l’allegra forza della natura. Fu inevitabile pensare al mondo di casa mia: Pistoia, avvolta da colline e montagne intatte, agghindata da una splendida collana di vivai, tutti insieme un immenso giardino, che copre la tenera pianura tra i fiumi La Brana e Ombrone. Natura era già un’idea per la testata a cui pensavamo.

____

____

La prima storica copertina di questo

The quarterly’s memorable first cover; now

trimestrale che oggi, dopo quasi 10 anni, è

almost 10 years later, it has reached its thirty-

giunto al trentunesimo numero.

first issue.

d’arte, ad attrarre il pubblico più informato erano proprio le straordinarie sculture di due pistoiesi: Marino Marini e Agenore Fabbri. Non poteva mancare la riflessione: Pistoia è soprattutto arte, antica e contemporanea. E così fusi i tre concetti formai una sintesi pensai natura-turismo – arte NATURART . Bastò una telefonata e ci fu generale approvazione convinta.

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Stavamo per realizzare un utile servizio per la nostra città e darle quel che meritava: toglierla dall’oblio, perfino dei suoi abitanti, ricordando Nel Parco si muovevano festanti gruppi di turisti nazionali e stranieri, di studenti e adulti. a quei flussi di amanti dell’arte che in questa nostra città sono osservabili le più grandi Li osservavo con meraviglia: era turismo opere dei Della Robbia, dei Pisano, del gruppo in cerca di bellezze, cultura, rapporti con la società, una vera ricchezza condita di gioia. della Pop Art, Cappellini, Vivarelli e appunto, Anche Turismo aveva un senso per una rivista di Marini e Fabbri, del grande architetto con gli intenti che ci proponevamo con il nostro Michelucci. Mi impegnai a far nascere e crescere NATURART futuro periodico. La mia giornata non finiva qui. Dall’altra parte del Parco in un importante per queste ragioni e forse ancor più per amore museo, verso cui erano diretti tanti dei gruppi della mia terra, dei miei sogni, della mia professione, delle mie donne, della bellezza, appena incontrati, in un’esposizione di opere

della voglia di futuro, a cui vorrei, per grazia del cielo, si risparmiasse quello che non mi è piaciuto nel passato. NATURART è nato per amore. È come un figlio che mi mancava e a un certo punto arriva. Prima ti cresce nei pensieri, poi si travasa da una mente all’altra e crescendo a dismisura, quasi come una slavina che mentre rotola attrae nuova neve e la trascina è diventato il magazine che in tutto il mondo ormai conoscono. Così, oggi, tanti si innamorano di Pistoia, delle sue aspre genti e delle meraviglie naturali e delle arti. Raccontare di nuovo la storia è d’uopo, serve a non perdere la barra dritta delle sue ragioni. Un figlio, come un’opera editoriale, nasce e cresce bene se lo desideri, lo accudisci, ti batti perché ci sia e poi lo lasci andare per le sue molte strade.


How it was and is Luciano Corsini, the magazine’s first editor, tells us the origin of the name of this quarterly promoting tourism, art, and culture, which been telling the entire world about Pistoia for the past nine years

It seemed that everything was by now already in place: a notable publisher, the printer, a group of associates, many expressions of the local culture, and everything that revolved around an enthusiastic, young “art director”, creator of this initiative. However, the most important element was missing: the masthead of this nascent idea. That morning in the park, with its lush centuries-old plants and colorful flowers, I recognized the cheerful force of nature. It was inevitable to think of the world of my home, in Pistoia, surrounded by hills and untouched mountains, adorned with a splendid necklace of nurseries that, all together, formed a huge garden covering the gentle plain between the Brana and Ombrone rivers. Nature was already an idea for the masthead we had in mind.

of nature-tourism-art (natura-turismo-arte), I came up with NATURART. It took one phone call to receive unqualified approval.

Lively groups of national and foreign tourists, students, and adults were in the park. I looked at them with wonder. This was tourism in search of beauty, culture, relationships with society, and a true richness seasoned with joy. Tourism also made sense for a magazine whose aims we were proposing in our future periodical. My day did not end there. On the other side of the park in an important museum – to which many of the groups just encountered were heading, the extraordinary sculptures of two Pistoiese artists, Marino Marini and Agenore Fabbri, were attracting a well-informed public to an exhibition of their art works. One could not help but think that, above all, Pistoia is ancient and contemporary art. And so blending the three concepts together

NATURART has been a labor of love – like the absence of a child who, at a certain point, arrives. First, your head is filled with thoughts, which then fly from one to another, growing out of all proportion to become a magazine now known all over the world. Accordingly, everyone today falls in love with Pistoia, its rugged people, natural wonders, and arts. Retelling its history is necessary; it helps to remember the direction of its motives. A child is like an editorial work. It is brought into this world, and matures in good health if you so desire, nurturing and defending it because it exists. Then, you let it go on its way.

We were going to provide our city with a useful service and give it what it deserved: release it, and its inhabitants, from oblivion, reminding those streams of art lovers that this city of ours offers the greatest works by Della Robbia, Pisano, the Pop Art group, Cappellini, Vivarelli, as well as by Marini, Fabbri, and the great architect Michelucci. I committed to creating and cultivating NATURART for these reasons and perhaps even more for the love of my home, my dreams, my profession, my women, beauty, and the desire for a future, leaving out, thank goodness, what I did not like in the past.

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The Pistoia Wine

LIBRI

Jorio Vivarelli Scultore a Pistoia Antonio Frintino

— Foto di Andrea Dami Settegiorni Editore — Photos by Andrea Dami Settegiorni Editore

Un libro molto interessante dedicato a delle opere d’arte sacra realizzate da Jorio Vivarelli per alcuni luoghi cari alla popolazione situati nella periferia della nostra città e concepite dal Maestro d’intento con gli autori delle architetture, in armonia espressiva con l’idea progettuale della struttura. In questo volume si mettono in evidenza sia la sensibilità alle aspettative dei frequentatori, che la innata capacità di Vivarelli di interagire artisticamente con i costruttori delle strutture. Con la loro opera, Frintino e Dami, richiamano l’attenzione del grande pubblico su tre complessi artistici pistoiesi che pur di ottimo livello estetico, sono attualmente poco conosciuti, ma assolutamente da scoprire.

IL VINSANTO Prodotto da uve tenute ad appassire in fruttaio per alcuni mesi. L’uva viene poi spremuta ed il mosto così ottenuto elabora ed invecchia in caratelli di castagno e rovere per almeno tre anni come da secolare tradizione toscana. Produced from grapes held to fade in particular room for some months. The grapes are are squeezed and the must elaborated and growl old in kegs of chestnut and oak for three years as from secular Tuscan tradition.

Campo Tizzoro Antologia dei 100 anni Roberto Prioreschi — Agricom Pistoia

Curato da Roberto Prioreschi, è uscito nel 2011 il primo volume Campo Tizzoro Antologia dei 100 anni dal titolo Gli Orlando – La fabbrica. Ne sono seguiti altri 6 e il 7° nel 2017 con il suggestivo titolo Campo Tizzoro – Un paese – Un mondo, l’ultimo paese nato in Montagna. Non è un libro di storia, ma racconta la storia, non è un libro di economia ma tratta di economia, non è un romanzo, ma racconta molti romanzi,

Via Tacinaia 75 - 51039 Quarrata (PT) www.tacinaia.it

non è un libro di parte, ma si interessa delle vicende di tutti. Queste le parole dell’autore in premessa al primo volume, nato con l’intento di ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia, i 100 anni di Campo Tizzoro e gli Orlando protagonisti di entrambi gli eventi. Gli altri 5 volumi: Dalle origini ad oggi (2012), La vita della gente (2013), I paesi della Montagna Pistoiese – Parte 1ª (2014) e Parte 2ª (2015), La F.A.P. (2016). L’antologia è costituita da una ricca documentazione fotografica frutto di una rigorosa ricerca. La riscoperta del passato unita all’analisi del presente possono diventare validi aiuti per progettare il futuro. (Sauro Romagnani)


This particularly interesting book is dedicated to Jorio Vivarelli’s works of sacred art created for some places dear to people on the outskirts of our city. These works were conceived by the artist together with the architects of the buildings, in expressive harmony with the design idea for the structure. This book highlights both the sensitivity to visitors’ expectations and Vivarelli’s innate ability to work together artistically with the builders. With their work, Frintino and Dami have drawn the general public’s attention to three artistic complexes in Pistoia which, although of excellent aesthetic level, are currently little known, but absolutely to be discovered.

Curated by Roberto Prioreschi, the first book of Campo Tizzoro Antologia dei 100 anni, entitled Gli Orlando – La fabbrica, was released in 2011. Another six books followed, with the seventh released in 2017 charmingly entitled Campo Tizzoro – Un paese – Un mondo, and about the last village to be founded in the mountains. It’s not a history book, yet it’s about history, it’s not an economics book yet it’s about economy, it’s not a novel, yet it tells many stories, it’s not biased, it tells about everyone’s situations. These are the author’s words in the introduction to the first book, published to commemorate the 150th anniversary of the Unification of Italy, Campo Tizzoro’s centenary, and the Orlando family, main characters in both events. The other five books are Dalle origini ad oggi (2012), La vita della gente (2013), I paesi della Montagna Pistoiese, Part 1 (2014) and Part 2 (2015), and La F.A.P. (2016). The anthology’s rich photographic record is the result of meticulous research. This rediscovery of the past combined with an analysis of the present can become effective aids for planning the future.

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PISTOIA COM’ERA

L’Esposizione Circondariale di Pistoia del 1899 Un libro, quello di Silvia Mauro per i tipi di Settegiorni Editore, davvero molto interessante soprattutto perché riesce a fotografare e raccontare molto bene un evento importante per la nostra città, l’Esposizione Circondariale per l’industria, la Floricultura e l’Orticultura del 1899, un’ambiziosa impresa per la quale Pistoia impegnò le sue forze e risorse migliori. Esattamente come le altre Mostre universali del tempo anche l’esposizione pistoiese nacque sia per uno scopo puramente commerciale e propagandistico che per riuscire a formare e addestrare una manodopera qualificata ed

istruita all’esercizio del bello. Era il tempo del rinnovamento degli equilibri produttivi ed economici e la nuova classe imprenditoriale cittadina, oltre a proporre nuove iniziative aveva compreso quanto fosse importante, oltre a riuscire ad affermare se stessa, far uscire Pistoia dal proprio immobilismo economico e culturale. Alle sezioni dei prodotti industriali e florovivaistici furono affiancate la Mostra di Arte Antica, di Arte Moderna e dei Ricordi Storici dell’Indipendenza Italiana, che celebrava l’importante ruolo della città nelle lotte risorgimentali.

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Fu così che Piazza Mazzini e gli edifici circostanti, in un turbinio di musiche, luci, gare di scherma e spettacoli di varietà, si riempirono di stand con piante, fiori, opere d’arte, manifatture, cimeli risorgimentali e stampe

fotografiche. Un piccolo e perfetto esempio delle esposizioni svolte in Italia e nel resto del mondo in quello stesso secolo: una festa dell’industria e dell’arte che meritatamente e con grande successo conquistò la pubblica ribalta.


The 1899 Pistoia District Exhibition For the editors of Settegiorni Editore, Silvia Mauro’s book is truly quite interesting, especially as it manages to admirably give a graphic recounting of an important event for our city, the 1899 District Exhibition for Industry, Floriculture, and Horticulture, an ambitious undertaking to which Pistoia committed its best resources and strengths.

Recollections of Italian Independence, the latter celebrating the city’s important role in the Risorgimento struggles. Thus it was that Piazza Mazzini and the surrounding buildings – in a whirl of music, lights, fencing contests, and variety shows – were filled with stands displaying plants, flowers, works of art, manufactured products, Risorgimento memorabilia, and photographs. It was a small, perfect example of the exhibitions held in Italy and the rest of the world during that same century – a festival of industry and art that deservedly and with great success conquered the public spotlight.

Exactly like other universal exhibitions of that time, the Pistoia exhibition came about both as a purely commercial and promotional enterprise as well as a way to successfully teach and train a skilled labor force in the business of beauty. It was a time for revitalizing the city’s productive and economic equilibrium as well as the new entrepreneurial class. In addition to proposing new initiatives, it included the importance of making a name for itself in addition to getting Pistoia out of its economic and cultural rut. The industrial and horticultural product sections were flanked by the Exhibition of Ancient Art, of Modern Art, and of Historical

L’incanto Malefico L’Esposizione Circondariale di Pistoia del 1899 Settegiorni Editore

info@settegiornieditore.it



L’Arboreto di Cipressi presente nel Vivaio di Quarrata (Pistoia) della Giorgio Tesi Group, raccoglie – oltre alle specie di Cupressus presenti nel mondo come per esempio Cupressus numidica, Cupressus macnabianca e Cupressus dupeziana – varietà selezionate e resistenti al fungo “Seridium Cardinale”(cancro del cipresso), brevettate “Bolgheri”, “Mediterraneo” e “Agrimed. La struttura è stata inaugurata nel 2012 con materiale vegetale fornito in parte dal CNR e in parte proveniente dai vivai aziendali. La peculiarità di questa collezione è di comprendere le specie presenti nel mondo, numerose varietà orticole oggetto di produzione vivaistica e alcune selezioni in corso di valutazione. Un germoplasma ricco e variabile riunito in un unico impianto arboreo che oltre ad avere una finalità scientifica, conservazione della biodiversità, ha anche finalità pratiche, fonte di materiale di progettazione, a scopo didattico per studenti e vivaisti. L’impianto è oggetto di cure culturali al terreno e di interventi di portata minima e solo per gli individui che necessitano di piccole “correzioni” della ramificazione, in particolare quella apicale. Le forme delle piante è pertanto abbastanza naturale. Si tratta indubbiamente di una collezione unica di specie e varietà di cipressi, realizzata grazie alla collaborazione con l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR di Firenze, di cui l’azienda va orgogliosamente fiera.

The Cypress Arboretum is in the Giorgio Tesi Group’s nursery in Quarrata (Pistoia). In addition to Cupressus species found around the world such as Cupressus numidica, Cupressus macnabianca and Cupressus dupeziana, it has collected selected varieties resistant to the “Seridium Cardinale” (cypress canker) fungus, patented as “Bolgheri”, “Mediterraneo” and “Agrimed”. The facility was inaugurated in 2012 with plant material supplied in part by the CNR and in part by company nurseries. This unique collection serves to understand the species found worldwide, the numerous horticultural varieties produced in to nurseries, and some selections currently being evaluated. In addition to having the scientific purpose of conserving biodiversity, a rich, variable germplasm in a single tree implantation also has practical purposes and a source of planning material for educational purposes for students and nursery owners. The implantation is subject to minimal

ground cultivation treatments and only for those individual plants in need of slight “corrections” to the branching, especially apical growth. The plant shapes are therefore quite natural. It is undoubtedly a unique collection of cypress species and varieties, created thanks to a partnership with the Institute for Sustainable Plant Protection of the CNR of Florence, which the company proudly prides itself on.

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BOTANICA


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112 | NATURART | SETTEMBRE 2018

1 pag. 10 Cattedrale di San Zeno Piazza del Duomo, 51100 Pistoia

5 pag. 48 Giorgio Tesi Group Via di Badia 14, 51100 Pistoia

9 pag. 88 Conad del Tirreno Via Bure Vecchia Nord,10 51100 Pistoia

2 pag. 18 Palazzo Fabroni Via Sant’Andrea, 18, 51100 Pistoia

6 pag. 56 Riserva Naturale dell’Acquerino 51100 Pistoia

10 pag. 94 Fondazione Caript Via De Rossi 26, 51100 Pistoia

3 pag. 28 Montecatini Terme

7 pag. 76 Pieve dei SS Tommaso e Ansano 51010 Castelvecchio (Pescia)

11 pag. 100 AVIS Pistoia Piazza San Lorenzo 29 Via del Ceppo n. 1, 51100 Pistoia

4 pag. 38 Piazza Sant’Atto Vicolo dei Bacchettoni, 51100 Pistoia

8 pag. 82 Monteoliveto, lo stadio dimenticato Via Enrico Bindi, 51100 Pistoia


La Piattaforma Cloud per la Gestione Automatizzata

Di Serre e Vivai D

cloud

a cosa serve

Greenesis è un sistema cloud intelligente basato su tecnologia IOT di ultima generazione per la gestione automatizzata di serre e vivai.

Che cosa fa

Greenesis è in grado di rilevare le condizioni ambientali di ciascun settore delle coltivazioni e, in caso di parametri anomali, inviare un avviso per permettere di ripristinare tempestivamente umidità, calore, ventilazione, luce e fertilizzanti.

Come funziona

Grazie a una serie di sensori collegati a un' unità centrale, tramite un sistema di trasmissione a basso impatto infrastrutturale, Greenesis rileva in tempo reale tutti i parametri impostati. La cloud technology permette di elaborare valutazioni o interventi, notificando il quadro aggiornato della situazione attraverso sistemi smartphone e desktop.

Cosa è possibile rilevare

Esempi di parametri misurabili: • Temperatura • Umidità relativa • Anidride carbonica • Luminosità • Salinità del terreno

Quali sono i vantaggi

PC System sviluppa e fa crescere innovazione. Nata nel cuore della Toscana, da sempre unisce servizi tecnologici e di business automation alla consulenza strategica. Greenesis coniuga natura, tecnologia e usabilità con i più avanzati concetti di IOT.

• Massimizzazione del risultato • Monitoraggio 24/24 • Precisione di rilevazione e intervento • Incremento della produttività • Attendibilità delle misurazioni • Storico dei dati

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ISSN 2421-2849

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