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Nato Readiness Initiative, la Marina Militare italiana alla guida del primo sea control task group
La formazione navale, che al momento conta sul supporto di Grecia e Turchia, avrà il compito di rispondere rapidamente a qualsiasi crisi nell’area del Mediterraneo
di Andrea Quondamatteo
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Diventa sempre più forte il sostegno dell’Italia e più in particolare della Marina Militare nei confronti della Nato. A seguito dell’offerta proposta dalla stessa Marina, la Difesa ha chiesto e ha ottenuto l’assegnazione di uno dei Larger Formation del Sea Control Task Group 1 (SCTG1), un raggruppamento temporaneo di unità navali nel Mar Mediterraneo formato allo scopo di intervenire rapidamente in caso di crisi. Oltre alla guida della formazione, l’Italia contribuirà materialmente con la partecipazione di due fregate della Marina Militare per bilanciare le forze navali in campo. Al momento il STCG1 conta sull’adesione di Grecia e Turchia, ciascuna inserita nel dispositivo con un proprio assetto navale. Sono tuttavia in corso dei contatti avviati dalla rappresentanza permanente italiana a Bruxelles per coinvolgere nel dispositivo anche la Marina statunitense e la Marina canadese. L’iniziativa trova la sua dimensione nell’ambito della Nato Readiness Initiative (NRI), volta a migliorare la prontezza delle forze dell’Alleanza, aumentandone capacità e disponibilità. Nata dalla decisione assunta dai vertici di Stato al Summit di Bruxelles del 2018, la NRI è anche nota come i “Quattro Trenta”, in quanto gli Alleati hanno concordato sull’esigenza di rendere disponibili 30 navi da combattimento, 30 battaglioni terrestri e 30 squadroni aerei, secondo un livello di prontezza di schieramento in teatro entro un massimo di 30 giorni. La Nato Readiness Initiative risponde so-
Immagini di repertorio della classe Fremm (Carlo Bergamini e Carabiniere), unità che la Marina metterà in campo nella formazione del Sea Control Task Group 1.
stanzialmente a due finalità: contribuire in maniera più efficace alla Deterrenza e Difesa collettiva dell’Alleanza, aumentandone la capacità di rispondere rapidamente e in modo decisivo a qualsiasi crisi futura; colmare un gap relativo alla prontezza degli assetti Nato rispetto alla enhanced Nato Readiness Force (eNRF). Un’occasione importante, soprattutto per l’interesse che la stessa iniziativa sta suscitando in ambito Nato nel dare credibilità alla strategia di Deterrenza e Difesa dell’Alleanza (DDA), attraverso la quale l’Italia può continuare a mantenere un ruolo di primo piano nel dominio marittimo in seno al Patto Atlantico. Il SCTG1, in particolare, sarà affiancato da: un Carrier Strike Group, comandato e basato su forze inglesi; un Gruppo d’Assalto Anfibio comandato e basato su forze francesi; il SCTG2 in cui confluiscono le Marine del Nord Europa ed il cui comando è francese. Il Comando della 1^ Divisione Navale della Marina Militare sarà l’elemento dell’organizzazione che comanderà e fornirà lo staff per le attività previste dal SCTG1, mentre l’addestramento annuale per il raggruppamento sotto comando italiano avverrà nell’alveo del ciclo addestrativo maggiore della Difesa, la Joint Star a partire dal 2021, in linea con la direttiva del capo di Stato Maggiore della Difesa.