Numero 25 Anno 2013

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A N A C S O T

Numero 25/ 2013 - Anno 3

SPECIALE WELFARE

ACCORDO REGIONE­SINDACATI: 36 MILIONI DI EURO PER LAVORATORI E FAMIGLIE IN DIFFICOLTA' pagina 4 L'editoriale Alessio Gramolati: "Contro la crisi, risposte straordinarie" pagina 2 L'intervista Don Bigalli: "Le due riforme culturali che servono" pagine 5-6 Microcredito Romano (Fisac): "Produrre non ricchezza ma dignità" pagina 7 Terza età Galastri (Spi): "E' civiltà aiutare gli anziani non autosufficienti" pagina 8 Sociale Marigolli (Cgil Toscana): "Sostegni aperti anche agli stranieri" pagina 9

In primo piano Inizia la Festa Cgil a Massa Carrara, con Camusso e Cantone Il segretario Bernieri: "Un grazie ai tanti volontari" pagina 11

La Newsletter settimanale

23.07.2013

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O I G G @ M CG I L T OS C A N A

Editoriale

di Alessio Gramolati

segretario generale CGIL Toscana

E' una crisi straordinaria Servono risposte straordinarie A stare fermi, si cade. Come in bicicletta. E ad una situazione straordinaria, come la crisi economica che non risparmia neanche la nostra regione, si deve rispondere con interventi straordinari. E' da questa constatazione che è nata l'idea di realizzare un fondo di sostegno alle famiglie, agli anziani e ai lavoratori in difficoltà.

Un percorso di mesi, dove la Toscana ­ intesa come Regione, sindacati, associazioni, categorie, mondo del credito ­ ha dato prova di quella “forza dei rapporti” di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane. E quando tutti remano nella stessa direzione, quella della solidarietà, quella giusta, i risultati arrivano.

E oggi siamo a presentare il protocollo di intesa tra Regione e Cgil, Cisl e Uil per la coesione e il contrasto al disagio sociale. Aiuti a chi ha un

figlio e a chi ne ha molti, aiuti a chi ha in carico il sostegno di un disabile, rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza, Microcredito a favore dei lavoratori in difficoltà (in un fondo di rotazione da 5 milioni di euro, che ne attiveranno 20): sono queste alcune delle iniziative pensate per aiutare le categorie più svantaggiate, su base Isee.

Il progetto di Microcredito, nello specifico, prevede l’erogazione di contributi in conto interessi su piccoli prestiti a lavoratori in difficoltà ­ in quanto in regime di sospensione salariale oppure in ritardo nella ricezione degli ammortizzatori sociali ­ da parte di banche firmatarie di uno specifico protocollo d’intesa con la Regione. In totale, si tratta di un pacchetto anti crisi da 36 milioni di euro: e per venerdì 26 luglio è convocata una seduta straordinaria del Consiglio regionale in modo da dare esecuzione agli interventi già da settembre.

In tutto questo, l'atteggiamento della Cgil Toscana non cambia: difesa dei diritti e impronta propositiva, ai tavoli di trattativa nelle fabbriche come nella ricerca di soluzioni condivise per il welfare.

In una crisi come questa, o si è parte della soluzione o si è parte del problema: la Cgil Toscana ha scelto la prima opzione. Ci sarà da lavorare perché tutto funzioni al meglio, ma è una bella cosa sapere che il tuo impegno aiuta chi è più in difficoltà.

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n. 25 - 23 luglio 2013

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L'analisi Economia toscana, il rapporto Ires Cgil: "Fallite le politiche rigoriste" CIG, EXPORT, AVVIAMENTI: I NUMERI Capitolo Cassa integrazione: con una crescita media del 13,5% senza considerare le domande di cassa in deroga sospese per il mancato rifinanziamento, le domande approvate superano al 30 giugno qualsiasi record dall’inizio delle rilevazioni. Se consideriamo nelle ore di cassa quelle in deroga che al di là del dato tecnico (approvazione già avvenuta o meno) segnalano il mancato lavoro e il mancato reddito, raggiungiamo la stratosferica cifra di 32.453.476 ore nel primo semestre 2013 a fronte delle 23.341.715 dell’analogo periodo del 2012 con una crescita del 39% effettivo ed una stima di oltre 70 milioni di ore su base annua. LEGGI TUTTO LEGGI LA SINTESI L'uscita dalla crisi non è alla vista: lo dice il rapporto di Ires sul primo triennio del 2013 dell'economia toscana, presentato in conferenza stampa presso la sede di Cgil Toscana lunedì 22 luglio. Per la Cgil i dati fotografano una situazione che, pur collocando la nostra regione in una posizione migliore rispetto alla media nazionale e talvolta alle regioni più forti del paese, rappresentano il punto di maggior drammaticità dall’inizio della crisi. Secondo Daniele Quiriconi, responsabile mercato del lavoro e attività produttive CGIL Toscana, “siamo di fronte ad un ulteriore avvitamento della situazione economica e sociale che certifica il fallimento delle politiche di rigore e invita a scelte nette sia sul versante del contrasto al disagio sociale con strumenti universali, sia con politiche pubbliche di rilancio dell’economia opposte a quelle dei mesi e degli anni trascorsi. In caso contrario è bene prepararsi ad anni di disoccupazione di massa e a costi sociali altissimi”.

Per Fabio Giovagnoli, direttore di IRES Toscana, "il rallentamento dell’export peraltro prevedibile a fronte del rallentamento delle economie di alcuni dei mercati di sbocco delle nostre produzioni, conferma la necessità di consolidare la nostra impresa attraverso politiche industriali e di programmazione oggi assenti, contribuendo a superare la fase transitoria con interventi e misure straordinarie sul versante sociale". LEGGI TUTTO

IL SONDAGGIO SWG: LA PRIORITA' E' AIUTARE CHI PERDE IL LAVORO

n. 25 - 23 luglio 2013

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Lo speciale Il protocollo Regione-sindacati: un pacchetto anti crisi da 36 milioni Un pacchetto di misure da più di 36 milioni di euro per venire incontro alle situazioni di disagio delle famiglie numerose, con disoccupati, con disabili o non autosufficienti: lo ha presentato insieme a Cgil, Cisl e Uil della Toscana il presidente della Regione, Enrico Rossi, spiegando che le misure saranno discusse e votate dal Consiglio Regionale in una seduta straordinaria convocata per venerdì 26 luglio.

"Solidarietà e coesione ­ ha spiegato Rossi ­ sono fattori di competitività. Siamo la prima Regione a fare un atto di questo tipo". La prima misura del pacchetto prevede che lavoratori disoccupati da due mesi, esodati o in attesa del rifinanziamento della Cig in deroga, possano ricevere un prestito a interessi zero da una banca fino a tremila euro.

"Pensiamo di iniziare con un investimento di 5 milioni che dovrebbe attivarne 15­ 20", ha detto Rossi, secondo cui l'intervento coinvolgerà circa 10 mila persone. Il pacchetto prevede inoltre contributi per le famiglie con un reddito Isee inferiore ai 24 mila euro: 700 euro alle famiglie con oltre 4 figli a carico più 170 per ogni figlio oltre il quarto (3116 nuclei familiari in Toscana); 700 euro all'anno per famiglie con figli disabili (7200 casi in Toscana); 700 euro come contributi per i nuovi nati. E' poi previsto un aumento delle risorse del fondo per la non autosufficienza, da 80 a 85 milioni di euro. I sindacati confederali esprimono soddisfazione. Con questo accordo, afferma il segretario della Cgil Toscana, Alessio Gramolati, "la Regione, le forze sociali e chi vorrà sostenerlo, si mettono dalla parte della soluzione del problema. E' un'operazione redistributiva: guardare la crisi dalla parte dei più deboli per non perdere l'identità di un sistema di coesione".

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IL DETTAGLIO Microcredito per lavoratori in difficoltà – Oltre 19mila persone in Toscana non riscuotono da più di due mesi lo stipendio. Magari è stato loro riconosciuto nel frattempo la cassa integrazione in deroga o qualche altro ammortizzatore sociale. Da settembre quei lavoratori potranno rivolgersi gratuitamente ai centri servizio dei sindacati, che gratuitamente si occuperanno dell’istruttoria, e con quel modulo presentarsi in banca: da quelle banche che firmeranno l’accordo che seguirà. Gli interessi li pagherà la Regione: per prestiti fino a 3.000 euro in tre anni. E la Regione si occuperà anche della garanzie. Coi 5 milioni stanziati, potrebbero essere attivati prestiti per 20 milioni. 10 mila i beneficiabili.

Famiglie numerose – La Regione garantirà un sostegno di 700 euro, per ogni anno da qui al 2015, per chi ha almeno quattro figli a carico: altri 170 si aggiungeranno per ogni altro figlio oltre il quarto.

Numeri alla mano e provando a fare una proiezione sul reddito Isee (il tetto rimane 24.000 euro), sono circa 3.100 famiglie che in Toscana si trovano nella situazione di poter chiedere il contributo. Per la Regione significa una spesa di oltre 2 milioni.

Figli disabili – Per le famiglie che hanno un figlio gravemente disabile sono previsti 600 euro l’anno per ciascuno. Anche in questo caso vale il tetto di 24.000 euro l’anno di Isee. Sono circa 7.200 casi in tutta la Toscana. La spesa prevista è 5 milioni.

Bonus bebè – La crisi ha portato una battuta di arresto sulle nascite. Nel 2008 se ne erano registrate 33.610 in tutta la Toscana, nel 2012 sono state 31.126. Con 12 milioni stanziati, per tutti i nuovi nati la Regione staccherà un assegno da 700 euro, a patto che la famiglia abbia un reddito Isee non superiore a 24 mila euro: nel 2012 sarebbero stati 17.000. L’assegno sarà riconosciuto ai bambini nati dallo scorso 1° gennaio, di qualsiasi nazionalità siano purché la madre fosse già residente in Toscana.

LEGGI IL TESTO DEL PROTOCOLLO

n. 25 - 23 luglio 2013

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Lo speciale "L'impoverimento generale è il primo problema da affrontare" Intervista a DON ANDREA BIGALLI

difficoltà. Quanto stanno pagando il prezzo della crisi?

“Moltissimo. Sono le prime vittime dell'indebolimento dello Stato sociale, che porta le persone a finire in veri e propri gorghi. La politica nazionale, che spesso pensa alle proprie beghe interne, dovrebbe interessarsene di più: in Italia una persona su sei vive in stato di povertà, e una su dieci in stato di povertà assoluta. L'impoverimento generale deve essere considerato il primo problema da risolvere, garantendo quei diritti che permettano a chiunque di poter avere un'esistenza dignitosa. E' nell'interesse generale”.

Don Andrea Bigalli, già Caritas e ora Libera, quale segnale arriva dal protocollo firmato tra Regione e sindacati per la lotta al disagio sociale?

"La situazione è sotto gli occhi di tutti: c'è un grande impoverimento di intere fasce sociali. E' un bene che si rafforzi il circuito virtuoso tra istituzioni, società civile, sindacati, associazioni. Il sindacato, poi, assume il ruolo di vicario: non solo pensa alla difesa del lavoro, ma anche a come intervenire sul disagio sociale ed economico. L'impoverimento aumenta, il contesto è cambiato e chi l'ha capito cerca di fare di più di quello che gli spetterebbe nella funzione originaria. E' una cosa lodevole, dovrebbero farlo tutti i soggetti interessati a migliorare la vita di tutta la comunità”.

Bonus bebè, bonus famiglie numerose e con disabile, Fondo per la non autosufficienza: il protocollo mira a tutelare i nuclei famigliari in

L'idea di Microcredito è nata con Muhammad Yunus, anni fa in un posto povero come il Bangladesh. Ed eccolo qua, oggi, in Toscana. Il protocollo infatti ci punta, in maniera originale, per aiutare i lavoratori in difficoltà: è una strada giusta?

“In questa tremenda crisi anche chi dovrebbe avere alcune garanzie, come ad esempio i lavoratori in Cassa integrazione che non ricevono un euro, diventa scoperto. Non si tratta di intervenire come privato sociale, ma su dinamiche di solidarietà e welfare che dovrebbero essere garantite dal governo centrale. L'idea di Yunus è da globalizzare ormai. L'idea di fondo del Microcredito è che si vuole valorizzare un soggetto fragile, uno che magari è povero di soldi ma ricco di doti, di affidabilità e di volontà. Ricordiamocelo: le persone non sono mai dei problemi, ma hanno dei problemi. Se si mettono a lavorare insieme, esse stesse diventano la risposta alle proprie difficoltà”.

(CONTINUA A PAGINA 6)

n. 25 - 23 luglio 2013

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Lo speciale "Occorrono due riforme culturali: educare alla legalità e ai bisogni" Intervista a DON ANDREA BIGALLI (CONTINUA DA PAGINA 5)

Libera, su questa falsariga, ha lanciato la campagna “Miseria ladra”: quali obiettivi sono stati indicati?

Quali altri interventi potrebbero dare sollievo al disagio sociale?

“La povertà è la matrice delle mafie. Se si previene l'impoverimento, si toglie acqua al mulino delle illegalità. La campagna mette in rete diverse associazioni, si basa sullo studio e sull'analisi delle economie e dell'influenza delle mafie e poi chiede ai vari territori di fornire risposte in rete, ognuno tenendo conto delle proprie particolarità locali. Il protocollo contro il disagio sociale in Toscana è già un prima soluzione, che spero sia di esempio".

“Innanzitutto, con la promulgazione di determinate leggi si dovrebbero recuperare risorse dalla lotta all'evasione, alla corruzione e alle mafie, che hanno giri d'affari spaventosi: questa crisi è prima etica che economica. E si dovrebbe dire basta all'acquisto di aerei da guerra F35: è un questione di principio, quei soldi vadano sul welfare e non nell'industria bellica. Fatto questo, si potrebbe investire nel pubblico, nel sociale, anche per un salario minimo volendo. Ma serve una riforma culturale sull'importanza della legalità. E anche una educazione ai bisogni: ognuno di noi, soprattutto quelli in povertà relativa, deve investire sulle cose realmente utili e non su quelle indotte dal consumo.

Sì, sono obiettivi ambiziosi, ma capitemi: sono uno che si rispecchia nel gramsciano ottimismo della volontà contro il pessimismo della ragione, e credo pure al Regno dei cieli”.

Con sempre meno soldi a disposizione di Stato ed enti locali, quale sarà il futuro del welfare?

“Intanto evitiamo gli sprechi e aumentiamo l'efficienza nel pubblico. Ma io non penso, come Marchionne, che di soli diritti si muore. Anzi, di diritti per me si vive. Il modello di Stato sociale va difeso, redistribuendo la ricchezza. I sistemi di protezione sociale non sono né filantropia né beneficenza, come qualcuno lascerebbe ad intendere, ma sono la strada per far funzionare un Paese, economicamente e socialmente”.

Prima di “Miseria ladra”, Libera con la Cgil ha lanciato la campagna “Io riattivo il lavoro”, a sostegno delle attività nelle terre confiscate alle mafie. A che punto siete lì?

“Abbiamo cercato di coinvolgere i politici nazionali, non solo a livello di raccolta firme ma anche di proposte in Parlamento. Luigi Ciotti dice sempre: il contrasto alle mafie si fa soprattutto a Roma, a livello legislativo. Dal falso in bilancio alla corruzione, che costa mille euro a testa annui ad ogni italiano: non sono un giustizialista, ma un funzionario pubblico che si fa corrompere tradisce il patto con i cittadini”.

Si dice che col nuovo Papa, Francesco, la Chiesa abbia accentuato la sua anima sociale.

“Francesco è Papa da troppo poco tempo per dirlo, ma di certo lui ha sempre avuto una grande sensibilità evangelica verso il disagio sociale. Nella Chiesa c'è sempre stata questa inclinazione: come Dio, i credenti devono essere sempre a fianco dei deboli e dei poveri”.

n. 25 - 23 luglio 2013

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Il microcredito "Bollette, medicine: ora i prestiti si chiedono per arrivare a fine mese" solitudine che si impossessa di chi entra in difficoltà

Intervista a ANNA MARIA ROMANO (segretario generale FISAC TOSCANA)

economiche”.

Come sono cambiate negli anni le persone che si

“Microcredito per i

rivolgono al Microcredito?

lavoratori

in

“All'inizio le persone chiedevano soldi per iniziare

uno

un'attività. Ora arrivano persone che non arrivano a fine

difficoltà”: stanziamento

mese e non sanno come pagare le bollette, le spese

iniziale di 5 milioni

mediche, i libri scolastici per i figli. Succede anche nel

di

(prestiti

mondo del credito classico: aumenta il numero di chi va

in

20

alle finanziarie a chiedere prestiti personali per andare

milioni) è previsto

avanti e non per acquistare beni o servizi, o aprire attività.

nel protocollo tra

E poi c'è chi ha perso il lavoro, un grande elemento di

Regione

isolamento”.

euro

attivabili

e

sindacati. Qual è il

E' un periodo di terreno fertile per l'usura?

senso del piano?

“Purtroppo sì. Il mercato dell'usura cresce, è un sintomo

“L'idea

arrivare

ne è anche il proliferare dei negozi Compro Oro, come

col credito a quei soggetti che nel sistema tradizionale

dimostrano anche alcune operazioni della Guardia di

sono considerati non bancabili, in quanto non in grado di

Finanza. La chiusura dei meccanismi del credito, la

fornire garanzie di restituzione. E' uno strumento che non

mancanza di lavoro, il crollo dei redditi, i prestiti non

vuol produrre ricchezza, ma dignità. I soldi sono visti

onorati, le banche che chiudono i rubinetti: da qualche

come un aiuto alle persone ad uscire dalle difficoltà: ma

parte questo meccanismo, questo circolo vizioso che

non c'è carità. E' dignità: io ti do i soldi, tu me li restituisci.

genera povertà e difficoltà economiche e sociali, va rotto”.

Gli interessi? Minimi, e pagati dall'istituzione. Poi, viene

Il ruolo della Cgil si è allargato?

fatto un programma di restituzione in base alle possibilità

“La società ci pone nuove sfide. Nel mio settore, quello

della persona”.

dei bancari, cerchiamo di offrire proposte alternative e

Istruzioni per l'uso?

concrete, contaminando il sistema tradizionale con nuovi

“In ogni territorio la Cgil si organizzerà per rendere questo

modelli di banca e di sviluppo, come è stata ad esempio

protocollo 'fruibile'. Recuperando un'idea di comunità e

Banca Etica. Quando parliamo di nuovo modello di

relazione sociale, per una transazione non di soldi ma di

sviluppo, pensiamo ad un modello economico e sociale

relazioni umane, nella centralità della persona”.

che metta al centro le persone, il loro valore, il lavoro e la

Altre esperienze di Microcredito in Toscana?

dignità. Un modello in cui la solidarietà propria della Cgil

“Due in particolare, a Firenze. Una all'Isolotto, col Fondo

sia in grado di bucare la bolla di solitudine ed isolamento

Essere. L'altra alle Piagge: si appoggia a Mag6, una

che rischia di inghiottirci”.

è

cooperativa finanziaria da cui è nata Mag Firenze. Un percorso partecipativo ha visto la raccolta del capitale tramite l'azionariato popolare. Il Fondo delle Piagge lavora sulla ristretta comunità locale: chi chiede un prestito è preso in carica dal quartiere, per combattere quella

"Per le banche, più soldi hai più puoi chiederne. Per noi, meno hai, più devi avere" COME SI STRUTTURA IL MICROCREDITO LEGGI TUTTO

n. 25 - 23 luglio 2013

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La terza età

"Gli anziani non autosufficienti non vanno lasciati da soli" Intervista a ITALO GALASTRI (Spi Arezzo)

Una vita nella Cgil, un passato da vicepresidente della Provincia (Psi, anni ’70) e da preside: Italo Galastri, 75 anni, membro della segreteria di Spi Arezzo, che valore ha, per i problemi dei più anziani, l’investimento sul Fondo per la non autosufficienza previsto dal protocollo sulla lotta al disagio sociale siglato tra Regione e sindacati?

“Puntare sul Fondo per la non autosufficienza è un atto di civiltà. Si sente la politica parlare di tutto ma spesso senza affrontare i problemi reali dei cittadini. Manca una forte tensione politica sul sociale, e bene fa il sindacato a farci una battaglia frontale. L’Italia è uno dei Paesi europei che investono meno sulla non autosufficienza. Se in una famiglia c’è una persona non più autosufficiente, si rischia che crolli. Badanti, medicine, cure, visite: le spese sono tante, e senza risposte dal pubblico non ce la si fa. Ho visto tanta gente lasciare il proprio lavoro per accudire un genitore non più autosufficiente: figuriamoci cosa deve fare uno che non ha lavoro o è in Cassa integrazione”.

Come vanno aiutati oggi gli anziani non autosufficienti?

“Bisogna scommettere sulla domiciliarità: l’anziano non autosufficiente deve vivere dove ha famiglia e amicizie, se viene strappato dal suo contesto è penalizzato due volte.

Per questo le strutture delegate all’assistenza di anziani devono essere di piccole dimensioni”.

Nell’aretino vi muovete in questa direzione come Spi? “Nel territorio, col Centro Basaglia, abbiamo firmato la

Proposta di legge sulle Rsa di piccole dimensioni: strutture a misura d’uomo, vicine al modello di famiglia, e non casermoni dove l’anziano perde i suoi punti di riferimento. Si spende di più, ma i risultati sono diversi.

Sono state raccolte oltre 5mila firme qui, la proposta ora giace in Regione. Ma a Bucine abbiamo trovato un accordo col sindaco per modificare in tal senso la Rsa locale. E un’altra boccata d’ossigeno è arrivata dal bando ex Inpdap per l’assistenza agli anziani bisognosi. La Provincia vi ha partecipato e sono arrivati un milione e 800mila euro: non solo per gli anziani ex Inpdap, ma anche ­ e questa è una novità che abbiamo contrattato ­ per i loro famigliari in Inps. Qui da anni c’è un modello di contrattazione unitario, è un fiore all’occhiello: avere i sindacati uniti rafforza i nostri obiettivi”.

Dall’arrivo della crisi, la gente si cura e si visita meno.

Il tutto, mentre la popolazione invecchia.

“In Toscana il sistema regge ma la crisi ci sta portando allo stremo. In Casentino ad esempio il rapporto è duecento anziani over 65 per cento giovani under 16. E aumentano le domande di welfare: quando contrattiamo coi Comuni, insistiamo per non tagliare sui servizi sociali. I sindaci si impegnano, anche se le risorse scarseggiano e c’è incertezza sui trasferimenti statali e regionali. Devo dire però che abbiamo buone relazioni con Comuni, Asl, Regione. E questo è anche merito dello Spi regionale, che ci dà forza e autorevolezza. Quelli con cui trattiamo sentono il peso del nostro sindacato, che ha un modello organizzativo efficiente. E poi, in questi anni nello Spi ho visto compagni provenienti da varie leghe che hanno studiato per arrivare preparati in sede di contrattazione.

Insomma, non siamo il sindacato dei vecchietti, ma un soggetto radicato sul territorio, sempre sul pezzo e un interlocutore serio degli enti locali”.

Il welfare di domani?

“Vanno spesi meglio i pochi soldi pubblici che ci sono, e vanno controllati i furbetti dell’Isee. Sta alla politica dare le priorità delle scelte, più difficili in tempi di vacche magre: da parte nostra, ci faremo sempre sentire e non molleremo di un centimetro per far capire che si deve puntare sul welfare. Cercare sponda dai privati? Non mi pare il momento adatto, questo, per mandare l’Italia verso un modello di sanità più americano, dove solo se uno ha i soldi può garantirsi dei servizi”.

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Focus famiglie "Un accordo-tampone contro la crisi Libero accesso anche agli stranieri" Intervista a MANUELE MARIGOLLI (segreteria regionale Cgil, politiche sociali)

quando si lavora e si pagano le tasse qua”.

Bonus bebè, bonus famiglie numerose (da tre figli in su), aiuti a chi ha un disabile in casa: quali sono i vincoli?

“Anche qui c'è un principio di equità: si guarda all'Isee. Le famiglie hanno pagato caro il prezzo della crisi, soprattutto quelle numerose o che hanno una persona disabile da accudire, con tutte le spese che ne conseguono. E' giusto poi incentivare l'incremento demografico, importante anche per la ripresa”.

Un protocollo Regione­sindacati per sostenere le famiglie in difficoltà: come è nata questa iniziativa?

“A fine 2012 la Regione aveva deciso di aumentare la sua addizionale Irpef. Al contempo pensava di ridurre l'impatto con l'aumento delle detrazioni fiscali per le famiglie più svantaggiate, in una logica di equità. Il governo ha considerato però illegittima la proposta. Il valore complessivo delle detrazioni era di 21 milioni di euro. Oggi, questo accordo compensa e va oltre: ne vale 35.

Sono state messe a disposizione risorse aggiuntive a sostegno del sociale”.

Questi aiuti sono accessibili anche alle famiglie straniere?

“Sì, è un intervento a favore di tutti, indipendentemente dalla nazionalità. E questo è un tratto distintivo di civiltà politica. Non c'è differenza tra un lavoratore italiano e straniero

Un tampone alle tante emergenza causate dalla crisi.

“Sì, ed è giusto che in questa fase difficile per tutti, dove crescono le sacche di emarginazione, il sindacato si preoccupi di promuovere politiche che garantiscano la coesione sociale. Oggi c'è un tratto inedito: ci sono anche lavoratori che hanno ritardi di stipendio, ammortizzatori sociali pagati a singhiozzo, e quindi serve contenere lo scivolamento di intere fasce di popolazione verso la povertà. Assume sempre maggior importanza la nostra contrattazione sociale con gli enti locali: in primo luogo dobbiamo realizzare patti anti evasione fiscale al fine di recuperare risorse da destinare a interventi di carattere sociale”.

Lei, da segretario della Camera del lavoro di Prato, siglò con le categorie datoriali un accordo per costruire un fondo di contrasto alla povertà, sollecitato dal vescovo Gastone Simoni. Che bilancio fa di quella esperienza?

“Positivo, tanta gente è stata aiutata a pagare le bollette o l'affitto. Il fondo era alimentato dai lavoratori, con una trattenuta volontaria in busta paga da 5 euro annui, dalle aziende che contribuivano in una quota pari al doppio di quella versata da ogni dipendente e anche da altri soggetti. Una commissione mista presso la Caritas valutava chi aveva realmente bisogno di essere aiutato tra i tanti che chiedevano sostegno”.

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La rubrica GIUSTA CAUSA DI DIMISSIONI LE DUE POSSIBILITA' IN PIU' Il principio che sta alla base dell’istituto delle dimissioni per giusta causa è quello secondo cui il lavoratore ha diritto di recedere immediatamente dal rapporto, dunque senza obbligo di dare il preavviso, in presenza di un grave inadempimento del datore di lavoro che non consente la prosecuzione neanche provvisoria del rapporto (C. Cass.

N. 12768/1997). Le dimissioni del lavoratore trovano la loro regolamentazione negli artt. 2118 e 2119 c.c., oltre che nella contrattazione collettiva. Esse costituiscono un atto unilaterale recettizio di esercizio di un diritto potestativo del lavoratore rispetto al quale il datore di lavoro non può che subirne gli effetti, per cui la posizione datoriale in caso di dimissioni è limitata ad una presa d’atto della volontà del lavoratore di porre fine al rapporto.

Come spesso ribadito dalla Cassazione, infatti, “la dichiarazione di recesso del lavoratore, comunicata al datore di lavoro, è idonea a produrre l’estinzione del contratto, che è nella disponibilità delle parti, a prescindere dal motivo che l’ha determinato e l’effetto risolutorio del rapporto si ricollega pur sempre, a differenza di quanto

avviene per il licenziamento illegittimo o ingiustificato, ad un atto di volontà del lavoratore” (cfr. C. Cass. N. 21748/2006; C. Cass. N. 10193/2002; C. Cass. N. 13782/2001). In tale ambito non è dato dunque rinvenire alcuno spazio di rilevanza alle motivazioni che hanno portato il lavoratore a recedere, ulteriori rispetto a quella tipica dello scioglimento del contratto, per cui in caso di dimissioni non si pone nessuna questione in merito alla modificabilità/immodificabilità dei motivi di recesso addotti dal lavoratore, diversamente di quanto avviene nell’ambito del licenziamento disciplinare dove invece vige il principio di immutabilità dei motivi di recesso. La Corte di Cassazione, con sentenza n. 13396/2013, interpellata sul punto, ha nuovamente ribadito l’orientamento sopra richiamato affermando che “l’effetto tipico che consegue alle dimissioni del lavoratore è quello di produrre la risoluzione del rapporto di lavoro a prescindere dai motivi che ebbero a determinare le dimissioni e dall’eventuale esistenza di una giusta causa che può essere addotta anche successivamente”. LEGGI TUTTO

a cura dello Studio Rusconi

Via della Condotta 12, 50122 Firenze partita iva 05724800486 Tel. 055-2302805

www.avvrusconi.it n. 25 - 23 luglio 2013

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L'appuntamento

Massa Carrara, inizia la Festa Cgil In arrivo Cantone e Camusso Mercoledì 24 luglio inizia la XII edizione della Festa Provinciale Cgil Massa Carrara (Ca' Michele, Bonascola, Carrara).

IL PROGRAMMA Mercoledì 24 luglio Ore 18,30 cocktail d'apertura. Saluto di Patrizia Bernieri, segretario generale Cgil Massa Carrara Giovedì 25 luglio Ore 9,30­16,30 Direttivi congiunti Flc Massa Carrara­ Lucca con Maurizio Lembo (segretario nazionale Flc Cgil) e Alessandro Rapezzi (segretario generale Flc Cgil Toscana) Venerdì 26 luglio­sabato 27 luglio Karaoke e Piano bar Domenica 28 luglio Ore 17 Coordinamento regionale Giovani Cgil Ore 21,30: concerto "Mediterranea" tributo a De André Lunedì 29 luglio Ore 18 intervista a Carla Cantone (segretario generale Spi Cgil nazionale) Martedì 30 luglio Esibizione scuola di ballo latinoamericano Mercoledì 31 luglio Ore 21,30 Sergio Staino intervista Susanna Camusso (segretario generale Cgil nazionale). Ore 23 festa di chiusura con estrazione lotteria. DALLE 20 OGNI GIORNO RISTORANTE, KARAOKE, PIANO BAR

"Ogni sera 100 volontari: grazie" Patrizia Bernieri, segretario generale Cgil Massa Carrara: qual è il tema della festa di quest'anno?

"Il titolo è ripreso dallo slogan della Cgil nazionale, 'Fondata sul lavoro', perché è pertinente con la nostra realtà provinciale, dove l'emergenza è l'occupazione. Come si vede dal programma, si dà spazio dai pensionati, con la visita di Carla Cantone, fino ai giovani, con la convocazione del loro Coordinamento regionale. La festa è anticipata dalla presentazione pubblica del rapporto Ires per raccontare le difficoltà dell'economia locale. La chiusura, mercoledì 31 luglio, sarà affidata a Susanna Camusso, che veniva da noi già quando era segretaria della Cgil lombarda".

Quanto sta picchiando la crisi da voi?

"Abbiamo oltre il 13,7% di disoccupazione, una situazione molto pesante che è pagata soprattutto dai giovani e dalle donne. La nostra provincia era già in

difficoltà e poi ci si è messa anche la crisi".

Il format della festa resterà lo stesso?

"Siamo partiti 12 anni fa cercando un contenitore nuovo per ragionare sul lavoro. Ma non facciamo solo dibattiti.

Questa è una festa popolare, ricorda quelle vecchie dell'Unità: Karaoke, divertimento, musica, gastronomia, in un quartiere popolare e in un luogo di socializzazione e cultura. La festa è poi un momento di aggregazione per la Cgil territoriale: segretari, iscritti, delegati, categorie. Ognuno dà il suo contributo: c'è la categoria che apparecchia i tavoli, quella che pulisce.

Abbiamo dagli 80 ai 100 volontari a sera, io ringrazio davvero tanto tutti i militanti della Cgil".

Voi siete rinomati anche per la gastronomia.

"Abbiamo un compagno che ha fatto il cuoco. Puntiamo su cibo di qualità a prezzi sostenibili: dalla carne al pesce. Le specialità? La pasta alla travacolara, le cozze ripiene sulle quali proverò anche io a cimentarmi in cucina, le grigliate, i fritti, i tordelli. Fino a tarda serata, c'è un cocktail bar. Cerchiamo di offrire molto a chi viene: ogni anno è sempre venuta tanta gente, e tanta ce ne aspettiamo anche quest'anno".

n. 25 - 23 luglio 2013

p r i mo

O I G G @ M CG I L T OS C A N A

In breve

Arezzo, il monito del segretario Cgil Mugnai "No agli aumenti delle tariffe sui rifiuti" Spiega il segretario di Cgil Arezzo Mugnai “Le valutazioni dell’assessore Dringoli sui riflessi che avrà la gestione del ciclo dei rifiuti da parte di Sei Toscana sono apprezzabili e riprendono un tema evidenziato da tempo sia dalla Funzione Pubblica Cgil che dalla confederazione. Era infatti evidente che la forte ristrutturazione societaria di questo servizio nell’ambito dell’area vasta avrebbe determinato un aumento di costi. E’ innegabile, in questo come in altri comparti del vasto settore dei servizi pubblici e soprattutto in quelli che impattano fortemente anche sulle politiche ambientali e della salute, che sono necessarie riforme. Il rischio, come anche nel caso dell’enfatizzata vicenda delle Province, è che in uno scenario reso drammatico da una forte crisi economica e, in particolare, politica, si vada avanti per "spinte" eludendo serie riprogrammazioni delle attività, dei servizi, dei livelli istituzionali. La tentazione alla quale sembra che i “decisori” non resistano è di partire sempre dalla fine e mai dall’inizio". LEGGI TUTTO

Mabro Grosseto, rabbia Rsu sugli esuberi "Vogliono far perdere il lavoro a 150 dipendenti" “Le parti firmatarie si incontreranno a settembre per discutere circa l’applicazione del piano degli esuberi.

Questa affermazione, inserita nel testo di un verbale di esame congiunto per cassa integrazione straordinaria, nel quale non è stato consentito alla Filctem­Cgil ed a quattro quinti della rappresentanza sindacale di dichiarare il loro pensiero sulle cause che hanno condotto alla crisi, comporterà conseguenze pesanti". E’ il pensiero delle Rsu Cgil di Abbigliamento Grosseto che si dichiarano preoccupate per gli ultimi accadimenti e per i licenziamenti che si potrebbero materializzare già a settembre, secondo un piano esuberi che rischia di far perdere diversi posti di lavoro. "Una frase che vuol dire che a settembre amministratore, Associazioni Industriali, Femca­Cisl e Uilta­Uil hanno intenzione di procedere al licenziamento di quelle lavoratrici e lavoratori che chiedono, insieme a tutte le istituzioni, che venga seguito il percorso previsto dalla Prodi bis per salvare la azienda dalla definitiva chiusura, escludendo la Filctem­Cgil e quattro rappresentanti sindacali su cinque – spiegano le Rsu della Cgil – vuol dire far perdere il lavoro alle iscritte e agli iscritti alla Filctem­Cgil, oltre 150 su 224 dipendenti, rei di non aver accettato passivamente, come Femca e Uilta, il concordato preventivo chiesto dall’azienda perché porterà solo al fallimento". LEGGI TUTTO

Decreto del Fare, per la Cgil nazionale "arrivano nuovi tagli lineari alla Pubblica amministrazione" ''Si sta preparando un nuovo taglio lineare alle spese per il funzionamento delle Pubbliche amministrazioni, insieme all'ennesima riduzione per l'acquisto di beni e servizi che produrra' ricadute sull'occupazione di chi lavora negli appalti delle Pa. Questo il contenuto degli emendamenti al decreto 'Fare' presentati dai Relatori''.

E' quanto afferma il responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile, nel sottolineare che ''si tratta dell'ennesima scorciatoia per non affrontare i problemi della qualita' della spesa delle Pa''. Per il dirigente della Cgil, inoltre, ''stride con 'tanto rigore' il silenzio sul costo delle consulenze, quantificato dallo stesso governo nel 2011 per 1,4 miliardi di euro, e la sottrazione degli amministratori delle societa' partecipate dalle Pubbliche amministrazioni al tetto retributivo che riguarda tutti i dirigenti pubblici.

Retribuzioni ­ specifica Gentile ­ che vengono legate alle 'migliori pratiche internazionali', proprio mentre ogni giorno gli organi giurisdizionali, a cominciare dalla Corte dei Conti, limitano sempre di piu' i diritti contrattuali ed occupazionali dei lavoratori 'non amministratori'. Lavoratori, questi ultimi, che rischiano il posto e la retribuzione a causa di una legislazione sbagliata ed iniqua. Il rigore ­ conclude Gentile ­ e' per tanti, ma non per tutti''. LEGGI TUTTO

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