OcaNera Rock #9

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L’editoriale L’estate stenta ad arrivare, è questa una delle poche certezze che ci trasciniamo dal mese di maggio appena concluso. Un altro punto fermo è che nei passati 31 giorni ci sono state numerose nuove uscite e concerti tanto attesi – nonché, il primo Festival della stagione, e…no, non parliamo del Primavera Sound di Barcellona. Il 2013 è un anno ricco di eventi e vengono offerte opportunità e spunti interessanti nelle maggiori città italiane. Poli di attrazione saranno sicuramente Torino, Milano e Padova – grazie all’Hydrogen Festival, che anticiperà l’A Perfect Day Festival di Verona. Scendendo lungo il centro Italia non vanno scordati il Ferrara Sotto le Stelle e gli eventi estivi a Bologna con il Strummer Live Festival e al Botanique. Si finisce in bellezza con tutto ciò che offre Roma, protagonista indiscussa dell’estate rock’n’roll grazie al PostePay Rock In Roma, gli eventi de Il Centrale Live, Roma Incontra il Mondo a Villa Ada e la rassegna Luglio Suona Bene dell’Auditorium Parco della Musica. Che dire? Ovunque voi siate, ovunque decidiate di andare, date sempre uno sguardo alla musica live proposta dai locali, le rassegne ed i festival: la programmazione italiana per i mesi centrali di quest’anno è bollente. Una menzione particolare va alla seconda serata del Rock In Fuso (facebook.com/RockInFuso). Ringraziando i partecipanti e i gruppi che si sono esibiti on stage, la rassegna si prende una vacanza per tornare ad essere operativa in ottobre. Per chi desiderasse suonare sui palchi della rassegna chiediamo di contattare l’indirizzo mail rockinfuso@gmail.com. Abbiamo un’estate intera per ascoltarvi ed organizzarci – in collaborazione con Relics – Controsuoni. Buona lettura e buon ascolto con una compilation speciale (doppia!) in collaborazione con Lunatik!

Photo copertina © Andrea Fiaschetti || DEATH GRIPS


Cosmo Borghese Toni Bruna Sakee Sed Weird Hot Head Show Cortex Cisco Newglads I Gatti Mezzi Slobber Pup Diodato Miss Chain & The Brocken Heels Decana

Cesare Basile Ministri Ostetrika Gamberini Efterklang Fm Einheit + Irmler Salmo Festival - Fortezza Sound Uriah Heep Luminal Death Grips Ilenia Volpe + Dirtyfake Dinosaur Jr. Liars

Campetty MathĂŹ Gli Amanti di Camilla



EmanuelaVhBonetti

Cosmo Disordine

Disordine, album che segna l’esordio solista di Marco Jacopo Bianchi (già Drink To Me) con lo pseudonimo di Cosmo, è un disco accattivante. Se personalmente non mi fa impazzire l’elettro pop, c’è da dire che la scelta artistica di Cosmo è piacevole e non banale, riesce a non essere invadente focalizzando l’ascolto e l’attenzione alle liriche – non sempre immediate, certo, ma argute e piacevoli.
 Come anticipa il nome Cosmo, all’interno di questi 10 brani si apre un mondo infinito e sconfinato.
 Come se a bordo di una navicella fantastica si compisse un viaggio che va a toccare in modo del tutto originale la sfera dei sentimenti, del rapporto fra uomo e donna – l’apoteosi, in questo senso, è sicuramente Esistere. Le cose più rare è un altro brano che merita menzione, profuma insistentemente di attimi nostalgici ed intenti psichedelici, buoni propositi e momenti di sconforto e fallimento. 
Se il sound – come già menzionato – mantiene un’eco il più possibile leggiadra e di largo respiro, il fiore all’occhiello di Disordine sono i testi.
 Piccole storie minuziosamente raccontate, con ritmi ossessivi dovuti sempre all’elettro pop che ben si presta a giochi di questo tipo – Dedica, ad esempio.
 Spesso presentato come “l’anello di congiunzione fra Jovanotti e Gold Panda”, in lui si riesce invece a ritrovare un ottimo Bugo – simile per estrosità ed inventiva. Ascoltare Cosmo con questo esordio è rassicurante.
 Si sente il sentimento e c’è amore ma sopra a tutto prevalgono colori di purezza e speranza.
 Con Cosmo si riaccende definitivamente la bella stagione. Cosmo
42Records
2013


MartaAlleluia

Borghese L’educazione delle Rockstar

L’educazione delle rockstar, un titolo insolito ma di effetto quello che segna l’uscita del disco di Borghese, cantautore post- ideologico che fa del suo indie-elettrorock un vero e proprio marchio di qualità. Non ha biografia né volto ma la sua musica lo fa conoscere al pubblico molto intimamente.
 L’album mescola svariate sonorità che vanno dal pop, al rock, all’elettronica e i suoi testi sono un vero e proprio inno alla libertà e dissenso nei confronti del pregiudizio che la nostra società d’oggi ostenta.
 Sesso, sentimenti imperfetti, droga, inadeguatezza sono i temi principali di questo disco, con testi molto diretti, arrabbiati ma allo stesso tempo nascondono una vena benigna. Il disco, composto da 11 tracce, è piacevole, non banale e si presta molto bene all’ascolto.
 Tra i brani a cui fare attenzione c’è sicuramente il primo singolo Luoghi Comuni, una vera e propria esternazione del contrasto generazionale.
 Particolare attenzione va data anche a brani come L’odore, una descrizione forte e carnale del sesso, e Bella Ciao rivisitazione in chiave ironica del popolare canto italiano ma aggiornata alla nuova dittatura. Ascoltare Borghese è piacevole e a tratti divertente.
 E’ pieno di ironia e verità che ad oggi sono qualità rare. Borghese
TouchClay Records
2013


EmanuelaVhBonetti

Toni Bruna Formigole

La lingua scelta per questo disco la si può intuire già dal titolo – Formigole, dal dialetto friulano, significa “formiche”.
 Ciò che non era affatto scontato è che dall’ascolto, esordio discografico di un falegname triestino, potesse scaturire una così limpida malinconia ben strutturata e curata nel dettaglio.
 Sentimenti che subito richiamano alla musica tradizionale brasiliana, che si fonde qui ad un folk sognante ma al contempo concreto e terreno – di casa, appunto, per le formigole. Toni Bruna, artigiano di professione e che tale ama professarsi anche nella musica, riesce a compiere un percorso che lo porta a guardare lontano, oltre i confini.
 Quelli della sua terra, così martoriata in passato dalla guerra, e quelli che ognuno – naturalmente – serba più o meno inconsciamente dentro sé stesso.
 Man mano che si incontrano pezzi quali Cristo de geso e Picar ci si rende conto, tuttavia, che con Toni Bruna non vanno bene gli stereotipi.
 Musicalmente esula da tutta quella che sembra essere l’unica proposta musicale predominante in Italia, ed al contempo la sua voglia di fare musica è completamente senza pretese, se non quella di lasciarlo continuare così, a suonare e comporre.
 Toni è un poeta che veste le proprie parole con chitarra, glockenspiel e fiati.
 Ma cosa sono le definizioni, in questo caso?
 Assolutamente parole nel nulla, poiché per essere capito, lui va ascoltato.
 Con le orecchie ma soprattutto col cuore.
 L’unica controindicazione è che ci si può perdere la testa per un disco simile: una scoperta semplice ed elevata, un album di rara qualità. Toni Bruna – Formigole
Niegazowana
2013


DavideFranzoni

Sakee Sed Ceci n’est pas un Ep

Questo non è un EP?
 Ma allora che cos’è?
 Me lo chiedo mentre mi alleno in palestra con Ceci n’est pas un Ep sparato dalle cuffie, perché il tempo è poco e bisogna sfruttare ogni momento utile, ma non riesco a darmi una risposta. 
Poi lo ascolto meglio, con calma, ma continuo a non capire cosa leghi questi 6 brani, tutti abbastanza diversi tra di loro.
 Si va dalla psichedelia al metal, arrivando all’hard rock.
 Tutto mitigato da un’anima pop che rende i brani gustosi, leggibili e, perché no, divertenti. Ecco, in effetti sono molte gli aspetti di questo lavoro, come dei precedenti, da cui traspare lo spirito con cui i Sakee Sed compongono. 
Si divertono e riescono a trasmetterlo, punto.
 Stanno seguendo un percorso, discontinuo e ricco di contaminazioni, iniziato con sonorità più folk, passando dal cantautorato ed ora sperimentano e omaggiano sonorità più rock.
 Numeri ed idee ci sono, la speranza à che riescano a trovare un’identità più chiara e personale pur mantenendosi scanzonati e liberi. Sakee Sed – Ceci n’est pas un Ep
Appropolipo Records
2013




I MINISTRI Taneto di Gattatico, Circolo Arci Fuori Orario Photo Š Elisa Bacchelli


CESARE BASILE Roma, Circolo degli Artisti Photo Š Silvia Mariotti




DavideFranzoni

Campetty La Raccolta dei Singoli

La vocazione dei fratelli Campetti a “fare confusione” con la propria storia è pari solo alla capacità di produrre ottimi album.
 Già chiamare il primo album La Raccolta Dei Singoli, nome che evoca una raccolta, un best-of, lascia un attimo interdetti.
 Poi si scopre che anche definirlo “primo album” non è del tutto corretto. 
Già! 
Perché Fabio, insieme al fratello Michele, è già da qualche anno che traccia un valido e interessante percorso musicale.
 All’inizio furono gli Ed Wood, con tre album all’attivo (cantati in inglese). 
Il desiderio di scrivere in italiano trasforma il progetto in Intercity (due album pubblicati), che oltre alla lingua acquisisce una sua propria identità.
 L’uscita dal gruppo di uno dei fondatori, Pierpaolo Lissignoli, e poi di Anna Viganò, spinge i due fratelli a cambiare nome in Campetty. Se vi sentite un po’ disorientati c’è un solo rimedio, ascoltarli (nel loro sito è possibile scaricare in free download tutta la discografia).
 Non pensiate che gli argomenti circa questo nuovo lavoro si esauriscano alla storia che lo precede.
 Gli scuri inverni lacustri ispirano a Fabio, autore di testi e musiche, una velata malinconia che ben si sposa con le atmosfere shoegaze e le sonorità anni sessanta e settanta, calde ed autentiche.
 Il tutto rafforzato dalla scelta (che li contraddistingue fin dagli esordi) di utilizzare strumentazioni analogiche per la registrazione.
 Dodici tracce eterogenee che consentono l’incursione in un genere che in Italia purtroppo non viene suonato molto, ed un ritorno, quello di Sara Mazo (ex voce degli Scisma, che qui collabora cantando la bellissima Mariposa Gru), ideale per accompagnarci in questo volo gradito e inatteso. Campetty – La Raccolta dei Singoli
Orso Polare Dischi
2013


RossellaD’Oriano

Mathì (in)quiescenza

Francesco De Simone (voce/cori/chitarra elettrica/chitarra acustica), Antonio Marano (piano elettrico/glockenspiel/synth), Gennaro Raggio (chitarra elettrica), Raffaele Manzi (basso), Gennaro Coppola (batteria/percussioni): ecco i cinque componenti dei Mathì , gruppo post- rock che tornano sulla scena con un nuovo album. Con il loro primo lavoro, l’ Ep Petali Ridenti, i Mathì avevano posto le giuste basi per il loro progetto, facendosi da subito notare per il modo particolare di esprimersi attraverso brani tutti da ascoltare.
 Ora, con (in)quiescenza, ci troviamo davanti a sei pezzi che compongono un concept album tentacolare, penetrante, che trasuda emozioni – talmente carico di pathos da risultare profondamente incisivo e intenso . La musica dei Mathì è pura poesia, ed il tema predominante di questo lavoro è lo stato di quiete apparente - che permea ogni nota, trasportando gli ascoltatori in balia di ciò che sta per esplodere. 
Il titolo sicuramente è eloquente ed il concept dell’album è racchiuso tutto qui, lo si percepisce da subito seguendo le prime note. (in)quiescenza è un album suggestivo, un lavoro strabiliante dai tratti chimerici nel quale musica e parole si espandono in modo febbrile. 
È una gioia per l’udito ascoltare un album in cui il tutto – dai testi alle musiche, inclusa la voce – si amalgama e non soffoca la realizzazione dell’opera, realizzando in questo modo un unicum. 
Sicuramente un lavoro ben fatto, fortemente emotivo ed istintivo pur celando, neanche tanto, una naturale dolcezza. Mathì – (in) quiescenza
Controrecords
2013



RossellaD’Oriano

Gli Amanti di Camilla Santi di Quartiere

Gli Amanti Di Camilla, decisamente un gruppo politically uncorrect. 
Parliamo qui di un punk – rock con visibile contaminazione ska, che con Santi di quartiere ha sfornato un disco impertinente e sfrontato, aspro ed affilato. E’ un tripudio di chitarre e cori che mettono in controluce la sezione fiati, mentre i testi risultato diretti e corrosivi. Nei dieci brani di questo album si percepisce un mood accelerato e fulmineo, quasi nevrotico e irrequieto.
 Possiamo citare Pelle Ribelle, ad esempio, con un fascino eloquente supportato dal gioco sonoro ricreato dalla chitarra che diventa più serrato e prepotente in Eroe di Chi.
 Troppo debole, invece, la batteria in La Valle. Band giovane, Gli Amanti di Camilla si rivolge ad una particolare fetta di ascoltatori, sebbene in Santi di quartiere ci sono ancora parecchie imprecisioni e cose da rivedere ed affinare. 
Potremmo definirlo in un certo senso acerbo, in quanto carente in alcuni punti e troppo frammentario per essere considerato un lavoro completo. Gli Amanti di Camilla – Santi di quartiere
Music Box Records
2013


EFTERKLANG Roma, Circolo degli Artisti Photo Š Emanuela Vh. Bonetti


FM EINHEIT + IRMLER Roma, Init Live Club Photo Š Giordano Cianfaglione




FernandaCorona

Weird Desert Love for Lonely Graves

Le atmosfere che Desert Love For Lonely Graves dei Weird fanno emergere sono cupe, nebbiose, misteriose e a tratti disperate e arrese. Il disco è registrato da Marco Barzetti, voce e chitarra del trio romano, ed è rimbalzato con incredibile successo in rete, di tweet in tweet.
 L’album è composto da 7 tracce che creano nell’ascolto complessivo un vero e proprio film mentale dai contorni poco nitidi, popolato da fantasmi del passato e da domande non risposte.
 Gli “amori deserti” sono quelli impossibili, quelli che non troviamo sono nei libri, ma anche nelle nostre vite e questo disco ha la capacità di far riafforare quelle emozioni sepolte in fondo ai nostri cuori in “tombe solitarie”. Un genere, quello dei Weird, che ricorda a tratti Gatto Ciliegia vs il Grande Freddo: hanno in comune certe sonorità oniriche e trascinanti che ipnotizzano e avvolgono. 
Le parole chiave sono showgaze, psichedelia, dream pop e noise e cinematograficamente parlando starebbero bene in una trasposizione di un romanzo noir.
 Un album in cui lasciarsi cullare. Desert Love for Lonely Graves
Indie Press
2013


AndreaSalmeri

Hot Head Show Perfect Gli Hot Head Show sono un giovane e talentuoso trio londinese essenziale nella formazione (chitarra basso e batteria), fondata da un figlio d’arte che dal padre ha ereditato certamente l’inventiva: Jordan Copeland (ma chi, il figlio di Stewart?) che ha deciso però di dedicarsi alle chitarre anzichè sedere dietro fusti e piatti. A questo punto dire che i Primus abbiano scelto proprio loro per portarseli in tour sembra non stupire: l’esperienza negli Oysterhead tra Copeland (padre) e Claypool (Primus, appunto) conduce il pensiero verso banali congetture (“ecco i soliti raccomandati”, potrebbe pensare qualcuno ). Detto questo, il formidabile trio (perchè i 3 sanno davvero suonare) ha sfornato un disco interessante e ben suonato.
 Aldilà di ogni possibile definizione o etichettatura (avant bang?) il disco è caratterizzato da continui cambi di ritmica e generi musicali (come nelle migliori tradizioni crossover).
 In sostanza, qui è più facile trovare ciò che manca piuttosto che elencare ciò che c’è (ArtPop/avant-Jazz/Flamenco-Punk). Si parte subito con un chiaro omaggio alla band padrina: Kansas è un pezzo che potrebbe trovarsi in qualche B-side dei Primus per l’appunto. 
Il cantato volutamente fuori intonazione e le ritmiche trascinate di Bethany hanno un gusto tutto nineties Pavement-iano che comunque non dura per più di 3/4 del brano.
 Bang now mescola ska e jazzcore (pare si possa fare).

L’attenzione cala già al terzo brano, anche se Hello Doctor fa ondeggiare alla ricerca del giusto mood creato dal basso che predomina.
 La divertente Bodie doesn’t take it siting down traghetta l’ascoltatore verso Some money,registrazione live, con tanto di ovazione del pubblico nel finale a conferma che l’ascolto di questo disco non è adatto ai salotti ma ai liveclub.
 La traccia più interessante che fa il paio con Bang Now è senza dubbio Fingers in cui sfumature blues vengono bruscamente interrotte da salti di traccia (speriamo non realizzati in post produzione) come un vecchio vinile segnato dal tempo. Il disco si intitola Perfect come a sottolineare un punto d’arrivo, una giusta quadratura già alla seconda uscita della band (l’EP precedente sembra però essere stato più apprezzato dagli addetti ai lavori).
Resta da chiedersi: cosa viene dopo la perfezione? Hot Head Show – Perfect
RBL Music Italia
2013


OSTETRIKA GAMBERINI Parma, Campus Industry Music Photo Š Elisa Bacchelli


SALMO Bologna, Estragon Photo Š Lorenzo Pardi


MartaAlleluia

Cortex Cinisco Romantico

Cortex con il suo Cinico Romantico ha sicuramente portato all’attenzione una musicalità che si era persa da tempo. Ingredienti come una chitarra anni Trenta, un amplificatore valvolare, un’armonica, un pianoforte e una voce distorta danno vita a dieci pezzi completamente autoprodotti. Cortex (al secolo Enrico Cortellino) in questo album emana energia positiva alternando testi forti, che raccontano la decadenza del mondo moderno e la perdita dei valori, a musicalità vintage che ricordano molto da vicino artisti come Rino Gaetano, Franco Battiato, Ivan Graziani – ma con una vena un po’ più rock e per l’appunto cinica e polemica. 
Non c’è un pezzo che spicca su tutti perché questo album è ben amalgamato sia nei concetti che nell’ascolto, alternando malinconia e aggressività con una costante attenzione nel sottolineare la vena blues che lo caratterizza. Cinico Romantico è consigliato sicuramente a chi ha un po’ di nostalgia per le sonorità retrò semplici e cantautoriali. Cinico Romantico
Autoproduzione Distribuzione
2013


DavideFranzoni

Cisco Dal Vivo – Volume Due

Corre su due solidi binari la carriera ventennale di Stefano ‘Cisco’ Bellotti, amata quanto rimpianta voce dei Modena City Ramblers.
 Nella sua carriera da solista è rimasto fedele a se stesso ed ha continuato a sfornare canzoni dai testi profondi, impegnati e mai banali, su musiche folk influenzate da suoni provenienti da tutto il mondo, in particolare dall’amata Irlanda.
 A pochi mesi da Fuori i secondi del 2012, impaziente di scaldare i motori alla neonata Cisco Produzioni, torna con una raccolta (la seconda) dei suoi successi in versione live, Dal Vivo Volume Due (in lettere, non con il numero).
 Ce la consegna completa di due inediti (“Dopo la tempesta” e La rivoluzione) e di diversi brani del repertorio dei Modena City Ramblers (La legge giusta, Cent’anni di solitudine, Quarant’anni, Una perfecta excusa, Un giorno di pioggia). 
Non mancano, come sempre le collaborazioni: Massimo Bubola, Bandabardò, Momar ,Francesco Magnelli e Ginevra Di Marco. E’ un approccio alla musica che può far discutere quello di Cisco. 
Qualcuno, legittimamente, avrà da ridire circa la scelta di assumere uno stile e continuare sempre e comunque ad utilizzarlo senza cambiare mai. 
Ma a differenza delle decine di colleghi che si muovono su questa filosofia, bisogna riconoscere che lui, calato appieno nel ruolo di cantastorie moderno, ha qualcosa da comunicare e con i suoi testi ci arricchisce di suggestioni e conoscenza. Cisco – Dal Vivo Volume Due
Cisco Produzioni
2013


URIAH HEEP Padova, Gran Teatro Geox Photo Š Andrea Fiaschetti


LUMINAL Roma, Angelo Mai Occupato Photo Š Giulia Delprato


FernandaCorona

Newglads Here there anywhere like you

Here there anywhere like you è l’album di debutto dei Newglads, uscito lo scorso gennaio da un’autoproduzione della band targata Bologna.
 Le melodie sono quelle di un elegante brit pop, contaminate da sound più rock che smorzano la delicata malinconia di alcuni brani.
 I testi delle 7 tracce che compongono l’album sono il frutto di una ricercata riflessione interiore volta a coinvolgere l’ascoltatore, come ad esempio nella bella Little Dreams.
 I temi sono quelli del desiderio di riscatto, della necessità di emergere in una società sempre più omologata e spersonalizzata.
 Le note sono quelle perfette come soundtrack di un pomeriggio estivo di festa con gli amici, l’immediatezza e il ritmo scanzonato dei brani che compongono Here There Anywhere Like You sono quelli che chiunque vorrebbe per un party in piscina o per una notte d’amore. I Newglads sono 4 giovani musicisti di indubbia bravura: Matteo Fallica, Filippo Poderini, Marco Fabbri e Gael Califano che si affacciano al mondo musicale italiano con un primo album di tutto rispetto.
Chiare le influenze delle band brit pop per eccellenza: gli Oasis, i Blur o gli Stereophonics, che forse incidono un po’ sulla timbrica e sullo stile.
 Nel complesso, però, i Newglads sembrano pronti ad affrontare un successo di pubblico e di critica, grazie anche a refrain freschi ed orecchiabili capaci di portare questa giovane band ben oltre i confini nazionali. Se si dovesse trovare un neo a questo primo lavoro dei giovani bolognesi è che 7 tracce in questo album sono poche.
Vorrà dire che mentre ci si gode questo attenderemo con ansia il seguito.
Alla faccia di chi diceva che il british è morto… Newglads – Here there anywhere like you
Indie Press
2013


MartaAlleluia

I Gatti Mezzi Vestiti leggeri

E’ un album davvero coinvolgente quello dei Gatti Mezzi che con il loro quinto album , Vestiti Leggeri, hanno dato vita a sonorità estrose e ironiche che mescolano con grande classe stili musicali come lo swing, il jezz ma ricordando la canzone d’autore con testi a volte all’apparenza banali ma con contenuti profondi. Il filo logico di tutto è il raccontare le proprie esperienze, pensieri e sentimenti ma nello stesso modo in cui lo si racconta a un buon amico, ed è la loro carta vincente perchè permette a chi lo ascolta di rimanerne sempre attratto. 
Il duo pisano (e si sente) composto da Tommaso Novi e Francesco Bottai nasce nel 2005 e a tutt’oggi è una grande realtà del panorama italiano permettendo di rivivere un po’ quello che è il nostro canto popolare.
 Tra i brani presenti nei disco va data particolare attenzione a Soltanto i tuoi baffi, ironica e intensa descrizione di quello che una volta era il messaggio in bottiglia ma oggi invece viene definita freddamente ”e-mail”, e a L’Amore ‘un lo faccio più, titolo che dice tutto già così. Se si vogliono allegerire le orecchie con una musica piacevole e fresca, Vestiti Leggeri è sicuramente l’album giusto. I Gatti Mezzi – Vestiti Leggeri
Piccica Dischi
2013


LA RAPPRESAGLIA Firenze, FORTEZZA SOUND FESTIVAL Photo © Bianca Greco


PIET MONDRIAN Firenze, FORTEZZA SOUND FESTIVAL Photo © Bianca Greco


LUMEN Firenze, FORTEZZA SOUND FESTIVAL Photo © Bianca Greco


COSMETIC Firenze, FORTEZZA SOUND FESTIVAL Photo © Bianca Greco


DIAFRAMMA Firenze, FORTEZZA SOUND FESTIVAL Photo © Bianca Greco



ILENIA VOLPE + DIRTYFAKE Roma, C.S. La Torre Photo © Silvia Mariotti


DINOSAUR JR. Roma, Blackout Rock Club Photo Š Fabiana Puglisi



AndreaSalmeri

Slobber Pup Black Aces

Black Aces è quel cane con la bavaalla bocca che non vorresti mai incontrare per strada: uno di quelli che ti si avvicina a testa bassa per poi saltarti al collo all’improvviso senza mollare la presa. E in effetti è difficile divincolarsi da queste 5 dilanianti tracce (si parla però di più di un’ora di musica) che mettono a dura prova la vostra pace interiore (e l’apparato uditivo).
Inutile cercare linee melodiche e fraseggi comuni, perché questo disco è per scelta pura improvvisazione dall’inizio alla fine: gli strumenti si inseguono incontrandosi solo per brevi istanti per poi ripiombare nuovamente nel caos (anche se il caos è matematicamente determinato). 
Tutto infatti sembra avere un senso, una direzione comune che fa di Black Aces un distillato di avant, free-jazz, hardcore e noise (e tanto tanto altro). Gli alchimisti di questo progetto sono nomi altisonanti dell’underground più oscuro: Trevor Dunn (Mr Bungle, Fantomas, Tomahawk e collaborazioni varie col signor Zorn), Joe Morris, qui in vece di chitarrista, considerato un’icona del free-jazz e mago dell’improvvisazione, Balazs Pandi (Metallic Taste of Blood, OttoVon Shirach, Merzbow, Obake, e i nostrani Zu), Jamie Saft (Beastie Boys, New Zion Trio, Metallic Taste of Blood, Merzbow, anche lui in contatto con il signor Zorn di cui sopra), come dire un nome una garanzia (almeno per gli amanti del genere). Si parte subito con i 27 minuti di Accuser, puro delirio sonoro che travolge dall’inizio alla fine approccio senza dubbio impegnativo ma carico di sfumature, così come tutto il lavoro del resto; la successiva Balalt dura solo poco meno di 3 minuti ma è solo una pausa preludio alle successive Black Aces, Suffrage e Taint Of Satan. 
Ciò che accomuna tutti i brani è l’approccio diretto e istintivo alla composizione: nelle dinamiche crescenti, che esplodono sul finale. Disco senza dubbio poco fruibile con forte mordente sonoro, interessante ma non al punto da riempire quello spazio ancora libero della vostra discoteca.
Semmai doveste imbattervi in una loro performance live non abbiate paura, siate cauti e soprattutto non indietreggiate. Slobber Pup – Black Aces
RareNoiseRecords
2013


DEATH GRIPS Roma, Circolo degli Artisti Photo Š Andrea Fiaschetti


EmanuelaVhBonetti

Diodato E forse sono pazzo

Iniziare l’ascolto di questo piccolo capolavoro di cantautorato rock equivale a scoperchiare un vaso di pandora.
E forse sono pazzo, disco d’esordio di Diodato, è composto da tanti microcosmi sonori differenti fra loro eppure ben amalgamati. Il filo conduttore è la struttura innegabilmente rock, che qui si tinge di sfumature diverse a seconda dei brani proposti – l’ispirazione del sound prende il meglio di quel che è il panorama d’oltreoceano, con la prevalenza a suoni blues che sanno spingersi fino a toccare parentesi garage. L’introduzione è affidata alla bellissima Mi fai morire, brano ipnotico e sognante che spiana la strada ad un viaggio introspettivo che si barcamena fra storie d’amore e di vino passando per una reinterpretazione interessante di Amore che vieni, amore che vai del grande De André. Diodato, in questo senso, può essere un pazzo nell’aver inserito un brano del cantautore genovese nel suo disco d’esordio, ma tale pezzo è la sintesi – nonché l’espressione più vera – della versatilità e della bravura di questo giovane polistrumentista romano. 
Un disco pulito e semplice che sa stupire per la sua immediatezza: E forse sono un pazzo viene apprezzato per questo ma anche per molto altro.
Ascoltare per credere. Diodato – E forse sono pazzo
Goodfellas
2013


LIARS Torino, OGR Photo Š Martina Caruso


MartaAlleluia

Miss Chain & The Broken Heels The Dawn

La prima cosa che salta all’orecchio dell’album The Dawn dei Miss Chain & The Broken Heels è una una miscela unica di ruvido pop beat anni 70’ e ’80, incorniciati molto bene attorno alla voce bella, corposa e sensuale della cantante Silva. Per realizzare questo album sono bastate due settimane di registrazioni dal vivo su nastro, sperimentando suoni caldi e densi e nell’insieme complessi.
 Country, rhythm’n'blues, pop e melodie Beatles-esque sono le sonorità che affermano l’originalità di questo album. E’ fluido all’ascolto e spesso porta a rivivere immagini vintage circondati da paesaggi da sogno al limite della psichedelia, con testi che sono veri e propri pensieri di introspezione dove la luce e le tenebre, la ragione e la spiritualità, i demoni e le speranze sono ben incastrati tra di loro. Insomma, una volta terminato l’ascolto di The Dawn viene voglia di rimetterlo tutto da capo e ricominciare.
 E’ garantito. Miss Chain & The Broken Heels – The Drawn
Tre Accordi Records
2013


DEAD SKELETONS Roma, Circolo degli Artisti Photo Š Andrea Fiaschetti


FernandaCorona

Decana Decana

Decana è il nome del progetto creato da Sarah Fornito e Cecilia Bernardi (Diva Scarlet) che rappresentano voce/chitarra e chitarra, accompagnate da Daniela Caschetto alla batteria. 
Tre donne che, con l’aiuto in produzione di Umberto Maria Giardini, hanno creato un album coinvolgente in stile vagamente anni ’90 che a tratti ricorda il lavoro dei primi Prozac +, ma con un rock meno punk e più melodico. L’album che porta il nome della omonima band italiana contiene 9 tracce, che passano da brani malinconici a quelli arrabbiati con testi profondi, interessanti ed evocativi. 
Tracce che non passano inosservate sono Nel sesso si è tutti uguali e tutti diversi, Come in un brutto film e Niente da dire, senza dimenticare il duetto con Giardini in Come mi vuoi tu?.
 Parole cantante da una voce decisa e sensuale, quasi erotica, che abbinate ai suoni classici alternati a quelli sperimentali si insinuano nella mente e non se ne vanno. Decana è un album intenso, graffiante e poetico che non ci si stanca di ascoltare anche in loop e che piacerà sia ai puristi del rock che a chi ama l’alternative italiano. Decana – Decana
Autoproduzione by Decana & Umberto Maria Giardini
2013


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TONI MORETTO - IL SOLE DAGLI OCCHI (TM Records) Con i Pitura Freska contribuisce allo sviluppo di una scena reggae in Italia. Si esibisce al Rototom Sunsplash e in altri importanti festival a fianco di Steel Pulse, Capleton e Ziggy Marley. Ora esce con un nuovo album, dove il reggae roots incontra il pop... BORGHESE - "L'EDUCAZIONE DELLE ROCKSTAR" (TouchClay Records) Tutta l'onesta che ci si può permettere (con un passamontagna sulla testa). Una promessa di sincerità assoluta, un confine entro cui disegnare uno scenario di pura provocazione. Un cantautorato post-ideologico, intriso di intimità, coraggio e sensibilità. CISCO - "DAL VIVO VOLUME DUE" Dalla metà di aprile su www.ciscovox.it, su tutte le piattaforme digitali e ai concerti Una carrellata di live fortunati, ognuno col proprio significato. Stefano “Cisco” Bellotti fissa su disco il tour che lo sta portando in giro per l'italia, spaziando da teatri con atmosfere intimiste, a live acustici, a concerti di piazza... IL MAGNETOFONO - IL MAGNETOFONO (IL MAGNETOFONO RECORDS) Cantano l’amarezza con struggenti note jazz; evocano il malessere sociale, tema prediletto del cantautorato indie; sorridono al romanticume di una canzone italiana d'antan. Una provocazione? No, un omaggio alla musica e alla vocalità, con guest d'eccezione... IL MANISCALCO MALDESTRO - “…SOLO OPERE DI BENE” (Maninalto!) Hanno vinto l'Heineken Jammin Festival Contest, talia Wave Band Toscana, Talent Scout@ MEI ed hanno ha partecipato al Jack on Tour 2012. Tornati in studio, hanno registrato il loro 4° album: un rock potente e dinamico, che non ha il timore di confrontarsi con argomenti impegnati. HOT HEAD SHOW - “PERFECT” - RBL / Tentacle Entertainments “And now, something completely different”! La band di Jordan Copeland (figlio di Stewart, batterista dei Police) mescola blues, jazz, alt rock stravolgendo gli stilemi di genere. Si definiscono “avant bang” e hanno saputo incantare anche Les Claypool dei Primus! THE EROTIK MONKEY - TUTTI I COLORI DEL BUIO - (Believe) Al terzo album, il quintetto sardo trova una line-up definitiva e sviluppa un alternative rock caratterizzato da continui cambi di atmosfera e oscillazioni dinamiche. 11 brani prodotti in studio in pieno stile DIY, che si avvalgono, però, del mastering di Magnus Lindberg degli svedesi Cult of Luna. FUSCH - MONT CC 9.0 FIRST ACT - (Jestrai) Dopo l'esordio con “Corinto”, la band di Mariateresa Regazzoni (mamma di Luca e Alberto dei Verdena) racconta in un disco avventure, incontri ed emozioni del tour autunno inverno 2012. Il progetto comprende altri due “atti” in uscita nell’ottobre 2013 e aprile 2014. A COPY FOR COLLAPSE - “THE LAST DREAMS ON EARTH” - (SEAHORSE RECORDINGS) Progetto solista del musicista pugliese Daniele Raguso, A Copy for Collapse gioca tra atmosfere elettroniche anni '80, rimandi dream-pop, cold-wave di stampo europeo. Scritto nell'estate 2012, l'album è stato mixato da Giuseppe Mariani (Officina Musicale) e masterizzato da Paolo Messere. A VIOLET PINE – GIRL – (SEAHORSE RECORDINGS) Marcato uso di sintetizzatori, sequenze, timbriche contemporanee unite al tocco “umano” delle chitarre per sfociare in sonorità che abbracciano trip-hop, post-rock e new wave in egual misura. Un magma elettrico-emotivo assolutamente originale, per un sound dotato di propria definita identità... CORTEX - CINICO ROMANTICO Cinico e sarcastico ma, in fondo, romantico. Cantautorato lo fi declinato in chiave pop-blues con la partecipazione di Franz Valente (Il Teatro degli Orrori) alle batterie in "Per avere il tuo cuore" e "Omino luci blu". SLOBBER PUP - BLACK ACES (Rare Noise Records) Un cast stellare:Trevor Dunn (Mike Patton, Mr Bungle, Fantomas), il rumorista Balazs Pandi (già con Merzbow), Joe Morris (secondoTHE WIRE, il miglior improvvisatore del mondo), Jamie Saft (John Zorn, Beastie Boys, Laurie Anderson). Un suono unico: fra il blues, il noise, il metal e la musica microtonale.


rockinfuso Rock In Fu so è una rassegna musicale nata dalla collaborazione fra Oca Nera Rock e la webzine Relics -Controsuoni. Ospiti al Fusolab 2.0 di Roma, questo progetto offre i giusti spazi alla musica emergente italiana selezionando artisti e musicisti di talento per proporli al pubblico live. Le prime due edizioni hanno visto on stage gruppi conosciuti del panorama romano quali CaosCalmo, Cupe Vampe, Ma ssimilian o Renzi, TOOT e CafÊ Noir. Con una pausa nel periodo estivo, la rassegna riprenderà con una vasta e rinnovata proposta a partire da ottobre. Per informazioni scrivere a roc kinfu so@gmail.com Per restare aggiornati con gli eventi seguire la pagina facebook.com/RockInF uso




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