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Violenze sessuali tra minorenni
Elisabetta De Luca
Il facile accesso alla pornografia online sta alimentando casi di molestie sessuali nelle scuole
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I minori fruiscono di pornografia in modo indiretto e diretto. L’accesso diretto al porno tramite telefonini e tablet è sempre più facile e alla portata di tutti. Tanto più aumenta il numero di minori che consumano pornografia, tanto più aumentano i casi di violenza sessuale tra gli stessi minori, anche nelle scuole. E ciò non sorprende affatto, se pensiamo al torbido sfrecciare di una vera e propria macchina del sesso sempre più feroce, violenta e distruttiva, infinitamente ostile al mondo e alla morale cristiani, come se sdoganare certi comportamenti esplicitamente spinti si fosse trasformato da tabù in obbligo, da assurdità a necessità. Il sesso è ovunque, dappertutto e intorno a noi: non risparmia la scuola, lo spettacolo, l’intrattenimento, i film, la musica e gli spot pubblicitari. Ogni aspetto della nostra quotidianità è scandito da richiami e riferimenti più o meno sessualmente espliciti che non risparmiano nessuno, bambini compresi. È generalmente considerato un atteggiamento progressista introdurre alle attitudini sessuali sin dalla più tenera età, come se sin dai primissimi anni scolastici sia necessario e persino giusto iniziare i più piccoli alle pratiche sessuali, ritenendolo così utile da diventare persino un insegnamento imprescindibile, salutare, un vero e proprio segno di civiltà, una preziosa conquista sociale del nuovo secolo. È in corso un preciso piano di distruzione dell’integrità morale e sociale delle nuove generazioni, come se confonderli e deviarli fosse ormai divenuto un atto di ordinaria amministrazione. Non sembrano esserci più freni, né inibizioni nell’insegnamento delle nuovissime e più disparate teorie gender e dell’innovativo alfabeto Lgbtqi+, che neutralizza e annienta qualunque identità in nome di un distruttivo e patetico crogiolo. L’ultima e geniale trovata sembra essere un dispositivo dalla forma fallica da montare sulle mutandine delle bambine (piccole) per far provare loro l’ebbrezza di possedere un pene. È un’atrocità che si consuma lentamente, nel silenzio e nella tacita approvazione di un mondo che non riesce a ribellarsi e che ritiene un segno di civiltà e progresso sdoganare terapie ormonali e di transizione sessuale nonostante non si sia nemmeno ancora raggiunta la pubertà. Un mondo che normalizza l’anormale, il sesso promiscuo con uomini, donne, oggetti, animali, finanche la pedofilia. Un mondo che ritiene che evoluzione significhi vestirsi allo stesso modo, nullificando le differenze biologiche e naturali che - ci piaccia o no - intercorrono tra i due sessi. Un mondo che ritiene una forma di progresso instillare confusione alle menti più fragili durante l’infanzia e l’adolescenza, facendo germinare errori spesso irreversibili e senza ritorno. Un mondo che insegna cosa sia il sesso alle scuole elementari, che scorge bellezza nella pornografia e che non ha più bisogno del valore della castità. Un mondo che confonde la blasfemia con la lungimiranza, il buonsenso con la chiusura, la follia con il progresso. Un mondo che ha cercato di lottare per distinguersi ma che non ha fatto altro che rendere tutti troppo uguali e irrecuperabilmente mediocri.