Mission 3 - 2017

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ANNO XVIII NUMERO 3 • MAGGIO 2017

Ad alta quota

Il crepuscolo di Alitalia, mentre le altre volano

Mercato alberghiero

Uniti si vince Destinazioni

Catalogna: economia, arte e buona cucina



1 Sommario 3 2017.qxp_Layout 1 10/05/17 13:06 Pagina 1

Sommario Maggio

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RUBRICHE

02 AD ALTA QUOTA

NEWS

04 AD ALTA QUOTA

20 VOLI IN PILLOLE 26 HÔTELLERIE 41 IL MERCATO 43 SCHEDE SULLE TECNOLOGIE DA STACCARE E CONSERVARE 47 DAL MONDO

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Disastro all’italiana Alitalia: cosa ne pensano le Tmc

06 EVENTI

Il punto sul business travel al CTF 2017

09 AD ALTA QUOTA

Il sogno americano diventa low cost

12 PLAYER DI MERCATO

Puntiamo sull’invisible payment

14 MERCATO ALBERGHIERO

Uniti si vince

22 PROFESSIONE BUYER

I viaggi secondo Solvay

27 CAMERA CON VISTA

Hilton Molino Stucky, lusso e atmosfera d’epoca sulla laguna

28 DESTINAZIONI

Economia, arte e buona cucina

32 PROFESSIONE VIAGGIATORE

170 aerei all’anno

34 AD ALTA QUOTA

Usa a portata di volo

38 TERMINAL

L’aeroporto di Bari è sempre più smart

24 AD ALTA QUOTA

Air France-Klm, grande rientro su Malpensa

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Ad alta quota Alitalia

Disastro all’italiana

Come è noto, Alitalia è in amministrazione straordinaria dopo che i dipendenti hanno votato no al referendum sul nuovo piano industriale. E intanto si moltiplicano le ipotesi sui possibili acquirenti, da Lufthansa a Air France-Klm, British Airways-Iberia o, addirittura, le Fs o alcune low cost di Alberto Vita

Rivendita degli asset? Per Alitalia non abbondano le richieste di acquisto, anche perché a tutte le compagnie interessate converrebbe far fallire il vettore per poi rilevare gli asset più interessanti.

e non fossero coinvolti tanti lavoratori con le loro famiglie, anche dell’indotto (50mila in totale), e un’azienda importante per il tessuto turistico ed economico italiano, l’affaire Alitalia, o forse sarebbe meglio dire il disastro Alitalia, potrebbe diventare facilmente uno di quei reality dove far intervenire il Cannavacciuolo della situazione per mettere a posto le cose. Situazione, disperata secondo molti, che si sono trovati ad affrontare i tre commissari designati dallo Stato dopo la richiesta di amministrazione straordinaria da parte dei vertici del vettore, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Una mossa resasi necessaria dopo l’All-In dei dipendenti Alita-

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In questa pagina, alcuni aeromobili di Alitalia e una delle pagine che in passato la stampa ha dedicato alla crisi del vettore, un tormentone che ricorre ormai da trent’anni nel trasporto aereo nazionale.

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lia, che hanno votato “no” al referendum sul nuovo piano industriale “lacrime e sangue” della compagnia, andando così a smentire gli stessi propri sindacati, puntando all’ennesimo intervento statale. L’iter per trovare un compratore è partito, grazie anche al fatto che lo Stato ha messo sul piatto 600 milioni di euro a un fantasmagorico tasso del 9,75% al momento di andare in stampa (Euribor più 1.000 punti base) che, probabilmente, non verrà mai rimborsato come quello del 2008 da 300 milioni, che servono a far andare avanti la macchina e cercare di non peggiorare ulteriormente il cash flow. Ma ovviamente, e malgrado le promozioni che fioccano in questi giorni, le prenotazioni per gli aeromobili con il tricolore sulla coda certo non abbondano e, anzi, già qualcuno ha richiesto il cambio di vettore per il proprio viaggio oppure il rimborso del biglietto. Così come non abbondano le richieste di acquisto, anche perché a tutte le com-

pagnie interessate converrebbe far fallire il vettore per poi rilevare gli asset più interessanti. Anche se, a detta di diversi analisti, questi ultimi non sono molti: la flotta di proprietà ha un valore a bilancio di soli 173,493 milioni di euro, poco più di metà del valore di un aereo nuovo di lungo raggio. Alitalia inoltre non ha più slot “vendibili”, oltre a quelli già ceduti, con polemiche, a Etihad su Londra Heathrow, con marchi e licenze, partecipazioni e brevetti per un valore di poco più di 200 milioni. Dov’è quindi l’interesse? Certamente nel mercato dell’aviazione civile in Italia, al terzo posto con la Francia in Europa, dietro ai big di Germania e Gran Bretagna, con tante esigenze, anche e soprattutto da parte delle aziende e delle Pmi in particolare, di volare sul lungo raggio alla continua ricerca di nuovi mercati di sbocco per le proprie merci o per consolidare mercati importanti come, ad esempio, quello cinese o quello coreano. Tra le possibili acquirenti spiccano Lufthansa, la più indicata a rilevare almeno una parte dell’Alitalia di oggi (e con vasta esperienza di ac-


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Ad alta quota Alitalia

E cosa accadrà ai soci Millemiglia? E ora cosa faranno i tanti viaggiatori d’affari che hanno nel portafoglio la tessera Millemiglia, o tutti coloro che hanno una carta di credito brandizzata Alitalia, tra cui quella di uno dei maggiori azionisti della compagnia, ovvero Intesa Sanpaolo, che ha già annunciato il recesso dal contratto relativo alla carta con effetto dal 30 settembre 2017 e la cessazione dell’accumulo automatico di miglia dal 1° luglio? Millemiglia è uno dei pochi asset funzionanti del vettore, tanto che nel 2015 Etihad sborsò circa 112,5 milioni di euro per rilevare il 75% di Alitalia Loyalty, l’azienda che si occupa della gestione del programma Fpp di Alitalia. Ora però è a rischio se la compagnia dovesse chiudere prima della scadenza del programma previsto al 31 dicembre 2017. Quindi meglio utilizzare i punti quanto prima, magari con un vettore all’interno dell’alleanza Skyteam (di cui Alitalia fa parte) in base all’articolo 4 del regolamento, anche se è possibile che il programma possa essere acquisito insieme al vettore, o a parte di esso, entrando così a far parte di un nuovo frequent flyer program e portandosi in dote le miglia accumulate.

quisizioni di grandi vettori come Swiss o Brussels Airlines) ed Air France-Klm (sarebbe un ritorno, questo). Ma si ipotizza anche, con una mano a sorpresa, l’arrivo di British Airways-Iberia o addirittura, malgrado le smentite, l’entrata in campo delle Fs o una manovra delle no frills. Treni e low cost che sono anche quelli che hanno fatto “fallire” i business plan del passato, fo-

calizzati sul breve e medio raggio e sulla Roma-Milano in particolare, cannibalizzata dalle nuove modalità di viaggio. Conti sempre più in basso Per evitare il terzo crash dal 2008 i tre “moschettieri”, in attesa di un D’Artagnan alla Cannavacciuolo, hanno subito iniziato a lavorare sui conti, sempre più in basso, visto

che dopo le perdite di 500 milioni nel 2016, Alitalia ne ha persi altri 200 solo nel primo trimestre del 2017, con già 128 milioni di euro dei 600 arrivati, serviti a garanzia Iata per il Bsp. Insomma, bisogna augurarsi una nuova Alitalia alla Aer Lingus, ovvero una compagnia con due terzi di ricavi rispetto ad Alitalia, ma con meno del 50% della domanda e con un 2016 in profitto per 233 milioni di euro grazie ai voli di lungo raggio sul Nord America anche con gli A320Neo, o la sua completa cancellazione come avvenne, senza grossi traumi, con Malev in Ungheria e la stessa Swissair in Svizzera? Naturalmente non c’è una risposta sicura, ma la sola sicurezza è che tanti, se non tutti, quelli che hanno votato “no” al referendum dello scorso 20-24 aprile perderanno il lavoro. Punto. l

200 milioni di euro Sono le perdite di Alitalia solo nel primo trimestre del 2017.


Caso Alitalia: Ad alta quota Alitalia

cosa ne pensano le Tmc

È legittima la preoccupazione delle travel management company, che generano il maggior numero di vendite per la compagnia aerea e che rischiano di veder svanire la commissione dell’1% sui biglietti prenotati. Manca però una posizione comune di tutti gli attori coinvolti di Alberto Vita

Simone Frigerio, Frigerio Viaggi: «Per affrontare l’impatto della situazione Alitalia sul nostro settore sarebbe più adeguata una gestione a livello di categoria».

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a preoccupazione per i lavoratori di Alitalia la si vede e la si legge dappertutto, così come per i possessori di biglietti del vettore (e dei soci Millemiglia), ma molto poco si sa di chi Alitalia l’ha supportata per anni, vendendo i suoi biglietti e servizi, ovvero il mondo delle Tmc e della distribuzione. Ad esempio, non tutti sanno che sono il gruppo Uvet e le altre Tmc a produrre il maggior numero di vendite per la compagnia. Malgrado ciò, manca la coesione per rapportarsi unitariamente con il vettore in momenti di difficoltà come questo: «Non c’è una posizione comune, il che è un male atavico del nostro settore, e anche per questo ne paghiamo le conseguenze» commenta Davide Rosi (foto a destra), ceo & general manager di BCD Travel, che vede nero sul futuro di Alitalia: «È un film già visto, e non si è imparato nulla dal passato. Ancora non si riesce a quantificare quale sarà l’impatto sulla distribuzione. Naturalmente tutti speriamo che il commissariamento porti a una continuità dell’attività e che il business vada avanti, ma credo che questa volta sarà tutto molto più difficile. E quindi ci toccherà mettere a bilancio 2016 per le fatture di incentivazione già emesse crediti non privilegiati, mentre per i quattro mesi di lavoro del 2017 praticamente abbiamo lavorato gratuitamente». La distribuzione infatti guadagna la commissione d’uso che è dell’1% lordo, ovvero circa lo 0,54 netto, più delle over. Che naturalmente non verranno mai considerate crediti privile-

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giati dai Commissari. «Nel 2008, ad esempio, i distributori non hanno preso una lira» rincara la dose Rosi, che “attacca” la posizione dominante da parte delle compagnie, «con Iata e Bsp, attraverso le quali si vendono i biglietti, pagando però una fidejussione per garantire le compagnie, sottostando a rigide procedure operative e finanziarie e a contratti di incentivazione basati sugli obiettivi di crescita delle compagnie stesse e non sulle strategie commerciali della distribuzione, ottenendo un compenso figurativo che in molti casi non copre neppure i costi della fidejussione». Una posizione che, seppur con toni meno “vigorosi”, esprime anche Simone Frigerio, sales & marketing director di Frigerio Viaggi: «Per affrontare l’impatto della situazione di Alitalia sul nostro settore sarebbe più adeguata una gestione a livello di categoria. Inoltre, il pagamento bimestrale delle commissioni attraverso il Bsp porterebbe a un maggiore sostegno del vettore da parte del mercato» spiega Frigerio che, da parte sua, sottolinea che «noi, malgrado le rassicurazioni del vettore circa l’operatività, stiamo monitorando con estrema attenzione le prenotazioni. L’obiettivo è duplice: limitare eventuali problematiche gestionali con le aziende clienti ed evitare ipotetiche revocatorie. Una cautela necessaria, considerando che con il precedente commissariamento ci fu la revoca delle commissioni d’agenzia, risolta solo nel 2016 attraverso diversi ricorsi». E sulle aziende clienti commenta che le «ri-

chieste di ri-protezione arrivano soprattutto da coloro che hanno una programmazione per l’autunno-inverno. Per le partenze sotto data e per quelle previste per i prossimi mesi ci chiedono rassicurazioni sull’operatività e indicazioni sull’evoluzione del vettore». Cosa che fa ovviamente anche Bcd Travel:

«Nei confronti delle aziende clienti non facciamo altro che rafforzare la nostra posizione di consulenza, ma poi decidono loro. Naturalmente diamo i giusti suggerimenti caso per caso. Inevitabili infatti diverse richieste di cambio biglietto» spiega Rosi. Una preoccupazione che è certamente più forte per il post commissariamento: «Siamo preoccupati per la stagione invernale e solo se tutelati potremo confermare gli acquisti» commenta Nardo Filippetti, presidente Astoi, anche di fronte alle tante rotte leisure lanciate dal vettore, non ultima quella sulle Maldive, beffardamente in orario per ottobre. Agenzie che Ivano Zilio, presidente di Primarete Network e consigliere nazionale F.t.o, Federazione Turismo Organizzato, vuole difendere anche in Rete lanciando l’hashtag #alitaliaabbiamogiadato. l


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Il punto sul business travel

al CTF 2017 Eventi HRS

Il Corporate Travel Forum organizzato da HRS, quest’anno con la media partnership di Mission, ha fatto il punto sulle principali tendenze in atto nel settore alberghiero e dei viaggi d’affari. Tanti gli spunti di riflessione emersi durante l’incontro e le testimonianze di travel manager ed esperti

di Arianna De Nittis

Come si negozia con gli hotel In che modo i travel manager negoziano le tariffe alberghiere della propria azienda? Il 41,4% degli intervistati a livello globale dichiara di negoziarle direttamente attraverso un processo interno tradizionale, il 23,4% con e-tool aziendali, il 30,6% tramite outsourcing parziale e solo il 4,6% dichiara di negoziare le tariffe tramite outsourcing totale. (Fonte: diciottofebbraio per HRS)

Sopra, un momento dell’intervento di Alan Friedman. Sotto Marco D’Ilario, managing director di HRS Italy e Middle East.

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l 28 marzo, presso la sede di Palazzo Parigi a Milano, HRS Global Hotel Solutions ha proposto il suo ormai consueto Corporate Travel Forum, evento dedicato ai viaggi d’affari che il provider di soluzioni per l’hôtellerie organizza in contemporanea non soltanto in Italia, ma anche a Londra, Berlino, Parigi, Varsavia, Shanghai e San Paolo. Un’occasione importante per fare il punto sulle principali tendenze nel mondo del business travel, di cui Mission non poteva non essere media partner. L’intento di proporre una visione di ampio respiro di questo settore è stata subito evidente nel primo intervento della giornata, affidato al celebre economista Alan Friedman e dal titolo “Come cambiano gli scenari economici e sociali nel mondo e come impattano sul business travel”. «Stiamo andando verso un mondo tripolare in cui l’America perderà il suo ruolo di leader, che passerà alla Cina e alla Russia» ha dichiarato Friedman. In particolare «tra 10-15 anni la Cina sarà la prima economia mondiale». Nel frattempo, Wall Street si interroga su quali saranno le prossime mosse del neopresidente degli Usa, Donald Trump, e in particolare su come saprà gestire il rapporto con Vladimir Putin, fondamentale per la stabilità geopolitica. E il nostro Paese? Friedman non prevede una rapida ripresa: «L’Italia galleggerà con una crescita del Pil di circa un punto percentuale. La crescita è insufficiente a ridurre il debito pubblico, che come sappiamo ha rag-

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giunto la cifra record di 2230 miliardi». Soluzioni integrate per gestire il travel Anche Marco D’Ilario, managing director di HRS Italy e Middle East, ha spiegato quali sono – e saranno sempre di più nel futuro – le esigenze delle imprese in tema di travel. «Oggi i buyer sanno esattamente cosa vogliono: soluzioni end-to-end perfettamente integrate e customer friendly, full content, risparmi, duty of care verso i viaggiatori» ha dichiarato il manager. I player del mercato, però, non sembrano rispondere sempre in maniera adeguata a queste necessità. «Tra aziende e fornitori – ha aggiunto infatti D’Ilario – c’è una sorta di asimmetria, perché questi ultimi cercano di aumentare i margini

di guadagno e di ridurre il costo di acquisizione dei clienti spingendo sulla disintermediazione con strumenti quali il pricing dinamico, l’incentivazione delle prenotazioni dirette, i programmi fedeltà che offrono vantaggi per fidelizzare la clientela». Tra l’altro, il settore aereo e quello alberghiero hanno caratteristiche e


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Eventi HRS

strategie differenti: «L’industria del trasporto aereo è un mercato molto concentrato, con 750 vettori, di cui 250 generano il 95% delle prenotazioni a livello globale» ha spiegato D’Ilario, che ha aggiunto: «Al contrario, il settore alberghiero conta circa 450mila hotel nel mondo, di cui ben 340mila sono hotel indipendenti. Un’elevata frammentazione che rappresenta un vantaggio per i buyer aziendali in fase di negoziazione». Il mercato alberghiero cerca di riappropriarsi del potere negoziale attraverso le acquisizioni e i merger. «Sono un esempio di questa strategia l’acquisto di Starwood da parte di Marriott o di Carlson Hotel da parte di Hna. Ma questa mossa al momento non è efficace perché a consolidarsi sono solo i grandi gruppi internazionali, che pesano appena per il 3% sul totale del mercato alberghiero mondiale. Non esiste quindi un player dominante. Il risultato? I vettori offrono alle aziende tariffe dinamiche che consentono sconti, in media, del 7-9%, mentre le aziende negoziano con gli albergatori tariffe fisse con risparmi che, nel caso degli alberghi indipendenti, si aggirano intorno al 20-35%». In più, la catena distributiva nel trasporto aereo è semplice ed efficiente, mentre quella alberghiera può contare fino a cinque passaggi per la presenza di numerosi attori, tecnologici e non (Pms, Crs, Gds, Tmc ecc.). Il tutto aggravato dal fatto che i Gds, sul fronte alberghiero, sono in ritardo nella visualizzazione di full content. In che direzione andrà dunque il settore alberghiero nei prossimi dieci anni? «Proseguirà la tendenza al consolidamento, con un aumento delle average rate» ha affermato Marco D’Ilario. «Sul fronte aziendale, inoltre, sarà sempre più diffuso l’outsourcing dell’hotel procurement. Le multinazionali delegheranno la gestione degli hotel program a player globali in grado di offrire soluzioni e processi integra-

Tobias Ragge: cresciamo sempre più, anche in Italia In occasione del lancio del servizio di Conichi in Italia, noi di Mission abbiamo avuto l’opportunità di avere una intervista esclusiva con il Ceo di HRS, Tobias Ragge che, in pochi minuti, ci ha tratteggiato le attività odierne e future della sua società di famiglia. Come si sta sviluppando HRS e quanto conta per voi il mercato italiano? «Partendo dalla madrepatria Germania, ci siamo sviluppati in tutta Europa, in particolare in Francia, Gran Bretagna, Polonia ed Europa dell’Est. Ma siamo anche in Cina, Giappone India e Australia con le nuove acquisizioni così come in Brasile, America Latina e Stati Uniti. Siamo un player globale che continua a crescere. E lo fa anche in Italia, mercato per noi molto interessante, un’opportunità perché molto frammentato ma anche con molta voglia di crescere e aperto alle nuove tecnologie». Insomma un mercato pronto a ricevere le molte novità che state testando in Germania? «In Germania con Conichi, ma in tutti i nostri mercati con altri prodotti. Ad esempio, vista la struttura del mercato italiano molto importante è la nostra capacità di fare consulenza e outsourcing. Sia per i clienti che, naturalmente, per gli hotel. Prima lo si poteva fare solo per le grandi aziende, invece ora per tutti grazie ai nostri sistemi. Portiamo le strutture sul web senza penalizzare i clienti con alcuna fee. Forniamo una soluzione end-to-end, dal sourcing, alla prenotazione, all’analisi dei dati, e per questo vogliamo creare una esperienza olistica ai viaggiatori, soprattutto quelli d’affari, senza perdite di tempo e complessità gestionali. Prima si parlava solo di saving, ora non più. Ecco il perché di Conichi ad esempio, e del nostro impegno sui Big data». Dal momento che lavorate in diversi mercati, quali sono le maggiori differenze che riscontrate con quello italiano? «Direi innanzitutto la capacità di procurement, che in Germania, ma anche in Gran Bretagna, è molto più avanzata. E poi i pagamenti, spesso fatti ancora personalmente alla fine del soggiorno. Ma il mercato italiano sta recependo le novità bene e piuttosto velocemente». Ma chi sono i vostri clienti? «In Germania il 50% delle aziende presenti al Dax 30, l’indice borsistico di Francoforte, sono nostri clienti e vorremmo succedesse in tutti i mercati, con le aziende principali ad affidarsi a noi, come sta avvenendo in Italia, con buona parte delle aziende del MIB 30». Quindi come sono i vostri rapporti con le Tmc? «Ci sono due tipi di Tmc sul mercato: quelle globali che fanno più o meno quello che vogliamo fare noi, soprattutto perché l’air fa meno margini, e quindi sono sempre più interessate al mondo alberghiero. Alcune di queste sono nostri competitor. Con altre, invece, più locali, lavoriamo come partner con i quali condividiamo i guadagni in un classico win win». Chiudiamo con il Mice. Perché vi siete affacciati su questo settore con Meetago? «È un settore importante per i nostri hotel partner che nessuno ha consolidato. Con Meetago diamo uno strumento facile e veloce per organizzare al meglio gli incontri aziendali, facilitando i pagamenti, ma anche l’esperienza dei gruppi. Che sarà ancora più interessante con Conichi». Alberto Vita ti: sourcing, auditing delle tariffe, ricerca e prenotazione delle camere, soluzioni di pagamento». Tra dieci anni si diffonderà l’outsourcing E proprio all’outsourcing, e alla crescente importanza che questa

tendenza rivestirà nel mercato del business travel, è stata dedicato uno studio condotto dalla società di consulenza diciottofebbraio per conto di HRS sul tema “Outsourcing del processo di travel: come evolvono le competenze dei travel manager”. La ricerca si suddivideva in due 2017 maggio |

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Eventi HRS

L’identikit del Tm Secondo i travel manager, nel prossimo futuro le competenze più importanti per il loro ruolo dovranno essere mentalità innovativa, esperienza nella gestione dei cambiamenti e conoscenza della tecnologia legata al travel.

A destra, David Jarach, presidente di diciottofebbraio. Sotto, una tavola rotonda nel corso del Corporate Travel Forum 2017.

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parti: una qualitativa con interviste ai Cpo (Chief Procurement Officer) e una quantitativa su travel manager con una seniority elevata (oltre 45 anni), appartenenti ad aziende di medio-grandi dimensioni e con un volume di spese di viaggio che, nel 60,7% dei casi, superava il milione di dollari all’anno. L’obiettivo era misurare il grado di diffusione dell’outsourcing aziendale nella gestione dell’hôtellerie, nonché le skill odierne e future dei travel manager. Il compito di illustrare i dati è stato affidato a David Jarach, presidente di diciottofebbraio, che ha commentato: «I nostri intervistati si sono espressi a favore dell’outsourcing, che genera benefici e risparmi per l’azienda, a patto ovviamente di trovare il giusto partner». Dallo studio emerge, in prima battuta, come siano differenti i punti di vista dei Cpo rispetto ai travel manager. Se infatti i primi ritengono che la conoscenza della travel industry e il coordinamento delle funzioni aziendali seguite da skill operativi siano le competenze principali che dovrebbero avere oggi i travel manager, quest’ultimi sono convinti che le loro skill fondamentali siano la capacità di problem solving, seguita dal coordinamento delle differenti azioni aziendali e la conoscenza tecnologica del travel.

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poco rilevanti con solo il 7,4% che dichiara di cercare soluzioni per migliorare la soddisfazione del personale in viaggio.

La ricerca ha inoltre indagato su quelle che dovrebbero essere le competenze dei travel manager in futuro e si conferma la stessa discrepanza tra i due gruppi intervistati: i Cpo prevedono che entro il 2020 i travel manager dovranno principalmente gestire il coordinamento interfunzionale, migliorare le conoscenze tecnologiche e le abilità di data analytics. Mentre i travel manager credono che nel prossimo futuro le competenze più importanti per il loro ruolo dovranno essere: mentalità innovativa, esperienza nella gestione dei cambiamenti e conoscenza della tecnologia travel. Inoltre lo studio evidenzia che il travel manager è oggi percepito come ruolo di elevata responsabilità decisionale, a cui è affidato un ampio compito di negoziazione con i fornitori rispetto al passato. Alla domanda posta ai travel manager su come impiegano il proprio tempo all’interno dell’azienda, la maggior parte afferma, infatti, che il focus è sulla negoziazione e sul transaction management: il 14,1% afferma di cercare risparmi diretti negoziando con i fornitori, il 10,4% gestendo i rapporti con i fornitori, il 9,9% semplificando i processi interni. Le attività quotidiane impattano quindi di più di quelle manageriali innovative – il 9,3% dedica il suo tempo alla ricerca di soluzioni innovative per il programma di viaggio – mentre il duty of care e la soddisfazione del viaggiatore risultano

Tra dubbi e aspettative Ma in che modo i travel manager negoziano le tariffe alberghiere della propria azienda? Il 41,4% degli intervistati dichiara di negoziarle direttamente attraverso un processo interno tradizionale, il 23,4% con etool aziendali (58,3% in Italia, l’utilizzo di supporto informatico è doppio rispetto al resto del mondo), il 30,6% tramite outsourcing parziale e solo il 4,6% dichiara di negoziare le tariffe tramite outsourcing totale. Più in generale nel business travel il 52,5% dei responsabili viaggi dichiara di non utilizzare ancora l’outsourcing, dato che sale vertiginosamente se estrapoliamo solo i dati italiani con la percentuale che sale all’85,7%. I principali ostacoli al suo utilizzo sono i timori legati al costo dell’outsourcing (17,1%), alla perdita di controllo sul processo (13,2%) – dato che per i travel manager italiani arriva al 22,5% – seguito dalla mancanza di un chiaro ritorno sull’investimento (12,5%) e dalla mancanza di tempo/personale (11,8%). La scarsa esternalizzazione è inoltre da imputare alla presenza di differenti stakeholder coinvolti nel processo decisionale: Purchasing 35,2%, General Management 23,6%, HR 16,4%, Finance al 13,9% e IT 7,9%. Tra le principali aspettative legate all’outsourcing dell’hotel management spicca la riduzione dei costi diretti, seguita dall’offerta di una selezione di hotel mirata, dall’assistenza nelle negoziazioni per la tariffa alberghiera e un aumento della soddisfazione del viaggiatore. Non trascurabili sono anche i fattori legati alla semplificazione del processo interno, l’aumento della conoscenza del mercato alberghiero con i dati di benchmark e la garanzia di una maggiore disponibilità. l


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Il sogno americano diventa low cost

Ad alta quota Vettori a basso costo

Il 2017 è l’anno dell’avvio su larga scala di collegamenti aerei a basso prezzo su rotte transatlantiche, in partenza da vari Paesi europei. La partita è aperta, mentre si schiudono prospettive anche per l’Italia. Intanto Ryanair stringe accordi per cominciare a operare come compagnia di feederaggio a partita sulle rotte aeree low cost a lungo raggio è appena iniziata. Ma sono in arrivo sorprese e novità soprattutto per i consumatori, che potranno volare da una parte all’altra dell’Atlantico spendendo poche centinaia (o in certi casi anche poche decine) di euro. A circa 20 anni di distanza dalla liberalizzazione dei voli che ha portato alla nascita di Ryanair, easyJet e diversi altri vettori europei, ecco che si affacciano compagnie che spesso hanno alle spalle anni di esperienza sui collegamenti long haul e altre volte possono contare sul know how di aziende solide come gli ex vettori “di bandiera”. Ciascuna con un modello di business molto chiaro, orientato a fare utili e a garantire servizi regolari a tariffe convenienti, sul modello dell’americana Southwest Airlines, antesignana delle low cost e sul mercato da 1971. Se fu Ryanair a cambiare il mercato nel 1997, oggi è Norwegian a rappresentare una pietra miliare nei trasporti aerei Europa-Usa: pur presente sui collegamenti transatlantici già dal 2013 (con tariffe più alte), si appresta ora ad aprire 10 rotte dagli scali di Edimburgo, Belfast, Cork, Shannon e Dublino per città del nord-est situate tra New York e Boston. Tutto esaurito per il primo volo, previsto per le ore 17.40 del 17 giugno, quando un Boeing 737 da 189 posti decollerà dalla metropoli scozzese alla volta di Hartford, nel Connecticut. Le altre rotte prevedono l’atterraggio a Newburgh, a

di Andrea Barbieri Carones

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Nuovi attori no frills

poco meno di 2 ore d’auto dal centro di Manhattan, e a Providence, città del Rhode Island a 1 ora a sud di Boston. I prezzi? Se si prenota con largo anticipo, si può spendere circa 250 euro per un volo di andata e ritorno. Anche se per le tariffe più basse (le “low fare”) sono previsti extra legati alla spedizione del bagaglio e ai pranzi a bordo (che vanno prenotati con 72 ore di anticipo sulla partenza), il prezzo piace tanto ai consumatori che hanno già prenotato in massa. Ma piace meno alle autorità statunitensi e ai piloti in particolare, che in una lettera a Donald Trump hanno lamentato che i nuovi voli «danneggeranno i vettori americani e faranno perdere molti posti di lavoro». Pronta la risposta del Ceo Bjorn Kjos, che in un’intervista a un quotidiano britannico ha sottolineato come

l’azienda «abbia assunto decine di cittadini statunitensi, addirittura più di quanti ne abbia assunti con passaporti europei». Compagnie di “bandiera” alla riscossa Sull’onda di quanto si appresta a fare la compagnia scandinava, anche Iag – il gruppo aeronautico guidato da British Airways e Iberia – ha lanciato Level, vettore low cost destinato proprio a coprire rotte tra i due lati dell’Atlantico. Anche in questo caso, giugno sarà il mese del lancio, quando il primo giorno del mese un Airbus A330 da 314 posti (di cui 21 in business) decollerà da Barcellona diretto a Los Angeles, con operazioni ripetute 2 volte alla settimana. Seguiranno poi collegamenti trisettimanali per la baia di San Francisco (aeroporto di Oa-

Il mercato dei vettori low cost oggi vede l’ingresso di compagnie che spesso hanno alle spalle anni di esperienza sui collegamenti long haul e altre volte possono contare sul know how di aziende solide come gli ex vettori “di bandiera”.

Sopra un aeromobile di Norwegian, la prima low cost ad aver operato voli di lungo raggio.

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Ad alta quota Vettori a basso costo

Alexander de Juniac, Ceo Iata: «Il low cost a lungo raggio? Avrà successo»

Scenari futuri Entro i prossimi 20-30 anni la crescita del trasporto aereo internazionale riguarderà sia le compagnie “tradizionali”, che ruotano intorno agli hub, sia le low cost “point to point”, che sceglieranno invece città secondarie per risparmiare sulle tasse aeroportuali e per ridurre al minimo la concorrenza.

kland), bisettimanali per la città dominicana di Punta Cana e trisettimanali per Buenos Aires. Da low cost i prezzi dei biglietti: acquistabili sul portale flylevel.com, partono da 99 euro a tratta. Ma mentre tutto è pronto per il decollo del primo aeromobile Level – su cui inizialmente volerà personale Iberia – e mentre le prime 24 ore di apertura del sito hanno fatto registrare 52mila prenotazioni, già si pensa ad aprire nuove basi in Europa. La filosofia del servizio è quella delle low cost che già oggi – a livello europeo – detengono il 49,5% del mercato dei voli: servizi gratuiti ridotti all’osso, con la possibilità a bordo di acquistare il menu di servizio (gratis per chi vola nella business, qui chiamata “premium economy”) e di navigare in Internet a 8,99 euro. «Level è il quinto brand del gruppo Iag, insieme ad Aer Lingus, British Airways, Iberia e Vueling. Ed è soprattutto quest’ultimo vettore quello che effettuerà azioni di feederaggio

Sopra, un aereo della compagnia Aer Lingus. A sinistra, la livrea degli aeromobili di Level. La nuova compagnia low cost del gruppo Iag.

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«Nell’industria del trasporto aereo c’è una convinzione generale secondo cui le low cost a lungo raggio avranno successo. E il mercato si svilupperà sempre più visto che ormai i viaggiatori vogliono spendere poco quando viaggiano». A dirlo è Alexander de Juniac, ex amministratore delegato del gruppo Air France - Klm e ora numero uno della Iata, l’organizzazione internazionale che sovrintende al trasporto aereo. Le dichiarazioni sono state fatte a margine della World Cargo Conference di Abu Dhabi. «Ci sono in giro diversi vettori che si stanno preparando alla concorrenza sulle rotte transatlantiche attraverso due strategie: semplicemente riducendo i costi e le tariffe o addirittura creando una propria sussidiaria che svolga questo compito. I vettori come Norwegian, poi, sfruttano i bassissimi consumi del nuovo Boeing 787 per risparmiare carburante e denaro sui voli a lungo raggio. In aggiunta, la capacità di commercializzare i propri biglietti attraverso le ultime tecnologie assicura alti coefficienti di riempimento». De Juniac ha poi guardato ai prossimi 2 o 3 decenni, prevedendo che la crescita del trasporto aereo internazionale riempirà sia i velivoli delle compagnie “tradizionali”, che ruotano intorno agli hub, sia quelli delle low cost “point to point”, che sceglieranno invece città secondarie per risparmiare sulle tasse aeroportuali e per ridurre al minimo la concorrenza. «A proposito di concorrenza: ho già preso contatti con il neoministro dei Trasporti statunitense, Elaine Chao, cui ho ribadito l’importanza della libera circolazione dei passeggeri, senza restrizioni commerciali di sorta». su Barcellona, portando i passeggeri che poi proseguiranno con Level» ha detto Wille Walsh, amministratore delegato del gruppo Iag. Anche i rivali Lufthansa ed Air France-Klm non stanno a guardare. Con Eurowings, infatti, la compagnia tedesca è parte della partita con collegamenti low cost tra Europa e Nord America. A partire dal 17 luglio, il vettore volerà con uno dei 6

Airbus A330 in partenza dallo scalo di Colonia/Bonn per Orlando e Seattle negli Usa, per Montego Bay in Giamaica, per Città del Capo in Sudafrica e per Windhoek in Namibia, che si aggiungeranno a quelli per Las Vegas e Miami già operativi dal 2016 e altre destinazioni leisure. Le tariffe: in linea con quelle dei concorrenti, con la filosofia che servizi come la scelta del posto o il checkin del bagaglio, vengono considerati extra solo per le tariffe più basse. Ancora allo stato embrionale è invece il progetto di Air France, che sta già studiando come e dove far volare Boost, il suo vettore simile a una low cost (ma con livelli di servizio simili ad Air France) destinato al lungo raggio, con rotte e tariffe ancora top secret. Questa nuova compagnia sarà la risposta del Gruppo alle compagnie del Golfo, che si sviluppano a basso costo su


5 Low cost e lungo raggio.qxp_Layout 1 10/05/17 13:18 Pagina 11

Ad alta quota Vettori a basso costo

mercati chiave in cui Air France vuole continuare a crescere. Boost si focalizzerà sui mercati ipercompetitivi e permetterà al gruppo di portare avanti la propria offensiva, operando nuove tratte, riaprendo rotte che erano state chiuse poiché poco redditizie e conservando quelle a rischio. Entro il 2020, potrà contare su 10 aeromobili per il lungo raggio. Chi invece sul mercato del long haul è presente già da tempo è Aer Lingus, un tempo compagnia di bandiera irlandese e dal 2002 vettore più snello assimilabile alle low cost. I prezzi dei biglietti parlano da soli: volando a New York via Dublino partendo da Milano, Venezia, Roma e Napoli si spendono da 219 euro per una tratta. E poco di più si spende per le altre quattro destinazioni, che sono Boston, Chicago, Miami e Toronto. Con il vantaggio di poter effettuare i controlli dell’immigrazione americana già prima dell’imbarco a Dublino. Pasti e bevande? Compresi nel prezzo finale. E dal 1° settembre, Aer Lingus volerà anche a Miami a 329 euro a tratta. E un accordo di partnership di lunga data con la low cost made in Usa Jet Blue permette di volare in connessione anche negli States a tariffe per tutte le tasche. In Europa, invece, il management del vettore sta verificando con Ryanair la possibilità di un accordo simile a quello d’Oltreoceano, in modo da creare un vero network low cost che si potrebbe definire globale.

Apripista

Anche il vettore low cost europeo per eccellenza è entrato nella “partita” del lungo raggio non con voli transatlantici, ma con accordi con altre compagnie, anche in ottica di business travel. A iniziare da Norwegian, con cui ha siglato un accordo di feederaggio dei voli in partenza da Barcellona. In futuro tale apporto di passeggeri potrebbe concretizzarsi anche su Cork, Londra Gatwick e Roma, qualora il vettore scandinavo aprisse (come sembra) una rotta lungo raggio proprio da Fiumicino. Della partita “low cost, long haul” è anche il vettore islandese Wow air, che il 13 luglio apre il volo Reykjavik-Chicago, con tariffa base da 99 dollari a tratta. Con ulteriori 50 euro (come minimo), i passeggeri potranno proseguire (o arrivare da) altre 23 città europee tra cui Milano Malpensa. La metropoli dell’Illinois sarà la decima città americana a essere raggiunta, dopo Newark

(nel New Jersey, a pochi chilometri da Manhattan), Los Angeles, Miami, Baltimore, Boston, San Francisco, Pittsburgh, Toronto e Montreal. Mentre per il bagaglio a mano non ci sono extra da pagare – purché rientri in certi limiti di peso e di dimensione pubblicati sul sito – la compagnia chiede un sovrapprezzo pagabile sia online sia al check-in se si imbarca una valigia o se si vuole avere un sedile più spazioso. A pagamento anche i pasti di bordo. Le ore di volo per gli States sono le più basse del vecchio continente: da Reykjavik a Newark bastano 6 ore. Non solo America Il 2017 sarà anche l’anno del lancio delle compagnie low cost a lungo raggio da e per l’Asia: dal 20 giugno prossimo, infatti, i nuovi Boeing 787 di Scoot collegheranno 4 volte la settimana Singapore e Atene con tariffe a partire da 180 euro a tratta in classe economica e 590 in business. «Continuiamo a valutare nuovi collegamenti sia sul lungo sia sul corto raggio» dice una nota della compagnia asiatica controllata da Singapore Airlines, nata nel 2011 e fino a oggi attiva con voli a basso prezzo verso Australia e verso l’Oriente, in collaborazione con altri 7 vettori dell’alleanza Value Airlines. Anche in questo caso, le tariffe base non comprendono i pasti a bordo né la spedizione del bagaglio nella stiva dell’aereo. Tali servizi possono essere acquistati a parte. l

Se fu Ryanair a cambiare il mercato nel 1997, oggi è Norwegian a rappresentare una pietra miliare nei trasporti aerei Europa-Usa: propone i collegamenti transatlantici già dal 2013.

Sopra Skúli Mogensen, ceo di Wow Air. Sotto, un aereo di Ryanair: la compagnia sta siglando accordi di feederaggio con altri vettori.

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Puntiamo sull’invisible payment Player di mercato Carte di credito

AirPlus sta lavorando per integrare le spese di viaggio, sia prima sia durante la trasferta, in un unico processo. Un obiettivo raggiunto con nuove soluzioni, come AirPlus Connect, ma anche AirPlus dine+go, e nuove partnership con diverse realtà del settore, tra cui Zucchetti

di Alberto Vita

+12,4% L’incremento registrato dalla sede italiana di AirPlus nel 2016 rispetto al 2015.

Sopra e nella pagina a fianco Patrick Diemer, managing director di Lufthansa AirPlus. Qui a fianco Diane Laschet, amministratore delegato di AirPlus Italia.

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irPlus, società che dei pagamenti, con o senza carte di credito, ha fatto la sua ragione di business, soprattutto nel mondo corporate, predice un futuro senza carte di pagamento, spingendo sull’invisible payment con tutte le spese di viaggio integrate in un solo processo. E integrazione è appunto la parola d’ordine della società tedesca che, dopo aver integrato tutto quello che sta a monte del viaggio, ovvero le prenotazioni di biglietti aerei (anche direttamente tramite Outlook), ferroviari (con il link diretto a Deutsche Bahn), l’autonoleggio (ad esempio con la centralizzazione delle fatture con Avis), i pernottamenti (tra cui anche quelli con Airbnb e con le società di sharing economy), e durante il viaggio (ad esempio i taxi per alcuni Paesi, come la Francia con

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Snapcar), punta all’integrazione “invisibile” di tutte le spese di viaggio con il sistema di gestione spese AirPlus Connect, ma anche con AirPlus dine+go, per il corporate parking e i ristoranti: «il tutto perché puntiamo a non avere più carte di plastica e a ridurre al minimo i passaggi gestionali» commenta il managing director di Lufthansa AirPlus, Patrick Diemer. «Il mondo è cambiato e noi, cambiando con lui, vorremmo continuare a crescere a doppia cifra come è successo negli ultimi sette anni, a parte il 2008. Per farlo puntiamo su un business totalmente integrato, anticipando così i veloci cambiamenti, anche nell’invisible payment». A parlare è l’amministratore delegato di AirPlus Italia Diane Laschet. La sede italiana di AirPlus ha chiuso il 2016 con un incremen-

to del 12,4% sul 2015 e un bell’equilibrio di volumi (50 e 50%) tra le transazioni corporate e quelle generate dalle adv. Le spese dedicate all’air sono in calo di un punto percentuale, ma ancora preponderanti (64%), mentre quelle non air raggiungono il 34%. «Sull’air notiamo un calo delle tariffe dello 0,4%. Si tratta di un decremento comunque più modesto rispetto al crollo del 2015, quando fu del meno 2,1%. Continua la crescita delle prenotazioni delle compagnie low cost, ma in modo ancora molto lento (dal 5,5% del totale del 2014 al 6,6% del 2016)» dice Laschet. I voli domestici, che rappresentano il 44,7% del totale, scendono di 1,4 punti percentuali, quasi come quelli continentali, che raggiungono il 38,9% e calano dell’1,3%. Rimangono invece stabili i voli intercontinentali, che pesano per il 16,4% sul totale nell’AirPlus Travel Index 2016.


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Player di mercato Carte di credito

Vento in poppa Il managing director di Lufthansa AirPlus, Patrick Diemer, annuncia i buoni risultati del 2016: «Siamo cresciuti dell’1,7%, con profitti in crescita del 46% a 76 milioni di euro contro i 52 dello scorso anno. Un risultato legato anche a operazioni straordinarie come la vendita, per 1,8 miliardi di dollari, di Visa Europe, di cui facevamo parte, a Visa International». Altri dati interessanti sono la crescita dei clienti (49mila contro i 46.500 dello scorso anno), le transazioni a più 8%, ma anche un meno 8% di corporate card e le tariffe aeree in calo del 6%, fino a raggiungere una media di 494 euro. «Bene anche il primo trimestre a più 7%, con un più 9% di Company Account, in un anno in cui lanciamo l’ufficio di Hong Kong, e promuoviamo lo sviluppo in Asia e nella sussidiaria in Brasile». adv, e, novità di oggi, abbiamo integrato il Company Account in ZTravel, sistema di note spese. Un’altra partnership in corso è con Trenitalia, con cui faremo un’integrazione totale entro l’anno» spiega la manager di AirPlus Italia, che presenta anche la consueta survey sul mondo bt, realizzata interpellan-

Partnership strategiche Lato non air, invece, la gestione «è ben più faticosa, ed è per questo che stiamo lavorando su diverse partnership, perché non è più tempo di stare da soli. Lo abbiamo fatto con Zucchetti, con cui abbiamo integrato il nostro Travel agency account con eAgency, utilizzata dalle

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Continua la flessione dei prezzi medi dei biglietti

prezzo biglietto

tasse sui biglietti

–2,1% –0,4% 572 E 560 E 558 E

–2,2% –0,8% 181 E 177 E 163 E

prezzo biglietto

tasse sui biglietti

앬 앬

+

1%

252 E

Nazionale

1%

2014 2015 2016

1.426 E

5,4%

385 E

Europeo

Intercontinentale

AirPlus Business Travel Index 2016

Voli in calo, stabili gli intercontinentali • Transazioni di viaggio 2016

1,3%

Continentali 38,9%

stabili

Intercontinentali 16,4%

AirPlus Business Travel Index 2016

1,4% Domestici 44,7%

do ben mille travel manager internazionali e, per la prima volta, duemila viaggiatori in 24 Paesi, tra cui un centinaio per segmento anche in Italia: «Dallo studio emerge che i contanti vengono ancora utilizzati in tutta Europa, così come i bonifici. Mentre è interessante notare come sul mobile le prenotazioni vengano fatte soprattutto dai cinesi, che rappresentano il 91% del totale, dagli indiani (75%) e dai brasiliani (65%), con una media Ue del 28% e mondiale del 44%, percentuale simile a quella italiana». Insomma, la crescita è importante, ma il lavoro da fare, anche dal punto di vista educativo, è ancora tanto. Ed AirPlus è pronta a svolgerlo, sottolineando come i principali benefici del virtual payment, secondo le stesse aziende, siano la facilità d’uso (indicata dal 64% degli italiani, contro una media europea del 51%), la sicurezza (al 71% in Italia e al 49% in Europa) e il controllo su ogni carta (per ben l’86% degli interpellati in Italia, contro il 53% in Europa). Percentuali che si notano anche nei criteri con cui le aziende scelgono i nuovi sistemi di pagamento: innanzitutto la sicurezza (per il 68% degli interpellati in Italia e per il 47% in Europa), ma anche la sicurezza dei dati, non tanto in Italia, ferma al 15%, quanto in Europa (34%), il feed automatizzato nei sistemi amministrativi e l’accettazione negli esercizi, rispettivamente al 26 e al 29% in Italia e al 30 e al 28% in Europa. l

Crescita lenta per le low cost Nel 2016 le prenotazioni di voli low cost da parte delle aziende hanno raggiunto il 6,6% del totale, contro il 5,5% del 2015. Fonte AirPlus

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Uniti si vince

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Mercato alberghiero Consolidamento

Probabilmente è questo ciò che pensano i grandi gruppi alberghieri alle prese con acquisizioni, fusioni e partnership per consolidare la propria leadership ed essere piÚ competivi di Massimiliano Sarti

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Mercato alberghiero Consolidamento

avvento del colosso «Marrwood», AccorHotels che spinge sul lusso e apre agli appartamenti in affitto, i capitali cinesi sempre più presenti nelle grandi compagnie dell’ospitalità occidentale... E, nel nostro piccolo, Atahotels che acquisisce Una, mentre Starhotels amplia il proprio portafoglio con quattro 5 stelle già Royal Demeure. Il panorama dell’offerta alberghiera di oggi non è più quello dei nostri padri. Ma neppure quello dei nostri fratelli più grandi, data la velocità con cui le cose sono cambiate nell’ultimo biennio. Acquisizioni, fusioni e partnership di varia natura si sono succedute senza soluzione di continuità, contribuendo a mutare notevolmente lo scenario dell’ospitalità con cui travel manager e viaggiatori d’affari si devono confrontare. Tanti, come sempre in questi casi, i motivi di una simile effervescenza. Su tutti, c’è sicuramente la salute del comparto dei viaggi, che continua a crescere a livello globale e incentiva le major dell’hôtellerie a schiacciare il piede sull’acceleratore degli investimenti per approfittare del momento e consolidare la propria posizione di leadership. Da un’altra parte, la pressione delle grandi agenzie online, rafforzata dall’emergente competitività degli operatori della “sharing economy” (in primis Airbnb), spinge le realtà dell’ospitalità a cercare quella massa critica necessaria a difendersi dalla concorrenza dei cosiddetti “disruptor” e persino a diversificare la propria offerta, in modo da venire incontro alle nuove esigenze di una domanda in costante evoluzione.

L’

30 mesi di rivoluzione Ma cosa è successo esattamente negli ultimi due anni e mezzo a livello internazionale? Andiamo con ordine. Se prendiamo in considerazione i deal principali, l’inizio della rivoluzione può essere fissato a ottobre 2014, quando AccorHotels acquista il 35% di Mama Shelter, brand

lifestyle nella definizione del cui concept c’è pure lo zampino del designer di fama mondiale Philippe Starck. Un mese più tardi, il gruppo cinese Jin Jiang (che vanta anche una partecipazione non marginale nella stessa Accor) annuncia di aver siglato un accordo da più di 1,35 miliardi di dollari per l’acquisizione della compagnia transalpina Louvre Hotels (oltre 1.100 alberghi nel mondo e vari brand all’attivo, tra cui Campanile, Tulip Inn, Golden Tulip e Royal Tulip). A gennaio 2015 è quindi il turno di InterContinental, che mette le mani, per 430 milioni di dollari, sulla catena a stelle e strisce Kimpton Hotels & Restaurants (più di 60 alberghi negli Usa e ora anche in Europa). Contemporaneamente Marriott comincia a scaldare i motori e acquista la compagnia canadese Delta Hotels & Resorts (una quarantina di strutture e più di 10mila camere nel Nord America), per circa 127,5 milioni di dollari. Passa appena un altro mese ed è questa volta Wyndham Hotel Group a investire 57 milioni di dollari per assicurarsi il controllo della catena Usa Dolce Hotels (una ventina di strutture congressuali tra Europa e Nord America), mentre a giugno 2015, la compagnia iberica Barceló acquista Occidental Hotels & Resorts: brand che all’epoca del deal aveva un portafoglio concentrato soprattutto nei Caraibi e che oggi è presente anche nel Vecchio continente con una cinquantina di strutture complessive, tra cui un albergo a Roma. Arriva poi l’autunno, e a settembre 2015 si chiude la prima mega-fusione del periodo: protagonisti ancora i cinesi di Jin Jiang, che ottengono l’81% di un altro operatore dell’ex Celeste impero, Plateno Hotels Group, e danno così vita alla quinta compagnia globale per numero di camere disponibili. Trascorrono 60 giorni e a novembre arriva l’annuncio di quello che al momento è il merger del secolo: Marriott mette

Strategie cinesi A settembre 2015 i cinesi di Jin Jiang ottengono l’81% di un altro operatore dell’ex Celeste impero, Plateno Hotels Group, e danno così vita alla quinta compagnia globale per numero di camere disponibili.

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Mercato alberghiero Consolidamento

L’offerta di brand in Italia Piano, piano, senza particolari scossoni, ma i brand stanno conquistando anche un mercato tradizionalmente poco incline alle affiliazioni come quello tricolore. Elaborato dalla società di consulenza Horwath Htl, l’ultimo rapporto sulle catene alberghiere in Italia parla chiaro: lo scorso anno, il numero degli hotel brandizzati presenti nella Penisola è cresciuto di poco, passando dalle 1.360 strutture del 2015 alle 1.401 registrate a fine 2016. Per contro, decisamente più sensibile è stato l’incremento dell’offerta di camere, salita di 6.500 unità fino a toccare quota 155mila. Quest’ultimo dato non può stupire più di tanto, se è vero che gli alberghi affiliati ai marchi hanno normalmente una dimensione (111 stanze) nettamente superiore alla media degli hotel italiani (33 camere). Alla luce di tali evoluzioni, la penetrazione delle strutture di catena nel mercato della Penisola si ferma oggi al 4,2% degli alberghi attivi nel Paese, ma arriva al 14,2% in termini di camere complessive. L’importanza dei marchi cresce insomma anche alle nostre latitudini. Un rapido confronto con gli altri Paesi europei consente tuttavia di comprendere meglio il quadro dell’ospitalità di brand italiana, relativizzandone in parte la portata: in Spagna, per esempio, la quota di hotel di catena sul totale delle strutture operative raggiunge il 28%, in Francia il 20,8% e nel Regno Unito il 15,7%. Scorporando le cifre, si scopre poi che i brand italiani interessano circa il 61% del totale delle strutture di catena della Penisola. Esiste inoltre un 5% di proprietà dotate di marchio internazionale, che in realtà sono operate da compagnie tricolori cosiddette “white label”. Con questo termine, che in inglese vuol significativamente dire “etichetta bianca”, si indicano le società di management alberghiero che si appoggiano a brand esterni per la commercializzazione delle strutture a loro affidate dai proprietari-investitori. La distribuzione dei brand in termini di segmenti di mercato non è infine cambiata troppo negli ultimi cinque anni, con la maggior parte delle catene che continua a concentrarsi sui 4 stelle. Nel comparto upscale sono infatti oggi attivi in Italia ben 162 marchi, contro gli 84 del midscale e i 75 del lusso. Nella parte più alta del mercato, tuttavia, va segnalato che un albergo su due è ormai di catena. Davvero pochi, per contro, i brand presenti nei segmenti budget ed economy, in cui attualmente operano appena 15 hotel affiliati a dieci catene differenti. Per quanto riguarda il futuro, Horwath Htl ritiene che i brand continueranno la propria crescita anche nei prossimi anni, sebbene a ritmi pur sempre non elevatissimi, ma con un probabile maggior focus sul segmento economy ancora poco presidiato. A fine 2016 gli uffici Horwath Htl registravano qualcosa come 49 nuovi progetti di catena in Italia, per un totale di 7.400 camere in costruzione nei successivi 24 mesi. Tra le destinazioni più interessate agli sviluppi, Roma (1.239 camere), Venezia (1.112) e Milano (707). Ma anche la Sicilia, dove si attende l’apertura di ben 800 stanze brandizzate.

Grandi merger Con oltre 1,1 milioni di camere, la compagnia nata dal merger tra Marriott e Starwood è oggi il più grande gruppo alberghiero al mondo.

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sul piatto 12,2 miliardi di dollari per accaparrarsi Starwood. Sembra praticamente fatta, quando sulla scena irrompe un altro operatore cinese, Anbang Group, proveniente dal mondo delle assicurazioni, che prova a mettere i bastoni tra le ruote alla compagnia Usa, alzando sensibilmente la posta. Segue una breve battaglia di rilanci, fino alla vittoria finale di Marriott, che però è costretta a salire sopra i 13 miliardi di dollari. L’ufficializzazione del deal arriva quasi un anno dopo: con oltre

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1,1 milioni di camere, nasce in questo modo quella che ad oggi è la più vasta compagnia alberghiera al mondo. Quasi in risposta alla mossa di Marriott, a dicembre 2015 giunge un’altra news di portata globale per il mercato dell’ospitalità: AccorHotels dichiara di aver raggiunto un’intesa per l’acquisizione della compagnia alberghiera specializzata nel segmento lusso Frhi Hotels & Resorts, meglio nota al grande pubblico grazie ai suoi marchi Fair-

mont, Raffles e Swissôtel. L’affare si conclude a luglio dell’anno successivo, per un valore complessivo di 2,9 miliardi di dollari, e segna il deciso rafforzamento dell’offerta del gruppo transalpino nella fascia più alta del mercato. Gli sviluppi più recenti Ma non è ancora finita, perché ad aprile 2016 tornano protagonisti i cinesi: il gruppo Hna, già titolare tra le altre cose della quota di maggioranza di Nh Hotels nonché di una dozzina di linee aeree, annuncia la firma di un accordo per l’acquisto degli hotel americani di Carlson Hospitality Group. Nel deal è compreso anche il 51,3% delle quote della controllata europea Rezidor (insieme gestiscono oltre 1.100 alberghi nel mondo, con brand quali Radisson, Radisson Blu, Radisson Red, Quorvus Collection, Park Plaza e altri). L’affare si chiude, per la parte relativa a Carlson, a dicembre dello scorso anno, ma rimane in sospeso la questione Rezidor. Quest’ultima è infatti quotata alla borsa di Stoccolma, le cui norme impongono a Hna di lanciare un’offerta pubblica di acquisto sulle restanti azioni della compagnia. Cosa che il gruppo orientale procede immediatamente a fare, ricevendo tuttavia un’accoglienza tiepida da parte del


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Mercato alberghiero Consolidamento

consiglio di amministrazione Rezidor che, lo scorso febbraio, raccomanda agli azionisti di non accettare la proposta. Nonostante ciò, Hna vede salire, seppur di poco, la propria quota di controllo. Il processo, nel momento in cui scriviamo, è ancora in corso. Sempre Hna a ottobre dello scorso anno entra poi nel capitale di Hilton, acquisendo dal fondo di private equity Blackstone il 25% delle quote, per un totale di circa 6,5 miliardi di dollari. Diviene in questo modo il primo azionista del gruppo americano. E le compagnie italiane? Nella nostra Penisola le operazioni di un certo rilievo sono due, ed entrambe si chiudono nei primi mesi del 2017: a gennaio, si finalizza il merger tra Atahotels e Una, dopo un’estenuante trattativa con le banche creditrici del gruppo fiorentino durata quasi due anni. D’altronde, «ci siamo dovuti sedere a un tavolo insieme a ben 17 istituti differenti», ha recentemente rivelato Gianluca Santi, direttore generale immobili e società diversificate di Unipol Gruppo Finanziario: la holding che controlla Atahotels dal 2012, quando ne venne in possesso a seguito dell’acquisizione di Fondiaria Sai. A febbraio è invece il turno di un’altra compagnia fiorentina, che questa volta però veste i panni del compratore: Starhotels infatti perfeziona definitivamente l’accordo per i quattro 5 stelle italiani già parte del portafoglio Royal Demeure: il romano Hotel d’Inghilterra, il fiorentino Helvetia & Bristol, il senese Grand Hotel Continental e il vicentino Hotel Villa Michelangelo. Il valore della transazione, racconta il Sole 24 Ore, si fissa a quota 167,5 milioni di euro. Ma Starhotels investe ulteriori 30 milioni di euro per il rinnovamento di due delle strutture appena acquisite: l’Elvetia & Bristol e l’Hotel d’Inghilterra, di cui proprio pochi giorni fa arriva la notizia della conclusione dei lavori dedicati al restyling di una cinquantina di camere.

Per il resto, con l’eccezione di Hyatt, che a inizio 2017 chiude un accordo da 215 milioni di dollari per il controllo di Miraval Group, piccolo ma ben affermato brand benessere a stelle e strisce, negli ultimi mesi la compagnia più effervescente è sicuramente Accor. Il gruppo transalpino acquista infatti in rapida successione il 30% del brand lifestyle tedesco 25hours per 34,7 milioni di euro. Il mese successivo, a novembre, investe 16 milioni di euro per il 5% di Banyan Tree: una collezione di resort di lusso asiatici a vocazione wellness. A marzo di quest’anno sigla poi una joint venture con i turchi di Rixos Hotels, arricchendo il proprio portafoglio di una quindicina di resort upscale in Europa, Asia e Africa. Le mosse del gruppo non si limitano però al tradizionale perimetro alberghiero. Già nel primo semestre 2016, Accor entra nel capitale di due operatori specializzati nell’affitto di appartamenti con servizi alberghieri: ottiene così il controllo del 30% dell’argentina Oasis Collection (circa 1.500 unità abitative in 18 differenti destinazioni latinoamericane, Usa ed europee) e del

49% di Squarebreak, che commercializza soggiorni in proprietà upscale situate in vari resort concentrati specialmente in Francia, Spagna e Marocco. Ma soprattutto la compagnia transalpina acquisisce per 148 milioni di euro Onefinestay: azienda britannica specializzata nell’affitto di case private di lusso, con un portafoglio di 2.600 abitazioni in città come Londra, New York, Parigi, Los Angeles e Roma. Più recentemente, il gruppo francese si assicura quindi la società di servizi di conciergerie, John Paul, e la maison del catering di prima fascia Potel et Chabot, mentre mette nel mirino un altro protagonista degli affitti di lusso come Travel Keys. Infine è di pochi giorni fa l’annuncio delle ultime due mosse: gli acquisti del sito di flash sales VeryChic e della compagnia IT Availpro, specializzata nell’offerta di servizi digitali per hotel indipendenti (6.500 i suoi clienti). Quest’ultima mossa, in particolare, va a potenziare le opportunità apertesi con l’incorporazione di Facebooking di aprile 2015. Già oggi, peraltro, il gruppo offre il proprio supporto IT a più di 4mila alberghi

AccorHotels Grazie all’acquisto di Frhi Hotels & Resorts, con i suoi marchi Fairmont, Raffles e Swissôtel, il gruppo francese rafforza sensibilmente la propria offerta nella fascia più alta del mercato.

Sopra il Milan Marriott Hotel. La catena ha acquisito il gruppo Starwood. Nella pagina a fianco, l’ingresso del Sofitel Rome Villa Borghese, uno degli hotel italiani del gruppo Accor.

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Mercato alberghiero Consolidamento

Tab. 1: I due anni che sconvolsero il mercato alberghiero: come è cambiata la top 10 delle compagnie dell’ospitalità mondiale tra il 2015 e il 2016* Top 10 2016

Camere 2016

Top 10 2015

Camere 2015

Marriott Hilton InterContinental Wyndham Jin Jiang AccorHotels Choice Home Inns Best Western Huazhu**

1.108.852 751.350 744.368 678.042 572.340 554.517 507.483 321.802 311.870 278.843

InterContinental Hilton Marriott Wyndham Choice AccorHotels Starwood Best Western Home Inns Jin Jiang

710.295 708.268 701.899 660.826 504.808 482.296 346.599 302.144 296.075 241.910

*Fonte: Mkg Group **Huazhu e AccorHotels hanno finalizzato un’alleanza strategica a inizio 2016. Il gruppo francese detiene ora il 10,8% del capitale della compagnia dell’ex Celeste impero, che a sua volta partecipa al 29,3% nella piattaforma operativa Accor dedicata ai segmenti lusso e upscale del mercato cinese

In Italia Unipol chiude finalmente il merger tra la propria controllata Atahotels e il gruppo Una, mentre Starhotels acquisisce quattro 5 stelle già Royal Demeure.

Sopra, Renzo Iorio, ceo Italia, Grecia, Israele e Malta del gruppo Accor. Sotto, lo Starhotels Helvetia & Bristol di Firenze, già parte del portafoglio Royal Demeure.

in tutto il globo, mentre sono oltre 2mila le strutture non brandizzate incluse nel market-place AccorHotels.com. Il nuovo contesto di mercato tra sfide e opportunità A fronte di evoluzioni tanto numerose e ravvicinate è oggi difficile capire quale sarà il prossimo futuro dell’offerta alberghiera globale. La prima domanda riguarda soprattutto il come e il quando le compagnie più attive sul mercato riusciranno a

completare i vari processi di integrazione con le numerose realtà entrate nel proprio perimetro. Vengono per esempio in mente i 30 brand del colosso «Marrwood». Troppi per evitare sovrapposizioni di prodotto, ha dichiarato più di un commentatore. Nel frattempo, però, la compagnia a stelle e strisce ha già cominciato a mostrare i muscoli: in occasione di un recente investor day, la chief commercial officer del gruppo, Stephanie Linnartz, ha infatti sottolineato come le nuove di-

Tab. 2: La top 10 dei gruppi alberghieri presenti in Italia nel 2016 per numero di camere* Gruppi

Hotel

Camere

Best Western Accor Marriott International Nh Hotels Atahotels - Una Valtur Ihg Hilton Iti Hotels Starhotels

164 77 46 52 43 15 31 19 31 24

12.458 10.015 8.890 7.992 5.467 4.990 4.911 4.399 3.824 3.671

*Fonte: Horwath Htl (ai fini di questa indagine sono state incluse, e considerate quali catene, tutte le compagnie con un portafoglio minimo di cinque hotel nel mondo, di cui almeno uno in Italia. Non sono invece compresi nella ricerca i cosiddetti soft brand)

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mensioni raggiunte da Marriott gli permetteranno di far sentire presto tutto il proprio peso globale nelle trattative con le agenzie online. Per quanto riguarda Accor, «l’integrazione con il gruppo Fairmont Raffles è stata completata anche sotto il profilo operativo», rivela il ceo Italia, Grecia, Israele e Malta, Renzo Iorio. «La fusione delle squadre è avvenuta con successo. Le sinergie sono già in atto, in termini sia di potenzialità di crescita, sia di trasferimento di competenze e vantaggi competitivi a tutta la nostra rete di alberghi uplevel». Ben chiare appaiono pure le prospettive che le nuove acquisizioni aprono al mercato corporate della compagnia: «La nostra visione strategica è centrata sull’intero arco di bisogni del viaggiatore, non tanto quindi su una mera crescita dimensionale alla ricerca di economie di scala», riprende Iorio. «Per noi questa è la chiave del successo, in un’industria dei viaggi in costante evoluzione, a tratti anche distruttiva (il termine si


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Mercato alberghiero Consolidamento

rifà chiaramente ai cosiddetti “disruptor” della sharing economy, ndr). L’essere un gruppo multi-prodotto, che include anche un’offerta di appartamenti di lusso e di servizi al viaggiatore, e da poco persino il nuovo marchio lifestyle economy Jo&Joe, ci permette di aspirare legittimamente a diventare un punto di riferimento chiave per i turisti. E ciò a prescindere dalla motivazione alla base dei loro spostamenti». Certo, con la concentrazione dell’offerta non sono solo le agenzie online a doversi preoccupare del potere negoziale dei nuovi colossi dell’ospitalità. Pure i travel manager avranno un bel po’ da faticare, fa notare il presidente di Confindustria Alberghi, Giorgio Palmucci: «Ciò detto, è indubitabile che il consolidamento in corso apporti anche numerosi vantaggi. In primis, la possibilità di interfacciarsi con un unico interlocutore per un’ampia serie di esigenze, che vanno ormai oltre la già amplissima offerta di camere in tutto il mondo. Senza dimenticare, per di più, il moltiplicarsi delle opportunità di accumulo punti inclusi in programmi fedeltà sempre più ricchi e pervasivi». Ma in generale, sostiene Palmucci, l’evoluzione del mercato attuale è un segnale estremamente positivo per l’intero comparto, perché testimonia dell’interesse crescente che operatori, istituzioni e investitori

Marchi internazionali

Tab. 3: I gruppi alberghieri a più elevato tasso di sviluppo nella Penisola nel periodo 2013-2016* Gruppi

Incremento dell’offerta di hotel

Aumento dell’offerta di camere

B&b Hotels Rimini Residence Valtur Uappala Hotels Meditur

10 9 8 7 6

1.001 292 3.080 1.011 388

*Fonte: Horwath Htl - Differenza tra aperture e chiusure nel quadriennio analizzato (ai fini di questa indagine sono state incluse, e considerate quali catene, tutte le compagnie con un portafoglio minimo di cinque hotel nel mondo, di cui almeno uno in Italia. Non sono invece compresi nella ricerca i cosiddetti soft brand)

hanno nei confronti dell’ospitalità: «Sono anzi convinto che il trend sia destinato a proseguire. Magari d’ora in avanti riguarderà più le piccole e medie imprese, piuttosto che le grandi operazioni. In Italia, in particolare, mi fa ben sperare un’iniziativa come quella di Cassa depositi e prestiti». Il riferimento è al Fondo investimenti per il turismo. Recentemente istituito da Cdp, che l’ha dotato di un capitale iniziale di 100 milioni di euro, il Fit è in effetti pensato proprio per sostenere l’industria alberghiera nazionale, favorendo tra l’altro la separazione tra proprietà degli immobili e gestione operativa, in modo

da permettere in futuro la creazione di un gruppo tricolore di dimensioni rilevanti. Secondo quanto riporta Milano Finanza, il primo mattone di questo gruppo potrebbe essere composto da due villaggi a marchio TH Resort di Padova e tre strutture della Valtur per le quali Cdp ha avviato una procedura d’acquisto per un valore totale di 50 milioni di euro. In tale contesto, è altrettanto chiaro, tuttavia, che le realtà italiane dell’ospitalità dovranno davvero rimboccarsi le mani, se vorranno cercare di rimanere competitive: «È inammissibile che oggi esistano ancora degli hotel non in grado di garantire la copertura wi-fi in tutte le camere», conclude Palmucci. «Per vincere la competizione di player sempre più grandi e agguerriti, l’unica possibilità è quella di impegnarsi a comprendere quali siano le reali esigenze dei viaggiatori di oggi. Per poi costruire, sulla base di tale know-how, un prodotto più tailor made e flessibile possibile». l

Nella Penisola esiste un 5% di proprietà dotate di marchio internazionale, che in realtà sono operate da compagnie tricolori cosiddette «white label». Con questo termine, che in inglese vuol significativamente dire «etichetta bianca», si indicano le società di management alberghiero che si appoggiano a brand esterni per la commercializzazione delle strutture a loro affidate dai proprietariinvestitori. Fonte: Horwath Htl

In questa pagina Giorgio Palmucci, presidente di Confindustria Alberghi.

Tab. 4: L’evoluzione dell’offerta di ospitalità italiana per segmenti* 5 4 3 2 1

stelle - 5 stelle lusso stelle stelle stelle stella

Numero hotel 2015

Numero hotel 2005

Variazione 2015-2005

442 5.609 15.355 6.014 2.959

232 3.673 14.496 7.918 5.042

+90,5% +52,7% +5,9% -24% -41,3%

*Fonte: elaborazioni Federalberghi su dati Istat

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News Voli in pillole

NOTIZIE IN BREVE LH si accorda con Europcar Europcar ha siglato con Lufthansa un accordo in base al quale, al momento della prenotazione di un volo, i passeggeri del vettore tedesco avranno accesso alla fila prioritaria per il ritiro veloce di una vettura del rent-a-car nei principali aeroporti. In Germania, inoltre, i passeggeri hanno accesso al Fast Key access che consente di ritirare le chiavi della vettura in modalità “self service”, a Your Choice, il prodotto che consente di prenotare uno specifico modello auto e non una generica categoria di vetture, e infine ai parcheggi “vip” Europcar, nei quali si può ritirare la vettura con maggiore velocità. Un’ultima facilitazione è legata a una linea telefonica ed email dedicate per effettuare prenotazioni e ricevere assistenza. Europcar è attiva in 130 Paesi.

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EMIRATES RILANCIA IL ROMA-DUBAI Emirates rilancia sull’Italia con il ripristino, nell’orario estivo, del terzo volo giornaliero tra Roma e Dubai. Il collegamento è operato da un Boeing 777-300ER configurato in tre classi, con otto lussuose suite private in First Class, 42 flat bed seat in Business Class e 310 poltrone in Economy Class. Un rilancio che Fabio Lazzerini, general manager di Emirates in Italia, commenta così: «Con il ripristino del terzo volo giornaliero Roma-Dubai forniremo nuove opzioni di viaggio ai nostri clienti in Italia, che saranno in grado di volare verso l’hub di Emirates e poi collegarsi comodamente con molte destinazioni in Medio Oriente, Asia, Far East e Oceania. Il nuovo servizio con il Boeing 777-300ER si aggiunge a un collegamento giornaliero effettuato con lo stesso velivolo e ad un altro effettuato con un A380, offrendo un totale di 1.237 posti al giorno sulla tratta. Si tratta, ancora una volta, della conferma degli investimenti di Emirates nel mercato italiano». Il volo EK100 parte da Roma alle 11.30 e arriva a Dubai alle 19.20. Il volo di ritorno, l’EK99, decolla invece da Dubai alle 3.20 e atterra a Roma alle 7.25.

SERVIZI DALLO SCALO DI THIENE Gli imprenditori del Nord Est hanno ora un servizio interessante per volare in Europa decollando direttamente dell’aeroporto comunale Arturo Ferrarin di Thiene (Vicenza) a qualsiasi ora, sette giorni su sette. Si può raggiungere Vienna

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in un’ora, Francoforte in un’ora e un quarto e Bruxelles in un’ora e mezza volando con un Piper Meridian a sei posti. Il servizio, gestito da Alithiene, è stato presentato dal responsabile della società Giuseppe Turato assieme all’assessore del Comune di Thiene Giampi Michelusi e dal presidente dell’aeroporto Giovanni Gasparotto. Un esempio dei costi? A partire da 800 euro più la spesa per il parcheggio all’aeroporto di destinazione per un volo di 40 minuti (ad esempio su Monaco di Baviera) per quattro persone, servizio questo che si aggiunge al noleggio di un elicottero, già fattibile dallo scalo veneto. Il Meridian è un aeromobile moderno, a turbina a elica, pressurizzato, veloce e confortevole, e bastano tre minuti per l’imbarco. «Voleremo in aerovia, a ottomila metri, perché questo consente di contenere i costi» spiega invece Turato. Da una perdita di 133mila euro nel 2007, lo scalo di Thiene è passato a un utile di 68mila euro nel 2012 e di 90mila nell’ultimo bilancio, mentre il fatturato è salito da 605mila euro del 2012 ai 750mila del 2016. Ogni anno l’aeroporto effettua 23mila movimenti, più di 60 al giorno.

BA INVESTE NEL SERVIZIO British Airways ha annunciato un corposo piano di investimenti volti al miglioramento del servizio a terra e in volo, inclusa una spesa di circa 400 milioni di sterline per il rinnovo del servizio nelle cabine di Club World (la business class di lungo raggio). Alex Cruz, Ceo di British Airways, ha commentato: «Puntiamo molto sulla nostra cabina Club World:

per il momento ci stiamo focalizzando sul catering e sulla qualità del riposo, in futuro prevediamo di concentrarci su un nuovo modello di poltrona. Vogliamo inoltre fornire il miglior servizio di wi-fi dei cieli, nuove lounge e un accesso diretto ai controlli di sicurezza e agli spazi riservati ai nostri passeggeri di First, attraverso la nuova First Wing nell’aeroporto di Londra Heathrow. Infine, abbiamo deciso di allineare il servizio di tutte le nostre cabine business, introducendo la Club Europe sui nostri voli domestici». Inoltre partirà da giugno un nuovo servizio di catering nelle lounge business di Londra Heathrow, con un’incrementata qualità della proposta food e l’orario della colazione esteso fino alle 11, mentre le cabine di Club World vedranno i primi cambiamenti a settembre. Da una selezione accurata di pietanze freschissime potranno infatti scegliere i loro antipasti e dolci, serviti con una nuova mise-en-place. Questi cambiamenti saranno operativi dapprima sui voli tra Londra Heathrow e New York JFK, per poi essere implementati sul resto dei voli a lungo raggio nel corso del 2018. Tutti i cambiamenti nel servizio saranno applicati anche alle cabine Club Europe: nuove stoviglie, personale di bordo a disposizione per servire vino e champagne, nuovi menu studiati sulla base della durata e dell’orario del volo. I passeggeri di business e first class potranno godere di una nuova esperienza anche nelle lounge, a partire dal terminal Sud dell’aeroporto di Gatwick, all’interno del quale le lounge First e Club hanno ora il 40% dello spazio in più rispetto alle precedenti nel terminal Nord. Novità anche negli Usa: una nuova lounge è stata inaugurata


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News Voli in pillole

a Boston, mentre il Terminal 7 del JFK di New York vedrà una ristrutturazione completa del valore di 65 milioni di dollari nell’arco dei prossimi 2 anni. Ulteriori investimenti sono previsti a San Francisco, Johannesburg, Manchester, Chicago e nel T5 di Londra Heathrow. Da questo mese, inoltre, in tutte le cabine dei velivoli di lungo raggio verrà introdotta la connessione wi-fi 4G, con l’obiettivo di implementarla su tutta la flotta entro il 2019. Infine, BA ha inaugurato i suoi primi self-boarding gate per i voli domestici al T5 di Londra Heathrow. Gli accessi utilizzano il riconoscimento del volto per consentire ai passeggeri di scannerizzare le proprie carte di imbarco prima di procedere diretti verso l’aereo.

TURKISH AIRLINES RILANCIA IL NETWORK Dopo il mancato golpe dello scorso anno e i continui attentati terroristici che hanno flagellato il Paese, su Turkish Airlines non poteva pesare molto una decisione, come quella dell’Amministrazione Trump, di non imbarcare su alcuni voli, tra cui quelli di Turkish in partenza da Istanbul, i device portatili: «Siamo in pieno recupero da ottobre – commenta il vice president sales per il Sud Europa del vettore turco, Ömer Faruk Sönmez –. Sappiamo ora ancora meglio come comportarci in caso di crisi, e la decisione di Trump non ci ha danneggiato». Anche perché la compagnia ha reagito dando il wi-fi gratuito a bordo ai passeggeri a cui viene ritirato il device portatile. «Abbiamo lavorato per avere migliori connection, arrivando ad avere il 68/69% della clientela che va oltre il nostro hub di

NOTIZIE IN BREVE Condor Airlines: più voli per gli Usa

PIANO 2017-2018 PER RYANAIR Ryanair ha presentato i miglioramenti del piano 2017/18 relativo alla customer experience come parte del suo programma “Always Getting Better”. Le nuove iniziative per il prossimo anno includono: voli di collegamento – sul network di Ryanair e in seguito con altre compagnie aeree; più biglietti a tariffe ancora più basse; nuove basi (Francoforte sul Meno e Napoli) e programmazioni migliorate; miglioramento di profili, offerte e incentivi del servizio web My Ryanair; miglioramento del prodotto “Plus” (Regular, Plus, Flexi-Plus e Family Plus); Ryanair Holidays sviluppato in tutti i mercati (hotel a 3,4 e 5 stelle); più partner e più scelta nel servizio di prenotazione Ryanair Rooms; check-in automatico per entrambe le tratte prenotando i posti del volo di ritorno; prenotazione express con il salvataggio delle preferenze di viaggio; nuove funzioni di ricerca e contenuti per i siti L’Amazon dei Viaggi e Into the Blue. «Il successo del programma “Always Getting Better” ottenuto negli scorsi 3 anni si è riscontrato nell’incremento dei load factor e nel numero record di passeggeri, che ha visto il nostro traffico crescere più del 50%» ha commentato Kenny Jacobs, chief marketing officer di Ryanair (nella foto). «Espandendo il network delle rotte di Ryanair, i consumatori potranno prenotare voli di collegamento sul sito Ryanair.com, con un servizio di feederaggio con altre compagnie aeree che partirà nei prossimi mesi».

Istanbul, con il restante 30% sul nostro mercato domestico che è il sesto al mondo – sottolinea Sönmez –. Colleghiamo 298 destinazioni, il più grande network esistente basato sul nostro scalo di Istanbul dove presto apriremo un altro aeroporto, il più grande al mondo» commenta il manager turco, che afferma come «per la quinta libertà sull’Europa, o in un altro continente, ci potrebbe interessare, ma solo per arrivare in destinazioni non raggiungibili dal nostro hub». Hub che per l’estate tornerà ad essere collegato anche da Pisa, dopo lo stop del volo in inverno,

con Turkish Airlines che rilancia ritornando così a collegare 9 aeroporti italiani con Istanbul, con Roma e Milano le migliori, ma con ottimi risultati anche da Napoli e Catania, per passeggeri italiani che volano in tutto il mondo, dalla Thailandia alla Cina, dal Giappone allo stesso Dubai. Passeggeri tra cui c’è una forte percentuale di business traveller, «segmento che curiamo con persone ad hoc in ogni nostro ufficio e a cui offriamo flessibilità, maggiori bagagli, accesso alle lounge e un call center specializzato ora situato a Vilnius, ma ne faremo anche uno per il Sud Europa».

Condor Airlines, compagnia di linea parte del gruppo Cook, ha messo in atto importanti investimenti per incrementare i propri collegamenti verso gli Usa. Da Francoforte il primo maggio è partito un volo trisettimanale (lunedì, giovedì e sabato) per San Diego, a cui è seguito un collegamento bisettimanale per New Orleans. Il 23 giugno, inoltre, sarà inaugurato un volo per Pittsburgh, mentre saranno aggiunte due nuove frequenze per Las Vegas e Seattle da Monaco di Baviera. In totale il vettore arriverà a servire 11 destinazioni negli Stati Uniti.

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I viaggi secondo Solvay Professione buyer Nadia Schioppa

Ottimizzazione dei costi e sicurezza dei viaggiatori: sono queste le principali linee guida della travel policy del Gruppo, attivo in Italia sin dal 1912 con nove siti produttivi e una Direzione Nazionale a Bollate, nei pressi di Milano. Ce ne parla la Facility Operations Manager, Nadia Schioppa di Arianna De Nittis

n Solvay da ben 29 anni, Nadia Schioppa è Facility Operations Manager per il sito di Bollate, che è sede della Direzione Nazionale del Gruppo. In questo ruolo si occupa di Facility Management, ma anche di business travel e di fleet management. «Gestire anche il parco auto – commenta Nadia Schiop-

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pa – mi consente di avere una visione più completa della mobilità dei collaboratori di Solvay in Italia». Quali sono le sue funzioni come travel manager? «Faccio parte di un network internazionale che vede rappresentate tutte le aree geografiche in cui il Gruppo Solvay è presente. I nostri

Solvay in Italia Il Gruppo Solvay ha raggiunto 154 anni di storia industriale: è stato infatti fondato in Belgio da Ernest Solvay nel 1863. Oggi, con headquarters a Bruxelles, è attivo a livello internazionale nel settore chimico e delle materie plastiche ed è operativo con 140 siti in 58 Paesi, con una forza lavoro di circa 27mila unità. Nel 2016 ha realizzato un fatturato di 10,9 miliardi di euro. In Italia, il Gruppo ha celebrato 105 anni di attività (è presente infatti dal 1912). Oggi è uno dei più importanti gruppi chimici stranieri nel nostro Paese e opera con 9 stabilimenti a Bollate (Milano), Ospiate (Milano), Spinetta Marengo (Alessandria), Mondovì (Cuneo), Roccabianca (Parma), Porto Marghera (Venezia), Livorno, Massa, Rosignano Solvay (Livorno). La Direzione Nazionale è situata a Bollate, nei pressi di Milano, e vi lavorano 438 dipendenti. La forza lavoro italiana complessiva è di circa 2.000 unità. Le varie aziende in Italia hanno realizzato nel 2016 un fatturato di 1.350 milioni di euro. Nel 2011 il Gruppo Solvay ha costituito la Solvay Specialty Polymers, una Global Business Unit nata dalla fusione di quattro società operanti nel mercato internazionale delle materie plastiche, dei polimeri speciali e fluorurati, che è attiva a livello mondiale con 3.700 collaboratori in 18 siti produttivi e 10 centri ricerca, fra Stati Uniti, Europa e Asia. Nel 2016 ha realizzato un fatturato di 1,9 miliardi di euro. L’headquarters di questa realtà internazionale è collocato in Italia, a Bollate, dove è attivo un Centro Ricerca e Innovazione con 250 ricercatori impegnati a sviluppare nuovi materiali e prodotti per i settori hi-tech: elettronica, energie alternative, telecomunicazione, aeronautica, automobile, medicale, farmaceutica, estrazione petrolifera, membrane, imballaggi, semiconduttori, cavi e cablaggi, depurazione delle acque ecc. 22

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compiti sono molteplici: in primo luogo garantiamo a livello locale il rispetto della travel policy del Gruppo, analizziamo i dati della Business review allo scopo di individuare, suggerire e implementare opportunità di saving attraverso accordi con vettori, strutture alberghiere, società di autonoleggio, sia in forma diretta che tramite la Direzione Purchasing. Ci occupiamo della gestione delle anagrafiche dei viaggiatori e dei nostri ospiti, forniamo supporto nella fase di richiesta delle carte di credito corporate e teniamo i rapporti a livello locale con la nostra travel management company. Quali sono, in sintesi, le linee guida della vostra travel policy? «La nostra travel policy è globale e si prefigge l’obiettivo di preservare la sicurezza dei viaggiatori, ottimizzare i costi di viaggio e fornire linee guida comuni che regolino l’intero processo». Quali sono le destinazioni raggiunte più di frequente dai vostri viaggiatori? «Tra le mete nazionali spicca Roma, mentre Bruxelles e Parigi sono le principali destinazioni europee; Shanghai e Atlanta quelle intercontinentali». Come si svolge in Solvay l’organizzazione di una trasferta? «In linea di massima ogni viaggiatore si interfaccia direttamente con l’agenzia viaggi, sia in modalità online sia offline, finalizzando la prenotazione. Abbiamo implementato


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Professione buyer Nadia Schioppa

dei tool che automatizzano sia la fase di prenotazione sia quella di rendicontazione delle spese viaggio. Al rientro, il dipendente compila la nota spese e la sottopone all’approvazione del manager. Una volta approvata, la nota spese viene contabilizzata e archiviata. In alcuni casi queste attività vengono svolte da Assistant che hanno il ruolo di Travel Arranger. Anche l’animazione

voro, come la telepresence e le videoconference». Come avete selezionato la vostra travel management company partner? «Il Gruppo Solvay ha un accordo globale con American Express GBT; la selezione è avvenuta dopo una dettagliata analisi dei principali player a livello mondiale. In Italia American Express GBT è rappre-

Credo sia fondamentale far percepire l’importanza di una visione globale del business travel, sia in termini di processo che di volumi. Il travel manager è in grado di fornire, oltre ad analisi di tipo quantitativo, anche analisi qualitative relative alle abitudini dei viaggiatori che, viste in un contesto di supporto al business, possono condurre ad interessanti considerazioni utili ai viaggiatori, ai manager nonché alla funzione Controlling del network composto da queste figure aziendali rientra tra le mie mansioni». Qual è stato il trend delle vostre spese di viaggio negli ultimi tre anni? «Il nostro budget annuo è di circa 2 milioni di euro. Abbiamo registrato un sensibile incremento nel 2014 e soprattutto nel 2015, mentre nel corso del 2016 abbiamo messo a segno una riduzione significativa della spesa totale, grazie a un’attenta politica di controllo dei costi, nonché ad importanti investimenti fatti nell’ambito di tecnologie che offrono valide alternative ai viaggi di la-

sentata dal Gruppo Uvet, con il quale collaboriamo proficuamente ormai da molti anni». Come vengono pagate le spese di viaggio? «Le spese di business travel vengono pagate principalmente tramite carte di credito corporate, di cui possono essere dotati tutti i viaggiatori». Il vostro personale viaggiante è dotato di smartphone e tablet? Quanto ritiene siano importanti i dispositivi mobili nella gestione delle trasferte all’interno della sua azienda? «Generalmente i nostri viaggiatori

sono dotati di smartphone. A breve sarà introdotta anche in Italia un’app a supporto della fase di prenotazione del viaggio e rendicontazione della nota spese, mentre è già attiva un’applicazione che fornisce supporto in termini di sicurezza». Anche i congressi e le convention rientrano nella sua competenza? «I meeting e non sono di mia diretta competenza, vengo però coinvolta nel caso in cui il mio ruolo possa apportare benefici in termini di sinergie con il business travel». Quale ritiene siano le maggiori sfide che il ruolo di travel manager la porta ad affrontare? «Credo sia fondamentale far percepire l’importanza di una visione globale del business travel, sia in termini di processo che di volumi. Il travel manager è in grado di fornire, oltre ad analisi di tipo quantitativo, anche analisi qualitative relative alle abitudini dei viaggiatori che, viste in un contesto di supporto al business, possono condurre ad interessanti considerazioni utili ai viaggiatori, ai manager nonché alla funzione Controlling». l

Chi è Nadia Schioppa Attiva nel Gruppo Solvay da 29 anni, Nadia Schioppa ha maturato una significativa esperienza nell’ambito Finance e Controlling. Nel 2012 è stata nominata Facility Operations Manager per il sito di Bollate, dove ha sede la Direzione Nazionale. Nell’ambito della sua funzione è anche Travel & Fleet Manager per il Gruppo in Italia, nonché Mobility Manager.

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Air France-Klm, Ad alta quota Air France-Klm

grande rientro su Malpensa

Il Gruppo, che opera dall’Italia nove voli al giorno per Parigi e Amsterdam, ricomincia a operare dallo scalo varesino. L’obiettivo è ampliare il bacino d’utenza delle compagnie francese e olandese nel Nord-Ovest e nel Canton Ticino. L’aeroporto di Linate mantiene comunque un ruolo strategico

di Alberto Vita

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legami ormai sciolti con Alitalia hanno fatto sì che Air France-Klm decidesse di tornare a volare anche su Malpensa, scalo da cui feederare i voli lungo raggio da Parigi e da Amsterdam, capitali collegate rispettivamente con cinque e quattro voli giornalieri dai due vettori del gruppo. «It’s great to be back» ha detto a noi di Mission in

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esclusiva il senior vice president del Gruppo Barry ter Voert, commentando così il ritorno dopo 5 anni di operazioni solo a Linate: «Oggi inauguriamo un servizio che sarà complementare a quello che avevamo prima, con un ampliamento del bacino d’utenza anche nel NordOvest e nel Canton Ticino che, evidentemente, non potevamo servire volando solo da Linate». Ciononostante, Linate rimane ovviamente centrale per il mondo corporate di Air France-Klm. Dallo scalo meneghino infatti il Gruppo continua a volare con due collegamenti al giorno per il suo hub parigino e uno per quello olandese: «Ma questi voli non accontentano tutti i viaggiatori d’affari della metropoli. Molti, infatti,npreferiscono Malpensa che, in più» sottolinea ter Voert «è un bellissimo aeroporto, con un respiro internazionale, men-

tre Linate ha bisogno di qualche rinnovamento (che verrà fatto presto, ndr)». Malpensa, oltretutto, ha srotolato un «tappeto rosso per il ritorno di due grandi compagnie come Air France e Klm», come afferma Giulio De Metrio, chief operating officer di Sea, che sottolinea come l’aeroporto intercontinentale lombardo sia uno «scalo che cresce ormai da 22 mesi consecutivi, con gli ultimi sempre in doppia cifra». Insomma, con questi nuovi voli il duo Air France-Klm offre «il 20%


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Ad alta quota Air France-Klm

A Malpensa con il B787 Per l’inaugurazione dei nuovi voli da Malpensa, Air France-Klm ha portato nello scalo varesino il suo primo B787-900 appena entrato in flotta, che viene utilizzato, prima del suo decollo sul lungo raggio per Montreal, su tratte brevi, come la Parigi-Londra, o medie, come la Parigi-Il Cairo, per far familiarizzare equipaggio e piloti con questo nuovo aeromobile. Il Gruppo ne ha ordinati ben 25 esemplari: 18 -900 e 7 -1000, quest’ultimo modello che opererà unicamente con la livrea azzurra del vettore olandese. Il B787-900 di Air France è configurato in tre classi, con 30 posti in Business Class, situata in punta, con poltrone con un pitch di 42” e 21” di larghezza, che si possono reclinare di 180 gradi. Seguono 21 posti in Premium economy, un’ottima alternativa rispetto alla Business, con sedili reclinabili di 130 gradi e il 40% di spazio in più rispetto all’economica, con 40” di pitch e 19” di larghezza. Infine sono 225 i posti in Economy, con poltrone con 31” di pitch e 17” di larghezza. Il layout della classe business è di 1-2-1 per permettere la massima privacy anche a chi viaggia da solo, con separé per chi lo desiderasse anche nei posti doppi. E per i business traveller che lo utilizzeranno per volare in tutto il mondo dall’hub Air France di Parigi, sottolineiamo come ampia sia la scelta di lounge sullo scalo, tra cui anche alcune appena rinnovate nel layout e nei servizi.

CREDITO MAM

di capacità in più sullo scorso anno, grazie anche ai voli stagionali su Catania e Cagliari, raggiungendo così ben 11 scali italiani serviti. Non siamo stati mai così forti» conclude Barry ter Voert, a cui fa eco il country manager italiano Jerome

Salemi, che precisa come «i due voli sulle isole sono operati da e per Amsterdam da Klm, mentre Air France a partire dalla stagione estiva offrirà anche un volo in più al giorno da Roma Fiumicino a Parigi CDG».

Per il lancio dei voli di Malpensa, oltre a ottime tariffe per il lungo raggio, sarà infine offerto sino al prossimo 31 dicembre anche un servizio gratuito di limousine da e per l’aeroporto a tutti i passeggeri di classe Business e La Première, con prosecuzione sui voli di lungo raggio operati dalle due compagnie. Questo servizio dovrà essere prenotato almeno 48 ore prima della partenza del volo tramite i call center oppure i siti web di Air France e Klm. Il network di voli di lungo raggio del gruppo per l’estate vede ben 9 new entry sulle 53 novità stagionali, tra cui Cartagena, Cape Town e Minneapolis. l

Gratis in limousine Fino a 31 dicembre sarà disponibile un servizio gratuito di limousine da e per l’aeroporto di Malpensa. Potranno usufruirne i passeggeri di classe Business e La Première di Air France e Klm con prosecuzione sui voli di lungo raggio operati dalle due compagnie.

In questa pagina, alcuni momenti della cerimonia di rientro di Air France-KLm a Malpensa. Nella pagina a fianco Barry ter Voert, senior vice president del Gruppo.

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News Hôtellerie

IN BREVE Apertura a Milano Ha aperto a Milano, nella zona della Stazione Centrale, il 43 Station Hotel: un tre stelle, ma di design, che offre 66 stanze dotate di materassi ergonomici Simmons Acarfree, smart tv a 32 pollici con ampia scelta di canali satellitari e digitali Mediaset Premium, wi-fi gratuito, aria condizionata e doccia a pioggia nei bagni. Vi sono anche delle Junior Suite che dispongono di macchina Nespresso e bollitore per il tè, nonché 43 Superior Experience, con possibilità di prenotare il quotidiano del mattino. Il 43 Station Hotel mette a disposizione anche una coworking area aperta 24 ore su 24, con pc, stampanti e wi-fi, mentre per il relax vi è una zona living con camino e tv a 50 pollici.

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RIAPERTURA PER IL MERCURE OLBIA Mercure, marchio midscale del gruppo AccorHotels che conta 740 strutture in 55 Paesi, annuncia la riapertura del Mercure Olbia dopo un ampio restyling della struttura e dei servizi. Strategicamente posizionato nel cuore di Olbia, a breve distanza dalle spiagge sarde (disponibile un servizio shuttle gratuito che collega l’hotel alla spiaggia di

Pittulongu), a 1,5 km dal Porto di Olbia e a soli 3 km dall’Aeroporto Olbia Costa Smeralda, l’hotel rappresenta una soluzione ideale sia per i viaggi di lavoro che per soggiorni di piacere. Con una suggestiva pianta che ricorda quella di una nave, dispone di 112 camere e 6 suite distribuite su 5 piani e dotate di tutti i comfort. Rinnovati anche l’area Spa di 2.000 metri quadrati e il centro fitness. Completano l’offerta dell’hotel una nuova sala meeting polifunzionale, dotata di moderne tecnologie audiovideo e luce naturale (capienza fino a 130 persone), un raffinato Caffè Bistrot all’insegna dei sapori locali e un servizio tailor made di banchettistica per eventi e congressi. Infine, è disponibile un parcheggio gratuito interno ed esterno.

NH HOTELS SBARCA A MARSIGLIA NH Hotel Group ha preso in gestione il Palm Beach di Marsiglia, appartenente alla

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MOXY HOTELS APRE A VIENNA Moxy Hotels, il brand lifestyle di Marriott International dalla forte connotazione esperienziale, continua la sua espansione in Europa con il lancio di Moxy Vienna Airport, il suo primo indirizzo in Austria. Caratterizzato da un design vivace e divertente e da un servizio semplice e cordiale, il Moxy Vienna Airport offre ai suoi ospiti esperienze vivaci a tariffe convenienti. La struttura si aggiunge al portfolio del brand che comprende nove proprietà in importanti destinazioni internazionali come Monaco, Milano, Berlino, New Orleans e Londra. Situato presso l’aeroporto di Vienna e a soli 15 minuti di treno dal centro, l’albergo offre 405 camere con pareti dotate di isolanti acustici, televisori a schermo piatto Lcd da 42 pollici, connessione wi-fi gratuita, prese Usb, comodi letti, poltrone realizzate con materiali naturali e un’opera d’arte che occupa tutta la parete La lobby, luminosa e spaziosa, permette di rilassarsi e leggere un libro presso la Moxy Library e connettersi alla rete. Si può anche fare un selfie negli ascensori, decorati come set fotografici. Il servizio di ristorazione è aperto 24 ore su 24 e per gli incontri di lavoro è disponibile una sala riunioni con 20 posti, Illuminata da luce naturale.

SHPB (Société Hôtelière du Palm Beach), trasformandolo in un NH Hotel. Il prossimo ottobre l’albergo verrà chiuso e sottoposto a una ristrutturazione completa, guidata dagli architetti marsigliesi Claire Fatosme e Christian Lefèvre e dall’architetto Teresa Sapey di Madrid, per riaprire nel secondo trimestre del 2018 con il brand nhow. Situato in una delle più belle baie del Mediterraneo – le spiagge del Prado – e vicino al Vieux Port, al Mucem, alla Corniche e al Parc Chanot, il futuro nhow Marsiglia offrirà 150 camere e 15 sale riunioni, la più grande delle quali in grado di ospitare 300 persone. A disposizione degli ospiti vi saranno una piscina, una grande

terrazza, un bar e un ristorante. Il nuovo nhow hotel andrà ad aggiungersi ai tre nhow al momento esistenti a Milano, Berlino e Rotterdam. L’obiettivo del Gruppo è quello di essere presente in altre quattro destinazioni con nhow hotel entro il 2019: oltre a Marsiglia, sono già in corso progetti nelle città di Amsterdam, Santiago del Cile e Londra. Oltre al contratto di gestione per il Palm Beach Hotel Marseille, NH Hotel Group continuerà a rafforzare la propria presenza in città con l’apertura nel 2018 di un altro hotel a marchio NH Collection. La struttura avrà 169 camere, tre sale riunioni e una zona fitness.


Camera con vista Hilton

Hilton Molino Stucky,

lusso e atmosfera d’epoca sulla laguna

ituato nella tranquilla isola della Giudecca, di fronte a Zattere, l’Hilton Molino Stucky non passa inosservato. È, infatti, la testimonianza dell’affascinante recupero di un’ex costruzione industriale: un vecchio mulino che un tempo ospitava 1500 operai e che oggi, con la sua facciata di mattoni rossi e le travi a vista all’interno, colpisce per la sua imponenza e bellezza. L’originale progetto dello stabilimento Mulino Stucky consisteva in un solo edificio, che venne inaugurato il 14 luglio 1884. Il suo fondatore, l’ingegner Stucky, era un uomo di grandi intuizioni, che capì la convenienza del trasporto sull’acqua e si dimostrò un mecenate per la città: fu infatti tra i promotori

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della Biennale di Venezia, fu proprietario del famoso Palazzo Grassi, che fece decorare e ristrutturare, ed ebbe un ruolo fondamentale nella bonifica della zona paludosa del basso Veneto. Figura quasi leggendaria per Venezia, morì assassinato in circostanze misteriose la notte del 21 maggio 1910, lasciando un vuoto incolmabile per la città. La fabbrica dopo qualche anno fu chiusa e l’edificio rimase abbandonato fino alla sua riqualifica e conseguente riapertura nel 2007. Ora l’Hilton Molino Stucky è il più grande albergo di Venezia, adatto sia al pubblico leasure sia ai business traveller più esigenti. L’albergo è dotato di 379 stanze, ampie e numerose sale meeting, ristorante e bar interno, fitness e wellness cen-

• Categoria: 5 stelle • Dove: Venezia Alla Giudecca, Giudecca 810, 30133. Tel. 0412/723311 • Camere: 379 di cui 107 Executive, 44 Suite, 1 Suite Presidenziale • Sale Mice: 1 Ballroom di 840 mq e un foyer di 850 mq che possono ospitare, complessivamente, fino a 1000 persone; 7 meeting room di diverse dimensioni: 5 Break Out room • Executive Lounge: sì, a disposizione delle executive room gratis • Recensione HRS: Ottimo 8,9/10 • Recensione Tripadvisor: Eccellente 4,5/5 • Recensione Expedia: Eccellente 4,3/5 • Recensione Booking: Ottimo 8,2/10 • Catena: Hilton • Website: www.molinostuckyhilton.it

tre e una splendida piscina sul tetto con un panorama inusuale e mozzafiato di tutta Venezia. Molto comoda l’executive lounge a disposizione degli ospiti executive, che permette di rilassarsi e bere qualcosa di fresco in qualsiasi ora della giornata, magari in attesa che la propria camera venga riordinata. Molto interessante la scelta del menù proposto dal ristorante Bacaromi, una rispettosa rielaborazione dei piatti della tradizione a cura dello chef Giuseppe. A servizio esclusivo dell’hotel, una boat-navetta effettua collegamenti regolari con Piazza San Marco, sette giorni su sette. L’albergo è collegato anche con la stazione e l’aeroporto grazie al trasporto pubblico locale, i mitici vaporetti. l 2017 maggio |

di Paola Mighetto

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Destinazioni Catalogna

Economia, arte e buona cucina

Sono questi, in sintesi, i punti di forza della Catalogna, la regione piÚ visitata della Spagna e quella che, da sola, genera il 20% del Pil nazionale. Un luogo dove è facile fare business, come testimonia la presenza di quasi 6000 multinazionali estere

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Tutto in una app La Guida Ufficiale di Barcellona consente di visualizzare sullo smartphone informazioni sempre aggiornate e interattive, anche in lingua italiana.

n tempi di Brexit, e di idiosincrasia per l’Europa in molti Paesi Ue, c’è una regione europea che vuole staccarsi dalla madrepatria Spagna restando però all’interno dell’Unione. Stiamo parlando della Catalogna, regione spagnola che negli ultimi anni, dopo la resistenza durante la Guerra civile e la seguente dittatura di Franco, si è sempre posta contro il potere centrale di Madrid. Una posizione esemplificata anche nella grande rivalità calcistica tra Los Blancos capitolini e il Barça di Cruyff prima e di Messi e Neymar oggi (a dir la verità ultimamente un po’ in calo...). Negli ultimi anni però la politica regionale ha continuato a soffiare sul fuoco dell’indipendenza, lanciando anche un referendum per staccarsi da Madrid, bocciato però dalla Consulta. I partiti indipendentisti poi hanno fatto diventare la Diada, la festa nazionale catalana che si tiene l’11 settembre di ogni anno, un momento politico per affermare la voglia di indipendenza dei catalani. Questi ultimi, del resto, vantano già un’ampia autonomia grazie al voto positivo al nuovo statuto autonomo del giugno 2006, soprattutto dal punto di vista fiscale e culturale con, ad esempio, l’insegnamento obbligatorio della lingua catalana, che si deve conoscere per lavorare nelle istituzioni regionali. “Localiz-

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zazione” basata sulla cultura catalana che, però, a molti imprenditori non piace molto, visto che a Barcellona c’è sempre stata un’economia molto aperta, che ha attirato tanti stranieri e che, soprattutto nel campo tecnologico e del web, è la maggior piattaforma del Paese, con diverse start up seguite anche direttamente dalla Generalitat de Catalunya, il governo regionale.

Destinazioni Catalogna

Un’economia florida La Catalogna è inoltre la più grande economia del Paese: rappresenta il 20% del Pil spagnolo e il 23% della produzione industriale, con un Pil pro capite maggiore di quello medio europeo. Il 25% dell’export spagnolo viene generato in Catalogna e vale il 30% del Pil regionale. I prodotti più esportati sono quelli chimici (16% del totale), le auto (vedi il box sulla Seat a pagina 30) e i componenti per l’industria motoristica (16,3%), i cibi e le bevande (11,6%), i tessuti e l’abbigliamento (7,6%), i medicinali (6.9%) e i macchinari (6,3%). Oltre al settore secondario è molto importante anche quello primario, con una viticoltura avanzata (qui viene prodotto il principale “champagne” spagnolo, ovvero il Freixenet), nonchè il terziario, tra web, settore bancario e turismo, con la Catalogna che è la regione più visitata della Spagna: oltre 17 milioni di arrivi ogni anno, circa il 29% del totale nel Paese, con l’Italia quarto mercato estero con il 6,5% degli

di Alberto Vita

A tavola In tutta la regione non c’è che l’imbarazzo della scelta su cosa mangiare: carne, pesce (con la saporitissima zuppa Suquet), funghi, verdure (da non perdere i calçots, tipici cipollotti catalani), salumi (ad esempio il jamón o la salsiccia Butifarra), formaggi. Golosi anche i dessert, tra cui naturalmente la crema catalana.

Sopra, il porto di Barcellona. Qui a fianco, la scalinata all’ingresso del Parc Guell, progettato da Antoni Gaudí. Nella pagina a fianco la casa Batlló, uno dei più celebri edifici realizzati a Barcellona dall’architetto catalano

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Ristoranti a portata di smartphone Barcelona Restaurants: un’app pubblicata da Turisme de Barcelona che propone i 170 migliori ristoranti in città. Anche in lingua italiana.

Destinazioni Catalogna

Indirizzi stellati (e non) La Catalogna è la patria di Ferrán Adriá, colui che lanciò la cucina molecolare assieme allo chef inglese Heston Blumenthal e che gestì per diversi anni il ristorante pluripremiato El Bulli a Roses sulla Costa Brava, ora chiuso. Lo chef si è infatti spostato su Barcellona dove di recente ha lanciato il ristorante Enigma, che si affianca al Tickets, al Pakta, alla Bodega 1900, al Niño Viejo e alla Hoja Santa, tutti nella capitale catalana. Ma semplicemente sublime è anche mangiare nei mercati cittadini dalla turistica La Boquería, al Sant Antoni Market, dal Mercat Santa Caterina al Mercat de la Concepcio.

In alto, un’immagine notturna del Museo Nazionale d’Arte della Catalogna sul Montjuïc, promontorio a sud di Barcellona. A destra, uno scorcio della Basilica barcellonese di Santa Maria del Mar

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arrivi, dopo Francia, Regno Unito e Germania. Con un’ampia offerta che va dalle città d’arte, natural-

mente Barcellona con le meravigliose opere di Gaudí, con il museo Picasso e quello dedicato a Miró,

In giro per la Catalogna con Seat In giro per la Catalogna con, naturalmente, una Seat. La casa di Martorell, cittadina situata a Nord Ovest nell’entroterra di Barcellona, sulla strada per il Monastero di Montserrat, meta imperdibile per pellegrini turisti ma anche uomini d’affari che pernottano nel capoluogo catalano, da cui è facile raggiungere il monastero anche in treno, è infatti la sede della Casa Automobilistica iberica del gruppo Volkswagen. Gruppo che sta lanciando una ampia gamma di autoveicoli: dalle piccole o medie, Mii, Nuova Ibiza e León, al suo primo suv, l’Ateca, a cui si aggiungerà una piccola autovettura, la Arona, nel 2017, e una Sport Utility Vehicle più grande, in arrivo nel 2018, e, infine, l’Alhambra, la grande monovolume a sette posti perfetta per le famiglie, che noi abbiamo potuto guidare proprio sulle strade catalane. Con un 2.0 Tdi da 184 CV superaccessoriata nell’allestimento style advance di un colore rosso fuoco abbiamo guidato in città, dove ha dimostrato ottime capacità manovriere, ma anche in campagna e su strade di montagna per arrivare al Monastero di Monserrat o al principato di Andorra. Auto pensata per uomini d’affari che hanno bisogno di spazio, tanto spazio, e naturalmente per famiglie. Che rappresentano ben il 60% dei turisti che visitano la regione che, tra le prime in Europa, ha lanciato un marchio di Destinazione di Turismo Familiare (DTF), con il quale ha già certificato ben 30 località.

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ma anche Girona, le romana Tarragona e Reus o la patria di Dalí, Figueres, le spiagge della Costa Brava e della Costa Daurada, le montagne dei Pirenei e l’entroterra, piuttosto coltivato. Da qui un turismo molto gettonato nella regione, ovvero quello enogastronomico, con ben 54 ristoranti catalani insigniti con stelle Michelin e il Celler de Can Roca nominato miglior ristorante del mondo nel 2013 e nel 2015. Qui, infine, hanno una sede circa 5.700 multinazionali estere, ovvero il 46% di tutte quelle che hanno deciso di investire in Spagna. Tra queste il 16% sono tedesche, il 14% francesi, il 13% olandesi, il 9% statunitensi e italiane, mentre sono l’8% quelle britanniche (fonte Catalonia Trade & Investment). Un’ottima rete di collegamenti Naturalmente, oltre alle ragioni storiche e culturali, importante per la Catalogna è la sua posizione, di passaggio tra la Penisola iberica e la Francia, e da qui tutta l’Europa, ormai connessa alla regione spagnola anche con l’Alta Velocità, con ampie autostrade, nonché con collegamenti marittimi e in via aerea. Il


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Città green Città impegnata nel turismo sostenibile, Barcellona offre 54 aree di interesse naturalistico e 86 parchi. In media ogni abitante ha a disposizione 17,71 mq di verde pubblico.

Destinazioni Catalogna

Barcellona in rete

porto principale di Barcellona, a cui se ne affiancano ben tre minori, il Port Vell, il Port Olímpic e il Port de Sant Adrià, è il primo commerciale e turistico della Spagna e uno dei primi in Europa con tanti collegamenti anche con la Penisola (vedi box a fianco), mentre gli aeroporti catalani, ovvero quello di Girona e e quello “cittadino” di Barcellona, El Prat, sono stati tra i primi ad aprirsi ai voli low cost e, nel contempo, a far crescere anche quelli a lungo raggio. Vueling ha la sua base proprio a El Prat, dove operano anche WizzAir, easyJet, Transavia, Ryanair, che prima era solo su Girona, nonché Norwegian Air Lines che da qui ha deciso di volare anche lungo raggio, così come farà la low cost Level del gruppo Iag (British Airways più Iberia, vedi l’articolo in questo stesso numero a pagina 9). Collegamenti ovviamente molto importanti per il mondo del turismo, per quello del business travel ma anche per il mondo Mice, molto curato dal Catalunya Convention Bureau (CCB), con strutture per tutti i tipi di meeting e incontri internazionali, dalle location storiche agli alberghi di tutte le taglie e livelli ai centri congressi, con le prove auto, fatte non solo dalla “casalinga” Seat, molto gettonate. l

Catalogna in breve Collegamenti aerei Vueling Airlines, Alitalia, easyJet, Ryanair offrono voli diretti dall’Italia per la Catalogna. L’aeroporto di Barcellona El Prat raggiunge 21 aeroporti in Italia con 186 voli settimanali in bassa stagione e 299 in alta. Lo scalo di Girona-Costa Brava effettua collegamenti settimanali con 7 aeroporti italiani (sette voli in bassa stagione e 15 in alta).

Il sito Visit Barcelona (www.barcelona turisme.com) offre la possibilità di pianificare in dettaglio il proprio tour, fornendo aggiornamenti su tutto ciò che si svolge in città. Inoltre è possibile prenotare alberghi e ristoranti, acquistare online biglietti dei mezzi pubblici, noleggiare scooter, comprare i biglietti di musei e attrazioni.

Connessioni marittime Civitavecchia-Barcellona (Grimaldi Lines); Livorno-Barcellona (Grimaldi Lines); Porto Torres-Barcellona (Grimaldi Lines); SavonaBarcellona (Grimaldi Lines); Genova-Barcellona (Grandi Navi Veloci).

Dove dormire In fatto di hotel la scelta a Barcellona è ampissima. A noi sono piaciuti molto il quattro stelle Hotel Casa Camper (ebbene sì, è lo stesso marchio delle omonime scarpe), un design hotel situato vicino a Plaza de Catalunya e alla Rambla (www.casacamper.com) o il classico Hotel Condes de Barcelona sul Passeig de Gracia (www.condesdebarcelona.com). Per chi vuole le 5 stelle, e per chi non vuole stare in centro città, segnaliamo sul monte Tibidao il 5 stelle gran lusso Gran Hotel la Florida (www.hotellaflorida.com).

Sopra, una nuotatrice si tuffa dalle Piscine Municipali del Montjuïc. A fianco un’immagine notturna della Plaça de Catalunya

Qualche sito per business www.cameraitalianabarcelona.com (la Camera di Commercio Italiana di Barcellona); w153.bcn.cat (la mappa delle start up); startups.catalonia.com (altre start up in Catalogna)

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170 aerei all’anno Professione viaggiatore Giovanni Fabiani

Con numeri del genere non stupisce che Giovanni Fabiani, Ceo della multinazionale Siwax Group, abbia le idee molto chiare sui servizi di viaggio. Ecco che cosa ha raccontato a noi di Mission sulle sue preferenze in tema di compagnie aeree, low cost e tradizionali, hotel e rent à car di Arianna De Nittis

È il numero di aerei che Giovanni Fabiani, Ceo della multinazionale Siwax Group, prende nel corso dell’anno. «Viaggio principalmente per seguire da vicino i progetti dell’azienda e selezionare i nostri distributori in differenti Paesi – spiega Fabiani –. Raggiungo Madrid circa due volte al mese, ma anche diverse mete in Italia, in Germania e a Bruxelles. Oltreoceano invece vado spesso negli Stati Uniti (ben 15 volte all’anno), in Cina, in Giappone, in Sud America (ad esempio, viaggio alla volta di San Paolo del Brasile quattro o cinque volte l’anno). In Europa, quando possibile, programmo l’andata e ritorno in giornata, ma anche le mie trasferte verso le mete più lontane, come quelle asiatiche, spesso hanno una durata di un paio di giorni. Insomma, un modo di viaggiare impegnativo e con ritmi serrati, anche se cerco sempre di essere a casa con la mia famiglia durante i weekend». In tema di voli aerei, quali sono le

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linee guida della travel policy di Siwax Group? «La nostra travel policy, alla quale mi attengo scrupolosamente, prevede l’uso della classe economy per i voli sotto le quattro ore. In caso di viaggi più lunghi è ammessa la business class per permettere al dipendente di arrivare a destinazione riposato. Cerco di prenotare sempre le tariffe aeree più convenienti». Quali sono le sue preferenze riguardo ai servizi offerti dalle compagnie aeree? «Utilizzo molto spesso le compagnie aeree di SkyTeam, quali Air France, Klm e Delta, tanto che di recente mi è stato attribuito lo status vitalizio “Platinum for Life” del programma fedeltà dell’alleanza. A bordo non ho particolari esigenze, anzi alcuni servizi – come ad esempio la possibilità di telefonare – preferirei addirittura che non ci fossero: i momenti trascorsi in volo sono gli unici in cui posso stare tranquillo e spesso li impiego per concedermi una bella dormita. Al contrario, sono molto attento ai servizi

a terra: primo fra tutti la priorità nell’imbarco, che rende la permanenza in aeroporto più breve e il viaggio più confortevole». Ha fatto accenno ai programmi fedeltà. Come li valuta? «Li considero utili. Nel frequent flyer program di SkyTeam, in particolare, le miglia non scadono ed è facile riscuoterle prenotando voli in qualsiasi periodo dell’anno, Natale incluso. Se possono, gli addetti accontentano gli iscritti. In campo alberghiero, invece, ho una tessera gold del loyalty program di Hilton». Utilizza anche le compagnie aeree low cost? «Non per lavoro. È troppo complicato perché questi vettori non offrono alcuna flessibilità negli orari dei voli e nelle tariffe. Dovendo scegliere, però. trovo che easyJet sia un po’ più adatta alle esigenze dei business traveller, mentre Ryanair è decisamente “leisure”». Parliamo di aeroporti: qual è il suo preferito? «Quando posso cerco sempre di fa-

Chi è Giovanni Fabiani Il Ceo del gruppo Siwax, holding fondata nel 2012 dalla fusione di 2 storiche aziende nel settore delle cere industriali, quali Spica, fondata nel 1946, e Iberceras, nata nel 49, è Giovanni Fabiani. Nato a Milano nel 1965, Fabiani ha un trascorso illustre nel basket meneghino, che lo ha visto primeggiare nei campionati giovanili con l’Olimpia Milano per poi giocare nelle varie serie professionistiche italiane. Oggi si divide equamente tra gli uffici italiani e spagnoli del Gruppo e coordina un team molto preparato e coeso. Proprio questo è il vero segreto per poter viaggiare liberamente in cerca di nuove fonti di approvvigionamento, nuovi mercati, nuove possibilità di investimento e sostentamento. Come dicono i suoi figli, «il papà per lavoro viaggia in aereo e va a cena»!

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Professione viaggiatore Giovanni Fabiani

Siwax Group Siwax Group è un’azienda leader nella progettazione, produzione e commercializzazione di cere, hotmelts ed emulsioni a livello globale. I prodotti spaziano nelle aree dell’imballaggio, alimentare, del pellame, delle materie plastiche e vernici, della gomma, della cosmetica e farmaceutica e delle telecomunicazioni ed energia. Forte di oltre 70 anni di esperienza, il gruppo ha registrato un giro d’affari di 45 milioni di euro nel 2015, con una previsione di 50 milioni nel 2016. È attivo in 5 continenti. La società investe fortemente nel segmento Ricerca e Sviluppo, che coinvolge circa il 12% del personale aziendale.

re scalo ad Amsterdam perché Schiphol, pur essendo un grande aeroporto, è molto ben organizzato e i gate si raggiungono con grande facilità. Trovo invece un po’ caotico lo scalo di Roma Fiumicino». A proposito di aeroporti, sosta nelle lounge? «Sì, ogni tanto le utilizzo. Quando viaggio negli Stati Uniti, ad esempio, faccio tappa nelle sale di Delta. Come per i servizi a bordo, però, non ho bisogno di particolari lussi: apprezzo soprattutto la possibilità di ricaricare i device mobili». Viaggia anche in treno? «Sì, soprattutto quando mi trovo in Spagna: il collegamento Ave da Madrid per Barcellona o Valencia è davvero molto comodo. E poi uso i treni veloci in Cina e Giappone, dove le linee sono ultraveloci e molto tecnologiche».

Passiamo agli alberghi. Come devono essere per venire incontro alle sue necessità? «In genere le mie trasferte sono di breve durata, uno o due pernottamenti al massimo. Quindi non ho particolari esigenze: di sicuro deve essere disponibile un collegamento wi-fi ben funzionante, il letto deve essere comodo e le camere non devono essere troppo piccole, come invece mi è capitato qualche volta a Tokyo». Quando viaggia per lavoro le capita di noleggiare un’auto? «In passato mi rivolgevo di frequente alle società di autonoleggio, soprattutto quando mi trovavo negli Stati Uniti. Oggi invece mi trovo benissimo con il servizio offerto da Uber, che è molto comodo e consente anche di risparmiare. Per lo stesso motivo anche i taxi tradizio-

nali, ormai, li uso soltanto nel centro di New York». Parliamo di dispositivi mobili. Quanto li ritiene importanti per chi viaggia per lavoro? «Per me che ricevo in media 250 email al giorno sono davvero fondamentali. E così le app: Google Maps in primis, ma anche quella di Air France-Klm, con la quale posso controllare lo stato dei miei voli, o quella di Uber per gli spostamenti nei centri cittadini. Una piccola passione in più? Le app contapassi. Quando torno a casa io e i miei figli ci sfidiamo su chi ha camminato di più». Ci racconta un aneddoto che le è capitato durante un viaggio di lavoro? «Mi trovavo a Hong Kong, in procinto di prendere un volo con partenza alle 3 del mattino. Ero stanco, quindi quando l’addetta al check-in, una gentilissima signorina cinese, mi ha detto che il mio volo era in overbooking, non le ho lasciato neppure finire la frase e ho dato libero sfogo al mio nervosismo. Poi, quando la signorina ha potuto riprendere la parola, ho scoperto che per rimediare mi era stato riservato un upgrade in first class. Ormai era fatta, ma quando si viaggia molto per lavoro può capitare di perdere la pazienza in caso di disservizi». l 2017 maggio |

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Ad alta quota Stati Uniti

Usa a portata di volo

Prosegue anche con l’orario estivo 2017 il boom dei collegamenti non stop tra l’Italia e gli Stati Uniti: in totale 29, operati da Roma Fiumicino e Milano Malpensa, ma anche da Venezia, Napoli e Palermo. Ecco tutte le novità proposte dai vettori a stelle e strisce, italiani e del Golfo di Caterina Maconi

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li Stati Uniti continuano a essere una meta molto gettonata per gli italiani. Così come il nostro Paese rimane una destinazione interessante per chi ci guarda dall’altra sponda dell’Atlantico. A conferma dell’attenzione reciproca ci sono i voli diretti che collegano i due Paesi. Sono 29 in tutto, che vanno ad intensificarsi in coincidenza della bella stagione, quando a prenotare è anche chi viaggia per turismo e non solo i business traveller, che li utilizzano tutto l’anno. Ventinove è un numero molto alto, sulla scia di un trand positivo che da anni anima le tratte. Nel 2016 erano in realtà 30, ovvero uno in

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più. Tra le principali novità da segnalare in questo 2017 c’è infatti la cancellazione del Pisa - New York JFK, operato l’anno scorso da Delta con un Boing 757 da fine maggio a inizio settembre. E del Minneapolis da Roma, sempre uno stagionale di Delta che era stato introdotto lo scorso anno, come novità estiva per il 2016. Nella capitale è stato però inaugurato il Roma - Dallas/Fort Worth di American Airlines con il B777-200R, anche questo un volo stagionale che si può trovare da maggio a ottobre, e che conferma la crescente importanza della destinazione per il mercato italiano (e viceversa), sia dal punto di vista turistico che per il business.

Le altre rotte sono tutte confermate e coinvolgono cinque aeroporti italiani, ovvero Roma, Milano, Venezia, Napoli e Palermo, che collegano dieci città statunitensi. Molti i voli dalla capitale L’aeroporto della capitale, Roma Fiumicino, è connesso con ben quattro voli a New York, alcuni stagionali, altri invece presenti tutti i mesi dell’anno. Alitalia con l’A330 o B777 tre volte al giorno fa la spola verso l’aeroporto di JFK, su cui vola da Roma ogni giorno (una volta al dì) anche Delta Air Lines con l’A330-300. Da maggio a ottobre si aggiunge alla tratta American Airlines con il B767-200. I


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Ad alta quota Stati Uniti

Nuovi collegamenti Di recente American Airlines ha inaugurato il nuovo volo stagionale (da maggio a ottobre) Roma - Dallas/ Fort Worth. Sarà operato con un B777-200R.

passeggeri che arrivano a New York JFK possono accedere al network della compagnia Usa con oltre 40 destinazioni in Stati Uniti, Canada, Caraibi e America Latina. United Airlines invece opera il collegamento con un altro scalo della grande mela, ovvero l’Aeroporto internazionale di Newark (EWR): lo fa dal 5 aprile al 9 novembre con un B767-400. Non solo New York. Roma è ben collegata anche a Chicago, il quinto aeroporto degli Stati Uniti. Da

Fiumicino sono tre le compagnie che lo servono: American Airlines, United Airlines e la nostra Alitalia, che nel momento in cui scriviamo continua a garantire voli regolari, nonostante il suo futuro incerto (trovi tutte le recenti vicende del vettore nell’articolo a pagina 2). La metropoli dell’Illinois è uno dei gateway più richiesti dal mercato italiano per le vacanze clou dell’anno, quelle estive. E infatti i voli sono stagionali: Alitalia va da giugno a settembre con l’A330 e American da marzo a ottobre (con B777-200, B767-300R o B777-200). United, invece va dal 6 maggio al 4 ottobre con il B777. La capitale Usa, Washington DC, è collegata con la capitale italiana con un unico volo diretto dal 5 aprile al 27 ottobre operato da United Airlines con B767-400/B777. Ricordiamo che la compagnia è fresca di festeggiamenti: lo scorso anno ha infatti celebrato i 90 anni di vita nei cieli. Sulla west coast invece ci arriva solo Alitalia, e solo da aprile a novembre, periodo in cui si può raggiungere Los Angeles con il B777. La compagnia è l’unica a collegare quotidianamente Roma a Miami (con A330) e Boston, sempre una volta al giorno e sempre con l’A330. Sono ancora due le destinazioni

raggiunte ogni giorno dell’anno da Roma con voli diretti dall’Italia: una è Atlanta, grazie a Delta. Un volo al giorno che diventano due voli al giorno dal 2 giugno al 16 ottobre (A330 e B767). L’altra è Philadelphia con American (A330-200 e A330-300). Tra primavera e autunno Roma Fiumicino è anche collegata ad altre destinazioni Usa: Charlotte da marzo a ottobre con American Airlines; e poi una delle novità del 2017 ovvero il Roma-Dallas/Fort Worth da maggio a ottobre sempre grazie ad American. E infine Detroit con Delta dal 7 aprile al 28 ottobre. Cinque vettori in pista a Malpensa Anche Milano Malpensa è ben collegata agli Stati Uniti, nonostante non abbia lo stesso numero di voli della capitale. Sono cinque le compagnie che ogni giorno fanno la spola tra il capoluogo lombardo e New York. Emirates lo fa con l’A380, l’Airbus a due piani che arriva a ospitare fino a 500 passeggeri. «Sin dalla sua introduzione, il primo ottobre 2013, è apparso subito chiaro che il volo Milano-New York sarebbe diventato uno dei più apprezzati collegamenti di Emirates in Italia. Quest’anno la performance si sta confermando ottima e il load

Fabio Maria Lazzerini, general manager di Emirates in Italia

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Ad alta quota Stati Uniti

Al primo posto per il Mice Secondo la classifica di Icca, International Congress and Convention Association, gli Stati Uniti sono al primo posto a livello globale per numero di convegni ospitati.

Patrizia Ribaga, direttore commerciale Italia per Delta Air Lines

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factor alto: un mix equilibrato di clienti business e leisure, anche con l’A380 che abbiamo introdotto a giugno 2015, scelto proprio per venire incontro alla domanda sempre crescente e per la sua capacità di supportare il traffico in entrata su Milano dagli Usa», spiega Fabio Maria Lazzerini, general manager di Emirates in Italia. Quali sono le ragioni del successo? «Innanzitutto l’offerta che riserviamo ai viaggiatori di ogni classe: siamo l’unica compagnia aerea che offre un servizio di First Class sulla tratta e mettiamo a disposizione ben 90 posti per la clientela premium, sia business che leisure, suddivisi in 14 Mini Suite in First Class, 76 poltrone completamente reclinabili in Business Class e 399 comodi posti in Economy Class, necessari a soddisfare la domanda di ogni livello. Aggiungo poi i servizi di terra che abbiamo introdotto a Malpensa, come la lounge con imbarco diretto e la più recente Lounge Arrivi. Non da ultimo, il timing: partiamo alle 16 e arriviamo a New York alle 19, orario ottimo per recarsi a una cena di lavoro, ma che consente anche di godersi ancora la città», conclude Lazzerini. Non solo Emirates. Il John Fitzgerald Kennedy International Airport è collegato ogni giorno con Malpensa anche da American Airlines, Delta e Alitalia. United Airlines, invece, connette Milano all’aeroporto di New York Newark ogni giorno con i B777 o B767. Dalla Lombardia si può raggiunge-

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re tutto l’anno anche Miami, in Florida, grazie ad American Airlines (B767). Infine c’è un volo stagionale: il Milano-Atlanta servito da Delta dal 2 giugno al 4 settembre. E dalle altre città... I voli diretti non partono unicamente dai due principali scali italiani. Sempre nel nord Italia è possibile raggiungere gli Stati Uniti dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, con voli tutti stagionali. Su New York JFK vola Delta dal 7 aprile al 28 ottobre con un B767-400. La compagnia connette Venezia anche ad Atlanta dal 2 giugno al 30 settembre. «Delta Air Lines offre con l’orario estivo fino a otto collegamenti giornalieri non stop tra Italia e Stati Uniti. Ai nostri voli da Roma per NY e Atlanta e da Milano per NY, operativi tutto l’anno, si aggiungono infatti i collegamenti da Milano

per Atlanta, da Venezia per Atlanta e NY, e da Roma per Detroit, oltre a un secondo volo giornalieri, sempre dalla capitale, per Atlanta – spiega Patrizia Ribaga, direttore commerciale Italia per Delta Air Lines –. Siamo decisamente soddisfatti dei risultati dei nostri voli -: nel 2016 sono stati oltre 836.000 i passeggeri che hanno scelto di volare con noi sulle rotte tra Italia e Stati Uniti. Anche i numeri degli advance booking per l’estate sono positivi. A livello di servizio, Delta ha puntato molto negli ultimi anni sul miglioramento dell’esperienza e del comfort dei nostri passeggeri, e sulla tecnologia. Così oggi siamo la compagnia aerea che offre la flotta abilitata al wi-fi più grande al mondo, un entertainment programme a poltrona e on demand sul device dei passeggeri, e una app continuamente aggiornata che propone in tempo reale informazioni di volo, bagaglio e riferimenti aeroportuali». E per il futuro? «Miriamo a continuare l’investimento in tecnologia, per esempio espandendo il nostro servizio di controllo bagagli in Rfid (radio frequency identification), e ad accrescere ulteriormente i servizi per i nostri business e frequent flyer, come, ad esempio, l’assistenza personalizzata in aeroporto “VIP Select” o le nuove “Sky Club Spa Lounge” negli Stati Uniti» conclude Ribaga. Ma Venezia non è collegata solo da


15 Voli USA.qxp_Layout 1 10/05/17 14:02 Pagina 37

Ad alta quota Stati Uniti

Voli giornalieri non stop Italia-Usa (orario estivo 2017) Da

A

Vettore

Aeromobile

Note

Roma

Atlanta

Delta

A330-300 e B767-400

Giornaliero; due volte al giorno dal 2 giugno al 16 ottobre

Boston

Alitalia

A330

Giornaliero

Charlotte

AA

A330-300

Stagionale da marzo a ottobre

Chicago

Alitalia

A330

Stagionale da giugno a settembre

Chicago

AA

B777-200 e B767-300R

Stagionale da maggio a ottobre

Chicago

United

B777

Stagionale dal 6 maggio al 4 ottobre

Dallas/Fort Worth AA

B777-200R

Stagionale da maggio a ottobre

Detroit

Delta

A330-300

Stagionale dal 7 aprile al 28 ottobre

Los Angeles

Alitalia

B777

Stagionale da aprile a novembre

Miami

Alitalia

A330

Giornaliero

New York JFK

AA

B767-200R

Stagionale da maggio a ottobre

New York JFK

Alitalia

A330 e B777

Tre voli al giorno

New York JFK

Delta

A330-300

Giornaliero

New York EWR

United

B767-400

Stagionale dal 5 aprile al 9 novembre

Philadelphia

AA

A330-200 e A330-300

Giornaliero

Washington DC

United

B767-400 e B777

Stagionale dal 5 aprile al 27 ottobre

Atlanta

Delta

B767-400

Stagionale da 2 giugno al 4 settembre

Miami

AA

B767-300R

Giornaliero

New York EWR

United

B777, B767-300 e B767-400

Giornaliero

New York JFK

Delta

A330-300

Giornaliero

New York JFK

AA

B767-300R

Giornaliero

New York JFK

Alitalia

A330

Giornaliero

New York JFK

Emirates

A380

Giornaliero Stagionale dall’11 aprile al 28 ottobre

Milano

Napoli

New York JFK

Meridiana

B767-300

Palermo

New York JFK

Meridiana

B767-300

Stagionale dal 12 aprile al 27 ottobre

Venezia

Atlanta

Delta

B767-400

Stagionale da 2 giugno al 30 settembre

New York EWR

United

B767-400 e B767-300

Stagionale dal 6 maggio al 4 ottobre

New York JFK

Delta

B767-400

Stagionale dal 7 aprile al 28 ottobre

Philadelphia

AA

A330-300

Stagionale da maggio a ottobre

Fonte: Visit Usa (tabella aggiornata a febbraio 2017)

Delta. United Airlines dal 6 maggio al 4 ottobre porta i passeggeri a New York EWR, mentre American Airlines da maggio a ottobre vola con l’A330-300 a Philadelphia. Passando infine al Sud Italia, sono due gli aeroporti collegati direttamente con gli Usa: Napoli Capodichino e Palermo Falcone e Borsellino. Entrambi sono serviti da Meridiana, che vola con il B767-300 dall’11 aprile al 28 ottobre tra Napoli e New York JFK e dal 12 aprile al 27 ottobre tra Palermo e New York JFK sempre con il B767-300. l

A quota dieci Durante lo scalo estivo è possibile raggiungere dieci destinazioni negli Stati Uniti da cinque aeroporti italiani, ovvero Roma, Milano, Venezia, Napoli e Palermo.

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16 Terminal Bari.qxp_Layout 1 10/05/17 14:29 Pagina 38

Terminal Bari

L’aeroporto di Bari è sempre più smart

Nuovo terminal, più collegamenti con l’estero e maggiore qualità nei servizi rivolti alla clientela leisure e business: lo scalo sfonda il muro dei 4,3 milioni di passeggeri e punta ancora più in alto di Antonio Del Piano

Totem Web Point Dotate di sistema touch screen, offrono ai passeggeri informazioni interattive di carattere economico, turistico e culturale, sui servizi dello scalo, sulla rete dei trasporti locali (orari di bus e shuttle) e sulle principali mete turistiche pugliesi. 38

ecolla la Puglia e con essa una larga fetta del territorio meridionale compresa fra la regione adriatica, il Molise, la Basilicata, l’alta Calabria e le province interne della Campania. Un territorio che prende il volo grazie alla crescita del sistema aeroportuale pugliese e dello scalo Karol Wojtila di Bari in particolare. L’aeroporto del capoluogo pugliese, infatti, grazie anche a un’accorta politica di investimenti su strutture e in marketing adottata da istituzioni e società di gestione, è riuscito nell’impresa di far crescere sensibilmente i numeri di collegamenti e passeggeri serviti. Una tendenza positiva che è stata accompagnata, se non favorita, anche dall’adeguamento dello scalo ai più moderni standard di servizio per quanto riguarda gli aeroporti, e dall’inserimento dello stesso scalo nel Piano degli aeroporti nazionali strategici. Per dirla in breve, Bari oggi splende di luce propria e diventa sempre di più la

D

| 2017 maggio

porta di ingresso (e di uscita) per l’Italia meridionale sul versante est. «È cresciuto il network delle destinazioni, anche come hub internazionali collegati, sono aumentate per numero e prestigio le compagnie che scalano i nostri aeroporti, mentre il traffico passeggeri si è attestato su livelli sino a qualche anno fa impensabili – ha spiegato il nuovo presidente di Aeroporti di Puglia spa, Tiziano Onesti, nel corso della sua prima uscita ufficiale –. Nel 2016 gli aeroporti pugliesi hanno ottenuto un risultato storico, superando la soglia dei 6,6 milioni di passeggeri, 4,3 milioni dei quali – altro record assoluto – su Bari». L’eccellente performance del traffico internazionale rappresenta, peraltro, lo specchio fedele di come e quanto la Puglia sia cresciuta in questi anni. «Nonostante questi risultati – ha sottolineato Onesti – sentiamo forte il dovere di proseguire con determinazione su questo percorso, favorendo la stabilizza-

zione e la crescita dei collegamenti, insieme alla qualificazione delle nostre infrastrutture, ormai stabilmente attestate su livelli di eccellenza. Tutto questo operando in sinergia con l’Amministrazione regionale sempre attenta a favorire nuove spinte propulsive». Gli aeroporti sono una piattaforma fondamentale per attrarre e veicolare sviluppo, ma per far ciò è necessario il contributo di tutto il sistema che gravita attorno ad essi. «Partiamo da dati più che positivi, e per questo siamo fiduciosi – auspica il presidente di Aeroporti di Puglia – che anche quest’anno gli aeroporti pugliesi possano confermare il risultato dello scorso anno». L’attuale aerostazione passeggeri si sviluppa su un’area di circa 30.000 metri quadrati distribuiti su cinque livelli, realizzata secondo i più rigorosi standard di sicurezza ed efficienza operativa, che ne fanno una delle più importanti strutture del panorama aeroportuale italiano. Da


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Terminal Bari

Servizi in aeroporto

febbraio 2015 è entrata in esercizio la nuova ala est dell’aerostazione passeggeri, che si sviluppa per circa 13.000 metri quadri, ospita 6 gates e ulteriori spazi commerciali. Grazie all’ampliamento dell’aerostazione passeggeri, Bari potrà far fronte ad un traffico stimato di circa 8 milioni di passeggeri, di cui 1.600 pax/ora di punta TPHP (Typical Peak Hours Passengers). Il richiamo alla Puglia La nuova ala è costata 16,6 milioni di euro – risorse europee e nazionali – ed è stata realizzata da una Ati costituita da tre aziende meridionali: le baresi Debar e Gustamacchia e l’avellinese Monsud. È stata realizzata con particolare attenzione alla gradevolezza estetica, anche in funzione dell’attrazione che deve esercitare sul viaggiatore, soprattutto quello “non low cost”. Le pareti, a vetro, consentono l’accesso alla luce in senso verticale e orizzontale. Le parti non vetrate sono ricoperte di piante. Sono diversi i rimandi alla tradizione pugliese. I pilastri, rivestiti in pietra locale, sono di forma ottagonale con richiamo alla pianta di Castel del

Monte. Sul pavimento è visibile un percorso con pavimento in resina che ingloba sabbia e conchiglie di mare. Il controsoffitto è ondulato a ricordare i venti di Puglia. Su una parete è stato allestito, in forma artistica, una sorta di patchwork coloratissimo realizzato con fasciame di vecchie barche: qui il rimando è alle tradizioni marinaresche. Al centro vi è stata collocata una piccola effigie di San Nicola, protettore di Bari. Nella nuova ala è collocata anche un’installazione artistica (“Quando una goccia cade”), opera multimediale che sintetizza il valore dell’acqua. Anche questa nuova ala, come il resto dell’aerostazione, è realizzata con criteri per il risparmio energetico ed è ricoperta di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia. Un’opera futuristica per un aeroporto che, come sottolineò l’ex presidente della Regione, Nichi Vendola, il giorno dell’inaugurazione, «è il frutto di una strategia visionaria dell’amministrazione, un aeroporto smart che ha inglobato tutte le tecnologie più evolute e, primo in Italia, una stazione ferroviaria adiacente il terminal stesso che lo rende anche uno snodo intermodale». Sale e Vip lounge per il business Tutta l’aerostazione è fornita da un servizio gratuito di wi-fi. Connettersi all’Hot Spot degli Aeroporti di Puglia è facile e veloce e consente di navigare in tutta tranquillità con smartphone o portatile abilitando la

connessione wi-fi sulla rete Linkem Free per la registrazione che richiede solo un indirizzo di posta elettronica e un numero di cellulare ed è obbligatoria solo al primo accesso. Se si dispone di un account Facebook, Twitter, Google Plus e Linkedin non è richiesta la registrazione. L’area business è situata al secondo piano dell’Aeroporto di Bari. Comprende la sala conferenze, la sala riunioni 1 e la sala riunioni 2. È possibile accedere all’area business utilizzando l’ascensore lato est. È un’area organizzata per eventi, conferenze, riunioni e meeting. Inoltre allo stesso piano è possibile usufruire dei servizi di un bar-ristorante. Per i passeggeri d’affari è disponibile anche una Vip Lounge con wifi gratuito, quotidiani e riviste, informazioni sui voli in tempo reale. La sala è accessibile solo per i passeggeri in partenza ed è situata nell’area imbarchi, dopo i controlli di sicurezza. Per i frequent flyer infine c’è la fidelity card Pugliavola che riserva vantaggi esclusivi per gli acquisti in aeroporto, per i parcheggi, per l’autonoleggio e la vip lounge. Pugliavola base dà diritto anche a sconti e vantaggi offerti da altri partner importanti, il cui elenco è in continuo aggiornamento. L’iscrizione per la Carta Base costa 25 euro. La Carta Pugliavola Plus, invece, è stata pensata per chi frequenta assiduamente gli scali pugliesi. Offre infatti vantaggi esclusivi come l’accesso alla vip lounge dell’Aeroporto di Bari con servizio

Il Karol Wojtila di Bari è fornito di numerosi gli esercizi commerciali: ristorazione, libreria, edicola, tabacchi, elettronica, abbigliamento, pelletteria, cosmesi, enogastronomia, bigiotteria, prodotti dolciari, articoli per ufficio, da viaggio, travel retail, duty free, gioielleria. Inoltre, a disposizione dei viaggiatori c’è un punto informativo interno che fa anche prenotazioni alberghiere e svolge attività di agenzia su tutto il territorio.

Tiziano Onesti, presidente di Aeroporti di Puglia

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16 Terminal Bari.qxp_Layout 1 10/05/17 14:05 Pagina 40

Terminal Bari

Scalo a 5 stelle L’aeroporto Karol Wojtyla di Bari, con cinque stelle, è lo scalo italiano con il livello di soddisfazione complessiva più alto, con una valutazione di qualità buona o ottima. Lo rivela l’indagine di Altroconsumo, organizzazione indipendente di consumatori. I parametri presi in considerazione nelle interviste di Altroconsumo, che hanno interessato circa 11.000 passeggeri (ai quali è stato chiesto di valutare la propria esperienza), hanno riguardato l’accessibilità esterna; i tempi di attesa ai controlli di sicurezza; la mobilità interna al terminal; la disponibilità di posti a sedere; bar e ristoranti e toilette. L’aeroporto di Bari, al 38° posto (su 178) nella graduatoria degli aeroporti mondiali interessati, è risultato il migliore a livello nazionale per accessibilità e mobilità interna.

40

bar self service gratuito, tv satellitare, scelta di quotidiani e riviste. L’accesso è esteso ad un ospite o nucleo familiare; l’accesso prioritario ai controlli di sicurezza dell’aeroporto di Bari; maggiori sconti ed offerte (rispetto alla carta base) per tutti i servizi, come il parcheggio, l’avvolgimento bagagli, il noleggio di automobili, i bar e i ristoranti e gli acquisti in aeroporto. L’iscrizione alla carta Plus costa 200 euro.

Varsavia, Vilnius e Katowice con Wizz Air, Zante, Olbia e Genova di Volotea; Vienna con Austrian) e Atene con Aegean, mentre le novità di quest’anno sono Madrid, Siviglia Liverpool e Norimberga operate da Ryanair. Turkish Airlines ha invece comuni-

Rotte internazionali Fra il 2016 e il 2017, il panorama dei collegamenti da e per la Puglia attraverso l’aeroporto di Bari ha visto l’ingresso di nuove linee sia leisure sia business. In particolare, dal Karol Wojtila si decolla alla volta di

cato il prossimo avvio di un collegamento che da Bari, con un unico scalo ad Istanbul, darà la possibilità agli utenti di raggiungere negli Stati Uniti d’America le città di Chicago, Houston, Los Angeles, New York, Washington, Boston, San Francisco e Atlanta. l

L’aeroporto di Bari in breve Nome dell’aeroporto

Aeroporto internazionale Karol Wojtila

Posizione

Via Enzo Ferrari, Bari

Società di gestione

Aeroporti di Puglia

Spazi

L’aerostazione passeggeri si sviluppa su un’area di circa 30.000 metri quadrati distribuiti su cinque livelli

N. compagnie che operano nello scalo

26 vettori, tra cui 8 compagnie low cost

Numero passeggeri

Oltre 4,3 milioni (dato 2016)

Collegamenti con il centro cittadino

Lo scalo è raggiungibile in treno con i collegamenti di Ferrotramviaria o in bus con i servizi di PugliaAirbus, Amtab, Autoservizi Tempesta e Terravision. Operano inoltre nello scalo due società di taxi (Apulia Taxi e Nuova Co. Ta. Ba.)

Servizi per i business traveller e fast track

Una Vip Lounge dello scalo accessibile anche tramite Daily Pass; 3 sale riunioni nell’aerea business situata al secondo piano; servizi di fast track (a pagamento); fidelity card Pugliavola per i viaggiatori frequenti

Parcheggi aeroportuali

Un parcheggio multipiano e 6 parcheggi in superficie per un totale di 1865 posti auto

Ristoranti e negozi

Quattro punti di ristorazione prima dei controlli aeroportuali e 5 dopo. 11 negozi

Società di autonoleggio presenti nello scalo

Otto (Maggiore, Avis Autonoleggio, Budget Autonoleggio, Hertz, Auro Europa Sicily by Car, Europcar, Locauto Rent, Win Rent).

Wi-fi

Sì, gratuito in tutto lo scalo

Sito web dell’aeroporto

www.aeroportidipuglia.it

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17 Mercato.qxp_Layout 1 10/05/17 14:07 Pagina 41

News Mercato

leader nella sicurezza mondiale nei viaggi. Con più di 1.000 sedi in 90 Paesi e 11.000 dipendenti, tra cui 1.400 medici e 200 specialisti della sicurezza, la società può intervenire ovunque, 365 giorni all’anno H24.

UN’ASSICURAZIONE PER PAYPAL AUMENTANO LE PRENOTAZIONI DIRETTE Secondo uno studio realizzato dalla Gbta Foundation in collaborazione con Concur sulle abitudini di prenotazione di 712 viaggiatori d’affari francesi, tedeschi e britannici, le prenotazioni dirette crescono in maniera esponenziale, coinvolgendo anche i servizi in mobilità e quelli della sharing economy. Malgrado almeno un terzo dei viaggiatori interpellati asseriscano di prevedere, per il futuro, un sempre maggior uso di canali alternativi per le loro prenotazioni, 3 su 5 hanno un accesso ai self booking tool delle compagnie di viaggio, che hanno utilizzato normalmente lo scorso anno. Mentre una parte di chi lo ha in dotazione ha preferito fare prenotazioni dirette. In particolare, circa un quarto degli intervistati preferisce utilizzare una Olta per le proprie prenotazioni. Tra le tipologie di viaggiatori d’affari sono i Millenials quelli che ricorrono più frequentemente ai Sbt, mentre 7 su 10 sono coloro che esprimono una grande soddisfazione nell’uso di questi sistemi, anche nei casi in cui non siano obbligatori all’interno dell’azienda. Tra i viaggiatori d’affari dei tre Paesi presi in considerazione sono i francesi quelli che utilizzano di più i sistemi di prenotazione con il 37% del totale, seguiti da

tedeschi (30%) e dai britannici (24%). Tutti gli intervistati hanno prenotato almeno un segmento dei loro viaggi via device portatile nell’ultimo anno, così come crescono le prenotazioni nella sharing economy.

SICUREZZA NEL MICE CON CWT Organizzare gli eventi in tutta sicurezza? Questa l’idea di CWT Meetings & Events, la divisione di Carlson Wagonlit Travel specializzata nell’organizzazione di eventi, che lancia un soluzione globale per il Mice che include i servizi di International SOS a pacchetto. In una nota CWT fa sapere che questa nuova proposta Mice di CWT Meetings ed Events con International SOS è «un’offerta decisamente innovativa in tema di safety & security, che nel contesto di oggi è di fondamentale importanza per tutti» afferma Cindy Fisher, senior vice president e global head di CWT Meetings & Events. Grazie a quest’accordo con International SOS i clienti CWT M&E possono accedere a una consulenza sui rischi del viaggio prima dello stesso, potendo anche integrare piani di supporto medico per gli eventi e altri ulteriori servizi di International SOS. Grazie a ciò i planner e i clienti potranno ricevere gli alert medici e sulla sicurezza e accedere a uno strumento di Travel Risk Assessment ad hoc. International SOS è la società

PayPal entra nell’arena delle assicurazioni di viaggio in Francia, grazie a una partnership con Aon ed Europ Assistance, che potrebbe diventare molto appetibile soprattutto per le piccole e medie imprese. Secondo uno studio commissionato da PayPal sui comportamenti di acquisto online in Francia, sono infatti ancora molti i viaggiatori che non sottoscrivono alcuna assicurazione durante i loro viaggi, ben l’83%, essendo così non coperti in casi di annullamenti imprevisti. E questo succede anche in alcune aziende. Perciò la societàl ha lanciato il programma Assurance Annulation Voyage sviluppato con Aon in partnership con Europ Assistance. Basta attivare l’assicurazione gratuitamente e l’utilizzatore può beneficiare un rimborso in trasporti e alberghi pagati con PayPal per 300 euro all’anno. Somme rese disponibili sul conto PayPal in soli 5 giorni. È possibile avere una copertura supplementare che si può scegliere su annulationvoyage.fr e che va a coprire: malattie di chi viaggia o di un parente stretto; furto del passaporto; licenziamento o spostamento di ruolo; incendio, inondazione o furto con scasso del domicilio; imbottigliamenti non previsti sulla strada per l’aeroporto; divorzio; esami ufficiali che impediscono di mettersi in viaggio; cause di forza maggiore documentabili.

IN BREVE Nuovo a.d. per Uvet Hotel Company Sandro Dal Ferro è il nuovo amministratore delegato di Uvet Hotel Company, la società a cui fa capo la gestione dei Clubviaggi Resort. Dal Ferro

andrà così a integrare e arricchire ulteriormente la Direzione Generale Leisure Uvet, guidata da Piergiulio Donzelli affiancato da Ezio Birondi. Come nuovo amministratore delegato di Clubviaggi Resort, a Dal Ferro è stata affidata la gestione del Santo Stefano Resort in Sardegna, del Twiga Beach in Kenya, del Mursia Cossyra & Spa di Pantelleria e dell’ultima new entry, Le Picchiaie Resort dell’Isola d’Elba. Sarà responsabile di tutto il nuovo piano di sviluppo delle strutture.

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HRG Insight post-trip Integrazione con altri tool aziendali: sì, lo sviluppo viene progettato in funzione delle specifiche esigenze dell’azienda. Formati di esportazione dei documenti: Excel, Csv, Pdf. Modalità di accesso: Web (IE9+, Firefox, Safari, Chrome). Accesso tramite mobile: sì. Modello di pricing: i driver del costo di HRG Insight sono il numero complessivo delle transazioni, la configurazione e la numerica delle dashboard ed eventuali personalizzazioni richieste. Lingue disponibili: inglese.

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Azienda produttrice e/o commercializzatrice: Hogg Robinson Group, www.hrgworldwide.com

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Referenze attive in Italia e nel mondo: Unilever, HSBC, Volkswagen Group e altre importanti aziende clienti di HRG.

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HRG Insight è una tecnologia espressamente progettata in funzione delle esigenze del mercato dei viaggi d’affari per il controllo della spesa. Unisce capacità analitiche (scendendo fino a un massimo dettaglio) a una grafica molto semplice e mappe intuitive per i travel manager che, a loro volta, devono trasferire le informazioni al board aziendale. Lo strumento analizza il dato dalla richiesta di prenotazione all’emissione del biglietto e alla fatturazione (tariffe proposte e risparmi accettati/rifiutati), advance booking ecc. La fonte dei dati è sia il backoffice della Tmc sia il Gds.

1

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Panoramica dei dipendenti in trasferta

Analisi relativa ad alberghi, noleggi auto e altri centri di costo

Fornitore più utilizzato

Riepilogo dati relativi a un periodo specifico

Statistiche di saving

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1 Relativamente alle opportunità di saving mancate, gli importi e le transazioni vengono evidenziati nei report

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SISTEMI DI REPORTISTICA

Global Vision

DISTRIBUITO IN ITALIA: SÌ

Integrazione con altri tool aziendali: nd.

Referenze attive in Italia e nel mondo: nd.

Formati di esportazione dei documenti: Xlm, Csv, Txt, Rtf, Pdf, Doc.

Tipologia cliente ideale: grandi aziende e multinazionali.

Modalità di accesso: user e password.

Punti di forza/opportunità: oltre a permettere una piena accessibilità ai dati relativi agli acquisti dei clienti, il tool è perfetto per le analisi commerciali, dando al cliente la possibilità di avere una maggiore forza commerciale.

Global Vision è un reporting tool avanzato che permette, oltre all’utilizzo di più di 50 report predefiniti, la personalizzazione di report ad hoc sulla base delle specifiche esigenze del cliente, oltre al settaggio di invii periodoci e automatici determinati dal cliente stesso. Con Global Vision è possibile fare benchmark di mercato confrontando i dati di acquisto medi di settore con quelli del cliente, permettendo così di misurare la performance del proprio travel program.

Accesso tramite mobile: mobile responsive. Modello di pricing: nd. Lingue disponibili: inglese, spagnolo, giapponese, francese canadese, russo, tedesco.

Azienda produttrice e/o commercializzatrice: Diners Club International, www.dinersclubgv.com

FUNZIONALITÀ Elaborazione dati in tempo reale EAccesso a informazioni su tariffe e prenotazioni EProduzione di report personalizzati

EArchiviazione dati

ERilascio di alert relativi a opportunità di saving o aree critiche

EReport disponibili ENumero di segmenti emessi con un singolo fornitore

EValore dei biglietti emessi e imputabili a un centro di costo o progetto

ECosto medio per biglietto

ECosto medio per miglia aeree Costo medio per coupon Analisi per singola transazione

Vettori preferiti

Destinazioni più frequenti

Viaggi previsti ed effettuati per singolo viaggiatore

Pnoramica dei dipendenti in trasferta

Enalisi relativa ad alberghi, noleggi auto e altri centri di costo

Fornitore più utilizzato

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A Siena Dopo una ristrutturazione è stato riaperto il Complesso museale di Santa Maria alla Scala. Con i suoi affreschi del Quattrocento, le cappelle e la chiesa della Santissima Annunziata, è sede del Museo archeologico nazionale, nonché di mostre permanenti e temporanee. Info: www.santamariadellascala.com

LONDRA The Pink Floyd Exhibition Tra i numerosi gruppi che animarono lo scenario del rock negli anni Settanta, i Pink Floyd sono sicuramente quelli che con più serietà e determinazione hanno cercato di esprimere al meglio il disagio esistenziale e la rivoluzione culturale di quel periodo. Elaborarono un suono lontano da ogni schema predefinito e si affidarono alla sperimentazione dell’elettronica, allora in fase nascente. Con il tempo le linee armoniche e melodiche del tastierista Richard Wright e del talentuoso chitarrista David Gilmour si unirono agli strani schemi creativi del bassista Roger Waters per elaborare un sound unico, il Pink Floyd Sound appunto, dove musica e immagini, anch’esse figlie della controcultura e dell’avanguardia della Swinging London, creavano uno spettacolo unico per intensità e scenografia. Arrivò quindi The Dark Side of the

Moon, uno dei grandi album del rock, uno dei più venduti di tutti i tempi e ancora oggi sempre attuale per musica e contenuti, nonostante gli oltre quarant’anni trascorsi. Il Victoria e Albert Museum ricorda oggi il gruppo con la mostra Their Mortal Remains. The Pink Floyd Exhibition, dal 13 maggio al 1 ottobre 2017. Orari: dalle 10 alle 17.45, il venerdì dalle 10 alle 22. Info: http://pinkfloydexhibition.com MILANO Kandinskij, il cavaliere errante Giallo, rosso e blu, un olio su tela, è senz’altro l’opera immediatamente riconoscibile di Vasilij Kandinskij (1866-1944), uno dei grandi nomi dell’arte del Novecento, conosciuto soprattutto per essere stato “l’inventore” dell’astrattismo. Infatti, l’artista – attraverso i colori resi simbolo di stati d’animo ed espressioni della vita,

nonché allegoria dei suoni musicali – ruppe con i canoni tradizionali e cercò di superare la grande crisi dell’arte avvenuta nella seconda metà dell’Ottocento, quando la fotografia e la sperimentazione di ogni rappresentazione estetica della realtà avevano colpito in modo irrimediabile la pittura. Paradossalmente, il tragitto di Kandinskij è quello di un ritorno al passato sacrale dell’arte russa, dove, com’è noto, le icone sono oggetti di devozione religiosa e la cui immagine trascende nei colori. Difatti Kandinskij iniziò a dipingere temi caratteristici del folklore religioso popolare, come ad esempio Giorgio e il drago, e i colori vividi con cui raffigurò dapprima paesaggi della natura russa divennero in seguito punti e linee, segni immediati del tratto pittorico, ma anche manifestazione di una nuova spiritualità senz’altro meno cupa e più gioiosa, comunque una speranza. La mostra in programma al Mudec – Museo delle Culture, dal tutolo Kandinskij il cavaliere errante in viaggio verso l’astrazione, si propone, con l’esibizione di opere provenienti dai principali musei russi, di mostrare il

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percorso culturale di Kandinskij verso l’astrattismo. Fino al 9 luglio. Dalle 9.30 alle 19.30, il lunedì dalle 14.30 alle 19.30, il giovedì e il sabato dalle 9.30 alle 22.30. Info: www.mudec.it/ita VENEZIA Hieronymus Bosch e Venezia Hieronymus Bosch, vissuto a cavallo del XIV e XV secolo, è noto per i suoi quadri popolati da inquietanti figure mostruose e dai colori vividi, che si discostano dal realismo fiammingo a lui coevo. Oggi, dopo un accurato restauro, Palazzo Ducale propone due trittici e quattro tavole del pittore (La martire crocifissa, Gli eremiti, Quattro visioni dell’aldilà), accanto a una cinquantina di quadri provenienti da tutta l’Europa (Jacopo Palma il Giovane, Jan van Scorel, Joseph Heintz tra i più noti), bulini e disegni di Cranach, Dürer e Bruguel, statue e libri dell’epoca. Fine dell’esposizione è rivelare come a Venezia, oltre alla serenità e alla classicità dell’estetica tizianesca, fosse presente anche un mondo più sotterraneo, nascosto e irrazionale, di cui fu espressione il cardinale Domenico Grimani, inquieto esploratore della cabalà ebraica e delle suggestioni artistiche del settentrione europeo, di una visione della realtà ormai lontana dai valori del Medioevo e della Chiesa. Hieronymus Bosch, con i suoi ritratti inquietanti e fantastici e con l’affresco dell’immaginario sociale e religioso, avrebbe aggiunto un tono ironico, forse anche di sarcasmo. Fino al 5 giugno. Orari: dalle 8.30 alle 19. Info: http://palazzoducale.visitmuve.it 2017 maggio |

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A Milano Da vedere la mostra Manet e la Parigi moderna, a Palazzo Reale: un centinaio di opere provenienti dal Musée d’Orsay di Parigi, con artisti quali Boldini, Cézanne, Gauguin, Monet e Renoir. Fino al 2 luglio. Info: www.manetmilano.it

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Viaggi di carta La chimica dell’acqua La mattina in cui l’avvocato Attilio Giorgetti viene trovato cadavere nella lussuosa piscina dove è solito nuotare ogni giorno prima di iniziare il lavoro nel cuore di un mondo fatto di ricchezza e di ferocia, l’alta società milanese, opulenta quanto discreta, influente e invisibile, apre un nuovo, nerissimo quadro della sua scena. Stretta dalle indagini della polizia, Adriana, la moglie del defunto, donna elegante e fascinosa ma turbata dai propri fantasmi e da un ménage famigliare inquieto, decide di affidare una “contro” indagine al detective Guglielmo Corna. Uomo solido, dal carattere schivo, capace però di risolvere i più intricati enigmi della cronaca, Corna ha sempre tenuto ben separate la vita professionale e quella privata. Da qualche tempo ha lasciato Milano e vive sul lago d’Orta, alla ricerca di consuetudini più tranquille e genuine, deciso a tagliare i ponti con l’ambiente borghese in cui è cresciuto e che sente minato al fondo dall’ipocrisia. Il nuovo caso, però, lo riporta indietro, a Milano. Il detective, infatti, farà i conti con la celebre teoria dei sei gradi di separazione: una spirale di avvincenti rivelazioni lo costringerà, infatti,a interrogarsi non solo sul reale coinvolgimento della vedova nell’omicidio dell’avvocato Giorgetti, ma anche sul proprio.Un giallo elegante, questo della scrittrice esordiente Sara Kim Fattorini, dove si muovono personaggi cinici e insospettabili sullo sfondo di una Milano bellissima e profondamente nera. Sara Kim Fattorini, La chimica dell’acqua, Società editrice Milanese, 15 euro Filosofia della paura Che cos’è la paura? E soprattutto di che cosa dobbiamo avere paura? La cronaca offre continuamente spunti: terrorismo, criminalità, crisi economica, catastrofi naturali, incidenti. La sicurezza, dopotutto solo un aspetto della nostra vita, è diventata oggi l’imperativo politico per eccellenza e sembra aver assorbito la nostra quotidianità. Ma la paura è parte

integrante del nostro essere e non possiamo farne a meno. Anzi, un erudito studioso, Jean Delumeau, anni fa aveva tratteggiato con un bellissimo testo, Storia della paura in Occidente, uno degli elementi caratterizzanti della nostra evoluzione culturale. Che cosa saremmo stati senza la spinta a costruire complessi meccanismi di difesa, non solo materiali, senza la nostra fragilità esistenziale? Oggi il filosofo svedese Lars Svendsen riprende il tema inserendolo in un contesto più quotidiano e sottolineando i danni che essa può fare. Ad esempio, negli Stati Uniti del dopo 11 settembre gli incidenti stradali mortali sono aumentati di 1200 unità, causati dall’aumento del traffico provocato dalla paura del terrorismo aereo. La sola ragione, quello strumento che ha permesso a quell’essere impaurito, smarrito e debole che è l’uomo, deve dettare un percorso esistenziale che contempli sempre libertà e dignità. Lars Svendsen, Filosofia della paura. Come, quando e perché la sicurezza è diventata nemica della libertà, Edizioni Castelvecchi, 16 euro Andare per ville e palazzi Snello ma erudito, questo libro si offre come una guida alle ville e ai palazzi italiani meno noti ed estranei al turismo di massa. Il percorso inizia con la Domus area neroniana e giunge sino al Barocco, toccando edifici come Palazzo Labia a Venezia, Villa Albani a Roma, Villa La Malcontenta a Mira, Palazzo Beneventano a Siracusa e Palazzo Corsini a Firenze. Si tratta di una parte, anche piccola, di quell’immenso patrimonio culturale italiano non ancora apprezzato e valorizzato. Il testo appartiene a una collana (Ritrovare l’Italia) che si propone di offrire al pubblico una guida curiosa e al tempo stesso colta all’arte nazionale. Quest’anno sono stati pubblicati: Andare per monasteri, Andare per la Sicilia dei Greci, Andare per cattedrali in Puglia. Costantino Orazio, Andare per ville e palazzi, il Mulino, 12 euro

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Registrazione Tribunale di Milano n° 624 del 22/09/2000 Direttore Responsabile Alberto Vita Collaboratori Andrea Barbieri Carones, Alberto De Antoni, Arianna De Nittis, Caterina Maconi, Paola Mighetto, Massimiliano Sarti Impaginazione Gianluca Ubezzi Impaginazione Nuovo Osservatorio sui Viaggi d’Affari 2017 Raffaella Valsecchi Stampa Prontostampa Srl, Verdellino di Zingonia (BG) Distribuzione in Italia Prontostampa Srl, Verdellino di Zingonia (BG)

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Tariffa abbonamento annuo: 35,00 euro Bonifico bancario per Banca Popolare di Sondrio, Agenzia n. 13 di Milano c/c 000005445X70 - CIN X ABI 05696 CAB 01612 IBAN IT78X0569601612000005445X70 intestato a Newsteca Srl D.Lgs 196/03 del 30 giugno 2003 (tutela della privacy): titolare del trattamento dei dati personali utilizzati per l’invio della rivista è Newsteca Srl. Gli interessati potranno esercitare i diritti previsti dall’art. 7 del citato D.Lgs. telefonando al n. 02/20241122 Il responsabile del trattamento dei dati raccolti in banche dati ad uso redazionale è il direttore responsabile a cui ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D.Lgs 196/03 (tel. 02/20241122 - fax 02/20241096).

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American Airlines e il logo Flight Symbol sono tutti marchi di American Airlines, Inc. oneworld è un marchio di oneworld Alliance, LLC. ©American Airlines, 2017.


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