Non di solo
PANE Domenica 25 settembre 2016 XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Anno XVIII - n°
Il Calice di GesĂš Lazzaro Un povero di nome di don Luciano Vitton Mea Settimanale di preghiera
770
Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”
Sussidio di preghiera per la famiglia
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Settembre 2016
Offerta quotidiana
Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa,
Intenzioni mese di Settembre Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
le preghiere, le azioni,
Perché ciascuno contribuisca al bene comune e all’identificazione di una società che ponga al centro la persona umana.
le gioie e le sofferenze
Intenzione missionaria
di questo giorno,
Perché i cristiani, partecipando ai sacramenti e meditando la Sacra Scrittura, diventino sempre più consapevoli della loro missione evangelizzatrice.
in unione al Sacrificio eucaristico,
in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.
Intenzione dei vescovi Perché, a servizio delle nuove generazioni, ci impegniamo a custodire e valorizzare l’opera della creazione.
Non di solo pane Numero 770 Tempo Ordinario pagina 2
XXVI Settimana del Tempo Ordinario Mostrare fiducia in chi viene emarginato dagli altri ti farà conquistare un amico leale che avrà fiducia in te.
Il santo del giorno:
San Firmino di Amiens III - IV secolo Ci sono tre santi con lo stesso nome: un abate, un vescovo e
Agisci Porto nel cuore la parola di Paolo a Timòteo e, congedato dalla messa, cerco di vivere queste virtù durante la giornata.
un martire, che è celebrato oggi. Era di famiglia nobile e, divenuto vescovo, convertì molti patrizi romani, ma fu incarcerato e decapitato. È raffigurato spesso
Domenica 25 Settembre II Settimana del Salterio
con la sua testa in mano. Nel Medioevo fu invocato come protettore dei bottai, dei mercanti di vino, dei panettieri e contro le malattie dello scorbuto.
Brano Evangelico: Lc 16,1931 C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue pia ghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abra mo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a in tingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevu to i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. E quegli replicò: Al lora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino lo ro. E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, ne anche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».
Contemplo: Il Signore rialza chi è caduto
La parabola del ricco sfarzoso e mangione che si contrappone al «povero» Lazzaro è un nome simbolico, la cui forma antica è Eliezer, «Dio è il mio aiuto» (cf Es 18,4) è rivolta a quanti sono «attaccati al de
naro» e che pensano, ancora oggi, di trovare ogni giustizia nelle loro opere. Gesù ci mette in guardia dall'uso sbagliato delle nostre inique «ricchezze» che ci possono accecare, come coloro che «nemmeno se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi».
Non di solo pane Numero 770 pagina 3
Lettura Spirituale : Non fa mai udire la sua voce di don Luciano Vitton Mea
Medita la Parola
Dare, offrire se stessi Brano Evangelico: Lc 6,21
Meditazione di Elmetti Fiorella piccola figlia della Croce
Lazzaro è il povero consolato da Dio. Infatti questo nome ha all’origine l’ebraico Eleazaro e significa “colui che è assistito da Dio”. Egli rappresenta tutti i poveri del mondo, le piaghe purulenti di un “sottobosco” umano che attendono da Dio l’unguento della consolazione e il riscatto della redenzione. Il grido di Lazzaro, come quello di tutti i disperati, è un urlo silenzioso, che Gesù fa suo per sempre sulla croce. Lazzaro, nella parabola di Luca, non fa mai udire la sua voce. È bello vedere che anche in cielo egli resta silenzioso, continuando ad affidarsi al Signore. Lazzaro è il povero che tace, che attende con pazienza da Dio la consolazione, senza alcuna pretesa. La sua esistenza terrena termina nello squallore. Ma proprio perché egli spera tutto da Dio, è il povero che porta nel cuore il seme delle beatitudini: «Beati i poveri perché di essi è il regno di Dio».
Preghiera di don Luciano Vitton Mea
Io ti invoco, rispondimi Signore. Il mio grido nasce dalla povertà e dalla miseria spirituale che, come lebbra, ricopre il tessuto esistenziale di questo claudicante pellegrinaggio terreno. E’ un grido silenzioso perché non riesco ad articolarlo con le labbra, la mia lingua è arida come la sabbia del deserto, coccio indurito e muto. Come Lazzaro di tendo le mie mani, scarne e vuote; è la mia preghiera: accoglila oh Signore!
Gary Chapman afferma che “Il messaggio di Gesù era chiaro. Uno dei modi di esprimere il nostro amore a Dio consiste nell’offrire doni a chi ne ha bisogno”. Oggi questo richiamo è attuale, forse più che mai. Ma quello del cristiano dev’essere un dare amoroso. Sì, perché tutti possiamo dare, ma se non passa dal cuore il povero resta povero, come Lazzaro, morto mentre stava giorni interi alla porta del ricco epulone “bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco”. Purtroppo, vediamo barconi stipati di gente arrivare in cerca d’aiuto, ma in noi spesso prevale la paura, il giudizio e il rifiuto…i poveri sono sempre tra noi... Eppure, Dio ce lo ha insegnato in tutte le salse. Egli non ha badato alla nostra povertà e si è fatto uno di noi. Si è fatto povero tra i poveri, giudicato da farisei e benpensanti “un mangione e un beone”. Dare, offrire se stessi, è il primo passo per amare davvero e arricchire la vita non solo degli altri, ma anche di se stessi. Certo, si può sbagliare facendo, ma l’amore non si può soltanto insegnare con la teoria, altrimenti rischia di diventare una favola. Come sottolinea Padre Ermes Ronchi, “il cammino della fede inizia dalle piaghe del povero, carne di Cristo, corpo di Dio”. Del resto, anche san Vincenzo de Paoli l’ha più volte affermato: “Se stai pregando e un povero ha bisogno di te, lascia la preghiera e vai da lui. Il Dio che trovi è più sicuro del Dio che lasci”.
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XXVI Settimana del Tempo Ordinario È meglio provarci e fallire piuttosto che non provare mai.
Il santo del giorno:
Santi Cosma e Damiano III - IV secolo Forse fratelli ed entrambi medici anargiri (gratuiti), Cosma e Damiano fu-
Lunedì 26 Settembre II Settimana del Salterio
rono martorizzati in Siria. Il loro culto era assai diffuso fin dal IV secolo. Devono la loro fama alla famiglia fiorentina de’ Medici che li adottò come santi protettori,
storpiando il nome di Cosma in Cosimo. Patronato: Medici, Chirurghi, Farmacisti, Parrucchieri Emblema: Palma, Strumenti chirurgici
Brano Evangelico: Lc 9,4650
Agisci Quante volte anch’io cerco di primeggiare… oggi avrò un’attenzione speciale affinché emerga chi mi è accanto.
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse il più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e dis se: «Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Contemplo:
Il più piccolo tra voi è il più grande Signore Gesù, tu ti presenti come il Figlio dell'uomo che viene tra noi per servire e non per essere servito. Nei nostri cuori domina un desiderio op
posto, che è quello di domi nare, sfruttare, primeggiare ed essere serviti. Aiutaci ad avere il giusto atteggiamento di quei piccoli che hanno il desiderio di diventare grandi, disponibili e la volontà di essere utili a tutti.
Non di solo pane Numero 770 pagina 5
Lettura Spirituale : Amo i bambini, dice Dio … di Padre Michel Quoist
Meditiamo la Parola
Con occhi da bambino Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno
Io amo i bambini, dice Dio. Voglio che rassomigliate loro. Non amo i vecchi, dice Dio, a meno che siano ancora dei bambini. Così non voglio che bambini nel mio Regno, è stabilito dall'eternità. Bambini storpi, bambini gobbi, bambini rugosi, bambini dalla barba bianca, ogni specie di bimbi che credete, ma bambini, solo bambini. Non c'è da discutere, è decretato, non v'è posto per gli altri. Amo i bambini piccoli, dice Dio, perché la Mia immagine in essi non è ancora offuscata. Non hanno sabotato la Mia somiglianza, sono nuovi, puri, senza cancellatura, senza raschiatura. Così, quando dolcemente Mi chino su loro, Mi ritrovo in essi. […] Alleluia, Alleluia, dice Dio, aprite tutti, piccoli vecchi. Il vostro Dio, l'Eterno risorto viene a risuscitare in voi il bimbo! Affrettatevi, è tempo, sono pronto a rifarvi un bel viso di bimbo, un sereno sguardo di bimbo… Infatti Io amo i bambini, dice Dio, e voglio che rassomigliate loro.
Preghiera
Trasforma, Signore, il mio cuore superbo in un cuore che sappia accettare il tuo insegnamento di u-
Guardate un bambino, guardate l’aurora di Dio, guardate gli occhi che vi fissano e vi amano. A un bimbo si può dire tutto. Quando uno di questi graziosi uccellini vi guarda fiducioso e felice, l’anima si risana. (Dostoevskij).
Dio mi guarda, mi scruta con occhi da bambino. Solo così può continuare a fidarsi di me, malgrado tutto e nonostante tutto. Ne sono convinto. Un bimbo ha fiducia dei suoi genitori, un papà potrà sbagliare mille volte ma sempre rimarrà papà agli occhi del suo bimbo. Così Dio nei miei confronti. Non mi lascia, si attacca ai miei pantaloni, mi tira la giacca, continua a seguirmi. Se penso ai doni che Lui ha posto nelle mie mani subito penso: “Dio è incosciente come un bambino”. Solo gli occhi semplici di Dio possono vedere, oltre la coltre della mia meschinità, un piccolo raggio di luce. Dio bambino. Lui mi sorride, sempre. “A un bimbo si può dire tutto…” Posso pregare, rimanere a lungo in silenzio, mormore, talune volte imprecare. Dio, come un bambino, è in perenne ascolto, si siede vicino a me, finge di giocare, ma sempre mi ascolta. “Guardate un bambino, guardate l’aurora di Dio”. Si, lo posso ben dire: Lui è la perenne aurora che dona speranza al lento claudicare di questo pellegrinaggio terreno.
miltà e di servizio. Aiutami ad essere il più piccolo fra i miei fratelli e a scoprire la vera grandezza. Donami un cuore di fanciullo, un innocente sguardo di bambino.
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XXVI Settimana del Tempo Ordinario Nelle ore più buie della vita Dio ti offre la luce.
Il Santo del giorno:
San Vincenzo de’ Paoli Nato a Pouy in Guascogna il 24 aprile 1581, fino a quindici anni fece il guardiano di porci per poter pagarsi gli studi. Ordinato sacerdote a 19 anni, nel 1612 diventò parroco nei pressi di Parigi.
Martedì 27 Settembre II Settimana del Salterio
Alla sua scuola si formarono sacerdoti, religiosi e laici che furono gli animatori della Chiesa di Francia, e la sua voce si rese interprete dei diritti degli umili presso i potenti. Promosse una forma semplice e popolare di evangelizzazione. Fondò i Preti della Missione (Lazzaristi) e in-
sieme a santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità (1633). Per lui la regina di Francia inventò il Ministero della Carità e, da insolito «ministro», organizzò gli aiuti ai poveri su scala nazionale. Morì a Parigi il 27 settembre 1660 e fu canonizzato nel 1737.
Brano Evangelico: Lc 9, 5156
Agisci Ci sono decisioni difficili da prendere, ma da cui non ci si può esimere. Rifletto e mi interrogo su questo aspetto della vita che ha vissuto anche Gesù.
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme e man dò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Sa maritani per fare i preparativi per lui. Ma essi non vollero ri ceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. Quando vide ro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Ma Gesù si voltò e li rimproverò. E si avviarono verso un altro villaggio.
Contemplo:
Gesù si voltò e rimproverò Gesù si dirige «con decisione» a Gerusalemme, incurante dei dis cepoli che non capiscono ancora la gloria della croce. Rimprovera anche i due fratelli Giacomo e Giovanni, da lui chiamati affettu osamente «figli del tuono» (Mc
3,17), che invocano «un fuoco dal cielo» su chi non vuole riceverlo, perché egli è diretto «verso Geru salemme». Gesù ha raccontato il suo splendido colloquio con la Samaritana e la parabola del buon Samaritano per insegnarci che siamo servitori e non padroni della verità.
Non di solo pane Numero 770 pagina 7
Lettura Spirituale : Il fruncolo di Padre Michel Quoist
«Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?».
Signore, il foruncolo non era maturo, l'ho schiacciato troppo presto. Il malato ha sofferto, le sue carni sono infiammate, e gonfie del loro veleno. Ho dovuto attendere, e curarlo con dolcezza. Attendere che il suo corpo fosse pronto, e lui stesso abbastanza forte per respingere il male. È così, Signore, che di fronte all'altro e agli altri, a coloro che soffrono nel loro cuore per qualcosa di marcio dovrei essere molto paziente, e pregare a lungo. Ma io, tu lo sai, sono impaziente, orgoglioso. Non permettere mai che io mi introduca in casa di un estraneo, o anche di mio fratello, se lui stesso, dal di dentro, non aprirà la porta. Dammi la forza di attendere, di non gettare le mie parole come raffiche contro le finestre di un cuore che appena appena si socchiude, poiché allora troppo spesso le mie parole si infrangerebbero contro i muri, senza raggiungere il cuore. Insegnami Signore il silenzio, non un silenzio vuoto troppo spesso popolato dalle mie fantasie, ma il silenzio che attende le parole dell’altro, prima di lasciare dolcemente posto alle mie.
Meditiamo la Parola
Il tempo degli altri Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Quello che gli apostoli non hanno ancora capito è che la salvezza non è qualcosa che si possa imporre: essa è dono gratuito, ma non si può convincere nessuno ad accettarla con la forza. Soprattutto nel momento in cui Gesù inizia la sua salita verso la città nella quale il suo destino si compirà, questa proposta dei fratelli apostoli è davvero fuori luogo: l'amore di Dio è un dono, ma si deve aprire il cuore con la propria libertà. Quante volte anche noi vorremmo che tanti nostri parenti e conoscenti si aprissero al dono gratuito dell'amore di Dio: però, insistendo, non facciamo altro che diventare inopportuni, per cui anche il sublime messaggio del Vangelo viene vanificato. Impara a rispettare i tempi degli altri, anche se essi ti sembrano lunghi.
Preghiera
Signore Gesù, sei tu il maestro e il modello della nostra preghiera! Alla tua scuola fa' che impariamo a non accontentarci di presentare le nostre richieste, ma di coinvolgerci personalmente e coraggiosamente nella realizzazione di ciò che speriamo per noi e per le persone che amiamo.
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XXVI Settimana del Tempo Ordinario Sentirsi annoiati è una cosa che capita a tutti di tanto in tanto. Bisogna guardare le cose usando il binocolo della fede e dell’ottimismo. Il Santo del giorno:
San Venceslao Vissuto nel X secolo, principe di Boemia, fu educato cristiana mente dalla nonna Santa Ludmilla. Giovanissimo, successe al padre dopo un periodo di emergenza della madre che gli preferiva il secondogenito Boleslao. Ella fomentò a tal punto la rivalità fra i due fratelli che Boleslao
Agisci La fede si rafforza condividendola: racconto ad una persona con la quale mi sento in sintonia spirituale, le meraviglie che il Signore sta compiendo nella mia vita.
assalì Venceslao mentre si recava da solo, come era solito fare, in chiesa per il Mattutino. Difesosi dalla spada di Boleslao, a cui il risparmio alla vita, venne ucciso dai suoi seguaci. Venceslao visse nel periodo in cui, in Boemia, il Cristianesimo era agli albori e l'attività apostolica e missionaria erano molto difficili e
Mercoledì 28 Settembre II Settimana del Salterio
pericolose. Egli, profondamente religioso, contribuì alla diffusione del messaggio evangelico, promuovendo religiosamente e culturalmente il proprio popolo e, per la sua bontà e per la sua rettitudine, divenne il santo più popolare della Boemia. La Chiesa lo venera come santo dal 1729.
Brano Evangelico: Lc 9,5762
In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uo mo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti segui rò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di ca sa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Contemplo:
Ti seguirò ovunque tu vada Gesù prende «la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme» (Lc 9,51), e trova compagni di viaggio che lo vo gliono seguire o che lui stesso chiama al suo seguito. Giacomo e Giovanni, i due entusiasti
fratelli («figli del tuono») vo gliono addirittura spianare il cammino di Gesù, chiedendo che scenda il fuoco dal cielo su chi non lo accoglie. Seguire Gesù significa «dedicarci alla nostra salvezza con rispetto e timore. È lui che suscita in noi il volere e l'operare, secondo il suo disegno d’amore» (cf Fil 2,13).
Non di solo pane Numero 770 pagina 9
Meditiamo la Parola
Lettura Spirituale : Non lo possiamo ingabbiare di Fiorella
Questo mi basta
Elmetti
Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno
Non si può parlare di Dio senza sorprendersi della sua grandezza e della sua sapienza, tanto che una persona provata come Giobbe arriva a dire: “In verità io so che è così: e come può un uomo aver ragione di nanzi a Dio? Se uno volesse disputare con lui, non sarebbe in grado di rispondere una volta su mille. Egli è saggio di mente, potente di forza: chi si è opposto a lui ed è rimasto salvo? Egli sposta le montagne ed esse non lo sanno, nella sua ira egli le sconvolge. Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne trema no. Comanda al sole ed esso non sorge e met te sotto sigillo le stelle. Lui solo dispiega i cieli e cammina sulle onde del mare. Crea l’Orsa e l’Orione, le Plèiadi e le costellazioni del cielo australe. Fa cose tanto grandi che non si possono indagare, meraviglie che non si possono contare. Se mi passa vicino e non lo vedo, se ne va e di lui non mi accorgo. Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire? Chi gli può dire: “Cosa fai?”. Tanto meno potrei ri spondergli io, scegliendo le parole da dirgli; io, anche se avessi ragione, non potrei rispon dergli, al mio giudice dovrei domandare pie tà. Se lo chiamassi e mi rispondesse, non cre do che darebbe ascolto alla mia voce”. Sì, Dio è grande, non lo possiamo ingabbiare nei nostri pensieri e nelle nostre paure, possiamo invece come lui aprirci, andare incontro agli altri, credere che la vita va sempre vissuta. E così ne assaporiamo la bellezza.
Volgersi indietro. Il passato che riemerge come la lava dalle crepe della mia esistenza. Antiche amicizie, le
voci suadenti che
narrano la dolcezza di amori non del tutto assopiti, volti di persone che ti hanno voluto bene, mani che ti hanno accarezzato, silenzi che seppelliscono segreti bisbigliati sotto un cielo stellato.
Le mani si paralizzano,
l’aratro si ferma. Poi il profumo della terra, il solco bagnato con il sudore, la semente da gettare. Prendo la bisaccia e con il pane raffermo e la fiasca del vino metto il libro della mia vita, il passato che non voglio dimenticare. Mi farà compagnia, velerà di nostalgia il lento scorrere del tempo che mi ricorda appuntamenti mancati. E l’aratro ricomincia a rivoltare la terra. Ti voglio seguire Signore, perché ti voglio bene. Questo mi basta.
Preghiera
Quante volte, Signore, ho messo mano all’aratro e poi mi sono voltato indietro. Aiutami ad avere più fiducia in te, nella tua missione, nella tua chiamata.
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XXVI Settimana del Tempo Ordinario Cambia le cose che vanno cambiate, lascia invariate le cose che vanno bene come sono e chiedi a Dio di mostrarti la differenza.
Il Santo del giorno:
San Michele arcangelo Il Martirologio commemora insieme i santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Bibbia li ricorda con specifiche missioni: Michele avversario di Satana, Gabriele annunciatore e Raffaele soccorritore.
Agisci Per non dimenticare che il bene è più forte del male, oggi cerco quelle notizie che raccontano la bontà delle persone, che non fanno clamore, ma edificano ogni giorno il regno di Dio.
Prima della riforma del 1969 si ricordava in questo giorno solamente san Michele arcangelo in memoria della consacrazione del celebre santuario sul monte Gargano a lui dedicato. Il titolo di arcangelo deriva dall’idea di una corte celeste in cui gli angeli sono presenti secondo gradi e di-
Giovedì 29 Settembre II Settimana del Salterio
gn i t à dif f er en ti . Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele occupano le sfere più elevate delle gerarchie angeliche. Queste hanno il compito di preservare la trascendenza e il mistero di Dio. Nello stesso tempo, rendono presente e percepibile la sua vicinanza salvifica.
Brano Evangelico: Gv 1, 4751
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsi tà». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispo se Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quan do eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo».
Contemplo:
Vedrete gli angeli di Dio Gli angeli sono le scintille della luce di Dio, messaggeri della sua potenza. Essi sono «spiriti incaricati di un minis tero, inviati per servire coloro che devono entrare in possesso
della salvezza» (Eb 1,14). Questo è il significato dei nomi degli angeli che oggi veneri amo: Michele «Chi è come Dio?», Gabriele «Potenza di Dio», Raffaele «Dio guarisce». Quanti angeli incontriamo senza saperlo? (cf Eb 13,1).
Non di solo pane Numero 770 pagina 11
Meditiamo la Parola Lettura Spirituale : Da Dio verso gli uomini
La stessa promessa Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Secondo i Padri, gli angeli personificano le potenze celesti e sono posti da Dio vicino ai popoli come guide. Gli angeli prendono parte assai attiva all'esistenza storica del mondo: conducono, sotto la guida dell'arcangelo Mi chele, una battaglia contro i demoni, potenze del nulla e scimmie degli angeli, e salvaguar dano l'ordine cosmico. Secondo san Basilio, gli angeli del Giudizio `pesano' le anime. Es si, che assistono ad ogni azione divina, sono presenti particolarmente al martirio. La scala di Giacobbe li mostra messaggeri di Dio. Essi sono come 'incollati' alla parola e alla volontà di Dio e le personificano. Quando Dio decide di guarire, la sua volontà prende la figura dell'angelo Raffaele. Ogni volta che un ange lo appare è per trasmettere e compiere una volontà di Dio. Gli angeli mostrano il `cielo', poiché esistono e agiscono in un senso che va da Dio verso gli uomini. Pur mantenendo il suo potere di rivelazione diretta, il più delle volte Dio si rivela per mezzo degli angeli che sono come i portatori delle sue energie, della sua luce e della sua rivelazione. Al punto che i tre angeli apparsi ad Abramo nelle pianure di Mamre sono considerati, soprattutto nella tradizione iconografica, come le figure delle tre Persone divine, l'icona della Trinità. L'an gelo è un luogo teofanico, manifestazione vivente di Dio: il nome di Dio è in esso e col nome la sua presenza. (P. EvDoKIMov, La santità nella tradizione della Chiesa ortodossa, Fossano 1977, 126s.).
Si può dire che anche per noi valga la stessa promessa che Gesù fa a Natanaèle: anche nella nostra vita siamo spettatori, purtroppo a volte distratti e superficiali, di tanti miracoli e grazie, tanto che il cielo si apre anche per noi e tanti angeli salgono e scendono per portare a noi le grazie, e a Dio le nostre preghiere. Non dobbiamo stupirci di questo: Dio ha davvero a cuore il nostro destino eterno, per cui ogni occasione è buona per lui per indicarci la via della vita e della salvezza. Per questo, dovresti imparare a tendere l'orecchio del cuore per riconoscere la voce delicata e sottile di questi amici celesti che Dio ti mette accanto, in modo che tu possa fare tesoro dei loro insegnamenti e possa approfittare positivamente di quest'aiuto.
Preghiera
Signore, so che mi conosci. Anch’io voglio sperimentare il tuo amore e la tua pace. Aiuta la mia povera fede, così che possa riconoscerti in ogni circostanza della mia vita. Aiutami a vedere un cielo aperto dove i tuoi Santi Angeli scendono per assistere la mia povera vita e ricoprirla con l’unguento dei tuoi dono e della tua grazia.
Non di solo pane Numero 770 Tempo Ordinario pagina 12
XXVI Settimana del Tempo Ordinario Se le stelle non ti fanno l’occhiolino, non vuol dire che sono scomparse. Sono solo nascoste da una coltre di nubi, ma torneranno di nuovo a brillare per te. Il Santo del giorno:
San Girolamo (347 - 420) Sacerdote e dottore della Chiesa: nato in Dalmazia (nella odierna Croazia), uomo di grande cultura letteraria, compì a Roma tutti gli studi e qui fu battezzato; rapito poi
dal fascino di una vita di contemplazione, abbracciò la vita ascetica e, recatosi in Oriente, fu ordinato sacerdote. Tornato a Roma, divenne segretario di papa Damaso e, stabilitosi poi a Betlemme di Giuda, si ritirò a vita monastica. Fu dottore insi-
Venerdì 30 Settembre II Settimana del Salterio
gne nel tradurre e spiegare le Sacre Scritture e fu partecipe in modo mirabile delle varie necessità della Chiesa. Giunto infine a un’età avanzata, riposò in pace. Patronato: Archeologi, Bibliotecari, Studiosi
Agisci:
Brano Evangelico: Lc 10,1316
Quando durante la giornata l’asprezza vorrà impadronirsi di me, lascerò risuonare queste parole, lasciando scorrere il balsamo della tenerezza nel mio cuore.
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazin, guai a te, Be tsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i mira coli compiuti tra voi, già da tempo si sarebbero convertiti ve stendo il sacco e coprendosi di cenere. Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo?Fino agli inferi sarai precipitata! Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».
Contemplo:
Chi ascolta voi ascolta me
Queste parole fondano la simpatia di ogni cristiano verso i capi della Comunità «che annunziano la parola di Dio» (cf Eb 13,7). La fiducia nei «capi» non
sminuisce la libertà di gusti e di opinioni, ma supera le bar riere dei difetti e dei peccati. Attraverso le loro parole, riusciamo ad arrivare alla sublime parola di Dio.
Non di solo pane Numero 770 pagina 13
Meditiamo la Parola Lettura Spirituale : Da Dio verso gli uomini di H.J.M. NOUWEN,
Il simbolo della nostra lontananza Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Una delle più grandi provocazioni della vita spirituale è ricevere il perdono di Di o. C'è qualcosa in noi, esseri umani, che ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri peccati e non ci permette di lasciare che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo. Qualche volta sembra persino che io voglia dimo strare a Dio che le mie tenebre sono trop po grandi per essere dissolte. Mentre Dio vuole restituirmi la piena dignità della condizione di figlio, continuo a insistere che mi sistemerò come garzone. Ma vo glio davvero essere restituito alla piena responsabilità di figlio? Voglio davvero essere totalmente perdonato in modo che sia possibile una vita del tutto nuova? Ho fiducia in me stesso e in una redenzione così radicale? Voglio rompere con la mia ribellione profondamente radicata contro Dio e arrendermi in modo così assoluto al suo amore da far emergere una persona nuova? Ricevere il perdono esige la vo lontà totale di lasciare che Dio sia Dio e compia ogni risanamento, reintegrazione e rinnovamento. Fin quando voglio fare anche soltanto una parte di tutto questo da solo, mi accontento di soluzioni parziali (H.J.M. NOUWEN, L'abbraccio benedicente, Brescia 200015, 78).
Nel mondo biblico, Tiro e Sidòne erano le città pagane per eccellenza. Esse erano il simbolo del paganesimo e della lontananza da Dio; eppure, Gesù dice che nemmeno loro sono così peccatrici come le città di Corazìn, Betsàida e Cafàrnao. Per quale motivo'? Per il fatto che esse non avevano avuto la grazia che esse avevano ricevuto, cioè quella della sua visita e della sua predicazione. Ma soprat tutto, esse non avrebbero avuto la stessa reazione di chiusura e di indifferenza che avevano avuto queste città nelle quali Gesù aveva predicato ed operato miracoli. Queste due città rappresentano le nostre lontananze, la nostra incapacita di scorger nei eventi ordinari la misteriosa presenza di Dio, la sua santa provvidenza e la sua dolcissima misericordia. È davvero triste comportarsi in maniera fredda ed indifferente di fronte all'amore di Dio, soprattutto quando egli ce ne ha dato tante prove concrete e tangibili.
Preghiera
O Dio, nostro Padre celeste, noi ti ringra ziamo per aver riconciliato il mondo con te tramite Gesù Cristo e per averci rigenerato nella potenza dello Spirito Santo. Gesù Cristo, ti ringraziamo per averci chiamato alla riconciliazione, al servizio del la tua parola e del prossimo, per amore del la creazione di Dio. Ti rendiamo grazie per ché rendi possibile la riconciliazione con noi stessi, perché con senso di responsabilità e di coraggio possiamo mettere da parte il passato e guardare al futuro che tu ci doni.
Non di solo pane Numero 770 Tempo Ordinario pagina 14
XXVI Settimana del Tempo Ordinario “Basta uno spillo raccolto per terra con amore per salvare un’ anima.”
Sabato 1 Ottobre II Settimana del Salterio
Santa Teresa di Lisieux
Brano Evangelico: Lc 10,1724
Santa Teresa di Lisieux
Agisci Maria sa bene che nulla è impossibile a Dio; durante la preghiera quotidiana, con la sua presenza materna, rivolgo al Signore una richiesta che mi sta molto a cuore.
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielolacome la folgore. Ecco, io vi Meditiamo Parola ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra Una barca, il suo posto ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi Meditazione di don Luciano Vitton Mea però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Pa dre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Medita Nella vita vi sono tanti piccoli eventi meravigliosi, ma per vederli nella giusta luce bisognerebbe avere il cuore aperto, invece spesso teniamo in conto solo quelli più eclatanti. Nel brano di oggi Gesù dice ai suoi disce poli che non è questo l'essenziale. Persino scacciare i demoni o compiere miracoli serve a ben poco se non ci rendiamo conto, invece, di una grande grazia che ciascuno di noi ha ricevuto con il Battesimo: l'amicizia con Ge sù. Noi sentiamo e vediamo continuamente cose che gli antichi padri avreb bero desiderato vedere e sentire con tutto il loro cuore, ma a loro non fu dato. A quale grande amore Dio ci ha chiamati! La gratitudine è l'unico at teggiamento che può aiutarci a rispondere adeguatamente a questo dono gratuito di Dio. Ciò comporta una grande responsabilità: avere un atteg giamento superficiale significherebbe condannarsi da soli.
Contemplo : I vostri nomi sono scritti nei cieli Soltanto Luca ricorda l'esultanza di Gesù nello Spirito Santo, quando benedice tutti i suoi discepoli con una nuova Beatitudine, ricordando gli antichi profeti e re, che vivevano nella speranza dell'Antica Promessa. I discepoli di Gesù possono
«vedere», e «udire», nella gioia, il grande privilegio di testimoniare il compimento della promessa. Santa Maria, Madre di Dio, tu sei beata, perché, ascoltando l'angelo che ti ha inviato il Signore (Lc 1,26), hai «creduto nell'adempimento di ciò che il Signore ti ha detto» (Lc 1,45).
Non di solo pane Numero 770 pagina 15
Sussidio di preghiera per la famiglia
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Anno XVIII - n. 770 Domenica 25 settembre 2016 Chiuso il 21/07/2016 Numero copie 1350 Stampato in proprio
Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea
333/3390059 don Luciano
Ideato da don Luciano Vitton Mea
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