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Cambio al vertice dell’Operazione Irini

Dopo 18 mesi di intensa attività, cambio al vertice dell’Operazione Irini. Il contrammiraglio Stefano Turchetto subentra all’ammiraglio di divisione Fabio Agostini che ha seguito l’Operazione fin dal suo varo. Nell’intervista che segue facciamo il punto della situazione.

di Ettore Guastalla *

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La missione aeronavale EUNAVFOR MED Irini dell’Unione europea, nata sotto mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha il quartier generale a Roma Centocelle e vi operano militari e civili di 24 paesi. La zona di operazione comprende una vasta porzione del Mediterraneo centrale al largo delle coste libiche. Il compito principale è di implementare l’embargo del traffico illecito di armi da e verso la Libia, così come previsto nella risoluzione dell’ONU 2292, recentemente estesa fino al giugno 2022. Nella zona di operazione operano assetti navali e aerei dei Paesi europei contributori. Incontriamo l’ammiraglio Fabio Agostini, che ha guidato l’operazione Irini dal suo varo fino allo scorso 30 settembre, quando ha passato il timone all’ammiraglio Stefano Turchetto.

Il cacciatorpediniere Andrea Doria (D553) insieme alla nave rifornitrice tedesca FGS Berlin (A1411). In alto, l’ammiraglio Fabio Agostini, alla guida dell’operazione Irini fino al 30 settembre. Nelle pagine seguenti, alcuni scatti della missione Irini.

* Giornalista.

L’intervista all’ammiraglio Fabio Agostini

Come e perché è nata?

Nel 2011 la Libia è stata investita dalle cosiddette “primavere arabe" e la rivolta popolare che ne è derivata ha deposto Gheddafi concludendosi con una guerra civile senza fine che ha visto diversi eventi e tentativi di pacificazione con fasi alterne. Allo scopo di contribuire ad una soluzione pacifica al conflitto armato libico, dopo la conferenza di Berlino del 19 gennaio del 2020, il Consiglio degli Affari Esteri dell’Unione europea ha deciso di lanciare l’operazione EUNAVFOR MED Irini, con il compito principale di contribuire all’attuazione dell’embargo sulle armi al largo della Libia, sancito dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il mandato dell’operazione, avviata il 31 marzo del 2020, include anche tre altri

compiti secondari: il monitoraggio dei traffici illeciti di petrolio e suoi derivati; l’addestramento e monitoraggio della Guardia Costiera e della Marina Militare libiche; il contributo allo smantellamento del modello di business dei trafficanti di esseri umani. Ad oggi, contribuiscono all’operazione 24 Paesi europei che forniscono assetti aerei, droni, navi, sommergibili e personale militare interforze per il quartier generale dell’operazione che si trova a Roma-Centocelle - dove è alta la rappresentanza italiana - cosi come lo staff di comando in mare. La percentuale di personale varia in funzione degli assetti messi a disposizione dalle nazioni. Siamo arrivati ad un massimo di circa 1000 persone.

Sono stati 18 mesi molto intensi, ammiraglio Agostini. Che cosa è oggi Irini?

L’operazione Irini è, attualmente, la più complessa e significativa operazione militare di Politica di Sicurezza e Difesa Comune dell'Unione europea nel mondo. È anche l’unica operazione che si occupa di far rispettare l’embargo sulle armi stabilito dalle Nazioni Unite per la Libia dimostrandosi efficace, equilibrata e imparziale. La visione politica fornita all'avvio dell'operazione Irini dall'Alto Rappresentante, Joseph Borrel, riflette l'approccio olistico concordato alla Conferenza di Berlino. Irini non è l'unico mezzo per contribuire alla fine del lungo conflitto libico. Irini è parte integrante di un processo che coinvolge percorsi politici, militari, economici e uma-

nitari. Irini non è "la soluzione", ma è uno strumento importante per favorire un processo diplomatico che porti ad una soluzione permanente alla crisi libica. Il fatto che l’operazione sia guidata dall’Italia è il riconoscimento del ruolo e della rilevanza che il nostro Paese e la nostra Marina hanno nello scacchiere del Mediterraneo allargato.

Quando Irini potrà concludersi?

Il mandato iniziale dell'operazione, stabilito

fino al 31 marzo 2021 è stato prolungato dagli stati membri dell’Unione europea, al 31 marzo del 2023. L’operazione potrebbe concludersi quando il contributo militare dell’UE non sarà più necessario per attuare l’embargo sulle armi e per sostenere le conclusioni del processo di Berlino per una soluzione pacifica alla crisi libica e quando la Guardia Costiera e Marina Militare libiche avranno raggiunto un livello autosufficiente di operatività ed autonomia o quanto meno tali da necessitare un supporto esterno minimo.

Ammiraglio, quali risultati ha ottenuto Irini in questi 18 mesi sotto il suo Comando?

Secondo la nostra analisi, le violazioni dell'embargo cosi come gli altri traffici illeciti seguono differenti vie: marittima, aerea, ma anche tramite rotte terrestri. L’efficacia dell’embargo sulle armi è strettamente correlata alla disponibilità di informazioni intelligence sui possibili violatori dell’embargo. Queste informazioni ci vengono fornite prevalentemente dagli stati membri, dal centro satellitare europeo e dal panel degli esperti delle Nazioni Unite sulla Libia. Irini dal canto suo ha investigato circa 4000 navi che sono transitate nell’area di operazione nel Mediterraneo centrale, ha monitorato 16 porti e terminali petroliferi, ha effettuato circa 180 visite a bordo di mercantili con il permesso del comandante e ha eseguito 20 ispezioni complete a navi sospette con il consenso dello stato di bandiera. In una delle ispezioni è stato ritrovato un carico illecito di combustibile per aerei militari, vietato dalle risoluzioni dell’ONU e dalle regole europee, e si è provveduto al dirottamento del mercantile in un porto della Grecia. Il primo dirottamento di una nave mercantile mai effettuato dall’Unione europea. Ma l’attività di Irini non si è limitata alla prevenzione e monitoraggio di traffici illeciti sul mare. EUNAVFOR MED - Irini ha investigato circa 600 voli sospetti, tenendo sotto controllo 25 aeroporti, e ha analizzato migliaia di immagini satellitari provenienti dal centro satellitare europeo di Torrejón. I risultati di questa attività sono stati riportati in 20 rapporti di ispezione e circa trenta rapporti speciali al panel degli esperti delle Nazioni Unite (per i dati aggiornati sulla operazione Irini: www.operationirini.eu). Oltre ai risultati evidenti, tangibili ed ineludibili dell’operazione, ce ne sono altri che difficilmente possono essere quantificati e che invece hanno un peso negli equilibri della regione. In quest’ottica, Irini è diventata in questo anno e mezzo, uno strumento che consente alla politica e alla diplomazia europea di fare il proprio lavoro, in quanto contribuisce a portare stabilità in Libia e sicurezza in quest’area del Mediterraneo, agevolando quindi il processo di pace. È opportuno osservare, inoltre, che da quando è stata lanciata l’operazione Irini si è avuto il cessate il fuoco tra le parti in conflitto in Libia, è stato formato un nuovo governo di unità nazionale, ed è ripresa la produzione del petrolio. In quale misura Irini abbia contribuito a tutto questo non lo potremo mai misurare, ma è un dato di fatto e non può essere il caso, che questi cambiamenti epocali dopo oltre 10 anni di crisi, si siano verificati da quando Irini è stata avviata. Questo era proprio l’obiettivo che si sono posti i paesi membri dell’UE quando hanno lanciato l’operazione. Una Libia stabile e sicura avrà una serie di conseguenze che sono quelle auspicate dall’Europa, in primo luogo il miglioramento delle condizioni di vita dei libici, che sono stravolti da 10 anni di guerra, un miglioramento delle condizioni economiche di tutta la regione e, conseguentemente, una riduzione dei flussi migratori. Un Mediterraneo più tranquillo e più sicuro è un valore assoluto. Il Mediterraneo è infatti il crocevia di numerose e importanti direttrici del traffico marittimo e vi transita il 20% di quello mondiale, il 25% dei servizi di linea su container, il 30% dei flussi di petrolio mondiali, il 65% del flusso energetico per i Paesi dell’UE. Irini viene vista dagli attori internazionali come una presenza di primo piano nel Mediterraneo centrale come testimonia l'ampia rete di collaborazione e information exchange che l’operazione ha stabilito con una estesa e variegata panoplia di stakeholders nazionali e internazionali. Ciò ha portato la comunità internazionale ad essere più consapevole della presenza e dell'assertività dell'UE e dell’operazione stessa nel Mediterraneo. La comunità marittima vede adesso Irini come un vero e proprio Maritime Security Provider nell’area del Mediterraneo centrale. La presenza dell’operazione Irini si fa infatti sentire anche in termini di rassicurazione per tutto il traffico marittimo, esposto all’insicurezza di quel tratto di mare. La presenza di Irini e il suo effetto deterrenza sui traffici e attività illecite, è necessaria non solo alla Libia ma al nostro Paese e a tutta l’Europa.

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