Non di Solo Pane n°764 - 10 Luglio 2016

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Non di solo

PANE Anno XV - n°

Domenica 10 Luglio 2016 XV Settimana del Tempo Ordinario

«Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?».

Il Calice di Gesù di don Luciano Vitton Mea

Settimanale di preghiera

764


Offerta della giornata “Pregare, forse il discorso più urgente”

Sussidio di preghiera per la famiglia

Sito di Non di Solo Pane:

www.nondisolopane.it

Luglio 2016

Offerta quotidiana

Intenzioni mese di Luglio Con Maria, la madre del Signore e della Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i fedeli in questo mese

Intenzione del Santo Padre Perché vengano rispettati i popoli indigeni, minacciati nella loro identità e nella loro stessa esistenza.

Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo

Intenzione missionaria

Madre della Chiesa,

Perché la Chiesa in America Latina e nei Caraibi, mediante la sua missione continentale, annunci con rinnovato slancio ed entusiasmo il Vangelo.

in unione al Sacrificio eucaristico,

Intenzione dei vescovi

le preghiere, le azioni,

Perché i predicatori rinnovino il loro annuncio mettendo al centro la misericordia, virtù che

del Cuore Immacolato di Maria,

le gioie e le sofferenze di questo giorno, in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre.

solleva le miserie altrui.

Intenzione del Vescovo di Brescia Mons. Luciano Monari Perché, guardando al Cuore di Cristo, paziente e misericordioso, ci impegniamo con gioia nella costruzione della civiltà dell'amore.

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XV Domenica del Tempo Ordinario Prova fare un complimento a qualcuno. Aumenterà la sua autostima senza per questo diminuire la tua.

Il santo del giorno:

Beato Bernardo da Quintavalle Nato in Assisi negli ulti­ mi decenni del sec. XII, Bernardo conobbe san Francesco e si mise al suo seguito fin dal 1209, divenendo così il primo compagno del santo e «prima plantula» dell'Or­ dine minoritico. Con san Francesco fu a Roma dinanzi ad Innocenzo III

Domenica 10 Luglio III Settimana del Salterio

per l'approvazione della Regola ; raggiunse poi Firenze e Bologna (1211), città che devono a lui i loro inizi france­ scani, e con fra' Egidio si recò in Spagna, dove più tardi, come vogliono alcuni storici, fu ministro provinciale (1217­19). Tra il 1241 e il 1243 fu per qualche tempo a Sie­ na. Lo ricorda il Salim­ bene che nella sua Croni­ ca osserva di aver appre­

so da lui cose meravi­ gliose intorno a s. Fran­ cesco. Quando i tre com­ pagni Leone, Rufino e Angelo nel 1246 inviaro­ no il loro memoriale su san Francesco al ministro generale Crescenzio, Bernardo era già morto. Si era spento placida­ mente in Assisi, come gli aveva predetto san Fran­ cesco, e fu sepolto nella basilica inferiore del santo.

Brano Evangelico: Lc 10, 25­37

Agisci L'amore per noi stessi passa attraverso molteplici premure e attenzioni con cui cerchiamo di renderci bella e felice la vita. Cercherò di avere le stesse premure e attenzioni.

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vici­ no, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo paghe­ rò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Contemplo: Ne ebbe compas-

sione (Lc 10,33) Lo sguardo di compassione del buon Samaritano è lo sguardo di Gesù che vede e sa quello che c'è in ogni uomo (Gv 2,24) perché conosce il pensiero di ogni cuore

(Lc 9,47; 24,25). Lo sguardo di Gesù che legge dentro, che capi­ sce, si trasforma immediatamente in un «provare compassione», in un avvertire tutta la fatica, la mi­ seria e insieme la grandezza e la dignità di ogni persona.

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Fonte di vita

Chi è il mio prossimo? Meditazione a cura di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno

Il cuore di Gesù è la sorgente delle divine misericordie, che si versano così abbondanti su di voi; e, siccome è soltanto il cuore divino che si offre come modello delle virtù più elette alla vostra vita, come fornace d'amore verso Dio e verso il prossimo alle vostre anime apostoliche, forza e conforto alla vostra debolezza, così è giusto, impegnarsi ad onorare e a pregare il cuore di Gesù. Per rinnovare le persone e le opere si deve compiere il desiderio del cuore di Gesù che, apparendo in figura di immenso fuoco, grida: «Sono venuto a portare nel mondo il fuoco della carità e che voglio io se non che tale fuoco si accenda nel cuore degli uomini?! ». Luigi Guanella

«Ama il prossimo tuo», dice il Vangelo (Matteo 22,38). Ma chi è il mio prossimo? Spesso rispondiamo a questa domanda dicendo: «Il mio prossimo sono le persone con le quali vivo su questa terra, specialmente i malati, gli affamati, i sofferenti, e tutti coloro che sono nel bisogno». Ma non è questo che Gesù dice. Quando Gesù racconta la storia del Buon Samaritano (Luca 10,29-37) per rispondere alla domanda: «Chi è il mio prossimo?», egli termina dicendo: «Chi... ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Il prossimo, Gesù lo dice chiaramente, non è il pover'uomo che giace sul bordo della strada, spogliato, battuto, mezzo morto, ma il Samaritano che attraversò la strada «gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino, poi caricatolo sopra il suo giumento lo portò a una locanda e si prese cura di lui». Il mio prossimo è quello che attraversa la strada per me!

Preghiera

Da Gerusalemme a Gerico, stolti, superficiali, smarriti, incappiamo nei briganti, che colpiscono e fuggono. Vicino a ogni uomo che smarrisce la via, ci sia sempre chi, a tua immagine, sa farsi vicino, curare le ferite con l'olio della tua misericordia. Signore, aiutaci a essere insieme chi si fa curare e chi cura, chi si fa accogliere e chi accoglie. Amministreremo e celebreremo con te il sacramento della comune umanità, amata e riscattata, per sempre, da te che sei inenarrabile compassione.

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J.M Nouwen


XV Settimana del Tempo Ordinario Dio è infinitamente buono ed è pronto ad amare e perdonare, ma esige un minimo di buona volontà dalle sue creature.

Lunedì 11 Luglio III Settimana del Salterio

Il santo del giorno:

San Benedetto Patrono d’Europa

lica fu chiamato a

occidentale, scris-

guidare nella vita

se una Regola chia-

spirituale altri mo-

ra e di buon senso

(480-

naci. A Montecassi-

e il suo Ordine ha

547) nacque a Nor-

no fondò un mona-

dato alla cristiani-

cia (Perugia), stu-

stero di vita in co-

tà un grande nu-

diò a Roma e si ri-

mune, secondo gli

mero di santi.

tirò a vita solitaria

ideali

nei pressi di Subia-

dell'amore

co (Roma). Per la

prossimo.

sua bontà evange-

del

Benedetto

evangelici del Padre

monachesimo

Brano Evangelico: Mt 19,27­29

Agisci Quanto impegno mettia­ mo per cercare di avere cose superflue, destinate a passare, incapaci di ren­ derci felici! Quanto sa­ rebbe diversa la nostra vita se cercassimo con lo stesso impegno la sapien­ za di Dio! Con l'interces­ sione di Maria, "sede del­ la sapienza", oggi chiede­ rò a Dio che mi conceda questo suo dono.

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e a­ vrà in eredità la vita eterna».

Contemplo: Avrai in eredità

la vita eterna

(cf Mt 19,29)

Pietro fa notare a Gesù che per lui i suoi discepoli hanno lasciato tutto, che cosa ne otterrano? Gesù lo assicura: chi avrà lasciato tutto

per seguirlo, avrà la vita eterna e beata nella dimora del cielo. Già su questa terra, il discepolo fedele vedrà che il Signore non lo ab­ bandona mai, anzi lo assiste e lo sostiene in tutte le sue necessità.

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Lettura spirituale

Amanti della fraternità

Meditiamo la Parola I miei occhi saranno su di voi Meditazione a cura di don Carlo Moro

Questa è la legge di Cristo, che davvero portò su di sé le nostre ferite con la sua passione, e si caricò dei nostri dolori (Is 53,4) con la sua compassione, amando ciò che portava, portando ciò che amava. Chi invece aggredisce il fratello che si trova nella necessità, chi mette insidie alla sua infermità di qualunque genere sia, costui si sottomette senza alcun dubbio alla legge del diavolo, e la adempie. Siamo pieni quindi di compassione gli uni per gli altri e amanti della fraternità, capaci di portare le infermità, persecutori dei vizi, soprattutto noi che, alla ricerca di una disciplina più austera, siamo rimasti in pochi in questa solitudine nascosta e in questa isola lontana da tutto il resto del mondo. Ogni disciplina infatti che persegue con profonda sincerità l'amore di Dio e l'amore del prossimo per causa sua, qualunque siano le sue osservanze o l'abito, è più gradita a Dio.

Parroco di Gargnano

Il Signore cercandosi il suo operaio tra la moltitudine del popolo cui rivolge un appello, di nuovo dice: «C'è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?». Se all'udirlo, tu rispondi: Io, così ti soggiunge il Signore: «Se vuoi avere la vera ed eterna vita, preserva la lingua dal male, le tue labbra da parole bugiarde; sta' lontano dal male e fa' il bene, cerca la pace e perseguila. E quando avrete fatto questo, i miei occhi saranno su di voi, le mie orecchie si faranno attente al vostro grido, e ancor prima che mi invochiate, io vi dirò: Eccomi!». Che cosa vi può essere di più dolce per noi, fratelli carissimi, di questa voce del Signore che ci chiama? Ecco il Signore, nella

Isacco della Stella

sua grande bontà, ci mostra il cammino della vita. Munìti, dunque, di una fede robusta e Preghiera

Signore, siamo malconci, come pellegrini in viaggio da molto tempo e in cerca di pace. Ma quale pace cerchiamo, quale falsità, quale ambiguo prezzo, di quante lacrime è impastata? Ti offriamo, Signore, tutte le nostre energie, perché tu faccia chiarezza, recidendo con forte amore ciò che dentro e fuori di noi mortifica e abbatte ogni uomo. Per il gusto di questa pace autentica, da costruire e difendere con incrollabile tenacia, ti rendiamo grazie, Signore Gesù!

comprovata dal compimento delle buone opere, procediamo sulla via, sotto la guida del vangelo, per meritare di vedere Colui che ci ha chiamati al suo regno.

(BENEDETTO, Regola, Prologo 14-2 1).

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XV Settimana del Tempo Ordinario Ci sono due tipi di persone: uno che sparge gioia e felicità dovunque va, e uno che sparge gioia e felicità quando se ne và. Tu quale vuoi essere?

Martedì 12 Luglio III Settimana del Salterio

Il Santo del giorno:

perché

cristiani.

riale. In questa ba-

Santi Nabore e Felice I santi Nàbore e Fe-

Portati a Lodi, fu-

silica furono rinve-

rono decapitati in

nute

da

odio alla fede, nel

sant’Ambrogio

le

lice, martiri, erano

304, assieme a san

reliquie dei santi

due soldati prove-

Vittore. Le loro re-

Gervaso e Protaso.

nienti dalla provin-

liquie furono porta-

cia romana della

te in trionfo, a Mi-

Mauritania. Furono

lano, e venerate in

arrestati a Milano

una basilica cimite-

Brano Evangelico: Mt 11,20­24

Agisci Dio continua anche oggi a operare prodigi nella storia e nella mia vita personale, ma spesso non ho occhi per vedere. Cercherò di essere attento alle meraviglie che Dio compie attorno a me e ne farò motivo di conversione e di lode.

In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel gior­ no del giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».

Contemplo: Rimproverò le città

(cf Mt 11,20)

Gesù non condanna le agglomerazioni cittadine in cui regna disordine e malavita, perché è venuto a salvare ogni condizione umana che si crede «innalzata fino al cielo» dalla presunzione o

«precipitata nell'abisso» dalla discordia. Gesù ci insegna che i suoi «Guai a voi!», di stile profetico, sono rivolti a tutti coloro che non si accorgono del miracolo dell'Amore di Dio e non vedono il disastro che il peccato fa nel cuore di chi non ascolta la voce di Dio.

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Lettura spirituale

Una gioia sorgiva

Meditiamo la Parola

Accogliamo Gesù. Meditazione a cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano

L’esultanza nello Spirito è un'esperienza di gioia che Gesù fa e che noi stessi possiamo fare. Nasce dall'interno, è costituita dalla presenza dello Spirito in noi: una gioia sorgiva, che non attinge la sua motivazione da un fatto contingente, anche se poi può rivolgersi a molti di questi fatti leggendoli nella luce di Dio. E innanzi tutto la gioia di essere ciò che sia­mo perché lo Spirito in noi ci manifesta l'amore del Padre, perché la carità di Dio è diffusa nei nostri cuori. La gioia nello Spirito Santo non è soggetta a inquinamento, non ha suoni falsi, non è reattiva. E creativa: nasce da ciò che sono per dono di Dio. È comunicativa: nascendo dall'interno, la posso comunicare ad altri in maniera originale e diventare fonte di esultanza per altri. E capace di porre nella mia vita e nella vita di coloro che mi circondano questa qualità nuova non indotta dalle circostanze, non turbata dalle variazioni di umore, non soggetta ai deperimenti della fatica o della noia perché è una sorgente che lo Spirito ha messo dentro. Carlo Maria Martini

Preghiera

Città agitate, distratte, autosufficienti e troppo abituate al dono ineffabile della tua presenza, questo siamo! Ti chiediamo perdono, Signore, per non aver esultato e danzato, levato canti e reso grazie per i miracoli splendidi che tu ogni giorno operi fuori e dentro di noi. Proteggi le nostre mura e conserva le nostre vie in quella pace che è tuo dono e di cui noi siamo corresponsabili custodi per la tua gloria.

La maggior parte dei miracoli compiuti da Gesù non erano stati accolti dagli uomini fino a giungere a credere in lui. La durezza di cuore di molti degli abitanti delle città visitate dal Maestro aveva reso sterile l'opera del Signore. Egli era passato attraverso le loro vite, ma essi non l'accolsero. Sodoma e Gomorra erano considerate dagli ebrei dell'epoca come le città del vizio per eccellenza. Erano centri di corruzione e depravazione. Luoghi dove si coltivava ogni vizio e peccato. Tuttavia, il peccato più grave è non accogliere Gesù. Per questo Sodoma e Gomorra avranno un giudizio più sopportabile. Passando per Cafarnao, Betsaida e Corazin, Gesù bussò alle porte delle loro case, camminò per le loro strade, predicò nelle loro sinagoghe, guarì malati, moltiplicò pani... Nulla di tutto questo fu sufficiente a far breccia nei loro cuori di pietra. Noi, a distanza di duemila anni, possiamo anche giudicare duramente i contemporanei di Gesù, oltre che giustificarci. "Se noi avessimo visto i miracoli, mangiato quei pani.., sì, avremmo creduto". No, non dobbiamo ingannarci. Non siamo diversi dai contemporanei di Gesù, perché non sono i miracoli ciò che conta, ma la docilità del cuore con cui vengono accolti. Gesù passa anche ora nella nostra vita. Parla ai nostri cuori. Ci suggerisce come agire, cosa dire o tacere per non offendere nessuno. Ci chiede di vivere la carità con tutti, amici e nemici... Come lo accogliamo? Quale effetto ha la sua parola sulla nostra vita?

Non di solo pane ­ Numero 764­ Tempo Ordinario ­ pagina 8


XV Settimana del Tempo Ordinario Avete un giorno solo da vivere sulla terra; fate in modo di viverci in pace. La pace è frutto dell’amore, perché per vivere in pace bisogna sopportare tante cose.

Il Santo del giorno:

Sant’Enrico Imperatore Enrico 11 (9731024), "il Buono'; imperatore del sacro romano impero, nacque nei pressi di Hildesheim. Educato da san Wolfang, vescovo di Ratisbona,

Enrico conservò, in tutta la sua vita, l'amore alla liturgia e la pratica dell'assidua preghiera personale, uno spirito sereno e la competenza straordinaria di citare sempre nei suoi discorsi la Sa-

Mercoledì 13 Luglio III Settimana del Salterio

cra Scrittura. Fu incoronato re d'Italia a Pavia, e imperatore a Roma. Con la moglie, santa Cunegonda, favorì in tutti i modi la fede in Cristo.

Brano Evangelico: Mt 11,25­27

Agisci ... Quando ci facciamo prendere dalla paura e dallo spavento è perché è venuta meno la nostra fede in Dio e nel suo amore. Con Maria, che non ha mai dubitato della divina provvidenza, oggi rinnoverò la consapevolezza che in ogni momento la mia vita è saldamente nelle mani di Dio.

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevo­ lenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

Contemplo: Ti rendo lode, o Padre (Mt 11,25) I destinatari della rivelazione di salvezza sono i «piccoli», cioè gli umili e i semplici, coloro che so­ no disponibili e aperti al nuovo e all'imprevedibile. Gesù li con­

trappone a chi si crede dotto e scaltro nel disprezzo degli altri. Per alcuni il progetto di Dio ri­ mane nascosto e incomprensibile, ma «Dio non ha forse scelto i po­ veri nel mondo per farli ricchi con la fede ed eredi del Regno che ha promesso a quelli che lo amano?» (Gc 2,5).

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Lettura spirituale

Meditiamo la Parola

Liberazione

Ti rendo lode o Padre. Meditazione a cura della Redazione

Sorridendo e abbandonandoci, e cioè aprendoci deliberatamente all'influsso concretissimo dello Spirito, noi ci disponiamo a entrare nel clima di dolcezza che è proprio del mistero stesso di Dio. Non dovremmo mai dimenticare questa caratteristica essenziale di Dio, la sua dolcezza: «gioia piena nella tua presenza/dolcezza senza fine alla tua destra» (Sal 15,11). E lo Spirito Santo è detto poi, nella famosissima sequenza liturgica, Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Tanto che potremmo arrivare a dire che dove non c'è dolcezza e tenerezza non c'è Dio, e quindi non c'è nemmeno autentica transformazione. Sorridendo con dolcezza, invece, e proprio attraverso la dolcezza accogliente del nostro sorriso interiore, ci poniamo sulla lunghezza d'onda di quella Potenza che può davvero operare la nostra progressiva liberazione. Marco Guzzi

La tentazione originaria dell’uomo è quella di escludere Dio dalla propria esistenza. L'uomo che rifiuta Dio si chiude nel ghetto dei propri istinti, delle proprie vedute, di un'intelligenza che, per quanto possa percorrere gli spazi siderali o inoltrarsi nelle particelle infinitesimali della materia, non sa trovare la via della gioia, della pace, della pienezza interiore. Così, paradossalmente, l'uomo, che si sente padrone del mondo e dell'esistenza propria e altrui, non riesce a cogliere il cuore del vivere, il suo significato ultimo che, solo, gli dà consistenza. È ciò che, invece, viene svelato a chi accetta la realtà di essere creatura, piccola di fronte al Creatore, eppure preziosa per lui, tanto da chiamarla a partecipare alla medesima sua vita. È 'piccolo' chi è contento di ciò che è, chi sa di non essere onnipotente e perciò si apre alla relazione con Dio. È 'piccolo' chi riconosce di aver rice-

Preghiera

vuto ogni cosa in dono e la usa non da padrone o da predatore, ma da servo, con gratitu-

Signore Gesù, la piccolezza, l'apparente marginalità e insignificanza, il silenzio mite ci conducono verso nuove regioni del cuore, verso terre più dolci, miti e rivelatrici dei segreti del tuo amore, che brilla intensissimo in un sorriso innocente, in una parola sussurrata, in un gesto appena accennato. Questa piccolezza, forse, ci salverà? Sì, la tua piccolezza ci salva!

dine. Chi è 'piccolo' in tal modo conosce qualcosa dell'amore del Padre e del Figlio.

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 10


XV Settimana del Tempo Ordinario Nella vita è come nel firmamento: mentre alcune costellazioni declinano da una parte, ne sorgono di nuove dall’altra.

Giovedì 14 Luglio III Settimana del Salterio

Il Santo del giorno:

da solo alla mole di

suoi

insegnamenti

San Camillo de Lellis

lavoro,

coinvolse

sono

condensati

un gruppo di amici:

nelle

nacque l'Ordine dei

servire

Ministri degli Infer-

perfezione gli in-

mi. Per quarant'a-

fermi.

Camillo

de

Lellis

(1550-1614),

dopo

una giovinezza dissoluta, si convertì a Dio dedicandosi alla cura dei malati negli ospedali. Non potendo far fronte

Regole

per

con

ogni

nni l ospedale fu la sua casa, la scuola dove addestrò centinaia di giovani. I

Brano Evangelico: Mt 11,28­30

Agisci Tutto ciò che accade nella nostra vita ha un senso. Perché Dio ha permesso che nella mia vita accadesse ciò che, di fatto, ho vissuto? Rileggerò la mia storia personale cercando di cogliervi il manifestarsi del suo progetto.

In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e impa­ rate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vo­ stra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

Contemplo: Il mio giogo è dolce (Mt 11,30) La rivelazione del mistero di Dio non è concepita da Gesù come un carico di leggi e di obbligazioni pesanti, ma come una conoscenza liberatrice della «via» che conduce al Padre. Gesù ci

libera da ogni peso, stanchezza e noia, e ci rende più felici e sicuri nella vita. Vivere seguendo il disegno d'amore di Dio è un bene per tutti. Il vero giogo e il vero peso è il peccato che ci aliena da Dio e dal prossimo!

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 11


Lettura spirituale

Dacci la pace

Meditiamo la Parola

Venite a me! Meditazione a cura di Fiorella Elmetti

Dacci la pace, o Signore, c'è una guerra e io non possiedo parole. Tutto quello che posso fare è usare le parole

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero. Sembra davvero una contraddizione. Il giogo

di Francesco d'Assisi. E mentre prego questa antica preghiera io so che, ancora una volta,

non evoca la fatica del lavoro nei campi con

tu trasformerai la guerra in pace e l'odio in amore. Dacci la pace, o Signore, e fa' che le armi siano inutili in questo mondo meraviglioso. Amen.

"riposo" in queste cose? Eppure Gesù ha ap-

l'aratro aggiogato ai buoi? E non è fatica il dover

imparare?

Come

dunque

trovare

pena detto: "Venite a me, voi tutti affaticati e stanchi e io vi ristorerò". La promessa è accattivante. Oggi soprattutto. Perché il tipo frenetico di vita esaspera spesso le vicende personali, sì che stanchi lo siamo tutti davve-

Madre Teresa di Calcutta

ro! Ecco: quel che va evidenziato è che il giogo da prendere è il suo, non il nostro. Imparare poi non solo da Lui ma, come dice il testo nell'originale greco, "imparate me": imparare Gesù! Che è come dire di unirci a Lui, configurandoci, con semplice movimento d'amore, al suo essere Amore. E l'amore non è

Preghiera

mai pesante. L'Amore, che è Lui stesso, non

Affaticati e quasi schiacciati, così siamo, Signore, tu lo vedi, lo senti nel profondo, eppure non ci allontani. «Venite»: questa è la tua parola amorevole. «Venite a me!» e ci chiama il tuo cuore, con amore sapiente, come sostegno benedetto, parola di vita per «tutti»: ristoro, riposo che commuove, nel grande abbraccio che tutti ci sostiene, fratelli tra noi, figli e fratelli tuoi. Grazie, oggi e sempre, Signore!

ti schiaccia; anzi ti solleva, ti porta. Così la fatica non è più la nostra, ma sua in noi. Tutto cambia senso; cambia peso, diventa sopportabile e leggero. A un patto però che impariamo l'umiltà e la mitezza del suo cuore.

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 12


XV Settimana del Tempo Ordinario Quando tralascerete la preghiera per il servizio dei poveri non perderete nulla, poiché servire i poveri significa andare a trovare Dio.

Venerdì 15 Luglio III Settimana del Salterio

Il Santo del giorno:

San Bonaventura Bonaventura (1218­ 1274) nacque a Ba­ gnoregio (Viterbo). Studente a Parigi, en­ trò tra i Francescani e insegnò la Sacra Dot­ trina. Con san Tom­ maso d Aquino difese

la vita "in povertà" di Francescani e Dome­ nicani. Diventò Mini­ stro Generale dei Francescani e riorga­ nizzò l'Ordine stilan­ done le Costituzioni. Scrisse la Vita di san Francesco d Assisi e mirabili opere spiri­

tuali, per le quali fu chiamato il “Dottore serafico”: Nominato vescovo di Albano e cardinale, partecipò al II concilio di Lione e ivi morì.

Brano Evangelico: Mt 12,1­8

Agisci: Più si è semplici e umili e più si "capisce" Dio. In questo, Maria è per noi un esempio e un modello da imitare. Cercherò di semplificare il mio modo di pensare e di vivere.

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi di­ scepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compre­ so che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste con­ dannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Contemplo: Gesù è signore del

sabato (cf Mt 12,8) Il Figlio dell'uomo è Signore del sabato e il sabato è il giorno del riposo di Dio (Gn 2,1­3). La co­ munità cristiana non ha del tutto abbandonato la «nostalgia» del sabato, perché considera il sabato

una «figura» della domenica, ed è tutta protesa nell'aspettativa della domenica ultima e definitiva, il vero «giorno del Signore». Per questo dedica il sabato alla vene­ razione della Madre di Dio e della Chiesa, in un anticipo di riposo e di dolcezza familiare.

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 13


Lettura Spirituale

Meditiamo la Parola

Amore indispensabile

Misericordia io voglio e non sacrificio Meditazione a cura di don Carlo Moro

Vogliamo vivere questo Anno Giubilare alla luce della parola del Signore: Misericordiosi come il Padre. L'evangelista riporta l'insegnamento di Gesù che dice: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36). È un pro­ gramma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace. L'imperativo di Gesù è rivolto a quanti ascoltano la sua voce (cfr. Lc 6,27).Per essere capaci di misericordia, quindi, dobbiamo in primo luogo porci in ascolto della Parola di Dio. Ciò significa recuperare il valore del silenzio per meditare la Parola che ci viene rivolta. In questo modo è possibile contemplare la misericordia di Dio e assumerlo come proprio stile di vita Francesco

Preghiera

Quella spiga strappata, Signore, una piccola trasgressione per esprimere una gioia grande: la dolcezza e la libertà di camminare nei campi, insieme a te, Gesù, e noi fratelli e la natura intorno, un inno alla bellezza. Perché giudicare, perché mormorare, perché contristare lo Spirito? Signore, fa' che il nostro cuore tenda sempre all'amore e a questo soltanto sappia ordinare e sottomettere tutte le realtà della vita. Sia lode a te, Signore Gesù!

Parroco di Gargnano

Gesù è il Signore della storia, il padrone del sabato, il Figlio del Padre. Ha la sovranità su ogni cosa, e tutto è assoggettato a Lui. Ma il suo modo di agire non è dispotico. Sa comandare con mitezza, e sa decifrare con fermezza la nostra ipocrisia la durezza del nostro cuore. Dall'alto della sua autorità, che è ammantata di benevolenza, oggi ci apre il suo cuore e ci chiede di concentrarci su ciò che è essenziale. Dio preferisce la misericordia ai sacrifici: ci chiede di perdonare il nemico, di comprendere chi sbaglia - come, del resto, noi stessi sbagliamo , e di amare tutti, anche i nemici. Bisogna però fare attenzione ad un pericolo; cioè quello che la nostra obbedienza ai comandamenti del Signore non sia fine a se stessa. I comandamenti bisogna interiorizzarli. Infatti, non si può piangere con chi piange, gioire con chi gioisce, soccorrere chi soffre, se questi ci sembrano obblighi gravosi e non, piuttosto, desideri spontanei del cuore. C'è il rischio di diventare ridicoli, se si arriva a imporre con le norme di comportamento ciò che appartiene alla libera generosità. Regole e precetti sono, e devono rimanere, utili stru­ menti per aiutarci a seguire la strada del Signore, giorno dopo giorno, per servire Dio e il prossimo. Sta a noi impostare all'origine il nostro modo di operare nel senso pieno e corretto del divino Legislatore: tutto l'opposto dell'atteggiamento di fittizia compunzione e perfetto formalismo esteriore.

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ Tempo Ordinario ­ pagina 14


XV Settimana del Tempo Ordinario Chi è innamorato di Dio non pretende né guadagno né premio,ma desidera solo perdere se stesso e ogni cosa per amore di Lui. S. Giovanni della Croce

Sabato 16 Luglio III Settimana del Salterio

Il santo del giorno:

biale, e per indi- ti della beata Beata Vergine care la desolazio- Vergine Maria del ne più triste si Monte Carmelo del Carmelo Meditiamo la Parola Il Monte Carme- dice: "È inaridita ( C a r m e l i t a n i ) , la cima del Caril suo postoimpegnati a diflo, in TerraUna San-barca, Meditazione di don(Am Luciano1,2). Vitton Meafondere la devomelo" ta, è una bella altura verde, un Fin dal sec. XII zione alla Vergitempo amata dal qui si raccolsero ne Maria. profeta Elia. "Lo dei monaci che, splendore del dopo essere fugCarmelo" ( I s giti in Europa, si 35,2) è prover- chiamarono i FraBrano Evangelico: Mt 12,14­21

Agisci ... Cerchiamo ristoro in moltissime persone, cose, esperienze.., ma invano. Solo accogliendo la volontà di Dio e lasciandoci guidare da essa come da un giogo, troveremo la pace che cerchiamo. Oggi "andrò da Gesù" per imparare da lui...

In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle na­ zioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».

Contemplo : Non spezzerà la

canna incrinata (Mt 12,20) Il Vangelo di Matteo usa le parole di Isaia per presentare Gesù come il «Servo del Signore» nel Battesimo al Giordano (Mt 3,17), e nel Vange­ lo di oggi riporta tutto il testo profe­ tico di Is 42,1­3. L'annuncio della

buona volontà e della giustizia di Dio non significa solo condanna del male (giudizio), ma è soprattutto perdono (grazia): Dio vuole parlare al cuore dell'uomo. L'intercessione materna di Maria ci spiega meglio il cuore materno di Dio.

Non di solo pane ­ Numero 764 ­ pagina 15


Sussidio di preghiera per la famiglia

Coordinatrice Fiorella Elmetti Redazione don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini, don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti

Anno XV- n. 764 Domenica 10 Luglio 2016 Chiuso il 6/07/2016 Numero copie 1350

333/3390059 don Luciano

Grafica e stampa don Luciano Vitton Mea Ideato da don Luciano Vitton Mea

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Vi troverai: Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità     

Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo

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