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Director's note

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PEOPLE

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La casa? È tutt’altro che “immobile”, ma in continua evoluzione e l’efficienza energetica non è altro che la punta di un iceberg.

Se fino ad oggi l’investimento di pensiero ha riguardato più la dimensione urbana che la casa, l’accordo sul destino delle performance energetiche dei nostri edifici ha rimesso di nuovo al centro della scena l’abitare facendone un tema estremamente caldo. I dati i raccolti per costruire questo numero confermano l’affezione tipica degli italiani al mattone, ma le cose stanno cambiando e l’edilizia, per rispondere alle reali esigenze della società, ha un disperato bisogno di pensiero innovativo. Il tema dell’energia diventa così l’occasione per guardare oltre, per ricordare - come spiegano gli esempi e gli esperti chiamati in causa -, che l’efficienza da sola non basta perché, per parlare di sostenibilità dell’abitare a tutto tondo, è necessario affrontare con la stessa tenacia il tema dell’accessibilità, del caro-mutui e affitti, dei materiali al servizio della salute dell’ambiente e dell’uomo, dei servizi, dell’uso degli edifici che, aprendosi o ripiegandosi su se stessi, disegnano diverse applicazioni sociali che influiscono sulla vita e il benessere delle persone. Come saranno quindi le nostre abitazioni? Vivremo in case bunker? Oppure in case evolute che ci permetteranno di realizzare sogni e socialità?

A questo proposito Fabio Millevoi - direttore di Ance Friuli Venezia Giulia -, ci spiega perché è importante porsi queste domande e, soprattutto, perché è indispensabile parlare di futuro al plurale e, ove possibile, anticiparlo.

Senza una bussola, rischiamo infatti di rispondere a profondi e simultanei cambiamenti con alloggi che, anziché correggere i deficit, ricreano ostinatamente lo status quo. Cosa accadrebbe allora se, anziché guardare solo all’efficienza, fosse possibile rispondere, se non a tutti, ma a molti di questi problemi?

Si tratta di una sfida possibile? Questo numero, nei limiti dello spazio a noi concesso, offre un ventaglio di proposte e visioni.

Vi auguro buona lettura

Daniela Iavolato

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