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AGEVOLAZIONI PRIMA CASA

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ALTRI BONUS C

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Ne possono beneficiare gli Under 36 con ISEE non superiore a 40.000 euro Previste diverse esenzioni dalle imposte

Per favorire l’autonomia abitativa dei giovani sono state introdotte alcune agevolazioni fiscali in materia di imposte indirette per l’acquisto della “prima casa”. Possono beneficiarne, entro il 31 dicembre 2023, coloro che non hanno ancora compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è stipulato e hanno un indicatore ISEE non superiore a 40.000 euro annui.

Le Esenzioni Previste

Nel dettaglio le agevolazioni consistono:

→ esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale per le compravendite non soggette a Iva

→ pergliacquistisoggettiaIva,oltreall’esenzione dalle imposte di registro, ipotecaria e catastale, il riconoscimento di un credito d’imposta di ammontare pari all’IVA corrisposta al venditore

→ esenzionedall’impostasostitutivaperifinanziamentierogati per l’acquisto, la costruzione e la ristrutturazione di immobili a uso abitativo.

Nel Beneficio Casa E Pertinenze

Ammessi al beneficio sono gli immobili di categoria catastale compresa tra la A/2 e la A/7 oltre alla A/11 (abitazioni e alloggi tipici dei luoghi). Le agevolazioni si estendono anche per l’acquisto delle pertinenze classificate o classificabili nelle categorie catastali C/2 (magazzini e locali di deposito), C/6 (per esempio, rimesse e autorimesse) e C/7 (tettoie chiuse o aperte), limitatamente a una pertinenza per ciascuna categoria e destinate a servizio dell’immobile oggetto di acquisto agevolato. La pertinenza può essere acquistata contestualmente all’abitazione principale, o anche con atto separato, purché stipulato entro il termine di validità temporale dell’agevolazione e nel rispetto dei requisiti soggettivi previsti.

Mutui casa, con i tassi d’interesse in crescita, meglio sottoscrivere il tasso variabile, o quello fisso?

E’ una domanda alla quale non è facile rispondere. C’è chi consiglia di sottoscrivere un tasso fisso per bloccare l’importo della rata al costo del denaro di oggi (l’indice Eurirs su cui si calcola il tasso fisso è pari, in gennaio, al 2,5%) e chi invece consiglia il tasso variabile, sostenendo che l’inflazione potrebbe calare presto e che quindi nel giro di qualche anno anche i tassi torneranno a scendere (il variabile si calcola in base all’Euribor a tre mesi sempre a gennaio 2023 salito fino al 2,4%).

Se per comprare casa oggi si accende un mutuo, dunque, è bene sapere che lo si sta sottoscrivendo in un momento delicato dal punto di vista di congiuntura internazionale e che qualunque scelta si faccia, a un certo punto potrebbe suscitare dei rimpianti.

Rinegoziazione

In ogni caso, visto il lievitare degli importi delle rate dei mutui a tasso variabile, trend ormai in corso da diversi mesi, sono molti coloro che hanno scelto di rinegoziare il proprio mutuo presso l’istituto di credito al quale si sono affidati, chiedendo di passare, con questa operazione, al tasso fisso.

TASSO VARIABILE, FISSO E ANCHE MISTO

Mutuo a tasso variabile, a tasso fisso oppure misto: vediamo cosa sono. Nel mutuo a tasso variabile il tasso di interesse, sulla cui base si calcola l’importo della rata mensile che può appunto «variare» volta per volta, si mantiene «variabile» per tutta la durata del finanziamento. Il tasso è composto da una parte variabile (Euribor) e da una parte fissa (spread > guadagno della banca) determinata in relazione alla durata del finanziamento.

Il mutuo a tasso fisso, contrariamente a quello a tasso variabile, consente di contare su una rata mensile dall’importo fisso, quindi non soggetta a variazioni sulla base del tasso d’interesse legato al costo del denaro. L’importo della rata del mutuo a tasso fisso, solitamente, è più elevato di quello di un mutuo a tasso variabile calcolato sulla stessa cifra e della stessa durata.

C’è infine il mutuo a tasso variabile con rata fissa. Il tasso è variabile per tutta la durata del finanziamento ma l’importo delle rate è determinato sulla base delle proprie capacità di risparmio. Se l’importo della rata è fisso, ma il tasso variabile, la durata del mutuo può prolungarsi nel tempo di alcuni anni.

Una mossa prevista dalla Legge di Bilancio 2023 per mettere un freno agli incrementi delle rate e limitare l’erosione del potere d’acquisto. Attenzione, è nella facoltà della banca rifiutare la rinegoziazione qualora il cliente abbia un ISEE superiore a 35.000 euro o non abbia pagato tutte le rate.

SURROGA, CHE COS’È

Qualora la banca rifiuti la rinegoziazione, il cliente ha la facoltà di effettuare una surroga del proprio mutuo da un istituto di credito a un altro che pratica condizioni più vantaggiose. Questa operazione ha dei costi e richiede un nuovo atto notarile.

Anche per quanto riguarda gli affitti, nel 2023 esistono diverse agevolazioni messe in campo per andare incontro particolarmente alle esigenze dei giovani e delle persone in condizioni di difficoltà economica.

Il Bonus Affitti 2023

Introdotto l’anno scorso, il Bonus Affitti per giovani dai 20 ai 31 anni è stato confermato anche nel 2023.

Il beneficio consiste in una detrazione lorda del 20% dell’ammontare del canone, fino al limite massimo di 2.000 euro.

UN RISPARMIO DI 2.000 EURO

Dunque, i giovani che andranno ad abitare in affitto, per i primi 4 anni di locazione avranno la possibilità di risparmiare fino a 2.000 euro l’anno sull’affitto di una casa, o di una parte di essa destinata a residenza. Bisogna però prestare attenzione: il Bonus, infatti, è aperto solo a precise condizioni.

Chi Ne Ha Diritto

Oltre a rientrare nel requisito dell’età, per poter beneficiare del Bonus affitti è anche necessario:

→ cheilredditocomplessivodell’affittuario non sia superiore a 15.493,71 euro;

→ chevengacompilatoesottoscrittoun contratto di locazione per l’intera unità immobiliare o parte della stessa da destinare a propria abitazione principale, quindi spostarvi la residenza;

→ cheilcanonediaffittoannuononsiainferiore ai 991,60 euro

Come Richiedere Il Bonus

Il Bonus Affitti 2023 si richiede in fase di presentazione della Dichiarazione dei Redditi, comunicando all’Agenzia delle Entrate le seguenti informazioni:

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