giugno 2021
Persona, identità, ragione Manuela Antonacci
Ringraziamo il teologo don Nicola Bux che ci ha rilasciato questa intervista, attraverso la quale ci consente di riflettere sui temi fondamentali della bioetica alla luce della ragione naturale Il diffondersi della legislazione sull’aborto, a livello mondiale, si accompagna alla mentalità dilagante che considera il contenuto della legge civile automaticamente accettabile sotto il profilo morale. Allo stesso modo lo scoperchiamento del vaso di Pandora dell’eugenetica sta portando a derive disumane, autorizzando forme sempre più fantascientifiche di manipolazione della vita umana. È impossibile ignorare le evidenti implicazioni etiche e bioetiche di tutto ciò. Ne abbiamo parlato con don Nicola Bux, noto teologo, affermato liturgista e in passato collaboratore di papa Benedetto XVI, ben consapevoli che la Chiesa, seguendo il diritto naturale, difende la vita sin dai suoi albori, considerando l’uomo sempre tale, dal concepimento alla morte. Per diversi scienziati l’embrione è vita umana, ma non persona. Secondo il Magistero della Chiesa, invece, è persona fin dal concepimento. In realtà, queste sono questioni per niente scontate. Infatti è sul concetto di embrione e su quello di gravidanza, manipolati arbitrariamente, che i fautori della “contraccezione d´emergenza” e dell’aborto fanno leva per raggiungere il risultato desiderato, e cioè evitare la nascita di un bambino non voluto, con buona pace della coscienza. Secondo questa “scuola di
pensiero” l’embrione nelle fasi iniziali del suo sviluppo, finché non si impianta nella mucosa uterina, non può essere considerato un vero e proprio individuo, ma un “pre-embrione”, addirittura una “masserella genetica”, come fosse cosa da nulla. Un modo per trasmettere l’idea che sia qualcosa di qualitativamente inferiore rispetto all’embrione vero e proprio, come se fosse meno umano, meno “persona” e perciò (è questo il vero punto d’approdo di queste affermazioni) privo del diritto alla vita. Monsignor Bux, partiamo proprio dalla questione dello status ontologico dell’embrione, che solleva una serie di domande importanti: cos’è l’embrione? È un’entità biologica, uomo, individuo, persona? È qualcosa o qualcuno? È tra i soggetti di diritto? «San Tommaso d’Aquino afferma: “Bisogna ammettere che nell’embrione preesiste già l’anima, dapprima vegetativa, poi sensitiva e infine intellettiva. [...] e questo avviene in maniera che la forma seguente abbia tutte le perfezioni della precedente, e qualche cosa in più. Così, attraverso varie generazioni e corruzioni, si giunge all’ultima forma sostanziale, tanto nell’uomo quanto negli altri animali. […] Quindi bisogna affermare che
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