#3 / November 2012

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# 3 / November 2012

OCA NERA ROCK

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Le rubriche di ottobre

Questo mese sono stati con noi

# L’Oca consiglia # Mettici il becco pure tu # L’Oca sottopalco # Storie di musica per il freddo e la disgrafia

#Emanuela Vh. Bonetti #Martina Caruso #Rossella D’Oriano Immagine di copertina ©Albiona

# Andrea Fiaschetti # Giulia Delprato


Oca Nera Rock

# 3 / November 2012

Questo mese ce la siamo spassata… …ci siamo dedicati ai live!

In questi 30 giorni dobbiamo ammettere che ce la siamo presa comoda: ci siamo dedicati ai live. Perché è bello ascoltare le nuove uscite ma anche andare alla scoperta di live sfiziosi nei piccoli club di questa penisola. Si rischia di inciampare negli Underdog (live al Caffé Latino di Roma) o di vedere live i The Rust and The Fury (Circolo Arci Margot di Carmagnola) dopo averli tanto ascoltati su cd. Di sicuro, non ci si può perdere l’appuntamento con Heroes, la rassegna musicale capitolina live a Le Mura. Passando ai dischi, invece, una bella novità: a novembre spadroneggia il brit pop con delle premesse interessanti per i Flowers e i The Charlestones. Due gruppi che fanno riflettere: un sound talmente ben composto che sembra decisamente d’oltre manica. Torna inoltre Luca Depaoli, cantautore eclettico che spazia dall’elettro pop al cantautorato più intimo, e arrivano le esordienti TreesTakeLife: meglio di così, non si può. Quanto alle sorprese…arrivate all’ultima pagina, sarete ricompensati. E.v.h.

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Mettici il becco pure tu Andrea Fiaschetti

A Rainy Day In Bergen A Rainy Day In Bergen

Album d’esordio, omonimo, per i salernitani A Rainy Day In Bergen. !Ed è un esordio col botto. Finalmente qualcosa di diverso nel panorama italiano: atmosfere che spaziano dal pop più colto al dark con un pianoforte sempre a farla da padrone, richiami rock che ricordano i gruppi british più in voga e arrangiamenti orchestrali. !Atmosfere cupe ma quasi mai tristi, più sognanti forse, uggiose – a dare più risalto all’omaggio che hanno tributato alla città di Bergen, Norvegia. Le canzoni scorrono via e colpiscono subito, anche in maniera viscerale in alcuni momenti.! Dieci pezzi che sembrano troppo pochi.! Pezzi in cui ci si adegua alla scelta di una line up senza chitarra.! Pezzi che sanno di malinconia, sogno, fuga dalla realtà.! Pezzi da giornata piovosa. E se aggiungiamo testi struggenti, malinconici a loro volta, in perfetta simbiosi con la musica, ecco che rischiamo di dover/voler ricorrere ad un secondo ascolto. E magari un terzo. I ragazzi hanno le idee chiare e ben riescono ad esprimerle nei loro brani, alternando momenti intimistici a robuste sterzate di suono duro. Pezzi che, probabilmente, potevano scaturire solo dall’incontro tra il sole del sud Italia e le cupe atmosfere norvegesi.

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Il Marchese

Carnivoro

C’è qualcosa che stona nel nuovo disco de Il Marchese, gruppo lombardo di stampo rock. !Carnivoro è un disco che nel titolo rispecchia la sua anima: è viscerale, con una buona dose di distorsioni ma che doveva provare a toccare vette più alte.! Sicuramente stiamo parlando di un album dai toni decisamente forti e che riporta alla mente sonorità anni ’90 con chitarre che giocano e si fanno sentire e una batteria ben presente ed energica. !Ma non mi convince del tutto. Sarà a volte il tono della voce, quasi a dover per forza esser più grintoso e cattivo, un ricordo sbiadito del Piero Pelù dei bei tempi andati.! Il sound è corposo ma i testi traballanti, talvolta resi aggressivi in modo forzato – tranne Chanel, che sembra confezionata su misura ed ha una personalità forse più completa, ben ponderata nell’equilibrio musiche-testi, di cui precedentemente accennato.! Anche L’Attesa si presenta bene, entra subito in testa facendosi spazio e invogliando all’ascolto. !Il tutto, complessivamente, riguarda 9 brani caldi il cui punto dolente riguarda le liriche. Preso singolarmente è un buon lavoro, ma gettato nella mischia e arrivando a dare uno sguardo generale, purtroppo non è nulla di eccezionale ma solo di già sentito. !Merita un assaggio, sicuramente è apprezzabile dai nostalgici che ultimamente ne hanno abbastanza dell’indie pop. !Peccato però esser rimasti ancorati ad un periodo e non averne cercato un’evoluzione o una proiezione nuova.

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Un’oca che fa click S.U.S. live Le Mura, Roma Heroes #3 02/11/2012 Photo © Giulia Delprato per Oca Nera

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Un’oca che fa click Tim Burgess live al Circolo degli Artisti, Roma 07/11/2012 Photo © Andrea Fiaschetti per Oca Nera

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Un’oca che fa click The Zen Circus live al Blackout Rock Club, Roma 08/11/2012 Photo © Giulia Delprato per Oca Nera

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Nu Bohemièn

La consuetudine del sentito dire

Quello che si vive in provincia è comprensibile solo da chi ci ha vissuto ed ha potuto condividere le stesse problematiche.! Soprattutto, poi, se la provincia della quale si parla è la stessa. !Ecco quindi che stavolta fra le nostre pagine arrivano i veneti Nu Bohemien, che già nel titolo del loro disco – La consuetudine del sentito dire – colgono l’essenza di ciò che viene poi trasmesso nei singoli brani. Non è questione di campanilismo, bensì di affinità nel pensiero: per dirla come loro, sento di avere qualcosa di rotto in me, mi son rotto le palle. !E’ vero, i brani in certi versi usano un linguaggio sicuramente non aulico, ma lo spirito è della serie diamo a Cesare quel che è di Cesare: bisogna togliere il velo di perfezione che maschera la vera facciata delle persone, bigotte nel volersi travestire e timorose nel mostrarsi per ciò che sono. !Peccato però che basti poco, poi, a far qualche scivolone e lavare via la patina dorata dalla superficie delle cose. Undici brani concreti, diretti e affilati al punto giusto: i Nu Bohemien non le mandano di certo a dire, sfruttando talvolta luoghi comuni triti e ritriti che qui però diventano tormentoni scanzonati e piacevoli.! Musicalmente c’è qualcosa che li accomuna al filone degli eletti di Max Fusaroli, che anche qui ci ha messo lo zampino assieme ad Andrea Appino, presente nel brano La Provincia. Questo disco lo comprendo e lo condivido, l’ho adorato subito, lo sento mio e voi dovete farlo vostro.! Non preoccuparti bambina, L’individualismo vi farà morire soli, Il figlio gaio e I pezzi di merda non muoiono mai: mai come qui, certe tematiche sono affrontate con la semplicità diretta che troppo spesso manca alle liriche moderne.! Tutti alla ricerca della poesia e della complessità: non serve questo, per essere geniali.! I Nu Bohemien lo hanno dimostrato maledettamente bene.

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Lips Against The Glass

Vivid Colour

E’ un esordio etereo e fenomenale quello dei bolognesi Lips Against The Glass che con Vivid Colors presentano 10 brani limpidi dal sapore nordico, solo in alcune occasioni rabbuiati da venature dark. Il sound elettronico è qui sapientemente fuso con sonorità ambient e shoegaze, arrivando a rendere l’insieme trasparente e delicato, quasi fosse sospeso a mezz’aria.!Il tutto è contaminato da un vocalist che non soddisfa per il timbro vocale ma al contempo non appesantisce i pezzi, sebbene a tratti risulti troppo sofferente e tormentato – tanto da risultare fuori luogo. Morbida e sinuosa, Martina ha un carattere intimistico più degli altri brani.! L’apertura è lasciata invece ad Am, 7 minuti di rievocazioni post qui evidenti più che in altri pezzi ma che fanno ben comprendere qual è la direzione dell’intero album. Lo spirito è pulito, minimale, ridotto all’essenziale e forse la grandiosità di questo disco è racchiusa in questa scelta. !Un ottimo ascolto da gustare in totale relax.

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Telesplash

Motel Paradiso

Piccole fotografie emozionali racchiuse in un dialogo che spazia fra ricordi, proposte d’amore e poesia: ecco cosa racchiude Motel Paradiso, l’ultimo lavoro dei Telesplash. Parliamo di suoni ammiccanti ed orecchiabili che mutano, variano senza mai scadere e allietano deliziosamente l’orecchio. !Il filo comune la voce sognante e l’intimità dei testi, che si vestono con 9 strutture musicali diverse e spumeggianti, cucite su misura per confezionare singoli pezzi che arrivano dritti a conquistare un posticino nel cuore degli ascoltatori. !Motel Paradiso è apprezzabile sotto diversi punti di vista, poiché qui si mette in piedi un progetto che ripesca suoni surf anni ’60 irresistibili calibrati a liriche sornione. Monografie sensazionali interessanti e leggere quanto basta per entrare in circolo, senza però particolari pretese.! Sicuramente dal prossimo lavoro ci si aspetta un’impronta più definita, per arrivare del tutto a capire fin dove possono arrivare gli aretini Telesplash.

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Mamavegas

Mean and Proud

Mean & Proud (Beauty) è l’Ep dei Mamavegas.! Lo tengo religiosamente nello scaffale delle “cose belle ed imperdibili”, ed è qualcosa che spesso e volentieri torno ad ascoltare con piacere.!Forse è sciocco recensirlo ora, alla viglia dell’uscita del loro primo disco, Hymn For The Bad Things (già disponibile in streaming qui), ma un senso in fondo c’è. Il loro nuovo lavoro contiene due dei brani presenti in questo Ep, ed è un lavoro più completo e strutturato che nasce e si evolve proprio dalla base di Mean & Proud (Beauty) che oltre ad essere il nome dell’Ep, è anche la prima traccia. Mean & Proud (Beauty) è un brano post rock che arriva a toccare le sfere più profonde.! Quasi 5 minuti protesi verso l’alto e i cori e le chitarre che spaziano ed esplodono regalano un’atmosfera sognante, che verso la fine grazie ad un timbro vocale che nel finale diventa intimistico fa quasi rievocare Hey You dei Pink Floyd.! Tales from 1946 (Love) mantiene un legame nei suoni, forse qui scanditi da un ritmo più veloce, e ci introduce alla sublime cover di Nothing Compares to You: niente a che vedere col brano struggente di Sinead O’Connor.! Questa è un’interpretazione eterea, illuminata e con arrangiamento musicale più vivo e concreto che mantiene un sapore malinconico ma al contempo lo trasforma in qualcosa di completamente differente dalle litanie lamentose dell’originale – e non me ne vogliano gli amanti degli anni ’80, ma Sinead O’Connor sapeva ben indurre alla depressione. Insomma, che dire?! Che i Mamavegas vanno ascoltati e che finalmente escono con un album, ma non fate l’errore di perdervi questo Ep: è qualcosa di puro.

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L’Oca consiglia Rossella D’Oriano

Well Well Well

Mellow Mood La scena reggae italiana affonda in solide radici costruite dagli anni ’80 in poi.! Naturalmente il modo di fare reggae in tutti questi anni è mutato, e mutati sono i vari inni dei numerosi gruppi che perpetuano questo genere musicale tenendo sempre viva l’anima che pervade il reggae. Tra le novità che si affacciano in questo panorama, degni di nomina (anche per il ruolo sempre più ampio non solo in Italia ma anche all’estero) i Mellow Mood, che tornano dopo circa tre anni dal primo lavoro con il loro secondo album Well Well Well. In questo nuovo lavoro si nota come la band di Pordenone abbia arricchito (e non solo stilisticamente) il proprio modo di suonare ampliando e perfezionando, progredendo e accrescendo il loro potenziale. !Ben venga il loro sperimentare, visto che hanno dato vita ad un album piacevole da ascoltare, per certi versi esplosivo – da sottolineare l’abilità e la bravura nel cantare in inglese, ma soprattutto in patois. Well Well Well è un disco che riesce a coniugare i diversi modi di fare reggae passando dalla dancehall al rocksteady, o dal roots-reggae più tradizionale a quello tipico degli anni ’80. !I testi, analitici, vanno diretti all’anima e trattano molteplici e differenti argomenti.! Le canzoni di questo album andrebbero segnalate un po’ tutte, a riprova del fatto che il lavoro è completo ed interessante in ogni sua sfumatura.! Incontriamo in apertura l’energica Inna Jail, brano che denuncia il contesto e la condizione umana all’interno delle carceri.! Troviamo poi Refugee che narra il dramma dei rifugiati, degli immigrati e di chi è partito in cerca di fortuna ma ha ormai perso la speranza di trovarla.! E poi ancora Well Well Well, brano che dà titolo all’album, simbolo di rinascita interiore e non solo – perfetta liaison tra il primo album Move e questo.! La chiusura è affidata a Sunshine, un modo sicuramente dolce per concludere in bellezza un così grande album.

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Un’oca che fa click Matteo Toni e Umberto Maria Giardini live Spazio 211, Torino 17/11/2012 Photo Š Martina Caruso per Oca Nera

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L’Oca consiglia Andrea Fiaschetti

Luca Lastilla

Cercando

Luca Lastilla, cantautore toscano, ci presenta il suo album Cercando. 10 pezzi pop ben strutturati, forse a volte con venature di arrangiamenti rock che non sembrano essere nelle corde di Luca, che invece sembra trovare la sua espressione migliore nelle parti più romantiche. Chiaramente influenzato dal cantautorato italiano più raffinato, cerca di trovare la sua strada rimanendo a volte incagliato in sonorità forse oggi superate, e magari sulla scia dell’esempio di molti cantautori moderni, potrebbe sicuramente rendere il suo stile più accattivante.! I testi sono ben scritti, diretti, fatti di ricordi e pensieri, testi d’amore senza le lagnanze del pop più povero e con un tocco personale che può rendere in futuro all’autore un segno di riconoscibilità del tutto personale. L’unica nota di fastidio che si può avere nell’ascolto dell’album è che la voce di Luca, di cui fa un uso moderato e molto adatto ai pezzi, troppe volte richiama alla mente autori del passato più o meno recente.! Con un pizzico di originalità in più renderebbe i suoi lavori sicuramente più personali. Sperando di poter ritrovare Lastilla con lavori ancor più originali e personalizzati, si può sicuramente consigliare l’album agli amanti del genere.

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

The Charlestones

Off The Beat

Una voce che ricorda vagamente Brett Anderson e sonorità britanniche segnano Off The Beat, il nuovo lavoro dei friulani The Charlestones. !Le influenze sono diverse, dai già citati Suede per il timbro vocale passando per i più classici Oasis se ci soffermiamo al sound.! E la voce è qui una componente affascinante, dall’inglese perfetto nell’accento British tanto da risultare credibile e non maccheronico.! Anche loro sembrano spuntare dal mare indie pop italiano con la voglia di cambiare le tendenze, e lo fanno con un disco che merita menzione. Off the Beat è il primo brano che si incontra e richiama i fasti dei Killers.! E’ un bel pezzo che non contiene gli entusiasmi e li incanala in esplosive sferzate volte verso l’alto.! She was a firework è orecchiabile, dall’andamento pop malinconico rispetto agli altri brani, in compagnia di Standing in the prime of life, altro pezzo nostalgico. !Energy è un ottimo pezzo invece, trasuda perfezione in ogni nota almeno quanto Love is a Cadillac, il pezzo forse più bello di tutto il disco – o quanto meno, il mio preferito poiché riporta in modo più diretto alle sonorità brit targate anni ’90, tanto care ormai alla memoria. Nell’insieme è un album omogeneo, piace poiché va oltre e riesce a non sembrare qualcosa di casa nostra: e di questi tempi, questo va considerato come un complimento.

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Storie di musica per il freddo e la disgrafia Rossella D’Oriano

The

GazettE Il gruppo si è formato nel marzo 2002 con Uruha (麗) (chitarrista), Reita (れいた) (bassista), Ruki (ルキ) (voce), Aoi (葵) (seconda chitarra) e Yune (batterista).! Aoi e Yune, nello specifico, arrivarono dallo scioglimento di un’altra band, gli Artia, e già nel 2003 Yune lascia la band.! Al suo posto subentra Kai (戒), leader del gruppo – e si arriva così alla formazione attuale. Il loro debutto avviene con il singolo Wakaremichi, e nel 2003 esce il loro primo mini-album COCKAYNE SOUP.! Cominciano una serie di tour, facendosi conoscere per le loro performance live, e in queste prime esperienze vengono accompagnati dagli Hanamuke prima e dai Vidoll poi, entrambe j-rock band. Nel 2004 fondano il loro fan club ufficiale e pubblicano il secondo mini-album, MADARA, che raggiunge la 2° posizione dell’Oricon Indie Chart.! Comincia così la pubblicazione di una lunga serie di mini-album, dopo la quale esce finalmente il loro primo full lenght, Disorder, che raggiunge la quinta posizione dell’Oricon Daily Chart. Nel 2005 si torna ancora alla realizzazione di un mini-album, Gama, seguito dalla pubblicazione del singolo Cassis: questo è l’evento che li catapulta verso il successo, con il singolo che entra prepotentemente nella top 10 dell’Oricon Chart.! Un successo inaspettato ed improvviso, che porta il gruppo ad una serie di considerazioni.! All’inizio del 2006 infatti, cambiano il loro nome passando da Gazette a The GazettE e segno delle intenzioni d’andare oltre confine, il nome del gruppo non viene più scritto con caratteri giapponesi bensì occidentali.

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Oca Nera Rock L’ 8 Febbraio dello stesso anno è la volta del loro secondo album, NIL, mentre a maggio pubblicano la prima compilation, Dainihon Itangeishateki Noumiso Gyaku Kaiten Zekkyou Ongenshuu.! Questa assume un significato importante dal punto di vista commerciale, poiché racchiude l’insieme dei lavori realizzati dal 2002 al 2004 ed è la spinta definitiva che fa esplodere la fama del gruppo al di fuori del Giappone, arrivando già nel luglio 2006 a portarli ad esibirsi a Bonn, Germania. A inizio 2007 vengono rilasciati tre nuovi singoli: Regret, Filth in the beauty e Hyena, la cui b-side fu utilizzata come ending per il film horror coreano Apartment.! Questi singoli verranno poi inclusi nel terzo album, Stacked rubbish, che alla sua uscita raggiunge direttamente la seconda posizione dell’Oricon Chart. !Ad ottobre 2007 il primo vero tour europeo, che tocca Inghilterra, Finlandia, Francia e Germania. L’anno seguente è la volta di Guren, che con le sue 50.000 copie diviene il loro singolo più venduto, superando i successi di Cassis.! A novembre pubblicano il singolo Leech che sulla scia di Guren vende 48.650 copie.! Sempre a novembre si svolge il loro primo secret show, presso la stazione di Shinjuku: doveva essere uno spettacolo per pochi, si era parlato di 250 persone presenti al massimo.! L’affluenza fu invece di oltre 7.000 persone, tanto che la polizia dovette interrompere il concerto dopo sole due canzoni. Nel 2009 esce il singolo DISTRESS AND COMA, che al pari dei precedenti non delude e anticipa di pochi mesi l’uscita del quarto album, DIM.!

# 3 / November 2012 Anche le major si accorgono di questi ragazzi, e nel 2010 i The GazettE comunicano il trasferimento di etichetta dalla King Records alla Sony Music Records.! Shiver è il primo singolo pubblicato con la Sony, brano che viene scelto come opening theme per la serie animata Kuroshitsuji II. Nel 2011 nuovo album, Toxic, anticipato dal singolo Vortex.! Arriva nel frattempo il decennale della nascita del gruppo, e per festeggiare questa ricorrenza è stato annunciato dal palco della Yokohama Arena lo Standing Live 2012 10th Anniversary -The Decade Tour, in concomitanza all’uscita di un nuovo album, Division - composto interamente da nuove canzoni e promosso proprio in un tour iniziato ai primi di ottobre e che terminerà alla fine di novembre 2012. Essendo un gruppo visual, lo stile dei The GazettE si modifica adattandosi di disco in disco, con una metamorfosi evidente se guardiamo il loro intero percorso, dai primi album ad ora. Il fascino dei The GazettE è dovuto sia all’energia esplosiva che scaturisce dai loro live, che dai testi – nondimeno, la voce di Ruki riesce ad adattarsi sorprendentemente ad ogni tipo di melodia.! Istrionico, consapevole del suo valore all’interno del gruppo, per accentuare maggiormente la componente visual Ruki è solito presentarsi ad ogni concerto con delle righe nere tracciate sul collo: inconfondibili, sono il suo segno distintivo.! Che non deve però distogliere l’attenzione dall’insieme di questi ragazzi: vale la pena di ascoltarli per comprendere quant’è realmente vasto il panorama musicale ad Oriente.

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Un’oca che fa click The Rasmus live all’Orion, Ciampino - Roma 17/11/2012 Photo ©Emanuela Vh. Bonettii per Oca Nera

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L’Oca consiglia Emanuela Vh. Bonetti

Flowers Monna Lisa Store Esordio discografico (senza voler contare l’Ep autoprodotto del 2009) per i Flowers, ragazzi dalla provincia piacentina che allietano con il loro sound di matrice brit rock. Monna Lisa Store contiene pezzi dalla base sonora comune, non presenta novità sensazionali ma è un disco gradevole che lascia spazio a suoni d’oltremanica ben eseguiti, con quella punta di varietà che sfuma nei singoli pezzi, assumendo toni piacevoli all’ascolto. E’ una fusione ben ponderata, troviamo brani più scanzonati quali Four in a Row, dal sapore retrò, affiancati a hit da classifica inglese come ad esempio Just Another Song.!Country shop lo percepisco come un intermezzo rockabilly, poiché trasuda rock & roll anni ’50 influenzato da sonorità tipicamente country ed è un altro (l’ennesimo) buon pezzo. Easy To Do, Hard To Explain è invece il brano che racchiude quel che realmente mi piace di questo disco: un’anima brit che se negli altri pezzi si frantuma e lascia tracce di sé, qui prende vita e concretezza.! Finalmente trionfa la chitarra, quasi una liberazione sonora che non ha precedenti nell’album. Ripeto, non ci sono particolari stupori nell’ascolto se ci basiamo sui suoni: sono conosciuti, familiari.! Fanno però capire che in un panorama inflazionato dall’indie pop c’è ancora chi sa guardare oltre per confezionare davvero un bel disco.! Un disco differente, quasi a sfidare il senso comune e scontato che sta assumendo la musica degli anni indie e il reale stupore è che a farlo sia un gruppo di ragazzi che sebbene da anni bazzichi tra partecipazioni a festival ed esibizioni live, sia stato in grado di esordire così bene. !Queste sono le basi che ci piacciono come partenze per evoluzioni che devono per forza arrivare – e che sicuramente aspetteremo, con l’idea che Monna Lisa Store riesca sicuramente a rendere ancor di più nelle esibizioni live.

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L’Oca consiglia Andrea Fiaschetti

Moro Silent Revolution

Siamo in Romagna ma non sembra.! Massimiliano Morini, con lo pseudonimo di Moro, firma Silent Revolution, album di 12 tracce che lascia sorpresi. Presentato come un cantautore con sonorità a metà strada tra Elliot Smith e Wilco, dimostra di essere molto di più.! L’album affascina e anche se è vero che ci ritroviamo Smith o gli Wilco meno sperimentali (ma volendo dire di più potremmo aggiungere Nick Drake), Moro riesce a dare un’impronta personale che resta costante per tutto l’ascolto. Ben suonato, ben arrangiato – e volendo ancora fare paragoni ritroviamo quell’acustico con arrangiamenti elettrici che richiamano i più classici CSN&Y, e con testi introspettivi che ci raccontano, spaziando dall’amore alla morte, un viaggio alla conoscenza interiore dell’essere umano. !Sonorità pop-folk che ridisegnano la mappa musicale italiana, considerando che la strada è stata intrapresa anche da autori come Bob Corn, suo conterraneo. Un album strutturato per essere “album”, senza punti morti, senza brani messi a coprire vuoti, ogni pezzo è un tassello da ascoltare e godere in attesa del prossimo.

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Mettici il becco pure tu Emanuela Vh. Bonetti

TreesTakeLife Roll Sound and…Action!

Trio femminile, le TreesTakeLife regalano un’immediato senso di pace interiore, così rassicurante ed avvolgente, che risulta spiazzante.! Roll Sound and…Action! è il loro primo disco dopo l’Ep Let children be children again (del 2009) e offre all’ascolto 15 brani dal tocco poeticamente orchestrale. L’album è in equilibrio, dividendosi fra pezzi puramente strumentali ed altri contaminati da voci morbide e sognanti che fluttuano fra le note del piano e del glockenspiel. !Al contempo, nell’insieme, le rievocazioni ambientali sono azzeccate: il tutto è immerso nel verde, quasi fosse un risveglio che prende calore e vita mano a mano che si alza il sole. Non mi era mai capitato di ascoltare la prima traccia di un disco e ritrovarci così prepotentemente l’identità del gruppo: l’introduzione all’ascolto di Flakes Field pt. One è la carta d’identità di queste ragazze e anticipa sapientemente le sonorità che si incontrano man mano che si prosegue in questo viaggio.! E definirlo viaggio è comunque errato, poiché Roll Sound and…Action! si riscopre come un terreno fertile nel quale lasciar lavorare la propria fantasia: è una storia, narrata da ogni singolo ascoltatore, che può rispecchiare intimamente diversi frammenti del proprio essere nei vari sali scendi di queste melodie.! A parte il rumore del mare in sottofondo (de gustibus), Celtic Thoughts è uno dei brani più belli ascoltati ultimamente: è il trionfo della genuinità, un pezzo che fa bene al cuore. E’ un disco particolare ma fruibile, non pesante nei suoni, interessante ed originale.!Il pianoforte la fa da padrone, ma è arricchito dal violino e da altre sonorità che offrono all’orecchio un clima surreale, magico: fa venir voglia di socchiudere gli occhi e sognare.

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Un’oca che fa click Ivashkevich live Le Mura, Roma Heroes #4 16/11/2012 Photo ©Giulia Delprato per Oca Nera

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Un’oca che fa click The Rust And The Fury live Circolo Arci Margot, Carmagnola (TO) 24/11/2012 Photo © Martina Caruso per Oca Nera

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Mettici il becco pure tu Emanuela Vh. Bonetti

Luca De Paoli Sipario E’ una bella sfida quella di Sipario, l’ultimo lavoro di Luca De Paoli: un disco straordinariamente differente dai suoi lavori precedenti, volutamente diviso nel sound in due parti contrapposte che riesce sapientemente a racchiudere due facce della stessa medaglia. La personalità multiforme di questo cantante lo ha portato spesso negli anni a sperimentare e giocare proprio con il sound mantenendo al contempo un’impronta lirica riconoscibile nei testi. !Spesso accusatori, mossi a scuotere le coscienze e risvegliarle dal torpore, spogliarle dal bigottismo. E in effetti nella prima parte di Sipario ritroviamo quest’anima ribelle, mentre nella seconda si scava più in profondità: i toni cambiano sound e i testi si ammorbidiscono e cambiano totalmente direzione.! Si nuota fra i sentimenti, dalla tempesta di fiele alla calma rassicurante dell’amore.! Dall’elettro pop ad una chitarra intima, che fa riemergere la figura di cantautore classico. Ed è così che si incontrano Sipario, Immobile, Le mie paure e Patchwork: radici elettro pop, giochi e assonanze comuni a lavori precedenti – Immobile è il prolungamento naturale di Questa città, del 2009. !Voglia di mettersi a nudo, spiegare ed incanalare questo rancore verso l’indifferenza.! Tematiche attuali, che sembrano sempre rivolte a qualcuno nello specifico – sebbene siano effettivamente riscontrabili ad ampio raggio. E poi, eccoci lì, ad inciampare in Lo scrigno, In ogni notte e Preghiera: un vaso di Pandora che si apre alla purezza della semplicità, armoniosa quanto basta per essere in contrasto ai toni dei brani precedenti. Per sempre bambino è la chiave di volta che racchiude il sound della prima parte ma anticipa l’intimità dei testi della seconda.! E se dovessi fare una scelta, è d’obbligo menzionare due brani simbolo per quest’album: Immobile e Lo scrigno, veri custodi dell’essenza di Luca De Paoli. Forse l’impronta stilista è troppo severa in certi passaggi.! De Paoli si presenta agli ascoltatori secondo il suo punto di vista, quasi a volersi scusare per questo suo essere a volte tagliente. !La realtà è che è un uomo completo che non ha timore di mostrarsi anche attraverso le sue fragilità.! Sipario è un lavoro più maturo rispetto ai precedenti, quello che definitivamente lo consacra ad essere un autore fuori dagli schemi.

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Un’oca che fa click Underdog live Caffé Latino, Roma 24/11/2012 Photo ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera

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Un’oca che fa click No Means No live Init, Roma 29/11/2012 Photo ©Giulia Delprato per Oca Nera

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# 3 / November 2012 Ve lo abbiamo chiesto nell’editoriale: arrivate fino all’ultima pagina, sarete ricompensati. E così è.

Oca Nera Rock presenta

Indie Sounds Good #1 la prima compilation in free download realizzata in collaborazione con Lunatik.

Lo spirito di Oca Nera è quello di andare alla scoperta del panorama italiano indie-underground. E di farlo con voi, che siete assetati di musica ee siete stanchi di ascoltare sempre le solite cose. Vogliamo invitarvi all’ascolto di cose differenti. Lunatik accoglie in parte questo nostro spirito promuovendo artisti emergenti e non, che cercano di distinguersi nel panorama attuale. Chi meglio di Lunatik, dunque, per offire all’ascolto le novità discografiche? Sì, perché Indie Sounds Good #1 contiene i singoli delle uscite del mese di dicembre. Anteprime, assaggi…chiamateli come volete: l’importante è che li ascoltiate e che li condividiate con chi ha voglia di sound diversi. Indie Sounds Good è ascoltabile online qui e scaricabile in free download qua. Ecco la tracklist: 1. Sikitikis – Col cuore in gola !2. Adriano Modica – Almeno il cielo è sempre uguale! 3. Le Pistole Alla Tempia – Non ti cercano più! 4. Lebowski & Nico – Kansas City! 5. Marton – Contro l’ordine !6. Max Petrolio – Humor 1 !7. LU-PO – Giostra !8. Borderline Simphony – Terrorismo!! 9. Alex Cambise – Io rimango qua! 10. Il carico dei suoni sospesi – Mondo reale

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SIKITIKIS “LE BELLE COSE” (Infecta Dischi) Il quartetto cagliaritano - miglior band al MEI nel 2005, nel 2008 in top ten nella INDIE MUSIC LIKE di Isoradio – torna con il suo mix di rock'n'roll, elettronica e melodia italiana. Il nuovo lavoro è in free download su rockit.it dal 19 novembre e da dicembre in distribuzione fisica su www.sikitikis.com

ADRIANO MODICA “LA SEDIA” www.adrianomodica.it Ultimo capitolo della Trilogia dei Materiali, dopo Annanna - album di stoffa - e Il fantasma ha paura album di pietra -, questo "album di legno" racconta con una raffinatezza cantautorale tutta vintage, l'importanza di ricordare per affrontare il presente con consapevolezza nuova.

LE PISTOLE ALLA TEMPIA “LA GUERRA DEGLI ELEFANTI” www.facebook.com/lepistoleallatempia Hard-rock pesante, ballate acustiche e world music per schierarsi contro i potenti che calpestano ogni giorno la dignità dei più deboli. Prodotto da Max Carinelli (I Cosi, Pan del Diavolo), mix e mastering di Manuel Fusaroli (Zen Circus, Tre allegri ragazzi morti).

LEBOWSKI & NICO “PROPAGANDA” www.bloodysoundfucktory.com/lebowskienico L'incontro tra i 4 Lebowski e Nico (Butcher Mind Collapse, Jesus Franco & The Drogas), nel segno di un post-punk /noise abrasivo e pungente con incursioni psichedelico/elettroniche, è stato registrato e mixato a “La Sauna” (VA) da Giulio Ragno Favero (Il Teatro degli Orrori).

GIOVANNI MARTON “OGNI SGUARDO E’ PERSO” http://www.giovannimarton.com Un concept-album che suona new-wave, acustico e glam come solo i cantautori d’oltreoceano. 14 brani che declinano il tema degli sguardi: collegamenti ipersensoriali fra le persone, talvolta complessi come buchi neri... Con la partecipazione di Lele Battista e Fabio Cinti.

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Oca Nera Rock

# 3 / November 2012

MAX PETROLIO “HUMOR POMATA” www.maxpetrolio.it Cantautorato con derive rumorose che sanno di jazz, che sanno di urla alla Munch. Poetico e malinconico, altruista e seducente, un album a cui l'ascoltatore deve abbandonarsi in maniera soggettiva, con molteplici chiavi di lettura.

LU-PO “STENDERE LA NOTTE” www.gianlucaporcu.it Gianluca Porcu scrive musica per la televisione, il teatro, la danza, il cinema. Il suo terzo album è minimalista ed elegante: elettronica che parte da strumenti tradizionali (violino, violoncello, clarinetto) con chitarra e tromboni a guidare le ritmiche.

BORDERLINE SYMPHONY “RAGAZZE CON PISTOLE” http://www.facebook.com/borderlinesymphony Il duo svizzero esordisce con una produzione dal sound vintage: 4 chitarre, 2 tastiere, flauti, shaker, tamburi. Il risultato suona garage-noise e melodico allo stesso tempo: pop music anche per quelli che non amano la pop music.

ALEX CAMBISE “L’UMANA RESISTENZA” www.alexcambise.com A due anni di distanza dal debutto solista, il folk- bluesman Cambise (chitarrista di Priviero ma non solo) torna a raccontare storie di oggi. Un LP fatto con l’America nelle orecchie, l’Italia nell’anima e un futuro migliore nel cuore.

IL CARICO DEI SUONI SOSPESI “NON PRATICO VANDALISMO” Scaricabile gratuitamente da www.ilcaricodeisuonisospesi.it Un disco vario e provocatorio nel suo sound e nei suoi contenuti: rock, funk ed elettronica riflettono sulla vita, sul lavoro, sulle ansie e gli stili di vita che ci vengono imposti. Provocazione e denuncia: per aprire gli occhi sul sistema in cui viviamo.

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