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GIUSEPPE D'ALBENZIO

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YARI CECERE

YARI CECERE

CONDIVISIONE E FLESSIBILITA'

La casa nei prossimi anni diventerà un campo di esplorazione importante, dipenderà sempre di più dai cambiamenti in corso e risponderà a tali cambiamenti con soluzioni non convenzionali. La parola chiave sarà “flessibilità”. Poiché da casa ormai si acquista, si lavora, si coltiva, si esercitano i propri hobby, si evolve rispetto al tempo di acquisto, le abitazioni del futuro dismetteranno gli schemi rigidi e inizieranno a lavorare su spazi facilmente modificabili, con possibilità di divisione temporanea in base ai bisogni e alle esigenze che sopraggiungono nell'arco della vita. Tra i temi caldi c’è poi sicuramente quello della sostenibilità».

Cosa chiedono in questo senso i suoi committenti?

«Soprattutto case ecofficienti dal punto di vista energetico con controllo dei consumi in real time e gestione remota dei dispositivi domestici. Ma non dimentichiamo che per sostenibilità si intende anche qualità della vita che coincide con una qualità dell’abitare in senso più integrato».

Ovvero?

«Siamo in un momento in cui anche il perimetro non privato è oggetto di valutazione e credo che lo diventerà sempre di più. Nel futuro dell’abitare vedo infatti sempre più modelli mutuati dal coliving e dal co-housing, condomini cioè capaci di erogare servizi su cui poter contare e in grado di offrire l’autonomia della casa privata e la socialità degli spazi collettivi. Sull’esempio di esperienze estere ben riuscite questo genere di offerta sta guadagnando terreno anche in Italia, al punto che le persone si dichiarano persino disposte a sacrificare spazi privati in favore di servizi condivisi in grado di assolvere bisogni o mancanze. Una cosa che, a ben vedere, per noi architetti non è nulla di nuovo, basti pensare alle iconiche Unité d’Habitation dove Le Corbusier inserì case e servizi sotto lo stesso tetto».

in foto > 47 Apartments © DATAAE + NARCH + MAIRA ARQUITECTES
ph > Adrià Goula

> Minimizzare gli spazi privati per favorire gli spazi in condivisione

A Barcellona questo edificio, oggetto di una sovvenzione statale, è stato organizzato attorno a un atrio che crea opportunità di incontro tra vicini. L’architetto D’Albenzio ci spiega che l’edilizia del futuro giocherà il suo appeal sui servizi, le esigenze dei residenti e sul rovesciamento del paradigma condominiale classico, espressione della massima privacy. «Il nuovo lusso sarà la vivibilità della casa e degli spazi condivisi in grado di fornire opportunità per residenti e visitatori rispondendo al bisogno di comunità».

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