# 5 / January 2013
OCA NERA ROCK
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Oca Nera Rock
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# 5 / January 2013
# 5 / January 2013
Oca Nera Rock
ULTRASONIC musicfestival
THEBIGGESTELECTRONICDANCEEVENTSINITALYROME 08/03
Atlantico Live 23/03
Palalottomatica 13/04
Palazzo dei Congressi 30/04
Atlantico Live
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# 5 / January 2013
Oca Nera Rock
Questo mese sono stati con noi
#Emanuela Vh. Bonetti #Martina Caruso #Giordano Cianfaglione #Fernanda Corona #Rossella DʼOriano #Andrea Fiaschetti #Eliana Giaccheri #Giancarlo Losco #Silvia Mariotti #Fabio Montemurro #Davide Spartacus Moretti
…assieme a
Michele Maraglino The Dancers Confusional Quartet The Cyclops Alì Billy Talent Seaside Postcards Quintorigo Caoscalmo Craxi Topsy The Great King Of The Opera Bianco Meg Lord Huron Massimo Zamboni Mia Wallace Giangrande Lilies On Mars Management del Dolore Post Operatorio A Toys Orchestra Twiggy è morta Lorèn Naif CAMION Bachi da Pietra Nadàr Solo The Venkmans Meconio e i Difficili Equilibri sulle Rapide Amari Nobraino Mamavegas Ilenia Volpe S.U.F.I. Garage Modern Blossom 4
Oca Nera Rock
# 5 / January 2013
Gennaio, il mese dei buoni propositi Quando arriva gennaio, tutto sembra prendere nuove forme e prospettive. E’ il momento cruciale nel quale si comincia – da capo – una “nuova vita” con idee, stimoli e proposte volte a migliorare la propria quotidianità. Così, anche noi non ci siamo risparmiati dal guardare i lavori passati e prendere spunto per nuove sorprese e approfondimenti volti a farvi scoprire sempre più il tessuto musicale attuale. Non sempre va tutto bene, a volte sfumano progetti e si resta talvolta perplessi dinanzi alle difficoltà. Ciò non toglie che siamo sempre pronti a prendervi per mano e regalarvi il nostro meglio. Ecco quindi il primo mese di questo 2013 Tante le foto e tante le recensioni, con un’intervista esclusiva a Meg, finalmente tornata in sala prove con il suo nuovo progetto in uscita a breve. Siamo tornati a parlare anche dei Caoscalmo, il gruppo rock che ci ha letteralmente conquistati mesi fa al primo ascolto, e vi abbiamo portati alla scoperta dei Twiggy è morta, un quartetto decisamente interessante ed irriverente. E torna, immancabile, l’appuntamento con Indie Sounds Good #3, la compilation in free download realizzata in collaborazione con Lunatik, che vede stavolta nomi di rilievo quali i Nadàr Solo. Che dire? Come sempre, andate e sfogliate: vogliamo tenervi compagnia anche stavolta. E farvi sorridere con Testa di Rock. Di cosa parliamo? Se arriverete fino all’ultima pagina, capirete... E.v.h.
Quisquilie Chi ci segue nei nostri canali (sito internet e Fb) avrà notato qualche bisticcio recente fra alcuni musicisti e la nostra redazione. Per correttezza, ci teniamo a precisare che Oca Nera nasce come canale prioritario per musicisti che hanno voglia di mettersi in gioco e far ascoltare a persone competenti i loro lavori. Non verrebbe mai dato da recensire un disco pop ad un amante del metal, sarebbe un controsenso. E purtroppo, nonostante questo, non sempre i dischi che ci vengono proposti brillano per originalità. Non miriamo alla distruzione di nessuno, siamo un gruppo di professionisti che non chiedono nulla per il lavoro svolto e diamo in cambio un’onesta opinione. Qualora un disco risulti poco interessante, noi lo recensiamo ugualmente senza offendere nessuno, poiché siamo amanti delle critiche costruttive e della libertà di pensiero. Chi non condivide questi due principi forse non dovrebbe nemmeno sottoporci il proprio lavoro per un parere spassionato.
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Oca Nera Rock
L’Oca consiglia
di Emanuela Vh. Bonetti
Michele Maraglino I Mediocri
The Dancers On The Road
Michele Maraglino è noto ai più per la fondazione de La Fame Dischi, ma finalmente esce anche lui con un suo lavoro che negli anni passati era già stato anticipato da piccoli assaggi musicali.
L’Ep dei veneziani The Dancers dura troppo poco, e già questa affermazione dovrebbe essere sufficiente per far capire che ci ritroviamo davanti a qualcosa di esplosivo e che promette bene – anzi, benissimo.
Ci ritroviamo quindi all’ascolto de I Mediocri, un album di 9 pezzi che mette in luce, appunto, la preponderante mediocrità che pervade nel pensiero comune, nelle attitudini, nei comportamenti della società attuale.!Il tono usato da Maraglino è accusatorio ma non aggressivo, anzi: riesce ad essere espressivo e trasmettere il proprio pensiero senza scadere nella banalità, usando giochi di parole che arricchiscono i testi rendendoli interessanti.!Sembra quasi una cronaca disillusa, un resoconto di tutto ciò che non funziona ma che purtroppo sembra non poter cambiare se non con la voglia di scrollarsi di dosso il torpore e la pesantezza di questi anni addormentati che si lasciano vivere senza essere vissuti.
On The Road contiene un pezzo originale ed una cover (On the road e Big Bang Pow) e lì finisce: meno di quattro minuti per riassaporare l’essenza del garage e del rock’n'roll, sentirne la frenesia e non averne ancora abbastanza.!I suoni pulsano, la batteria è fenomenale e piacciono anche gli assoli: perché, però, solo due brani?!Sonorità simili non fanno più parte della quotidianità, e riescono a riportare la musica indietro nel tempo alle origini del rock, dando una sferzata forte e decisa, una scossa, una scarica d’adrenalina della quale i nostalgici sempre più sentono l’esigenza.
Non è una gran voce quella di Maraglino, e forse il disco piace anche per questo: risplende di un cantautorato semplice e gradevole, senza vocalizzi o spinte che risulterebbero inaccessibili per il suo timbro vocale.!Ma I Mediocri è un bel disco che coglie nel segno: si spera riesca anche a scuotere le coscienze.
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Ep in free download qui.
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Billy Talent Dead Silence I Billy Talent arrivano al quarto album, Dead Silence, e portano l’ennesima ventata di genialità nel loro lavoro. Come da tradizione, album nuovo – nuovo sound, ed ecco che anche questa volta il gruppo canadese non fa eccezioni: 14 tracce, anticipate dal singolo Viking Death March che fanno emergere la prepotenza tipica del punk mista ad una verve più fresca ed attuale, sebbene resti ancorata alle basi dei lavori precedenti. Gli argomenti affrontati in questo disco sono per lo più legati alla tematica delle paure, le angosce legate al vivere il quotidiano in un momento storico particolarmente influenzato dalle superstizioni e l’ignoto (l’album è uscito a settembre 2012, pochi mesi prima della presunta fine del mondo). All’ascolto, è tutto un crescendo emozionale con influenze hard rock fino all’arrivo di Love was still around, con un’intro energica che poi rallenta, per così dire, fino a trasformarsi e mantenere suoni più ordinati, cadenzati.! Fra i pezzi più piacevoli includerei anche Stand up and run, anche se qui musicalmente ci scostiamo dall’animo punk per mantenere invece una ballata rock più morbida, che sicuramente abbraccia una fetta maggiore di consensi rispetto ai puristi amanti del genere.! E’ una divagazione ben riuscita, un brano dal sapore (a modo suo) romantico.! Ottima la chiusura affidata a Dead Silence, brano che regala il nome al disco.
# 5 / January 2013
Alì La rivoluzione nel monolocale Stefano Alì, in arte solo Alì, firma il suo esordio con La rivoluzione nel monolocale. Questo è un disco interessante per diversi aspetti, poiché va a toccare un cantautorato al contempo geniale e piacevole, né banale né scontato.!!Alì canta con un timbro delicato, al punto da essere esso stesso strumento raffinato e peculiare che caratterizza l’intero lavoro.!Il tono talvolta è scanzonato e a volte ombroso, come se a cantare fosse un vecchio dandy stanco della vita, stanco anche solo del parlare – Maggio ne è l’esempio più azzeccato.!E c’è qualcosa di affascinante e toccante proprio a partire da qui. Armata fino ai denti è una ballata leggera e amabile, che cede poco dopo il passo alla più profonda Per la gioia di Woodoo.!E’ un bel viaggio fra le parole di Alì, racconti messi in musica interamente da lui tranne che per Il miglior sorriso della mia faccia, brano di Paolo Conte. L’immagine rievocata alla mente da Alì è quella della bravura e la purezza di un certo Dente, quello che si è fatto amare e scoprire ormai diversi anni fa, per la sua genuinità.! Alì ha sonorità diverse, più complesse ed intriganti, ma è al suo esordio con un lavoro di pari beltà.! Gli si augura di tutto e di più, con una preghiera: che almeno lui, fra tanti, resti fedele al suo essere autentico senza voler diventare personaggio ad ogni costo.
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# 5 / January 2013
Mia Wallace Va meglio
Mia Wallace non è solo una delle icone nella filmografia di Tarantino. Quartetto al femminile alla nascita, l’attuale formazione vede Alessandra Annibali, Valentina Carta, Micol Del Pozzo e Pasquale Montesano alle prese con Va meglio, primo lavoro ufficiale dopo lo split del 2008 con Ilenia Volpe. Cosa piace delle Mia Wallace? !La sana attitudine all’alternative rock, un sound dalla struttura minimal ma crescente e testi schietti, interpretati da una voce pulita. Inizialmente è questo a spiazzare e conquistare, poiché il rock è qualcosa di ruvido e sporco per definizione, usualmente affiancato nell’immaginario a voci maschili e prepotenti, forti.! Qui si percepisce la sensualità di una voce femminile che non lascia però troppo spazio a delicatezze – tranne nell’interpretazione di Can’t get you out of my head di Kylie Minogue: bella versione, interessante interpretazione rock dell’originale. Dura Madre è un brano che esalta i giochi di chitarre e batteria, anche se il pezzo più intenso ed identificativo delle Mia Wallace a mio parere è Divina e fragile: non si discutono i suoni, ma è grande lo spazio che viene lasciato all’estensione vocale della Annibali, che qui – forse meglio che in altri passaggi – riesce a regalare sfumature emozionali. Questo è un esordio nel quale il sound piace ma può – deve – certamente crescere, per chiudere definitivamente un cerchio.! Ottima la voce, incisivi i testi: serve ancora più carattere nei suoni per arrivare a toccare la perfezione.! Non deve esserci paura nello spingersi ancora un po’ più in là, anche se resto convinta che dal vivo l’adrenalina che offrono le Mia Wallace sia esplosiva.
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Twiggy è morta Credo mi citeranno per danni L’Ep Credo mi citeranno per danni è la quintessenza del rock, un mini album contenente quattro pezzi deflagranti tanto da mozzare il fiato. I Twiggy E’ Morta sono quattro ragazzi provenienti dal tessuto underground romano, ed amano coniugare sonorità sporche a testi politically uncorrect quanto basta per restare impressi.! Una batteria incalzante, che dà il via ad un crescendo sonoro che non soffoca le chitarre ed il basso, e spinge verso l’alto, lasciando il tutto proteso nel vuoto. Contro tutto ciò che di ordinario esiste nella scena musicale alternativa attuale, riescono a farsi strada riscontrando consensi per l’ardore e la carica emozionale che trasmettono con i loro testi e le loro affermazioni.! Non è questo un Ep commerciale: nessuna banalità, nessun timore nell’essere espliciti, nessuna provocazione lanciata per attirare l’attenzione.! Loro sono così, musicisti senza arroganza che suonano per puro godimento, senza fronzoli né mezze misure. Il parossismo del cuore è il brano che apre l’ascolto all’Ep, con un ritornello talmente ossessivo da risultare piacevole e travolgente, ma è solo l’inizio di un respiro lungo poco meno di 18 minuti. Ascoltando tutti i brani, si arriva alla conclusione che mai titolo fu così azzeccato per un disco.! E se non sono ancora arrivate citazioni per danni, significa che più di tanto i Twiggies non si sono sbagliati nelle loro affermazioni.
# 5 / January 2013
Massimo Zamboni Canto l’isolamento Canto l’isolamento è una raccolta di brani scelti dai lavori da solista di Massimo Zamboni, ex CCCP – CSI. Un disco intimistico, quasi spirituale.!Delicato nelle sonorità, così morbide e gustose, tanto da rendere uniforme un lavoro che nella realtà si è suddiviso e sparpagliato in passato in ben tre album: Sorella sconfitta, L’inerme è l’imbattibile e L’estinzione di un colloquio amoroso. Zamboni scava a fondo nell’anima, compie un viaggio attraversando l’esperienza della vita costellata da tutte le sfumature che raramente vogliamo cogliere ed affrontare.!La percezione sonora risulta incredibilmente minuziosa nel descrivere sentimenti e sensazioni, amplificandone i significati quando si sente il timbro vocale di Zamboni.!Un mormorio fine ed aggraziato, che in alcuni passaggi vuole forse omaggiare Battisti (Casco in volo). Un disco di qualità, che apre le porte ad una visione che merita d’essere approfondita andando a ripescare per intero la trilogia dei lavori di Zamboni.
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# 5 / January 2013
Quintorigo Quintorigo Experience Questa Experience dei Quintorigo altro non è se non un omaggio al grande Jimi Hendrix. In questo disco vengono riproposti 14 brani fra i più celebri del chitarrista statunitense – da Foxy Lady a Voodoo Child, passando inevitabilmente per Hey Joe e Purple Haze. L’interpretazione dei Quintorigo piace perché qui non cerca l’emulazione.! Uno dei brani più riusciti è sicuramente Gipsy Eyes, che assume toni folk chic ed è perfetta per inquadrare i Quintorigo che già conosciamo.!U na menzione va anche fatta a Vinicio Capossela, che ha partecipato in Voodoo Child con l’uso del themerin dando un ulteriore tocco di originalità al pezzo. Quintorigo Experience è un disco che mantiene un’identità di base con la presenza ovvia di violino e violoncello.! Al contempo, c’è un filo leggero che rapporta direttamente ad Hendrix grazie ad una calda voce blues come quella di Moris Pradella.! E’ un gioco di vestizioni, ci si spoglia parzialmente per indossare nuovi colori: più sgargianti, più ricchi, più interessanti. Dietro questi brani si sente che c’è una ricerca, un lavoro complesso per riuscire a trovare l’incastro perfetto di ogni suono.! Ma la cosa straordinaria è che devono essersi proprio divertiti a registrare questo disco: energia, sintonia ed una certa dose di divertimento giocoso, giusto. !Ecco, si percepisce anche questo.! E si tratta sicuramente di una nuova Experience tutta da provare, vivere ma soprattutto ascoltare.
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Un’Oca che fa click
# 5 / January 2013 ©Martina Caruso Fiaschetti per Oca Nera Rock King Of The Opera Maison Musique, Rivoli (TO) 17/01/2013
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Oca Nera Rock Bianco Spazio 211, Torino 17/01/2013
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Oca Nera Rock
Un’Oca che fa click
# 5 / January 2013 ©Giordano Cianfaglione per Oca Nera Rock Lilies On Mars Angelo Mai, Roma 19/01/2013
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Mettici il becco pure tu
Seaside Postcards Hope and Faith Molto interessante Hope and Faith, il secondo Ep dei pesaresi Seaside Postcards uscito ad un anno dall’omonimo esordio. Rispetto al 2011 la formazione è parzialmente cambiata: Manuele Magnini ha sostituito Massimiliano Cerri e si è aggiunto il bassista Thomas Koppen. Questi mutamenti non potevano che avere esito positivo sui quattro musicisti.! Con Hope and Faith hanno sfornato 5 pezzi dove si sente fortemente che il gruppo è cresciuto, abbandonando le sonorità strettamente post punk e glaciali dell’esordio per aprirsi a nuove soluzioni sonore.! Sempre fedeli a gruppi come Joy Division e alla scena musicale fine 70′s di Manchester, ma dove si avverte anche l’influenza di componenti prettamente legate alla musica degli anni ‘90 che hanno portato il gruppo a un suono più accattivante e definito. Molto indovinata la collaborazione dell’ultimo pezzo con la diafana Laura Casiraghi degli Starcontrol. Un buon disco indie che non delude le aspettative prospettate in seguito all’ascolto del precedente omonimo Seaside Postcards.
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# 5 / January 2013 di Fabio Montemurro
Topsy The Great Steffald Steffald, primo album dei Topsy The Great – trio strumentale power noise di Prato – è la sintesi espressiva e l’estremizzazione dei loro lavori precedenti – due Ep, Topsy The Great e Vol. II. Il trio già dalla copertina fa intuire che affonda le sue radici in sonorità anni ’70, riconducibili ai lavori dei Cabaret Voltaire e dei primi Sonic Youth, soprattutto nelle sonorità espresse dalla batteria.! Ad un attento ascolto comunque si identificano punti di riferimento più recenti, come gli americani Lightning Bolt e più lontanamente i Don Caballero.! In questo album si nota la forte sperimentazione che da sempre ha portato il gruppo verso tendenze punk e ad una scomposizione ritmica che è la matrice del loro noise abrasivo. Le 12 tracce di Steffald sono veloci, denotano le capacità tecniche e compositive del trio ed hanno un efficace impatto emotivo, che rende il loro primo disco un buon debutto.
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# 5 / January 2013
Modern Blossom Beg For More
Beg For More è un disco solo a pochi tratti interessante, il più delle volte da l’impressione che ciò che stiamo ascoltando si sia già ascoltato in quel tale disco o in quell’altro. Si sentono molto fortemente gli echi della dark wave degli anni ’80 (un gruppo tra tutti, i Depeche Mode nella loro produzione che va da Black celebration a Songs of Faith and Devotion) che va a scontrarsi con le tendenze musicali elettroniche che hanno traumatizzato l’intera gnerazione degli anni ’90 e le tendenze Emo che stanno stuprando cerebralmente queste generazione di inizio anni 2000. Anche emotivamente sia la voce che le melodie non hanno nulla di speciale, i sette pezzi che compongono il disco si assomigliano un po’ tutti. Prese come singole tracce vadono bene in un locale dove si sta svolgendo una serata alternativa per adolescenti, ma sicuramente questo disco nella sua interezza non può aspirare a qualcosa di più.
Meconio e i Difficili Equilibri Sulle Rapide Ingannevole è il colon Ingannevole è il colon, disco d’esordio dei Meconio e i Difficili Equilibri Sulle Rapide, è un insieme di abbozzi musicali, il più delle volte strumentali – anche se non di rado avvengono incursioni vocali che risultano essere dialoghi senza alcuna logica di fondo, legati tra loro da un sottilissimo filo che dà più attenzione alla struttura dei brani che ad altro. Le tracce dalla 01 alla 21 sono raccolte per macro-titoli e costituiscono l’ossatura del disco; sono composte da un minimo di tre tracce a un massimo di sei. Le ultime sei tracce, andando dalla 22 alla 27, sono disposte ad assoluta discrezione del gruppo. I pezzi oscillano tra diversi generi: dal pop anni ’60 all’elettronica, al pop contemporaneo con un’incursione black metal, un minimo accenno al progressive rock nello stile del primo Battiato e ad alti generi che affiorano alla superficie dei suoni per poi sprofondare nuovamente nel caos che domina il tutto. Nel complesso il disco è inascoltabile e senza senso, al cui interno troviamo veri e propri ossimori sonori nel susseguirsi tra una brano e l’altro. Nel guardare l’organizzazione dei macro-titoli sorgono alcuni dubbi.! Triologia del torpore è un riferimento (senza alcun legame logico) alla Triologia del potere dei Litfiba? !E ancora, Surrealistic Pilu è un riferimento all’album dei Jefferson Airplane (Surrealistic Pillow del 1967)?!A voi lo scoprire di più. Comunque, per concludere, recentemente tutti i brani del disco più alcuni extra sono stati suddivisi in 6 differenti EP e caricati su bandcamp.
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L’Oca consiglia
The Venkmans Good Morning Sun Good Morning Sun, debutto discografico del gruppo fiorentino The Venkmans, è un disco che non si riesce a definire in un genere ben preciso in quanto oscilla fra sonorità rock, elettronica e dance. Tecnicamente non è un cattivo disco, e ascoltandolo per la prima volta in certi momenti può sembrare anche abbastanza accattivante.!Già quando lo si ascolta una seconda volta, volendo anche una terza…ci si accorge che le dieci tracce che lo compongono sono abbastanza stereotipate. Sicuramente guardano al passato, in particolar modo agli anni ’80, e sicuramente hanno anche i piedi ben piantati nel presente.!Ma se vogliamo (e vogliono) metterla sul piano artistico, allinearsi al target di molte altre mand indie o underground italiane che dir si voglia non è una buona strada da percorrere per il futuro. Ancora nulla di nuovo sull’orizzonte musicale indipendente italiano.
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# 5 / January 2013 di Fabio Montemurro
Confusional Quartet Confusional Quartet Il Confusional Quartet dopo trent’anni di silenzio torna in vita e pubblica un nuovo album un vero e proprio cocktail di fusion, funk, rock, new wave, no wave ed elettronica. Come è loro abitudine le parole sono davvero pochissime, le troviamo nell’intro della traccia di apertura (Futurfunk)…per il resto è tutta musica allo stato puro, libera da ogni regola e costrizione. Il nuovo materiale inciso è davvero energico e si avvale della collaborazione di Bob Rifo AKA The Bloody Beetroots con il quale scrivono il singolo Futurfunk e di Giulio “Ragno” Favero (Teatro degli Orrori) che mixa l’album. Il gruppo come nel passato riesce ancora una volta a miscelare la musica rock ad argomenti come il futurismo, il minimalismo e la musica concettuale creando un disco al passo con i tempi: una bella botta allo sterile panorama musicale e culturale italiano appiattito e inebetito più che mai. Anche se vengono dal passato sono davvero “qualcosa di nuovo” per il mercato discografico italiano.
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Mettici il becco pure tu di Andrea Fiaschetti
The Cyclops For A Happy Decline Ottimo album d’esordio per la band toscana The Cyclops, che ci regala 8 pezzi in inglese che spaziano dal post-punk all’indie. L’album è ben suonato, ben si fondano ricerche melodiche e riff di chitarra in pieno british style, cose che forse siamo già abituati ad ascoltare da band d’oltremanica ma che sicuramente nel panorama musicale italiano non abbondano e ben ci fanno sperare. Forse è questo l’unico limite del disco: i giovanotti toscani non son riusciti a dare quel tocco personale che avrebbe reso il tutto molto più intrigante.!Mentre risulta quasi impeccabile stilisticamente e forte l’idea del gruppo di ricercare sonorità precise che facciano da linee guida. Ma, ripeto, siamo ad un album d’esordio e i presupposti per migliorare ci sono tutti, idee e voglia di fare son già state messe in atto, tempo per maturare ce ne sarà.
# 5 / January 2013
L’Oca consiglia di Andrea Fiaschetti
Giangrande Directions A quattro anni dall’esordio, Giangrande torna con un nuovo lavoro, Directions. Dodici tracce che, come indica il titolo dell’album, prendono strade e direzioni diverse.! A cominciare dalla lingua, pezzi in italiano alternati ad altri in inglese, passando per il francese. !Sonorità decisamente poco “italiane”per questo disco: Giangrande qui gioca con abilità di musicista consumato con gli strumenti, prima su tutti la sua voce. Non è un disco da sottofondo.! E’ un album completamente da ascoltare.! Ottimamente arrangiato e altrettanto ottimamente suonato, regala atmosfere oniriche sia nei suoni che nei testi.! L’autore stesso l’ha definito un “road album”, dando da solo la miglior definizione possibile: un viaggio alla scoperta di suoni, parole ed emozioni lungo la strada della vita. Abbiamo sicuramente di fronte una delle migliori sorprese del panorama musicale italiano, un autore che meriterebbe forse più attenzione e considerazione.!Un autore che ha dato segno di grande maturità artistica e speriamo di non dover attendere ancora altri quattro anni per ascoltarlo con nuovi pezzi.
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# 5 / January 2013
L’Oca consiglia
di Andrea Fiaschetti
Amari Kilometri
Gli Amari tornano a distanza di tre anni a dar vita ad un nuovo album. E spiazzano.!! Kilometri è un punto di svolta, in cui vengono abbandonate sonorità hip hop e sperimentazioni strumentali per intraprendere sonorità cantautoriali.! Nove pezzi quasi pop, melodie delicate, strumenti che accompagnano in maniera lieve testi sui quali il gruppo sicuramente ha lavorato molto.! Ricordi, dettagli, malinconia, rimpianti che diventano pretesto per raccontare pensieri ed emozioni raccolti lungo quindici anni di attività. Forse proprio i Kilometri fatti in tanti anni di musica, gli stessi Kilometri che li hanno portati anche a questa svolta musicale. Lo stile in questo album si fa più semplice, lineare.!I riferimenti ad altri artisti non mancano, su tutti Lucio Battisti.! La forza del disco forse è proprio in questa semplicità, contorno perfetto per testi diretti, profonde riflessioni sul cammino già fatto e quello intrapreso. Per chi ha amato gli Amari, per chi li ha creduti finiti, per chi non li conosce: ecco l’opportunità di iniziare, o riprendere, un vecchio amore.
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Un’Oca che fa click
# 5 / January 2013 ©Giancarlo Losco per Oca Nera Rock A Toys Orchestra Galleria 19, Napoli 19/01/2013
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# 5 / January 2013
CORSI DI FOTOGRAFIA a cura di Annalisa Russo ROMA MILANO REGGIO EMILIA PEGOGNAGA per info e contatti scrivere a annalisafoto@gmail.com
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Conosco un’Oca che ha parlato con…
# 5 / January 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Una carriera che nasce da lontano e attraversa diversi campi.! Non solo voce femminile ai tempi dei 99 Posse, ma anche numerose collaborazioni: un progetto con Marco Messina (Nous) col quale ha musicato Dentro la tempesta, un adattamento dell’opera di Shakespeare; un’etichetta discografica ed anche una piccola esperienza nel cinema. Di certo Meg negli anni ci ha mostrato talento e versatilità, tornando recentemente in un duetto con Colapesce.!Collaborazione, quest’ultima, che anticipa l’arrivo del tanto atteso terzo lavoro solista di questa grande artista dalla voce penetrante e delicata: un fluido morbido carico di personalità.
C’è mai stato un momento nel quale hai pensato di fermarti a respirare?! Lo penso e lo faccio di continuo.!La musica è la mia ossessione, ma non occupa tutta la mia vita.! Sarei completamente autistica, invece così lo sono solo in parte. Psychodelice, il tuo ultimo disco, ha fatto emergere sicuramente una parte importante di te – più intima rispetto ai lavori con i 99 Posse.! Quanto è stato difficile guardarsi dentro e cercare di interpretare le proprie emozioni, rispetto ai brani di stampo più sociale?! In realtà è stato facilissimo, anzi.! Era un’esigenza che sentivo da tanto tempo e di cui avevo un bisogno forsennato.! Detto, fatto. Anche il sound è cambiato, c’è un’elettronica più raffinata alla base dei tuoi lavori.! Quali sono gli artisti che più ti hanno influenzata da questo punto di vista?! Vengo influenzata dalla musica elettronica sin dalla tenera età di 8 anni.! Mi ricordo quando ascoltai O Superman di Laurie Anderson, o Billie Jean di Michael Jackson: ne rimasi ipnotizzata.! Una specie di richiamo della foresta, anzi, di canto delle sirene. Nel 2010 un tour con i Phone Jobs, un progetto interessante nel quale la tecnologia era lo sfondo che dava vita alle musiche dei concerti.! Cosa ti ha fatto scegliere questa formula così particolare per i concerti live?! Adoro l’immediatezza e la leggerezza che sempre più la tecnologia offre per fare musica.! L’iPhone era un pò la quintessenza del fatto che dalla notte dei tempi, sino ai giorni nostri, puoi fare musica con qualsiasi cosa. Hai preferenze riguardo i luoghi nei quali suoni? !I tuoi concerti si dividono fra centri sociali, teatri, auditorium…ritrovi sempre lo stesso pubblico che ti segue? !Sì, lo stesso pubblico mi segue dappertutto e adoro suonare e cantare nei luoghi più disparati.! Ogni cornice regala significati nuovi alla musica che fai.!
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Oca Nera Rock
# 5 / January 2013
Per esempio, suonare all’Auditorium Parco della Musica di Roma (30 gennaio, ndr) significa un pò: “Ehy, siamo riusciti a portare la musica elettronica nei luoghi istituzionali della musica classica!”.! Il risultato ci inorgoglisce: occupy auditorium! Nel 2012 è uscito un singolo che ti vede accanto a Colapesce, artista che ormai di esordiente non ha più molto visti i successi riscossi nell’ultimo anno.!Come è nata questa coppia artistica?! L’etichetta di Colapesce ha chiesto la mia collaborazione per il singolo che sarebbe dovuto uscire per l’estate, Satellite.! Subito dopo è nata l’idea del tour insieme. Il video di Satellite, col tema prevalente dell’acqua, è qualcosa che rievoca alla mente anche la leggenda stessa di Colapesce.!Com’è stato girare questo videoclip?!Divertente ma anche molto faticoso: abbiamo trascorso un’intera giornata a nuotare in una piscina dall’acqua molto fredda.!La giornata si è conclusa con brividi di freddo e occhi rossi di cloro! Ora riparti in tour, ma puoi anticiparci qualcosa in merito al tuo nuovo lavoro?!Il mio disco esce tra qualche mese.!Dal vivo vi farò ascoltare un altro pezzo nuovo, oltre al singolo Promemoria, che vi darà un’idea delle sonorità sulle quali sto lavorando.
Restiamo quindi in attesa, e nel frattempo godiamoci le date dei live che porteranno nuovamente (finalmente) Meg in tournée.
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L’Oca consiglia
# 5 / January 2013 di Rossella D’Oriano
Cosa accade se si riunisce il meglio della scena indie italiana? !Se decidono di suonare insieme al basso un certo Luca Cavina (Zeus!, Calibro 35), alla batteria Andrea Belfi (Hobocombo, Rosolina Mar), alla voce e tastiera Alessandro Fiori (Mariposa, Amore) ed alla chitarra e al sax Enrico Gabrielli (Mariposa, Calibro 35 ecc.) ne nasce un progetto che già dal nome è al dir poco emblematico: Craxi. La band così formatasi nel 2008 riecheggia con i suoi live in Italia sino al 2010, anno in cui decide di registrare in presa diretta il primo album prima di sciogliersi.! Tale disco rimarrà nascosto ai più finché non si decide di pubblicare (finalmente) tutto questo materiale . Il risultato sono le 11 tracce che compongono Dentro i battimenti delle rondini, che per il suo essere postumo ne acquisisce il fascino di pezzo unico da collezionare.! Un disco che raccoglie e amalgama le diverse esperienze dei vari musicisti.! Un disco post punk , prog-rock dove la sperimentazione la fa da padrona, testi enigmatici e un sound incisivo, acuto, audace che crea suggestioni taglienti.! Si percepisce in tutte queste tracce la poliedricità di questi artisti e la loro infinita cultura musicale. Tracce volutamente non coese l’una con l’altra, create senza uno schema apparentemente, ma, proprio per questo si rivelano a maggior ragione coinvolgenti, intense. Le interpretazioni di Fiori sono uno dei punti forti del disco.! Non aspettatevi di sentirlo come siete abituati, in questo album cambia completamente regalandoci sussulti inaspettati, tutti da godere. Un disco nato nella più piena libertà di sperimentare, un disco nato per spiazzare positivamente.! Un lavoro eccentrico e incisivo da consigliare assolutamente.
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CRAXI Dentro i battimenti delle rondini
Oca Nera Rock
# 5 / January 2013 Bachi da Pietra Quintale Lord Huron Lonesome Dreams
Ecco il quinto disco dei Bachi da Pietra, formazione di Giovanni Succi (voce e chitarra) e Bruno Dorella (batteria). !Formatisi nel 2004, dopo tre anni dal loro ultimo lavoro presentano Quintale. Qui i Bachi da Pietra subiscono la loro metamorfosi: è in atto una rivoluzione che li porta ad ampliare il loro modo di fare musica spostandoli verso l’ hard rock.! La loro musica è imponente e vigorosa, coniata dal suono graffiante della chitarra e della batteria e da testi che trattano i concetti e le idee con sarcasmo, impostandole con la giusta ironia. Dodici nuove canzoni, tredici nella versione digitale a cui si aggiunge Baratto@bachidapietra.com dove gli autori propongono la loro soluzione al download illegale. È improbabile non rimanere coinvolti dallo sludge di Haiti, mentre Il ritmo serrato di Brutti versi va a creare uno sfondo ironico che diventa incalzante.!La folgorante Coleotteri lascia senza fiato, sfoderando tra vortici, i suoi tempi metal.! In Enigma la forza d’urto si ammortizza lievemente , mentre la chitarra di Giulio Ragno Favero apre Fessura.! Segue in crescendo Mari Lontani e poi la tagliente Io Lo Vuole, cantata per metà in inglese Pensieri Parole Opere.! Ecco che arriva Paolo Il Tarlo, nella quale si percepisce il sax irrequieto di Arrington de Dionyso. Rispetto ai precedenti lavori, Quintale è più diretto anche se l’anima dei Bachi da Pietra rimane sempre intatta.! Probabilmente c’è chi non apprezzerà la mutazione intrapresa, ma c’è da dire che il disco è di forte impatto e per nulla superficiale.
Ben Schneider è stato definito un uomo fuori dal tempo.! Avvalendosi della collaborazione di Mark Barry (percussioni, voce), Miguel Briseno (basso, processione), Brett Farkas (chitarra, voce) e Tom Renaud (chitarra, voce) ha messo in piedi il progetto dei Lord Huron. Dopo la pubblicazione dei loro due precedenti ep (Into the Sun e Mighty) i Lord Huron ebbero un discreto successo, tale da attivare tuttavia l’immediato interesse della stampa americana.! Una serie di performance live li ha fatti conoscere al grande pubblico, e tra le tante ricordiamo la loro partecipazione all’Outside Lands e al Lollapallooza. Arriviamo qui oggi, invece, con Lonesome Dreams, il loro primo LP. In questo album di debutto la prima cosa che si nota è come Ben Schneider abbia ricalibrato l’estetica del sound rispetto ai precedenti Ep, dandone un connotato altamente esistenziale trattando dei vari temi morali e naturali.! I suoi numerosi viaggi gli hanno dato l’ispirazione giuste, e si percepisce sia nei testi che nelle musiche (oltre al talento di Schneider) il contributo degli altri componenti della band.! E’ questo che ha reso l’album particolarmente apprezzabile, connotandolo di un suono ben preciso. Tra i vari brani degne di nota sono le splendide Ends of the Hearts e Time to Run. Anche se in America ha riscosso numerosi consensi e applausi, devo dire che ascoltandolo non l’ho trovato poi così eclatante. !Forse questo è dovuto al lavoro maniacale e puntiglioso di Schneider e soci, che per me rende il tutto un po’ troppo certosino a scapito della personalità dei Lord Huron.
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Un’Oca che fa click Management del Dolore Post Operatorio Circolo degli Artisti, Roma 24/01/2013
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# 5 / January 2013 ©Eliana Giaccheri per Oca Nera Rock
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Un’Oca che fa click
# 5 / January 2013 ©Andrea Fiaschetti per Oca Nera Rock CAMION Traffic Live, Roma 24/01/2013
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# 5 / January 2013
GIRLS AGAINST – Mia Wallace, S.U.F.I. Garage, Ilenia Volpe INIT Club, Roma 25/01/2013
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Un’Oca che fa click
# 5 / January 2013 ©Giordano Cianfaglione per Oca Nera Rock
NOBRAINO Auditorium Parco della Musica, Roma 29/01/2013
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Un’Oca che fa click MAMAVEGAS Le Mura, Roma 25/01/2013
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# 5 / January 2013 ©Silvia Mariotti per Oca Nera Rock
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# 5 / January 2013
Conosco un’Oca che ha parlato con…
di Emanuela Vh. Bonetti
Niente cambia, ma tutto cambia Intervista ai Caoscalmo
Se fossi una ragazzina di 15 anni, questo articolo potrei cominciarlo con un’affermazione: “Oh, spaccano di brutto“.! Volendo dare un tono altrettanto carico d’enfasi ma più professionale, salterò questo passaggio – ma voi tenete bene a mente il concetto precedentemente espresso. I Caoscalmo sono di Roma, sono in tre e sono l’esatto riflesso del loro nome: adrenalina on stage che si scontra con la calma e la pacatezza quando i ragazzi stanno sotto palco, senza strumenti fra le mani.! Daniele Raggi, Andrea Samonà e Francesco Maras fanno parte del tessuto musicale della scena romana, intriso di cantantautori e gruppi più o meno noti e caratterizzati da una forte verve, una personalità decisa e tanta voglia di suonare live. I Caoscalmo si distinguono però dal resto, in primis per il sound: rock allo stato puro condito da testi in italiano.!Che piacciono, coinvolgono l’ascoltatore.! Si discostano dalla banalità generale degli argomenti, sia riguardo i contenuti specifici che le forme espressive scelte.! Un lavoro curato, quasi di precisione dal momento in cui all’ascolto si colgono sfumature e fusioni impeccabili fra suoni e parole. Ritrovare salde radici targate rock anni ’90 è un piacere; vedere un’esibizione live ed assaporare con gli occhi le dita che scorrono sapientemente sulle corde della chitarra e del basso, mentre la batteria sembra voler esplodere…bhé, è roba che non succede tutti i giorni. Come nascono i Caoscalmo?! I Caoscalmo nascono come idea sonora definitiva nella mente di Daniele Raggi in una sala delle Officine Meccaniche di Milano, jammando con Riccardo Marinelli e Giorgio Canali (grazie Giorgio!) durante le registrazioni del disco “Rewolvo” di Atleticodefina che vedeva coinvolto anche Andrea Samonà. !La line up definitiva si è costituita solo successivamente, arrivando all’attuale formazione con Francesco Maras alla batteria. non il brano in sé, poteva rappresentare l’intero lavoro, complice l’immagine scelta per la copertina che rappresenta un luogo/non luogo urbano.
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# 5 / January 2013
Attualmente si trova in commercio il vostro Ep, che prende il titolo dalla prima traccia, Le cose non sono le cose. ! E’ forse questo il vostro brano più identificativo: c’è qualche aneddoto riguardo la stesura del testo?! Forse siamo un po’ retrò, ma noi ci sentiamo rappresentati dall’intero progetto più che dalla singola traccia.! Inizialmente il titolo dell’ep doveva essere un altro, poi ci siamo resi conto che il titolo della prima traccia, e non il brano in sé, poteva rappresentare l’intero lavoro, complice l’immagine scelta per la copertina che rappresenta un luogo/non luogo urbano. Musicalmente, quali sono gli artisti che vi hanno influenzato nel dare struttura al vostro sound?! Non possiamo negare di essere legati a tutto la scena rock americana anni ’90, senza dimenticare che nel nostro background è forte la tradizione cantautoriale italiana. Molti i live che vi hanno portato a suonare in contesti differenti, anche fuori Roma. ! Come ci si sente quando si suona “fuori casa”?! Innanzitutto spesso suonare fuori casa significa passare più ore in coda che sul palco, vista la situazione delle autostrade italiane!! Quando si fanno “tournèe” ai nostri livelli ogni live è un’incognita, a partire dalla location fino al posto dove dormirai: cuscino e coperte non fanno necessariamente una camera da letto come “panino di solo formaggio + musicista vegetariano” non sempre equivale a una cena! !Ma forse anche per questo suonare lontano da casa è ancora di più un grande stimolo, tanto più quando la realtà ti stupisce e l’accoglienza è superiore alle aspettative.! Scherzi a parte, ci sono tante piccole realtà che si fanno “un culo tanto” (ops!) per promuovere la musica indipendente e che quindi meritano tutto il nostro rispetto.! Se a questo aggiungiamo la possibilità di confrontarsi con un pubblico che non ti conosce sopra e sotto il palco, l’esperienza personale diventa ancora più preziosa. Voci di corridoio dicono siate al lavoro sul prossimo progetto: cosa cambierà rispetto a “Le cose non sono le cose”?! È innegabile che avendo fatto ad oggi solo un ep sia in cantiere un progetto discografico, a cui non abbiamo ancora dato una forma definita. !Come musicisti e autori non possiamo prescindere dalla scrittura, ma in questo momento stiamo privilegiando il rapporto con il pubblico, cercando di dare un taglio diverso a ogni singolo live: abbiamo avuto sul palco attori, musicisti, scrittori… e non disdegniamo mai la collaborazione con altre band con le quali ci troviamo a dividere il palco. !Individuare le differenze con il primo progetto è prematuro, ma sicuramente si tratterà di un lavoro meno immediato in termini di registrazione (il primo ep è stato completamente registrato in presa diretta e in soli tre giorni, un progetto pensato e studiato a lungo ma nella realizzazione abbiamo dato più importanza all’improvvisazione che alla cura dei dettagli tecnici). !Registreremo ugualmente in presa diretta, ma il lavoro di pre e post produzione sarà certamente più curato. L’ultimo brano del vostro Ep porta il titolo Niente cambia.!Siamo sicuri che niente cambi, o possa cambiare realmente?! “Niente cambia ma tutto cambia…”: il brano prima di tutto è un’affermazione di carattere politico, con un riferimento alla situazione che viviamo in Italia da circa venti anni.! Ma questo non significa rassegnazione, siamo convinti che le cose possano cambiare ma a determinate condizioni, non voltandosi dall’altra parte e non sperando che sia sempre qualcun altro a dare inizio a un cambiamento che deve essere in primo luogo culturale.
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# 5 / January 2013
Cosa salvate e cosa è forse meglio gettare dell’attuale industria musicale? !È facile criticare l’intera catena produttiva, dall’industria discografica ai locali, spesso a ragione, ma forse dovremmo assumerci tutti qualche responsabilità. !L’industria discografica non è ancora morta, è drasticamente mutata e uno dei cambiamenti maggiori è stato il passaggio da mezzi di divulgazione esclusivamente sonori a mezzi audiovideo. !Questi se da un lato hanno dato maggiore visibilità anche ad artisti emergenti (come noi del resto) dall’altra hanno drasticamente ridotto la “selezione naturale” di qualche anno fa e hanno contribuito alla perdita di curiosità da parte del pubblico per la musica a tutti i livelli, soprattutto quello live.! Parlare poi di “industria” laddove non ci sono più investimenti forse non è appropriato: che i dischi non si vendano più è un dato di fatto, anche Madonna è in crisi di vendite, quello che mantiene in vita il mercato oggi è il catalogo (The Beatles, Rolling Stones, solo per citarne alcuni); e allora cosa salvare e su cosa puntare per cambiare le attuali logiche di mercato ormai non più appropriate ai cambiamenti in atto? !È sicuramente sul palco che i musicisti possono e devono mettere in rilievo le loro potenzialità, è sul palco che oggi può giocarsi la partita di questa selezione; dunque potenziare proprio i live, recuperare il gusto e la curiosità della musica suonata dal vivo, pensando ad esempio di ridurre il costo dei biglietti per l’ingresso ai concerti così da invogliare sempre più pubblico anche in questo periodo di forte crisi; ridurre il cachet dei gruppi per andare incontro alle esigenze dei locali, ma senza svendere la propria professionalità (la musica è lavoro, suonare gratis vuol dire svalutare il lavoro di tutti!).! Ma ce n’è per tutti: ci piacerebbe anche tornare a leggere articoli sulla stampa di settore che abbiano un’attenzione più ampia all’intero panorama attuale!! E un po’ di spazio in più per la musica nei quotidiani.
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# 5 / January 2013
L’Oca consiglia
di Fernanda Corona
Lorèn Naif Realtà Senza Virtù
Il trailer dell’album Realtà senza virtù si apre con rumori inquietanti ed onirici, urla quasi di strazio sotto immagini forti, dalla tensione emotiva elevata che preannunciano chiaramente lo stile dei Lorèn Naïf. Immagini curate e incredibilmente vivide seppure l’alone di incubo inceda costante su di esse. I Lorèn Naïf fanno il loro esordio così lo scorso 21 novembre, data in cui è uscito l’album Realtà senza virtù, il primo dopo un interessante numero di esibizioni live e un EP.! Il disco registrato nella provincia pisana, al White Rabbit Hole di Volterra, porta la firma di Nicola Baronti, noto per le collaborazioni con gli Zen Circus, il Pan del Diavolo e i Criminal Jockers.! Dentro quest’album troviamo l’essenza del rock anni ’60/’70 e molto più di un pizzico dell’alternative del Bel Paese.!In modo marcato si sente il contagio degli Afterhours e un po’ meno dei Marlene Kuntz, ma anche di altri nomi del genere. I testi parlano di quotidianità, di lavoro, di routine, cercano risposte ai dubbi che ogni giorno ci assillano.! Le liriche criticano l’idolatria dell’individuo, il culto di un’immagine sempre più fasulla che le persone si appiccicano addosso e raccontano come sia facile sentirsi inadeguati, fuori dal tempo e dalle mode del momento. Realtà senza virtù apre con Fuga preventiva e subito si sentono i primi Afterhours, voce graffiata come quella di Manuel Agnelli e ritmi coinvolgenti e distorti che rendono ancora più vivido un testo che parla di fuggire dalla volgare routine. Temi in cui molti, in questo momento storico ed economico, potrebbero sentire vicini.! Spara ti penetra di sensualità, con suoni caldi e ritmi più sofisticati mentre le parole si fanno dirette e ricordano uno di quei momenti in cui ti trovi davanti una donna che ti insulta con la sua testa vuota ma che tu desideri in modo assurdo.! Fenomeni si fa dolce, malinconica, a tratti triste e ti culla in un testo fino al momento improvviso in cui lo stile cambia, cambiano i ritmi e ti sorprende piacevolmente. !Ti fa tornare ai fabulous Seventies Freddo realistico, quando attacca per catapultarti poi nel rock alternative italiano in cui si sente tutta la rabbia di una fine.
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# 5 / January 2013
Il freddo abbraccio trasmette in ritmi incalzanti e molto diversi tra loro il gelo di un gesto sottolineato da un testo che racconta l’addio ad una libertà e un appiattimento divorante. !Ne L’acqua inquieta ci ho sentito i Baustelle e Le luci della Centrale Elettrica, con ritmi delicati sotto una voce disperata di nostalgia e mancanza.!Mescal e la sua banda è il primo video che è stato estratto dall’album, girato in un manicomio.! Si canta di follia, di quanto poco serva per rientrare nella categoria di pazzi.! Un testo inquieto e forte di immagini e scenografie mentali che ti trasporta direttamente nella mente di un folle. In Non è mai tempo perso i ritmi continuano sullo stile alternative italiano con gli alti e bassi di riff e voce, testi articolati e poetici.!Prêt-à-porter, canzone di denuncia contro l’omologazione e l’assenza di personalità che copre tutto, in particolare l’espressione di unicità che ognuno di noi dovrebbe perseguire.! Cade inizia con piccoli suoni che mi ricordano il ritmo cadenzato della pioggia e prosegue con note soffici su parole aspre in cui si sente tutta l’instabilità del nostro mondo.! Molto industriale e confusa è l’apertura di Macchie uniformi che poi si dissolve in un bel rock a tratti scanzonato e a tratti metal-oriented per un sound che non annoia mai.! E si arriva alla fine con dentro tutta la tensione che solo raramente in quest’oretta di musica si è dissolta. Chiude il disco Quando il coraggio non basta dove le parole sono impulsivo quanto basta per sbagliare hanno le perfette caratteristiche per diventare un mantra. I Lorèn Naïf si presentano al grande pubblico con un album buono e video di alto livello che si sposano perfettamente con le parole.!Si sente un po’ troppo l’influenza degli Afterhours, ma questo è pur sempre un primo lavoro e c’è tutto il tempo per i Lorèn Naïf di trovare una loro unicità. L’album è disponibile in free download qui.
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# 5 / January 2013
Nadàr Solo Diversamente, come?
Dopo il successo di critica del primo disco Un piano per fuggire tornano a far parlare di sé i Nadar Solo con il nuovo album Diversamente, come? in uscita il 29 gennaio con la Massive Arts.!Un titolo che incuriosisce e preannuncia un altro lavoro dai testi profondi. I Nadar Solo sono un trio di giovani ragazzi che hanno alle spalle un discreto numero di live per promuovere il primo album e a cui Carlo Massarini dedica un servizio di Cool Tour su Rai 5 in cui li definisce “un trio indierock di rara intensità”.!Hanno aperto nel 2012 i concerti di Bugo, The Niro, Pan del Diavolo, Perturbazione e Amour Fou oltre ad esser stati uno dei 5 gruppi spalla durante il tour dei Teatro degli Orrori. Senza nemmeno accorgersene, quando hanno raccolto e scelto i brani che sarebbero entrati a far parte di questo nuovo disco, hanno riunito parole legate dal fil rouge “degli amori falliti per incapacità umana, di vite in stand by ammalate di impotenza, della genuflessione emotiva e psicologica di un Paese, delle sue anime e del suo cuore in calma piatta”.!Questi i temi portanti di Diversamente come? che vengono sviluppati in un sound pulito ed energico che ricorda da lontano i Verdena e Le Luci della Centrale Elettrica. Nella scaletta dell’album troviamo Il Vento composta e suonata con un gruppo di tutto rispetto del rock alternativo come i Teatro degli Orrori.!Un’altra interessante collaborazione c’è stata per il brano Perso, con Gigi Giancursi ed Elena Diana dei Perturbazione. Un disco, Diversamente, come?, che racchiude un mondo di emozioni, di smarrimento e di poesia che ben si evince in tutti i brani.!C andidati a diventare successi, per mia modesta opinione, l’orecchiabilissima I tuoi orecchini e la graffiante L’abbandono.
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# 5 / January 2013
Info & Contacts info@hubmusicfactory.com www.hubmusicfactory.com
ASKING ALEXANDRIA + While She Sleeps + Motionless In White + Betraying The Martyrs UNICA DATA ITALIANA 03/02/13 MILANO | ALCATRAZ LIVING COLOUR + Little Axe – UNICA DATA ITALIANA 16/03/13 MILANO | FACTORY REEL BIG FISH + Suburban Legends – UNICA DATA ITALIANA 17/03/13 MILANO | FACTORY BLACK VEIL BRIDES + Heavenʼs Basement 11/04/13 MILANO | FACTORY 12/04/13 ROMA | INIT CLUB 13/04/13 CESENA | VIDIA CLUB SKA-P + Toy Dolls + Persiana Jones – UNICA DATA ITALIANA 13/04/13 ASSAGO (MI) | MEDIOLANUM FORUM THE TOASTERS 20/04/13 BRESCIA | MAGAZZINO 47 STRIFE 21/04/13 MILANO| FACTORY JOEY CAPEʼS BAD LOUD + Scorpios + Armchair Martian 22/04/13 LIVORNO | THE CAGE THEATRE 23/04/13 MILANO | FACTORY DANKO JONES 10/05/13 MILANO | FACTORY + RIVERBOAT GAMBLERS (Unica data italiana) 11/05/13 SAN ALBERTO DI ZERO BRANCO (TV) | MAXIMUM FESTIVAL
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# 5 / January 2013
Indie Sounds Good
Oca Nera Rock presenta
Indie Sounds Good #3 la prima compilation in free download realizzata in collaborazione con Lunatik.
Indie Sounds Good è ascoltabile online qui e scaricabile in free download qua.
01. Polar For The Masses – Italico 02. Nadàr Solo – Il vento feat. Il Teatro Degli Orrori 03. Niagara – Seal 04. Dr. U – Call Me 05. Le Bugie di Elisa – Sconsideratamente
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# 5 / January 2013
POLAR FOR THE MASSES - ITALICO Etichetta: La Grande V Records www.polarforthemasses.com I Polar For The Masses sono tornati: Simone, Davide e Jordan colpiscono duro. Il rock, cantato in italiano, come nessuno l’ha mai suonato. Il rumore incontra la canzone. Ti sembra musica elettronica? Indie all’italiana? Tutto sbagliato: è noise, è rock, è ipnosi, è denuncia sociale a base di drone-music. NADAR SOLO - DIVERSAMENTE, COME? Etichetta Massive Arts https://www.facebook.com/nadarpress Il loro primo disco (Un piano per fuggire) è stato accolto con entusiasmo dalla critica. Ora ritornano con un album che conferma la loro attitudine da power trio ma anche il grande spessore dei testi. La musica semplice, vitale, a volte solare e altre cupa- racconta le emozioni che preparano la tempesta che verrà. NIAGARA - OTTO Etichetta; Monotreme Records http://www.niagaraniagara.it/ Davide Tomat e Gabriele Ottino continuano il percorso di sperimentazione sonora abbattendo ruoli e regole compositive. Il risultato è un mix di pop sperimentale ed electronica dove voci riverberate, rumori, loop si fondono in un intreccio psichedelico con rimandi ai Beatles e ai Flaming Lips. DR. U - ALIENI ALIENATI Etichetta; Valery Records www.we-are-dru.com Rock italiano dal suono crudo ma melodico. Impressionante la guest-list: Earl Slick (David Bowie, NY Dolls), Shane Gibson (Korn), Tony Franklin (Whitesnake, Jimmy Page), Martyn LeNoble (The Cult, Jane’s Addiction), Victor Indrizzo (Queens of the Stone Age, Scott Weiland) e molti altri.
LE BUGIE DI ELISA - LE BUGIE DI ELISA Etichetta; Seahorse Recordings www.facebook.com/lebugiedielisa Suoni a volte ai limiti del prog, accompagnati da una voce prima piccola poi potente. Le linee melodiche che variano all'improvviso proponendo soluzioni e note inaspettate. Ironia, rabbia, consapevolezza, romanticismo e filastrocche: ogni brano è un piccolo sentiero emotivo e sonoro che ti si apre davanti.
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Testa di Rock
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# 5 / January 2013 by Spartacus
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# 5 / January 2013
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