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Un pass per l’Olimpo
Gallipoli, Isola Sant’Andrea, faro di altura
di Fabio Dal Cin
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Nel mese di maggio, con l’approdo a Napoli e i preparativi per i festeggiamenti dei 110 anni del Servizio Fari Nazionale, abbiamo concluso il nostro viaggio lungo i quasi 8.000 km di costa italiane, isole comprese. Dodici mesi, dodici storie. Tuttavia, il nostro “Notiziario del segnalamento” ha ancora in serbo delle sorprese. I segnalamenti marittimi gestiti – dal lontano 1911 – dalla Marina Militare sono circa 860 e, tra loro, alcuni meritano comunque una trattazione, un approfondimento, una citazione; un’esempio è rappresentato dal faro d’altura dell’Isola di Sant’Andrea a Gallipoli, una delle poche isole del Salento (circa 50 mila metri quadri), posizionata a meno di 2 chilometri dalla costa. Chiamata dai Messapi “isola Achtotus”, ovvero “Terra Arida”, costituita da roccia bassa con pochi cespugli di macchia mediterranea, sarà oggetto della nostra narrazione. Attivato dal Genio Civile nel 1865, il segnalamento è inserito all’interno di una torre ottagonale su fabbricato a due piani coperti a terrazza, il tutto colorato in bianco. Il faro inizialmente funzionava a petrolio con luce bianca fissa a splendori bianchi mentre un settore rosso, eliminato nel settembre del 1955, “guardava” le pericolose secche di Ugento. Il segnalamento, sebbene oggi risulti tra i fari “non abitati”, in passato ha conosciuto ben altro destino. Prima dell’avvento del’automazione, infatti, per la custodia del faro erano assegnati almeno 3 specialisti (erano richieste elevate abilità marinaresche) con le relative famiglie ed un battellino a remi. Per l’inoltro dei materiali dal porto allo scalo dell’isolotto si utilizzavano dei galleggianti, per proseguire
Caratteristiche generali Lat.: 40°02’ 45’’ Nord Long.: 17° 56’ 52’’ Est Comando Zona Fari: Taranto Funzione del segnalamento: Faro di altura Altezza del piano focale sul livello medio mare: 45 metri Portata nominale sorgente principale: 19 mg Caratteristica: luce bianca Anno di costruzione : 1865 Tipologia costruttiva: Torre ottagonale su fabbricato a due piani coperti a terrazza, il tutto colorato in bianco.
dallo scalo al faro era previsto invece un carretto a mano (circa 800 metri). Il Notiziario racconta: “ l’isola è demaniale – i fanalisti ne approfittano per coltivare, ognuno, qualche appezzamento, la dove, essendo un poco maggiore l’elevazione del suolo, non rimane allagato durante le mareggiate”. I servizi idrici erano assicurati da due cisterne di circa 50 mc l’una e da una polla sorgiva. I rifornimenti delle cisterne avvenivano via mare con Motocisterna oppure tramite tubazione fissa che collegava la scogliera di nord – ovest all’isola di Sant’Andrea. Al fine di garantire un’adeguata istruzione ai bambini figli dei faristi, negli anni Sessanta, venne creata una scuola in loco…molto particolare: un’aula circondata dal mare, modellata dai venti e sorvolata da gabbiani. A prendersi cura dei bambini vi era una maestra, figlia di pescatori, la quale veniva accompagnata in barca per le lezioni quotidiane. In alcuni periodi, quando il tempo impediva i collegamenti, l’insegnante restava al faro, negli alloggi di servizio, e concludeva la sua giornata di lavoro tra quei bambini isolati ma felici, cresciuti tra i conigli, i granchi e gli scogli. Il 12 giugno del 1974 il faro è stato automatizzato ed inserito tra i segnalamenti “non abitati”. Oggi il faro di Sant’Andrea è dotato di ottica rotante, lanterna L3 ed è alimentato con fotovoltaico. La tecnologia ha reso il segnalamento più efficiente e più affidabile tuttavia, approdando sull’isola, si può ancora percepire nell’aria la determinazione, la passione e, a volte, la paura, con la quale per oltre un secolo i faristi, unitamente alle loro famiglie, hanno vigilato sulla sicurezza della comunità dei naviganti. Forse la forza ed il pregio dei nostri racconti è proprio questo: ricordare, affinché non se ne perda la memoria, i sacrifici compiuti dagli uomini e dalle donne del Servizio Fari Nazionale.
Gallipoli, suggestiva immagine del faro di altura di Sant’Andrea al tramonto.
Nuoto sincronizzato
Un pass per l’Olimpo
di Pasquale Prinzivalli
Si chiude la rubrica dedicata ai nostri atleti che hanno ottenuto la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo, in programma dal 23 luglio all'8 agosto 2021. In questo numero vi presentiamo le nostre “sincronette” che hanno ottenuto a Barcellona il pass per i Giochi
Lottare come guerriere per guardare con speranza al futuro. Era questo l’obiettivo delle azzurre a Barcellona dove hanno conquistato, al termine di prove sensazionali, il pass per le prossime olimpiadi a Tokyo 2021. Erano solo tre i posti ancora disponibili per completare il quadro delle nazioni partecipanti ai giochi olimpici per quanto riguarda le squadre, mentre otto le caselle libere per i duo. In acqua Linda Cerruti, Beatrice Callegari, Costanza Di Camillo, Costanza Ferro e Gemma Galli, le cinque atlete della Marina Militare insieme alle compagne Enrica Piccoli, Domiziana Cavanna e Francesca Deidda fanno spettacolo e volano sulle note di “Final Fight” adattata da Antongiulio Frulio, alla conquista dei punti necessari per aggiudicarsi il diritto a partecipare ai giochi di Tokyo. “Siamo molto molto felici di questo risultato, perché arriva dopo una serie di infortuni e in casa delle nostre antagoniste. Le ragazze sono state perfette e hanno nuotato in maniera impeccabile.
È il primo 93.0000 che prende l’Italia e ciò rappresenta una crescita importante. Abbiamo portato una routine molto difficile e che è stata ben accolta” cosi il direttore tecnico Patrizia Giallombardo commenta la prestazione delle atlete azzurre che confermano la crescita di questi ultimi anni. Per la prima volta le sincro italiane superano il muro di 93.0000 punti con la prestazione del team free dove ottengono 27.9000 per l’esecuzione, 37.3332 per l’impressione artistica e 28.000 per le difficoltà totalizzando un totale di 93.2332. Una prestazione di altissimo livello che ha permesso alle nostre ragazze di segnare nella classifica generale 184.0249 lasciando dietro la Spagna con 182.5206 e la Grecia con 175.9000. A Barcellona dunque l’Italia del nuoto sincronizzato, ottiene un successo per nulla scontato conquistato da guerriere vere che puntano al domani con energia ritrovata. Il tempo che separa le azzurre dall’inizio delle olimpiadi servirà per provare a migliorare ancora. A Tokyo le nostre atlete dovranno vedersela con le compagini di Giappone, Australia, Canada, Cina, Egitto, Grecia, Kazakistan, Messico, Nuova Zelanda, Russia, Spagna, Ucraina, Sud Africa,. Il direttore tecnico Patrizia Giallombardo ha voluto dedicare “la qualificazione olimpica a tutte le atlete e a tutto lo staff della Nazionale. Lasciamo alle spalle un anno e mezzo molto duro, soprattutto psicologicamente: le ragazze non gareggiavano in nazionale dai mondiali di Gwangju". Ci vediamo a Tokyo.
Sfilano auto d’epoca col Tricolore per festeggiare il 2 giugno
A condurre le autovetture, partite dal circolo sottufficiali della Marina Militare di Roma, personale appartanente alle Forze Armate e privati cittadini che condividono la passione per le auto storiche e l’amore per la Patria
di Antonio Cosentino*
Roma Tor di Quinto – Sventola il Tricolore su 52 auto d’epoca, pronte alla partenza dal circolo sottufficiali della Marina Militare. Da qui inizia una passeggiata tra le vie più suggestive della capitale per arrivare fino al Palazzo della Civiltà all’Eur. L’idea, nata dal fuciliere di Marina Massimiliano Latorre, coadiuvato dal capitano di vascello (r) Salvatore Calvaruso e da Vincenzo Arzente per ringraziare le Forze Armate e onorare la festa nazionale del 2 giugno. A guidare le auto - spiega Latorre - appartenenti alle Forze Armate e privati cittadini che condividono la passione per le auto storiche e l'amore per la Patria. Partecipare da spettatore a questa passeggiata di auto è stata per me una scelta quasi naturale, dietro l’invito che ho raccolto dall’amico Salvatore, per fare ammirare e apprezzare a cittadini e turisti, come una volta, quando c’erano le auto da sera, quelle sportive ed eleganti, le comode dimesse familiari e le chiassose americane che cambiavano linee ed accostamenti di colore ogni anno tanto che potevi distinguere la collezione del ’54 da quella del ’53. L’automobile, come l’abito, stabiliva l’identità del proprietario; non ne indicava solo lo status sociale, era un ritratto dei suoi gusti e del suo stile di vita. I designer sapevano coniugare funzionalità ed estetica con disinvoltura e fantasia. L’automobile resta il mito della nostra era. Nel disegno di una Ferrari del ’50 c’era già tutta la raffinatezza dell’attuale made in Italy. Queste vecchie glorie sono di fatto opere d’arte che hanno trovato da tempo spazio nei musei. Ed ecco allora che nel giorno della festa della Repubblica, la gente riempie le piazze, sta lì a guardarle passare e salutarle, ecco: la Lancia Flaminia Zagato 3C del 1962, appartenuta a Marcello Mastroianni, la Lancia Aurelia B24 del 1958, la Fiat 1100B del 1948 e la Cisitalia 303 del 1952 e tant’altre.
Panoramica dal piazzale del circolo sottufficiali della Marina Militare a Roma; in basso a centro pagina: passaggio in via Veneto della Lancia Appia Pinfarina coupe* bicolore del 1957; dall’alto nella pagina a destra: Chevrolet Corvette C1 del 1954; la Fiat 1100 B del 1948 e la Morgan Plus del 1984. Foto di Maurizio Lucchese.
Una bellissima passeggiata - commenta Latorre – dove abbiamo riscontrato molto interesse da parte della popolazione. Abbiamo ragalato un bellissimo spettacolo che non potrà sostituire la grandezza della tradizionale parata, ma sarà un segno di speranza e di ritorno alla normalità. Da parte mia, posso affermare che questa passeggiata mi ha colpito l’entusiasmo della gente che era uguale al mio, il fascino di queste carrozzerie sinuose e accattivanti, l’atmosfera eccitata e un segno di coesione e unità che consolida l’orgoglio nazionale e lo spirito di appartenenza alla festa della Repubblica.
* consiglio direttivo UIGA – Unione Italiana Giornalisti Automotive.