ISSUE 11 / FEB2013

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FEBRUARY 2013 issue 11 b i m o n t h ly i l l u s t r at i o n mag

Alessio Sabbadini azzurra bacchetta Aron Vellekoop Leč´¸n MADE IN COPERNICO Francesco Poroli Booze Potato francesca bazzurro FEDERICO ZENONI ENZO LO RE GIORDANO POLONI



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«D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda» «You take delight not in a city’s seven or seventy wonders, but in the answer it gives to a question of yours» Marco Polo, Invisible cities

Italo Calvino


A cura di Federico Caruso

Nurant è sempre piÚ un progetto corale.

Nurant is a team project.

Continuiamo a descriverci come

We keep on describing ourselves

“una rivista d’illustrazione”, ma la realtà

as an illustration design magazine

è che abbiamo travalicato i confini

but actually we have crossed

della pagina per creare relazioni,

the border of the printed page to create

oltre che un giornale.

relationships, not only a magazine.

Questo numero esplora la cittĂ ,

This issue is about cities, not the ones

non tanto quella progettata nei piani

created by city planners but the cities

urbanistici, bensĂŹ quella disegnata ogni

redefined by the people living there.

giorno dai cittadini che la vivono.

Green Cities, Smart Cities: they are no

Green Cities, Smart Cities, sono sempre

longer empty words, they are becoming

meno formule vuote e sempre piĂš

real experiences and changing the way

esperienze che stanno cambiando

we live in the urban areas. Thanks to

il modo di attraversare e vivere gli spazi

technology and its capability of adjusting

urbani. Grazie alla tecnologia e alla sua

to the environment.

capacitĂ  di adattarsi agli ambienti.

But also thanks to the initiative of

Ma anche grazie a iniziative di cittadini

the city’s inhabitants, who decided

che decidono di recuperare spazi

to find new destinations to the vacant

e creare nuove attivitĂ  e servizi,

urban areas and took the responsibility

prendendosi la responsabilitĂ  di gestire

of managing a small part of the world

un piccolo angolo della realtĂ  che

with the purpose to improve it.

li circonda, cercando di migliorarlo.

In order to investigate these themes

Per indagare tali questioni ci siamo

we asked the collaboration of

avvalsi della collaborazione di

professionals who deal with them every

professionisti che quotidianamente

day. In this issue you will find more texts

le affrontano. Troverete quindi piĂš testo

than usual but for sure not less images.

del solito, ma non meno immagini, questo è certo.

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EXTRA 66

MARCELLO ALBINI

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Ri-generazione Urbana

78

FABIO PRAVETTONI

86

DRAWING EMOTIONS


index 7

Alessio Sabbadini

13 azzurra bacchetta 21 Aron Vellekoop Leč´¸n 27 made in COPERNICO 49 Francesco Poroli 55 Booze Potato 61 francesca bazzurro 69 FEDERICO ZENONI 75 ENZO LO RE 83 GIORDANO POLONI

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nu速ant

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alessio sabbadini Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Scorpio Rat Working tools | Graphic tablet, Adobe Illustrator www.behance.net/alessiosabbadini

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Alessio Sabbadini nu速ant

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Alessio Sabbadini indaga il rapporto tra l’individuo e la città “esplorando gli aspetti legati alla condivisione e alla scoperta” delle metropoli che abitiamo e in cui ci muoviamo. Lo fa servendosi di vari stili grafici per esprimere punti di vista differenti. Lo sguardo sulla metropoli è filtrato dalla tecnologia più moderna ma si lega anche alle immagini di una memoria d’infanzia. I dispositivi digitali fotografano gli spazi urbani in maniera più dettagliata di un ricordo personale e viceversa. “Ho cercato di mischiare realtà e virtualità, basandomi sulla condivisione digitale e sottolineando come questo sguardo può modificare la visione della città”. L’ispirazione è Milano, nei colori si intravede la Torre Velasca e si respira l’aria dei Navigli. Nella metropoli disegnata da Sabbadini però non ci sono automobili ma solo biciclette, fontane dell’acqua pubblica e i segnalini delle mappe digitali che sembrano tante mongolfiere.

Alessio Sabbadini explores the relationship between man and city with special attention to the discovery of the metropolis we live in. He does so by using different graphic styles as means to express different points of view. His outlook over the city is filtered by the most modern technology but it is also linked to images from his childhood. The urban landscape captured by digital devices has more details than childhood memories and the other way around. “I tried to mix reality and virtuality using digital sharing and highlighting how this outlook can also change the perception of the city itself”. The inspiration is Milan, in the colors he chose you can see the Velasca tower and breathe the air of the Navigli district. In the metropolis drawn by Sabbadini there are no cars, only bicycles, fountains and balloon shaped landmarks.

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azzurra bacchetta Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Pisces Working tools | Dreams, Travel and Adobe Illustrator www.azzurrabacchetta.com

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In uno dei tuoi lavori le abitudini,

La tecnologia sembra perdersi

gli hobby, le interazioni tra le persone

nei tuoi disegni. Si riconoscono

creano una nuova skyline della cittĂ .

un tablet e un pc, ma tutto il resto

La tua idea di fruizione “smart” della

ha un tono più “retro”.

cittĂ  sta qui, nella ridefinizione dei suoi

L’albero che parla è un modo per dire

contorni da parte di chi la vive?

che la migliore tecnologia è quella

Esatto. Ho voluto rappresentare una cittĂ 

che non si vede?

fatta di persone, una cittĂ  al servizio

Che la migliore tecnologia sia quella

delle persone. Si tratta di una struttura

che non si vede è indubbio, anche

che c’è ma che non si vede, che sostiene

se in questo caso il mio albero non

ma che sa anche sparire: è presente,

parla, ma si nutre con delle lettere:

ma mai invasiva. È la mia città ideale:

assorbe dall’ambiente esterno

qui è l’uomo a essere il vero protagonista,

delle informazioni, delle sensazioni.

con i suoi desideri, le sue occupazioni,

Diventa cosĂŹ una sorta di coscienza

i suoi pensieri, i suoi sogni. È un luogo

dell’umanità, una sapienza collettiva,

ricco di opportunitĂ , che favorisce

capace di restituire questo sapere

le relazioni, lo scambio.

a chiunque abbia voglia di mettersi

E invece di ingabbiarti con inutili colossi

in ascolto. Nella mia illustrazione

di cemento, usa al massimo le sue risorse

è una bambina a imparare dall’albero:

per renderti libero di fare ciò che piÚ

simboleggia la nuova generazione

ti piace.

che spero possa crescere sensibile a certi temi.

In tutte le tavole torna il tema dell’albero

Per quanto riguarda lo stile “retro”

-perso tra mille icone, in interazione con

non saprei: è il mio stile.

palazzi e persone, in forma antropizzata-,

Forse inconsciamente è una ricerca

e quindi di una natura inserita nel

di qualcosa che affondi le proprie

contesto urbano.

radici in un passato (neanche

Dai molta importanza alla capacitĂ 

troppo lontano) in cui l’altalena

di sviluppare e migliorare questo

era un copertone appeso a un

rapporto?

albero, i fidanzati giravano su Vespe

Gli alberi rappresentano la parte vera,

“smarmittate” e non era poi così

antica e reale non solo di una cittĂ ,

strano imbattersi in una fila di oche

ma di tutto l’universo. Sono il simbolo

che lentamente attraversano la strada.

della natura, della vita e, per questo, meritano rispetto. Polmoni che danno ossigeno, ripari che offrono ombra: una città non può farne a meno. Penso dunque che sia fondamentale impegnarsi nello sviluppo di un’urbanistica che sappia tener conto della natura, rispettandola in primo luogo, ma anche valorizzandola e affidandole un ruolo di spicco.

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In one of your work the habits,

Technology seems to be lost in your

the hobbies and the interaction between

drawings. You can make out a tablet

people have created a new city skyline.

and a pc but all the rest is more retro.

Is your idea of a “smart” usage

Is the talking tree a way to

of the city based on a new definition

communicate that the best technology

of its boundaries?

is the one you cannot see?

Correct. My target was to portrait a city

For sure the best technology is

made of people, a city made for people.

the one you cannot see, even though

There is a structure, but you cannot see

in this case my tree does not talk,

it, it supports but it can also disappear:

it eats letters: it absorbs from

it is there but it is never invasive.

the external environment information

It is my ideal city: here the focus

and feelings. By doing this it becomes

is on human beings, on their wishes,

a sort of conscience of mankind,

their activities, their thoughts,

a common knowledge which can

their dreams. It is a place full

teach to anyone willing to listen.

of opportunities, which favours

In my illustration a little girls is

relationship and interaction.

learning from the tree: she represents

And instead of crating you in useless

the new generation which hopefully

gigantic concrete buildings, it uses

will be interested in these subjects.

its resources to enable you to do what

About the retro style, I don’t know:

you like the most.

I guess it is my style. Maybe it is an unconscious quest for

A recurring theme in all your drawings

something that is rooted in the –not

is the tree –lost among thousands

too distant– past, when the swing was

of icons, in interaction with buildings

a tyre hanging from a tree, lovers rode

and people, with the shape of a man– ,

old Vespas and it was not unusual to

so more in general nature in an urban

see a row of geese crossing the road.

context. Is it important to you to be able to develop and improve this relationship? Trees represent the most ancient, real and true part not just of a city but also of the whole universe. They are the symbol of nature, of life and because of that they deserve respect. They are lungs that give us oxygen, shelters that give us shade: a city cannot exist without them. For these reasons I think it is fundamental to do our best to develop a city that takes nature into account, that respects it, improves it and gives it a prominent role.

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Aron Vellekoop Leč´¸n Nationality | Dutch / Spanish Place | Zeist (at the moment) Zodiac | Aquarius Working tools | Adobe Illustrator & Photoshop + Pen & Paper www.aronvl.com

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Aron Vellekoop Le贸n nu庐ant

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Quando disegnavi le illustrazioni avevi una città precisa in mente, un’ispirazione? “Mi sono spostato molto e ho vissuto città e paesi molto diversi. Mi sono piaciuti tutti. Per queste illustrazioni ho pensato molto a tutti questi posti diversi e li ho messi a confronto. Il punto è che ci sono moltissime differenze tra questi luoghi: sono cresciuto su un isola, Fuerteventura in Spagna, sono immigrato in Olanda e poi mi sono spostato in altri posti. Ho vissuto in piccole città vicine a dei boschi come anche nelle metropoli più grandi e affollate. Ho apprezzato moltissimo viaggiare e conoscere nuovi posti. Non esiste un luogo in particolare dove mi sento a casa. Ogni posto ha la sua bellezza anche se a un primo sguardo potrebbe sembrare orribile. Vivere semplicemente in un posto, osservarlo e poi mettere a confronto tutti questi posti diversi, è di questo che parlano le illustrazioni. Mentre disegnavo mi piaceva l’idea di essere in grado di sentirmi un po’ a casa dovunque. É un sentimento liberatorio ma sono anche curioso di sapere se troverò mai una città che non lascerò mai e in cui potrei sentirmi a casa”.

Did you have a city in your mind -like an inspiration- when you were drawing your illustration? “I’ve moved a lot and lived in a lot of different towns and cities. I’ve enjoyed them all. For this subject I have thought a lot of all those different places and compared them. The thing is that there are a lot of differences between the places: I grew up on an island, Fuerteventura in Spain, immigrated to the Netherlands and then I moved to different places. There I’ve lived in little towns near the forest as well as in the bigger, crowded cities. I’ve enjoyed traveling a lot and learned new places. I have no particular place in which I feel at home. Every place has its beauty, how ugly it may look at first sight. The illustrations are much about simply being in a place, observing it and then comparing all the different places. While I was drawing I liked the idea of being able to feel a bit at home everywhere where I might be. It’s a liberating feeling but I’m also very curious whether I will ever find one city that I could never leave and truly call a home”.

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Aron Vellekoop Le贸n nu庐ant

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MADE IN COPERNICO gabri calvi / gabri donini / Iaco / leo / steiner Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Special Working tools | Anything madeincopernico.tumblr.com

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Calvi: il sistema nervoso si fa cittĂ  nei tuoi lavori:

Leo: Come si devono rapportare organico

è la connessione tra funzioni la condizione per

e inorganico in una smart city?

avere una smart city?

C’è un filo molto stretto tra due insiemi così grossi

PiĂš in generale, il corpo umano si fa metafora della

di cose cosĂŹ utili.

cittĂ  nelle tre tavole. Un cervello (sinapsi), dei pol-

Di solito capita che il filo si rompe e ci si adatta a tutto

moni (pleura) e un intestino (appendice), rappre-

il cemento, al vetro e alle rotaie, però ci si abitua.

sentanti rispettivamente la cultura, la convivenza

Nella smart city si sta un po’ più attenti all’equilibrio.

con la natura e l’accalcarsi della popolazione, sono

Qualche palazzone è utile, e anche bello, ma anche

esempi di tre settori di quell’enorme organismo che

andare in giro in bici tranquillo lo è, respirare, potersi

è un agglomerato urbano. Ogni organo di un corpo

fare una passeggiata sotto casa è importante.

umano è indispensabile e insostituibile, cosÏ le aree logiche e funzionali di una città.

Steiner: Mi sembra che i tuoi lavori siano concepiti

Questa è quindi considerabile “smart” nel momento

con un procedimento metonimico, quindi sostituen-

in cui rappresenta un macchinario complesso in cui

do un oggetto proprio con uno improprio: sta nella

ogni singolo elemento svolge appieno la sua funzio-

forza immaginativa di collocare/sostituire oggetti/

ne relazionandosi agli altri. Permette così all’intero,

funzioni l’intelligenza della città?

secondo una logica olistica, di svilupparsi dandosi

Piuttosto che una forza immaginativa la chiamerei

continuamente nuova vita e nuove forme ma sempre

potenzialitĂ . Nella cittĂ  intelligente gli abitanti han-

adempiendo ad ognuna delle sue finalitĂ .

no la potenzialitĂ  (cultura + mezzi) per organizzarsi efficacemente la propria cittĂ  nella cittĂ  che ĂŠ sen-

Donini: Spinta, struttura (a rete) e materia: sono le tre condizioni per una smart city? La struttura di una smart city è plasmata dal tessuto di relazioni tra le persone e i luoghi: una rete densa e forte, mossa da logiche soggettive e locali, tendente all’espansione oltre ogni pianificazione imposta. Sostanza di una smart city sono la struttura e la sua forza espansiva. Iaco: Potrebbe essere smart una città seriale? Per definizione la smart city non dev’essere seriale, anzi dovrebbe proprio contrapporsi alla standardizzazione favorendo una progettazione “user based”, ma, diffidente come sono, temo che il termine “smart” giustifichi le ennesime ondate d’edilizia selvaggia che siamo abituati a vedere guardandoci attorno.

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tita e curata come uno spazio personale (casa).


Calvi: the nervous system becomes a city in your

Leo: how should the relationship be between

works: is the connection between functions the key

organic and unorganic in a smart city?

to have a smart city?

There is a very close relationship between these

The human body is a metaphor for the city. Brain

two classes of useful things.

(synapsis), lungs (pleura) and intestines (appendix)

What usually happens is that the connection

represent culture, life in nature and overpopulation

between them is cut off and we have to get used

and they exemplify three districts of the urban cen-

to the concrete buildings, the glass and the railways.

ter. Every organ is fundamental and irreplaceable

In the smart city the level of attention to this balan-

and so are the logical and functional areas of a city.

ce is higher.

A city is smart when it represents a complex ma-

Some building is useful and can also be nice but it is

chine in which every element plays its role by esta-

also nice to have the opportunity of going for cycle

blishing a connection with the others and allowing

ride, or for a stroll, breathing fresh air.

the development of the whole organism. But still carrying out its own tasks.

Steiner: It seems to me that your works have been created by a metonymic process so by replacing

Donini: thrust, structure (a net), and substance:

a direct object with an indirect one: can we say

are these the three conditions for a smart city?

that the city is smart because of this imaginative

The structure of a smart city is made by the con-

strength which puts/replaces objects/functions?

nections between people and places: a close and

I would not call it imaginative strength, it is more an

strong net which is ruled by individual and local

imaginative potential.

principles and which tends to expand beyond any

In a smart city people have the possibility (culture +

imposed plan. The basis of a smart city are its struc-

structures) to organize their city efficiently and the

ture and its capability to grow.

city is treated as if it belongs to them (home).

Iaco: Do you think that a smart city can also be a serial city? By definition a smart city cannot be serial, on the contrary, it should be against the standardization and favor the ‘user based’ planning. But I am a suspicious guy and I am afraid that the word ‘smart’will just be used to justify the umpteenth wave of building without any rule.

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MADE IN COPERNICO / gabri donini nu速ant

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MADE IN COPERNICO / STEINER nu速ant

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francesco poroli Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Cancer Working tools | Adobe Illustrator www.francescoporoli.it

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“Ogni città può essere piena di arte, musica e amore. Rendere smart la città in cui viviamo è un’impresa individuale e in qualche modo personale. Alla fine dipende tutto da noi”. I manifesti pop di Francesco Poroli sono pronti per essere appesi ai muri delle metropoli che abitiamo. Ma in queste illustrazioni non si parla solo di grandi città: qualsiasi luogo può essere una smart city. I disegni non hanno un’ispirazione urbana precisa, possono rappresentare ogni città come ogni paesino disperso nella provincia. Quello che traspare è soprattutto il sentimento che abita gli spazi urbani. La necessità di vivere una smart city, una città piena di amore, di arte e di musica proviene infatti dagli abitanti di questi luoghi. “Le città, che siano smart o meno, sono alla fine il risultato delle persone che le vivono. Oggi ogni persona può disporre di amore, arte, musica, soprattutto in questo momento storico in cui, grazie alle nuove tecnologie, chiunque può avere accesso a una quantità di informazioni sconfinata rispetto a qualunque epoca precedente”.

“Every city can be full of art, music and love. Making smar the city we live in is an individual accomplishment. In the end everything is up to us”. The pop posters by Francesco Poroli are ready to be put up in our cities. But these illustrations are not only about big cities: any place can be a smart city. The drawings do not have a defined urban inspiration, they can represent any city as much as any small town in the middle of nowhere. What is portrayed are mainly the feelings of people living there. The need of living in a smart city, a city full of love, of arts and music is felt by the inhabitants of these places. “Cities are the made by the people who live there. Nowadays everybody has access to love, art and music, especially in this era thanks to the new technologies anybody can dispose of an unlimited amount of information for the first time in history”.

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booze potato Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Libra Working tools | Paper, Ink, Computer, Textures www.boozepotato.com

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Booze Potato nu速ant

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Le connessioni tra gli oggetti sembrano la chiave

La presenza umana è continuamente chiamata in

di volta per passare dalla città formale a quella “in-

causa, torna spesso la figura della mano che sem-

formale”. È la capacità di crearne di nuove che crea

bra voglia dare una direzione alla città. È un modo

chiavi di sviluppo?

per dire che con un approccio “smart” l’uomo si ri-

In questa domanda ho trovato 3 parole che mi piac-

appropria degli spazi urbani?

ciono molto e che appartengono al vivere comune:

La figura umana acquista uno spazio mistico nei

chiave, connessione e oggetto. Penso che una con-

miei lavori. Per certi versi conduce la cittĂ , cercan-

nessione nasca dalla necessitĂ  di possedere una o

do di comporla pezzo dopo pezzo. Questo aspetto

piĂš chiavi. Ovviamente una chiave non deve assu-

possiede due lati prospettici. Da un lato si osserva

mere necessariamente una fisicitĂ  in quanto tale ma

l’evoluzione architettonica che incombe a passo ve-

può avere un carattere trascendentale. Per unire piÚ

loce sull’ambiente che ci circonda. Dall’altra c’è chi

menti a un concetto, a un’idea o a un luogo è neces-

oltrepassa l’estetica, dando luce all’amarezza che ri-

saria una chiave che accomuni piĂš persone, affin-

siede dietro migliaia di metri cubi di cemento. C’è

chĂŠ queste possano accedere a una realtĂ  che sarĂ 

da dire che la figura dell’uomo, anche come inset-

interpretata e valutata in base all’esperienza e alla

to, rappresenta la fase colonizzatrice dell’ambien-

cultura di ogni individuo; cosÏ si può accedere a uno

te. Siamo artefici di capolavori edilizi dalle forme e

sviluppo. Credo che il sistema delle nostre menti e

volumetrie piĂš ricercate che nascono con la defini-

conoscenze sia costituito da diversi settori, alcuni

zione di green, nascondendo però il “mostro grigio”

dei quali hanno uno stesso punto di incontro; e dato

che risiede nelle fondamenta. Mani e braccia sposta-

che non è possibile partendo da questo punto per-

no e piazzano volumetrie lapidarie quasi a ricordare

correre contemporaneamente ogni strada allo stes-

la costruzione di un cimitero.

so modo, deve esserci una scelta determinata dalla natura dei differenti spiriti. Ottenuta la chiave, posso

Nel gioco tra linee rette e curve è racchiuso il con-

avere accesso a una connessione di sapere e di infor-

flitto tra uomo/natura e architettura?

mazioni che può assumere a seconda dell’individuo

Mentre leggevo questa domanda mi è tornata alla

forme e strutture diverse. Strutture -piani cartesiani

mente un’operetta morale di Giacomo Leopardi:

su cui costruire le piĂš moderne infrastrutture dalle

“Dialogo della Natura e di un Islandese”. Un Islan-

geometrie piĂš appariscenti- che destano sospetto.

dese, viaggiatore per il mondo alla ricerca di tran-

La verità è forse nascosta sotto quel velo di maya

quillitĂ , si imbatte nella Natura, bellissima e austera

che tanto mi piaceva quando studiavo Arthur Scho-

donna. Lo sventurato spiega umilmente le ragioni

penhauer. Arriviamo all’oggetto. Credo che la nostra

delle sue disgrazie e racconta le peripezie che lo

anima si occupi di oggetti spirituali e materiali, me-

hanno portato a una vita peregrina. Belli i passag-

diante pensieri diretti o riflessi. Il sistema della co-

gi sui disagi causati alla specie umana dagli agenti

noscenza diretta sta nella raccolta passiva di queste

atmosferici. La Natura d’altra parte risponderà che

stesse conoscenze, quella che chiamiamo memoria.

opera seguendo un ciclo perpetuo di produzione e

La memoria, la ragione propriamente detta e l’im-

distruzione dell’universo. E dice: “Immaginavi tu for-

maginazione costituiscono le tre maniere differenti

se che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora

in cui la nostra anima opera sugli oggetti dei propri

sappi che ho l’intenzione a tutt’altro che alla felici-

pensieri. Queste tre facoltĂ  formano le tre categorie

tà degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo

generali del nostro sistema e i tre oggetti generali

in qualunque modo io non me n’avveggo, e non ho

delle conoscenze umane: la storia che abbraccia la

fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo

memoria; la filosofia che è il frutto della ragione; le

quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E se anche

belle arti che vivono in virtù dell’immaginazione.

mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.” Il colore, le geometrie presenti nelle tavole rappresentano tale rapporto; sebbene

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l’uomo intervenga ogni giorno su ciò che la natura

In this question I found three words that I like a lot

ha di piĂš bello potuto creare, questa avrĂ  sempre la

and that belong to the daily life: key, connection and

meglio. Costruttori di piramidi e di grandi murate,

object. I think that you create a connection because

come uomini possiamo dar forma a quanto di piĂš

you need a key. Of course the key is not necessarily

bello e moderno la nostra fantasia e immaginazione

a physical object but it can also have a transcenden-

possa creare, ma dobbiamo vivere con la veritĂ  che

tal meaning. In order to connect different minds to

il primo conflitto da affrontare per l’uomo è quello

a concept, to an idea or to a place you need a key

con se stesso.

shared by people, a key that allows them to access a reality, and to interpret and judge it on the basis of their own experience. By doing so you create development. I think that our mind and knowledge are

Connections between objects seem to be the key

made of different sectors, some of them linked to

to move from a formal to an “informal” city. Is the

each other. Since starting from these links it is not

capability of creating new connections the key to

possible to open all the doors at the same time and

development?

in the same way, there must be a choice defined by

Booze Potato nuÂŽant

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the nature of the different spirits. Once you have the

Is the conflict between human beings/nature and

key, you can access a knowledge that has different

architecture represented by the interaction of

shapes and structures for each person. Structures-

straight and curve lines?

Cartesian coordinates on which you can build the

While I was reading this question an essay by Giaco-

most modern infrastructures with the most striking

mo Leopardi came to my mind: “Dialogue between

geometry. The truth is probably hidden under that

Nature and an Icelander”. An Icelander who had trav-

veil of maya I used to like so much when I was study-

elled over most of the earth in search of peace met

ing Arthur Schopenhauer. About objects, I think that

Nature, a beautiful and stern woman. The man ex-

our soul acknowledges spiritual and material objects

plained to her the reasons of his troubles and the

by means of direct or reflected thoughts. The di-

adventures he had in his wandering life. Very nice

rect knowledge is based on the passive collection

the parts about the troubles caused to mankind by

of these memories. Memory, reason and imagination

bad weather conditions. Nature replied that her ac-

are the three different approaches that our mind

tions followed the perpetual cycle of creation and

uses to elaborate our thoughts. They are the catego-

destruction of the universe. And she said: “Thinkest

ries and the objects of human knowledge: history is

thou then that the world was made for thee? It is

based on memory, philosophy is the result of reason

time thou knewest that in my designs, operations,

and art is the product of imagination.

and decrees, I never gave a thought to the happiness or unhappiness of man. If I cause you to suffer, I am

The human presence is constantly highlighted.

unaware of the fact; nor do I perceive that I can in

There is often a hand which seems to be directing

any way give you pleasure. What I do is in no sense

the city toward a specific goal. Is it a way to say that

done for your enjoyment or benefit, as you seem to

by a smart approach people can regain possession

think. Finally, if I by chance exterminated your spe-

of the urban areas?

cies, I should not know it.” Colors and shapes in my

The human shape has a mystic connotation in my

illustration portray this relationship. Even though

works. In some way it leads the city, trying to arrange

human beings interfere every day in Nature’s cre-

it piece by piece. This aspect has two sides.

ation, she will always win. We built pyramids and

On the one hand you can see the architectural evo-

the Great Wall, we can build the most beautiful and

lution and its rapid progress and effects on the en-

modern things created by our imagination but we

vironment. On the other hand if you go beyond the

have to live with the fact that the first conflict we

esthetic aspect you will see the bitterness hidden

have to face is with ourselves.

behind thousands of cubic meters of cement. It must be mentioned that the human shape, sometimes also portrayed as an insect, embodies the colonization of the environment. We build masterpiece buildings with the most elaborated shape and volumetry and we define them “green”, but they actually are grey monsters. Hands and arms move and arrange volumetry like tombstones in a cemetery.

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francesca bazzurro Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | X Working tools | Mixed media www.francescabazzurro.com

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Le tue illustrazioni mi sono sembrate collage, non tanto di materiali diversi ma di situazioni diversamente rese; è funzionale a rendere meglio la dimensione città? Il collage se non è decorativo è funzionale a sovrapporre situazioni e significati anche non voluti. La città è un pretesto. In “ville” le nostre chiavi (dell’auto, di casa o l’usb) sono le chiavi d’ingresso alle città? Le chiavi sono dettagli che contengono gesti. La città non ha ingressi. È il disegno che traccia i confini della vera città dell’uomo nei tuoi lavori? Il disegno, il segno traccia sicuramente i confini, ma bisognerebbe analizzare con cura il termine confine.

Your illustrations are like collage, not of different materials but of different situations: is it a way to better represent the urban world? If collage is not purely decorative, it can be used to create an overlapping of situations and meanings, not all of them expected. The city is a mere pretext. In “Villas” are our keys (car keys, house keys or USB keys) the ones we need to enter the city? Keys are details containing gestures. The city has no entrances. Does the drawing define the real city boundary in your works? For sure the drawing defines the boundary but the meaning of this word should be thoroughly analyzed.

francesca bazzurro nuÂŽant

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SMART CITIES #1 Smart cities: cosĂŹ si chiamano perchĂŠ invase da smart car,

cani, per bambini in carrozzina, posteggio per auto e furgoni

smart phone, smart people!!???

fermi giustificandosi con quattro frecce lampeggianti o, peg-

Per capire cosa esattamente possa essere una cittĂ  intelli-

gio ancora le ciclabili s’interrompono e terminano nel vuoto

gente, una cittĂ  verde, una cittĂ  informale, una cittĂ  sorri-

o… nel pieno caotico traffico.

dente penso non si debba analizzare l’aspetto puramente

C’erano quartieri ed aree verdi: rasi al suolo, eliminando in un

architettonico, ma quello umano: la città è fatta per ospitare

attimo storia, tradizione e natura per sostituirli con agglomera-

le persone e farle vivere con i propri bisogni, abitudini, sogni,

ti di palazzi in vetro che fanno a gara, con le forme piĂš strane,

vincoli e diversitĂ .

a toccare il cielo e si sostituiscono prati ed alberi con blocchi

“Muri” fu scritta tre anni fa per un evento in Triennale abbi-

di cemento mimetizzati da piante sulle facciate: il cosidetto

nandola ad un quadro dell’amico illustratore Federico Zenoni:

green verticale!!!

“E non seppero volar”; era evidentemente ispirata a Milano,

Ecco allora questo inno poetico, architettonico, uno sfogo

città che da trent’anni è la “base professionale” in cui vivo e

umano: “Muri”.

lavoro e da cui parto per gli innumerevoli viaggi. Al tempo stesso in quelle parole sono racchiusi i ricordi di un periodo

Smart cities: are they called smart because they are crammed

vissuto ad Amsterdam negli anni ’80 e di un mese estivo, tre

with smart car, smart phone, smart people!!???

anni fa, passato pedalando per l’Olanda.

To understand what exactly smart city means, a green city,

É un grido di rabbia che trasforma la delusione in speranza,

an informal city, a smiling city, I think we should go beyond

il dolore e il dispiacere in forza, la metodica quotidianitĂ  in una

the purely architectural aspects, and account for the human

giocosa e fantasiosa fuga: fondamentalmente una ribellione,

factor: cities are made to host people and allow them to live

una ricerca di libertà… mentre in questi giorni ascolto Franco

with their needs, customs, dreams, limits and differences.

Battiato cantare“ ci crediamo liberi, ma siamo prigionieri di

“Walls” was written three years ago for a Triennale event

case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti, ci cre-

combined with a paintin by Federico Zenoni: “E non sep-

diamo liberi, ma siamo schiavi, milioni di milioni di ombre

pero volar” (And they couldn’t even fly):it was clearly inspi-

sperdute, rumorosi andiamo per le strade alzando solo pol-

red by Milan, the city which is my professional base, where

vere… milions of milions of shadows”.

I have been living and working for thirty years, and from

Milano è ormai una città multietnica: ci vivono persone di

where I leave for several journeys. At the same time those

ogni paese, ma sono divise in zone, quasi ghetti determinati

words contain the memories of a period, when I was living

da muri invisibili d’intolleranza ed egoismo, in cui è difficile

Amsterdam in the ’80, and in summer time, three years ago,

entrare, allo stesso modo, per un italiano o per uno straniero

when I was cycling across Holland.

di altra etnia.

It’s a cry of anger which changes disillusion in hope, pain

La globalizzazione ha dato la possibilitĂ  di trovare il mondo

and regret in power, the daily grind into a creative escape:

in città, attraverso la ristorazione, l’abbigliamento, il diverti-

a rebellion, a search for freedom… while this days I’m liste-

mento disponiamo di nomi, firme e personaggi di ogni nazio-

ning to Franco Battiato singing “we think we are free but

nalitĂ  che scintillano nelle vie, ma al solo scopo di business e

we know to be prisoners of invasive houses which are living

senza supporto culturale d’integrazione.

inside us and made us powerless, we think we are free but

Ci sono isole strategiche di belle biciclette da noleggiare,

we are slaves, making noise we go on the streets just lifting

ma poi ci s’inoltra in piste ciclabili che sono passeggiate per

dust, we are millions of millions of lost shadows…”

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TEXT BY MARCELLO ALBINI ILLUSTRATION BY FEDERICO ZENONI

By now, Milan it’s a multiethnical city where people from all

MURI

over the world live, but they are divided in areas, ghettos, they are divided by invisible walls made of intolerance and egoism through which it’s difficult to penetrate, whether you ar Italian or from a different ethnic group. Globalization offers the opportunity to find the world in a city, through restaurants, fashion, entertainment with business as the sole aim but without any cultural support or integration. There are strategical island with beautiful rental bikes, but than the cycling paths become dog’s paths, children’s paths, parking lane or worse cycling paths ended abruptly into the void or into a traffic jam. There were green areas: erased, together with their history, tradition and nature and replaced by glass built complexes which compete for the strangest shape, touching the sky and attempting to replace grass and trees with concrete blocks and their facades camouflage by plants, which are called the vertical green!! Here it is, then, an architectural, poetic hymn composed let off steam: “Walls!”.

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MURI di palazzi, di chiese, di case e di cortili, MURI di città, MURI che ti conducono per il mondo, MURI che nascono da un sasso, da un mattone, da una zolla o da una frasca e crescono MURI lunghi o corti,quadrati o tondi, alti o bassi, che formano una piazza, che creano un dedalo di vie, che disegnano la città. MURI di cemento non siete voi ad imprigionarmi, a limitare l’infinito, a nascondere e dividere: la città è ormai una tela intrecciata di muri trasparenti, di muri che non hanno forma né spessore, né odore e nemmeno materia, sono i MURI dell’arroganza, sono i MURI dell’ignoranza, sono i MURI della violenza, sono i MURI dell’egoismo, sono i MURI dell’indifferenza e sopra, sulle nostre teste non più un cielo stellato, ma un Muro d’inquinamento che ci opprime. Ecco perché torno a voi MURI che sudate e respirate, che posso penetrare dalle vostre finestre, che posso attraversare dagli archi e dalle porte. MURI da guardare, da leggere ed ascoltare MURI da disegnare per trasformarsi in gioco e fantasia, per vestirsi di sogni e segni, per diventare fuga e ribellione, per gridare libertà.


WALLS WALLS of palaces, churches, houses and courtyards WALLS of the town, WALLS which bring you through the world, WALLS coming up from the a stone, from a brick, from a clod or from a branch, either long or short, either square or round. WALLS either high or low WALLS rise forming a square, a labyrinth of streets, outlining the town. Cement WALLS, you will not confine me, you will not limit the infinity, you will not hide and divide: the town has become an interlaced net of trasparent walls, of walls having no form, no thickness, no smell

and neitherhave they matter: they are the WALLS of arrogance, they are the walls of ignorance, they are the WALLS of violence, they are the WALLS of egoism, they are the WALLS of coldness and above, over our heads no more a starry sky, but a wall of pollution oppressing us. These are the reasons because I come back to you WALLS which are sweating and breathing, which I can penetrate through your windows, which I can cross through arches and doors. WALLS to be looked at, to be read and to be listened to. WALLS to be designed to transform into game and fantasy, to wear dreams and signs, to become escape and rebellion, to shout freedom.

MARCELLO ALBINI / FEDERICO ZENONI nu速ant

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Federico Zenoni www.senzaimpegni.altervista.org Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Pisces Working tools | Tracing paper, Recycled canvas, Airbrush, Pastels, Pens, Acrylics, Woodcut ...

A tre anni di distanza dal progetto per cui è nata questa illustrazione, trovi che il suo senso sia cambiato? Ha perso forza, ne ha acquistata di nuova, è ancora aderente alla realtà di Milano? L’illustrazione è una tela alta due metri, scelta da Marcello Albini a corredo di un suo testo -appunto tre anni fama realizzata per una mia mostra di alcuni anni prima; alcuni dipinti erano realizzati su queste tele che sono tappezzerie dismesse usate a rovescio e tutte le opere erano ispirate a letture; “Non seppero volare” era dedicata all’uccisione di Giuseppe Pinelli, volato giù da una finestra della questura di Milano nel ‘69. “I funerali dell’anarchico Pinelli” di Bay è ritornato in mostra a Milano quindi mi sembra sempre attuale. Per quanto riguarda la forza dell’immagine, forse può colpire chi conosce quella scandalosa vicenda, ad altri può fare un effetto diverso. Si poteva intitolare più chiaramente ma preferisco che ognuno ci legga quello che sente più vicino a lui. You drew this illustration three years ago: do you think that its meaning has changed? Did it lose its strength, did it increase it, is it still connected to Milan life? This illustration is a two-meter-high canvas, which was chosen by Marcello Albini to match a text he wrote three years ago, but which I made few years earlier for an exhibition. Some paintings for that exhibition were made on wallpaper I painted on the backside and all of them were inspired by my readings. “They Couldn’t Fly” was inspired by the assassination of Giuseppe Pinelli, which fell out of a window of the police station in Milan in 1969. “Funeral of the Anarchist Pinelli” by Bay has been exhibited in Milan again so it seems to be still actual. About the strength of the image, maybe it can impress who knows the details of that dark story, for the others it may be different. The title could have been clearer, but I prefer that everybody sees in it what it is closer to him.

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SMART CITIES #2 BE SMART! TAKE PART

La manifestazione di forme urbane inedite e di processi sociali

CITIZEN DRIVEN SMART CITY

generalmente etichettati come informali, per il loro particolare carattere di spontaneitĂ , rappresentano il modo attivo con cui

#CITTA’_INFORMALI #ABITARE #DESIDERIO_URBANO

la societĂ  locale intercetta i processi della modernitĂ .

#CREATIVITA’ #DIGIZEN #SMARTINNOVATION

Una reazione, un tentativo di difesa, sono solo questo le cittĂ 

#PARTECIPAZIONE #LIVING_LAB #CIVICENTRISMO

informali?

#GAMIFICATION

Se ci fermiamo un momento ad osservarle, senza cadere negli stereotipi (periferia, criminalitĂ , mancanza di servizi, ecc.), possiamo individuare nelle cittĂ  informali un elevato

Leonardo Delmonte, Maria Giovanna Govoni

livello di strutture sotto rappresentate o non ancora rico-

Coordinatori “Ri-generazione Urbana”

nosciute. In una prospettiva etnografica è possibile definirne

www.rigenerazioneurbana.org

meglio il peso territoriale, riconoscendo pratiche spontanee, abitudini, relazioni sociali, appropriazioni, auto-espressioni,

uno spin-off di “Basso Profilo”

cioè quegli infiniti esperimenti non governati da una razionali-

www.bassoprofilo.org

tà imposta dall’alto, che rappresentano la principale risorsa su cui si costruisce l’esperienza urbana, intesa come espressione di bisogni materiali e immateriali del cittadino.

“quando la loro vita sarà altrettanto semplice quanto piacevole all’immaginazione” “when their life will be so simple and so nice to wonder”

Il termine “informale”, quindi, non esplicita soltanto una defi-

[Henry David Thoreau, Walden, ovvero la vita nei boschi,

è una città senza forma. Le pratiche informali sono testimo-

Bur, Milano, 2009]

nianze di una tradizione, sono categorie di sensibilitĂ , ordini

nizione in negativo e non si definisce come semplice strategia di compensazione e di aggiustamento. La cittĂ  informale non

di sostenibilitĂ .

“ciò che è fisico deve incoraggiare la creatività” “material things must inspire creativity”

“Nel contesto della città multi-strato, dove le persone si

[Charles Landry, “Povera Italia orfana degli urbanisti”

scambiano informazioni e condividono sentimenti attraver-

intervista pubblicata su La Stampa del 21.10.2009]

so le arene fisiche e digitali, lo spazio per la mobilitazione civica e la partecipazione politica sta cambiando.” [1] Oggi, progettare in maniera “informale” significa dare sostenibilità sociale alle trasformazioni urbane in atto. In questi mesi è diventato particolarmente popolare il termine smart city, ma non è facile darne una definizione univoca. Le “città scaltre” (la smartness è differente dall’intelligenza riflessiva, che in inglese si traduce con intelligence e cleverness) sono un mix di capacità umane e elementi infrastrutturali. Al centro della smart city ci sono la creatività, la partecipazione

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TEXT BY RI-GENERAZIONE URBANA ILLUSTRATION BY ENZO LO RE

civica e l’empowerment del cittadino.

grado di trasformare i compiti di routine in un’attività ricrea-

“Una città completamente automatizzata con una banda

tiva sociale e divertente, un concetto che lui riassume con il

ultra-larga e un sistema di trasporto efficiente non può de-

termine Gamification.

finirsi smart a meno che non sviluppi anche un’economia della conoscenza in grado di affiancare i propri cittadini nel

#LIVING LAB

trovare nuove vie per migliorare le proprie vite.” [2]

I Living labs sono un ecosistema in cui gli utenti e i diversi

La smart city non deve essere solo citizen-centered, ma

portatori di interesse sono coinvolti in un processo di rile-

citizen driven.

vamento dei problemi esistenti e formulazione di possibili soluzioni, fino ad arrivare al concreto sviluppo del progetto.

#ABITARE

“Il Living Lab rappresenta dunque un terreno di gioco, una

“La condizione minima dell’abitare deve corrispondere non solo

piattaforma di apprendimento e un network.” [4]

ad un occupare, ma a occuparsi di un territorio, di un ambiente, di un paesaggio, instaurando un rapporto di scambio tra le parti, qualsiasi sia la sua funzione.” [3] #CREATIVITA’ “Città creativa” è un’espressione coniata nei tardi anni ’80 da Charles Landry e fonte d’ispirazione del suo testo “The Creative City: A Toolkit for urban innovators” e di un movimento

[1] Pablo Sánchez Chillón, “Il cittadino è spina dorsale della smart cities”

globale omonimo. Obiettivo della “città creativa” (human-

intervista del 3 ottobre 2012 pubblicata sul sito della Smart City Exhibition,

driven smart city) è quella di suscitare nei cittadini quel coin-

http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/pablo-sanchez-chillon-

volgimento psicologico in grado di esplicitare il potenziale

cittadino-e-spina-dorsale-della-smart-city-2/

nascosto di ogni cittĂ .

http://www.smartcityexhibition.it/

#DIGIZEN

[2] Jon Kingsbury, “La creatività come chiave del processo smart city”

I digizen sono “giovani digitalizzati” abituati a collocare se

intervista di Vanessa Postacchini del 12 novembre 2012, pubblicata sul sito,

stessi negli spazi urbani e a mappare le proprie attivitĂ  per

http://smartinnovation.forumpa.it/story/69693/jon-kingsbury-la-creativita-

condividere in tempo reale informazioni ed emozioni. Se non

come-chiave-del-processo-smart-city

vogliamo che questi digizen siano assenti dalle questioni ur-

http://smartinnovation.forumpa.it/

bane e civiche, le nostre città super-connesse devono diventare una piattaforma aperta all’innovazione.

[3] Paolo Mestriner, “Ailati. Riflessi dal futuro”, Skira, Milano, 2010

#GAMIFICATION

[4] Karl-Filip Coenegrachts, “Ghent, verso una citizen driven Smart City”

Secondo Pablo SĂĄnchez ChillĂłn, urbanista e ricercatore sul

intervista del 3 ottobre 2012 pubblicata sul sito della Smart City Exhibition,

fenomeno Smart City, il civicentrismo può essere notevolmen-

http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/karl-filip-coenegrachts-

te potenziato, aumentando la partecipazione giovanile attra-

ghent-2020-la-tecnologia-al-servizio-di-un-futuro-sostenibile/

verso l’uso di meccanismi e situazioni ludiche che siano in

http://www.smartcityexhibition.it/

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Ri-generazione Urbana / ENZO LO RE nu速ant

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The expressions of innovative urban conventions and social

“The Creative City: A Toolkit for urban innovators” which

process usually are labelled as informal; for their specific cha-

gave the same name to a global movement.

racter of spontaneity, they represented an active way throu-

The goal of this human-driven smart city is to create in its

gh which local society intercept innovative processed.

citizens an emotional involvement able uncover the poten-

A reaction, an attempt, is this all informal cities are?

tial hidden within each cities.

If we stop for a moment to observe without falling into stereotyping (for example suburbs, criminality, lack of services),

#DIGIZEN

we can identify in the informal cities a high level of under

Digizen are the digital young people, able to position them-

represented or not yet recognised facilities. Through an eth-

selves in the urban spaces and to map their activities in view

nographic perspective it is possible to better importance of

of sharing in real time facts and emotions. If we don’t want

role played by local communities, recognising spontaneous

that those digizen are absent from urban and civic issues,

practices, social networks, appropriation processes, self ex-

our super-connected cities must become an open platform

pressions, meaning all those experiments not dictated by a

for innovation.

rationality imposed from above; these represented the main resource on which the urban experience is built, to be under-

#GAMIFICATION

stood as an expression the intangible and tangible citizen’s

According to Pablo SĂĄnchez ChillĂłn, a city planner and a

needs. Thus “informal”, is not only a negative explanation

researcher on smart city phenomenon, civic centrism can

and is not defined as a simple strategy of compensation

be empowered increasing the involvement of young people

and adjustment. The informal city is not a city without shape.

through the use of recreational situations able to change

The informal practices are statements of customs, sensitivity

routine in a fun social activity, a concept he sums up as

and sustainability.

Gamification.

“In this multi layers cities context, where the people exchan-

#LIVINGLAB

ge information and sharing feelings through the physical and

Livinglabs are an ecosystem where users and the various

digital arenas, the space for civic activism and political parti-

stakeholders are involved in surveying real problems and in

cipation are shifting.” [1]

proposing possible solutions, and participate to the tangible

Nowadays, planning an informal way means to give social su-

development of projects.

stainability to urban processes.

“Thus Living labs represent a game pitch, a learning platform and a network.” [4]

In the last few months “smart city” has become a particularly popular word, but it isn’t so simple to give a single meaning. “Smart Cities” (“smartness” is different from meditative intelligence, which in English is called cleverness and intelligence) are a mix of human abilities and infrastructural elements. Creativity, civic participation and citizen’s empowerment are

[1] Pablo Sánchez Chillón, “Citizens are smart cities’ spine”

at core of the smart city.

October 3rd, 2012, interview, published by Smart City Exhibition website,

“A totally computerised city with a ultra-large band and an

http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/pablo-sanchez-chillon-

efficient transport system is not a smart city, unless it deve-

cittadino-e-spina-dorsale-della-smart-city-2/

lops an economy of knowledge, able to support citizens to

http://www.smartcityexhibition.it/

find new ways to improve their life.” [2] A smart city must not only be citizen-centred but also citi-

[2] Jon Kingsbury, “Creativity as the key of smart city process”

zen-driven.

Vanessa Postacchini interview, November 1 2nd, 2012, publish by website, http://smartinnovation.forumpa.it/story/69693/jon-kingsbury-la-creativita-

#LIVE

come-chiave-del-processo-smart-city

“The minimal condition for living must not only be synony-

http://smartinnovation.forumpa.it/

mous of occupying but also of taking care of a space, an environment, a landscape, trying to establish an exchange

[3] Paolo Mestriner, “Ailati. Riflessi dal futuro”, Skira, Milano, 2010

relationship amongst the parties involved, irrespective of their function.” [3]

[4] Karl-Filip Coenegrachts, “Ghent, towards a citizen driven Smart City” October 3rd, 2012, interview published by Smart City Exhibition website,

#CREATIVITY

http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/karl-filip-coenegrachts-

“Creative City” is an expression coined in the late 80’s by

ghent-2020-la-tecnologia-al-servizio-di-un-futuro-sostenibile/

Charles Landry and was source of inspiration for his book

http://www.smartcityexhibition.it/

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ENZO LO RE www.enzolore.net Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Taurus Working tools | Brain, Hands and Computer

Linearità è smart? La linearità è sinonimo di semplicità, che è sempre più difficile da trovare, ma che è il valore che sta alla base di uno stile di vita smart. Cervello del territorio; per questo tutte le strade portano alla Smart city? Nell’antichità tutte le strade portavano a Roma: il centro di un impero che vedeva nella sua capitale un punto fermo. Allo stesso modo oggi le città in cui viviamo sono il nostro punto di riferimento ed il territorio deve rispondere a cambiamenti sociali/culturali, reinventandosi con intelligenza. Quindi tutte le strade non portano alla Smart city ma tutte le strade sono la Smart City. Qual è la particolarità del souvenir della smart city? Sostituire a un monumento universalmente riconoscibile la normalità di una situazione quotidiana? Ogni individuo è artefice della propria vita e deve confrontarsi con le difficoltà e le sfide che incontra nel suo percorso. Ognuno è un piccolo eroe e combatte ogni giorno per arrivare ai propri obiettivi. Quindi tutti meriterebbero un monumento, anche solo il ricordo di un semplice momento di relax. Is linearity smart? Linearity is synonymous with simplicity, which is becoming rarer and rarer but it is also the value on which a smart lifestyle is based. Brain of the territory: is this why all road lead to the Smart City? In the ancient time, all roads led to Rome: the center of an empire which considered its capital a landmark. In the same way the cities we live in today are our landmarks and the territory must react to these sociocultural changes and evolve in a smart way. So not all roads lead to the Smart City but all roads are the Smart City. What is the peculiar aspect of the Smart City’s souvenir? The fact that a famous monument has been replaced by scenes of everyday life? Everybody is responsible for his own life and has to face troubles and challenges along the way. Everybody is a hero and fights every day to reach his goals. So everybody deserves a monument, even if it is just to remember a moment of relaxation.

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SMART CITIES #3 AGROPOLIS: AGRICOLTURA E CITTÀ

Innanzitutto bisogna soffermarsi su quella che è a tutti gli effetti una parabola: la parabola della civiltà moderna. Il mondo

Nel marzo 2002 la cittĂ  di Shenyang, in Cina, ha dato il via

agricolo su cui per secoli si era strutturata la civiltĂ  occiden-

alla realizzazione di un nuovo campus universitario. Il pro-

tale, con le cittĂ  dove risiedevano i nobili, gli artigiani e coloro

getto si è dovuto confrontare da subito con un budget li-

che erano in cerca di libertĂ , contrapposte ai borghi rurali,

mitatissimo e con tempi realizzativi strettissimi. L’approccio

con le residenze contadine, le piccole chiese e la villa estiva

progettuale invece che stravolgere il sistema agricolo pree-

dei signori, un mondo che per secoli era rimasto pressochĂŠ

sistente si è fondato su di esso, tanto da farlo diventare un

cristallizzato, nel ‘700 iniziò drasticamente a scongelarsi,

assioma del progetto. Gli studenti oggi sono immersi nel

sino a crollare sul finire del secolo. L’800 fu poi il secolo che

paesaggio agricolo e il Golden Rice prodotto nel campus è

vide la crescita di una nuova classe sociale, la borghesia, e

divenuto il simbolo dell’università.

le città, che erano cresciute all’interno delle cerchia murarie,

L’uragano Katrina è stato uno dei più devastanti della storia

con le loro cattedrali, i mercati, i palazzi e le piazze, si tra-

e una delle aree piĂš colpite fu quella dove risiedeva la comu-

sformarono ingrandendosi. La nuova classe dirigente aveva

nitĂ  vietnamita. La principale attivitĂ  di quella comunitĂ  era

bisogno di appartamenti in cittĂ , dove abitare, e di altre resi-

la coltivazione. Katrina distrusse tutto. Nel 2007 s’intraprese

denze da subaffittare, ma soprattutto aveva bisogno di una

un progetto di ricostruzione di quegli orti. Il progetto preve-

cittĂ  diversa, fatta di grandi isolati con un ampio affaccio su

deva l’integrazione tra colture locali e asiatiche, il tutto ac-

strada, spesso coperto da porticati, dove poter impiantare i

compagnato dalla realizzazione di un mercato coperto, dove

propri negozi. E allora Barcellona si ampliò su di un grande

ancora oggi possono essere messi in commercio i prodotti

reticolo di strade commerciali e residenze borghesi; a Parigi,

in eccesso.

Vienna, Milano, Napoli, vennero demoliti i vecchi limiti murari,

In Francia ci sono diverse esperienze di luoghi urbani in di-

furono prolungate all’interno del tracciato urbano le arte-

suso in cui le comunitĂ  locali stanno trasformando gli spazi

rie commerciali e l’ormai angusta città antica fu diradata e

inutilizzati in orti-giardini. È il caso della Place au Change-

bonificata.

ment, a Saint-Etienne, dove uno slargo tra due strade, sul

Ma se il XIX fu il secolo della borghesia, il XX è stato il secolo

retro abbandonato di un vecchio isolato, una cicatrice all’in-

della tecnica, della macchina e dell’industria meccanica, il se-

terno della città, è stato trasformato in un orto. Il progetto

colo che ha marcato la rottura definitiva con il vecchio mondo

prevedeva tre laboratori per i cittadini: uno di falegnameria,

agricolo. I borghesi comprando per due soldi i terreni passati

dove realizzare gli arredi progettati appositamente per il

dai nobili decaduti ai fittavoli, e costruendo grandi di fabbriche

giardino, uno di grafica e uno di giardinaggio.

su di essi, trasformarono definitivamente e inesorabilmente il

L’idea con la quale Milano si è aggiudicata l’Expo 2015, infine,

vecchio mondo contadino in un nuovo mondo operaio.

è stata quella di dedicare una manifestazione che tradizional-

Gli operai non potevano piĂš vivere nei vecchi casamenti rurali,

mente era dedicata all’industria e alle scoperte scientifiche

nelle cascine e nelle stalle, e fu cosĂŹ che le cittĂ  si ampliarono

all’agricoltura. Perché, quindi, dopo anni di oblio questo inizio

nuovamente e furono costruiti i quartieri operai. La produzio-

di millennio sembra essere caratterizzato da tanto interesse

ne cresceva a dismisura ed esse si gonfiavano richiamando a

per l’agricoltura? La riscoperta della terra e dei suoi prodotti

sè genti da ogni dove. Erano gli anni del boom economico e

è solo una moda passeggera o un serio fenomeno che si sta

il mito del benessere sembrava non avere fine. Ognuno pote-

sempre piĂš radicando nella societĂ  civile?

va comprare ciò che voleva, compresa una nuova residenza,

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TEXT BY fabio pravettoni ILLUSTRATION BY giordano poloni

per tornare alla casa natale, trasformata in villaggio turisti-

denze, di palazzi, di costruzioni, oggi deve iniziare a guar-

co, durante le vacanze. Il denaro regolava la vita dell’uomo.

dare altrove. A Monaco di Baviera, per esempio, un gruppo

Persino l’architettura si era trasformata in un grande bazar

interculturale composto da architetti, urbanisti, sociologi e

commerciale! Alla tradizione e alla cultura architettonica si

agronomi, dal 2009 sta lavorando a nuove strategie di svi-

era sostituita la legge dello ¥€$ (yen, euro, dollaro), e così

luppo della cittĂ  mediante un progetto volto a reintrodurre

le varie amministrazioni locali potevano chiamare le archi-

l’agricoltura all’interno dell’area metropolitana. Il gruppo ha

star, giapponesi, europee o americane, per farsi progettare

iniziato il proprio lavoro in un quartiere residenziale in forte

su misura il loro pezzo griffato di cittĂ . Nessuno pensava

e quasi incontrollata espansione, il Freiham, prevendendo

più all’agricoltura, nessuno pensava più agli orti: il fast food

un sistema di compensazioni attraverso la realizzazione di

aveva vinto.

una serie di orti, di fattorie, di piccoli ristoranti e di installazioni temporanee che fungeranno da nuovi catalizzatori

E invece di colpo tutto è cambiato. Di colpo quella città è

socio-agricoli per i residenti e non solo.

crollata come un castello di carta. Di colpo la crisi econo-

Fare architettura del paesaggio, fare architettura attenta al

mica, una crisi mondiale che per durata e vastitĂ  non era

paesaggio, quindi, oggi non vuol dire solo produrre edifici

mai stata vissuta in precedenza dall’umanità, ha fermato la

a basso impatto ambientale, per tutelare gli occhi roman-

parabola moderna. Il mito della rivoluzione razionale, e dello

tici di chi li osserva, ma significa anche progettare la nuova

sviluppo economico incondizionato si sono spenti e le cittĂ 

cittĂ  a partire da un suo nuovo utilizzo; significa pensare

e i loro abitanti hanno fatto, e stanno facendo, un’impen-

non solo ai parchi urbani come spazi di risulta, ma ai par-

sabile fino a poco tempo fa bagno di realismo e di umiltĂ .

chi urbani come luoghi attivi anche dove poter coltivare;

Tutti quei denari non ci sono più. L’architettura dello ¥€$

significa appropriarsi dei luoghi a margine, degli argini, ma

sta velocemente sciogliendosi come neve al sole e anche

non solo anche delle piazze e dei parchi, significa pensare

l’archistar deve scendere dal suo trono dorato.

a questi stessi spazi non solo come vetrina della cittĂ  mo-

A questo punto che ne sarĂ  delle nostre cittĂ ? Cosa ne sarĂ 

derna ma come punto di incontro, di scambio e perchĂŠ no,

degli spazi pubblici quando non ci saranno piĂš i soldi per re-

di sostentamento, e di nuovo sviluppo della cittĂ  stessa.

alizzarli e curarli? Che ne sarà di queste nostre vecchie città che sono cresciute dimenticando l’agricoltura e la produzione industriale, per dedicarsi esclusivamente al commercio e alla finanza? Una trasformazione, in realtà, è già in atto e proprio da qualche decennio si sta riscoprendo la bellezza dell’agricoltura e dell’allevamento, dello slow food, non come moda postmoderna ma come reazione di necessità. E ormai sono molte le realtà in cui i cittadini stanno occupando quegli spazi che la finanza, dei grattacieli firmati, ha lasciato liberi. In Cina come negli Stati Uniti, in Francia come in Germania è già così e l’architettura, che per anni si è occupata solo di resi-

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AGROPOLIS: AGRICULTURE AND CITY

streets and houses, in Paris, Vienna, Milan, Naples the old walls were demolished, the commercial streets were exten-

In May 2002 the city of Shenyang, in China, started to build a

ded till the margin of the urban area and the old city center

new campus. The project had a very limited budget and had

was thinned out and renewed.

to be completed in a short timeframe. The planning ap-

But if the 19th Century was the bourgeoisie’s era, the 20th

proach, instead of destroying the pre-existing agricultural

century was the era of technology, of machines and mecha-

system, was based on it and that system became an axiom

nical industry, the century which marked the final break with

of the project. Students are now living in an agricultural

the old agricultural world. The bourgeoisie bought land from

landscape and the Golden Rice grown on the Campus has

the impoverished aristocrats at extremely low price and built

become the symbol of their University.

factories on it and by doing this they changed for good the

Hurricane Katrina was one of the most destructive hurri-

rural society into a new urban society.

canes in the history of the United States and one of the

The workers could not keep on living in the rural areas, in

hardest hit areas was inhabited by the Vietnamese com-

farms and barns, so the cities grew even more and new

munity. The main activity of that community was cultiva-

blocks for the workers were built. Production was increa-

tion. Katrina destroyed everything. In 2007 a project was

sing rapidly and the workers districts were swelling with pe-

launched to rebuild those vegetable gardens. Its purpose

ople from everywhere. It was a period of economic boom

was to integrate local and Asian crops and also to implement

and the myth of affluence seemed to be within everyone’s

a covered market where, still today, it is possible to sell the

reach. Everybody could buy whatever they wanted, inclu-

excess produce.

ding a new house to go back to their native town during

In France there are several examples of vacant urban land

the holiday season. Money was ruling everybody’s life. Even

which has been turned into gardens by local communities.

architecture was turned into a big commercial bazar! Tra-

This is for instance what happened in Place au Changement,

dition and architectural culture were replaced by the laws

Saint-Etienne, where an area between two streets on the

of ¥€$ (yen, euro, dollar) so the local councils could hire

backside of an old block, a scar inside the city, was turned

famous Japanese, European or American architects and let

into a vegetable garden. The project included three labora-

them project parts of their cities. Nobody was taking agri-

tories for the people living there: a carpentry where it was

culture into account any more, let alone vegetable gardens:

possible to make the furniture designed for the garden, a

fast food ruled.

graphic and a gardening lab. Milan won the Expo 2015 by dedicating an event to agricul-

Then suddenly everything changed. Suddenly that city

ture that traditionally had been dedicated to industry and

crumbled like a house of cards. Suddenly the economic crisis

scientific discoveries. Why then after years buried in oblivion

stopped the parable of the modern civilization, a worldwide

is agriculture arousing so much interest at the beginning of

crisis with a duration and a spread never experienced before

this millennium? Is rediscovering land and agricultural pro-

in the human history. The myths of the rational revolution

duce just a passing fashion or is it a serious phenomenon

and of the unconditioned economic development have fa-

becoming more and more relevant in the society?

ded and the cities and their inhabitants are rediscovering realism and humility. Money is no longer available. The ¥€$

First of all we need to think about what in all respects is a

architecture is losing its appeal and also the famous ar-

parable: the parable of the modern civilization. For centuri-

chitects have to step down from their golden thrones. So

es the agricultural world had been the basis of the western

what is it going to happen to our cities? What is it going

civilization’s structure, with cities and their population of

to happen to the public places when the local councils will

aristocrats, craftsmen and people who wanted to be free

not have the money to build and maintain them? What is it

in contrast to rural villages and their farms, small churches

going to happen to our old cities which grew without any

and mansions. That world which for centuries remained un-

consideration for agriculture and industrial production, and

changed started to fall apart in the 1700s and collapsed

are entirely dedicated to business and finance?

by the end of the Century. In the 19th century a new class emerged, the bourgeoisie, and the cities which had grown

A change has actually already started: since a few decades

inside their surrounding walls with their cathedrals, markets,

we have been rediscovering the beauty of agriculture and

palaces and squares became bigger and bigger. The new ru-

farming, of slow food, not just as a postmodern fad but as a

ling class needed houses to live in and to rent, and above all

necessary reaction. And by now many vacant areas among

they needed a different city made of big blocks with broad

ultramodern skyscrapers have been occupied by common pe-

windows facing the streets and often with exterior arcades

ople. In China, in the US, in France and in Germany it is already

under which to open their shops.

happening and architecture, which for years has only wor-

And so Barcelona grew on a vast pattern of commercial

ked on houses, palaces and buildings, nowadays has to start

FABIO PRAVETTONI / GIORDANO POLONI nuÂŽant

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taking other things into account. In Munich, for instance, an intercultural team of architects, city planners, sociologists and agronomists have been working since 2009 on new development strategies for the city which are centered on the reintroduction of agriculture in the urban area. Their first assignment was a project for Freiham, a residential area whose growth was rapid and almost uncontrolled. They created a compensation system by building farms, small restaurants, vegetable gardens and temporary installations which strive to be socio-agricultural catalysts for people living in that area and also in other districts. Landscape architecture today cannot be only focused on projecting buildings with low environmental impact in order not to offend the romantic eyes of a passer-by. It also means planning the new city starting from the new ways people are going to use it. It means that public gardens are no longer just empty spaces among the buildings, they are active places where people can grow their vegetables. It means not only taking possession of the areas in the outer city but also of squares and parks. It means thinking about these places not just as showcases for the modern city but also as places where people can meet, exchange things, cultivate and start a new development of the city itself.

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GIORDANO POLONI www.giordanopoloni.com Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Aquarius Working tools | Adobe Illustrator, Photoshop

Le tue immagini sembrano una provocazione. È uno sguardo disilluso a quell’idea posticcia di “green city” che ha a che fare più col marketing che con l’architettura? Più che disilluso, trovo che sia uno sguardo speranzoso talmente ingenuo da arrivare a immaginare qualcosa che è fondamentalmente impossibile, anche se alla fine ci credo. Inoltre io disegno in modo molto istintivo, quindi mi fai notare tu per la prima volta il fatto che non abbia inserito nessuna presenza umana; quelli che dovrebbero essere gli artefici alla base di questa “rivoluzione verde” non compaiono assolutamente, e questa in effetti potrebbe essere la nota negativa. Il mio pensiero riguardo a ciò è abbastanza disincantato, credo fino ad un certo punto nei buoni propositi dell’uomo. Per il resto, credo sia ancora un fattore materiale ed economico a spingere le cose nei grandi sistemi, chi ha fatto i soldi distruggendo il mondo, da adesso in poi, molto probabilmente li farà cercando di salvarlo. Che a ben vedere, in fondo, è comunque una visione ottimistica. É una sorta di “occupy” agreste, ma più che una denuncia trovo sia la normale evoluzione. Credo che la coesistenza tra agricoltura e città sia possibile e la vedo come la probabile svolta; immagino che forse si perderà quella separazione netta tra i confini metropolitani e il resto del paesaggio, e nel caso succedesse sarei curioso di vedere l’evoluzione di un piano di questo tipo. D’altra parte l’agricoltura, quando ha smesso di essere semplice necessità di sostentamento, è stata la rovina di molti paesaggi; non è solo la vecchia evoluzione architettonica-urbanistica a dovere e poter essere demonizzata. Una compenetrazione delle due cose potrebbe portare ad un punto di equilibrio. Your drawings seem to be a provocation. Is it a disillusioned outlook on the idea of a “green city” which is more related to marketing than to architecture? I am not disillusioned, I am full of hope and so naive that I can imagine things which cannot be real, even though I think they could. On top of that I draw without reflection, so I did not notice that I had not included any human presence till you told me so. The ones that should trigger this ‘green revolution’ are not even portrayed in my illustrations, and this can actually be the negative aspect. My idea about this is quite cynical, I do not believe in the good intentions of human beings. I think that money is the only factor that makes things move in the big systems: who became rich by destroying the world now will keep on earning money by trying to save it. If you think about it, it can also be considered an optimistic approach. It is a sort of rural invasion, but I do not consider it a denunciation, rather a normal evolution. I believe that coexistence of agriculture and city is possible, in my opinion it is the most likely evolution. I imagine that the net separation between urban area and the rest of the landscape will probably fade and if this happens I would like to see this kind of evolution. It is also true that landscape was severely distorted as well when extensive agriculture replaced subsistence agriculture. We cannot only blame the old architectural-urban evolution. A coexistence of agriculture and city in the same area can bring to a balance point.

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Drawing Emotions è un progetto che nasce per por-

Drawing Emotions is a project created to bring to

tare in primo piano la necessitĂ  di riscoprire la vici-

the foreground the necessity to re-discover our

nanza con il nostro pianeta, il piacere di esplorare

Planet, the pleasure to explore the environment

l’ambiente attraverso i sensi e la possibilità, per dir-

through the senses and the possibility, as Proust

la con Proust, di viaggiare nel mondo e nelle nostre

suggested, to travel the world and move inside our

città non aggiungendo “nuovi panorami” ma aven-

cities not just “adding new panoramas” but gaining

do “occhi nuovi”.

“new eyes”.

Al centro, l’idea della “tutela attraverso l’utilizzo”,

The project is based on design methodology for

ovvero la possibilità di valorizzare un’area o gli ele-

participation, social inclusion and social innovation

menti naturali che si trovano in essa attraverso la

and focuses on “protection through usage”.

partecipazione attiva delle persone, il coinvolgimento sociale e l’innovazione che parte dal basso.

Drawing Emotions is an online platform which provides the users with a collection of sensory tours

Drawing Emotions è costituito da una piattaforma

along the Italian landscapes, including both urban

online che offre una collezione di itinerari sensoria-

and natural contexts. A team composed of Natural-

li all’interno del paesaggio italiano, dagli ambienti

ists, Experts of Smells, Musicians/Experts of Sounds,

urbani a quelli naturali. Un team di naturalisti, di

works to set up high-quality selected paths based

esperti di odori, di suoni, di colori si occuperĂ  di

on the senses.

creare percorsi basati sui sensi, qualitativamente

A specific online and on-paper Sensory Guide Book

scelti ed interessanti.

provides details about a collection of geographic

Una speciale Guida Sensoriale, disponibile sia in

locations and itineraries, the green ways to move

formato cartaceo che digitale fornirĂ  dettagli ed

around, the guide available for a daily trip, an urban

istruzioni sulle diverse localitĂ , le modalitĂ  di tra-

trekking or a longer travel.

sporto green, le persone di riferimento per organizzare un gita giornaliera, un percorso di trekking

Data about the Green both from cities and parks

urbano oppure un intero viaggio.

come from the Public Administrations, which are due to constantly reporting and monitoring the con-

I dati sul verde pubblico collezionati dalle pubbli-

dition of green public spaces. Harvested information

che Amministrazioni alimenteranno il database,

supply the platform’s data.

ma tutti potranno contribuire ad arricchire i con-

Generic users can also enrich the data collection.

tenuti attraverso l’applicazione Draw My Emotion,

Using the App Draw My Emotion, they can create

creando i propri percorsi e condividendoli con gli

and share their customized paths.

altri utenti.

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Drawing EMOTIONS by Digital Distillery

Vedi la demo di Drawing Emotions! Enjoy Drawing Emotions’ demo!

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COVER: Alessio Sabbadini

NURANT BIMONTHLY ILLUSTRATION MAG IDEAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO DIRETTORE RESPONSABILE: FEDERICO CARUSO REDAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO / SONIA MION / FEDERICO CARUSO / MARCO CALINI / Filippo Cicciù / EMANUELA ZILIO / Filippo PETRECCA ART DIRECTION & PROGETTO GRAFICO: WWW.VENTIZERONOVE.IT MULTIMEDIA: DIGITAL DISTILLERY TRADUZIONI: MICHELA BRUSETTI / Paola Tursi / ALESSIA DOLCI ANNO DI CREAZIONE 2011 INFO: INFO@NURANT.IT / WWW.NURANT.IT AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO NUM. 443 DEL 3 AGOSTO 2011 TUTTE LE OPERE CONTENUTE IN QUESTO MAGAZINE SONO PROPRIETÀ DEI RISPETTIVI AUTORI. TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. ©

stampato da MAD Srl, Concorezzo (MB) www.madprint.it

PRINTED ON FAVINI PAPERS, COVER BIANCOFLASH PREMIUM DIGITAL TEXT SHIRO ECHO DIGITAL BRIGHT WHITE INSERT CRUSH almonds WWW.FAVINI.COM




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