NURANT illustration mag
issue .19 MARCH 2015
ILLUSTRATORS NAKI valentina brostean shadi samari davide mottes juri agostinelli laura bagnera Matteo signorelli isabella bersellini tony rodriguez
EXtra
SUL MESTIERE DELL’ILLUSTRATORE / 1 BY ANDREA BOZZO È TEMPO DI IMMAGINE BY Diana Barbetta OROSCOPO ILLUSTRATIONS BY GIULIA SAGRAMOLA
Moda: «ho messo nel mondo tali ordini e tali costumi, che la vita stessa, così per rispetto del corpo come dell'animo, è più morta che viva». Operette morali, "Dialogo della Moda e della Morte", Giacomo Leopardi
Il Passato di Moda / Fancy Smoothies Di cosa parliamo quando diciamo «Io»? L'identità personale è un concetto complesso, su cui l'uomo si interroga probabilmente da quando il primo essere umano sulla Terra ha coniato una parola per esprimerlo. Senza la pretesa di esaurire una questione così spinosa, Nurant nel 2015 graviterà attorno a questa idea. Provando a studiarla da vari punti di vista, affiancando all'individuo altri aspetti della vita che in qualche modo contribuiscono a definirlo. Per cominciare, da qui il titolo che vedete in alto, il passato di moda. Senza scadere nel vintage, ché non ci interessa fare un numero sulle mode del passato, il “passato” è inteso qui come il frullato, la centrifuga sociale in cui tutti siamo risucchiati quotidianamente, che annienta il nostro Io e al contempo lo (ri)costruisce. Inevitabile sentirsi “a pezzi” dopo tanta decostruzione postmoderna. Ma è tempo di guardarsi allo specchio e farsi l'inevitabile domanda: «Io, chi siamo?». What are we talking about when we say “I”? Our own identity is a complex concept and people probably wonder about it since the first human being on earth coined a word to refer to it. In 2015 Nurant will explore this concept even though we know it is impossible to exhaust such a broad subject. Nurant will try to study it from different points of view, it will place side by side the human being and the aspects of his life which define him. To start with, as you can see in the title, the fancy smoothies. Our past is well represented by a smoothie, the social shake we are sucked into every day, which annihilates and rebuilds our ego at the same time. It is inevitable to go to pieces after so much postmodern deconstruction, but it is time to look in the mirror and ask ourselves the inevitable question: “Who am I?”
A cura di Federico Caruso
È TEMPO DI IMMAGINE
Quando si parla di Moda oggi si pensa inevitabilmente alla sua trasposizione visiva. Non ci sono media che hanno resistito al fascino di questo fenomeno: dalla carta al web fino ad arrivare al più importante veicolo del messaggio: ovvero l’uomo. Oggi lo stile lo detta la strada. Ieri erano i salotti elitari a farlo e i pittori ne traducevano gli umori. Patinati magazine, blog, adv di spot televisivi e web non fanno altro che emulare lo spirito della gente comune, quella che si mette in strada il mattino e va a spasso con la propria individualità. Quando si parlava di Moda ieri si pensava alla sua costruzione concreta. L’egemonia politica francese ne dettava le regole e l’Europa chinava la testa. Poupées de mode ed editoria da salotto distillavano buon gusto nelle ragazzine prima aristocratiche poi borghesi dalla nascita fino al tanto atteso debutto in società. Come un tempo lo erano le arti figurative, l’editoria è stata l’organo di maggior diffusione del fenomeno moda; l’avvento della litografia il suo strumento. È con lei che fanno il loro ingresso l’immagine e la figura dell’illustratore. Dalla prima metà dell’Ottocento le riviste in Italia dedicate al pubblico femminile si adornano sempre più di lustri con lo scopo di sopperire alla
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TEXT BY Diana Barbetta Diana Barbetta, originally from Puglia has been adopted by the city of Milan. Se was born in 1980. She studied art in the Bologna Art Accademy. Works for fashion editions and lives in Milan.
mancanza del visivo e di mettere in evidenza il significato di un fenomeno che di mondano ha solo l’ambiente che lo celebra. La moda è una cosa seria tuonava Gianna Manzini dalle pagine de “La Donna” (1935) e il giornalismo di moda se ne fa portavoce. Moda & Politica: un incontro / scontro che genera rivoluzioni fatte di inchiostro - stoffa - colore - forma raccontate nelle pagine de Il Corriere delle Dame (1804) dove si inneggia finalmente al cambiamento e si riconferma il potere politico della moda. Guerra, autarchia e do it yourself: una spinta per la nascita della Moda Italiana. Un’indipendenza culturale e stilistica conquistata con carta, matita e ingegno: da Renato Zavagli Ricciardelli, il René Gruau tanto amato da Dior e dagli editori di moda del Novecento alla sua contemporanea e altrettanto stimata Bruna Moretti, nota come Brunetta. E non solo, illustratori di moda sono stati anche i futuristi tra cui Giacomo Balla e Tullio Crali. Fino a giungere a illustratori come Antonio Lopez, Lorenzo Mattotti e Zoltan che illustrano magistralmente una delle riviste culto del nostro secolo: Vanity di Anna Piaggi. La moda è apparenza, messa in scena, spettacolarizzazione. La moda è mutevole come lo siamo noi. L’illustrazione? É il suo fermoimmagine.
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index 8 NAKI
14 valentina brostean 20 shadi samari 26 davide mottes 32 juri agostinelli 38 laura bagnera 50 Matteo signorelli 56 isabella bersellini 62 tony rodriguez
EXTRA 4 È TEMPO DI IMMAGINE BY DIANA BARBETTA 44 SUL MESTIERE DELL’ILLUSTRATORE BY ANDREA BOZZO 68 OROSCOPO illustrationS by GIULIA SAGRAMOLA
www.nakillustration.com
NAKI Nationality / Italian Place / Milan Zodiac / LIBRA Soundtrack / BTSTU - Jai Paul Working tools / mixed media
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Le riviste non passano mai di moda?
Are magazines ever out of fashion?
Che dire, speriamo che non lo facciano mai. Personalmente sono una grande amante delle riviste, credo che ormai abbiano smesso di essere dei media e si siano concentrate principalmente ad essere degli oggetti di design. Passo ore nelle edicole (soprattutto estere) a guardare quale sia la moda dell'ultimo momento, come lo fanno quale scelte, quali colori… tutto! Dal contenuto all’impostazione grafica. Sono come piccoli manuali.
Let's hope they'll never be. I really love magazines, I think they stopped being a medium to turn into design objects. I spend hours at the newsstands (especially abroad) to look for the latest style, the latest choices, the latest colors… everything! From the contents to the graphics. They're like little manuals.
Il personaggio della seconda immagine, che sembra essere passato in un frullatore di tatuaggi, potrebbe essere il simbolo del “passato di moda”: anche accumulare le mode è una moda?
Questo personaggio nasce come quasi tutti i miei ritratti da una persona reale. Che avrà oramai un centinaio di tatuaggi diversi su entrambe le braccia, piccoli ma molto armoniosi tra di loro. Questa persona ora non è della mia generazione, ha avuto una vita molto diversa da molti di noi, eppure quei tatuaggi nell’insieme parlano la mia stessa lingua, la mia stessa “moda”. Il tram sta alla moda come...
… Il barattolo alla passata! Se c'è un punto nevralgico di Milano (capitale della moda) dove tutti noi ci scontriamo, ci osserviamo, paragoniamo, ammiriamo, questi sono i mezzi pubblici. Se la moda e l'individuo sono una passata, il tram è il suo bel barattolo di vetro con tappo sottovuoto.
NAKI
The character in the second picture, who seems to have been through a tattoo-mixer, could be a symbol of "out of fashion": is piling up styles also a kind of fashion?
This character is taken, as almost all of my portraits, from a real person. He probably has around a hundred different tattooes on both of his arms by now, they're very little but very harmonious. This person doesn't belong to my generation, has had a very different life compared to us, but those tattooes altogether speak the same language I speak, the same “fashion”. The tram stands to fashion as…
… The jar stands to the tomato sauce! There's a focal point in Milan (one of the capitals of fashion) where everyone bump into each other, observe each other, compare each other, admire each other: public transportation. If fashion and people are the tomato sauce, the tram is its beautiful glass jar with the cap.
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www.behance.net/valentinabrostean
valentina brostean Nationality / SerbIAN Place / TUrin Zodiac / Scorpion Soundtrack / Pass This On - The Kinfe & Fever Ray Working tools / ADOBE Photoshop, manual drawing, painting
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NOME illustratore
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I tuoi lavori non sembrano riferirsi a qualcosa in particolare; sono il mondo in presa diretta?
Seems like that your illustration are not referred to something specific; are they something like the world in real time?
Il mio immaginario creativo è il riflesso di quello che vedo e provo, come un vortice che fagocita tutto e poi sputa fuori tutto nelle varie forme e espressioni che adopero. È un continuo processo di percezione, sentimenti e digestione – la mia arte è il prodotto digerito di emozioni, riflessioni e impressioni con un tocco di sogno ed immaginazione... Adoro aggiungere un tocco di surrealismo e magia in modo da farlo diventare paurosamente dolce! Probabilmente è solo il mio modo di capire il mondo in cui viviamo. Tutto è collage/montaggio perché tutto si tiene e si compenetra?
Penso tu abbia ragione. Penso il collage sia la migliore tecnica che possa usare per esprimere direttamente quanto siamo fragili. Penso che tutti gli uomini siano composti da elementi solidi, che si ritengono forti e compatti, ma invece, alla fine, sono così fragili! Il collage mi serve per fare queste “anatomie di corpo e anima” nella maniera migliore, mi permette di enfatizzare tutti i lati positivi e negativi di ogni tema, di costruire e smantellare tutti i miei personaggi in modo che abbiano un forte impatto per chi li guarda e per giocare come un bimbo componendo tutti questi dettagli insieme -penso che il collage sia un modo di fare caricature che mettano lo spettatore direttamente in contatto con l'illustrazione- poi può anche non piacerti, ma fa comunque impressione. In questo caso (le illustrazioni fatte per Nurant) non ho voluto solo presentare banalmente alcuni trend sui giovani, sottoculture come Hipster, zarri (tamarri), il “popolo dei selfie” o quelli con l'attitudine di voler essere come la “valletta di turno”. Ma anche di grattare sotto la superficie della mera estetica e scendere a patti con la mentalità di queste persone, la loro scala di valori, i loro interessi e le loro personalità. Volevo mostrare il loro stato mentale e il carattere, non solo i vestiti che indossano.. Sono il volto della società odierna e questa è la mia critica crudele :) Vedo street art, surrealismo, Arcimboldo… : la realtà è ricombinare gli elementi della realtà?
Esattamente, per me é come un gioco, mi fa sentire come un bimbo che prova a risolvere un puzzle con tantissimi pezzi! Penso sia il ruolo di ogni artista/illustratore quello di ridefinire che cosa significhi esattamente! Ovviamente tutti noi abbiamo la nostra peculiare prospettiva e percezione, responsabilità dell'artista dovrebbe essere quella di dare qualche suggerimento, qualche nuovo punto di vista, idee e approcci nuovi che aiuteranno le persone a vedere la realtà che conoscono con una nuova luce! L'arte non è mai esatta e ognuno la interpreta con un codice diverso, puoi mettere cinque persone di fronte alla stessa opera e ognuna vedrà o noterà qualcosa di diverso, sarà attratta da un dettaglio dello stesso artefatto - la bugia è la bellezza dell'arte :). Poi la mia realtà personale è quella del collage (anche nella vita reale, non solo nell'arte - una combinazione di cose differenti, bit e elementi, momenti e pezzi - penso quindi che il sentimento sia lo stesso quando creo -provo a mettere insieme i pezzi per creare la mia versione personale della realtà!). valentina brostean
My creative world is like an reflection of everything i see and feel, its like an vortex that swallows everything and then spit it out in various forms and medium that i'm using. It's an perpetous process of perceiving, feeling and then digesting - my art is that digested product of emotions, reflections, impressions, with a touch of dream and imagination… i always love to add a touch of magic and surrealism and make it kind of creepy sweet! I guess its just my way of understanding this world we live in… Everything is a collage/mix because everything is connected and permeate itself?
I think you're right, I feel collage is the best technique for me to express directly how fragile we are, i feel all humans seem composed from solid elements, all pretending so strong and compact but at the end - so easily breakable! Collage serves me to make this “anatomy of the body & soul” in an most obvious way, it allows me to emphasize all the positive and negative sides of every theme, to built and destroy all my created characters with the strongest impact for the viewer and play like a child with all those details put together - i think collage is some kind of caricature that puts spectator most directly to the subject - you may even not like it, but it always makes an impression. In this case (illustrations i did for nurant) i didn't want just to present some very obvious trends among the youth population, subcultures like Hipsters, Zarri (tamari), “Selfie culture” and “Valeta stars wannabe” attitude, but also to scratch a bit under the surface of plain presentation and deal with the mentality of those people, their scale of values, their interests and constructed personalities. I wanted to show also their state of mind and attitude, not just the fashion they are wearing… they are face of society today and this was my cruel critique of them…;) I can see street art, surrealism, Arcimboldo, etc… : reality is made by recombining same elements from reality?
Exactly, it's like a game for me, makes me feeling like a child trying to figure out the puzzle with so many pieces!:) i think this is role of every artist/ illustrator - to redefine what exactly reality means! Obviously we all have our own prospective and perception, responsibility of the artist should be to give us some hints, some new angles, some fresh ideas and approach that will help the audience to see the reality they know in a new light ! Art in never exact and every person interprets it in a different code, you can put five persons in front of one single art piece and each one of them will see or notice something different, will be attracted by a different detail from the same artwork - there lies the beauty of art…:) Then, my personal reality is collage (even in the real life, not just in my art - combination of many different stuff, bits and pieces, moments and elements - so i guess the feeling is just the same when i create - i am trying to put all those pieces together and create my own original version of reality!) MARCH 2015 /
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www.shadisamari.com
shadi samari Nationality / iraniane Place / Tehran, Iran Zodiac / capricorn Soundtrack / Canaan - Christophe Rezai Working tools / acrylic
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IT /
Come si ricollegano alla tua esperienza le illustrazioni che hai realizzato?
Questi lavori si basano sulla mia esperienza di vita, però alcune volte il modo di vedere cambia tra le persone. Non c'è modo di sfuggire all'omologazione?
Penso che se ognuno di noi in qualsiasi luogo e posizione riuscisse a conoscere se stesso e trovasse fiducia in sé potrebbe fare delle cose. Molti (me compreso) non sono in grado di decifrare l'alfabeto arabo. Che ruolo dai alla parola scritta nei tuoi disegni? È un elemento ornamentale o integra il senso dell'immagine?
Questa scritta persiana (iraniana) è una poesia, quindi non è solo un elemento ornamentale. EN /
How do your illustrations connect to your experience?
These works are based on my life experience, but sometimes the way of seeing things changes from person to person. Is there a way to escape general approval?
I think that if everyone of us, anywhere, got to know himself and find self confidence, he could do everything. A lot of people (including me) can't read the arabic alphabet. What is the role of written words in your pictures? Is it an ornamental element or does it complete the sense of the image?
That Persian writing (Iranian) is a poem, so it's not just only an ornamental element.
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shadi samari
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www.behance.net/davidemottes
davide mottes Nationality / ITALIAN Place / Milano / Fai della Paganella Zodiac / Aquarius Soundtrack / Better man - Pearl Jam Working tools / Pencil Grip Plus Faber-Castell 0.7 mm, block A4 “Schizza e Strappa” Favini 50 gr, MacBookPro 15"
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“Ogni numero ha un significato”. Dietro i colori vividi e le forme squadrate di queste tavole c’è il mondo degli anni ’90. Davide Mottes usa le icone più importanti della sua generazione per descrivere il significato del concetto di moda secondo lui. Comunicazione e tecnologia: “Il Nokia 3310 è il modello di telefonino che ogni ragazzo e ragazza possedeva negli anni ’90”. La musica è rappresentata attraverso gli 883: “I loro primi album sono diventati un icona pop e un manifesto sonoro dell'Italia anni ’90”. Uno dei calciatori più alla moda di sempre, David Beckham, è il protagonista di una delle tavole. Secondo Mottes: “Il numero 7 del Manchester, squadra dove si affermo è diventò il calciatore globale, ha un significato particolare: è la maglia più ambita dai giocatori di quel club”. EN /
“Every number has a meaning”. Behind these vivid coloured illustrations and squared shapes there is 1990s word. Davide Mottes uses the most important icons of his generation in order to describe what the concept of fashion means to him. Communication and technology: “Nokia 3310 is the most important mobile phone model for 90s teens”. 883 (Italian 90s cult pop band) represents music: “Their first albums have became pop icons and we can consider them as an Italian 90s pop music manifesto”. One of the most fashion footballer in soccer history, David Beckham, is the main character of one of the illustrations. According to Mottes: “Beckham has became a global footballer while playing in Manchester football club and the number 7, his number, is still the most valued and requested among Manchester footballers”.
davide mottes
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www.behance.net/juriagostinelli
juri agostinelli Nationality / Italian Place / Amsterdam Zodiac / Taurus Soundtrack / Saturn Strobe - Pantha du Prince Working tools / Hand, Pen, ADOBE Photoshop, Cintiq
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Le tue figure sono avvolte da colori scuri: le mode gettano sempre ombre così cupe sugli uomini?
Your figures always have dark colors: do trends always cast such dark shadows on men?
No, non sempre. Ho voluto sottolineare il lato negativo di alcune mode che ci portano ad essere più indifferenti, distaccati e chiusi in noi stessi. L'esser sempre connessi e reperibili ci allontana dalla realtà e ci rende asociali. In metro, in autobus, al cinema, al lavoro… a qualsiasi ora ci troviamo a scrollare infinite pagine mutimediali a volte senza interesse. Altre volte ostentiamo atteggiamenti (come il fumare) che non ci appartengono, ignorando i nostri reali bisogni.
No, not always. I wanted to stress the negative side of some trends which make us more and more indifferent, detached and absorbed in our thoughts. The fact that we are constantly connected and reachable keep us off the real world and makes us asocial. On the subway, on the bus, at the movie, at work… at any time of the day we are scrolling endless multimedia pages, sometimes without any interest. On other occasions we put up attitudes (smoking for example) which do not belong to us, ignoring our real needs.
In un disegno lo smart phone è il focolare, in un altro i device tecnologici sono l’unica fonte di luce: è il buio del vuoto umano quello che è diffuso nelle tue illustrazioni?
In one of your drawing, the smartphone is the hearth, in another one the technological devices are the only source of light: are you representing the darkness of human void in your works?
“Vuoto umano” è un termine un po' esagerato, ma hai colto l'idea. Parlerei più di insicurezza e confusione. Abbiamo costantemente bisogno di feedback, like, commenti, di qualcosa che ci faccia sentire importanti e sensati. Tutto ciò che viviamo deve sembrare eccitante. Mangiare una pizza, bere con gli amici... tutto contribuisce a costruire le nostre “identità virtuali”, svuotando, in qualche modo, quelle “vere”. C’è una grande economia di colori nei tuoi lavori: credi che questa parsimonia dia più forza all’immagine?
Assolutamente si. Ho deciso di utilizzare pochi colori per sottolineare il contrasto tra i diversi elementi rappresentati e conferire un mood più cupo, focalizzando l'attenzione sui punti principali, come lo schermo e la sigaretta. Il tema proposto, unito ad alcuni vissuti di questo periodo, ha sicuramente favorito la scelta di queste tinte.
juri agostinelli
“Human void” is a bit extreme but you got the point. I would rather use the word insecurity and confusion. We constantly need feedback, likes, comments, we need something that makes us feel important and meaningful. Everything we experience must seem exciting. Eating a pizza, having a drink with friends… everything contributes to create our “virtual self”, and drains our real one. You are not using many colors in your works: do you think that by doing so images become stronger?
Definitely. I decided to use few colors to highlight the contrast between the different elements I represented and to give a darker mood. The attention must be focused on the main points, like the screen and the cigarette. The subject and some personal experience I went through recently has certainly encouraged this color selection.
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www.laurabagnera.com
laura bagnera Nationality / Italian Place / Palermo / Milan Zodiac / LEO Soundtrack / Veleno - Ghemon Working tools / Ink, ADOBE Photoshop
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Tanti vestiti diversi e tante persone indistinguibili: tutti gli uomini sono uguali davanti alla moda? Seguire le indicazioni della moda potrebbe essere un modo per farsi notare come persone di stile, di buon gusto, ma spesso, se ci riflettiamo bene, può essere un modo per nascondersi, quasi come una foglia in una foresta. Forse perché c’è la paura, sempre esistente nell’uomo, di confrontarsi con la propria identità, di scegliere, di rischiare la disapprovazione degli altri, di mettersi in gioco insomma… I vestiti ci coprono o ci cancellano? I vestiti ci coprono, nel senso che ci proteggono ma a volte possono arrivare a cancellarci, perché diamo loro la possibilità di etichettarci. Sotto il vestito niente: siamo uomini o manichini? Siamo degli uominichini. EN /
Many different clothes and many undistinguishable people: are people equal when it comes to fashion? Following the fashion can be a way to be recognized as persons with style, with good taste but, if you think about it, it can also be a way to hide, like a leaf in the forest. Maybe because of the ancestral fear to face our own identity, to choose, to risk disapproval, to take a risk… Do clothes cover us or erase us? Clothes cover us, in the sense that they protect us but sometimes the can erase us because we allow them to tag us. There is nothing under the clothes: are we human or are we dummies? We are Humanummies.
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SUL MESTIERE DELL’ILLUSTRATORE TEXT BY ANDREA BOZZO Born in Turin, he worked in agencies between 1990 and 1997. In 1997 he started his own agency in branding, editorial, business communication and illustration area. He worked for mani clients like The New York Times, Vanity Fair, La Repubblica, Feltrinelli, La Stampa, il Sole24Ore, Corraini Editions, Oviesse, Gruppo Coin, Mimaster Milano, Bologna Children Book Fair and Festival letterario dell’Argentiera.
1st PART
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1a parte
Gioca tutto sull’evidenza, attieniti ai fatti, rispondigli botta a botta, nel modo che meglio ti pare: Grazia, disperazione o ironia. (Giovanni Giudici, Le tigri)
È andata così. C’è stato un tempo in cui tutto sembrava abbastanza ordinato, Torino si consegnava a un’immagine provvisoria e immutabile con una certa voluttà, come un condannato consapevole di meritare la sua condanna. Una città che respirava a tempo con la fabbrica e da cui fuoriusciva fumo, spirito di corpo e sussulti dolorosi. Era un piccolo mondo, non so se antico, che funzionava secondo regole non scritte dove le identità si sovrapponevano, confuse e aggrovigliate, tenute insieme da invisibili fili che col tempo si sono irrobustiti o assottigliati. No, nessuna nostalgia, anzi, la memoria gioca brutti scherzi e deforma le sensazioni. Solo che a un certo punto è cambiato tutto e non so se eravamo pronti. Il racconto dei miei inizi difetta di trama, non ho precoci colpi di genio nel mio repertorio né un passato da enfant prodige con cui impressionarvi. All’inizio degli anni ’90 andavo a bussare alla porta di agenzie di pubblicità spesso più improvvisate di me, dove si faceva di tutto, dagli storyboard agli esecutivi, dagli spot all’impaginazione. Un incedere alla cieca in cui mi trovavo a fare i conti con le frustrazioni e le speranze tipiche di chi non ha ancora chiaro cosa sarà. Come Torino. Indecisa tra la nostalgia della Company Town in declino e l’aspirazione della metropoli che non era mai stata, ma consapevole della necessità urgente di reinventarsi. In quegli anni intanto l’Iraq invadeva il Kuwait, a Berlino veniva chiuso il Checkpoint Charlie e il sistema politico ed
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economico italiano stava per essere spazzato via. Insomma, tutto il mondo era in movimento e nessuno ci capiva molto, dopo anni immobili uno strattone della Storia aveva sparpagliato le carte. Se guardo i lavori di allora (con un misto di tenerezza e pudore) mi rendo conto che eravamo dentro una rivoluzione concettuale radicale che con freddezza, escludeva chi ci aveva preceduto. Sul terreno rimanevano come vittime sacrificali, professionalità obsolete, in un processo talmente rapido che escludeva la possibilità della nostalgia o la rivendicazione. Per contro si apriva davanti a noi, famelici coloni inebriati di futuro, la terra promessa delle opportunità. In altre parole, tiralinee, ingranditori, Letraset e fotocolor venivano sostituiti da software che trasformavano processi e risultati, rivoluzionavano il mercato, stravolgevano il rapporto con il tempo e lo spazio. Eravamo immersi in una corrente impetuosa che, ora lo so, sopperiva con l’energia inerziale alla mancanza di lucidità. Una volta saltate le chiuse che regolavano i flussi, l’acqua delle soluzioni creative è tracimata in mille rivoli, quasi tutti assorbiti dalla terra. Schiacciare il tasto delle maiuscole offriva a tutti, democraticamente, righe dritte e cerchi perfetti. Sfrontate, le gabbie di impaginazione si facevano sempre più ardite irridendo le rigidità plumbee a cui si era stati costretti per anni. Solo i caratteri tipografici resistevano come guardiani del passato, almeno fino a quando non comparvero le sperimentazioni urticanti di Emigre e Neville Brody (per citarne alcuni) a scuotere gli animi più sensibili. Potevamo sbagliare con disinvoltura. Come ragazzini gioiosamente irresponsabili, a colpi di “Mela Z” ci siamo liberati dell’ombra ingombrante dei padri per spiccare il volo. Chi è rimasto fermo ha visto le barchette fragili prendere il largo, certo alcune sono colate a picco, ma quante col tempo son diventati velieri, traghetti, transatlantici o incrociatori. Sfogliate un Annual qualsiasi di quegli anni se non ci credete. Ero assorbito da questa rivoluzione silenziosa che ritrovavo anche nella mia città.
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SUL MESTIERE DELL’ILLUSTRATORE — text by ANDREA BOZZO
Il piombo abbandonato nei cassetti non era solo dei caratteri tipografici, Torino si scrollava di dosso Dickens per tuffarsi in una dimensiona inedita, esponendo la propria identità con ingenua generosità. Tutti cercavamo le coordinate, era facile perdere la strada di casa e rimanere in balia dei venti. Chi si è specializzato, chi ha accettato la complessità ha rimesso in moto la Storia e si è infine riconciliato con i padri perduti. Così come il nostro lavoro anche Torino è diventata più leggera, perdendo progressivamente le sue strutture pesanti. Ora si cammina lievi per le strade non più deserte; con un’indubbia forzatura stilistica si potrebbe dire che la linea (di montaggio) sia stata sostituita da molteplici punti d’incontro. Ma la ricchezza del policentrismo esige il suo prezzo. Sfilaccia legami e prossimità lasciandoci frammentati. Il frammento su cui mi trovavo io era il lavoro di graphic designer: marchi, house organ, brochure, corporale identity, infografica. Ma era, appunto, un frammento. Cercavo qualcosa che mi tenesse unito, un senso che trascendesse la tecnica. Non vorrei essere frainteso, non stavo cercando di salvare il mondo né mi sentivo in missione per conto di Dio. Sto parlando di porsi in una posizione articolata con il mondo esterno, il contesto mi parlava e io avrei voluto avere risposte all’altezza. Come scrive Giovanni Giudici, “la natura non ammette vuoti, ci pensa lei a inventarti i trabocchetti”, e sono state le persone con il loro tenace desiderio di raccontarsi a tendermi l’imboscata. Mi accorsi con stupore che ero sempre meno interessato ai virtuosismi e sempre più attratto dalle narrazioni. Quello che stavo cercando iniziavo a intravederlo. Volevo costruire luoghi di racconto e ogni mezzo era buono.
[continua sul prossimo numero…]
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matteosignorelli.tumblr.com
Matteo signorelli Nationality / Italian Place / Milan / Pesaro Zodiac / Libra Soundtrack / In the Still of the Night - The Five Satins Working tools / Coffee, Adobe Photoshop
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Trovi così diversa una tradizione come la foto di famiglia e la moda del selfie?
Do you consider the tradition of the family portrait and the selfie very different?
In realtà, no. Mi chiedo a questo punto come sia cambiato il concetto di rappresentazione. Di certo è cambiato l’approccio all’immagine e il pensiero che sta alla base della sua elaborazione. Che questo sia diventato un nuovo modo di pensare la cultura delle immagini non nega che il termine “tradizione” possa comunque essere il più adatto. Sono i tempi e le modalità che si sono modificati raggiungendo livelli di saturazione del vedere esagerati. Basta poco, davvero poco, affinché un evento microscopico diventi, attraverso una pratica più o meno consapevole, un importante fattore della e nella collettività. Ripenso alle foto di famiglia post-mortem di fine ‘800 e al contempo quelle dei turisti che si facevano dei selfie davanti alla Costa Concordia ribaltata. Cosa è in fondo una tradizione, visto che così abbiamo deciso di chiamarla, se non un modo di ri-pensare e di rimettere in scena la vita?
Actually I don’t. I wonder how the concept of portrait has changed. For sure the approach to images is different and also the concept behind their elaboration. There is a new way of thinking the image culture, and even if it may seem contradictory, we can call it a new tradition. What has changed are time and ways. It doesn’t take much for a microscopic event to become an important factor for society. I am referring to the post-mortem family pictures of the 19th century and also to the selfies taken by tourist with the sunken ship, the Costa Concordia. What is a tradition, if not a way to re-think and re-play life?
Perché un bambino dovrebbe essere più rispecchiato da un costume di orsetto (con cui è difficile venga a contatto) che da un social network che frequenta ogni giorno?
Credo il mio intento principale sia stato solo quello di rimarcare una differenza che con il tempo si fa sempre più sottile perché una componente finisce per dominare l’altra. Sicuramente oggi tutte le piattaforme sociali rappresentano i canali più accessibili per un’immediata autodefinizione. Tutti vedono tutto e dicono su tutto senza poi capire veramente in quale direzione si stia andando. Io mi ci metto dentro, sia chiaro. Probabilmente nessun bambino si metterebbe quel vestito vecchio e infeltrito da panda e nessun altro, allo stesso modo, sceglierebbe un pesantissimo Nokia 3310 rispetto ad uno smartphone di ultima tecnologia, ma questa differenza sottile c’è. O meglio, mi rincuora pensare che ancora possa esistere da qualche parte e non si tratta di volere fare i nostalgici o “i fuori tendenza” per forza, ma semplicemente di avere una consapevolezza ed eventualmente anche un pensiero critico (perché no?) su come i tempi siano già cambiati da un pezzo e come lo stiano facendo giorno dopo giorno. Libertà di parola certamente, ognuno ha i propri costumi nella soffitta. Io quello da orsetto impolverato l’ho avuto e grazie a dio ce l’ho ancora.
Why should a child be better represented by a bear costume (considering it is unlikely for him to ever meet a bear) than by a social network he uses every day?
I think my main target was just to stress a difference which is fading away because an element is going to dominate the other. For sure nowadays all social networks are the easiest accessible way to an immediate definition of ourselves. Everybody can see and write everything without really understanding which direction we are taking. Myself included, of course. Probably a child would not wear that old bear costume, just like it would not choose a heavy Nokia 3310 if he can have a smartphone, but this slight difference still exist. Or at least I like to think it does, and not because I want to be nostalgic or fashion free at any costs, but just because I believe I still have a critical mind about how times have changed and how they keep on changing every day. Freedom of speech, everybody has his own costumes in the closet. I did wear the bear one and thanks god, I still have it. Don’t you think that a smartphone is a much more powerful weapon than a gun?
My answer could be: “I am not sure, it depends on your purpose”.
Non credi che lo smart phone sia arma di gran lunga più potente di una pistola?
Potrei risponderti:”Non ne sono certo, dipende dagli intenti”.
Matteo signorelli
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isabella bersellini Nationality / Italian Place / Parma Zodiac / Pisces Soundtrack / Sitting on our crane - Pond Working tools / Digital painting
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In che modo i soggetti rappresentati si collegano al concetto di “moda”? Forse rifiutandolo in favore di un mondo più “intimista”?
In what way are the portrayed subjects connected to the “fashion” concept? Maybe by refusing it in favor of a more “intimate” world?
Credo che nessuno ormai sia esente da mode o azioni sociali, anche i più introspettivi, forse perché abituati ai social network, sarò banale, ma dell'intimo è rimasto poco e niente. La stessa emotività è trampolino per mode e comportamenti specifici per sentirsi inseriti in un gruppo. Poi ovvio qui si generalizza. Ci sono ancora quelli che piangono in segreto nella propria cameretta, guardando Bambi.
I think no one can escape fashion or social actions, even the most interspective ones, maybe because we're so used to social networks, I could sound trivial, but there's very little “intimate” left. Emotion itself is a channel for styles and specific behaviors to make you feel part of a group. Then, of course, I'm talking in general here. There are still those who secretely cry in their bedroom watching Bambi.
“Essere” è sinonimo di “essere sociali”?
Is “to be" a synonymous for “to be social”?
Siamo nati per essere esseri sociali, ogni disciplina, dall'arte, alla musica, passando per la letteratura è fatta per lasciare, decifrare e comunicare un messaggio. “Essere” rappresenta la necessità di rapportarsi agli altri e condividere, per evitare di esplodere. C'è anche chi comunica senza farsi capire.
We where born to be social; every subject, from art, to music, to literature, is made to express, decode and communicate a message. “To be” represents the need to relate to others and share not to explode. There's also people who communicate with no intention to be understood.
I tuoi disegni sembrano incentrati sul ricordo: è il passato a non passare mai di moda?
Il passato è la storia che ci appartiene. La crescita, ciò che abbiamo imparato e visto ci rimane addosso e si ripercuote sulle scelte, dall'abbigliamento, ai gusti musicali, a ciò che ci fa ridere. Le mode esistono e ci saranno sempre. Ognuno le vive secondo quello che ha sperimentato. A parte i gabber.
isabella bersellini
Your drawings seem to be centered on memories: is the past never out of style?
The past is the story we belong to. The growth, what we've learnt and seen, stays inside of us and affects our choices: clothing, music, what makes us laugh. Styles exist and will always be there. Everyone lives according to what he's tried. Except for the gabbers.
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tony rodriguez Nationality / American Place / Tampa, Florida Zodiac / Cancer Soundtrack / Ain’t Nobody - Chaka Khan Working tools / Wacom tablet, ADOBE Photoshop
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Nei tuoi disegni gli uomini sono manichini (o pezzi di manichini): è la moda la responsabile di questa trasformazione?
Men are dummies (or pieces of a dummy) in your works: is fashion responsible for this transformation?
Si, i manichini rappresentano l’uomo. Con queste immagini, tuttavia, voglio far caprie a chi le guarda che l’individuo o la moda non sono responsabili della mancanza di individualismo dell’umanità. È l’umanità che ha perpetuato e creato tendenze che originariamente avevano un significato, ma che poi lo hanno perso ed infine riacquistato nuovamente. Gli uomini sono i responsabili della nostra mancanza di individualismo. L’evoluzione della moda è come le incisioni all’acquaforte di Ellen Day Hale. Ad un certo punto la società americana le considerava il prodotto di una tecnica da bottega, non piu’ degne di nota di un ferro di cavallo. Lo aveva deciso la società. Nello stesso periodo Rembrandt stava creando lo stesso tipo di opere in Europa e sial il pubblico sia la critica le consideravano arte di alto livello. I critici hanno il potere di definire cosa sia arte di alto livello e cosa no. Tutti sono stati formati da questo ciclo o forza perpetua che esiste fin dagli inizi dell’esistenza dell’uomo e quindi ogni possibilità che avevamo di essere individui unici e indipendenti è stata distrutta e noi siamo stati ricostruiti nella sua immagine.
The mannequins are meant to represent man, yes. However, with these images, I want the viewer to understand that the individual or fashion as a whole is not responsible for humanity’s lack of individualism. Man kind as a whole has perpetuated and created meaningful trends that become meaningless and then meaningful again like clockwork. Human beings are responsible for our lack of individualism. The evolution of fashion is much like the etching work of Ellen Day Hale. At one point, her etching was considered an “Arts & Crafts” technique, no more important than a horse shoe in our American Society. Society had decided this. Also at that time, Rembrandt was creating the same kind of work overseas and the critics and viewers ate it up as “high art.” The critics have the power to determine what is and isn’t considered “high” art. Everyone has been shaped by this perpetual cycle or force that has existed since the dawn of man, and therefore any chance we had at being our own unique and separate beings form society were destroyed and we were rebuilt in its image.
Cosa cerchi di evocare utilizzando il motivo dell’universo come background per le tue illustrazioni?
What do you aim to evoke by using a cosmic subject as the background of your illustrations?
Spesso al centro di ogni composizione, il manichino d’oro appare in tutti e tre i panelli e simbolizza l’arroganza dell’uomo. Crediamo di essere la specie d’oro, intoccabile e indistruttibile, il centro dell’universo. Tuttavia, praticamente sempre scopriamo di essere i peggiori nemici di noi stessi. Nel primo pannello verticale, non è chiaro quale forza controlli l’umanità. Nel secondo pannello vediamo che è l’umanità che ci guida nei processi ciclici di nascita e distruzione. Noi stabiliamo i limiti, le etichette e le regole che ci costruiscono e ci distruggono. Ci sono due motivi per i quali ho scelto questi elementi cosmici: volevo ritrarre l’uomo come creatura piu’ grande dell’universo e allo stesso tempo rappresentare l’insignificanza dell’uomo.
Often at the center of each composition, the golden mannequin appears in all three panels symbolizing the arrogance of man. We believe that we are the golden, untouchable, indestructible species; the center of the universe in most instances. Although, on almost every occasion, we find that we are our own worst enemy. In the first vertical panel, it’s unclear as to what force is controlling man kind. In the second panel, we see that it’s in fact man kind guiding us through the cyclical pattern of birth and destruction. We set the boundaries, price tags and rules that build and destroy us. Overall, there are two reasons why I chose these cosmic elements. I wanted to portray man as being larger than the universe and also to display the insignificance of man.
Cosa significa “Ikken rage”? Una ribellione?
What does “ikken rage” stand for? A rebellion?
“Ikken rage” accompagna il titolo delle serie in 3 parti, “Le Parabole dell’Uomo”. Ha una connotazione comica, per mio personale divertimento. È un gioco di parole che crea un vocabolo visuale e irriconoscibile che suona molto come manichini, Man-ikkini. Il significato è letterale e esposto in senso astratto. La parola “rage” (rabbia) nel titolo richiama certamente una consapevole, necessaria e molto probabile ribellione in tutti gli aspetti dell’umanità. Questa serie è una critica all’umanità con un po’ di luce in fondo al tunnel. Detto cio’, lo scopo della parola rabbia, benchè intensa e spesso associata a terrore, paura e distruzione, è anche quello di rappresentare l’idea di un brusco risveglio e di dare speranza per il futuro dell’umanità. Si’, la serie è basata su molte delle mie convinzioni personali sul modo in cui trattiamo gli altri e su come stabiliamo le regole della società. Tuttavia, c’è sempre spazio per la fede.
Ikken rage is meant to accompany the title of the 3 piece series, ‘The Parables of Man’ in somewhat of a comical sense for my own personal amusement. A play on words and misspelling to create a visual, unrecognizable word that when smashed together sounds a lot like mannequin; Man-ikken. The meaning is quite literal, displayed in a kind of abstract sense. Finalizing the title with the word rage definitely has to do with a conscious, necessary and very possible rebellion in all aspects of humanity. This series is a critique on humanity with a bit of light at the end of the tunnel. With that said, the purpose of the word rage, although intense and often associated with terror, anger and destruction, is also meant to represent the idea of a rude awakening or to instill hope for the future of man kind. Yes, this series is based on many of my own personal beliefs in regards to the way we treat one another, the way we set the rules for society. However, there’s always room for faith.
tony rodriguez
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OROSCOPO DEL TRIMESTRE: / APRILE / MAGGIO / GIUGNO illustrazioni: giulia sagramola testi: matteo liuzzi
si presenterà lo strano fenomeno di quelli che la stampa chiama “ladri di frizioni”. Tutti pensano a ladri che rubano le frizioni delle automobili, invece sono persone che si introducono subdolamente nelle famiglie e appianano tutti i momenti di frizione che poi portano al litigio. La vita scorre serena per tutti, eccetto per te che, non avendo una famiglia, devi risolvere da solo tutte le pratiche legate ai contenziosi tra vicini ormai avviate e che, per burocrazia, non si possono più fermare.
LEONE, /23 LUGLIO - 23 AGOSTO
GEMELLI, /21 MAGGIO - 21 GIUGNO ARIETE, /21 MARZO - 20 APRILE
Durante una cena, ti arriva l’invito a un evento di facebook: la festa del Commissariato di Polizia vicino a casa tua. Di solito ignoreresti la cosa, ma i presenti alla cena sono così noiosi che hai un moto di orgoglio geolocale e metti “partecipa”. L’evento è due giorni dopo, ma tu esci a bere un aperitivo di troppo e non hai più voglia di andare. È vero, fai brutta figura, ma te ne freghi: tutti sanno che facebook non conta nella vita reale. L’unico a non saperlo però sono gli anziani che hanno organizzato la festa. Allora si offendono e, visto che l’evento è andato deserto, convincono i Poliziotti a metterti il telefono sotto controllo e poi divulgano le tue conversazioni su Whattsapp mandando a rotoli la tua vita privata.
Domenica mattina, Urano entra in poligono con Plutone e gli spara, uccidendolo. Così, ti svegli e scopri di essere così noioso che persino il cane di ceramica che tua madre ha nell'ingresso, quando vai a pranzo la domenica, preferisce uscire con le badanti ucraine o andare al Mc Donald's con gli altri cani di ceramica a giocare a scala 40. La cosa fa dispiacere molto tua madre. Perché lei non ci può andare.
VERGINE, / 24 AGOSTO - 22 SETTEMBRE
CANCRO, /22 GIUGNO - 22 LUGLIO
TORO, /21 APRILE - 20 MAGGIO
Fra due settimane, per te Mercurio finirà in calcio d’angolo. Cosa significa? Nella via in cui abiti, NURANT MAG / issue 19
Due giorni dopo aver letto questo oroscopo, scopri che la tua dolce metà è, per te, molto di più: almeno ¾! Così capisci che, negli ultimi 6 anni, le tue decisioni migliori sono state prese da lei. Ti ribelli, vi lasciate e dopo due giorni decidi di acquistare un’auto diesel del 1984 che si rompe ogni 10 km. Quando ti rendi conto che non puoi tornare indietro sui tuoi passi poiché il tuo ex partner è ormai il partner di qualcun altro, piangi seduto al buio di un box di periferia. Tuttavia, se non leggi questo oroscopo, non ti succederà niente. Troppo tardi?
Per anni hai creduto di avere un talento nascosto, ma ora hai scoperto di aver solo sprecato energie nel cercarlo, per di più a scopo di lucro. La verità è che avresti dovuto di più preoccuparti per la tua dieta: hai il colesterolo alto tanto quanto il desiderio (ormai irrealizzabile) di una colazione a base di pancetta fritta nel miele. Nel prossimo trimestre, imparerai una grande lezione: è meglio un dubbio con buone basi che lo sostengono, piuttosto che la verità. Almeno possiamo sperare che la realtà sia diversa.
Il cucciolo che pensavi di aver perduto da bambino ricompare all’improvviso sullo zerbino di casa tua. Ti commuovi come mai nella vita, ma poi scopri che è la reincarnazione di Andreotti. Prima ti disperi e pensi addirittura di abbandonarlo, poi accetti la cosa e lo prendi come consulente per le prossime collaborazioni da freelance. Il tuo lavoro decolla e tu diventi ricco.
Per questo trimestre, il giorno fortunato è mercoledì, ore 20.30, canale 781 del digitale terrestre. Vuoi sapere qual è la ricetta della felicità? Anche io.
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BILANCIA, /23 SETTEMBRE - 22 OTTOBRE
Da settimana prossima, decidi di ubriacarti ogni giovedì sera in compagnia della vedova del terzo piano del tuo palazzo. A te questo appuntamento piace molto, ma i tuoi amici ti prendono in giro. Decidi allora di non andarci più: i tuoi amici approvano la tua scelta, ma la vedova soffre molto. Per tenere insieme baracca e burattini, tu e la vedova trovate la felicità ubriacandovi in maniera clandestina il sabato sera con la scusa di andare alla messa vespertina.
SCORPIONE, / 23 OTTOBRE - 22 NOVEMBRE
Il Gruppo d’Acquisto Solidale in cui ti ha coinvolto il tuo migliore amico nasconde un racket ortofrutticolo. Ogni mattina, a turno, andate a chiedere il pizzo agli anziani degli orti comunali che vi pagano in ortaggi di stagione. Pensi che la cosa sia male e vuoi far esplodere il bubbone denunciando il gruppo alla Polizia, ma la frutta è buona e diventi una cattiva persona ma ben nutrita. A settembre, con la mente riposata dalle vacanze, si vedrà.
GIULIA SAGRAMOLA
SAGITTARIO, / 23 NOVEMBRE - 21 DICEMBRE
ACQUARIO, / 21 Gennaio - 19 FEBBRAIO
CAPRICORNO, / 22 DICEMBRE - 20 GENNAIO
PESCI, / 20 FEBBRAIO - 20 MARZO
A causa di un messaggio clandestino nascosto nella scatola del cereali, scopri che il tuo partner ti tradisce con il sindaco di un piccolo paese di provincia. Da un lato sei dispiaciuto per la scoperta, dall’altro ti vanti di aver scoperto tutto grazie alle tue doti investigative e non in seguito a una confessione. Decidi comunque di vendicarti, facendo saltare il partito sostenitore del sindaco in seguito a un sistema di mazzette che tu stesso hai costruito. Ci vogliono 3 anni, ma sei uno paziente. Non pensi di esserne in grado di sostenere tutto questo? Fai colazione con i biscotti e tutto questo non succederà.
In preda a una crisi di mezza età, il tuo partner (25 anni a luglio) ti propone di iscrivervi in palestra insieme, uscire a correre insieme, non fumare, mangiare poco e scondito. Dapprima pensi di interrompere la relazione, ma poi scopri i benefici della dieta: ritrovi un fisico che non avevi da anni. Però, sentendoti così bello, lasci il tuo attuale partner per uno più giovane (25 anni a settembre) con cui divertirti e perdi subito la linea acquisita. Quindi, proponi al tuo nuovo partner di iscriverti in palestra, uscire a correre insieme, non fumare, mangiare poco e scondito. Sei in crisi di mezza età? No, sei solo grasso.
Nei prossimi tre mesi, scoprirai che stai crescendo al lavoro tanto da pensare a un mutuo e una casina. Un nuovo amore bussa alla porta sotto le mentite spoglie di un operatore di telefonia fissa che lavora in un call center. (Lo so che ogni settimana ricevi in media 12 telefonate per promozioni telefoniche al giorno. Come fai a rispondere a tutte? Non puoi. Devi lasciare il lavoro e mandare la tua vita in malora. Se non lo fai, i tuoi amici ti crederanno una persona che non crede nell’amore. Se lo fai, i tuoi amici ti crederanno un cerebroleso. Scegli tu cosa è meglio).
Tra due settimane, ti accorgi di avere uno stalker uditivo: una persona che, costantemente, ti lascia nella caselle vocale del telefono una serie di messaggi compromettenti. Provi a denunciarlo alle autorità, ma pensi anche che sia carino avere una voce che ti fa complimenti inaspettati. E del resto, finché telefona, è innocuo. Poco a poco la voce ti accompagna e ti rende felice. Almeno finché non scopri che non hai mai posseduto una segreteria e ti ricoverano.
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COVER: laura bagnera
NURANT BIMONTHLY ILLUSTRATION MAG IDEAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO DIRETTORE RESPONSABILE: FEDERICO CARUSO REDAZIONE: SERGIO CARUSO / NICOLA IANNIBELLO / SONIA MION FEDERICO CARUSO / MARCO CALINI / daniela marchitto / Filippo Cicciù ANDREA BOZZO / MATTEO LIUZZI ART DIRECTION & PROGETTO GRAFICO: WWW.VENTIZERONOVE.IT TRADUZIONI: MANUELA UGGÈ / ISABELLA GLIOZZI / MICHELA BRUSETTI / Pablo Marchitto ANNO DI CREAZIONE 2011 INFO: INFO@NURANT.IT / WWW.NURANT.IT AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI MILANO NUM. 443 DEL 3 AGOSTO 2011 TUTTE LE OPERE CONTENUTE IN QUESTO MAGAZINE SONO PROPRIETÀ DEI RISPETTIVI AUTORI. TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI. ©
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