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Legalizzare il sesso con minori
Manuela Antonacci
Women’s Caucus: una rosa di associazioni chiedono la depenalizzazione del sesso con i minori e della prostituzione
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Nel 2020, in occasione del venticinquesimo anniversario della IV Conferenza mondiale sulle donne, 200 Ong hanno firmato una dichiarazione definita “femminista” (che, come vedremo tra poco, di femminista ha ben poco) che chiede l’abolizione delle
leggi che vietano il sesso con o tra adolescenti, e anche la depenalizzazione totale della prostituzione.
L’iniziativa è partita dalla Women’s Caucus, un comitato di deputati e senatori statunitensi, in prevalenza democratici, insieme a circa 200 organizzazioni sedicenti femministe, network e collettivi che promuovono l’uguaglianza di genere e opera a margine delle Nazioni Unite. La Women’s Caucus (che è sponsorizzata tra gli altri anche da Bill Gates), si avvale anche di un sostegno non da poco, quello dell’International Women’s Health Commission (Iwhc) sul cui sito web è ospitata l’incredibile dichiarazione in questione e che si gloria, nel suo ultimo report finanziario, di citare tra i suoi donatori più importanti,
L’Ilga (International lesbian, gay, bisexual, trans and intersex association), la più grande rete globale Lgbtqia (...), ha aderito alla dichiarazione della Women’s Caucus (che chiede di abbassare l’età del consenso sessuale per le/i minori). Premesso - a margine - che Ilga ha recentemente anche chiesto l’espulsione dalla rete di Arcilesbica per le sue posizioni “gender critical”, in Italia l’età per il consenso è già molto bassa: 14 anni. Nel Regno unito è 16; negli Usa, con qualche differenza tra i vari Stati federati, è prevalentemente 18 anni. Il documento internazionale pubblicato anche da Ilga propone - al punto 14 - di «eliminare tutte le leggi che puniscono o criminalizzano le relazioni omosessuali, l’affermazione di genere […] o che limitano l’esercizio dell’autonomia del corpo, incluse le leggi che limitano il consenso legale degli adolescenti». Alcuni esponenti dell’Ilga hanno rilasciato alla stampa dichiarazioni di smentita. Ma non ci risulta sia stata pubblicata una presa di posizione ufficiale rispetto al contenuto dell’art. 14 summenzionato, che è ancora presente sul suo sito nel momento in cui andiamo in stampa. Solo alcune associazioni Lgb (cioè critiche nei confronti dei “T” cioè dei trans) e le associazioni femministe si sono dissociate da questa proposta. «Mai, in nessun luogo al mondo, nessun gruppo o associazione femminista ha iscritto nelle proprie agende politiche la richiesta di abbassare l’età del consenso sessuale dei minori. Questa richiesta può piacere ai predatori sessuali, non alle femministe. L’abbassamento dell’età del consenso sessuale dei minori non può essere quindi definito un obiettivo femminista e ascritto alle femministe. Obiettivo femminista, semmai - sempre più urgente - è proteggere i corpi delle bambine e dei bambini che le donne hanno messo al mondo da abusi sessuali, farmacologici e chirurgici e dall’indottrinamento pressante da parte dei transattivisti queer che in tutto il mondo occidentale chiedono di poter entrare nelle scuole, e sempre più spesso ci entrano già comodamente, Italia compresa, per svolgere il loro lavoro di propaganda confusiva sull’identità di genere, sull’utero in affitto ecc.», scrive Marina Terragni sul portale Radfem. E chiede alle tante organizzazioni italiane che fanno parte dell’Ilga (tra cui Arcigay, Agedo, Rete Lenford, Circolo Mario Mieli, Famiglie Arcobaleno, Omphalos) di chiarire se condividono questo obiettivo o invece ne prendono le distanze.
niente meno che la Open Society Foundation, di George Soros, che avrebbe versato, tra il 2018 e il 2019, ben 100.000 dollari e che, per non farsi mancare niente, finanzia anche diverse organizzazioni che vogliono la depenalizzazione completa del porno e la sostituzione dei diritti basati sul sesso, con quelli basati sull’identità di genere. Nel caso specifico del documento in questione, si chiede una riduzione del limite
legale per i rapporti sessuali con i minorenni.
Non solo, alla faccia della dichiarazione “femminista”, per quanto riguarda violenze come le mutilazioni genitali femminili e la violenza domestica e sessuale per mano del partner, si chiede di «sostituire le leggi punitive con interventi sociali completi». E c’è davvero poco da meravigliarsi, se si pensa che, ormai, con la scusa del “love is love”, ogni male e perversione vengono giustificati, nel solco di un melenso sentimentalismo di facciata che sta gradualmente portando, o vorrebbe portare, la società verso la china della depenalizzazione della pedofilia. Una vera e propria fissa, quella dell’abbassamento del limite legale dell’età per i rapporti coi minori, che i radicali, in tutto il mondo, perseguono, in ogni modo e con ogni mezzo. In particolare, come ben sappiamo, anche attraverso la diffusione di corsi di pseudo-educazione sessuale (pensiamo agli Standard per l’Educazione Sessuale in Europa, dell’Oms) che vorrebbero abituare i più piccoli a considerare, certi approcci, “normali”. Sotto la bandiera della libertà, dell’emancipazione e dei diritti si fornisce di fatto carne fresca ai pedofili.
L’abbassamento dei limiti di età per il consenso e in genere per la maggiore età è a torto considerato da alcuni una “conquista”, una sorta di emancipazione per i giovani. In realtà le norme che sanciscono l’“incapacità di agire” dei minorenni sono norme poste a tutela degli stessi: se il loro consenso non ha valore legale, i minori più difficilmente possono essere raggirati, più difficilmente personaggi senza scrupoli possono approfittarsi della loro oggettiva e naturale inesperienza nelle questioni della vita.