Non di Solo Pane n°769 - 18 Settembre 2016

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Non di solo

PANE Domenica 18 settembre 2016 XXV Settimana del Tempo Ordinario

Anno XVIII - n°

“Non potete servire Dio e Calice la ricchezza” Il di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

769


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Settembre 2016

Offerta quotidiana

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa,

Intenzioni mese di Settembre Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

le preghiere, le azioni,

Perché ciascuno contribuisca al bene comune e all’identificazione di una società che ponga al centro la persona umana.

le gioie e le sofferenze

Intenzione missionaria

di questo giorno,

Perché i cristiani, partecipando ai sacramenti e meditando la Sacra Scrittura, diventino sempre più consapevoli della loro missione evangelizzatrice.

in unione al Sacrificio eucaristico,

in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Intenzione dei vescovi Perché, a servizio delle nuove generazioni, ci impegniamo a custodire e valorizzare l’opera della creazione.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario La vita è una scuola: chi impara ad amare ed aiutare gli altri si diploma con il massimo dei voti.

Il santo del giorno:

San Giuseppe da Copertino (1603 - 1663) Giuseppe Maria Desa nacque a Copertino (Lecce) in una

stalla. Mistico, è diventato patrono di aviatori ed astronauti perché, quando cadeva in estasi, si sollevava miracolosa-

Domenica 18 Settembre I Settimana del Salterio

mente da terra. Quasi analfabeta, ebbe però il dono della scienza infusa, e perfino i teologi gli chiedevano un parere.

Brano Evangelico: Lc 16, 1-13

Agisci Svolgerò tutte le mie attività, dalle più piccole alle più grandi, con attenzione e amore.

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore”. L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d'olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?” Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne». Contemplo: Cristo si è fatto povero O Padre, che ci chiami ad amarti e servirti come unico Signore, abbi pietà della nostra condizione umana. Tu che ci hai dato il Cristo tuo Figlio come maestro, fa' che

lo seguiamo nella via della povertà in spirito, perché, alzando al cielo mani libere e pure, ti rendiamo gloria con tutta la nostra vita.

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M e d i ta r e

l a

p a r o l a

quanta". Poi disse a un altro: "Tu

Disonesta ricchezza

quanto devi?". rispose: "Cento misure

Meditazione di don Luciano Vitton Mea

di

grano".

Gli

disse:

"Prendi la tua ricevuta e scrivi Gesù

nota

come

ottanta"».

spesso i figli di que-

Sano realismo (il mio tessuto esi-

sto mondo sono av-

stenziale è questo non quello che

veduti nel male più

avrei desiderato) chiara consape-

di quanto i figli del-

volezza dei propri limiti sono gli

la luce lo siano nel

ingredienti per un rapporto vero

bene. Traiamo allo-

autentico con Dio, per una sana

ra alcuni insegnan-

religiosità; ma soprattutto

menti

capacità di scegliersi gli amici

da

questo

la

di-

giusti: «"Fatevi degli amici con la

sonesto che sale in

ricchezza disonesta" (Lc 16,9).

La parabola che abbiamo ascol-

cattedra per darci alcune nozioni

ovvero: donate ai poveri, gli ami-

tato può sembrare, per un letto-

di scaltrezza. L'amministratore

ci di Dio, ed essi, portatori del

re poco avveduto e superficiale,

della parabola mostra un straor-

giudizio escatologico (cfr. Mt

una palese contraddizione, quasi

dinario senso pratico, una spic-

25,31 ss.), potranno accogliervi

un controsenso: Gesù loda un

cata capacità di accettazione

nelle dimore eterne».

disonesto,

amministratore

della realtà: "Cosa farò, ora che

di Bose).

infedele e ce lo indica come e-

il mio padrone mi toglie l'ammi-

sempio. In realtà Gesù parte

nistrazione?»

dall'esperienza di ogni giorno,

non si piange addosso, non cade

tangibile e verificabile, dove i

in una sorta di depressione, non

furbi e i disonesti sembrano ave-

si perde d'animo: la realtà è que-

re successo, riuscire, farla fran-

sta, da domani la vita cambia,

ca, per insegnarci la via del bene

non

dove l'uomo può trasformarsi da

L'uomo della parabola riconosce i

"figlio di questo mondo" a "figlio

propri limiti, ha il coraggio di

della luce". San Brunone d'Asti

guardarsi allo specchio: «Zap-

spiga con sagacia questo concet-

pare, non ne ho la forza; mendi-

to: "Ci dica il Signore stesso per-

care, mi vergogno». Infine l'in-

ché raccontò questa parabola.

tendente della parabola guarda

«Perché, egli dice, i figli di que-

al futuro facendosi dei nuovi cre-

sto mondo sono più avveduti dei

ditori, degli amici altrettanto

figli della luce» (Lc 16,8). Il Si-

scaltri disposti ad aiutarlo. Chia-

gnore non loda l'agire iniquo

mò uno per uno i debitori del suo

dell'amministratore, ma la sua

padrone e disse al primo: "Tu

avvedutezza. Non lo loda per la

quanto devi al mio padrone?".

frode che ha attuato, ma per

Quello rispose: "Cento barili d'o-

l'espediente con il quale ha prov-

lio". Gli disse: "Prendi la tua rice-

veduto al suo futuro». Insomma

vuta, siediti subito e scrivi cin-

amministratore

un

potrò

(comunità

don Luciano Vitton Mea

L'amministratore

più

amministrare.

Preghiera

«Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene”» (sal. 16,2): attraverso le parole di questo salmo alimento la mia scelta di fare di Dio il mio unico bene.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario Dio farà qualsiasi cosa per te se solo gli darai una possibilità.

Il santo del giorno:

San Gennaro (272 - 305) Patrono di Napoli, fu vescovo di Benevento, amato dai cristiani e rispettato dai pagani. Fu decapitato nel

Lunedì 19 Settembre I Settimana del Salterio

corso della persecuzione di Diocleziano nel 305. Il suo sangue raggrumato, raccolto in due preziose ampolle, ha la proprietà di liquefarsi tre volte l’anno, dando

luogo al famoso “miracolo di San Gennaro”.

Brano Evangelico: Lc 8,16-18

Agisci Corrisponderò, con la sollecitudine di Maria, alle richieste di aiuto che mi verranno fatte (al lavoro, a casa, in parrocchia …).

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Contemplo: A chi ha, sarà dato «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?» (Sal 115,12). Il saper ricevere, ringraziare e condivider e, con apert ura d'animo, ciò che il Signore ci ha donato - soprattutto la sua Parola

- è il segno della buona disposizione a ricevere ancora di più, senza il pericolo di essere impoveriti. È la legge dell'economia divina. E poi, Signore Gesù, che figura ci fa un «povero» come me nel rifiutare il tuo amore disinteressato?

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Lettura Spirituale : La rivoluzione della tenerezza

Meditiamo la Parola

Alla perenne ricerca Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

L’ideale cristiano inviterà sempre a superare il sospetto, la sfiducia permanente, la paura di essere invasi, gli atteggiamenti difensivi che il mondo attuale ci impone. Molti tentano di fuggire dagli altri verso un comodo privato, o verso il circolo ristretto dei più intimi, e rinunciano al realismo della dimensione sociale del Vangelo. Perché, così come alcuni vorrebbero un Cristo puramente spirituale, senza carne e senza croce, si pretendono anche relazioni interpersonali solo mediate da apparecchi sofisticati, da schermi e sistemi che si possano accendere e spegnere a comando. Nel frattempo, il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell'incontro con il volto dell'altro, con la sua presenza fisica che interpella, con il suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo. L'autentica fede nel Figlio di Dio fatto carne è inseparabile dal dono di sé, dall'appartenenza alla comunità, dal servizio, dalla riconciliazione con la carne degli altri. Il Figlio di Dio, nella sua incarnazione, ci ha invitato alla rivoluzione della tenerezza. Francesco

Preghiera

«Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (sal. 119,105): con le parole del salmo rinnovo e alimento il mio desiderio di fare della Parola di Dio l’unica luce che orienta il mio cammino.

“Nella vita spirituale si cresce a misura che si scende nelle profondità dell'ascolto”.(Enzo Bianchi ) Il brano del vangelo termina con un invito, un piccolo monito “Fate attenzione dunque a come ascoltate”. Gesù riprende un filone che percorre tutto l’antico Testamento: quello dell’ascolto. L’uomo della Bibbia, più che vedere, ascolta Dio. Nessuno può vedere Dio, tutti lo possono ascoltare. Non puoi cogliere l’invisibile nell’attimo fuggente di una visione; ma nella fatica e nella pazienza dell’ascolto anche ciò che è impercettibile assume un contorno, dei lineamenti, diventa volto. Gesù inoltre pone l’accento sul “come”. Non dimentichiamoci che questo versetto di Luca segue immediatamente la Parabola del seminatore. Non si può ascoltare la Parola in maniera superficiale: gli uccelli del cielo la possono rubare, le spine la possono soffocare. Solo in un terreno che è stato faticosamente preparato il seme si dischiude, la Parola genera un cuore nuovo. “Ascolta Israele …” E’ questo invito a meditare la “voce” di Dio che alimenta nell’uomo la luce che deve risplendere nelle tenebre. Padre Lino Pedron osserva: “L'ascolto della parola di Dio è una luce che accende il discepolo perché faccia luce a chi è ancora nelle tenebre. Chi ha realmente accolto la parola, la trasmette agli altri; chi è luminoso, illumina.”

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XXV Settimana del Tempo Ordinario Una parola gentile e sincera, detta con amore, solleva lo spirito e rinfresca l’anima.

Il Santo del giorno:

Ss. Andrea Kim Taegon, Paolo e compagni martiri Memoria dei santi Andrea Kim Taegon, sacerdote, Paolo Chong Ha-sang e compagni, martiri in Corea. In questo giorno in un’unica celebrazione si venerano anche tutti i

centotre martiri, che testimoniarono coraggiosamente la fede cristiana, introdotta la prima volta con fervore in questo regno da alcuni laici e poi alimentata e consolidata dalla predicazione dei missionari e dalla celebrazione dei sacramenti.

Martedì 20 Settembre I Settimana del Salterio

Tutti questi atleti di Cristo, di cui tre vescovi, otto sacerdoti e tutti gli altri laici, tra i quali alcuni coniugati altri no, vecchi, giovani e fanciulli, sottoposti al supplizio, consacrarono con il loro prezioso sangue gli inizi della Chiesa in Corea.

Agisci Mi prendo 10 minuti di silenzio, chiudo gli occhi e ripenso alle meraviglie che il Signore sta compiendo in questo periodo nella mia vita; lo ringrazio con tutto il cuore.

Brano Evangelico: Lc 8,19-21

In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Contemplo: Ascolta la Parola e mettila in pratica La Parola di Dio la troviamo viva nella Sacra Scrittura e nel sacramento dell'Eucaristia. Leggiamo la Scrittura «con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta» (Dei Verbum) e leggiamola in compagnia di Maria che ha visto crescere la Parola

di Dio. Dice san Gregorio Magno: «Noi cresciamo nell'amore di Dio e del prossimo quando facciamo crescere in noi la conoscenza della Scrittura, e le domande rivolte alla Parola di Dio, mentre la leggiamo, hanno risposte proporzionate alla maturità del lettore».

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Al tuo fianco

Famigliari di Dio Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Non ti lascio cadere e non ti abbandono, resto presso di te con il mio amore, ti accompagno dovunque andrai. Il mio amore sia la tua forza, la mia fedeltà, la tua difesa. Ti avvolga la mia tenerezza, e ti venga incontro la mia brama. Se sei triste, ti consolerò,nella tua inquietudine stendo la mia mano su dite, nel tuo dolore bacio le tue ferite, nel tumulto mi metto al tuo fianco come angelo delle difficoltà. Se gli uomini ti deridono ti irrobustirò le spalle, nella tua mutezza ti offrirò la mia voce e quando sarai ricurvo per il dolore ti solleverò con uno sguardo d'amore. Quando tutto inaridirà in te, ti regalerò il mio calore, e quando le preoccupazioni ti opprimeranno, ti sussurrerò parole di fiducia. Al mattino ti risveglia il mio desiderio e alla sera ti ricopre il mio amore; addormentati nelle mie braccia faccia a faccia, cuore a cuore… Tendi l'orecchio, batte per te… nella lunga notte, a ogni nuovo giorno... Anselm Grún e Maria M. Robben

Preghiera Beati coloro che ascoltano la parola di Dio. Signore, io so che questo è il cammino della mia vera felicità: ascoltare la tua parola e metterla in pratica. Anch’io voglio vederti, ma so che saprò riconoscerti nel momento in cui compirò la tua volontà.

L’ascolto attento della Parola di Dio genera in noi un miracolo, forse il più grande, quello che valica ogni confine e ogni limite: quello di diventare famigliari di Dio, madre, fratello, sorella di Gesù. Mistero che ci avvolge, incontro tra ciò che è infinitamente grande e ciò che è infinitamente piccolo. La Parola ascoltata e messa in pratica fa crescere dentro di noi una nuova mentalità, rigenera il lievito facendolo diventare nuovo, ci rende otri capaci di contenere la forza del vino appena spremuto. Il Vangelo, letto e meditato ogni giorno, tesse dentro di noi l’icona di Gesù, il suo volto, i suoi sentimenti. “Nel Medioevo spesso Maria è raffigurata in ginocchio di fronte al bambino nella greppia mentre lo adora. In queste figure gli artisti esprimono quanto Luca ha espresso con i cinque verbi: essa ha dato alla luce, ha avvolto, ha deposto, ha serbato e ha meditato. Maria sente il mistero di questa nascita. Ripensa sempre nel proprio cuore quanto è accaduto. Medita il mistero del proprio figlio per rendersi conto di questo bambino. Maria è per Luca la donna che crede”. (A. GRON, Natale celebrare un nuovo inizio, Brescia 1999, 126 s.). Cosi, nella semplicità, pieghiamo anche noi le ginocchia, ascoltiamo ciò che tanti uomini giusti avrebbero desiderato udire, lasciamoci guidare da quella mano intessuta d’amore, contempliamo il Verbo che per noi diventa carne, evento di salvezza. Poi, giù, ci attende la valle, gli uomini, la storia di ogni giorno. Ci attende un nuovo miracolo: chi ci sta accanto diventa fratello, il forestiero un volto famigliare, il nemico una persona da perdonare e da amare.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario

Per non annegare basta stare a galla.

Mercoledì 21 Settembre I Settimana del Salterio

Il Santo del giorno: San Matteo Apostolo I secolo - Matteo, chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca, liberandosi dei beni terreni. Ed è Matteo che nel suo vangelo riporta le

Agisci Accolgo la chiamata di Gesù alla conversione, faccio un esame di coscienza e, se posso, vado a confessarmi.

parole di Gesù: "Quando tu dai elemosina, non deve sapere la tua sinistra quello che fa la destra, affinché la tua elemosina rimanga nel segreto... ". Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire, come dice Eusebio, alla sua assenza quando si recò presso altre

genti. Il suo vangelo vuole prima di tutto dimostrare che Gesù è il Messia che realizza le promesse dell' Antico Testamento, ed è caratterizzato da cinque importanti discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo vogliono martire di Etiopia.

Brano Evangelico: Mt 9,9-13

In quel tempo, mentre andava via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori». Contemplo: Vide un uomo chiamato Matteo Matteo si è meritato il primo posto nella lista degli evangelisti, perché il suo testo si presta bene a essere un ottimo manuale di «catechismo» (istruzione) per la comunità cristiana di ogni tempo. Egli ha impresso un colpo d'ala

alla religiosità «ingessata» che non produce libertà. Matteo propone, infatti, un Cristo vivo, ricco di parola e di azione, pieno di coerenza e di solidarietà con gli ultimi, e di intimità con il Padre nei cieli.

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Lettura Spirituale : Un’esistenza nuova a cura della redazione

Meditiamo la Parola

Alla perenne ricerca Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Alla chiamata di Gesù, Matteo risponde all' istante: «egli si alzò e lo seguì ». La stringatezza della frase mette chiaramente in evidenza la prontezza di Matteo nel rispondere alla chiamata. Ciò significava per lui l'abbandono di ogni cosa, soprattutto di ciò che gli garantiva un cespite di guadagno sicuro, anche se spesso ingiusto e disonorevole. Evidentemente Matteo capì che la familiarità con Gesù non gli consentiva di perseverare in attività disapprovate da Dio. Facilmente intuibile applicazione al presente: anche oggi non è ammissibile l'attaccamento a cose incompatibili con la sequela di Gesù, come è il caso delle ricchezze disoneste. Una volta Gesù ebbe a dire senza mezzi termini: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel regno dei cieli; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21). E proprio ciò che fece Matteo: si alzò e lo seguì! In questo «alzarsi» è legittimo leg­ gere il distacco da una situazione di peccato e insieme l'adesione consapevole a un'esistenza nuova, retta, nella comunione con Gesù.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”: Per gli uomini è facile ergere sottili steccati, creare fumose cornici dove dividere i buoni dai cattivi. La frequentazione di ubriaconi, drogati, malvestiti, non procura buona fama. Eppure Gesù esce dai rigidi schemi del legalismo ebraico e abbraccia ogni volto, irradia con la sua luce le tenebre che avvolgono tutti coloro che vengono messi ai margini dell’umana benevolenza; è alla perenne ricerca di chi porta sulla propria pelle, sulla fronte, il sigillo di Caino. Si sporca le mani con i pubblicani, i peccatori, le prostitute; entra nelle loro case, simbolo di esistenze escluse dall’ipocrisia umana, dalla compiacenza di chi si ritiene “giusto”. Solo i deboli nella fede temono di contaminarsi, scelgono i buoni; i forti vanno in

Preghiera

Quanto amore, Signore, hai per me! Benché io sia peccatore, tu mi riscatti e mi mostri sempre una grande fiducia. Aiutami a sentire sempre la tua voce che mi invita a seguirti.

mezzo alla gente a donare il loro tesoro: la misericordia di Dio.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario Se vuoi la chiave del cuore di una persona accettala e amala per quello che è.

Il Santo del giorno:

San Maurizio II secolo Abbiamo loro notizie da Euleterio, vescovo di Lione, che racconta di centinaia di soldati martiri capitanati da Maurizio. Questi soldati, appartenenti alla legione "tebea" di Massimiano Erculeo, furono sterminati perché si

rifiutarono di andare in Gallia a perseguitare cristiani. Dalle ricerche storiche fatte fino ad oggi, risulta che, prima della grande persecuzione di Diocleziano, probabilmente attorno al 286, Massimiano Erculeo intraprese una spedizione in Gallia contro Bagaudi. Alcuni soldati della legione, probabilmen-

Giovedì 22 Settembre I Settimana del Salterio

te una coorte capitata da Maurizio, si rifiutarono di celebrare in onore degli dei e furono martirizzati presso Agaunum, nel Vallese. In questa regione, dove loro culto è molto antico, nel 1893 è stata trovata una basilica risalente a quell'epoca.

Brano Evangelico: Lc 9,7-9

Agisci «Chi è dunque costui?», cosa direi a Erode? Gesù è il Figlio di Maria, il Figlio di Dio. Cosa significa per me?

In quel tempo, il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo.

Contemplo: Chi è dunque costui? Tutti quelli che incontrano Gesù si domandano: «Chi sarà mai?» e ciascuno risponde in diversi modi. Noi affermiamo assieme al centurione sotto la croce: «Costui era veramente il Figlio di Dio» (Mc 15,39),

soprattutto dopo essere stati illuminati dalla luce della risurrezione. Non «era», ma «è» veramente il Figlio di Dio; non Giovanni risuscitato, non Elia, non uno degli antichi profeti, ma molto, molto di più.

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Meditiamo la Parola

Lettura spirituale: Dio vicino all’uomo

Sguardo velato Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Rivelata in Cristo, la verità intorno a Dio « Padre delle misericordie» (2Cor 1,3) ci consente di «vederlo» particolarmente vicino all'uomo, soprattutto quando questi soffre, quando viene minacciato nel nucleo stesso della sua esisten­za e della sua dignità. Ed è per questo che, nell'odierna situazione della Chiesa e del mondo, molti uomini e molti ambienti guidati da un vivo senso di fede si rivolgono, direi, quasi spontaneamente alla mi­ sericordia di Dio. Essi sono spinti certamente a farlo da Cristo stesso, il quale mediante il suo Spirito opera nell'intimo dei cuori umani. Rivelato da lui, infatti, il mistero di Dio « Padre delle misericordie» diventa, nel contesto delle odierne minacce contro l'uomo, quasi un singolare appello che si indirizza alla Chiesa. Giovanni Paolo Il

Preghiera

«L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di dio?» (sal 42,3): con le parole del Salmo, chiedo a Dio la grazia di mantenere sempre acceso in me il desiderio di conoscere il suo volto, l’anelito verso di lui.

Anche il tetrarca Erode vuole vedere Gesù. Ma il suo sguardo è velato, i suoi pensieri confusi. C’è troppo frastuono nel suo palazzo, troppo potere nelle sue mani, ricchezze nei suoi forzieri. E’ troppo suadente lo sguardo di Erodiade, velenosi i suoi baci, freddi i suoi abbracci. Se vuoi vedere Gesù devi lasciare il tuo trono, le vesti di bisso che ricoprono la tua vanità, l’oro che puntella il tuo regno, gli affetti che non ti appartengono perché legati al talamo di tuo fratello. Gesù vive tra la polvere, oltre i poteri umani, al di la degli intrighi che si consumano nei sotterranei delle regge, cammina tra i passi incerti dei deboli e dei miseri. Il suo mantello lambisce il sangue infetto della donna, le sue mani toccano gli occhi spenti del cieco, la sua voce ridona la vita al corpo putrefatto di Lazzaro. Frequenta donne che donano surrogati d’amore a chi da sempre compra, nella fredda notte, briciole di calore; mangia con i pubblicani, è circondato dal festoso vociare dei bambini. Vedi, Erode, Gesù è in agonia su quel colle, steso su una croce, tra due miserabili ladroni. Sta riscattandola la tua, la mia vita. Inginocchiamoci di fronte a tanto amore, alla sua misericordia, al suo cuore squarciato. Lasciamoci lambire dall’ombra di quel patibolo che il tuo e il mio egoismo hanno innalzato, lasciamoci dire: “In verità, in verità ti dico: oggi sarai con me in Paradiso”.

Non di solo pane - Numero 769 - Tempo Ordinario - pagina 12


XXV Settimana del Tempo Ordinario Lasciare che le pressioni della vita impongano il ritmo della tua giornata e la privino di qualsiasi godimento è come permettere ad un nemico di importi un orario a suo piacimento, impedendoti di godere della tua famiglia e dei tuoi amici Il Santo del giorno:

San Pio da Pietrelcina Francesco Forgione nacque a Pietrelcina nel 1887; si fece capp uccin o nel 1903 scegliendo di chiamarsi Pio. Sacerdote nel 1910, nel 1916 fu trasferito nel convento di

Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Qui svolse un'intensa attività di assistenza e apostolato, rivelando doti di taumaturgo e di instancabile confessore. Ricevette le stigmate nel 1918, segno di comunione con la Passione di

Venerdì 23 Settembre I Settimana del Salterio

Cristo. Morì nel 1968 ed è stato canonizzato nel 2002. È raffigurato in abito da frate cappuccino con le mani fasciate. NOME: deriva dal latino e significa "religioso, devoto".

Brano Evangelico: Lc 9,18-22

Agisci: Per ricordare la Parola, oggi sarò più attento del solito a tavola: sarò il primo ad alzarmi, anticipando i bisogni di coloro che mangiano insieme a me.

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. «Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Contemplo:

Le folle, chi dicono che io sia? Prendiamo in considerazione l'enorme quantità di libri, articoli di stampa, audiovisivi e siti internet che tentano di dare una spiegazione, appassionata o settaria, a questa domanda di Gesù.

Milioni e milioni di persone, nelle tante generazioni che ci separano da lui, hanno dato risposte differenti a questa domanda, con la loro vita differente! A noi Gesù domanda: «Ma voi chi dite che io sia?». Risponderemo bene solo in unione con Pietro, con l'aiuto della Chiesa!

Non di solo pane - Numero 769 - pagina 13


Lettura Spirituale : il ben più grande

Meditiamo la Parola

«Chi dite che io sia?». Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

Dovunque c'è un cuore per rispondere: «Signore, io credo», là Cristo è presente. Là il Signore promette di essere presente, anche se non visto, sul letto di morte o sulla tomba, sia che siamo noi stessi a chiederlo, o i nostri cari. Sia benedetto il suo nome! Niente ci potrà togliere questa consolazione: saremo certi, con la sua grazia, che egli si chinerà su di noi con amore, come se lo vedes­ simo. Non dubiteremo neppure per un istante, dopo la nostra esperienza della storia di Lazzaro, che egli veglia su di noi. È consapevole fin dal principio del nostro male, sebbene si tenga a distanza; sa quando deve restare lontano e quando deve avvicinarsi... Può dire a colpo sicuro se il suo amico è malato o dorme… Noi lo pregheremo perché accresca la nostra fede..., ci doni una fiduciosa convinzione che non infliggerà mai ai suoi fratelli un dolore che non sia per loro un bene più grande. Henry Newman

Preghiera

Signore, fa’ che il mio amore per te sia saldo e che io abbia sempre il coraggio di riconoscerti davanti agli uomini, consapevole di quanto tu hai fatto per me.

Se vi sentite in cammino, sulla strada della fede, allora questa domanda dovete avere il coraggio di porvela, ogni volta che iniziate a fare qualcosa. Ai "professionisti del sacro" preti e laici impegnati in testa, la più grossa disgrazia che può succedere è quella di costruirsi un universo tutto incentrato su Cristo: parlare di Lui, celebrare Lui, ascoltare Lui. Senza che Lui ci sia. È un'esperienza terribile ma reale, abituarci a compiere le cose di Cristo perdendo di vista l'essenziale, il nucleo. «Chi dite che io sia?». Questa frase, rivolta a ciascuno, senza preamboli, come una staffilata, deve ancora echeggiare e scuotere, far vacillare le nostre più o meno grandi sicurezze. Amici che vi impegnate nella Pastorale, con i giovani, gli ammalati, catechisti, cantori, voi che passate il tempo libero a servire i poveri: chi ve lo fa fare? Gratificazione? O perché ci siete "tagliati"? No! Scusate la durezza ma occorre andare alla radice: lo fate per Cristo. Parlo di Lui perché gli appartengo, servo i poveri perché in essi riconosco il Suo volto, canto la Sua gloria perché mi riempie il cuore. E tutto questo, notate bene, avviene in un duplice contesto: "in un luogo appartato a pregare", cioè nella casa interiore della preghiera e prima dell'annuncio della Passione. Riconoscere che Gesù è "Cristo" della mia vita, cioè Signore, Presenza, Unico, Dio, significa sinceramente mettersi in discussione, senza una affrettata risposta da catechismo, ma con la coscienza che la professione di fede passa attraverso la fatica, la salita, la croce .

Non di solo pane - Numero 769 - Tempo Ordinario - pagina 14


XXV Settimana del Tempo Ordinario

Amore è chiedere scusa.

Sabato 24 Settembre I Settimana del Salterio

Brano Evangelico: Lc 9,43b-45

In quel giorno, mentre tutti erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.

Medita - Di fronte alla dimostrazione pubblica della potenza di Agisci Prego una decina del Rosario meditando il mistero meraviglioso della risurrezione.

Gesù, che si manifestava soprattutto nei miracoli e nell'autorità della sua parola, era facile cedere alla tentazione di pensare all'intervento di Dio nella storia come a qualcosa di appariscente. Il Signore conosce bene le inclinazioni del cuore dei suoi e sente il bisogno di chiarire subito che il senso della sua missione è decisamente un altro. Egli non è venuto per conquistare i cuori predicando un'immagine di Dio fantastica e che risolve i problemi in un batter d'occhio: piuttosto, egli è venuto a conquistarci per mezzo dell'amore e dell'umiltà, attraverso la sua morte in croce. Don Carlo More Parroco di Gargnano

Contemplo : Il Figlio sta per essere consegnato Il commento di Luca è così moderno e senza difficoltà esegeti­ che: «I discepoli non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa, che non ne comprendevano il senso

e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento». Con gentilezza Luca ci dice che anche noi spesso non comprendiamo il disegno provvidenziale di Dio, per questo dobbiamo «metterci bene in mente» la parola di Dio.

Non di solo pane - Numero 769 - pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti

Anno XVIII - n. 769 Domenica 18 settembre 2016 Chiuso il 15/09/2016 Numero copie 1350 Stampato in proprio

Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea

333/3390059 don Luciano

Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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