FEBRUARY 2013 issue 11 b i m o n t h ly i l l u s t r at i o n mag
Alessio Sabbadini azzurra bacchetta Aron Vellekoop Le贸n MADE IN COPERNICO Francesco Poroli Booze Potato francesca bazzurro FEDERICO ZENONI ENZO LO RE GIORDANO POLONI
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«D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda» «You take delight not in a city’s seven or seventy wonders, but in the answer it gives to a question of yours» Marco Polo, Invisible cities
Italo Calvino
A cura di Federico Caruso
Nurant è sempre più un progetto corale.
Nurant is a team project.
Continuiamo a descriverci come
We keep on describing ourselves
“una rivista d’illustrazione”, ma la realtà
as an illustration design magazine
è che abbiamo travalicato i confini
but actually we have crossed
della pagina per creare relazioni,
the border of the printed page to create
oltre che un giornale.
relationships, not only a magazine.
Questo numero esplora la città,
This issue is about cities, not the ones
non tanto quella progettata nei piani
created by city planners but the cities
urbanistici, bensì quella disegnata ogni
redefined by the people living there.
giorno dai cittadini che la vivono.
Green Cities, Smart Cities: they are no
Green Cities, Smart Cities, sono sempre
longer empty words, they are becoming
meno formule vuote e sempre più
real experiences and changing the way
esperienze che stanno cambiando
we live in the urban areas. Thanks to
il modo di attraversare e vivere gli spazi
technology and its capability of adjusting
urbani. Grazie alla tecnologia e alla sua
to the environment.
capacità di adattarsi agli ambienti.
But also thanks to the initiative of
Ma anche grazie a iniziative di cittadini
the city’s inhabitants, who decided
che decidono di recuperare spazi
to find new destinations to the vacant
e creare nuove attività e servizi,
urban areas and took the responsibility
prendendosi la responsabilità di gestire
of managing a small part of the world
un piccolo angolo della realtà che
with the purpose to improve it.
li circonda, cercando di migliorarlo.
In order to investigate these themes
Per indagare tali questioni ci siamo
we asked the collaboration of
avvalsi della collaborazione di
professionals who deal with them every
professionisti che quotidianamente
day. In this issue you will find more texts
le affrontano. Troverete quindi più testo
than usual but for sure not less images.
del solito, ma non meno immagini, questo è certo.
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EXTRA 66
MARCELLO ALBINI
70
Ri-generazione Urbana
78
FABIO PRAVETTONI
86
DRAWING EMOTIONS
index 7
Alessio Sabbadini
13 azzurra bacchetta 21 Aron Vellekoop Le贸n 27 made in COPERNICO 49 Francesco Poroli 55 Booze Potato 61 francesca bazzurro 69 FEDERICO ZENONI 75 ENZO LO RE 83 GIORDANO POLONI
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alessio sabbadini Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Scorpio Rat Working tools | Graphic tablet, Adobe Illustrator www.behance.net/alessiosabbadini
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Alessio Sabbadini nu速ant
issue 11
Alessio Sabbadini indaga il rapporto tra l’individuo e la città “esplorando gli aspetti legati alla condivisione e alla scoperta” delle metropoli che abitiamo e in cui ci muoviamo. Lo fa servendosi di vari stili grafici per esprimere punti di vista differenti. Lo sguardo sulla metropoli è filtrato dalla tecnologia più moderna ma si lega anche alle immagini di una memoria d’infanzia. I dispositivi digitali fotografano gli spazi urbani in maniera più dettagliata di un ricordo personale e viceversa. “Ho cercato di mischiare realtà e virtualità, basandomi sulla condivisione digitale e sottolineando come questo sguardo può modificare la visione della città”. L’ispirazione è Milano, nei colori si intravede la Torre Velasca e si respira l’aria dei Navigli. Nella metropoli disegnata da Sabbadini però non ci sono automobili ma solo biciclette, fontane dell’acqua pubblica e i segnalini delle mappe digitali che sembrano tante mongolfiere.
Alessio Sabbadini explores the relationship between man and city with special attention to the discovery of the metropolis we live in. He does so by using different graphic styles as means to express different points of view. His outlook over the city is filtered by the most modern technology but it is also linked to images from his childhood. The urban landscape captured by digital devices has more details than childhood memories and the other way around. “I tried to mix reality and virtuality using digital sharing and highlighting how this outlook can also change the perception of the city itself”. The inspiration is Milan, in the colors he chose you can see the Velasca tower and breathe the air of the Navigli district. In the metropolis drawn by Sabbadini there are no cars, only bicycles, fountains and balloon shaped landmarks.
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nu速ant
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azzurra bacchetta Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Pisces Working tools | Dreams, Travel and Adobe Illustrator www.azzurrabacchetta.com
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azzurra bacchetta nu速ant
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In uno dei tuoi lavori le abitudini,
La tecnologia sembra perdersi
gli hobby, le interazioni tra le persone
nei tuoi disegni. Si riconoscono
creano una nuova skyline della città.
un tablet e un pc, ma tutto il resto
La tua idea di fruizione “smart” della
ha un tono più “retro”.
città sta qui, nella ridefinizione dei suoi
L’albero che parla è un modo per dire
contorni da parte di chi la vive?
che la migliore tecnologia è quella
Esatto. Ho voluto rappresentare una città
che non si vede?
fatta di persone, una città al servizio
Che la migliore tecnologia sia quella
delle persone. Si tratta di una struttura
che non si vede è indubbio, anche
che c’è ma che non si vede, che sostiene
se in questo caso il mio albero non
ma che sa anche sparire: è presente,
parla, ma si nutre con delle lettere:
ma mai invasiva. È la mia città ideale:
assorbe dall’ambiente esterno
qui è l’uomo a essere il vero protagonista,
delle informazioni, delle sensazioni.
con i suoi desideri, le sue occupazioni,
Diventa così una sorta di coscienza
i suoi pensieri, i suoi sogni. È un luogo
dell’umanità, una sapienza collettiva,
ricco di opportunità, che favorisce
capace di restituire questo sapere
le relazioni, lo scambio.
a chiunque abbia voglia di mettersi
E invece di ingabbiarti con inutili colossi
in ascolto. Nella mia illustrazione
di cemento, usa al massimo le sue risorse
è una bambina a imparare dall’albero:
per renderti libero di fare ciò che più
simboleggia la nuova generazione
ti piace.
che spero possa crescere sensibile a certi temi.
In tutte le tavole torna il tema dell’albero
Per quanto riguarda lo stile “retro”
-perso tra mille icone, in interazione con
non saprei: è il mio stile.
palazzi e persone, in forma antropizzata-,
Forse inconsciamente è una ricerca
e quindi di una natura inserita nel
di qualcosa che affondi le proprie
contesto urbano.
radici in un passato (neanche
Dai molta importanza alla capacità
troppo lontano) in cui l’altalena
di sviluppare e migliorare questo
era un copertone appeso a un
rapporto?
albero, i fidanzati giravano su Vespe
Gli alberi rappresentano la parte vera,
“smarmittate” e non era poi così
antica e reale non solo di una città,
strano imbattersi in una fila di oche
ma di tutto l’universo. Sono il simbolo
che lentamente attraversano la strada.
della natura, della vita e, per questo, meritano rispetto. Polmoni che danno ossigeno, ripari che offrono ombra: una città non può farne a meno. Penso dunque che sia fondamentale impegnarsi nello sviluppo di un’urbanistica che sappia tener conto della natura, rispettandola in primo luogo, ma anche valorizzandola e affidandole un ruolo di spicco.
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In one of your work the habits,
Technology seems to be lost in your
the hobbies and the interaction between
drawings. You can make out a tablet
people have created a new city skyline.
and a pc but all the rest is more retro.
Is your idea of a “smart” usage
Is the talking tree a way to
of the city based on a new definition
communicate that the best technology
of its boundaries?
is the one you cannot see?
Correct. My target was to portrait a city
For sure the best technology is
made of people, a city made for people.
the one you cannot see, even though
There is a structure, but you cannot see
in this case my tree does not talk,
it, it supports but it can also disappear:
it eats letters: it absorbs from
it is there but it is never invasive.
the external environment information
It is my ideal city: here the focus
and feelings. By doing this it becomes
is on human beings, on their wishes,
a sort of conscience of mankind,
their activities, their thoughts,
a common knowledge which can
their dreams. It is a place full
teach to anyone willing to listen.
of opportunities, which favours
In my illustration a little girls is
relationship and interaction.
learning from the tree: she represents
And instead of crating you in useless
the new generation which hopefully
gigantic concrete buildings, it uses
will be interested in these subjects.
its resources to enable you to do what
About the retro style, I don’t know:
you like the most.
I guess it is my style. Maybe it is an unconscious quest for
A recurring theme in all your drawings
something that is rooted in the –not
is the tree –lost among thousands
too distant– past, when the swing was
of icons, in interaction with buildings
a tyre hanging from a tree, lovers rode
and people, with the shape of a man– ,
old Vespas and it was not unusual to
so more in general nature in an urban
see a row of geese crossing the road.
context. Is it important to you to be able to develop and improve this relationship? Trees represent the most ancient, real and true part not just of a city but also of the whole universe. They are the symbol of nature, of life and because of that they deserve respect. They are lungs that give us oxygen, shelters that give us shade: a city cannot exist without them. For these reasons I think it is fundamental to do our best to develop a city that takes nature into account, that respects it, improves it and gives it a prominent role.
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Aron Vellekoop Le贸n Nationality | Dutch / Spanish Place | Zeist (at the moment) Zodiac | Aquarius Working tools | Adobe Illustrator & Photoshop + Pen & Paper www.aronvl.com
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Aron Vellekoop Le贸n nu庐ant
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Quando disegnavi le illustrazioni avevi una città precisa in mente, un’ispirazione? “Mi sono spostato molto e ho vissuto città e paesi molto diversi. Mi sono piaciuti tutti. Per queste illustrazioni ho pensato molto a tutti questi posti diversi e li ho messi a confronto. Il punto è che ci sono moltissime differenze tra questi luoghi: sono cresciuto su un isola, Fuerteventura in Spagna, sono immigrato in Olanda e poi mi sono spostato in altri posti. Ho vissuto in piccole città vicine a dei boschi come anche nelle metropoli più grandi e affollate. Ho apprezzato moltissimo viaggiare e conoscere nuovi posti. Non esiste un luogo in particolare dove mi sento a casa. Ogni posto ha la sua bellezza anche se a un primo sguardo potrebbe sembrare orribile. Vivere semplicemente in un posto, osservarlo e poi mettere a confronto tutti questi posti diversi, è di questo che parlano le illustrazioni. Mentre disegnavo mi piaceva l’idea di essere in grado di sentirmi un po’ a casa dovunque. É un sentimento liberatorio ma sono anche curioso di sapere se troverò mai una città che non lascerò mai e in cui potrei sentirmi a casa”.
Did you have a city in your mind -like an inspiration- when you were drawing your illustration? “I’ve moved a lot and lived in a lot of different towns and cities. I’ve enjoyed them all. For this subject I have thought a lot of all those different places and compared them. The thing is that there are a lot of differences between the places: I grew up on an island, Fuerteventura in Spain, immigrated to the Netherlands and then I moved to different places. There I’ve lived in little towns near the forest as well as in the bigger, crowded cities. I’ve enjoyed traveling a lot and learned new places. I have no particular place in which I feel at home. Every place has its beauty, how ugly it may look at first sight. The illustrations are much about simply being in a place, observing it and then comparing all the different places. While I was drawing I liked the idea of being able to feel a bit at home everywhere where I might be. It’s a liberating feeling but I’m also very curious whether I will ever find one city that I could never leave and truly call a home”.
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Aron Vellekoop Le贸n nu庐ant
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MADE IN COPERNICO gabri calvi / gabri donini / Iaco / leo / steiner Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Special Working tools | Anything madeincopernico.tumblr.com
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Calvi: il sistema nervoso si fa città nei tuoi lavori:
Leo: Come si devono rapportare organico
è la connessione tra funzioni la condizione per
e inorganico in una smart city?
avere una smart city?
C’è un filo molto stretto tra due insiemi così grossi
Più in generale, il corpo umano si fa metafora della
di cose così utili.
città nelle tre tavole. Un cervello (sinapsi), dei pol-
Di solito capita che il filo si rompe e ci si adatta a tutto
moni (pleura) e un intestino (appendice), rappre-
il cemento, al vetro e alle rotaie, però ci si abitua.
sentanti rispettivamente la cultura, la convivenza
Nella smart city si sta un po’ più attenti all’equilibrio.
con la natura e l’accalcarsi della popolazione, sono
Qualche palazzone è utile, e anche bello, ma anche
esempi di tre settori di quell’enorme organismo che
andare in giro in bici tranquillo lo è, respirare, potersi
è un agglomerato urbano. Ogni organo di un corpo
fare una passeggiata sotto casa è importante.
umano è indispensabile e insostituibile, così le aree logiche e funzionali di una città.
Steiner: Mi sembra che i tuoi lavori siano concepiti
Questa è quindi considerabile “smart” nel momento
con un procedimento metonimico, quindi sostituen-
in cui rappresenta un macchinario complesso in cui
do un oggetto proprio con uno improprio: sta nella
ogni singolo elemento svolge appieno la sua funzio-
forza immaginativa di collocare/sostituire oggetti/
ne relazionandosi agli altri. Permette così all’intero,
funzioni l’intelligenza della città?
secondo una logica olistica, di svilupparsi dandosi
Piuttosto che una forza immaginativa la chiamerei
continuamente nuova vita e nuove forme ma sempre
potenzialità. Nella città intelligente gli abitanti han-
adempiendo ad ognuna delle sue finalità.
no la potenzialità (cultura + mezzi) per organizzarsi efficacemente la propria città nella città che é sen-
Donini: Spinta, struttura (a rete) e materia: sono le tre condizioni per una smart city? La struttura di una smart city è plasmata dal tessuto di relazioni tra le persone e i luoghi: una rete densa e forte, mossa da logiche soggettive e locali, tendente all’espansione oltre ogni pianificazione imposta. Sostanza di una smart city sono la struttura e la sua forza espansiva. Iaco: Potrebbe essere smart una città seriale? Per definizione la smart city non dev’essere seriale, anzi dovrebbe proprio contrapporsi alla standardizzazione favorendo una progettazione “user based”, ma, diffidente come sono, temo che il termine “smart” giustifichi le ennesime ondate d’edilizia selvaggia che siamo abituati a vedere guardandoci attorno.
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tita e curata come uno spazio personale (casa).
Calvi: the nervous system becomes a city in your
Leo: how should the relationship be between
works: is the connection between functions the key
organic and unorganic in a smart city?
to have a smart city?
There is a very close relationship between these
The human body is a metaphor for the city. Brain
two classes of useful things.
(synapsis), lungs (pleura) and intestines (appendix)
What usually happens is that the connection
represent culture, life in nature and overpopulation
between them is cut off and we have to get used
and they exemplify three districts of the urban cen-
to the concrete buildings, the glass and the railways.
ter. Every organ is fundamental and irreplaceable
In the smart city the level of attention to this balan-
and so are the logical and functional areas of a city.
ce is higher.
A city is smart when it represents a complex ma-
Some building is useful and can also be nice but it is
chine in which every element plays its role by esta-
also nice to have the opportunity of going for cycle
blishing a connection with the others and allowing
ride, or for a stroll, breathing fresh air.
the development of the whole organism. But still carrying out its own tasks.
Steiner: It seems to me that your works have been created by a metonymic process so by replacing
Donini: thrust, structure (a net), and substance:
a direct object with an indirect one: can we say
are these the three conditions for a smart city?
that the city is smart because of this imaginative
The structure of a smart city is made by the con-
strength which puts/replaces objects/functions?
nections between people and places: a close and
I would not call it imaginative strength, it is more an
strong net which is ruled by individual and local
imaginative potential.
principles and which tends to expand beyond any
In a smart city people have the possibility (culture +
imposed plan. The basis of a smart city are its struc-
structures) to organize their city efficiently and the
ture and its capability to grow.
city is treated as if it belongs to them (home).
Iaco: Do you think that a smart city can also be a serial city? By definition a smart city cannot be serial, on the contrary, it should be against the standardization and favor the ‘user based’ planning. But I am a suspicious guy and I am afraid that the word ‘smart’will just be used to justify the umpteenth wave of building without any rule.
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MADE IN COPERNICO / gabri donini nu速ant
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francesco poroli Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Cancer Working tools | Adobe Illustrator www.francescoporoli.it
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“Ogni città può essere piena di arte, musica e amore. Rendere smart la città in cui viviamo è un’impresa individuale e in qualche modo personale. Alla fine dipende tutto da noi”. I manifesti pop di Francesco Poroli sono pronti per essere appesi ai muri delle metropoli che abitiamo. Ma in queste illustrazioni non si parla solo di grandi città: qualsiasi luogo può essere una smart city. I disegni non hanno un’ispirazione urbana precisa, possono rappresentare ogni città come ogni paesino disperso nella provincia. Quello che traspare è soprattutto il sentimento che abita gli spazi urbani. La necessità di vivere una smart city, una città piena di amore, di arte e di musica proviene infatti dagli abitanti di questi luoghi. “Le città, che siano smart o meno, sono alla fine il risultato delle persone che le vivono. Oggi ogni persona può disporre di amore, arte, musica, soprattutto in questo momento storico in cui, grazie alle nuove tecnologie, chiunque può avere accesso a una quantità di informazioni sconfinata rispetto a qualunque epoca precedente”.
“Every city can be full of art, music and love. Making smar the city we live in is an individual accomplishment. In the end everything is up to us”. The pop posters by Francesco Poroli are ready to be put up in our cities. But these illustrations are not only about big cities: any place can be a smart city. The drawings do not have a defined urban inspiration, they can represent any city as much as any small town in the middle of nowhere. What is portrayed are mainly the feelings of people living there. The need of living in a smart city, a city full of love, of arts and music is felt by the inhabitants of these places. “Cities are the made by the people who live there. Nowadays everybody has access to love, art and music, especially in this era thanks to the new technologies anybody can dispose of an unlimited amount of information for the first time in history”.
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booze potato Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Libra Working tools | Paper, Ink, Computer, Textures www.boozepotato.com
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Le connessioni tra gli oggetti sembrano la chiave
La presenza umana è continuamente chiamata in
di volta per passare dalla città formale a quella “in-
causa, torna spesso la figura della mano che sem-
formale”. È la capacità di crearne di nuove che crea
bra voglia dare una direzione alla città. È un modo
chiavi di sviluppo?
per dire che con un approccio “smart” l’uomo si ri-
In questa domanda ho trovato 3 parole che mi piac-
appropria degli spazi urbani?
ciono molto e che appartengono al vivere comune:
La figura umana acquista uno spazio mistico nei
chiave, connessione e oggetto. Penso che una con-
miei lavori. Per certi versi conduce la città, cercan-
nessione nasca dalla necessità di possedere una o
do di comporla pezzo dopo pezzo. Questo aspetto
più chiavi. Ovviamente una chiave non deve assu-
possiede due lati prospettici. Da un lato si osserva
mere necessariamente una fisicità in quanto tale ma
l’evoluzione architettonica che incombe a passo ve-
può avere un carattere trascendentale. Per unire più
loce sull’ambiente che ci circonda. Dall’altra c’è chi
menti a un concetto, a un’idea o a un luogo è neces-
oltrepassa l’estetica, dando luce all’amarezza che ri-
saria una chiave che accomuni più persone, affin-
siede dietro migliaia di metri cubi di cemento. C’è
ché queste possano accedere a una realtà che sarà
da dire che la figura dell’uomo, anche come inset-
interpretata e valutata in base all’esperienza e alla
to, rappresenta la fase colonizzatrice dell’ambien-
cultura di ogni individuo; così si può accedere a uno
te. Siamo artefici di capolavori edilizi dalle forme e
sviluppo. Credo che il sistema delle nostre menti e
volumetrie più ricercate che nascono con la defini-
conoscenze sia costituito da diversi settori, alcuni
zione di green, nascondendo però il “mostro grigio”
dei quali hanno uno stesso punto di incontro; e dato
che risiede nelle fondamenta. Mani e braccia sposta-
che non è possibile partendo da questo punto per-
no e piazzano volumetrie lapidarie quasi a ricordare
correre contemporaneamente ogni strada allo stes-
la costruzione di un cimitero.
so modo, deve esserci una scelta determinata dalla natura dei differenti spiriti. Ottenuta la chiave, posso
Nel gioco tra linee rette e curve è racchiuso il con-
avere accesso a una connessione di sapere e di infor-
flitto tra uomo/natura e architettura?
mazioni che può assumere a seconda dell’individuo
Mentre leggevo questa domanda mi è tornata alla
forme e strutture diverse. Strutture -piani cartesiani
mente un’operetta morale di Giacomo Leopardi:
su cui costruire le più moderne infrastrutture dalle
“Dialogo della Natura e di un Islandese”. Un Islan-
geometrie più appariscenti- che destano sospetto.
dese, viaggiatore per il mondo alla ricerca di tran-
La verità è forse nascosta sotto quel velo di maya
quillità, si imbatte nella Natura, bellissima e austera
che tanto mi piaceva quando studiavo Arthur Scho-
donna. Lo sventurato spiega umilmente le ragioni
penhauer. Arriviamo all’oggetto. Credo che la nostra
delle sue disgrazie e racconta le peripezie che lo
anima si occupi di oggetti spirituali e materiali, me-
hanno portato a una vita peregrina. Belli i passag-
diante pensieri diretti o riflessi. Il sistema della co-
gi sui disagi causati alla specie umana dagli agenti
noscenza diretta sta nella raccolta passiva di queste
atmosferici. La Natura d’altra parte risponderà che
stesse conoscenze, quella che chiamiamo memoria.
opera seguendo un ciclo perpetuo di produzione e
La memoria, la ragione propriamente detta e l’im-
distruzione dell’universo. E dice: “Immaginavi tu for-
maginazione costituiscono le tre maniere differenti
se che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora
in cui la nostra anima opera sugli oggetti dei propri
sappi che ho l’intenzione a tutt’altro che alla felici-
pensieri. Queste tre facoltà formano le tre categorie
tà degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo
generali del nostro sistema e i tre oggetti generali
in qualunque modo io non me n’avveggo, e non ho
delle conoscenze umane: la storia che abbraccia la
fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo
memoria; la filosofia che è il frutto della ragione; le
quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E se anche
belle arti che vivono in virtù dell’immaginazione.
mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.” Il colore, le geometrie presenti nelle tavole rappresentano tale rapporto; sebbene
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l’uomo intervenga ogni giorno su ciò che la natura
In this question I found three words that I like a lot
ha di più bello potuto creare, questa avrà sempre la
and that belong to the daily life: key, connection and
meglio. Costruttori di piramidi e di grandi murate,
object. I think that you create a connection because
come uomini possiamo dar forma a quanto di più
you need a key. Of course the key is not necessarily
bello e moderno la nostra fantasia e immaginazione
a physical object but it can also have a transcenden-
possa creare, ma dobbiamo vivere con la verità che
tal meaning. In order to connect different minds to
il primo conflitto da affrontare per l’uomo è quello
a concept, to an idea or to a place you need a key
con se stesso.
shared by people, a key that allows them to access a reality, and to interpret and judge it on the basis of their own experience. By doing so you create development. I think that our mind and knowledge are
Connections between objects seem to be the key
made of different sectors, some of them linked to
to move from a formal to an “informal” city. Is the
each other. Since starting from these links it is not
capability of creating new connections the key to
possible to open all the doors at the same time and
development?
in the same way, there must be a choice defined by
Booze Potato nu®ant
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the nature of the different spirits. Once you have the
Is the conflict between human beings/nature and
key, you can access a knowledge that has different
architecture represented by the interaction of
shapes and structures for each person. Structures-
straight and curve lines?
Cartesian coordinates on which you can build the
While I was reading this question an essay by Giaco-
most modern infrastructures with the most striking
mo Leopardi came to my mind: “Dialogue between
geometry. The truth is probably hidden under that
Nature and an Icelander”. An Icelander who had trav-
veil of maya I used to like so much when I was study-
elled over most of the earth in search of peace met
ing Arthur Schopenhauer. About objects, I think that
Nature, a beautiful and stern woman. The man ex-
our soul acknowledges spiritual and material objects
plained to her the reasons of his troubles and the
by means of direct or reflected thoughts. The di-
adventures he had in his wandering life. Very nice
rect knowledge is based on the passive collection
the parts about the troubles caused to mankind by
of these memories. Memory, reason and imagination
bad weather conditions. Nature replied that her ac-
are the three different approaches that our mind
tions followed the perpetual cycle of creation and
uses to elaborate our thoughts. They are the catego-
destruction of the universe. And she said: “Thinkest
ries and the objects of human knowledge: history is
thou then that the world was made for thee? It is
based on memory, philosophy is the result of reason
time thou knewest that in my designs, operations,
and art is the product of imagination.
and decrees, I never gave a thought to the happiness or unhappiness of man. If I cause you to suffer, I am
The human presence is constantly highlighted.
unaware of the fact; nor do I perceive that I can in
There is often a hand which seems to be directing
any way give you pleasure. What I do is in no sense
the city toward a specific goal. Is it a way to say that
done for your enjoyment or benefit, as you seem to
by a smart approach people can regain possession
think. Finally, if I by chance exterminated your spe-
of the urban areas?
cies, I should not know it.” Colors and shapes in my
The human shape has a mystic connotation in my
illustration portray this relationship. Even though
works. In some way it leads the city, trying to arrange
human beings interfere every day in Nature’s cre-
it piece by piece. This aspect has two sides.
ation, she will always win. We built pyramids and
On the one hand you can see the architectural evo-
the Great Wall, we can build the most beautiful and
lution and its rapid progress and effects on the en-
modern things created by our imagination but we
vironment. On the other hand if you go beyond the
have to live with the fact that the first conflict we
esthetic aspect you will see the bitterness hidden
have to face is with ourselves.
behind thousands of cubic meters of cement. It must be mentioned that the human shape, sometimes also portrayed as an insect, embodies the colonization of the environment. We build masterpiece buildings with the most elaborated shape and volumetry and we define them “green”, but they actually are grey monsters. Hands and arms move and arrange volumetry like tombstones in a cemetery.
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francesca bazzurro Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | X Working tools | Mixed media www.francescabazzurro.com
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Le tue illustrazioni mi sono sembrate collage, non tanto di materiali diversi ma di situazioni diversamente rese; è funzionale a rendere meglio la dimensione città? Il collage se non è decorativo è funzionale a sovrapporre situazioni e significati anche non voluti. La città è un pretesto. In “ville” le nostre chiavi (dell’auto, di casa o l’usb) sono le chiavi d’ingresso alle città? Le chiavi sono dettagli che contengono gesti. La città non ha ingressi. È il disegno che traccia i confini della vera città dell’uomo nei tuoi lavori? Il disegno, il segno traccia sicuramente i confini, ma bisognerebbe analizzare con cura il termine confine.
Your illustrations are like collage, not of different materials but of different situations: is it a way to better represent the urban world? If collage is not purely decorative, it can be used to create an overlapping of situations and meanings, not all of them expected. The city is a mere pretext. In “Villas” are our keys (car keys, house keys or USB keys) the ones we need to enter the city? Keys are details containing gestures. The city has no entrances. Does the drawing define the real city boundary in your works? For sure the drawing defines the boundary but the meaning of this word should be thoroughly analyzed.
francesca bazzurro nu®ant
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SMART CITIES #1 Smart cities: così si chiamano perché invase da smart car,
cani, per bambini in carrozzina, posteggio per auto e furgoni
smart phone, smart people!!???
fermi giustificandosi con quattro frecce lampeggianti o, peg-
Per capire cosa esattamente possa essere una città intelli-
gio ancora le ciclabili s’interrompono e terminano nel vuoto
gente, una città verde, una città informale, una città sorri-
o… nel pieno caotico traffico.
dente penso non si debba analizzare l’aspetto puramente
C’erano quartieri ed aree verdi: rasi al suolo, eliminando in un
architettonico, ma quello umano: la città è fatta per ospitare
attimo storia, tradizione e natura per sostituirli con agglomera-
le persone e farle vivere con i propri bisogni, abitudini, sogni,
ti di palazzi in vetro che fanno a gara, con le forme più strane,
vincoli e diversità.
a toccare il cielo e si sostituiscono prati ed alberi con blocchi
“Muri” fu scritta tre anni fa per un evento in Triennale abbi-
di cemento mimetizzati da piante sulle facciate: il cosidetto
nandola ad un quadro dell’amico illustratore Federico Zenoni:
green verticale!!!
“E non seppero volar”; era evidentemente ispirata a Milano,
Ecco allora questo inno poetico, architettonico, uno sfogo
città che da trent’anni è la “base professionale” in cui vivo e
umano: “Muri”.
lavoro e da cui parto per gli innumerevoli viaggi. Al tempo stesso in quelle parole sono racchiusi i ricordi di un periodo
Smart cities: are they called smart because they are crammed
vissuto ad Amsterdam negli anni ’80 e di un mese estivo, tre
with smart car, smart phone, smart people!!???
anni fa, passato pedalando per l’Olanda.
To understand what exactly smart city means, a green city,
É un grido di rabbia che trasforma la delusione in speranza,
an informal city, a smiling city, I think we should go beyond
il dolore e il dispiacere in forza, la metodica quotidianità in una
the purely architectural aspects, and account for the human
giocosa e fantasiosa fuga: fondamentalmente una ribellione,
factor: cities are made to host people and allow them to live
una ricerca di libertà… mentre in questi giorni ascolto Franco
with their needs, customs, dreams, limits and differences.
Battiato cantare“ ci crediamo liberi, ma siamo prigionieri di
“Walls” was written three years ago for a Triennale event
case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti, ci cre-
combined with a paintin by Federico Zenoni: “E non sep-
diamo liberi, ma siamo schiavi, milioni di milioni di ombre
pero volar” (And they couldn’t even fly):it was clearly inspi-
sperdute, rumorosi andiamo per le strade alzando solo pol-
red by Milan, the city which is my professional base, where
vere… milions of milions of shadows”.
I have been living and working for thirty years, and from
Milano è ormai una città multietnica: ci vivono persone di
where I leave for several journeys. At the same time those
ogni paese, ma sono divise in zone, quasi ghetti determinati
words contain the memories of a period, when I was living
da muri invisibili d’intolleranza ed egoismo, in cui è difficile
Amsterdam in the ’80, and in summer time, three years ago,
entrare, allo stesso modo, per un italiano o per uno straniero
when I was cycling across Holland.
di altra etnia.
It’s a cry of anger which changes disillusion in hope, pain
La globalizzazione ha dato la possibilità di trovare il mondo
and regret in power, the daily grind into a creative escape:
in città, attraverso la ristorazione, l’abbigliamento, il diverti-
a rebellion, a search for freedom… while this days I’m liste-
mento disponiamo di nomi, firme e personaggi di ogni nazio-
ning to Franco Battiato singing “we think we are free but
nalità che scintillano nelle vie, ma al solo scopo di business e
we know to be prisoners of invasive houses which are living
senza supporto culturale d’integrazione.
inside us and made us powerless, we think we are free but
Ci sono isole strategiche di belle biciclette da noleggiare,
we are slaves, making noise we go on the streets just lifting
ma poi ci s’inoltra in piste ciclabili che sono passeggiate per
dust, we are millions of millions of lost shadows…”
nu®ant
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TEXT BY MARCELLO ALBINI ILLUSTRATION BY FEDERICO ZENONI
By now, Milan it’s a multiethnical city where people from all
MURI
over the world live, but they are divided in areas, ghettos, they are divided by invisible walls made of intolerance and egoism through which it’s difficult to penetrate, whether you ar Italian or from a different ethnic group. Globalization offers the opportunity to find the world in a city, through restaurants, fashion, entertainment with business as the sole aim but without any cultural support or integration. There are strategical island with beautiful rental bikes, but than the cycling paths become dog’s paths, children’s paths, parking lane or worse cycling paths ended abruptly into the void or into a traffic jam. There were green areas: erased, together with their history, tradition and nature and replaced by glass built complexes which compete for the strangest shape, touching the sky and attempting to replace grass and trees with concrete blocks and their facades camouflage by plants, which are called the vertical green!! Here it is, then, an architectural, poetic hymn composed let off steam: “Walls!”.
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MURI di palazzi, di chiese, di case e di cortili, MURI di città, MURI che ti conducono per il mondo, MURI che nascono da un sasso, da un mattone, da una zolla o da una frasca e crescono MURI lunghi o corti,quadrati o tondi, alti o bassi, che formano una piazza, che creano un dedalo di vie, che disegnano la città. MURI di cemento non siete voi ad imprigionarmi, a limitare l’infinito, a nascondere e dividere: la città è ormai una tela intrecciata di muri trasparenti, di muri che non hanno forma né spessore, né odore e nemmeno materia, sono i MURI dell’arroganza, sono i MURI dell’ignoranza, sono i MURI della violenza, sono i MURI dell’egoismo, sono i MURI dell’indifferenza e sopra, sulle nostre teste non più un cielo stellato, ma un Muro d’inquinamento che ci opprime. Ecco perché torno a voi MURI che sudate e respirate, che posso penetrare dalle vostre finestre, che posso attraversare dagli archi e dalle porte. MURI da guardare, da leggere ed ascoltare MURI da disegnare per trasformarsi in gioco e fantasia, per vestirsi di sogni e segni, per diventare fuga e ribellione, per gridare libertà.
WALLS WALLS of palaces, churches, houses and courtyards WALLS of the town, WALLS which bring you through the world, WALLS coming up from the a stone, from a brick, from a clod or from a branch, either long or short, either square or round. WALLS either high or low WALLS rise forming a square, a labyrinth of streets, outlining the town. Cement WALLS, you will not confine me, you will not limit the infinity, you will not hide and divide: the town has become an interlaced net of trasparent walls, of walls having no form, no thickness, no smell
and neitherhave they matter: they are the WALLS of arrogance, they are the walls of ignorance, they are the WALLS of violence, they are the WALLS of egoism, they are the WALLS of coldness and above, over our heads no more a starry sky, but a wall of pollution oppressing us. These are the reasons because I come back to you WALLS which are sweating and breathing, which I can penetrate through your windows, which I can cross through arches and doors. WALLS to be looked at, to be read and to be listened to. WALLS to be designed to transform into game and fantasy, to wear dreams and signs, to become escape and rebellion, to shout freedom.
MARCELLO ALBINI / FEDERICO ZENONI nu速ant
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Federico Zenoni www.senzaimpegni.altervista.org Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Pisces Working tools | Tracing paper, Recycled canvas, Airbrush, Pastels, Pens, Acrylics, Woodcut ...
A tre anni di distanza dal progetto per cui è nata questa illustrazione, trovi che il suo senso sia cambiato? Ha perso forza, ne ha acquistata di nuova, è ancora aderente alla realtà di Milano? L’illustrazione è una tela alta due metri, scelta da Marcello Albini a corredo di un suo testo -appunto tre anni fama realizzata per una mia mostra di alcuni anni prima; alcuni dipinti erano realizzati su queste tele che sono tappezzerie dismesse usate a rovescio e tutte le opere erano ispirate a letture; “Non seppero volare” era dedicata all’uccisione di Giuseppe Pinelli, volato giù da una finestra della questura di Milano nel ‘69. “I funerali dell’anarchico Pinelli” di Bay è ritornato in mostra a Milano quindi mi sembra sempre attuale. Per quanto riguarda la forza dell’immagine, forse può colpire chi conosce quella scandalosa vicenda, ad altri può fare un effetto diverso. Si poteva intitolare più chiaramente ma preferisco che ognuno ci legga quello che sente più vicino a lui. You drew this illustration three years ago: do you think that its meaning has changed? Did it lose its strength, did it increase it, is it still connected to Milan life? This illustration is a two-meter-high canvas, which was chosen by Marcello Albini to match a text he wrote three years ago, but which I made few years earlier for an exhibition. Some paintings for that exhibition were made on wallpaper I painted on the backside and all of them were inspired by my readings. “They Couldn’t Fly” was inspired by the assassination of Giuseppe Pinelli, which fell out of a window of the police station in Milan in 1969. “Funeral of the Anarchist Pinelli” by Bay has been exhibited in Milan again so it seems to be still actual. About the strength of the image, maybe it can impress who knows the details of that dark story, for the others it may be different. The title could have been clearer, but I prefer that everybody sees in it what it is closer to him.
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SMART CITIES #2 BE SMART! TAKE PART
La manifestazione di forme urbane inedite e di processi sociali
CITIZEN DRIVEN SMART CITY
generalmente etichettati come informali, per il loro particolare carattere di spontaneità, rappresentano il modo attivo con cui
#CITTA’_INFORMALI #ABITARE #DESIDERIO_URBANO
la società locale intercetta i processi della modernità.
#CREATIVITA’ #DIGIZEN #SMARTINNOVATION
Una reazione, un tentativo di difesa, sono solo questo le città
#PARTECIPAZIONE #LIVING_LAB #CIVICENTRISMO
informali?
#GAMIFICATION
Se ci fermiamo un momento ad osservarle, senza cadere negli stereotipi (periferia, criminalità, mancanza di servizi, ecc.), possiamo individuare nelle città informali un elevato
Leonardo Delmonte, Maria Giovanna Govoni
livello di strutture sotto rappresentate o non ancora rico-
Coordinatori “Ri-generazione Urbana”
nosciute. In una prospettiva etnografica è possibile definirne
www.rigenerazioneurbana.org
meglio il peso territoriale, riconoscendo pratiche spontanee, abitudini, relazioni sociali, appropriazioni, auto-espressioni,
uno spin-off di “Basso Profilo”
cioè quegli infiniti esperimenti non governati da una razionali-
www.bassoprofilo.org
tà imposta dall’alto, che rappresentano la principale risorsa su cui si costruisce l’esperienza urbana, intesa come espressione di bisogni materiali e immateriali del cittadino.
“quando la loro vita sarà altrettanto semplice quanto piacevole all’immaginazione” “when their life will be so simple and so nice to wonder”
Il termine “informale”, quindi, non esplicita soltanto una defi-
[Henry David Thoreau, Walden, ovvero la vita nei boschi,
è una città senza forma. Le pratiche informali sono testimo-
Bur, Milano, 2009]
nianze di una tradizione, sono categorie di sensibilità, ordini
nizione in negativo e non si definisce come semplice strategia di compensazione e di aggiustamento. La città informale non
di sostenibilità.
“ciò che è fisico deve incoraggiare la creatività” “material things must inspire creativity”
“Nel contesto della città multi-strato, dove le persone si
[Charles Landry, “Povera Italia orfana degli urbanisti”
scambiano informazioni e condividono sentimenti attraver-
intervista pubblicata su La Stampa del 21.10.2009]
so le arene fisiche e digitali, lo spazio per la mobilitazione civica e la partecipazione politica sta cambiando.” [1] Oggi, progettare in maniera “informale” significa dare sostenibilità sociale alle trasformazioni urbane in atto. In questi mesi è diventato particolarmente popolare il termine smart city, ma non è facile darne una definizione univoca. Le “città scaltre” (la smartness è differente dall’intelligenza riflessiva, che in inglese si traduce con intelligence e cleverness) sono un mix di capacità umane e elementi infrastrutturali. Al centro della smart city ci sono la creatività, la partecipazione
nu®ant
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TEXT BY RI-GENERAZIONE URBANA ILLUSTRATION BY ENZO LO RE
civica e l’empowerment del cittadino.
grado di trasformare i compiti di routine in un’attività ricrea-
“Una città completamente automatizzata con una banda
tiva sociale e divertente, un concetto che lui riassume con il
ultra-larga e un sistema di trasporto efficiente non può de-
termine Gamification.
finirsi smart a meno che non sviluppi anche un’economia della conoscenza in grado di affiancare i propri cittadini nel
#LIVING LAB
trovare nuove vie per migliorare le proprie vite.” [2]
I Living labs sono un ecosistema in cui gli utenti e i diversi
La smart city non deve essere solo citizen-centered, ma
portatori di interesse sono coinvolti in un processo di rile-
citizen driven.
vamento dei problemi esistenti e formulazione di possibili soluzioni, fino ad arrivare al concreto sviluppo del progetto.
#ABITARE
“Il Living Lab rappresenta dunque un terreno di gioco, una
“La condizione minima dell’abitare deve corrispondere non solo
piattaforma di apprendimento e un network.” [4]
ad un occupare, ma a occuparsi di un territorio, di un ambiente, di un paesaggio, instaurando un rapporto di scambio tra le parti, qualsiasi sia la sua funzione.” [3] #CREATIVITA’ “Città creativa” è un’espressione coniata nei tardi anni ’80 da Charles Landry e fonte d’ispirazione del suo testo “The Creative City: A Toolkit for urban innovators” e di un movimento
[1] Pablo Sánchez Chillón, “Il cittadino è spina dorsale della smart cities”
globale omonimo. Obiettivo della “città creativa” (human-
intervista del 3 ottobre 2012 pubblicata sul sito della Smart City Exhibition,
driven smart city) è quella di suscitare nei cittadini quel coin-
http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/pablo-sanchez-chillon-
volgimento psicologico in grado di esplicitare il potenziale
cittadino-e-spina-dorsale-della-smart-city-2/
nascosto di ogni città.
http://www.smartcityexhibition.it/
#DIGIZEN
[2] Jon Kingsbury, “La creatività come chiave del processo smart city”
I digizen sono “giovani digitalizzati” abituati a collocare se
intervista di Vanessa Postacchini del 12 novembre 2012, pubblicata sul sito,
stessi negli spazi urbani e a mappare le proprie attività per
http://smartinnovation.forumpa.it/story/69693/jon-kingsbury-la-creativita-
condividere in tempo reale informazioni ed emozioni. Se non
come-chiave-del-processo-smart-city
vogliamo che questi digizen siano assenti dalle questioni ur-
http://smartinnovation.forumpa.it/
bane e civiche, le nostre città super-connesse devono diventare una piattaforma aperta all’innovazione.
[3] Paolo Mestriner, “Ailati. Riflessi dal futuro”, Skira, Milano, 2010
#GAMIFICATION
[4] Karl-Filip Coenegrachts, “Ghent, verso una citizen driven Smart City”
Secondo Pablo Sánchez Chillón, urbanista e ricercatore sul
intervista del 3 ottobre 2012 pubblicata sul sito della Smart City Exhibition,
fenomeno Smart City, il civicentrismo può essere notevolmen-
http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/karl-filip-coenegrachts-
te potenziato, aumentando la partecipazione giovanile attra-
ghent-2020-la-tecnologia-al-servizio-di-un-futuro-sostenibile/
verso l’uso di meccanismi e situazioni ludiche che siano in
http://www.smartcityexhibition.it/
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Ri-generazione Urbana / ENZO LO RE nu速ant
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The expressions of innovative urban conventions and social
“The Creative City: A Toolkit for urban innovators” which
process usually are labelled as informal; for their specific cha-
gave the same name to a global movement.
racter of spontaneity, they represented an active way throu-
The goal of this human-driven smart city is to create in its
gh which local society intercept innovative processed.
citizens an emotional involvement able uncover the poten-
A reaction, an attempt, is this all informal cities are?
tial hidden within each cities.
If we stop for a moment to observe without falling into stereotyping (for example suburbs, criminality, lack of services),
#DIGIZEN
we can identify in the informal cities a high level of under
Digizen are the digital young people, able to position them-
represented or not yet recognised facilities. Through an eth-
selves in the urban spaces and to map their activities in view
nographic perspective it is possible to better importance of
of sharing in real time facts and emotions. If we don’t want
role played by local communities, recognising spontaneous
that those digizen are absent from urban and civic issues,
practices, social networks, appropriation processes, self ex-
our super-connected cities must become an open platform
pressions, meaning all those experiments not dictated by a
for innovation.
rationality imposed from above; these represented the main resource on which the urban experience is built, to be under-
#GAMIFICATION
stood as an expression the intangible and tangible citizen’s
According to Pablo Sánchez Chillón, a city planner and a
needs. Thus “informal”, is not only a negative explanation
researcher on smart city phenomenon, civic centrism can
and is not defined as a simple strategy of compensation
be empowered increasing the involvement of young people
and adjustment. The informal city is not a city without shape.
through the use of recreational situations able to change
The informal practices are statements of customs, sensitivity
routine in a fun social activity, a concept he sums up as
and sustainability.
Gamification.
“In this multi layers cities context, where the people exchan-
#LIVINGLAB
ge information and sharing feelings through the physical and
Livinglabs are an ecosystem where users and the various
digital arenas, the space for civic activism and political parti-
stakeholders are involved in surveying real problems and in
cipation are shifting.” [1]
proposing possible solutions, and participate to the tangible
Nowadays, planning an informal way means to give social su-
development of projects.
stainability to urban processes.
“Thus Living labs represent a game pitch, a learning platform and a network.” [4]
In the last few months “smart city” has become a particularly popular word, but it isn’t so simple to give a single meaning. “Smart Cities” (“smartness” is different from meditative intelligence, which in English is called cleverness and intelligence) are a mix of human abilities and infrastructural elements. Creativity, civic participation and citizen’s empowerment are
[1] Pablo Sánchez Chillón, “Citizens are smart cities’ spine”
at core of the smart city.
October 3rd, 2012, interview, published by Smart City Exhibition website,
“A totally computerised city with a ultra-large band and an
http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/pablo-sanchez-chillon-
efficient transport system is not a smart city, unless it deve-
cittadino-e-spina-dorsale-della-smart-city-2/
lops an economy of knowledge, able to support citizens to
http://www.smartcityexhibition.it/
find new ways to improve their life.” [2] A smart city must not only be citizen-centred but also citi-
[2] Jon Kingsbury, “Creativity as the key of smart city process”
zen-driven.
Vanessa Postacchini interview, November 1 2nd, 2012, publish by website, http://smartinnovation.forumpa.it/story/69693/jon-kingsbury-la-creativita-
#LIVE
come-chiave-del-processo-smart-city
“The minimal condition for living must not only be synony-
http://smartinnovation.forumpa.it/
mous of occupying but also of taking care of a space, an environment, a landscape, trying to establish an exchange
[3] Paolo Mestriner, “Ailati. Riflessi dal futuro”, Skira, Milano, 2010
relationship amongst the parties involved, irrespective of their function.” [3]
[4] Karl-Filip Coenegrachts, “Ghent, towards a citizen driven Smart City” October 3rd, 2012, interview published by Smart City Exhibition website,
#CREATIVITY
http://www.smartcityexhibition.it/i-protagonisti/karl-filip-coenegrachts-
“Creative City” is an expression coined in the late 80’s by
ghent-2020-la-tecnologia-al-servizio-di-un-futuro-sostenibile/
Charles Landry and was source of inspiration for his book
http://www.smartcityexhibition.it/
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ENZO LO RE www.enzolore.net Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Taurus Working tools | Brain, Hands and Computer
Linearità è smart? La linearità è sinonimo di semplicità, che è sempre più difficile da trovare, ma che è il valore che sta alla base di uno stile di vita smart. Cervello del territorio; per questo tutte le strade portano alla Smart city? Nell’antichità tutte le strade portavano a Roma: il centro di un impero che vedeva nella sua capitale un punto fermo. Allo stesso modo oggi le città in cui viviamo sono il nostro punto di riferimento ed il territorio deve rispondere a cambiamenti sociali/culturali, reinventandosi con intelligenza. Quindi tutte le strade non portano alla Smart city ma tutte le strade sono la Smart City. Qual è la particolarità del souvenir della smart city? Sostituire a un monumento universalmente riconoscibile la normalità di una situazione quotidiana? Ogni individuo è artefice della propria vita e deve confrontarsi con le difficoltà e le sfide che incontra nel suo percorso. Ognuno è un piccolo eroe e combatte ogni giorno per arrivare ai propri obiettivi. Quindi tutti meriterebbero un monumento, anche solo il ricordo di un semplice momento di relax. Is linearity smart? Linearity is synonymous with simplicity, which is becoming rarer and rarer but it is also the value on which a smart lifestyle is based. Brain of the territory: is this why all road lead to the Smart City? In the ancient time, all roads led to Rome: the center of an empire which considered its capital a landmark. In the same way the cities we live in today are our landmarks and the territory must react to these sociocultural changes and evolve in a smart way. So not all roads lead to the Smart City but all roads are the Smart City. What is the peculiar aspect of the Smart City’s souvenir? The fact that a famous monument has been replaced by scenes of everyday life? Everybody is responsible for his own life and has to face troubles and challenges along the way. Everybody is a hero and fights every day to reach his goals. So everybody deserves a monument, even if it is just to remember a moment of relaxation.
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SMART CITIES #3 AGROPOLIS: AGRICOLTURA E CITTÀ
Innanzitutto bisogna soffermarsi su quella che è a tutti gli effetti una parabola: la parabola della civiltà moderna. Il mondo
Nel marzo 2002 la città di Shenyang, in Cina, ha dato il via
agricolo su cui per secoli si era strutturata la civiltà occiden-
alla realizzazione di un nuovo campus universitario. Il pro-
tale, con le città dove risiedevano i nobili, gli artigiani e coloro
getto si è dovuto confrontare da subito con un budget li-
che erano in cerca di libertà, contrapposte ai borghi rurali,
mitatissimo e con tempi realizzativi strettissimi. L’approccio
con le residenze contadine, le piccole chiese e la villa estiva
progettuale invece che stravolgere il sistema agricolo pree-
dei signori, un mondo che per secoli era rimasto pressoché
sistente si è fondato su di esso, tanto da farlo diventare un
cristallizzato, nel ‘700 iniziò drasticamente a scongelarsi,
assioma del progetto. Gli studenti oggi sono immersi nel
sino a crollare sul finire del secolo. L’800 fu poi il secolo che
paesaggio agricolo e il Golden Rice prodotto nel campus è
vide la crescita di una nuova classe sociale, la borghesia, e
divenuto il simbolo dell’università.
le città, che erano cresciute all’interno delle cerchia murarie,
L’uragano Katrina è stato uno dei più devastanti della storia
con le loro cattedrali, i mercati, i palazzi e le piazze, si tra-
e una delle aree più colpite fu quella dove risiedeva la comu-
sformarono ingrandendosi. La nuova classe dirigente aveva
nità vietnamita. La principale attività di quella comunità era
bisogno di appartamenti in città, dove abitare, e di altre resi-
la coltivazione. Katrina distrusse tutto. Nel 2007 s’intraprese
denze da subaffittare, ma soprattutto aveva bisogno di una
un progetto di ricostruzione di quegli orti. Il progetto preve-
città diversa, fatta di grandi isolati con un ampio affaccio su
deva l’integrazione tra colture locali e asiatiche, il tutto ac-
strada, spesso coperto da porticati, dove poter impiantare i
compagnato dalla realizzazione di un mercato coperto, dove
propri negozi. E allora Barcellona si ampliò su di un grande
ancora oggi possono essere messi in commercio i prodotti
reticolo di strade commerciali e residenze borghesi; a Parigi,
in eccesso.
Vienna, Milano, Napoli, vennero demoliti i vecchi limiti murari,
In Francia ci sono diverse esperienze di luoghi urbani in di-
furono prolungate all’interno del tracciato urbano le arte-
suso in cui le comunità locali stanno trasformando gli spazi
rie commerciali e l’ormai angusta città antica fu diradata e
inutilizzati in orti-giardini. È il caso della Place au Change-
bonificata.
ment, a Saint-Etienne, dove uno slargo tra due strade, sul
Ma se il XIX fu il secolo della borghesia, il XX è stato il secolo
retro abbandonato di un vecchio isolato, una cicatrice all’in-
della tecnica, della macchina e dell’industria meccanica, il se-
terno della città, è stato trasformato in un orto. Il progetto
colo che ha marcato la rottura definitiva con il vecchio mondo
prevedeva tre laboratori per i cittadini: uno di falegnameria,
agricolo. I borghesi comprando per due soldi i terreni passati
dove realizzare gli arredi progettati appositamente per il
dai nobili decaduti ai fittavoli, e costruendo grandi di fabbriche
giardino, uno di grafica e uno di giardinaggio.
su di essi, trasformarono definitivamente e inesorabilmente il
L’idea con la quale Milano si è aggiudicata l’Expo 2015, infine,
vecchio mondo contadino in un nuovo mondo operaio.
è stata quella di dedicare una manifestazione che tradizional-
Gli operai non potevano più vivere nei vecchi casamenti rurali,
mente era dedicata all’industria e alle scoperte scientifiche
nelle cascine e nelle stalle, e fu così che le città si ampliarono
all’agricoltura. Perché, quindi, dopo anni di oblio questo inizio
nuovamente e furono costruiti i quartieri operai. La produzio-
di millennio sembra essere caratterizzato da tanto interesse
ne cresceva a dismisura ed esse si gonfiavano richiamando a
per l’agricoltura? La riscoperta della terra e dei suoi prodotti
sè genti da ogni dove. Erano gli anni del boom economico e
è solo una moda passeggera o un serio fenomeno che si sta
il mito del benessere sembrava non avere fine. Ognuno pote-
sempre più radicando nella società civile?
va comprare ciò che voleva, compresa una nuova residenza,
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TEXT BY fabio pravettoni ILLUSTRATION BY giordano poloni
per tornare alla casa natale, trasformata in villaggio turisti-
denze, di palazzi, di costruzioni, oggi deve iniziare a guar-
co, durante le vacanze. Il denaro regolava la vita dell’uomo.
dare altrove. A Monaco di Baviera, per esempio, un gruppo
Persino l’architettura si era trasformata in un grande bazar
interculturale composto da architetti, urbanisti, sociologi e
commerciale! Alla tradizione e alla cultura architettonica si
agronomi, dal 2009 sta lavorando a nuove strategie di svi-
era sostituita la legge dello ¥€$ (yen, euro, dollaro), e così
luppo della città mediante un progetto volto a reintrodurre
le varie amministrazioni locali potevano chiamare le archi-
l’agricoltura all’interno dell’area metropolitana. Il gruppo ha
star, giapponesi, europee o americane, per farsi progettare
iniziato il proprio lavoro in un quartiere residenziale in forte
su misura il loro pezzo griffato di città. Nessuno pensava
e quasi incontrollata espansione, il Freiham, prevendendo
più all’agricoltura, nessuno pensava più agli orti: il fast food
un sistema di compensazioni attraverso la realizzazione di
aveva vinto.
una serie di orti, di fattorie, di piccoli ristoranti e di installazioni temporanee che fungeranno da nuovi catalizzatori
E invece di colpo tutto è cambiato. Di colpo quella città è
socio-agricoli per i residenti e non solo.
crollata come un castello di carta. Di colpo la crisi econo-
Fare architettura del paesaggio, fare architettura attenta al
mica, una crisi mondiale che per durata e vastità non era
paesaggio, quindi, oggi non vuol dire solo produrre edifici
mai stata vissuta in precedenza dall’umanità, ha fermato la
a basso impatto ambientale, per tutelare gli occhi roman-
parabola moderna. Il mito della rivoluzione razionale, e dello
tici di chi li osserva, ma significa anche progettare la nuova
sviluppo economico incondizionato si sono spenti e le città
città a partire da un suo nuovo utilizzo; significa pensare
e i loro abitanti hanno fatto, e stanno facendo, un’impen-
non solo ai parchi urbani come spazi di risulta, ma ai par-
sabile fino a poco tempo fa bagno di realismo e di umiltà.
chi urbani come luoghi attivi anche dove poter coltivare;
Tutti quei denari non ci sono più. L’architettura dello ¥€$
significa appropriarsi dei luoghi a margine, degli argini, ma
sta velocemente sciogliendosi come neve al sole e anche
non solo anche delle piazze e dei parchi, significa pensare
l’archistar deve scendere dal suo trono dorato.
a questi stessi spazi non solo come vetrina della città mo-
A questo punto che ne sarà delle nostre città? Cosa ne sarà
derna ma come punto di incontro, di scambio e perché no,
degli spazi pubblici quando non ci saranno più i soldi per re-
di sostentamento, e di nuovo sviluppo della città stessa.
alizzarli e curarli? Che ne sarà di queste nostre vecchie città che sono cresciute dimenticando l’agricoltura e la produzione industriale, per dedicarsi esclusivamente al commercio e alla finanza? Una trasformazione, in realtà, è già in atto e proprio da qualche decennio si sta riscoprendo la bellezza dell’agricoltura e dell’allevamento, dello slow food, non come moda postmoderna ma come reazione di necessità. E ormai sono molte le realtà in cui i cittadini stanno occupando quegli spazi che la finanza, dei grattacieli firmati, ha lasciato liberi. In Cina come negli Stati Uniti, in Francia come in Germania è già così e l’architettura, che per anni si è occupata solo di resi-
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AGROPOLIS: AGRICULTURE AND CITY
streets and houses, in Paris, Vienna, Milan, Naples the old walls were demolished, the commercial streets were exten-
In May 2002 the city of Shenyang, in China, started to build a
ded till the margin of the urban area and the old city center
new campus. The project had a very limited budget and had
was thinned out and renewed.
to be completed in a short timeframe. The planning ap-
But if the 19th Century was the bourgeoisie’s era, the 20th
proach, instead of destroying the pre-existing agricultural
century was the era of technology, of machines and mecha-
system, was based on it and that system became an axiom
nical industry, the century which marked the final break with
of the project. Students are now living in an agricultural
the old agricultural world. The bourgeoisie bought land from
landscape and the Golden Rice grown on the Campus has
the impoverished aristocrats at extremely low price and built
become the symbol of their University.
factories on it and by doing this they changed for good the
Hurricane Katrina was one of the most destructive hurri-
rural society into a new urban society.
canes in the history of the United States and one of the
The workers could not keep on living in the rural areas, in
hardest hit areas was inhabited by the Vietnamese com-
farms and barns, so the cities grew even more and new
munity. The main activity of that community was cultiva-
blocks for the workers were built. Production was increa-
tion. Katrina destroyed everything. In 2007 a project was
sing rapidly and the workers districts were swelling with pe-
launched to rebuild those vegetable gardens. Its purpose
ople from everywhere. It was a period of economic boom
was to integrate local and Asian crops and also to implement
and the myth of affluence seemed to be within everyone’s
a covered market where, still today, it is possible to sell the
reach. Everybody could buy whatever they wanted, inclu-
excess produce.
ding a new house to go back to their native town during
In France there are several examples of vacant urban land
the holiday season. Money was ruling everybody’s life. Even
which has been turned into gardens by local communities.
architecture was turned into a big commercial bazar! Tra-
This is for instance what happened in Place au Changement,
dition and architectural culture were replaced by the laws
Saint-Etienne, where an area between two streets on the
of ¥€$ (yen, euro, dollar) so the local councils could hire
backside of an old block, a scar inside the city, was turned
famous Japanese, European or American architects and let
into a vegetable garden. The project included three labora-
them project parts of their cities. Nobody was taking agri-
tories for the people living there: a carpentry where it was
culture into account any more, let alone vegetable gardens:
possible to make the furniture designed for the garden, a
fast food ruled.
graphic and a gardening lab. Milan won the Expo 2015 by dedicating an event to agricul-
Then suddenly everything changed. Suddenly that city
ture that traditionally had been dedicated to industry and
crumbled like a house of cards. Suddenly the economic crisis
scientific discoveries. Why then after years buried in oblivion
stopped the parable of the modern civilization, a worldwide
is agriculture arousing so much interest at the beginning of
crisis with a duration and a spread never experienced before
this millennium? Is rediscovering land and agricultural pro-
in the human history. The myths of the rational revolution
duce just a passing fashion or is it a serious phenomenon
and of the unconditioned economic development have fa-
becoming more and more relevant in the society?
ded and the cities and their inhabitants are rediscovering realism and humility. Money is no longer available. The ¥€$
First of all we need to think about what in all respects is a
architecture is losing its appeal and also the famous ar-
parable: the parable of the modern civilization. For centuri-
chitects have to step down from their golden thrones. So
es the agricultural world had been the basis of the western
what is it going to happen to our cities? What is it going
civilization’s structure, with cities and their population of
to happen to the public places when the local councils will
aristocrats, craftsmen and people who wanted to be free
not have the money to build and maintain them? What is it
in contrast to rural villages and their farms, small churches
going to happen to our old cities which grew without any
and mansions. That world which for centuries remained un-
consideration for agriculture and industrial production, and
changed started to fall apart in the 1700s and collapsed
are entirely dedicated to business and finance?
by the end of the Century. In the 19th century a new class emerged, the bourgeoisie, and the cities which had grown
A change has actually already started: since a few decades
inside their surrounding walls with their cathedrals, markets,
we have been rediscovering the beauty of agriculture and
palaces and squares became bigger and bigger. The new ru-
farming, of slow food, not just as a postmodern fad but as a
ling class needed houses to live in and to rent, and above all
necessary reaction. And by now many vacant areas among
they needed a different city made of big blocks with broad
ultramodern skyscrapers have been occupied by common pe-
windows facing the streets and often with exterior arcades
ople. In China, in the US, in France and in Germany it is already
under which to open their shops.
happening and architecture, which for years has only wor-
And so Barcelona grew on a vast pattern of commercial
ked on houses, palaces and buildings, nowadays has to start
FABIO PRAVETTONI / GIORDANO POLONI nu®ant
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taking other things into account. In Munich, for instance, an intercultural team of architects, city planners, sociologists and agronomists have been working since 2009 on new development strategies for the city which are centered on the reintroduction of agriculture in the urban area. Their first assignment was a project for Freiham, a residential area whose growth was rapid and almost uncontrolled. They created a compensation system by building farms, small restaurants, vegetable gardens and temporary installations which strive to be socio-agricultural catalysts for people living in that area and also in other districts. Landscape architecture today cannot be only focused on projecting buildings with low environmental impact in order not to offend the romantic eyes of a passer-by. It also means planning the new city starting from the new ways people are going to use it. It means that public gardens are no longer just empty spaces among the buildings, they are active places where people can grow their vegetables. It means not only taking possession of the areas in the outer city but also of squares and parks. It means thinking about these places not just as showcases for the modern city but also as places where people can meet, exchange things, cultivate and start a new development of the city itself.
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GIORDANO POLONI www.giordanopoloni.com Nationality | Italian Place | Milan Zodiac | Aquarius Working tools | Adobe Illustrator, Photoshop
Le tue immagini sembrano una provocazione. È uno sguardo disilluso a quell’idea posticcia di “green city” che ha a che fare più col marketing che con l’architettura? Più che disilluso, trovo che sia uno sguardo speranzoso talmente ingenuo da arrivare a immaginare qualcosa che è fondamentalmente impossibile, anche se alla fine ci credo. Inoltre io disegno in modo molto istintivo, quindi mi fai notare tu per la prima volta il fatto che non abbia inserito nessuna presenza umana; quelli che dovrebbero essere gli artefici alla base di questa “rivoluzione verde” non compaiono assolutamente, e questa in effetti potrebbe essere la nota negativa. Il mio pensiero riguardo a ciò è abbastanza disincantato, credo fino ad un certo punto nei buoni propositi dell’uomo. Per il resto, credo sia ancora un fattore materiale ed economico a spingere le cose nei grandi sistemi, chi ha fatto i soldi distruggendo il mondo, da adesso in poi, molto probabilmente li farà cercando di salvarlo. Che a ben vedere, in fondo, è comunque una visione ottimistica. É una sorta di “occupy” agreste, ma più che una denuncia trovo sia la normale evoluzione. Credo che la coesistenza tra agricoltura e città sia possibile e la vedo come la probabile svolta; immagino che forse si perderà quella separazione netta tra i confini metropolitani e il resto del paesaggio, e nel caso succedesse sarei curioso di vedere l’evoluzione di un piano di questo tipo. D’altra parte l’agricoltura, quando ha smesso di essere semplice necessità di sostentamento, è stata la rovina di molti paesaggi; non è solo la vecchia evoluzione architettonica-urbanistica a dovere e poter essere demonizzata. Una compenetrazione delle due cose potrebbe portare ad un punto di equilibrio. Your drawings seem to be a provocation. Is it a disillusioned outlook on the idea of a “green city” which is more related to marketing than to architecture? I am not disillusioned, I am full of hope and so naive that I can imagine things which cannot be real, even though I think they could. On top of that I draw without reflection, so I did not notice that I had not included any human presence till you told me so. The ones that should trigger this ‘green revolution’ are not even portrayed in my illustrations, and this can actually be the negative aspect. My idea about this is quite cynical, I do not believe in the good intentions of human beings. I think that money is the only factor that makes things move in the big systems: who became rich by destroying the world now will keep on earning money by trying to save it. If you think about it, it can also be considered an optimistic approach. It is a sort of rural invasion, but I do not consider it a denunciation, rather a normal evolution. I believe that coexistence of agriculture and city is possible, in my opinion it is the most likely evolution. I imagine that the net separation between urban area and the rest of the landscape will probably fade and if this happens I would like to see this kind of evolution. It is also true that landscape was severely distorted as well when extensive agriculture replaced subsistence agriculture. We cannot only blame the old architectural-urban evolution. A coexistence of agriculture and city in the same area can bring to a balance point.
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Drawing Emotions è un progetto che nasce per por-
Drawing Emotions is a project created to bring to
tare in primo piano la necessità di riscoprire la vici-
the foreground the necessity to re-discover our
nanza con il nostro pianeta, il piacere di esplorare
Planet, the pleasure to explore the environment
l’ambiente attraverso i sensi e la possibilità, per dir-
through the senses and the possibility, as Proust
la con Proust, di viaggiare nel mondo e nelle nostre
suggested, to travel the world and move inside our
città non aggiungendo “nuovi panorami” ma aven-
cities not just “adding new panoramas” but gaining
do “occhi nuovi”.
“new eyes”.
Al centro, l’idea della “tutela attraverso l’utilizzo”,
The project is based on design methodology for
ovvero la possibilità di valorizzare un’area o gli ele-
participation, social inclusion and social innovation
menti naturali che si trovano in essa attraverso la
and focuses on “protection through usage”.
partecipazione attiva delle persone, il coinvolgimento sociale e l’innovazione che parte dal basso.
Drawing Emotions is an online platform which provides the users with a collection of sensory tours
Drawing Emotions è costituito da una piattaforma
along the Italian landscapes, including both urban
online che offre una collezione di itinerari sensoria-
and natural contexts. A team composed of Natural-
li all’interno del paesaggio italiano, dagli ambienti
ists, Experts of Smells, Musicians/Experts of Sounds,
urbani a quelli naturali. Un team di naturalisti, di
works to set up high-quality selected paths based
esperti di odori, di suoni, di colori si occuperà di
on the senses.
creare percorsi basati sui sensi, qualitativamente
A specific online and on-paper Sensory Guide Book
scelti ed interessanti.
provides details about a collection of geographic
Una speciale Guida Sensoriale, disponibile sia in
locations and itineraries, the green ways to move
formato cartaceo che digitale fornirà dettagli ed
around, the guide available for a daily trip, an urban
istruzioni sulle diverse località, le modalità di tra-
trekking or a longer travel.
sporto green, le persone di riferimento per organizzare un gita giornaliera, un percorso di trekking
Data about the Green both from cities and parks
urbano oppure un intero viaggio.
come from the Public Administrations, which are due to constantly reporting and monitoring the con-
I dati sul verde pubblico collezionati dalle pubbli-
dition of green public spaces. Harvested information
che Amministrazioni alimenteranno il database,
supply the platform’s data.
ma tutti potranno contribuire ad arricchire i con-
Generic users can also enrich the data collection.
tenuti attraverso l’applicazione Draw My Emotion,
Using the App Draw My Emotion, they can create
creando i propri percorsi e condividendoli con gli
and share their customized paths.
altri utenti.
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Drawing EMOTIONS by Digital Distillery
Vedi la demo di Drawing Emotions! Enjoy Drawing Emotions’ demo!
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COVER: Alessio Sabbadini
NURANT BIMONTHLY ILLUSTRATION MAG IDEAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO DIRETTORE RESPONSABILE: FEDERICO CARUSO REDAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO / SONIA MION / FEDERICO CARUSO / MARCO CALINI / Filippo Cicciù / EMANUELA ZILIO / Filippo PETRECCA ART DIRECTION & PROGETTO GRAFICO: WWW.VENTIZERONOVE.IT MULTIMEDIA: DIGITAL DISTILLERY TRADUZIONI: MICHELA BRUSETTI / Paola Tursi / ALESSIA DOLCI ANNO DI CREAZIONE 2011 INFO: INFO@NURANT.IT / WWW.NURANT.IT AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO NUM. 443 DEL 3 AGOSTO 2011 TUTTE LE OPERE CONTENUTE IN QUESTO MAGAZINE SONO PROPRIETÀ DEI RISPETTIVI AUTORI. TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. ©
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