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con- tents

15. Countdwon 2050

> Meno e sviluppo come si conciliano?

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21. Net Zero

> La memoria del passato per gestire il futuro

16.

Embodied Carbon

> Conoscere il carbonio incorporato

22.

Materiali naturali

24. Costruire con gli alberi: perfetta circolarità

29. Dal Regno Unito all’Italia progetti che sfidano gli standard comuni

35. Costruire con la canapa per risparmiare acqua e CO2

38. Il progetto pilota in calce canapa della Cecere Management, è il primo della Campania

41. Costruire con il bambù, il nuovo acciaio verde

46. Green School, nel cuore di Bali la scuola eletta simbolo dell’architettura organica

50.

Materiali innovativi

54. Fotocatalitici la tecnologia adesso imita la natura

56. Nunziare: gli edifici mangia smog della Cecere Management

58. Il calcestruzzo autoriparante

59. Il fotovoltaico che funziona con la pioggia

SOSTENIBILITÀ > IMPRESA > INNOVAZIONE

60.

Materiali circolari

> Decisioni strategiche per incorporare la circolarità all’inizio del design

64. Latte, riso, caffè e pneumatici, da scarto a risorsa inaspetattamentea

EDITORE

> Yari Cecere - Cecere Development srl -

68.

Riforestiamo

> Comunicare il verde piantandolo, intervista ai fondatori del progetto VIVIECO

DIRETTORE RESPONSABILE E PROGETTO EDITORIALE

> Daniela Iavolato

PROGETTO GRAFICO E DIREZIONE CREATIVA

> Emanuela Esposito

73.

Top brand

> Esagono: un successo lungo 40 anni

REDAZIONE

> Via Paolo Riverso, 57 - Aversa

STAMPA

>

75.

Econews

> Una serie di notizie per un futuro green e consapevole

80.

MIPIM

> Il resoconto dell’ultima tre giorni di Cannes

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COME SOCIETÀ DOBBIAMO MUOVERCI VERSO IL MENO: MENO IMPRONTA DI CARBONIO, MENO CONSUMO ENERGETICO, MENO SPRECHI E MENO IMPATTO.

È UNA SFIDA DIFFICILE PERCHÉ RICHIEDE LA RICERCA DI UN EQUILIBRIO TRA UN MONDO DEMOGRAFICAMENTE SOTTO PRESSIONE E LA GESTIONE DI RISORSE SEMPRE PIÙ SCARSE. PER RIUSCIRCI DOBBIAMO TORNARE AD OSSERVARE CON SGUARDO CURIOSO IL PASSATO PERCHÉ, QUELLO CHE ABBIAMO DIMENTICATO, È CHE LA STORIA HA SEMPRE DA INSEGNARE. BISOGNA PARTIRE DA LÌ, MASSIMIZZARE IL MINIMO E… PASSARE ALL’APPLICAZIONE!

COME CONCILIARE SVILUPPO ED ESIGENZE DELLE IMPRESE CON UN SEGNO “NEGATIVO”?

QUESTO NUMERO È UNA RICERCA TRA LE POSSIBILI SOLUZIONI.

Le stime del World Green Building Council - il network globale che riunisce le associazioni nazionali che operano nel settore dell’edilizia sostenibile -, parlano di come le emissioni totali di carbonio incorporato, a causa del raddoppiamento del patrimonio edilizio e delle ristrutturazioni, raggiungeranno, entro il 2050, picchi di oltre il 50%.

MA PROCEDIAMO CON ORDINE: CHE COS’È IL CARBONIO INCORPORATO?

Quando in edilizia si parla di anidride carbonica la prima associazione è quella imputabile all’utilizzo di un edificio, da qui il mega-trend dell’efficientamento: intervenire, con una serie di materiali e accorgimenti, sulla domanda di energia - prevalentemente da riscaldamento e raffrescamento -, per ridurre l’impronta di carbonio operativo. Difficilmente si affronta invece il tema del carbonio incorporato, vale a dire, quanto dispendio di energia, gas serra e inquinamento provengono da materiali isolanti e da costruzione impiegati all’interno delle nostre abitazioni. Più o meno un cane che si morde la coda perché, se da un lato spingiamo per diminuire le emissioni di CO2 delle nostre case nella loro fase di gestione, dall’altro lato, trascurando la fase pre-uso - quella prima che un progetto diventi operativo -, provochiamo un generoso gap che si ripercuote sulle ambizioni di neutralità climatica dell’intero settore.

L’11% delle emissioni globali di CO2 appartiene al carbonio incorporato, a materiali che solo per estrazione, produzione, trasporto e smaltimento impiegano più energia di quella che il loro stesso uso consente di mitigare. Percentuale, come abbiamo visto, destinata a salire quando il patrimonio edilizio si moltiplicherà a causa dell’aumento mondiale della popolazione. Un dato che apre una riflessione di non poco conto anche sul benessere e sulla qualità dell’aria indoor e su tutte quelle patologie silenti da edificio malato direttamente collegate con la scelta di materiali sintetici che impattano sulla vita degli utilizzatori finali.

Si capisce come in edilizia il concetto di sostenibilità si concretizzi quindi, in primo luogo, nei prodotti e nelle soluzioni che cercano di incidere il meno possibile sull’ambiente. Un problema che se volgiamo lo sguardo al passato nemmeno esisteva. Fino alla fine del XIX secolo i materiali da costruzione erano tutti di origine vegetale o animale e le abitazioni erano costruite con lavorati prevalentemente reperiti in loco. Con la rivoluzione industriale - e con l’avvento di un sistema economico incentrato sul petrolio -, nelle abitazioni sono entrati materiali totalmente nuovi che hanno trasformato la casa da ambiente sano in ambiente potenzialmente aggressivo.

Produrre beni per soddisfare tutte le nostre crescenti necessità attraverso l’uso di derivati del petrolio, tutto sommato con una certa facilità standardizzata, ha rotto un ponte importante con le nostre tradizioni costruttive limitando la gamma di soluzioni che, mai come oggi, dovremmo recuperare. Così mentre 67.000 tonnellate di EPS - materiale plastico derivante dal petrolio, espanso con un idrocarburo gassoso - avanzano, prodotti dalla eco storica ma risolutivi incontrano ancora una certa resistenza.

Diventa difficile sostenere rimedi che per essere messi in pratica richiedono grandi quantità di energia e risorse, eppure, è quello che stiamo facendo.

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