# 2 / October 2012
OCA NERA ROCK
#2
Le rubriche di ottobre
Questo mese sono stati con noi
# L’Oca consiglia # Mettici il becco pure tu # L’Oca sottopalco # Le interviste dell’Oca
#Emanuela Vh. Bonetti #Giordano Cianfaglione #Rossella D’Oriano Immagine di copertina ©Albiona
# Andrea Fiaschetti # Fabiana Puglisi # Matteo Scalet
Oca Nera Rock
# 2 / October 2012
Abbiamo ascoltato tanto. E ci sono piaciute tante cose. E ora ve le proponiamo pure con tanto entusiasmo. E’ arrivato ottobre, ed ecco a voi il nostro # 2. Tante le uscite discografiche, tante le emozioni provate nell’ascoltare tutto quell che di indie abbiamo in Italia – e non solo. Ultimamente riflettiamo spesso su quale sia il sound che identifica questi anni, e siamo stati felici di riscoprire grazie al live di Caoscalmo e l’ultimo disco dei Le Carte che il rock – quello vero e puro – in Italia non è ancora morto. Come avrete intuito l’aggettivo di questo mese è tanto. Passando dal cantautorato folk ai suoni indie (tendenzialmente pop), ecco che torniamo a presentarvi quel che ci è passato per le orecchie in questi 31 giorni. E come sempre, non mancano le foto dei live che hanno letteralmente scosso la capitale (e non solo): dai già citati Caoscalmo all’energia esplosiva dei 99 Posse, passando per dolci donzelle quali Nadéah e Lara Martelli senza dimenticare l’esordiente Massimiliano Renzi e gli ormai storici Cranberries. Ecco cosa c’è nell’Oca di ottobre: tante belle cose, tutte da leggere e poi ascoltare. Perché questo è il nostro desiderio: farvi scoprire tante cose nuove.
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# 2 / October 2012
Mettici il becco pure tu Andrea Fiaschetti
Massimiliano Renzi Vortici Dieci pezzi per Vortici di Massimiliano Renzi, cantautore romano, che con questi brani ci prende per mano e porta dritti a fare un giro nel suo mondo. Un mondo intimista, il suo, al quale cerca di introdurci con un elettro-pop leggero ma elegante, dai testi semplici e diretti che raccontano il suo viaggio alla ricerca di pensieri ed emozioni, scavando nei propri ricordi. Ne viene fuori un mix di sensazioni e paure che riaffiorano alla mente e che Renzi non solo sembra non voler nascondere, ma addirittura li trasforma in video, trovando tra maschere tribali, donne lascive e camicie di forza un’ulteriore forma di comunicazione con tocchi felliniani – forse anche bergmaniani. Filo conduttore dell’album sono i ricordi, i sogni. Soprattutto quelli di un cantautore che intraprende un cammino non semplice, mettendo in gioco sé stesso prima di tutto. Vortici è un album che andrebbe ascoltato anche dai non amanti del genere, se non altro per il coraggio dimostrato da Renzi, che in pochi, soprattutto giovani, oggi dimostrano di avere.
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# 2 / October 2012
L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Paolo Saporiti L’ultimo ricatto Ci sono dischi che quando cominci ad ascoltarli ti fanno capire tutto – o meglio, che quello che ti arriva all’orecchio non è un suono sconosciuto ma un qualcosa che riconosci, e apprezzi ancora, forse più, per la raffinatezza ed il tocco di classe. L’Ultimo Ricatto è il nome dell’ultimo lavoro di Paolo Saporiti, cantautore milanese tornato sulla scena dopo due anni di silenzio. E’ questo un disco notevole, nel quale ci si innamora della voce di Saporiti e del suono romantico – malinconico della sua chitarra, per poi perdersi totalmente nelle sperimentazioni (forti e riconoscibili, come già accennato) di Xabier Iriondo, che ha curato per quest’album parte degli arrangiamenti. E cosa può uscire fondendo la vena noise di Iriondo a quella intima di Saporiti? Un disco completo, piacevole, elegante nell’insieme. Maestro nel fingerpicking, Saporiti resta ancorato al filo musicale che ha legato fra loro i suoi precedenti dischi (quelle melodie brit per nulla velate), prendendo però coraggio e osando maggiormente. Andando (se si poteva) ancora un pò più in là riuscendo a realizzare un vero capolavoro.
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Un’oca che fa click Nadéah live al Circolo degli Artisti, Roma 02/10/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 5
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# 2 / October 2012
L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Piccole Catastrofi
Il Sogno e Il Veleno
Il Sogno e Il Veleno è il progetto musicale di Alex Secone, che ci porta all’ascolto del suo secondo lavoro con l’album Piccole Catastrofi. Sono qui racchiusi 10 brani dai toni malinconici, delicati e distanti dal quotidiano. Il filo narrante di questa storia sono appunto i sentimenti nostalgici, che omaggiano definitivamente la classica epoca del “si stava meglio quando si stava peggio”, quando la ricchezza era intellettuale e si riusciva a viver bene apprezzando la semplicità e la purezza delle cose. Il brano che apre il cd, Nouvelle Vague, è quasi un manifesto d’introduzione su ciò che ci aspetta: cinema francese, Godard e Truffaut…i riferimenti ci sono, e sono conditi da suoni pop, lo fi. Molto bella Bistrot, nella quale il pianoforte la fa da padrona; più elevata, invece, Le Cose Importanti, introdotta dal suono degli archi. Storia quasi d’amore, Viola e Signora in foulard nero sono brani dedicati alle donne, e piacciono per la giocosità ed i ritmi che cambiano, vestendosi di sonorità nuove e differenti (un pò jazz, un pò più pop, a seconda del brano). Il Sogno e Il Veleno ricorda il Brunori Sas di Vol.1, che tanto mi era piaciuto e tanto ho consumato negli ascolti. Piccole Catastrofi, a sua volta, è un album che piace sotto diversi aspetti: per ciò che ha da dire, per il modo in cui lo fa, per l’eleganza naturale che si cela in ogni brano.
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Mettici il becco pure tu Rossella D’Oriano
The Rust and the Fury May The Sun Hit Your Eyes E’ uscito da pochissimo May The Sun Hit Your Eyes, l’album di esordio dei The Rust and the Fury formazione perugina di cinque elementi. Devo ammettere che si può restare abbagliati da questo disco, dall’impeto degli arpeggi e dal sound indie rock convincente che risulta al contempo pulito e graffiante. Abili a sfoderare una vibrazione sonora capace di spaziare ed espandersi in modo assoluto, in questo primo album i The Rust and The Fury amalgamano sapientemente il dinamismo del rock alle influenze del folk. Il loro mood si barcamena fra i canadesi Arcade Fire e gli statunitensi Band Of Horses, suggestioni sonore che riecheggiano e vengono evocate soprattutto in Be the one, quinta traccia del disco. Un ottimo album di debutto, da sottolineare in modo particolare la splendida voce di Francesca Lisetto che soprattutto in Laughing for nothing - uno dei pezzi migliori dell’album – viene particolarmente posta in rilievo. Questi ragazzi potrebbero spingere ancora un po’ con i suoni, ma siamo solo agli esordi: attendiamo fiduciosi, sentiremo ancora parlare “di ruggine e di furia”.
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# 2 / October 2012
Mettici il becco pure tu Emanuela Vh. Bonetti
The Fabbrica 2.0 Sogni in scatola, istruzioni per l’uso The Fabbrica 2.0, bel progetto casertano che presenta il primo album, Sogni in scatola, istruzioni per l’uso. Sono 9 le tracce di questo disco, e ad un primo ascolto resto confusa. Dopo un’introduzione delicata, con un pianoforte che ricrea intimità e testi trasmessi con un certo pathos – Il Sogno – passiamo a brani quali Voci e Domani, completamente differenti nella ritmica e nel genere – sicuramente più aggressivi, con sfumature più marcate e definite. Vita mia torna ad avere un tocco di raffinatezza, e poi passiamo a Credi, forse il brano migliore e più completo di tutto il disco.
Qual è, in sostanza, il problema di questo album? La direzione da prendere. I concetti espressi nei testi sono attuali, si riferiscono a problematiche concrete e per nulla sorpassate. Musicalmente c’è ancora qualcosa di cui parlare, invece. Se ascolto un minuto di intro a pianoforte mi aspetto un disco intimo, cantautorale e al massimo che abbia toni folk pizzicati. Stona l’aspettativa creata dal primo brano con l’incontro del resto del disco. Avete fatto 30? La prossima volta, a costo di rischiare, bisogna mettere in gioco il tutto e per tutto. E fare quindi 31.
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# 2 / October 2012
L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Formanta! Everything seems so perfect from far away Credo fosse il 2009, o giù di lì, quando ascoltai per la prima volta Shiny E.P. People, dei Formanta!: mi piacque, pensai fosse l’ottimo assaggio di un lavoro imminente e più completo che avrei sentito di lì a poco. E invece niente, silenzio fino al 2012, l’anno del ritorno con un album di 10 brani dal titolo Everything seems so perfect from far away. Questo disco ha l’anima maledettamente pop, sporcata da sonorità che in alcuni passaggi volgono al rock e addirittura al jazz. Il tutto è condito dalla voce di Sabrina Gabrielli, che regala col suo timbro particolare picchi di entusiasmo e sferzate energetiche per calare, scendere di tono per tornare ad essere dolce e velatamente sensuale. Da subito si riconosce il sound presente anche nell’Ep precedente, e si resta travolti da quest’ondata di buonumore che dura per l’intero ascolto del disco. Si tratta di un misto tra REM e Smith che da sempre influenza le musiche dei Formanta! ma che piace, va dritto al punto. Un lavoro davvero importante per essere un esordio in long play, colorato anche grazie ai riff delle chitarre – presenti agli inizi di ogni brano. Everything seems so perfect from far away: eppure, anche dando uno sguardo da vicino, la perfezione di questo disco si coglie e non si perde affatto.
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Un’oca che fa click Caoscalmo live al Circolo degli Artisti, Roma 03/10/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 10
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# 2 / October 2012
L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Le Capre a Sonagli Sadicapra Arriva il secondo lavoro de Le Capre a Sonagli, prepotente, forte ed espressivo come non mai. Il suono di Sadicapra traccia definitivamente un miscuglio fra stoner rock e folk del tutto originale e raccoglie 10 brani carichi d’elettricità. All’ascolto la prima cosa evidente è che sembra di essere davanti ad un Capossela aggressivo, spinto e deciso ma mai fuori luogo – anche se in Caronte il timbro vocale va oltre, quasi ad essere una versione italiana (seppur più lieve) di Till Lindemann. Il sound è cupo ma ricco, sicuramente grazie alla presenza di banjo e flauti che sono il giusto legame a definire meglio l’individualità del gruppo. !L’anima di ogni pezzo resta ben marcata nella struttura, una pesante ballata folk tetra e grottesca, sebbene poi ogni singolo brano presenti effettivamente sfumature e tendenze diverse.!Forse è un pò sacrificata la comprensione dei testi in alcuni punti, ma il disco è talmente particolare ed abbagliante nel sound che dopo un pò non ci faccio più caso. Forse non è un disco per tutti visto il genere, ma merita un assaggio.
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# 2 / October 2012
Un’oca che fa click Massimiliano Renzi live all’Animal Social Club, Roma 11/10/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 12
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# 2 / October 2012
Un’oca che fa click Lara Matelli live all’Animal Social Club, Roma 11/10/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 13
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# 2 / October 2012
L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Carmelo Amenta I gatti se ne fanno un cazzo della trippa Il titolo di questo disco è qualcosa di insolito e che incuriosisce. Parliamo del lavoro di Carmelo Amenta, ovvero I gatti se ne fanno un cazzo della trippa. Questo è il suo secondo album, e arriva a due anni di distanza da L’erba cattiva ma include anche i brani dell’Ep Non dimenticare di abbeverare le piante. Musicalmente, il cantautorato di Amenta viene qui accompagnato e sostenuto dalla partecipazione dei suoi Los Carmelos (Enzo Pepi, Graziano Latina e Francesco Accardi).
Amenta è un cantautore siciliano, che compone brani dai testi alquanto cinici e taglienti, che qui si arricchiscono vestendo suoni folk-blues. Non le manda a dire, questo è certo, e si dimena con la voce distorta e rabbiosa in 10 brani aspri ma riflessivi. Gli arpeggi passano da morbidi a scompigliati grazie all’alternarsi di chitarre acustiche ed elettriche, che aiutano a dare vigore e identità ad ogni singolo brano. E’ un bel lavoro, un bel disco da ascoltare e spogliare parola dopo parola per arrivare a capire il perchè delle cose. In primis, come mai i gatti se ne fanno un cazzo della trippa.
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L’Oca consiglia Andrea Fiaschetti
I Cosi Canti Bellicosi
Secondo album per la band milanese, che si presenta con un titolo che promette battaglia.! E se le prime note sembrano confermare questa impressione, con una partenza che richiama, non solo nello stile, al “fantasma dell’opera”, subito dopo si intuisce che le battaglie descritte in questo album non son altro che quelle del cuore, nello stile che I Cosi ci avevano già fatto conoscere con il loro album d’esordio. Sentimenti e dolori su ballate melodiche e richiami rock più che altro di chiara matrice Italia anni ’60.! Anzi, forse andando avanti con l’ascolto si perde proprio quell’inizio più spumeggiante e la band si adagia, forse un po’ troppo, su queste sonorità più pop, leggere, certamente ben arrangiate ma che rendono l’ascolto, alla lunga, meno interessante. Avevano già ben impressionato all’esordio, ed ora I Cosi confermano di essere una band fuori dagli schemi, estranea alle mode e con capacità di fare musica, ma dovrebbero forse osare qualcosa di più, cercare comunque di non rimanere relegati troppo su uno stile che, a lungo andare, potrebbe non dare più i frutti sperati. Album da ascoltare insomma, nell’attesa che I Cosi ci regalino quel po’ di più che ci aspettiamo da loro.
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Mettici il becco pure tu Emanuela Vh. Bonetti
The Perris Universi Piccolissimi
Universi Piccolissimi è l’album presentato dai fratelli Perri aka The Perris.! Ed il titolo è azzeccato, poiché ogni singola traccia di questo disco è come fosse un cerchio, che comincia e si richiude poco dopo, conservando all’interno una base di elettronica contaminata qua e là da sfumature minimal o alternative, a seconda dei brani. Il disco mantiene un profilo pacato e tranquillo, con un sound più ritmato in brani quali Supertele salvo poi passare ad un qualcosa di più pesante con Kappa, l’unico brano nel quale la batteria digitale si fa sentire più invadente.!Bella anche la traccia strumentale che chiude il disco, Galaverna, nella quale la chitarra assume un colore quasi mistico. E’ un peccato che il tutto duri veramente poco: parliamo di una mezz’oretta appena, per dei brani cantati in inglese che delineano un sound godibile e apprezzabile anche dai non amanti del genere.!L’album è disponibile a pagamento ed in free download, e lo potete trovare qui: http://www.scommercial.com/home/ci_scusiamo Il free download è una formula che viene apprezzata, anche se i bei lavori meritano un riconoscimento ed un pò di supporto in ogni caso.
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L’Oca Consiglia Emanuela Vh. Bonetti
Matteo Toni Santa Pace
La Santa Pace tanto nominata nel titolo non ha niente a che vedere con le esplosioni presenti nella prima parte di questo disco. Primo album ufficiale di Matteo Toni, a dirla tutta Santa Pace, la terza traccia che regala il nome all’album, suona più come un’evasione leggermente raggae, e fa capire che Matteo Toni, effettivamente, è poliedrico nel presentare ogni suo singolo brano giocando con un’essenza stabile che prende forme differenti nei 10 brani. All’ascolto, io ci sento di tutto: da una matrice pop piuttosto leggera, come anticipato fuoriescono e si intersecano fra loro sonorità sia raggae che blues, che danno vita a giochi di chitarra interessanti e accattivanti. I testi sono concreti ma al contempo sognanti, colmi di piacere e desiderio.!Desiderio di pace, naturalmente, di ritrovare tutto quel che di più caro si ha – senza dover correre, senza fretta, che il rischio poi è di perdere sempre qualcosa lungo il cammino. E’ un album carino e ben fatto, non posso negarlo sebbene questo non sia il genere musicale che prediligo.!O meglio, apprezzo il messaggio e mi piace l’idea, anche se musicalmente sento che alcuni pezzi siano slegati dal resto, forse un po’ troppo.!Tuttavia, forse sono io che vorrei solo un pò di “santa pace” e quella nei confronti di Toni è una sana e genuina gelosia.
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L’Oca Consiglia Andrea Fiaschetti
Le Mani Settembre
Al loro terzo album, Le Mani, finalmente, dovrebbero aver trovato la loro collocazione esatta nel panorama musicale italiano. Meno pop (che comunque non manca), più riferimenti rock ed ecco che ci regalano Settembre, un ottimo album che ci racconta di disagi interiori, di dolori personali e che rispecchiano anche la situazione generale del nostro paese. In questo disco collaborazioni con Federico Zampaglione e Giuliano Sangiorgi, che son forse quel che limita ancora la band materana a quelle tipiche sonorità pop-rock italiane che molti gruppi, loro compresi, sembrano aver paura ad abbandonare. !Probabilmente proprio perchè già sentite troppe volte, avremmo preferito trovarli qui più sicuri nell’imboccare la strada di un rock più deciso – anche se questo non toglie nulla alla buona riuscita dell’album, comunque fresco, godibile, ben arrangiato e suonato. Speriamo in futuro di sentirli più in brani come Milady Italia o Elefante piuttosto che Il Lago, continuando così a percorrere la strada di un rock italiano con una personalità propria e che non richiami sempre alla memoria gruppi dalle sembianze troppo pop.
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L’Oca Consiglia Rossella D’Oriano
Thegiornalisti Vecchio
Secondo album per la formazione romana. In questo nuovo lavoro si sente il preponderante cambio di rotta attuato, una sferzata imprevista rispetto all’album precedente.! Vol. I era più immediato e d’impatto, ciò non toglie che Vecchio sia a suo modo sorprendente. !A riconferma che i Thegiornalisti sono un gruppo maturo capace di metter su un disco al contempo dinamico e determinato, arguto e tagliente ma anche delicato, nostalgico nel quale si percepisce una sorta di spleen. Caratteristiche percettibili anche in questo album sono i riff di chitarra pungenti e penetranti, gli impeccabili giri di basso e last but not least l’incisiva presenza della batteria. La tua pelle è una bottiglia che parla e se non parla vado fuori di me è un brano dal rock oscillante che racchiude nel ritornello delirante il proprio titolo.!Il tradimento ipnotizza per il clima innescato appositamente dal basso e dalla chitarra, che si dissolve nella voce raffigurandoci la fragilità umana e i suoi effetti deleteri.! Guido così e Bere sono più spensierate e sbarazzine, come se sviluppassero un clima salottiero piacevole.! In Diamo tempo al tempo è il piano a rendere il tutto molto gradevole e piacevole, con un ritmo più pacato e rilassante rispetto agli altri pezzi, quasi a voler segnare i rintocchi del tempo ed esser monito per non accelerare e aver fretta di vivere di corsa, in modo fugace.! L’album si chiude con un brano psichedelico e acustico, Nato con te, e devo ammettere che è stata la scelta migliore per concludere il tutto. Vecchio è un disco che crea scenari suggestivi e sensazioni profonde.!Ricco e completo di riflessioni, i Thegiornalisti hanno fatto di nuovo centro con questo secondo album.
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Un’oca che fa click 99Posse live al Circolo degli Artisti, Roma 17/10/2012 Photo ©Giordano Cianfaglione per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 20
Un’oca che fa click Marte Awards live al’Atlantico Live, Roma 19/10/2012 Photo ©Fabiana Puglisi per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 21
Un’oca che fa click Afterhours live all’Angelo Mai, Roma 21/10/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera
http://www.flickr.com/photos/ocanerarock/ 22
Mettici il becco pure tu Andrea Fiaschetti
Testa
Dario Margeli
Dario Margeli arriva dal nulla, proponendo il suo album Testa a chiunque abbia voglia di ascoltarlo. !Mi coglie spiazzato e così bisogna approfondire un po’ la conoscenza curiosando anche online. !E Margeli passa da “il nuovo Battiato” a ospite di rubriche di musica trash, paragonato addirittura a un Beppe Grillo cantante. In realtà non è né Battiato né un giullare.! Margeli presenta un album sicuramente coraggioso, ma abbastanza confusionario, indefinibile in un genere, con chitarre rock e ritmi elettro-dance e il tutto accompagnato da testi in cui, pur affrontando tematiche difficili ed attuali, non riesce ad esprimere chiaramente i propri concetti, strutturando il tutto più con un collage di immagini e ricordi che non cercando di impostare un discorso razionale. E la confusione generale è aumentata dal fatto di inserire versioni remix dei suoi pezzi che rendono l’ascolto alla lunga un po’ noioso. Quindi, credo, che Margeli in futuro dovrebbe cercare di seguire una linea musicale più delineata accompagnata da testi più chiari e incisivi, perchè oggi in Italia, per scrivere un testo così strutturato devi solo chiamarti Pasquale Panella.
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L’Oca consiglia Andrea Fiaschetti
Coloss Songs of hate and emotion Songs of hate and emotion è un piccolo gioiello di 13 minuti e 14 pezzi dei romani Coloss.! Pezzi hardcore che in Italia raramente ascoltiamo, tirati e ben suonati. Dicevamo 14 pezzi in 13 minuti, quindi pezzi che partono a mille, che vanno subito al sodo, che non lasciano tempo di ragionarci sopra.!Pezzi diretti, senza fronzoli, mai pesanti, con una linea precisa anche se ad un ascolto superficiale potrebbe sembrare il contrario. I ragazzi romani non ci girano intorno, sanno cosa vogliono e lo ottengono in maniera ottimale, non han bisogno di dilungarsi in virtuosismi fini a se stessi.!Concretezza e concisione sembrano essere il loro punto di forza. Ottimo album, ottimo biglietto da visita anche per Roma che, tra le tante altre cose, dimostra di saper far nascere e crescere gruppi come i Coloss.!Anzi per dirla come loro Rome needs a revolution e chissà che non possa nascere, di nuovo, dal punk.
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L’Oca consiglia
Frankie Magellano
Emanuela Vh. Bonetti
Adulterio e Porcherie E’ troppo facile ascoltare Adulterio e Porcherie e pensare a Frankie Magellano come al frutto dell’incontro naturale fra Vinicio Capossela e i Figli di Madre Ignota.!Eppure, questo disco è un ibrido fra il timbro vocale del cantautore irpino e l’utilizzo scanzonato dei suoni folk alla Spaghetti Balkan. E’ solo andando avanti nell’ascolto che si riesce a cogliere l’essenza di Matteo Morgotti, il cantautore emiliano, e ci si trovan per le mani 11 tracce crude, volgarmente raffinate e sature di emozioni agrodolci.! A 10 anni di distanza dal primo album di Morgotti, Adulterio e Porcherie non lascia spazio all’immaginazione e la nota di colore ai testi forti e paradossali sono appunto le melodie. Tra le ballate folk emerge ogni tanto il pianoforte, ad aprire la strada a brani musicalmente più morbidi – uno fra tutti, La delicatezza dell’inganno.! La retrocessione del Giulianova contiene un piccolo richiamo musicale a Il Fantasma dell’Opera, ed è un’altra bella espressione di tutto quel flusso estremo e incontenibile che si riflette nei testi. Che altro dire?! Sì, la tematica è chiara e prepotente, attuale.! Non sono solo i tradimenti, qui emerge una carnalità più spinta e intimistica rispetto al concetto generico di passione.! Amore mio fallimentare è cantata quasi con rabbia, con una certa aggressività che inizialmente assume toni strazianti e lancinanti per poi tornare ad essere più leggera: perchè io ti amo, amore mio fallimentare.! E’ una presa di coscienza, la più lucida considerazione e l’unica conclusione. Ora l’ho capito che non eri la donna giusta.! Mi son sbagliato, me dannato, imbranato.! M’hai stregato con le tue chiome bionde, le tette tonde,!le cosce come fionde, gli occhi come sonde nell’abisso che sei tu.! M’hai straziato, disparato, ! se non canto una canzone è la mia maledizione.
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Le interviste dell’Oca Un modo (appagante) per esorcizzare le proprie Bestie - Criminal JokersI Criminal Jokers sono giovani e talentuosi, e ce lo hanno dimostrato con la recente uscita di Bestie, il loro secondo album. Dall’uscita di This was supposed to be the future son passati due anni, carichi di lavoro, emozioni e cambiamenti.! Numerosi i live in tutta Italia, un pubblico sempre più attento alle performance live e l’occhio vigile dei colleghi, che hanno ben accolto l’esplosione ed il carisma dei Criminal Jokers. !Che con Bestie, ci regalano un lavoro naturalmente diverso dal primo disco: sicuramente più stupefacente, intimo e riflessivo.! Una prospettiva differente, che porta alla luce testi densi e cupi, meravigliosamente decadenti.! Ce ne parla Francesco Motta, leader del gruppo. ********** Venite un bel periodo di live che vi ha fatto girare tutta l’Italia: com’è nato questo nuovo disco?! Ci siamo stati dietro più o meno un anno e mezzo.! Abbiamo fatto molti live, vero, comunque il tempo c’era anche se il lavoro non è stato rilassantissimo.! Per registrare il primo disco ci abbiamo messo 4 giorni, per questo un anno e mezzo: scrivere un disco in italiano è come scrivere due dischi in inglese per me. Le differenze fra Bestie ed il primo album ci sono. !Come hai detto tu, in primis la lingua, ma c’è anche stato un cambio di tonalità a livello di sound: da cosa arriva questa voglia di cambiare?!
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Abbiamo una forte esigenza di rimetterci sempre in gioco.! Nessuno aveva aspettative musicali, né noi né le persone che avevano ascoltato il primo disco: avevamo la piena libertà di fare quello che ci piaceva.! Potevamo fare un disco elettronico, canzoni gospel a cappella…abbiamo fatto quello che volevamo fare, siamo cambiati e questo è il risultato: un disco che non prevede assolutamente niente per il prossimo. !La coerenza nella musica è spesso dettata da come si sa fare bene una cosa, ma noi abbiamo la fortuna di saper cambiare. Parlando di live avete una presenza scenica molto forte: sembra che siate nati sul palco e che il palco sia la vostra casa.! Penso sia legato al fatto che stiamo meglio sopra il palco che giù.! Avere scritto i testi non basta, devi trovare un modo per dire certe cose.! Poi in generale, io personalmente ho poca voglia di lavorare quindi penso si percepisca sul palco altrimenti mi sarei messo a sedere su una sedia in un ufficio postale.! Sul palco no, insomma. Parlando ancora di cambiamenti, è entrata anche tua sorella a far parte del gruppo: come avete scoperto la passione per la musica? Mia madre è insegnante di matematica e mio padre ingegnere.! Nonostante questo, in sala da sempre c’è un pianoforte ed è grazie a loro che siamo andati a lezione di musica fin da piccoli.
E’ stata una fortuna.! Mia sorella in realtà è musicoterapista, il suo lavoro in realtà è quello, quindi penso sia entrata nel gruppo non tanto per suonare quanto per analizzarci.
Con questo secondo album vi state imponendo e siete giovanissimi.! Il problema è che in Italia non puoi fare un disco maturo se non hai i capelli bianchi.! Devi essere almeno pelato!
Tornando all’album, appena ho visto la copertina di Bestie mi è venuto in mente un particolare.! Il vostro primo video è This was supposed to be the future, ed anche se in pochi frammenti c’è qualcosa col quale vi sporcate e vi coprite. In realtà non c’è nessun legame tra il video e la copertina, o almeno l’idea è stata di due persone differenti, non nostra.! Quindi la stessa domanda me la pongo pure io.
Che programmi ci sono per i prossimi mesi?! Suonare il più possibile, fare un altro disco, suonare il più possibile, fare un altro disco. Restiamo in attesa di una nuova evoluzione, allora: quella della “bestia” di Francesco Motta.
I testi del nuovo album sono interessanti, in modo incisivo e diretto parlano di quanto ci sia di bestiale nell’animo di ognuno di noi.! E’ stato un modo (appagante) di esorcizzare le mie bestie.!Mi son guardato dentro e ho trovato questo: niente di rassicurante, insomma.! Parlo sempre di me, non di attualità, anche se sicuramente ci sono delle cose comuni in ognuno di noi.! Ma non mi sarebbe riuscito scrivere di grandi verità se non fossero state “le mie verità”. C’è un brano più di tutti che ti identifica o sono tutti frammenti del tuo essere sparsi nei vari brani?! Il testo di Bestie è come se fosse il titolo e la sintesi di tutto l’album, è quello a cui sono sicuramente più legato. Tua sorella Alice fa musicoterapia, ma qui sei tu che hai usato la musica per analizzarti ed esporti.! Sì, non è stato facilissimo e secondo me ha portato ad un ottimo disco. Siete esplosi col primo disco, avete attirato l’attenzione di musicisti quali Nada, e avete affiancato a lungo anche gli Zen Circus.
Emanuela Vh. Bonetti 27
Un’oca che fa click Cranberries live PalaFabris, Padova 28/10/2012 Photo ©Matteo Scalet per Oca Nera
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Un’oca che fa click Tito & Tarantula live Init, Roma 29/10/2012 Photo ©Giordano Cianfaglione per Oca Nera
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