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Curiosità e tradizioni di nave Vespucci

ottenne il suo primo successo: l’esplosione di tre navi nella rada di Gibilterra. Le esercitazioni a Bocca di Serchio si erano fatte più dure, compiute solo di notte, nel porto di La Spezia, duravano dalle 6 alle 7ore; erano sì più complesse, ma più rispondenti alla realtà. E giunse il tempo di pianificare una nuova azione, contro Alessandria.

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Agli operatori designati per l’impresa venne consigliato di riordinare ogni cosa e di non lasciare nulla in sospeso; ricorda Bianchi: “Comprendiamo al volo cosa ci attende, ma la prospettiva della vita appesa a un filo non intacca la nostra ferma determinazione. Ci sostiene la certezza d’essere ben preparati… Chi non riesce a comprendere il nostro stato d’animo ci attribuisce una buona dose di fanatismo; in realtà abbiamo conseguito quel necessario equilibrio interiore che ci fa considerare freddamente pericoli e incognite. Siamo nelle medesime condizioni di spirito degli alpinisti che sfidano la morte per scalare una vetta inviolata.” A interferire con l’equilibrio di Bianchi giunse solo l’imminente nascita della sua primogenita: “Non so come giustificare la mia prossima partenza che mi terrà lontano per un tempo indeterminato, senza certezza di un ritorno…Come marito dovrei parlare, come soldato non posso”. Prelevato dalla macchina di servizio durante il travaglio della moglie, Bianchi mancherà la nascita della figlia, sorte condivisa da molti uomini di mare. Raggiunta Rodi per via aerea, Bianchi

Il siluro a lenta corsa (detto comunemente “maiale”) in fase di immersione (Foto Ufficio Storico della Marina militare).

e gli altri operatori designati per la missione furono condotti via mare a Porto Lago, punto d’incontro con il sommergibile “avvicinatore” Sciré, reso leggendario da tutte le numerose missioni compiute e dal successo della “BG4”: “A bordo accoglienza fraterna e cordiale ammirazione: quasi tutti siamo un po’ di casa nello Sciré, avendo già condiviso con l’equipaggio ore esaltanti, e talvolta anche drammatiche, in altre missioni”. La sera del 18 dicembre 1941 lo Sciré giunse al punto prestabilito di rilascio dei “maiali”; la manovra avvenne regolarmente e i tre apparecchi, con a bordo rispettivamente il tenente di vascello Durand de la Penne con il capo palombaro Bianchi, il capitano GN Marceglia con il sottocapo palombaro Schergat ed il capitano AN Martellotta con il palombaro Marino, scostarono dal sommergibile in perfetta efficienza. Alle 21 lo Sciré scomparve dalla vista degli operatori, che non rividero mai più…Solo Bianchi, 1’8 dicembre 2004,

ebbe poi la soddisfazione di assistere al varo del nuovo Scirè, in occasione del sessantatreesimo anniversario dell’impresa di Alessandria; significativamente, come madrina del nuovo battello fu scelta la figlia Elisabetta, che proprio “sotto l’astro” di quell’azione era nata. Con l’affondamento delle corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth, l’Italia ottenne una vittoria decisiva per il controllo del Mediterraneo. Ma per i 6 operatori SLC iniziò la prigionia. Bianchi fu trasferito nei campi di concentramento degli Alleati prima in Palestina e poi in Sudafrica. Liberato e rimpatriato nel settembre 1945, fu destinato al Centro Subacqueo di La Spezia, dal quale fu impiegato, dal 1946 al 1949, nella bonifica dei porti liguri dagli ordigni bellici e dai relitti, dando così, insieme agli altri subacquei della Marina, il suo fondamentale contributo alla ripresa del Paese uscito dalla guerra; per questa attività venne insignito di Medaglia di Bronzo al Valore Civile nel 1950. Istruttore subacqueo all’Accademia Navale di Livorno dal 1949 al 1950, fu trasferito a Marisub La Spezia, dove rimase fino al 1951. Promosso Sottotenente C.E.M.M. in Spe nel ruolo dei Servizi Tecnici nel 1951, ricoprì l’incarico di Capo nucleo S.D.A.I. presso Maridife di La Spezia fino al 1955. Avanzato nel grado di Tenente del C.E.M.M. nel 1952, fu Aiutante Maggiore presso Maricensub Spezia dal 1955 al 1959. Capitano nel 1959, prestò servizio quale istruttore della Scuola Sommozzatori presso il Centro Incursori “Teseo Tesei” del Varignano fino al 1961. In aspettativa dal 1961 al 1963 e nella riserva dal 1963 col grado di Capitano di Corvetta, nel 1995 ebbe la concessione, a titolo onorifico, del grado di Capitano di Fregata dei Corpi Speciali.Emilio Bianchi si è spento, a quasi 103 anni, il 15 agosto 2015 a Torre del Lago Puccini, dove aveva fissato la sua dimora, “vicino a quelle Bocche del Serchio che lo videro giovane ed entusiasta volontario” (Ferruccio Bravi).

Manifesto italiano del film “The Valiant” girato dal regista inglese Roy Ward Baker per una coproduzione italo-britannica (1962). In basso: Il sommergibile Gondar, su cui Bianchi prestò servizio dal 1938 al 1939.

La foto mostra i cilindri per il trasporto dei siluri a lenta corsa, che vennero installati a bordo, come sullo Scirè, dopo i primi mesi del secondo conflitto mondiale. (Foto Ufficio Storico della Marina Militare).

curiosita’ e tradizioni

Nave Vespucci

Siamo giunti al settimo e ultimo appuntamento dedicato alle curiosità e alle tradizioni legate a nave Vespucci. In questo articolo parliamo di: Roma 1960 e la fiaccola olimpica, il motto adeguato nel tempo e del trinchetto, motore a energia elettrica

di Fabio Vespucci

Roma 1960: protagonisti assoluti

La fiaccola olimpica, altro cimelio storico appartenente alla nave scuola, è quella che venne utilizzata per “traghettare” il fuoco olimpico proveniente dal tempio ellenico di Giove (Olimpia) e destinato al braciere dei Giochi Olimpici di Roma 1960; fu proprio nave Vespucci a custodire e a portare in patria la fiaccola olimpica, partendo da Zèas (Pireo) e giungendo a Siracusa, prima tappa italiana della staffetta. .

Il motto: adeguato nel corso del tempo

L’attuale motto della nave scuola è “Non chi comincia, ma quel che persevera” (Leonardo Da Vinci), che ben rappresenta il fine della stessa: “forgiare” con la costanza gli allievi, insegnando loro ad essere tenaci nel tempo per raggiungere il proprio obiettivo. Il motto originario era “Per la Patria e per il Re” sostituito poi, a seguito dell’epilogo della monarchia (1946), in “Saldi nella furia dei venti e degli eventi”. L’attuale motto risale al 1978.

Il trinchetto: motore ad energia eolica

L’albero di trinchetto (52 m a livello del mare) è l’albero portante della nave, poiché il baricentro velico di nave Vespucci è situato a centro prora della stessa. Il trinchetto è composto da 5 vele e si divide in 3 parti (fuso maggiore, tronco di gabbia ed alberetto), costruito con parti in ferro e in legno. L’albero di trinchetto è il vero cuore pulsante della nave e fornisce la maggior quantità di propulsione generata dalla forza del vento. In caso di necessità (come ad esempio il transito al di sotto di un ponte di modeste dimensioni) può essere smontato in più parti, per ridurre l’ingombro e facilitare la navigazione.

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