# 7 / March 2013
Oca Nera Rock #7 Prog Night Bad Apple Sons Roipnol Witch Mario Nappi Arbouretum Julie’s Haircut Piccoli Omicidi Giorgio Canali Giovanni Allevi Yo La Tengo Flora & Fauna Diaframma Miss Chain & The Broken Heels Adriano Viterbini Elio e Le Storie Tese Davide Lipari Balmorhea Alessandro Mannarino
Adam Green e Binki Shapiro
Baustelle Sikitikis
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
13 aprile DE 15 aprile
GREGORI
PETER CINCOTTI
24 aprile ARISA 26 aprile 27 aprile
2
MALIKA AYANE
CRISTIANO DE ANDRE’
04 maggio
ALESSANDRO MANNARINO
10 maggio
RAPHAEL GUALAZZI URIAH HEEP
12 maggio
MARCO MENGONI
24 maggio
1 giugno 6 giugno
JOE SATRIANI
DEAD CAN DANCE
15 giugno 22 giugno
SLAYER
TOTO – 35th Anniversary 26 giugno
10 settembre DAVID
BYRNE & St. VINCENT
12 ottobre 09 novembre
KORN
AL BANO
RENZO ARBORE
A NEW LIVEXPERIENCE Info Live 049 80 78 685 Dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00 Biglietteria 049 09 94 614 Dal lunedì al sabato, dalle 14.30 alle 19.30 Via Tassinari - Padova 3
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
Questo mese sono stati con noi
#Emanuela Vh. Bonetti
# Bianca Greco
#Giordano Cianfaglione
#Fernanda Corona
#Rossella D始Oriano
#Andrea Fiaschetti
#Giulia Delprato
#Davide Franzoni
#Eliana Giaccheri
#Giancarlo Losco
#Silvia Mariotti
#Fabio Montemurro
#Davide Spartacus Moretti
#Lorenzo Pardi
#Fabiana Puglisi
#Martina Caruso
#Matteo Scalet
# Federico Braghiroli
#Roberto Andriollo
4
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
L’editoriale Ed anche marzo se n’è andato, lasciandosi alle spalle diversi concerti interessanti. In questo mese siamo passati dai pianisti Allevi e Nappi alla EBM degli Hocico, senza tralasciare il cantautorato di Mannarino e gli storici Diaframma. La copertina tuttavia è dedicata ai Balmoreha, che nel tour italiano hanno toccato anche l’Init Club di Roma regalando ai presenti un live avvolgente. Tante le scoperte, come quelle degli UnePassante piuttosto che Le Bugie di Elisa e l’ultimo lavoro dei Suez. Abbiamo cercato di dare più spazio alle recensioni puntando l’orecchio a band emergenti che hanno raccolto la sfida e si sono messe in gioco facendoci ascoltare i loro lavori d’esordio. Un mese ricco, insomma, tutto alla scoperta di nuove realtà che meritano menzione perchè i lavori – stavolta – sono tutti di qualità. Ed un grande ritorno, quello della striscia irriverente del nostro fumetto testa di Rock (a cura di Spartacus/Andriollo). Una menzione particolare va tuttavia a Rock in Fuso, l’evento organizzato da Oca Nera Rock e Fusolab 2.0. Il 27 aprile presso gli spazi del Fusolab 2.0 (Via della Bella Villa, 94 – Roma) sarà inaugurata la mostra fotografica dei collaboratori di Oca Nera Rock. Una raccolta delle migliori fotografie live accompagnata da ben tre esibizioni live che vedranno sul palco Cupe Vampe, Mia Wallace e CaosCalmo. La serata, all’insegna del rock e con ingresso gratuito, sarà poi accompagnata dal Dj set di Andrea Il Drago DJ, il più famoso dj rock della capitale. Che dite, vi fidate dell’Oca? Andate, leggete e ascoltate – ma soprattutto, veniteci a trovare il 27 aprile al Fusolab 2.0
Foto di copertina © Giordano Cianfaglione 5
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
L’Oca consiglia
di Davide Franzoni
L’Officina della Camomilla Senontipiacefalostesso Uno
State vagando, di notte, lungo le incerte strade della musica indipendente (orsù! un po’ di fantasia), seguite la via che vi ha suggerito il vostro buon amico YouTube, vi fermate davanti ad un portone, sull’insegna che lo sovrasta c’è scritto Senontipiacefalostesso Uno.! Bussate. !Una voce chiede con tono autoritario: “Parola d’ordine?”! A questo punto dovrete dire:!Vedere le rondini che divampano dalle gru sono momenti di alta pasticceria.! Sarà come entrare in un grande carillon, dove una graziosa ballerina, seppur maldestra, volteggia su un vecchio 45 giri.! Da una finestra si scorge, tra la nebbia, il panorama metropolitano di Milano.! Alle pareti poster di vecchi gruppi e foto di luoghi romantici dove la mente è libera di vagare avvolta tra densi vapori e coccolata dall’odore di pane appena sfornato. Siete nel mondo de L’officina della Camomilla.! Band di stralunati ventenni, che dopo l’EP omonimo del 2010, arriva con l’esordio discografico vero e proprio (il 5 febbraio è uscita la prima parte e la seconda uscirà sempre nel 2013).! Canzoni dal sapore Beat che come negli anni 60, da cui sembrano provenire, raccontano una generazione, contrapponendo disagio, pensieri, malinconie tipiche del nostro tempo con la spensieratezza e l’energia della musica di quegli anni. !Belle ed orecchiabili melodie contaminate da punk, rockabilly, elettronica da videogames e tanto altro, su cui si innestano testi surreali ma a loro modo poetici.! Non mancano le collaborazioni (Lo Stato Sociale e Nicola Manzan per dirne due), le citazioni e le idee. !Album, già molto atteso, che colpisce per la disinvoltura e la freschezza con cui è realizzato.! Non passerà inosservato.
6
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Le Bugie di Elisa Le Bugie di Elisa
Elisa Arcamone è senza dubbio la frontgirl dei livornesi Le Bugie di Elisa, gruppo che presenta il disco omonimo. Con una voce leggera e morbida, la Arcamone riesce ad essere eclettica nel giocare sulle diverse tonalità proposte, così da rendere fluido l’ascolto di queste 13 tracce.!C’è nella struttura musicale un qualcosa che fa riaffiorare alla memoria scenari legati al pop rock della migliore tradizione italiana, ma sono comparsate veloci, piccoli squarci nel passato.!L’album è una bella miscela di colori differenti, con punte sperimentali che si protendono al prog e che condiscono testi carichi di emozioni.!Racconti, piccole storie d’amore e quant’altro, che vengono apprezzati poiché affrontano la quotidianità con un approccio stilistico semplice ma al contempo raffinato. E’ un bell’esordio, che sicuramente spicca e brilla per una sua originalità sostenuta da un sound godibile, e che se anche volto in alcuni tratti al passato non annoia e riesce ad essere piacevole.!Da segnalare la presenza di un violino, magnificamente incastrato nell’anima sonora del gruppo. Che altro dire?!Godetevi l’ascolto, qui si va da momenti leggeri (Sconsideratamente) ad attimi più intimi e preziosi (Vetro).!Sicuramente, un lavoro degno di nota è 4 settembre, brano del quale non voglio parlare, con la speranza che chi legge sia incuriosito al punto di volerlo ascoltare. Le Bugie di Elisa – Le Bugie di Elisa
7
Oca Nera Rock
8
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
9
Oca Nera Rock
10
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
11
Oca Nera Rock
12
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
13
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
L’Oca consiglia
di Fabio Montemurro
Walking Mountains Walking Mountains
Walking Montains, al secolo Bartolomeo Sailer, sound artist di bologna, esordisce – dopo diversi lavori a partire dal 1999 sulla scena elettronica italiana – con l’omonimo album d’esordio. !Benchè dichiaratamente ispirato alle sonorità di ESKMO, l’album presenta poliedriche sfaccettature che nelle influenze che percorrono le 13 tracce che lo compongono rivelano un po’ tutta l’evoluzione stilistica ed espressiva dalla musica proto-elettronica alla post-elettronica.! Si parte dalle innovative sonorità free jazz di Peter Brötzmann e di tutto il movimento neo-dadaista Fluxus, per passare rapidamente alle esibizioni di Video art dei COUM Transmissions e alla loro successiva incarnazione i Throbbing Gristle, passando dal krautrock di gruppi come Can ed Amon Düül, e finiendo nelle sonorità proto-ambient dei Cluster. Dopo un anno di lavoro sicuramente il disco non è da buttare via, ma neanche possiamo dire che sia un capolavoro.! Sicuramente risente quell’importante evoluzione della scena elettronica europea che ha segnato il passaggio da sonorità eteree e astratte a sonorità più concrete e palpabili, che in questo lavoro si manifestano attraverso un approccio maggiormente suonato.
14
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Amavo Gracefool
Profumi di terre lontane, sogni e sensazioni sospese a mezz’aria, folate di aria gelida che soffiano nella tundra della bianca e magica Islanda: questo – ed ancor di più – è ciò che si vede metaforicamente nel nuovo lavoro delle Lilies On Mars. Arrivate al terzo disco, Lisa Masia e Marina Cristofalo fanno un passo indietro, tornando a sonorità morbide ed eteree decisamente dreamy, nelle quali spicca sicuramente una ricerca sonora affidata alla sperimentazione del synth.! Ben 13 brani affidati ad una voce tenue, in linea con i suoni proposti e che arriva all’orecchio in modo pulito – sebbene sia essa stessa “sporcata” da un microfono con effetti.! Dot To Dot è un disco femminile, ammaliante ed estremamente essenziale.! Non ci si perde troppo in divagazioni, e l’elettronica è l’abbraccio sonoro che avvolge l’ascoltatore.! Rinnovo radicale rispetto al precedente lavoro, che vede anche la partecipazione di Franco Battiato in un brano visionario, Oceanic Landscape. Gli amanti dell’elettronica, nella sua veste più sperimentale e morbida, apprezzeranno sicuramente questo lavoro nella sua totalità – resta difficile, effettivamente, scegliere un brano rispetto ad un altro, anche se il primo colpo al cuore lo si riceve direttamente in apertura, con See you Sun.
13
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
Per info e iscrizioni scrivere a annalisafoto@gmail.com
16
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Dance w/t Bear I Love You Bears!
Avete presente il video di Fatboy Slim, quello con l’attore Christopher Walken?! Weapon of choice, per l’appunto.! Bene, se infilo all’orecchio le cuffie e premo il tasto play al disco I Love You Bears! quella che mi investe è una scossa che smuove tutto da capo a piedi – proprio come accade a Walken nel video del dj britannico. Dance w/t bear, formazione ferrarese, esordisce con un disco forte dall’elettronica trascinante. !Sono più spinti e commerciali dei Digitalism, a loro affini per la forte presenza del basso accostato a suoni prettamente digitali, ma si riscontrano anche echi della scena dance anni ’90 – nello specifico, I Love You Bears, che regala il nome al disco, presenta assonanze con Hyper, Hyper, pezzo dei tedeschi Scooter. Saranno le chitarre, che rendono l’insieme più rock ed irriverente (Like An Animal), o la colpa è di una voce suadente, che si plasma ad essere quasi erotica quanto tagliente?! Non lo so, di certo vi è che i 9 pezzi proposti in questo disco sono una malattia che entra subito sotto pelle. Non colpisce particolarmente l’artwork della copertina, ma si tratta di un dettaglio davanti ad un lavoro fruibile da diversi ascoltatori: chi ama la pseudo dance meno commerciale, tanto quanto chi apprezza l’elettronica nella sua veste più ballabile.! Comunque la vogliate mettere, I Love You Bears! è un album concepito per non stare seduti – poco ma sicuro.! D’altronde, lo preannuncia il nome del gruppo, no?
17
Oca Nera Rock
18
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
19
Oca Nera Rock
20
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
21
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
L’Oca consiglia
di Paskal Rosalade
Edible Woman Nation Alle volte anche per scrivere di un disco che ci è piaciuto non è semplice indovinare l’esordio, la prima parola che scaturisce dal silenzio vuoto, o anche da quella pienezza tutta particolare, dislessica, che ci possiede durante l’ascolto di certa musica. Bisogna così deviare il corso dei pensieri, fare incontrare l’astrazione di questi ultimi con la concretezza dei casi.!In un modo o nell’altro la scrittura non può prescindere dalle coercizioni che la realtà le impone, fosse ciò che ci circonda nel momento in cui scriviamo o le geometrie di un foglio di carta, di uno schermo.! Essa, anzi, può alimentarsi e rilanciarsi grazie ad esse, cosicché, qualora rimanga strozzata sulla punta delle dita, bisogna soltanto saper aspettare, e il caso ci metterà sulla strada della parola. E’ ciò che mi è successo con Nation, quarto disco degli Edible Woman, band marchigiana con un talento destinato fin dagli esordi a varcare i confini nazionali, grazie alle sfuriate post-punk di Spare Me/CALF (2004), la potenza math-noise di The Scum Album (2007) e la psichedelia di Everywhere At Once (2010).! Totalmente ammaliato dalle atmosfere del disco, e quindi egualmente incapace di descrivere qualcosa di esse, mi serviva un’occasione per ritrovarle altrove. Un viaggio in una Venezia invernale e buia mi ha fornito il pretesto del passaggio dalla realtà alla letteratura.! Un’atmosfera crepuscolare, di attesa, suggeriva immediatamente le pagine di Thomas Mann, e queste ultime mi riportavano con naturalezza alla tonalità affettiva del disco degli Edible.! Esso è infatti percorso, spesso palesemente, a volte più in segreto, da un certo orizzonte apocalittico, da una sorta di senso di pienezza, di esautorazione dei tempi. L’incedere marziale dell’irresistibile singolo omonimo, il cui video – come l’artworking di copertina – ha come protagonista una sorta di appestato il cui male pulsa sotto la scatola cranica, in procinto di esplodere, è il testimone d’eccellenza di questo sentimento. Una sorta di marcia che ha il suono dell’inevitabile ( if you can’t forget the time is running? , recita grave il ritornello).
22
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
Ma Nation non è solo questo, dall’ascolto traspare anche una certa gaiezza, quasi nietzscheana, che si libra funambolica sulla sua part maudite.!E’ così che gli Edible Woman possono esercitare uno sguardo disincantato e consapevole sul proprio passato e su quello della musica rock, spaziando con semplicità e naturalezza tra il delicato pop di Heavy Skull, in cui risuonano raffinatezze che rammentano Codeine e Karate, la schizofrenia elettro-punk di Safe and Sound, diffuse tonalità new wave annunciate da un riesumato Ian Curtis in Psychic Surgery e risuonanti lungo tutto il disco, e il blues caviano di A Hate Supreme. L’album, a questo punto, è un magmatico crescendo che cavalca ipnotico, in Cancer, un male oscuro destinato ad esplodere e liberarsi lungo inaspettati ed irrequieti cambi di rotta, che risuonano elettrici e distorti, passando per gli apocalittici arrangiamenti dei fiati di Money for Gold, la marcia postuma di Nation, fino a riecheggiare nel finale di Will. Il nuovo album degli Edible Woman è la testimonianza di una maturazione artistica che porta a sintesi un eclettico talento, filtrandolo attraverso un sound profondo, diretto e senza fronzoli.!Distorto, elettrico, ma anche acustico (The Action Whirpool), colto e sofisticato, Nation è un album prezioso, che non si concede totalmente al primo ascolto, ma seduce col tempo, intessendo un’atmosfera, segnalando un mondo in declino e uno in potenza, intorno a chi l’ascolta.
23
Oca Nera Rock
22
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
25
Oca Nera Rock
26
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
27
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
L’Oca consiglia
di Davide Franzoni
Granturismo Caulonia Limbo Ya Ya
Suona simpatico e spensierato Caulonia Limbo Ya Ya, lo strampalato titolo del secondo lavoro dei Granturismo, e sta proprio in questa sconnessa unione di parole la chiave per interpretare l’intero album. Effimero come la repubblica di Caulonia, comune calabro che nel 1945 insorse contro il regime instaurando una repubblica socialista durata addirittura 5 giorni.!Esotico e spensierato come un ballo tropicale. Discutibile e misterioso come le pratiche della santeria voodoo (ya ya deriva da una formula tipica di questa pratica).! Come un fuoco che arde su una spiaggia brilla, coinvolge, aggrega, ma volge inesorabile ad esaurirsi.! A differenza del clima estivo a cui sfacciatamente ammicca non lascerà un senso di incolmabile vuoto, ne di malinconica nostalgia, una volta passato.! Godete allora finché potete dell’allegria e della spensieratezza che Claudio Cavallaro e i suoi riversano in queste undici tracce, concepite per infastidire meno orecchie possibili (ascolto sconsigliato a quelle molto snob) e per farvi muovere, se non proprio ballare, tra una caipirinha e l’altra con testi riusciti, ritornelli orecchiabili e un suono pop-rock-calypso non meglio definibile.! Un divertissement musicale continuo che trova il suo apice nell’ Inno della repubblica di Caulonia che sembra scritto da un Piero Piccioni (autore di bellissime colonne sonore anni 70) in vacanza alle Hawai.
28
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Fernanda Corona
Suez Illusion Of Growth
E’ uscito lo scorso 5 marzo per Seahorse Recordings il nuovo album dei Suez, Illusion of growth, che tornano così a distanza di tre anni dal precedente lavoro full-lenght Many people don’t realize!!. Questo nuovo progetto discografico cerca di esplorare nuovi territori, miscelando falsetti e tonalità che ricordano un po’ i The Cure e i Talking Heads a suoni più sperimentali tipici del loro percorso.! Le melodie dissonanti si fondono a sonorità più inquiete che trasportano l’ascoltatore da un ricordo velato anni Ottanta a momenti più ossessivi e quasi onirici legati ai nostri giorni. Un brano differisce dall’altro, continuando a sorprendere nell’ascolto dell’album per i suoi passaggi soft tra stili e ritmiche differenti legati solo dal fil rouge della timbrica vocale molto particolare, che li rende unici.! L’ultima traccia Anything sembra volerci prendere per mano e accompagnarci fuori da questa esperienza musicale molto particolare. L’accostamento di synth e chitarre che sporcano il sound a testi intimi e accordi più dolci rendono questo disco un concentrato di sonorità che si discostano dal nativo post-punk e si addentrano in un mondo di sperimentazione che può prestarsi all’apprezzamento di un pubblico più vasto. La produzione ha visto l’interessante contributo della violinista Elisa Semprini, del pianista Alex Grilli, del polistrumentista Chris Yan con gli Stratten, Nicola Bagnoli e Alessandra Reggiani.
29
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
LO SPIRITO DEL PIANETA L’unico festival etnico indigeno in Italia con gruppi etnici da tutto il mondo DA VENERDI’ 24 MAGGIO A DOMENICA 9 GIUGNO
all’interno del programma
UN MITO DELLA MUSICA GALIZIANA COME
SUSANA SEIVANE UNICA DATA ITALIANA PER
KEPA-JUNKERA
Dal festival partirà una marcia non competitiva con un testimonial di grande valore spirituale quale
QENQO HARAWI QESPEQ dichiarato patrimonio dell’Umanità vivente Una fiera dell’artigianato da tutto il mondo con 110 espositori e molto altro ancora Per chi verrà al festival in bicicletta o auto elettrica sconto del 10% al ristorante regionale interno INFOLINE 347-5763417 Polo Fieristico – Chiuduno (BG) Via Martiri della libertà - Ingresso libero – lospiritodelpianeta.it
30
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
IL TEATRO DEGLI ORRORI In tour da mercoledì 29 maggio
(in apertura della rassegna Carroponte Estate 2013, a Sesto San Giovanni _ MI)
Con un live set in cui suoneranno per intero A SANGUE FREDDO In arrivo anche una riedizione di A SANGUE FREDDO Remasterizzata e arricchita di tre nuovi brani
MER, 29 MAG MILANO CARROPONTE MER, 19 GIU VERONA TEATRO ROMANO GIO, 27 GIU MAREA DI FUCECCHIO MAREA FESTIVAL VEN, 28 GIU VASCON (TV) FESTA D’ESTATE GIO, 11 LUG PADERNO FRANCIACORTA (BS)CRAZY COW FEST SAB, 13 LUG VICENZA FERROCK FESTIVAL
PH OTO©AN DREAFIA SCHET T I
31
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Etruschi from Lakota I Nuovi Mostri
Il primo ascolto è quello delle sensazioni immediate, che fan pensare inevitabilmente agli Zen Circus. !Il secondo è quello della ricerca dell’identità, e ne esce che nonostante i richiami a gruppi conterranei gli Etruschi from Lakota hanno una verve differente.!Che piace. Gli undici brani de I Nuovi Mostri si collocano in un panorama rock blues contaminato da schitarrate folk che spaziano ed esplorano territori in parte già battuti, riuscendo comunque ad affiancarvi una certa freschezza e sperimentazione.! Si parla di attualità, si descrive la realtà di come si vive al giorno d’oggi in una campagna che poco ha da offrire.! E lo si fa in modo semplice e lineare, con una certa rassegnazione che si percepisce e va a contrastare il tono, il timbro vocale, a tratti forte, carico e scanzonato di Dario Canal. I Nuovi Mostri racchiude quindi le fatiche del quintetto toscano, che nell’insieme sono una bella e piacevole scoperta. !In un mondo inflazionato e sacrificato al pop, trovare emergenti che il rock lo sanno suonare così com’era nei gloriosi anni ’70 portandovi al contempo un’impronta sonora attuale è cosa lodevole e non da tutti.! Un capolavoro in tal senso è sicuramente P.M.P. (Panorama Musicale Provinciale), che si può definire un pezzo completo con chitarrate e parentesi ritmiche euforiche alla Marc Bolan.! Interessante anche l’interpretazione di Re dei Giudei, tratta da Jesus Christ Superstar – giusto perchè le provocazioni le approviamo e inserire questo pezzo in un disco così concreto è stata una scelta azzeccata e di stile. Etruschi from Lakota – I Nuovi Mostri
32
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
33
Oca Nera Rock
34
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
35
Oca Nera Rock
34
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
37
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
Mettici il becco pure tu
di Emanuela Vh. Bonetti
Simone Cecchini Deriva
C’è sempre difficoltà nell’affrontare all’ascolto brani quali quelli proposti da Simone Cecchini nel suo esordio, Deriva. Un progetto che contiene sei tracce differenti, fra loro contrapposte e che non presentano particolari entusiasmi.! Si passa da brani che potremmo definire concettualmente inutili (Parassita) a lavori più densi e carichi (Deriva), incappando tuttavia in alcuni errori tecnici di base, che non vanno sottovalutati. !Proprio Deriva, secondo pezzo all’ascolto, risente e mette in luce ciò che nel primo brano era intuibile ma si riusciva a mascherare: la voce.! Qualche stonatura, sforzi per arrivare laddove oggettivamente non è possibile: insomma, Simone Cecchini è un misto fra stili, liriche e atteggiamenti che hanno sicuramente del potenziale, ma vanno rivisti seriamente per potersi trasformare da disco autoprodotto in cameretta a qualcosa di più moderno ed incisivo. Possibilmente, svecchiando il tutto: nel 2013 si mal sopportano all’orecchio assonanze con gli anni ’80 della musica italiana legata a personaggi quali Pupo con sperimentazioni elettroniche poco valide. Simone Cecchini – Deriva
38
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Fratelli Detroit Hey Everybody
Hey Everybody, l’album d’esordio dei Fratelli Detroit – un misto fra funky e rock che ben si fonde con la voce ruvida del cantante, Tony Detroit. Trio di Carbonia, questi ragazzi ce la mettono tutta per ricreare un percorso sonoro con richiami alla musicalità tipica della città americana dalla quale prendono il nome, e l’inizio del disco promette bene. We are stars, prima traccia che si incontra, è una miscela esplosiva che abbaglia e coinvolge, tiene il ritmo e rende il tutto graffiante ed energico al punto giusto. !L’attitudine è di base rock, e piace il fatto che ci si discosti da suoni più commerciali per tornare qui ad una sorta di rievocazione completamente all’americana, prendendo influenze musicali anni ’90 e cercando di plasmarle a nuova identità con tematiche attuali di una certa portata. Proseguendo nell’ascolto, però, mano a mano che si affrontano le 12 tracce, l’entusiasmo cala leggermente. !I toni si abbassano al punto da creare un filo cupo e malinconico, disincantato (o forse disilluso?) che va a costituire l’ombra stessa dell’intero disco.! Si sente sempre meno la batteria (che da aggressiva diventa accompagnatoria) il che porta un leggero scompenso negli equilibri sonori, e la voce resta ruvida ma poco adatta alla nuova veste dei brani. Questa può essere l’unica pecca a questo disco: la perdita di verve mano a mano che ci si inoltra nell’ascolto, anche se nel complesso Hey Everybody resta un buon album d’esordio.!Il giusto trampolino dal quale attendere un ulteriore lancio: più carico e potente del precedente.
39
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Rossella D’Oriano
Il Pinguino Imperatore Il Pinguino Imperatore
Vengono dall’Umbria e sono in cinque, anche se il nome del gruppo è un’identità singola: parliamo de Il Pinguino Imperatore.! L’esordio ufficiale è affidato ad un album omonimo, lavoro che arriva dopo una serie di live, la pubblicazione di un primo EP nel 2011 (Seafood Chicken), la partecipazione al Riverock Contest 2012 e l’esser stati scelti per aderire all’Arezzo Wave 2013. Il Pinguino Imperatore è un disco composto da 10 tracce che racchiudono l’essenza cardine e la filosofia del gruppo.! I testi visionari ed il sound (che racchiude una fusione fra indie rock e psichedelia) lasciano attoniti all’ascolto: la parola d’ordine, qui, è sperimentare.! Questa è l’indole della band, che incorpora il temperamento che si ripercuote nei loro brani, pezzi nei quali è percepibile una struttura ritmica complessa ed insolita, con sonorità fuori dagli schemi ed accordi dissonanti.! Questa diventa così una delle loro caratteristiche predominanti. Il gruppo sembra voler creare un contatto con l’ascoltatore, in modo tale da consentire una comunicazione artistica che può sembrare irraggiungibile ma che viene posta con energetica irriverenza e sfrontatezza dosando la dovuta scarica di ironia e sagacia.! C’è ancora della strada da percorrere, ma non ci resta che rimanere in attesa dei prossimi passi de Il Pinguino Imperatore. Il Pinguino Imperatore – Il Pinguino Imperatore
40
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Gouton Rouge Cambiamo Casa
Giovanissimi, i Gouton Rouge sono in quattro e con il secondo Ep Cambiamo Casa riescono a travolgere e sorprendere l’ascoltatore. Musicalmente, si sentono le influenze dei grandi nomi che hanno segnato la scena del post rock, anche se il gruppo lombardo spazia e allarga gli orizzonti, fino ad arrivare a toccare frangenti più pop e commerciali.! E’ un bell’equilibrio che si espande nei tre pezzi di questo Ep, forse troppo pochi per poter definire al meglio l’identità di questi ragazzi, eppure già abbastanza per comprendere la preparazione tecnica e la strada che (si spera) continueranno a percorrere. Dopo Fukushima pt.1, Settembre e Dopo Fukushima pt.2: un racconto emozionale che in tre pezzi ha un’inizio, un’evoluzione ed una fine.! Tutto come da manuale, se non per il fatto che sonorità simili non si incontrano spesso se non nei tessuti più underground e meno battuti dai giovani talenti in erba.! Dei tre pezzi, il più importante è sicuramente Fukushima pt.2 – e non per la durata di quasi 7 minuti: una struttura cupa ed introversa, che si evolve fino a dilatarsi alla Mogwai.! Per farla breve, un capolavoro. Gouton Rouge – Cambiamo Casa
41
Oca Nera Rock
42
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
41
Oca Nera Rock
44
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
45
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Davide Franzoni
Enrico Botti A trovare i miei amici vado in bici
Sullo scuolabus della musica c’è posto per tutti, l’importante, se interessa, è sedersi nei posti migliori.! Ma quelli se li prendono i più svegli, non necessariamente i più bravi. Enrico Botti spinge e sgomita tra la folla che si accalca per entrare, ma una volta salito non siede dove vorrebbe. !In classe non cambia molto.! E’ appassionato alla materia, studia e si applica (si nota un certo gusto negli arrangiamenti tra il cantautorato e il folk blues), ma controllando meglio il maestro si è accorto che spesso copia, e maschera con un buon vocabolario e qualche bella frase ad effetto un arsenale di argomenti ammiccanti si, ma già sentiti e meglio svolti da compagni più dotati (il ritiro della propria patente per citare il più lampante). A trovare i miei amici ci vado in bici risulta acerbo e poco convincente, anche se lo sforzo c’è e si nota.! Forse la qualità non troppo elevata della registrazione, o forse l’ostinata fissazione a fare entrare troppe parole in una battuta.! Ci si ritrova a canticchiare i ritornelli e a distrarsi durante il resto, ma l’ascolto dell’album scorre via senza pesare. !E’ già qualcosa, ma occorre pedalare ancora un po’. Enrico Botti – A trovare i miei amici vado in bici
46
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
North Differences
Sebbene sia anche questo un Ep di indie rock (l’ennesimo!) Differences dei North fa centro – in parte, merito forse di quel sapore vagamente retrò che musicalmente fa tornare agli anni ’90. L’influenza di gruppi quali i Weezer si sente tutta, ed assicura ai brani un riscontro positivo ed immediato.! Personalmente, non apprezzo gruppi italiani che cantano in inglese senza un accento credibile, ma qui l’inconveniente passa in secondo piano grazie ai toni scanzonati e talvolta malinconici di Pierfrancesco Carletti. Brani quali Waste your time e Free as you possono definire al meglio il quartetto marchigiano, che in questi pezzi lascia spazio a chitarre più complesse presentando quindi suoni più maturi e meno scolastici. !Ascoltando l’Ep tutto d’un fiato si può cadere nell’inganno strutturale di avere 7 pezzi monotoni e piatti: diciamo che manca un po’ di gioco, di sperimentazione, ma del resto c’è tempo. !Differences è un bell’Ep che piace proprio perché scorrevole e ben realizzato, e se ascoltato con attenzione farà cogliere anche a voi tocchi di originalità non usuali di questi tempi. North – Differences
47
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Indastria I giorni del pelo
Diciamolo serenamente: un titolo simile ben si presta a fraintendimenti. Con l’espressione “giorni del pelo” gli Indastria non intendono affatto parlare in modo più o meno misero di figure femminili, tutt’altro.! Si riferiscono così a tutto quel che serve per reggere al meglio le serate alcoliche con gli amici, ovvero, un gran pelo sullo stomaco. Di estrazione veneta, gli Indastria si dedicano musicalmente a quella che è la tendenza predominante nel Nord Est – hardcore e metal, il tutto condito qui da sfumature punk e parentesi jamaicane.! All’ascolto si resta piacevolmente stupiti: fra classicismi del genere e liriche che si dividono tra follia e razionalità si scopre un terreno fertile colmo di virate sonore.! Un esempio su tutti?!Il pezzo in apertura, Topolino: poco più di 5 minuti nei quali si parte percorrendo una strada, salvo poi interromperla per arricchirla con tocchi particolari ed innovativi. Non convince sempre il timbro vocale, poco aggressivo in alcuni punti, mentre non disturba la scelta di cantare certi passaggi in dialetto.! Forse non ci voleva l’accostamento al raggae, come già anticipato – altro amore di quelle terre – che con il metal decisamente ha poco a che fare.! Tuttavia il disco piace, soprattutto per la presenza di brani quali Gaia e Orso Polare Droga: mettono in luce le qualità migliori di questa formazione, esaltando la tecnica ed una certa maestria nella costruzione dei testi. Indastria – I Giorni del Pelo
48
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
Info & Contacts info@hubmusicfactory.com www.hubmusicfactory.com
PROGRAMMA CONCERTI LIVE APRILE - MAGGIO BLACK VEIL BRIDES + Heaven’s Basement 11/04/13 MILANO | FACTORY 12/04/13 ROMA | INIT CLUB 13/04/13 CESENA | VIDIA CLUB SKA-P + Toy Dolls + Persiana Jones – UNICA DATA ITALIANA 13/04/13 ASSAGO (MI) | MEDIOLANUM FORUM THE TOASTERS – UNICA DATA ITALIANA 20/04/13 BRESCIA | MAGAZZINO 47 STRIFE 21/04/13 MILANO| FACTORY JOEY CAPE’S BAD LOUD + Scorpios + Armchair Martian 22/04/13 LIVORNO | THE CAGE THEATRE 23/04/13 MILANO | FACTORY DANKO JONES + Bombus 10/05/13 MILANO | FACTORY + RIVERBOAT GAMBLERS (Unica data italiana) 11/05/13 SAN ALBERTO DI ZERO BRANCO (TV) | MAXIMUM FESTIVAL
49
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Emanuela Vh. Bonetti
Dead Man Watching Love, come on!
C’è qualcosa di rassicurante nell’ascolto di Love, come on!. Lasciandosi due Ep alle spalle, i Dead Man Watching tornano con un album completo, undici pezzi dal sapore agrodolce.! Una serie di ballate lente e rurali, forse per le radici musicali ben salde nei terreni americani patria del folk rock. C’è malinconia e c’è anche rassegnazione nella voce di John Mario (chitarra e voce).! Amore, ricordi, speranze e quant’altro: tematiche classiche, che si evolvono di pari passo con i suoni, arricchiti dalla presenza di cello, viola e violino. Da momenti più intimi e desolati, ad attimi più spensierati e fiduciosi, colmi di desiderio: qualcosa di prezioso da ascoltare con attenzione.! I Dead Man Watching regalano con questo disco istanti di introspezione, e lo fanno con dei brani che rendono vivo e forte il bisogno di riflettere tanto quanto quello di sognare - con Bite, ad esempio, una meravigliosa serenata, piuttosto che con Here the night comes. Dead Man Watching – Love, come on!
50
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Fabio Montemurro
Plankton Wat Mirror Lake
Intorno ai 16 anni iniziai ad ascoltare la musica non più a caso ma con gusto critico e con un certo criterio di scelta. !Come tanti adolescenti rimasi colpito da uno strumento in particolare : la chitarra.! Ne rimediai una e decisi di imparare a suonarla. Una delle prime cose che imparai a far uscire dalla cassa armonica pizzicando le corde furono gli arpeggi. !Alscoltare Mirror Lake, l’ultimo lavoro dei PlanktonWat è stato un po’ come per Marcell Proust aver imbevuto nel tè una madeleine: mi ha riportato indietro nel tempo, facendomi riesumare ricordi sepolti nelle sabbie del mio tempo perduto. Nelle cinque traccie di questo album si sentono, per l’appunto, gli arpeggi di Jack Rose, i blues evocativi di John Fahey, la potenza cosmica degli Agitation free e le atmosfere d’ambiente di Brian Eno nel suo periodo più creativo e sperimentale.! Non solo le melodie, ma anche i titoli delle 5 tracce che lo compongono ci suggeriscono spazi sconfinati e silenzi infiniti che però a differenza di quanto si può pensare non incutono timore ma generano un dolce abbandono alla calma. Un disco rilassante,che per l’occasione è stato stampato in edizione limitata di sole 300 copie in formato 12” da 180 g. Plankton Wat – Mirror Lake
51
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013 di Rossella D’Oriano
No Frontiers Blowing the dust away
Dopo quattro Ep live ed un paio di singoli, i No Frontiers tornano alla carica con Blowing the Dust Away, un Ep composto da cinque brani capace di scuotere da ogni tipo di torpore. !Si dimostra in questi pezzi tutto l’irruento ed esuberante temperamento di questi ragazzi milanesi: grinta che si ripercuote nei loro travolgenti riff di chitarra e nella vorticosa batteria. I No Frontiers sono una band di chiara ispirazione punk rock ed affondano le loro radici soprattutto nelle sonorità tipiche degli anni ‘90 prendendone spunto, dando poi ai brani un tocco personale, una particolare impronta che rende l’Ep di forte impatto. L’energia sprigionata dalla band, il loro modo di esser aggressivi, i testi ed il sound che si amalgamo ed ancora i riff elettrici e ben coordinati, rendono questo Ep un lavoro solido e ben strutturato.! Omogeneo e proporzionato nell’unione tra basso, batteria e chitarra e con un ritmo che spacca: Blowing the Dust Away va ascoltato.
52
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
53
Oca Nera Rock
54
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
55
Oca Nera Rock
56
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
57
Oca Nera Rock
58
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
59
Oca Nera Rock
60
# 7 / March 2013
Oca Nera Rock
Testa di Rock
# 7 / March 2013 di Spartacus & Roberto Andriollo
61
Oca Nera Rock
Indie Sounds Good
62
# 7 / March 2013 la compilation in free download in collaborazione con Lunatik
Oca Nera Rock
Indie Sounds Good
# 7 / March 2013
5
Indie Sounds Good è scaricabile in free download qua
AAVV - "ARTISTI VARI risuonano FRIGIDAIRE TANGO" (Go down records) Il meglio del rock nostrano omaggia una delle band seminali per la new wave italiana degli anni '70 e 80: i Frigidaire Tango. Diaframma, Giorgio Canali, Xabier Iriondo (Afterhours), Sick Tamburo e molti altri interpretano un affresco musicale di valore storico. M'ORS - "M'ORS" (Calacas Records / Infecta Suoni e Affini) Cantautorato naif e folk psichedelico per un disco in grado di narrare con leggerezza contrasti, fusioni interculturali e voglia di libertà, in bilico tra la via Emilia e l'Eritrea. Mixato da Manuele “Max Stirner” Fusaroli (Le luci della centrale elettica, Zen Circus, Tarm). LU-PO - “BLOOM” (Radio France Internationale) Elettronica avvolgente, misteriosa, delicata, intensa. Raffinati ed eterei paesaggi sonori nascono dal legno della chitarra classica, conservandone il calore. In nomination a Parigi per i Qwartz Music Awards (prestigioso premio già attribuito a Björk, Laurie Anderson, Matthew Herbert). BERSERK - "BERSERK!" (RareNoiseRecords) Il collettivo capitanato da Fornasari (Obake, Lindo Ferretti) e Feliciati (Naked Truth) vede la partecipazione, tra gli altri, di Mastelotto, Calcagnile, Saft, Puglisi e Petrella. Musicisti eterogenei che esplorano il lato oscuro del jazz - tra rock, crooning e prog - riportando alla memoria Cohen, Morricone e gli Area. FETISH CALAVERAS - “AVANSPETTACOLO” (Atomic Studio) Una commistione di swing, psycho-surf, rock'n'roll anni '50, country e rock'a billy per raccontare la giornata qualunque di un impiegato qualunque, Manrico Calavassa. Con la collaborazione di Andy Macfarlane (Rock'n'roll kamikazes, Hormonauts) e Stefano Colosimo (Bluebeaters). I MISSIVA - “NIENTE ADDOSSO” (Orquestra Records) Con la collaborazione di Amerigo Verardi nasce il secondo album della band brindisina: rock elettrico ed elettronico che fa dell’intensità la sua arma principale. Suoni dissonanti e metallici scandiscono un sound agguerrito, arricchito da testi elaborati nel contenuto ed estremamente curati nella forma. LOVELESS WHIZZKID - “WE WERE ONLY TRYING TO SLEEP” (Seahorse Recordings) Prodotto e masterizzato da Bob Weston (bassista degli Shellac, già all'opera con Steve Albini su 'In Utero' dei Nirvana), garage-noise-rock che alterna dolci rasoiate distorte a melodie vocali sbilenche ma sempre godibili. Un debutto di qualità per la giovane band catanese. DRONING MAUD - “OUR SECRET CODE” (Seahorse Recordings) Tra indietronica e shoegaze, 10 brani prodotti da Amaury Cambuzat (ULAN BATOR). Con l'aiuto di melodie sommesse ed emozionali ma lontane dagli stereotipi del post-rock, i Droning Maud riescono nell'intento di evocare atmosfere invernali e nord-europee... VALIUM - "REVOLUTION" (CPSR Produzioni) Secondo album ufficiale per la band new beat di Salerno. Melodie catchy e arrangiamenti elaborati, suoni vintage e sfuriate rock, sarcasmo e romanticismo, i Valium creano un sound maledetto ed elegante, fantasioso e noir, che mescola gli anni '60 ai rudi nineties.
63
Oca Nera Rock
# 7 / March 2013
ocanerarock@gmail.com http://ocanerarock.wordpress.com/
http://about.me/oca_nera http://www.facebook.com/ocanerarock
@OcaNera1
64