Non di Solo Pane n°771 - 2 Ottobre 2016

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Non di solo

PANE Domenica 2 ottobre 2016 XXVII Settimana del Tempo Ordinario

Anno XVIII - n°

Il Calice di Gesù Siamo servi inutili di don Luciano Vitton Mea

771


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Ottobre 2016

Offerta quotidiana

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, Madre della Chiesa,

Intenzioni mese di Ottobre Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata. Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuore del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre

le preghiere, le azioni,

Perché i giornalisti, nello svolgimento della loro professione, siano sempre animati dal rispetto per la verità e da un forte senso etico.

le gioie e le sofferenze

Intenzione missionaria

di questo giorno,

Perché la Giornata Missionaria Mondiale rinnovi in tutte le comunità cristiane la gioia e la responsabilità di annunciare il Vangelo.

in unione al Sacrificio eucaristico,

in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

Intenzione dei vescovi Perché, il Signore liberi le nostre comunità dalla malattia della rivalità e della vanagloria, dalle mormorazioni e dai pettegolezzi.

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario Il progresso nella vita, negli affari o in qualsiasi progetto si raggiunge prima prendendo l’iniziativa e poi attuando nuove strategie. Infatti lo slancio iniziale non è sufficiente a mantenerti in movimento e il tuo progresso si esaurirà se non rifornisci il motore dell’ispirazione con il carburante delle nuove idee.

Il santo del giorno:

Santi Angeli Custodi

Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l'incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto. Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei pic-

coli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli. Figure celesti presenti nell'universo religioso e culturale della Bibbia - così come di molte religioni antiche - e quasi sempre rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra

Domenica 2 Ottobre III Settimana del Salterio

Dio e la Terra), gli angeli trovano l'origine del proprio nome nel vocabolo greco anghelos =messaggero. Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell'Antico Testamento.

Brano Evangelico: Lc 17,5­10

Agisci Recito la Salve Regina chiedendo a Maria, modello di fede, di intercedere per me una fede salda che mi accompagni e mi sostenga nel cammino della vita.

Gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbia­ mo fatto quanto dovevamo fare». Contemplo:

Accresci in noi la fede! Signore Gesù, insegnaci che credere è riuscire a leggere la storia secondo l'ottica stessa di Dio, è ricevere una forza di vita perché la fede è l'apertura all'ingresso di Dio nel nostro

cuore, e fedeltà al «buon depo­ sito» (2Tm 1,14) del messaggio cristia­no, è lavorare con impe­ gno e umiltà per il Regno, è acquistare la serenità e l'infan­ zia dello spirito.

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Lettura Spirituale : il mio amico Angelo di Helder Camara

Meditiamo la Parola

“Accresci in noi la fede!” Meditazione di Fiorella Elmetti

Capisco che, per molti, è difficile credere agli angeli. Ma, per me, è molto facile. Nel creato io vedo i minerali, i vegetali, gli animali, l'uomo. E, tra l'uomo e Dio, mi pare ci sia posto per delle creature che ci sono sorelle e fratelli nello spirito, ma non hanno il peso del nostro corpo. Capisco così bene i miei fratelli gli angeli, sono così convinto che, tramite gli angeli, il Signore aiuta gli uomini, che ho dato un nome al mio angelo. Non è proprio il suo nome (per il momento io non lo conosco), ma l'avergli dato un nome me lo fa sentire più concreto. Gli ho messo il nome che mia madre mi dava quando era molto contenta di me. Mi diceva: «Coraggio, José!». È questo il nome che do al mio angelo. E immagino già la gioia che proverò quando, arrivando nella casa del Padre, vi incontrerò il mio angelo, e quando lui mi farà conoscere il suo nome vero. D'accordo: non prego il mio angelo ogni momento, per ogni piccolo proble­ ma. Ma nei momenti più difficili, in quelli più critici, quando non è più possibile nessun aiuto umano, allora invoco la protezione del mio an­ gelo: «José, José! Lo so che sei sempre qui per darmi una mano. Aiutami! Soprattutto, aiutami ad aiutare!». Non una volta che mi abbia ab­ bandonato. Mai.

Preghiera

Signore, ravviva la mia fede! Fa’ che sia una fede capace di dare senso al mio vivere, forza al mio cammino, significato al mio sacrificio, certezza ai miei dubbi, speranza alle mie delusioni, coraggio alle mie paure, vigore alle mie stanchezze, sentieri ai miei smarrimenti, luce alle notti del mio spirito, riposo e pace alle ansie del mio cuore.

Piccola figlia della croce - Lumezzane

Davanti alle macerie del terremoto, davanti alla morte di un bambino appena nato, davanti alle tante violenze delle guerre, davanti a tanti “perché” che non trovano risposta, davanti alla incapacità di perdonare, davanti all’orgoglio che vuole mettersi sempre in primo piano, che fare? …“Accresci in noi la fede!”. Ho sempre bisogno di rinnovare la mia fede e quando mi sembra di non averne bisogno ne ho ancora più bisogno. Mi fa bene quel richiamo: “Accresci in noi la fede!”. Ma questa è anche una preghiera per dire che ci possono essere strade sconosciute per vivere la fede e l’anno giubilare della Misericordia, mi pare, lo stia mettendo in luce, soprattutto ai cristiani della prima ora come me che do per scontato l’imprevedibilità della grazia. Uno scritto di François Mauriac ce lo chiarisce bene: “Ricordo che un giorno ero seduto a tavola accanto a una giovane donna ebrea, la quale mi diceva di non credere alla divinità di Cristo; e d’un tratto, con un accento diverso e profondo, e come una confidenza che non riusciva a trattenere, mi disse: “Ma io lo amo”….e commenta: “Qui la grazia appare allo stato grezzo, al di fuori di tutti i mezzi che ne sono per noi i normali veicoli. È un po’ come quando scopriamo che dei forestieri conoscono e amano come noi un certo luogo segreto della foresta che era la meta delle nostre passeggiate solitarie. Ci stupiamo che vi siano giunti per altri sentieri di cui non avevamo alcuna idea”. L’amore conduce alle strade più belle, non resta che attendere.

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario Le persone che dimenticano se stesse sono quelle che gli altri ricordano di più.

Il santo del giorno:

San Gerardo di Brogne abate Nobile del Lomacensis, Gerardo, ancora giovanissimo, era stato preso da un grande ideale religioso. Dopo un'iniziazione alla vita monasti-

Agisci Il Maestro cambia le prospettive: sono io il “prossimo” per chi incontro. Quando mi si presenterà l’occasione di farmi prossimo non passerò oltre pensando: «Non tocca a me!»; mi fermerò come ha fatto il Samaritano.

ca, presso Parigi, aveva fondato nelle proprie terre un'abbazia benedettina. Uomo virtuoso e monaco esemplare, attirò prestissimo l'attenzione dei principi, specialmente di Gisleberto di Lotaringia e di Arnaldo di Fian-

Lunedì 3 Ottobre III Settimana del Salterio

dra che lo chiamarono per risollevare i loro monasteri decaduti. Apostolo infaticabile, Gerardo percorse per venticinque anni la Lotaringia e la Fiandra riformando una dozzina di abbazie. Morí a Brogne nel 959.

Brano Evangelico: Lc 10,25­37 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Leg­ ge? Che cosa vi leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forzae con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». E Gesù: «Hai risposto bene; fà que­ sto e vivrai». Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesi­ ma strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fa­ sciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due de­ nari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il pros­ simo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso».

Contemplo: Cosa devo fare

per avere la vita? La migliore spiegazione alla para­ bola del buon samaritano è nelle parole dell'apostolo Giovanni: «Chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Nella pa­ rabola c'è tutto ciò che il cristiano

deve credere e tutto ciò che deve fare: il vero Buon Samaritano, Gesù, è venuto a salvare e a por­ tare il dono gratuito della vita e­ terna, l'amore di Dio, così il buon cristiano, amando come Gesù ha amato, rice­ve l'attestato dallo Spirito di essere figlio, erede di Dio, coerede di Cristo (cf Rm 8,16­17).

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Lettura Spirituale : un piccolo atto d’amore di Helder Camara

Meditiamo la Parola Il mio prossimo Meditazione a cura di don Carlo Moro ­ Parroco di Gargnano

«La carità è paziente, è benigna la carità: non è invidiosa la carità, non si vanta». Portate questi ingredienti nella vostra vita: allora tutto ciò che farete sarà eterno. E una cosa che merita dedicarvi del tempo. Nessu­ no può diventare santo dormendo. Oc­ corrono preghiera, meditazione e tempo; allo stesso modo che perfezionarsi su qualsiasi piano fisico o spirituale, occorre pre­ parazione e cura. Volgetevi a quest'unica co­ sa a qualunque costo, cambiate questo vostro vecchio `io' per fare spazio alla 'novità' dell'a­ more, dono di voi stessi. Riandando al passa­ to, al di sopra e al di là dei piaceri effimeri della vita, risultano anche momenti in cui avete avuto modo di compiere degli atti di bontà in favore di coloro che vi circondano: cose troppo piccole perché possa valer la pe­ na di parlarne, ma che pure vi danno la sensa­ zione di essere entrati nella vera vita. Ho visto quasi tutte le cose meravigliose che Dio ha fatto, ho provato quasi tutti i pia­ ceri che Dio ha progettato per l'uomo. Eppu­ re, guardando indietro, io vedo emergere del­ la vita già trascorsa brevi esperienze in cui l'amore di Dio si rifletteva in una modesta imitazione di lui, in un mio piccolo atto d'a­ more.

Preghiera

O Signore, ti prego, fa’ che compiere sempre la tua volontà sia il mio desiderio, la mia passione, il mio amore. Desidero amare gli altri come tu ami me. Dammi un cuore colmo d’amore per te e per i miei fratelli. Amen

Forse la domanda del dottore della legge non era tanto onesta. «Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». La risposta la conosce già. Forse voleva solo mettersi in mostra, attirare l'attenzione. La lettura della parabola è facile: ci indica chiaramente come agire la cristiani. La storia del buon samaritano è molto utilizzata nel catechismo e la morale è facilmente deducibile: siate buoni e aiutate coloro che ne hanno bisogno. Giustissimo e ineccepibile il messaggio, ma forse è un po' troppo facile questa lettura puramente "umanitaria". In fondo, la parabola ha una cornice: la questione sulla vita eterna. Se l'aiuto del prossimo sofferente è quasi un dovere etico e non per forza religioso, è necessario chiedersi se c'è qualcosa che contraddistingue l'aiuto di un cristiano da quello di un ateo. Nel mondo agiscono istituzioni cristiane e laiche per aiutare i più bisognosi, c'è tra loro una differenza, anche solo di atteggiamento? Anche nel nostro quotidiano, cosa ci spinge ad aiutare il prossimo? Può essere un sentimento di compassione verso chi soffre, di colpa perché poi stiamo meglio, o un modo per scongiurare che ci possa succedere qualcosa di simile; può essere anche una convinzione politica o etica che ci spinge a fare o a dare spesso solo del nostro superfluo. Non per questo però abbiamo agito da cristiani. Quante persone non cre­ denti, infatti, superano i cristiani nell'aiutare il prossimo, nella dedizione e nel servizio! A Madre Teresa di Calcutta, che stava pulendo un lebbroso raccolto per strada, pieno di vermi, un giornalista disse: «Io non lo farei per un milione di dollari». E la Madre rispose: «Per quella cifra non lo farei neanche io, io lo faccio per Gesù!». Quanto è diverso se aiutiamo chi ha bisogno, perché nell'altro vediamo il Signore e non solamente per soddisfare noi stessi. Quanto cambia la prospettiva, quando vediamo in chi ci aiuta la mano del Signore e non solo una persona che ha compassione di noi.

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario La gioia è contagiosa. Dai il via ad una bella epidemia!

Il Santo del giorno:

San Francesco di Assisi Figlio di un mercante, nacque ad Assisi nel 1181. Trascorse una giovinezza agiata sognando di diventare cavaliere, ma dopo una visione rinunciò a tutto per seguire Dio in povertà. Nel 1208 iniziò a predicare la penitenza vestito di

Martedì 4 Ottobre III Settimana del Salterio

un sacco e vivendo di elemosina; si unirono a lui i primi compagni. Fondò l'Ordine dei frati minori, approvato da papa Innocenzo III. Nel 1224 ricevette le stigmate. Si ammalò gravemente agli occhi e quasi cieco compose il Cantico delle Creature. Morì il 3 ottobre 1226 e fu canonizzato nel 1228.

Viene rappresentato con un saio bruno e un cingolo in vita, mentre mostra le stigmate. Protettore: di commercianti, cordai, ecologi, floricoltori, mercanti, tappezzieri e poeti. Patrono: d'Italia.

Brano Evangelico: Mt 11,25­30

Agisci Mi faccio aiutare nella preghiera quotidiana da San Francesco. Con lui e come lui ripeto all’Altissimo: «Mio Dio e mio tutto!».

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Pa­ dre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno co­ nosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo vo­ glia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e op­ pressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mi­ o carico leggero». Contemplo: Tutto è stato

dato a me dal Padre È ben chiara in san Francesco la visione cristiana di tutte le creatu­ re come dono di Dio: «Laudato sie, mi Signore, cun tutte le tue creature». Gesù, il nuovo Adamo, riconduce l'umanità dalla «via di

menzogna» sulla «via della vi­ ta» (cf Sal 138,24), dove non è necessario possedere tanti beni per essere qualcuno, ma è neces­ sario possedere l'amicizia e la fa­ miliarità del Creatore di ogni be­ ne, il Padre nostro nei cieli.

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Lettura Spirituale : un piccolo atto d’amore di San Francesco

Meditiamo la Parola

Una porta aperta Meditazione di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Dove è amore e sapienza, ivi non è timore né ignoranza. Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira né turbamento. Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia. Dove è quiete e meditazione, ivi non è né preoccupazione né dissipazione. Dove è il timore del Signore a custodire la casa, ivi il nemico non può trovare via d'entrata. Dove è misericordia e discrezione, ivi non è né superfluità né durezza. (FRANCESCO D'Assisi, Ammonizioni, in Fonti francesca­ ne, Padova 1982,3 147).

Preghiera

Tu sei santo, Signore Dio unico, che compi meraviglie. Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei altissimo. Tu sei Re onnipotente, tu Padre santo, Re del cielo e della terra. Tu sei nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore. Amen (preghiera di San Francesco)

Gesù entra in un villaggio e una donna di nome Marta lo invita, lo accoglie e lo fa entrare nella sua casa. Se Maria può prendersi “la parte migliore” è solo perché Marta accoglie Gesù, lo fa entrare nella sua casa, nella vita quotidiana sua e della sorella. Qualsiasi ascolto passa attraverso l’accoglienza, un’apertura, una porta socchiusa. Se non c’è questa attenzione a chi passa, questa sensibilità e capacità nell’accogliere, l’ascolto è vano. Possiamo andare a Messa tutti i giorni ma se ci manca la capacità di accogliere, la “parte migliore” scorre come lo scroscio dell’acqua sopra la dura roccia. Marta è per noi “segno dei tempi” strada per una vera e autentica evangelizzazione. Ci sono tante chiusure nella nostra vita, troppe Chiese chiuse per i viandanti che percorrono i polverosi sentieri dell’esistenza. Immagino Marta affaccendata nei lavori di tutti i giorni ma con l’uscio di casa aperto. Ecco da lontano vede arrivare Gesù; è stanco, ha piedi polverosi, il volto sudato. Lo invita ad entrare nella sua casa. Per portare il Cristo agli uomini dobbiamo essere sulla soglia, fuori, per le strade dove la gente è affaticata dai fardelli quotidiani. Ecco arriva Gesù, ha mille volti, lo devo accogliere. Vieni nella mia casa.

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario I piaceri più grandi della vita sono quelli che si condividono

Il Santo del giorno:

San Placido Fu, assieme a Mauro, uno dei più noti discepoli di san Benedetto. Dei due, Placido era forse il più giovane: poco più che un fanciullo, quando venne posto sotto la guida dell'abate Benedetto. Per questo Agisci Insieme a Maria, maestra di preghiera, ripeterò il Padre nostro mentalmente ogni volta che penserò al Signore.

Mercoledì 5 Ottobre III Settimana del Salterio

viene considerato patrono dei novizi benedettini. San Placido, invocato per tutto l'Alto Medioevo come "Confessore", venne trasformato in martire alla fine dell'XI secolo. Un fantasioso biografo compose infatti un falso rac-

conto della sua Passione, sofferta in Sicilia, per opera dei Saraceni. Patronato: Novizi monaci Etimologia: Placido = colui che è dolce e mansueto

Brano Evangelico: Lc 11,1­4

Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione». Contemplo: Lodate il

Signore, popoli tutti Lodare il Signore significa rico­ noscere i suoi benefici e ringra­ ziarlo. È una preghiera che può essere fatta insieme ad altri e nel proprio cuore. Tutta la nostra vi­ ta, in fondo, deve essere un conti­

nuo colloquio con il Signore. Ge­ sù ci ha consegnato il «Padre no­ stro» per aiutarci a vivere questo colloquio in ogni momento della nostra giornata e della nostra vita.

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Lettura Spirituale : C’è sempre una stella di Graziella Ajmone

Meditiamo la Parola

La parte migliore Meditazione di Fiorella Elmetti Piccola figlia della croce - Lumezzane

Anche nella notte più nera, quando è opaca ogni via e spento ogni colore, c'è sempre una stella per chi piange, ma spera. Anche nella bufera, tra nuvole di procella, quando nessun rifugio nessun porto ci appare, c'è sempre una stella per chi piange e sa amare. Leggiadra come il fiore d'un misterioso giardino, che nessun occhio vede, c'è sempre una stella per chi piange, ma crede.

Preghiera

Dalla tua mano, o Dio, vogliamo accettare tutto. Tu stendi la tua mano e abbatti i potenti nella loro stoltezza. Tu apri la tua mano misericordiosa, e tutto ciò che vive ricolmi di benedizione.

Dopo aver sentito lodare Maria per essersi scelta “la parte migliore”, i discepoli vogliono saperne di più. Cos’è di fatto “la parte migliore”? Inoltre, vedono Gesù pregare e la cosa deve aver suscitato un certo fascino, visto che si coinvolgono in prima persona: “Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. E Gesù non se lo fa ripetere due volte. Forse, aspettava solo questo momento con forte desiderio, consapevole che dalla preghiera scaturiscono le più belle virtù: la bontà, la fedeltà, la pazienza, la capacità di perdonare… ma soprattutto la capacità “di stare con Lui”, di fare la sua volontà. Anche Papa Francesco lo sottolinea quando dice: “Il primo compito nella vita è questo: la preghiera. Ma non la preghiera delle parole, come i pappagalli, ma la preghiera del cuore, attraverso la quale è possibile guardare il Signore, ascoltare il Signore, chiedere al Signore. E noi sappiamo che la preghiera fa dei miracoli”. E la prima lezione di Gesù è quella di permettere ai suoi discepoli, quindi anche a noi, di invocare Dio come Padre. Egli annulla, così, ogni distanza tra cielo e terra, rendendoci tutti figli e, di conseguenza, fratelli. Se avessimo capito questa prima lezione, il mondo vivrebbe di certo la parte migliore di sé. La maggior parte degli uomini regnerebbe nell’amore e nella gratuità, nel servizio e nella pace. Tutto il resto viene di conseguenza.

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario Non basta avere fede quando tutto è calmo. È ben più importante avere fede quando infuria la tempesta.

Il Santo del giorno:

San Bruno di Colonia (1035-1101) Fu rettore dell’università di Reims nella quale insegnava teologia. Dopo aver insegnato si ritirò, insieme

a sei compagni, in una località remota, vivendo in povere casupole, pregando e lavorando. Da questa esperienza nascerà l’Ordine dei Certosini, dediti a meditare e a lavorare manualmente.

Giovedì 6 Ottobre III Settimana del Salterio

Protettore: dell'Ordine dei certosini. Patrono: di Colonia. Nome: di origine germanica, significa "di colore bruno".

Brano Evangelico: Lc 11,5­13

Agisci Spesso mi scordo dello Spirito Santo; oggi mi procuro la Sequenza allo Spirito Santo e la recito con attenzione.

In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiu­ sa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darte­ li; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà a­ perto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una ser­ pe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». Contemplo:

Cercate e troverete Dice Gesù: «Chi chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto». Egli fa l'esempio dei buoni genitori, i quali accon­sentono con sapienza alle utili e qualche volta inutili esigenze dei loro figli e sanno

perfino affettuosamente raggi­ rarli quando chiedono cose non buone. Gesù ci assicura pure che «il Padre vostro celeste da­ rà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11,13).

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Lettura Spirituale : Perdonami, sera! di Graziella Ajmone

Meditiamo la Parola

Pregare! Meditazione di Fiorella Elmetti Piccola figlia della croce - Lumezzane

Perdonami, sera, se non ti posso portare ciò che stamane ho sognato, se ho vuote le mani, le labbra riarse, assetate, il corpo piagato. Perdonami, sera, se in cuore stamane aleggiavano vele di chiare speranze che giacciono ora afflosciate e non mi resta che un povero fiato di stanca preghiera. Perdonami, sera! Io so, tu mi guardi pietosa e la tua stella romita è come una lacrima buona che trema amorosa,che cade su questa giornata finita.

Preghiera

«Beato l’uomo che non segue il consiglio degli empi, non indugia nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli stolti; ma si compiace della legge del Signore, la sua legge medita giorno e notte» (sal 1).

Pregare è un’esperienza davvero unica, un cammi­ no che dura tutta la vita, un sogno da inseguire con pazienza e tenacia. A volte, tutto è facile, basta poco per riuscire a pregare: il clima raccolto, una candela accesa, la speranza che ti anima e ti spinge a chiedere, come colui che incurante dell’ora tarda a mezzanotte va dall’amico a chiedergli tre pani per dare accoglienza ad un altro amico giunto da un lungo viaggio. In questo caso, colui che chiede ottiene, non tanto per amicizia quanto perché la smetta di importunare la famiglia dell’amico che sta dormendo. A volte, invece, pregare non è per niente facile: nemmeno il silenzio ti aiuta, anzi, spesso nel silenzio non riesci a formulare nemme­ no un semplice atto di fede. Ogni desiderio di pre­ gare appare vuoto, inutile, sterile. In quei momenti, sbagliamo nel rivolgerci a un Dio grande e santo, inarrivabile. Ma Dio per i cristiani è molto più che grande e santo, è un Padre. Che fa un bambino quando si trova da solo, in mezzo a sconosciuti? Piange. Quando invece si ritrova faccia a faccia con un volto familiare ride, muove i passi, tende le braccia e ottiene di essere preso in braccio, cocco­ lato e accarezzato. Non a caso, Gesù ci insegna a rapportarci a Dio con fiducia e confidenza, come ad un Padre. In merito, condivido quanto (senza saperlo prima) ho trovato in un’omelia del vescovo Luciano Monari: “Dio è un essere personale, sog­ getto di conoscenza e di amore; il suo rapporto con l’uomo e un rapporto libero, che nasce dalla libera scelta di Dio e fa appello alla risposta libera dell’uomo. All’interno di questa logica di rapporti si deve comprendere l’efficacia della preghiera: e l’efficacia del dialogo nel rapporto interpersonale. Non quindi l’efficacia meccanica dello strumento che produce il risultato, ma l’efficacia propria del­ la richiesta che attende una risposta. È una sicurez­ za simile a quella del bambino che s’affida all’amore del padre e della madre; simile a quella dell’amico che conta sulla fedeltà dell’amico; si­ mile a quella dell’amante che sa di essere riamato. Ma è anche di più: quanto Dio è più fedele, gene­ roso, premuroso di un padre, di un amico, di un amante”. Visto? Se lo dice lui…

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XXVII Settimana del Tempo Ordinario Ognuno di noi è importante: che si suoni il violino, il flauto, il violoncello o le percussioni, si è comunque parte dell’orchestra. Il Santo del giorno:

B. V. Maria del rosario Questa memoria Mariana di origine devozionale si collega con la vittoria di Lepanto (1571), che

arrestò la grande espansione dell'impero ottomano. San Pio V attribuì quello storico evento alla preghiera che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Ver-

Venerdì 7 Ottobre III Settimana del Salterio

gine nella forma del Rosario. Etimologia: Maria = amata da Dio, dall'egiziano; signora, dall'ebraico

Brano Evangelico: Lc 11,15­26

Agisci: Con Maria, madre di tutti i popoli, recito

il

missionario.

Rosario

In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: «È in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scac­ ciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nel­ la mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima».

Contemplo: Ave,

Maria, piena di grazia La recita del santo Rosario risale ad epoche molto antiche. Furono i monaci Cistercensi e poi i Dome­ nicani a sostituire, per chi non leg­ geva i Salmi, le preghiere del «Padre nostro» e dell'«Ave, Ma­ ria», intercalandone la meditazione dei misteri della vita di Gesù. Mol­

te chiese antiche hanno la Cappella dei Misteri del Santo Rosario. I Papi, da Pio V in poi, contribui­ rono a fissare una festa dedicata alla Madonna del Rosario. Il beato Giovanni Paolo II aggiunse ai tra­ dizionali Misteri di «Gioia», di «Dolore» e di «Gloria», quelli del­ la «Luce» evangelica, dal Battesi­ mo all'istituzione dell'Eucaristia.

Non di solo pane ­ Numero 771 pagina 13


Lettura Spirituale : La semplicità del Rosario di Helder Camara

Meditiamo la Parola

Ciò che conta davvero Meditazione di Fiorella Elmetti Piccola figlia della croce - Lumezzane

È spontaneo passare dalla preghiera dell'angelus a quella del rosario. Le ave ne formano la trama. Il metodo di meditazione dei misteri, evocati brevemente, e che formano la base del rosario, è strettamente legato al modo, con cui le tre piccole frasi dell'angelus rievocano il mistero dell'incarnazione. Fra le pre­ ghiere e le devozioni in onore di Maria, il rosario è certamente la più popolare, e nello stesso tempo una delle devozioni in cui c'è più spiccato il senso della chiesa. La preghiera del rosario orienta a Cristo, per mezzo di Maria. La Vergine aiuta a penetrare e a vivere il mistero di Cristo, come ella lo ha vissuto [...]. La semplicità [del rosario], la sua atmosfera di pura ed evangelica contemplazione, quando i misteri sono meditati come le parti di un solo tutto, fanno del rosario una via facile per esten­dere la contemplazione liturgica a tutta la vita quotidiana, e per ricondurre continuamente tutta la nostra vita alla sua fonte celeste

Preghiera

Quando trovi chiusa la porta del mio cuore, abbattila ed entra: non andare via, Signore. Quando il tuo richiamo non infrange il mio torpore, folgorami con il tuo dolore: non andare via, Signore. Quando faccio sedere altri sul tuo trono, o re della mia vita, non andare via, Signore.

Non è il legame di sangue ciò che conta. Certo, anche quello, ma non è tutto. Ciò che conta davvero nella vita cristiana è aprire il cuore a Dio e lasciarlo entrare in noi, fargli posto, perché insieme poi sappiamo amare secondo il suo cuore e creare legami con le persone, con la natura, con la vita stessa, anche quando è segnata dal dolore. E se è vero che san Francesco d’Assisi e san Pio da Pietralcina piangevano perché “Dio non è amato”, san Bernardo ne sottolinea la verità, come un richiamo che fa male ricordare ma che dobbiamo sempre avere presente: “L'amore è sufficiente per se stesso, piace per se stesso e in ragione di sé. È a se stesso merito e premio. L'amore non cerca ragioni, non cerca vantaggi all'infuori di sé. Il suo vantaggio sta nell'esistere. Amo perché amo, amo per amare. Grande cosa è l'amore se si rifà al suo principio, se ricondotto alla sua origine, se riportato alla sua sorgente. Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere. L'amore è il solo tra tutti i moti dell'anima, tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere al Creatore, anche se non alla pari; l'unico con il quale possa contraccambiare il prossimo e, in questo caso, certo alla pari. Quando Dio ama, altro non desidera che essere amato. Non per altro ama, se non per essere amato, sapendo che coloro che l'ameranno si beeranno di questo stesso amore. L'amore dello Sposo, anzi lo Sposo-amore cerca soltanto il ricambio dell'amore e la fedeltà”.

Non di solo pane ­ Numero 771 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


XXVII Settimana del Tempo Ordinario Un sorriso farà meraviglie per il tuo aspetto e ti darà una giovanilità ed un ottimismo che i trattamenti di estetica e le sedute terapeutiche non potranno mai eguagliare.

Sabato 8 Ottobre III Settimana del Salterio

Brano Evangelico: Lc 11,27­28

In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna alzò la voce Meditiamo la Parola

di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato

Una barca, il suo posto

e il seno da cuiMeditazione hai presodi ildonlatte!». Luciano Vitton Mea

Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la paro­ la di Dio e la osservano!».

VANGELO - Siamo sempre tentati di credere che la vera beatitudine consi­

Agisci La Vergine è beata perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Se posso, partecipo alla Messa e ascolto con attenzione la proclamazione della Parola.

sta nell'essere stati contemporanei di Gesù, nell'averlo sentito parlare e visto fare miracoli, e aver potuto stargli fisicamente vicino. Invece, già ai suoi contemporanei il Signore diceva che la vera beatitudine consiste nell'ascoltare la Parola di Dio e nel metterla in pratica. Questo significa che non ci sono limiti né spaziali né temporali: chiunque può essere il pre­ diletto di Dio, suo intimo amico e addirittura suo familiare, nella misura in cui prende sul serio le sue parole di vita. Del resto, ti basta leggere il Van­ gelo per renderti conto che spesso nemmeno coloro che vissero con lui e che gli stettero più vicino ne compresero appieno il messaggio. Dunque questa beatitudine è davvero alla portata di tutti e resta accessibile anche a te: nella meditazione della Parola, nell'Eucaristia, nei sacramenti. L'esem­ pio di Maria ti illumini e ti aiuti ad ascoltare e attuare la Parola di Dio.

Contemplo : Beato

il grembo che ti ha portato Nel mese dedicato tradizional­ mente alla recita del Rosario di Maria, è bello considerare come anche coloro che non sono molto inclini alla lettura della Sacra Scrittura possono conoscere i misteri della vita

di Gesù Cristo, enunciandoli nella recita del Rosario e pre­ gando assieme a Maria, Madre di Dio. Tutti possono diventa­ re con Maria «ben fortunati», come dice Gesù nell'accettare le lodi di sua Madre, perché «ascoltano la parola di Dio e la osservano».

Non di solo pane ­ Numero 771 ­ pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XVIII - n. 771 Domenica 2 ottobre 2016 Chiuso il 29/09/2016 Numero copie 1350 Stampato in proprio

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea

333/3390059 don Luciano

Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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