Mission n 1 / 2017

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ANNO XVIII NUMERO 1 • GEN-FEB 2017

Alleanze aeree & loyalty program

L’unione fa la forza Accomodation

Rivoluzione Accor con Onefinestay Destinazioni

Creatività cubana


UVET.COM

UN GRANDE GRUPPO DI BUSINESS TRAVEL E VACANZE. PERSONE, SERVIZI E SOLUZIONI CHE RENDONO IL TUO VIAGGIO UN' ESPERIENZA UNICA.


BUSINESS & LEISURE TRAVEL

MOBILITY & SERVICES

EVENTS


Sommario Gennaio / Febbraio

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RUBRICHE

04 MERCATO ALBERGHIERO

Camere a punti

10 AD ALTA QUOTA

Trasporto aereo made in Italy: quale futuro?

16 AD ALTA QUOTA

Alleanze aeree: l’unione fa la forza?

22 APPARTAMENTI

Rivoluzione Accor con Onefinestay

26 PROFESSIONE VIAGGIATORE

In valigia metto anche il casco

28 DESTINAZIONI

Creatività cubana

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33 CAMERA CON VISTA

Villa Kennedy by Rocco Forte

34 EVENTI

IMA, Italian Mission Awards: appuntamento il 6 marzo 2017!

36 L’INTERVISTA

Cwt, svolta 3.0

38 TERMINAL

JFK, iniziano i lavori del TWA Hotel

NEWS 14 IL MERCATO 24 HÔTELLERIE 41 SCHEDE SULLE AGENZIE DI VIAGGIO DA STACCARE E CONSERVARE 42 VOLI IN PILLOLE 44 SCHEDE SULLE TECNOLOGIE DA STACCARE E CONSERVARE 47 DAL MONDO



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Camere a punti Mercato alberghiero Loyalty program

Da semplici carte per convertire punti in notti gratuite, i programmi fedeltà delle catene alberghiere sono ormai diventati una risorsa essenziale di marketing, che consente di profilare al meglio gli ospiti e di generare nuove prenotazioni. Ne parliamo con AccorHotels, Best Western, Choice, Marriott e Nh

di Massimiliano Sarti

Nella pagina a fianco, sopra, Elina Zois, European director crm and loyalty di Marriott International. Sotto Sara Digiesi, chief marketing officer di Best Western Italia.

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ggi è impensabile pensare il proprio portafoglio senza carte fedeltà. Ce ne sono di tutti i tipi e soprattutto per ogni consumatore: da quelle più diffuse della grande distribuzione e del retail in generale, fino alle card emesse da banche e distributori di benzina. Con i nomi più disparati (carte fidelity, discount, gift e club, ma anche tessere punti o loyalty), fanno ormai parte integrante della stragrande maggioranza delle nostre esperienze di acquisto. E l’industria dei viaggi non può certo essere da meno. Anzi, l’inventrice del primo programma fedeltà nel senso contemporaneo del termine è stata proprio una compagnia aerea: il 1° maggio del 1981 American Airlines lanciò infatti il suo AAdvantage frequent flyer program, che premiava i passeggeri più

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assidui con miglia accumulabili e convertibili in voli gratuiti. In pochi anni, dozzine di società attive nel turismo seguirono l’esempio di American. E ancora oggi la struttura base di ogni programma fedeltà dell’industria dei viaggi è basata sullo scambio punti-voli o puntinotti gratuite. Ma naturalmente con il tempo le cose sono cambiate: le card non solo si sono fatte sempre più immateriali e virtuali, grazie alla digitalizzazione imperante, ma anche la loro natura è mutata, diventando per molti player del turismo uno strumento di marketing essenziale per mantenere la propria rilevanza agli occhi dei consumatori. Soprattutto in un contesto nel quale la concorrenza di potenti realtà dell’intermediazione, come le agenzie online, sta rendendo il prodotto hotel, e an-

cor di più i voli, una commodity indistinta, in grado di competere solamente sulla base della leva prezzo. Ultimamente, in particolare, tra le grandi major dell’hôtellerie sta infuriando una vera e propria battaglia dei programmi fedeltà, con le grandi compagnie che si sfidano a colpi di vantaggi dedicati ai propri portatori di card. La faccenda è talmente seria che nella gestione della transizione seguita alla fusione Marriott-Starwood, la compagnia con sede nel Maryland ha dato massima priorità proprio alla questione integrazione dei rispettivi programmi fedeltà. Ma perché queste card sono diventate così importanti per le compagnie alberghiere? È solo una questione di competizione, in primis con le agenzie online e poi con gli altri gruppi, o c’è anche qualcos’altro? Relazione diretta con i clienti «In realtà i programmi fedeltà ci consentono prima di tutto di stabilire una relazione diretta con i nostri clienti, garantendoci la possibilità di profilare ciascun ospite, in modo da potergli offrire un servizio sempre più personalizzato, esclusivo ed esperienziale», racconta la European director crm and loyalty di Marriott International, Elina Zois. Per Tess Mattisson, director European marketing Choice Hotels, i loyalty program aiutano peraltro a differenziare pure i brand tra di loro: «Non solo: dai dati in nostro possesso» rivela la manager «risulta evidente quanto Choice Privileges contribuisca a incrementare il tasso di repeater che si recano nei nostri hotel, e ad aumentare in generale il numero di prenotazioni».


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Mercato alberghiero Loyalty program

La loyalty del lusso griffata Leading Hotels of the World

Il punto interessante, per un’azienda alberghiera, è soprattutto la differenza che esiste tra un ospite fidelizzato e uno nuovo: «Il primo conosce già l’offerta dell’azienda e tendenzialmente è un cliente ricorrente. Il secondo è più difficile da gestire e costoso da acquisire», fa notare per parte sua il marketing & communication director Italia di Nh Hotel Group, Graziano Cavallo. Insomma, «avere iscritti significa conoscerli meglio, comprendere le loro abitudini di acquisto e curare di conseguenza su misura le offerte di vendita», conferma Sara Digiesi. C’è tutto il tema della tecnologia e dell’utilizzo dei dati nelle parole della chief marketing officer Best Western Italia: «I programmi fedeltà danno anche la possibilità di sviluppare l’esperienza del brand al di fuori del soggiorno, prima e dopo il viaggio». Il tutto in un’ottica integrata della relazione con il cliente e dei suoi percorsi di acquisto. Il sistema può funzionare davvero, ammonisce però Renzo Iorio, a due precise condizioni: che l’azione del loyalty program «sia integrata con altre strategie dedicate all’ecommerce e alla qualità del servizio», e che si riesca a parlare ai clienti «in modo mirato, senza dar loro l’impressione che stiamo facendo solo promozione, ma che al contrario li stiamo rendendo parte di un club riservato con vantaggi peculiari». Per il chief operating of-

Fidelizzare il cliente del lusso è un’impresa complessa. Che certo non può limitarsi all’offerta di programmi fedeltà, per quanto speciali questi possano essere. Eppure anche in un contesto di assoluta esclusività non può mancare un qualche modello di fidelizzazione, capace di raccogliere in una semplice card una serie di benefici dedicati agli ospiti più assidui. Lo sa bene un soft brand da sempre specializzato nel segmento luxury come Leading Hotels of the World: «Ogni compagnia sceglie e segmenta i propri programmi fedeltà sulla base delle proprie esigenze e strategie», spiega la marketing consumer director Lhw Italy, Federica Damiani. «Di base esistono dei vantaggi che crescono con il crescere del revenue e del potenziale. Una compagnia business proporrà però benefit diversi rispetto a una compagnia leisure. Il punto fondamentale è conoscere i propri clienti e avere chiare le prospettive future». D’altronde, la filosofia di un programma fedeltà luxury non pare sostanzialmente diversa da quella delle altre compagnie: «Il fatto di dare come riconoscimento delle notti omaggio contribuisce certamente ad alimentare il desiderio di scoprire nuove destinazioni e nuovi hotel», rivela infatti Federica Damiani. Sebbene «quest’anno abbiamo introdotto alcune iniziative di notevole successo, quali le offerte ad hoc dedicate ai nostri iscritti, nonché le vendite spot chiamiate Private sale, sono sempre le notti omaggio a infondere quel tocco decisivo di romanticismo alla raccolta punti». Data la specifica natura del brand Leading, il suo programma fedeltà non si applica tuttavia alle tariffe corporate negoziate. «A partire dall’anno scorso abbiamo però introdotto un modello di fidelizzazione dedicato alle più importanti agenzie di viaggio con cui collaboriamo», conclude ancora Federica Damiani. Chiamato Vita, «Very important travel agencies», il progetto dai tratti estremamente esclusivi dà la possibilità di accedere a tariffe nette e commissionabili, fornendo al contempo una serie di benefit ai clienti delle stesse agenzie come la colazione gratuita, il free wi-fi, l’upgrade di camera, l’early check-in e il late check-out. Al momento Vita comprende una decina di agenzie. ficer e managing director AccorHotels Italia, Grecia, Israele e Malta, «la loyalty infatti non è solo un fatto di competizione nei confronti dell’intermediazione. L’idea di fondo è quella di investire sul cliente nel lungo periodo: lavorare sulla fidelizzazione è sempre più costoso; quindi ha senso solo se garantisce risultati duraturi nel tempo, che prescindono dalle marginalità ricavabili da un singolo pernottamento». In equilibrio tra sogno e “instant rewards” In tale sforzo competitivo, molti gruppi alberghieri stanno quindi oggi introducendo sempre nuove iniziative, capaci di andare oltre la semplice conversione dei punti in

notti gratis o miglia aeree per voli con le compagnie partner. C’è chi per esempio offre i cosiddetti “instant rewards”, o benefici istantanei, chi preferisce focalizzarsi sulle

Progetti coraggiosi Lo scorso autunno Wyndham ha provato a lanciare un’iniziativa creativa per sfruttare uno dei supposti punti deboli dell’operazione “Marrwood” e attirare gli eventuali iscritti al programma fedeltà Starwood insoddisfatti della novità. L’idea era coraggiosa: quadruplicare il valore dei punti Spg di quei membri disposti a devolverli in beneficenza e a passare baracca e burattini alla concorrenza. Peccato però che il metodo si sia rivelato tanto maldestro da costringere la compagnia ad abbandonare il progetto. L’iniziativa era infatti in programma per le 24 ore di martedì 11 ottobre, ma il numero di richieste false ricevute ancora prima dell’inizio della giornata ha convinto il gruppo ad annullare il tutto.

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Mercato alberghiero Loyalty program

I principali loyalty program Catena

Nome programma

Caratteristiche

Accorhotels

Le Club Accorhotels

31 milioni di soci nel mondo, di cui circa 800mila in Italia. Valido in oltre 3400 hotel in 92 Paesi

Best Western Italia

Best Western Rewards

Choice Hotels

Choice privileges

Modalità di accumulo punti

Possibilità di conversione

Altri benefici

Proporzionale alla cifra spesa. Quattro tiers**: Classic, Silver, Gold e Platinum

La conversione è possibile a partire da 2000 punti; include varie partnership, tra cui le principali compagnie aeree internazionali, car rental e altri servizi del mondo travel

Tariffe dedicate, nonché soft benefit, tra cui upgrade, servizi e consumazioni gratuite

30 milioni di iscritti nel mondo

Proporzionale alla cifra spesa. Cinque tiers: Blue, Silver, Gold e Platinum

Include varie partnership, tra cui quelle con le principali compagnie aeree internazionali, ma anche con aziende attive in settori non legati all’industria dei viaggi

Tariffe dedicate e soft benefit a partire dai tiers più elevati (upgrade della camera, omaggio di benvenuto ecc.)

Oltre 29 milioni di soci nel mondo

Proporzionale alla cifra Notti gratis a partire da 6000 punti. spesa. Tre tiers: Gold, Varie partnership, tra cui quelle con i Platinum, Diamond brand Preferred Luxury Hotel e Bluegreen Vacations, nonché con le principali compagnie aeree internazionali

Tariffe dedicate e vari soft benefit, tra cui instant rewards, nessuna scadenza dei punti ed extended check-out

Leading Hotels Leaders Club of the World

Attivo in tutti gli oltre Quota annuale di 375 Leading hotel iscrizione e notti nel mondo gratuite in base al numero di soggiorni. Due tiers: Leaders Club e Unlimited

Modello di conversione basato su notti gratuite in cambio di soggiorni. Varie partnership, tra cui quelle con Sixt rent a car, Luggage Free e Italo

Vari benefit, tra cui la colazione gratuita, l’upgrade di camera, il wi-fi free e il trasferimento aeroportuale in omaggio (solo per gli Unlimited)

Marriott International

Marriott Rewards

56 milioni di iscritti***. Programma valido in circa 4.400 strutture presenti in oltre 87 Paesi

Proporzionale alla cifra spesa. Quattro tiers: Basic, Silver, Gold, Platinum (gli ultimi due corrispondono allo status Elite)

Varie partnership, tra cui quelle con le leghe sportive Usa Nfl e Nba, nonché lo Universal Music Group e le principali compagnie aeree internazionali

Vari benefit, a partire già dal livello Basic, tra cui il wi-fi free per le prenotazioni dirette, instant rewards e tariffe dedicate. Gli appartenenti ai livelli Elite godono pure di late check-out, accesso all’executive lounge e regalo di benvenuto

Nh Hotel Group

Nh Rewards

6 milioni di iscritti. Programma valido in 365 hotel in 29 Paesi

Proporzionale alla cifra Varie partnership, tra cui quelle con spesa e alle notti Alitalia, Iberia, AirEuropa, AeroMexico trascorse. Quattro tiers: Blue, Silver, Gold e Platinum

Vari benefit, tra cui tariffe e offerte dedicate, wi-fi gratuito, early check-in e late check-out, express check-in

* Con questa tabella si intende gettare solo uno sguardo di massima sui programmi fedeltà delle varie compagnie. Un confronto esaustivo tra i vari sistemi di loyalty dovrebbe in particolare prendere al contempo in considerazione sia il “costo” di accumulo dei punti, sia il valore delle opportunità di conversione offerte. ** Acceleratori di raccolta, la cui progressione si basa su notti e spesa cumulati in un anno. *** Il numero non comprende i 28 milioni di iscritti a Starwood Spg. Il gruppo Marriott offre poi anche il programma Ritz-Carlton Rewards, dedicato al segmento upscale del mercato. Ufficialmente separati dagli iscritti Marriott Rewards, i suoi membri godono tuttavia sostanzialmente dei medesimi benefici e possono facilmente passare da un sistema all’altro.

Tess Mattisson, director European marketing di Choice Hotels.

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esperienze, e chi ancora ha deciso di concentrarsi su specifici segmenti del proprio mercato, tarando le ricompense sulle esigenze relative. Difficile rimane però capire, in un momento di grandi evoluzioni, quali tendenze siano destinate a rimanere, e quali invece non supereranno la prova del tempo: «I modelli di loyalty più duraturi sono quelli che mettono il cliente al centro delle proprie iniziative e non si lasciano distrarre dalle mode del momento», osserva Elina Zois. «Con il passare degli anni le persone cambiano. Oggi tra i viaggiatori sta in particolare crescendo il desiderio di essere riconosciuti e di ricevere gratificazioni

istantanee, in forma per esempio di free wi-fi, piccoli regali all’arrivo, o inviti a eventi speciali. Due trend assolutamente destinati a rimanere a lungo». Che il futuro non sia tuttavia di così facile previsione, lo dimostra il fatto che non tutti sono completamente d’accordo sull’efficacia assoluta dei cosiddetti «instant rewards». «Ogni compagnia si sforza di trovare buone idee con tanta buona volontà», spiega infatti Renzo Iorio. «Il rischio, però, è che alla lunga si ottenga un certo effetto di spersonalizzazione, soprattutto nei confronti degli ospiti “alto spendenti”. La vera chiave d’ingaggio sta nella sem-


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Mercato alberghiero Loyalty program

Modelli a confronto: cosa cambia tra hotel e aerei

plicità del meccanismo e soprattutto nel dare la possibilità ai clienti di raggiungere un’esperienza di viaggio da sogno. Regalare tante piccole cose diluite nel tempo, al contrario, rischia di generare un effetto di assuefazione omeopatica». Ecco allora l’idea di realizzare, per il brand Raffles entrato l’anno scorso nel perimetro Accor, un programma senza punti, ma legato a vantaggi e servizi personalizzati: un ospite è appassionato di running? Perché non fargli trovare al mattino un kit di scarpe da corsa ad hoc? E il progetto non deve necessariamente riguardare solo il comparto lusso: «Il passaggio dall’economia analogica a quella digitale consente di allargare la medesima logica anche agli altri segmenti. Penso, tra le mille opportunità disponibili, alla possibilità di offrire un mese di Spotify Premium gratuito agli ospiti Ibis dotati di card», aggiunge ancora Iorio. Creatività e semplicità sono la chiave del successo anche per Tess Mattisson. Un esempio di Choice in tal senso sono sicuramente gli sconti per i passaggi Uber quando si viaggia negli Stati Uniti: «I clienti oggi vogliono ricevere premi e gra-

Comparsi per la prima volta proprio nel mondo dell’aviazione civile, i programmi fedeltà dell’industria del trasporto aereo stanno oggi vivendo un importante momento di transizione, soprattutto negli Stati Uniti. Le tre major a stelle e strisce, United, Delta e American, hanno infatti recentemente deciso di cambiare le modalità di acquisizione dei punti, non più collegandole solo alle miglia percorse dai passeggeri, ma anche al prezzo del biglietto pagato: novità evidentemente dettate dalla necessità di un maggior controllo dei costibenefici dei rispettivi modelli di loyalty. La mossa pare però non aver riscontrato il favore di molti passeggeri, in quanto avrebbe provocato una generale diminuzione dell’ammontare dei punti accumulabili. Nonostante il settore del trasporto aereo si sia spesso dimostrato pioniere di tendenze poi sviluppatesi nel resto dell’industria dei viaggi, questa volta è tuttavia improbabile che il nuovo trend si possa affermare anche nel mondo dell’ospitalità. Il comparto alberghiero si è infatti svincolato da tempo dalla semplice logica notti-punti, collegando molto presto le possibilità di accumulo alla spesa effettiva degli ospiti nelle proprie strutture. Il motivo è presto detto: «Il sistema non solo associa l’erogazione di punti al nostro fatturato generale, ma favorisce anche altre fonti di revenue alberghiero come l’f&b (da sempre un rebus non di facile soluzione per i bilanci della maggior parte degli hotel, ndr). Non solo: più riesco a fornire incentivi, più il viaggiatore vivrà le mie strutture e considererà ricco il proprio soggiorno. E nell’epoca degli affitti brevi (leggi Airbnb, ndr), abbiamo tutto l’interesse a dimostrare quanto sia fantastica un’esperienza in hotel», racconta Renzo Iorio di AccorHotels. Ma il confronto hotel-linee aeree in tema di fidelity non è esclusivamente a vantaggio dei primi. Nel comparare le due realtà ci si imbatte infatti in un apparente paradosso: per la natura stessa dei rispettivi servizi, ha raccontato qualche anno fa a Hotel News Now l’analista Henry Harteveldt di Hudson Crossing, «i clienti dell’ospitalità si fidelizzano perché desiderano avere qualcosa in più dalla propria esperienza di soggiorno; i passeggeri delle compagnie aeree perché vogliono ridurre i propri disagi in viaggio». Ciononostante il valore percepito dei programmi fedeltà delle aviolinee è spesso superiore a quello sperimentato dagli ospiti d’albergo “fedeli”: «Dal punto di vista economico», conclude sempre Iorio, «è molto più semplice realizzare salette o corsie preferenziali in un aeroporto. In questo modo si garantisce ai propri iscritti il privilegio di attendere in posti più confortevoli o si riducono i loro tempi di attesa. Negli hotel è tutto più complicato. Si può realizzare, al limite, una linea check-in dedicata in una struttura Mice di grandi dimensioni. Ma è un investimento insostenibile in qualsiasi altro contesto. Ci si è quindi inventati escamotage come il welcome drink e l’executive floor. Che però non sono la stessa cosa. E per di più sono difficili da gestire». tificazioni con la velocità di un click. I benefici più ricercati sono quelli che consentono di risparmiare denaro, di rendere la vita più semplice o di ottenere qualcosa che altrimenti sarebbe impossibile avere». Più vicino al concetto del sogno è invece il modello loyalty suggerito da Graziano Cavallo: «La tendenza più forte sembra essere quella di una sempre più stretta correlazione tra i programmi fedeltà e l’offerta di esperienze uniche ed esclusive. L’idea è quella di stupire ogni volta il cliente con contenuti accattivanti ed emozionali, in grado di creare ricordi memorabili». Il focus su profilazione, innovazione e fruibilità dei programmi, unito a una grande varietà di opportunità di conversione punti, è infine vitale

per il sistema fedeltà griffato Best Western. Che oggi sfrutta persino la diffusione dei device portatili per migliorare l’esperienza on-site dei possessori di card Bw. È l’Internet of things al massimo delle proprie potenzialità correnti: «Il nostro nuovo chatbot Facebook», rivela Sara Digiesi, «è in grado di individuare i clienti geolocalizzati nel momento in cui arrivano nella hall dei nostri hotel: un modo inedito e immediato per entrare in contatto con loro. L’importante, in questo caso, è non esagerare, fornendo solo informazioni davvero utili». Insieme a offerte possibilmente tarate sulla profilazione garantita dallo stesso programma fedeltà. Certo non è affatto facile: «Perché purtroppo l’implementazione delle

Sopra Renzo Iorio, chief operating officer e managing director di AccorHotels Italia, Grecia, Israele e Malta. Qui a sinistra Federica Damiani, marketing consumer director di Leading Hotels of the World Italia.

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Mercato alberghiero Loyalty program

Loyalty medio-piccola La loyalty non è una faccenda riservata esclusivamente a strutture brandizzate e hotel di lusso indipendenti. C’è chi pensa a modelli adatti anche ad alberghi e catene di dimensioni medio-piccole. Stiamo parlando della start-up spagnola lanciata dagli imprenditori iberici a monte del gruppo Catalonia Hotels: Wanup è oggi presente pure in Italia dove, in appena tre mesi, ha già accumulato 60 affiliati, mentre i suoi numeri globali parlano di 400 strutture partner in 15 Paesi differenti, per 30mila camere complessive e 600mila iscritti. Il programma consente di ottenere una serie di vantaggi in fase di prenotazione e di guadagnare cashback compresi tra il 3% e il 6% del prezzo pagato, fruibili per gli acquisti di camere successive.

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nuove tecnologie non beneficia quasi mai di veri pre-test. Si prova quasi tutto in diretta e si corregge via facendo. I confini tra successo e fallimento, in questi casi, sono piuttosto labili». Il punto di vista del mondo corporate A fronte di tanta varietà di approcci, appare forse ancora più interessante provare a comprendere il rapporto tra il mondo corporate travel e l’universo programmi fedeltà: «In verità, a seconda del settore di riferimento, le imprese regolamentano in maniera differente la fruizione di punti e vantaggi. Per noi rimane tuttavia l’evidenza, per cui più i desideri e i bisogni dei viaggiatori sono soddisfatti, più i clienti sono appagati e fedeli», sottolinea Graziano Cavallo. In generale, l’obiettivo delle aziende è quello di garantire il rispetto delle travel policy. E da questo punto di vista i programmi fedeltà rappresentano senz’altro una garanzia ulteriore. Ma non solo: «Per parte nostra, ci sforziamo di dimostrare alle compagnie clienti come i benefici per i possessori di card si traducano in altrettanti vantaggi per la stessa impresa. Mi riferisco per esempio a fattori di efficienza come il wi-fi gratuito o il

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mobile check-in», osserva Elina Zois. Per Sara Digiesi le aziende italiane hanno sempre avuto un rapporto molto aperto con l’utilizzo che i propri dipendenti fanno dei punti fedeltà: «Certo noi per contro ci impegniamo sempre a garantire a tutti la best available rate». Le cose però non sono sempre state così secondo Renzo Iorio: «Una volta i travel manager tendevano a vedere nella loyalty un’antagonista alle proprie travel policy. Cercavano perciò soprattutto di trasformare i punti in sconti. Oggi invece considerano al contrario i programmi fedeltà quale fattore di incentivazione alla compliance». L’approccio dei business traveller Ma come si relazionano i viaggiatori corporate italiani con i programmi fedeltà? Difficile definirlo con precisione: sempre Iorio sostiene che non esistano delle peculiarità particolari, «anche perché i business traveller si sentono spesso parte di una comunità internazionale, che condivide i medesimi modelli di fruizione delle trasferte». Al contrario per Sara Digiesi qualche differenza c’è: «Da noi, la fidelity card non è sempre percepita come un elemento neces-

sario». Probabilmente, spiega la cmo Best Western Italia, è una questione di minore penetrazione dei brand alberghieri nella Penisola, per cui l’accumulo di punti da convertire in soggiorni non è obbligatoriamente visto come un benefit sostanziale: «Nei contratti con le aziende noi normalmente lo indichiamo come semplice vantaggio aggiunto, senza oneri addizionali». Ancora differente, infine, il punto di vista di Graziano Cavallo: «Spesso la stessa scelta del soggiorno dipende dai punti accumulati e dai vantaggi di cui gli ospiti potranno beneficiare. Ma la redemption è considerata un vero e proprio benefit persino dalle aziende». Nell’era del cliente trasversale, insomma, anche il modo di utilizzare le card muta continuamente, a seconda delle situazioni e dei contesti. Quel che più conta, però, è la consapevolezza che i programmi fedeltà fanno ormai parte del panorama alberghiero internazionale da più di 30 anni. E non mostrano alcun segnale di stanchezza. Anzi, sono più vitali e attivi che mai. Sono perciò destinati a rimanere a lungo, magari ulteriormente rinnovati a potenziati grazie alle nuove opportunità offerte da tecnologie emergenti, come la Internet of things e i big data. l


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Trasporto aereo made in Italy:

quale futuro? Ad alta quota Alitalia & Meridiana

Nell’attesa che siano resi noti i dettagli del nuovo piano industriale di Alitalia e del rilancio di Meridiana da parte di Qatar Airways, facciamo il punto sui possibili scenari a cui andranno incontro le compagnie aeree del nostro Paese, sempre più spesso preda di acquirenti stranieri di Alberto Vita

Quota di mercato Nel 2015 il market share di Alitalia era del 18%, contro il 23% di Ryanair e il 12% di easyJet. Fonte: Istituto Bruno Leoni

o specchio di una nazione. Il trasporto aereo in Italia, negli anni ’60 e ’70 fiore all’occhiello del Sistema Paese (lo sapevate ad esempio che tra i primi clienti del progetto americano di aereo supersonico Boeing 2707 nel 1963 vi era proprio l’Alitalia?) ora arranca, in un Paese che sistema non lo è più da anni, dove le low cost la fanno da padrone e dove le influenze, nefaste, della politica sul settore hanno fatto sì che le nostre compagnie aeree siano ormai preda di soggetti stranieri. E del Golfo in particolare. Nel momento in cui scriviamo non si sono ancora sciolti i due principali nodi per Alitalia e Meridiana. Ovvero la presentazione del nuovo, l’ennesimo, piano industriale e la possibile ridefinizione del management per la prima, con l’anima Eti-

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Cramer Ball, Ceo di Alitalia

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had in bilico, per poter continuare a operare su basi fortemente diverse da quelle di oggi, e il closing per il salvataggio e il rilancio da parte di Qatar Airways di Meridiana, operazione che si sarebbe dovuta chiudere il passato gennaio ma che, anch’essa, ad oggi è ancora in surplace. L’unica notizia trapelata dalle fitte maglie sulla direttrice OlbiaDoha è stata la rinuncia al progetto dei voli cargo Meridiana-Qatar Airways da Malpensa, che prevedeva l’ingresso nella flotta della compagnia italiana di Boeing 777 per voli realizzati per conto del vettore emiratino con l’obiettivo di trasportare merci nel triangolo Asia, Europa e America. Lo stop al piano è stato comunicato da chi si stava occupando del progetto, Massimo Brancaleoni, in una email inviata ai colleghi. «Il progetto è sospeso, non

cancellato» fanno sapere fonti di Meridiana, che sottolineano come Qatar Airways abbia fatto una valutazione solo commerciale e che questo stop non ha nulla a che fare con il progetto di integrazione che «va avanti», come affermato anche dal Ceo della compagnia del Golfo Akbar Al Baker. Un matrimonio che, secondo indiscrezioni, porterebbe in dote al vettore italiano 50 nuovi B737-800, molti dei quali da posizionare su Malpensa, già base degli aeromobili di lungo raggio di Meridiana, andando così a creare un hub nella ricca Italia del Nord Ovest. Piano già visto sia in Casa Alitalia, senza però avere abbastanza aerei per gestire due hub, sia in quella di Lufthansa, con la creazione di Lufthansa Italia nel 2009, avventura poi chiusa nel 2011. Ruolo primario per LH Proprio Lufthansa è sempre più centrale nel possibile futuro di Alitalia. E non solo perché ha appena concluso una serie di accordi con Etihad Airways, primo azionista del vettore italiano, ma anche perché, già nel passato, l’asse Roma-Francoforte per molti analisti sarebbe stata preferibile a quella con Parigi (e Amsterdam), già recisa parzialmente a gennaio con lo stop all’accordo commerciale che negli scorsi anni ha feederato i voli di lungo raggio dei vettori francese e olandese con passeggeri italiani. Accordo che, però, oggi sembra un macigno, con la Joint venture atlantica che comprende anche Delta, che non permette ad Alitalia di aumentare i voli diretti con gli Stati Uniti, con-


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Ad alta quota Alitalia & Meridiana

PERDITE ALITALIA E anche Blue Panorama Airlines...

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2015 (con benef. Straord.)

Anno Fonte: Istituto Bruno Leoni

siderati maggiormente remunerativi rispetto a quelli verso altre destinazioni. Accordo capestro sottolineato anche dal ceo di Ryanair Michael O’Leary: «Alitalia dovrebbe sganciarsi da Air France, rescindere tutti gli accordi e pensare a crescere e svilupparsi», soprattutto «aumentando i suoi voli a lungo raggio dal Nord America verso l’Italia. Lasciando il feederaggio a basso prezzo a chi lo sa fare, ovvero noi, senza mettere in piedi una low cost interna che non verrebbe accettata dai sindacati e che non potrebbe comunque competere sul mercato». Un attacco ai sindacati i quali, però, per l’occasione si dicono d’accordo con il loro abituale fustigatore, sottolineando che «Ethiad, dopo due

anni di gestione, si deve render conto che le alleanze con Air FranceKlm e Delta limitano lo sviluppo delle rotte e che Alitalia paga leasing con costi fuori mercato» ha detto il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. In Etihad nuovo Ceo e nuove strategie Etihad Airways cerca di raddrizzare i suoi investimenti nel raggruppamento di vettori riuniti in Etihad Airways Partners, dove il vettore emiratino ha perso solo in Europa più di 2,5 miliardi di euro in sei anni, con la sola Air Serbia a vedere un segno più nel 2014 e nel 2015. Situazione che ha portato all’addio, previsto per il secondo trimestre del 2017, del Ceo Ja-

PASSEGGERI ALITALIA NEL 2015

2,30 7,90 11,90

0 Domestico n Internazionale n Intercontinentale Fonte: Istituto Bruno Leoni

Se Alitalia e Meridiana si trovano nel pieno di una ristrutturazione societaria, l’ennesima, che coinvolge però i vettori del Golfo, Blue Panorama Airlines, compagnia eminentemente leisure con traffico charter e un’avventura anche nel low cost con il brand Blue Panorama Express, finita in amministrazione straordinaria dopo il marzo 2014, è poi confluita in una Newco lo scorso ottobre, con i beni materiali e immateriali mobili e strumentali, tutta la documentazione, il know-how, le banche dati, i sistemi informativi, i rapporti contrattuali e commerciali in essere, le autorizzazioni, le licenze e i permessi, i diritti e i marchi, ecc. della vecchia compagnia. Una mossa necessaria per la prosecuzione dell’attività del vettore. Insomma, tanto rumore per nulla. Anche qui la nuova compagnia è in attesa di un cavaliere bianco che la rilanci. Ma tra i tre big del Golfo, senza interessi italiani è rimasto solo Emirates che, come dicono sempre i suoi vertici, «non è interessata a entrare nel capitale di vettori terzi». Quindi la famiglia Pecci, storica fondatrice di Blue Panorama Airlines, dovrà guardare altrove... mes Hogan, anche vicepresidente di Alitalia, e del Cfo James Rigney, anch’esso nel consiglio del vettore italiano. Proprio il nuovo Ceo, insieme al presidente del consiglio di sorveglianza di Etihad Ahmed Ali Al Sayedh, dovranno far cambiare il vento per il vettore. Partendo proprio da quell’accordo con Lufthansa che Hogan lascia in eredità al nuovo management, e sul quale ha detto il giorno della sua firma: «questa partnership è solo il primo step di ulteriori opportunità». «Questa è la più importante non equity partnership che abbiamo firmato, che, iniziata con un accordo di code share, va aldilà di questo» ha aggiunto Hogan, a cui ha fatto eco il Ceo e presidente di Lufthansa Carsten Spohr, che ha spiegato come la nuova partnership comprenda un accordo di «quattro anni con Lsg Sky Chef, la nostra società di catering leader al mondo, su 16 città sulle oltre 200 che serviamo, per un valore di 100 milioni di euro, e una partnership nella manutenzione e riparazione degli aeromobili grazie a Lufthansa Technik». Un’alleanza, questa,

133 mln I passeggeri nel trasporto aereo italiano nel 2016 Fonte: Istituto Bruno Leoni

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3 Alitalia.qxp_Layout 1 13/02/17 12:31 Pagina 12

Ad alta quota Alitalia & Meridiana

Costi operativi

ALITALIA: PERDITE PER IL SETTORE PUBBLICO (in milioni di euro)

3500

Secondo l’Istituto Bruno Leoni, i costi operativi di Alitalia ammonterebbero a 6,50 euro ogni 100 chilometri per posto offerto, circa il doppio di quanto spende Ryanair (3,4 euro), ma molto meno di Lufthansa (8,3 euro) e di Air France (10,5).

A destra, James Hogan e Carsten Spohr durante l’annuncio dell’accordo siglato da Etihad e Lufthansa

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3000

3000 2500

1490

1500

1400

1000

200

75

500 0 Fallimento 2008

Investimento Poste

Fonte: Istituto Bruno Leoni

che porterà anche lo spostamento dei voli Etihad «nei terminal Lufthansa e dei suoi hub di Francoforte e Monaco» spiega Spohr, che lascia aperta una porta anche a una possibile joint venture con il vettore del Golfo, visto anche il successo delle «JV sul Nordatlantico con United e Air Canada e in Asia sul Giappone con Ana, sull’Indocina con Singapore Airlines e sulla Cina con Air China». Questa notizia non piace a Tarlazzi: «Del progetto di sviluppare il lungo raggio non si è visto molto, con aperture sì ma anche con chiusure o riduzioni di frequenze. E, con preoccupazione, notiamo che Rio e Bogotà, destinazione che era nei programmi di Alitalia per quest’anno, sono entrate nell’accordo di code sharing tra Etihad e Lufthansa, con il rischio che questo traffico non passi più neanche da Fiumicino». Insomma, aspettando l’advisor industriale Roland Berger, secondo alcuni rumors coadiuvato anche da Bain, voluto da altri azionisti, e Kmpg, per la parte finanziaria, che stanno lavorando al nuovo piano Alitalia, Etihad cerca di mettere in sicurezza i suoi conti, con tagli di personale, accordi di outsourcing come quello con Lufthansa e con la cessione, in wet lease, anche se molti parlano di a una vendita mascherata, come affermato anche da O’Leary di Ryanair che ha inoltrato protesta ufficiale alle autorità comunitarie, di 38 aeromobili con equipaggi al gruppo tedesco, 33 dei quali voleranno sotto

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CIGS

Aumento Prezzi

Minori Entrate Fiscali

le insegne Eurowings, operazione per la quale Spohr ha ringraziato pubblicamente il vettore di Abu Dhabi durante la firma dell’accordo tra le due compagnie. Avvicinamento Etihad-Lufthansa che, secondo molti analisti, potrebbero sfociare nell’entrata nel capitale del vettore tedesco, con una quota importante, da parte di quello emiratino o, forse più probabilmente, in uno scambio azionario. Che stringerebbe ancora di più i legami tra loro, con un consolidamento delle attività di un Airberlin a formato ridotto, che si concentrerebbe solo sui suoi due hub di Düsseldorf e Berlino Tegel, un forte feederaggio di Darwin Airline, compagnia con sede in Svizzera, per i voli di Swiss e una collaborazione sul mercato italiano, terzo per valore per Lufthan-

sa, con un più o meno consolidamento (al ribasso?) per Alitalia. Dove si continua a parlare di taglio dei costi, soprattutto del lavoro che, però, secondo gli analisti, conta per meno di un quinto sui costi operativi, ovvero 600 milioni all’anno sui 3 miliardi totali. Costi operativi che, secondo l’Istituto Bruno Leoni, per il vettore italiano ammonterebbero a 6,50 euro ogni 100 chilometri per posto offerto, circa il doppio di quanto spende Ryanair (3,4 euro), ma molto meno di Lufthansa (8,3 euro), di Air France (10,5) e persino meno della low cost del gruppo tedesco Eurowings, che arriva agli 8 euro. Insomma, magari ora state leggendo di situazioni già risolte, con Alitalia verso quello status di compagnia “a cinque stelle” promessa al momento dell’entrata nel capitale di Etihad, il che cozza un po’ però con le voci del nuovo piano che parlano di low cost a breve raggio, tagli di servizi e hostess che devono pulire anche i bagni, di Etihad e Lufthansa felici sposi e di Qatar e Meridiana ad aggredire il ricco mercato dei viaggiatori d’affari dell’Italia del Nord Ovest. Ma avendo vissuto tanti anni sotto questi cieli credo che dovrò rinfoderare la penna solo per poco tempo. Pronto a cercare di spiegare nuovamente questo affaire dei cieli italiani già nel prossimo numero... l



4 Mercato.qxp_Layout 1 13/02/17 12:34 Pagina 14

News Mercato

IN BREVE Prodotti gluten free sulle Frecce Cresce l’attenzione di Trenitalia per i viaggiatori affetti da celiachia che viaggiano sui servizi ad Alta Velocità. Grazie a un Protocollo d’intesa fra l’operatore ferroviario e l’Associazione Italiana Celiachia (AIC), i servizi di ristorazione a bordo delle Frecce (Welcome Drink, Bar, Ristorante, Executive e servizi al posto) proporranno una più ampia gamma di prodotti “gluten free”. Si stima che il numero di celiaci in Italia sia di 600mila, con nuove diagnosi previste nei prossimi anni. Ai dati della popolazione italiana, si aggiungono oltre 70mila turisti.

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AIRPLUS ITALIA RINNOVA IL SITO WEB È live il nuovo sito di AirPlus Italia (www.airplus.com), completamente riprogettato per offrire a utenti, clienti e partner una user experience più completa e strutturata, a partire dal focus sui prodotti e le soluzioni di AirPlus che meglio si adattano al ruolo o alle necessità di business dell’interlocutore. «L’obiettivo che avevamo in fase di sviluppo del nuovo sito era di costruire una piattaforma moderna e reattiva, che rispecchiasse la grande evoluzione dell’azienda in questi 25 anni, soprattutto in relazione alla tipologia del nostro pubblico che negli anni è cresciuta e si è diversificata – dichiara Flavia Trezzini, Marketing & Communication manager Italy –. Parallelamente avevamo anche la necessità di uno strumento che ci sostenesse nella crescita futura, aiutando concretamente i nostri utenti a risolvere problematiche pertinenti al loro ruolo lavorativo o a trovare le soluzioni migliori per la loro azienda, ogni qualvolta si parla di processi di business travel e di pagamenti B2B». La home page di AirPlus consente oggi agli utenti di accedere alle informazioni di cui hanno bisogno in base ai propri ruoli professionali, ma anche partendo dalla loro realtà lavorativa e dalla necessità di trovare specifiche soluzioni di

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pagamento e analisi delle spese di viaggio, nonché prodotti e servizi dedicati alla gestione degli acquisti b2b aziendali. Il design del sito è inoltre più coinvolgente, attraverso uno scorrimento verticale con immagini full screen d’impatto. Completa il concept del sito l’area dedicata ai Partner e alle Notizie e agli Eventi, per essere sempre aggiornati sul mercato e le sue evoluzioni.

FUSIONE TRA ROBINTUR E NUOVA PLANETARIO Robintur e Nuova Planetario hanno firmato un atto di fusione operativo dallo scorso primo gennaio 2017, unificando in Robintur Spa la gestione e il controllo di tutte le attività del gruppo turistico. L’intesa segna l’avvio di un piano di riorganizzazione e sviluppo che prevede la sperimentazione delle prime agenzie Coop Viaggi integrate nella rete di vendita di Coop Alleanza 3.0. La più grande rete diretta italiana sarà operativa su quasi tutto il territorio nazionale con 90 agenzie di viaggio di proprietà, che dal nuovo anno saranno caratterizzate da nuovi loghi articolati per canale e mercato, a partire da quello della capogruppo, ed un fatturato di oltre 230 milioni di euro, che supera i 500 milioni se si considerano anche gli oltre 200

affiliati. La società, che manterrà la propria sede a Bologna, opererà nei segmenti leisure, business travel e turismo organizzato. Il piano industriale, che sarà approvato dal Consiglio di Amministrazione nei primi mesi del 2017, prevede, nei prossimi tre anni, un importante programma di riorganizzazione e ristrutturazione della rete di vendita, con un piano di investimenti che ha l’obiettivo di migliorare la gestione, qualificare ed estendere la presenza di Robintur su tutto il territorio italiano, ampliare l’offerta e innovare processi e tecnologie con particolare attenzione al digitale. Grazie alle nuove dimensioni del Gruppo, alla sua forza contrattuale, alle sinergie e alle economie di scala che potrà generare, Robintur sarà in grado di offrire soluzioni di viaggio particolarmente vantaggiose alla clientela, a partire dai soci COOP con i prodotti a marchio come quelli proposti nel folder “Viaggiare da soci”. Accanto alle agenzie dirette di proprietà, inoltre, si lavorerà allo sviluppo dell’associazione in partecipazione, del franchising e di altri modelli innovativi, come ad esempio le agenzie COOP Viaggi all’interno dei Centri commerciali, per le quali un primo test partirà il prossimo anno nell’Ipercoop Miralfiore a Pesaro e nel Coop&Coop San Ruffillo a Bologna. Il presidente della nuova Robintur sarà Stefano Dall’Ara, direttore Partecipate Diversificate di Coop Alleanza 3.0; direttore generale è Claudio Passuti, coadiuvato da Tina Giglio, direttore Rete, Personale e Organizzazione, e da Andrea Cocchi, direttore Amministrazione, Finanza, Controllo e Sistemi.



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Ad alta quota Coalizioni dei cieli

Alleanze aeree:

l’unione fa la forza?

Per vent’anni sono state il principale strumento adottato dalle compagnie aeree per “fare squadra”, applicando economie di scala e ottimizzando rotte e servizi a tutto vantaggio dei viaggiatori. Ma oggi in molti sostengono che le grandi coalizioni dei cieli siano destinate a cedere il passo a nuovi modelli di partnership, come le joint venture su diverse direttrici sull’Atlantico e verso l’Asia

di Antonio Del Piano

Accordi strategici Lo scorso anno è nata A4E (Airlines 4 Europe), associazione di stampo lobbystico con sede a Bruxelles che riunisce 14 compagnie aeree, tra cui alcune low cost. Tra le iniziative degli ultimi mesi, una call for action contro i continui scioperi dei controllori di volo europei, che causano considerevoli perdite ai vettori. 16

rasporto aereo: per chi suona la campana? Mentre il mercato è distratto da crescite, acquisizioni, fallimenti e riposizionamenti dei vettori, con le compagnie del Medio Oriente impegnate in una sorta di shopping aereo (vedi l’articolo a pag. 10), viene messo in discussione il modello delle partnership fra gli stessi vettori che si raggruppano essenzialmente attorno ai vertici del triangolo SkyTeam, Star Alliance e Oneworld. A lanciare il sasso nello stagno è stato Tim Clark, presidente di Emirates, vettore non a caso non presente in nessuna alleanza: nel corso del recente World Travel Market di Londra, il manager ha sollevato dubbi sul futuro di queste coalizioni che, nell’ultimo ventennio, hanno consentito ai protagonisti del settore di seguire strategie comuni nella gestione delle tratte e dei servizi, dalla biglietteria al personale a terra all’ufficio check-in, dalla gestione delle infrastrutture al catering di bordo. E se, da un lato, questi accordi si sono tradotti per i vettori in un’ottimizzazione dei costi, dall’altro per i viaggiatori ha portato a connessioni più funzionali

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e a una scelta più variegata, grazie ai voli in code sharing, oltre a una serie di bonus derivanti dai programmi fedeltà. Tutto questo sta per finire o, più ottimisticamente, si può prevedere un’evoluzione del classico modello delle alleanze nel prossimo futuro? «Credo che le alleanze nei cieli siano cambiate e si stiano affermando altre tipologie di partnership: ad esempio le joint venture. Le alleanze impongono ai vettori costi che, soprattutto per le piccole aerolinee, sono spesso maggiori del fatturato e dei benefici commerciali ottenibili dall’ingresso in queste coalizioni. Come ho personalmente verificato in AerLingus» ha detto Willie Walsh, numero uno di Iag, holding di British Airways, nel corso dello stesso incontro. «Non sarei stupito se questi colossi dei cieli tra dieci anni non esistessero più». Ma torniamo alla scelta di Emirates di restare fuori dal gioco delle alleanze, paragonate dallo stesso Clark a matrimoni ad alto tasso di infedeltà. Proprio il numero uno del vettore emiratino ha avuto modo di sottolineare come la compagnia di Dubai abbia saputo resistere al corteg-

giamento delle tre grandi famiglie dei cieli per restare padrona del proprio destino. Sulle previsioni per il futuro fatte dal presidente di Emirates si è detto d’accordo anche Walsh: «In un periodo di mercato in cui le low cost hanno sparigliato le carte, ci stiamo muovendo sempre di più verso un approccio B2C al mercato, grazie allo sviluppo tecnologico, e la strut-


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Ad alta quota Coalizioni dei cieli

tura di queste alleanze sembra un po’anacronistica. Potranno certamente sopravvivere, ma solo se cambieranno il loro modo di fare business». Largo alle joint venture In tema di nuove modalità per “fare squadra”, non si può non citare i sempre più frequenti accordi siglati tra vettori per rafforzare la presenza su tratte di rilevanza strategica, contenendo i costi di gestione e offrendo servizi integrati. Tra i casi più eclatanti spicca la joint venture siglata nel 2010 da Delta, Air France-Klm e Alitalia: un accordo grazie al quale i tre vettori offrono oggi oltre 250 voli transatlantici al giorno, con l’accesso a più di 300 destinazioni nel Nord America e oltre 350 in Europa, Asia e America Latina. Il tutto con tariffe vantaggiose. Inoltre Lufthansa, una dei membri fondatori di Star Alliance, ha di recente chiuso una partnership che copre diversi ambiti di business (dal catering, alla maintenance, ai voli in code share) con Etihad Airways, vettore del Golfo non presente in alcuna alleanza globale, ma che capitana un gruppo di vettori parteci-

Non solo alleanze, anche divorzi

pati chiamati Etihad partners. Nel corso della conferenza stampa per l’annuncio della partnership, il presidente e ceo di Etihad Airways, James Hogan, in uscita dal vettore, ha sottolineato che questo passo può essere un «primo step di ulteriori opportunità», a cui non ha chiuso la porta il presidente e ceo di Lufthansa Carsten Spohr, che, però, non ha citato l’alleanza di cui fa parte, bensì le Joint venture che ha in essere «sul Nordatlantico con United e Air Canada e in Asia con Ana sul Giappone, con Singapore Airlines sul Sud est asiatico e Air China sulla Cina». Joint venture di successo che nel breve periodo potrebbero anche crescere sul Golfo, proprio con Etihad. Accordi che valgono Ma con l’evolversi dell’industria aerea, quale valore aggiunto possono offrire le alleanze ai vettori? Ne abbiamo parlato con Perry Cantarutti, ceo dell’alleanza SkyTeam. «Le alleanze sono sicuramente ancora molto importanti – sottolinea il manager –. Tuttavia lo scenario del mondo dell’aviazione del 2000, anno in cui è stata fondata SkyTeam, è a malapena riconoscibile rispetto a quello odierno. Anche se le pro-

spettive generali per il settore sono ampiamente positive, la concorrenza continua ad essere sempre forte e molte compagnie aeree si trovano ad affrontare, in tutto il mondo, pressioni derivanti da questioni geopolitiche». Storicamente le tre alleanze aeree sono state create per offrire vantaggi che le singole compagnie aeree, da sole, non potevano garantire e circa il 90% dei principali vettori del mondo ne fanno parte. È ancora così? «L’essere membro di un’alleanza

Si è conclusa il 13 gennaio scorso la joint venture commerciale tra Air France-Klm e Alitalia grazie alla quale il network del vettore italiano su Roma Fiumicino e Milano Linate si combinava con quello di Air France sul suo hub parigino di Charles De Gaulle e di Klm su Schiphol. In risposta a questo “divorzio”, il gruppo francoolandese ha annunciato l’avvio, con il prossimo orario estivo, di nuovi collegamenti, oltre che da Linate, anche da Malpensa, sia per l’aeroporto di Parigi (cinque frequenze settimanali) sia per quello di Amsterdam (4 voli).

In alto, i loghi dei vettori membri di Oneworld. Sotto Perry Cantarutti, ceo di SkyTeam. A sinistra il brand di Star Alliance.

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Ad alta quota Coalizioni dei cieli

Nuovo partner cinese Star Alliance, la più “vecchia” tra le alleanze dei cieli, riunisce 27 i membri e nel 2015 ha trasportato 641 milioni di passeggeri, ovvero quasi il 19% del totale di tutto il mondo. L’ultimo ingresso, in qualità di Connecting Partner, è Juneyao Airlines, vettore di corto-medio raggio con base a Shanghai e una flotta di 56 Airbus A320. Il vettore ha un network di 69 destinazioni in otto Paesi.

Star Alliance La storia delle alleanze dei cieli inizia a maggio del 1997 con la nascita di Star Alliance. È stata la prima alleanza a costituirsi fra vettori aerei ed è anche quella che è cresciuta di più. Ai primi membri, Air Canada, Lufthansa, Sas, Thai Airways e United Airlines, negli anni se ne sono aggiunti molti altri, grazie anche alla possibilità di associarsi con il Connecting Partner Model, come ha fatto la recente new entry cinese Juneyao Airlines. Ad oggi sono 27 i membri dell’alleanza che, secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2015 ha trasportato 641 milioni di passeggeri, ovvero quasi il 19% del totale di tutto il mondo, con una flotta complessiva di 4.657 aerei. I vettori membri di Star Alliance sono: United Airlines, Lufthansa, Air Canada, Scandinavian Airlines, Thai Airways International, Adria Airways, Aegean Airlines, Air China, Air India, Air New Zealand, All Nippon Airways, Asiana Airlines, Austrian Airlines, Avianca, Brussels Airlines, Copa Airlines, Croatia Airlines, EgyptAir, Ethiopian Airlines, Eva Air, Lot Polish Airlines, Shenzhen Airlines, Singapore Airlines, South African Airways, Swiss International Air Lines, Tap Portugal, Turkish Airlines. ha ricadute positive per qualsiasi vettore, fra cui ulteriori opportunità di code sharing, economie di scala, maggiore riconoscibilità del marchio e la possibilità di offrire una customer experience di alta qualità ai propri passeggeri. In definitiva il settore del trasporto aereo di oggi è cambiato a vantaggio dei consumatori e le compagnie aeree hanno bisogno di trovare il modo di adattar-

Star Alliance: la classifica degli hub dei vettori membri

(capacità in milioni, one way, ott. 2016 vs. ott. 2015) Francoforte - FRA(0,7%)

2.810.038

Istanbul Atatürk - IST (3%)

2.789.062

Pechino - PEK (2,8%)

2.266.860

Tokyo Haneda - HND (-1,5%)

2.077.455

Chicago O’Hare - ORD (7,7%)

2.008.557

Munich - MUC (0,7%)

1.694.264

Houston Intercontinental - IAH (-5,6%)

1.621.812

New York Newark - EWR (7,7%)

1.518.993

Toronto Pearson - YYZ (12,6%)

1.413.894

San Francisco - SFO (9,3%)

1.408.583

Bangkok Suvarnabhumi - BKK (1,6%)

1.286.922

Denver - DEN (8,3%)

1.277.447

Fonte: Oag

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si. Le alleanze possono aiutarle ad affrontare i cambiamenti». Le alleanze quindi non finiranno, ma piuttosto si adegueranno ai tempi che cambiano. «Parlando di SkyTeam, è nostro compito garantire che l’appartenenza all’alleanza aggiunga valore al business dei nostri partner, facendo in modo che ogni iniziativa offra benefici che non sarebbe possibile ottenere come compagnia singola. Per i vettori uno dei vantaggi di far parte di un’alleanza è la possibilità

di implementare sinergie che consentono, ad esempio, di condividere strutture e servizi aeroportuali nei nostri hub in tutto il mondo, e questo contribuisce a ottenere risparmi significativi in termini di spese generali. Siamo anche molto forti per quello che riguarda le iniziative focalizzate sul cliente, come ad esempio il servizio SkyPriority che è disponibile in più di 1.000 aeroporti a livello mondiale. Questo tipo di progetti rafforza i brand dei nostri partner, perché i passeggeri possono contare sulla stessa alta qualità di servizi aeroportuali ovunque volino tramite il nostro network e questo, a sua volta, genera ricavi». In fatto di vantaggi, i business traveller hanno attinto a piene mani dai vantaggi derivanti dalle alleanze dei cieli. Quanto sono ancora importanti per i viaggiatori d’affari e per le aziende? «Quando SkyTeam è stata fondata 17 anni fa, le alleanze erano focalizzate su network e portata, e l’industria era molto più frammentata. I viaggiatori non avevano le aspettative che hanno oggi in una società che è sempre connessa e attiva. Nel contesto attuale la tecnologia è diventata fondamentale per SkyTeam, dai servizi prioritari, ai trasferimenti e alle nuove lounge: essa è presente in tutto il processo per sem-


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Ad alta quota Coalizioni dei cieli

Oneworld: la classifica degli hub dei vettori membri

Oneworld Star Alliance era nata da poco meno di due anni quando American Airlines, British Airways, Canadian Airlines, Cathay Pacific Airways e Qantas diedero vita a Oneworld, Il vettore canadese lasciò l’alleanza qualche anno dopo, quando si fuse con Air Canada, membro di Star Alliance. Nel 2015 i 15 membri Oneworld hanno trasportato 558 milioni di passeggeri, il 15/16% del totale, su un network di oltre mille aeroporti in 159 Paesi, con oltre 3600 rotte, grazie a una flotta complessiva di 3.571 aeromobili. I vettori membri di Oneworld sono: American Airlines, British Airways, Japan Airways, Qatar Airways, Latam Airlines Brasil, Latam Airlines, Qantas, Airberlin, Iberia, Cathay Pacific Airways, Malaysia Airlines, S7 Airlines, Finnair, SriLankan Airlines, Royal Jordanian.

(capacità in milioni, one way, ott. 2016 vs. ott. 2015)

Dallas/Fort Worth - DFW (3,8%)

2.766.830

London Heathrow - LHR (3,7%)

2.462.894

Charlotte Douglas - CLT (102,5%)

2.023.813

Doha - DOH (14,3%)

1.846.328

Tokyo Haneda - HND (0,2%)

1.559.499

Chicago O’Hare - ORD (7,2%)

1.486.304

Miami - MIA (-2,3%)

1.473.218

Hong Kong - HKG (4%)

1.313.504

Madrid - MAD (4,1%)

1.309.102

Philadelphia - PHL (81,2%)

1.113.991

Phoenix - PHX (68,9%)

978.498

Los Angeles - LAX (18,3%)

956.574

Fonte: Oag

plificare l’esperienza di viaggio per tutti. Abbiamo implementato SkyPriority cinque anni fa per offrire un brand di servizi specifici per i clienti premium, come priorità al check-in, consegna bagagli e imbarco. Questi servizi comuni in aeroporto rendono più facile, veloce e

conveniente viaggiare con i vari partner dell’alleanza». Sviluppi futuri e ruolo delle low cost: cosa ci aspetta? «Le low-cost hanno un modello di business completamente diverso ma si sono sviluppate fino a diventare importanti player nei vari mercati:

SkyTeam Dalla volontà dei quattro vettori fondatori, ovvero Aeromexico, Air France, Delta Air Lines e Korean Air, all’inizio del nuovo millennio parte anche l’avventura di Skyteam. A loro si aggiungono nell’anno seguente la Czech Airlines e Alitalia. Nel 2016 SkyTeam contava 20 membri, che nel 2015 hanno trasportato 665,4 milioni di passeggeri, ovvero il 19% del totale, su un network di mille aeroporti in 177 Paesi, per oltre 3700 rotte. Ecco i membri di SkyTeam: Aeroflot, Aerolinas Argentinas, AeroMexico, Air Europa, Air France, Alitalia, China Airlines, China Eastern, China Southern, Czech Airlines, Delta, Garuda Indonesia, Kenya Airways, Klm, Korean Air, Mea, Saudia, Tarom, Vietnam Airlines, Xiamenair.

Gol, che si è evoluta fino a diventare un vettore ibrido di successo, è un grande esempio di come i nostri membri possano collaborare con questo tipo di compagnie per offrire ai clienti un network più ampio». La crescita delle joint venture fra compagnie, anche al di fuori delle alleanze, è un’altra possibilità di fare rete a vantaggio del sistema, sia dei vettori che del mercato. «SkyTeam ha avuto successo nel

Qui a fianco, un aeromobile dell’alleanza Oneworld. Nella pagina a fianco, le hostess di Juneyao Airlines, ultimo vettore entrato a far parte di Star Alliance in qualità di Connecting Partner.

SkyTeam: la classifica degli hub dei vettori membri

(capacità in milioni, one way, ott. 2016 vs. ott. 2015)

Atlanta - ATL (3,2%)

4.128.710

Parigi CDG - CDG (-0,6%)

2.140.000

Guangzhou - CAN (11%)

1.914.525

Amsterdam - AMS (4,1%)

1.888.168

Mosca Sheremetyevo - SVO (10,5%)

1.730.259

Pechino - PEK (1,6%)

1.638.809

Shanghai Pudong - PVG (6.5%)

1.519.223

Detroit - DTW (3,6%)

1.312.037

Minneapolis- St. Paul - MSP (0%)

1.300.077

Seoul Incheon - ICN (4%)

1.216.188

Roma Fiumicino - FCO (4.8%)

1.067.687

Kunming - KMG (5,5%)

1.059.825

Fonte: Oag

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Ad alta quota Coalizioni dei cieli

Capacità in milioni (one way) delle prime 12 compagnie di Oneworld American Airlines British Airways Japan Airways Qatar Airways LATAM Airlines Brasil LATAM Airlines Qantas Airberlin Iberia Cathay Pacific Airways Malaysia Airlines S7 Airlines

Chi è pro alleanze... Perry Cantarutti: «L’essere membro di un’alleanza ha ricadute positive per qualsiasi vettore, fra cui ulteriori opportunità di code sharing, economie di scala, maggiore riconoscibilità del marchio e la possibilità di offrire una customer experience di alta qualità ai passeggeri».

...E chi è contro Willie Walsh: «In un periodo di mercato in cui le low cost hanno sparigliato le carte, ci stiamo muovendo sempre di più verso un approccio B2C al mercato, grazie allo sviluppo tecnologico, e la struttura delle alleanze sembra un po’ anacronistica».

Sopra un aeromobile di SriLankan Airlines, vettore membro di Oneworld.

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facilitare la collaborazione tra i membri, in particolare aiutando a trovare nuove opportunità di codesharing. Abbiamo anche una provata esperienza di joint venture di successo – come ad esempio la più grande JV transatlantica tra Delta, Air France-Klm e Alitalia –. Queste partnership permettono ai vettori membri di estendere la loro portata globale e di offrire un maggior numero di destinazioni e frequenze ai propri clienti, senza lanciare nuovi collegamenti in nuovi mercati – aiutandoli ad aumentare i ricavi –. SkyTeam riconosce anche che a volte ci possa essere la necessità per i vari membri di collaborare con compagnie aeree al di fuori della nostra alleanza – per esempio, Jet Airways ha accordi commerciali con nove compagnie SkyTeam e Gol con sette dei nostri membri –. Queste partnership consentono ai passeggeri SkyTeam di accedere a importanti mercati che attualmente non sono sufficientemente serviti all’interno del nostro network di alleanza». E le low cost? Quello che intanto è cambiato è l’approccio al mondo low cost, con il quale si studiano e si mettono in atto accordi di partnership, laddove a queste compagnie per gli altri costi risulta poco strategico entrare a far parte di un’alleanza mentre, al contrario, ai grandi vettori fa gioco la rete capillare di collegamenti dei loro cugini a basso costo.

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Fonte: Oag (dati ottobre 2016)

20,59 5,46 4,30 3,76 3,47 3,09 3,41 3,01 2,51 2,51 1,83 1,33

Qh jliWligi Wc ViffTUilTtcihX mZi, VcTnT ThVbX hXf gihWi cmncnotcihTfX Capacità in milioni (one way) wA4E (Airlines 4 Europe), assodelle prime 12 compagnie ciazione di stampo lobbystico (non di Star Alliance per nulla la sede è a pochi passi dalUnited Airlines 15,29 la Commissione Ue, a Bruxelles), Lufthansa 7,42 che riunisce 14 aerolinee rappresenAir Canada 4,85 tando 25 brand europei e 550 milioni di passeggeri. Scandinavian Airlines 3,82 Un patto che fra i protagonisti vede Thai Airways International 2,07 pure Ryanair, vettore che non è faAir China 6,90 cile vedere “schierato” ma che è da Air India 2,21 sempre attento ai cambiamenti del sistema e a cogliere le opportunità All Nippon Airways 6,24 concesse dal mercato. «Ryanair è Avianca 3,04 cresciuta fino a diventare la più Shenzhen Airlines 3,22 grande compagnia aerea d’Europa Singapore Airlines 2,15 senza necessità di alcuna alleanza – Turkish Airlines 7,39 dice John F. Alborante, Sales & Marketing manager di Ryanair per Fonte: Oag (dati ottobre 2016) l’Italia –. Tuttavia, accanto ad Air Capacità in milioni (one way) France-Klm, easyJet, Iag e Lufthandelle prime 12 compagnie sa, siamo tra i membri fondatori del di Skyteam gruppo Airlines 4 Europe, all’interno del quale stiamo collaborando Delta Airlines 18,86 per migliorare l’aviazione europea China Southern 9,90 quale unica entità». China Eastern 9,41 Un’altra potenziale collaborazione Air France 5,01 per le compagnie aree, spiega Alborante, è il feederaggio. «Stiamo Aeroflot 4,16 colloquiando con alcune compagnie Saudia 3,39 aeree per il feederaggio dei loro voKLM 3,30 li a lungo raggio, e siamo in trattatiKorean Air 2,98 ve avanzate con AerLingus e Norwegian. Considerando che Ryanair Xiamenair 2,90 offre il più ampio network in EuroGaruda Indonesia 2,81 pa, è una mossa logica e una propoAlitalia 2,44 sta molto interessante per i vettori AeroMexico 2,20 di lungo raggio». Anche, pare, Alitalia. l

Fonte: Oag (dati ottobre 2016)


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Rivoluzione Accor con Onefinestay Mercato alberghiero Appartamenti

La società specializzata nell’affitto di appartamenti di lusso è stata acquisita dal gruppo francese Accor per 168 milioni di dollari. E oggi è attiva anche in Italia, con un occhio attento al business travel. Ne abbiamo parlato con il deputy ceo, Keyvan Nilforoushan di Alberto Vita

Sbarco in Italia Nata nel 2009 a Londra e poi sbarcata, a partire dal 2011, a New York, Parigi e Los Angeles, Onefinestay oggi è presente anche in Italia con una cinquantina di appartamenti high level a Roma. La società punta però anche su Milano per conquistare il segmento del business travel.

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a rivoluzione voluta dal neo ceo di Accor Sébastien Bazin ha visto, tra le altre sue iniziative, l’acquisizione del portale di affitti brevi di lusso Onefinestay, che la catena francese si è aggiudicata per 168 milioni di dollari nello scorso aprile. Un’operazione al momento con un bilancio certamente non positivo, visto che nel 2015, ultimo bilancio pubblicato, la rivale upmarket di Airbnb ha registrato un calo di 21,1 milioni di dollari, accumulando perdite per 66,5 milioni dalla data di lancio, ovvero il 2009. La causa è il fatto che Onefinestay è ancora una start up, ma anche che ha una forte concentrazione di offerta a Parigi e a Londra, la prima soprattutto colpita dal terrorismo. Ma, per guardare al futuro di questo business in grande crescita anche nel mondo corporate, abbiamo parlato con Keyvan Nilforoushan, deputy ceo della società, a cui abbiamo chiesto:

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Perché Onefinestay? «Semplicemente perché è un business in grande crescita che Airbnb ha rivoluzionato. Ma noi ci occupiamo della parte High level del mercato. Molto apprezzate dai turisti con buone disponibilità, l’80% dei nostri clienti provengono dal leisure, ma puntiamo in particolare

anche sul business travel, con soggiorni long stay o relocation di manager, anche con famiglie. Il tutto con case di alta qualità ma, anche, grazie a una serie di servizi». Ce ne illustra qualcuno? «Innanzitutto siamo disponibili sempre a dare il benvenuto ai nostri ospiti che, inoltre, dotiamo di un iPhone con informazioni sulla destinazione con il quale possono sempre contattare la nostra persona di riferimento sul posto. Ma facciamo anche trovare il frigorifero pieno e proponiamo anche “esperienze” (sarà un caso che abbia utilizzato il termine utilizzato da Airbnb per il suo nuovo servizio di experiences locali? Ndr) grazie a partnership con altre realtà del posto, per guide, corsi di cucina e tanto altro». Il tutto però parte dalla qualità dell’appartamento. Quanti ne avete ad oggi e come li scegliete?


Mercato alberghiero Appartamenti

«Contiamo ad oggi 2500 appartamenti circa, scelti dopo una rigorosa seleziona che ci porta ad arruolare solo una candidatura su dieci. All’inizio dovevamo cercarli noi, ma ora molti ci chiedono di far parte di Onefinestay. E noi chiediamo ai proprietari di aderire alle voci di una lunga check list, dai letti con certo standard di qualità al wi-fi, dalla pressione dell’acqua per la doccia a una cucina attrezzata. Ma a monte di tutto questo le nostre proprietà devono avere tutte una loro forte personalità. E trovarsi in un bel quartiere, comodo e sicuro». E come funziona l’accordo con il proprietario, anche dal punto di vista economico? «Una volta scelta la proprietà e indicataci la disponibilità, facciamo tutto noi. E dividiamo i guadagni al 50 e 50 circa». Come siete nati e dove siete cresciuti? E quali sono i prossimi piani di sviluppo? «Nasciamo nel 2009 a Londra poi nel 2011 sbarchiamo a New York, poi a Parigi e Los Angeles. Ora siamo arrivati anche in Italia, a Roma, con una cinquantina di appartamenti. Lo sviluppo in Europa è in atto e puntiamo a una quarantina di città nei prossimi 5 anni. In Italia guardiamo, naturalmente, anche per l’aspetto business, a Milano. Importante sottolineare che apriamo una città solo dopo aver selezionato un certo numero di appartamenti, che gestiamo con un ufficio aperto al pubblico dove c’è un nostro team sempre a disposizione e in contatto con gli ospiti». Come distribuite i vostri servizi e dove? «Dove, ovviamente, in tutto il mondo. Abbiamo già avuto ospiti nelle nostre case provenienti da 130 Paesi. Grazie al web e alla nostra app, al team BtoB, alle olta, ma anche semplicemente al passaparola. I prossimi passi saranno l’accordo con le Tmc e l’approdo sui Gds e, naturalmente, ci stiamo integrando anche con i sistemi di Accor».

Gli appartamenti piacciono alle aziende Anche ben prima di Airbnb e, naturalmente, di Onefinestay le aziende utilizzavano gli appartamenti per gli spostamenti per i proprio dipendenti. Lo dice un report di The Apartment Services, la società nata nel 1981 specializzata nel reperimento e nella gestione di appartamenti in particolare per usi aziendali, arrivata ad avere sette uffici al mondo e che dal 2008 pubblica il The Global Serviced Apartment industry report. Di questo studio noi di Mission vi proponiamo in esclusiva alcuni interessanti dati. Ben il 74,29% delle aziende nel 2015-2016 hanno utilizzato appartamenti per i loro dipendenti in trasferta, percentuale scesa però nel 2016-2017 del 9% a causa, forse, dei problemi di sicurezza. Percentuali scese anche per progetti a lungo termine, dal 51,43% al 49,24%, o per la ricollocazione in altra località di manager e dipendenti (dal 42,86% al 35,61%). Il report riporta anche l’offerta degli appartamenti sul mercato, arrivati ormai a quota 826.759, raddoppiati nel corso di 9 anni, e dove si vede che domina il Nord America con ben oltre 500mila proprietà, in continua crescita, su poco meno di 7mila località. Segue l’Europa, con poco più di 100mila indirizzi, su meno di 2mila località, anche qui in crescita, e L’Asia, con meno di 100mila proprietà e in forte crescita. I più grandi operatori al mondo sono Marriott, con oltre 116mila appartamenti, Extended Stay Hotels, con 69mila e InterContinental, con 56mila. Tutti e tre statunitensi. All’ottavo posto troviamo Accor, con diversi brand, quali Adagio, Suite Novotel e Residhotel, per un totale di quasi 23mila indirizzi, seguito da Pierre & Vacances, con 22.200 appartamenti. Sono le due maggiori società europee del settore. Accor, appunto. Perché la catena francese e non un’altra realtà dell’accomodation? «Parlammo con tutte le principali catene, ma il ceo di Accor fu il solo che ci convinse, spiegandoci la sua idea di ospitalità futura che, naturalmente, prevede anche proposte come la nostra. Inizialmente ci siamo rivolti a loro per ottenere capitali, ma ci hanno fornito anche gli strumenti giusti per crescere più velocemente. Rimanendo però noi stessi, senza cambiare la nostra cul-

tura. Come hanno fatto correttamente con altre acquisizioni, come Mama Shelter ad esempio». Intanto però il co-founder ed ex-ceo di Onefinestay, Greg Marsh, è uscito dall’azienda. Proprio lui che ebbe l’idea di lanciare questa start up al ritorno da un viaggio in Italia. Ora Onefinestay è diventata, anche per l’alta qualità degli alloggi che può offrire in tantissime destinazioni, centrale nei piani di sviluppo dell’azienda. E, naturalmente, di Accor. ●

Problemi di sicurezza? Ben il 74,29% delle aziende nel 2015-2016 ha utilizzato appartamenti per i propri dipendenti in trasferta. Questa percentuale è però scesa del 9% nel 2016-2017, forse a causa dei problemi legati alla sicurezza. Fonte: The Apartment Services

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News Hôtellerie

IN BREVE Novità in BW Si chiama Best Friend il nuovo assistente virtuale sviluppato da Travel Appeal per Best Western Italia. Si tratta di un chatbot dedicato al settore, attivo su Facebook Messenger, consultabile su tablet e smartphone e pensato per facilitare la conversazione con l’ospite, innovare e introdurre nuovi spazi di relazione e di experience. Contestualmente alla prenotazione il cliente riceve l’invito a collegarsi alla pagina Facebook dell’albergo. A collegamento avvenuto l’assistente virtuale compare nella chat dell’utente ed è pronto a rispondere ad ogni domanda, fornire ogni informazione relativa al soggiorno e suggerire opportunità di intrattenimento mirate. Il progetto è attualmente in fase di test e sarà disponibile dalla prossima primavera. 24

MARRIOTT: APERTURA A EDINBURGO Marriott International ha inaugurato il nuovo Courtyard Edinburgh, ultima aggiunta al portfolio in Scozia del brand Courtyard by Marriott. Situato a Baxter’s Place, nel nuovo hub dello shopping e dell’intrattenimento della città e a est della celebre Princes Street, l’hotel sorge all’interno di tre storiche townhouse georgiane, una delle quali appartenuta a Robert Stevenson, ingegnere e nonno di Robert Louis Stevenson, l’autore de “L’isola del tesoro”. L’intervento di restauro, del valore di 30 milioni di sterline, ha dato un nuovo volto alla struttura, con elementi in stile contemporaneo che si sposano con il patrimonio storico della location. Nelle aree comuni e nelle camere (240) sono infatti presenti antiche immagini, disegni tecnici e mappe, raccolti grazie al contributo della famiglia Stevenson e della Northern Lighthouse Board. Il ristorante e bar Lantern Room, aperto tutto il giorno nella luminosa hall dell’hotel, è uno spazio vivace e moderno ispirato alla storia marittima della Scozia. Sono inoltre disponibili una sala riunioni che può ospitare fino a 16 persone, un negozio di alimentari aperto 24 ore su 24 e un centro fitness. La connessione Wi-Fi è gratuita e grazie alla

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tecnologia touch-screen GoBoard, disponibile in tutti gli hotel Courtyard by Marriott, gli ospiti possono restare informati sulle ultime notizie e sul meteo e scoprire le migliori attrazioni e ristoranti della città. L’hotel è stato sviluppato ed è di proprietà del gruppo immobiliare di Edimburgo Chris Stewart Group, specializzato in progetti di riqualificazione urbana. È inoltre gestito da Ridefinire BDL Hotels, azienda britannica indipendente attiva nel settore della gestione alberghiera.

UN CAPSULE HOTEL A NAPOLI A Napoli, presso l’Aeroporto Internazionale Capodichino, è stato inaugurato il BenBo Bed&Boarding, primo capsule hotel d’Italia. Si tratta di un nuovo format di ospitalità fast&cheap attivo 7 giorni su 7 e 24 ore su 24: non un albergo tout court, ma moduli abitativi autonomi, cabine/room delle dimensioni di circa 4 mq dotate di tutti i comfort necessari per soddisfare le esigenze di relax, riposo e privacy del viaggiatore. Il progetto nasce dal recupero e rifunzionalizzazione della palazzina ex A.T.I. nella zona Land side dell’aeroporto ed è realizzato da un pool di imprenditori campani in collaborazione con Gesac, gestore dell’aeroporto

napoletano. Lo spazio in cui sono inseriti i moduli di Bed&Boarding ha una superficie di 1.130 mq per un’altezza interna pari a 4 metri e mezzo. Il progetto prevede un primo stralcio di 42 capsule su 72 autorizzate, per ospitare 40 cabine tipo più 2 cabine per diversamente abili, ovvero dimensionate nel rispetto della normativa di riferimento per l’abbattimento delle barriere architettoniche. La capsula è una cabina letto dotata di porta automatizzata, finestra con oscuranti, letto lungo due metri e largo 70 cm, tavolo da lavoro (50 x 60 cm), pareti insonorizzate, aria condizionata regolabile, illuminazione intera d’atmosfera con singoli setting, illuminazione sul tavolino da lavoro, specchio e appendiabiti, docking station per iPod e lettore Mp3, oscuranti alle parti vetrate, Tv multimediale con entertainment, multimedia touch screen con info voli, sveglia, presa di corrente e connessione internet. Le modalità di utilizzo di BenBo sono molto semplici: il cliente può prenotare la sua capsula utilizzando i dati personali e quelli della carta di credito, anche prima dell’arrivo in aeroporto attraverso il sito Internet del gestore o con un’apposita app per smartphone, oppure nell’area reception dedicata a Bed&Boarding in aeroporto. Immediatamente dopo il check-out, inizia la procedura di pulizia e cambio biancheria. Le lenzuola si cambiano in automatico ad ogni check-out; l’abitacolo è costantemente sanificato e l’aria è mantenuta fresca e pulita attraverso un sistema automatico di diffusione. Per dormire in una capsule room di BenBo i prezzi sono: 8 euro la prima ora, 7 euro dalla seconda ora in poi e 25 euro le nove ore notturne. Il progetto sarà replicato in altri scali italiani.



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In valigia Professione viaggiatore Pietro Ambrosioni

metto anche il casco Fotografo professionista e consulente di marketing, Pietro Ambrosioni è un vero giramondo: per GIVI, multinazionale specializzata nella produzione di accessori per il motociclismo, raggiunge nel corso dell’anno diverse destinazioni negli Stati Uniti, in Europa, in Asia e in America Latina di Arianna De Nittis

otografo professionista, giornalista freelance e consulente di marketing, Pietro Ambrosioni è attivo da oltre 25 anni nel settore del motociclismo. «Ho una società di consulenza basata ad Atlanta e a Los Angeles, negli Usa. Il mio principale cliente è GIVI, multinazionale presente negli Stati Uniti, Asia, Europa e America Latina e specializzata nella produzione di accessori per il motociclismo, quali caschi, bauletti, parabrezza e protezioni aerodinamiche». Un’attività che lo porta a viaggiare molto e ad avere «la valigia sempre pronta, anzi tre bagagli di diverse dimensioni a seconda del tipo di trasferta. Per non parlare del bagaglio speciale che porto con me quando l’Ufficio marketing del mio cliente mi coinvolge in viaggi in moto in giro per il mondo». Quali destinazioni raggiunge più di frequente? «Ovviamente viaggio moltissimo negli Stati Uniti: da gennaio a maggio, a parte un paio di puntate in Italia e in Europa, raggiungo Charlotte, nella Carolina del Nord, ma anche l’Idaho, Boston, Dallas. La

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partecipazione alle fiere di settore, invece, mi conduce in Europa (prevalentemente a Parigi, Colonia, Barcellona, Madrid e Birmingham), ma anche in Brasile. A questi viaggi si aggiungono le trasferte presso i numerosi importatori di GIVI nel mondo: di recente, ad esempio, sono stato in Colombia». In generale, quali criteri adotta per scegliere i servizi di viaggio? «Cerco di spendere il meno possibile, compatibilmente con il servizio offerto. Sono un viaggiatore “no frills”, non ho bisogno di particolari lussi». È cambiato qualcosa nel suo modo di viaggiare per lavoro negli ultimi anni? «Rispetto al passato ho cominciato a utilizzare anche le compagnie aeree low cost, che senz’altro hanno rivoluzionato il trasporto aereo. Le tariffe sono molto convenienti, anche se è innegabile che un tempo, con i vettori tradizionali, il confort offerto a bordo era maggiore. E, soprattutto, si evitava quell’effetto da “carro bestiame” che purtroppo capita con alcune compagnie a basso costo».

Trovo molto fastidiosa la tendenza, tipica dei low cost carrier ma ormai anche delle compagnie di linea, a proporre una tariffa bassissima per poi, in fase di prenotazione sul web, addebitare costi per qualsiasi servizio aggiuntivo 26

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Che cosa apprezza in una compagnia aerea? «Mi ritengo un viaggiatore senza eccessive pretese, ma non transigo sulla cortesia del personale: quando si viaggia molto non è un dettaglio». Che cosa invece non le piace? «Trovo molto fastidiosa la tendenza, tipica dei low cost carrier ma ormai anche delle compagnie di linea, a proporre una tariffa bassissima per poi, in fase di prenotazione sul web, addebitare costi per qualsiasi servizio aggiuntivo. Ad esempio Spirit, nota no frills americana, offre prezzi incredibilmente convenienti, ma se ci si limita al solo trasporto. Altrimenti le tariffe lievitano a dismisura. E poi cerco sempre di evitare di occupare il sedile in mezzo alla fila. Soprattutto durante i viaggi lunghi è troppo scomodo». Segue i programmi fedeltà? Li considera utili? «Li ho seguiti per molto tempo, soprattutto quelli delle principali compagnie aeree americane, ma i regolamenti sono decisamente complicati e si fa molta fatica a spendere le miglia accumulate. Quindi, dopo un po’, mi sono “disamorato”. Preferisco i programmi fedeltà degli alberghi: ad esempio Choice Privileges, il programma della catena Choice Hotels, è semplice e conveniente: ottengo spesso upgrade di camera e pernottamenti gratuiti». A suo parere qual è la cosa più fastidiosa che può capitare all’imbarco? E durante un volo?


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Professione viaggiatore Pietro Ambrosioni

Chi è Pietro Ambrosioni Con una società di consulenza basata ad Atlanta e un ufficio a Los Angeles, Pietro Ambrosioni svolge da oltre 25 anni l’attività di fotografo professionista, giornalista freelance e consulente di marketing e vendite. Realizza servizi fotografici nei settori della moda, della pubblicità e soprattutto dello sport, con un focus particolare sul mondo del motociclismo. Tra i suoi clienti principali spicca GIVI, azienda multinazionale specializzata nella produzione di accessori per le due ruote.

«Sono molto fastidiose le lunghe code al check-in causate dalla presenza di poco personale ai banchi». E la connessione wi-fi a bordo? Per lei è un servizio indispensabile? «Diciamo che è bello sapere che, qualora servisse, è disponibile, perlomeno durante i voli intercontinentali. Sui voli brevi, invece, non le do molta importanza». Utilizza le lounge aeroportuali? Come ne valuta il confort e il servizio? «Non le uso. Per accedere dovrei spendere miglia dei frequent flyer program, che come ho detto non seguo più». Ci ha già detto che utilizza spesso i vettori low cost. Qual è la sua valutazione su queste compagnie? «Sì, li uso soprattutto quando volo all’interno dell’Europa. Sembrerà un controsenso, ma trovo fantastico il fatto che nella maggior parte dei casi i sedili non siano reclinabili. Mi è capitato più di una volta che il passeggero davanti a me, reclinando lo schienale, mi sottraesse spazio vitale». Viaggia anche in treno? «Lo uso spesso, soprattutto quando sono in Italia perché negli Usa i trasporti su rotaia sono piuttosto costosi e, alla fine, risulta più conveniente volare. Trovo che il servizio nel complesso sia buono, anche se

sono frequenti i ritardi e sui treni ad alta velocità la connessione wi-fi a volte non funziona». A proposito di alberghi, quali ritiene siano i plus più importanti per una struttura dedicata alla clientela business? «Quando scelgo un hotel verifico sempre che la colazione sia inclusa nella tariffa, che siano disponibili un parcheggio o una navetta da e per l’aeroporto e che ci sia il wi-fi: è un servizio indispensabile per me perché per lavoro mi capita spesso di dover spedire immagini molto pesanti. E poi apprezzo che in camera ci sia un ferro da stiro per stirare le camicie spiegazzate». Quali sono, invece, le lacune più gravi? «Qualche volta mi è capitato di pernottare in una stanza che era stata destinata ai non fumatori solo di recente e che, dunque, era ancora impregnata dall’odore di sigaretta. Trovo che in generale gli hotel americani offrano tariffe più contenute rispetto ad altri Paesi. Quando si prenota, però, bisogna stare attenti perché un prezzo all’apparenza conveniente può rivelarsi più elevato se alcuni servizi aggiuntivi, come la colazione o la connessione a Internet, non sono inclusi. La trasparenza delle tariffe è un fattore importantissimo».

Le capita di noleggiare autoveicoli nel corso di una trasferta? «Sì, soprattutto negli Stati Uniti perché costano meno dei taxi. In Europa, invece, utilizzo di più i taxi e i servizi di car sharing. Sono abbonato a Car2Go, anche se ho scoperto che l’abbonamento al servizio stipulato in Italia vale in tutto il mondo senza limitazioni, mentre quello stipulato negli Usa vale in Europa solo se si guida con una patente internazionale». Durante i suoi viaggi usa smartphone e tablet? «Assolutamente sì. Prenoto i servizi di viaggio con le app di Expedia, Trenitalia, Choice Hotels, easyJet. È molto pratico». Ci racconta un aneddoto che le è capitato durante una sua trasferta? «Una volta, nell’aeroporto di Philadelphia, io e gli altri passeggeri siamo rimasti a bordo dell’aereo fermo sulla pista per ben 7 ore, in attesa di proseguire per Los Angeles. Ovviamente non potevamo scendere e nessuno ci ha offerto neppure un bicchiere d’acqua. Come se non bastasse, quando finalmente è stato possibile ripartire, la compagnia ha dovuto effettuare nuovamente il rifornimento del carburante, perdendo altro tempo. Stava anche per imporre un’ulteriore attesa per cambiare i turni dell’equipaggio, ma ha soprasseduto perché i passeggeri erano davvero inferociti. Un’esperienza che non auguro a nessuno». ● 2017 gennaio-febbraio |

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Destinazioni Cuba

CreativitĂ cubana

L’isola dei Barbudos potenzia la propria economia autorizzando la nascita di piccole e medie imprese attive nell’importazione ed esportazione di merci. E intanto si reinventa, ristrutturando i suoi fascinosi edifici coloniali e creando innovativi spazi culturali

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Per gli escursionisti Da non perdere i parchi nazionali di Guanahacabibes, Viñales (nella foto), Caguanes, Crystal peak, Desembarco del Granma, Turquino e Alejandro de Humboldt.

l 25 maggio 2016 il governo cubano, pubblicando un documento che svela le decisioni prese all’ultimo congresso del Partito comunista, annunciava che sull’isola dei Barbudos potranno nascere piccole e medie imprese autorizzate a importare ed esportare merci, creando un settore economico alternativo a quello statale. È uno dei numerosi passi legati alle riforme lanciate dal presidente Raúl Castro e seguendo la cronaca mondano/commerciale si viene a conoscenza di eventi impensabili sino a ieri. Qualche settimana prima per esempio, il 4 maggio, la casa di moda francese Chanel ha realizzato la prima sfilata all’Avana. Il primo evento di questo tipo dalla rivoluzione del 1959. All’inizio della stessa settimana, una nave da crociera statunitense è arrivata sull’isola dalla Florida; era la prima crociera diretta a Cuba dalla rivoluzione castrista. L’embargo a cui da 50 anni è soggetta Cuba per mano statunitense non è ancora stato abrogato e l’incognita sulla politica estera di Trump pesa come un grosso maci-

Destinazioni Cuba

testo e foto di Claudio Agostoni

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Camera di Commercio

gno, ma è difficile pensare che il processo di apertura possa fermarsi. Anche perché l’apertura del governo cubano interessa ai Paesi di mezzo mondo. Esemplificativi i lavori al Porto di Mariel, il più vicino agli Stati Uniti, finanziati quasi completamente da capitali brasiliani. Secondo i progetti diventerà una business area di forte attrattività, anche in virtù del fatto di essere Zona Especial de Desarrollo (zona

speciale di sviluppo). Trattasi di un progetto volto a promuovere lo sviluppo economico sostenibile di Cuba, attraverso gli investimenti esteri, l’innovazione tecnologica e la concentrazione industriale. Partnership con l’Italia L’Italia, da parte sua, è attivissima a Cuba. È stato il primo Paese occidentale a firmare con l’isola, nel 1993, un accordo sulla promozione

La Camera di Commercio di Cuba ha un proprio sito, www.camaracuba.cu. È regolarmente aggiornato in spagnolo e inglese e raccoglie numerose informazioni utili. Scorrendolo si ha la conferma che le fiere sono un ottimo strumento per un contatto diretto con il segmento imprenditoriale nel quale si vogliono riversare le proprie energie e risorse economiche. L’appuntamento più importante a livello Nazionale è la Fiera Internazionale dell’Havana (Fihav).

Sopra, i ritratti di Che Guevara e Fidel Castro nell’ingresso di una casa dell’Avana. A sinistra, il Malecon. Nella pagina fianco, la bandiera cubana appesa in una strada della capitale.

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La cattedrale Realizzata dai gesuiti dal 1748 al 1788, si affaccia su Plaza del la Catedral, uno dei più suggestivi e vivaci luoghi cittadini.

Destinazioni Cuba

Un nuovo hotel vicino all’aeroporto Nei pressi dell’Aeroporto Internazionale José Martí, all’Avana, sarà costruito un hotel a cinque stelle. Questo progetto, che appare tra le nuove proposte di business incluse nel piano di investimenti del Ministero del Turismo di Cuba (Mintur), vuole essere una risposta all’incremento dell’afflusso turistico registrato dall’isola: nel 2015 sono infatti atterrati nello scalo quasi 1,7 milioni di visitatori, con una crescita del 21% rispetto all’anno precedente.

Sopra, uno scorcio dell’Avana. A destra, abitanti della città.

e protezione degli investimenti. Nel 2000 i due governi hanno inoltre sottoscritto un accordo per evitare la doppia imposizione dei redditi. In un recente documento dell’Ambasciata Italiana all’Avana si legge: “L’Italia è uno dei principali partner commerciali di Cuba: nel 2015 (dati Ice) le esportazioni italiane hanno superato i 390 milioni di dollari Usa, cui si sommano circa 29 milioni di dollari Usa di importazioni, facendo del nostro Paese il settimo fornitore, secondo europeo dopo la Spagna. Inoltre, nel 2015 si è registrato un deciso incremento delle nostre esportazioni (+44%) per un valore di oltre 320 milioni di euro. Sono registrate presso la locale Camera di Commercio una quarantina di imprese italiane nei settori delle costruzioni, dei trasporti, della chimica, dei macchinari ed equipaggiamenti, della salute, dell’industria leggera e della metallurgia, a cui si devono aggiungere le numerose imprese operanti direttamente dall’Italia o da Paesi terzi”. Per avere la conferma dell’attivismo italico basta girare per le strade dell’Avana Vecchia, tornata a nuova vita, dove sono più di uno i negozi e i bar gestiti da italiani. Lavori in corso La ristrutturazione dei vecchi e fascinosi edifici dell’Avana sono un

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esempio illuminante del nuovo corso economico/politico cubano. L’artefice è l’ Oficina del Historiador de la ciudad, l’organo culturale più importante di Cuba. In questi anni ha provveduto a ristrutturare gli incantevoli quanto deteriorati edifici dell’Avana vecchia, e ora si appresta a ripetere la stessa operazione con quelli del Malecon, il lungomare cittadino. Alcuni dei palazzi ristrutturati sono stati dati ai privati, altri son diventati musei. Al piano terra son fioriti negozi di marchi internazionali, ma ci sono anche botteghe e centri di servizio nei quali si dà lavoro agli abitanti del quartiere, spesso tra i più poveri della città. Cosi, per esempio, a po-

chi metri l’uno dall’altro in Plaza Vieja, dove il barocco convive con edifici Art Nouveau, si trovano una scuola pubblica, un negozio di Benetton e il Cafè Bohemia, dove nello storico palazzo che fu del conte di Lombillo (1730 circa) una “new boutique” offre camere e gestisce un ristorante. Poco lontano, in uno storico palazzo coloniale, il Paladar la Guardia, si preparano ottimi piatti di cucina caraibica, mentre all’ultimo piano è stata appena aperta una terrazza per fumatori di sigari. A presiedere l’Oficina del Historiador è Eusebio Leal Spengler, figura davvero singolare nel panorama politico cubano. Da sempre cattolico dichiarato, pur non ricoprendo cariche nel Partito, siede nel Consiglio di Stato, massimo organo politico del Paese. Eusebio Leal ha fatto dell’ufficio che dirige un ponte tra Cuba e il resto del mondo, attirando finanziamenti e turisti da ogni dove, con fantasia e intelligenza. Inventiva cubana Fantasia e intelligenza sono anche i punti di forza di chi, al momento della rivoluzione castrista, era proprietario di un’autovettura. Molte delle macchine che oggi girano per le strade di Cuba sono le stesse di quando i Barbudos presero il potere. Incredibili modelli americani anni ’50 che rombano con un fragore


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Capitolio Nacional È forse l’edificio più famoso dell’Avana. Realizzato per volere del governo filostatunitense di Gerardo Machado, è stato sede del governo cubano fino alla rivoluzione, nel 1959.

secondo solo alla loro vetusta età. Ogni motore è un’enciclopedia del reale, il risultato di tecniche che si mescolano con antiche mitologie. Chi avrebbe mai pensato che una Chevrolet sarebbe durata più di 55 anni? E che avrebbe resistito a ricambi fatti di tubi e pezzi di aspirapolvere? Un’inventiva, quella dei cubani, che sfida il senso comune. Colpa (o merito) del blocco economico che dai primi anni ’60 impedisce l’arrivo sull’isola di ricambi originali. Se si decide di dormire in una “casa particular” (il nome che a Cuba danno ai bed & breakfast) si scopre che anche lì vige una radicata strategia di conservazione. I cubani mettono da parte ferri, barattoli e pezzi di giocattolo con la cura di chi dice “non si sa mai”. Cinque o dieci anni dopo quegli oggetti potrebbero miracolosamente servire a prolungare la vita di un elettrodomestico. Boom delle telecomunicazioni Me se quello delle autovetture e delle apparecchiature elettriche sarà un business del futuro prossimo, un mercato che è già esploso è quello legato alla telefonia mobile e al web. Per anni il governo aveva censurato e limitato l’accesso a Internet, al punto che secondo uno studio dell’Onu l’isola era al 125esimo

posto su 166 Paesi in termini di funzionalità delle telecomunicazioni. Solo il 5% dei suoi 11 milioni di abitanti riusciva a entrare nella rete. Sostanzialmente il web funzionava solo nelle hall degli alberghi di lusso. Meno di due anni fa la svolta che, senza retorica, si può chiamare rivoluzionaria. Impegnandosi a collegare almeno il 50% dei cubani entro il 2020, il governo ha aperto numerosi hotspot dove le persone possono accedere alla rete. All’Avana ce ne sono diversi. Il più popolare e simbolico è quello della Rampa, una della vie più note della capitale: ovvero il tratto di strada in salita lungo circa un chilometro della Calle 23, compreso tra Calle L e il Ma-

lecon, arteria vitale e affollata a qualsiasi ora del giorno e della notte. Giovani e adulti comprano carte che per due CUC (circa due euro) consentono un’ora di collegamento e poi si accalcano sui muretti del viale per inseguire i loro sogni. Arrivano attrezzatissimi, con computer, tablet, cellulari, cuffiette, e persino faretti per illuminare i propri volti, come farebbe una troupe televisiva. Le strade dell’Avana di notte sono tra le più sicure al mondo e per le strade si gioca a domino, a scacchi o a ping pong fino all’alba. Nulla vieta quindi a centinaia di giovani e meno giovani di smanettare tutta notte (e spesso anche di giorno) on the road. Accanto a loro è sorta una piccola economia parallela fatta di venditori ambulanti che smerciano noccioline salate e bibite, oltre a “bagarini” che rivendono con la maggiorazione di 1 CUC (3 anziché 2) le carte con i codici per accedere a Internet.

Destinazioni Cuba

-NMFPDQQH D LDDRHMF Secondo dati ufficiali, circa il 10% del turismo cubano è generato da congressi, convention e viaggi incentive. L’isola mette a disposizione dei viaggiatori d’affari numerosi spazi congressuali, tra cui spiccano il Palacio de Convenciones, il più grande e attrezzato del Paese, e il Pabellón de Exposiciones (Pabexpo), all’Avana.

By night Tre CUC è anche il prezzo del biglietto per entrare nel locale più à la page dell’Avana. Niente a che fare con i suoni degli emuli di Compay Segundo e del Buena Vista Social Club, che riscuotono successo solo con i turisti. I giovani cubani ascoltano altra musica. Diversa a secondo che siano Miki o Repo. I primi, Sopra, giovani cubani navigano su pc e tablet nei pressi di uno degli hotspot aperti di recente dal governo cubano per incentivare le connessioni a Internet. A sinistra, un concerto al FAC, Fabrica de Arte Cubano, uno dei locali più rinomati dell’Avana.

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9 Destinazioni Cuba.qxp_Layout 1 13/02/17 13:49 Pagina 32

El Morro Vestigia della colonizzazione spagnola, questa maestosa fortificazione è ben conservata e visitabile dai turisti.

Destinazioni Cuba

le per un Miki, impossibile per un Repo. Una volta entrati ci si trova in un locale che sarebbe all’avanguardia anche a Berlino. Mezzo club, mezzo art gallery, dispone di spazi per concerti, per proiezioni, per ballare, mostre d’arte e fotografia, spazi espositivi per giovani stilisti. Più qualche bar dove i cocktail

A tavola Da non perdere il ristorante El Cicinero (Calle 26 entre il y 13, Vedado, L’Avana, prezzo medio 35 euro). Aperto nel 2013, è diventato uno dei locali più alla moda della città. Cucina fusion, cocktail da sorseggiare in terrazza e dj set. Un altro indirizzo doc è l’Atelier Cocina de Autor (Calle 5ta n. 511 altos e Paseo y 2, Vedado, L’Avana, prezzo medio 25 euro): cucina ricercata, terrazza con vista, oggetti d’antan in ogni angolo.

In questa pagina le coloratissime auto e moto d’epoca ancora in circolazione nelle strade di Cuba.

look elegante e postura da “giovani bene”, sono il lato cool della gioventù cubana, a cui si contrappongono i Repo, i ragazzi cresciuti nei “reparto” (da cui il loro nome): gli edifici di edilizia popolare simili ai casermoni sovietici dei Paesi dell’Est. Oltre al look hanno anche gusti musicali diversi: i Repo vanno pazzi per il reggeton, i Miki sono amanti delle musiche internazionali. La loro meta serale preferita è il FAC, acronimo di Fabrica de Arte Cubano, un locale del Vedado situato nei quattro piani di una vecchia fabbrica la cui fornace oggi ospita un ottimo ristorante gourmet: El Cocinero. L’ingresso al FAC è di tre CUC (circa tre euro): una cifra irrisoria per un turista, accettabi-

costano un terzo rispetto a La Bodeguita del Medio. È di proprietà di X Alfonso, un apprezzato video artista, ma anche un musicista che miscela ritmi tradizionali con spunti elettronici. Il perfetto testimonial della nuova creatività cubana, quella in grado di elaborare passato, presente e nuove tendenze. ●

Cuba in breve Come arrivare Dallo scorso novembre Alitalia (www.alitalia.com) propone un volo diretto bisettimanale Roma Fiumicino-L’Avana. Altri collegamenti sono offerti da numerosi vettori, tra cui Iberia, Air France, Air Berlin. Voli diretti sono operati anche da Blue Panorama (www.blue-panorama.it).

Dove dormire Hotel Inglaterra (Paseo del Prado 416, Esquina san Rafael, L’Avana; web: hotelinglaterra-cuba.com): inaugurato nel 1875, è in pieno centro cittadino. La facciata neoclassica e lo stile mudéjar degli interni gli regalano una singolare eleganza. Palacio San Miguel (Calle de Cuba 2, Esquina Pena Pobre 52, L’Avana): boutique hotel in un edificio del XIX secolo di fronte all’entrata della baia. Dieci camere con mobili, oggetti e foto della famiglia San Miguel. Sono inoltre presenti sull’isola numerose strutture appartenenti a catene internazionali: tra le altre Meliá Hotels & Resorts, NH Hotels, Mercure, Four Points by Sheraton.

Valuta A Cuba circolano due monete. Il peso cubano convertibile (CUC, talvolta indicato anche con la sigla CUC$) e la valuta utilizzata dagli stranieri. 1 CUC viene cambiato per 1 dollaro o un euro. L’altra moneta, utilizzata nei negozi frequentati dai cubani, è il peso cubano. 1 CUC vale 25 pesos cubani.

Indirizzi utili Fabrica de Arte Cubano (FAC) (Calle 26 e calle 11, Vedado, L’Avana, web: www.fac.cu): Il meglio della vita artistica de L’Avana. Concerti, proiezioni, esposizioni d’arte contemporanea e bar. Taller Experimental de Grafica (Callejòn del Chorro 6, L’Avana): Galleria e laboratorio di artisti cubani che mettono in vendita le loro opere migliori.

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10 Camera con vista.qxp_Layout 1 13/02/17 14:00 Pagina 33

Camera con vista Rocco Forte

Villa Kennedy

by Rocco Forte, Francoforte

ituato in posizione strategica tra l’aeroporto della città, uno dei più grandi dell’Europa continentale e hub principale di Lufthansa, e il centro città, raggiungibile a piedi in pochi minuti, ma anche in tram o in taxi, il Villa Kennedy della catena Rocco Forte hotels è un cinque stelle superior che abbina perfettamente la sua anima storica (l’albergo si trova attorno a Villa Speyer, costruita nel 1901), e i tanti servizi che propone. Tanti ad esempio i dettagli in camera, tra i quali segnaliamo la macchina per il caffè della Lavazza, il pavimento riscaldato della camera da bagno, il servizio curatissimo 24 ore su 24 e l’utilissimo sistema di infotainment, con un tv dai mille canali, scelta di film, possibilità di navigare, gratuitamente, anche sullo schermo televisivo, e di

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scaricare sui propri device, anche qui gratuitamente, giornali e riviste di mezzo mondo. L’albergo è infatti un tipico hotel internazionale, con servizi di stampo britannico, visto la proprietà di Sir Rocco Forte, figlio del fondatore della catena Charles Forte, ma con una forte impronta italiana, a partire dal ristorante, “Gusto”. A questo si affianca il bar JFK, la Spa da mille metri quadrati con piscina indoor, fitness center, stanze per trattamenti, sauna e bagno turco e 8 sale per meeting e congressi. L’albergo aprì il primo marzo nel 2006 grazie a un contratto di gestione decennale da parte della catena britannica con la proprietà, ovvero la società di investimenti immobiliare Commerz Grundbesitz Investment, che comprò la villa per 70 milioni di euro, mettendo alla sua

guida il general manager che tuttora gestisce la struttura, il tedesco Georg Plesser. Il nome dell’hotel è un tributo a John F. Kennedy, che visitò Francoforte prima di recarsi a Berlino dove pronunciò la famosa frase “ich bin Berliner, io sono un berlinese”, contro il blocco della città, e che ha dato il nome anche alla grande alley che collega la città all’aeroporto e su cui si trova l’albergo. Lo stile, definito lusso minimalista, è opera del londinese Martin Brudnizki, sotto la supervisione della director of Design di Rocco Forte Hotels, Olga Polizzi, sorella di Sir Rocco. ●

di Alberto Vita

• Categoria: Cinque stelle Superior • Dove: Francoforte sul Meno • N. camere: 163 camere, di cui 91 Deluxe Room, 8 Deluxe Studio, 21 Deluxe Garden View Room con terrazza, 10 Junior suite, 14 Classic suite, 5 Executive suite, 1 Family suite, 1 Ambassador suite, 1 Presidential Suite “Georg Speyer Suite” • Sale mice: 8 sale di diversa grandezza tra cui la ballroom da 326 mq Konrad Adenauer, per un massimo di 320 persone • Recensione Tripadvisor: Eccellente 4,5 su 5 • Recensione Booking: Eccellente 9 su 10 • Recensione Expedia: Eccezionale 4,7 su 5 • Recensione HRS: Buono 7,8 su 10 • Catena: Rocco Forte Hotels • Website: www.villakennedy.com www.roccofortehotels.com 2017 gennaio-febbraio |

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IMA, Italian Mission Awards: appuntamento il 6 marzo 2017!

Chi vincerà la quarta edizione del premio di Newsteca dedicato al business travel? I nomi saranno svelati durante una prestigiosa Serata di Gala, che si svolgerà presso l’Excelsior Hotel Gallia di Milano. Per conoscere la short list dei finalisti, visitate il sito www.italianmissionawards.it a cura della redazione

hi saranno i vincitori della quarta edizione di IMA, il premio dedicato al business travel organizzato dalla nostra casa editrice? Chi, tra i fornitori e travel manager menzionati nella short list di finalisti annunciata lo scorso 15 dicembre, salirà sul palco per ritirare l’ambito premio come miglior operatore della sua categoria? Per scoprirlo, e non mancare uno degli appuntamenti più attesi dal settore del business travel, occorre parteci-

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SPONSOR

Per informazioni su IMA 2017: Newsteca, tel. 02/20241122, eventi@newsteca.it

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pare alla prestigiosa Serata di Gala di IMA 2017, che si terrà il 6 marzo prossimo presso l’Excelsior Hotel Gallia di Milano. Per prenotare il proprio tavolo/posto a sedere basta accedere al sito www.italianmissionawards.it, nella sezione “Prenota il tuo posto”. Il costo per posto cena è di 300 euro più IVA e include: 1 posto prenotato in uno dei tavoli da 10 persone; aperitivo; menu di gala con servizio al tavolo; partecipazione alle premiazioni e agli intrattenimenti. Il costo di un tavolo è 3000 euro più IVA. Lo scorso anno hanno preso parte alla serata di gala di IMA oltre 250 protagonisti del settore.

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SPONSOR DI CATEGORIA

CON IL PATROCINIO DI


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I nostri partner F.T.O. F.T.O. nasce allo scopo di raggruppare le associazioni del Sistema Confcommercio Imprese per l’Italia che si occupano di turismo. Il comune denominatore della visione 3.0 di F.T.O. è mettere al centro dei propri obiettivi il cliente turista (leisure o business), partendo dal presupposto che qualsiasi impresa ha ragione di esistere se ha un mercato a cui offrire i propri prodotti/servizi e qualsiasi mercato esiste se vi sono consumatori che alimentano la domanda. F.T.O. fornisce ai suoi associati un’ampia gamma di servizi di base, quali il supporto legale, fiscale e sindacale, l’analisi e studi di settore e la partecipazione a fiere ed eventi. A queste attività si aggiungono servizi evoluti, tra cui l’accesso a percorsi formativi per gli addetti, al servizio bandi pubblici, a risorse altamente specializzate grazie ai rapporti con scuole e università, al progetto OrolavorO® per il recruting e l’assessment del personale interno, nonché a condizioni preferenziali per attività Ict, web marketing, social marketing e web in genere. CONFAPI MILANO Confapi Milano è l’associazione datoriale aderente alla Confederazione Nazionale Confapi e a Confapi Industria Lombardia. Forte della conoscenza del territorio e del rapporto con le Pmi che da sempre distingue il sistema Confapi, l’associazione supporta gli imprenditori del territorio con le rappresentanze istituzionali e, soprattutto, con innovativi servizi che accompagnano le aziende in questa fase di cambiamento dei modelli di business, di necessità di stringere nuove relazioni, creare network, crescere in nuovi mercati. Tra gli strumenti messi a disposizione degli associati spiccano i servizi fiscali, finanziari e di credito, incluse le informazioni sul rilascio di fidejussioni da parte di Confapi Lombarda Fidi. A questo servizio si aggiungono quelli nelle aree della formazione (anche finanziata), dei servizi sindacali, della salute e sicurezza sul lavoro, dell’internazionalizzazione, dello sviluppo, dell’innovazione, delle risorse umane, nonché l’assistenza legale, la consulenza nei bandi e le attività di networking, con la partecipazioni a workshop e convegni. Confapi Milano rappresenta 6.000 aziende che utilizzano il contratto Confapi.

Gli sponsor di IMA 2017 DINERS CLUB ITALIA Diners Club Italia, prima Carta di Credito emessa nel mondo e in Italia, dal 1958 offre la libertà di acquistare in totale tranquillità e senza limiti di spesa prefissati rivolgendosi sia a clienti privati che aziende e partner commerciali. Da ottobre 2015 Diners Club Italia è entrata a

far parte del Gruppo Cornèr Banca, istituto bancario svizzero privato e indipendente, attivo nell’intera gamma dell’offerta bancaria tradizionale, con una specializzazione nei settori del Private Banking, del finanziamento, delle carte di pagamento Visa, MasterCard e Diners Club e del trading online. La presenza internazionale di Diners Club, network in continua evoluzione, presente in 185 Paesi nel mondo e scelto come partner da 24 milioni di esercizi commerciali e da 8 milioni di soci per i propri acquisti, è diventata più capillare grazie a Discover Financial Services, società americana leader nel settore con 60 milioni di carte di credito che nel 2008 ha acquisito Diners Club International. QATAR AIRWAYS Qatar Airways, la compagnia di bandiera dello Stato del Qatar, ha avuto una rapida crescita e opera con una delle flotte più giovani al mondo. Il vettore collega l’Italia con Doha con 42 frequenze settimanali: due voli al giorno da Roma Fiumicino e Milano Malpensa e un volo giornaliero da Venezia Marco Polo e Pisa Galileo Galilei. Attualmente, nel suo diciannovesimo anno di attività, conta una flotta di 192 aeromobili che volano verso oltre 150 destinazioni chiave business e leisure nei sei continenti. Compagnia pluripremiata, Qatar Airways ha ottenuto il riconoscimento per la Miglior Business Class al Mondo, Best Business Class Airline Lounge e Best Airline Staff Service in Medio Oriente ai prestigiosi World Airline Awards, coordinati da Skytrax, una società di ricerca che redige speciali classifiche sui servizi delle compagnie aeree e degli aeroporti. La compagnia è membro dell’alleanza globale Oneworld. La premiata alleanza è stata nominata al mondo Best Airline Alliance da Skytrax 2015 per il terzo anno consecutivo. SANTA FE RELOCATION SERVICES Santa Fe Relocation Services fornisce servizi per la Global Mobility, assistendo grandi multinazionali come piccole realtà nella gestione del personale operante o trasferito all’estero. Santa Fe Relocation Services è in grado di assistere i dipendenti per i processi di immigrazione, traslochi, assistenza alla famiglia in arrivo o in partenza, e l’azienda tramite servizi di Consulting, Expense Management, Relocation Services, Global Assignment Management e molto altro. Santa Fe è presente in 56 Paesi con 126 uffici, riuscendo a erogare i propri servizi in tutti i maggiori centri come nelle località remote. Questa rete capillare e la comprovata esperienza nel settore permettono di fornire servizi di alta qualità riducendo il numero di intermediari tra l’azienda e il dipendente. Il Gruppo Santa Fe gestisce più di 110.000 trasferimenti all’anno, ricevendo diversi prestigiosi riconoscimenti di settore.

/QOIMGOO ANFRGL ?IOIMH @PFN ,()Anche quest’anno, durante la serata di gala di IMA, saranno premiati i vincitori del premio Business Travel Rising Star, che intende mettere in luce chi contribuisce ogni giorno all’evoluzione del settore dei viaggi d’affari con la propria professionalità e qualità dei servizi: aziende o singole persone che lavorano nel settore dell’intermediazio ne dei viaggi, supplier della filiera del business travel o anche travel manager o persone che in azienda si occupano di business travel. A nominare i candidati, e a votarli, sono stati i lettori di Mission, nel corso di un’operazione in due fasi che si è conclusa il 15 febbraio 2017.

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CWT, svolta 3.0 Intervista Antonio Calegari

La travel management company ha lanciato la sua nuova strategia aziendale per diventare la digital travel management company leader a livello globale. Ne abbiamo parlato con Antonio Calegari, VP & Country Director di Carlson Wagonlit Travel per Italia, Spagna e Grecia di Arianna De Nittis

Viaggiatori sempre più autonomi Entro uno o due anni negli Usa, e al massimo tre o quattro in Europa, i viaggiatori d’affari gestiranno tutte le fasi del viaggio – prima, durante e dopo la trasferta - in totale autonomia attraverso i propri dispositivi mobili.

l mondo del business travel sta evolvendo a ritmi vertiginosi. I viaggiatori oggi sono sempre più protagonisti delle proprie trasferte e si può prevedere che, in un futuro molto prossimo, la gestione delle trasferte dai dispositivi mobili sarà una consuetudine. Non solo nel mercato anglosassone, che da sempre anticipa le tendenze in fatto di viaggi d’affari, ma anche in Italia. Ecco perché la travel management company Carlson Wagonlit Travel ha lanciato a livello globale la sua nuova strategia aziendale 3.0, con l’obiettivo di offrire alle sue aziende clienti una gamma ancora più ampia di strumenti digitali in grado di garantire ai viaggiatori un’esperienza di viaggio sempre più confortevole e in linea con questa nuova tendenza. Ne abbiamo parlato con Antonio Calegari, Vice President & Country Director di Carlson Wagonlit Travel per Italia, Spagna e Grecia.

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Quali considerazioni vi hanno guidato nella messa a punto della vostra nuova strategia 3.0? E più 36

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in generale, come dovrebbe evolversi secondo lei l’attività delle travel management company per venire incontro alle nuove esigenze di aziende e viaggiatori? «La nuova strategia di Carlson Wagonlit Travel prende le mosse da un’attenta analisi della mutazione che il modo di viaggiare subirà negli anni a venire, di pari passo con la costante evoluzione delle tecnologie digitali. Riteniamo che entro uno o due anni negli Usa, e al massimo tre o quattro in Europa, i viaggiatori d’affari gestiranno tutte le fasi del viaggio – prima, durante e dopo la trasferta – in totale autonomia attraverso i propri dispositivi mobili. Si tratta di una tendenza che, soprattutto in altri settori, è già sotto gli occhi di tutti. Il mobile è ormai entrato a far parte del nostro quotidiano e i viaggiatori, anche e soprattutto quando si spostano per lavoro, desiderano poter utilizzare applicazioni che garantiscano loro la migliore esperienza possibile di tipo consumer, senza doversi necessariamente interfacciare in ogni fase del viaggio con degli operatori.

Possiamo immaginare nel futuro una gamma di servizi che oggi ci sembrano ancora avveniristici, ma che molto presto saranno di uso quotidiano: dalla prenotazione in automatico del taxi per l’aeroporto in tempo utile per il proprio volo, all’arrivo della chiave digitale della propria camera d’albergo direttamente sullo smartphone, fino alla gestione tramite mobile delle riprotezioni in caso di mancato imbarco. Il nostro compito, così come quello di tutte le Tmc che vorranno mantenersi al passo con i tempi, sarà proporre questi servizi, rendendoli fruibili grazie a un’unica applicazione e offrendo dunque un’esperienza fluida, personalizzata e integrata». Ritiene che questa tendenza possa rendere meno rilevante il ruolo del fattore umano, di cui Cwt ribadisce da sempre l’importanza? «Al contrario, potrei dire che il fattore umano è il vero cuore della nostra strategia. A noi spetterà il compito di affiancare e rassicurare il viaggiatore in ogni momento, sia che debba prenotare viaggi multitratta, sia in caso di eventuali modifiche urgenti o emergenze, sia qualora non abbia totale dimestichezza con gli strumenti digitali. Ma soprattutto rimarrà fondamentale la nostra attività di consulenza, che continuerà a declinarsi nelle sue componenti più tradizionali, come la negoziazione, l’analisi dei dati di spesa, la revisione delle travel policy aziendali, e si amplierà al contempo nella direzione delle tecnologie: le aziende avranno più che mai necessità di un supporto per scegliere le soluzioni più adatte alla proprie esigenze, far dialogare i nuovi strumenti digitali con i propri gestionali aziendali, nonché per


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Intervista Antonio Calegari

rendere queste soluzioni tecnologiche pienamente fruibili dai propri viaggiatori».

A quali aree della vostra organizzazione si applica la strategia 3.0? «La strategia 3.0 ha comportato per Cwt importanti investimenti e una radicale riorganizzazione interna. Abbiamo creato una Direzione integrata dedicata alle tecnologie e alla messa a punto di piattaforme, servizi e canali che offrano in un’unica schermata tutte le informazioni necessarie per migliorare la soddisfazione del viaggiatore, la compliance, i risparmi e il controllo. Inoltre, abbiamo dedicato una nuova Divisione al mondo hotel, che curerà l’ulteriore arricchimento e personalizzazione dell’offerta. Già oggi mettiamo a disposizione, anche tramite dispositivi mobili, l’offerta più completa presente sul mercato: oltre 470mila strutture in tutto il mondo, tra hotel presenti su Gds e non, grazie anche alle negoziazioni dirette di Cwt e all’accordo strategico con Booking.com. La nostra partnership con Airbnb, inoltre, segnerà l’ingresso di ben 500mila appartamenti business. Rendere tutti questi contenuti immediatamente fruibili richiede un notevole lavoro, al quale ci stiamo dedicando alacremente». In quali fasi si articolerà la vostra nuova strategia? «Quest’anno è prevista l’evoluzione della nostra app CWT To Go, che

già consente la prenotazione degli hotel con evidenza dei massimali di spesa per città, e presto sarà perfettamente integrata con le soluzioniCWTProgram Messenger e CWT AnalytIQs. Negli Usa è già possibile prenotare con CWT To Go anche i voli aerei, mentre in Europa questa funzionalità sarà disponibile nel 2018. Sempre il prossimo anno è prevista l’integrazione della nostra soluzione di risk management, CWT Safety& Security, con CWT To Go, oltre che con l’area dei meeting ed eventi. In tal modo sarà possibile gestire tramite mobile tutte le situazioni». Quale ritiene che sarà l’impatto della vostra nuova strategia sul mercato italiano? «In Italia le aziende si rivelano sempre caute di fronte alle novità, ma superata l’iniziale diffidenza le accettano fino a diventare, in molti casi, leader rispetto ad altri mercati. Lo stesso sta accadendo per l’adozione dei self booking tool, che nel nostro Paese sta crescendo a un ritmo superiore al 5% annuo, anche se si stima che questo tasso di crescita a breve potrà avvicinarsi al 10%. Prevediamo un boom della penetrazione di questi strumenti in ambito aziendale nei prossimi tre anni».

fattore di rischio per i viaggiatori). Desiderano inoltre ricevere informazioni e alert in tempo reale, poter rintracciare rapidamente e contattare i passeggeri coinvolti da emergenze anche in modo proattivo, come accaduto recentemente in situazioni di criticità (a Bruxelles, Parigi, in Turchia) quando abbiamo chiamato tutti i viaggiatori per informarli di quanto stava accadendo e organizzare i loro successivi spostamenti. Per agire su tutti questi fronti occorre essere adeguatamente strutturati e poter contare su strumenti tecnologici all’avanguardia, nonché su partnership con operatori internazionali di elevata competenza. Come International SOS, con cui collaboriamo con successo da diversi anni». l

Turismo mobile Il mobile è ormai entrato a far parte del nostro quotidiano e i viaggiatori d’affari desiderano poter utilizzare applicazioni che garantiscano loro la migliore esperienza possibile di tipo consumer.

Poco fa ha accennato al vostro tool di risk management, CWT Safety & Security. A suo parere come è mutata la sensibilità delle aziende italiane sul tema della sicurezza? E Cwt con quali strumenti e partnership viene incontro alle esigenze dei suoi clienti? «Ormai il tema della sicurezza è diventato prioritario per tutte le aziende, non solo quelle esposte ad aree tradizionalmente a rischio. L’attuale scenario internazionale ci sta dimostrando, infatti, che il rischio può celarsi ovunque. Le aziende ci chiedono di essere attive sul fronte della prevenzione in ogni ambito, soprattutto quello sanitario (che rappresenta ad oggi il principale

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13 Terminal JFK.qxp_Layout 1 13/02/17 14:24 Pagina 38

Terminal John F. Kennedy International Airport

JFK, iniziano i lavori del TWA Hotel Dopo anni di attesa è iniziato il recupero dell’iconico TWA Flight Center. L’edificio, in disuso da 16 anni, sarà l’unico hotel all’interno dell’area aeroportuale e disporrà di ben 500 camere. Il progetto, finanziato da capitali privati, vale ben 265 milioni di dollari e sarà ultimato nel 2018 di Simona Silvestri

Sopra. Il rendering che illustra la riconversione del TWA Flight Center in hotel aeroportuale. La struttura andrà a colmare il vuoto lasciato dalla chiusura del Ramada Plaza otto anni fa.

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ono stati annunciati ufficialmente da Andrew Cuomo, governatore dello Stato di New York, i lavori di riqualificazione del TWA Flight Center, (1962) disegnato da Eero Saarinen e operativo come terminal fino al 2001. Cessate le attività con il declino della Trans World Airlines (TWA), questa straordinaria architettura del Novecento nel 2008 era stata parzialmente inglobata nel nuovo Terminal 5 della JetBlue, ma con una destinazione incerta. L’edificio diventerà il TWA Hotel. «JFK è uno degli scali più importanti al mondo e uno dei principali motori dell’economia di New York», ha dichiarato lo scorso 15 dicembre Andrew Cuomo. «La con-

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versione del TWA Flight Center in un nuovo, avveniristico hotel preserverà questo edificio storico consolidando nello stesso tempo il ruolo di JFK come punta di diamante dell’aviazione». In questa occasione sono stati presentati i rendering del futuro design hotel. Con oltre 56 milioni di passeggeri all’anno, JFK è il quinto scalo degli Usa, ma uno dei pochi privi di un hotel all’interno dell’area aeroportuale. La Port Authority cullava l’idea di costruire un nuovo albergo fin dalla chiusura del Ramada Plaza JFK Hotel otto anni fa. Il progetto, annunciato dallo stesso Cuomo già nel luglio 2016, prende ora forma e vale 265 milioni di dollari. L’inaugurazione di questa


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Terminal John F. Kennedy International Airport

Nuovi posti di lavoro

struttura full-service dotata di 500 camere è prevista per il 2018. «Gli hotel di prima categoria sono il marchio distintivo degli aeroporti contemporanei e per troppo tempo JFK è stato uno dei pochi a restare senza questo servizio», ha commentato Joe Sitt, presidente e fondatore della Global Gateway Alliance, un’organizzazione che sostiene lo sviluppo delle aree aeroportuali di New York. «Il nuovo hotel nell’ex TWA Flight Center non solo risolve il problema e porta JFK al livello dei competitor. Consente anche di riaprire una struttura iconica sia per

i newyorchesi sia per i milioni di passeggeri che ogni anno transitano in questo aeroporto». La costruzione e la gestione dell’hotel dovrebbero generare 3.700 posti di lavoro. Il finanziamento è basato su capitali privati che derivano da una partnership tra MCR Development, il settimo gruppo alberghiero degli Stati Uniti (con in portfolio il celebre High Line Hotel a Manhattan), e la compagnia aerea JetBlue. A struttura ultimata, le parti manterranno rispettivamente il 95% e il 5% della proprietà.

Saarinen iniziò a disegnare il TWA Flight Center negli anni cinquanta, lavorando sul concept del volo. Il risultato è un edificio simbolo del design del secolo scorso. I piani di ristrutturazione includono il recupero degli altrettanto iconici interni dell’ex terminal, disegnati da Charles Eames, Raymond Lowey e Warren Platner. Il progetto include un innovativo museo su New York come luogo di nascita della Jet Age, la storia della TWA e il movimento del Design Moderno. ●

Secondo le stime dell’aeroporto Jfk, la costruzione e gestione del nuovo hotel genereranno 3700 posti di lavoro. Il progetto è finanziato da investitori privati, tra cui la compagnia aerea JetBlue e il gruppo alberghiero MRC Development.

Immagini dell’aeroporto Jfk. Lo scalo ospita oltre 56 milioni di passeggeri all’anno.

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Terminal John F. Kennedy International Airport

Ci sarà anche un museo Il progetto include un innovativo spazio espositivo dedicato a New York come luogo di nascita della Jet Age, alla storia della TWA e al movimento del Design Moderno.

Sopra, un’altra immagine del nuovo hotel che aprirà nel 2018 nell’edificio del TWA Flight Center.

JFK in breve Nome dell’aeroporto

John F. Kennedy International Airport (JFK)

Località

Jamaica Bay, a sud est del Queens, Long Island, circa 20 chilometri dal centro di Manhattan

Società di gestione

Port Authority of New York and New Jersey, che gestisce anche gli altri due scali dell’area metropolitana di New York, Newark Liberty e LaGuardia

Principali infrastrutture

Quattro piste, 6 terminal e oltre 125 gate

Numero principali compagnie che operano nello scalo

A JFK operano circa 90 vettori tra nazionali e internazionali. L’aeroporto newyorchese è hub per American Airlines e Delta Air Lines e base del vettore low-cost JetBlue Airways. La prima compagnia europea per traffico è British Airways

Numero compagnie regionali che operano nello scalo

Quattro le principali compagnie regionali: Delta Connection, JetBlue, American Eagle, Virgin America

Numero di rotte

Circa 165 destinazioni nel mondo. Londra (3.050.499 passeggeri) è la rotta internazionale più trafficata, seguita da Parigi e Dubai (2015). La prima rotta domestica è Los Angeles con 1.637.100 passeggeri nel periodo ottobre 2015-settembre 2016

Collegamenti con l’Italia

Oltre 40 voli settimanali collegano l’Italia a JFK. Alitalia, Delta, American Airlines servono i voli diretti su Roma, quelli su Malpensa sono gestiti da Emirates, American, Delta e Alitalia. Milano è la 10a rotta più trafficata a JFK con 671.989 passeggeri (2015)

Numero passeggeri

È il quinto aeroporto degli Usa con 56.8 milioni di passeggeri, di cui 30 milioni internazionali (2015)

Collegamenti con il centro cittadino

L’Airtrain, un treno di superficie automatico disponibile 24 ore su 24, collega i terminal tra di loro gratuitamente e l’aeroporto con la metro di New York e i treni della LIRR (Long Island Rail Road)

Parcheggi aeroportuali

Oltre 15mila posti auto con diverse soluzioni: garage multi-piano, parcheggi di superficie e lunga sosta, tutti in prossimità dei terminal, prenotabili online. Free Cell Phone Lot per gli accompagnatori, con un tempo di attesa massimo di 1 ora

Hotel, ristoranti e negozi

Diversi gli hotel nelle vicinanze, come il Crowne Plaza e il Courtyard Marriot, collegati all’aeroporto dalle navette. Circa 150 bar e ristoranti e altrettanti negozi

Numero società di autonoleggio presenti nello scalo

40

Dieci (Advantage, Alamo, Avis, Budget, Dollar, Enterprise, Hertz, National, Payless, Thrifty)

Wi-fi

Trenta minuti di wi-fi gratuita per tutti i passeggeri

Sito web dell’aeroporto

www.panynj.gov/airports/jfk.html

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14 Schede ADV 1 17.qxp_Layout 1 13/02/17 14:28 Pagina 41

Le schede di Mission Agenzie di viaggio

FCM Travel Solutions Italia Proprietà: A. & N. Sbrojavacca Srl Aree di attività: business travel e Mice Presenza sul territorio: presenza su tutto il territorio nazionale e internazionale Affiliazione a un network: FCM Travel Solutions N. addetti dell’agenzia: 20, di cui 12 dedicati al business travel Tipologia di clientela corporate: multinazionali, grandi aziende, Pmi, Pubblica Amministrazione locale e nazionale, associazioni Principali clienti: nd Giro d’affari: nd Principali servizi offerti alla clientela business: sviluppo e gestione della travel policy, organizzazione e gestione del travel aziendale, supporto nella contrattazione con i vettori, Mice, incentive Reperibilità H24: dalle ore 18 alle 8.30 Indirizzo web: www.it.fcm.travel Contatto: Achille Sbrojavacca, email: achille.sbrojavacca@it.fcm.travel

I Viaggi dell’Arcobaleno Proprietà: I Viaggi dell’Arcobaleno Srl Aree di attività: business travel 15%, Mice 50%, leisure 35% Presenza sul territorio: un’agenzia a Pesaro Affiliazione a un network: GEO N. addetti dell’agenzia: 3 Tipologia di clientela corporate: liberi professionisti, piccole e medie imprese, Pubblica Amministrazione Principali clienti: nd Giro d’affari: nd Principali servizi offerti alla clientele business: organizzazione di eventi, incentive e meeting, biglietteria e Reperibilità H24: sì Indirizzo web: www.viaggiarcobaleno.com Contatto: tel. 0721/371379, email: jacqueline@viaggiarcobaleno.com

Reporter Viaggi Turismo Srl

Lariotours

Proprietà: Marcello Cesari e Roberto Baroni Aree di attività: leisure 70%, bt 30% Presenza sul territorio: tre sedi a San Giovanni Valdarno (Arezzo), Montevarchi (Arezzo), Figline ed Incisa Valdarno (Firenze) Affiliazione a un network: Robintur N. addetti d’agenzia: 10 di cui uno addetto dedicato al bt Tipologia di clientela corporate: liberi professionisti, Pmi, grandi aziende Giro d’affari: 3,5 mln euro annui Principali servizi offerti alla clientela business: trasporto aereo, prenotazioni alberghiere, autonoleggi, ottenimento visti Reperibilità H24: sì Indirizzo web: www.reporterviaggi.it Contatto: filiale di San Giovanni Valdarno, tel. 055/9121616, email: roberto.baroni@reporterviaggi.it info@reporterviaggi.it. Filiale di Montevarchi: tel. 055/0544500, email: iper@reporterviaggi.it. Filiale di Figline ed Incisa Valdarno: 055/0544700, email: dania.dilaghi@reporterviaggi.it jessica.guerra@reporterviaggi.it

Aree di attività: 50% business travel, 50% FIT Presenza sul territorio: agenzia a Cernobbio (Como) Affiliazione a un network: Lufthansa City Center, Traveller Made N. addetti dell’agenzia: 5 di cui 3 dedicati al business travel Tipologia di clientela corporate: liberi professionisti, Pmi, grandi aziende, multinazionali Giro d’affari: nd Reperibilità H24: orari ufficio ore 8.30-18.30, più recapito per emergenze h24 Indirizzo web: www.lariotour.com Contatto: tel. 031/513366 - email: info@lariotour.com

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News Voli in pillole

NOTIZIE IN BREVE Eurowings amplia i collegamenti A partire da luglio 2017 Eurowings aggiunge due nuove mete alla propria offerta sul lungo raggio: Windhoek, capitale della Namibia, e Montego Bay in Giamaica. Sono così 13 le destinazioni a lungo raggio servite dalla compagnia low cost di qualità del Gruppo Lufthansa. L’aeroporto di Colonia/Bonn è la base di tutti i voli a lungo raggio, ma la compagnia ha in programma di ampliare i collegamenti con molti aeroporti tedeschi ed europei in modo che sempre più passeggeri possano volare coi prezzi convenienti di Eurowings. Voli Smart Connect (voli in coincidenza) sono prenotabili per entrambe le nuove destinazioni dagli aeroporti di Berlino, Amburgo, Zurigo, Vienna, Londra Stansted e Heathrow. Nel corso del 2016 Eurowings ha trasportato quasi mezzo milione di passeggeri sul lungo raggio. 42

SEA PRIME, SERVIZI SEMPRE PIÙ ESCLUSIVI PER IL BT

WIZZ AIR: PASSEGGERI IN CRESCITA Wizz Air, compagnia aerea lowcost dell’Europa Centrale e Orientale, ha annunciato di aver messo a segno alcuni importanti successi nel 2016. Durante gli scorsi 12 mesi, il vettore ha aggiunto 9 aeromobili Airbus A321 alla sua flotta, aumentato la sua offerta con 17 nuove destinazioni ed esteso il suo network in costante crescita ad oltre 100 nuove rotte. Ha inoltre trasportato 23 milioni di passeggeri, con una crescita del 19% rispetto al 2015. Buone le performance anche sul mercato italiano, dove i passeggeri trasportati sono stati 3,8 milioni e la crescita annua si è attestata al +10%.

OFFENSIVA FINNAIR SUL LUNGO RAGGIO Finnair accelera sul lungo raggio annunciando nuove destinazioni dal suo hub di Helsinki a partire dall’inverno 2017, quali Puerto Vallarta in Messico, L’Avana a Cuba, Goa in India e Puerto Plata in Repubblica Dominicana tutte, o quasi, mete molto leisure. Tra il 29 ottobre e il 18 marzo, il vettore finlandese nell’alleanza Oneworld volerà ogni domenica a Puerto Vallarta, in Messico, con il nuovo A350. Tra il 30 novembre e il 22 marzo, sarà la volta del volo settimanale, ogni giovedì, su Puerto Plata nella Repubblica Dominicana, operato con un A330. Tra il 1 dicembre e il 23 marzo, L’Avana sarà collegata invece due volte alla settimana (lunedì e venerdì) con un A350, mentre tra il 29 novembre e il 21 marzo il bisettimanale su Goa, India, sarà attivo il mercoledì e la

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Poco più di un anno dopo la presentazione del nuovo terminal di business aviation Milano Linate Prime e pochi mesi dopo la joint venture con Signature Flight Support per i servizi di assistenza a terra, con l’obiettivo di rafforzare il posizionamento dello scalo d’affari di Milano nel panorama mondiale, SEA Prime prosegue nello sviluppo di servizi dedicati a passeggeri ed equipaggi, con un focus su quelli high level. Ecco il perché della nuova partnership strategica con l’Associazione MonteNapoleone per lo sviluppo di servizi aggiuntivi per i business traveller. Tra questi l’accesso alla Montenapoleone VIP Lounge, nonché le esperienze esclusive offerte dai 150 Global Affiliate Luxury Brands dell’associazione: escursioni, personal shopping tour specializzati, prenotazioni per anteprime, serate di gala di beneficenza, sfilate di moda, partite di calcio, servizi di interpretariato e molto altro. «La MonteNapoleone VIP Lounge, grazie al rapporto con Global Luxury Brands, offre esperienze che solo il Quadrilatero milanese riesce a trasmettere. Siamo veramente felici di collaborare con un gioiello riconosciuto a livello internazionale per l’aviazione d’affari come Sea Prime» ha detto Guglielmo Miani, presidente dell’Associazione MonteNapoleone. «Il gemellaggio tra il nostro servizio di Prime Concierge e la Montenapoleone VIP Lounge è un elemento fondamentale dell’esclusiva e sempre più ampia gamma di servizi di alta qualità che offriamo. Sono fiducioso che questo non risulterà essere solo un semplice servizio aggiuntivo, ma che presto diventerà una componente indispensabile per il soggiorno dei nostri clienti a Milano» ha aggiunto Chiara Dorigotti, direttore generale di Sea Prime. Questo accordo segue la stessa logica dei servizi derivanti dalla partnership con BMW, che, dall’esclusivo servizio di pick-up sul piazzale, è stato poi esteso all’apertura della BMW Business Center di Milano Linate Prime e alla collaborazione con Gate Gourmet Italia, leader nei servizi di catering esclusivi in volo, con l’apertura del nuovo bar e ristorante Primo Gusto a Milano Linate Prime.

domenica con un A330. Nello stesso periodo, Finnair aggiungerà una frequenza settimanale alla rotta di Delhi, arrivando così a sei voli alla settimana verso la capitale dell’India. L’offensiva Finnair vedrà anche

incrementare la capacità sui voli verso la Thailandia durante l’inverno 2017. Due frequenze settimanali supplementari saranno aggiunte alla tratta Helsinki-Bangkok, portando il numero totale di voli a 16 alla settimana. Saranno inoltre


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News Voli in pillole

aggiunte due nuove frequenze per Singapore, rendendo così questo volo quotidiano, e tre frequenze settimanali per Hong Kong, portando così a 10 i collegamenti settimanali. «Con l’arrivo previsto di quattro nuovi aeromobili A350 nel 2017 stiamo portando avanti la nostra strategia di crescita. Queste ultime novità offriranno ancora più opzioni di viaggio e flessibilità ai nostri clienti che viaggiano tra Asia ed Europa attraverso il nostro hub di Helsinki, che, grazie alla sua efficienza garantisce i collegamenti fra voli di 35 minuti» afferma Juha Järvinen, chief commercial officer di Finnair. In inverno infine verranno aumentati i collegamenti verso la Lapponia con tre voli supplementari verso Rovaniemi, portando a 30 le frequenze settimanali da Helsinki. Ulteriori frequenze saranno aggiunte a Ivalo (4 a settimana), Kittilä (4 a settimana) e Kuusamo (1 settimana). In Italia il vettore finlandese taglia l’ufficio nazionale, mettendo fine alla collaborazione con Paolo Zampieri, da anni a capo del vettore finlandese nel nostro Paese. L’attività commerciale sarà affidata a Silvia Lusito, con il ruolo di client manager. L’area Sud Europa, zona che include Italia, Francia e Spagna, viene così guidata da Javier Roig, con il ruolo di general manager Southern Europe.

NOVITÀ IN TURKISH AIRLINES Turkish Airlines propone ai suoi passeggeri Mini Port, servizio quotidiano di trasporto bagagli, attivo tra Taksim e l’Aeroporto Atatürk, che permette di godersi Istanbul lasciando le valigie in custodia all’aeroporto.

Ryanair: +20% per i voli da Perugia

Il Mini Port Office nell’aeroporto di Istanbul Atatürk si trova sul piano della metro ed è qui che i passeggeri possono rivolgersi portando con sé i bagagli e i documenti di volo. Grazie ad accordi con gli alberghi presenti nell’area di Taksim, i bagagli dei passeggeri potranno essere trasportati anche dagli stessi hotel all’aeroporto di Atatürk. I passeggeri che volano da Istanbul AHL in punti che richiedono criteri speciali di sicurezza (Stati Uniti, Israele, Canada, Regno Unito), non potranno beneficiare di questo servizio. Il vettore ha investito anche nell’intrattenimento a bordo, scegliendo Panasonic Avionics Corporation per il sistema avanzato d’intrattenimento e comunicazione in volo eX1 (IFEC), oltre che per i servizi di Global Communication per la sua nuova flotta di aerei a fusoliera stretta. Il sistema includerà il servizio unico di Passenger Data Integration (PDI) di Panasonic, che permetterà a Turkish Airlines di aggiungere più alti livelli di personalizzazione all’esperienza in volo. Il PDI permetterà inoltre a Turkish Airlines di riconoscere – senza alcuna soluzione di continuità – le preferenze di

viaggio dei suoi ospiti e di raccomandare i contenuti e i servizi specifici che intensificheranno la loro esperienza, sia in volo che nella città di destinazione. Nella foto, i manager di Turkish Airlines e Panasonic Avionics Corporation.

UNA NUOVA LOW COST A BARCELLONA Iag, gruppo di cui fanno parte British Airways, Iberia e Vueling, ha deciso di lanciare una low cost a lungo raggio con base a Barcellona. La decisione se creare un nuovo vettore o dedicare una costola di una compagnia esistente per questi voli pare non sia stata ancora presa. Così come non sono state definite le destinazioni, anche se Los Angeles, San Francisco, Buenos Aires, Santiago de Chile, L’Avana e Tokyo sarebbero quelle sulle quali il management della società starebbe lavorando. «Barcellona è diventato un importante hub internazionale e crediamo che ci sia una buona domanda per voli come questi – scrive Iag in un comunicato –. Naturalmente è anche la base di Vueling, che potrà feederare i voli a lungo raggio grazie alla sua ampia rete europea».

Con l’apertura della programmazione estiva 2017, la low cost irlandese potenzierà del 20% le operazioni dallo scalo di Perugia, inaugurando una nuova rotta domestica per Catania che andrà ad aggiungersi a quattro rotte internazionali (Londra Stansted con 8 voli a settimana, Bruxelles Charleroi con 3 voli e Trapani con 2 voli). In totale, questi collegamenti faranno viaggiare circa 200mila passeggeri all’anno e supporteranno 150 posti di lavoro in loco.

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SISTEMI DI RISK MANAGEMENT

iTIM Traveller Tracking

DISTRIBUITO IN ITALIA: SÌ

Integrazione con altri tool aziendali: sì. Esportazione dei documenti: sì.

Disponibile su Galileo, Apollo e Worldspan, la soluzione di tracking dei passeggeri fornisce la gestione degli account e l’accesso client a una suite completa di visualizzazione per appurare dove i viaggiatori dovrebbero essere, così come dove sono effettivamente (sia a terra sia in volo), accedendo a una serie completa di servizi e report.

Modalità di accesso: sms, mobile push, email service access. Modello di pricing: nd. Lingue disponibili: inglese. Referenze attive in Italia e nel mondo:Travelport.

Azienda produttrice e/o commercializzatrice: Mantic Point, http://manticpoint.com

Tipologia cliente ideale: aziende e multinazionali, ma anche travel management company. Punti di forza/opportunità: visualizzazione, valutazione e comunicazione con i viaggiatori coinvolti in qualsiasi momento, account management reporting e audit secondo regole personalizzate in modo da poter emanare una comuncazione di allerta alle persone giuste al momento giusto, via sms, mobile push, email.

FUNZIONALITÀ

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Tracking degli spostamenti dei viaggiatori

Ricerca dei viaggiatori per Paese, catene alberghiere, singolo volo o hotel

Visualizzazione della posizione dei viaggiatori tramite mappe interattive

Visualizzazione delle aree a rischio tramite mappe interattive

Accesso tramite device mobili

Alert informativi (scioperi, problemi di sicurezza ecc.)

Comunicazione in tempo reale con i viaggiatori (email, sms, telefono)

Analisi e forecast periodici di eventuali situazioni di rischio

Elaborazione di reportistica ad hoc


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Expert Care

Integrazione con altri tool aziendali: nd. Esportazione dei documenti: sì, in formato Excel si possono esportare l’elenco dei viaggiatori presenti in un determinato Paese, aereo, hotel a rischio. Modalità di accesso: attraverso un sito web e app. Modello di pricing: un costo per la licenza che comprende 5 accessi e un costo per ogni Pnr/transazione (tipo transaction fee). Lingue disponibili: tutte le lingue. Referenze attive in Italia e nel mondo: nd. Tipologia cliente ideale: grandi aziende, multinazionali con esigenze complesse e un altissimo numero di viaggiatori, ma anche piccole e medie imprese possono avvalersi del servizio.

SISTEMI DI RISK MANAGEMENT

Azienda produttrice e/o commercializzatrice: Uvet Gbt, www.uvetgbt.com

Punti di forza/opportunità: risparmio in termini di tempo e costo durante il viaggio, tramite la comunicazione attraverso alert, email ed sms in tempo reale; mappatura dei viaggiatori in pochi secondi con i dati di prenotazione e lo stato dei voli, attraverso il codice di prenotazione; comunicazione immediata con i viaggiatori; priorità per le esigenze più importanti dei dipendenti e beni aziendali; possibilità di pianificare relazioni periodiche per fornire informazioni volte ad aumentare la sicurezza complessiva e ridurre i rischi; comodità per i viaggiatori; possibilità di configurare gli avvisi di rischio che possono essere inviati automaticamente ai viaggiatori prima e durante il viaggio.

DISTRIBUITO IN ITALIA: SÌ,

Expert Care permette ai travel manager, ai responsabili della sicurezza dei dipendenti, all’ufficio del personale di un’azienda di monitorare in tempo reale tutti i viaggiatori, 24 ore al giorno e 7 giorni su 7 in tutto il mondo tramite una mappa interattiva. È possibile inviare ai dipendenti comunicazioni via email ed sms per comunicare cancellazioni, ritardi, situazioni di rischio, prima e durante il viaggio. I benefici per l’azienda sono: monitoraggio delle situazioni di rischio dei viaggiatori; possibilità di far viaggiare i propri dipendenti con la massima tranquillità; possibilità di mantenere sotto controllo i costi; tracciamento dei potenziali pericoli dell’azienda (ad esempio in caso di personale espatriato che staziona in un Paese a rischio, uffici e stabilimenti).

FUNZIONALITÀ Tracking degli spostamenti dei viaggiatori

Ricerca dei viaggiatori per Paese, catene alberghiere, singolo volo o hotel

Visualizzazione della posizione dei viaggiatori tramite mappe interattive

Visualizzazione delle aree a rischio tramite mappe interattive

Accesso tramite device mobili

Alert informativi (scioperi, problemi di sicurezza ecc.)

Comunicazione in tempo reale con i viaggiatori (email, sms, telefono)

Analisi e forecast periodici di eventuali situazioni di rischio

Elaborazione di reportistica ad hoc

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SELF BOOKING TOOL

Egencia Booking Platform

DISTRIBUITO IN ITALIA: SÌ

Gds Interfacciabili: global partnership con Amadeus, Travelfusion, Worldspan.

Egencia offre tutti i servizi relativi al business travel proponendo un unico modello dove il servizio clienti e la tecnologia sono integrati e inseparabili. La piattaforma Egencia, oltre a essere disponibile in lingua italiana, prevede le seguenti funzionalità: struttura aziendale: funzionalità travel arranger (fino a 6 itinerari contemporaneamente); gerarchia: differenti community di viaggiatori con differenti livelli di travel policy; autorizzazione: fino a 4 livelli gerarchici e funzionalità “approvatore alternativo”; transizione offline/online: alta usabilità dello strumento e facilità di utilizzo con contenuto esteso, fornito dai tradizionali canali di prenotazione (Gds) più tutta la parte di contenuto web locale di tutte le aziende del gruppo Expedia, accessibile ed integrato nei risultati di ricerca, regole di visualizzazione scelte dall’azienda cliente (tariffe corporate in cima, Lowest logical fare, principio di economicità ecc).

Altre interfacce: integrabile con i principali fornitori di servizi “duty of care”, come Isos, Ijet, Red24. Modalità di accesso: web con credenziali; Single Sign on da intranet aziendale/ERP; via Mobile tramite THE APP. Modalità di erogazione del servizio: il business model di Egencia non prevede utilizzo di licenze. Nessuna fee di licenza in parallelo o inclusa nella transaction fee. Non vi sono inoltre particolari requirement tecnici per i quali è richiesto l’intervento dei dipartimenti IT delle aziende clienti. Lingue disponibili: francese, inglese, tedesco, spagnolo, norvegese, finlandese, danese, svedese, polacco, ceco, turco, cinese, olandese, portoghese. Valute disponibili: tutte. Modello di pricing: transaction fee.

Azienda produttrice e/o commercializzatrice: Egencia Business Travel Expedia, Inc, www.egencia.it

Referenze attive in Italia e nel mondo: nd. Tipologia cliente ideale: oltre 10mila clienti a livello mondiale, dalle Pmi alle aziende con oltre 10 milioni di euro di fatturato. Punti di forza/opportunità: adoption rate superiore all’80% grazie all’alto grado di “usability”; tecnologia totalmente integrata online/offline: gli agenti accedono all’interfaccia e sono in grado di gestire in tempo reale una prenotazione effettuata online; strumento “one stop shop” che consente di avere accesso a tutti i servizi necessari da un unico portale. L’azienda è il vero “architetto” del proprio travel program. Accede infatti a una dashboard che permette di agire su diverse funzioni che hanno effetto nel tempo di un “click” (cambio travel policy, inserimento messaggi geografici, aggiornamento diretto anagrafica, cambio regole di preferenza fornitori, visualizzazione risultati, accesso a tutta la reportistica in tempo – quasi – reale, accesso alla mappa interattiva per traveller tracking, ecc.

FUNZIONALITÀ Impostazione travel policy

Impostazione profili degli utenti

Integrazione fornitori preferiti e tariffe negoziate

Ricerca e selezione di itinerario e tariffe tramite GDS

Ricerca e selezione di voli low cost tramite web

Ricerca e selezione di altri contenuti (es. alberghi, noleggi auto, ristoranti, biglietteria ferroviaria) tramite web

Gestione delle autorizzazioni automatizzata

Prenotazione voli

Prenotazione alberghi

Prenotazione biglietteria ferroviaria

Modifica e cancellazione delle prenotazioni

3

Prenotazione di servizi aziendali (portatili, cellulari, visti, valuta ecc.)

4

Prenotazione multipasseggero

5

Gestione delle liste d’attesa Funzione Quick Trip per viaggi frequenti Sincronizzazione PNR

Reportistica

Report del mancato risparmio per singolo servizio

Report del mancato rispetto della travel policy

Invio di alert/notifiche a responsabile viaggi e viaggiatori

Facilities per i viaggiatori (mappe, info meteo, posto a sedere ecc.)

Interfaccia ottimizzato per dispositivi mobili (tablet, smartphone)

biglietteria ferroviaria: funzionalità “ibrida”- richiesta online e issuing offline capace di gestire i carnet Trenitalia. 2 Servizio offline. 3 Prima dell’emissione. 4 Tramite richiesta a servizio clienti. 5 Fino a 6

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Prenotazione biglietteria marittima

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A Roma È stata restaurata e riaperta al pubblico la Cappella Cornaro contenente l’Estasi di Santa Teresa, capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, nella chiesa di Santa Maria della Vittoria.

News Dal mondo

archeologici rari provenienti dai maggiori musei italiani, come l’unico teschio dell’Homo di Neanderthal e lo scheletro del sauropode. Fino al 26 giugno 2017. Orari: dalle 10 alle 18, la domenica dalle 10 alle 19 (chiuso il lunedì). Web: www.muse.it

LONDRA Design Museum Col senso dell’innovazione e con il consueto tratto elegante tipicamente inglesi il nuovo Design Museum di Londra, sorto nel 1989, si presenta oggi in una sede più ampia, di circa 10mila mq, inaugurata il 24 novembre scorso nell’ex-sede dell’Istituto del Commonwealth. Diventerà, com’era già stato in passato nella storica sede di Shad Thamesun, punto di riferimento internazionale per il design e l’architettura, due temi che hanno segnato la Londra post-industriale. Il vasto edificio, costruito con materiali ecologici e criteri di risparmio energetico, è suddiviso in più piani. L’ultimo, ad ingresso gratuito, ospita una mostra permanente che cerca di individuare nella linea estetica il rapporto esistente tra il creatore e il consumatore. Sono perciò presenti oggetti che hanno formato l’immaginario collettivo del consumismo e della tecnologia quotidiana, siano essi prototipi di treni della metropolitana, kalashnikov, registratori portatili o le macchine da scrivere Olivetti. Gli altri piani ospitano invece le esposizioni temporanee, ma anche

biblioteche, auditorium, laboratori. Orari: dalle 10 alle 17.45, Web: http://designmuseum.org TRENTO Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità Antropocene: l’era dell’uomo. Questo il nome dato alla nostra era in evidente analogia a quelle grandi plurimillenarie della storia del nostro pianeta. Ma anche, nel nome, un riferimento a un’origine e a una fine delle specie animali e un’implicita domanda se questa sia anche il destino della nostra. L’argomento è, alla luce dell’emergenza ecologica, attuale e molto pertinente soprattutto in relazione agli evidenti cambiamenti climatici. Il Muse - Museo delle Scienze di Trento, ha dedicato la mostra “Estinzioni. Storie di catastrofi e altre opportunità” alla storia delle estinzioni delle specie animali, la sesta secondo i curatori. Quella dei dinosauri e dell’uomo di Neanderthal sono molto probabilmente le più conosciute, ma non le uniche. Emergono così animali dallo strano nome come il dodo, il leone berbero, il tilacino, il lupo marsupiale della Tasmania e altri ancora. La mostra è ricca di materiale multimediale e di reperti

TREVISO Storie dell’Impressionismo Il Museo di Santa Caterina propone la mostra “Storie dell’Impressionismo”, in programma fino al 26 giugno 2017. Centoquaranta opere (non necessariamente dipinti) dei suoi maggiori protagonisti (Monet, Renoir, van Gogh, Cezanne su tutti), suddivise nelle aree tematiche della morte, del ritratto, della natura morta e del paesaggio, offrono un vasto sguardo sul quel movimento artistico noto come Impressionismo e sorto in Francia nelle seconda metà dell’Ottocento. Molti i temi che la critica ha già da tempo sottolineato come caratteristici: l’uso intenso del colore, la scomparsa di un oggetto ben definito, la pittura del paesaggio, il mito dell’artista anticonformista, il

prevalere della soggettività emotiva. A posteriori si può affermare che l’impressionismo, sorto dopo i travolgenti momenti del Romanticismo e premuto dal perfetto realismo della fotografia, non ebbe altra scelta che concentrarsi sulla lettura estremamente soggettiva dell’autore. Di conseguenza la ricerca del colore perfetto, quello che in un frangente poteva cogliere l’essenza dell’oggetto – sono noti ad esempio i dipinti en plen air di Monet che riprendono il medesimo paesaggio nei diversi momenti della giornata – e la trasposizione nel dipinto della personalità del pittore. Al tempo stesso l’ultimo Impressionismo, per la completa mancanza di un canone certo, si rivela anche come un ponte ideale verso l’astrattismo del primo Novecento, simbolo della grande crisi esistenziale che segnerà la nascita della modernità industriale. Orari: dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18, dal venerdì alla domenica dalle 9 alle 19. Web: www.lineadombra.it

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A Vicenza La mostra “Andrea Palladio. Il mistero del volto”, in programma presso il Museo Palladio, cerca di individuare le fattezze del più celebre architetto del Rinascimento, mettendo a confronto 11 ritratti dell’epoca. Web: www.palladiomuseum.org

News Dal mondo

Viaggi di carta In the court of the Crimson King Il decennio tra il 1965, anno di Rubber Soul dei Beatles, e il 1975, anno di Wish you were here dei Pink Floyd, fu senza dubbio il periodo di massima creatività, forse l’ultimo, della società occidentale. Musica, lettere, arte e cinema si unirono per creare qualcosa di unico e di irripetibile. Tra i molti contributi, uno si affacciò nel mercato mondiale con una strana immagine. Un album, In the court of Crimson King, di un gruppo appena sorto, i King Crimson, dall’inquietante copertina che riproduceva una sorta di mostro che ricordava il celebre “Urlo” di Munch. Del resto non poteva essere diversamente se si leggono i testi delle canzoni, opera del poeta Peter Sinfield: cupo esistenzialismo, disperazione, protesta pacifista, paura del futuro, fuga nel mondo fiabesco del mito costituiscono le tematiche essenziali dell’album. Una simile situazione si avverte anche negli stili musicali che spaziano dal rock al jazz, dalla psichedelia al folk. Si rende perciò utile una guida, come quella proposta in queste pagine, che delucidi ogni aspetto, musicale, testuale, aneddotico e biografico di un autentico capolavoro. Alessandro Staiti, In the court of the Crimson King, Arcana 2016, 16,50 euro Addio a tutto questo La casa editrice Adelphi ripropone un testo pubblicato nel 1929, un decennio circa dopo il termine della Prima Guerra Mondiale. L’autore, un inglese cresciuto nei migliori ambienti della società, si trovò a partecipare al grande conflitto nelle trincee francesi finché, gravemente ferito, tornò in patria per una lunga ospedalizzazione. La crudele esperienza, il triste dopoguerra, l’ipocrisia di una società per nulla resa migliore dalla grande catastrofe, il difficile

reinserimento civile e le ristrettezza finanziarie lo costrinsero ad abbandonare l’Inghilterra. Trovò infine conforto nella poesia e nella mitologia, quasi che il destino degli esseri umani potesse essere riassunto nella parola della lirica. Addio a tutto questo, oltre a essere una delle migliori testimonianze reducistiche, è anche un’amara e sensibile testimonianza della precarietà del mondo e dei valori della vita civile destinati a scomparire al primo impulso irrazionale, in questo caso la guerra. Robert Graves, Addio a tutto questo, Adelphi 2016, 20 euro Milano verso il futuro Milano è l’unica città d’Europa che non sia sorta a lato di un fiume, bensì come sede urbana nel mezzo di una delle pianure più fertili d’Italia. Molto probabilmente ciò ha condizionato da sempre la sua natura commerciale, d’incontro di persone provenienti da ogni luogo. Ma Milano è stata anche capitale per un breve periodo della storia dell’impero romano. E di seguito capitale di un comune medievale tra i più importanti e luogo di comando delle dinastie dei Visconti e degli Sforza. Anche sotto il dominio straniero, soprattutto quello austriaco e francese, è sempre stata un luogo vivace di economia e di cultura. In virtù della sua lunghissima storia, la città conserva tesori d’arte d’inestimabile valore, racchiusi nel pur tumultuoso sviluppo urbanistico. Li illustra questo testo, corredato da un ricco apparato fotografico, sottolineando il valore di una metropoli che non ha ancora ricevuto la qualifica di città d’arte soprattutto alla luce delle recentissime e futuristiche costruzioni come il Bosco Verticale di Porta Nuova e il Grattacielo Storto della ex-Fiera. Alessandra Novellone - Stefano Zuffi, Milano verso il futuro, Sassi editore 2015, 29 euro (anche in edizione inglese, Looking towards the future)

Spedizione Posta Target - Magazine

Registrazione Tribunale di Milano n° 624 del 22/09/2000 Direttore Responsabile Alberto Vita Collaboratori Claudio Agostoni, Alberto De Antoni, Antonio Del Piano, Arianna De Nittis, Massimiliano Sarti, Simona Silvestri Impaginazione Gianluca Ubezzi Impaginazione Numeri e Statistiche Raffaella Valsecchi Stampa Prontostampa Srl, Verdellino di Zingonia (BG) Distribuzione in Italia Prontostampa Srl, Verdellino di Zingonia (BG)

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