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Recensione: Caimano 69 di Fabrizio Buonaccorsi

della sensibilità e dell’attitudine ad intervenire in Italia e all’estero nei vari scenari di crisi, con un approccio mentale aperto e flessibile. Si comprende dunque come i requisiti posti alla base della selezione dei vari concorsi d’accesso alla Forza Armata non debbano essere dettati da una mera concezione corporativa dell’istituzione militare. Tali attitudini debbono considerare soprattutto il rispetto degli uomini e donne che chiedono di aderire ad un modello di vita e comportamentale che impone la capacità di assolvere in pieno il delicato ruolo assegnato. Le qualità mentali, culturali, psicologiche richieste al giovane di oggi – la generazione Z – come è stata definita, sono assai diverse rispetto al passato. L’attività di selezione del personale militare è, dunque, rivolta in linea di massima ad individuare persone sane nel fisico e nella mente, ma soprattutto animati da una reale e sana spinta motivazionale verso la professione. L’obiettivo è quello di soddisfare le esigenze di impiego in un vasto campo di attività (es: nei teatri operativi o esercitazioni) ed in ambienti particolarmente impegnativi. Dall’ufficiale, dal sottufficiale, dal militare di truppa e dal graduato, ciascuno secondo il diverso livello di responsabilità, si esige una particolare maturità di fronte ai compiti che lo attendono, ed una straordinaria adesione a quello che potrebbe definirsi “lo spirito del volontario”, sia pure in armi. Quello spirito nel quale la dimensione del dare prevale su quella dell’avere. Uno spirito saldamente ancorato alla tradizione navale che è specchio della millenaria cultura civile ed umanistica dell’Italia, nel quale affianco all’assoluta competenza professionale, deve coesistere un senso di grande solidarietà sociale ed una ancora più grande sensibilità umana.

A sinistra, cadetti dell’Accademia navale in attività di rappresentaza a bordo di nave Vespucci. In basso, allievi ufficiali impegnati in una lezione di carteggio; a seguire un volontario in ferma prefissata in una postazione COC (Centrale Operativa di Combattimento) a bordo della fregata Bergamini.

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Middle Sea Race 2021

Una regata dura, caratterizzata dalle condizioni meteo marine avverse, giunta alla 42ª edizione ha visto la partecipazione del ketch della Marina Militare Orsa Maggiore

di Pasquale Prinzivalli

Navigare per oltre 600 miglia nautiche in barca a vela intorno alla Sicilia. Partire tagliando la linea dello start da Malta, dirigere per Capo Passero, puntare verso nord per attraversare lo stretto di Sicilia e da lì passare l’Isola di Stromboli, navigare lungo la costa settentrionale della Sicilia, raggiungere Favignana, perla delle Egadi, poi Pantelleria, Lampedusa come il vecchio percorso del Fastnet (nella nuova versione supera le 700 miglia). Il record della Rolex Middle Sea Race risale all’edizione del 2007 e appartiene al Maxi Rambler dell’americano George David che riuscì a terminare la regata in 47 ore, 55 minuti e 3 secondi. Non vi è dubbio, la Middle è tra le più dure e allo stesso tempo affascinanti regate che si disputano in Mediterraneo.

e tagliare l’arrivo sempre a Malta. Tutto questo è la Rolex Middle Sea Race, organizzata dal Royal Malta Yacht Club (RMYC). La regata velica si disputa dal lontano 1968, ideata dal circolo maltese in collaborazione con il Royal Ocean Racing Club, lo stesso circolo che organizza la Rolex Fastnet Race nel canale della Manica in Atlantico. Il percorso di oltre 600 miglia è lungo

A renderla più interessante contribuiscono le impegnative condizioni meteo-marine, tipiche di ottobre. In questo mese, il Mar Mediterraneo è attraversato da flussi freddi che provengono dall’Oceano Atlantico, capaci di rompere le alte pressioni. Infatti, capita spesso che la Middle Sea Race sia contraddistinta da forti venti, di scirocco o di maestrale, che mettono a dura prova gli equipaggi. Giunta alla 42ª edizione, la regata ha preso il via sabato 23 ottobre. Sulla linea di partenza ben 120 imbarcazioni, di cui 23 italiane. Una di queste è stata l’Orsa Maggiore della Marina Militare: costruita nel 1994 su progetto del prestigioso yacht designer Andrea Vallicelli, realizzata nei cantieri Tencara di Venezia e consegnata alla Marina Militare nel 1995 per compiti formativi come nave scuola a vela minore (NSVM), è uno yacht oceanico da regata, armato a ketch (albero di mezzana a proravia del timone) e del tutto unico nel genere, così da essere categorizzato come “Maxi Yacht-Prototipe”. Oltre alla barca a vela della Marina Militare, ha spiccato tra gli iscritti il Multi 70 Maserati di Giovanni Soldini, reduce delle ultime tre vittorie consecutive. Le condizioni meteo, come preannunciato, sono state severe, ma non hanno interessato le “primissime” barche, bensì le imbarcazioni più piccole rimaste indietro che hanno dovuto affrontare le giornate di sabato e domenica con un vento di grecale che ha raggiunto un’intensità anche superiore ai 40 nodi. A causa delle condizioni meteo-marine avverse, il comitato di regata ha dovuto gestire una situazione complicata: nella zona della Marsamxett Harbour (Malta), dove era posizionato il traguardo, le onde frangenti rendevano molto pericoloso l’arrivo delle ultime barche. Tale circostanza ha fatto sì che il comitato di regata spostasse il traguardo nel Canale di Comino (Malta), poche miglia prima, in modo da consentire alle ultime barche in gara di tagliare la linea di arrivo in sicurezza. La riduzione di percorso è stata applicata anche alle barche che avevano già tagliato il traguardo facendo in modo che a tutta la flotta venisse tolto qualche miglio di percorso. Questa riduzione ha fatto sì che il tempo di percorrenza sul percorso sia cambiato per tutti, e di conseguenza anche la classifica finale. Con gli arrivi calcolati sul Canale di Comino, secondo la nuova classifica, il vincitore della Rolex Middle Sea Race 2021 è il maxi 100 Comanche, a seguire Alba il JPK 1180 ed in terza posizione il Ker 46 Daguet 3 Corum. Un arrivederci alla prossima edizione.

La Valletta (Malta), 23 ottobre 2021. La partenza della Middle Sea Race scandita dal classico colpo di cannone del Saluting Battery al Grand Harbour.

RECENSIONE Caimano 69 - Sabbia e Polvere

di Fabrizio Buonaccorsi

Avanziamo sott’acqua nell’oscurità assoluta. La visuale è ridotta a meno di un metro, la presenza degli operatori accanto a me è manifestata dalla fosforescenza dell’acqua generata durante il nuoto. Ogni singolo secondo è dedicato a quello che stiamo facendo e a quello che andrà fatto: siamo impegnati in un volo subacqueo, sospesi in un’altra dimensione, ammantati in un ambiente oscuro, paradossalmente calmo dove, i pensieri e la fatica, si amplificano per innalzarsi a unici rumori percepiti. La potenza del silenzio sconfigge il rumore. Tutto tace.” È così che inizia “Caimano 69 - Sabbia e Polvere”, la prima biografia autorizzata di un incursore della Marina Militare italiana, che ci immerge sott’acqua. Ci sentiamo quasi al suo fianco, grazie a una straordinaria capacità descrittiva, in quelle che sono le attività più qualificanti e che caratterizzano un incursore: l’assalto subacqueo contro il naviglio nemico. Mario Chima, pseudonimo dietro il quale si cela l’autore, si brevetta incursore del Comsubin (Comando Subacqueo e Incursori) nel 2000 e da allora partecipa a tutti gli schieramenti del Reparto tra cui, Albania, Libano, Iraq e Afghanistan. Questo libro racconta la sua decennale esperienza in missioni con la Task Force 45 e negli altri teatri operativi. È il viaggio di un giovane italiano animato da un desiderio irrefrenabile: quello di voler dedicare la sua vita a qualcosa di giusto, che vuole essere utile alla Patria e alla sicurezza del proprio Paese. Un desiderio appunto che si concretizza realizzando il suo sogno: diventare un incursore della Marina Militare, erede di quegli straordinari e indimenticabili uomini che hanno scritto pagine indelebili della storia della guerra sul mare durante il Secondo conflitto mondiale con le imprese della Regia Marina. Nell’opera si alternano squarci dinamici, furenti, sia addestrativi che di esperienze operative reali, logoranti nel fisico e nella mente, con attimi di riflessione introspettiva e citazioni colte. Nella descrizione delle attività operative più impegnative non si evince il desiderio di gloria, di onori, la ricerca di medaglie o di una algida scalata gerarchica. Non ce ne è bisogno. Il desiderio ultimo è molto più modesto e sincero: fare quello che va fatto e per cui ci si è tanto addestrati. L’opera non inneggia al retorico eroismo, all’esaltazione del corpo e delle capacità fisiche racchiuse nello stereotipo del militare delle forze speciali che non ha paura e non indietreggia mai. Tutt’altro: l’autore parla di uomini, marinai, mariti, padri che cercano di essere dei professionisti ogni giorno migliori. L’autore non ha timore nel parlare della fredda paura da cui si è braccati con una tale intensità raggiungibile solo in quegli attimi in cui la vita è messa in pericolo; perché è proprio lì, in quei momenti estremi in cui si è a un passo dal cedere che grazie all’addestramento incessante, alla forza mentale più che al vigore fisico, forgiato durante il Corso Ordinario Incursori, ma soprattutto grazie alla “fratellanza in armi”, che si riesce a proseguire, a non arrendersi, continuando a combattere. L’insieme di straordinari colleghi che lo scrittore ama definire “solitari insieme”, sempre e per sempre al suo fianco, sono la vera energia del reparto. Probabilmente racchiuso in quel concetto di fratellanza vi è il senso ultimo del libro, quasi una urgenza di raccontarsi, come la definisce lui stesso, ed esaltare il pronome personale “noi”, rispetto a quello dell’“io”. Perché solo nella virtù del singolo trae la forza il gruppo. Il Gruppo Operativo Incursori. Concludo questa recensione con una citazione dell’autore: “Ho sentito dire che leggere è sognare per mano altrui. Ebbene, non pretendo di far sognare con il mio scritto, ma certamente posso auguravi di leggere e sognare per tutta la vita”. Mario Chima.

Autore: Mario Chima Anno di pubblicazione: 2020 Lingua: italiano numero pagine: 579 brossura prezzo: € 20,00

Incorsore della Marina Militare, foto di repertorio.

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Il mare raccontato dai professionisti

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