Anno 2 Numero 8 Mensile Digital Copy € 3,50 Printed Copy € 18,50
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S ES Y LN OG EL OL W CH Y PS
OSSIGENO PER LA TUA MENTE
SPECIALE
LA MUSICA In collaborazione con
ESSERE IN COPPIA
Come la psicoterapia può aiutare
STALKING
L’amore che diventa ossessione
ALDA MERINI Il benessere arriva dai versi
DOSSIER
INTEGRAZIONE MENTE CORPO
Editoriale
Il potere della musica Negli ultimi dieci anni la musica è stata sacrificata sul mostruoso altare della new economy che, calcolando l’arricchimento che avrebbe portato la diffusione della musica tramite brani scaricabili e regalati con il collegamento alla rete, ha fatto sì che venisse sepolta la qualità e il talento. Il mercato discografico è così divenuto inesistente, e proprio perché il giro di affari si è sensibilmente ridotto, gli artisti non possono più “permettersi” una diffusione e una produzione di qualità. Tutto ciò ha reso la musica VITUPERATA, PIRATATA, SVILITA E VOLGARIZZATA. Dal punto di vista mediatico la proposta artistica si è ridimensionata a causa di pseudo reality show o programmi di intrattenimento che, facendo emergere artisti di discutibile valore, propongono un’offerta da carrozzone da circo. Questo è ciò che la gente vede e ciò che viene proposto a chi vuole avvicinarsi al mondo della musica. In realtà la musica ha un potere enorme: MAGICO, EMOTIVO, EVOCATIVO, CURATIVO. Il linguaggio musicale è talmente potente da arrivare al profondo senza barriere linguistiche né di pensiero. Gli effetti sono visibili in diversi settori: ricordiamo soprattutto che la musica è stata capace di risvegliare pazienti in stato di coma e produce reali risultati riabilitativi con la musicoterapia in patologie paralizzanti. Da sottolineare il fondamentale aspetto artistico-culturale derivante dalla musica cinematografica. Cosa sarebbe un film senza colonna sonora? Anche se il panorama attuale caratterizzato da una società capitalista ha sotterrato il talento e la genialità musicale, non possiamo, però, dimenticare che esistono Beethoven e Mozart contemporanei. Esistono cioè artisti capaci di produrre musica di elevata qualità, capaci di utilizzare questo potente linguaggio per parlare e diffondere messaggi positivi ed importanti. L’intento di O2 Psicologia è sempre stato quello di valorizzare l’arte, insieme al corpo e la mente e sottolineare il significato che la musica possiede, come sublimazione dell’esistenza: un’arte da porre sempre in primo piano. Questa missione è stata tramandata anche come focus centrale del format televisivo O2 Television. Qualche nome? Ennio Morricone, Jean Michel Jarre, Massive Attack, Pat Metheny, Royksopp… Il consiglio allora è quello di non smettere mai di cercare e di godere del potere che la musica “emana” ogni giorno della nostra esistenza. Graziella Ceccarelli Sergio Pisano Psicologo www.myspace.com/spisano
OSSIGENO PER LA TUA MENTE
Anno 2 Numero 8
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www.oxygenemedia.it O2 Psicologia è pubblicata nei seguenti paesi
USA Italia
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Sommario SPECIALE - Musica
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La musica di Mozart
Capace di migliorare la capacità di espressione
Jean Michel Jarre L’Architetto del suono
Intrighi di personalità
Giovanni Savignano e il Principe Musicista
Pianeta donna
Quando le emozioni femminili entrano in azienda
Il sogno che si trasforma in incubo Quando l’amore diventa ossessione: lo Stalking
Essere in coppia
Un traguardo che si può raggiungere
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DOSSIER - Mente Corpo
58 Il corpo emotivo 64 Psico Yoga 72 Wellness Cooking 80 Alda Merini 82 La Poesia 90 Benessere Prevenzione e Cura 101 Mens sana in Corpore sano Dialogo tra corpo ed anima
Noi i direttori di un’orchestra sconosciuta
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Psicologia e Yoga: lavorare insieme si può!
Maiale al miele: un’idea per Natale!
Una vita in bilico
Vivere le emozioni attraverso il verso poetico
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La giusta importanza allo stile di vita
In collaborazione con
www.o2psicologia.it
Marketing & Advertising Alberto Iandolo Elisabetta De Feo
Collaboratori Bald Eagle, Roberto Ventura, Prof. Antonio Giordano, Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, Dott. Antonio Marco Campus, Cinzia Galletto, Dott.ssa Maria Frandina, Dott.ssa Barbara Celani, Fabio Campoli, Dott.ssa Gabriella Riccardi, Dott.ssa Letizia Cito, Dott.ssa Carmela Maria Barbaro, Milena Di Rubbo
Grafica Antonio Montana
Print on-demand Lightning Source
Licenze Internazionali Special Project Cinzia Pisano
Versione Digitale www.zinio.com
Direttore Responsabile Dr. Sergio Pisano Caporedattrice Dott. ssa Graziella Ceccarelli Art Director Mario Spiniello
Aut. Trib. Benevento n. 17/2008 - 10/12/2008
Editore Oxygene s.r.l. Sede legale Via Taburno, 70 - Montesarchio (BN) Indirizzo Redazione Via G. Dorso, 13 - Avellino Phone/Fax 0825 781734 info@oxygenemedia.it www.oxygenemedia.it
<ISSN 1974-2878>
In fase di certificazione secondo il Regolamento
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OSSIGENO PER LA TUA
MENTE
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DIGITAL PUBLISHING FOR YOUR EMOTIONS
SPECIALE - MUSICA
LA MUSICA DI MOZART Capace di migliorare la percezione spaziale e la capacitĂ di espressione Cinzia Galletto
Mozart Terapia
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Esperimento ed effetti benefici della mozarterapia La Sonata K 448
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a musica di Mozart produce effetti benefici. Questa tesi fu sostenuta a seguito di un esperimento scientifico su 84 studenti e i risultati furono pubblicati nel 1993 dalla rivista Nature. Gli studenti divisi in tre gruppi furono sottoposti all’ascolto di tre brani musicali differenti: il primo ascoltò musica easy-listening, il secondo una sinfonia di Mozart (K448) e il terzo rimase solo in ascolto del silenzio. Subito dopo, agli studenti fu sottoposto un test di intelligenza, una prova di ragionamento spaziale riconosciuto come lo Stanford-Binet. Il gruppo che aveva ascoltato Mozart ottenne mediamente un punteggio superiore di almeno 10 punti rispetto agli altri. Si cominciò cosi a parlare di EFFETTO MOZART. Studi sui topi hanno evidenziato che quelli sottoposti all’ascolto di Mozart
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sono più abili nell’uscire da un labirinto di quelli a cui era stata fatta ascoltare musica minimalista o lasciati nel silenzio. Secondo il professor John Jenkins del Royal College of Physicians l’ascolto di Mozart potrebbe contenere una speranza nel trattamento dell’epilessia. Infatti insieme a un gruppo di scienziati Jekins ha riscontrato l’effetto positivo della sonata K448 di Mozart sui pazienti epilettici che sono stati esposti per dieci minuti alle sue note per poi essere esaminati. Tanto è bastato per migliorare la loro abilità a muoversi nello spazio e di manualità, ad esempio nel tagliare un pezzo di carta o ripiegarlo secondo linee e angoli predeterminati. Anche nella cura dell’epilessia infantile incurabile, detta di Lennox-Gestaut, la sonata K448 si è rivelata taumaturgica, migliorando notevolmente la percezione dello spazio.
LO SAPEVI CHE… Il professor Jenkins, che ha passato in rassegna la ricerca internazionale sulla musicoterapia, ha dichiarato alla Bbc che è molto probabile che anche altri compositori possano scatenare l’effetto Mozart. Primo fra tutti, Bach e che i risultati raggiunti siano talmente incoraggianti da giustificare ulteriori studi in questa direzione.
LA POTENZA DEL SOL 5 Secondo alcuni sarebbe la prevalenza di alcune note a produrre questi effetti benefici nell’area cerebrale, in particolare l’insistenza del Sol 5. Di certo è che l’ascolto delle sonate di Mozart e in modo particolare di quella che anche lo scienziato Albert Einstein definì “una delle più profonde e mature composizioni di Mozart”, la K448, riesce a superare la mera bellezza artistica per arrivare ai livelli più profondi di comunicazione quella in grado di generare stati di armonizzazione interiore tramite la modificazione dei circuiti neuronali.
La mozarterapia di Alfred Tomatis L’orecchio porta energia al nostro cervello
ASCOLTO E AREE CEREBRALI
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no dei maggiori studiosi del suono dal punto di vista medico, il francese Alfred Tomatis, è stato il primo a sostenere che la musica mozartiana è in grado di produrre un miglioramento delle abilità cognitive dell’individuo, attraverso lo sviluppo del ragionamento spazio-temporale. Tomatis in particolare sostiene che l’ascolto della musica mozartiana è in grado di favorire l’organizzazione dei circuiti neuronali, rafforzando i processi cognitivi e creativi dell’emisfero destro. Quindi, ascoltando Mozart, potremo aumentare le capacità matematiche e visive, diminuire lo stress e perfino il
dolore artritico e non ultimo mettere ordine tra le cellule nervose mal funzionanti. Alla base della tesi sostenuta da Tomatis (otorinolaringoiatra francese) c’è l’osservazione delle relazioni esistenti fra l’orecchio e le varie funzioni dell’organismo come ad esempio il linguaggio. L’orecchio come una sorta di dinamo che ricarica la batteria di un auto, ha il compito di portare energia al nostro cervello. L’energia viene fornita in maniera pressoché esclusiva dalle frequenze acute che si trasformano in stimoli nervosi. Le alte frequenze sono le più usate nella musica di Mozart così come nei canti gregoriani il cui scopo è di mettere in sintonia i ritmi cardiaci e respiratori.
Tracce luminose hanno dimostrato che il cervello umano usa una vasta area per ascoltare la musica, l’emisfero sinistro governa lo sviluppo del ritmo e dell’intensità del suono, quello destro il timbro e la melodia. Risultato: ascoltare musica mette in moto le parti rilevanti del cervello. Non a caso la Performing Right Society (Prs) ha lanciato uno studio sul potere e gli effetti spesso nascosti della musica dal titolo “The Power of Music”.
Mozart Terapia
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Alfred Tomatis
L’ascolto, il linguaggio e la comunicazione
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l medico francese Alfred Tomatis, nato a Nizza nel 1920 da una famiglia di origine piemontese, era un otorinolaringoiatra specializzatosi in foniatria. Egli fu celebre in Francia come medico dei cantanti e amanti della musica, l’opera italiana e Mozart in particolare. Divenuto celebre per gli studi e la clinica sull’orecchio, l’ascolto, il linguaggio, la comunicazione e l’apprendimento delle lingue, ha curato problemi psicologici e dislessia. Realizzò la pratica della musica filtrata, allora procedimento meccanico, oggi accessibile come programma informatico. Ha lasciato una altrettanto controversa eredità e un dibattito aperto tra gruppi e scuole circa la sua legittimità. Il metodo che si basa sulle scoperte di Tomatis è oggi applicato in almeno 15 Paesi e il concetto su cui si fonda è lo sviluppo, la pratica e la consapevolezza del controllo dell’orecchio
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e dell’ascolto su molte facoltà. Dopo la seconda guerra mondiale Tomatis iniziò a studiare gli effetti dell’inquinamento acustico nelle fabbriche. Quello che trovò fu assolutamente rivoluzionario. Alcuni pensano che con quei risultati avrebbe potuto vincere il Nobel. Come riconoscimento delle sue scoperte nel 1951 è stato nominato Cavaliere Della Salute Pubblica di Francia. Anni dopo (1958) fu insignito della medaglia d’oro per la Ricerca Scientifica a Bruxelles. Tomatis ha scritto molto: 14 libri e numerosi articoli. Sfortunatamente non tutti tradotti in italiano. Negli anni Tomatis ha avuto in cura molte persone famose. Molti di loro desiderano mantenere l’anonimato ma alcuni l’hanno dichiarato pubblicamente. Tra questi Maria Callas, Romy Schneider e Gerard Depardieu, il baritono inglese Ben Luxon e perfino la rockstar Sting.
LE TRE LEGGI DI TOMATIS 1°legge Tomatis ha scoperto che quando il nostro orecchio non è in grado di percepire certe frequenze nemmeno la nostra voce le conterrà : la voce esprime solo ciò che l’orecchio può sentire. Questa è quella che oggi chiamiamo la Prima Legge di Tomatis. 2° Legge Se si modifica l’ascolto, la voce cambia immediatamente e inconsciamente. 3° legge Si può recuperare l’udito di qualcuno (e conseguentemente la sua voce) ripristinando i muscoli del timpano.
LA PAROLA ALLA SCIENZA Osservando il sistema nervoso parasimpatico, possiamo anche comprendere il motivo per cui le frequenze acute agiscono positivamente in varie malattie psicosomatiche. Il nervo vago (sistema parasimpatico), tramite il nervo auricolare si inserisce sul timpano; il vago, anche detto “nervo dell’angoscia”, risente di ogni situazione di stress o conflitti e reagisce determinando disturbi specifici a carico degli apparati o organi innervati (digerente, respiratorio, circolatorio, etc.). Le frequenze acute determinano una tensione del timpano prodotta dalla regolazione dei muscoli del martello e della staffa (muscoli della cassa del timpano). Il timpano teso al massimo, assicura un buon equilibrio neurovegetativo.
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L’orecchio elettronico Filtra la musica di Mozart
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orecchio elettronico è un macchinario che filtra la musica di Mozart, apportando all’orecchio le frequenze acute che vanno a “ricaricare” la corteccia cerebrale. L’individuazione di un punto energetico come l’orecchio si trasforma in uno strumento di trasmissione che riesce a ricaricare il nostro cervello. Le frequenze acute produttrici e distributrici di tale canale energetico, si trasformano in stimoli nervosi che provocano con l’effetto Mozart una dinamizzazione dell’attività corticale, che si trasforma in coscienza, concentrazione, memoria e volontà. La terapia prevede un risveglio energetico della
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coscienza e della vitalità. La parte dell’orecchio interna detta”organo di equilibrio”, tiene sotto controllo tutti i muscoli del corpo e questo spiega come una completa e dinamica energizzazione agisca sulla tensione corporale colpendo le contrazioni muscolari e modificando la postura. Con la Mozarterapia si produce una sorta di “micro ginnastica” del timpano che aumentando la sua estensione accresce il flusso energetico dell’intero organismo . Ecco perchè l’ascolto di Mozart produce un immediato rilassamento totale. Il metodo Tomatis si è anche distinto e qualificato come uno strumento efficace nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento in bambini in età scolare.
La musica è vita
Il grande potere delle 7 note: esperienza raccontata da una giovanissima
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n questo mondo frenetico abbiamo bisogno di qualcuno che ci ascolti, e che è sempre lì quando si ha bisogno; questo punto di riferimento, per noi giovani, è la musica. È facile infatti rispecchiarsi nei testi delle canzoni che cantano gioie e dispiaceri e trovare in quest’ultime una soluzione ai problemi: una frase giusta detta al momento giusto può aiutarci. La musica rappresenta un’amica affidabile e sincera che sai non ti abbandonerà: un riparo immaginario ed intoccabile, è sempre disposta ad accoglierci e ad essere la colonna sonora dei momenti della nostra vita. Le note possono stimolare un ricordo, una canzone può rammentarci una persona, una situazione, una sensazione, un periodo bello o brutto. Ognuno di noi conserva il ricordo di una canzone che è stata la colonna sonora di un’estate, di un’amicizia o di un amore. Inutile dire che con essa comunichiamo più facilmente. In discoteca, nei pub, ai concerti, possiamo trovare persone che, come
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noi, amano la musica e insieme condividere gusti e interessi. Internet, grazie ai social network, ci aiuta in questa condivisione, trasformando il mezzo in confronto e socializzazione. Ultimamente è nato anche un nuovo sito internet della Apple per condividere esperienze personali legate alla musica e far conoscere agli altri i propri gusti musicali, il suo nome è PING. La musica rappresenta anche un momento di pura intimità, di calma e di riflessione. Basta stenderci sul letto, accendere lo stereo, chiudere gli occhi e lasciarci avvolgere dal suono, ingabbiarlo per farlo scorrere nelle vene: così sentiamo come ogni singola nota può cullarci trasmettendoci un dolce piacere. Bastano pochi minuti, per sentirsi rigenerati, scrollarci dalle spalle tutto lo stress e le preoccupazione della giornata. La musica per i giovani è questo e tanto altro, in quanto permea ogni aspetto della vita, la completa, la colora … la musica per noi giovani è vita! Roberta Ferretti
Jean Michel Jarre Architetto sonoro capace di trasportare la mente in luoghi fantascientifici Dott.ssa Gabriella Riccardi, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, EMDR Campania
SPECIALE - MUSICA
IL FILM
Una personalità come poche
La musica elettronica: mix di genialità e competenza
“Inception” REGIA Christopher Nolan INTERPRETI Leonardo DiCaprio, Ken Watanabe, Joseph Gordon-Levitt, Ellen Page, Marion Cotillard e Cillian Murphy DURATA h 1.28 USA 2010
Dom Cobb è un estrattore che ruba segreti dalle menti delle persone, mentre queste stanno dormendo e sognando. Spesso in bilico tra il mondo reale e quello onirico, Cobb porta sempre con sé un piccola trottola di metallo, un oggetto personale (da lui definito “totem”) che gli permette di accorgersi se sta sognando o meno. Nei sogni, infatti, la trottola gira all’infinito, mentre nella realtà si ferma e cade. Insieme al suo socio Arthur, Cobb si infiltra nei sogni di un potente uomo d’affari giapponese di nome Saito per eseguire un’estrazione, un processo con il quale è possibile rubare informazioni dal subconscio del soggetto.
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na personalità davvero atipica e non solo per le scelte relative al suo genere musicale. Collocato per i tratti di originalità nell’elitè dei principali precursori della musica elettronica, Jean Michel Jarre giunge al successo per la scelta di consegnare ai fasti del pubblico quelli che, a tutti gli effetti, erano ancora i prodotti di una sperimentazione musicale. Le sue produzioni sono un intreccio di creatività e passione, la sua musica un mix di genialità, rigore e competenza. Inonda i suoi concerti di raggi laser ed elementi pirotecnici com’è accaduto quando si è esibito, come primo musicista occidentale, nella Repubblica Popolare Cinese post-comunista. Raggiunge il record di maggior affluenza al suo concerto, durante l’esibizione Oxygène a Mosca, al
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quale assistettero circa 3.5 milioni di spettatori. Molti lo reputano un “genio” non tanto per la capacità di suonare praticamente tutti gli strumenti, bensì per la singolare accuratezza con cui ricorre all’uso del campionatore (insieme a Peter Gabriel fu il primo musicista a sfruttarne le potenzialità) grazie al quale, in tempo reale cattura, miscela, converte suoni per poi riprodurli a differenti altezze ed altrettante intensità. L’assenza di voce rimanda all’idea che qualcosa si disperda all’interno dei suoi brani rendendo il ritmo ancora più struggente e suggestivo. Ottimo promoter di se stesso, nonchè gran provocatore ammette di avere un solo obiettivo “riuscire a far parlare di sé a tutti i costi!”. I suoi, sono pezzi pregni di carisma da una potenza ineguagliabile entro i quali i toni prendono una piega misteriosa e ricca di suspance.
Travolti da una nebulosa stellare
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…e da impalcature sonore!
aratteristica che intriga chi ascolta la sua musica, è la sensazione di essere travolti da una nebulosa stellare, propria di una dimensione fluttuante permeata da uno stato di assenza gravitazionale. Ritmi magnetici a carattere meditativo, musica che ispira personalità forti come forte è la personalità di colui che la produce. Notevole è l’impatto emotivo prodotto, che, rivoluziona l’immaginario sonoro di tutti i tempi. Le sue creazioni musicali si configurano come delle vere impalcature sonore sulla scia delle quali Jarre imbastisce le trame proprie degli stati d’animo. La sua propensione a generare una mescolanza di temperamenti in chi l’ascolta è il tratto caratteristico di Jean Michel Jarre che, senza troppa presunzione e nella giusta maniera, arriva a condizionare le
menti di un uditorio che ben “addestrato” al carisma esercitato delle sue melodie ne percepisce le influenze. Il suo successo è legato ad un progetto dal titolo Oxygène del 1976, secondo album dell’autore, un bestseller capace di influenzare l’evoluzione della musica elettronica degli anni successivi. Registrato in uno studio improvvisato nella sua abitazione, l’album vendette circa 12 milioni di copie. I successivi album non riscossero lo stesso successo, anche se fu notevole la popolarità di lavori quali Equinoxe, Magnetic Fields, Rendez-Vous e Chronologie. Ciascuna delle sue performances è paragonabile ad un viaggio nell’immaginazione attraverso delle reali esperienze corporee. La chimica prodotta dai suoi suoni coinvolge la mente, arricchisce lo spirito consentendo a colui che li ascolta di cogliersi come unità inscindibile…un tutt’uno.
”
La musica dischiude un regno sconosciuto; un mondo che non ha nulla in comune con il mondo sensibile esterno che lo circonda e in cui egli si lascia alle spalle tutti i sentimenti definiti da concetti per affidarsi all’indicibile
”
E.T.Hoffman Musica
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Biografia & Concerti Jean Michel Jarre nasce a Lione il 24 agosto 1948. Figlio d’arte, suo padre era un compositore Maurice Jarre, sua madre France Pejot, è stata invece membro della resistenza francese e sopravvissuta ai campi di concentramento. I genitori si separarono quando aveva 5 anni, il padre si trasferì negli Stati Uniti ed egli, che rimase a vivere con la madre nei sobborghi di Parigi, non lo rivide più sino all’età di diciotto anni. Ha Cominciato a studiare il pianoforte sin da piccolo, anche se tuttavia, l’esperienza si rivelò complessa, ma qualche anno dopo cambiando insegnante ha cominciato a lavorare sulle scale musicali. Ben presto il Jazz introduce in Jarre, l’idea che la musica dovesse essere “descrittiva di per sè, senza bisogno di un testo cantato!”. La prima composizione ufficiale risale al 1969, quando Jarre scrive un brano di 5 minuti dal titolo “Happines is a Sad Song” per un’esposizione al Maison de la Culture di Reims. Allo stesso anno risale la prima pubblicazione ufficiale, il singolo La Cage/Erosmachine, contenente due composizioni sperimentali Successivamente, nel 1976 ci fu la pubblicazione di Oxygène un progetto che gli valse la vendita di quindici milioni di copie in tutto il mondo raggiungengo la seconda posizione nella classifica britannica e la settantaduesima in quella statunitense. Tra le sue esibizioni più acclamate: • 21 ottobre 1971 Opéra di Parigi, Opéra Garnier, Parigi, Francia (2.000 spettatori) • Nel 1981 The Concerts in China, nel 1981 • Nel 1985 alla Skyline di Houston per celebrare i 150 anni dello stato del Texas e della città stessa • 10 settembre 1995 Piazza Vittorio Veneto, Torino, Italia (300.000 spettatori) • Marzo 1997 Vienna, Austria Wetten Dass Vienna • Oxygène Tour 1997 (230.000 spettatori)
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Ineffabilità e indicibilità di un genere musicale unico
IL LIBRO
L’arte diventa suono e i colori si trasformano in note
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el linguag gio delle melodie di Jar re, ogni sing olo suono si presta ad essere tradotto con un significato preciso. Nell’ineffabilità e nell’indicibilità del suo genere musicale c’è la potenza emotiva e affettiva della sua emotività. Se per definizione l’accezione di musica va al di là del piano semantico, in quanto scientificamente non traducibile in parole, nel suo suono si assiste al superamento di questo limite. La musica di Jarre si uniforma alla semantica lessicale evocando ricordi, suscitando emozioni, insomma si impone alla mente promuovendo stati mentali di benessere e relax, proprio alla stregua di quanto affer mava Aristotele, secondo cui: “La Musica, non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e ancora per ricreazione, per trarre cioè sollievo e riposo dallo sforzo!!!” . In qualsiasi epoca storica, l’uomo ricerca sollievo nella musica, lo stesso cui alludeva Aristotele, ma anche lo struggimento, la malinconia, la tristezza e certamente “la catarsi” come purificazione. L’opportunità, grazie alla musica, di rinnovarsi attraverso stimoli e “illuminazioni” positive che incitino a riprendere posses-
so delle proprie condizioni di benessere psicofisico con maggior ottimismo e volontà costruttiva. Questo proprio quanto accade nel sintonizzarsi con Jean Michel Jarre, vero “architetto” dei suoni, come qualcuno lo ha definito, un Guru della musica elettronica. Quando la creatività supera ogni limite, la musica si fonde con le emozioni, quando l’arte diventa suono e i colori si trasfor mano in note che ossigenano gli spazi della tua mente, sei sulla sua stessa lunghezza d’onda. I suoi progetti musicali sono delle vere e proprie impalcature, la sua musica è creatività pura. Un miscuglio di suoni vocali provenienti da etnie diverse, gestiti come fossero oscillazioni di onde nello spazio, uno spazio mentale prodotto in modo da creare un’orchestrazione con il solo utilizzo di questi suoni. Jean Michel Jarre è un pioniere della musica elettronica nonché primo musicista ad esibire le sue sofisticate ar monie e ad imporre il suo, come uno standard mondiale! Un magnetismo eccellente e originale che si ritrova nelle sue esibizioni rigorosamente live, animate da giochi di colori e luci e l’uso di strumenti esclusivamente elettronici. Indimenticabile performance durante un concerto ad Helsinki, che risale a qualche anno fa, in cui Jarre suona l’arpa laser ipnotizzando il suo pubblico.
“Lo swing del camaleonte” AUTORE Franck Tenaille ANNO 2007 EDITORE Epoché
Il saggio presenta una panoramica della musica africana degli ultimi cinquant’anni. Myriam Makeba, Alpha Blondy, Mory Kanté e Youssou N’Dour sono tra i punti di riferimento che permettono di spiegare come e perché la musica africana susciti oggi in tutto il mondo un meritato entusiasmo. Un viaggio nella varietà dei paesaggi, dei sistemi politici, delle tradizioni e della vita sociale di un continente composito e affascinante, rappresentato da musicisti e cantanti noti e meno noti al grande pubblico. Il volume è corredato da glossari e da un’utile discografia aggiornata da Claudio Agostoni, giornalista di Radio Popolare esperto in world music. Musica
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J.M. Jarre
Ricerca dell’estetica sonora Atmosfere sognanti ed eteree, light show, laser, fuochi d’artificio ed accentuazione di toni: questa è la musica di Jean-Michel André Jarre, note che si susseguono veloci sulle sue tante tastiere. Grande musicista e compositore francese, le tastiere sono da sempre una grande passione, vie maestre per arrivare all’arte attraverso performance strepitose. Architetto dei suoni, i suoi concerti vengono pensati e ideati in ogni minimo particolare. Luci e suoni creano scenografie fantascientifiche sorprendenti e sonorità oniriche affascinanti che trasportano la mente in luoghi lontani mai esplorati prima. Jarre suona tasti invisibili della nostra anima che, rievocano un mondo sommerso spesso trascurato: il mondo delle nostre emozioni.
O2 Television integra e completa i contenuti della psicologia del benessere che O2 Psicologia diffonde
SPECIALE - MUSICA
Intrighi di Personalità Aspetti psicologici sociali e umani del principe musicista Gesualdo Dott.ssa Graziella Ceccarelli, Psicologa
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iovanni Savignano è l’autore di “Intrighi”, un romanzo a sfondo psicologico che ripercorre la vita di un personaggio della storia molto discusso: Carlo Gesualdo. Principe, musicista e assassino, così, almeno sembra ma la vita e la psicologia di questo personaggio analizzata, dopo 400 anni da Savignano, ci dicono tutt’altro. Un viaggio nella storia partendo dalle origine della terra e dalla voglia di conoscere, valutare e analizzare una personalità fuori dal comune e nello stesso tempo attualissima e perfettamente in linea con disagi e “squilibri” della società moderna. Noi di O2 Psicologia siamo rimasti affascinati da questo cammino che passa attraverso l’emotività, un’emotività che appartiene a tutti noi: passione, amore, musica, psicologia, vita e arte, tutto miscelato in una personalità unica e sorprendente.
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O2 Psicologia - Anno 2 N.ro 8
La capacità della musica di guarire l’animo umano
Continuare a vivere attraverso l’arte
“Intrighi” è un romanzo che rip e r c o r r e l a v i ta d i C a r l o G e s u a l d o come non è mai stato fatto prima, a n a l i z z a n d o n e gl i a s p e t t i p s i c o l o gici e scoprendo un “mondo sommer so ” f a tto di intr e c c i se ntime n tali, sociali e “morali”. Alla luce di ci ò chi è C ar lo Ge sualdo? Carlo Gesualdo è un uomo che ha soff er to m oltiss imo ; ha provato varie
for me di dolore. Possiamo dire che la sor te gli è stata avversa. Per comprenderlo ho escogitato quasi una “diagnosi a distanza” dopo circa 400 anni. Il ti tol o d el l i bro, comu nq u e, s ti m ol a l a cu ri os i tà s u f atti accad u ti s ecol i f a ch e h a n n o d e t e r m i n a t o c a m b i a m e n t i s u l l o s tato ps i cof i s i co d el pri nci pe. È noto che, s pes s o, preg i u d i z i e l u og hi c o mu n i p o s s o n o d i s t o r c e r e l a ve r i t à s u l l e r e s p o n s a b i l i t à r e l a t ive a c r i m i Intervista a Giovanni Savignano
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n i commes s i s ia p er in teres s i ps eu d o s entimen tali che po litico-econom i ci .
nella Principessa Maria in comune c o n la d o n n a d i oggi?
Dopo il successo di “Codice Rosso” (ed. Il Sole 24 Ore, 2008), “Intrighi” segna un cambiamento nello stile nar r ativo, da cr onista m e d ic o a s c r i t t o r e i n t r o s p e t t ivo . C o m e è avve nuto que sto passa ggio ?
M a r i a D ’ Ava l o s c o s t r e t t a a s u b i r e l e reg ol e d el tem po s i ri bel l a al l e Is ti tu z i o n i f a m i l i a r i , a t t r ave r s o l a r i c e r c a d e l l a l i b e r t à , p u r c o n s a p e vo l e d e g l i os tacol i . S i cu ram ente es pri m e i d es i deri della donna moder na: l’equilibrio tra l a m ater ni tà, l ’ am ore, l a real i z z a z i one d i s é anche nel l ’ attiv i tà pr o f es s i onal e. L a d onna d i og g i è, per cer ti ve r s i , p i ù f o r t u n a t a d i M a r i a , a n ch e s e non ha ancora rag g i u nto u na ver a autonomia sociologica ma soltanto “ ps i col og i ca” . L a d onna d el X X I s ec. pu ò d eci d ere l a s u a v i ta, s i a nel p r o creare che nello scegliere con chi condividere la sua passionalità e sensualità. Pur troppo questo accade nei Paesi d em ocrati cam ente avanz ati . L a D ’ A va l o s, c o m e a l t r e d o n n e d e l p a s s a t o, v ive u n’ e poca nel l a q u al e non s i r i co n o s c e, c e r c a a l t r o, n o n v u o l e v ive r e s e n z a a u t o n o m i a . Pe r t a n t o, d i s p e r a tamente, cerca l’amore come cura alla sua triste condizione di donna sola s pers onal i z z ata.
La letteratu ra e l’ar te è s os tenu ta anch e d a i m e d i c i . P r o b a b i l m e n t e i m e dici ed i socio-sanitari in g enere sono q u a s i c o s t r e t t i a r i f l e t t e r e s u l va l o re dell’esistenza, essendo a contatto con p ers on e malate ; anche i n Cod i ce Ro s s o v i e n e d e s c r i t t a l a p r o b l e m a t i ca s u l valo re della v ita e d el l a m or te, s p ecie o g gi ch e s i parla d i e u tanas i a. Pe r m e l o s t u d i o s u C a r l o G e s u a l d o è stato quasi un capriccio letterario; t u t t av i a i l mu s i c i s t a C a r l o s i p r e s t a perfettamente alla meditazione sulle a z i o n i u m a n e. C e r t o è s t a t o d i f f i c i l e immedesimarsi in Carlo, ma era l’unico mo do p er p oter cap ire l e reaz i oni umane al dolore, alla soffer enza, alla ipocrisia degli uomini. L’introspezion e è d’ob blig o. È come s e io aves s i s critt o u na s or ta di “Biografia interiore” del principe mu s icis ta. Mi ha c olpito m olto il mo d o c o n il q uale , nel r omanzo, ha a f f r o n ta to la femminilità: passionalità, mater nità e seduzione. Cosa scopre
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Car lo Gesualdo è ricordato soprattu tto c o m e u n a ssa ssin o , le i n e h a r isc o p e r t o l’ u m a n ità . C o m e la m u sic a h a a gito su ll’ a n im o d e l p r o ta go n ista ? M i a u g u r o ch e d a o g g i n o n s i p a r l i pi ù d i Carl o q u al e pri nci pe as s as s i n o.
O ccor r e r if lettere s u q u es t’u o mo ch e è s ta to vittim a d el Sis tema. L’u man ità di Ca r lo a ppa r e fin dalla sua in fan zia, no n osta nte le so fferen ze fis iche: egli de d i ca m olto tempo allo s tu dio della mu s i ca ; la ca pa cità della mu s ica di gu arir e l’animo è nota fin dall’antichità; essa p u ò c a m b i a r e l a vo l o n t à e i s e n t i m e n t i d e l l ’ u o m o. O g g i è r i c o n o s c i u t o i l p o tere dei suoni nella pratica della mus i c o t e r a p i a . C a r l o G e s u a l d o h a t r o va to confor to nella creazione musicale per tutta la vita, soprattutto dopo la tragedia di Napoli. Cosa è significato per lei ripercorrere la vita di un uomo così tor mentato che, se anche lontano da noi, così vicino negli aspetti umani e psicologici? Il musicista Gesualdo con la sua depressione e sofferenza appartiene anche al tempo che viviamo: una società dove tanti non sanno reagire al mal di vivere. Egli non sceglie il suicid i o q u a l e r i s p o s t a a l l a c a t t iva s o r t e, a i troppi dolori, ai danni subiti dagli avvenimenti br utti e cattivi. Carlo sceglie di continuare a vivere, cercando il contatto con la Divinità attraverso l ’ a r t e e l a r e l i g i o n e. Fo r s e s p e r a d i a n nullarsi nell’ar te. La vita del principe con la sua tragedia esistenziale mi ha c o m m o s s o. I l s u o è u n i n v i t o a v i ve r e , a d a c c e t t a r e i l p r o p r i o d e s t i n o, a n c h e fino alla follia, nonostante momenti
di ribellione che confer mano la debolezza umana sul mistero della vita e d e l l a m o r t e. Per Giovanni Savignano medico e scrittore cosa è il benessere? E secondo lei per Carlo Gesualdo cosa p o t e va e s s e r e i l b e n e s s e r e n e l l a s u a condizione? Pe r m e i l b e n e s s e r e è v i v e r e s e c o n d o natura, lontano dai desideri artificiali, dal consumismo e dai vuoti dell’an i m o. S t a r e b e n e s i g n i f i c a a n c h e c o n dividere con altri esseri umani vari stati d’animo e conoscenze emotive. Consapevoli di essere par te dell’univ e r s o, e n e r g i a i n t r a s f o r m a z i o n e v e r so la Divinità? Sarebbe troppo bello essere esenti da dolore come afferm a v a i l c a r o E p i c u r o. L a f e l i c i t à p o trebbe appartenere a chi approfitta d e l K a i r o s, c o m e i n s e g n a t o d a g l i a n tichi g reci. Pe r C a r l o G e s u a l d o, a q u e i t e m p i i n rapporto alle regole e principi eticoreligiosi, il benessere rappresentava la ricerca di serenità d’animo e di spirito che per metteva la creazione musicale e il contatto con la Divinità. Prima dei fatti di Napoli, il principe e r a a b u o n p u n t o. P u r t r o p p o, s u c c e s sivamente, ebbe troppe difficoltà, e riuscì in parte a difendersi dalla follia c h e l o i n va s e , m a c h e n o n l o a l l ontanò d al l a f ed e rel i g i os a e d al ri s petto d el l a vol ontà D iv i na. Intervista a Giovanni Savignano
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DONNA E LAVORO
PIANETA DONNA Quando le emozioni femminili entrano in Azienda
Dott.ssa Daniela Benedetto Psicologa & Psicoterapeuta http://www.danielabenedetto.it
Donna e Lavoro
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IL LIBRO
Il lavoro attraverso la storia Da soggetto passivo, l’uomo diventa un soggetto attivo multidimensionale
Donne senza guscio AUTORE Luisa Pogliana ANNO 2009 EDITORE Guerrini e Associati
Una lettura snella, complessa e nello stesso tempo rigorosa e attenta, ripercorre insieme all’autrice la strada accidentata di donne manager che raccontano le loro esperienze concrete, i loro vissuti, le loro riflessioni, senza imbarazzo e senza difese. Il loro lavoro e il loro impegno si orienta nel consolidamento professionale, dice l’autrice, non tanto come strumentale alla posizione e al guadagno ma come mezzo per realizzare se stesse nel tentativo costante di rendere equilibrata ed armoniosa la “pluralità di agende” che si trovano a gestire nella vita quotidiana tra obiettivi aziendali, familiari e personali.
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ema sempre più attuale è l’attenzione al lavoro quale risorsa dell’espressione di sé e di sostegno alla necessità economica per vivere. Il lavoro come momento relazionale, sociale e di crescita professionale nonché cognitiva, ma anche occasione di un vissuto interno, psicologico di riconoscimento e scoperta di sé, delle proprie risorse personali, creative, innovative, sede spesso di soddisfazione, interesse, piacere . Il rapido passaggio attraverso le epoche ci delinea un cambiamento drastico da un lavoro fatto nei campi, operativo, manuale, faticoso che coinvolgeva spesso anche le donne insieme alla loro famiglia, ad un lavoro di tipo meccanico, ripetitivo, alienante nelle fabbriche che con l’affermarsi della rivoluzione industriale ha tradotto l’uomo come appendice di una macchina laddove l’obiettivo primario dell’azienda era di conseguire il miglior risultato in termini di costi e benefici economici, non considerando né l’ambiente di lavoro né la salute del lavoratore. La donna che già aiutava nei campi e svolgeva comunque anche il ruolo centrale di accudire casa e figli è, nell’e-
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ra industriale, relegata in fabbrica con mansioni molto pesanti e ripetitive, di scarso pregio e mal retribuite. Con l’avvento dell’epoca moderna, la conseguente rinascita industriale, porta in primo piano l’uomo come soggetto attivo che interagisce con l’ambiente di lavoro e si comincia a delineare il valore del benessere psicofisico del lavoratore quale indice di effettiva produttività. Gli aspetti di cura ma ancor più di prevenzione cominciano a richiamare l’attenzione ai fattori organizzativi che minacciano la salute del lavoratore. La donna, intanto, ha avuto progressivamente sempre più la possibilità di studiare, crescere professionalmente e, nel tempo, è passata da uno stato di passività e di inferiorità giuridica e sociale ad uno stato di effettiva parità con gli uomini , misurandosi sullo stesso terreno. Aspetti multidimensionali di benessere si affacciano ora a definire la salute organizzativa (Avallone 2005, pp.7-8) “come l’insieme di nuclei culturali, dei processi e delle pratiche organizzative che animano la convivenza nei contesti di lavoro promuovendo, mantenendo e migliorando il benessere fisico, psicologico e sociale della comunità lavorative.”
Stili di approccio al lavoro La dimensione femminile e la dimensione maschile a confronto
Donna in abito rosso Paul Gauguin olio su tela (1891)
”
Nelle donne ogni cosa è cuore, anche la testa. Jean Paul
”
Richter
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omenico De Masi in una intervista di Stefania Capaccioni (2007) ci illustra la doppia scissione che si è portati a vivere nella quotidianità tra lavoro e tempo libero, tra maschile e femminile, tra la sfera razionale, della serietà, della produzione che si fa in ufficio o in fabbrica considerata di natura maschile e quella emotiva, ri-produttiva e quindi “domestica” femminile. Dalla rilevazione sperimentale di
uno studio sulla soddisfazione e le emozioni positive nella mansione (Giornale di psicologia it. Vol.2 n.1-2 2008) emerge quanto le donne “sentano” ed interpretino il lavoro in modo più simbolico ed emotivo rispetto agli uomini che invece si rappresentano come strutturalmente e gerarchicamente posizionati. Tutto ciò che è emotivo è sempre stato nel tempo considerato negativo in azienda, parte del ‘fuori’, giocoso, felice, allegro. Le aziende invece sono “grigie”, senza emotività. Donna e Lavoro
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L’INTELLIGENZA EMOTIVA SI APPRENDE
Secondo Marco Poggi in “L’intelligenza delle emozioni in azienda” (Mida.biz1999) il percorso formativo ideale prevede delle sessioni di laboratori distinte in 5 fasi : • Contatto/riconoscimento/descrizione delle emozioni • Gestione/elaborazione • Sviluppo di self-efficacy • Sviluppo di empatia • Sviluppo di socievolezza Questi percorsi formativi aziendali tendono a sviluppare praticamente la capacità di sentire, riconoscere, attribuire la giusta genesi dei vissuti e gestire le emozioni anche in funzione di una equilibrata relazione con gli altri a partire dalla capacità di saper ascoltare attivamente l’altro e naturalmente anche noi stessi. Si dovrebbe pensare seriamente di integrare i programmi scolastici con momenti esperenziali che permettano di sviluppare nei piccoli questo tipo di sensibilità e consapevolezza. Dalle nozioni scolastiche alle persone, nel rispetto della creatività, del gioco, della fantasia, della libera espressione di sé in armonia con gli altri. Un buon allenamento per saper lavorare in team da grandi!
UNA LEADERSHIP TUTTA AL FEMMINILE
La leadership al femminile, è fondamentalmente orizzontale e non gerarchica; è in grado di muoversi in modo circolare, con uno scambio di valori, un confronto continuo con il team alla pari e una condivisione di responsabilità. Per fare questo è necessario sapersi mettere in discussione, conoscere se stessi, i propri limiti e le proprie potenzialità, oltre che possedere quelle capacità di empatia, sensibilità e di esteriorizzazione emotiva. L’obiettivo, ora, è far crescere gli altri con uno scambio di idee ed esperienze da parte di entrambe le parti.
L’INTELLIGENZA EMOTIVA È DONNA Goleman (1994) ci parla di Intelligenza Emotiva come la capacità di comprendere e gestire le emozioni proprie e degli altri. L’indagine della Six Seconds Italia 2003 evidenzia una differenza di genere: le donne hanno una maggiore intelligenza emotiva rispetto agli uomini. (differenza del 6%). La ricerca fatta dalla COFIMP, (Società di Formazione e Consulenza di Unindustria Bologna) studia, attraverso una lettura temporale ai comportamenti emotivi dei lavoratori e ai cambiamenti registrati nell’arco di quasi 10 anni (2001-2009), i cinque fattori chiave dell’intelligenza emozionale: Empatia, Maturità emozionale, Sensibilità, Cordialità, Esteriorizzazione. Questa indagine mette in evidenza quanto la globalizzazione e la “crisi” abbiano deteriorato nelle donne queste inclinazioni femminili, le uniche che usate con intelligenza, possono garantire crescita, motivazione e felicità nel lavoro.
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L’azienda si trasforma
E le emozioni entrano in campo IL FILM
Mi piace lavorare Regia Francesca Comencini Interpreti Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Marina Buoncristiani, Roberta Celea, Assunta Cestaro, Stefano Colace. Durata h 1.29 Italia 2003
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ecentemente si comprende come questo tipo di Aziende mal si adattano alle nuove esigenze di mercato che impongono approcci al lavoro più flessibili, meno operativi (perché delegati alle macchine) non pianificabili ma creativi e innovativi. La creatività è una sintesi tra fantasia, emozione, regole e concretezza. E’ anche per questo motivo che le donne sono progressivamente entrate a far parte dei contesti aziendali, perché soggetti determinanti per l’equilibrio e
l’elasticità dei sistemi organizzativi. Si passa dunque: • da una organizzazione basata sul controllo ad una organizzazione basata sulla motivazione quale risultato in cui non prevale né la dimensione maschile né quella femminile ma invece integrazione e cooperazione di generi. • da un approccio rigido, inteso come ‘scettro’ del potere e delle capacità, alla ragione dell’essere e del sentire, come base della condivisione, dello scambio e della creatività.
Un film che merita di essere segnalato per la forza di comunicazione che esprime attraverso una recitazione semplice ed incisiva. Gli attori, non tutti professionisti, riescono però a trasmettere quelle emozioni, spesso forti ed insopportabili, legate alla mediocrità dei sistemi interpretati dalle Aziende in via di ristrutturazione rilevate da una multinazionale che le obbliga a snellire il proprio personale.
Donna e Lavoro
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PSICHE
IL SOGNO CHE SI TRASFORMA IN INCUBO Quando lâ&#x20AC;&#x2122;amore diventa ossessione lo stalking Dr. Antonio Marco Campus Psicologo, Criminologo e Psicodiagnosta
Lo Stalking
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La persecuzione del nuovo millennio
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Aspettare, inseguire, osservare, assillare
a dipendenza affettiva simboleggia sicuramente il substrato psichico di tutti quei comportamenti criminogeni posti in essere da un soggetto che sfociano nel fenomeno definito Stalking. La dipendenza affettiva consta in una grande paura della separazione, della solitudine e della distanza. Nell’osservazione clinica emerge come chi ha questo problema si sente spesso in colpa e/o sente una rabbia che lo pervade in un qua-
dro spesso permeato dall’ansia e dai disturbi dell’umore. Il termine stalking definito anche “sindrome del molestatore assillante”, “inseguimento ossessivo” o anche obsessional following, è stato coniato con la finalità di raffigurare simbolicamente, l’atteggiamento di chi mette in atto molestie assillanti. Il “molestatore assillante” manifesta, infatti, un complesso insieme di comportamenti che comprendono l’aspettare, l’inseguire, il raccogliere informazioni sulla “vittima” e sui suoi movimenti.
COME AVVIENE LO STALKING? DUE TIPOLOGIE DI COMPORTAMENTI Mullen P. E. & al., (2000) hanno distinto due categorie di comportamenti attraverso i quali si può attuare lo stalking. • La prima tipologia comprende le comunicazioni intrusive, ivi inclusi tutti quei comportamenti volti a trasmettere messaggi sulle proprie emozioni, sui bisogni, sugli impulsi, sui desideri o sulle intenzioni, tanto relativi a stati affettivi amorosi (anche se in forme coatte o dipendenti) che a vissuti di odio, rancore o vendetta attraverso strumenti come telefono, lettere, sms, e-mail, internet, scritte sul marciapiede e perfino graffiti e murales. • Il secondo tipo stalking è costituito dai contatti, che possono essere attuati sia attraverso comportamenti di controllo diretto, quali ad esempio pedinamenti, sia mediante comportamenti di confronto diretto, quali visite sotto casa con appostamenti, scenate sul posto di lavoro, frequentazione di amicizie della vittima, minacce e aggressioni, danneggiamento di oggetti appartenenti alla vittima come l’auto, la casa etc.
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Quando una molestia diviene stalking Vissuto emotivo della vittima
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ono particolarmente importanti tre caratteristiche di una molestia perché si possa parlare di “stalking”:
• Lo stalker, agisce nei confronti di una persona che è designata come vittima in vir tù di un investimento ideo-affettivo, basato su una situazione relazionale reale oppure parzialmente o totalmente immaginaria; •
Lo stalking si manifesta attraverso una serie di pattern comportamentali basati sulla comunicazione e/o sul contatto, definiti da una coazione a ripetere, insistente ed intr usiva che origina da una dipendenza affettiva;
• La vittima cambia completamente il proprio stile di vita diventando vulnerabile verso disturbi dell’ansia e dell’umore. Sebbene i primi due fattori siano ineluttabilmente og gettivi il terzo rientra a mio avviso di dovere nella sfera della sog gettività della persona quale vittima e riguarda il vissuto di paura, ang oscia provata da costei. Postulare tali vissuti come perno fondamentale per il configurarsi del crimine di stalking a livello legale e altresì per diagnosticare un sog getto quale vittima
sembrerebbe alquanto limitativo e non dovrebbe invero essere preso in considerazione nell’elaborazione dl quadro psicopatologico dello stalker. Se si principia dall’assunto che qualsi asi sog g etto nel l a pri m i ssi m a f as e del processo di innamoramento è più propenso ad accettare compor tamenti intr usivi ed ossessivi da par te del par tner senza essere in g rado di dar ne una lettura og g ettiva si apprende appieno la vulnerabilità del terzo paradigma. In questa fattispecie la vittima non nutrirà vissuti di paura e di ang oscia, ma tenderà ad interpretare in modo distor to e talvolta positivo i patter n comportamentali disfunzionali dello stalker a cui è leg ata. Ta l e t es i t r ove r e b b e m a g g i o r co r r i spondenza qualora la vittima sia un individuo, di entrambi i sessi, psicologicamente instabile, con diagnosi di schizofrenia, di disturbo borderline di personalità e con disturbo dipendente di personalità. In seno a ciò il sogg etto non percepirà nessun vissuto di paura o di ang oscia sia perché la sua architettura psichica non gli per mette di funzionare bene a livello relazionale e sociale e indi di leg g ere funzionalmente la realtà della situazione che sta vivendo, sia perché tali patologie ben si amalg amano alle disfunzioni mentali dello stalker.
IL LIBRO
Quando la passione diventa ossessione. Stalking AUTORE Nicol Bran ANNO 2009 EDITORE Ananke
Lo stalking è una realtà dilagante. Le stesse celebrità non sfuggono a quella che molti considerano una vera e propria emergenza sociale. Questo è il primo libro che rivela la dimensione culturale di questo comportamento ossessivo, ed esamina lo stalking nel contesto della diffusione delle comunicazioni di massa tipico della cultura contemporanea.
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IL FILM
Incubo segreto Regia Louis Bélanger Interpreti Shannen Doherty, Michel Francoeur, Charles Powell, Jayne Heitmeyer Durata h 1.20 USA 1997
Celeste è una donna invidiabile, possiede tutto ciò che si possa desiderare: una carriera di successo, un compagno perfetto e uno splendido appartamento con vista mozzafiato sulla città. Eppure la sua vita sta per trasformarsi in un incubo: riceve una serie di pacchi e telefonate anonime finché un giorno trova una spiacevole sorpresa nel suo letto. La polizia non la aiuta e così decide di indagare da sola.
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Profilo psicologico dello stalker
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La paura di essere abbandonati a maggioranza dei comportamenti assillanti veng ono messi in atto da partner o ex-partner di sesso maschile (in Italia il 70% degli stalkers è uomo), con un’età compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi) quando la causa è di abbandono o di amore respinto o superiore ai 55 anni quando ci si trova di fronte ad una se parazione o ad u n d i v o r z i o. Sebbene sia possibile un certo uso ed abuso di sostanze e/o di alcool, questa non risulta essere una caratteristica essenziale del quadro descrittivo del molestatore in question e. L e c a u s e p o s s o n o e s s e r e d i v e r s e , ma spesso si traducono in casi di abbandono o di amore respinto (le vittime più giovani) o per separaz i o n e e d i v o r z i o. I l q u a d r o p s i c o p a tologico dello stalker rivela sovente un disturbo borderline di personalità che lo por ta a non avere una lettura og g ettiva della realtà che vive e dei segnali di rifiuto che percepisce, interpretandoli come una sfida che lo porta ad aumentare i suoi compor tamenti volti alla conquista della preda. I borderline spesso agg ressivi e ambigui pong ono in essere una rete di strategie volte al
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p o s s e s s o d e l l a v i t t i m a . Ta l e s o g getto pone in essere una serie di atti delittuosi che possono variare dal danneg giamento di proprietà alt r u i , a l f u r t o, a l r a p i m e n t o d e l l a v i t tima fino all’omicidio della stessa. Un’altra patologia che si riscontra in tali sog getti è il disturbo dipendente di personalità, per cui è evidente la sofferenza e l’angoscia di annichilimento e di separazione che connota la loro esistenza. In seno a ciò farebbero di tutto per non subire l’abbandono da parte dell’ogg e t t o a m a t o. C i ò f a r e b b e c a p o a d un modello di attaccamento insicuro (ansioso - ambivalente, evitante o disorganizzato), per cui il sog getto non può fare a meno dell’’altra persona, la quale diventa funzionale per la propria esistenza. Invero se lo stalker borderline manifesta da subito il suo atteggiam e n t o, q u e l l o d i p e n d e n t e l o e s p l i cita nel momento in cui si prospetta un divorzio o comunque la rotttura d e l r a p p o r t o c o n l ’ o g g e t t o a m a t o. La componente ossessiva – compulsiva è quasi sempre presente negli stalker che si sentono quasi obblig ati a por re in essere tali comportamenti criminogeni e disfunzionali nei confronti della vittima perche incapaci di gestire i propri impulsi.
Profilo psicologico della vittima
“Donna con nastro di velluto” Amedeo Modigliani Olio su tela (1915)
La donna: oggetto dal quale attingere la forza!
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utti possono essere vittime di uno stalker. Non esiste limite di età, distinzione di ceto o di etnia. Statisticamente le donne sembrano essere più vulnerabili a tale tipologia di persecuzione sia per il loro approccio alla relazione sentimentale prettamente sentimentale e poco razionalizzato sia per la connotazione prevalentemente maschile dello stalker. La donna, viene vissuta e percepita come un oggetto dal quale attingere la forza per andare avanti e per soddisfare il suo bisogno di possesso e di dipendenza soprattutto nel momento in cui si rende con-
to che la sua vittima è più fragile e più debole psicologicamente e fisicamente di lui. A livello psicopatologico le vittime possono presentare un disturbo dipendente di personalità che le porta ad accettare qualsiasi sopruso dall’oggetto d’amore pur di non affrontare la separazione percepita come un trauma troppo doloroso. Le conseguenze psicologiche cui va incontro la vittima di stalking possono essere rintracciate nel disturbo posttraumatico da stress, in stati depressivi ed ansiosi, nella paura di uscire da sola di casa, fino ad una vera e propria alienazione psichica. Lo Stalking
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L’AMANTE PERFETTO NON ESISTE Galeazzi afferma che, nel caso in cui la molestia avvenga all’interno del rapporto duale di coppia, una prima prevenzione può essere fatta osservando il partner nella fase di “amante perfetto”, i cui atteggiamenti ossessivi sono dominanti e possono di conseguenza indurre qualche sospetto: egli sta passando infatti, da una gelosia senza ragione a un bisogno eccessivo di controllo. Da un punto di vista della persona che vive questo disagio individuale e/o di coppia, un percorso consigliato può essere quello di richiedere una consulenza psicologica, un percorso quindi che assume carattere di prevenzione contro lo sviluppo potenziale di un comportamento assillante.
Strategie per difendersi dallo stalking
Approccio diretto e approccio indiretto
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econdo il mio punto di vista, occorre distinguere due fasi in cui porre in essere le strategie difensive diverse nei confronti dello stalker invero durante l’approccio diretto e quello indiretto. L’approccio diretto fa riferimento ad una relazione di incontro – scontro tra vittima e stalker che spesso si verifica all’interno di una situazione di coppia tra le mura domestiche o comunque in luoghi familiari. In questo caso le migliori strategie di difesa possono essere: •
Valutare il tono di voce dell’interlocutore e il suo atteggiamento posturale verificando se si tratta di un comportamento aggressivo o seduttivo, prestando attenzione al contenuto della discussione e se tale modalità è ripetuta nel tempo. Nel caso in cui si ravvisi un atteggiamento pronto all’attacco con spiccati tratti aggressivi è con-
sigliabile cercare di interrompere il dialogo in maniera non brusca e lasciare il luogo. Nella seconda ipotesi sarebbe opportuno non assecondare lo stalker nella sua opera di seduzione ma prendere tempo cercando di cambiare discorso. Indi rivolgersi ad uno psicologo per avere un parere da parte di un esperto. •
Nell’approccio indiretto che rappresenta il maggior numero di casi e consta nei messaggi ricevuti, in minacce, in telefonate e lettere, appostamenti e pedinamenti occorre rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine, se si è in un posto isolato dirigersi verso un centro più popolato meglio se all’interno di un locale ( pedinamenti e appostamenti). Successivamente rivolgersi ad uno psicologo per un supporto. Evitare di rispondere a messaggi e alle lettere per non creare nessun tipo di relazione con lo stalker. Lo Stalking
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MARGHERITA SPAGNUOLO LOBB Psicologa, psicoterapeuta, didatta internazionale presso istituti di formazione e università italiane ed estere, Full Member del New York Institute for Gestalt Therapy Ha introdotto in Italia le opere e il lavoro clinico dei rappresentanti più significativi della psicoterapia della Gestalt. Ha scritto opere tradotte in varie lingue, tra cui Il permesso di creare (FrancoAngeli, 2007) e contributi sulla teoria del sé e sulla creatività, nonché un modello di psicoprofilassi al parto per coppie, un modello di psicoterapia di coppia, un modello di terapia familiare, un modello di lavoro con i gruppi, applicato a vari setting, incluse le organizzazioni. È stata Presidente della Società Europea di Psicoterapia della Gestalt (EAGT), di cui adesso è Primo Socio Onorario, della Società Italiana Psicoterapia Gestalt (SIPG), di cui adesso è Presidente Onorario, della Federazione Italiana delle Associazioni di Psicoterapia (FIAP). È fondatore e direttore (sin dal 1985) della rivista italiana Quaderni di Gestalt, dal 2009 pubblicata con la casa editrice Franco Angeli e della rivista internazionale in lingua inglese Studies in Gestalt Therapy. Dialogical Bridges. www.gestalt.it - e-mail: training@gestalt.it
PSICOTERAPIA
Essere In Coppia Anche se si è solo in due diventa sempre piÚ difficile gestire un rapporto di coppia Un traguardo difficile da raggiungere ma possibile Dott.ssa Margherita Spagnuolo Lobb, Direttore Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, Siracusa www.gestalt.it
Coppia
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Di chi o di cosa ci innamoriamo? IL LIBRO
L’amore che fa respirare e ci fa sentire più leggeri
Il linguaggio segreto dell’intimità Un modello gestaltico per liberare il potere nascosto nelle relazioni di coppia AUTORE Robert G. Lee con contributi di Margherita Spagnuolo Lobb ANNO 2009 EDITORE FrancoAngeli
“La psicoterapia della Gestalt offre un approccio nuovo ai problemi di coppia, che non è né analitico né sistemico: è fenomenologico-relazionale. Questo libro rappresenta un compendio sintetico dei principali approcci gestaltici co ntem po ran e i sulla coppia.” (M. Spagnuolo Lobb, dalla Presentazione al lettore italiano).
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imanere a lungo in un rapporto di coppia sembra oggi un traguardo difficile, se non impossibile. Roba d’altri tempi. Le ragazze passano da una delusione all’altra dai 16 ai 40 anni (dopo di che si dichiarano single – ci mettono “una pietra sopra” – “o zitella o lesbica” dice scherzosamente qualcuna), e i ragazzi, anche se spesso si sentono più facilmente preda della rete amorosa femminile, non trovano nelle loro coetanee quella comprensione che vorrebbero (e allora seguono o il “modello multi-partner” o il modello “schiavo senza speranza”). È difficile innamorarsi o è difficile rimanere in coppia? L’innamoramento è cieco, si sa, ma più che
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cieco direi che è centrato sui bisogni dell’innamorato, piuttosto che sui bisogni dell’altro. Ci innamoriamo di chi ci sembra appartenere ad una sorta di terra promessa, di chi parla una lingua che avremmo sempre voluto sentire parlare nei nostri confronti. Finalmente una persona che capisce le nostre intenzioni, che può darci il riconoscimento umano che abbiamo sempre desiderato nelle persone a cui abbiamo voluto bene, uno specchio buono che finalmente ci fa sentire visti. E magicamente questa semplice sensazione ci consente di respirare meglio, ci fa sentire più leggeri, ci fa sentire perfino più buoni e ben disposti verso gli altri, più fiduciosi nella possibilità che l’umanità possa finalmente accoglierci nel posto che meritiamo.
Il legame di dipendenza Ma chi è l’altro?
È
questa meravigliosa apertura umana generata dal senso di essere intuiti, capiti profondamente dall’altro, che ci porta a dire frasi come: “Non potrei vivere senza di te”, “Farei tutto per te”, “Tu sei la mia vita”. L’amore che accompagna l’innamoramento ha un solo difetto: è estremamente dipendente dall’altro. Si è legati all’altro perché solo l’altro ci fa sentire così riconosciuti. Ma chi è l’altro? Non sempre si ha una visione dettagliata dell’altro, sia perché si è “accecati” dalla bellezza di ciò che proviamo, sia perché se veramente ci soffermassimo su alcuni dettagli dell’altro (che in realtà vediamo ma non possiamo “approfondire”) il senso di meravigliosa condivisione del paradiso svanirebbe. Ma in quel momento della nostra vita tutto il nostro organismo è centrato sulla conquista di
una “terra promessa” e, mettere in discussione l’altro, che tanto avevamo cercato, non sarebbe la cosa giusta. E cosa sente l’altro? L’altro può essere pure lui innamorato, può sentire la musica che vorrebbe sentire nelle parole della persona amata (ovviamente una musica totalmente diversa da quella che sente il partner), oppure può essere meno innamorato e, stare con l’altro su basi più distaccate ma anche più “obiettive”. L’innamoramento è importante per la coppia, senza di esso nessuno avrebbe il coraggio di aprirsi intimamente e restare legato a lungo ad un’altra persona. L’innamoramento è una specie di miracolo della natura, come lo sbocciare di un fiore, in cui tutto l’organismo è teso verso un riscatto terapeutico di sé, verso la possibilità di amare dal profondo del proprio essere con la spontaneità che le incomprensioni della vita ci hanno tolto. Coppia
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L’amore oggi
O
Paura e rischio
”
Amore non è guardarci l’un l’altro, ma guardare insieme nella stessa direzione. Antoine de
”
Saint Exupéry
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ggi questo sentimento di profondo sconvolgimento interiore, di apertura alla possibilità di essere capiti dall’altro, non accade “normalmente”, come dovrebbe. Che cosa impedisce alle nuove generazioni di cadere nell’amore (come l’innamoramento si chiama nella lingua inglese: “to fall in love”)? Per “cadere” occorre avere una certa sicurezza di potersi rialzare, o, ancora più a monte, occorre poter sentire se stessi e accorgersi di avere bisogno di essere visti dall’altro. Mi sembra che manchi questo nelle nuove generazioni: la capacità di sentire se stessi. Allora è difficile persino innamorarsi, iniziare una storia “sentita”. Altre volte, lungo il percorso che la coppia attraversa, si perde la spontaneità, pur mantenendo allo stesso tempo un reciproco adattamento. Sentimenti quali la vergogna, la rabbia, l’amore, il senso di appartenenza diventano la dolorosa normalità quotidiana. Succede per esempio che quello che di solito inizia come desiderio di prendersi cura dell’altro, o di rilassarsi nell’intimità, finisce in una lotta a chi decide o nella disperazione di non essere capace di raggiungere e di essere raggiunto dall’altro. I partners della coppia sono mossi da due fattori nel loro interagire: la voglia di raggiungere l’altro, e la paura di non essere capiti in questo desiderio che, come ogni andare in avanscoperta, rende esposti all’umiliazione dell’essere valutati negativamente, come sbagliati per l’altro. Ciò che fa male non è tanto il fatto di non essere capiti dall’altro nei contenuti della
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propria esperienza, quanto piuttosto di non essere visti nel desiderio e nei tentativi di raggiungerlo. Il desiderio di intimità, che sostiene, motiva la vita di coppia, è simile al desiderio di sentirsi a casa, come il rilassamento che prova il bambino accolto tra le braccia della madre, come l’esperienza di riconoscimento che il viandante prova nel corpo e nell’anima quando finalmente ritorna nel luogo della casa. L’altro è desiderato come un corpo che accoglie, una casa in cui ripararsi dalle intemperie, il mondo in cui è possibile parlare la propria lingua. Il modo in cui questo desiderio si esprime nella coppia è intriso delle paure che l’altro non sia lì dove vogliamo trovarlo, che l’altro sia altrove. Così l’esperienza dell’altro, al di là del momento dell’innamoramento che per definizione è cieco, è anche sentita come rischio che il desiderio di intimità sia frustrato, come rischio che si ripeta il fallimento sperimentato in relazioni significative: l’altro è anche l’esperienza dello straniero che non capisce, delle braccia insicure che mantengono il nostro corpo all’erta, della casa rumorosa in cui non è possibile riposare. Quindi paura e rischio creano la particolare vibrazione che caratterizza la tensione verso l’altro nelle coppie, e ogni interazione significativa di coppia, come anche tutta la vita di una coppia, è una storia – ci auguriamo – a lieto fine in cui si rifà il percorso delle nostre relazioni significative, in cui sperimentiamo la nostra rinnovata, cresciuta capacità di raggiungere l’altro nella piena consapevolezza, vedendo realmente l’altro, al di là del temuto rifiuto, e potendo così portare a termine il desiderio di raggiungerlo.
IL PARTNER NON È IL NOSTRO GUARITORE L’altro non è accanto a noi per guarire le nostre antiche ferite, ma per creare una nuova relazione. Accettare ciò che di nuovo, inaspettato, c’è nell’altro consente di rinunciare a guarire le proprie ferite antiche, il che, paradossalmente, consente di vederle diversamente. Se rinunciamo a vedere l’altro come la persona ideale, capace di curare le nostre antiche ferite, possiamo vedere ciò che lui o lei già fa per la relazione. Questo rivoluzionario cambiamento nel percepire l’altro rende possibile rimanere in coppia senza rinunciare alla propria spontaneità e godendo dei vantaggi del non essere soli.
La coppia in psicoterapia
I
Funzionare come unità
l sentirsi scoperti davanti all’altro è un sentimento delicato: spesso s i r i e m p i e d e i d o l o r i passati, percepiti come evidenza di una intenzione neg ativa dell’altro. L’altro cattivo (esperienza paranoide) o che vuole imbrogliarci (esperienza borderline), troppo piccolo, bisognoso del nostro aiuto e non capace di contenerci (esperienza narcisistica), sono sentimenti che riempiono il vuoto in cui ci lanciamo quando riapriamo la possibilità di affidarci in un contatto impor tante, significativo, a cui abbiamo dato la potenzialità di costr uire una intimità. E’ semplicemente più sicuro rimanere su ter reni conosciuti. Pur (ri)conoscendo le motivazioni dell’altro come tipiche di un suo modo di reagire e, non leg ate a mancanza di comprensione o disinteresse nei nostri confronti, a volte non riusciamo a fare il passo nuovo: per esempio, non chiediamo scusa dopo aver capito di avere offeso l’altro, non sor ridiamo pur sapendo che quel sorriso sarebbe la soluzione di un litigio, insomma ar rocchiamo caparbiamente in vecchi schemi, per la semplice paura di cambiare. La psicoterapia di coppia può aiutare molto a migliorare l’essere coppia. La soluzione non sta nel sacrificio dei desideri individuali in favore delle reg ole del vivere sociale in famiglia, bensì nel riappropriarsi della spontaneità nel vivere con l’altro. L’obiettivo di una psicoterapia di coppia non è far sì che le coppie non litighino,
“Apparizione di un volto e di una fruttiera su una spiaggia” Salvador Dalì Olio su tela (1938)
ma rendere i par tners capaci di sentirsi vivi, creativi nella loro relazione, renderli capaci di sostenersi a vicenda e anche di giocare. Questo può implicare momenti di conflitto, attraversare il dolore delle ferite provocate dal comportamento dell’altro, può implicare attraversare l’umiliazione del non sentirsi accolti dall’altro, ma cer tamente presuppone l’obiettivo di realizzare l’intimità con l’altro, il corag gio di esprimere se stessi e di non placare i conflitti anzitempo. La psicoterapia non ha nulla a che fare con il dare tor to o ragione all’uno o all’altro, deve piuttosto migliorare il loro modo di funzionare come unità, il modo in cui gestiscono la loro intimità relazionale, la capacità di darsi sostegno reciproco e di trovare con l’altro un “luogo” fidato. Il modello che ho sviluppato all’interno della psicoterapia della Gestalt, pubblicato in un libro americano curato dal Prof. Robert Lee di Boston, tradotto in italiano dalla casa editrice Angeli, affronta i problemi di coppia centrandosi sugli aspetti positivi della loro interazione. Che la coppia sperimenti, proprio nel momento di scorag giamento in cui chiede aiuto, di avere spontaneamente fatto qualcosa per funzionare bene, è un g rande sostegno che predispone i partners all’ascolto delle intenzionalità positive dell’altro, al di là delle paure percepite sulla di lui/lei mancanza di accoglienza. La “lamentela” dell’altro, che prima era recepita come un’accusa, adesso è intesa come un desiderio di contatto, di essere accolti e considerati capaci di accogliere l’altro. Coppia
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DOSSIER
MENTE CORPO Insieme con un unico scopo: Stare bene
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Mens Sana in Corpore Sano Il Corpo Emotivo Psico-Yoga
DOSSIER
MENS SANA IN CORPORE SANO Il benessere, un dialogo tra corpo ed anima Dott.ssa Carmela Maria Barbaro, Sociologa
Mente e Corpo
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IL LIBRO
Corpo e anima
Un legame molto “antico”
“Il linguaggio del corpo” AUTORE Alexander Lowen ANNO 2003 EDITORE Feltrinelli
La psicoanalisi così com’è praticata si limita a studiare il disturbo emotivo e spesso lascia paziente e analista insoddisfatti: manca l’anello che congiunge turbe emozionali e fisicità. Lowen ci introduce alle teorie e alle tecniche bioenergetiche e codifica il “linguaggio del corpo”. Nelle posture e nell’atteggiamento che assume in ogni suo gesto, il corpo parla infatti un linguaggio che trascende l’espressione verbale. L’osservazione delle diverse reazioni corporee può diventare uno strumento altrettanto valido dei sogni, dei lapsus e della libera associazione.
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N
ei tempi antichi, presso i greci e poi presso i romani, avere cura del proprio corpo era qualcosa di strettamente legato alla cura e al benessere di mente e anima. Non a caso il motto dei romani era “mens sana in corpore sano”, riferendosi ad una serie di opinioni comuni che vedevano legate tra loro le cose della mente a quelle del corpo, in una serie di manifestazioni fisiche e spirituali che dall’una portavano
all’altro. Ancora oggi è esperienza abbastanza comune per ognuno di noi quella di identificare le emozioni provate in base a sensazioni fisiche; così ci capiterà di sentire il cuore in gola o lo stomaco chiuso quando aspettiamo con ansia e un po’ di timore il verificarsi di un evento tanto atteso, oppure impallidiremo e ci sembrerà di essere paralizzati dalla paura di fronte ad un evento spaventoso oppure ancora arrossiremo e tremeremo di rabbia di fronte ad un grave torto subito.
BENESSERE FISICO E BENESSERE PSICHICO Unità somato-psichica dell’uomo Riflettendo su queste ed altre analoghe esperienze, può risultare cosa scontata sostenere che il corpo sia lo sfondo di tutti gli eventi psichici e, quindi, considerare del tutto logico la presenza di uno stretto legame tra mente e corpo o, ancora considerare del tutto scontata l’unità somato-psichica dell’uomo, unità che implica una profonda ripercussione del benessere fisico sugli stati d’animo e viceversa una profonda influenza delle emozioni sul corpo e sul suo benessere tanto da richiedere che qualsiasi malattia fisica venga indagata non solo da un punto di vista medico e psicologico, ma anche considerando l’aspetto emotivo che l’accompagna.
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Il corpo, la mente, lâ&#x20AC;&#x2122;anima Edi Brancolini - Tecnica mista su tela - 2007
Lo sport aiuta il benessere della mente
“Akzent in rosa” Vasilij Vasil’evič Kandinskij Olio su tela (1926)
Volersi bene attraverso il corpo
IL FILM
Momenti di Gloria Regia Hugh Hudson Interpreti Nigel Havers, Ben Cross, Ian Holm, Ian Charleson, Dennis Christopher. Durata h 2.04 Gran Bretagna 1981
I
n genere, il legame tra corpo e mente richiede un equilibrio, nel senso che non serve praticamente a nulla far prevalere un aspetto sull’altro, privando l’uomo di una componente essenziale della sua natura. Chi sostiene che la mente è superiore al corpo, o che non esiste nulla al di fuori della materialità del corpo, ha una visione altamente limitata della creatura umana e delle sue enormi potenzialità. Ecco che oggi la scienza rifiuta una visione univoca e superficiale, portando, ad esempio, lo sport come cura del proprio corpo e contemporanea cura della propria anima. In genere siamo portati a pensare agli sportivi come persone che portano all’estremo la propria attenzione verso il corpo,
al fine di potenziarne alcuni aspetti prettamente fisici. In realtà lo sport comporta anche un amore per sé stessi come psiche e anima, un’attenzione verso aspetti, dunque, non corporei, che richiedono attenzione e cura quasi più degli aspetti fisici e materiali. Lo sport, praticato nel modo più semplice e genuino, apre la mente, aiuta a comprendere quei segnali che il nostro corpo ci invia, migliora l’autostima e crea quel rapporto completo tra corpo e mente, basato sull’equilibrio puro e sul benessere armonioso tra corpo e anima. Praticare uno sport significa, dunque, amare sé stessi, trovare un proprio equilibrio, creare un ponte tra corpo e mente, capace di regalare emozioni e un forte senso di benessere psico-fisico.
La storia vera, raccontata in flashback, di due atleti inglesi che si preparano alle Olimpiadi del 1924. Eric Liddell, un devoto missionario scozzese, corre per la gloria di Dio, mentre Harold Abrams, figlio di un ricco ebreo, per superare i pregiudizi contro la sua razza. Film sportivo, fu premiato con 4 Oscar - film, sceneggiatura (Colin Welland), musica (Vangelis) e costumi (Milena Canonero) - e segnò il memorabile esordio dell’ex regista pubblicitario Hugh Hudson.
Mente e Corpo
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DOSSIER
IL CORPO EMOTIVO Corde di un violino da far vibrare o un tamburo da percuotere? Noi i direttori di unâ&#x20AC;&#x2122;orchestra spesso sconosciuta Dott.ssa Maria Frandina, Psicoterapeuta
Mente e Corpo
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IL LIBRO
Siamo il nostro corpo
Mente corpo emozioni co-partecipano
“Brain Respiration: fai respirare il tuo cervello” AUTORE Ilchi Leen ANNO 2009 EDITORE Bis
La Brain Respiration o Respirazione Cerebrale è un metodo per la cura della propria salute psicofisica. Il cervello, attraverso l’attività delle sue onde cerebrali, segna l’inizio e la fine della nostra vita, registra e conserva ogni avvenimento che viviamo e è la sede di quelle facoltà che distinguono l’uomo dagli animali. Ma, soprattutto, il cervello rappresenta la porta di congiunzione fra il corpo, la mente e lo spirito. In Brain respirarion Ilchi Lee ci presenta una serie di facili esercizi che tutti possiamo fare in modo semplice.
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P
er anni il corpo è stato considerato una struttura data, quasi come se fosse una macchina separata dalla persona, uno strumento. La concezione dualistica che tendeva a dividere materiale e spirituale, corpo e mente, è oggi superata a favore di una visione olistica. Si è scoperto che il nostro organismo è un sistema, un processo - non una macchina - in costante divenire ed in comunicazione con l’ambiente esterno. Sono ormai moltissimi i dati che dimostrano l’interazioni tra pensiero, emozioni e parametri biologici. L’organismo è un sistema olistico: mente, corpo, emozioni, sensazioni fisiche co-partecipano inevitabilmente a costruire l’esperienza stessa ed il suo universo di senso, esso non è una macchina composta da diverse componenti funzionali indipendenti. Il modo in cui l’organismo incontra l’esperienza ed il vissuto emotivo plasma non solo i nostri pensieri ma anche il nostro corpo. Noi siamo il nostro corpo. Una determinata abitudine posturale può determinare l’instaurarsi di una comportamento psicoemotivo o di una risposta psicologica specifica che
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cristallizzandosi rinforzeranno quello specifico schema dando luogo ad un circolo vizioso che si autoalimenta. Spesso, noi non siamo consapevoli ci ciò che siamo, del nostro essere corpo, del nostro muoverci nello spazio, del ritmo del nostro respiro. I nostri bisogni più profondi, il nostro piacere, le nostre emozioni, il nostro disagio può trovare voce se impariamo ad ascoltare il nostro corpo, ad ascoltarci. Se non diventiamo consapevoli di ciò che siamo è come se pretendessimo di suonare uno strumento senza ascoltarne il suono. Spesso non ascoltiamo il nostro corpo, lo reprimiamo, lo trasformiamo, non accettiamo le sue trasformazioni, non accettiamo il suo invecchiare. Alla luce di quanto detto finora, potremmo dire che non ci accettiamo, che non ci piacciamo, non accettiamo di invecchiare e così deleghiamo al corpo la responsabilità del nostro essere, martorizzandolo o abbellendolo. Ogni cambiamento fisico se non è accompagnato da una trasformazione più profonda, non è altro che assumere una maschera, giocare un ruolo, dove l’apparire diventa protagonista a discapito dell’essere.
“Sciamano” M. Tessari Olio su tela (2003)
Noi musicisti e strumenti Liberi di essere corpo
”
Il modo in cui lo spirito è unito al
I
l nostro corpo non è uno strumento, né tanto meno è nostro. Noi siamo corpo. Noi siamo i musicisti e lo strumento e solo essendo consapevoli del nostro ritmo interiore possiamo ritrovarci e “suonare” la musica che vogliamo. Lo spartito, e quindi l’ambiente esterno possono esserci da guida, da punto di riferimento, ma siamo noi che dobbiamo imparare ad ascoltarci a livello fisico, emotivo, cognitivo. Allo stesso tempo per superare i conflitti interni diventa fondamentale attivare un dialogo tra le parti della stessa unità: fisiologica, cognitiva, energetica, emotiva, psicologica, immaginativa e comportamentale e creare così una coscienza unitaria. Se ciò non accade potremmo ritrovarci come un bravo pianista che si ritrova un tamburo e sogna di voler suonare un violino. Nel mondo esistiamo e ci affermiamo attraverso il nostro corpo in movimento, l’esserci, dove occupiamo
corpo non può essere
uno spazio circostante che delimitiamo e dal quale siamo delimitati, ma anche sostenuti, avvinghiati, compressi, sospesi, limitati. Essere consapevoli del proprio corpo e, quindi, delle proprie risorse, dei propri limiti diventa fondamentale. Non esiste un modo giusto di stare al mondo come non esistono una postura o un atteggiamento fisico e mentale ideale. Ciò che può rendere migliore la nostra esistenza è la consapevolezza dei nostri movimenti, dei nostri ritmi, e delle nostre funzioni così come la consapevolezza delle nostre emozioni, delle nostre sensazioni, dei processi mentali. Questo ci permette di poter sentire che possiamo scegliere, che non siamo prigionieri di schemi, sintomi o atteggiamenti cristallizzati e divenuti ormai abituali. Poter scegliere ci rende liberi e aperti nell’incontrare l’esperienza e la novità. Non siamo più prigionieri del nostro corpo, ma siamo liberi di essere corpo.
compreso dall’uomo, e tuttavia in questa unione consiste l’uomo
”
Sant’Agostino
Mente e Corpo
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Corpo e mente
La psicosomatica
O
ltrepassando il dualismo, che separa il corpo dalla mente, l’approccio psicosomatico guarda all’uomo come un tutto unitario dove la malattia si manifesta a livello organico come sintomo e a livello psicologico come disagio. Mente e corpo vengono visti non più in una relazione di causa effetto in cui la malattia fisica è vista come causa e il disagio psicologi-
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co come effetto o viceversa, ma in una relazione circolare in cui emozioni, pensieri e corpo sono in interrelazione tra loro. La malattia non è più considerata semplicemente come l’alterazione dei parametri biologici. Diventa fondamentale il modo in cui noi la percepiamo. Si parla di psicosomatica non solo come malattia che ha una genesi di tipo psicologico, ma come prospettiva con la quale guardare l’evento patologico.
LE REGOLE PER RAGGIUNGERE IL BENESSERE PSICOFISICO • • • • •
Diventare consapevoli dei nostri bisogni e delle nostre e mozioni; Risvegliare le energie latenti; Trovare delle alternative (es. pratica sportiva, tecniche di rilassamento orienta le, etc.) per trasmutare le energie biopsichiche esuberanti o che non possono venire scaricate od espresse in modo diretto; Armonizzare le varie funzioni ed energie nella loro dinamica interna in modo da costituire una personalità umana integrata; Promuovere l’inserimento dell’individuo nella società mediante rapporti armo nici, interpersonali e di gruppo.
ALCUNE TECNICHE PER PRENDERSI CURA DEL NOSTRO ESSERE CORPO • • • • • •
Tecniche di rilassamento Massoterapia Training Autogeno Yoga Approccio bioenergetico Riflessologia plantare
Quando tendiamo a somatizzare? La consapevolezza dei nostri bisogni
”
Chi scorge una differenza tra spirito e corpo non possiede
E
ssere consapevoli dei nostri bisogni e delle nostre emozioni non è sempre facile. Spesso tendiamo a reprimere emozioni spiacevoli o bisogni che sappiamo di non poter soddisfare. Molto spesso, ad esempio, tendiamo ad evitare o sopprimere la rabbia perché non siamo capaci di gestirla o esprimerla in maniera che non sia distruttiva. Quando ciò accade, l’energia prodotta resta in circolo nel nostro corpo e viene espressa in maniera incontrollata e tendiamo a somatizzare, cioè ad esprimere col corpo ciò che non riusciamo ad esprimere con le parole. Dar voce al no-
né l’uno né l’altro
stro corpo è dare voce alle nostre emozioni. Nulla avviene per caso. Se ci muoviamo in un determinato modo, se tendiamo ad assumere una certa postura, se assumiamo determinati comportamenti alimentari, se sul nostro volto appaiono delle rughe piuttosto che altre, se i nostri movimenti sono veloci, lenti o ripetitivi, se respiriamo profondamente o meno, tutto questo ha delle radici più profonde che ci riportano a noi stessi. Ogni comportamento che sia funzionale o disfunzionale dice qualcosa di noi, di come siamo, di ciò che siamo. Quanto meno siamo consapevoli dei nostri bisogni, tanto più tendiamo a somatizzare.
”
Oscar Wilde
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DOTT.SSA BARBARA CELANI Psicologa Clinica e di Comunità, laureata nel 2004 all’Università La Sapienza di Roma. Da sempre interessata al lavoro di integrazione scolastica e sociale di persone con disabilità, in particolare visive, collabora con l’istituto “S.Alessio – Margherita Di Savoia per i Ciechi” e scrive per la rivista pedagogica “Tiflologia per l’Integrazione”. È socia fondatrice dell’Associazione culturale “Psicologia in Movimento.it”, che si occupa di diffondere la cultura psicologica e la promozione del benessere psicofisico attraverso la Rivista “Psicologia in Movimento”. Svolge libera professione a Roma e collabora con psicologi e psicoterapeuti, ma anche con nutrizionisti, medici, insegnanti, operatori sociali, esperti di Yoga e di fitness, nell’ottica di una visione integrata di mente e corpo.
DOSSIER
PSICO YOGA Promuovere il benessere psicofisico attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;integrazione mente-corpo Dott.ssa Barbara Celani, Esperta in Counseling Psicologico info@psicologabarbaracelani.com Dott.ssa Sara Mecchia,Presidente ASD Pianeta psiche centro YOGA e discipline olistiche p.psiche@alice.it
Mente e Corpo
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IL LIBRO
Yoga
Fusione di mente, corpo e spirito
“Il cuore dello yoga. Lo sviluppo di una pratica personale” AUTORE T.K.V. Desikachar ANNO 1997 EDITORE Astrolabio Ubaldini
Desikachar è uno dei più noti maestri di yoga, e ha avuto tra i suoi discepoli anche Krishnamurti. Figlio di un altro grande yogi della nostra epoca, Sri Krishnamacharya, ha costruito il suo metodo sul principio fondamentale dell’insegnamento del padre: per ottenere i risultati migliori, la pratica deve adattarsi ai mutevoli bisogni del discepolo. In questo libro offre una spiegazione di tutti gli elementi dello yoga, e mostra come lo studente possa sviluppare una pratica che si adatti al suo stato di salute, età, professione, stile di vita.
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L
o Yoga è una scienza millenaria che aiuta a sviluppare l’armonia e la pace interiore. Si differenzia dalla semplice ginnastica, per la lentezza dei movimenti, la concentrazione mentale, il rilassamento consapevole, la cura del respiro, l’azione tonificante dei muscoli posturali ed il riequilibrio del sistema endocrino e nervoso. Il termine Yoga deriva dalla radice yuj, che in sanscrito vuol dire «unire». Infatti il primo passo da compiere, per chi si avvicina a questa disciplina, consiste nel ricontattare la perduta unione fra i diversi piani di cui siamo composti: fisico, mentale e spirituale. Non a caso lo Yoga si basa fondamentalmente sull’arte dell’ascolto; un ascolto però sottile, senza scelta, in cui le
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posizioni non nascono da un atteggiamento volitivo o dallo sforzo, ma da un’azione naturale e creativa che spontaneamente permette una ri-distribuzione delle energie sotterranee fino a condurre tutto il sistema psico-fisico ad una nuova e totale funzionalità. In questo approccio, l’attenzione è orientata soprattutto sul dispiegamento che avviene all’interno del campo energetico e sulla sensazione psicofisica che si manifesta nel presente. Se quindi scegliamo di sperimentare in prima persona le indicazioni della pratica siamo destinati a non sentirci più una cellula separata dal corpo, ma con il tempo saremo in grado di riconoscere e vivere un senso di appartenenza ad una più vasta entità e ciò ci regalerà un duraturo ed effettivo benessere.
RESPIRAZIONE
Il respiro è quel soffio vitale che ci unisce alla vita e risveglia una presenza di ciò che accade fuori e dentro di noi, attivando una viva lucidità ed un’attenzione a tutte le sfumature della realtà. Respirare significa in senso più ampio anche riconoscere e lasciare andare le paure inconsce. Nello yoga si parla di prâna, «respiro/soffio vitale» e di ayama, «espansione/controllo»: il prânâyâma è quindi, in prima lettura, l’arte dell’estensione del respiro e del suo controllo cosciente. Benefici sul piano fisico: • gli organi interni, soprattutto quelli addominali, vengono “massaggiati” dal ritmo del respiro; • il respiro apre la zona del cuore che diviene meno soggetta alle scosse emotive e rende più resistenti i polmoni. • il sangue è costantemente ri-ossigenato e si mantiene maggiormente alcalino. Benefici sul piano psichico: • una buona respirazione favorisce una visione più ampia dell’esistenza e permette di cogliere la ricchezza e l’intensità di ogni momento della quotidianità; • aumento della concentrazione e della stabilità; • ostacolo ad ansia e depressione.
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Immersione nell’emotività altrui
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Il gruppo: strumento psicologico l gruppo non è la semplice somma degli individui che lo compongono, ma qualcosa di più articolato legato al complesso intreccio di interazioni e dinamiche personali e interpersonali che si creano. Esso presenta delle peculiarità che favoriscono lo sviluppo di relazioni, la nascita di legami identificativi, la creazione di una cultura comune e potenti meccanismi trasformativi: da qui il notevole potenziale curativo che va oltre il superamento dell’isolamento sociale e della possibilità di condividere il proprio disagio, poiché può favorire il superamento dell’egocentrismo cognitivo (incapacità di riconoscere il punto di vista
e le convinzioni dell’altro sulla stessa cosa), l’ampliamento di strategie comunicative e di coping, il riconoscersi attraverso gli altri che fanno da specchio e aiutano a migliorare l’autopercezione. Attraverso il gruppo si sperimentano la conformità, intesa come tendenza ad attenersi alle norme del gruppo e l’assunzione di responsabilità, cioè impegno da parte dei partecipanti a realizzare il cambiamento. Inoltre, si acquisiscono nuove informazioni, ci si confronta, ci si fa coraggio vicendevolmente, ci si sente utili agli altri e, inoltre, il contesto gruppale permette l’immersione emotiva nelle problematiche altrui e proprie, con grande valenza catartica.
“Finestre dell’anima” Libera Carraro Tecnica mista su legno (2001)
”
Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo Alexander
”
Lowen
MEDITAZIONE La meditazione non è una tecnica, ma uno stato della coscienza. Quando i pensieri tacciono avviene qualcosa di straordinario: le forme, gli oggetti e tutto ciò che ci circonda comincia a palesarsi in maniera diversa; non ci si preoccupa più di riconoscere, di dare un nome, di classificare ogni cosa, ma semplicemente ci si accorge che tutto si tinge di luce e vibra in una dimensione che si fa sempre più vasta ed allargata. La meditazione non è attività della mente, ma del cuore; chi sceglie di meditare deve quindi abbandonarsi con fiducia al suo cuore per superare la prigionia che la sua mente costantemente origina, nell’eterno conflitto tra ego e sé. Numerose e variegate sono le tecniche di meditazione che vengono utilizzate per ricondurre l’attenzione a se stessi ed al momento presente e che rendono l’esperienza di meditazione accessibile ed aperta ad un lettura interiore più profonda. Meditare è comunicare con l’immensità e sostanzialmente dedicare uno spazio di libertà alla propria vita.
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GESTIONE DELL’ANSIA – TECNICHE DI RILASSAMENTO L’ansia è un’emozione naturale utile all’adattamento che, in date circostanze, può diventare patologica: è data dalla sottostima della capacità di fronteggiare l’evento e/o da una sovrastima della difficoltà dell’evento stesso e implica una serie di modifiche a livello fisiologico quali aumento della frequenza cardiaca, della sudorazione e delle tensione muscolare, che vengono interpretate come segnali d’allarme. Tra le tecniche di rilassamento più utilizzate troviamo la Respirazione diaframmatica, che agisce sullo squilibrio nel sangue tra O2 e CO2 tipico dell’ansia, attraverso il controllo volontario del diaframma, creando una situazione fisiologica incompatibile con le manifestazioni ansiogene. Anche il Training autogeno è utilizzato sia nell’ambito di tecniche per il trattamento di disturbi d’ansia quali la Desensibilizzazione Sistematica e lo Stress Inoculation Training, sia in ottica preventiva per il controllo dell’emotività e dello stress, l’autoinduzione di calma, concentrazione e introspezione. Può essere sconsigliato in caso di insufficienza cardiaca, psicosi gravi, problemi fisici.
Psicologo ed esperto di yoga Lavorare insieme si puo!
C
osa succede se si uniscono uno psicologo e un esperto di Yoga alla conduzione di un gruppo? Utilizzando la già descritta potenza intrinseca del gruppo stesso, si può offrire un percorso che parta da un presupposto fondamentale: l’inscindibilità di mente e corpo, entità spesso immaginate come separate, che invece fanno parte di un unico insieme in equilibrio, del quale è importante preservare l’armonia. Un laboratorio di Psico-Yoga dunque, si
estrinseca attraverso, sequenze di pratica fisica Yoga (Asanas), esercizi di meditazione, rilassamento, respirazione (Pranayama) e pause di ascolto e lettura psicologica. La differenza con la seduta classica di Yoga è che si fornisce alla persona, con l’aiuto dello psicologo, la possibilità di riflettere e condividere i vissuti emotivi e le sensazioni corporee relative alla parte pratica. Si dà dunque voce e valore al corpo, si affinano le capacità di auto-ascolto e di ascolto degli altri, la consapevolezza corporea e la disponibilità verso l’altro da sè. Mente e Corpo
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WELLNESS COOKING
Dagli antichi romani ad oggi
Fabio Campoli, chef di fama internazionale ci propone un’idea per natale a cura del Circolo dei Buongustai
Parola allo Chef…
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er questo Natale dedichiamoci una ricetta nuova e di stagione. Vi propongo per la vostra tavola delle feste un piatto che va al di là del solito menù nataliz io, c h e s a p p i a e s s e r e g u s t o s o e l e g g e r o a l l o s t e s s o t e m p o. Utilizziamo tutti ingredienti di stagione che portan o i n t a v o l a i l s a p o r e , i l c a l o r e e i c o l o r i d e l l ’ i n v e r n o. S o n o sicur o che sar ete appr ezzati dai vostri commensali. E’ una ricetta particolar e per me, che ho ideato durante le riprese della fiction “Rome” per cui sono stato chef designer di scena e per due anni ho studiato il modo di mangiar e e di cucinar e degli antichi r omani. Vi propongo dunque una ricetta che ha delle radici profonde nella scelta sia degli ingr edienti che della lavoraz ione, un esempio classico è la car ne con il miele, una miscela che sa r egalar e morbidezza e sapore.
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BLOG BY FABIO CAMPOLI Dal 4 novembre 2010 è on line il blog Beef Revolution by Fabio Campoli, (www.beefrevolution.it/ blog) un nuovo spazio web di news, curiosità, cucina e ricette sulla carne. Un blog pensato dallo chef, testimonial del progetto Beef Revolution, per dare consigli e commenti agli utenti, ma soprattutto per creare uno spazio dedicato alla cultura della carne. Come lo stesso chef dichiara di fronte a questo nuovo progetto che lo coinvolge: “mi piace l’idea di condividere con le persone, amanti come me della buona cucina e dei prodotti di qualità, le informazioni giuste per trattare gli alimenti senza far perdere il gusto. Specialmente la carne, di cui non si parla così spesso e su cui ci sono tante cose da sapere” Attualità, consigli, curiosità sul mondo della carne e tante ricette. Un progetto dedicato, dunque, agli amanti della buona tavola e dei seguaci della qualità alimentare, ma anche ai curiosi e a chi vuole conoscere caratteristiche delle carne e il modo più giusto per cuocerla bene a casa, che dà la possibilità di creare un’area web interattiva e partecipata dove trovare tutti i segreti di un celebre chef come Fabio Campoli. www.beefrevolution.it/blog
Maiale al miele con insalata di valeriana Ingredienti per 4 persone 500 g di coppa di maiale 150 g di valeriana 40 g di miele di castagno 4 cucchiai di mostarda* di pera vicentina 15 g di rosmarino (in aghi) un rametto di rosmarino fresco 30 g d’olio extravergine d’oliva dal fruttato medio sale qb
Come si prepara... Legare la carne per dargli uniformità e riporla in un recipiente rettangolare, condire con miele, poco sale, gli aghi di rosmarino, due cucchiai d’olio e massaggiare molto bene per cinque minuti. Quindi, riporre in frigorifero e lasciarla marinare per quarantotto ore (girandola ogni otto ore circa). Trascorso questo tempo, mettere la carne su una griglia da forno con sotto un contenitore d’acqua per la raccolta dei grassi e farla cuocere, girandola di tanto in tanto. Una volta pronta, condire con un cucchiaio d’olio e il rosmarino fresco, poi avvolgere il tutto in un foglio di carta d’alluminio e ancora nella pellicola trasparente, in modo da creargli una sorta di seconda pelle: poi farla raffreddare nell’abbattitore. Appena fredda, scartatela e la confezionatela sottovuoto. Al momento dell’utilizzo, affettare sottile e servirla come fosse un salume (volendo anche tiepida). Con un’insalatiera di valeriana e della mostarda di pere alla vicentina oppure con contorno di cicorie ripassate in padella. Voglio anche ricordare un altro modo possibile per cuocerla, cioè quello al vapore dove è solo nella fase finale che bisogna far rosolare la carne a temperatura alta. Infatti, con la cottura al vapore la carne non perde liquidi, ma tende ad attrarne altri. Va tenuto presente che, come tutti gli zuccheri, il miele caramella a temperature più basse, quindi bisogna fare attenzione a non farlo scurire alzando troppo la temperatura del forno.
Ricette di benessere
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POESIA
ALDA MERINI Una vita in bilico tra luce e tenebra amore e odio follia e luciditĂ Milena Di Rubbo, Poetessa
Equilibrio instabile
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Poesia inquieta, eccentrica ed eterogenea na vita in bilico quella di Alda Merini. La grande voce poetica della cultura italiana del Novecento. In bilico, tra momenti bui e momenti di luce, tra pura follia e intensa lucidità, attimi di amore travolgente, passione per la vita e profonda sofferenza, inattitudine a vivere e al mondo. Vincitrice di prestigiosi premi letterari, più volte candidata al premio Nobel per la letteratura, esordì presto come autrice, a soli 15 anni e molto
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presto conobbe i primi momenti bui della vita. Questo equilibrio instabile è la chiara conseguenza di una vita randagia, tormentosa, travagliata vissuta dalla poetessa. Una vita difficile nell’infanzia e sofferente in età adulta. La poetessa, infatti, sperimenta sentimenti molto forti nei 15 anni che trascorre in manicomio dopo una forte depressione post-parto e diversi squilibri psichici. Da queste esperienze forti e drammatiche scaturisce una poesia inquieta, eccentrica, eterogenea.
La fuga dalla realtà
Il legame affettivo della follia IL LIBRO
Il suono dell’ombra. Poesie e prose (1953-2009) AUTORE Alda Merini ANNO 2010 EDITORE Mondadori
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uella di Alda Merini è una poesia dove si mescolano temi diversi ma tutti intrisi di una profonda malinconia. Il “mal di vivere”, la passione erotica, la profonda religiosità, la follia, la sofferenza fisico-mentale, l’esperienza del manicomio, la morte, la rinascita. Come un sottile filo sottile ma fitto e ricorrente, questa profonda malinconia impregna quasi tutta la sua esistenza e raggiunge l’apice nel periodo del suo internamento nel manicomio. Questa prigione fisica ma soprattutto mentale, rappresenta un luogo ambivalente perché da una parte è dolore fisico, tenebre mentali, solitudine, terrore, disperazione, secchezza poetica e dall’altra diventa il rifugio dal do-
lore, la fuga dalla quotidianità del mondo esterno, la riscoperta dell’amore per gli altri che vivono il suo stesso disagio e la sua stessa diversità. Questa ambivalenza è evidente leggendo alcuni pensieri tratti dalle “Lettere dalla follia”: “Il manicomio, il luogo più esterno alla vita, non era fatto solo di pastiglie ed elettroshock, ma di amore. Un sentimento che indirizzavo sulle cose più semplici, sui gesti più elementari. Se uscivo, come a volte accadeva, gli altri matti mi chiedevano di comprargli le sigarette, il vino, la cioccolata. E se mi riusciva di farlo, sentivo che il legame affettivo che la follia a volte crea tra le persone è più forte di quello che ci procura la normalità”. Per l’autrice infatti la “follia” diventa un dono divino, una benemerita dell’arte, un grande paradiso capace di far provare il brivido dell’assoluto.
L’antologia raccoglie tutti gli scritti in poesia e in prosa, dai capolavori più conosciuti alle pagine dimenticate. Un ampio saggio critico e biografico di Ambrogio Borsani, contribuisce a rettificare le tante inesattezze diffuse sul personaggio Merini. Per la prima volta le raccolte poetiche degli inizi sono riproposte per intero. Il volume comprende anche notissimi e più recenti titoli come Vuoto d’amore, Superba è la notte e l’ultimo lavoro, Il Carnevale della Croce. Alda Merini
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LA LUCE DELLA POESIA
Nel bilico tra amore e morte, follia e ragione, dolore e vita alla fine la luce della poesia prende il sopravvento e diventa forza vitale che pervade ogni cosa. Il poeta dunque “deve parlare, deve prendere questa materia incandescente che è la vita di tutti i giorni e farne oro colato”. Proprio come ha fatto la Merini, bisogna trovare l’audacia di togliersi la maschera e con tenero coraggio o distaccata brutalità guardarsi dentro e frugare nella condizione umana e sulla sua fragilità. Sulla nostra fragilità.
IL FILM
Basta un niente per essere felice Rinascere nella poesia
ALDA MERINI Una donna sul palcoscenico Regia Cosimo Damiano Damato Interpreti Mariangela Melato Durata h 1.30 Italia 2009
È un film-documentario girato in presa diretta nella casa di Alda Merini, dove la poetessa dei Navigli si abbandona ad un racconto di sé puro ed elegiaco, mettendo a nudo la sua anima. Un incontro fatto di gesti, parole, sguardi. Un dialogo privato che trasuda dolore ma che rivela l’anima più segreta e nascosta della Merini, la sua sapienza antica e il suo candore. La poetica, la filosofia, la genialità della Merini viene raccontata dal regista Damato grazie ad un canovaccio che affronta i temi del dono della poesia, del misticismo, della seduzione, della musica, un dialogo che diviene confidenza, laddove si parla del dolore e della follia.
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ancora la Merini fa riflettere sull’importanza di provare dolore, di vivere la sofferenza come fonte di riscoperta della gioia vera : “Sono convinta che dal dolore possa nascere una grande passione per l’Aldilà. Si vorrebbe morire, però al tempo stesso si ha la speranza di vivere” e ancora “il dolore è una terraferma. L’uomo può sicuramente contare sul dolore perché è l’unica cosa sua, da sempre. La gioia è errabonda”. Infine “il male ci mette alla prova e insieme ci dà l’occasione di guarire”. Da questa forte esperienza, come tutte le esperienze vissute molto intensamente, nasce la raccolta più significativa della sua produzione poetica dal titolo “Terra Santa” che contie-
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ne versi molto belli, intensi e che presenta anche la sua voglia di reagire, di riprendere ad amare la vita e a godere delle meraviglie che il mondo fuori dalla prigione può offrire. Alda Merini proprio perché conosceva bene il dolore e la sofferenza aveva capito come sopportarli e combatterli e diceva “basta un niente per essere felici basta vivere come le cose che dici” e così come la sua poesia è umile e pungente così la sua vita è uscita fuori umilmente senza mai nascondere i suoi pensieri e le sue pene. Soprattutto l’autrice è riuscita a ritrovare la vita dopo un’esperienza di ombre e di morte e l’ha portata ad un livello di poesia. “L’inferno è la mia passione. Bruciata dalla vita, rinata nella poesia”.
Non ho bisogno di denaro. Ho bisogno di sentimenti, di parole, di parole scelte sapientemente, di fiori detti pensieri, di rose dette presenze, di sogni che abitino gli alberi, di canzoni che facciano danzare le statue, di stelle che mormorino allâ&#x20AC;&#x2122; orecchio degli amanti... Ho bisogno di poesia, questa magia che brucia la pesantezza delle parole, che risveglia le emozioni e dĂ colori nuovi
POESIA
POESIA
Rivivere le emozioni e comunicare la
loro profondità e raggiungere così… il verso poetico Milena Di Rubbo, Poetessa
Poesia
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Il fare poetico
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Il Sentire che arriva dall’Esperienza è chi dice che la poesia sia qualcosa di formale, di allusivo, che faccia storia e sia rivoluzionaria, che mobiliti le coscienze. Forse è tutto questo insieme o niente di tutto ciò. Semplicemente la poesia è il sentire che arriva al linguaggio. Il sentire che arriva dall’esperienza, dal quotidiano che filtrato attraverso il pensiero poi diventa verso poetico. Oggi purtroppo si è perso un po’ di questo sentire. Non si è più capaci di sentire perché il linguaggio è già pronto di fronte a noi. Manca il passaggio del sentire al linguaggio.
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Per poter scrivere un verso poetico non si può non tener conto di questo sentire. Ad esempio nell’ “Infinito” di Leopardi bisognerebbe rifare l’esperienza dell’infinito ed immedesimarsi in esso. Bisognerebbe rifare personalmente quell’esperienza, ritrovare il proprio monte e diventare immensità, orizzonte e immaginare cosa ci sia oltre. Bisognerebbe rifare le esperienze del poeta e non limitarci a leggerle. Ed ancora provare a rivivere queste emozioni per poter comunicare in tutta la loro profondità e totalità le sensazioni per poi giungere al risultato poetico. E saperlo comunicare perché la poesia è essenzialmente trasmissione di qualcosa.
Scrivere e descrivere un mondo emotivo
Il benessere che arriva dai versi
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uando si legge una poesia e se ne ricorda almeno un verso, quella poesia è riuscita a trasmettere qualcosa, ha lanciato l’ancora nell’anima che è rimasta fissa dentro. Oltre a dare una bella, profonda sensazione al lettore che rimane estasiato e appagato anche per colui che scrive c’è un benessere interiore intenso. Soprattutto quando si riesce a mettere su carta dei pensieri intimi, delle emozioni che vengono da un sorriso, da un fiore, dal mare, da
un pezzo di vita quotidiana. Tutto può essere fonte di ispirazione. E non esiste un momento preciso in questa ispirazione. Può arrivare passeggiando, prima di addormentarsi o tra un sogno e l’altro, mangiando, parlando, ascoltando. Non esiste né tempo né spazio. Si può scrivere negli spazi bianchi dei libri, in un diario, su un foglio…..l’importante è seguire quel flusso di coscienza in quel preciso momento e non lasciarlo andare via perché un attimo dopo sarà sicuramente diverso, di diversa intensità, di diverso contenuto. Poesia
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LA POESIA È... La poesia “ è un modo di parlare e può essere cattiva, buona, iraconda, inutile. È un modo di far teatro, di mascherarsi. La poesia può essere una maschera greca, un carnevale. Può essere una dignità che non si ha, una dignità che si soffre…” diceva la grande poetessa Alda Merini. Il poeta “ha bisogno di persone che non facciano irruzione nel suo cuore, ma che si modellino a sua misura, che lo seguano nelle sue traiettorie, nei suoi stati confusionali, nelle sue polemiche.”
La grande magia della poesia Il momento di catarsi
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unque è importante esprimersi attraverso la poesia come fosse un momento di ascesi, di catarsi. A volte riempire gli spazi bianchi diventa quasi un modo per liberare la propria mente da stati confusionali, da pensieri negativi che spesso ci accompagnano nel vivere quotidiano. E non c’è luogo, né tempo che tenga. Diventa quasi una necessità assecondare le proprie più intime emozioni e scrivere. Ed è importante immergersi nei versi, ma soprattutto immedesimarsi nelle situazioni. Se si pensa ad una spiaggia e al mare, si deve nuotare nelle sue acque e sentire il profumo della salsedine e il vento che soffia lieve quasi come
se fossimo noi il mare o il vento o la brezza marina. E’ questa la grande magia della poesia quella di riuscire a spersonalizzarsi e diventare un’altra cosa che si vede o si immagina di vedere davanti a sé. Se si riesce ad arrivare alla personificazione e ad assumere la vita di qualsiasi altra cosa si è compiuto metà del cammino. Il lettore deve avere la sensazione di vivere dentro quel mare, di nuotare nella profondità delle sue acque e di aspirare ad andare oltre, di provare piacere a vedere cosa viene dopo, quale significato si nasconde dietro quella semplice parola, quale sensazione provoca e come può essere diversa questa sensazione in ognuno di noi in un particolare momento della nostra vita. Poesia
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Se una poesia su un campo di papaveri ti ha insegnato a guardare meglio i papaveri, ha giĂ adempiuto ad una grande funzione (B. Brecht)
Ogni verso come una nuova avventura
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Vivere un altro spazio e un altro tempo on la poesia c’è l’idea di schiacciare il tempo e lo spazio. Se pensassimo ad un mondo senza poesia sarebbe un mondo privo di gioia, un mondo che muore. Dunque è fondamentale restare fedeli alla poesia tutta la vita. Come un esercizio quotidiano ci dedichiamo a lei. Non importa se di mattina o di sera, è necessario cogliere quelle parole che si intrecciano nel nostro cervello e afferrarle nell’attimo stesso in cui si sono mescolate perché un attimo dopo daranno vita ad un nuovo intreccio. La poesia è anche un modo per essere più schietti, diretti, prima con se stessi e poi con gli altri. Ci permette di prendere maggiore consapevolezza del proprio essere nel momento in cui l’inchiostro tocca il foglio e la pagina si riempie di lettere che formano parole corte o lunghe
che siano. C’è un profondo lavoro per esprimere chiarezza attraverso la poesia. La poesia diventa quasi un organismo vivente, che parla che ride che piange. Il verso non è quindi solo uno strumento formale ma assume una grande funzione comunicativa. Ed in ogni nuovo verso si ricomincia da capo il grande lavoro di immersione nelle cose della vita, di ascensione del sé e di trasmissione di tutto questo verso l’esterno. Ogni nuovo verso è come una nuova avventura. Si cerca sempre di ripartire. Una scoperta continua verso qualcosa che non ha limiti temporali o spaziali. E così che la poesia è in ogni luogo, la si aspetta sempre, è quel momento che si ricorda e che si porta con sé. Ognuno di noi ha una propria poesia che porta da sempre con sé. Ed essa diventa come la persona amata….bisogna non lasciarla mai e starle vicino.
SCRIVERE UNA POESIA? PERCHÉ? • • • • • • •
Poesia come atteggiamento nei confronti della realtà Come espressione della verità Come ricerca continua, avventura, scoperta Come ascensione, catarsi Come presa di consapevolezza del proprio io, chi sono e cosa provo Come rivoluzione, protesta, polemica Come espressione di chiarezza, schiettezza
COME? • • •
Liberare la mente e assecondare il flusso il coscienza scrivendo tutti i pensieri che ci attraversano Afferrare il momento dell’ispirazione e non lasciarlo andare via perché non torna più Prendere nota delle sensazioni che ci scatena il vivere quotidiano
Di fronte all’irruenza dell’ispirazione poetica, si può essere attraversati dalla tentazione di rifiutarla, rifuggirla, perché essa tenta sì di venire a capo del buio, ma nello stesso tempo ferisce, riapre cicatrici, acutizza antichi e poco angelici dolori. È questo il punto di crisi su cui finisce per spalancarsi spesso la più dolorosa scissione: la vita e la poesia; voler vivere vs. essere poeti. Le due aspirazioni sono in contrasto? “La vita o la si vive, o la si scrive” ammoniva Pirandello.
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Al di là Di tempo Di alte querce Di tondi pianeti Di Giove, di Marte la non-ipocrisia galleggia uniformemente gentile al di là di nebbia cresciuta quaggiù dove curve diventano sottili Al di là di assoluto si può vedere si può capire al di là gocce di rugiada ancora fresca dove nessuna ombra finge di nascondersi Al di là Milena Di Rubbo
MEDICINA
Benessere Prevenzione & Cura
Per conoscere ciò che succede al nostro corpo dobbiamo fare attenzione allo stile di vita
Prof. Antonio Giordano Dott.ssa Letizia Cito
Controlli preventivi e armonia mentale Il carcinoma gastrico
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enessere significa avere sempre e comunque un occhio attento a ciò che succede al nostro corpo. Sana alimentazione, controlli preventivi e armonia mentale da raggiungere con approfondimenti e studi su tutto ciò che può aiutarci a stare bene. Con questa attenzione
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e questo intento ci accingiamo ad affrontare un argomento delicato: Il carcinoma gastrico. Molto diffuso, purtroppo, sebbene molti progressi siano stati fatti nell’ambito della cura e della prevenzione di questo tipo di neoplasia, la sintomaticità che ne caratterizza spesso i primi stadi ne determina anche un vistoso ritardo nella diagnosi.
Fattori di rischio
L’alimentazione ha un ruolo fondamentale…
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ra i fattori di rischio meglio noti per questa tipologia di neoplasia vi sono l’elevato consumo di carni rosse, in particolar modo insaccati, arrosti e fritture, il basso consumo di frutta e verdure fresche, l’infezione da Helicobacter pylori e in alcuni casi l’ereditarietà. Il ruolo dell’alimentazione sembra essere particolarmente importante giacché la conser-
“La ragazza malata” Edvard Munch olio su tela (1885)
vazione delle carni rosse mediante salatura e i metodi di cottura quali frittura e arrostitura producono formazione di N-nitrosammine. Queste ultime hanno azione fortemente mutagena poiché sono in grado di dare mutazioni mediante alchilazione del DNA cellulare. Un effetto protettivo è invece esercitato da una dieta ricca in frutta e vegetali, come testimoniano svariate pubblicazioni scientifiche. Medicina
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IL LIBRO
Conosciamoci meglio Sintomi e trattamento
Il tumore dello stomaco
Una guida per prevenire, un aiuto per il paziente e i suoi familiari AUTORI C. Iacono M. Venturini Promosso da AIOM ANNO 2010 EDITORE Giunti
Il libro illustra e spiega come un oncologo moderno si fa carico del paziente a 360° secondo un principio di continuità di cura, che inizia ancor prima che la malattia si manifesti. Gran parte è dedicata alla prevenzione. Per il tumore dello stomaco, l’alimentazione può fare la differenza. Va incrementato il consumo di frutta e verdura, ma anche di legumi e fibre. Da usare con estrema moderazione la griglia, la frittura ma anche la pentola a pressione. Questi e altri consigli sono contenuti nella guida realizzata grazie al supporto di Roche.
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a presenza di H. pylori determina una infiammazione cronica della mucosa gastrica che spesso rimane asintomatica, ma che alle volte può causare una gastrite cronica. Il batterio in esame secerne un enzima chiamato ureasi che gli permettere di neutralizzare l’acidità dell’ambiente gastrico. Uno dei primi sintomi derivanti dall’infezione di H. pylori è proprio quello della difficoltà nella digestione dei pasti a base proteica a causa dell’aumento del pH (acidità ridotta) dell’ambiente gastrico. Tuttavia, la presenza di tale batterio e l’even-
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tuale gastrite atrofica derivante, non rappresentano necessariamente il primo passo verso la neoplasia dello stomaco. Infatti esistono diversi ceppi di H. pylori ai quali corrisponde diversa aggressività nell’infezione e diversa capacità di generare una patologia tumorale. Il trattamento del carcinoma dello stomaco prevede quasi sempre un intervento chirurgico. La chemioterapia da sola difficilmente rappresenta la scelta preferita. Tuttavia essa si è dimostrata efficace nel ridurre la massa patologica ed è stata pertanto utilizzata come trattamento precedente la resezione chirurgica del male.
LO SAPEVI CHE... Lâ&#x20AC;&#x2122;infezione da H. pylori ha una frequenza che sfiora il 90% nei paesi non sviluppati e che raggiunge il 30-40% nei paesi occidentali. La diversa percentuale di infezione è probabilmente ascrivibile alle migliori condizioni igieniche sussistenti nei paesi industrializzati che rendono piĂš difficile la proliferazione batterica.
LA PREVENZIONE DIVIENE VITALE La prevenzione ha, dunque, un ruolo chiave nella lotta al tumore gastrico. Lâ&#x20AC;&#x2122;incremento del consumo di frutta e verdure fresche, la diminuzione del consumo di carni rosse e la terapia dellâ&#x20AC;&#x2122;infezione da H.pylori , la eventuale consultazione di un genetista rappresentano un valido alleato.
La mutazione di un gene Componente familiare ereditaria
”
In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo verso la salute o verso la malattia, come verso tutto il resto. Antifonte (Filosofo
”
greco)
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sistono anche forme di carcinoma gastrico con una forte componente familiare ereditaria causata dalla mutazione di un gene chiamato CDH1 (noto anche come E-caderina). Gli
individui che presentano una mutazione in questo gene hanno alte probabilità di sviluppare un tumore allo stomaco anche prima dei 40 anni di età. Nelle famiglie in cui tale casistica è nota sarebbe opportuno avvalersi di una consulenza genetica. Medicina
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Immagini da sogno, musiche e colori che attraverso il mezzo televisivo diffondono emozioni dirette. O2 Television integra Emozioni, Wellness e Salute per diffondere il mondo dell’armonia psicofisica. Cultura, divertimento e tempo libero all’insegna dello “star bene” sono gli ingredienti del format O2 Tv
Clicca sul pulsante per guardare la puntata numero 2
MEDICINA Massaggio MeridiLine
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Dai meridiani alla bellezza
Pubbliredazionale
l metodo MeridiLine é stato sviluppato da AMIA (AGI MeridiLine International Association), in collaborazione con l’agopunturista giapponese Michiko Matsunaga e un gruppo di ricercatori di alcune Università del Giappone, come trattamento innovativo per il rimodellamento del corpo e il controllo del peso. L’antica saggezza orientale ci insegna che nel corpo umano l’energia fluisce lungo dei canali precisi, creando - con l’ambiente esterno - un unico grande sistema integrato. Concetti apparentemente complessi come quelli di “salute” e “malattia”, si riducono a situazioni più semplici di equilibrio/squilibrio, armonia/disarmonia. La tecnica si propone di riequilibrare i flussi di energia attraverso i meridiani per rivitalizzare la funzione omeostatica del corpo e della pelle, aumentare la tonicità e l’elasticità dei tessuti, favorire la microcircolazione e la rigenerazione cutanea. Il metodo MeridiLine, fondendo l’esperienza della medicina orientale con le più avanzate tecniche di riabilitazione, si basa su concetti innovativi che permettono al cliente di proseguire il trattamento a casa, tra una seduta e l’altra, potenziandone gli effetti. Questo modello di lavoro interattivo, attraverso la stimolazione diretta di alcuni punti dei meridiani, porta a risultati visibili fin da subito ed è stato applicato su sportivi di fama mondiale per migliorarne la performance. Attraverso la Valutazione dei Meridiani tramite il Movimento (VMM), è inoltre possibile adattare il trattamento ai diversi clienti, personalizzandolo in base alle esigenze individuali. Il metodo viene proposto in esclusiva per l’Italia dall’Istituto Internazionale Scienze del Benessere. In occasione di InterCHARM MILANO - il salone dedicato all’industria della bellezza svoltosi a Fieramilanocity nell’autunno 2010 - il corso è stato presentato dal Prof. Yoji Onishi, Direttore dell’AGI MeridiLine College of Aesthetics di Tokyo (Giappone), dal Prof. Andrea Bovero, Presidente CIDESCO Italia e da Maria Manuela Ravasio, Docente CIDESCO ITALIA. Per informazioni: info@cidesco.it - www.cidesco.it
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