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Persona, identità, ragione

Manuela Antonacci

Ringraziamo il teologo don Nicola Bux che ci ha rilasciato questa intervista, attraverso la quale ci consente di riflettere sui temi fondamentali della bioetica alla luce della ragione naturale

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Il diffondersi della legislazione sull’aborto, a livello mondiale, si accompagna alla mentalità dilagante che considera il contenuto della legge civile automaticamente accettabile sotto il profilo morale. Allo stesso modo lo scoperchiamento del vaso di Pandora dell’eugenetica sta portando a derive disumane, autorizzando forme sempre più fantascientifiche di manipolazione della vita umana. È impossibile ignorare le evidenti implicazioni etiche e bioetiche di tutto ciò. Ne abbiamo parlato con don Nicola Bux, noto teologo, affermato liturgista e in passato collaboratore di papa Benedetto XVI, ben consapevoli che la Chiesa, seguendo il diritto naturale, difende la vita sin dai suoi albori, considerando l’uomo sempre tale, dal concepimento alla morte. Per diversi scienziati l’embrione è vita umana, ma non persona. Secondo il Magistero della Chiesa, invece, è persona fin dal concepimento. In realtà, queste sono questioni per niente scontate. Infatti è sul concetto di embrione e su quello di gravidanza, manipolati arbitrariamente, che i fautori della “contraccezione d´emergenza” e dell’aborto fanno leva per raggiungere il risultato desiderato, e cioè evitare la nascita di un bambino non voluto, con buona pace della coscienza. Secondo questa “scuola di pensiero” l’embrione nelle fasi iniziali del suo sviluppo, finché non si impianta nella mucosa uterina, non può essere considerato un vero e proprio individuo, ma un “pre-embrione”, addirittura una “masserella genetica”, come fosse cosa da nulla. Un modo per trasmettere l’idea che sia qualcosa di qualitativamente inferiore rispetto all’embrione vero e proprio, come se fosse meno umano, meno “persona” e perciò (è questo il vero punto d’approdo di queste affermazioni) privo del diritto alla vita.

Monsignor Bux, partiamo proprio dalla questione dello status ontologico dell’embrione, che solleva una serie di domande importanti: cos’è l’embrione? È un’entità biologica, uomo, individuo, persona? È qualcosa o qualcuno? È tra i soggetti di diritto?

«San Tommaso d’Aquino afferma: “Bisogna ammettere che nell’embrione preesiste già l’anima, dapprima vegetativa, poi sensitiva e infine intellettiva. [...] e questo avviene in maniera che la forma seguente abbia tutte le perfezioni della precedente, e qualche cosa in più. Così, attraverso varie generazioni e corruzioni, si giunge all’ultima forma sostanziale, tanto nell’uomo quanto negli altri animali. […] Quindi bisogna affermare che

l’anima intellettiva è creata da Dio al termine della generazione umana, con la scomparsa delle forme preesistenti, e che essa è insieme sensitiva e nutritiva” (ST, I, q. 118, a. 2 ad 2). Quindi Tommaso parla della formazione progressiva dell’essere umano, a partire dall’embrione, per giungere ai sensi e infine all’anima razionale, quando tutto il corpo sarà perfetto. Diremmo noi che un bambino siccome non ha il pieno uso della ragione non sia un essere umano? Non lo è pienamente (in «atto»), ma lo è in formazione (in «potenza»).

Esso è perfetto fin dall’inizio, poi esplicherà

gradualmente tutte le sue potenzialità. Il bambino che suona il pianoforte è il medesimo che da grande potrebbe diventare un artista. Che pensiamo noi di quelli che vogliono sopprimere un bambino? Tommaso non aveva ai suoi tempi la questione dell’evoluzione - teoria dove non c’è il passaggio dalla potenza all’atto, ma dal non-essere all’essere - ed espone lo sviluppo graduale dalla perfezione del piccolo embrione alla pienezza dell’adulto.

Il pensiero di Tommaso è chiaro e non può

essere confuso con quello darwiniano, per il quale si potrebbe passare da un’ameba, alla scimmia e all’uomo. A motivo dell’anima razionale che include quelle vegetativa e sensitiva appartenenti ai regni inferiori, l’essere umano è persona con i diritti e i doveri

Il bambino è perfetto fin dal concepimento. Esplicherà gradualmente tutte le sue potenzialità: il piccolo che studia il pianoforte è il medesimo che da grande potrebbe diventare un artista

La scienza, che è un dono dello Spirito Santo, sciolta dal legame con l’eterno, fa diventare l’uomo ebbro di sé. Egli crede così di sfidare il tempo, cioè il limite da cui è circondato, oltre il quale aspira ad andare

suoi propri. Per ulteriori approfondimenti, rimando all’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II».

Ultimamente è comparso un importante studio su Nature, una delle più importanti riviste scientifiche in assoluto: per la prima volta sono stati ottenuti dei “simil-embrioni umani” creati in laboratorio non da ovuli e spermatozoi, bensì da cellule staminali della pelle riprogrammate. Quali le implicazioni morali? Stiamo giocando con la vita umana, a fare Dio?

«Esattamente. La rivelazione biblica conosce già questo tentativo, che sarebbe più giusto chiamare ‘tentazione’, all’origine è la tentazione più grande: “Diventerete come Dio”. Quando l’essere umano assaggia il frutto preso dall’albero della conoscenza del bene e del male, che corrisponde alla scienza - che è un dono dello Spirito Santo -, sciolta qui dal legame con l’eterno, diventa ebbro di sé. Crede così di sfidare il tempo, cioè il limite da cui è circondato, oltre il quale aspira ad andare; ma c’è da valicare il limite ultimo: la morte; questo è il suo tallone d’Achille. In proposito consiglio il libro del card. Ruini con il sen. Quagliariello, Un’altra libertà. Esso reca un sottotitolo eloquente: Contro i nuovi profeti del paradiso in terra».

E dunque questi “progressi” nel campo della ricerca medica ci mostrano una sempre maggiore spersonalizzazione e manipolazione della vita umana, sempre meno legata a un atto d’amore e a una relazione. Che danni può provocare questo sia nell’immaginario collettivo, sia nel modo di concepire i rapporti interpersonali? Stiamo andando verso una concezione “transumana” anche dei rapporti?

«L’ideologia luciferina che pilota taluni scienziati è appunto il transumanesimo, per il quale, si può superare ogni limite naturale. Insomma si è passati “dal Dio al bio”, scrive lo storico Guido Vignelli. Si noti la contraddizione: invocano il biologico in tutto e per tutto, aria, acqua, piante, alimenti, animali, meno che nell’uomo, sul quale tutto è possibile. Però poi dicono che la natura è così potente che quando si scatena, non perdona mai. L’ha ripetuto persino papa Francesco. Attenzione però, Dio, che è il creatore e ordinatore della natura e la mantiene in essere, riporta poi tutto in ordine. Non senza farla pagare amaramente a coloro che manipolano il creato, dalla terra al cielo e soprattutto all’uomo. Purtroppo, siccome

siamo legati in solido come umanità, il danno

lo subiamo tutti. Tuttavia, dobbiamo erigere l’argine della verità a cui ogni cuore umano sincero aspira, e diffondere l’amore, che è il motore vero del creato».

La teoria del “pre-embrione”, di cui abbiamo parlato prima, usata spesso nell’ambito della fecondazione artificiale, è smentita dai dati della medicina ufficiale, i quali dicono che il processo di sviluppo che si avvia dalla fecondazione è individuale, continuo, graduale, coordinato, senza variazioni qualitative che ne modifichino la natura e l’identità, per alcuni motivo di discriminazione. Dunque l’embrione è progetto umano, individuale, con una

propria identità unica, che rimane la stessa lungo tutto il processo di sviluppo, anche dopo la nascita, indipendentemente dal numero delle cellule che lo compongono. Cosicché cambiano la quantità e la complessità dell’organizzazione, ma non l’identità biologica. In merito alla questione dell’unicità di ciascun individuo, a partire dalle sue peculiarità biologiche, viene il sospetto che ciò che muove l’ideologia abortista sia la stessa temperie culturale che vuole l’annullamento delle identità tutte, è d’accordo?

«La parola “identità” viene da idem, e vuol dire “la stessa cosa”. C’è una guerra contro l’identità (entrata anche nella Chiesa). Si pensa che l’identità sia divisiva. Però sono pronti a riaffermarla quelli che devono difendere la loro ideologia. Vogliamo abolirla? Come faremmo a riconoscerci senza la ‘carta d’identità’? Ci piace il pluralismo, il diverso, ma anche l’unità in vari ambiti: come si raggiungerebbero questi obiettivi senza l’identità alla base? Saremmo nell’indistinto e nella confusione. Accadeva nel Parlamento italiano lo scorso anno: mentre si discuteva sulla legge della cosiddetta identità di genere o ‘quote rosa’, si affrontava quella sulla ‘omolesbobitransfobia’. Gaetano Quagliariello ha fatto esplodere la contraddizione razionale tra le due: “La teoria della sessualità

fluida rischia di vanificare decenni di lotte

femminili (basti pensare alle gare sportive delle donne aperte agli atleti trans, che con corpi da uomini le vincono tutte)”, e “la consapevolezza che la stessa rivendicazione della libertà in termini di gusti sessuali ha un senso fintantoché il sesso di appartenenza sia un parametro non opinabile: cosa vuol dire professarsi omosessuali, se essere uomini o donne diviene un concetto relativo?”». Ancora una volta, la perdita della ragione porta a postulare due cose in conflitto

Alcuni invocano il biologico in tutto e per tutto: aria, acqua, piante, alimenti, animali, meno che nell’uomo, sul quale tutto è possibile

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