Non di solo
PANE Sussidio di preghiera per la famiglia Domenica 22 Marzo 2015 V Settimana di Quaresima
Anno XV - n째
702
Se il chicco di grano non muore ...
Itinerari di preghiera quotidiana
Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”
Sussidio di preghiera per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.latracciameditazioni.it
Marzo 2015
Offerta quotidiana Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere, le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese Intenzione del Santo Padre Perché quanti sono impegnati nella ricerca scientifica si pongano al servizio del bene integrale della persona umana.
Intenzione missionaria Perché sia sempre più riconosciuto il contributo proprio della donna alla vita della chiesa.
Intenzione dei vescovi Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il Cuore del tuo Figlio Gesù Cristo che continua ad offrirsi a te nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi affinché io possa essere testimone del tuo amore.
Perché l’impegno quaresimale ci educhi ad uno stile di sobrietà e di condivisione.
Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché i credenti crescano nella fede, nella speranza e nell'amore e siano veri testimoni di Cristo nel mondo.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 2
V Domenica di Quaresima Geremia 31,31-34 Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato.
Domenica 22 Marzo I Settimana del Salterio
Il santo del Giorno: Santa Lea
La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella, animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua residenza sull'Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova in gio-
vane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre, Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console. Ma lei è entrata invece nella comunità di Marcella, dove si studiano le Scritture e si prega insieme, vivendo in castità e povertà. Con questa scel-
ta, Lea capovolge modi e ritmi della sua vita. Marcella ha in lei una fiducia totale: tant'è che le affida il compito di formare le giovani nella vita di fede e nella pratica della carità nascosta e silenziosa. Quando Girolamo ne parla, nel 384, Lea è già morta.
Brano Evangelico: Gv 12, 20-33
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.
Contemplo: È sempre Pasqua: morte e risurrezione, sempre.
Tutto il mistero pasquale giunge fino a noi, e noi siamo coinvolti: Gesù diventa nostro contemporaneo. (Tonino Bello)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 3
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Se il chicco di grano non muore Meditazione di Mons. Luciano Monari Vescovo
Dio glorifica il suo nome quando fa accadere nel mondo qualche cosa che diventi un riflesso della sua santità. Avvenimenti, persone, situazioni in cui l’uomo può incontrate la bontà e la vicinanza di Dio. Non c’è dubbio che Dio ha glorificato il suo nome quando ha mandato Gesù Cristo in mezzo agli uomini come sorgente di perdono e d’amore. Gesù che guarisce i malati o che libera gli indemoniati o che purifica i lebbrosi: Gesù che passa facendo del bene glorifica il nome di Dio, cioè fa vedere che Dio è amore, bontà e misericordia nei confronti di tutti. Ma la cosa interessante nel Vangelo è
che la glorificazione più grande del nome di Dio non sono i miracoli di Gesù e non sono quei gesti particolari e grandi di perdono che Gesù ha offerto a singole persone ma la rivelazione più grande dell’amore di Dio è il crocifisso. E’ quell’uomo appeso alla croce che perde tutto quello che umanamente possiede: perde la vita e con la vita sembra che perda anche l’onore e la dignità. Ma in questa perdita ci sta esattamente la rivelazione dell’amore di Dio, di quanto è grande questo amore, di quanto è creativo, di quanto è capace di offrire, di mettere in gioco se stesso in favore degli uomini. Per questo, dice il
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Vangelo di oggi, che la passione e la morte di Gesù sono come l’esperienza del chicco di grano che viene sepolto nella terra e sotto terra marcisce. Marcisce vuol dire che quella ricchezza di vita che possiede viene dispersa, perde la sua protezione ma però proprio in questo marcire, questo morire il chicco di grano diventa germe di una vita nuova. Così è la vita di Gesù: è passato facendo del bene e a portato a compimento questo bene attraverso il dono della sua vita. Appeso alla croce Gesù diventa una sorgente d’amore e di perdono per tutti gli uomini; per questo dice “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me”. La croce sembra che abbia niente di gradevole, niente che possa attirare; e invece no, invece proprio perché possiede la profondità dell’amore che si dona, proprio per questo, anche nella croce, nel crocifisso c’è qualcosa che può attirare e che può muovere la nostra vita ad un comportamento di conversione, di amore e di perdono verso gli altri.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 4
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Preghiamo la Parola
Contemplatio:
«In quel tempo — dice il testo evangelico — tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa, c'erano anche alcuni greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli chiesero: Signore, vogliamo vedere Gesù». «Alcuni greci». Commenta s. Agostino: simbolo, questi greci, della ragione umana, di una ragione che ha indagato, di una ragione che ha cercato di capire. E c'è qualche cosa che non è ancora riuscita a capire a fondo. E vanno anche loro a Gerusalemme. «Vogliamo vedere Gesù». Proprio perché c'è qualche cosa che non sono riusciti a capire del tutto, il loro desiderio di vedere, di vedere Gesù, è molto più di una curiosità, che avrebbero potuto soddisfare restando tra la folla, e sottintende il desiderio di un contatto personale con Cristo. Il problema è molto al di là e più profondo del desiderio di vedere Gesù: è il problema esistenziale, il problema della tristezza, dell'angoscia, dei tormenti interiori, delle crisi. E vogliono parlarne con lui, con Gesù, di cui hanno sentito parlare. Però a parte, fuori dalla folla; e anche qui, commenta il santo, un significato: non è nel frastuono, non è in mezzo alla moltitudine che l'uomo risolve i suoi problemi, soprattutto questi problemi esistenziali, ma è nell'interiorità dello spirito, con se stesso, di fronte a se stesso, soprattutto di fronte a quella coscienza che parla al suo spirito. E quella coscienza che parla al suo spirito è questo Verbo, il Verbo di Dio, che parla a ogni uomo, credente e non credente: al credente come Verbo conosciuto, incarnato, attraverso la fede e la rivelazione, al non credente come voce di coscienza. Ma è lì, nel cuore di ogni uomo.
Signore, noi ti rendiamo grazie perché ci attiri alla tua croce. Attiraci a te e troveremo il solco in cui macerare. Attiraci a te e ogni gioia, ogni sofferenza avrà un senso, un fine. Attiraci a te e, senza paura, afferrata la tua mano, capiremo che il dolore è il primo, necessario passo per risorgere con te. Kyrie eleison!
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 5
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V Settimana di Quaresima Daniele 13,41c-62 Allora Susanna ad alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci le cose prima che accadano, tu lo sai che hanno deposto il falso contro di me! Io muoio innocente di quanto essi iniquamente hanno tramato contro di me». E il Signore ascoltò la sua voce.
Lunedì 23 Marzo I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Beata Annunciata Cocchetti Nata a Rovato (Bs) il 9 maggio 1800, Annunciata rimase orfana dei genitori a sette anni. A 17 anni aprì nella sua casa una scuola per le fanciulle povere del paese. A 22 anni divenne la prima insegnante della scuola femminile di Rovato. Alla morte della nonna, che l'aveva allevata, passò sei anni a Milano. Nel 1831 andò a Cemmo in Valcamonica dove si trovava una scuola aperta da
Erminia Panzerini, che fin dal 1821 la gestiva secondo lo spirito dell'Opera di Santa Dorotea. Annunciata vi prestò la sua opera di maestra per dieci anni. Alla morte della Panzerini nel 1842 si trasferì a Venezia divenendo una suore dorotea. Nell'ottobre dello stesso anno ritornò a Cemmo con altre due religiose e nel 1843 emise i voti. Per 40
anni si dedicò all'apostolato nella Valcamonica. Nel 1853 aprì a Cemmo un noviziato proprio, sviluppandolo in modo autonomo e diffondendosi anche fuori d'Italia. Morì il 23 marzo 1882. È stata beatificata il 21 aprile 1991.
Brano Evangelico: Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Contemplo: Se con l'eucaristia Dio prende dimora in noi, questo deve vedersi nell'irraggiamento di ciò che egli è: verità, amore, pace, pazienza, unità. Non vi è autentica eucaristia se non diventiamo pietre vive per la costruzione della Chiesa e lievito di giustizia per fermentare tutto il mondo. (Anna Maria Cànopi)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 6
meditazione Dio Amore
Preghiamo la Parola
Meditazione a cura della redazione
Gesù andava spesso sul monte degli Ulivi per pregare, per incontrare il Padre nel silenzio e nell'intimità. All'alba Gesù s'icamminò verso il Tempio. In quel momento i farisei vanno da Gesù con la donna sorpresa in adulterio. Gesù, dopo aver ascoltato gli accusatori, lancia loro una sfida: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra".
Alla
fine
del
brano
Gesù
dirà:
"Nemmeno io ti condanno...". Ancora oggi la donna è trattata come un oggetto di piacere, è accusata, è maltrattata, picchiata. Gesù rialza la donna, ridà alla donna vita nuova, la ri spetta e non la condanna. Partire in missione o rimanere nel proprio paese è portare al mondo il Dio Amore e far riscoprire nelle diverse società la dignità dell'uomo e della donna, come il Vangelo ce la presenta, è liberare la donna
Quelle parole scritte con un gesto assorto sulla terra le ignoriamo, eppure il nostro cuore le conosce, ciascuno può leggervi il proprio nome, la verità di sé, un segno necessario a orientare il passo, un dono d'amore. Così simili a quella donna fragile e salvata da te, troppo simili, a volte, alla durezza di chi è pronto a scagliare la pietra: scrivi per noi, Signore, le parole della tua giustizia, che è solo amore e fa' che le sappiamo leggere col cuore. Kyrie eleison!
dalle sue paure, dalla sua inferiorità, offrirle la consapevolezza che esiste come persona e che può dare un volto nuovo al mondo. Signore Gesù, aiutaci a non condannare, ma ad amare
Agisci
e perdonare. Sr Maurizia Mitelli - Nuova Caledonia
Oggi, e ogni volta che sto per giudicare qualcuno, mi ricorderò di questa celebre frase di Gesù: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra...». È abbastanza nota ma, chissà per ché, non ci pensiamo mai quando giudichiamo. Maria, madre di Misericordia, sii il nostro modello.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 7
Martedì 24 Marzo
V Settimana di Quaresima Numeri 21,4-9 Il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.
I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Santa Caterina di Svezia
L'etimologia del nome «Caterina» attinge al greco «donna pura». Tale fu Catarina Ulfsdotter, meglio conosciuta come Caterina di Svezia, secondogenita degli otto figli di santa Brigida, la grande mistica svedese che ha segnato profondamente la storia, la vita e la letteratura del Paese
scandinavo. Nata nel 1331, in giovanissima età Caterina sposò Edgarvon Kyren, nobile di discendenza ma soprattutto d'animo: questi non solo acconsentì al desiderio della ragazza di osservare il voto di continenza, ma si legò addirittura allo stesso voto. A 19 anni Caterina
raggiunse la madre a Roma, dove partecipò alla sua intensa vita religiosa e ai suoi pellegrinaggi. Alla morte di Brigida, Caterina ne riportò in patria la salma e, nel 1375, entrò nel monastero di Vadstena. Nel 1380 venne eletta badessa; morì il 24 marzo 1381.
Brano Evangelico: Gv 8, 21-30
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire». Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: “Dove vado io, voi non potete venire”?». E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati». Gli dissero allora: «Tu, chi sei?». Gesù disse loro: «Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo». Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
Contemplo: Numerosi sono i modi con cui Dio si risveglia nell'anima; sono così tanti che non finirei mai di enumerarli, ma questo, di cui parla l'anima, che viene fatto dal Figlio di Dio, è, a mio parere, uno dei più sublimi e quello che produce in lei beni maggiori. Esso infatti è un movimento che il Verbo fa nella sostanza dell'anima ed è di tanta grandezza, gloria e soavità, da sembrare in lei che tutti i balsami, tutte le spezie odorifere e tutti i fiori del mondo vengano scossi per spargere la loro fragranza. Le pare inoltre che tutti i regni e i domini della terra e tutte le virtù e i poteri del cielo si muovano; le sembra infine che tutte le virtù, le sostanze, le perfezioni e le grazie di ogni cosa creata risplendano e facciano insieme lo stesso movimento. (San Giovanni della Croce)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 8
meditazione In orrore la tirrania sulle anime
Preghiamo la Parola
Meditazione di Fiorella Elmetti
I farisei mettevano della malizia nei confronti di Gesù, rimproverando chi, come Nicodemo, apriva uno spiraglio di dialogo con Lui: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!". È proprio il perseverare nelle proprie certezze che porterà al fanatismo e alla condanna a morte di Gesù, il quale, da parte sua, fa di tutto per respingere questo atteggiamento di durezza. Perciò afferma: "Dove vado io, voi non potete venire... Voi siete di quaggiù, io sono di lassù". Certo, è provocante, tuttavia è un modo per dire "no" a questa chiusura mentale e spirituale. Lo scrittore francese Voltaire rivolgendosi a Dio scrive: "...Fa’ in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per celebrarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole; che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bisogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto un mantello di lana nera; che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o in uno più nuovo. Fa’ che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su una piccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo, e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioiscano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano “grandezza” e “ricchezza”, e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cose vane non c’è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi. Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli! Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime, come odiamo il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del lavoro e dell’attività pacifica! Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceriamoci gli uni con gli altri nei periodi di pace...".
Verso il creato che ci affascina, verso le molte persone che con noi si affannano, verso la storia del nostro tempo, in luoghi lontanissimi e verso i vicinissimi poveri, verso le molte ingiustizie da sanare... alziamo lo sguardo, Allarghiamo i confini del cuore, smettiamo di lamentarci e preoccuparci, focalizzati in un'unica direzione, la nostra! Alziamo lo sguardo, una volta per tutte, verso la tua croce santa che dà ordine, significato profondo, orizzonte sconfinato alla nostra vita! Kyrie eleison!
Agisci Oggi rivolgerò una preghiera al Signore sia per me che per tutti i fratelli sofferenti. Sperimenterò la bellezza della preghiera di interces sione in favore degli altri, sull'esempio di Maria, mediatrice di ogni grazia.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 9
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Morire per far vivere Pagina curata da Cristina e Tiziana
Parlare dell'annientamento di Gesù è davvero osare l'impossibile. L'uomo Gesù vince perdendo. Vince negando a se stesso come uomo il potere di dominare, di affermarsi di fronte agli altri e sugli altri. Ne aveva una lucidissima consapevolezza che traspariva da tutto il suo insegnamento e da tutta la sua vita. Curiosi investigatori o gente bramosa di conoscenza e di esperienze eccezionali, alcuni Greci lo volevano accostare negli ultimi suoi giorni a Gerusalemme. Egli
esce con quella bellissima immagine che richiama così da vicino la parabola del regno dei cieli: «In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24). II chicco di frumento è lui stesso: Gesù. La abbassamento dell'incarnazione raggiungerà infatti il suo estremo limite nella passione e nella morte sulla croce. Ma l'immagine del chicco di grano, che muore e dà la spiga e poi il pane, ha pure un nesso molto eviden-
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te con il mistero dell'eucaristia. La vitalità di quel seme sepolto è prodigiosa. La legge del seme è quella di morire per moltiplicarsi: non ha altro senso, altra funzione che questa: è un servizio alla vita. Così l'annientamento di Gesù Cristo: seme di vita sepolto nella terra. Per Gesù amare è servire e servire è scomparire nella vita degli altri, morire per far vivere. Ogni dono di sé è una semina di amore che fa nascere amore. Là dove è più difficile accettare l'annientamento di essere servi degli altri e di essere mangiati dagli altri, là si raccoglie più abbondante il frutto della carità. Ecco, ci conceda il Signore di arrivare a questa resa totale del nostro essere ogni volta che ci troviamo a fargli le nostre rimostranze con discorsi da ragazzi petulanti e sconsiderati. Ci conceda di immergerci nel suo mistero di umiltà e di gloria mal grado la nostra incapacità a capirlo (A.M. CÀNOPI, L'annientamento di Cristo, perpetuato nel mistero eucaristico..., in «Deus absconditus», Ghiffa 1980, 60-69, passim).
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 10
V Settimana di Quaresima Isaia 7,10-14 Il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore». Acaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaia disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, perché "Dio è con noi"».
Mercoledì 25 Marzo I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Annunciazione del Signore Festa del Signore, l'Annunciazione inaugura l'evento in cui il figlio di Dio si fa carne per consumare il suo sacrificio redentivo in obbedienza al Padre e per essere il primo dei risorti. La Chiesa, come Maria, si associa all'obbedienza del Cristo, vivendo sacramentalmente nella fede il significato pasquale della annuncia-
zione. Maria è la figlia di Sion che, a coronamento della lunga attesa, accoglie con il suo 'Fiat' e concepisce per opera dello Spirito santo il Salvatore. In lei Vergine e Madre il popolo della promessa diventa il nuovo Israele, Chiesa di Cristo. I nove mesi tra la concezione e la nascita
del Salvatore spiegano la data odierna rispetto alla solennità del 25 dicembre. Calcoli eruditi e considerazioni mistiche fissavano ugualmente al 25 marzo l'evento della prima creazione e della rinnovazione del mondo nella Pasqua.
Brano Evangelico: Lc 1, 26-38
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazareth, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
Contemplo: L'Ostia Immacolata ti ricordi l'Immacolata Madre di Gesù! È a Maria che dobbiamo l'Eucaristia. Essa è l'Aurora del SS. Sacramento.
(Maria Candida dell'Eucaristia)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 11
meditazione “Non temere”
Preghiamo la Parola
a cura Tiziana e Cristina
A Lourdes, nell’oscura grotta di Massabielle, la statua della Bianca Signora, come amava definire la Madonna Bernardette Soubirous prima di conoscere la sua vera identità, se ne sta raccolta in preghiera. La sua è una presenza che rivela il Mistero. Basta incrociare il suo sguardo per sentirsi sfiorare dall’amore, avvolti in una carezza piena di tenerezza. E di tutti coloro che passano ai suoi piedi lei ascolta le preghiere, annerendo per il fumo delle candele, sempre accese e numerose. Da pochi anni, una luce la illumina la sera, ma per tutti è sempre stato chiaro che lei è più che un angelo, luce nella luce, come lo è chiunque opera la volontà di Dio. Come la luna che risplende nell’oscurità della notte. Come i raggi del sole che si irradiano negli angoli più disparati del mondo. Per questo Maria è “piena di grazia” e il suo “Eccomi” risuona come quel giorno in cui a Nazareth “l’angelo Gabriele fu mandato da Dio”. L’Incarnazione di Dio nella storia non è una favola, ma il compimento della promessa di Dio che non lascia l’uomo senza speranza. Eppure, Dio non fa tutto da solo, non forza gli eventi, ma attende che lei sappia ritrovare se stessa dopo un attimo di smarrimento. Per questo, come fa notare padre Ermes Ronchi, “è necessario molto silenzio per ascoltare lo stupefatto silenzio di Dio… Ma non temere, Maria. Dio entra nella vita, che è fatta anche di turbamenti, di emozioni confuse, e porta nuove stelle polari. Entra nella vita, anche se è inadeguata. O forse proprio per questo!”. La festa di oggi ci dice proprio questo: “Non temere”…, se non siamo sempre all’altezza della situazione, Dio viene, è questo che importa. Come è venuto a sostenere la sconvolgente maternità di Maria, così viene a sostenere il nostro cammino, il nostro fragile sì, seme di vita.
Come in ogni dialogo d'amore un «sì» non può che essere preceduto da una domanda, da un proporsi delicato e irresistibile. Mentre contempliamo, ancora e sempre, quell'«Eccomi» di Maria, che lascia spazio al disegno di salvezza d i Dio oggi riflettiamo con esultanza sull'inizio degli inizi: Dio innamorato dell'uomo si propone, si fa avanti, crede nella nostra umanità e continua a credervi. Kyrie eleison!
Agisci Dio è con noi, questa certezza deve accompagnarci in ogni istante della nostra giornata. Egli ha voluto condividere anche la nostra esperienza umana, con tutte le sue difficoltà. Penso mai a questo? Quali conseguenze ha per me?
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 12
V Settimana di Quaresima Genesi 17,3-9 Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: « Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te»[…]
Giovedì 26 Marzo I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Beata Maddalena Caterina Morano Nata a Chieri, nel Torinese, il 15 novembre 1847, è la sesta di otto figli. Il padre muore nel 1855 quando già cinque dei suoi figli erano morti. Maddalena, a soli otto anni, inizia a lavorare con il telaio e a dieci sente il desiderio di fare la maestra. Il suo sogno si avvera dopo cinque anni. Il parroco di Buttigliera d'Asti apre una scuola materna e Maddalena,
non ancora quindicenne, è assunta come maestra. Nel 1877 Maddalena confessa alla madre il suo desiderio di farsi suora, ma avendo compiuto trent'anni, è respinta sia dalle Figlie della Carità sia dalle Domenicane. L'anno successivo don Bosco l'accetta nella sua Congregazione e il 4 settembre 1879 emette la professione religiosa
nelle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ricopre subito incarichi di responsabilità poi viene trasferita in Sicilia: in 26 anni fonda 19 case, 12 oratori, 6 scuole, 5 asili, 4 convitti, 3 scuole di religione. Muore il 26 marzo 1908. È stata beatificata il 5 novembre 1994.
Brano Evangelico: Gv 8, 51-59 In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
Contemplo: Mentre la mia anima era piena di gioia e si trovava nel seno della Trinità, dentro il tabernacolo nel quale si ripone il corpo di Cristo, capiva che egli è in ogni luogo e riempie tutto l'universo. Allora l'anima, presa dalla meraviglia, come incantata guardava quel tabernacolo e in mezzo alla sua gioia esclamò: «Perché provo tanta gioia nel contemplarti in questo tabernacolo? E perché, trovandoti tu in ogni luogo, non provo uguale gioia in ogni luogo?». Egli mi disse parole così oscure che non le ricordo più perfettamente, ed anche: «Sono prigioniero in questa cella per le parole ch'io faccio pronunciare, e questo faccio per singolare miracolo». (Angela da Foligno)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 13
meditazione Un cammino continuo
Preghiamo la Parola
Meditazione di Elmetti Fiorella
Osservare e conoscere sono i due verbi che emergono in questo testo. Ma non sono sciolti, anzi, l'uno porta di conseguenza all'altro, come un fragoroso temporale può portare alla bellezza dell'arcobaleno o come una prova di dolore può portare alla fede. Mi sembra importante in merito la testimonianza di Nek, noto cantante che recentemente si è esibito al Festival di Sanremo: "Prima ero un po’ tiepido con Dio, mentre ora provo sempre più il bisogno di non sentirmi solo. Il mio rapporto con la religione è un cammino continuo; un continuo conoscere, conoscersi, accettarsi, capire i propri limiti. A volte ci si riesce, altre no, si cade, ci si rialza, ma l’importante è andare avanti. Per capire il posto che la fede occupa nella mia vita non mi sono limitato a leggere il Vangelo, ma ho voluto toccare con mano; sono andato a Medjugore, ma pure nelle comunità per capire perché una persona che magari ha smarrito la sua dignità la ritrova attraverso un’esperienza di fede. Dopo vent’anni di vita assieme qualche incomprensione può arrivare. Quattro anni e mezzo fa la nascita della nostra piccola Beatrice, con tutte le criticità che un evento così importante a volte comporta, ha rischiato di allontanarmi da mia moglie Patrizia. Grazie al cielo fra noi è bastato uno sguardo per capire l’abisso che si stava aprendo e siamo tornati indietro. Il dolore è forse l’unica cosa che ti fa capire cos’è utile e cosa è futile. Tre anni fa, ad esempio, ho perso mio padre Cesare; dopo due anni e mezzo di sofferenza, ho visto l’eroe della mia vita spegnersi piano piano. Una parte di me ha pianto quel vuoto, mentre l’altra attraverso la fede ha accettato la condizione; non l’ha subita, non ne ha fatta una colpa al mondo, ma ha cercato di reagire. Anche se in certe situazioni è tutt’altro che facile".
Signore, perché temiamo? Tu sei nostro alleato, nostro amico, nostro scudo. Tu sei al nostro fianco, compagno che non delude e non tradisce, ma che, tradito e deluso, insegna amore e perdono. Signore dei pellegrini alleato prezioso e fonte di ogni vita, di ogni nuova partenza, noi ti rendiamo grazie per la tua. Kyrie eleison!
Agisci Ricordiamoci che, nonostante tutto, noi possiamo essere pieni di gioia, perché abbiamo potuto conoscere ciò che il Salvatore ha fatto per noi. Oggi dedicherò la mia giornata al tema della gioia vera, che ci viene dal Signore e dalle piccole cose che egli ci dona nella giornata.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 14
G l i
a p p r o f o n di m e n ti
Da un’omelia di don Luciano
Imprecando o pregando. Pagina curata da Cristina e Tiziana
Di fronte alla morte di un bambino o di una giovane mamma, alla sofferenza innocente del giusto o alla lenta agonia provocata da un male incurabile si può reagire in vari modi: bestemmiando o pregando, scivolando lentamente nel baratro del non senso o aggrappandosi tenacemente alla tenue radice della fede. La sofferenza difficilmente è neutra: ci interpella, ci spinge sulla strada di un “paese lontano” o ci fa bussare alla porta socchiusa della “casa paterna”, ad un focolare da sempre preparato e eccesso dalla provvidenza per le buie e fredde notti invernali. La sofferenza metto sempre e comunque a dura prova, lascia i segni, ferite che si rimarginano con gli anni ma che lasciano comunque una cicatrice. La sofferenza interpella, sempre e comunque. Lo scrittore napoletano Erri De Luca ricorda:
«Accompagnavo, con una piccola folla, alla sepoltura una bambina di dieci anni morta di cancro. Nel fruscio dei passi del piccolo corteo si levò d'improvviso il grido terribile del padre di quell'unica figlia, un muratore mio compagno di lavoro. Gridò: «Torturatore, me l'hai fatta torturare per un anno, mi fai schifo», gridò dritto al cielo le sue bestemmie guardando in alto e poi sputando in terra, lui ateo di sempre. Era il «tu» di un uomo a Dio, un «tu» antico che veniva dagli urli dei profeti e dopo un lungo sonno s'impennava nelle mie orecchie in un fiato di puro dolore. Quel «tu» era così forte che dimostrava l'esistenza di Dio almeno in quell'ora e in quell'uomo. Credo che Dio non si offenda dei gridi dell'uomo, se hanno il «tu» nel dolore». Anche la bestemmia, paradossalmente, nell’ora orrenda del distacco e del dolore diventa un incontro “faccia a Faccia”
di
N o n
di
s o l o
p a n e
a muso duro con Dio. E per chi crede? Diventa sentiero, un sentiero simile a quello che troviamo nei boschi di montagna e che i taglialegna chiamano “sentieri della legna”. Sono i sentieri tracciati dal continuo passaggio dei tronchi e delle fascine. Sono sempre puliti dal continuo passaggio della legna ma pieni di cortecce e rami spezzati. Non ci sono curve sui sentieri della legna, vanno dritti alla vetta. Sono sentieri faticosi ma una volta percorsi aprono alla solidarietà e alla comprensione. Ci ricorda don Giovanni Antonioli: «I sentieri del dolore assomigliano tanto ai sentieri della legna e tu puoi muovere in soccorso dei viandanti per aiutarli a portare dei pesi. È sempre autentica la storia del Cireneo che aiuta Gesù. Noi tutti possiamo aiutare il nostro fratello a portare i suoi pesi oppure possiamo condannarlo a portare anche i nostri. Quando noi c’incontriamo su questi sentieri possiamo aiutarci e mettere a disposizione le nostre capacità, tenendoci per mano». Cari genitori in quest’ora buia e tetra imprecando o con la corona tra le dita incontrarci sui “sentieri della legna”, alziamo gli occhi verso il cielo, raggiungiamo insieme la vetta.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 15
Venerdì 27 Marzo
V Settimana di Quaresima Geremia 20,10-13 Sentivo la calunnia di molti: «Terrore all'intorno! Denunciatelo! Sì, lo denunceremo». Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere; arrossiranno perché non avranno successo, sarà una vergogna eterna e incancellabile. Cantate inni al Signore, lodate il Signore, perché ha liberato la vita del povero dalle mani dei malfattori.
I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Sant’Augusta di Serravalle
Gli «Atti» di sant'Augusta furono redatti alla fine del XVI secolo da Minuccio de' Minucci di Serravalle, segretario di papa Clemente VIII. Le notizie sono leggendarie, come del resto accadde per molti martiri dei primi tempi del cristianesimo. Augusta sarebbe stata figlia di
Matruco, capo alemanno (dell'Alemagna, la Germania), che aveva conquistato e sottomesso il Friuli. Questi risiedeva a Serravalle (attuale borgo antico della città di Vittorio Veneto) ed era un accanito nemico della religione cristiana. Augusta abbracciò la nuova fede segretamente,
ma il padre ne venne comunque a conoscenza e la fece arrestare. Giacché si rifiutò di apostatare, intorno all'anno 100 fu gettata in un carcere e dopo varie torture, venne decapitata.
Brano Evangelico: Gv 10, 31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Contemplo: Il martire è il testimone per eccellenza di Cristo. Come mai il martirio rende testimonianza a Cristo se non perché fra Cristo e il mondo vi è opposizione? Un accordo tra mondo e cristianesimo non può essere mai senza pericolo: la forza e la vita del cristianesimo si rivela nel suo martirio: la santità della Chiesa è in questa testimonianza perenne. (Divo Barsotti)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 16
Meditiamo la Parola Se tu conoscessi il dono di Dio
Nell'occasione della festa della dedicazione del tempio, quella che culminerà con la decisione di uccidere Gesù, egli si dichiara Figlio di Dio: lui e il Padre sono una cosa sola, il Padre vive in Gesù e Gesù nel Padre. E di questo i Giudei dovrebbero accorgersi, per lo meno dalle opere che Gesù compie, che sono le stesse opere del Padre. Figlio di Dio, e lo si può vedere. Le opere sono un segno. Il progetto di rinnovamento pastorale della nostra Diocesi di Ciudad Guayana invita tutti i cattolici a farsi prossimo, ad avvicinarsi agli altri, fratelli e non, così da manifestare il volto di un Dio che si è fatto vicino all'uomo per condividere con noi la sua vita e offrirci la sua salvezza. Dalle nostre parti quasi tutti si fanno vicini, più che alle persone, all'oro, e se alle persone, bisogna stare attenti a cosa pensano: nel giro di quattro giorni due sono stati uccisi: oro-soldi; soldi-ubriachezza, ubriachezza-molestia, molestia-violenza, violenzamorte. Dona Iria, settant'anni già suonati, è un tipino brillante, madre di 16 figli, continua a seguire il cammino di fede in parrocchia. Lei non cerca oro; è quella che visita le case della gente portando una ventata di allegria e che nei, novenari dei defunti, guida la recita del rosario. E di casa dappertutto. Grazie a lei si sa anche in EI Dorado che Dio si è fatto vicino alle persone e in ogni situazione per offrire la sua pace e serenità. Don Antonio Polana - Venezuela
Preghiamo la Parola
Signore Gesù, quale tremenda angoscia hai sopportato fino al terrore: si prepara la tua Pasqua e si raccolgono pietre, per lapidarti, per distruggere a sassate il bene, per innalzare la croce... Con quanta forza e con quanta sofferenza tu hai saputo trasformare questo terribile male in denuncia forte e chiara, in strumento di discernimento per tutti, in rovesciamento della logica per cui le lapidi segneranno i sepolcri imbiancati di chi resiste alla vita. Kyrie eleison!
Agisci Signore, scruta il mio cuore e la mia mente e donami la tua grazia. Non mi nasconderò davanti a te, oggi metterò a nudo i miei pensieri, i miei risentimenti, le mie ferite, i miei peccati... sapendo che mi ami, che puoi risanarmi, che mai mi lasci.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 17
V Settimana di Quaresima Ezechiele 37,21-28 Così dice il Signore: «Io prenderò i figli d'Israele dalle nazioni fra le quali sono andati e farò di loro un solo popolo nella mia terra, sui monti d'Israele, li purificherò e saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. Il mio servo Davide regnerà su di loro e vi sarà un unico pastore per tutti. Le nazioni sapranno che io sono il Signore che santifico Israele».
Sabato 28 Marzo I Settimana del Salterio
Il Santo del giorno: Santo Stefano Harding
La storia di Stefano Harding rimanda alle origini dell'ordine monastico dei cistercensi, tra la fine dell'XI e l'inizio del XII secolo. Questo monaco inglese originario di Shelburne è infatti accanto a san Roberto di Molesme e ad Alberico quando nel 1098 fondano il
nuovo monastero a Citeaux in Borgogna. Il principio ispiratore di questa nuova comunità era la volontà di ristabilie l'obbedienza alla Regola benedettina nella sua integrità. Di Citeaux Stefano Harding diverrà anche abate. E sarà lui ad accogliere qui san Bernardo, la
figura che col suo carisma contribuirà alla grande fioritura del nuovo ordine monastico. Già sotto la guida di Stefano Harding furono dodici le fondazioni nate da Citeaux. Morto nel 1134, è stato canonizzato nel 1623.
Brano Evangelico: Gv 11, 45-56
In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, ossia la risurrezione di Làzzaro, credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli. Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?».
Contemplo: Sì, in tutta verità, se la mia anima fosse pronta come quella di Nostro Signore Gesù Cristo, il Padre opererebbe in me puramente quanto nel suo Figlio unigenito e non di meno, giacché egli mi ama con lo stesso amore con cui ama sé stesso. (Meister Eckhart)
Non di solo pane - Numero 702 - pagina 18
Meditiamo la Parola
Preghiamo la Parola
Gesù non è uno qualunque Meditazione di Fiorella Elmetti
"Che cosa facciamo?", si chiedono "i capi dei sacerdoti e i farisei" preoccupati della crescente notorietà di Gesù, dopo la risurrezione di Lazzaro. C'era infatti un numero sempre più crescente di discepoli che lo ascoltavano e le autorità temevano di perdere il "potere" sulla gente. Loro si interrogavano, di certo, ma invece di capire giudicavano e avevano già la risposta in tasca: ucciderlo. Loro, ovviamente, non lo ammettono, ma questa paura ci rivela che Gesù, nemmeno per loro è uno qualunque. E per noi oggi chi è veramente Gesù? Papa Francesco così ce ne parla: "Gesù è il Figlio fattosi Servo, inviato nel mondo per realizzare attraverso la Croce il progetto della salvezza, per salvare tutti noi. La sua piena adesione alla volontà del Padre rende la sua umanità trasparente alla gloria di Dio, che è l’Amore. Gesù si rivela così come l’icona perfetta del Padre, l’irradiazione della sua gloria. E’ il compimento della rivelazione; per questo accanto a Lui trasfigurato appaiono Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti, come per significare che tutto finisce e incomincia in Gesù, nella sua passione e nella sua gloria. La consegna per i discepoli e per noi è questa: “Ascoltatelo!”. Ascoltate Gesù. E’ Lui il Salvatore: seguitelo. Ascoltare Cristo, infatti, comporta assumere la logica del suo mistero pasquale, mettersi in cammino con Lui per fare della propria esistenza un dono di amore agli altri, in docile obbedienza alla volontà di Dio, con un atteggiamento di distacco dalle cose mondane e di interiore libertà. Occorre, in altre parole, essere pronti a “perdere la propria vita”, donandola affinché tutti gli uomini siano salvati: così ci incontreremo nella felicità eterna. Il cammino di Gesù sempre ci porta alla felicità, non dimenticatelo!".
Signore, ogni passo che ci avvicina alla tua Pasqua ci immerge nel mistero della tua tremenda lotta con il male che è in noi, tra noi! Predisponiamo il cuore a entrare nel vivo di questo dramma, non così certi di non avere pietre nelle tasche. Entrare con te nel compiersi della profezia, lo vogliamo con forza, ma da soli non ce la faremo. Kyrie eleison!
Agisci Dio vuole dimorare in mezzo ai suoi figli. Come lo accolgo? Preparo la sua dimora costruendo relazioni d'amore con gli altri o vivo nell'egoismo? Oggi chiedo allo Spirito il dono di un cuore rinnovato, per poter portare e vivere l'amore intorno a me.
Non di solo pane - Numero 702 - Tempo di Quaresima - pagina 19
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Anno XV- n. 702 Domenica 22 Marzo 2015 Chiuso il 17 Marzo 2015 Numero copie 1450
333/3390059 don Luciano
Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea
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