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Succede nelle nostre scuole

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In biblioteca

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Succede nelle scuole dei nostri figli

Luca Scalise

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Offriamo ai nostri Lettori una triste carrellata di diverse attività svolte nelle scuole italiane, e non solo, che vengono spacciate come progetti di educazione sessuale o all’affettività.

I nostri Lettori sanno che Pro Vita & Famiglia tiene costantemente aggiornato un dossier dove sono riportate le denunce che ci giungono da genitori e insegnanti che si devono confrontare con progetti (dis)educativi, che minano la serena e naturale formazione psicofisica dei discenti nel campo della sessualità. Riportiamo in questo articolo un po’ di esempi: invitiamo tutti a vigilare e non esitare a contattarci e a segnalarne di nuovi. È anche possibile farlo chiamando il numero verde che abbiamo istituito un paio di mesi fa: 800 94 24 83. Ai casi che potete leggere qui vanno aggiunte le lezioni specifiche di omosessualismo, durante le quali si insegna che avere rapporti con maschi o femmine è la stessa cosa, e quelle di transgenderismo, in cui si insegna che si può essere maschio o femmina a secondo di come ci si sente. Il collegamento con una malsana “educazione” sessuale è evidente.

Per segnalare progetti scolastici volti alla sessualizzazione precoce dei bambini e dei ragazzi, potete telefonare al

Il dossier viene costantemente aggiornato: potete visionarlo sul nostro portale www.provitaefamiglia.it.

Per quanto riguarda la realtà italiana, in molte circostanze le denunce non arrivano o arrivano anonime, perché i genitori non vogliono fare il nome della scuola interessata per paura di vedere i propri figli discriminati ingiustamente da insegnanti e dirigenti scolastici, oppure per paura di essere essi stessi emarginati e messi all’indice da altri genitori più “moderni”, al passo con i tempi e con il pensiero unico dominante; perciò il nostro dossier non ha la pretesa di essere esaustivo. Ricordate comunque che il ministro Bussetti emanò una circolare - ancora vigente - che sancisce il diritto dei genitori al consenso informato su tutte le attività che hanno per oggetto l’educazione sessuale e all’affettività e decreta altresì il diritto dei genitori a chiedere che i propri figlioli siano esentati dalla frequenza di lezioni non conformi ai principi e ai criteri educativi vigenti in famiglia. Anche il modello di lettera per il consenso informato da far protocollare presso la segreteria della scuola è reperibile sul nostro portale web. Per quanto riguarda ciò che accade all’estero, dove sono “più avanti” di noi, ci sarebbero un’infinità di esempi da riportare. Ci limitiamo ad accennare qualcosa: su internet è possibile, purtroppo, trovare storie e immagini talora agghiaccianti. Se a livello culturale l’erotizzazione della società e soprattutto della gioventù è un frutto del Sessantotto, negli ultimi tempi c’è stato un documento, dell’ottobre 2013, che ha sancito in modo aperto come una necessità educativa la

sessualizzazione precoce degli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado. Si tratta dei tristemente noti Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, per esempio, indicano come direttive per l’educazione sessuale dei bambini da 0 a 4 anni di informare questi piccoli «sul piacere nel toccare il proprio corpo, e sulla masturbazione infantile precoce». E raccomandano alle autorità scolastiche di procedere a questo tipo di “educazione” scavalcando e annichilendo le famiglie che sono troppo passatiste e conservatrici su certe questioni. Uno dei primi casi che fece clamore e - grazie a noi - arrivò sino al Parlamento (dove fu vietata la lettura pubblica del brano che riportiamo, per motivi di decoro!), fu presso il liceo classico Giulio Cesare di Roma, nel gennaio 2014. Non si trattò di una lezione di “educazione sessuale”, ma di… letteratura italiana. A minori di 16 anni alcuni insegnanti hanno chiesto di leggere e poi di svolgere un tema sul romanzo Sei come sei di Melania Mazzucco. Il romanzo contiene descrizioni dettagliate di masturbazione e di rapporti orali: «Si inginocchiò… e poi, con un guizzo fulmineo… ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l’uccello in bocca. Aveva un odore penetrante di urina, e un sapore dolce… Mariani lo lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all’ultima goccia e sentì il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte, innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita». Scene esplicite di masturbazione sono presenti anche nel film Le migliori cose del mondo di Laìs Bodanzky, proposto alla visione di ragazzi di terza media all’Istituto Comprensivo Coletti di Treviso, nel gennaio del 2014, nell’ambito del progetto di Educazione all’affettività. Un altro caso finito in Parlamento è stato quello del Gioco del Rispetto. In 45 classi di scuole dell’infanzia del Friuli Venezia Giulia, nel marzo 2015, bambini e bambine fra i 3 e i 6 anni sono stati invitati a giocare «scambiandosi i vestiti laddove è possibile» e ai bambini

di 5-6 anni è stato proposto il gioco del dottore, dove «i bambini/e possono esplorare i corpi dei loro compagni/e (…) ovviamente i bambini/e possono riconoscere che ci sono delle differenze fisiche che li caratterizzano, in particolare nell’area genitale». Per questo bisogna «nominare senza timore i genitali maschili e femminili». Il progetto Viva l’amore, proposto sempre nel marzo del 2015 a ragazzi di terza media della scuola “Italo Calvino” di Piacenza, contiene istruzioni dettagliate, con tanto di illustrazioni, sull’uso dei contraccettivi e sezioni dedicate alla masturbazione. Lo stesso progetto è stato proposto anche agli studenti di terza media dell’Istituto Comprensivo “Salvo D’Acquisto” di

Gaggio Montano (BO) nell’anno scolastico 2015- 2016, e ancora gira per i Ptof delle nostre scuole. Durante l’evento, aperto a tutti, La Nuda Verità, un incontro in piazza con tre banchetti tematici di educazione alla sessualità, sulla contraccezione e sulle malattie sessualmente trasmissibili, gli organizzatori, sponsorizzati dal Comune, annunciano: «Passando tre banchetti diversi riceverete in omaggio un preservativo». Era il febbraio 2016. Ai partecipanti venivano anche distribuiti volantini, sul cui fronte si rinvia per approfondimenti al sito del Cassero - salute dove sono reperibili schede su pratiche sessuali estreme e rischiose. Nello spettacolo teatrale Bent, al teatro Verdi di Pisa, rivolto ai ragazzi delle scuole superiori (dai 14 anni in su) nel gennaio 2017, erano presenti scene di necrofilia e riferimenti al sesso violento. Facevano la quinta elementare, invece, i bambini a cui, nella scuola Sant’Agnese di Modena, nel giugno del 2017, fu fatto leggere, in una lezione di educazione sessuale, un testo contenente disegni espliciti e frasi come le seguenti: «Allora il pene dell’uomo diventa grande e duro e la vagina della donna si inumidisce: per tutti e due è molto bello quando la donna fa penetrare il pene rigido dell’uomo nella sua vagina. I due lo fanno muovere avanti e indietro nella vagina e provano un piacere intenso. Sussurrano, ridono felici: sono i rumori che forse qualche volta hai sentito provenire dalla camera di mamma e papà». Masturbazione e sesso orale erano anche fra gli argomenti trattati nelle lezioni di educazione sessuale rivolte, nel novembre 2019, a bambini di quarta e quinta elementare dell’Istituto Comprensivo “Alda Merini” di Scanzoro-Sciate (BG). Quanto al Regno Unito, il Daily Mail dà notizia di un nuovo corso obbligatorio di educazione sessuale che si sta realizzando in 240 scuole e che insegnerà ai bambini di prima elementare come stimolare i propri genitali. Il programma si chiama All About Me. Per i bambini di 6 e 7 anni c’è un capitolo intitolato Toccarmi in cui si dice che «stuzzicarsi o accarezzarsi» potrebbe essere molto gradevole ed è «molto normale», sebbene alcune persone lo definiscano una cosa «sporca». Invece, «quando una bambina fa il bagno ed è sola, le piace toccarsi tra le gambe: è bello». I genitori non sono autorizzati a chiedere che i loro figli non partecipino a tali lezioni. In America, dove fortunatamente, almeno per ora, la maggior parte delle scuole consente ai genitori di far esonerare i figli da questi programmi di sessualizzazione precoce, è la

Planned Parenthood e i suoi affiliati a tenere corsi di educazione sessuale in cui si insegna che la promiscuità è normale, non c’è niente di male o di insalubre nell’avere un gran numero di partner sessuali (basta leggere la pagina Tumbler della Planned Parenthood) . Per i giovani sieropositivi, la Planned Parenthood ha prodotto un opuscolo intitolato Healthy, Happy and Hot (Sano, felice e bollente) in cui si spiega che è un loro “diritto umano” non dire al proprio partner sessuale di aver contratto l’Hiv. Anche lì le lezioni di “educazione” sessuale servono a spiegare nei dettagli il sesso orale, anale, etc. come cosa normale ed equivalente ai rapporti pensati dal Creatore (o da madre natura, se volete rimanere in ambito “laico”) per mettere al mondo dei figlioli. Vedremo dopo questo articolo la testimonianza di una ex dipendente del più grande abortificio d’America, che spiega come sono pensati i programmi di educazione sessuale per i preadolescenti. Marco Pasciuti sul Fatto Quotidiano già qualche tempo fa lodava la Danimarca dove si fa educazione sessuale a scuola dal 1970, e dal 1991 anche nella scuola primaria. Le scuole possono invitare prostitute, omosessuali e persone legate alla tematica delle malattie

Il modello di lettera per il consenso informato da far protocollare presso la segreteria della scuola è reperibile sul nostro portale web.

sessualmente trasmissibili a parlare delle loro esperienze. I genitori non possono chiedere che i figli siano esentati. In Olanda, si comincia a 4 anni: sono previste 50 ore di lezione sui temi più disparati: conoscenza del corpo umano, nudità, differenze tra uomo e donna. Tra i 10 e i 12 anni si parla dei cambiamenti durante la pubertà e di contraccezione. In Germania, i genitori che si oppongono all’“educazione” sessuale a scuola sono stati condannati prima dalla Corte Costituzionale e poi dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo: non si possono allontanare gli alunni da scuola per motivi religiosi (i genitori in questione erano di fede battista) e la scuola deve tutelare i “diritti sessuali e riproduttivi” dei ragazzini. 

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