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Mare, Aria e Terra: la Squadra navale nella grande esercitazione Mare Aperto 2021 di Antonello D’Avenia

1921-2021: centenario del Milite ignoto

Un ricordo e un omaggio a tutti coloro che hanno dato la vita per la Patria

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di Ebe Pierini

Cento anni fa, un soldato senza nome divenne il simbolo del sacrificio di un intero popolo duramente provato dalla Prima guerra mondiale. Fu Maria Bergamas, una donna alla quale la guerra aveva strappato un figlio mai tornato, scelta per incarnare il ruolo di “madre d’Italia”, a scegliere tra le salme di 11 soldati rinvenute sui più sanguinosi campi di battaglia del Primo conflitto mondiale, il Milite ignoto che sarebbe poi stato tumulato a Roma, all’Altare della Patria. Quel soldato senza identità incarnò il ricordo dolce di tutti i figli, i padri, i mariti, i cari, gli amici mai tornati dalla guerra, di tutti i 650.000 morti che sacrificarono la propria vita per la Vittoria. Con l’approvazione della legge dell’11 agosto 1921, “per la sepoltura in Roma, sull’Altare della Patria, della salma di un soldato ignoto caduto in guerra” si era deciso infatti di onorare i sacrifici di un’intera nazione celebrando la salma di quel povero soldato sconosciuto. Il corpo del Milite ignoto fu trasferito da Aquileia a Roma con un treno speciale che attraversò l’Italia divenendo simbolo di unità nazionale. Lungo il tragitto, ovunque il convoglio transitasse, la gente si inginocchiava, pregava, lanciava fiori. Ad accoglierlo al suo arrivo, il 2 novembre, c’erano il re Vittorio Emanuele III, la famiglia reale ed i vertici militari. La sua bara fu trasportata nella basilica di Santa Maria degli Angeli e due giorni dopo, il 4 novembre, il feretro portato a spalla da sei reduci decorati al Valor Militare fu deposto nell’Altare della Patria alla presenza di migliaia di persone commosse. Con l’apposizione della lastra di marmo fu consegnato alla storia e al mito. Quest’anno è stato celebrato il centenario della traslazione della salma del Milite ignoto da Aquileia all’Altare della Patria. Oggi come allora, quell’evento è stato sentito e vissuto con grande trasporto emotivo. Cento anni fa, l’Italia visse un momento di profondo cordoglio collettivo. Que-

Il capo dello Stato rende omaggio al Milite ignoto all’Altare della Patria. In basso a sinistra, il ministro della Difesa on. Guerini accoglie il treno commemorativo del viaggio che portò la salma del Milite ignoto da Aquileia a Roma. (foto: Stato Maggiore Difesa - DIPICOM)

st’anno sono stati migliaia i comuni che hanno raccolto la proposta dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni d’Italia) di concedere al Milite ignoto la cittadinanza onoraria. Al Milite ignoto sono stati dedicati un francobollo, una moneta ed il treno della memoria ha ripercorso il tragitto compiuto dal feretro 100 anni fa. In ogni stazione ferroviaria dove ha fatto scalo è stato accolto con calore da cittadini di ogni età, ma soprattutto dai bambini. Le celebrazioni sono culminate con una solenne cerimonia all’Altare della Patria il 4 novembre, alla quale hanno preso parte le massime autorità dello Stato. “Celebrare il Milite ignoto significa diventare tutti padri, madri, fratelli e sorelle di quei militari che riposano nei nostri sacrari e di cui ancora non conosciamo il nome - ha dichiarato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini - a cento anni di distanza vuol dire celebrare un momento fondamentale della storia del nostro Paese. Significa rendere omaggio a un simbolo che onora il nostro passato, richiama la nostra memoria, unisce un popolo. Perché è anche intorno ai simboli che si costruisce l’unità di una nazione”. Un secolo dopo, attorno al ricordo del Milite ignoto che riposa nel grembo di marmo del Vittoriano, si è stretto l’intero Paese.

Cento anni fa

Roma (Piazza Venezia), 4 novembre 1921. Il Milite ignoto raggiunge la piazza gremita di gente. La salma viene prima salutata militarmente dalle bandiere dei diversi reggimenti, quindi presa sulle spalle dai combattenti decorati con medaglie d’oro, tra i quali è presente anche Luigi Rizzo

(foto: Ufficio Storico Marina Militare)

Mare, Aria e Terra: la Squadra navale nella grande esercitazione Mare Aperto 2021

di Antonello D’Avenia L ’addestramento è tra i fattori chiave che permette alle forze marittime militari di diventare operative e soprattutto di lavorare Nel Mediterraneo centrale, come un’unica componente, capace di la Marina Militare si addestra con le assolvere al meglio le missioni assegnate. altre Forze Armate e con le Marine La Mare Aperto 2021 rappresenta l’eseralleate e partner, all’insegna citazione con il più alto livello di addestramento della Marina Militare. Il banco dell’interoperabilità di prova più importante e complesso

dove viene coinvolta la Squadra navale in tutte le sue espressioni specialistiche che si trovano a lavorare - in funzione del contesto simulato - fianco a fianco: un’importante occasione per testare procedure consolidate e nuove, oppure fronteggiarsi, in partiti contrapposti, in uno scenario geopolitico verosimile creato ad hoc durante la fase di pianificazione. L’esercitazione stimola i team operazioni di bordo ad affrontare difficoltà sempre crescenti: nelle prime settimane conducono attività seriali e schedulate, mentre nelle ultime si confrontano in contesti di crisi internazionale verosimili in cui il vero protagonista diventa l’elevato realismo. La minaccia continua sprona il processo di pianificazione dei comandanti in mare, in relazione alle missioni assegnate e alle istruzioni delle catene di comando e controllo. Dal 4 al 27 ottobre 2021 il Mar Mediterraneo centrale ne è stato lo scenario, dopo oltre un anno e mezzo in cui la pandemia legata al Covid-19 aveva impedito la periodica esecuzione. Per ventiquattro giorni si sono addestrati oltre 4.000 donne e uomini appartenenti a 8 differenti Marine, alleate e partner, 21 navi militari tra cui portaerei, cacciatorpediniere, fregate, navi rifornitrici, pattugliatori, cacciamine, sommergibili, aerei imbarcati in aggiunta a quelli dell’Aeronautica Militare basati a terra ed elicotteri imbarcati di cui due da combattimento dell’Esercito Italiano. Oltre alle navi militari, in questa edizione della Mare Aperto sono stati coinvolti il mercantile “Eurocargo Malta” del Gruppo Grimaldi e la Confederazione Italiana Armatori (CONFITARMA) che hanno lavorato insieme al Comando in Capo della Squadra navale (CINCNAV) consolidando la loro intesa e sinergia. Tra gli obiettivi di questa edizione 2021, si annovera la certificazione del comando della Terza Divisione navale e della Brigata Marina San Marco quale Commander Amphibious Task Force e Commander Landing Force, assetti che saranno disponibili quale forza di risposta rapida della NATO nel 2022 (Nato Response Force - NRF 2022). Lo scopo dell’addestramento è stato consolidare ed incrementare le capacità di fronteggiare le principali forme di lotta sul mare e dal mare, di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti, di gestione delle crisi caratterizzate dalla presenza di minacce convenzionali e asimmetriche: in sintesi incrementare la combat readiness (prontezza operativa) degli assetti partecipanti. Il lavoro svolto ha migliorato interoperabilità e integrazione tra le diverse Forze Armate, le Marine estere e le agenzie del cluster marittimo nazionali, tutti accomunati dall’obiettivo di difendere gli interessi nazionali, rafforzando in particolar modo la presenza e la sorveglianza marittima del Mediterraneo allargato. La Mare Aperto 2021 è stata coordinata e gestita dall’ammiraglio di squadra Enrico Credendino, comandante in Capo della Squadra navale, coadiuvato dal suo staff e dal personale del Centro

Le unità della Squadra navale con al centro la portaerei Cavour, navigano in formazione durante l’esercitazione Mare Aperto 2021.

Con queste parole l’ammiraglio Credendino ha sottolineato l’importanza della diffusione della cultura marittima per la nostra penisola, durante la presentazione dei risultati dell’esercitazione a bordo della portaerei Cavour a Civitavecchia: “In questo discorso di rilancio della marittimità nazionale che la Marina ha intrapreso soprattutto in questi ultimi due anni con molta forza, vogliamo andare a toccare le principali città di mare con le nostre navi in modo da poter lavorare insieme alla collettività e cercare di convincere e ricordare a tutti, dagli studenti delle scuole medie inferiori fino alla classe politica, che l’Italia è un Paese marittimo che vive per il mare e grazie al mare, la cui sicurezza, ma anche il cui benessere, sono strettamente connessi con il mare; troppo spesso lo diamo per scontato, in alcuni casi lo dimentichiamo, e invece bisogna insistere per combattere questa “malattia” che gli inglesi chiamano sea blindness: cecità nei confronti del mare e quindi siamo qui anche per questo.”

Addestramento Aeronavale (MARICENTADD) di Taranto, imbarcato sulla portaerei Cavour. Come nelle precedenti edizioni, hanno partecipato alla Mare Aperto 45 studenti provenienti da 9 atenei: l’Università degli studi di Bari, l’Università di Genova, la Libera Università Internazionale degli Studi Sociali (LUISS) di Roma, l’Università per Stranieri di Siena, l’Università Sant’Anna di Pisa, l’Università di Catania, l’Università di Perugia, l’Università Federico II di Napoli e l’Università di Trieste. Studenti e docenti accompagnatori hanno integrato gli staff imbarcati sulle navi della Squadra navale e hanno messo in pratica, in base al loro percorso di laurea, i ruoli di political advisor, legal advisor, addetti alla Pubblica Informazione, ai sistemi innovativi di propulsione, di architettura navale e di esplorazione dell’ambiente marino.

In alto, la componente aerea imbarcata in azione. Al centro la portaeromobili Giuseppe Garibaldi. In basso da sinistra, sommergibile classe U212; il contrammiraglio Valentino Rinaldi e il capitano di vascello Marcello Grivelli intenti alla manovra con lo staff di plancia; sottufficiali e marinai durante il rifornimento laterale.

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